SPAZIO DONNA LA PRESIDENTE NAZIONALE CNA IMPRESA DONNA, AMBASSADOR DI WOMEN FOR EXPO PRISCILLA ROMANI La Presidente di Cna Impresa Donna Paola Sansoni è stata nominata Ambassador di Women for Expo 2015. WE-Women for Expo è un progetto di Expo Milano 2015 in collaborazione con ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale e Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori. WE-Women for Expo è un network di donne di tutto il mondo che si esprimono e agiscono insieme sui temi del nutrimento e della sostenibilità e lo fanno mettendo per la prima volta al centro di un’esposizione universale la cultura femminile. Si propone di costruire una rete di donne rilevanti a livello internazionale portatrici di un messaggio univoco: la necessità di porre l’attenzione del mondo sul tema dello spreco, di cibo e di risorse in generale. La Presidente è Federica Mogherini, Presidente onoraria è Emma Bonino. Ecco cosa pensa sui grandi temi dell’Expo Paola Sansoni Presidente di Cna Impresa Donna. 26 | VERDETÁ n° 49 D. Nutrire il Pianeta, energia per la vita. Il tema di Expo 2015 è strettamente legato al mondo femminile. In che cosa le donne possono fare la differenza? R. Credo che nutrire la Terra sia da intendersi anche metaforicamente, nel senso di interessarsi alla vita sulla Terra, che non è fatta solo di esseri umani, donne e uomini che siano, ma che è ben più complessa, affollata e diversificata. Interessarsi nel senso di prendersi cura. D. Che cosa le donne fanno meglio? R. Proprio il prendersi cura è la nostra specificità, è la differenza che si manifesta non solo nel privato (la famiglia), ma anche nel pubblico, quando riescono, nell’essere protagoniste del cambiamento, che si manifesta nella tenacia ad andare contro gli stereotipi, nel credere profondamente nella vita, perché è la donna che custodisce la vita e la nutre. E non solo dal punto di vista biologico, ma potrebbe esserlo ancora di più dal punto di vista sociale. Occorre maggiore consapevolezza in questo. Quanta più forza ci sarebbe nel vivere sociale se questa differenza fosse valorizzata. Mi viene in mente che da nutrire viene il sostantivo nutrice, storicamente la nutrice è colei che allatta anche figli altrui. Penso che oggi il mondo femminile possa e debba essere protagonista del cambio di paradigma per passare dal singolare al plurale. D. We, nel senso di noi, di sentire e agire collettivamente. Che importanza ha l’alleanza femminile, la rete delle donne per il futuro del Pianeta? R. Nel mio essere donna, sia come imprenditrice sia quando rivesto ruoli istituzionali, ho sempre avuto ben chiaro il senso del noi, considerando l’interesse collettivo come strumento anche per l’interesse individuale. Il noi ha sempre fatto parte della storia delle donne. Senza infingimenti possiamo dire che non sempre è stato un vero noi, ma certamente abbiamo acquisito una certa esperienza e questo ha rappresentato e può rappresentare un vero punto di forza nelle battaglie delle donne. Mi viene da dire We care, traducendolo ‘insieme ci prendiamo cura’ perché vogliamo una società migliore e con determinazione la pretendiamo. D. In relazione a sostenibilità e nutrizione, qual è il tema chiave per le donne: maggiore accesso alle risorse economiche, diritto all’istruzione, parità e potere politico? R. Sicuramente il diritto all’istruzione è la base su cui si fonda tutto, solo se sai puoi chiedere, rivendicare, ottenere, proporre, ed essere istruiti significa avere gli strumenti idonei, un metodo che consenta di ricercare, apprendere criticamente, saper vedere le soluzioni oltre il normale vedere. Credo che la scuola, in tutte le sue accezioni, sia la chiave per tutto. D. La lotta contro lo spreco è un tema importante. Quale pensa possa essere il ruolo delle donne in questa battaglia che si combatte dal basso e qual è la sua ricetta per nutrire il Pianeta e rendere il consumo di cibo più attento e sostenibile e quali i suoi gesti quotidiani contro lo spreco? R. Innanzi tutto solleciterei i distributori di cibo confezionato ad adeguarsi ai cambiamenti reali di una società che non è più formata solo da famiglie, ma da tante persone che vivono sole e costrette ad acquistare oltre il fabbisogno, producendo troppo spesso spreco derivante da cibo deteriorato. Una buona ricetta è un bel corso di cucina antispreco. Per esempio, che ne facciamo delle foglie esterne del carciofo? Bisogna finirla con la cultura del ‘sono perché consumo’, quindi più consumo più sono. Insomma, dobbiamo uscire al più presto dalla cultura dell’abbondanza illimitata e entrare nella dimensione del buon senso: quando si parla a sproposito di decrescita, e i critici ne fanno una parodia, bisogna cominciare a dire che decrescita non significa ritornare al passato più o meno remoto, ma che sobrietà non è un limite ma un valore che ci aiuta a vivere meglio con meno. Sono ancora le donne, che sono mamme, che sono, per lo più le insegnanti dei nostri figli, ad avere il compito di trasmettere una consapevolezza del noi, appunto, del sostenibile del rispetto dell’unico Pianeta che abbiamo. D. Il cibo racconta molto di noi: le nostre origini, le nostre tradizioni e i nostri legami familiari: Potrebbe dirci qual è il suo piatto/ cibo/ingrediente preferito? R. Vengo da una terra che è conosciuta anche per i suoi sapori e la mia percezione del vivere è fatta anche di cibo, sapori. Ricordo con grande tenerezza che sia mia nonna sia mia mamma avevano il menu per ogni giorno della settimana e ogni settimana si ripeteva la stessa sequenza. Il giovedì, giorno della pasta e fagioli con i maltagliati, per me era grande festa; ne mangiavo due/tre piatti ogni volta. Io ho imparato la ricetta, arricchita con rosmarino, salvia e prezzemolo, che ho seguito con precisione per molto tempo, poi ho aggiunto un ingrediente, il peperoncino, che la rende ancora più gustosa e ora è diventata la mia ricetta e quando la cucino mi piace pensare che ho saputo rielaborare un piatto di mia madre e che oggi preparo a mio figlio e ai miei nipoti, che ne sono ghiotti! VERDETÁ n° 49| 27