0-009 efflorescenze da apporti idrici locali
FORMAZIONE DI MACCHIE ED EFFLORESCENZE PER APPORTI IDRICI CONCENTRATI
Abbiamo raggruppato in questa scheda tutti gli eventi di guasto che alterano in maniera spesso irreversibile una parete perimetrale e la sua finitura, esterna o interna, causati da infiltrazioni d’acqua all’interno di una parete, fenomeno che differenziamo dal precedente per la localizzazione dell’apporto idrico (che, nel caso precedente, era diffuso su tutta la superficie,
esterna) e dai successivi per la tipologia di apporto (acqua transitante in una canalizzazione e acqua proveniente dal terreno,
potenzialmente inquinata in entrambi i casi). Tra questi comprendiamo gli apporti che provengono da:
1)
2)
3)
4)
5)
Coperture a contatto con la parete interessata, non più in grado di garantire la loro tenuta all’acqua, che permettono
infiltrazioni attraverso la loro struttura di supporto o direttamente nella parete perimetrale in questione
Pavimentazioni esterne, a contatto con la superficie esterna della parete
Rilievi, fregi e anche piccole modanature
Fessure della parete perimetrale, attraverso cui l’acqua viene convogliata verso l’interno e, dove si muove, per capillarità e gravità, attraverso i pori che caratterizzano il materiale con cui vengono realizzati
Porzioni di facciata con caratteristiche di assorbimento molto diverse
Formazione di MACCHIE ed EFFLORESCENZE su parapetto e sottostante parete per infiltrazione dal risvolto di copertura. Si noti, a destra, come la corona di efflorescenze sia marcatamente sviluppata in corrispondenza di quello che potrebbe essere il limite di saturazione
ovvero l’estensione della zona “bagnata”.
Efflorescenze che si producono sulla superficie esterna di un elemento in CA (frontalino del bordo della copertura di un passaggio pubblico), a causa di infiltrazioni. L’immagine è stata riportata per indicare la posizione delle efflorescenze, che si sviluppano in corrispondenza
dell’interfaccia tra zona satura e zona “asciutta”.
Formazione di efflorescenze in corrispondenza dell’attacco a terra della parete, rivestito con lastre di pietra artificiale (calcestruzzo semilevigato). In questo caso le efflorescenze sono causate da un’errata pendenza del pavimento in questione che spinge le acque meteoriche
raccolte in zona esposta verso la parete visualizzata in figura. Trattandosi di una porzione di pavimentazione “protetta” (non direttamente
esposta), questa non è impermeabilizzata e la parete in questione manca di un qualche risvolto che la protegga dalla risalita capillare. Si
realizza, dunque, un contatto diretto tra l’allettamento della pavimentazione e quello del rivestimento e, attraverso quest’ultimo, la pietra di
rivestimento. Si noti la concentrazione delle efflorescenze intorno al bordo (evidentemente la zona in corrispondenza della quale il tasso di
evaporazione è più grande, e l’alterazione cromatica per una porzione dell’altezza del rivestimento, imputabili sia alla deposizione diffusa
dei sali su tale porzione della superficie, sia all’alterazione meccanica per polverizzazione) della sua massa.
Rivestimento in pietra naturale (granito o altra roccia non sedimentaria) di un parapetto (sx) e di una facciata entrambi di recente costruzione (dx). Le lastre sono del tipo “sottile”, poste in opera però con metodi tradizionali (imbottitura di malta di cemento). L’alterazione cromatica è prodotta dal trasferimento di sali solubili dalla malta di imbottitura alla pietra naturale. Nel primo caso (sx) il trasferimento è attivato dalle infiltrazioni prodotte dalla copertura retrostante e del suo risvolto. Nel secondo (dx) le infiltrazioni provengono dalla pioggia che,
bagnata la superficie verticale di parete, viene di fatto assorbita dalla parete solo in corrispondenza delle giunzioni orizzontali della lastra.
Gli effetti di questo meccanismo di alterazione sono particolarmente evidenti a causa della tipologia di parete, levigata e lucidata, sulla
quale non solo i sali solubili (anche pochi) generano gli effetti visibili, ma anche alcuni additivi della malta, organici, migrano sulla superficie
della parete e interagiscono con le cere utilizzate per la lucidatura, generando l’effetto bagnato evidente in figura.
Difetti e suggerimenti di prevenzione
Anche per questi casi, si può ripetere ciò che è stato affermato per il caso precedente: si può prevenire la formazione di efflorescenze attraverso l’eliminazione o la riduzione a valori minimi della quantità di sali solubili contenuti nel materiale poroso
che compone la soluzione tecnica o minimizzando la quantità di acqua che, direttamente o indirettamente, bagna il materiale
in ciascun ciclo di bagnatura e asciugatura o anche riducendo al minimo la numerosità di tali cicli. La prima opzione, tuttavia,
è poco significativa in quanto, pure avendo escluso dal novero delle possibilità l’acqua proveniente dal terreno o da impianti
(si vedano i modi di guasto che seguono) anche in questo caso, l’acqua può portare con sé sali prelevati da altri elementi
tecnici e componenti.
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