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SPENDIBENE
Pioneer A70
P
ioneer fa parte del gruppo di
aziende che, diversi decenni or
sono, hanno iniziato un percorso lungo ed articolato per rendere alla
portata di tutti la possibilità di avere un
Audio di buona qualità in casa (e non solo). Questo amplificatore integrato, presentato insieme ad altri modelli inferiori
(A-50, A-30, A-20 ed A-10), incarna il
“centro di controllo” dell'impianto stereo
di riferimento, offrendo una ottima connettività e prestazioni a dir poco soddisfacenti.
La versione giunta in redazione è quella
denominata K, che significa “Black”, e si
affianca alla S che sta per “Silver”. Nero
ed argento sono indubbiamente le finiture più diffuse nell'ambito delle apparecchiature elettroniche dedicate all'Audio,
e la possibilità di scegliere una finitura in
armonia con il resto dell'impianto sottolinea una concessione al gusto estetico
che non sempre è dato di trovare.
Prezzo e prestazioni dichiarate posizionano questo amplificatore in una fascia che
non è quella di primissimo impianto, risulta quindi evidente l'intenzione di rivolgersi ad un pubblico anche abbastanza
evoluto e smaliziato, che non intende rinunciare alla praticità di un integrato di
qualità adeguata al resto del sistema. Saranno riusciti nell'intento i nostri specialisti giapponesi?
La connettività
La caratteristica che mi è saltata all'occhio per prima è la ricca dotazione di interfacce, analogiche e digitali, che si trovano disseminate nel pannello posteriore
e sono ovviamente riprese dal selettore
degli ingressi, testimoni di una notevole
capacità dell'A-70 di “dialogare” con il
resto del mondo.
La tecnologia si evolve, ed offre sempre
nuove forme per poter immagazzinare e
riprodurre i contenuti, per cui ritengo
molto saggio abbondare nel settore connessioni, in modo da non precludersi
possibilità di sorta, e nello stesso tempo
mostrarsi aperti ad accettare il riproduttore preferito dal possibile acquirente,
qualunque esso sia.
Settore Analogico - Per quanto riguarda
le possibilità di connessione con le sorgenti analogiche, troviamo le classiche
coppie di pin RCA dedicate a: Recorder
(In/Out), SACD/CD, Network Player e Tuner, tra le quali spicca una inusitata cop-
pia dedicata all'ingresso fono, selezionabile tra MM oppure MC. Una chiara dichiarazione d'intenti, in epoca di pieno
revival del vinile e delle sue eccellenze,
che pone questo amplificatore nella ristretta cerchia di quelli che intendono
collegarsi direttamente ad un giradischi,
senza stadi fono dedicati, offrendo già
nella confezione una possibilità d'interfacciamento di buon livello. Lodevole implementazione.
Segnalo ed inserisco in questo gruppo
anche la presenza della coppia di pin
RCA “Power Amp Direct”, destinata a chi
intenda dedicare questo A-70 al compito
specifico di finale di potenza, saltando
tutti gli stadi di ingresso e collegandolo
ad un diverso Front-End.
Settore Digitale - Le interfacce presenti
sono, ovviamente, le immancabili due,
ossia fibra ottica e coassiale elettrica terminata con pin RCA, alle quali si affianca
anche una lodevole e comodissima USB
di tipo B. Confesso la mia predilezione
estrema per questa interfaccia, in quanto
mi consente di collegare direttamente in
digitale una sorgente con architettura interna di tipo PC, sfruttando il mio setup
costituito da software di riproduzione di
file Audio NON compressi, anzi, se possi-
PIONEER A70
Amplificatore integrato stereo
in classe D a frequenza variabile
Costruttore: Pioneer Corporation, 1-1
Shin-ogura, Saiwai-ku, Kawasaki-shi,
Kanagawa 212-0031, Giappone
Distributore per l’Italia: Pioneer Italia
SpA, Via Roberto Lepetit 8, 20020 Lainate
(MI)
Prezzi: Euro 999,90
CARATTERISTICHE DICHIARATE
DAL COSTRUTTORE
Potenza (230 V AC): 90+90 WRMS su 4
ohm, THD 0,5%; 65+65 WRMS su 8 ohm,
THD 0,5%. Rapporto S/N: 89 dB Phono
MM, 74 dB Phono MC, 101 dB tutti gli altri.
Sensibilità d’ingresso: 1 V/10 kohm Power
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Amp Direct, 2,8 mV/50 kohm Phono MM,
0,24 mV/100 ohm Phono MC, 500 mVpp/75
ohm Coaxial, 200 mV/50 kohm tutto il resto.
Impedenze di carico: A oppure B da 4 a 16
ohm, A+B da 8 a 32 ohm, bi-wiring da 4 a
16 ohm. Consumo energetico in standby:
0,2 W. Dimensioni (LxHxP):
435x141,5x361,5 mm. Peso: 17,1 kg
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Pioneer A70
Amplificatore integrato: Pioneer A-70. Matricola: LIAU000396ER.
CARATTERISTICHE RILEVATE - Uscita di potenza
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Caratteristica di carico limite
Risposta in frequenza
(a 2,83 V su 8 ohm)
Fattore di smorzamento su 8 ohm: 175 a 100 Hz; 165 a 1 kHz; 40 a
10 kHz; 9 a 20 kHz
Slew rate su 8 ohm: salita 12 V/µs, discesa 12 V/µs
TRITIM IN REGIME CONTINUO
Carico resistivo 4 ohm
TRITIM IN REGIME IMPULSIVO
Carico resistivo 4 ohm
Carico induttivo 8 ohm / +60 gradi
Carico induttivo 8 ohm / +60 gradi
Carico capacitivo 8 ohm / -60 gradi
Carico capacitivo 8 ohm / -60 gradi
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Pioneer A70
SPENDIBENE
Risposta in frequenza
(fono MM e MC)
Andamenti frequenza/distorsione per potenze di uscita
di 1, 10 e 40 watt su 8 ohm. Alle basse potenze il residuo
è costituito quasi solo da rumore, solo salendo ad alcune
decine di watt si notano non linearità ad alta frequenza,
con un valore massimo dello 0.7% a 20 kHz / 40 watt.
Tritim test ingresso fono MM
INGRESSO CD
Impedenza: 50 kohm/340 pF. Sensibilità: 207 mV. Tensione di rumore pesata "A" riportata all'ingresso: terminato su 600 ohm, 4 µV. Rapporto segnale/rumore
pesato "A": terminato su 600 ohm, 101 dB
Andamenti potenza/distorsione su carico di 8 ohm,
frequenza 1 kHz, 0 dB pari a 65 watt su 8 ohm.
Andamento abbastanza nella norma per un finale a
commutazione, sebbene la salita del residuo inizi
qualche dB prima della massima potenza di targa.
INGRESSO MM
Impedenza: 56/850 pF. Sensibilità: 3,02 mV. Tensione
di rumore pesata "A" riportata all'ingresso: terminato
su 600 ohm, 0,24 µV. Rapporto segnale/rumore pesato
"A": terminato su 600 ohm, 86 dB
INGRESSO MC
Impedenza: 103 ohm. Sensibilità: 0,34 mV. Tensione di
rumore pesata "A" riportata all'ingresso: terminato su
600 ohm, 0,21 µV. Rapporto segnale/rumore pesato
"A": terminato su 600 ohm, 67,6 dB
Sbilanciamento dei canali
(in funzione dell'attenuazione di volume, da 0 a -80 dB)
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N
on troppi anni or sono il carico limite esibito da questo
integrato Pioneer sarebbe stato un sogno proibito per
uno stadio finale a commutazione, oggi non più, ma si tratta
pur sempre di una prestazione maiuscola sia in termini relativi che assoluti. Niente male anche le tritim, e non solo
quelle "facili", a moderato fattore di cresta della corrente
come le resistive e le induttive, bensì anche le insidiose capacitive. Ciò significa che i carichi reattivi non sono un problema dal punto di vista della capacità di pilotaggio, ma nel
conto occorre anche mettere la risposta in frequenza, e
quella risulta essere piuttosto sensibile sia al modulo che alla fase, come ben si nota nelle quattro curve di risposta
tracciate per resistenze di 2/4/8/16 ohm; il range di prestazioni ottimali va orientativamente da 4 a 10 ohm. La sezione
pre analogica ha buone prestazioni sia sugli ingressi di linea,
ben silenziosi, che sui fono, i quali offrono deenfasi corrette
(seppur leggermente diverse per MM e MC) e valide prestazioni dinamiche, l'ingresso MM presenta peraltro una componente capacitiva molto elevata, che lo rende più adatto
per testine a bassa componente induttiva dell'impedenza
interna (non molto frequenti). Il bilanciamento è perfetto,
come ci si attende da un buon regolatore a step discreti.
F. Montanucci
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Pioneer A70
Decisamente ricco il parco connessioni dell'A-70, completo di connettore di terra per il fonorivelatore,
ingressi Analogici e digitali di ottima qualità e morsetti per cavi di potenza godronati e robusti.
bile, in Alta Risoluzione.
La Musica Liquida è ormai una realtà, e
come molti colleghi cerco di fruirne al
meglio possibile.
Al momento della connessione, il PC non
ha “sentito” nulla di particolare collegato
al proprio hardware, almeno nel mio caso, ed è stato necessario selezionare l'ingresso USB dal pannello frontale per assistere all'inizio della ricerca dei driver.
Questo mi fa pensare che la porta USB
sia normalmente non-alimentata, e venga
accesa soltanto nel momento in cui la si
seleziona. Niente panico quindi se non
vedete reazioni, ma piuttosto controllate
la posizione della manopola relativa.
La prima installazione del driver Pioneer,
tentata in automatico da Windows7, non
è andata a buon fine, ma segnalo che è
possibile scaricare in tempi rapidissimi il
driver dall'indirizzo:
http://www.pioneer.eu/it/support/softwa-
I diversi tipi di interfaccia USB, in una
simbolica foto di gruppo.
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re/A-70-K/page.html#download_290
Il file in questione è in realtà un archivio
compresso, che una volta espanso comprende diverse sottocartelle ciascuna
delle quali contiene la versione giusta per
le varie edizioni dei Sistemi Operativi più
usati, tra Windows e Mac.
Basta lanciare il file di Setup, ed il gioco è
fatto: il tutor provvede ad installare in automatico la versione giusta, e da quel
momento in poi il vostro PC vede una
nuova periferica Audio, denominata A70, verso la quale potete indirizzare il flusso digitale dei dati Audio.
Operando in questo modo, è possibile
utilizzare un lettore software per PC/Mac
che si preoccupi anche di “Interpretare” i
file, siano essi standard CD (44,1 kHz di
campionamento, 16 bit) oppure in HR
(48, 96, 192... kHz di campionamento, 24
bit), ricostruendo perfettamente i dati di
partenza nel caso di compressione lossless. Quando dico lossless, mi riferisco in
particolare ai miei amati FLAC, oppure
anche ALAC o m4a, se preferite, file compressi con sistemi senza perdite, che permettono di archiviare Musica in alta definizione che i relativi Programmi di lettura
riescono a de-comprimere al volo e spedire in formato digitale LPCM alla porta
USB.
Procedendo in questo modo, lato ricezione è sufficiente che ci sia un DAC per tornare al mondo analogico e procedere
con la catena di amplificazione. Molto
cool e decisamente performante. Anche
perché, tanto per essere precisi e dare a
Cesare quel che è di Cesare, il DAC che il
flusso LPCM si trova ad incontrare, nel caso di questo A-70, è lo splendido ESS SABRE 32, stimatissimo e molto quotato al
momento, nonostante sia sicuramente da
approfondire il supporto ai 32 bit.
Lascio al Laboratorio Misure il compito di
entrare nei dettagli, per quanto mi riguarda non posso che essere lieto di trovarmi
al cospetto di un DAC di questo pregio.
Piccola nota: Pioneer ci ha comunicato
che il DAC in questione si chiama
ES9011S, ed è una versione Custom realizzata dalla ESS appositamente per loro.
Settore Controlli - Questo amplificatore
può essere collegato ad una catena di dispositivi Pioneer (o anche altro, volendo)
dotata di sistema di controllo centrale, ad
esempio tramite touch screen o telecomando intelligente, e provvede anche al
rilancio dei segnali di controllo verso i dispositivi successivi. Tale funzionalità è implementata tramite 2 mini-jack, ovviamente uno per l'ingresso e l'altro per l'uscita. Interessante notare la presenza sul
telecomando, decisamente comodo da
impugnare e abbastanza ben proporzionato e bilanciato, anche dei comandi di
un eventuale player di rete (Network
Player), in modo da ottimizzare almeno la
quantità di telecomandi dello stesso costruttore sparsi per il salotto.
Direi che sono decisamente soddisfatto
della flessibilità implementata nell'A-70,
dote che lo rende non soltanto attuale e
comodissimo, ma anche decisamente
aperto nei confronti di implementazioni
future.
Estetica
L'aspetto è molto robusto, il peso decisamente elevato, e quindi posso affermare
che la cifra estetica di questo amplificatore si rivolge ad appassionati di oggetti
solidi, a prova di bomba. Nelle foto è
possibile apprezzare il notevole spessore
delle lastre principali del telaio, in alluminio spazzolato a vista, ma piene e quindi
in buona parte responsabili dei 17 kg dichiarati.
Il design del frontale è molto pulito, popolato da comandi esclusivamente circolari, siano essi pulsanti, selettori oppure
manopole, e le lucine utilizzate per evi-
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denziare le funzioni attivate sono tutte
molto piccole e luminose “il giusto”, senza effetti di abbagliamento che trovo personalmente molto fastidiosi. Non amo
l'alta luminosità intesa in questo senso,
preferisco di gran lunga la soluzione Pioneer, chiara ma nello stesso tempo moderata.
Le manopole di bassi, alti e balance hanno tutte lo “scattino” centrale di riferimento, quella grossa del volume offre
una buona demoltiplicazione dei giri senza esibire un peso degno di nota, mentre
invece il selettore degli ingressi offre una
forte resistenza al movimento, e quindi
una inerzia altrettanto forte una volta
scelta la posizione da usare.
I pulsantini circolari che incontriamo servono per gestire gli ingressi Power Amp
Direct, selezionare tra fonorivelatori MM
ed MC, inserire o meno una “attenuazione” sul passo minimo del volume allo
scopo di regolare finemente il livello di
pressione acustica, inserire o meno il
loudness, accendere e spegnere la coppia di diffusori B, stessa cosa con la cop-
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pia A, ed infine attivare o meno un percorso “diretto” tra ingresso ed uscite, saltando tutti i controlli tranne il volume.
Il pulsante di accensione/spegnimento è
giustamente più grande degli altri, e subito al suo fianco troviamo la spia che
permette di capire se l'amplificatore si
trova in standby oppure se è stato attivato il comando di APD, o Auto Power
Down, o spegnimento automatico in assenza di segnale, che Pioneer ha deciso
di implementare e rendere disponibile in
questo dispositivo.
Pannelli telaio di notevole
spessore e consistenza
Trasformatore
inscatolato
anche per lo
stadio Pre
DAC ESS
Sabre32,
versione
ES9011S
Filtri LC
d'uscita
Condensatori
Elettrolitici
Pioneer da
10.000 µF
Feltrini
smorzanti.
Trasformatore per
stadio di potenza,
inscatolato contro
le interferenze con
materiale ferroso
di spessore 1,6 mm
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Pioneer A70
Completano il quadro dei comandi sul
pannello frontale il sensore di ricezione Ir,
il connettore jack per le cuffie, le spie dei
vari ingressi disponibili, e la serigrafia nell'angolo in basso a destra, dove sono evidenziate la presenza del DAC SABRE32 e
l'ottimizzazione del suono effettuata in
diverse sessioni d'ascolto in collaborazione con gli Air Studios di Londra, famoso
e fantastico Complesso di Studi fondato
da Sir George Martin nel 1969, dotato di
personaggi dalle orecchie indubbiamente raffinate.
Un piccolo desiderio che mi rimane, è
una lucina in corrispondenza della scanalatura della manopola del volume, in modo da riuscire a capirne la posizione anche al buio. Mi piacerebbe molto.
L'interno
La parte circuitale dell'A-70 evidenzia uno
schema basato sulla classe D, con frequenza dell'onda quadra variabile in funzione del segnale in ingresso. Il costruttore conferma, con un range di variazione
della frequenza in oggetto tra 450 e 500
kHz.
Amplificatore a commutazione quindi,
ma dotato di attributi fisici e sonori di tutto rispetto.
Guardando il circuito dall'alto si può notare una evidente separazione in 3 stadi
affiancati ed isolati tramite pareti metalliche: da un lato la sezione di alimentazione dello stadio di potenza, con il suo
enorme trasformatore inscatolato, dalla
parte opposta la sezione pre con il DAC
e l'alimentatore dedicato dotato di piccolo trasformatore inscatolato anch'esso,
ed al centro lo stadio di potenza a commutazione, con i filtri LC a ridosso dei
connettori di potenza, in grado di accettare sia banane che cavi spellati o terminati a forcella, dorati come tutti i pin RCA
ed il jack per la cuffia. A ridosso dei finali
di potenza è possibile notare 2 generosi
elettrolitici da 10.000 microfarad ciascuno, marcati Pioneer.
Niente a che vedere con stadi di potenza
dimensionati come centrali elettriche,
con schiere di MosFet di potenza e dissipatori di calore enormi, e nello stesso
tempo nessun aumento della temperatura ambiente, neanche a potenza massima
per qualche ora come verificato durante
le sessioni di ascolto. Tutto molto tranquillo anche se, ad onor del vero, i trasformatori sono 2 e sono entrambi so-
stanziosi, rispetto ai compiti che devono
svolgere.
Sicuramente merito della classe D, notoriamente molto efficiente in termini di trasferimento al carico della potenza assorbita dall'alimentatore, e anche della scelta dei 450 kHz come frequenza base dell'onda quadra, andando a posizionare
decisamente in alto le armoniche spurie
da filtrare con il passa-basso in uscita:
con una frequenza così alta, si evita di andare a buttare watt sulle impedenze del
filtro in uscita, massimizzando l'efficienza
totale.
Conclusioni
Prezzo decisamente alla portata di molti
appassionati, potenza adeguata al pilotaggio di sistemi di altoparlanti anche
complessi, versatilità notevole e ben
proiettata verso il futuro.
Un ascolto decisamente positivo, e la
presenza del convertitore più quotato del
momento, per giunta in edizione custom,
completano l'immagine di un prodotto
decisamente centrato e dotato di un ottimo rapporto Q/P.
Antonio Scappaticci
L’ascolto
N
on ci posso credere. Ho collegato soltanto i pin
RCA della sorgente, e si intuisce già dalle prime
note della cantante solista accompagnata da chitarra
acustica che siamo di fronte ad una Classe D decisamente... di classe!
Abituato a comportamenti decisamente più ombrosi, mi
aspettavo un atteggiamento molto più ostile e necessariamente da domare, alla luce oltretutto del carico non
semplice da 4 ohm offerto dai diffusori di test.
Ed invece, non ho appunti particolari da muovere, ma
molti complimenti: è tutto perfettamente centrato nelle
aspettative che mi ero costruito nell'ignoranza della topologia circuitale adottata, e adesso che ho scoperto
che si tratta di un ampli a commutazione il tutto assume
un sapore ulteriormente gradevole e degno di plauso
da parte mia.
Il quadro sonoro che emerge è chiaro e ben definito,
tutti gli esecutori sono ben fermi e stabili nel palcoscenico virtuale, le dimensioni sono quelle giuste, e non è
possibile notare accenni di asprezza o ruvidità nel porgere il contenuto.
Tutti i dettagli sono presenti, dallo schiocco delle labbra dei cantanti, al rumore delle spazzole che grattano
sui tamburi, si percepiscono i colpetti di tosse degli orchestrali, i rumori delle pagine sfogliate sul leggio...
Tutto ciò che mi ricordavo, lo ritrovo esattamente al
suo posto, senza aggiunte né cure muscolari.
Passando a generi più movimentati e ritmati, la prestazione si arricchisce di ulteriori connotazioni positive, come mi aspetto da un ampli a commutazione:
decisa interpretazione dei transitori improvvisi, notevole senso del ritmo, sia in battere che in levare, capacità di eseguire senza mai farsi cogliere in ritardo o
con il fiato corto.
44
Ma vediamo adesso che cosa cambia (se cambia) utilizzando le connessioni puramente digitali, e quindi il convertitore SABRE32 integrato nello stadio pre: basta collegare il Digital Out del lettore SACD al Digital In del
Pioneer, ed ascoltare di nuovo la sequenza di brani test.
Sembrava poco probabile, ed invece il miglioramento
appare netto dinanzi alle mie... orecchie: la scena acustica ricostruita si arricchisce di ulteriore dettaglio e finezza nella riproposizione dei particolari più minuti.
Non che mancasse qualcosa con le connessioni analogiche, ma si sale di un ulteriore livello, che rende questo
apparecchio caldamente consigliato e decisamente uno
tra i migliori disponibili oggi in questa categoria. L'utilizzo della connessione USB, onestamente la mia preferita in quanto mi consente di avere accesso in un istante
a tutta la mia Libreria di Musica non compressa e anche
in HR, non migliora alcunché della splendida prestazione sonora fin qui espressa dalle altre connessioni digitali, ma apre tutto un mondo di possibilità di connessione
che mi fa molto piacere trovare ed evidenziare.
Per chiudere, ribadisco la grande gentilezza nel riproporre i dettagli del messaggio musicale senza iniezioni
di steroidi anabolizzanti, l'eccellente capacità di sfoderare grinta e controllo nei momenti più concitati, la caratteristica di non “mischiare” gruppi orchestrali molto
numerosi fino al limite di potenza previsto nelle specifiche, l'estensione della risposta in frequenza fino ai limiti
dell'udibile senza alterazioni, l'assenza di colorazioni
spurie o distorsioni che possano in alcun modo alterare
il sapore originale del segnale amplificato.
Dopo anni di ascolti relativi ad amplificatori a commutazione, posso affermare che sono di fronte ad una realizzazione veramente eccellente, brava Pioneer!
A. Scappaticci
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