Home Edicola Web MOTO SPRINT - 17 marzo 2015 1 Pagina16/17di 100 Dettaglio articolo Condividi Contenuti Ritaglio fango e variatore Arriva l’Italian Cross Trophy, dedicato ai leggendari ciclomotori Piaggio. È un tuffo in un passato glorioso Il Piaggio Ciao venne presentato nel 1967 (costava 55.000 lire). Della stessa famiglia hanno fatto parte anche il Bravo, il Boxer, il Si, il Grillo. QUANDO si parla di motorini, subito pensiamo ai classici scooter moderni, fatti con una pedana larga ed uno scudo protettivo, sella comoda ed un bel vano sottosella. Un tempo però non erano così. Se chiedessimo a chi ha vissuto la propria adolescenza tra gli anni ‘70 e ‘80 la sua risposta sarebbe: il Ciao. L’avvento del Ciao, e di veicoli simili, fatti da un telaio co n serbatoio incorporato, sella da bicicletta, due pedali ed un manubrio scoperto, segnò l’arrivo del prodotto più economico dell’ingegno italiano. Differiva da una bici solo perché aveva un motore orizzontale attaccato sotto. Basta. Nient’altro.Non esisteva pedana o scudo che proteggesse dal vento, spazio per il casco nemmeno a sognarlo, e la messa in moto avveniva tramite i pedali. Il miscelatore non era una pompa che immetteva olio nel carburatore, ma il misurino per farsela a mano quando la pompa della miscela non era disponibile. La Piaggio lanciò per primo il Ciao, seguito poi da varie versioni ad aggiornamenti come il Grill o, il Boxer, il Si, il Bravo e il Superbravo, quest’ultimo dotato addirittura di cambio a 3 marce.Con una semplicità unica e costi di produzioni che oggi troviamo solo in Paesi asiatici, divenne un’icona. Ovviamente, come tutti i mezzi a due ruote, in Italia non poteva essere lasciato di serie e marchi come Polini e Simonini o elaboratori come Deganello iniziarono a lavorare sulla sua semplice meccanica sfornando cilindri esasperati e espansioni che facevano invidia ai 2 tempi più grossi. Il settore conobbe una rapida crescita e così altre Case iniziarono a produrre questo tipo di motorino: Benelli, Testi, SWM e Garelli solo per citarne alcuni. Negli anni ‘90 uscirono i “tuboni” come lo storico Malaguti Fifty, l’incubo dei genitori col suo rapporto peso -potenza (e impianto frenante).Il settore ha retto fino al 2001 con il Piaggio Si sempre in listino, ma l’aumento delle esigenze dei co nsumatori e l’avvento di nuove tecnologie hanno definitivamente cancellato questo tipo di motorini dai progetti dei costruttori. Ma non v ederli sui listini non vuol dire che siano spariti dalla mente degli “smanettoni” da garage o dal cuore di chi li ha avuti. La loro semplicità di manutenzione e i costi irrisori, nonchè la diponibilità di ricambi facilmente reperibili, li hanno fatti diventare un oggetto di culto. Stranamente anche tra i ragazzi.Non sono in pochi infatti ad averlo “ereditato” da qualche amico o parente che lo teneva polveroso in cantina e, con qualche semplice intervento, vengono riportati alla luce più in forma che mai. Un cilindro maggio rato, un’espansione, carburatore più grosso e il divertimento è assicurato.Quest’anno poi ci sarà un evento interamente dedicato a questi motorini organizzato dal Motoclub Ciao Legend insieme alla FMI: l’Italian Cross Trophy, un trofeo a cui potranno prend ere parte i modelli Piaggio (Ciao, Si, Boss, Bravo, Boxer, Grillo e Superbravo) 65 e 75cm3, composto da 11 gare tra Toscana ed Emilia-Romagna di cui una addirittura in coppia.La partecipazione al campionato prevede il tesseramento FMI ad un prezzo agevolato se si fà tramite l’iscrizione al MC Ciao Legend, a cui ci si può rivolgere per qualsiasi informazione.Un’ottima occasione per dare possibilità a tutti di partecipare anche a gare, oltre che incontrarsi e divertirsi in maniera semplice e non troppo dispendiosa. Tra l’altro, viste le possibilità di modifiche ai mezzi, ne vedremo delle belle. Niccolò Bellarmino