Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- DGCS Ufficio IX Valutazione Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan INSERIRE UNA FOTOGRAFIA RAPPRESENTATIVA DEL PROGETTO 2013 Rapporto finale VALUTAZIONE 1 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” Titolo del programma Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan Nazione Afghanistan Società esecutrice ONG CESVI Periodo di implementazione del progetto 11/10/2005 – 10/01/2009 Tipo di valutazione Ex post Valutatore Finpublic srl Esperti Prof. Luigi Marsullo Dott. Angelo Ippolito Ing. Marco Lazzeri Dott.ssa Sara Dell’Ariccia Missione sul campo 16 -22/03/2013 Finpublic srl Le opinioni espresse nel presente rapporto sono quelle degli autori e non necessariamente riflettono il punto di vista del Ministero degli Affari Esteri, ONG CESVI e OCSE. Rapporto finale 2 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- INDICE GLOSSARIO DEGLI ACRONIMI ........................................................................................................... 4 Sintesi ................................................................................................................................................ 5 1. Quadro generale del progetto.................................................................................................... 10 2. Contesto del progetto ................................................................................................................. 13 2.1 Contesto Afghano ...................................................................................................................... 13 2.2 Breve descrizione delle necessità che il Progetto ha inteso soddisfare .................................. 15 2.3 Analisi del quadro logico – validità del design del progetto .................................................... 18 3. La valutazione indipendente ex post .......................................................................................... 21 3.1 Obiettivi ed oggetto della valutazione ..................................................................................... 21 3.2 Tipo di valutazione: scopo e utilità ........................................................................................... 21 3.3 Risorse impiegate ...................................................................................................................... 22 4. Quadro teorico e metodologico .................................................................................................. 23 4.1 Criteri della valutazione e principi metodologici adottati ....................................................... 23 5. Verifica dei principali stadi di realizzazione del progetto .......................................................... 24 6. Presentazione dei risultati .......................................................................................................... 33 6.1. Rilevanza del progetto ............................................................................................................ 33 6.2 Analisi di efficienza .................................................................................................................... 37 6.3 Analisi di efficacia ...................................................................................................................... 44 6.4 Analisi di impatto ...................................................................................................................... 51 6.5 Analisi di sostenibilità ............................................................................................................... 55 7. Conclusioni.................................................................................................................................. 57 8 Raccomandazioni e osservazioni ................................................................................................ 59 9 Lezioni apprese ............................................................................................................................. 61 ALLEGATI .......................................................................................................................................... 62 Allegato 1: Termini di riferimento .................................................................................................. 63 Allegato 2: Elenco delle persone incontrate e intervistate ............................................................ 71 Allegato 3: Sintesi stadi avanzamento progetto ............................................................................ 72 Rapporto finale 3 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Allegato 4: Sintesi field visit: Mazar-e-Sharif.................................................................................. 78 Allegato 5: Sintesi field visit: ex centro di formazione villaggio di Polebaboo ............................. 88 Glossario degli acronimi AFA Afghanistan Afghani – Moneta Afghana AREDP Afghan Rural Enterprise Development Program CDC Community Development Councils DGCS Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo FP Facilitating Partner GDO Grande Distribuzione Organizzata IDP Internal Displaced Person MAE Ministero Affari Esteri NSP National Solidarity Program ONG Organizzazione Non Governativa SHURA Autorità Locali Afghane TBA Traditional Birth Attendant UNDP United Nation Development Programme UNHabitat United Nations Human Settlements Programme UNHCR United Nation High Commissioner for Refugees UNHRC United Nations Human Rights Council UTC Unità Tecnica Centrale UTL Unità Tecnica Locale Rapporto finale 4 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” Sintesi Informazioni sul Progetto Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan: NUMERO DEL PROGETTO: 7685/CESVI/AFG DONATORE: GOVERNO ITALIANO ORGANO ESECUTORE: CESVI – COOPERAZIONE E SVILUPPO SETTORE OCSE/DAC: SERVIZI SOCIALI – PROMOZIONE DEL RUOLO DELLA DONNA TEMA: SVILUPPO PARTECIPATIVO – DONNA CATEGORIA INTERVENTO: 1 TIPO PROGETTO: LEGATO DATA APPROVAZIONE PROGETTO: 30 LUGLIO 2004 Delibera N. 96 Comitato Direzionale DATA VISTO RAGIONERIA: N. 7636 DEL 24 GIUGNO 2005 DATA INIZIO: 11 OTTOBRE 2005 DATA CONCLUSIONE: 10 GENNAIO 2009 DURATA: 36 MESI più 3 di proroga (Richiesta proroga il 10 luglio 2006). I’ annualità spostata al 10 gennaio 2007 BUDGET: euro 1.116.883 più euro 56.000 oneri previdenziali TOTALE PROGETTO RENDICONTATO: euro 1.062.349,08 Rapporto finale 5 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Il progetto, a cura della ONG CESVI, prevedeva di contribuire al miglioramento della condizione della popolazione ex-rifugiata nelle comunità di ritorno nelle province di Balkh e Sar-I-Pul nel Nord Afghanistan; è iniziato il 10 ottobre 2005 e si è concluso il 10 gennaio 2009. Riassunto della valutazione RILEVANZA EFFICIENZA EFFICACIA IMPATTO SOSTENIBILITÀ Centri di formazione e assistenza per returnees A B BC C D Formazione/potenziamento capacità generazione reddito A A B B B Formazione/servizi sanitari di base; levatrici A B A A A Mobilizzazione comunitaria/fondi di risparmio comuni B B BC C D LEGENDA: A = molto buono; B = buono; C = problemi; D = forti problemi Il progetto ha attraversato una lunga fase di gestazione iniziata nel 2002 e terminata nel 2004. Il lungo tempo intercorso tra la redazione del progetto e la sua esecuzione spiega in parte la successiva difficoltà a dispiegare sul campo tutte le attività in modo compiuto. Il progetto è rilevante per la correttezza nell'identificazione dei problemi e i bisogni reali dei beneficiari. Durante tutta la fase di realizzazione delle attività non è mai venuto meno l'impegno verso i beneficiari e in tal senso si è mantenuta la condivisibile logica originale. Al momento della predisposizione del progetto, CESVI era già attiva nel Nord Afghanistan a fronte di strutture governative appena costituite e non ancora rafforzate a livello provinciale. In tale contesto ha intrapreso delle relazioni governative e rafforzato i rapporti con le organizzazioni umanitarie internazionali. Ciò dimostra un'attenta analisi preparatoria, confermata dal modo in cui sono state localizzata e quantificate sia le famiglie ex esiliate e gli sfollati presenti nelle due province sia i corsi di formazione. PUNTI DI FORZA Il principale punto di forza si individua nella qualità complessiva della matrice del quadro logico, con due riserve. La prima riguarda la difficoltà di verificare alcuni indicatori in mancanza di un monitoraggio ad hoc. La seconda riguarda la vasta attività di mobilizzazione comunitaria. Non considerando il fatto che, in fase operativa, tale attività si è svolta principalmente sotto il patrocinio del programma NSP, si ritiene molto ambizioso il numero delle famiglie da interessare in funzione delle risorse e del tempo disponibile. Si Rapporto finale 6 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- segnalano anche la chiarezza e consistenza dell'obiettivo generale declinato in modo coerente nell'obiettivo specifico e il realismo nella scelta e nella quantità dei mezzi (input) da impiegare. Il progetto ha dimostrato un soddisfacente grado di adattabilità in molte circostanze. Gli adattamenti sono stati oggetto di corrette richieste di variante. PUNTI DI DEBOLEZZA Attività di mobilizzazione comunitaria. Se la valutazione considerasse solo il risultato dell'attivazione di fondi di risparmio comuni, i cosiddetti "saving box", questo sarebbe stato raggiunto con un successo superiore alle attese. Infatti mentre l'indicatore dell'attività prevedeva la costituzione dei fondi comuni in almeno il 60% dei gruppi formati, in effetti sono stati attivati in tutti i villaggi dove il progetto ha operato. Purtroppo tale risultato deve essere condiviso con il programma NSP. Mancata realizzazione dell'attività specifica di consulenza dall'Italia per tematiche collegate alla lavorazione seta, pelle e a strategie di marketing Nonostante le molte vicissitudini sofferte che hanno rallentato l'inizio delle attività sul territorio, si riconosce a CESVI e alla controparte RASA una notevole efficienza e capacità di adattamento alle nuove condizioni che ha caratterizzato tutta la gestione del progetto. Il primo coordinatore sul posto di CESVI è stato sostituito dopo i primi mesi di attività con un'altra coordinatrice che è rimasta in carica sino al termine del progetto. Il team operativo è stato costituito dopo l'inizio del progetto Cooperanti italiani. Si vuole evidenziare la particolare efficienza e l'attenzione dimostrata da CESVI e RASA nell'identificare i beneficiari delle attività di formazione. I villaggi sono stati selezionati a seconda della consistenza dei returnees presenti (soprattutto rientrati in Afghanistan tra il 2004 e il 2005), della disponibilità della autorità a cooperare per una migliore implementazione del progetto e della distanza dal centro di Polebaboo (o Qadeem per il distretto di Sholgara. Il CESVI ha ottenuto i dati numerici della consistenza di returnees dal Ministero di Rifugiati e da UNHCR e poi la lista dei nominativi dai capi villaggio. La selezione si è basata su questi criteri: anno di rientro, composizione del nucleo famigliare, condizioni economiche, libertà di spostamento per le donne. La selezione veniva quindi sottoposta alla shura di competenza (uomo o donna) per verificare: a. che le informazioni fornite dai potenziali beneficiari fossero veritiere; b. che i beneficiari selezionati non beneficiassero già di programmi di assistenza. Ai fini della valutazione dell'efficienza, c'è da segnalare che l'anno intercorso tra l'approvazione del progetto e il visto della Ragioneria (luglio 2004 – giugno 2005) ha influito negativamente sull'operatività del CESVI nel primo anno di attività. Infatti nell'agosto del 2004 l'Associazione aveva lasciato l'Afghanistan e al suo rientro, ad ottobre del 2005 ha dovuto riaccreditarsi come ONG presso il Ministero dell'Economia. Rapporto finale 7 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Il progetto ha subito dei ritardi rispetto al crono programma iniziale. I due centri dovevano essere pronti entro il secondo semestre della prima annualità; invece il primo centro (Dedhadi) è stato aperto nel terzo trimestre del primo anno e il secondo (Sholgara) nel primo trimestre della seconda annualità. La provincia di Sar-i-Pul è stata tralasciata per ragioni di sicurezza. Secondo l'analisi di efficacia il progetto ha raggiunto, con difficoltà di varia natura, quasi tutti i risultati prefissati. In particolare, preme segnalare come punto di forza l’ottima e costruttiva relazione instaurata con tutti gli attori coinvolti nel distretto di Dedhadi, dalle shura ai dipartimenti governativi e altre organizzazioni internazionali, ma anche con tutti i membri delle comunità in cui è stato implementato il progetto. Dal punto di vista finanziario le risorse rese disponibili dal MAE sono state comunque utilizzate per il 93,23% (pari a un risparmio di risorse di euro 51.216,00) nonostante la riduzione del progetto da due Distretti a un solo Distretto (due anni e mezzo sui tre programmati), con conseguente riduzione di persone formate (-61 unità) e quindi minori costi per le attrezzature e i materiali e riduzione dei costi di manutenzione per gli autoveicoli. Per quanto riguarda la logistica, il Team di valutazione, pur evidenziando il ritardo dell’avvio del progetto e le cinque varianti non onerose necessarie per la continuazione del progetto, ritiene che il CESVI abbia dimostrato un’esperienza e competenza di assoluto livello, ma soprattutto una tenacia sul campo che ha portato, nonostante tutte le difficoltà, a raggiungere buona parte dei risultati prefissati. L'impatto più rilevante (e più misurabile) del progetto ha riguardato il potenziamento delle capacità di generazione di reddito dei beneficiari che ha permesso a molti di loro di intraprendere un'attività lavorativa tutt'ora in corso. Un buon successo l'hanno ottenuto le beneficiarie dei corsi per levatrici tradizionali. Dai dati raccolti sul campo (principalmente da medici), larga parte delle TBA formate nei distretti di Dehdadi e di Sholgara (n. 80) lavorano come libere professioniste nei villaggi dove vivono appoggiandosi, quando necessario, all'ospedale di Mazar-i-Sharif. I dati nazionali, che riflettono con buona approssimazione i dati provinciali di Mazar-iSharif (come hanno confermato i funzionari ministeriali istituzionali intervistati), attestano che il reddito pro-capite è considerevolmente aumentato negli ultimi dieci anni e ben oltre il 25% previsto dal progetto per i beneficiari. Un effetto misurabile sull'aumento del tasso di copertura e utilizzo dei servizi di salute riproduttiva nelle aree prescelte" è dato dalla notevole riduzione sia della mortalità infantile (del 37% in dieci anni) che della mortalità materna (44% in dieci anni), anche in questo caso ben superiore al 25% previsto nel progetto. Il progetto CESVI ha contribuito, insieme a molte altre attività di cooperazione internazionale, ad incrementare lo sviluppo dell'Afghanistan. A fronte di questi risultati indubbiamente positivi non si deve dimenticare che questo martoriato Paese occupa ancora Rapporto finale 8 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- gli ultimi posti, insieme a altri stati come l'Eritrea, il Ciad, il Congo, etc., nella graduatoria sull'Indice di sviluppo umano stilata dall'UNDP. Storie di successo sono state raccolte direttamente e indirettamente dal team di valutazione per le tessitrici di manufatti in seta. In questi casi buona parte della riuscita in questa attività è dovuta al fatto che il CESVI al termine del corso di formazione ha offerto a tutte le partecipanti un telaio per poter tessere i propri manufatti. Più frammentaria è apparsa la situazione per le donne formate nella coltura dei bachi da seta. Il maggior problema riscontrato è collegato alla commercializzazione dei prodotti finiti sia dei bozzoli che dei filati che dei manufatti. Sul mercato locale si trovano prodotti sintetici a basso costo provenienti da Cina e Pakistan. La controparte RASA si è impegnata molto per cercare di vendere comunque i prodotti e i semilavorati e alla fine ci è riuscita anche se alcuni manufatti non sono stati accettati per lo scarso livello qualitativo. Quando il progetto è terminato le donne hanno dovuto provvedere autonomamente, con tutte le limitazioni che la società rurale ancora impone loro. Molte tessitrici utilizzano ancora il telaio donato da CESVI, proseguendo l'attività che permette loro di mantenere se stesse e i figli. I prodotti rimangono sul mercato locale e sono venduti dagli uomini della famiglia (alle donne non è permesso farlo). Non risulta che le tessitrici utilizzino i filati prodotti dalle ex colleghe allevatrici del baco da seta; non risulta nemmeno che sia stata costituita la cooperativa, com'era negli auspici del progetto, che avrebbe creato un sodalizio tra le filatrici e le tessitrici. Un impatto positivo e non pianificato è stato rilevato dal team di valutazione durante la visita sul campo. In alcuni casi i beneficiari del progetto CESVI sono diventati loro stessi formatori di giovani ai quali stanno insegnando il mestiere. L'analisi della sostenibilità ha rilevato che dopo la chiusura del progetto i beneficiari non sono stati più assistiti né direttamente né indirettamente. La controparte locale RASA non ha avuto la capacità finanziaria per sostenere l'unico centro in attività e a poco sono serviti gli sforzi volti al coinvolgimento diretto del Ministero del Lavoro e quello degli Affari femminili affinché prendessero in carica il centro insieme alla controparte. D'altra parte i mobilizzatori CESVI e RASA non sono stati mai soggetti riconosciuti ufficialmente del NSP (i mobilizing partner dell’NSP erano UNhabitat per il distretto di Dehdadi e CARE organizzazione umanitaria privata statunitense- per il distretto di Sholgara) e al termine del progetto hanno cessato l'attività. Il progetto ha prodotto delle professioniste (le levatrici) e degli artigiani (falegnami e tessitrici) che ancora oggi sostengono finanziariamente se stessi e le proprie famiglie anche se operano solo nelle proprie comunità (villaggi). Il team di valutazione ha rilevato che il reinserimento è stato tendenzialmente più efficace e agevole per i beneficiari che hanno seguito i primi corsi di formazione nel centro di Polebaboo e che quindi hanno potuto contare sul supporto dei formatori e dello staff più a lungo anche al termine dei corsi stessi. L'idea di creare un punto di riferimento stabile in grado di erogare consulenze e servizi per i soggetti beneficiari vulnerabili era valida e nella strategia del CESVI avrebbe dovuto proseguire sotto la gestione di RASA ma ciò non è avvenuto. Rapporto finale 9 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 1. Quadro generale del progetto La presente valutazione ex post indipendente è stata commissionata dal Ministero degli Affari Esteri italiano, Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo. La valutazione è stata effettuata sul progetto di cooperazione allo sviluppo denominato: “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-l-Pul, Nord Afghanistan”. Repubblica Islamica dell’Afghanistan Rapporto finale 10 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Aree di svolgimento del progetto (in giallo) Gli obiettivi e quindi lo scopo della valutazione possono essere così sintetizzati: a) fornire un giudizio indipendente della “performance” del programma, ed in particolare della misura in cui il programma nel suo insieme ha raggiunto gli obiettivi attesi, sia attraverso un’analisi del processo di esecuzione, sia attraverso una verifica dei risultati; b) identificare le principali lezioni che possono essere tratte dall’esperienza, attraverso un’analisi dei suoi punti di forza e punti di debolezza, al fine di proporne eventualmente l’applicazione e/o il trasferimento in altre realtà; c) formulare delle raccomandazioni in forma di proposte operative in funzione della terza fase del programma medesimo, nonché della sua potenziale replicabilità. Come previsto, è stato impiegato nella valutazione un team di lavoro composto da tre esperti. Tale gruppo ha coperto tutte le aree di competenza richieste, ed è stato impegnato in tutte le fasi della valutazione. In questo modo si sono potuti distribuire più efficacemente i carichi di lavoro e coprire tutti gli ambiti di specifico interesse. L'attività di valutazione ex post serve per appurare anche che le previsioni d’impatto si siano effettivamente verificate e per identificare le cause degli eventuali scostamenti. Nelle varie fasi della valutazione sono state impiegate le seguenti modalità di raccolta dati e informazioni: - Analisi documentale; Rapporto finale 11 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- - - Interviste ai soggetti coinvolti nel progetto (Ministero Affari Esteri Italiano DGCS, Unità Tecnica Locale a Kabul, ONG CESVI, Dipartimenti Governativi Afghani, Beneficiari finali) Osservazione diretta, attraverso il sopralluogo nei villaggi ove si sono svolti gli interventi, accompagnati dagli attori e dai beneficiari. Il progetto di cooperazione ha avuto inizio l’11 ottobre 2005, si è concluso il 10 gennaio 2009 ed è stato sviluppato su tre annualità. L’attività di valutazione ex post si è svolta nel periodo tra marzo e maggio 2013. L'obiettivo generale del progetto era di contribuire al miglioramento delle condizioni della popolazione ex-rifugiata nelle comunità di ritorno nelle province di Balkh e Sar-I- Pul attraverso il coinvolgimento diretto di 3.430 individui e indiretto stimato di 21.000 individui, nell’ambito del programma di rimpatrio condotto dall’UNHRC e dal Governo Afghano. La maggior parte dei returnees ha vissuto in esilio durante i conflitti afghani, soprattutto in Pakistan, Iran e Tagikistan. Un secondo gruppo di returnees riguarda invece la popolazione sfollata all’interno del Paese (IDP - Internal Displaced Person) – anche a causa della prolungata siccità durata quattro anni - successivamente rientrata nei luoghi d’origine ovvero nelle due province. L'obiettivo specifico del progetto, invece, era di contribuire alla reintegrazione socioeconomica di donne e giovani vulnerabili nelle aree di ritorno di Balkh e Sar-I-Pul, mediante lo sviluppo di opportunità di potenziamento delle capacità, generazione di reddito, mobilizzazione comunitaria e servizi sanitari di base. Prima di raggiungere i luoghi di implementazione del progetto, il Team di valutazione ha incontrato a Kabul i membri della locale UTL. Gli incontri on field svolti in Afghanistan con i beneficiari finali del progetto hanno fornito, più di ogni altra analisi, risposta sostanzialmente positiva in merito all’utilità del progetto promosso dal CESVI. Tutte le persone intervistate (funzionari, beneficiari, ex staff del progetto) si sono dimostrate molto disponibili al dialogo e soddisfatte per le attività svolte e per il rapporto umano che si era instaurato, in particolare nel distretto di Dehdadi, tra tutti i soggetti coinvolti. In quella sede più volte è stato richiesto al team di valutazione se e quando sarebbero stati attivati nuovi corsi di formazione. Il team considera la richiesta degli afghani non come la semplice richiesta di un aiuto o di sostegno economico ma come l’unico modo di sentirsi parte di una comunità più ampia e aperta; l’aiuto internazionale ha permesso alla gente dei villaggi di conoscere stili di vita diversi in luoghi fino a qualche anno fa, a causa di leggi che vietavano qualunque forma di apertura con l’esterno, praticamente impermeabili a qualsiasi stimolo culturale e di elevazione sociale. Rapporto finale 12 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 2. Contesto del progetto 2.1 Contesto Afghano La struttura economica, sociale e ambientale dell’Afghanistan non lascia dubbi circa la fragilità del Paese. La geografia è una delle determinanti che, insieme ad altri fattori, promuove o ostacola lo sviluppo economico, e su questo piano l’Afghanistan rappresenta un caso classico di ambiente “ostile”, con un progressivo degrado del suolo dovuto sia all’eccessivo sfruttamento del territorio da parte del bestiame, sia alla deforestazione sia alla desertificazione aggravata dalla siccità. È un paese senza sbocco sul mare e dominato dalle montagne (oltre il 49% del territorio è situato ad un’altitudine superiore ai 2.000 m.), in buona parte deforestato. I preoccupanti dati economici rendono più gravi gli elementi di fragilità naturale. L’Afghanistan, in fondo alla classifica (175° Paese su 186) UNDP (United Nation Development Program) relativa all’indice di sviluppo umano, rientra in entrambe le categorie delle economie particolarmente vulnerabili (come definite dalle Nazioni Unite): Paesi a basso reddito e Paesi senza sbocco sul mare. La probabilità alla nascita è di vivere 49 anni. La povertà è oggi molto diffusa tra la popolazione di circa 30 milioni di abitanti con un PIL pro capite annuo di 1.000 USD (2011). Dopo quasi un trentennio di conflitti che hanno devastato le infrastrutture del Paese, il Governo Afghano è impegnato in una serie di riforme infrastrutturali, legislative ed amministrative con il fondamentale supporto tecnico e finanziario della Comunità internazionale. L'imponente sforzo volto a favorire la ricostruzione e lo sviluppo economico del Paese si scontra, tuttavia, con criticità rilevanti, prima tra tutte l'aleatoria situazione relativa alla sicurezza che in numerose regioni del Paese è ancora altamente instabile e precaria. A questo si accompagna un sistema legale in materia di regolamentazione delle attività commerciali che presenta vischiosità e scarsa trasparenza. La difficile situazione della sicurezza resta l'incognita maggiore per lo sviluppo del Paese. Lo scontro etnico e la violenza politica continuano a minare il processo di riconciliazione e pacificazione che, faticosamente, si cerca di promuovere. L’incerta situazione politica, la costante carenza di infrastrutture e la percezione di una vasta corruzione creano non poche difficoltà agli sforzi del Governo di promuovere gli indispensabili investimenti privati. Ci sono tuttavia alcuni segnali positivi sia sul fronte energetico sia su quello della lotta alla corruzione. Dal 2002 al 2009 il Prodotto Interno Lordo del Paese è cresciuto con tassi medi superiori all'8%. Mentre i comparti industriali e dei servizi crescono generalmente a tassi costanti e regolari, il settore agricolo è caratterizzato da alta volatilità. La produzione di cereali, che rappresenta il 70-80% dell'intera produzione agricola nazionale è infatti estremamente suscettibile alle condizioni climatiche estreme e può determinare variazioni nell'ordine di 5/7 punti percentuali del PIL afghano a seconda della presenza di eventi climatici favorevoli o sfavorevoli. Il PIL afghano ha visto una crescita record del 20.4% nell'anno Rapporto finale 13 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- fiscale 2009/2010, grazie soprattutto all'ottima performance del settore agricolo e al notevole flusso di aiuti internazionali. L'anno fiscale 2010/2011 ha visto l'aumento del Prodotto Interno Lordo assestarsi su un più sostenibile 8.4% grazie al terziario in forte espansione (con un contributo del 4,3% all'aumento del PIL) seguito dal settore agricolo sempre in buona salute (2% dell'aumento del PIL). Con riferimento al terziario, si è distinta la domanda di beni e servizi legati al settore delle comunicazioni, dei trasporti e della finanza, così come all'economia della sicurezza (principalmente alimentata dagli aiuti internazionali). (Fonte: World Bank) Le prospettive di crescita del Paese dipendono essenzialmente dalla capacità del Governo di assicurare stabilità politica, una crescita economica sostenibile basata sullo sfruttamento delle risorse minerarie e dalla capacità di gestire la transizione e il trasferimento del controllo della sicurezza dalle forze della coalizione internazionale alle forze nazionali. Un’analisi a parte servirebbe per descrivere il mercato della produzione di oppiacei, per la quale l’Afghanistan resta il maggiore produttore mondiale con una quota del 90% rispetto al totale a livello globale (era il 52% nel 1995). Il giro d'affari ammonterebbe a 1.4 miliardi di dollari (8% del PIL). La precaria situazione della sicurezza e il florido mercato della droga sono elementi che minano alle fondamenta lo sviluppo economico nazionale. Questi due fenomeni, sono sostenuti dall'esportazione di oppio il cui impatto sull'economia afghana è sostanziale (l'81% della produzione oppiacea è attualmente dislocata nelle regioni sud e sud-ovest del Paese dove il fenomeno dell'insorgenza talebane è più forte). La crescita nel medio termine potrà altresì essere influenzata da tre elementi: 1) I programmi di sviluppo rurale e gli aiuti della comunità internazionale volti a sradicare la coltivazione dell'oppio in favore di colture alternative potrebbero creare rilevanti benefici al sistema agricolo lecito, da cui dipende il reddito di oltre 2/3 della popolazione, e contribuire in modo rilevante ad una crescita dell'economia. 2) Il Fondo Monetario Internazionale e il Governo afghano si aspettano massicci investimenti stranieri per lo sviluppo dell'industria mineraria, date le ingenti e ancora in gran parte inesplorate risorse minerarie e naturali di cui dispone il Paese, un settore che potrebbe rappresentare la chiave di volta per una crescita economica duratura. 3) Una concomitante e sostenuta crescita del commercio e dei servizi. Di seguito si riportano alcuni indicatori dell’Afghanistan, confrontando i dati disponibili nel 2004 e riportati nel progetto CESVI con quelli attualmente disponibili: Rapporto finale 14 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Fonte: UNDP Human Development report 2013 / CIA World facr 2013 / Ministero Istruzione Afghanistan INDICATORI DI SVILUPPO DATO ANNO DATO ANNO UMANO RILEVAZIONE RILEVAZIONE 165 per 2001 103 per 2010 Mortalità Infantile 1,000 nati 1,000 nati vivi vivi 820 per 1985-2001 460 per 2010 Mortalità materna 100.000 nati 100.000 vivi nati vivi 42,7 uomini 2001 48,5 2012 Speranza di vita uomini 43 donne 2001 51 donne 2012 43,1% 2001 39% 2010 Tasso alfabetizzazione uomini > 15 uomini > anni 15 anni 12,6% donne 2001 13% donne 2010 > 15 anni > 15 anni 50-79% 1999 30-60% 2010 Accessi servizi sanitari di base popolazione popolazion rurale e rurale urbana urbana 13% 2000 50% 2010 Accesso ad acqua potabile popolazione popolazion e INDICATORI ECONOMICI $ 4,4 2002 $ 37,2 2010 PIL miliardi miliardi $ 197 2002 $ 1.083 2010 PIL Pro-capite Dalla lettura della tabella si evince che la situazione in Afghanistan negli ultimi dieci anni è complessivamente migliorata grazie ai massicci interventi da parte della comunità internazionale, a parte l’incongruenza dei dati riguardanti il tasso di alfabetizzazione e l’accesso ai servizi sanitari di base. 2.2 Breve descrizione delle necessità che il Progetto ha inteso soddisfare L'obiettivo generale del progetto era di contribuire al miglioramento delle condizioni della popolazione ex-rifugiata nelle comunità di ritorno nelle province di Balkh e Sar-I- Pul attraverso il coinvolgimento diretto di 3.430 individui e indiretto stimato di 21.000 individui, nell’ambito del programma di rimpatrio dei returnees condotto dall’UNHRC e dal Governo Afghano. La maggior parte dei returnees ha vissuto durante i conflitti afghani in esilio, soprattutto in Pakistan, Iran e Tagikistan. Un secondo gruppo sociale selezionato per il progetto ha riguardato la popolazione sfollata all’interno del Paese (IDP - Internal Displaced Person) cioè persone che per la guerra, per disastri naturali o per necessità hanno abbandonato i luoghi d’origine e devono integrarsi nelle nuove comunità a loro estranee. Principali dati finanziari iniziali del progetto: - Organismo esecutore: ONG CESVI. - Budget: euro 1.172.883,00. - A carico DGCS: euro 812.554,00 (di cui 56.000,00 euro per oneri previdenziali). - A carico CESVI: euro 195.139,00. - A carico controparti locali: euro 165.190,00. - Durata: 36 mesi (più 3 mesi di proroga). Rapporto finale 15 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Tabella di confronto tra importi allocati e importi effettivamente rendicontati BUDGET ALLOCATO PROGETTO COOPERAZIONE ONERI PREVIDENZIALI E ASSICURATIVI 1.116.883,00 TOTALE GENERALE 1.172.883,00 CONTRIBUTO DELIBERATO DGCS % su tot. generale 1.062.349,08 % su allocato 95,12% 705.337,74 93,23% RENDICONTATO 56.000,00 100% 756.554,00 Contributi erogati DCGS 24/08/2005 257.979,00 23/05/2007 214.047,08 30/07/2007 26.968,20 18/09/2008 141.200,57 18/02/2009 22.720,34 09/12/2010 ONERI PREVIDENZIALI E ASSICURATIVI 42.422,55 56.000,00 TOTALE CONTRIBUTO DGCS 812.554,00 69,28% Contributo CESVI 195.139,00 16,64% 191.821,34 Contributo monetario 81.257,34 Contributo valorizzato 110.564,00 Contributo contro parte RASA 165.190,00 14,08% 165.190,00 98,30% 100,00% Il progetto ha avuto una durata effettiva di 39 mesi (3 mesi di proroga sono stati richiesti e ottenuti nel corso del primo anno di attività). Il progetto "Sostegno e reintegrazione famiglie afghane rientrate da lungo esilio, province di Balkh e Sar-I-Pul, Nord Afghanistan", è stato implementato dalla ONG CESVI con la partecipazione della controparte locale ONG RASA (Rabya- e- Balky Advocacy and Skill Building Agency). Il progetto di cooperazione ha avuto inizio l’11 ottobre 2005, si è concluso il 10 gennaio 2009 ed è stato sviluppato su tre annualità. L’attività di valutazione ex post si è svolta nel periodo tra marzo e maggio 2013. L'obiettivo specifico del progetto, invece, era di contribuire alla reintegrazione socioeconomica di donne e giovani vulnerabili nelle aree di ritorno di Balkh e Sar-I-Pul, mediante lo sviluppo di opportunità di potenziamento delle capacità, generazione di reddito, mobilizzazione comunitaria e servizi sanitari di base. Tale obiettivo doveva essere perseguito attraverso le seguenti attività: - Costituzione e relativo equipaggiamento di due centri, luogo pivot per le attività di formazione e di mobilizzazione comunitaria svolte dal progetto quali formazione e follow-up, azioni di networking e counseling per i beneficiari; formazione di 30 soggetti responsabili delle attività formative progettuali e di formatori provenienti da altre istituzioni quali Ministeri, enti e ONG locali; - Consulenza interne ed esterne preparatorie ai laboratori formativi da svolgere precedentemente alla realizzazione di: a. dieci laboratori rivolti a cento donne per la tessitura ed il ricamo della seta; b. sei attività di formazione nel campo della sericoltura per sessanta donne; Rapporto finale 16 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- - c. sei laboratori di formazione in falegnameria per quarantotto giovani; Formazione e servizi sanitari di base anche attraverso l’attivazione di dodici corsi di formazione per levatrici di villaggio; Dodici attività di mobilizzazione comunitaria rivolte a dodici gruppi di duecento cinquanta famiglie per un totale di 3.000 famiglie (media nucleo familiare 7 persone: 3.000 x 7 = 21.000 beneficiari) volti alla costituzione di fondi di risparmio comuni, allo sviluppo di dodici moduli di business training di settanta ore, alla selezione da parte dei gruppi di micro-attività generatrici di reddito volte ad incrementare il fondo comune di risparmio, al fine di supportare in modo rotatorio le esigenze del gruppo o suoi membri. L’attività del progetto è stata svolta nella sola provincia di Balkh (12 distretti) nel Nord dell’Afghanistan e non anche nella provincia di Sar-i-Pul dove il progetto non è mai partito a causa di problemi collegati alla sicurezza della provincia. Rapporto finale 17 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 2.3 Analisi del quadro logico – validità del design del progetto Il quadro logico del progetto è riportato nella seguente tabella DESCRIZIONE Contribuire al miglioramento della condizione della popolazione ex-rifugiata nelle comunità di ritorno nelle province di Balkh e Sar-I-Pul Obiettivo Generale Contribuire alla reintegrazione socio-economica di donne e giovani vulnerabili nelle aree di ritorno di Balkh e Sar-i-pul, mediante lo sviluppo di opportunità di potenziamento delle capacità, generazione di reddito, mobilizzazione comunitaria e servizi sanitari di base Obiettivo Specifico Risultato atteso n° 1 Risultato atteso n° 2 INDICATORI Risultato atteso n° 4 Dati di monitoraggio e valutazione del Aumento del 25% progetto (assessments, interviste, Termine del programma di reddito familiare dei osservazione) comparati a dati rimpatrio beneficiari statistici di base a livello nazionale Aumento del tasso di copertura e utilizzo dei servizi di salute dati forniti dal MoPH riproduttiva nella aree prescelte Barriere culturali relative alla partecipazione economica delle donne appropriatamente indirizzate Almeno il 90% dello staff interno ed esterno del progetto adeguatamente formato in termini di obiettivi e metodologie Libertà di accesso ai mercati (infrastrutture, stabilità politica ed economica) Disponibilità di un sistema di assistenza, consulenza e formazione che rispondono ai bisogni di donne e giovani Almeno il 65% dei vulnerabili residenti in 2 distretti beneficiari e ad alta densità di returnees stakeholders fa uso dei servizi dei 2 centri con un buon livello di soddisfazione Almeno il 65% dei beneficiari attesi è direttamente coinvolto nelle attività. Almeno il 50% di attività generatrici di Donne e giovani beneficiari reddito di successo hanno migliorato le proprie avanti dai condizioni di vita grazie a dei portate beneficiari dopo la percorsi formativi volti al potenziamento della capacità di formazione generazione di reddito Almeno il 50% di Rapporti di attività del progetto (organizzazione dei corsi di formazione, soddisfazione dei beneficiari, beni acquisiti ete.). Rapporti qualitativi e quantitativi sulle attività organizzate nei centri (numero di riunioni e seminari, numero di utenti Diritti economici delle per centro, informazioni sul donne acquisiti a livello di coordinamento creato con altre politiche del governo istituzioni ministeri, ong a livello provinciale e nazionale) Rapporti qualitativi e quantitativi sulle attività svolte (elaborazione materiale didattico, indici di frequenza, partecipazione e risultati raggiunti dei formandi) • Interviste elo osservazione diretta sui benefici ari su attività lavorative intraprese (info su vendite, tipologia di prodotti, metodi di marketing e di accesso ai mercati) • Dati qualitativi e quantitativi su corsi di formazione (dati su partecipazione, livello raggiunto) • l'accesso e la qualità ai servizi di sanità di base è migliorato per la popolazione femminile ed infantile a livello dei villaggi Diminuzione del 25% del numero dei casi riportati di mortalità materno-infantile le comunità hanno rafforzato la propria capacità autonoma di riposta ai bisogni attraverso forme comuni di attivazione e gestione di fondi di risparmio Fondi di risparmio Interviste con i beneficiari e le autorità portati avanti con locali (livelli di partecipazione, successo da almeno il successo attività e soddisfazione) 60% dei gruppi formati Rapporto finale CONDIZIONI ESTERNE Miglioramento delle condizioni socioContinuazione del economiche del gruppo Rapporti annuali ufficiali sullo sviluppo processo di pace e di umano bersaglio stabilità rnilitare attività generatrici di reddito di successo portate avanti dai beneficiari dopo la formazione Risultato atteso n° 3 FONTI DI VERIFICA Dati di base da MoRR, ML5A, MoWA, e agenzie internazionali Comparazione con dati raccolti ad inizio attività e quelli post (interviste con autorità locali, MoPH, beneficiari) 18 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Il quadro logico in sede di definizione del progetto è stato ben impostato. Risulta coerente dal punto di vista logico, dimostrando la capacità di raggiungere l’obiettivo del miglioramento delle condizioni della popolazione ex rifugiata nelle comunità di ritorno. L’obiettivo generale si inserisce organicamente nell’ambito degli strumenti di aiuto della cooperazione internazionale a favore di categorie di persone particolarmente disagiate. In altre parole, al momento della redazione di questo progetto, in Afghanistan una larga parte della popolazione necessitava di aiuti internazionali e quindi l’attività di cooperazione allo sviluppo avrebbe potuto riguardare molti altri obiettivi meritevoli tutti di essere perseguiti anche perché CESVI vantava un’esperienza specifica nel Nord Afghanistan essendosi occupata di ricostruzione di scuole, cliniche di campagna, rifugi temporanei per famiglie rientranti da esilio, attività generatrici di reddito, ricerca di fonti di acqua potabile, etc. Il target ha riguardato invece una categoria di famiglie particolarmente disagiate (i returnees e gli sfollati), rientrate dopo un lungo esilio a causa della guerra. Queste famiglie hanno usufruito dell’importante programma della cooperazione internazionale diretto da UNHCR (Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati), programma che l’Organizzazione segue in altri Paesi, quali il Ruanda, il Sud Sudan, Zanzibar, etc. In Afghanistan il programma di rimpatrio volontario è iniziato nel 2002 e fino al 2012 sono rientrati nel Paese più di 5,7 milioni di persone (pari a circa il 20% della popolazione); l’UNCHR ne ha assistite più di 4,7 milioni. I rimpatriati soffrono condizioni sociali peggiori delle popolazioni locali, anche in termini di accesso ai servizi di base, possesso della terra e mezzi di sussistenza. Tuttavia, alcuni tornano con competenze, che se adeguatamente valorizzate, possono essere di stimolo allo sviluppo economico delle loro comunità di ritorno. L’operatività del programma UNCHR sui returnees è limitata nel tempo. La principale assistenza fornita riguarda l’erogazione di un grant per le prime necessità, i materiali per ripristinare la propria abitazione, se ancora esistente, o la fornitura di un alloggio temporaneo, l’assistenza medica primaria (vaccinazioni, etc.), l’assistenza legale. Il progetto Il progetto CESVI si è inserito organicamente a valle del programma UNCHR con l’obiettivo di migliorare la condizione delle famiglie di ex rifugiati e di sfollati, rientrati grazie al programma di rimpatrio volontario, residenti nei distretti delle province del Nord Afghanistan Balkh e Sar-i-Pul dove rappresentavano dal 10% al 20% della popolazione (secondo i dati disponibili al tempo di redazione del progetto). All’interno di questa comunità disagiata sono stati individuati in qualità di beneficiari dell’intervento i soggetti più vulnerabili e cioè le donne e i giovani (in particolare, donne capofamiglia e giovani senza altra possibilità di reddito). I temi dei percorsi formativi scelti per l’integrazione di questi soggetti nelle comunità di ritorno sono condivisibili, predisposti con attenzione e coordinati con la controparte locale RASA e il supporto del Ministero del Rimpatrio e dei Returnees (MoRR), il Ministero della Riabilitazione e Sviluppo Rurale (MRRD), il Rapporto finale 19 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Ministero degli Affari delle Donne (MoWA), il Ministero della Sanità Pubblica (MoPH) e il Ministero dell’Agricoltura (MoA). Le attività di formazione vera e propria sono state prevalentemente destinate alle donne: dei n. 328 formandi, n. 280 erano donne (85%). Il disegno progettuale appare appropriato al momento dell’identificazione dell’iniziativa. Si ritiene il quadro logico, che rifletteva il sapere e le precise implicazioni del momento della sua definizione, non sia stato adeguatamente adattato alla nuova situazione trovata al momento dell'inizio delle attività. In tal senso, per esempio, l'attività di mobilizzazione comunitaria, in considerazione del programma NSP, avrebbe potuto essere rivisitata in modo più incisivo di quanto è stato fatto, fino forse a eliminarla del tutto, concentrando le risorse recuperate solo sulle attività di formazione. Il progetto risulta ben pianificato, a parte l'impatto che su di esso ha avuto poi il programma NSP; l’obiettivo di contribuire al miglioramento della condizione dei returnees ha riguardato un problema reale per l’Afghanistan e ancora lontano dall’essere risolto. Nell’implementazione del progetto CESVI ha coinvolto una ONG locale RASA che in precedenza aveva dato buona prova di se in progetti di sostegno alle donne mentre in questo progetto, come si dirà in seguito, al termine delle attività non è stata in grado di proseguire autonomamente il supporto ai formati. L'unica osservazione che ha destato una certa perplessità riguarda il fatto di avere previsto il coinvolgimento di 3.000 famiglie (circa 21.000 persone) per l'attività di mobilizzazione comunitaria; tale obiettivo, se pur, meritevole, è apparso da subito molto ambizioso e difficile da perseguire in relazione alle risorse disponibili e alla durata del progetto Rapporto finale 20 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 3. La valutazione indipendente ex post 3.1 Obiettivi ed oggetto della valutazione La presente valutazione ex post indipendente è stata predisposta dalla Finpublic srl per conto del Ministero degli Affari Esteri italiano, Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo. La valutazione è stata effettuata sul progetto di cooperazione allo sviluppo denominato: “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-l-Pul, Nord Afghanistan”. Gli obiettivi e quindi lo scopo della valutazione possono essere così sintetizzati: a. fornire un giudizio indipendente delle “performance” del programma, ed in particolare della misura in cui il programma nel suo insieme ha raggiunto gli obiettivi attesi, sia attraverso un’analisi del processo di esecuzione, sia attraverso una verifica dei risultati; b. identificare le principali lezioni che possono essere tratte dall’esperienza, attraverso un’analisi dei suoi punti di forza e punti di debolezza, al fine di proporne eventualmente l’applicazione e/o il trasferimento in altre realtà; c. formulare delle raccomandazioni in forma di proposte operative in funzione della terza fase del programma medesimo, nonché della sua potenziale replicabilità. Quanto ai risultati, sono stati utilizzati i seguenti criteri di valutazione: - Efficacia degli interventi eseguiti; - Impatto e sostenibilità delle azioni realizzate; - Integrazione degli interventi nel contesto e adattabilità agli scenari. Quanto ai processi, i criteri di giudizio sono stati i seguenti: - Pertinenza dei settori e capacità di interpretare i bisogni locali; - Qualità degli strumenti e dei formati utilizzati; - Efficienza della struttura di gestione e dei soggetti realizzatori (ONG); - Livello di coordinamento con Governo e altri donatori; - Trasparenza delle procedure; - Coinvolgimento dei beneficiari. 3.2 Tipo di valutazione: scopo e utilità L'utilità della valutazione è quella di rendere conto ai vari interlocutori esterni (Parlamento e opinione pubblica) sulle attività svolte attraverso un quadro conoscitivo degli esiti conseguiti e condividere le esperienze acquisite al fine di poter indirizzare in maniera efficace ed efficiente i futuri finanziamenti. L'attività di valutazione ex post serve anche per appurare che le previsioni di impatto si siano effettivamente verificate ed identificare le cause degli eventuali scostamenti. La valutazione è effettuata attraverso analisi di varie fonti informative, indagini di dati derivanti dalle attività di monitoraggio dei vari settori quali quello della formazione al Rapporto finale 21 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- lavoro, del sostegno al reddito, del miglioramento delle condizioni sanitarie, del sostegno a donne e giovani. Inoltre sono utilizzate interviste con le controparti governative, con i partners del progetto, con i beneficiari diretti, con i gestori e con lo staff del progetto. L’impianto metodologico proposto si basa oltre che sull’analisi documentale e sulle risposte fornite dai soggetti coinvolti dal progetto, che hanno consentito di focalizzare l’attenzione sui punti di maggior interesse e sono quindi la chiave di raccolta e di analisi dei dati, sulla verifica dell’impatto del programma sui beneficiari finali. Le domande valutative sono focalizzate sull’analisi dei principali documenti strategici e operativi del Programma (proposta di finanziamento, linee guide e Piano Operativo Generale), che hanno consentito di ricostruire la logica del programma stesso. Nelle varie fasi della valutazione sono state impiegate le seguenti modalità di raccolta dati e informazioni: - - Analisi documentale; Interviste ai soggetti coinvolti nel progetto (Ministero Affari Esteri Italiano - DGCS, Unità Tecnica Locale a Kabul, ONG CESVI, Dipartimenti Governativi Afghani, Beneficiari finali) Osservazione diretta, attraverso il sopralluogo nelle aree di svolgimento degli interventi accompagnati dagli attori e dai beneficiari. 3.3 Risorse impiegate Come previsto, è stato impiegato nella valutazione un team di lavoro composto da tre esperti. Tale gruppo ha coperto tutte le aree di competenza richieste, ed è stato impegnato in tutte le fasi della valutazione. In questo modo si sono potuti distribuire più efficacemente i carichi di lavoro e coprire tutti gli ambiti di specifico interesse, senza peraltro modificare il valore finanziario del servizio né la complessiva partecipazione del team allo studio. Rapporto finale 22 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 4. Quadro teorico e metodologico 4.1 Criteri della valutazione e principi metodologici adottati La valutazione si è articolata in quattro fasi: 1. La prima fase è stata incentrata sulla raccolta delle informazioni e della documentazione relativa al progetto. Si è provveduto a contattare l’ONG nazionale (CESVI) che ha gestito il progetto in Afghanistan di concerto con il Ministero degli Affari Esteri (DGCS); 2. La seconda fase ha riguardato l’analisi documentale; 3. Field visit; 4. Analisi dei dati La valutazione - esprime un giudizio sulla rilevanza degli obiettivi e sul loro grado di raggiungimento; - esprime un giudizio su efficienza, efficacia, impatto e sostenibilità del progetto; - esamina il progetto nella sua completezza, per identificare le buone pratiche e le lezioni apprese, in modo da usarle come base conoscitiva per sviluppare i futuri pacchetti d'assistenza tecnica; - analizza le strategie e le modalità d'implementazione, - tiene in considerazione i fattori di sostenibilità e l'impatto che l'implementazione di tale programma avrà sulle condizioni educative, igieniche, sanitarie e culturali del Paese; - stima i risultati e l'effettività dei programmi pilota a livello distrettuale, la loro discutibilità, nonché l'effettiva capacità di gestione da parte degli enti locali. Rapporto finale 23 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 5. Verifica dei principali stadi di realizzazione del progetto Attività Specifiche Descrizione Obiettivo Generale Obiettivo Specifico Contribuire al miglioramento della condizione della popolazione exrifugiata nelle comunità di ritorno nelle province di Balkh e Sar-I-Pul Contribuire alla reintegrazione socioeconomica di donne e giovani vulnerabili nelle aree di ritorno di Balkh e Sar-i-pul, mediante lo sviluppo di opportunità di potenziamento delle capacità, generazione di reddito, mobilizzazione comunitaria e servizi sanitari di base 1. Avvio di 2 centri di assistenza 1.1 Capacity building per il personale di RASA e per lo staff di progetto per la gestione dei centri Indicatori AVANZAMENTO ALLA FINE DEL PROGETTO Fonti di verifica CONDIZIONI ESTERNE - Continuazione del processo di pace e di stabilità militare Miglioramento delle condizioni socioeconomiche del gruppo bersaglio Aumento del 25% L'obiettivo è stato raggiunto per una buona parte dei soggetti reddito familiare dei beneficiari beneficiari Aumento del tasso di copertura e utilizzo L’obiettivo è stato raggiunto in quanto in dieci anni è dei servizi di salute fortemente diminuito sia l’indice di mortalità infantile che riproduttiva nella aree quello di mortalità materna prescelte Tutte le attività di formazione sono state effettuate come (per tutte le previsto. Lo staff di progetto si è dimostrato efficiente e attività) collaborativo per tutta la durata del progetto. La selezione dei beneficiari è stata molto accurata. Purtroppo questa esperienza si è dispersa al termine del progetto in quanto la controparte RASA non è stata in grado di prendesi carico neanche del solo centro di Polebaboo che ha operato per più Rapporto finale - Termine del programma di rimpatrio - Barriere culturali relative alla partecipazione economica delle donne appropriatamente indirizzate - Libertà di accesso ai mercati (infrastrutture, stabilità politica ed economica) - Diritti economici delle donne acquisiti a livello di politiche del governo 24 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- • 1.1 • • Moduli formativi in ciclo gestione progetto, gestione amministrativa 2 moduli formativi • organizzati finanziaria, counseling (1 settimana per modulo) Formazione di 30 formatori rivolto a formatori per 2 moduli di formazione attività del organizzati per 30 progetto e formatori formatori di altre istituzioni ( Ministeri e altre ong locali) 1 mese business training 1 mese community mobilization 1.2 Organizzazione dei centri del progetto • Selezione di due città capoluogo di distretto all'interno delle 2 tempo - Database del progetto - Lista dei mezzi acquistati - Lista dei beneficiari - rapporti delle attività Dati sulla soddisfazione dei beneficiari e delle autorità competenti Rendiconti narrativi intermedi e finali 2 moduli di formazione • organizzati per 30 formatori Il progetto è iniziato ufficialmente ad ottobre 2005 ma l'operatività sul campo si è attivata all'incirca a gennaio 2006 (CESVI non era più presente in Afghanistan dall'agosto del 2004) con l’apertura di un ufficio a Mazar-i-Sharif. Il centro nella provincia di Sar-i-Pul non è stato mai aperto ma neanche localizzato a causa della situazione instabile. Il primo centro del distretto di Dehdadi (villaggio di Polebaboo) è stato aperto in ritardo rispetto al programma. Il secondo centro nel distretto di Sholgara (villaggio di Qadeem) è stato aperto nel primo trimestre della seconda annualità (2007) ed è stato chiuso i primi mesi del 2008 per ragioni di sicurezza. I centri, ben accolti dalla comunità locale hanno rappresentato dei 2 centri attivati in 2 punti di riferimento importante per i beneficiari anche dopo il aree selezionate • durante i primi mesi del termine dei corsi di formazione. progetto Rapporto finale 25 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- province di Balkh e Saripul • 1.3 • Organizzazione dei 2 centri ( pivot per attività del progetto e per azioni di networking e counselling per i beneficiari a livello dei distretti) Organizzazione delle Attività di networking, lobbying e advocacy Incontri su tematiche legate ai diritti umani su donne returnees, promozione della donna e awareness su sanità di base in Almeno 15 Incontri collaborazione sulle tematiche indicate con istituzioni e • vengono organizzati associazioni nell'ambito della durata afghane ( network del progetto di ong, commissione indipendente per diritti umani, ministero di promozione della donna, ministero dei returnees) Gli incontri su le tematiche descritte sono avvenute con buon gradimento e partecipazione delle comunità locali. L'attività di networking con altre ONG e con le istituzioni ha generalmente funzionato arricchendo i percorsi formativi dei beneficiari. Meno efficace si è dimostrato l'accesso ai mercati esterni dei prodotti di seta realizzati dalle beneficiarie e l'accesso al credito. In ogni caso tale supporto è cessato completamente al termine del progetto. Rapporto finale 26 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- • • 2. Attività di formazione per potenziament o della professionalit à in diversi settori produttivi e i servizi 2.1 Networking con altre associazioni femminili afgane ed Istituzioni (network ong, camera di commercio delle donne, ministeri competenti) Organizzazione di percorsi di Iniziative di accompagnament coordinamento con altri o dell'attività • programmi ed formativa svolta istituzioni presenti sono durante il avviate progetto, eventuale orientamento verso programmi nazionali di accesso a credito e facilitazione di accesso a mercati esterni per la commercializzazi one dei prodotti Realizzazione di attività di consulenza preparatorie ai laboratori di formazione nei settori di sviluppo di nuove tlpologie di prodotti, miglioramento della qualità dei prodotti e Questa attività è stata svolta solo parzialmente e sporadicamente. Non sono state fornite consulenze dall'Italia ma solo, per la prima annualità, da esperti locali Rapporto finale 27 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- strategie di marketing • • 2.2 • • • • Consulenze in loco da parte di esperti afghani Consulenze dall'Italia da parte • Consulenze svolte di associazioni di settore legate alla lavorazione seta, pelle e a strategie di marketing Realizzazione di laboratori (10) rivolti a 100 donne per la tessitura e . ricamo della seta e per l'avvio di attività rnlcroimprenditoriali aggiornamento professionale su tecniche di 10 laboratori lavorazione organizzati con almeno modulo di • il 65% dei beneficiari business training attesi partecipanti ai corso di corsi alfabetizzazione distribuzione di telai A seguito di variante richiesta nel luglio del 2006 (nella quale, tra l'altro, sono stati inseriti dei nuovi centri di costo) è stata decisa la riduzione del numero delle beneficiarie da 100 a 70. Il tasso di partecipazione ai corsi si è avvicinato al 100% (anche perché alle beneficiarie veniva corrisposto un per diem dell'equivalente di 5 euro, somma notevole per le condizioni locali). Il supporto per la vendita dei prodotti è stato limitato alla durata del progetto. I telai che sono stati regolarmente distribuiti alle beneficiarie rappresentano tuttora l'unica attrezzatura di cui dispongono Rapporto finale 28 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- • 2.3 • • • follow up per orientamento professionale, vendita e accesso al credito Realizzazione di attività generatrici di reddito e formazione (6) nel campo della sericoltura per 60 donne Formazione da parte di un formatore del MoA Fornitura di uova di bachi da seta Modulo di business training 6 attività di sericoltura organizzate con • almeno il 65% dei beneficiari attesi partecipanti ai corsi Le attività di formazione si sono svolte regolarmente come nelle previsioni e il tasso di partecipazione è stato prossimo al 100%. Anche in questo caso alle donne, al termine di corsi, è stato donata l'attrezzatura base per proseguire l'attività. In questo caso si è dimostrata più difficile la prosecuzione dell'attività in quanto il prodotto (bozzoli o filati di seta) è un semilavorato. Non risulta che al termine del progetto si sia consolidata una collaborazione tra filatrici e tessitrici perché nessuno si è occupato di integrare le attività tra le beneficiarie Rapporto finale 29 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 2.4 • • • • 3. Formazione e servizi sanitari di base 3.1 Realizzazione di 6 laboratori di falegnameria per 48 giovani Organizzazione moduli formativi di 6 mesi Modulo di business training 6 laboratori di • falegnameria Distribuzione di organizzati kit di materiali agli apprendisti Follow up e orientamento professionale Realizzazione di 12 corsi di formazione per 120 TBAs (Traditional birth attendance, levatrici di villaggio) A seguito di variante richiesta nel luglio del 2006 è stata decisa la riduzione del numero dei beneficiari da 48 a 42. Il tasso di partecipazione ai corsi si è avvicinato al 100% (anche perché ai giovani falegnami veniva corrisposto un per diem dell'equivalente di 5 euro, somma notevole per le condizioni locali). I primi prodotti realizzati sono stati donati a scuole e a istituzioni locali. In alcuni casi gli attrezzi che sono stati donati ai beneficiari sono ancora oggi utilizzati, in altri casi l'attività è progredita e sono state acquistate anche attrezzature elettriche I corsi di formazione si sono tenuti regolarmente per due anni. Al termine del corso veniva rilasciato un attestato di partecipazione sottoscritto anche dal Ministero della Sanità e ciò dava modo alle donne di iniziare l'attività professionale, seguite per un certo periodo da una formatrice esperta; pochi mesi prima del termine del progetto, quando stavano partendo gli ultimi corsi, è entrata in vigore la riforma del sistema sanitario afghano che, tra l’altro, ha previsto un periodo di studio di due anni per poter ottenere la qualifica di levatrice. Pertanto gli ultimi corsi hanno trattato temi di igiene, senza rilascio di attestati. In definitiva sono state formate 80 levatrici invece di 120. Rapporto finale 30 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- • • • 4. Mobilizzazion e comunitaria 4.1 • • Modulo di formazione secondo standard OMS a cura di un Almeno il 70% delle formatore del beneficiarie previste ha MoH partecipato alla Distribuzione di formazione organizzata • kit ed è seguita nel suo Accompagnamen lavoro dopo la to post corso partecipazione alla attraverso incontri formazione fra le TBAs e le strutture sanitarie a livello di distretto realizzazione di 12 attività di mobilizzazione comunitaria in 12 villaggi che coinvolgono un totale di 3000 famiglie ( 250 famiglie per gruppo) Organizzazione dei gruppi, scelta delle donne rappresentanti di gruppo e delle modalità partecipative Accompagnamen to e sostegno da parte di community facilitators per 4 mesi per la realizzazione di fondi di risparmio Almeno il 50% delle famiglie previste sono attive nella • organizzazione di attività ideate dalla comunità e beneficia del fondo di risparmio Questa attività è stata profondamente modificata al momento della fase operativa del progetto. Cesvi ha dovuto tenere conto del programma NSP (National Solidarity Programme) co-finanziato dalla Banca Mondiale che, al momento della redazione del progetto (fine 2003, inizio 2004) muoveva i primi passi. L'attività di mobilizzazione svolta ha favorito e velocizzato l'implementazione del programma NSP nei villaggi dove CESVI ha operato ma, di fatto, né CESVI né RASA sono stati soggetti riconosciuti ufficialmente dal Programma. Al termine del progetto i mobilizzatori dello staff hanno cessato l'attività. I fondi di risparmio sono stati costituiti in tutti i villaggi ove lo staff ha operato; è difficile attribuire questo successo a CESVI senza considerare il contributo del NSP. Rapporto finale 31 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- comunitari • • • Scelta e sviluppo di rnìcro-attìvttà generatrici di reddito per incrementare i fondi di risparmio a cura dei rappresentanti del gruppo Organizzazione di 12 moduli di business training Accompagnamen to da parte di facilitatori e volontari di villaggi per le attività del gruppo e la gestione dei fondi di risparmio (saving box) Rapporto finale 32 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 6. Presentazione dei risultati 6.1. Rilevanza del progetto Il progetto ha attraversato una lunga fase di gestazione. Il CESVI ha proposto un programma di cooperazione allo sviluppo a favore principalmente di donne afghane costrette all'esilio già dal 2002. Inizialmente il progetto avrebbe dovuto svolgersi in Tagikistan, confinante a sud con l'Afghanistan, presso i centri di accoglienza di profughi afghani. Successivamente, grazie all'attivazione del programma di rimpatrio volontario UNCHR, le comunità che avrebbero beneficiato del progetto erano sul punto di rimpatriare e, pertanto, il CESVI ha aggiornato la proposta spostando le attività nel Nord Afghanistan. Nella seconda formulazione del progetto si prevedeva di intervenire in quattro province poi, in fase di affinamento, si è limitata l'azione in due province del Nord del Paese Balkh e Sar-i-Pul. Il progetto nella sua configurazione finale è stato presentato nel maggio del 2004. Di seguito si riporta la cronologia dei principali eventi dalla presentazione della domanda all'inizio delle attività sul campo. EVENTO DATA Presentazione prima versione del progetto da titolo "Sostegno al ritorno delle famiglie afghane rifugiate in Tagikistan (Dushanbè) attraverso la creazione di una rete di centri di assistenza per donne e bambini in quattro province dell'Afghanistan settentrionale" 21-nov-01 PRESENTAZIONE PROGETTO (versione definitiva) mag-04 bozza di delibera 08-giu-04 approvazione delibera n. 96 Comitato direzionale 30-lug-04 visto Ragioneria n. 7636 24-giu-05 erogazione prima quota (anticipo) 24-ago-05 inizio attività 11-ott-05 Il tempo intercorso tra la redazione del progetto e la sua esecuzione spiega in parte la successiva difficoltà a dispiegare sul campo tutte le potenzialità in modo compiuto. Per chiarire meglio tale affermazione si è valutata la rilevanza del progetto, nei suoi diversi Rapporto finale 33 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- aspetti, al momento dell’identificazione dell’iniziativa e alla luce della revisione critica al momento della valutazione ex post. 1. Correttezza nell'identificazione dei problemi. Come riportato nell'analisi del "Quadro logico", il progetto ha correttamente identificato i problemi e i bisogni reali dei beneficiari. Durante tutta la fase di realizzazione delle attività non è mai venuto meno l'impegno del CESVI verso i beneficiari e in tal senso il progetto ha mantenuto la condivisibile logica originale; 2. Capacità locali di implementazione del progetto. Il CESVI ha indicato dall'inizio le province d’intervento (Balhk e Sar-i-Pul) ma non i siti ove allestire i due centri previsti, ha indicato la metodologia per farlo, intessendo una solida rete di relazioni con le autorità locali, che avrebbero dovuto agevolare le attività, grazie al fatto che al momento della predisposizione del progetto il CESVI vantava, come riportato nell'analisi del "Quadro logico", una consolidata esperienza nel Nord Afghanistan iniziata nel 2001 con interventi di sostegno alla popolazione afghana (in particolare, donne) in esilio in Tagikistan. In fase di realizzazione però le buone relazioni istituzionali non sono state sufficienti di per se a consentire il normale svolgimento delle attività, in quanto per due volte il progetto, per superiori ragioni di sicurezza dei cooperanti, ha subito delle varianti. La controparte RASA era stata scelta per la sua esperienza e competenza per l'assistenza ai returnees; tra i suoi skill era apparsa interessante la capacità di vendere i prodotti artigianali delle donne in alcuni centri espositivi e commerciali di Kabul. In fase di realizzazione del progetto RASA ha collaborato correttamente con CESVI ma al termine di questo, quando avrebbe dovuto prendere in carico la gestione dei centri, si è ritirata. Pertanto in sede d’ identificazione del progetto le capacità locali sono state ben soppesate. 3. Analisi attività preparatorie. Al momento della predisposizione del progetto CESVI, come già detto, era già attiva nel Nord Afghanistan in un periodo peraltro di transizione con un Governo, al tempo, ad - interim e con strutture governative appena costituite e non ancora rafforzate a livello provinciale. In tale contesto sono state intraprese delle relazioni con le autorità centrali e locali, laddove già costituite e rafforzate le relazioni con le organizzazioni umanitarie internazionali. Un'attenta analisi è stata inoltre condotta sulla localizzazione e quantificazione delle famiglie ex esiliate e sugli sfollati presenti nelle due province. Inoltre sono state scelte attività di formazione tenendo conto dei ruoli e delle occupazioni tradizionali delle donne e dei giovani. Un'analisi è stata condotta anche sulle politiche di sostegno attive che nel 2003 muovevano i primi passi in collaborazione con le Organizzazioni internazionali. Nel progetto si cita un programma di mobilizzazione comunitaria promosso dal Ministero della Ricostruzione e Sviluppo Rurale, finanziato dalla World Bank, denominato (nel progetto) National Development Program (NDP) nel quale la controparte RASA doveva essere coinvolta nella sua implementazione. In realtà tale importante programma era il National Solidarity Program (NSP) che ha molto influito sulle attività del progetto CESVI come verrà spiegato meglio in seguito ma in tale programma la controparte RASA non era coinvolta. In sede di valutazione ex post non è possibile ritenere un’omissione grave la mancata analisi preventiva dei possibili Rapporto finale 34 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- impatti, proprio perché tale programma era appena stato lanciato. Pertanto, in considerazione della situazione contingente, le analisi preliminari si possono giudicare soddisfacenti. 4. Analisi delle consultazioni iniziali. In fase di predisposizione del progetto CESVI ha riservato molta attenzione alle tematiche da sviluppare. A tal fine ha richiesto il supporto e la collaborazione del Ministero del Rimpatrio e dei Returnees (MoRR), il Ministero della Riabilitazione e Sviluppo Rurale (MRRD), il Ministero degli Affari delle Donne (MoWA), il Ministero della Sanità Pubblica (MoPH) e il Ministero dell’Agricoltura (MoA). 5. Punti di forza e di debolezza del disegno progettuale PUNTI DI FORZA 5.1 La qualità complessiva della matrice del quadro logico, con due riserve. La prima riguarda la difficoltà di verificare alcuni 'indicatori in mancanza di monitoraggi ad hoc anche durante la fase di realizzazione del progetto . La seconda riguarda l'attività n. 4 "mobilizzazione comunitaria" che prevedeva il coinvolgimento di 3.000 famiglie. Non considerando per ora il fatto che, in fase operativa, tale attività si è svolta principalmente sotto il patrocinio del programma NSP, si ritiene molto ambizioso il numero delle famiglie da interessare in funzione delle risorse e del tempo disponibile. 5.2 La chiarezza e consistenza dell'obiettivo generale declinato in modo coerente nell'obiettivo specifico. I risultati previsti sono pertinenti all'obiettivo specifico e, si anticipa, sono stati complessivamente perseguiti, anche se per il risultato della mobilizzazione comunitaria non tutti i meriti sono ascrivibili al progetto CESVI. 5.3 Gli indicatori scelti per verificare oggettivamente i risultati sono stati ben impostati per i monitoraggi effettuati durante la realizzazione del progetto, a meno degli indicatori che attengono all'impatto del progetto, anche perché ogni attività di monitoraggio è cessata al temine del progetto (gennaio 2009) in quanto la controparte RASA non ha preso carico dei centri di assistenza e consulenza realizzati dal CESVI. 5.4 Realismo nella scelta e nella quantità dei mezzi (input) da impiegare. 5.5 Grado di flessibilità e di adattabilità al cambiamento delle circostanze. Il progetto ha dimostrato un soddisfacente grado di adattabilità in molte circostanze. Gli adattamenti sono stati oggetto di corrette richieste di variante. PUNTI DI DEBOLEZZA 5.6 Attività di mobilizzazione comunitaria. Se la valutazione considerasse solo il risultato dell'attivazione di fondi di risparmio comuni, i cosiddetti "saving box", questo sarebbe stato raggiunto con un successo superiore alle attese. Infatti mentre l'indicatore dell'attività prevedeva la costituzione di saving box in almeno il 60% dei gruppi formati, in effetti tali fondi comuni sono stati attivati in tutti i villaggi dove il progetto ha operato. Purtroppo tale risultato deve essere condiviso con il programma NSP. 5.7 Mancata realizzazione di un’attività specifica connessa al risultato n. 2 "Donne e giovani beneficiari hanno migliorato le proprie condizioni di vita grazie a dei Rapporto finale 35 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- percorsi formativi volti al potenziamento della capacità di generazione di reddito e cioè l'attività di consulenza che prevedeva "consulenze dall'Italia da parte di associazioni di settore legate alla lavorazione seta, pelle e a strategie di marketing". Rapporto finale 36 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 6.2 Analisi di efficienza Organizzazione e risorse umane Nonostante le molte vicissitudini (di cui si dà cenno nei paragrafi successivi) sofferte che hanno rallentato l'inizio delle attività sul territorio, si riconosce a CESVI e alla controparte RASA una notevole efficienza e capacità di adattamento alle nuove condizioni che ha caratterizzato tutta la gestione del progetto. Il primo coordinatore espatriato di CESVI è stato sostituito dopo i primi mesi di attività con un'altra coordinatrice che è rimasta in carica sino al termine del progetto. Alla coordinatrice si è poi affiancato un altro cooperante italiano (non previsto nel progetto originario) con funzioni di logista/responsabile della sicurezza. Il team operativo si è costituito dopo l'inizio del progetto in quanto RASA disponeva solo della coordinatrice regionale insediata a Mazari-Sharif. Il personale è stato assunto nei mesi di gennaio e febbraio 2006 e subito dopo è stato coinvolto in numerosi corsi di formazione anche presso altre organizzazioni operanti sul territorio quali il BRAC (Bangladesh Rural Advancement Committee) con sede a Kabul e il CCA (Cooperation Center for Afghanistan) con sede a Mazar-i-Sharif. Organigramma Personale locale Direttore RASA par time quantità 1 Capo Progetto Amministratore Amministratore Senior Segretario/Interprete Cleaner Logisti Business trainer/ team leader 1 1 1 1 1 2 2 Esperto in business training (part time) 1 Esperto in capacity building 1 Formatore esperto (part time) 1 Autisti Consulente sanitario assistenti di programma (base a Kabul) 4 1 2 Guardiani 3 Al termine della prima annualità, in ritardo rispetto al crono programma iniziale, è stato aperto il primo centro nel villaggio di Polebaboo (distretto di Dehdadi), realizzati i primi corsi Rapporto finale 37 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- di formazione per falegnami e levatrici tradizionali, organizzati incontri nei villaggi sulle tematiche dell'educazione sanitaria, diritti umani, attivati i rapporti con i rappresentanti a Mazar-i-Sharif del Ministero dell'Economia, del Lavoro, della Sanità, dei Rifugiati e delle Donne. Inoltre CESVI e RASA hanno partecipato agli incontri settimanali di coordinamento tra le varie ONG locali e internazionali, e il Ministero della Ricostruzione e Sviluppo Rurale (MRRD) per l'implementazione del progetto NSP. Si vuole evidenziare la particolare efficienza e l'attenzione dimostrata da CESVI e RASA nell'identificare i beneficiari delle attività di formazione. Nella prima fase è stata effettuata la selezione dei villaggi escludendo quelli montani, perché privi di albero da gelso, e quelli poco sicuri. Nel primo anno tale attività è durata da maggio a giugno 2006 (quindi prima dell'apertura del centro). A partire dal luglio 2006 (negli anni successivi si è seguita la stessa procedura per selezionare sia i villaggi del distretto di Sholgara sia i nuovi villaggi del distretto di Dehdadi) è iniziata la visita di tutti i villaggi del distretto di Dehdadi, scegliendone sei tra cui Polebaboo, sulla base della presenza di returnees (soprattutto rientrati in Afghanistan tra il 2004 e il 2005), della disponibilità della autorità a cooperare per una migliore implementazione del progetto e della distanza dal centro di Polebaboo. Il CESVI ha ottenuto i dati numerici della presenza di returnees dal Ministero di Rifugiati e da UNHCR. In seguito, il personale della controparte RASA ha richiesto ai responsabili delle due shura (maschile e femminile) dei villaggi i nominativi dei returnees presenti nella propria comunità. Semplificando, si può dire che “li conoscevano ad uno ad uno”. I profughi, al momento del ritorno nelle comunità di appartenenza o insediamento in una nuova comunità, erano tenuti a registrarsi presso le autorità locali. Il personale di CESVI e RASA li ha visitati tutti, compilando un format per la pre-selezione ai corsi. La selezione si è basata su alcuni criteri, tra cui: anno di rientro, composizione del nucleo famigliare, condizioni economiche, libertà di spostamento per le donne. I nominativi sono stati sottoposti alla shura per verificare: che le informazioni fornite dai potenziali beneficiari fossero veritiere; che i beneficiari selezionati non beneficiassero già di programmi di assistenza. La notevole efficienza che si segnala come buona pratica operata nella scelta dei soggetti beneficiari è rimasta invariata per tutta la durata del progetto. Esecuzione del Progetto Ai fini della valutazione dell'efficienza, c'è da segnalare che l'anno intercorso tra l'approvazione del progetto e il visto della Ragioneria (luglio 2004 – giugno 2005) ha influito negativamente sia sul progetto sia sull'operatività del CESVI nel primo anno di attività. Infatti nell'agosto del 2004 l'Associazione aveva lasciato l'Afghanistan e al suo rientro, ad ottobre del 2005 ha dovuto riaccreditarsi come ONG presso il Ministero dell'Economia. Il progetto ha subito dei ritardi rispetto al crono programma iniziale. I due centri dovevano essere pronti entro il secondo semestre della prima annualità. In realtà il primo centro (nel villaggio di Polebaboo, distretto di Dehadi) è stato aperto nel terzo trimestre del primo anno mentre il secondo (nel villaggio di Qadeem, distretto di Sholgara) nel primo trimestre della seconda annualità. Da ciò è conseguito anche un ritardo nell’inizio dei corsi di formazione. Rapporto finale 38 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Secondo quanto rilevato dai valutatori, questi ritardi non hanno influito negativamente sui corsi di formazione stessi (che in definitiva sono stati tutti svolti) ma sull’impatto del progetto (come verrà meglio evidenziato in seguito) per quanto riguarda l’assistenza ai beneficiari diretti al termine dei corsi di formazione. Infatti dagli incontri avuti sul campo si è verificata una diretta corrispondenza tra la capacità di miglioramento personale del returnee e il sostegno e assistenza tecnica ricevuti dai centri fino a quando sono rimasti attivi. Per completezza si accenna che il centro di Qadeem è rimasto attivo solo per un anno (contro i due previsti) per ragioni di sicurezza. Per inquadrare correttamente l'analisi di efficienza è opportuno ricordare che tra la scrittura del progetto, fine 2003/inizio 2004 e l'avvio, ottobre 2005, la situazione in Afghanistan, soprattutto per quanto concerne la sicurezza delle operazioni delle organizzazioni non governative (internazionali e locali) e le politiche governative nei previsti settori di intervento del progetto stesso, ha subito rilevanti modificazioni che hanno costretto il CESVI a revisionare parzialmente il progetto. Già dalle prime fasi di avanzamento del progetto per esempio, si è verificata l’impossibilità di procedere secondo la logica originale e cioè l’intervento in entrambe le province di Balkh e Sar-i-Pul. Le attività sono regolarmente iniziate a ottobre 2005, secondo il programma previsto, nella provincia di Balkh ma non sono mai cominciate nella provincia di Sar-i Pul per ragioni di sicurezza. Nel settembre del 2005 si sono tenute le elezioni democratiche e l'istituzione di un governo provvisorio. I signori della guerra, divisi nelle due fazioni di Jamiat e Jumbeshi, operanti nel Nord Afghanistan sono stati ufficialmente destituiti dalle forze governative ma continuavano ad operare nell'area. A causa del non completo controllo sul territorio erano avvenuti casi di banditismo lungo l'unica strada asfaltata che collega le maggiori città del Nord (via della seta), tra cui anche Mazar-i-Sharif e Sar-i-Pul. Nelle province vicine a Balkh si erano sviluppati episodi di violenza, che non sono mai stati tipici queste aree. Il progetto è iniziato ufficialmente ad ottobre del 2005 ma le attività sul campo sono cominciate nel gennaio 2006. I primi mesi sono stati impiegati per aprire l'ufficio a Mazar-i-Sharif e per un'altra serie di attività organizzative e burocratiche tra cui quella, non prevista né prevedibile, della necessità di riaccredito del CESVI nel nuovo registro delle agenzie non governative tenuto dall'allora neo costituito Ministero dell'Economia che aveva sostituito il Ministero della Pianificazione dove il CESVI era iscritto dall'anno 2001. Le lungaggini burocratiche (CESVI ha chiesto il supporto dell'Ambasciata italiana a Kabul), che hanno limitato l'operatività sul campo dell'associazione, unitamente al deterioramento delle condizioni di sicurezza nella provincia di Sar-i-Pul e al fatto che tra il 2005 e il 2006 si è dispiegata in quasi tutto l'Afghanistan l'attività di mobilizzazione comunitaria promossa dal più volte citato NSP, hanno costretto il CESVI a presentare il 10 luglio 2006 (e poi il 19 settembre 2006) una variante non onerosa con la quale si richiedeva: a. Riduzione dell'area d’intervento alla sola provincia di Balkh; b. Introduzione di un’ulteriore espatriato con la funzione di logista responsabile della sicurezza; c. Acquisto di attrezzature per la sicurezza (radio e telefoni satellitari); Rapporto finale 39 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- d. Proroga di tre mesi per chiudere la prima annualità (da ottobre 2006 a gennaio 2007); e. Variazione delle attività di mobilizzazione comunitaria in considerazione di un'analoga attività condotta nell'ambito dell'iniziativa NSP; f. Altre variazioni. Un altro episodio che ha influito negativamente sull’efficienza del progetto è stata la chiusura anticipata del centro di Qadeem nel distretto di Sholgara (distante 60 Km da Mazar-i-Sharif) a causa di forti dissapori con le autorità religiose (mullah provenienti dal Pakistan) e il governatore della Provincia (contrario alle attività di miglioramento della condizione femminile), insediatosi dopo l’apertura del centro. Questo centro è stato scelto in sostituzione di quello che doveva essere realizzato nella provincia di Sar-i-Pul. Il centro poi è stato attivato in ritardo, rispetto al crono programma, nel secondo anno del progetto e non nel primo; infine è rimasto operativo solo un anno e non due come pianificato. Nonostante queste numerose limitazioni il programma di formazione ai beneficiari è stato realizzato secondo quanto previsto non nel progetto originario ma secondo le modifiche richieste (e approvate) nella prima variante del luglio 2006 (beneficiari dei corsi di falegnameria ridotti da n. 48 a n. 42, tessitrici seta ridotte da n. 100 a n. 70) salvo un ulteriore episodio di natura legislativa, sopravvenuto pochi mesi prima della scadenza del progetto, che ha influito sull'ultimo blocco di corsiste per levatrici tradizionali (TBA). Nella seconda metà di settembre 2008 mentre erano pronti i corsi di formazione nel distretto di Dehdadi è entrata in vigore la riforma del sistema sanitario afghano che, tra l’altro, sanciva due anni di formazione per poter ottenere la qualifica di levatrice. Pertanto non è stato più possibile proseguire tali corsi; vincoli di budget e di programma in via di chiusura hanno impedito al CESVI di presentare una richiesta di variante per adattare l’iniziativa alle nuove esigenze. Pertanto le TBA formate (e fornite di attestato controfirmato dal Ministero della Sanità) sono state n. 80 e non n. 120. Negli ultimi mesi di operatività del progetto, i cooperanti italiani hanno chiuso l'ufficio di Mazar-i-Sharif e si sono trasferiti a Kabul per le operazioni di completamento del progetto, la presentazione dei report finali ai vari Ministeri coinvolti e per la conclusione delle procedure di donazione delle attrezzature acquistate. Controllo e monitoraggio interno Durante l’esecuzione del progetto, sono stati adottati i seguenti meccanismi di monitoraggio e valutazione: Realizzazione di una riunione settimanale d’informazione con la partecipazione di tutti i membri dell’equipe di progetto, sotto la coordinazione del Capo Progetto espatriato. Realizzazione di riunioni periodiche con i beneficiari per individuare eventuali problemi e per proporre aggiustamenti. o Missione di monitoraggio dall'Italia condotta dalla desk officer responsabile, della durata di due settimane ogni anno. All’inizio di ogni annualità è stato formulato il Piano Operativo Annuale (POA) e la corrispondente pianificazione finanziaria, strumenti che hanno consentito un costante monitoraggio sull’esecuzione delle attività previste. Per cause di forza maggiore, i cooperanti Rapporto finale 40 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- hanno dovuto affrontare una situazione instabile già nelle fasi iniziali delle attività sul campo. Ciò ha messo alla prova la qualità della gestione del rischio e cioè la capacita di adattamento ai cambiamenti. Con riferimento a quanto riportato nel capitolo “analisi del quadro logico” il disegno del progetto si è dimostrato coerente in modo ampiamente soddisfacente con i requisiti e le esigenze dei beneficiari finali. Infatti le attività previste iniziavano laddove terminava l’intervento di rimpatrio da parte dell’UNHCR e queste hanno effettivamente aiutato i returnees a integrarsi o a reintegrarsi, fornendogli l’occasione di acquisire delle competenze per intraprendere un’attività lavorativa autonoma. Quadro finanziario La trasmissione della documentazione di rendicontazione è stata trasmessa in tempi ragionevoli dalla chiusura delle annualità. Principali dati finanziari iniziali del progetto: - Organismo esecutore: ONG CESVI. - Budget: euro 1.172.883,00. - A carico DGCS: euro 812.554,00 (di cui 56.000,00 euro per oneri previdenziali). - A carico CESVI: euro 195.139,00. - A carico controparti locali: euro 165.190,00. - Durata: 36 mesi. Tabella di confronto tra importi allocati e importi effettivamente rendicontati BUDGET PROGETTO COOPERAZIONE ONERI PREVIDENZIALI E ASSICURATIVI TOTALE GENERALE CONTRIBUTO DELIBERATO DGCS Contributi erogati DCGS ALLOCATO % su tot. generale 1.116.883,00 % su allocato 1.062.349,08 95,12% 705.337,74 93,23% 1.172.883,00 100% 756.554,00 257.979,00 23/05/2007 26.968,20 18/09/2008 2° ANNO 15 apr 2008 141.200,57 18/02/2009 22.720,34 42.422,55 56.000,00 812.554,00 69,28% 195.139,00 16,64% 191.821,34 Contributo monetario 81.257,34 Contributo valorizzato 110.564,00 Rapporto finale 1° ANNO 9 febbr 2007 214.047,08 30/07/2007 Contributo contro parte RASA DATA RENDICONTA ZIONE 56.000,00 24/08/2005 09/12/2010 ONERI PREVIDENZIALI E ASSICURATIVI TOTALE CONTRIBUTO DGCS Contributo CESVI RENDICONTATO 165.190,00 14,08% 165.190,00 98,30% 100,00% 41 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Il progetto ha avuto una durata effettiva di 39 mesi (3 mesi di proroga sono stati richiesti e ottenuti nel corso del primo anno di attività). Nella seguente tabella sono confrontati, per capitolo di spesa, i costi previsti con quelli effettivamente consuntivati dal progetto. Codice Voci di spesa 1 SELEZIONE E FORMAZIONE VOLONTARI E COOPERANTI 1.01 Selezione formazione volontari 1.02 Selezione formazione cooperanti Costo effettivo Costo previsto 1.032,0 TRATTAMENTO ECONOMICO VOLONTARI E COOPERANTI 0 2.01 Trattamento economico volontari 0 2.02 Trattamento economico cooperanti 2.03 Spese di gestione volontari e cooperanti 2 169.813,0 5.786,0 1.032,0 in % sul totale 0,10% 158.534,3 14,92% 9.297,0 0,88% 68.811,2 6,48% ALTRE VOCI DI SPESA 0 3.01 Perfezionamento tecnico-professionale volontari e cooperanti 0 3.02 Altro personale italiano 3.03 Personale locale 227.380,0 215.158,5 20,25% 3.04 Formazione di personale e quadri locali 210.140,0 180.402,5 16,98% 3.05 Borse di studio 3.06 Attrezzature 3.07 Costruzioni 3.08 Terreni 3.09 Risorse finanziarie accessorie 3.10 Missioni di verifica e monitoraggio 23.529,0 24.914,4 2,35% 3.11 Studio del progetto 30.347,0 30.095,5 2,83% 3.13 Spese generali 71.870,0 67.380,6 6,34% 1.116.792,0 1.062.349,1 100% 3 61.162,0 159.850,0 46.280,0 43.577,0 4,10% 0 109.603,0 TOTALE GENERALE DIFFERENZA Rapporto finale 151.173,9 14,23% 111.972,3 10,54% 54.442,9 -4,87% 42 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Il seguente grafico riporta l'incidenza percentuale delle varie voci di spesa sul totale del costo consuntivato. Selezione formazione cooperanti Trattamento economico cooperanti Spese di gestione volontari e cooperanti 2,83% 2,35% Altro personale italiano 6,34% 0,10% 0,88% 10,54% 14,92% 4,10% 20,25% 14,23% 16,98% Personale locale 6,48% Formazione di personale e quadri locali Attrezzature Costruzioni Risorse finanziarie accessorie Missioni di verifica e monitoraggio Studio del progetto Spese generali Rapporto finale 43 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 6.3 Analisi di efficacia Si esaminano di seguito le principali differenze emerse dall’analisi documentale tra gli attività del progetto e i risultati effettivamente perseguiti. In sintesi, le attività previste nel progetto riguardavano: Attività 1 (Logistica): Costituzione di due centri, uno nel distretto di Sholgara e uno nel distretto di Dehdadi, per le attività di formazione e mobilizzazione comunitaria, formazione di formatori. Attività 2 (Formazione): - dieci laboratori rivolti a cento donne per la tessitura ed il ricamo della seta (ridotte poi a n. 70 a seguito di variante); - sei attività di formazione nel campo della sericoltura (baco da seta) e filatura per sessanta donne; - sei laboratori di formazione in falegnameria per quarantotto giovani (ridotti poi a n. 42 a seguito di variante); Attività 3 (Formazione): - dodici corsi di formazione rivolta a centoventi donne per levatrici di villaggio, al fine di migliorare le condizioni sanitarie di base; Attività 4 (Mobilizzazione comunitaria): - dodici attività di mobilizzazione comunitaria rivolte a dodici gruppi di duecento cinquanta famiglie per un totale di 3000 famiglie (media nucleo familiare 7 persone: 3000 x 7 = 21000 beneficiari) volti alla costituzione di fondi di risparmio comuni, allo sviluppo di dodici moduli di business training di settanta ore, alla selezione da parte dei gruppi di micro-attività generatrici di reddito volte ad incrementare il fondo comune di risparmio, al fine di supportare in modo rotatorio le esigenze del gruppo o suoi membri. Nella seguente tabella si riporta il confronto tra le principali attività previste e i risultati conseguiti Rapporto finale 44 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Descrizione 1. Avvio di 2 centri di assistenza Attività propedeutiche Capacity building per il personale di RASA e per lo staff di progetto per la gestione dei centri Indicatori 2 moduli formativi organizzati Formazione di 30 formatori rivolto a formatori per attività del progetto e formatori di altre istituzioni (Ministeri e altre ong locali) 2 moduli di formazione organizzati per 30 formatori 2 moduli di formazione organizzati per 30 formatori realizzazione dei due centri Organizzazione dei centri del progetto Lo staff di progetto è stato costituito e istruito a seguito dell'inizio delle attività sul campo. In considerazione del lavoro fatto, dei risultati comunque conseguiti in un periodo di instabilità, del buon ricordo che questa esperienza ha lasciato nei villaggi ove ha operato, come ha avuto modo di verificare il team di valutazione, il giudizio sull'efficacia di queste attività propedeutiche e senz'altro positivo. - sono stati effettivamente costituiti due centri entrambi nella provincia di Balkh, uno nel villaggio di Pulebaboo, distretto di Dehadi, , entrato in funzione nel 2006, l’altro nel villaggio di Qadeem, distretto di Sholgara, entrato in funzione nel 2007. Nella fase iniziale del progetto, ottobre 2005, il CESVI ha richiesto e ottenuto dal MAE l’esclusione della provincia di Sar-e-Pul per motivi di sicurezza. Per gli stessi motivi il centro di Qadeem è stato chiuso nel marzo del 2008 e pertanto ha funzionato solo pochi mesi. Per questo progetto, così come per tutti quelli che operano in aree sensibili e fortemente instabili, si è dimostrato sul campo che la sicurezza dei cooperanti e degli operatori sia il primo requisito che deve possedere l’area di intervento affinché un progetto di cooperazione sia realizzabile. La chiusura del centro di Qadeem ha comunque causato la perdita di risorse finanziarie, sia quelle per l’allestimento della sede che ha funzionato solo pochi mesi, sia quelle impiegate per pagare lo staff del progetto riguardo l’individuazione e la scelta di buona parte dei potenziali corsisti dei villaggi gravitanti sul centro. In definitiva a Qadeem sono state formate 80 persone mentre le attività di selezione sono iniziate dal 2007 ed hanno interessato tutto lo staff di CESVI e quello della controparte RASA per diverse settimane. Indicatori 2 centri attivati in 2 aree selezionate durante i primi mesi del progetto gestione centri Organizzazione delle Attività di networking, lobbying e advocacy Risultato raggiungimento Attività 1: 75% (il centro di Polebaboo ha funzionato per tutto il tempo previsto – punteggio 50/50 mentre il centro di Quadeem ha funzionato solo per un anno rispetto ai due anni pianificati a seguito di variante dopo l’esclusione dal progetto della provincia di Sar-iPul: punteggio 25/50) Indicatori Almeno 15 Incontri sulle tematiche indicate vengono organizzati nell'ambito della durata Rapporto finale 45 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- del progetto Iniziative di coordinamento con altri programmi ed istituzioni presenti sono avviate 2. Attività di formazione per potenziamento della professionalità in diversi settori produttivi e i servizi 2.1 Realizzazione di attività di consulenza preparatorie ai laboratori di formazione nei settori di sviluppo di nuove tipologie di prodotti, miglioramento della qualità dei prodotti e strategie di marketing indicatori Consulenze svolte 2.2 Realizzazione di laboratori (10) rivolti a 100 donne per la tessitura e ricamo della seta e per l'avvio di attività rnlcroimprenditoriali indicatori 10 laboratori organizzati con almeno il 65% dei beneficiari attesi partecipanti ai corsi 2.3 Realizzazione di attività generatrici di reddito e formazione (6) nel campo della sericoltura per 60 donne - Corsi di formazione effettivamente realizzati: DISTRETTO DI DEHDADI 2007 2008 24 - 9 33 Sericoltura (baco e filatura) 10 30 40 Tessitura seta 12 35 47 Falegnameria 2009 TOT. DISTRETTO DI SHOLGARA Falegnameria - 9 - 9 Sericoltura (baco e filatura) - 20 - 20 Tessitura seta - 23 - 23 indicatori 6 attività di sericoltura organizzate con almeno Rapporto finale 46 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Corsi di Formazione Pianificat Pianificat i da i con progetto variante il 65% dei beneficiari attesi partecipanti ai corsi 2.4 Realizzazione di 6 laboratori di falegnameria per 48 giovani 6 laboratori di falegnameria organizzati Falegnameria 48 42 Sericoltura (baco e filatura) 60 60 Tessitura seta 100 70 TOTALE 208 172 Differen Differenza za da con variante progetto Realizz ati -6 0 0 0 70 -30 0 172 -36 0 42 60 Risultato raggiungimento Attività 2: 82,69% Risultato raggiungimento Attività 2 con varianti: 100% 3. Formazione e servizi sanitari di base 3.1 Realizzazione di 12 corsi di formazione per 120 TBAs (Traditional birth attendance, levatrici di villaggio) DISTRETTO DI DEHDADI Corso per levatrici di villaggio (TBA – Traditional Birth Attendants) 2007 2008 40 2009 TOT. 12 - 52 28 - 28 indicatori DISTRETTO DI SHOLGARA Almeno il 70 delle Corso per levatrici di villaggio beneficiarie previste ha partecipato alla (TBA – Traditional Birth formazione organizzata Attendants) ed è seguita nel suo lavoro dopo la partecipazione alla Corsi di Formazione Pianificati formazione Corso per levatrici di villaggio (TBA – Traditional Birth Attendants) 120 Realizzati Differenza 80 - 40 Risultato raggiungimento Obiettivo 3: 66,66% Il basso valore di questo indicatore non è dipeso da CESVI ma da una causa di forza maggiore. Infatti nella seconda metà di settembre 2008 mentre erano pronti i corsi di formazione nel distretto di Dehdadi è entrata in vigore la riforma del sistema sanitario afghano che, tra l’altro, ha previsto un periodo di studio di due anni per poter ottenere la qualifica di levatrice; non è più stato possibile proseguire tali corsi; vincoli di budget e di programma in via di chiusura hanno impedito al CESVI di presentare una richiesta di variante per adattare l’iniziativa alle nuove esigenze. Pertanto, d’accordo con gli uffici locali del Ministero della sanità di Mazar-e-Sharif e il relativo dipartimento di Dehdadi. si è deciso di orientare la formazione delle 40 beneficiarie Rapporto finale 47 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- già selezionate verso corsi avanzati di igiene, senza però poi poter rilasciare l’attestato di partecipazione. 4. Mobilizzazione comunitaria DISTRETTO DI DEHDADI realizzazione di 12 attività di mobilizzazione comunitaria in 12 villaggi che coinvolgono un totale di 3000 famiglie ( 250 famiglie 2007 2008 2009 TOT. Dato 5.443 non fornito Mobilizzazione comunitaria (n. persone coinvolte) Saving box (n. villaggi) 6 Mobilizzatori 7 6 12 24 - 13 20 DISTRETTO DI SHOLGARA per gruppo) Mobilizzazione comunitaria indicatori 9.981 20 6 6 (n. persone coinvolte) Almeno il 50% delle famiglie previste sono attive nella organizzazione di attività ideate dalla comunità e beneficia del fondo di risparmio Saving box (n. villaggi) Mobilizzatori Mobilizzazione comunitaria Numero persone coinvolte - Pianificata 7 - Realizzata 7 Differenza 21.000 15.524 -5.576 Saving box 12 30 +18 Mobilizzatori 12 27 +15 Risultato Raggiungimento Attività 4: Persone coinvolte dal progetto: 73,93%* Saving box: 250% Mobilizzatori: 225% * al netto dei dati non forniti per il 2009 - Rapporto finale Per questo obiettivo si è reso necessario limitare l’osservazione alla costituzione dei fondi di risparmio realizzati, confrontandoli con quelli previsti nel progetto iniziale e, in tal senso, il risultato è estremamente positivo, in quanto tale attività è stata condotta in 30 villaggi contro i 12 previsti. Tale risultato però è falsato dal fatto che mentre inizialmente le attività di mobilizzazione comunitaria da svolgere in 12 villaggi da parte di CESVI e RASA prevedevano azioni più vaste e incisive (organizzazione 12 nuovi gruppi di 250 famiglie, raccogliere i risparmi comuni, progettare 48 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- micro-attività generatrici di reddito nel settore, per esempio, della lavorazione di prodotti alimentari, produzione di confetture e salse, allevamento di pollame, lavorazione di tappeti, etc.) tali da rappresentare un ‘collante’ per le altre attività, in realtà questa componente è diventata marginale e secondaria. Infatti, in fase operativa CESVI ha dovuto confrontarsi con il programma NSP e quindi l’attività di mobilizzazione comunitaria si è orientata a supportare e a sostenere questo importante programma. Infatti, in sede di variante è stata revisionata questa attività a seguito della mobilizzazione comunitaria attivata dal progetto NSP (National Solidarity Program) nella provincia di Balkh. Non è stato più possibile quindi, come inizialmente previsto, organizzare nuovi comitati di villaggio (12 gruppi di famiglie) ma si è reso necessario appoggiarsi a quelli già esistenti (shura) mentre la responsabilità della gestione dei fondi di risparmio comuni è a carico del “facilitating partner” del NSP. In conclusione, si può affermare che il progetto promosso dal CESVI ha raggiunto, con difficoltà di varia natura, quasi tutti i risultati prefissati. In particolare, preme segnalare come punto di forza l’ottima e costruttiva relazione instaurata con tutti gli attori coinvolti nel distretto di Dehdadi, dalle shura ai dipartimenti governativi e altre organizzazioni internazionali, ma anche con tutti i membri delle comunità in cui è stato implementato il progetto. Inoltre, la validità sia dei temi dei corsi sia di parte delle attività di mobilizzazione comunitaria (lavorazione della seta e saving box) proposti dal CESVI è dimostrata dal fatto che gli stessi sono sostenuti e riproposti dal Governo afghano, che li sta sviluppando in tutto il Paese. Tuttavia, è bene evidenziare che le condizioni contingenti del labile livello di sicurezza hanno influito sull’impatto del progetto CESVI costringendone l’operatività al solo distretto di Dedhadi. Il punto di maggior debolezza del progetto probabilmente è stato quello di voler perseguire un obiettivo troppo vasto e ambizioso per le risorse disponibili e in un contesto mutevole come quello afghano. Dal punto di vista finanziario le risorse rese disponibili dal MAE sono state comunque utilizzate per il 93,23% (pari a un risparmio di risorse di euro 51.216,00) nonostante la riduzione del progetto da due Distretti a un solo Distretto (due anni e mezzo sui tre programmati), con conseguente riduzione di persone formate (-61 unità) e quindi minori costi di attrezzature e materiale e riduzione di costi di manutenzione per gli autoveicoli. Un risultato dichiarato in sede di presentazione della domanda e non raggiunto, era il rafforzamento della controparte locale, ONG RASA, affinché diventasse referente principale per tutte le altre organizzazioni internazionali e alla quale sono state donate tutte le Rapporto finale 49 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- attrezzature acquistate dal CESVI per la realizzazione del progetto e che, invece, al termine del III anno di attività ha abbandonato ogni attività relativa alla sostenibilità del progetto. Altra considerazione riguarda l’aspetto economico del progetto. Infatti ad ogni partecipante ai corsi è stato erogato un contributo giornaliero di circa 4-5 dollari. Si ritiene tale importo forse troppo elevato rispetto la condizione afghana del tempo. Per quanto riguarda le attività generatrici di reddito si evidenzia un’incongruenza nell’analisi costi-benefici del progetto CESVI; nel documento programmatico presentato al MAE si legge che il prezzo di mercato di una sciarpa di seta (nel 2004) sarebbe di 15 USD, il costo della materia prima 10 USD e quindi il guadagno per l’artigiana ammonterebbe a 5 USD. In mancanza di un mercato di sbocco nei Paesi più avanzati, tali dati non possono essere applicabile al contesto afghano. Il prezzo di vendita è sicuramente spropositato come il Team ha potuto costatare in loco, dove i prodotti in seta sono venduti nei mercati locali a un prezzo che oscilla tra 2 e 4 euro. Tuttavia, considerando il difficile contesto afghano, Paese nel quale è praticamente impossibile poter pianificare un’attività a medio/lungo termine e dove la sicurezza è bassissima tale da rendere gli spostamenti molto difficili, a seguito del sopralluogo effettuato dal Team di valutazione nell’unica area (Distretto di Balkh) nella quale il programma è stato portato avanti per tutto il triennio, il risultato può essere considerato più che soddisfacente, sia in riferimento alle tematiche economiche e sociali promosse sia con riferimento ai risultati. Per quanto riguarda la logistica, il Team di valutazione, pur evidenziando il ritardo dell’avvio del progetto e le cinque varianti non onerose necessarie per la continuazione del progetto, ritiene che il CESVI abbia dimostrato un’esperienza e competenza di assoluto livello, ma soprattutto una tenacia sul campo che ha portato, nonostante tutte le difficoltà, a raggiungere buona parte degli risultati prefissati. Rapporto finale 50 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 6.4 Analisi di impatto L’analisi d'impatto corrisponde alla valutazione degli effetti a lungo termine, positivi e negativi, primari e secondari, previsti e imprevisti, prodotti direttamente o indirettamente da questo progetto. L'obiettivo "Contribuire al miglioramento della condizione della popolazione ex-rifugiata nelle comunità di ritorno nelle province di Balkh e Sar-I-Pul non è stato sicuramente perseguito nella provincia di Sar-i-Pul, dove il progetto non è stato implementato per ragioni di sicurezza. L'obiettivo comunque è stato generalmente raggiunto, anche se non tutti i risultati sono ascrivibili al progetto stesso. I dati nazionali, che riflettono con buona approssimazione i dati provinciali di Mazar-i-Sharif (come hanno confermato i funzionari istituzionali intervistati), attestano che il reddito pro-capite è considerevolmente aumentato negli ultimi dieci anni e ben oltre il 25% previsto dal progetto per i beneficiari. Un effetto misurabile sull' "aumento del tasso di copertura e utilizzo dei servizi di salute riproduttiva nelle aree prescelte" (come recita l'indicatore dell'obiettivo specifico) è dato dalla notevole riduzione della mortalità infantile (del 37% in dieci anni) e della mortalità materna (44% in dieci anni), anche in questo caso ben superiore al 25% previsto nel progetto. Il progetto CESVI ha contribuito, insieme a molte altre attività di cooperazione internazionale, a incrementare lo sviluppo dell'Afghanistan. A fronte di questi risultati indubbiamente positivi non si deve dimenticare che questo martoriato Paese occupa ancora gli ultimi posti, insieme a altri stati come l'Eritrea, il Ciad, il Congo, etc., nella graduatoria sull'Indice di sviluppo umano stilata dall'UNDP (United Nation Development Program). L'obiettivo è stato raggiunto anche con il concorso di altri strumenti. Il progetto ha contribuito a perseguire l'obiettivo grazie all'indubbio merito di essersi occupato di soggetti particolarmente vulnerabili che probabilmente, in mancanza di queste attività, avrebbero incontrato maggiori, se non insormontabili, difficoltà ad inserirsi o reinserirsi nelle comunità di ritorno. Nonostante tutte le conferenze svolte sui diritti delle donne risulta ancora precaria la condizione femminile sia nei villaggi dove si è svolto il progetto che in tutto l’Afghanistan anche dopo dodici anni dalla cacciata del regime talebano che, con la sua rigida interpretazione dei dettami islamici, teneva le donne praticamente prigioniere nelle proprie case limitandone, specialmente in ambiente rurale, gli spostamenti. La legge sull’eliminazione della violenza contro le donne è entrata in vigore in Afghanistan nel 2009 per decreto presidenziale. Successivamente tale legge era stata portata in Parlamento da attiviste per i diritti alle donne che volevano rendere più solida la legge con un voto parlamentare. La legge mette al bando sia il matrimonio tra minorenni che la baad, la pratica tradizionale della compravendita delle donne per sedare le dispute tra i vari clan famigliari. Criminalizza anche la violenza domestica e viene stabilito che le vittime di uno stupro non devono essere incriminate per il reato di adulterio o fornicazione. Il percorso parlamentare di questa legge è stato contrastato, anche da parte di alcune parlamentari che temevano che se le donne stuprate non fossero state più considerate come adultere, in Afghanistan sarebbe scoppiato il caos perché esse si sarebbero sentite legittimate a iniziare relazioni extraconiugali Rapporto finale 51 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- con altri uomini certe che, se scoperte, avrebbero potuto accusare il loro partner di averle stuprate senza incorrere in nessuna punizione. Secondo il team di valutazione, l'impatto più rilevante (e più misurabile) del progetto ha riguardato il potenziamento delle capacità di generazione di reddito dei beneficiari che ha permesso a molti di loro di intraprendere un'attività tutt'ora in corso. Un buon successo l'hanno ottenuto le beneficiarie dei corsi per levatrici tradizionali. Dai dati raccolti sul campo (principalmente da medici), larga parte delle TBA formate nei distretti di Dehdadi e di Sholgara (n. 80) lavorano come libere professioniste nei villaggi dove vivono appoggiandosi, quando necessario, all'ospedale di Mazar-i-Sharif. Altre storie di successo sono state raccolte direttamente e indirettamente dal team di valutazione per le tessitrici di manufatti in seta. In questi casi buona parte della riuscita è dovuta al telaio che il CESVI ha donato alle beneficiarie al termine dei corsi di formazione. Più frammentaria è apparsa la situazione per le donne formate nella coltura dei bachi da seta. L'Afghanistan ha occupato un ruolo importante nel settore della seta e della produzione di tappeti di seta nel mercato internazionale. Fino a trent'anni fa la provincia di Balkh era un grande produttore del Nord dell'Afghanistan. Durante gli anni di conflitto, il livello di produzione dei bozzoli di seta è diminuito perché i fabbricanti non sono stati in grado di continuare la loro attività. Lentamente l'attività dei bozzoli ha ripreso grazie anche al sostegno internazionale. I corsi di formazione sono stati preparati con cura e i formatori scelti d'intesa con il Ministero dell'Agricoltura e il supporto della ONG giapponese, Peace Wind Japan dotata di competenze specifiche sulla materia. Inoltre durante alcuni corsi è stato possibile inserire un corso di filatura e di colorazione dei filati (non previsti dal progetto e comunque utilmente inserito senza che le partecipanti percepissero alcun per diem). Il maggior problema riscontrato a valle di questi corsi di formazione è collegato alla commercializzazione dei prodotti finiti sia dei bozzoli che dei filati che dei manufatti in quanto, come già detto, il mercato della seta in Afghanistan ha subito un netto ridimensionamento. A ciò si aggiunge il fatto che i manufatti tessili più tradizionali in vendita sono sintetici e provengono da Cina e Pakistan, sono di qualità inferiore e il prezzo è assolutamente competitivo. La controparte RASA si è impegnata molto per cercare di vendere comunque i prodotti e i semilavorati e alla fine ci è riuscita anche se alcuni manufatti non sono stati accettati per lo scarso livello qualitativo. Quando il progetto è terminato RASA ha cessato la difficile l'attività di commercializzazione dei prodotti. Le donne hanno dovuto provvedere autonomamente, con tutte le limitazioni che la società rurale ancora impone loro. Molte tessitrici, che comunque utilizzano ancora il telaio donato da CESVI, proseguono l'attività che permette loro di mantenere se stesse e i figli (molte donne sono vedove sono tornate a vivere o presso la propria famiglia di origine o, più spesso, presso la famiglia del marito. La parziale indipendenza acquisita con il lavoro ha permesso loro di scegliere, per esempio, se sposarsi di nuovo o no). I prodotti rimangono sul mercato locale e venduti dagli uomini della famiglia (alle donne non è permesso farlo). Non risulta che le tessitrici utilizzino i filati prodotti dalle ex colleghe allevatrici del baco da seta; non risulta nemmeno che sia stata costituita la cooperativa, com'era negli auspici del progetto Rapporto finale 52 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- (tentativo riportato nella relazione sul secondo stato di avanzamento), che avrebbe creato un sodalizio tra le filatrici e le tessitrici. Un impatto positivo e non pianificato è stato rilevato dal team di valutazione durante la visita sul campo. In alcuni casi le beneficiarie del progetto CESVI sono diventate loro stesse formatrici di giovani donne alle quali stanno insegnando il mestiere. La sorte delle allevatrici del baco da seta è più precaria. Risulta che solo poche allevatrici hanno proseguito l'attività in proprio, altre hanno trovato occupazione in strutture organizzate nell'ambito di altri progetto di cooperazione. La difficile situazione si può spiegare con il fatto che il bozzolo o i filati sono semilavorati che devono raggiungere determinati livelli qualitativi per trovare acquirenti. Inoltre occorre curare con molta maestria il baco affinché la resa di bozzoli per confezione di uova sia soddisfacente. I falegnami hanno intrapreso l'attività artigianale con una certa continuità di lavoro, visto che la domanda per finestre, porte, riparazione di mobili, scale, attrezzature per l'agricoltura, stalle, recinti, etc. è stabile. In alcuni casi i laboratori sono stati attrezzati nella propria abitazione, altri hanno affittato dei locali più grandi. Alcuni falegnami sono andati a lavorare presso altri artigiani, oppure si sono associati tra loro. Il pagamento per le loro prestazioni può avvenire anche in alimenti o servizi. Generalmente svolgono questo lavoro come attività principale e riescono così a mantenere le proprie famiglie. Mobilizzazione comunitaria L'impatto del progetto è stato positivo se si considera che i fondi comuni sono stati attivati in tutti i villaggi dove hanno operato i mobilizzatori di CESVI e RASA, sia nel distretto di Dehdadi che in quello di Sholgara. Durante la missione, il team di valutazione ha rilevato come siano stati 'utilizzati’ questi fondi comuni sul posto: recentemente sono sati svolti corsi di formazione di lingua inglese e per l’utilizzo di personal computer mentre nel prossimo futuro sarà realizzato nei villaggi un sistema di approvvigionamento idrico di acqua potabile che sarà distribuita mediante pompe manuali da installare lungo le strade. Nel distretto di Sholgara è stato realizzato un ponte sul fiume Sholgara che collega le due sponde e rinforzati i relativi argini. Precedentemente gli abitanti erano costretti ad attraversare il fiume con delle chiatte o a compiere un lungo tragitto su strade dissestate per raggiungere un ponte più a valle. Il programma NSP convive con un altro programma nazionale denominato AREDP Afghan Rural Enterprise Development lanciato nel 2010 (con il supporto della Banca Mondiale), che si riprende perché in questo programma viene sviluppato il concetto dei “saving box” cioè i fondi comuni alimentati in ogni villaggio dagli abitanti su base volontaria, fondi che si possono chiedere in prestito per intraprendere attività generatrici di reddito o per far fronte a spese famigliari impreviste. In definitiva quindi, il progetto CESVI nella componente delle attività di mobilizzazione comunitaria ha “incrociato” questi due programmi ancora attivi e vitali, facilitando da una parte l’aggregazione delle comunità dei villaggi (nel distretto di Dehdadi) e quindi attività dei “Facilitating Partner (FP)” (del programma NSP con il quale il progetto CESVI si è Rapporto finale 53 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- relazionato) e dall’altra addirittura anticipando il programma AREDP per quanto riguarda l’istituzione e l’utilizzo dei “saving box”. Rapporto finale 54 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 6.5 Analisi di sostenibilità Controparte locale RASA I corsi di formazione per il personale locale hanno avuto un impatto limitato sullo staff della controparte che non ha dimostrato particolare interesse e predisposizione a portare avanti le attività in modo autonomo e indipendente. Il capacity building e la formazione giornaliera di cui il personale della controparte è stato beneficiario nel corso dei tre anni di progetto non si sono dimostrati sufficienti a motivarli e ad aumentare il senso di ownership del progetto stesso. Il centro di Polebaboo dove si sono svolti i corsi di formazione per i tre anni di attività è stato dismesso alla conclusione del progetto in quanto la controparte non ha avuto la necessaria capacità finanziaria al loro sostentamento e a poco sono serviti gli sforzi volti al coinvolgimento diretto del Ministero del Lavoro e quello degli Affari femminili affinché prendessero in carica i centri insieme alla controparte. Attualmente l’immobile è affittato da un contadino che vi ha insediato i propri animali da cortile. Il supporto ai soggetti beneficiari (returnees e IDP) non è proseguito neanche indirettamente tramite l' NSP. È già noto che durante l'operatività del progetto le attività di mobilizzazione comunitaria presso i villaggi sono avvenute al fine di implementare il programma NSP e che questa attività è stata modificata rispetto a quanto previsto dal progetto per adattarla alla nuova situazione. I mobilizzatori CESVI e RASA hanno sicuramente contribuito a promuovere, per esempio, la nascita dei fondi comuni in alcuni villaggi ma non sono stati mai soggetti riconosciuti ufficialmente del NSP. Infatti i soggetti formalmente incaricati dell'implementazione del programma NSP erano UNhabitat (Programma delle Nazioni Unite per gli insediamenti umani) per il distretto di Deh e CARE (una delle più grandi organizzazioni umanitarie private del mondo; ha sede ad Atlanta, in Georgia) per il distretto di Sholgara. Pertanto al termine del progetto, i mobilizzatori formati da CESVI hanno cessato l'attività. Qualcuno è stato assunto in altre organizzazioni umanitarie, qualcuno è diventato poliziotto, altri si sono trasferiti a Mazar-i-Sharif. Il progetto non è stato inserito dunque in alcuna struttura istituzionale locale anche se molti temi trattati, per esempio i corsi di formazione per la tessitura di prodotti di seta, sono stati ripresi in altri programmi gestiti dal Ministero degli Affari Femminili anche se le beneficiarie sono le donne afghane, non necessariamente returnees o IDP. Il progetto ha mantenuto tutta la sua rilevanza e validità iniziale nelle attività formative per il potenziamento delle professionalità che sono state realizzate con la piena partecipazione dei beneficiari e con un continuo coordinamento e supporto delle istituzioni locali. Il progetto ha prodotto delle professioniste (le levatrici) e degli artigiani (falegnami e tessitrici) che ancora oggi sostengono finanziariamente se stessi e le proprie famiglie anche se operano solo nelle proprie comunità (villaggi). Il team di valutazione ha rilevato che il reinserimento è stato tendenzialmente più efficace e agevole per i beneficiari che hanno seguito i primi corsi di formazione nel centro di Polebaboo e che quindi hanno potuto contare sul supporto dei formatori e dello staff anche al termine dei corsi stessi. L'idea di creare un punto di riferimento stabile in grado di erogare consulenze e servizi per i soggetti beneficiari Rapporto finale 55 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- vulnerabili era valida e nella strategia del CESVI avrebbe dovuto proseguire sotto la gestione di RASA ma ciò non è avvenuto. Il team di valutazione ha potuto rilevare sul campo la buona qualità delle relazioni che furono instaurate tra l'ex staff del CESVI e le comunità locali che hanno lasciato traccia fino ad oggi. Molte informazioni riportate in questo rapporto sono state fornite da persone che avevano lavorato nel progetto e si sono rese disponibili ad accompagnare i valutatori e a individuare i beneficiari. Rapporto finale 56 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 7. Conclusioni Nella provincia di Balkh i returnees costituiscono una percentuale significativa della popolazione. Il rientro di un elevato numero di profughi e sfollati nella propria terra in poco tempo (come è avvenuto nel corso del 2004 e 2005) rappresenta in prospettiva un gesto di entusiasmo per il futuro del Paese nonché una priorità strategica nazionale. Nell'immediato questi soggetti hanno affrontato quotidianamente condizioni più dure che nei campi profughi sia in termini socio-economici che di sicurezza, a causa della carenza dei servizi sanitari, di strade e infrastrutture, di opportunità di lavoro. Questo progetto si proponeva di intervenire sulla difficoltà di accesso alle risorse economiche da parte dei returnees, individuando percorsi di potenziamento delle professionalità in settori tradizionali ma non direttamente agricoli laddove nelle province del Nord Afghanistan è difficile trovare forme di reddito non rurali. Le donne in aree non urbane sono per la maggior parte coinvolte nelle attività agricole familiari ma ciò presuppone la proprietà o il possesso di un lembo di terra, situazione non scontata per i returnees. Il progetto ha avuto il pregio di aver effettivamente favorito la reintegrazione di soggetti vulnerabili (donne e giovani) nelle comunità di ritorno e questo risultato giustifica da solo la bontà e la validità di gran parte delle attività svolte. L’obiettivo generale, contribuire al miglioramento della condizione della popolazione exrifugiata nelle comunità di ritorno nelle province di Balkh e Sar-I-Pul, era sicuramente ambizioso in un contesto mutevole come quello afghano. La provincia di Sar-i-Pul è stata esclusa da subito dal progetto per ragioni di sicurezza. In considerazione delle traversie che hanno accompagnato lo svolgimento delle attività non si ritiene negativa tale rinuncia. La città di Sar-i-Pul dista circa 120 km da Mazar-i-Sharif e probabilmente impiantare così lontano da Mazar un centro di formazione avrebbe determinato problemi impegnativi di logistica e coordinamento. Tra i fattori che hanno influenzato negativamente il raggiungimento dell’obiettivo, sicuramente i ripetuti cambi nelle aree d’implementazione delle attività (cambi dovuti a ragioni di sicurezza), sono stati tra i più rilevanti. Il processo verso il raggiungimento dell’obiettivo generale, nel distretto di Deh dove si è operato con continuità per oltre due anni, si è svolto in maniera più lineare e con buoni risultati; l’iniziativa ha visto un elevato grado di partecipazione dei beneficiari diretti, valutabile non solo in base alla quotidiana presenza ai corsi, ma anche nella qualità dei risultati ottenuti; le comunità obiettivo hanno anch’esse dimostrato interesse e attivismo nei confronti della presente iniziativa, essendo costantemente presenti nelle varie fasi dell’implementazione. Più difficile invece la valutazione dell’impatto dell’iniziativa nel distretto di Sholgara in cui le attività sono state implementate per circa un anno e con continue interruzioni. Rapporto finale 57 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Per quanto concerne la formazione professionale, i corsi relativi all’allevamento del baco da seta, alla filatura, la colorazione e la tessitura hanno trovato una buona risposta dei beneficiari data l’esistenza di una tradizione legata alla lavorazione della seta proprio nella regione di Mazar-i-Sharif. Ciò nonostante, la difficoltà della ricostruzione socio-economica in un paese che stenta ad uscire da un conflitto armato che persiste da anni, le limitate possibilità per le donne di entrare nel mercato del lavoro e la scarsa qualità dei prodotti ottenuti nel corso dei percorsi formativi ha reso più lungo l’inserimento nel mercato del lavoro delle beneficiarie, a differenza di quanto è accaduto per i beneficiari dei corsi di falegnameria. Nel corso di svolgimento delle attività peraltro era già stata avvertita la difficoltà degli sbocchi di mercato. Probabilmente è mancata una reazione adeguata per intervenire sul problema. Una soluzione era a portata di mano e cioè quella adottata per le levatrici che hanno potuto contare su una formatrice esperta per il follow-up. Un altro intervento indicato nel report di stato di avanzamento ma non messo in pratica sarebbe stato la costituzione di una cooperativa tra filatrici (baco da seta) e tessitrici; tale iniziativa avrebbe reso più sostenibile il progetto. Le risorse per tali varianti si sarebbero potute reperire riducendo o addirittura eliminando l’attività di mobilizzazione comunitaria che, prevista come collante di tutte le iniziative si è di fatto trasformata in attività marginale e secondaria. Ciò nonostante l’attività ha raggiunto i risultati previsti con la fattiva collaborazione dello staff del progetto. In tutti i villaggi sono stati per esempio costituiti i fondi comuni e gli abitanti vi hanno contribuito in base alla propria disponibilità. I fondi così raccolti sono stati utilizzati per l’implementazione di piccoli progetti, come la riabilitazione di ponti e strade o l’acquisto di piccoli generatori per dotare di corrente elettrica il villaggio. Rapporto finale 58 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 8. Raccomandazioni e osservazioni Il proponente, ONG CESVI, aveva operato in Afghanistan già dal 2001, implementando progetti di ricostruzione scuole (7 scuole ricostruite), cliniche di campagna (3), rifugi temporanei per famiglie rientranti dopo lungo esilio (1900). Oltre a ciò, sono state realizzate diverse attività generatrici di reddito (falegnamerie, tappezzerie, etc.) e scavati 12 pozzi rurali profondi 55 metri. Le persone coinvolte possono essere stimate all’incirca in 150.000 unità. Il progetto promosso presso il MAE – DGCS - nel 2004 e avviato nel 2005, ricalca per grandi linee l’attività già eseguite dal CESVI nella zona a Nord dell’Afghanistan. Nel periodo d’implementazione del progetto, in Afghanistan c’erano circa 240.000 profughi, per via del conflitto e dell’insicurezza; altri 89.000 erano profughi a causa dei disastri naturali e 5,2 milioni di rifugiati rientrati dal 2002 in Afghanistan dal Pakistan e dall’Iran. Come evidenziato dalla tabella di seguito riportata che si riferisce solo agli sfollati interni oggetto di un programma di assistenza specifico del Governo Afghano (IDP), il CESVI ha individuato esattamente l’area d’Intervento più idonea all’implementazione del progetto: Tab. n. 1: The majority returned in Afghanistan. Region Families Individuals Individuals % North 31,354 171,283 34.7% South 4,179 22,268 4.5% Southeast 696 4,001 0.8% East 2,579 14,193 2.9% West 38,103 157,116 31.8% Central 18,533 102,327 20.7% Highland 3,969 21,848 4.4% Various 95 520 0.1% Total 99,508 493,556 100.0% IDP return pattern since 2002. Fonte UNHRC Nonostante l’esperienza maturata nel Paese nei quattro anni precedenti all’avvio del progetto, il CESVI ha trovato diverse difficoltà di logistica e sociali nell’implementare le attività proposte, dovendo alla fine ridurre il progetto ad un’unica area di intervento. Raccomandazioni 1. Si raccomanda di accelerare quanto possibile le procedure ministeriali tra l’approvazione dei progetti e l’inizio delle attività sul campo . In questo progetto l'anno intercoso ha influito negativamente sull'efficienza, in quanto nel frattempo CESVI aveva lasciato l'Afghanistan e quindi, anche a seguito della variazione della normativa, al suo ritorno nel Paese ha dovuto riaccreditarsi presso il Ministero dell'Economia e tale procedura (grazie anche all'intervento dell'Ambasciata italiana a Kabul) si è risolta solo a ottobre 2006 (un anno dopo l'inizio ufficiale del progetto). 2. Si raccomanda una maggiore flessibilità nel considerare le spese per attrezzature strettamente attinenti i corsi di formazione (nel caso del progetto CESVI, per esempio, i Rapporto finale 59 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- kit di attrezzi e i telai donati ai beneficiari) come spese per formazione e non come spese di attrezzature quali computer, arredi, etc,. In questo modo il budget per questi strumenti di lavoro potrebbe essere più sostanzioso e, di conseguenza, i corsi di formazione potrebbero avere un impatto e una sostenibilità più accentuata. 3. Si raccomanda di richiedere un aggiornamento del piano finanziario, che per esigenze normative è molto stringente quando, come nel caso del presente progetto, trascorrano molti mesi tra l’approvazione e l’inizio delle attività sul campo.. 4. Si raccomanda di valutare con maggiore attenzione il contributo per diem erogato in favore dei beneficiari (corsisti), in funzione delle condizioni economiche del Paese ove si opera, considerando anche la possibilità di utilizzare parte di contributo economico in maniera indiretta, cioè per l’acquisto di ulteriori materie prime e attrezzature da donare ai beneficiari per agevolarli nella loro successiva attività lavorativa. Nel progetto CESVI il signor Gulomsahi del villaggio di Pulebaboo, per esempio, ha ricevuto 32.400 afghani e cioè € 540 per 108 giorni di formazione (€ 5 al giorno), pari a 8 mesi di retribuzione in rapporto al reddito medio pro-capite del tempo (reddito pro-capite medio triennio 200609 circa $ 800). Si segnala che in sede di workshop il CESVI ha sottolineato che il contributo per diem elevato è servito per incentivare i soggetti beneficiari a partecipare alle attività di formazione. 5. Nel progetto CESVI un punto debole è stato la commercializzazione dei filati e i manufatti (sciarpe, veli, foulard, etc.) di seta prodotti dalle beneficiarie. Per affrontare positivamente tale problema, probabilmente comune anche ad altri analoghi progetti di cooperazione, si raccomanda di promuovere un’attività di sensibilizzazione presso i principali operatori nazionali - o locali - della GDO (per esempio COOP Italia, Esselunga, Conad, etc.) con l’obiettivo di impegnarli all’acquisto, per un certo importo annuale, di parte dei manufatti prodotti (che possono avere un mercato in Italia e che rispettano la normativa italiana) nell’ambito di progetti di cooperazione allo sviluppo cofinanziati dal Ministero, rifacendosi all’esempio del commercio equo e solidale. Rapporto finale 60 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 9 Lezioni apprese Il basso livello di sicurezza nel Nord Afghanistan al momento dello svolgimento del progetto ha inciso negativamente sull'efficienza, efficacia e impatto del progetto stesso costringendo nello stesso tempo il CESVI a modificare le attività. Da ciò si ricava che la sicurezza del territorio ove si va ad operare dovrebbe essere un prerequisito per programmi di cooperazione allo sviluppo di durata pluriennale e con obiettivi di ampio respiro. Pertanto qualora fosse necessario intervenire comunque in contesti instabili sarebbe opportuno limitare nel tempo e nello spazio l'operatività del progetto o renderlo molto flessibile senza sottoporlo a rigidi vincoli di rendicontazione. Rispetto ad un problema complesso quale il reinserimento dei returnees, Cesvi ha presentato un progetto altrettanto complesso ma che sulla carta aveva delle componenti di integrazione che potevano semplificarne ed agevolare le attività. Ciò è avvenuto solo in parte e non per demerito del CESVI. Pertanto a corollario di quanto esposto nel precedente paragrafo, nei Paesi instabili anche di fronte a problematiche complesse sarebbe consigliabile intervenire con progetti semplici e facilmente controllabili. Qualora il Ministero valutasse l'opportunità di proporre un progetto analogo a quello del CESVI si ritengono consigliabili le seguenti raccomandazioni: si suggerisce di concentrarsi in attività generatrici di reddito che abbiano un mercato più ampio di quello della seta, in quanto l’invasione di prodotti cinesi e pakistani sul mercato di Mazar-e-Sharif ha vanificato parte degli sforzi di commercializzazione dei prodotti. Alternativamente, in virtù dei buoni risultati ottenuti con parte delle beneficiarie, si potrebbe concentrare l’attenzione su corsi di formazione di “secondo livello”, volti a migliorare qualitativamente il prodotto finito, e ad aprire le porte a mercati limitrofi o addirittura internazionali. In secondo luogo, dato il perdurare dell'incertezza della situazione politica e di sicurezza e la relativa limitazione nei movimenti che ha coinvolto lo staff del progetto, si suggerisce una centralizzazione delle attività nella città principale nella provincia in cui s’intende implementare l’iniziativa (nel caso dell’iniziativa in oggetto, Mazar-e-Sharif); se da una parte è vero che questo potrebbe limitare la capacità di indirizzare le attività verso i beneficiari più vulnerabili, dall’altra limiterebbe indubbiamente i rischi per lo staff locale e internazionale. Infine, l’iter e i lunghi tempi di approvazione di progetti di questo tipo in paesi come l’Afghanistan, dove le condizioni politiche e di sicurezza sono estremamente volatili, rendono necessarie continue revisioni delle iniziative; è pertanto auspicabile uno snellimento delle procedure di finanziamento in modo che le iniziative possano essere modificate rapidamente in corso d’opera e rese più aderenti e adatte al contesto. Ai fini della sostenibilità nel tempo di questa tipologia di progetti è necessario investire adeguate risorse e impegno per rafforzare le controparti locali per mantenere, consolidare e accrescere i buoni risultati ottenuti nel corso delle attività. In sede di workshop, CESVI ha ribadito l’importanza di questo fattore e in tal senso si è adoperata nei successivi progetti e in quelli in corso di svolgimento. Rapporto finale 61 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- ALLEGATI Rapporto finale 62 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- ALLEGATO N. 1 MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI DIREZIONE GENERALE PER LA COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO Ufficio IX Sezione Valutazione TERMINI DI RIFERIMENTO PER LA VALUTAZIONE INDIPENDENTE "Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-l- Pul, Nord Afghanistan" AID N. 7685 Rapporto finale 63 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI DIREZIONE GENERALE PER LA COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO TITOLO DEL PROGETTO: "Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-l-PuI, nord Afghanistan" (AID N. 7685) LUOGO DEL PROGETTO: AFGHANISTAN LINGUA DEL PROGETTO: Italiano, Inglese ORGANISMO ESECUTORE: CESVI DURATA: 36 mesi BUDGET: EURO 1.172.883,00 EURO 812.554,00 A CARICO DGCS: A CARICO DEL CESVI: EURO 195.139,00 A CARICO DELLE CONTROPARTI LOCALI: EURO 165.190,00 DONATORE: Rapporto finale Governo Italiano 64 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Obiettivi del progetto Il progetto "Sostegno e reintegrazione famiglie afgane rientrate da lungo esilio, province di Balkh e Sar-l-Pul, Nord Afghanistan", è stato implementato dalla ONG CESVI con la partecipazione della controparte locale: "RASA- Rabya- e- Balky Advocacy and Skill Building Agency". L'obiettivo principale del progetto è di contribuire al miglioramento delle condizioni della popolazione ex-rifugiata nelle comunità di ritorno nelle province di Balkh e Sar-l- Pul. L'obiettivo specifico del progetto, invece, è contribuire alla reintegrazione socioeconomica di donne e giovani vulnerabili nelle aree di ritorno di Balkh e Sar-l-Pul, mediante lo sviluppo di opportunità di potenziamento delle capacità, generazione di reddito, rnobilizzazione comunitaria e servizi sanitari di base, tali obiettivi vanno raggiunti attraverso azioni integrate tendenti a raggiungere: - costituzione e relativo equipaggiamento di due centri, che rappresentano il luogo pivot per le attività di formazione e di mobilizzazione comunitaria svolte dal progetto quali formazione e follow-up, azioni di networking e counseling per i beneficiari; formazione di 30 soggetti responsabili delle attività formati ve progettuali e di formatori provenienti da altre istituzioni quali Ministeri, enti e ONG locali; - realizzazione di attività di consulenza interne ed esterne preparatorie ai laboratori formativi da svolgere precedentemente alla realizzazione di: numero dieci laboratori rivolti a cento donne per la tessitura ed il ricamo della seta; numero sei attività di formazione nel campo della sericoltura per sessanta donne; numero sei laboratori di formazione in falegnameria per quarantotto giovani; - attivazione di dodici corsi di formazione per levatrici di villaggio, al fine di migliorare le condizioni sanitarie di base; organizzazione di dodici attività di mobilizzazione comunitaria rivolte a dodici gruppi di duecentocinquanta famiglie volti alla costituzione di fondi di risparmio comuni, allo sviluppo eli dodici moduli di business training di settanta ore, alla selezione da parte dei gruppi di micro-attività generatrici di reddito volte ad incrementare il fondo comune di risparmio, al fine di supportare in modo rotatorio le esigenze del gruppo o suoi membri. Il progetto ha preso avvio nel 2005 e si è concluso ne1 2009. Rapporto finale 65 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 2. Utilità della valutazione L'utilità della valutazione è la seguente: - rendere conto ai vari interlocutori esterni (Parlamento e opinione pubblica) sulle attività svolte attraverso un quadro conoscitivo degli esiti conseguiti; - Condividere le esperienze acquisite al fine di poter indirizzare i futuri finanziamenti nel settore in Macedonia. 3. Scopo della Valutazione La valutazione dovrà esprimere un giudizio sulla rilevanza degli obiettivi e sul loro grado di raggiungimento; esprimere un giudizio su efficienza, efficacia, impatto e sostenibilità del progetto; esaminare il Progetto nella sua completezza, per identificare le buone pratiche e le lezioni apprese, in modo da usarle come base conoscitiva per sviluppare i futuri pacchetti d'assistenza tecnica; analizzare le strategie e le modalità d'implementazione, come fornire raccomandazioni da integrare nel programma di sostegno alla formazione, alle condizioni sanitarie e lavorative nella Repubblica Islamica dell' Afghanistan; tenere in considerazione i fattori di sostenibilità e l'impatto che l'implementazione di tale programma avrà sulle condizioni educative, igieniche, sanitarie e culturali del Paese; stimare i risultati e l'effettività dei programmi pilota a livello distrettuale, la loro discutibilità, nonché l'effettiva capacità di gestione da parte degli enti locali; Infine, la valutazione terrà in considerazione: 1. efficacia ed impatto dell’assistenza tecnica e formazione fornita e degli strumenti utilizzati a tal fine; 2. funzionamento dei Centri di formazione, nonché i risultati prodotti dai laboratori; 3. analisi delle capacità gestionali degli enti coinvolti nel programma. 4. Quadro analitico suggerito Il team di valutazione può includere altri aspetti in conformità con lo scopo della valutazione. La chiave dei criteri di valutazione ruota attorno ai seguenti aspetti: Rilevanza: Il valutatore dovrà verificare il grado in cui il Progetto tiene conto del contesto e dei problemi amministrativi del Paese. La valutazione riesaminerà la misura con la quale gli obiettivi del Progetto sono coerenti con i requisiti e le esigenze del beneficiario. La valutazione stimerà se l'approccio è strategico e in che misura il CESVI ha usato le risorse per l’attuazione del Progetto. Nel valutare la rilevanza deIl 'iniziativa bisognerà tenere conto: i) in Rapporto finale 66 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- che misura gli obiettivi dell'iniziativa sono validi, ii) In che misura gli obiettivi dell'iniziativa sono coerenti, iii) percezione dell'utilità dell'iniziativa da parte del destinatario. Validità del design del progetto: La valutazione riesaminerà la misura con la quale il design del progetto è stato logico e coerente. Efficienza: Analisi dell'ottimizzazione nell'utilizzo delle risorse per conseguire i risultati del Progetto. Nel valutare l'efficienza sarà utile considerare i) Se i risultati sono stati raggiunti con i costi previsti, ii) Se i risultati sono stati raggiunti nel tempo previsto, iii) Se l'alternativa utilizzata era la più efficiente (minori costi o minori tempi) rispetto alle altre. La valutazione indicherà come le risorse e gli inputs sono stati convertiti in risultati. Efficacia: La valutazione misurerà il grado e l'entità di raggiungimento degli obiettivi del programma. Nel valutare l'efficacia del progetto sarà utile considerare i) Se l'obiettivo generale e specifico del progetto sono stati chiaramente identificati e quantificati, ii) Verificare se le caratteristiche progettuali del progetto sono coerenti con 1'obiettivo generale e l'obiettivo specifico, iii) verificare in che misura gli obiettivi generali sono stati raggiunti, iv) Analizzare i principali fattori che hanno influenzato il raggiungimento degli obiettivi. Impatto: La valutazione misurerà gli effetti diretti ed indiretti provocati dal progetto nel contesto di riferimento. Nel valutare l'impatto si dovrà tenere conto di quali reali cambiamenti l'iniziativa ha provocato nella collettività. La valutazione stimerà l'orientamento strategico del progetto in relazione al contributo apportato. Sostenibilità: Si valuterà la capacità del progetto di produrre e riprodurre benefici nel tempo. Nel valutare la sostenibilità del progetto sarà utile considerare in che misura i benefici del progetto continuano anche dopo che è cessato l'aiuto della DGCS, ii) verificare i principali fattori che hanno influenzato il raggiungimento o il non raggiungimento della sostenibilità del progetto. 5. Outputs Gli outputs dell’esercizio saranno: Rapporto finale 67 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Un rapporto finale in inglese e in italiano con i risultati e le raccomandazioni per indirizzare i citati criteri chiave di valutazione. Quattro pagine di sommario del Rapporto di Valutazione del Progetto in inglese e in italiano. 6. Metodologia L'attività di valutazione ex post dovrà appurare che le previsioni di impatto si siano effettivamente verificate ed identificare le cause degli eventuali scostamenti. La valutazione sarà effettuata attraverso analisi di varie fonti informative, indagini di dati derivanti dalle attività di monitoraggio dei vari settori quali quello della formazione al lavoro, del sostegno al reddito, del miglioramento delle condizioni sanitarie, del sostegno a donne e giovani. Inoltre saranno utilizzate interviste con le controparti governative, con i partners del progetto, con i benefici ari diretti ovvero con la popolazione delle suddette zone, con i gestori e con lo staff del progetto. A questo scopo, il valutatore intraprenderà una missione in situ nella Repubblica Islamica dell’Afghanistan. 7. Disposizioni gestionali, piano di lavoro e quadro temporale 1 Desk Analysis Revisione della documentazione r relativa al progetto. 2 Field Visit Il team di valutazione visita i luoghi 10 giorni lavorativi del progetto, intervista le parti coinvolte, i benefici ari e raccogli informazioni supplementari. e 7 giorni lavorativi Bozza del rapporto di 4 giorni lavorativi valutazione. 4. Commenti delle parti La prima stesura del rapporto di 10 giorni lavorativi interessate e feedback valutazione circola tra le parti per commenti e feedback. Questi nteressate vengono consolidati ed inviati al team di valutazione 3. Rapporto di valutazione 5. Workshop Workshop sulla presentazion della 2 giorni lavorativi e bozza del rapporto di valutazione con il coinvolgiment delle parti interessate presso la DGCS o 6. Relazione finale Il Team di valutazione mette A punto il 7 giorni lavorativi rapporto a a puntodiil valutazione incorporando commenti. i C' Rapporto finale 68 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- E' previsto che il valutatore conduca consultazioni ed incontri con i rappresentanti delle seguenti istituzioni: - Ministero del Rimpatrio - Ministero della Pubblica Sanità - Governatorato di Sar-I- Pul - Ministero dell’Agricoltura - ONG CESVI - RASA – Rabya – e –Balky Advocacy and Skill Building Agency Profilo del valutatore - Ottima conoscenza nel campo della valutazione di progetti di cooperazione allo sviluppo Laurea magistrale Esperienza in interviste, ricerche documentate, redazione e scrittura di relazioni Eccellenti capacità analitiche e di sintesi Eccellenti capacità comunicative e di scrittura Eccellente padronanza della lingua inglese Rapporto finale 69 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- FORMATO SUGGERITO PER IL RAPPORTO DI VALUTAZIONE Riassume i dati chiave del progetto (Titolo e numero del progetto, donatore, data d’inizio e di completamento, budget, area tecnica, amministratore dell’unità della DGCS, reportage geografico) e dati chiave di valutazione (tipo di valutazione, amministratore dell’unità della DGCS, data d’inizio e di completamento della missione valutativa, data di presentazione del nome/i del valutatore/i del rapporto valutativo). Massimo di 3-5 pagine. Dovrebbe mettere a fuoco i risultati Riassunto chiave e le raccomandazioni. Nel presentare il ruassunto si dovrebbe tenere presente che ciò comparirà sul database di valutazione, accessibile sulla intranet della DGCS e sul sito web pubblico. Breve contestualizzazione del - Breve descrizione degli obiettivi e della logica del progetto. progetto e della sua logica - Strategia approvata del progetto e durata dell’implementazione, inclusa la revisione concordata. - Stato d’implementazione e consegna del progetto Obiettivo. Portata e clienti della - Tipo di valutazione. - Breve descrizione dello scopo e della portata della valutazione valutazione. - Clienti e fulcro analitico della valutazione. - Breve descrizione della metodologia usata. Metodologia - Fonti informative, inclusi commenti sulle divergenze e sulle limitazioni. - Commenti sui limiti della metodologia e dei problemi incontrati nella raccolta dei dati. - Breve revisione dei principali stadi d’implementazione Revisione dell’implementazione del progetto, evidenziando pietre miliari e sfide più rilevanti. Basata su domande chiave di valutazione del quadro di Presentazione dei risultati lavoro analitico che potrebbe concentrarsi su questioni chiave (viste nell’Annex 1) Concludere la valutazione facendola derivare dai risultati dai Conclusioni risultati e dalle comunicazioni principali. Le raccomandazioni dovrebbero essere volte al Raccomandazioni miglioramento dei progetti futuri e delle strategie generali della DGCS e pertanto presentate in un modo conciso ed azionabile, rendendo concreti i suggerimenti per ottenere risultati migliori (le raccomandazioni dovrebbero essere numerate). Osservazioni, intuizioni e pratiche estratte dalla valutazione Lezioni apprese di interesse generale al di là della sfera del progetto, che contribuiscono ad una più ampia cultura organizzativa. Dovrebbero includere i TORs e la lista delle persone Annex contattate come qualsiasi altra informazione rilevante. Copertina 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. Rapporto finale 70 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- ALLEGATO N. 2: Elenco delle persone incontrate e intervistate 1. Di Calisto Maurizio, Responsabile UTL Kabul 2. Vettolani Isabella, UTL Kabul 3. Papalia Giuseppe, Secondo Segretario Ambasciata Kabul 4. Friba Majeed, Department Of Women’s Affairs; 5. Gulalai Hotak, Department of Labor, Social Affairs, Martyrs & Disabled; 6. Asadulla Shakifi, Regional Balkh Hospital, Officer Health; 7. Abdul Basidayni, Rural Rehabilitation and Development Department; 8. Rabani Dastgeer, Department Ministry of Economic; 9. Formatori e Formati; 10. Capo villaggio di Pulebaboo. 11. Dott. Shakifi 12. Nooria Khadi 13. Abdul Hay Abdullah 14. Said Talib 15. Hamidullah 16. Naseer Ahmad, 17. Ghulam Farooq 18. Mohammad Nabi, Logista Progetto CESVI nonché accompagnatore del Team di Valutazione Rapporto finale 71 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- ALLEGATO N. 3: Sintesi stadi avanzamento progetto Primo anno di attività (11.10.2005 - 10.01.2007) - Si segnala la variante non onerosa del 10.07.2006 con la quale si richiede per motivi di sicurezza la riduzione dell’intervento alla sola provincia di Balkh e contestuale slittamento inizio progetto nel distretto di Sholgara alla seconda annualità. - Importo erogato dal MAE: euro 257.979,00 euro (come anticipo) I primi sei mesi di attività sono stati dedicati allo start up dell’attività in loco (logistica) e alla messa in sicurezza della missione. Successivamente si è proceduto all’assesment nei 12 distretti, con incontri con i Governatori e i capi dipartimento coinvolti nelle attività previste e successivamente con visite sul campo. A seguito di questi incontri è stato deciso di avviare l’attività solo nei distretti di Deh (2.000 returnees) e Sholgara (6.000 returnees) in quanto considerati idonei, sia per la disponibilità delle autorità locali sia per la presenza di alberi di gelso necessari per l’allevamento del baco da seta. Nei primi mesi sono stati effettuati due corsi di formazione per i membri dello staff locale RASA e CESVI sulla gestione del progetto da parte di consulenti italiani. Alla fine di maggio 2006 è stato tenuto un corso amministrativo e finanziario e, in totale nell’intero anno sono stati tenuti sei corsi su tutti gli argomenti oggetto del programma (contabilità di base, NSP, Organizzazione e management). La variante non onerosa, causata da fattori di natura diversa, ha determinato un ritardo nell’implementazione delle attività previste di tre mesi. Dopo la fase iniziale di start up di circa 6 mesi, sono stati avviati i corsi di formazione per i beneficiari finali del progetto, scelti in base all’anno di rientro in Afghanistan, alla composizione del nucleo famigliare, alle condizioni economiche e alla libertà di spostamento delle donne. Durante il primo anno le attività del progetto sono state svolte solo nel distretto di Deh dove sono stati selezionati 6 villaggi, i quali avevano una elevata presenza di returnees e una buona disponibilità delle autorità locali a cooperare. Il villaggio scelto come pivot, Pulebaboo, era facilmente raggiungibile dagli altri 5 villaggi, ovvero Nawabad, Shirabad ulya, Pusthebag, Nigori, Hazar Jerib. Durante il primo anno di attività, la partecipazione ai corsi di uomini e donne è stata molto alta e le tematiche affrontate riguardavano i diritti umani, gender ed educazione sanitaria. Sono stati avviati tre laboratori di falegnameria: secondo i formatori, su 24 beneficiari del corso, 12 saranno in grado di avviare un’attività autonoma, 8 necessitano di un affiancamento per un periodo limitato e 4 non saranno in grado di avviare l’attività autonomamente. Il compenso erogato ai beneficiari al 10.01.07 per la partecipazione ai corsi è stato di 770.100 AFA pari a 15.532,92 dollari (447,20 dollari a partecipante). La formazione e informazione sanitaria – principalmente corsi per assistenza al parto -, ha visto il coinvolgimento di 40 donne, le quali al termine del corso sono state seguite da una formatrice esperta che ha raccolto i dati degli interventi effettuati dalle partecipanti al corso ed i risultati sono stati più che soddisfacenti. La somma erogata a favore delle beneficiarie è stata di 156.000 AFA pari a 3.146,52 dollari. Per quanto riguarda la creazione e gestione di fondi comuni, in ogni comunità è stato costituito un fondo di risparmio comunitario per avviare piccoli progetti. Per la gestione dei fondi sono stati formati 7 mobilizzatori e la capacità di gestione del fondo variava da Rapporto finale 72 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- villaggio a villaggio. La somma erogata ai formatori e per l’acquisto dell’attrezzatura è stato di 15.000,00 dollari. Oltre alla formazione dei membri delle comunità afghane, si è resa necessaria la formazione del personale dell’ONG locale RASA per la gestione del progetto e per la gestione finanziaria e amministrativa. Alla formazione hanno partecipato sia membri dello staff RASA sia membri dello staff CESVI, utilizzando la metodologia predisposta dall’NSP (National Solidarity Program) elaborata da UNHabitat in collaborazione con il Governo afghano per sviluppare le capacità delle comunità in termini di identificazione, pianificazione, gestione e monitoraggio dei programmi di sviluppo. Durante la prima annualità sono stati utilizzati materiali informativi di Save the Children e UNHCR ha donato 500 saponi a dimostrazione di un efficace coordinamento della comunità internazionale volto alla massimizzazione delle risorse. I corsi sono stati organizzati in due sessioni: una per le donne una per gli uomini e periodicamente si sono avuti incontri con i rappresentanti governativi a Mazar-e-Sharif presso il Dipartimento dell’Economia, il Dipartimento del Lavoro e Sanità, il Dipartimento dei Rifugiati e il Dipartimento delle Donne ai quali veniva consegnato un report dettagliato sulle attività del progetto. Al termine della prima annualità, le attività poste in essere per raggiungere gli obiettivi del progetto, hanno dato risultati soddisfacenti. Dai laboratori di falegnameria sono stati ottenuti dei buoni manufatti che sono stati donati alle scuole, agli ospedali e alle moschee. Un effetto collaterale positivo è stato la volontà da parte dei formatori e dei formandi di avviare parallelamente un corso di alfabetizzazione (non retribuito) per due mesi che si è tenuto presso il centro del CESVI a Deh. La formazione per levatrici di villaggio (TBAs – Traditional Birth Attendant) si è rivelata particolarmente difficoltosa poiché le donne in Afghanistan non hanno capacità decisionale per cui, a seguito della prima fase di selezione, sono seguite numerose defezioni alle quali è dovuta seguire una seconda selezione con relativo slittamento dell’inizio dei corsi. Al termine del percorso formativo, alle beneficiarie è stato distribuito un kit di strumenti utili per lo svolgimento dell’attività in field e un attestato di partecipazione al corso riconosciuto dal Ministero della Salute. L’attività di mobilizzazione comunitaria ha creato le maggiori difficoltà organizzative a causa della problematica relazione tra le due shura (maschile e femminile) esistenti in ogni villaggio. Sono stati selezionati 7 mobilizzatori, un uomo e sei donne per porre le basi per una maggiore connessione tra le due entità al fine di giungere ad una migliore interconnessione per una efficiente ed efficace gestione dei fondi messi a disposizione dall’NSP e dalla comunità locale. Dopo le difficoltà iniziali, dai rapporti stilati dai mobilizzatori e consegnati al CESVI, è emerso che le due shura hanno cominciato a collaborare cercando una soluzione comune ai problemi di volta in volta affrontati. È da registrare che durante il primo anno di attività la gestione dei “saving box” destinati alla raccolta e alla gestione dei fondi della collettività non sono stati gestiti dal partner locale (UNHabitat: facilitating partner dell’NSP per il Distretto di Deh) ma da un soggetto nominato dalla shura e senza alcun tipo di formazione e quindi non in grado di tenere i registri delle entrate e delle uscite, creando ulteriori problemi. I fattori che hanno influenzato il progetto nella prima annualità sono stati diversi. Primo tra tutti, la sicurezza, che ha portato il CESVI in alcuni periodi a ridurre al minimo le attività se non a sospenderle. Nell’area d’implementazione del progetto, a partire dal 2006 si è Rapporto finale 73 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- sviluppato il fenomeno del banditismo. Ciò è stato determinato dal peggioramento delle condizioni economiche dell’area a causa dell’incapacità del Governo Afghano di trovare soluzioni alternative alla distruzione dei campi di oppio che spesso rappresentano l’unico introito per molti nuclei famigliari dell’area a Nord dell’Afghanistan. Tale incapacità da parte del Governo centrale di controllare l’area oggetto dell’attività del progetto ha determinato molti disagi per l’avvio delle attività del progetto. Secondo anno di attività (11.01.2007 / 10.01.2008) - Importo erogato dal MAE: euro 241.015,28 Nelle comunità del distretto di Deh, in cui l’iniziativa è stata implementata dal primo anno, la partecipazione maschile e femminile è stata elevata sia nel primo che nel secondo anno, nel quale sono stati selezionati per la prosecuzione del progetto altri sei villaggi: Karmalik, Ferqa, Pusht-e-Bagh-e Sofla, Shirabad-e Sofla, Uzbakha e Shaikhabad. Per quanto riguarda il distretto di Sholgara, partito nel secondo anno di attività, sono state riscontrate diverse difficoltà, legate principalmente alla sicurezza. Tale distretto si trova a 60 km da Mazar-e-Sharif, collegato da poche strade in pessime condizioni. Inoltre, il rapporto con le autorità locali è stato difficile fin da subito. Infatti, in molti casi le autorità non hanno dato la legittimazione necessaria per la corretta implementazione delle attività. Si sono avuti casi di pirateria, con attacchi alle auto delle ONG che trasportavano il denaro da distribuire tra i partecipanti ai corsi e ai formatori. Anche la scelta dei beneficiari per la partecipazione ai corsi è stata complicata, in quanto gli esclusi hanno avviato ritorsioni nei confronti dello staff, che ha segnalato le minacce al dipartimento del Ministero dell’Economia di Mazar e Sharif che non è riuscito a stabilizzare la situazione. Nonostante tutti i problemi, i corsi di formazioni sono stati avviati e portati a termine. La metodologia utilizzata nel distretto di Sholgara per la formazione dei mobilizzatori è quella messa a punto dall’NSP elaborato da UNHabitat in collaborazione col Governo Afghano per sviluppare le capacità delle comunità in termini di identificazione, pianificazione, gestione e monitoraggio dei propri programmi di sviluppo. Il secondo centro è stato costruito a Qadeem – nel distretto di Sholgara – per la sua posizione centrale rispetto agli altri sei villaggi selezionati, ovvero Qadeem, Tajeki Afghani, Elatan, Qabaqcha, Tashqildi, Safi Dawlat Zai. Durante la seconda annualità, come da variante approvata, sono stati realizzati i seguenti laboratori: Deh: 1. laboratorio per l’allevamento del baco da seta, 10 beneficiarie 1. laboratorio di tessitura, 12 beneficiarie Sholgara: 1. laboratorio di falegnameria, 9 beneficiari 1. laboratorio per l’allevamento del baco da seta, 20 beneficiarie 1. laboratorio di tessitura, 23 beneficiarie Il laboratorio di sericoltura è iniziato in entrambi i distretti il 17.04.2007 e ogni partecipante ha ricevuto 300 AFA (5,70 €) per ogni giorno di presenza. La seta realizzata è stata venduta con non poche difficoltà nei vicini mercati nei quali erano presenti prodotti sintetici provenienti dalla Cina o Pakistan di qualità inferiore e con un prezzo più competitivo. Si è cercato di trovare altri mercati di sbocco in città più lontane per facilitare il contatto tra i produttori e i commercianti di seta. Rapporto finale 74 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Per l’attività di sericoltura, il contributo economico totale per il secondo anno per i due distretti è stato di 534.600 AFA pari a 12.460,83 dollari. Nei laboratori di tessitura avviati nel 2007 le beneficiarie sono state impegnate per 6 giorni a settimana per 4 ore al giorno. Ogni beneficiaria ha ricevuto 200 AFA al giorno pari a 4,66 dollari. Per l’attività di tessitura, il contributo economico per i due distretti è stato di 810.400 AFA pari a 18.889,37 dollari. Per la partecipazione al laboratorio di falegnameria a Sholgara, ogni beneficiario ha ricevuto 200 AFA al giorno per la partecipazione al corso e il contributo economico totale per l’attività è stato di 191.400 AFA pari a 4.461,29 dollari. La formazione sanitaria per le 40 levatrici di villaggio dei due distretti è stata svolta per 13 giorni in classe e 13 giorni in ospedale a Mazar e Sharif e al piccolo ospedale di Sholgara osservando direttamente il lavoro delle trainers. Al termine del corso sono stati rilasciati degli attesati di partecipazione firmati dal Ministero della Salute e un kit di strumenti di prima necessità per lo svolgimento dell’attività in field. La mobilizzazione comunitaria ha coinvolto entrambi i distretti, organizzando 1.325 incontri a cui hanno partecipato 9.981 persone. A causa del diverso livello di preparazione dei mobilizzatori dei due distretti, sono stati avviati due programmi di formazione differenti, dando maggiore attenzione alla preparazione dei mobilizzatori di Sholgara. Durante il secondo anno di attività vi sono stati diversi fattori che hanno rallentato e a volte bloccato la regolare prosecuzione delle attività. Nel 2007 c’è stata una escalation di violenza anche nel nord del Paese, considerato “tranquillo”. Al riguardo è utile ricordare, al fine di comprendere meglio le condizioni in cui si operava, l’uccisione di un cooperante tedesco nella provincia di Sar-e-Pul nel mese di marzo 2007, diversi attacchi contro le truppe ISAF, attacchi a civili sulle strade maggiormente frequentate e contro le scuole. A ciò si aggiunge il difficile rapporto con le autorità locali di Sholgara che ha portato all’interruzione delle attività due volte. Terzo anno di attività (11.01.2008 / 10.01.2009) - Importo erogato dal (MAE): euro 206.343,46 (compreso il saldo) Nel corso della terza e ultima annualità, il CESVI ha presentato un’ ulteriore variante (approvata il 14.04.2008) che permetteva di completare il progetto nel solo distretto di Deh, eliminando quello di Sholgara dove le attività erano iniziate da pochi mesi ma dove non sussistevano più le condizioni di sicurezza. I nuovi villaggi del distretto di Deh selezionati per la terza annualità sono: Said Jan, Ishani, Regestan, Trukmena, Shirmast, Hussain Khil, Paghmani, Zambokan, Mashi, Tokhta, Nawabad Tokhta e Khaspaz. Tuttavia, il fatto di aver concentrato, seppur per pochi mesi, le risorse su un unico distretto, ha permesso di avviare nuovi corsi rivolti a tutti i mobilizzatori coinvolti nel triennio. Prima di abbandonare il distretto di Sholgara sono state avviate tutte le attività di mediazioni possibili con le autorità locali, anche tramite l’intervento dell’autorità governativa di Mazar e Sharif, senza riuscire nell’intento di ristabilire una situazione di normalità. Rapporto finale 75 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- È da registrare che durante il terzo anno di attività la controparte locale RASA, tramite la direttrice – unica figura locale in grado di continuare il progetto – ha completamente abbandonato ogni attività, che ha finito per vanificare gli eventuali ulteriori sviluppi del lavoro svolto dal CESVI. Dall’altro lato, invece, è stato possibile constatare l’ottimo framework con le altre organizzazioni nazionali e internazionali operanti nei diversi settori. Il network si è dimostrato essere un utile strumento per il coordinamento delle attività di intervento. La assidua partecipazione a incontri settoriali e l’organizzazione di tavole rotonde a cui sono stati invitati a partecipare anche rappresentanti dei ministeri coinvolti (Economia, Lavoro, Sanità, Rifugiati e Donne), ha evitato la sovrapposizione delle attività delle diverse organizzazioni operanti nella provincia di Balkh e lo scambio costante di informazioni, ha permesso l’ottimizzazione delle risorse disponibili. La formazione dei mobilizzatori ha coinvolto 13 soggetti (11 donne e 2 uomini). La metodologia utilizzata ha fatto riferimento anche nell’ultima annualità al programma del NSP che propone un nuovo sviluppo sostenibile, al fine di potenziare la comunità al punto da essere in grado di prendere decisioni e controllare le risorse impiegate durante l’intero ciclo del progetto. Durante la terza e ultima annualità, a causa, dell’entrata in vigore della riforma del sistema sanitario, non è stato possibile formare ulteriormente TBA (Traditional Birth Attendands) nei villaggi; inoltre i vincoli di budget e di tempo non hanno permesso di presentare un’ulteriore variante che tenesse conto di questa modifica normativa. Tuttavia, d’accordo con il dipartimento della Sanità di Mazar-e-Sharif, si è deciso di procedere alla selezione di 40 beneficiarie per partecipare a corsi avanzati di igiene, senza però poter rilasciare l’attestato di partecipazione e il kit di strumenti previsto. Alle donne partecipanti al corso d’igiene è stato corrisposto un compenso totale di 156.000 AFA pari a 3.626,28 dollari. Nell’ultima annualità sono stati realizzati: 1 laboratorio per l’allevamento del baco da seta, 30 beneficiarie 1 laboratorio di tessitura, 35 beneficiarie 1 laboratorio di falegnameria, 9 beneficiari Le beneficiarie sono state divise in due gruppi: allevamento del baco da seta e filatura. Una novità del terzo anno è stata l’introduzione di un corso di colorazione della seta. Nonostante la produzione di un prodotto qualitativamente apprezzabile si è riscontrata nel terzo anno, come negli anni precedenti, una notevole difficoltà per la vendita dei prodotti realizzati. Il ricavato dei prodotti venduti è stato ripartito equamente tra le beneficiarie. Il compenso distribuito alle partecipanti ai corsi per l’allevamento del baco da seta è stato di 502.500 AFA pari a 13.072,54 dollari e 927.500 AFA pari a 24.128,92 dollari per due mesi di formazione. Al laboratorio di falegnameria hanno partecipato 9 giovani returnees, grazie al quale hanno appreso le tecniche per la realizzazione di tavoli, sedie, panche e leggii. Alla fine del corso erano in grado di realizzare anche porte e finestre. Ad ogni beneficiario sono stati dati 250 AFA per ogni presenza e il contributo totale erogato è stato di 238.250 AFA pari a 6.198,07 dollari. A corollario delle attività generatrici di reddito sono stati organizzati corsi di alfabetizzazione (non retribuiti) della durata di 1 ora per 4 mesi. Rapporto finale 76 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Durante l’ultima annualità, nel mese di ottobre 2008, il CESVI ha fatto richiesta al MAE di una V variante non onerosa, per consentire la procedura di donazione delle attrezzature utilizzate per gli uffici di Mazar-e-Sharif in favore della controparte locale ONG RASA e per il trasferimento del progetto dalla provincia di Balkh a Kabul, al fine di consentire le operazioni di chiusura del progetto e in particolare, per presentare i report finali ai vari ministeri coinvolti, in particolare al Ministero dell’Economia, che attraverso la sua struttura A.C.B.A.R. (Agency Coordinating Body for Afghan Relief) supervisiona l’operato delle ONG nazionali ed internazionali che operano in Afghanistan. Rapporto finale 77 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Allegato 4: Sintesi field visit: Mazar-e-Sharif Durante la visita in loco, il Team di valutazione ha incontrato ed intervistato: A. B. C. D. E. F. G. Friba Majeed, Department Of Women’s Affairs; Gulalai Hotak, Department of Labor, Social Affairs, Martyrs & Disabled; Asadulla Shakifi, Regional Balkh Hospital, Officer Health; Abdul Basidayni, Rural Rehabilitation and Development Department; Rabani Dastgeer, Department Ministry of Economic; Formatori e Formati; Capo villaggio di Pulebaboo. Tutti i soggetti intervistati hanno mostrato la massima disponibilità e collaborazione. Sono state poste sia domande specifiche sul progetto sia domande di carattere generale in merito alla situazione dell’Afghanistan durante l’implementazione del progetto e sulla situazione attuale, al fine di avere un ulteriore elemento di analisi sull’impatto del progetto nella provincia di Balkh. Prima di riportare il resoconto delle domande e delle risposte dei funzionari intervistati, sono opportune due precisazioni: a. A parte il Dott. Shakifi dell’ospedale di Mazar e Sharif che ha avuto esperienza diretta nel progetto CESVI, gli altri funzionari (figure apicali degli uffici ministeriali di Mazar e Sharif) sono stati nominati dopo il termine del progetto di cooperazione e quindi le informazioni fornite sono state da loro raccolte presso gli uffici stessi (il team di valutazione, tramite l’accompagnatore locale, aveva precedentemente provveduto ad informare gli interlocutori sui contenuti generali dell’intervista); b. A parte il Dott. Shakifi dell’ospedale di Mazar e Sharif, nessun altro interlocutore conosce l’inglese. Pertanto le domande, fornite dal team di valutazione, sono state poste in lingua locale dall’accompagnatore che poi ha tradotto in inglese le risposte. A. Department Of Women’s Affairs, Friba Majeed 1. QUAL È LA SITUAZIONE DELLE DONNE IN AFGHANISTAN E NELLA PROVINCIA DI BALKH? Rapporto finale 78 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Il mio dipartimento ha come obiettivo principale la diffusione e la tutela dei diritti delle donne. In secondo luogo, ma non meno importante, è il sostegno che offriamo loro per la ricerca di un lavoro. Purtroppo nella società afghana le donne hanno ancora molte difficoltà dovute alla mancanza di libertà che le limita negli spostamenti e nell’accesso a tutte le strutture pubbliche e private. 2. IN CHE MISURA, A SUA CONOSCENZA, GLI OBIETTIVI DEL PROGRETTO CESVI HANNO CENTRATO LE PRIORITÀ IDENTIFICATE DAL DIPARTIMENTO PER GLI AFFARI FEMMINILI NELLA PROVINCIA DI BALKH E I BISOGNI EFFETTIVI DELLA POPOLAZIONE? Il CESVI, con i corsi di formazione per la coltivazione del baco da seta e tessitura della seta, ha sicuramente favorito un’attività generatrice di reddito utile e facilmente replicabile. Ciò è condiviso dal mio Dipartimento. Anzi, in questo momento stiamo svolgendo dei programmi di formazione sulla tessitura della seta molto simili a quelli del CESVI. Ad oggi il progetto è stato implementato in 5 Province del Nord Afghanistan (Balkh, Jawzian, Faryab, Samangan e in alcune aree della provincia di Baghlan). Questo progetto non è destinato specificamente ai returnees però alcune donne che partecipano ai corsi sono rientrate dall’Iran o da province interne all’Afghanistan, e oggi, grazie ai corsi di formazione riescono a produrre ottimi prodotti. Ci occupiamo anche della commercializzazione dei prodotti e cominciamo a raccogliere proposte di acquisto anche da alcune società estere. 3. QUINDI LA SUA VALUTAZIONE DEL PROGETTO E’ POSITIVA? Il progetto ha avuto sicuramente degli effetti positivi per le donne coinvolte. Tuttavia, mi risulta che con la fine del progetto nessuno ha continuato a seguire l’attività delle beneficiarie. Inoltre, in questo periodo nel distretto di Sholgara rileviamo una costante e intensa migrazione interna; e l’UNHCR cerca di offrire loro un supporto, ma la cosa di cui hanno realmente bisogno, ed è il motivo principale che genera questo disagio interno alla comunità, è l’assenza di opportunità di lavoro. 4. IL DIPARTIMENTO HA MONITORATO L’ATTIVITÀ DI FORMAZIONE IN LOCO O LA VALUTAZIONE È STATA FATTA SULLA BASE DEI DATI FORNITI DAL CESVI/RASA? Mi risulta che CESVI periodicamente riferiva riguardo l’attività svolta. Fin da subito il mio ufficio ha collaborato con il CESVI condividendone gli obiettivi e cercando di trovare le soluzioni migliori per superare le difficoltà che si presentavano periodicamente. Ad esempio, ci è stato riferito il fatto che i filati di seta avevano difficoltà a trovare un mercato di sbocco. Oggi posso affermare con soddisfazione che il problema allora segnalato dal CESVI è stato affrontato e risolto grazie all’impegno di altre Amministrazioni con la collaborazione di Agenzie internazionali. Infatti nel programma in corso ci occupiamo anche di raccogliere parte dei manufatti prodotti nelle cinque province che poi vengono venduti o in Paesi confinanti o in Paesi più lontani. Gli altri prodotti si vendono nei mercati locali delle principali città di ognuna delle cinque provincie. 5. QUALI SONO LE CONDIZIONI ATTUALI DELLE DONNE “RETURNEES”? Nonostante le difficoltà dovute principalmente alla ridotta possibilità delle donne di assumere decisioni e di lavorare in proprio, problema che riguarda gran parte delle donne Rapporto finale 79 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- che non vivono in città, e non solo quelle rientrate dall’esilio, stiamo riuscendo a coinvolgere con il nostro programma anche alcune donne che abitano nei villaggi. 6. QUAL’E’ IL RAPPORTO TRA RETURNEES E RESIDENTI? Non buoni a causa della precaria situazione economica del Paese. Il lavoro manca per molti residenti i quali, nel momento in cui vedono giungere decine di persone che vengono addirittura pagate per frequentare corsi di formazione, cercano di opporsi al loro insediamento anche perché non tengono conto dei benefici indiretti che il progetto ha su tutta l’area di intervento. B. Regional Balkh Hospital, Officer Health Asadulla Shakifi 1. QUAL’E’ LA SITUAZIONE SANITARIA NELLA PROVINCIA DI BALKH? Posso affermare che oggi più del 50% delle persone della provincia ha accesso alle strutture sanitarie pubbliche, e noi siamo molto felici che le persone prestano attenzione alla propria salute e il Governo afghano, le ONG e le Organizzazioni internazionali che lavorano nel settore della salute hanno aiutato molto a diffondere i sani principi per una corretta salvaguardia della salute. La nostra struttura ospedaliera ha aperto tre nuovi centri ospedalieri, di modeste dimensioni, ma che riescono a salvare molte vite umane, nei distretti di Balkh, Bamioti e Jalalabad. 2. IN CHE MISURA IL PROGRAMMA DEL CESVI HA IDIVIDUATO LE PRIORITÀ STRATEGICHE DEL DIPARTIMENTO DELLA SANITÀ NELLA PROVINCIA DI BALKH E I BISOGNI EFFETTIVI DELLA POPOLAZIONE? È bene precisare che la situazione sanitaria e igienica in Afghanistan è molto precaria in generale. Il corso per le assistenti al parto (TBA) avviato dal CESVI, che ho conosciuto direttamente, è stato sia importante che interessante. Infatti, dato il numero elevato di bambini partoriti da ogni donna afghana (in media ogni donna partorisce sei bambini) la formazione di assistenti all’interno di villaggi mal collegati alla città a causa delle strade dissestate, ha permesso sicuramente di migliorare le condizioni di parto dal punto di vista igienico e, soprattutto, queste assistenti hanno imparato a riconoscere i parti difficili, consigliando il trasferimento immediato presso un centro ospedaliero, salvando la vita a Rapporto finale 80 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- molte donne e bambini. L’ospedale provinciale di Mazar conta 6 dipartimenti dislocati sul territorio dotati di strumenti e medicinali. 3. IL DIPARTIMENTO HA MONITORATO L’ATTIVITÀ DI FORMAZIONE IN LOCO O LA VALUTAZIONE È STATA FATTA SULLA BASE DEI DATI FORNITI DAL CESVI? Naturalmente. C’è stata sin da subito una completa sintonia tra noi e l’ONG CESVI. Il problema sanitario è in Afghanistan un’emergenza prioritaria. Nel 2012 la mortalità infantile nel primo anno di vita è stata di circa 100 bambini su ogni 1.000 nati. Avere un sostegno nella formazione in attività come quella promossa dal CESVI è stato per noi molto importante, in quanto grazie alla presenza delle assistenti al parto, riusciamo ad avere una migliore copertura del territorio; ciò favorisce la riduzione della mortalità infantile. Purtroppo siamo ancora lontani da risultati soddisfacenti e c’è tanto da fare. 4. IN CHE MISURA GLI INTERVENTI PROMOSSI DAL CESVI HANNO CONTRIBUITO AL MIGLIORAMENTO DELLE CONDIZIONI SANITARIE DI BASE? Il progetto prevedeva la realizzazione di diversi corsi di formazione attraverso l’apprendimento in classe e successivamente le insegnanti (infermiere professioniste e medici) assistevano le corsiste sul campo. Ciò ha permesso loro di acquisire l’informazione e le tecniche necessarie a garantire la sicurezza durante il parto. È bene ricordare che al termine del periodo di formazione e a seguito del feedback positivo dei trainers, veniva rilasciato un diploma riconosciuto dal Ministero della Salute che ha permesso a queste donne di svolgere la libera professione, che esercitano tuttora, nella provincia di Balkh e alcune di loro lavorano anche come assistenti in questo ospedale. 5. IN CHE MISURA GLI EFFETTI DEL PROGRAMMA SONO STATI RIPRODOTTI DOPO LA CONCLUSIONE DEL PROGRAMMA? Sono stati avviati 2 progetti similari finanziati e gestiti direttamente dal Governo afghano: uno prevede la formazione di ostetriche e un altro serve per formare infermiere. Il secondo corso di formazione, ricalca la metodologia utilizzata dal CESVI e prevede quindi un periodo di formazione teorica e una formazione sul campo, attraverso l’assistenza a personale specializzato. 6. CI SONO STATE DELLE DIFFICOLTA’ ORGANIZZATIVE O METODOLOGICHE TRA IL DIPARTIMENTO DELLA SANITÀ E IL CESVI? Purtroppo si. Infatti, è doveroso segnalare che nel 2008 è cambiata la normativa di riferimento per lo svolgimento di alcune attività considerate “sensibili”, ovvero quelle attività che hanno un impatto diretto sulla vita delle persone. Tra queste attività rientra anche quella di TBA, per la quale sono stati fissati requisiti più stringenti (due anni di studio e successivo esame) che non hanno permesso al CESVI di organizzare ulteriori corsi di formazione nonostante la domanda di assistenti al parto sia diffusa. Rapporto finale 81 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- C. Rural Rehabilitation and Development Department, Abdul Basidayni 1. IN CHE MISURA LA STRATEGIA DEL PROGRAMMA DEL CESVI HA INDIVIDUATO LE PRIORITÀ STRATEGICHE IDENTIFICATE DAL GOVERNO AFGHANO E AI BISOGNI EFFETTIVI DELLA POPOLAZIONE? L’Afghanistan è un Paese che vive da sempre emergenze umanitarie. L’agricoltura è il settore economico principale in Afghanistan e per molte famiglie la coltivazione dei campi rappresenta l’unica possibilità di procurarsi il cibo o di generare reddito attraverso la vendita dei prodotti nei mercati locali. Il programma del CESVI non ha apportato dei benefici diretti allo sviluppo rurale perché tale programma aveva altri obiettivi. Tuttavia, ci sono stati dei benefici indiretti che vado ad esporre: Il CESVI ha avviato programmi sia di formazione individuale che di mobilizzazione collettiva. In tale ambito si prevedevano incontri con la popolazione dei villaggi per la creazione di attività generatrici di reddito attraverso la creazione di uno strumento di risparmio locale che stiamo riuscendo a replicare in modo soddisfacente con un altro programma promosso dalla Banca Mondiale. Sto parlando del “Saving Box” cioè un fondo di risparmio al quale partecipano, in forma volontaria, gli abitanti di un villaggio dal quale possono attingere gli stessi residenti per avere dei finanziamenti (a basissimo tasso) per avviare delle attività commerciali. 2. IN CHE MISURA GLI INTERVENTI PROMOSSI DAL CESVI HANNO CONTRIBUITO AL RIPRISTINO/RAFFORZAMENTO DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI REDDITO? Il nostro Dipartimento sta realizzando – con un discreto successo - attività similari a quelle avviate dal CESVI, attraverso il programma denominato Afghan Rural Enterpise Development Program (AREDP). Il programma prevede anche la realizzazione di “Saving Box” e viene portato avanti in 40 villaggi della provincia di Balkh, nei quali vengono realizzate forme di collaborazione all’interno della comunità. Settimanalmente un rappresentante del Ministero tiene degli incontri presso i villaggi per verificare la corretta contabilizzazione delle risorse finanziarie e naturalmente la corretta gestione delle stesse. Rapporto finale 82 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Le risorse che confluiscono nel fondo possono essere poi richieste per avviare attività commerciali e produttive. Ci sono due modalità per la creazione dei “Saving Box”: 1. La prima modalità prevede che la partecipazione al fondo comune avviene su base volontaria da parte dei membri della comunità. 2. La seconda modalità prevede che chi intende partecipare alla creazione del fondo ne faccia esplicita richiesta alla Shura locale. L’adesione determina un obbligo per il partecipante al Saving Box in quanto è obbligato a versare il corrispondente di 1 o 2 euro al mese per ogni componente del nucleo familiare. 3. COME FUNZIONA NELLO SPECIFICO IL SAVING BOX E COME VIENE GESTITO? Un soggetto che vuole intraprendere o ampliare un’attività commerciale o produttiva, può chiedere un sostegno economico attingendo alle risorse del fondo. Il Saving Box si basa esclusivamente sulla fiducia. Infatti, è la comunità che decide se una persona è meritevole di un prestito o no, e ciò dipende dalla fiducia che la comunità ha nei confronti del richiedente. Se la comunità ritiene meritevole il soggetto richiedente, viene fatta richiesta al nostro Dipartimento il quale valuta la validità del progetto che si intende implementare. Se il progetto è valido viene stipulato un agreement in base al quale viene stabilito che la somma di denaro ricevuta dovrà essere restituita in un periodo di tempo ben definito. 4. IN QUALE MISURA IL PROGRAMMA APPENA ILLUSTRATO E PROMOSSO DAL CESVI HA CONTRIBUITO AD AUMENTARE LE CAPACITÀ DELLE COMUNITÀ LOCALI DI MIGLIORARE I PROCESSI DI SVILUPPO ECONOMICO E SOCIALE? È evidente il beneficio che deriva dall’implementazione di tale attività. In primo luogo consente al Governo Afghano di limitare gli esborsi finanziari per sostenere le economie locali. In secondo luogo si sta migliorando il rapporto all’interno delle comunità per il fatto che ogni soggetto che partecipa al Saving Box si sente responsabile direttamente delle attività create con i fondi comuni. 5. QUANTI SONO GLI AGREEMENTS STIPULATI DALL’INIZIO DEL PROGRAMMA AD OGGI? Purtroppo non sono in grado di darvi una risposta precisa ma credo in un paio di anni siano stati stipulati circa 100 agreements. 6. LA COMUNITÀ INTERNAZIONALE SOSTIENE IL PROGETTO DEL DIPARTIMENTO DELLA RIABILITAZIONE RURALE E SVILUPPO? Fortunatamente si. Il Governo danese ad esempio, quando è venuto a conoscenza di questa iniziativa, si è prodigato per la promozione del “saving box” nella nostra provincia e sta seguendo in un villaggio lo sviluppo di questo progetto. Oggi il programma AREDP è attivo in quattordici province dell’Afghanistan e coinvolge circa un migliaio di villaggi. Rapporto finale 83 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- D. Department of Labor, Social Affairs, Martyrs & Disabled, Gulalai Hotak 1. QUAL È LA SITUAZIONE LAVORATIVA NELLA PROVINCIA DI BALKH E L’IMPATTO CHE HANNO I RETURNEES SUL MERCATO DEL LAVORO? Non buona perché la situazione attuale dei returnees non è soddisfacente, in quanto non esiste un programma specifico per loro. I returnees hanno difficoltà a trovare lavoro. Io posso suggerire che se ci sono delle ONG o altri progetti umanitari per aiutare e assistere returnees, disabili, vedove o bambini orfani, devono provvedere a trovargli un lavoro. 2. SAPREBBE DIRCI DOVE ARRIVA L’AIUTO DELLA COMUNITA’ INTERNAZIONALE? Il fenomeno dei returnees è un fenomeno negativo generato dai Paesi confinanti quando vogliono destabilizzare un’economia o un’area. La comunità internazionale (UNHCR United Nation Hight Commissioner for Refugees– Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati) interviene immediatamente per sostenere queste persone. Purtroppo tale attività di prima accoglienza non ha una prosecuzione. In parole povere i returnees vengono abbandonati in questi centri di prima accoglienza. Il fenomeno dei returnees ha riguardato dal 2003 al 2013 circa 5.7 milioni di persone e solo per il 2013 i returnees ad oggi sono 172.000 e gli sfollati ammontano a 700.000 unità (programma IDP). Quelli che ritornano volontariamente hanno un contributo di 150 dollari a testa (ci sono ancora 2.5 milioni di potenziali returnees nei Paesi confinanti con l’Afghanistan) e un aiuto a trovare un alloggio. 3. POTREBBE FORNIRCI UNA PERCENTUALE DI OCCUPATI NELLA PROVINCIA DI BALKH? Rapporto finale 84 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Ritengo che in questa provincia abbiano un lavoro circa il 60% degli uomini e solo il 2025% delle donne. Le donne possono lavorare solo se autorizzate dal marito o dalla famiglia se non sono sposate. Tale statistica è personale perché i dati ufficiali sono ancora carenti. 4. QUAL È LA SITUAZIONE LAVORATIVA DELLE DONNE? Non c’è lavoro in generale, ma per le donne la situazione è molto più difficile per la scarsa capacità decisionale e la quasi inesistente possibilità di spostarsi liberamente. Ciò limita fortemente qualunque attività e, se anche una donna avesse la possibilità di realizzare dei prodotti artigianali non avrebbe la possibilità di raggiungere il mercato per vedere i prodotti, se non accompagnata da un parente maschio. Tale situazione scoraggia qualunque iniziativa. C’è da dire un’altra cosa. Il tasso di analfabetismo in Afghanistan è elevato, specialmente per la popolazione che ha più di 20-25 anni anche perché quando dovevano frequentare la scuola c’era la guerra e prima i Talebani. Per le donne che vivono nei villaggi, e sono la maggioranza della popolazione, il tasso di analfabetismo è ancora più elevato. Le bambine e le ragazze vanno a scuola solo se la scuola è vicino a casa. Penso che le donne afghane siano molto intelligenti e se fosse loro permesso di studiare di più, saprebbero conquistarsi maggiore libertà e trovare o inventarsi un lavoro più facilmente. Attualmente, nei villaggi di questa provincia ritengo che frequentino la scuola circa 20 ragazze ogni cento: è un numero molto basso, è vero, ma dieci anni forse erano solo 2-3 su cento. Spero che tra dieci anni tutte le donne potranno ricevere almeno un’ istruzione di base. 5. LEI CONOSCE IL PROGRAMMA PROMOSSO DAL CESVI? Io lavoro in questo Dipartimento dal 2010 e non ho informazioni dirette sul programma CESVI nella provincia di Balkh, ma sapevo che c’erano dei progetti implementati dal vostro Ministero degli Esteri e prima di incontrarvi mi sono informata sul progetto. Da una veloce analisi, l’ho trovato molto interessante, specialmente il contesto afghano del tempo ed ho potuto constatare che l’ONG italiana aveva una buona conoscenza della condizione dei returnees e delle donne afghane, promuovendo delle attività che sicuramente hanno avuto un impatto positivo nel distretto in cui è stato implementato. In questo momento però è necessario migliorare il coordinamento delle attività del Governo afghano con i progetti promossi dalle organizzazioni internazionali e dalle ONG. Rapporto finale 85 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- E. Department Ministry Of Economic, Rabani Dastgeer 1. ESISTE UN COORDINAMENTO TRA IL MINISTERO DELL’ECONOMIA E LE ONG E TRA LE STESSE ONG? Negli anni immediatamente successivi alla fine del conflitto, le ONG si recavano in Afghanistan senza avere ben chiara la situazione, creando una sovrapposizione di attività e lasciando “scoperte” intere aree di attività, che in una situazione di emergenza determinata dalla guerra sono comunque fondamentali per il Paese. In seguito, per porre un freno a tale situazione abbiamo messo a punto delle normative al fine di trarre il massimo beneficio dall’aiuto della comunità internazionale. La normativa attualmente in vigore è del 2010 è ha l’obiettivo di rappresentare meglio al nostro Ministero e al Governo afghano le attività che la NGO vuole intraprendere nel nostro Paese. Il provvedimento si chiama NGO LAW: Counterpart International – Initiative to Promote Afghan Civil Society and International Center for Not-for-Profit Law ed è un vero manuale operativo che deve essere rispettato dalle ONG. A seguito dell’emanazione di tale legge, ogni ONG che volesse avviare delle attività in Afghanistan, deve opportunamente contattare il Dipartimento dell’Economia il quale, indirizza nel modo migliore l’attività promossa dalla ONG. Nel caso in cui non fosse possibile per la ONG modificare la sua iniziale posizione per adattarla alle esigenze della provincia, viene individuata un’area nella quale una simile attività non è stata ancora sviluppata precedentemente. Nel 2012 abbiamo dovuto chiudere le attività di circa 200 ONG estere perché non avevano rispettato la legge non inviando i report periodici per più di due anni. 2. COME AVVIENE QUESTA COORDINAZIONE? Come dicevo, le ONG devono inviarci una richiesta formale dalla quale si evinca la finalità del progetto e le modalità di esecuzione. Un fattore fondamentale sul quale si basa il rilascio dell’autorizzazione è la sicurezza dell’area nella quale implementare il progetto. Se l’istruttoria ha esito positivo rilasciamo un’autorizzazione per lo svolgimento dell’attività. In media, ogni sei mesi, le ONG che operano in Afghanistan devono riferire al nostro Dipartimento sullo stato delle attività. Qualora ciò non avvenisse l’autorizzazione viene revocata. Al termine del periodo di gestione del programma viene rilasciato un attestato di gradimento per l’attività svolta. Inoltre per poter lavorare l’ONG deve assumere una o due persone nate e residenti in Afghanistan o avere un rappresentante legale in Afghanistan. Rapporto finale 86 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 3. CONOSCE IL PROGRAMMA DEL CESVI? Si anche se indirettamente. È stato un progetto interessante e con qualche problema di sicurezza. Infatti mi risulta che in certe occasioni l’attività del progetto è stata rallentata se non sospesa a causa dell’instabilità dell’area in termini di sicurezza. I miei collaboratori mi hanno riferito che il nostro Dipartimento è dovuto intervenire, su sollecitazione del CESVI, con gli amministratori locali e la shura dei villaggi per trovare un punto di incontro e far proseguire il progetto. 4. A SUO PARERE, I CORSI DI FORMAZIONE DI FALEGNAMERIA PER I GIOVANI E QUELLI DI SERICOLTURA, TESSITURA DELLA SETA E ASSISTENZA AL PARTO PER LE DONNE REALIZZATI DAL CESSVI HANNO CONTRIBUITO A MIGLIORARE LA SITUAZIONE ECONOMICA DELLE COMUNITÀ LOCALI? Sicuramente ci sono stati dei vantaggi sia per la comunità residente che per i returnees. Probabilmente, così come accade per altri progetti di formazione, non tutti i partecipanti ai corsi CESVI sono riusciti poi a trovare un lavoro ma nel complesso il risultato è positivo. Mi sembra che la scelta dei temi dei corsi sia stata molto opportuna e abbia aiutato molte di queste persone a trovare un lavoro e a mantenersi. Siamo molto riconoscenti alle ONG per questo loro generoso sostegno allo sviluppo del nostro Paese e guardiamo con favore ogni nuovo contributo in tal senso. 5. IN CHE MISURA IL PROGRAMMA DEL CESVI HA INDIVIDUATO LE PRIORITÀ STRATEGICHE IDENTIFICATE DAL GOVERNO AFGHANO E I BISOGNI EFFETTIVI DELLA POPOLAZIONE? L’Afghanistan si trova in una situazione difficile, sia socialmente che economicamente per l’assenza di lavoro. L’unica fonte di sostentamento per molte famiglie proviene dalla produzione in proprio di prodotti agricoli. Sono consapevole che le attività delle ONG migliorano la condizione sociale e sanitaria del nostro popolo ma non sono in grado di determinare lo sviluppo vero e proprio. Abbiamo bisogno di incrementare la produzione agricola irrigando i nostri terreni, di impiantare fabbriche per la trasformazione dei prodotti agricoli, dobbiamo favorire le attività imprenditoriali private, costruire nuove strade e migliorare quelle esistenti nonché edificare nuove centrali elettriche e potenziare la rete di distribuzione. Ci aspettiamo molte soddisfazioni a breve dall’industria mineraria. Per la prima volta l'Afghanistan ha l’opportunità di trasformare le sue risorse di minerali e di idrocarburi in una grande ricchezza per il nostro popolo. Anche per questo settore in forte espansione abbiamo la necessità di collaborare con il settore privato per mobilitare le ingenti risorse necessarie per sostenere le attività minerarie. Certo, so bene che tutto ciò non è compito del CESVI né delle altre ONG ma del nostro Governo, con il sostegno della Banca Mondiale e dei Paesi come l’Italia che ora può investire e guadagnare nel nostro Paese dopo averci aiutato a risollevarci. Rapporto finale 87 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Allegato 5: Sintesi field visit: ex centro di formazione villaggio di Polebaboo, incontro con le autorità locali (shura), alcuni beneficiari e con membri dello staff locale ex CESVI Il team di valutazione ha ritenuto opportuno visitare il solo centro di Polebaboo nel distretto di Dedhadi e non anche quello del villaggio di Qadeem nel distretto di Sholgara in considerazione sia della distanza - circa 60 km di strade dissestate dalla città di Mazar e Sharif (dove alloggiava il team) e per questo ritenuto ancora poco sicuro -, sia soprattutto perché tale centro ha operato, in modo discontinuo, solo per un anno (dalla primavera del 2007 ai primi mesi del 2008). In data 20 marzo 2013, la missione di valutazione ha visitato il villaggio di Pulebaboo, distretto di Deh, che si trova a circa 15 km dal centro di Mazar-i Sharif, capoluogo della provincia di Balkh. Il villaggio di Pulebaboo è stato scelto dal CESVI come luogo pivot per l’implementazione del progetto in quanto si trova al centro di un complesso di altri villaggi nei quali sono stati selezionati i corsisti (returnees) ed effettuate le attività di mobilizzazione: Nawabad, Shirabad ulya, Pusthebag, Nigori, Hazar Jerib, Uzbeka, Karmalik, Shaikabad, Ferga, Shirabad Sofia, Hussain Khil, N. Tokhta, Tokhta, Paghmani, Mashi, Zambokan, Shir Mast, Khanaqa Kalan, Registan, Said Jan, Turkamana, Khasa Paz. Foto n. 1 - Strada principale di Pulebaboo Foto n. 2 traversa strada principale Polebaboo Rapporto finale 88 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Durante la visita i residenti del villaggio hanno mostrato curiosità e disponibilità ad assisterci e a rispondere a tutte le nostre domande, tanto che la visita si è conclusa con un invito a pranzo presso l’abitazione di un rappresentante della shura del villaggio, al quale hanno partecipato anche membri locali dello staff del progetto CESVI. Ciò evidenzia gli ottimi rapporti a suo tempo instaurati tra la comunità locale e i promotori del progetto. Foto n. 3 – casa del capo villaggio: da sinistra: mobilizzatore, addetti alla logistica, membro del team di valutazione Le Autorità locali e gli ex mobilizzatori hanno mostrato il villaggio e poi presentato alcuni residenti e i returnees. I primi, beneficiari indiretti del progetto, hanno comunque dimostrato di apprezzare il lavoro svolto e l’impressione generale ricevuta circa le relazioni tra residenti e returnees è positiva (e diversa rispetto a quella fornita dalle autorità) in quanto i residenti (almeno in questo villaggio) hanno cercato di sostenere l’integrazione degli esiliati; inoltre, questi ultimi, spesso hanno contribuito allo sviluppo sociale dei locali raccontando loro la propria esperienza di usi e costumi appresi all’estero in Paesi più avanzati dell’Afghanistan. Tra i returnees ci sono sia ex residenti (costretti all’esilio) sia Rapporto finale 89 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- sfollati. Le informazioni raccolte dal Team sono contrastanti da quelle ufficiali. Secondo alcuni returnees e sfollati, le organizzazioni internazionali hanno fornito loro solo assistenza saltuaria dal punto di vista economico e nessun alloggio; a questo hanno provveduto meglio i residenti. Nel villaggio oggetto di valutazione e pivot dell’area di implementazione del progetto, i returnees provenivano dal Pakistan e dall’Iran. Foto n. 4 - Sede della Shura di Pulebaboo. Foto 5: Rappresentanti della Shura Dopo gli incontri con i rappresentanti del villaggio (shura), il team è stato condotto nel luogo in cui venivano effettuati i corsi di formazione. Attualmente il proprietario dell’edificio ha affittato il fondo ad un contadino che alleva mucche e anatre. Di seguito si riportano alcune foto del sito. Foto n. 6, 7 e 8: Edificio in cui si sono tenuti i corsi di formazione Rapporto finale 90 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Foto n. 7 Foto n. 8 Rapporto finale 91 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Foto 9 e 10: aule in cui si tenevano i corsi di formazione Foto n. 10 Rapporto finale 92 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Foto n. 11 - Addetto alla sicurezza del centro di formazione Successivamente il Team ha incontrato alcuni beneficiari dei corsi, preventivamente individuati dagli ex mobilizzatori. Ci è stato riferito che è stato molto difficile trovare delle donne disponibili ad incontrare degli estranei. Alla fine ne hanno trovata una che ha accettato grazie all’approvazione del cognato, sempre presente durante l’incontro. Il Team si è recato presso l’abitazione di un uomo che otto anni fa ha accolto in casa sua la cognata, moglie di suo fratello morto di malattia dopo il rientro da quattro anni di esilio in Pakistan. La signora Nooria Khadi (patronimico) di 38 anni abita con i suoi quattro figli nel villaggio di Pushtebag. Il CESVI la selezionò per un corso di tessitura della seta. La signora lavora in una piccola stanza dell’abitazione del cognato e produce con il telaio donatole dal CESVI dei veli e manufatti di seta di pregevole fattura che vende sul mercato locale. Il reddito che percepisce le permette di mantenere i suoi figli e vivere dignitosamente; probabilmente, grazie anche a questa sua indipendenza economica ha deciso di non risposarsi. L’opportunità offertale dal CESVI ha rappresentato, come da lei dichiarato, la sua salvezza senza la quale forse si sarebbe ridotta ad elemosinare per strada, come buona parte delle donne vedove afghane che non sono istruite e non sanno svolgere attività artigianali. Foto n. 12 – Signora Nooria con il telaio donato dal CESVI Rapporto finale 93 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Foto n. 13 - telaio utilizzato per la tessitura della seta Foto n. 14- fusi utilizzati per la lavorazione Nooria durante la verifica del Team era accompagnata dal cognato, come vuole la tradizione afghana, (le donne devono essere accompagnate da un parente maschio durante le uscite pubbliche), ci ha mostrato i suoi prodotti, che sono di alta qualità e realizzati in maniera egregia. Foto n. 15 e 16 - prodotto finito Rapporto finale 94 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Foto n. 16 Foto n. 17 - Albero da gelso (ancora spoglio) le cui foglie nutrono i bachi da seta Una o due volte a settimana il cognato della donna, si reca a Mazar-I-Sharif per vendere i prodotti in un mercato della città. La vendita viene effettuata anche nel villaggio di Pulebaboo e nei villaggi limitrofi. Una piacevole sorpresa per il team è stato scoprire che la signora non soltanto lavora con profitto ma ha intenzione di ampliare la propria attività; a tal fine sta formando tre giovani donne alla tessitura della seta. Il prezzo di vendita dei prodotti non è fisso ma varia in base alle possibilità economiche dell’acquirente e oscilla per l’equivalente di 2- 4 dollari. È bene ricordare che nei paesi islamici, i veli e i foulards utilizzati per coprire i capelli e il viso, sono utilizzati non come accessori ma sono degli indumenti essenziali per le donne afghane, senza i quali non è possibile uscire di casa, come è possibile verificare dalle foto seguente scattate a Pulebaboo davanti ad una scuola pubblica femminile. Rapporto finale 95 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Foto n. 18 e 19 - giovani donne all’uscita di scuola con abiti tradizionali Foto n. 19 In definitiva si può affermare che, nonostante non tutte le beneficiarie abbiano proseguito l’attività di tessitura o di sericoltura - circa il 40% secondo l’opinione degli ex mobilizzatori che conoscevano le beneficiarie una ad una - per cause diverse (per esempio per il trasferimento in altri villaggi, gli impegni famigliari o il divieto del coniuge), i corsi di formazione del CESVI hanno tenuto conto degli aspetti socio-culturali del luogo, Rapporto finale 96 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- consentendo in tal modo alle formate la possibilità di lavorare in un settore artigianale ben consolidato nella cultura afghana. Il Team ha visitato poi due falegnamerie gestite da alcuni partecipanti ai corsi. La prima si trova nell’abitazione di Abdul Hay Abdullah nel villaggio di Nigori, il quale durante gli anni del conflitto è esiliato in Iran dove è rimasto per otto anni con la madre Mashad e gli altri cinque tra fratelli e sorelle. Foto n. 20 - Vista della falegnameria dall’esterno Foto n. 21 - beneficiario con attestato rilasciato dal CESVI Rapporto finale 97 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Foto n. 22- falegnameria con gli utensili donati dal CESVI Rapporto finale 98 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Il falegname ha mostrato spontaneamente l’attestato di partecipazione ottenuto al termine del corso al fine palesare la sua gratitudine per l’attività svolta dal CESVI. Come detto, dopo il lungo esilio in Iran, il ritorno in Afghanistan è stato molto duro anche se il conflitto era terminato. Infatti precedentemente Adbul Hay lavorava la terra ma la prolungata siccità ha distrutto i raccolti e costretto molte persone, tra cui tutti i suoi fratelli, a spostarsi nuovamente, questa volta rimanendo in Afghanistan, verso la città alla ricerca di un lavoro. Per lui, per buona sorte e soprattutto per volontà e impegno dimostrati, il corso tenuto dal CESVI gli ha permesso di restare nel suo villaggio avviando un’attività propria ma soprattutto gli ha premesso di restare vicino all’anziana madre che altrimenti avrebbe dovuto sopportare l’ulteriore trauma di una nuova migrazione senza una precisa destinazione. La seconda falegnameria è gestita da due giovani che, dopo la partecipazione ai corsi del CESVI, hanno deciso di mettersi insieme e affittare un locale sulla via che collega il villaggio di Karmalik a Polebaboo. Foto n. 23 - beneficiari della seconda falegnameria visitata Foto n. 24 - Insegna della Falegnameria e vista dalla strada Rapporto finale 99 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- I due ragazzi, Said Talib e Hamidullah, durante gli anni del conflitto si sono rifugiati rispettivamente in Iran (il giovane a destra nella foto) per 2 anni mentre l’altro ha trovato rifugio in Pakistan, dove vi è rimasto per 3 anni. Grazie al corso svolto dal CESVI, i due ragazzi sono riusciti ad integrarsi facilmente all’interno di una comunità che non conoscevano in quanto provenienti da un villaggio più a sud ma che al loro ritorno dall’esilio era ancora sotto il controllo dei talebani e quindi molto pericoloso per la loro sicurezza a causa dei bombardamenti aerei delle forze militari internazionali che colpivano anche le case civili occupate dai talebani. L’attività dei due falegnami è svolta sulla via principale del villaggio di Karmalik, per cui gli affari sembrano andare bene, tanto da permettergli di acquistare un macchinario alimentato da corrente elettrica e di avere alle loro dipendenze due giovani apprendisti. Rapporto finale 100 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Foto n. 25 - macchinario elettrico acquistato per l’ampliamento dell’attività Foto n. 26 - giovani praticanti Foto n. 27 - beneficiario del corso Rapporto finale 101 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Foto n. 28 - prodotto realizzato Dopo la visita alle due falegnamerie, il Team è stato invitato dal un rappresentante della Shura presso la propria abitazione dove sono stati invitati anche i mobilizzatori Naseer Ahmad, che aveva operato nel distretto di Deh e Ghulam Farooq che aveva operato nel distretto di Sholgara. La selezione di costoro nel progetto del CESVI è avvenuta in accordo con le shura dei loro villaggi. I due mobilizzatori sono rappresentati nella foto seguente (secondo e quarto partendo da sinistra). Foto n. 29 - mobilizzatori: Rapporto finale 102 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Le attività dei mobilizzatori, una dozzina di persone in tutto, consisteva nel promuovere le attività di mobilizzazione nei villaggi (sviluppo delle capacità delle comunità in termini di identificazione, pianificazione, gestione e monitoraggio dei propri programmi di sviluppo, secondo la metodologia prevista nel manuale per l’implementazione del NSP – National Solidarity Program), selezionare e poi gestire i rapporti tra i returnees, residenti, Mullah, Shura, ONG e Autorità Afghane. Un compito molto delicato e fondamentale per la riuscita del programma. Naseer (barba e sciarpa al collo), durante il conflitto, era esiliato in Pakistan. Al suo rientro, come ha dichiarato, era difficile trovare lavoro. Quando CESVI e la controparte RASA hanno cominciato ad operare nel distretto di Dedhadi ha colto l’occasione per presentare la sua candidatura; è stato scelto e questo compito gli ha permesso di integrarsi rapidamente e di renderlo popolare in tutti i villaggi dove sono state svolte attività di mobilizzazione. La storia di Farooq (quarto della foto da sinistra) è diversa; è uno sfollato che è fuggito con la sua famiglia dalla sua provincia natia Jalalabad (confinante con il Pakistan) durante la guerra. Farooq si è candidato, ed è stato scelto, per il distretto di Sholgara. In tale distretto, come già riferito, le attività sono durate meno di un anno e il centro di Qadeem è stato chiuso per problemi di sicurezza. Il CESVI ha comunque apprezzato l’impegno di Farooq e lo ha convinto a continuare la collaborazione nel distretto di Dedhadi, anche se questo era distante dalla sua abitazione. Ora egli è diventato poliziotto e lavora a Mazar e Sharif. Nel progetto iniziale del CESVI del 2004 si fa cenno ad un programma promosso in Afghanistan dal Ministero della Ricostruzione e Sviluppo Rurale (Ministry of Rural Rehabilitation and Development MRRD) denominato “National Development Program” cofinanziato dalla Banca Mondiale. In realtà tale programma è il più volte citato “National Solidarity Program” lanciato nel 2003 e quindi nel 2004 si trovava alle sue fasi iniziali. L’NSP ha avuto uno sviluppo impetuoso. Nel 2010 è stata lanciata la terza fase del programma, che è ancora in corso; è attivo in tutte le province del Paese e il suo budget complessivo ha superato il miliardo di dollari. Questo programma riguarda lo sviluppo rurale attraverso il miglioramento delle condizioni sociali delle comunità e la realizzazione di infrastrutture (a livello di villaggi o gruppi di villaggi) promossi con la mobilizzazione delle stesse comunità, denominate CDCs (Community Development Councils) dove sono rappresentate anche le donne. Questi rappresentanti si identificano nell’organismo della shura maschile e femminile (a suo tempo le shura erano state costituite dai Talebani sotto la direzione dei mullah per detenere un controllo capillare del territorio). Questo programma convive con un altro programma nazionale già citato nell’intervista con il funzionario del MRRD e denominato AREDP Afghan Rural Enterprise Development lanciato nel 2010 (con il supporto della Banca Mondiale), che si riprende perché in questo programma viene sviluppato il concetto dei “saving box” cioè i fondi comuni alimentati in ogni villaggio dagli abitanti su base volontaria, fondi che si possono chiedere in prestito per intraprendere attività generatrici di reddito o per far fronte a spese famigliari impreviste. In definitiva quindi, il progetto CESVI nella componente delle attività di mobilizzazione comunitaria ha “incrociato” correttamente questi due programmi ancora attivi e vitali, facilitando da una parte l’aggregazione delle comunità dei villaggi (nel distretto di Deh) e quindi attività dei “Facilitating Partner (FP)” (del programma NSP con il quale il progetto Rapporto finale 103 Valutazione ex post del progetto “Sostegno alla reintegrazione di famiglie afghane rientrate da lungo esilio, nelle province di Balkh e Sar-i Pul, Nord Afghanistan” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- CESVI si è relazionato) e dall’altra addirittura anticipando il programma AREDP per quanto riguarda l’istituzione e l’utilizzo dei “saving box”. Il Team ha chiesto se nei villaggi dove ha operato il CESVI ci siano stati degli interventi promossi da questi programmi. Per quanto riguarda l’NSP è stato riferito che si sono recentemente svolti corsi di formazione di lingua inglese e per l’utilizzo di personal computer mentre nel prossimo futuro sarà realizzato nei villaggi un sistema di approvvigionamento idrico di acqua potabile che sarà distribuita mediante pompe manuali (del tipo indicato della seguente foto scattata a Mazar e Sharif) da installare lungo le strade. Foto n. 30 – pompa per acqua potabile: Nel distretto di Sholgara è stato realizzato un ponte sul fiume Sholgara che collega le due sponde e rinforzati i relativi argini. Precedentemente le persone erano costrette ad attraversare il fiume con delle chiatte o a compiere un lungo tragitto su strade dissestate per raggiungere un ponte più a valle. Per quanto riguarda infine l’utilizzo dei fondi dei saving box è stato riferito di richieste di prestito per l’acquisto di due mucche, per la cura di una malattia, per un matrimonio, per il funerale di un parente del richiedente che è deceduto lontano dal villaggio e che, prima della morte, aveva espresso la volontà di essere sepolto nel suo villaggio natale. Rapporto finale 104