Corso di AERODINAMICA E GASDINAMICA Anno Accademico 2013/2014 -Lezione 12- Prof. Ing. Renato RICCI Flusso attorno ad un ala di estensione finita Il flusso attorno ad un profilo alare può essere considerato rappresentativo di quello attorno ad un’ala di estensione infinita lungo lo span (apertura alare). Sperimentalmente si può verificare una riduzione delle prestazioni di un profilo alare quando esso è inserito in un ala di estensione finita. L’estensione non infinita dell’ala comporta infatti un flusso 3D con componenti di velocità nella direzione dell’apertura alare. La motivazione fisica di tale fenomeno risiede nello sbilanciamento di pressione tra intradosso ed estradosso, che si verifica in un ala portante. Tale sbilanciamento provoca una rotazione del flusso d’aria attorno all’estremità e quindi un ricircolo dall’intradosso verso l’estradosso. La componente spanwise del flusso è dunque diretta dall’estremità verso la radice all’estradosso e dalla radice all’estremità all’intradosso. La rotazione del flusso attorno al wing tip produce vortici, detti trailing vortex, o vortici di estremità che influenzano la distribuzione di velocità su tutta l’ala e vengono trasportati downstream come piccoli tornadoes. I vortici di estremità trascinando in rotazione il fluido nell’intorno dell’ala inducono una componente di velocità ortogonale al piano dell’ala e diretta verso il basso denominata downwash (w) o velocità indotta , che si compone alla velocità del flusso indisturbato modificando il vettore velocità incidente su ogni sezione dell’ala. Questo flusso presenta due caratteristiche importanti: • All’aumentare dell’angolo di attacco la portanza dell’ala aumenta, lo sbilanciamento di pressione tra intradosso ed estradosso aumenta e di conseguenza l’intensità del trailing vortex aumenta (atterraggio). • Il fenomeno si produce all’estremità dell’ala, ma interessa il flusso su tutta l’ala modificando le streamlines anche a monte dell’ala. Flusso attorno ad un ala di estensione finita (2) La presenza dei vortici di estremità e la nascita della velocità indotta hanno due importanti conseguenze sulle forze aerodinamiche che nascono sulla singola sezione di ala: (A) In ogni sezione la downwash si combina con la velocità del flusso indisturbato fornendo un vettore velocita’ locale che possiede un angolo di attacco effettivo piu’ basso rispetto all’angolo di attacco geometrico. Se definiamo angolo di attacco effettivo quello tra la direzione della velocità locale incidente e la corda si può dunque scrivere: VISTA DALL’ALTO streamline intrdosso V streamline estradosso eff i corda d’estremità corda CR radice A parità di angolo geometrico di attacco la portanza generata nel caso di una sezione di ala è minore rispetto a quella generata dal profilo bidimensionale L’angolo αi è chiamato angolo indotto Di i i V i Veff w CT span b trailing vortex bassa pressione trailing vortex alta pressione VISTA DI FRONTE L eff superficie alare S (B) La portanza locale è per definizione un vettore parallelo alla velocità incidente effettiva, di conseguenza forma con la normale al vento indisturbato V∞ un angolo pari a αi . Ciò produce una componente di questo vettore nel riferimento geometrico diretta come V∞ , ovvero una resistenza, detta RESISTENZA INDOTTA (Di). La resistenza indotta non esiste nel riferimento della velocità effettiva ma nasce nel riferimento geometrico (riferimento fisso solidale al terreno) per effetto dell’inclinazione del vettore L in questo riferimento. Dunque se si vuole volare all’angolo geometrico di attacco è necessario vincere anche la resistenza indotta aumentando la potenza del motore. Flusso attorno ad un ala di estensione finita (3) La presenza dei vortici di estremità comporta l’instaurarsi di una downwash su tutta l’ala e di conseguenza l’alterazione delle condizioni del flusso indisturbato, rispetto a quanto stabilito nel riferimento geometrico. Ciò provoca, in conclusione, una diminuzione dell’angolo di attacco percepito dal profilo, rispetto a quello fissato nel riferimento geometrico e di conseguenza una diminuzione della portanza locale prodotta dalla singola sezione alare rispetto alla portanza del profilo bidimensionale. Inoltre nel riferimento geometrico il vettore portanza ortogonale alla velocità effettiva ha una componente parallela a V∞ che costituisce quindi una resistenza. Tale resistenza è interpretabile come squilibrio della forza di pressione indotto dai vortici di estremità nella direzione del flusso indisturbato (resistenza di pressione o di forma) o anche come perdita di quantità di moto ed energia del flusso che finisce in rotazionalità delle particelle coinvolte nei trailing vortex e che è dunque sottrae contributi alla generazione della portanza. Le considerazioni fatte fino ad ora prescindono dalle caratteristiche del flusso dunque VALGONO ANCHE PER FLUSSI INCOMPRIMIBILI ED INVISCIDI. Di i L eff i V i Veff w La resistenza di un’ala può essere vista come la somma della della resistenza di pressione e di attrito del profilo bidimensionale (profile drag) e della resistenza indotta (dovuta alla tridimensionalità). Il coefficiente di resistenza di un ala può dunque essere scritto come: C D =cd +C Di = Resistenza dell'ala (3D) (D f +DP ) cd = = Resistenza del Profilo(2D) q• S (D ) C Di = i = Resistenza Indotta q• S Il coefficiente di resistenza indotta non è mai trascurabile nel caso di un ala di dimensioni finite, infatti esso può essere maggiore del coefficiente di resistenza del profilo bidimensionale. La teoria della Linea Portante di Prandtl-Concetti Preliminari La teoria più semplice che permette di prevedere, in prima approssimazione, il comportamento aerodinamico dell’ala finita utilizzando flussi potenziali (quind inviscidi) è quella della linea portante di Prandtl (Lifting Line Theory), sviluppata a Göttingen (Germania) tra il 1911 ed li 1918. La comprensione di tale teoria richiede l’introduzione di alcuni strumenti analitici necessari quando si effettua un’analisi non bidimensionale. In particolare: • Estensione al caso tridimensionale della linea di vortici già introdotta nella teoria dei profili sottili; ovvero introduzione del filamento di vortici • Determinazione del campo di velocità prodotto da un filamento di vortici: la Legge di Biot-Savart • Comportamento del filamento di vortici per un campo fluido inviscido incomprimibile: I Teoremi di Helmoltz Il Filamento di Vortici e la Legge di Biot-Savart Nella Teoria dei profili sottili è stato già introdotto la linea di vortici che si estende fino a ±∞ o il piano di vortici per rappresentare mediante flussi potenziali, una distribuzione di portanza bidimensionale. Estendiamo tale concetto in 3D. Se immaginiamo l’origine dei vortici disposta su una curva nello spazio otteniamo un filamento di vortici, la cui Vorticità attorno ad una superficie chiusa che racchiuda l’intero filamento, è ipotizzata pari a Γ costante, detta forza del filamento di vortici. Questo flusso potenziale sovrapposto ad un flusso indisturbato ci permetterà di simulare la distribuzione di portanza attorno ad una di estensione finita. Considerando un segmento dl diretto come la tangente al filamento in un suo punto, è possibile determinare la componente infinitesima di velocità dV indotta dalla porzione dl di filamento vorticoso su di un punto arbitrario P posto ad una distanza r da dl. E’ possibile dimostrare che vale la relazione: G dl ´ r dV = 4p r 3 dB = 5 m E dl ´ r 4p r 3 Questa equazione è denominata equazione di Biot-Savart in analogia alla relazione che sussiste tra la corrente elettrica “E” che attraversa una porzione infinitesima “dl” di un filo conduttore di orientazione qualsiasi e la componente del vettore campo magnetico “dB” indotto in un punto qualsiasi dello spazio P. L’analogia sussiste in quanto la legge di Biot-Savart è un risultato generale di una teoria potenziale (equazione di Laplace) e tanto il campo elettromagnetico quanto il campo di velocità per un flusso inviscido ed incomprimibile obbediscono a tale teoria. La teoria della Linea Portante di Prandtl-Concetti Preliminari Il Filamento di Vortici e la Legge di Biot-Savart dV dl r dl r V 3 4 r 3 4 r Integrando su tutta la lunghezza dl del filamento (ascissa curvilinea) è possibile determinare il campo di velocità indotto in P dall’intero filamento. Dalla definizione di prodotto vettoriale e tenendo conto del fatto che la direzione di dl è legata al segno di Γ, si deduce che nell’esempio il verso della velocità indotta è verso il basso (Downwash), mentre il suo modulo è fornito dalla relazione seguente, nella quale θ è l’angolo compreso tra dl ed r V 4 sin dl 2 r Il Filamento di Vortici e la Legge di Biot-Savart - Applicazioni (Vortice Rettilineo Infinito) Applichiamo la legge di B-S ad un filamento rettilineo che si estende da +∞ a -∞, che equivale al vortice puntiforme del caso bidimensionale. In questa situazione semplici considerazioni geometriche consentono di scrivere: r h h h ; l ; dl 2 d ; sin tan sin V 4 6 Modulo della velocità prodotta da un vortice libero di forza Γ (caso 2D) sin dl V sin d V r2 4 h 2 h 0 La teoria della Linea Portante di Prandtl-Concetti Preliminari Il Filamento di Vortici e la Legge di Biot-Savart - Applicazioni (Vortice Rettilineo Semi-Infinito) Vortice Seminfinito Applichiamo la legge di B-S ad un filamento rettilineo che si estende da un punto A fino a -∞. Rispetto al caso precedente variano solamente gli estremi di integrazione. Il vortice semi-infinito induce in P una velocità che è la metà in modulo di quella indotta da un vortice infinito. r h h h ; l ; dl 2 d ; sin tan sin V 0 4 h /2 sin d V 4 h I Teoremi di Helmholtz Helmholtz fu il primo ad utilizzare il concetto di filamento di vortici nell’analisi di flussi inviscidi ed incomprimibili. Nelle sue analisi stabilì due teoremi fondamentali per caratterizzare il comportamento dei vortici in tali flussi: 1. La forza di un filamento di vortici è costante lungo la sua lunghezza. 2. Il filamento di vortici non può avere fine nel fluido: esso deve o estendersi fino ai confini del dominio fluido (±∞) o deve formare un percorso chiuso. La dimostrazione dei teoremi di Helmholtz è piuttosto complessa e verrà trascurata, tuttavia è possibile giustificare intuitivamente tali affermazioni se si considera che l’unica forza in grado di variare la forza di un vortice o di spegnere il vortice è la forza viscosa, esclusa per ipotesi in flussi potenziali. Tutti i concetti introdotti qui verranno utilizzati per determinare la distribuzione di portanza su di un ala finita. 7 La teoria della Linea Portante di Prandtl-Concetti Preliminari Distribuzione di Portanza Consideriamo una superficie alare di estensione finita compresa tra -b/2 e +b/2; la sezione in corrispondenza di ciascuna coordinata y nella direzione dello span, sarà costituita da un profilo alare che sottoposto ad un flusso indisturbato con velocità V∞ produce una portanza per unità di lunghezza fornita dal Teorema di Kutta-Youkowsky: 2 L (y) cl (y) V 2 c(y) V (y) Svergolamento Geometrico (Geometric Twist) Svergolamento Aerodinamico (Aerodynamic Twist) 8 La portanza ( e quindi la Vorticità) in ogni sezione dipende: 1.dall’angolo di attacco locale ovvero dallo SVERGOLAMENTO GEOMETRICO alare (“torsione costruttiva” dell’ala attorno al bordo di entrata). 2.dalla corda locale del profilo ovvero dalla PIANTA ALARE (non tutte le ali sono rettangolari). 3.dalla tipologia di profilo alare che costituisce la generica sezione y dell’ala, ovvero dallo SVERGOLAMENTO AERODINAMICO (variazione del profilo lungo lo span). Le considerazioni fatte rendono ragione della presenza di una distribuzione di portanza non nota a priori in una ala finita. La sola condizione nota è l’annullamento della portanza alle estremità dovuta al bilancio delle pressioni tra intradosso ed estradosso. Variazione della corda e della forma della pianta alare. La teoria della Linea Portante di Prandtl La portanza dunque in un ala tridimensionale è funzione della posizione lungo lo span, che tiene conto nel caso più generale degli svergolamenti geometrico ed aerodinamico, nonché della variazione della corda. Per il teorema di KuttaYoukowsky lo sarà anche la Vorticità: L '( y ) V ( y ) (y) L (y) V la determinazione della distribuzione di Vorticità è uno dei problemi centrali della teoria della linea portante di Prandtl. Nella sua teoria Prandtl ipotizzo di simulare la distribuzione di portanza prodotta da un ala il cui span si estende da y= - b/2 ad y= b/2 mediante un filamento di vortici disposto lungo l’apertura alare nella direzione ortogonale alla velocità del flusso indisturbato. La distribuzione di Vorticità, ovvero la forza Γ di tale vortice denominato BOUND VORTEX, deve rappresentare la portanza generata dall’ala. Per simulare i vortici estremità ed il loro effetto su tutta l’ala (resistenza indotta) Prandtl inserì due vortici posti ai limiti del bound vortex ma in grado di muoversi con il flusso (free) nella direzione della velocità indisturbata (trailing vortex). Poiché per i teoremi di Helmholtz un filamento vorticoso non può variare la sua forza ed esaurirsi nel dominio fluido i due trailing vortex devono necessariamente avere forza Γ ed estendersi all’infinito. Il filamento che viene così a formarsi è a “ferro di cavallo” (Horseshoe Vortex) Ala di estensione finita 9 Modello dell’ala con filamenti vorticosi (Horseshoe Vortex) La teoria della Linea Portante di Prandtl Modello di Prandtl del Vortice a ferro di cavallo semplice per rappresentare l’ala finita Per il teorema di Kelvin se l’ala è portante da qualche parte nel fluido (all’aeroporto) deve esserci lo STARTING VORTEX. Inoltre i teoremi di Helmholtz assicurano che un filamento vorticoso in un flusso inviscido deve essere chiuso su se stesso e mantenere la sua vorticità costante. 10 La teoria della Linea Portante di Prandtl Calcoliamo la DOWNWASH indotta dalla distribuzione di vortici a ferro di cavallo su di un punto posto sul bound vortex, utilizzando la formula di Biot-Savart per la velocità indotta: E’ facile vedere che il bound vortex non può contribuire a generare velocità indotta su se stesso (r e dl sono paralleli). Tuttavia i due trailing vortex (vortici semi-infiniti) generano una distribuzione di velocità indotta sul bound vortex determinata da: b w(y) 4 (b / 2 y) 4 (b / 2 y) 4 (b / 2)2 y 2 Trailing Vortex di Sx Trailing Vortex di Dx z y=-b/2 P y y= +b/2 x w=w(y) La distribuzione a ferro di cavallo non può rappresentare il comportamento reale di un ala E’ facile verificare che per y che tende a ± b/2 la downwash tende ad assumere valore infinito. Nonostante la rispondenza qualitativa ai fenomeni aerodinamici il modello a singolo vortice di cavallo non rappresenta in modo fisicamente consistente l’ala finita. Prandtl risolse questo problema modificando il modello. Invece di utilizzare un unico vortice a ferro di cavallo sovrappose diversi vortici a ferro di cavallo di differente forza ma aventi il bound vortex sulla stessa linea detta linea portante. Essendo il flusso inviscido ed incomprimibile l’effetto complessivo è la somma degli effetti (linearità). Il risultato di questo nuovo modello è illustrato in figura nel caso di sovrapposizione di tre 3 vortici a ferro di cavallo: il bound vortex presenta una distribuzione di Vorticità e quindi di d d 1 portanza a gradini e da esso (lifting line ) si staccano downstream una serie di coppie di 2 d trailing vortex (una per ogni bound vortex). La forza di ciascun trailing vortex che si stacca d 2 d 1 dalla lifting line è pari alla variazione di forza del bound vortex nel punto di partenza. 2 d 3 d • La Vorticità totale dell’ala è pari alla somma totale della Vorticità sulla lifting line d 1 poichè la Vorticità dei trailing vortex non fornisce contributo d 3 • La forza del trailing vortex è pari alla variazione di forza del bound vortex lungo la lifting Lifting Line d 2 d 1 line • Il modello si presta ad una estensione con un numero infinito di vortici a ferro di cavallo d1 di forza infinitesima sovrapposti. 11 La teoria della Linea Portante di Prandtl Quando sovrapponiamo un numero infinito di vortici a ferro di cavallo di forza dΓ infinitesima la distribuzione a gradini di Vorticità sulla lifting line diviene una curva continua Γ(y) con il valore massimo al centro (Γ0) e valore nullo alle estremità. Le coppie di trailing vortex diventano un vortex sheet continuo che si stacca dalla lifting line nella direzione del flusso indisturbato. La forza totale del foglio di vortici integrata su tutto lo span è zero poichè esso consiste di coppie di trailing vortex con forza uguale ed opposta. Consideriamo un elementino di lunghezza dy della lifting line posto a distnza y dall’origine, la Vorticità su tale elemento sarà Γ(y) e da esso si staccherà un trailing vortex di forza proporzionale alla variazione di Γ(y) lungo y: d trailing vortex d bound vortex dy dy Ogni segmento del trailing vortex dx induce in y0 sul bound vortex una downwash calcolabile con la legge d Biot-Savart. Quindi la velocità discendente indotta dal filamento rettilineo semi-infinito con origine y , in un punto y0 del bound vortex è determinabile come: æ dG bound ö ç vortex ÷ × dy dy ÷ çè ø dw(y0 ) = 4 × p × ( y - y0 ) nella quale il segno è consistente con il verso della downwash (positivo) in figura, tenendo conto del fatto che la variazione di Vorticità del bound vortex in y è negativa E’ così possibile calcolare la downwash prodotta dall’intero piano di vortici nel punto y0 sul bound vortex 12 æ dG bound ö ç vortex ÷ × dy dy ÷ +b/2 ç è ø w(y0 ) = ò 4 × p × ( y - y0 ) -b/2 La teoria della Linea Portante di Prandtl Con il modello ad infiniti “horseshoe vortex” sovrapposti di forza infinitesima è possibile ricavare la downwash su ogni punto del bound vortex, che schematizza un ala finita di dimensioni e pianta alare qualsiasi. Tuttavia per determinare la distribuzione di Vorticità che tale ala genera, la portanza totale prodotta e la resistenza indotta è necessario ricordare il legame tra angolo indotto e downwash: Di i L eff i V i Veff w w(y 0 ) V i (y 0 ) tan 1 (Il segno meno assicura che l’angolo indotto sia positivo quando la downwash è negativa) Poichè la velocità indotta è molto più piccola di quella del flusso indisturbato, l’angolo indotto è in genere un angolo molto piccolo, di conseguenza possiamo scrivere, utilizzando anche la relazione trovata per la velocità indotta, che: d bound vortex dy b2 w(y ) w(y ) 1 0 0 i (y 0 ) tan 1 (y ) dy i 0 V 4 V b 2 (y 0 y) V L’angolo indotto è dunque variabile lungo lo span dell’ala dal momento che lo è la velocità indotta, di conseguenza anche l’angolo effettivo visto dalla singola sezione dell’ala sarà variabile lungo lo span. Inoltre anche il coefficiente di portanza locale, funzione dell’angolo effettivo di attacco sarà funzione di y0 . In una teoria inviscida, come quella che stiamo descrivendo è lecito approssimare la pendenza della retta di portanza del profilo con 2π (profili sottili). Se non c’è svergolamento aerodinamico l’angolo di cl (y0 ) a0 eff (y0 ) L 0 2 eff (y0 ) L 0 portanza nulla rimane costante lungo lo span, esso infatti dipendendo solo dalla freccia massima di camber è fissato se la geometria del profilo non cambia. Dal teorema di Kutta-Youkowsky applicato alla sezione di 1 2(y0 ) ala in y0 ricaviamo: L (y0 ) cl (y0 ) V 2 c(y0 ) V (y0 ) cl (y0 ) 2 13 V c(y0 ) La teoria della Linea Portante di Prandtl cl (y0 ) 2 eff (y0 ) L 0 eff (y0 ) cl (y0 ) 2(y0 ) V c(y0 ) (y 0 ) eff (y 0 ) i (y 0 ) b 2 d dy 1 i (y 0 ) dy 4 V b 2 (y 0 y) cl (y0 ) L0 2 eff (y0 ) (y0 ) L0 V c(y0 ) + b 2 d dy 1 (y 0 ) eff (y 0 ) dy 4 V b 2 (y 0 y) Questa equazione integro-differenziale stabilisce Equazione fondamentale della semplicemente che l’angolo d’attacco geometrico è la Teoria della Linea Portante somma di quello effettivo e di quello indotto. Tuttavia rappresenta uno strumento molto potente nella b 2 d previsione delle caratteristiche aerodinamiche di un ala dy (y 0 ) 1 (portanza e resistenza indotta). Infatti note le (y 0 ) L0 dy V c(y 0 ) 4 V b 2 (y 0 y) caratteristiche geometriche ed i profili di cui è composta , l’unica incognita dell’equazione è Γ. L’angolo di portanza nulla non è funzione della coordinata y0 solo se è assente lo svergolamento aerodinamico 14 Equazione Fondamentale della Linea Portante b 2 d dy (y 0 ) 1 (y 0 ) L0 dy V c(y 0 ) 4 V b 2 (y 0 y) Ipotizzando l’ala di geometria nota, i valori di α , c, V∞ , αL=0 sono da ritenere determinati. La soluzione dell’equazione fondamentale fornisce la distribuzione Γ(y0) tra -b/2 e b/2. L (y0 ) V (y0 ) • Nota la distribuzione di Vorticità la distribuzione di portanza si ottiene dal Teorema di Kutta-Youkowsky: • La portanza totale si ottiene semplicemente integrando lungo lo span ed il coefficiente di portanza dell’ala si ottiene adimensionalizzando mediante il prodotto della superficie alare S per la quantità di moto del flusso indisturbato: b L 2 b L (y0 )dy0 V b 2 b L 2 2 CL (y0 )dy0 q S V S b 2 (y )dy 0 0 b 2 Di 2 i • La distribuzione di resistenza indotta per unità di span si ottiene da semplici considerazioni geometriche: Di Li sin ai Li i L (nonostante la teoria sia inviscida conduce alla determinazione di una componente della resistenza, ma solo di quella indotta, dovuta alla portanza) • La resistenza indotta totale si ottiene integrando la relazione appena ottenuta sullo span: eff V i i Veff w • Il coefficiente di resistenza indotta si ottiene con la consueta adimensionalizzazione. b Di 2 b 2 15 b Li(y0 ) i (y0 )dy0 V b 2 (y ) (y )dy 0 b 2 i 0 0 CD,i Di 2 2 (y0 ) i (y0 )dy0 q S V S b 2 Soluzioni dell’equazione fondamentale della linea portante Prima di affrontare il problema della soluzione generale dell’equazione della linea portante di Prandtl, esaminiamo un caso particolare procedendo a ritroso. Imponiamo la distribuzione di portanza da inserire nell’equazione e verifichiamo che tipo di caratteristiche aerodinamiche deve avere un ala che realizza tale distribuzione secondo la teoria. 2 nella quale y è una variabile di 2y La Vorticità sul bound vortex è di tipo ellittico ed è espressa dalla relazione: (y) 0 1 comodo che è definita tra -b/2 e b/2 b La distribuzione di portanza è ovviamente di tipo ellittico come deriva dal teorema di Kutta-Youkowsky: L (y0 ) V 0 2y 1 b 2 di conseguenza essa (come la Vorticità) avrà il valore massimo al centro e sarà nulla alle estremità dell’ala Per determinare le caratteristiche aerodinamiche di un ala che realizza tale distribuzione di portanza, calcoliamo la downwash indotta sul bound vortex æ dG bound ö ç vortex ÷ × dy dy ÷ +b/2 ç è ø w(y0 ) = ò 4 × p × ( y - y0 ) -b/2 (y0 è la coordinata lungo il bound vortex, mentre y è solo la variabile di integrazione) b d 4 0 y 0 2 y 2 w(y ) dy 0 dy b (1 4 y 2 b 2 )1 2 b 2 b (1 4 y 2 b 2 )1 2 (y y0 ) 2 Effettuando la sostituzione di variabile: y b b cos dy sin d 2 2 16 Soluzioni dell’equazione fondamentale della linea portante w(y0 ) w( 0 ) 0 cos 0 d 2 b 0 cos cos 0 2b la downwash prodotta da una distribuzione di portanza ellittica è effettivamente diretta verso il basso ed è costante, ovvero indipendente dalla posizione sullo span. di conseguenza anche l’angolo indotto sara’ indipendente dalla posizione sullo span. 0 i (y0 ) w(y0 ) 0 V 2bV L 2 2 CL (y0 )dy0 q S V S b 2 2 2y0 (y0 ) 0 1 b b 17 Integrale notevole che appare spesso nella teoria dei profili alari sen(n 0 ) cos(n ) d cos( ) cos(0 ) sen(0 ) Rimane da determinare la costante Γ0 che è legata ovviamente alla portanza complessiva generata dall’ala ovvero al suo coefficiente di portanza: b 2 0 2 CL V S b 2 0 4y02 1 b 2 1/2 2V SC L b di conseguenza l’angolo b b y cos dy sin d 2 2 2 0 b b dy0 sin 2 d 0 V S 2 0 V S 2 di attacco indotto può essere scritto come: i 2V SCL 1 CL 2bV b b 2 S Soluzioni dell’equazione fondamentale della linea portante Tra le proprietà geometriche più importanti di ala di estensione finita c’è l’ASPECT RATIO AR (ALLUNGAMENTO) DEFINITO COME RAPPORTO TRA IL QUADRATO DELLO SPAN E LA SUPERFICIE DELLA PIANTA ALARE b2 AR S Se l’ala è rettangolare ed indichiamo con c la corda (costante lungo l’apertura alare) si può scrivere: b2 b2 b AR S bc c Alla luce del parametro AR, allungamento alare, analizziamo i risultati trovati nel caso in cui la distribuzione di portanza sull’ala sia ellittica. l’angolo indotto (costante su tutto lo span) può essere espresso come: CL i AR L’angolo indotto dipende linearmente dal coefficiente di portanza dell’ala ed inversamente dall’allungamento alare. Il coefficiente di resistenza indotta, b 2 2 2 i 0 b i 0b CL2 può essere determinato a partire 2 CD,i (y0 )ai (y0 )dy0 sin d CD,i dall’integrale della Vorticità V S b V S 2 0 2V S AR 2 Il coefficiente di resistenza indotta è proporzionale al quadrato del coefficiente di portanza dell’ala ed inversamente proporzionale all’ Aspect Ratio. 18 Soluzioni dell’equazione fondamentale della linea portante Considerazioni sui risultati della teoria nel caso di distribuzione di portanza ellittica: • Il risultato che sia l’angolo indotto che il coefficiente di resistenza indotta dipendono dalla portanza non è sorprendente, infatti entrambe le grandezze rappresentano l’effetto sull’ala dei vortici di estremità che sono dovuti allo sbilanciamento di pressione tra estradosso ed intradosso e quindi alla portanza. Se l’ala non è portante (angolo di portanza nulla) non si verificano vortici di estremità, non esiste resistenza indotta (drag due to lift) né angolo indotto. • I fenomeni caratteristici di un’ala finita sono più intensi in fasi in cui il CL è elevato, quindi al decollo ed all’atterraggio (pericolo negli atterraggi ravvicinati). Questo vale in particolarmente per la resistenza indotta (proporzionale CL2 )che in queste fasi diviene la componente predominante (è il prezzo da pagare per la generazione della portanza e deve essere vinta mediante un surplus di spinta da parte del motore). Stessa Superficie Alare S, Stesso CL Differente Span b AR1 19 AR2 = 4 AR1 • Tutti i fenomeni connessi alla dimensione finita dell’ala dipendono inversamente dall’allungamento alare. Quindi costruire ali con elevato AR comporterebbe una diminuzione di tali fenomeni ed un miglioramento delle prestazioni aerodinamiche. Tuttavia un’ala di elevata snellezza spesso non possiede i necessari requisiti di resistenza strutturale. Nella figura immaginando che i due aeri siano sottoposti alla stessa velocità di flusso indisturbato e siano dotati degli stessi profili alari, la differenza nell’AR dell’ala fa sì che il secondo subisca una resistenza indotta 4 volte inferiore e percepisca un angolo indotto 4 volte più piccolo Soluzioni dell’equazione fondamentale della linea portante Lockheed P80: caccia AR: 6 Lockheed U2: Ricognizione ad alta quota AR: 14.3 Replica Flyer 1911 AR: 6 I moderni velivoli subsonici hanno un aspect ratio compreso tra 6 e 10, (fa eccezione il Lockheed U2 che aveva un AR superiore a 14). Al contrario gli alianti che volano senza motore hanno AR molto maggiori compresi tra 15 e 30. Gli alettoni degli autoveicoli hanno AR compresi tra 4 e 5 (molto inclinati). 20 Airbus A320-700: Trasporto AR: 9.5 Aliante Discus AR: 22.2 L’allungamento alare non è l’unico mezzo per contrastare i vortici di estremità Soluzioni dell’equazione fondamentale della linea portante Per terminare l’analisi della soluzione dell’equazione di Prandtl della linea portante nel caso di distribuzione di portanza ellittica, stabiliamo quale deve essere la pianta alare affinché l’ala abbia una tale distribuzione di portanza (soluzione del problema inverso). Ipotizziamo l’assenza di svergolamenti geometrici Ipotizziamo l’assenza di svergolamenti aerodinamici L0 costante lungo lo span costante lungo lo span Poichè la distribuzione di portanza è ellittica anche l’angolo indotto è una costante e di conseguenza lo è anche l’angolo effettivo Ne consegue che la distribuzione del coefficiente di portanza è costante lungo lo span cl 2 eff L (y0 ) L 0 L (y0 ) q c(y0 )cl c(y0 ) q cl i (y0 ) w(y0 ) 0 V 2bV cl 2 eff L 0 Poiché la distribuzione di portanza è ellittica la distribuzione di corda deve essere ellittica anch’essa. Pianta Ellittica Un ala che determina una distribuzione di vorticità e quindi di portanza lungo lo span ellittica deve possedere una pianta ellittica. In tale caso la downwash, l’angolo indotto ed il coefficiente di resistenza indotta sono costanti lungo tutta l’apertura alare. 21 Ala Ellittica Supermarine Spitfire: Aereo da caccia inglese (II Guerra Mondiale). Le caratteristiche aerodinamiche di un ala ellittica sono di semplice di semplice trattazione analitica ed essa rappresenta la pianta alare con la più bassa resistenza indotta a parità di portanza ed allungamento. Tuttavia essa presenta notevoli difficoltà costruttive. Inoltre presenta il grosso svantaggio aerodinamico di avere una distribuzione costante del coefficiente di portanza cl Ciò implica che lo stallo avviene contemporaneamente su tutte le sezioni dell’ala ( in assenza di svergolamenti). Tale inconveniente rendeva impossibile allo Spitfire il volo a bassa quota. Volando vicino al terreno infatti i vortici di estremità non riescono a richiudersi, l’angolo indotto diminuisce e quindi quello effettivo aumenta provocando lo stallo di tutta l’ala. Per tale motivo e per facilitare la costruzione le ali vennero troncate alle estremità. 22 Soluzione generale dell’equazione della linea portante L’approccio alla soluzione generale dell’equazione della Linea Portante parte dalla considerazione che la distribuzione di vorticità ellittica può essere espressa mediante una funzione trigonometrica semplicemente eseguendo il cambio di variabili: b y cos 2 con 0 ovvero b 2 y b 2 La reale distribuzione di portanza (e quindi di vorticità) dipende: dalla pianta alare, dalla forma dell’ala, dalla presenza della fusoliera e dalle condizioni di volo, tuttavia può essere considerata una funzione sufficientemente regolare per essere rappresentata come somma di N funzioni trigonometriche (serie di Fourier) Poichè la distribuzione ellittica (sinusoidale) è soluzione dell’equazione della linea portante è possibile pensare alla generica distribuzione di vorticità soluzione della equazione fondamentale come la somma di un numero N arbitrario di soluzioni sinusoidali di argomento diverso (il problema è infatti lineare in quanto la teoria dell’ala finita è inviscida). 23 (y) 0 2y 1 b 2 ( ) 0 sin Soluzione generale dell’equazione della linea portante Si assume quindi la distribuzione di vorticità d d d d N ( ) 2bV Ak sin(k ) 2bV kAk cos(k ) dy d dy dy k 1 k 1 N N Sostituendo nell’equazione di Prandtl otteniamo b 2 kA k cos k 0 2b N 1 k 1 ( 0 ) Ak sin k 0 L 0 ( 0 ) d c(y 0 ) k 1 b 2 (cos cos 0 ) Ipotizzando l’ala di geometria nota, i valori di α , c, V∞ , αL=0 sono da ritenere determinati, ciò che resta da determinare sono N coefficienti Ak che costituiscono i coefficienti della serie di Fourier che esprime la vorticità. Questa relazione è una equazione algebrica con N incognite, scritta per una sezione dell’ala θ0 . Possiamo tuttavia scrivere ulteriori N-1 equazioni identiche per altre N-1 sezioni d’ala in modo da ottenere un sistema di N equazioni algebriche in N incognite. 24 2b N 1 N sin k 0 ( 0 ) Ak sin k 0 L 0 ( 0 ) kAk c(y 0 ) k 1 k 1 sin 0 Soluzione generale dell’equazione della linea portante N ( ) 2bV Ak sin(k ) k 1 b L 2 2 2b 2 N 2b 2 CL (y0 )dy0 CL Ak sin k0 sin0 d0 CL S A1 2 CL A1 AR q S V S b S k 1 0 2 Nel caso generale il coefficiente di portanza dell’ala dipende solo dal primo dei coefficienti della serie di Fourier b 2 d N dy 1 1 N cos k sin k 0 i (y 0 ) dy ( ) kA d kA k sin i 0 4 V b 2 (y 0 y) k 1 k 0 cos cos 0 k 1 0 b CD,i Di 2 2 2b 2 N (y ) (y )dy C A sin k 0 i 0 0 D,i k 0 i ( 0 )sin 0 d 0 q S V S b S 0 k 1 2 C D,i Nel caso generale il coefficiente di resistenza indotta dell’ala dipende da tutti i coefficienti della serie di Fourier tramite δ 2 N N 2b 2 N 2b 2 N 2 A C L2 2 k Ak sin k 0 kAk sin k0 d 0 S 2 Ak AR A1 1 A AR 1 S 0 k 1 k 1 k 1 k2 1 25 Soluzione generale dell’equazione della linea portante - Conclusioni Risultati per la distribuzione di vorticità ellittica CL2 CD,i AR ( ) 0 sin i CL AR N Risultati per la generica distribuzione di vorticità ( ) 2bV Ak sin(k ) k 1 Il coefficiente di portanza dell’ala è proporzionale all’allungamento alare e dipende solamente dal primo coefficiente della serie. Tuttavia se dobbiamo determinare la distribuzione di vorticità di un ala nota è necessario risolvere il sistema di N equazioni in N incognite CD,i CL2 1 AR CD,i CL2 e AR , f (AR; ) 2 A k 0 (1 ) 1 A N k2 Posso definire un fattore efficienza della superficie alare di e 1 (1 ) 1 In analogia con l’ala ellittica si pone inoltre I parametri δ e τ sono funzione dell’aspect ratio AR e del taper ratio β definito da: c Corda Estremità Taper Ratio T cR Corda Radice 26 CL A1 AR i CL 1 AR Ala Rastremata (Tapered Wing) cR cT Soluzione generale dell’equazione della linea portante - Conclusioni Qualora l’ala fosse composta da n rastremazioni il β che si utilizza è un valore medio ottenuto calcolando la media pesata dei coefficienti di ogni singola porzione. Il peso che si utilizza è la superficie in pianta della singola rastremazione 4 ;S4 n j Sj j 1 1;S1 n S 2 ;S2 Ala Rastremata j j 1 Ala Rettangolare 3;S3 τ τ δ AR 27 Non è mai conveniente lavorare con rapporti di rastremazione inferiori a 0,25 o superiori a 0,6 δ β Influenza dell’effetto Ala Finita sulle curve CL-α e CL-CD Immaginiamo che l’ala non presenti nessuno svergolamento aerodinamico (il profilo in ogni sezione si mantiene lo stesso) né geometrico, ed ipotizziamo per comodità che l’ala sia a pianta ellittica in modo da poter ritenere l’angolo indotto e la resistenza indotta costanti. Dato che in questo caso la distribuzione di cl è costante lungo lo span, possiamo scrivere: cl C L Note le curve caratteristiche del profilo bidimensionale vogliamo valutare gli effetti su di esse di una estensione non infinita nella terza direzione. L’effetto sulla Polare di Eiffel CD =cd +CDi = Resistenza dell'ala(3D) CL2 CL2 CD cd c (1 ) e AR d AR L’unico punto della curva che rimane inalterato è quello in cui la portanza è nulla (nessun effetto indotto). Negli altri punti a parità di CL il CD dell’ala è più elevato e la differenza (coefficiente di resistenza indotta aumenta con il quadrato di CL). La variazione del coefficiente di resistenza a parità di portanza è tanto più sensibile quanto più è basso l’AR. L’effetto di volare ad un angolo effettivo minore provoca una diminuzione di efficienza (nel riferimento fisso). L’effetto sulla Curva Cl-α La curva CL-α subisce rispetto a quella del profilo bidimensionale cl-α una diminuzione di pendenza, questo è comprensibile intuitivamente se si pensa che a parità di coefficiente di portanza l’ala è inclinata rispetto al flusso di un angolo più basso a causa dell’angolo indotto, che è tanto più elevato quanto più il CL è alto. Solo se rappresentassimo la curva del CL in funzione dell’angolo effettivo (riferimento del profilo) avremmo un retta formalmente identica a quella del profilo bidimensionale. La variazione di pendenza della curva a parità di C L è tanto più sensibile quanto più è basso l’AR. cl a0 eff L 0 C L a0 eff L 0 a0 L 0 a0 i a0 L 0 CL 28 a0 L 0 C L a L 0 a0 (1 ) 1 AR a0C L (1 ) AR 0 a a0 Influenza dell’effetto Ala Finita sulle curve CL-α e CL-CD L’effetto sulla Polare di Eiffel CL x 100 Profilo 2D AR=∞ CD,i AR=18 AR=9 AR=2.5 AR=2 Perdita di Efficienza CD x 100 Ala Rettangolare 29 Influenza dell’effetto Ala Finita sulle curve CL-α e CL-CD L’effetto sulla Curva Cl-α CL x 100 Profilo 2D AR=∞ αi AR=2 α Ala Rettangolare 30 Progettazione di Massima del velivolo • In funzione delle finalità del velivolo e della missione si determina il numero di Reynolds di progetto • In base al Re di progetto si scelgono i profili alari, per i quali si determinano tutte le caratteristiche aerodinamiche, in particolare a0 e αL=0 • Si sceglie la forma dell’ala determinando l’AR ed il TR noti tali parametri si determinano δ e τ . L’AR andrebbe scelto il più alto possibile compatibilmente con esigenze strutturali. E’ utile sottolineare che la forma dell’ala condiziona la distribuzione di portanza su di essa (senza svergolamenti) di conseguenza può influenzare la sicurezza la manovrabilità e la stabilità del velivolo. • Conoscendo i parametri geometrici dell’ala posso ricavare il coefficiente angolare della retta di portanza: a a0 a (1 ) 1 0 AR • Noto il peso del velivolo determino la portanza in modo che valga la relazione: L M g CL • Ricavo l’angolo geometrico di volo dalla relazione: L M g q S q S C L a L 0 e quello indotto da: i CL 1 AR • Conoscendo l’angolo geometrico e l’angolo indotto, verifico di essere sufficientemente lontano dall’angolo di stallo del profilo, in particolare nelle condizioni di bassi angoli indotti, eventualmente vario il profilo. 31 Strumenti per limitare l’effetto ala finita Per limitare l’effetto dell’ala finita su ali di Aspect Ratio non elevato vengono utilizzate appendici poste all’estremità, nel tentativo di limitare la forza dei vortici ed impedire il passaggio di aria dall’intradosso verso l’estradosso Nel caso degli alettoni delle autovetture ad elevate prestazioni vengono utilizzati piatti o schermi d’estremità. In tali casi infatti il basso AR fa sì che l’angolo indotto sia elevato ed i vortici molto intensi, l’angolo effettivo è molto ridotto e questo permette di aumentare l’inclinazione dell’alettone senza pericolo di stallo. La soluzione degli schermi di estremità non è praticabile negli aerei, in quanto produrrebbe elevati momenti imbardanti. Una soluzione adottata nei primi aerei a basso allungamento alare era quella dei serbatoi di estremità, che permettevano un maggiore carico di carburante ed interrompevano i vortici di estremità. Oggi la soluzione più utilizzata è quella delle ALETTE DI ESTREMITA’ o WINGLETS. Tali appendici derivate dai veleggiatori sono oggi usate sulla maggior parte dei velivoli 32 Strumenti per limitare l’effetto ala finita -Winglets Queste appendici funzionano bene in un range di numeri di Reynolds piuttosto piccolo. Al di fuori di tale range costituiscono esclusivamente un incremento di resistenza. Per questo motivo sono particolarmente adatte all’utilizzo su velivoli che spesso viaggiano ad una velocità costante Alette Whitcomb Whitcomb Alette Junkers Realizzate sul modello delle penne di estremità 33 Strumenti per limitare l’effetto ala finita -Winglets Anche lavorando sulla forma delle estremità dell’ala è possibile limitare i trailing vortex senza aggiungere elementi resistenti. 34 L’ala Schuemann E’ un ala usata in alianti con rastremazione sia sul leading edge che sul trailing edge. In particolare il leading edge possiede tre rastremazioni verso la coda con tre, mentre il trailing edge presenta una leggera rastremazione in avanti. La particolare forma dell’ala induce all’estradosso, nelle vicinanze dell’estremità un flusso spanwise diretto dalla radice verso l’estremità che contrasta il flusso indotto dai vortici di estremità. Tale flusso è motivato dallo sbilanciamento di pressione tra una sezione e l’altra dovuto alla rastremazione Si può infatti ritenere che in un profilo portante ad un determinato angolo di attacco il picco di aspirazione sia localizzato ad una determinata percentuale della corda, indipendentemente dalla dimensione della corda stessa. In un ala rettangolare (non rastremata) in assenza di svergolamento geometrico ed aerodinamico, i punti ad uguale valore di Cp sono quindi tutti allineati lungo una retta ortogonale alla velocità di flusso indisturbato e nessun flusso nella direzione dell’allungamento alare è possibile. Rastremando l’ala in modo da diminuire la corda verso l’estremità si sposta (nel riferimento del velivolo e non in quello del profilo) il punto di massimo Cp in avanti sbilanciando l’equilibrio della pressione con le sezioni adiacenti e generando quindi un flusso nella direzione dell’apertura alare, dalla radice verso l’estremità. L’ala Schuemann è conformata per determinare tale sbilanciamento delle forze di pressione spanwise ed indurre flusso in questa direzione nel verso opposto alla componente di velocità prodotta dai trailing vortex. T.E. L.E. 35 V∞ L’ala Schuemann Ipotetiche distribuzioni di pressione T.E. T.E. L.E. T.E. L.E. V∞ L.E. V∞ 36 V∞ Effetti dell’angolo di freccia 37 Il Metodo di Schrenk Si tratta di un metodo dovuto a O. Schrenk (1940) per la determinazione approssimata della distribuzione di portanza sull’ala al variare della forma della pianta alare. Tale metodo si basa sull’ipotesi che la distribuzione di portanza di un ala non differisca profondamente da quella dell’ala ellittica, in particolare si assume che: 1) siano assenti svergolamenti geometrici ed aerodinamici 2) l’ala effettiva si possa sostituire con un’ala ellittica equivalente avente stessa superficie in pianta e stessa distribuzione di portanza per unità di span. Vogliamo determinare la distribuzione di portanza sull’ala rastremata conoscendo quella dell’ala ellittica. I dati del problema sono le corde dell’ala generica CR e CT e lo span b. Dall’Ipotesi (2) sull’ uguaglianza delle superfici alari discende che: Sell 4 c0b S cR cT 2 b c0 (cR cT ) 2 La distribuzione di corda di un ala ellittica può essere espressa con la consueta forma trigonometrica: cell (y) c0 sin 2 (cR cT )sin y0 2 y b 2 0, 38 Il Metodo di Schrenk Imponendo l’uguaglianza della portanza per unità di span e sostituendo la relazione precedente si ottiene: Lell (y) V 2 2 cell (y) cl ,ell (y) L (y) cl (y) c (y) ell cl ,ell (y) c(y) cl (y) cl ,ell (y) V 2 c(y) cl (y) 2 2 (c c ) R T c(y) sin( ) In un’ala ellittica la distribuzione di angolo indotto lungo l’apertura alare è costante, di conseguenza la distribuzione di Cl è costante lungo l’apertura alare: cl ,ell (y) b2 b 2 cl ,ell (y)dy b2 b 2 dy C L,ell W V 2 W peso velivolo Il coefficiente di portanza dell’ala ellittica è quindi un dato noto: 2 (c c ) cl (y) R T sin( ) C L,ell c(y) 39 2 Sell Il Metodo di Schrenk 2 (c c ) cl (y) R T sin( ) C L,ell c(y) Ipotizziamo che l’ala effettiva sia RETTANGOLARE, ovvero che CR=CT=C(y)=C. L’equazione precedente diviene: Possiamo diagrammare il rapporto tra il coefficiente di portanza dell’ala reale e quello dell’ala ellittica in funzione della coordinata lungo lo span (y o θ) ALA RETTANGOLARE Alla radice il coefficiente di portanza dell’ala rettangolare è maggiore di quello dell’ala ellittica, in questa zona quindi i vortici di estremità lavorano a favore della portanza. Viceversa verso l’estremità la portanza scende in modo abbastanza ripido, questo ha due importanti conseguenze: • Poichè la parte con Cl più alto è la porzione d’ala che va in stallo per prima, nell’ala rettangolare lo stallo parte alla radice. Se l’ala è quella di un aereo lo stallo avviene prima nella zona lontana dai comandi, ed è quindi uno stallo controllabile (safe stall) che si manifesta solo con perdita di quota. • A bassi angoli di attacco il coefficiente di portanza diminuisce su tutta l’ala e di conseguenza alle estremità può facilmente diventare nullo o addirittura negativo. Questo può caricare in modo anomalo l’ala a flessione e riduce la porzione di superficie che contribuisce alla portanza. L’ala rettangolare viene quindi generalmente montata su aerei da turismo che non hanno bisogno di elevata manovrabilità (elevati Cl anche a bassi angoli), inoltre viene calettata ad elevati angoli di attacco per evitare i problemi a bassi angoli di attacco. 40 cl (y) 4 sin( ) CL,ell cl (y) CL,ell Ala Ellittica Ala Rettangolare Il Metodo di Schrenk 2 (c c ) cl (y) R T sin( ) C L,ell c(y) Ipotizziamo infine che l’ala effettiva sia RASTREMATA (A SEMPLICE RASTREMAZIONE), per la distribuzione di corda possiamo assumere la forma: 2y c(y) cR (cR cT ) b b y cos( ) 2 in modo che valgano le uguaglianze: c(y) cR (cR cT )cos( ) 0 c( ) cT 2 c( ) cR 2 (c c )sin( ) cl (y) 2 (1 )sin( ) R T CL,ell cR (cR cT )cos( ) 1 ( 1)cos( ) cT c Taper Ratio R 41 y 0 c(y) cR b y 2 c(y) cT Imponendo per y una legge di variazione cosinusoidale, otteniamo: Sostituendo questa espressione nell’equazione ricavata eguagliando le distribuzioni di portanza tra ala ellittica equivalente ed ala reale, si ha: In questo modo posso determinare la distribuzione di portanza di un ala rastremata in funzione della posizione sull’ala e del rapporto di rastremazione β Il Metodo di Schrenk cl (y) 2 (1 )sin( ) C L,ell 1 ( 1)cos( ) cT c Taper Ratio R cl (y) CL,ell Ala Rettangolare β=0,57 Ala Ellittica β=0,3 ALA A FORTE RASTREMAZIONE Per quanto riguarda gli effetti di ala finita i parametri δ e τ sono ai loro valori minimi, questo significa bassi angoli indotti e bassi coefficienti di resistenza indotta. Tuttavia il massimo della distribuzione di portanza, all’aumentare del taper ratio, tende a spostarsi verso l’estremità, cioè nella zona dei comandi. Poichè le zone a più elevato Cl sono le prime porzioni dell’ala ad andare in stallo all’aumentare dell’angolo di attacco, avrei per queste ali stallo sui comandi (stallo in vite). Per ali a forte rastremazione ha senso lo svergolamento negativo delle estremità alari geometrica o aerodinamica, nel senso di ridurre la portanza in tali sezioni. β=0,57 ALA A MEDIA RASTREMAZIONE E’ la soluzione ottimale poiché permette una distribuzione di Cl quasi costante su una grande porzione di ala. Questo consente di volare a bassi angoli senza grossi problemi di distribuzione del carico, essendo piccola la zona che può divenire deportante all’estremità. Inoltre il coefficiente di portanza è massimo vicino alla radice, dunque non ho il problema dello stallo in vite. questo rapporto di rastremazione è quello in genere scelto dagli aerei acrobatici, poichè unisce sicurezza ad elevati angoli con capacità di mantenere portanza a bassi angoli 42 β=0,3 Il valore 0,57 del taper ratio si ottiene imponendo che la distribuzione di Cl dell’ala rastremata abbia alla radice lo stesso valore assunto da quella dell’ala ellittica. cl ( 2 ) C L,ell 2 (1 ) 1 0, 57