N. 02/febbraio 2014
NOTA TECNICA INFORMATIVA
COLTURE ERBACEE
GESTIONE CHIMICA DELLE INFESTANTI PRE-SEMINA
Il controllo delle infestanti sviluppatesi prima della semina
della coltura principale, è particolarmente importante
nell’agricoltura conservativa. Il mancato rivoltamento del
terreno ed il conseguente non interramento, non permette
infatti un controllo completo delle infestanti stesse. Inoltre,
sempre per effetto del mancato rivoltamento, i semi di
eventuali infestanti non adeguatamente controllate, rimangono in superficie e possono dare origine a infestazioni significative successivamente.
La presenza abbondante di malerbe può risultare anche
di ostacolo per le lavorazioni, determinando intasamento
degli organi lavoranti o difficoltà di emergenza delle piantine. Le infestanti inoltre possono creare condizioni ideali
per le ovideposizioni delle nottue (Agrotis spp.) aumentando il rischio di attacco alle colture sensibili quali ad
esempio il mais.
Ovviamente la presenza di infestanti in presemina dipende anche dall’andamento stagionale e l’opportunità o meno di un intervento di controllo deve essere valutata sulla
base della quantità e del tipo di infestanti presenti, in funzione del tipo di lavorazione o semina che si andrà ad
eseguire.
Il discorso lo si può ampliare anche al caso in cui si debba terminare una coltura di copertura (cover crop). In
questo caso le attenzioni devono essere maggiori e sono
legate al tipo di essenza utilizzata come cover, nonché
allo stadio di sviluppo della stessa.
Per queste ragioni, benché non risolutivo, un trattamento
di controllo delle malerbe prima della lavorazione minima
o della semina su sodo, è spesso consigliabile anche al
fine di una migliore gestione successiva della flora infestante la coltura.
Per quanto riguarda il controllo chimico, l’impiego di formulati a base di Glifosate rappresenta la soluzione tecnica più adottata, ma occorre tenere conto di alcuni accorgimenti importanti per raggiungere un livello di controllo
ottimale. Un’applicazione non corretta potrebbe infatti
portare a risultati non buoni, con il rischio di dover effettuare un secondo passaggio con aggravio di costi, maggiore calpestamento, impatto ambientale, oltre al rischio di
selezione nel tempo di popolazioni resistenti.
Il Glifosate è una sostanza attiva che agisce per assorbimento fogliare (non radicale). Essendo una molecola
sistemica, una volta entrata nella pianta viene traslocata attraverso la linfa nelle radici e in tutte le parti vitali, in
particolar modo negli apici meristematici, che rappresentano i centri di crescita. Il suo rapido assorbimento e
traslocazione sono dunque due punti chiave della sua
efficacia ai quali occorre prestare attenzione.
Riportiamo di seguito alcune indicazioni utili ai fini di
massimizzare l’efficacia del trattamento con prodotti
contenenti questa sostanza attiva.
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Leggere bene l’etichetta. Poiché sul mercato
esistono diverse formulazioni commerciali, occorre verificare con attenzione le dosi di applicazione e l’eventuale presenza di coadiuvanti nel formulato stesso, oppure, in caso contrario, provvedere ad aggiungerli separatamente. L’etichetta
riporta inoltre altre importanti indicazioni e prescrizioni relative all’ impiego del formulato.
•
L’assorbimento e la traslocazione sono massimizzati su piante giovani ed in attiva fase di
•
crescita. Per questa ragione bisogna attendere
la ripresa vegetativa, ma non ritardare troppo
l’applicazione, con il rischio poi di non riuscire a
controllare adeguatamente alcune infestanti già
troppo sviluppate. Il mancato controllo totale è
inoltre il miglior modo per selezionare ceppi resistenti. In alcuni casi il controllo è migliore quando
le infestanti si trovano in prossimità della fioritura,
ma questo espone al rischio che alcuni semi già
maturi siano già caduti a terra o che non si riesca
ad intervenire nel momento ideale, riducendo i
risultati.
Non trattare con temperature troppo basse.
Non è consigliato intervenire con temperature
medie giornaliere inferiori a 10°C. Se le temperature notturne tendono a scendere o se si proviene da un periodo freddo, attendere che le condizioni si stabilizzino. Le infestanti non sono in attiva crescita con queste temperature e la traslocazione del prodotto sarebbe comunque troppo
lenta. Alle basse temperature inoltre alcune malerbe attivano dei sistemi di protezione dal gelo
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ATTIVITÀ CERTIFICATA
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che interferiscono con l’attività erbicida.
Trattare di giorno e con cielo sereno. La luce è
molto importante per stimolare la crescita della
pianta e quindi l’attività erbicida del Glifosate. Evitare di trattare con cielo nuvoloso, in prossimità di
piogge (entro alcune ore dal trattamento) e nel
pomeriggio se non vi sono almeno 4 ore di luce
disponibile dopo il trattamento.
Coadiuvanti. Se non già presenti nel formulato
(leggere bene l’etichetta!), occorre prevedere
l’aggiunta di Solfato ammonico e di un bagnante. Il
primo ha la funzione, soprattutto in caso di utilizzo
di acque dure, di favorire l’assorbimento e l’attività
della molecola del glifosate, che può essere inattivata dagli ioni calcio, magnesio, ferro, presenti
nell’acqua. Il Solfato ammonico va aggiunto in una
quantità nell’ordine del 2-3% e deve essere introdotto nel serbatoio e mantenuto in agitazione per
alcuni minuti prima di aggiungere il Glifosate. Un
surfactante ionico ha invece la funzione di favorire
la penetrazione attraverso le cere della cuticola,
soprattutto in alcune specie.
Controllare il pH della miscela. Il valore di pH è
importante ai fini della stabilità della molecola del
Glifosate e dovrebbe essere compreso fa 3,5 e 5.
L’aggiunta del solfato ammonico aiuta
l’abbassamento del pH, ma in presenza di acque
dure occorre aggiungere uno stabilizzatore di pH o
dell’acido citrico per portare il pH nel range ottimale.
Per aumentare l’efficacia del trattamento su alcune specie difficili da controllare con il solo Glifosate, alla miscela
può essere aggiunto del’Amitrole.
Le tempistiche del trattamento come detto devono essere individuate in funzione dello stadio di sviluppo delle
infestanti o della cover crop ed in funzione della presunta
epoca di lavorazione o semina. Trattamenti troppo anticipati potrebbero comportare la comparsa di nuove infestanti nate dopo il trattamento, ma queste generalmente
non interferiscono con le operazioni di lavorazione e/o
semina successive ed il loro controllo rientra poi nella
gestione integrata delle infestanti della coltura. È tuttavia
importante non attendere troppo prima di intervenire su
infestanti già troppo sviluppate e quindi più difficili da
controllare.
Aggiornato febbraio 2014.
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