6th R.I.B. Convention - Alternative Risk Transfer - Alternative today? Standard tomorrow? R I B 6th R.I.B. Convention Alternative Risk Transfer Alternative today? Standard tomorrow? A.R.T. - Alternativa attuale? Standard futuro? St. Jean Cap Ferrat - 5/6/7 November 1999 6th R.I.B. Convention Alternative Risk Transfer Alternative today? Standard tomorrow? • ART, Captives, New Markets; where is non-traditional reinsurance making the most head way? • Is usual retained insurance a market for ART; has it now found a new home? • What has been and what can we expect the response of the traditional markets to be? A.R.T. - Alternativa attuale? Standard futuro? • ART, Captive, Nuovi Mercati; quali spazi hanno trovato forme riassicurative non convenzionali? • Quali spazi stanno trovando forme riassicurative tradizionali in rami tradizionalmente non riassicurati? • Qual’è stata e quale sarà la reazione/interazione del mercato tradizionale? St. Jean Cap Ferrat - 5/6/7 November 1999 3 Summary R.I.B. Reinsurance International Brokers SpA Francesco Curioni Muenchener Rueck Italia S.p.A. Martin E. Prechtl Introduzione Introduction L’incorporazione dei mercati finanziari nei programmi globali di risk management: la posizione del riassicuratore The incorporation of financial markets in risk management global programs: the reinsurer's position. Page 5 R.I.B. Reinsurance International Brokers SpA Carlo Faina L’impatto delle tecniche di ART I fattori di cambiamento del mercato ed i possibili futuri scenari The impact of ART solutions – Drivers of change in the insurance sector and future scenarios for the ART market. 7 Swiss Re Italia Mario Mascioli Soluzioni strutturate per gestire i rischi delle compagnie di assicurazione Structured solutions for the management of insurance companies’ risks 6th R.I.B. Convention Convergenze tra riassicurazione e sistema bancario The convergences between reinsurance and banking Breve sintesi del mercato italiano Short synthesis of the Italian market 75 83 27 R.I.B. Reinsurance International Brokers SpA Francesco Curioni Conclusione Conclusion 45 RLI Insurance Company Dean LaPierre ART – Il mercato dei rischi per il nuovo millennio ART - Risk trading for the next Millennium Royal Bank of Canada Insurance Company Hossam Shiaty – Jeffrey Vannan Studio Panzeri & Associati S.r.l. Fausto Panzeri KPMG Consulting Bob Brown Guida del consumatore all’ART The consumer’s guide to ART 63 53 93 5 Francesco Curioni Chairman, R.I.B. Reinsurance International Brokers S.p.A. Buongiorno a voi tutti e benvenuti alla sesta edizione del nostro convegno annuale. Un convegno che ogni anno si arricchisce di nuove presenze e che stimola tutti noi della RIB a rispondere in termini adeguati alle sollecitazioni ed istanze che provengono da una platea di esperti che rappresentano davvero le componenti strutturali del mercato riassicurativo. Tra noi infatti, oltre ai rappresentanti delle più importanti società riassicurative, sono presenti i manager delle compagnie cedenti nonché i broker assicurativi. Non mancano inoltre personalità del comparto bancario e finanziario che seguono con particolare interesse le evoluzioni del settore assicurativo e riassicurativo. Di queste presenze siamo molto lieti poiché vorremmo che i nostri convegni fossero una sorta di “palestra di idee” da cui trarre spunti di riflessione e di cultura per migliorare la nostra operatività. Operatività della quale siamo orgogliosi e soddisfatti, in quanto oltre ad aver elevato in modo sensibile i nostri ricavi annui, abbiamo assistito con piacere al consolidamento della nostra sede statunitense. Abbiamo inoltre aperto, in Zurigo, una nuova rappresentanza della RIB e siamo prossimi all’apertura di una sede in Londra. Siamo consapevoli delle indubbie difficoltà che dovremo affrontare, per ottenere una presenza qualificata sul mercato londinese ma riteniamo comunque che per noi siano maturi i tempi per affrontare una nuova sfida impegnativa. Recentemente abbiamo assunto il controllo della MR, una società genovese, che riteniamo nota a voi tutti. Il management della società, che vanta una significativa presenza nell’assetto azionario, svilupperà sicuramente valide sinergie con il nostro gruppo e sono certo che ne deriveranno, per tutti, migliori opportunità operative. Il tema che abbiamo prescelto per quest’anno è quello degli ART, una delle “novità” più significative che sta caratterizzando il mondo della riassicurazione. Sappiamo che molti riassicuratori di lungo corso stanno osservando con perplessità ed in taluni casi con diffidenza l’insorgere di queste commistioni tra il mondo della riassicurazione e quello della finanza. Dal canto nostro, pur ritenendoci dei paladini dell’ortodossia riassicurativa, intesa come costante riferimento a canoni tecnici e giuridici nelle sottoscrizioni dei rischi, riteniamo assolutamente doveroso dare il massimo approfondimento a quelle forme innovative che possono diventare dei motori 6th R.I.B. Convention Introduction G ood morning, and welcome to the sixth of our annual conference. A conference that each year is enriched by new attendees and that stimulates all of us of RIB to give answers suited to the demands and instances that come from a public comprised of experts who really represent the structural components of the reinsurance market. Among us we have many representatives of primary reinsurance companies, managers of ceding companies and insurance brokers but also personalities of the financial and banking sector, who are highly interested in the evolutions of the insurance and reinsurance field. We are very happy that these persons attend because we would like our meetings to be some sort of “ideas gyms” apt to give us all cues for reflection and bits of culture to improve our operations. We are very proud and satisfied with this operation, as we have greatly improved our annual income and have looked with pleasure at the consolidation of our American branch. Furthermore, we have opened a new branch in Zurich and are on the point of opening one in London. We are aware of the great difficulties with which we are faced, into obtaining a qualified presence in the British market, but we nonetheless believe that the times are ripe for us to pick up such a demanding challenge. We have recently gained control of MR, a company registered in Genoa, that we believe is well known to all of you. The management of this company, that is also greatly present in the shareholder equity, shall develop valid sinergies with our group from which great operative opportunities will come for us all. The theme that we have chosen this year is that of ART, one of the most significant new items that are appearing in the insurance world. We know that many old time reinsurers are looking at the arise of this mixing of the finance and insurance worlds with a kind of perplexity and sometimes diffidence. We, on our part, while still champions of the orthodoxy of reinsurance, believe it our duty to analyse profoundly those innovative forms that could become 6 di propulsione per un’attività il cui fine primario è la tutela dei legittimi bisogni dei clienti. Quello del miglior servizio ai clienti resta infatti il nostro obiettivo principale ed irrinunciabile. In queste due giornate di lavoro non verranno certamente impartite “lezioni” dal podio di fronte a voi. Vi saranno invece esposti problemi ed illustrate esperienze già vissute nel settore degli ART. Ci auguriamo che le relazioni destino in voi un interesse tale da dare vita ad un dibattito, nel quale diverse opinioni possano essere messe a confronto. La riuscita dei nostri convegni, negli anni passati, si è fondata sulla qualità dei temi trattati e dei relatori che li hanno esposti ma anche, e vorrei dire soprattutto, sulla partecipazione attiva dei numerosi intervenuti. Ci auguriamo che sia così anche per quest’anno ed invito al podio il primo relatore. the driving force for an activity that aims primarily at protecting the legitimate needs of the clients. Giving the best service to the clients remains our main and foremost objective. During these two days nobody shall give lessons to any of you. The speakers will talk of problems and experiences that they have already had in the ART field. We hope to awaken your interest up to a point where this will give rise to discussions in which different opinions can be shared. The success of the previous meetings has always depended on the quality of the themes illustrated by our speakers but also above all on the active participation of the numerous attendees. We hope that this session will be as lively as the previous and I invite the first speaker to the stage. 6th R.I.B. Convention 7 Carlo Faina Managing Director R.I.B. Reinsurance International Brokers S.p.A. I Recenti Sviluppi del Mercato: Comincerei con una semplice e classica constatazione: noi tutti stiamo vivendo un ciclo di mercato che è caratterizzato da certe particolarità, e ne abbiamo vissuti di altri leggermente o molto diversi in precedenza. Parlo quindi di un mercato di grande capacità e prezzi bassi, ovvero di un mercato di scarsa capacità e prezzi alti. Nel momento attuale credo che tutti, avendo vissuto cicli precedenti diversi, ci chiediamo come potrà essere il prossimo ciclo: se sarà molto diverso o se sarà paragonabile a cicli precedenti che abbiamo già professionalmente vissuto. Indubbiamente nel momento attuale il mercato è caratterizzato da grandissima capacità e pertanto ci si immagina che questa ciclicità porti ad un momento di minore capacità e di maggiore difficoltà del mercato. E’chiaro, da quello che stiamo vedendo recentemente, che probabilmente questo prossimo ciclo avrà caratteristiche diverse dal precedente, e forse una parte importante di queste differenze viene proprio data dal fatto che vi sarà una più massiccia presenza dell’ART nel mercato cosiddetto “duro” e difficile che verrà. Quindi, senza avere la pretesa di parlare tecnicamente dell’ART, perché questa non è funzione nostra, ma più che altro a titolo di provocazione, in maniera che poi chi tratterà l’argomento molto più professionalmente in seguito inquadri meglio la situazione, vorrei cercare di ipotizzare oggi dei possibili scenari per quello che potrebbe essere il prossimo ciclo di mercato, rispettivamente con una presenza dirompente, meno dirompente o modesta, di determinate forme di ART. Inizierei quindi con una breve analisi dei più recenti sviluppi del mercato: • Si è registrata, negli ultimi anni, una lenta tendenza all’aumento di soluzioni ART; • Quando si parla di soluzioni ART quelle che più di frequente hanno fatto registrare una crescita nel mercato sono state soluzioni del tipo “finite risk”, costituzione di società “captive” e operazioni di “securitization”, cioè cartolarizzazione di rischi assicurativi. • Queste operazioni si sono presentate con diverse varianti, a seconda di scenari diversi, e sono state presentate da diversi operatori con lo scopo anche di differenziarsi dalla concorrenza, si è trattato quindi sempre di soluzioni fatte più o meno su misura. 6th R.I.B. Convention The impact of ART solutions Drivers of change in the insurance sector and future scenarios for the ART market I Recent Developments in the Market: would like to begin with one simple, basic affirmation: all of us are experiencing a market cycle which is characterised by certain particular traits and in the past we have experienced other situations which are similar to a greater or lesser degree. I am talking, therefore, about markets with great capacity and low prices, or the alternative, markets with low capacity and high prices. I believe that at the present time, having previously experienced different cycles, we are all asking ourselves how the next cycle will be defined - will it be very different, or will it be comparable to previous cycles which we have experienced in our professional lives. There is no doubt that at the moment the market is characterised by enormous capacity and yet we expect that this cyclic nature of the market will bring about a period of lower capacity and greater difficulty therein. It is clear from what we have seen recently that the next cycle will probably have different characteristics from the preceding one, and maybe one important factor amongst these differences will be precisely attributable to the fact that ART will be more prevalent in the so-called "hard" and difficult market to come. Therefore, without claiming to discuss ART from a technical point of view, since this is not our function, but rather to stimulate debate so that whoever deals with the subject in a far more professional manner later on will be in a better position to assess it, I would like today to try to consider some hypothetical scenarios for what could be the next market cycle with, respectively, a disruptive, less disruptive or moderate presence of particular forms of ART. I would therefore like to start with a brief analysis of the most recent developments in the market: • Over the last few years, a gradual trend towards an increase in the presence of ART solutions has been recorded; • When talking of ART solutions, those which have been seen most often to be on the increase in the market are those of the finite risk type, set up by capti- 8 • Negli ultimi anni l’aumento della disponibilità di queste soluzioni ha portato un certo impatto sul mercato, cominciando ad introdurre un cambiamento: il fatto stesso che se ne parli, anche se di più o di meno a seconda delle diverse aree geografiche (negli Stati Uniti forse di più o con più regolarità, in Europa un po’meno), sembra confermare che qualche cambiamento nel mercato si è già verificato. I Fattori Trainanti per la Crescita di Soluzioni ART: Guarderei quindi brevemente a quelli che sono i fattori trainanti per la crescita di queste soluzioni, per poi vedere quali possono essere i possibili scenari che ne derivano: • Si registra senz'altro un cambiamento nelle dinamiche nelle grandi realtà industriali, cioè è il Cliente originale che ha attraversato mutazioni rispetto al passato; c’è poi una spinta verso la globalizzazione (di cui abbiamo già parlato ampiamente nel convegno dell’anno scorso, ed ancora parleremo in futuro, dato che se ne può prevedere una continuazione), cioè fusioni e consolidamenti che portano a un cambiamento delle realtà sia industriali che assicurative e riassicurative, e ad una spinta verso un’industria basata sul servizio, quindi meno industria manufatturiera e più industria del terziario. • Il Cliente originale, i gruppi industriali, sono più sofisticati di quello che erano una volta e quindi cominciano con più accuratezza, con più scientificità, ad esaminare e a rivedere i propri servizi di “risk management” e quindi ad interessarsi più attivamente a quello che riguarda la prevenzione ed aspetti analoghi. • Al tempo stesso aumenta, e questo lo vediamo nel lavoro di tutti i giorni, la domanda per assicurare rischi che prima non era possibile coprire, rischi cosiddetti non assicurabili, rischi comunque difficili da collocare sul mercato tradizionale. • Abbiamo visto sin qui quelli che possono essere i cambiamenti e le diverse dinamiche che riguardano il Cliente originale; c’è poi la variabile che riguarda il mercato assicurativo e riassicurativo, che come tutti sappiamo, dato che con diversi ruoli lo viviamo quotidianamente, sta attraversando un periodo di grandissimo cambiamento: anche in questo settore avvengono massicce concentrazioni. Si registra inoltre una spinta ad aumentare la redditività per gli azionisti delle Compagnie, quindi vi è una situazione in evoluzione; • Vi è anche una molto più accentuata concorrenza, e quindi è necessario concentrarsi sulle attività “core”, attività particolari, caratteristiche, generare valore in più rispetto ai concorrenti e ancora una volta differenziarsi dai concorrenti per acquisire quote di mercato. Il diagramma che segue, per quanto molto schematico e quindi approssimativo, può dare un’idea di come possano inquadrarsi queste soluzioni, a seconda della dimensione del rischio e delle dimensioni del Cliente. Sull’asse della dimensione del Cliente, da piccolo a medio e quindi grande, si annotano successivamente il non utilizzo di alcuna soluzione ART, l’eventuale utilizzo di soluzioni “rent a capti- ve companies and the securitisation of insurance risks. • These operations have been offered in various forms depending on the different scenarios and they have been put forward by different operators whose additional purpose is to differentiate themselves from the competition - we are talking here of solutions which are more or less made-to-measure. • In recent years, the increase in availability of these solutions has already had some impact on the market – it is already starting to bring about some changes: the precise fact that these solutions are being discussed, even if to what extent depends on the geographical area (in the United States they are discussed more, or more frequently – a little less in Europe) would seem to confirm that the market has already changed to some extent. The Driving Forces behind the Growth in ART Solutions: I would therefore like to look briefly at those factors which are the driving forces behind the growth in these solutions, in order to then be in a position to imagine the potential nature of future scenarios: • There is no doubt that there has been a change in the dynamics of the overall industrial structure, i.e. it is the original Client who has changed with respect to the past, and there is a push towards globalisation (a matter which we have already discussed in great depth at last year's convention and which we will continue to discuss in the future, since it is anticipated that this will be an ongoing process); we are talking here of mergers and consolidations which bring about structural changes, not only to industrial but also to insurance and reinsurance companies, and of a push towards service-based industry - that is, a decrease in manufacturing industry and an increase in tertiary industry. • Industrial groups, who are the original Clients, are more sophisticated than they once were; they are therefore starting to examine and reconsider their own risk management services with greater precision and in a more scientific way, and therefore to take a more active interest in everything which concerns prevention and related issues. • At the same time - and this is something we see in our work every day - there is an increase in the demand to insure risk for which previously no cover was available, so-called non-insurable risks, which are, however, difficult to place in the traditional market. • Up until now we have looked at the potential changes and different dynamics which concern the original Client; next we must consider the variables which affect the insurance and reinsurance markets, which, as we know, as all of us in our various roles experience it 6th R.I.B. Convention 9 Vedi Chart 1 Futuri Scenari del Mercato Globale: • Esaminando per primo il fenomeno delle “captive”, notiamo che il loro numero è senz’altro in crescita, una crescita abbastanza costante seppure non verticale; • La costituzione di una “captive” presenta molti vantaggi per un certo tipo di Clienti, soprattutto quando si tratta di coprire rischi ad alta frequenza. Tra i vantaggi possiamo menzionare il risparmio nei costi assicurativi, l’ottenimento di garanzie che sul mercato commerciale potrebbero essere più difficilmente reperibili, un migliore controllo dei propri rischi, che deriva dal fatto di essere al tempo stesso Cliente e Assicuratore, vantaggi fiscali (questi vantaggi sono legati, come vedremo in seguito, alla dislocazione “off-shore” di molte società “captive”, d’altronde va valutato attentamente quale possa essere il futuro di queste situazioni), nonché l’accesso diretto ai mercati riassicurativi. Se vogliamo dare un ordine d’importanza a questi fattori da basso, a medio e alto vediamo nella tabella che segue che in ordine il risparmio di costi viene considerato il primo e più importante fattore, seguono le facilitazioni a ottenere coperture altrimenti non reperibili, poi un migliore risk management, vantaggi legati alla sistemazione “off-shore”, compresa la tassazione, e poi in diminuzione gli altri fattori. Vedi Chart 2 • Ci sono però anche alcuni elementi che dettano segnali contrari alla formazione di una “captive”; in linea di massima si possono così velocemente schematizzare: - Alti costi di costituzione e di esercizio, per cui per un determinato taglio di Clienti l’operazione non risulta conveniente; - Problemi di vigilanza e di controllo governativo sia sull’attività, per quanto riguarda gli organismi di regolamentazione dell’attività assicurativa nei vari Paesi, sia sulla tassazione, argomento che poi vedremo ancora in seguito; - Mancanza di un equilibrio nel portafoglio, perché la società “captive”, si trova ad avere spesso un solo Cliente, quindi può risentire della carenza di diversificazione del portafoglio; - Esposizione elevata a risultati negativi, possibile inadeguatezza delle riserve. • Abbiamo parlato di vantaggi legati alla sistemazio- 6th R.I.B. Convention on a daily basis, are experiencing a period of major change: here, too, massive consolidation is taking place. Nevertheless, there is a push to increase profitability for company shareholders, so the situation is continually evolving; • There is also far more emphasis on competition and it is therefore necessary to concentrate on core activities, special, characteristic activities, to generate higher value with respect to competitors and once again, to differentiate ourselves from our competitors in order to gain market share. The following diagram, however schematic and therefore approximate, gives some idea of how these solutions can be adopted, depending on the size of the risk and of the Client. On the Client size axis, from small to medium-sized to large, the successive non-use of ART solutions will be noted, and the possible use of “rent a captive” solutions, i.e. captive insurers rented in those cases where the size is not sufficient to justify establishing, and therefore using, one's own captive; on the other hand, following the risk size axis upwards, starting with frequent risk and ending with uninsurable risk, the various solutions which can be applied are shown, obviously in a very generic way, i.e. from the use of a captive for frequent risk to the use of a finite risk solution and finally to the possibility of securitisation for extremely high level risks. Chart 1 Outlining the potential for ART solutions Uninsurable Size of risk ve”, cioè di società “captive” prese in affitto laddove non vi sono le dimensioni sufficienti per giustificare la costituzione di una società “captive” propria, e quindi l’utilizzo di una “captive” propria. Andando invece verso l’alto lungo l’asse della dimensione del rischio, da rischio di frequenza fino a rischio difficilmente assicurabile, si annotano quelle che possono essere, ovviamente in modo piuttosto generico, le varie soluzioni applicabili, cioè dall’utilizzo di una “captive” per i rischi di frequenza, a soluzioni del tipo “finite risk”, fino all’eventuale cartolarizzazione per rischi ad altissima severità. Securities / reinsurance Securities Big ticket Finish risk / multidimensional ? Medium Retention finite risk Rent-a-captive Captives Frequent Small Medium Large Credit size Future Global Market Scenarios: • Taking the captives phenomenon first, we will see that they are without doubt growing in number and that this growth is fairly constant, if not vertical; 10 ne “off-shore”, quindi vantaggi di natura fiscale. Se osserviamo nella tabella che segue quante sono le “captive” formate dall’89 al ’98 (di ogni barra verticale la prima sezione dal basso è quella riferita al numero di “captive” costituite in territori “off-shore”, seguono le “captive” costituite negli Stati Uniti, quindi quelle in altri Paesi), si vede chiaramente che la maggior parte delle operazioni “captive” è stata studiata per questo tipo di vantaggio, infatti le “captive” dislocate in territori “off-shore” rappresentano oltre il novanta per cento delle operazioni. Vedi Chart 3 • L'armonizzazione in Europa delle norme fiscali, un fatto non più evitabile alla luce dei recenti sviluppi, con la crescita dell’Unione Europea probabilmente sarà un fattore decisivo per quanto riguarda il futuro delle “captive”, essendo intuitivo come una scelta in percentuale così importante orientata verso vantaggi di tipo fiscale nella formazione di una “captive” possa essere rivista in modo anche radicale, a seconda che questi vantaggi di natura fiscale vengano mantenuti o eliminati. • Già, ad esempio, negli Stati Uniti lo Stato di New York, che pure è famoso per avere sempre adottato un sistema molto “liberal” dal punto di vista dell’economia, ha imposto una limitazione alle favorevoli condizioni per la detraibilità fiscale dei premi ceduti alle “captive”; sembrerebbe quindi esserci una tendenza ad una maggiore trasparenza e ad andare verso una situazione dove il vantaggio fiscale per le “captive” potrebbe venire meno. • Inoltre vi sono le coperture di tipo “finite risk” e le coperture miste ART che potrebbero ridurre ulteriormente la necessità di formare società “captive”. Guardando ad altri tipi di soluzioni ART, quindi soprattutto le soluzioni chiamate “finite risk” e le operazioni di “securitization” di rischi assicurativi, emergono due interrogativi centrali: • Quale tipo di penetrazione potranno avere queste tecniche, per esempio per quanto riguarda la cartolarizzazione di rischi assicurativi, nel mercato commerciale, e quali saranno i rischi che possono essere coperti facendo uso di queste tecniche, quindi quali saranno i rischi che possono essere soggetti ad un cambiamento di direzione nel mercato ? • Allo stesso modo l’interrogativo che riguarda le coperture del tipo “finite risk”, è se queste diventeranno coperture più standard rispetto alla situazione attuale, nella quale sono comunque soluzioni fatte sempre su misura, e se si arriverà quindi ad una situazione nella quale i Clienti utilizzeranno effettivamente con regolarità queste soluzioni, rispetto alla situazione attuale dove è sporadico il loro utilizzo. A titolo provocatorio possiamo prevedere tre diversi scenari, che sono ugualmente estremi, e vanno quindi valutati per quello che intendono essere, cioè niente di più di una base di discussione: • Scenario 1: la “securitization” investe tutti i rami dell’assicurazione, quindi si sviluppa una netta predominanza di questo fenomeno; • Scenario 2: si registra l’invasione del concetto di copertura “finite risk” nel mercato; • It is clear that creating a captive offers many advantages for a certain type of Client, above all in cases where high frequency risk is to be covered. Amongst the advantages, we could mention the savings in insurance costs, the achievement of guarantees which might be more difficult to obtain in the commercial market, better control over one's own risks, which derives from being both Client and Insurer at the same time, fiscal advantages (as we will see later, these advantages are connected to the offshore transfer of many captive insurers – on the other hand, it is necessary to evaluate carefully what the future may hold for these situations), as well as direct access to reinsurance markets. If we wish to evaluate these factors in order of importance from low to medium to high, we will see in the following table that cost savings are considered to be the first and most important factor, followed by facilitation in obtaining cover which cannot otherwise be found, then better risk management, advantages connected to the offshore arrangement including taxation, and finally other factors in decreasing order of importance. Chart 2 Relative importance of factors for establishing a captive insurer Cost savings in Insurance To facilitate obtaining insurance cover Better risk management selection and control Offshore advantages including taxation Supplement to conventional market cover Access to global reinsurance markets Development of an independent profit centre LOW MEDIUM HIGH • There are, however, some elements which act as contrary indicators to the establishing of a captive; these can be quickly outlined in a general way, as follows: • High set-up and trading costs, for which reason, for a certain range of Clients, this operation is not cost effective; 6th R.I.B. Convention 11 Scenario 1 - “Securitization” per Tutti i Rami: Secondo questo primo scenario tutto il complesso, il mondo che ruota attorno alle operazioni di “securitization” passa attraverso diverse fasi: • Inizialmente si registra una crescita, per quanto piuttosto lenta: ogni anno vengono realizzate un numero maggiore di operazioni, quindi probabilmente anche nel 2000 questo tipo di tecnica aumenterà la propria presenza nel mercato e verrà realizzato un numero ancora maggiore di operazioni. • A mano a mano che queste operazioni vengono completate si nota la tendenza a ritenere che il costo di organizzarle debba diminuire; al tempo stesso gli elevati rendimenti che queste operazioni prospettano per gli investitori fanno registrare un aumento della relativa domanda. • Sempre secondo questa ipotesi, gli investitori iniziano a comprendere che la cartolarizzazione di rischi assicurativi alza quella che loro considerano essere la linea del grafico rischio / rendimento, combinazione tra l’elemento di rischiosità ed il ritorno per l’investitore, quindi si spostano con più favore verso una soluzione di investimento di questo tipo. Vedi Chart 4 Vi sono alcuni fattori che inizialmente frenano la crescita di queste operazioni, principalmente: • Il fattore dominante è dato dalla situazione del mercato assicurativo e riassicurativo che, essendo molto “soft” al momento, quindi facile il reperimento delle coperture e molto ampia la capacità disponibile, ampie le garanzie reperibili e bassi i relativi costi, esercita una azione frenante verso qualunque tipo di soluzione alternativa; • C’è poi, al momento, l’attrattiva offerta da altri titoli, azionari ed obbligazionari, emessi da mercati ed “economie” emergenti e quotati sulle borse internazionali; la situazione dei principali mercati azionari in deciso ed irrefrenabile rialzo fa sì che questi titoli stiano garantendo elevate redditività, e prospettando quindi la possibilità di investire in modi più redditizi. Questi fattori frenanti possono però essere circoscritti ed eventualmente eliminati, in un sol colpo, da una situazione di recessione globale, che potrebbe essere la fase del ciclo economico naturalmente successiva al momento di “boom” attuale. Si avrebbe allora una situazione in cui: • I titoli azionari ed obbligazionari tradizionali diventerebbero meno interessanti per redditività, ed assai più rischiosi; anche i principali conglomerati industriali (comprese le attività del comparto “hi-tech” e la cosiddetta “new economy”) sulle quali i mercati stanno ora investendo più comunemente, comincerebbero a dare segnali di “stanchezza” ed evidenti difficoltà economiche, quindi andrebbero a costituire un rischio assai più elevato per l’investitore; 6th R.I.B. Convention • Problems of supervision and government controls, both of the company by the insurance industry's supervisory bodies in the various countries and in terms of taxation, a matter which will be dealt with subsequently; • Lack of balance in the portfolio because the captive insurer often finds itself with only one client and can therefore suffer from a lack of diversification in its portfolio; • Elevated exposure to negative results and possibly inadequate cash reserves. We have discussed the advantages connected to the offshore arrangement, that is, taxation advantages. If we look in the following table at how many captives were established between 1989 and 1997, (for each vertical bar, the lowest section represents the number of captives established in offshore territories, followed by those established in the United States, and finally those in other countries), we can see clearly that the greatest number of captive operations have been devised with this type of advantage in mind, given that the captives placed in offshore territories represent over ninety percent of all operations. Chart 3 Global captive insurers 1989-1997 4.000 Total other Total US Onshore 3.500 Number of captive insurers • Scenario 3: il mercato fa fronte a questo tipo di invasione abbattendo i propri costi, generando valore e quindi creando un servizio nuovo. 3.000 2.500 2.000 1.500 Total Offshore 1.000 500 0 1989 1991 1993 1995 1997 • The harmonisation of fiscal norms in Europe – which, in the light of recent developments, is a fact which can no longer be avoided – will probably be a decisive factor with regard to the future of the captive, given the growth of the European Union, in that their use is an intuitive choice in such a high percentage of cases oriented towards advantages of a fiscal nature; establishing a captive may need to be looked at again in a radical way, depending on whether these taxation advantages are maintained or eliminated. • In the United States, for example, the State of New York, although well-known for having always adopted 12 • Al contrario il “Catastrophe Bond” ovvero il titolo emesso mediante una “securitization” di rischi assicurativi di altro tipo, non è correlato a questi fattori economici tradizionali, né ad altri che determinano il normale andamento dei mercati finanziari, e quindi dovrebbe reggere assai meglio di fronte al momento di recessione. Per un certo periodo di tempo, comunque, si tratterà ancora di titoli riservati a specialisti. • Tuttavia nel medio periodo, se questo fenomeno permane, una crescita costante potrebbe portare questi strumenti finanziari tra i titoli principali, vi sarebbe quindi una conoscenza più approfondita anche da parte del mercato degli investitori non istituzionali verso questi strumenti, e di conseguenza si preparerebbe il terreno per un vero e proprio “boom”. • L’aumentato interesse da parte degli investitori porterebbe ad un calo dei rendimenti, mentre – parallelamente al fatto che queste operazioni comincerebbero a divenire più comuni – la riduzione dei rendimenti genererebbe un rinnovato e maggiore interesse verso l’emissione di titoli di questo genere; di fatto, dal punto di vista dei potenziali emittenti, sarebbe ora possibile emettere lo stesso titolo che tempo prima doveva essere retribuito con una cedola elevata, offrendo ora un interesse più basso, eppure mantenendo lo stesso mercato o avendo addirittura accesso ad un mercato maggiore. Questa situazione non potrebbe che dare origine ad un circolo virtuoso, e quindi la “securitization” andrebbe ad “invadere” il mercato assicurativo e riassicurativo. • Il principale effetto del “dilagare” di questo fenomeno sarebbe l’estensione dell’applicazione delle tecniche di “securitization” oltre al campo tradizionale, cioè quello delle esposizioni a calamità naturali; quindi non più solamente “securitization” di rischi catastrofali, ma anche di altri rischi che compongono il portafoglio assicurativo di Compagnie e Clienti. In particolare rischi che si configurano come particolarmente adatti a questo tipo di strumento potrebbero essere quelli tipici della “Linea Persone”, sicuramente l’RC Auto, l’Auto Rischi Diversi e più in generale il Settore Property; un po’più difficile sarebbe l’applicazione al ramo dell’RC Generale, per fattori legati tanto alle caratteristiche di “long tail” quanto alla scarsa standardizzazione dei prodotti, tuttavia esiste teoricamente la possibilità di applicare le tecniche di cartolarizzazione per quasi tutti questi rami. Nella tabella che segue si descrive lo sviluppo nel tempo di questo fenomeno: Vedi Chart 5 Come si può osservare nel grafico, durante gli anni tra il 1990 ed il 1999 si è discusso e studiato intorno all’argomento, ma si è fatto abbastanza poco dal punto di vista operativo, facendo registrare comunque una crescita costante; durante i prossimi due o tre anni continuerà questa crescita, poi potrebbe verificarsi l’ “esplosione”. L’ingresso nel settore delle “personal lines”avverrebbe quindi in tempi relativamente brevi e con un notevole impatto sul mercato. a very liberal economic system, has already put a stop to the favourable conditions for tax-deduction of the premiums yielded to captives; it would therefore seem that there is a tendency towards greater transparency and that the trend is towards a situation where the tax advantages for captives could be reduced. • Then there are the finite risk and mixed ART types of cover, which could further reduce the necessity for establishing captive insurers. Looking at other types of ART solutions, therefore above all at the finite risk and securitisation solutions to insurance risks, two central questions emerge: • What level of penetration can these solutions achieve in the commercial market, for example with regard to the securitisation of insurance risks and which risks can be covered by using these solutions and could therefore be subject to any change in direction of the market? • In the same way, the question which concerns finite risk types of cover is whether these will become more standard forms of cover compared with the current situation, where they are in any case always made-to-measure solutions, and whether we will therefore arrive at a situation where Clients use these solutions effectively and frequently compared with the current situation, where their use is sporadic. In order to stimulate debate, we can envisage three different scenarios, equally extreme and therefore to be evaluated as they are - that is, merely as a basis for discussion: • Scenario 1: securitisation pervades all sectors of the insurance industry and therefore a clear predominance of this phenomenon develops; • Scenario 2: the finite risk concept of cover invades the market; • Scenario 3: the market confronts this type of invasion by greatly cutting its own costs, generating value and therefore creating a new service. Scenario 1 - Securitisation for all Sectors: Under the first scenario, the whole area – the world which revolves around securitisation operations – undergoes several different phases: • Growth is being recorded, however slow this may be: each year more operations are completed, therefore the presence in the market of this type of solution will probably also increase during the year 2000 and a greater number of operations will probably be undertaken. • As these operations are completed, there is a tendency to consider that the cost of organising them 6th R.I.B. Convention 13 Vedi Chart 6 Tutto quanto abbiamo sin qui esposto riflette uno scenario nel quale, per l’influenza di diversi fattori, si verifica di fatto una “invasione” del mercato da parte di questi nuovi prodotti, quindi il mercato riassicurativo tradizionale, in assenza di opportune contromisure o opportune strategie qualificanti, perde importanti spazi operativi nei confronti di questi strumenti. E’ ovviamente uno scenario estremo, ove fattori trainanti e relative conseguenze economiche sono portate ai massimi livelli per poterne meglio evidenziare e studiare le dinamiche; tuttavia è pur sempre uno dei possibili scenari futuri, pertanto non si può a priori escluderne la possibilità di realizzazione. must diminish, whilst at the same time the elevated returns which these operations promise for investors increase demand. • Staying with this scenario, investors begin to understand that some form of securitisation of insurance risk raises that which they consider to be the risk-return line on the graph, a combination of the element of risk and the return for the investor; they therefore become more favourable to moving in the direction of investments of this type. Chart 4 Shifting the risk-return line with catastrophe bonds Return Adjusted risk us return Return • Se consideriamo le caratteristiche di “potenzialità” del mercato nel medio e lungo termine, si osserva che per il segmento dei rami elementari, la riassicurazione ed altri rischi di nuova concezione si può cercare di valutare la penetrazione relativa stimando la ipotetica quota di mercato in termini di premi equivalenti; premi quindi che cambiano la loro destinazione e vengono attratti da forme di cartolarizzazione dei rischi. Per quello che riguarda, invece, le operazioni di cartolarizzazione stesse, le medesime stime prevedono cifre estremamente importanti: le barre esposte nella tabella che segue indicano importi in miliardi di dollari; è quindi assai notevole la porzione di mercato che, secondo questo scenario, potrebbe spostarsi in questa direzione. Risks us return Return for a given risks is increased Risk Scenario 2 - L’Invasione dei Prodotti “Finite Risk”: Il concetto di “finite risk” introduce un altro tipo di soluzione assicurativa e riassicurativa e, nel secondo scenario che andiamo ad immaginare, ipotizziamo una situazione di prevalenza sul mercato internazionale di questo tipo di coperture, così come abbiamo fatto con la “securitization” nel primo scenario. • L’adozione di tecniche del tipo “finite risk” comporta un fondamentale cambiamento di impostazione concettuale nell’approccio alla copertura dei rischi; si passa infatti da un concetto che si potrebbe semplificare in modo estremo con la dicitura “molti rischi, un anno”, quindi un numero elevato di rischi che trovano un equilibrio tra loro nel corso di un anno assicurativo, ad un concetto diverso ed in certa misura opposto, che si potrebbe semplificare in modo estremo con la dicitura “un rischio, molti anni”; quindi un solo rischio che trova un suo proprio equilibrio con la distribuzione nel corso di vari anni. • Questo tipo di soluzioni viene già ora trattato sul mercato; si tratta di un’impostazione che è partita soprattutto dal mercato Statunitense, e che generalmente rende disponibili numerose diverse soluzioni a problematiche particolari. I fattori che possono determinare una vera e propria invasione di questo tipo di prodotti sul mercato sono piuttosto numerosi, e riguardano diversi elementi: • In primo luogo una diversa sensibilità verso il pro- 6th R.I.B. Convention There are some factors which initially check the growth of these operations and the most important are the following: • The dominant factor is brought about by the situation in the insurance and reinsurance market which is very "soft" at the moment; this makes it easy to find cover, there is plenty of capacity, guarantees are easy to find and related costs are low; this therefore creates a braking effect on any alternative type of solution; • At the present time, there is also an attractive range of other securities on offer, both shares and bonds, which are issued by emerging markets and "economies" and quoted on international stock exchanges; when the principal stock markets are undergoing a decisive and unstoppable upturn phase, these securities guarantee elevated returns and therefore promise the opportunity of investing in more profitable ways. These braking factors could, however, be circumscribed or even eliminated in one fell swoop if there were to be a global recession - this may be the next phase in the economic cycle following the current boom. At that point, we would have a situation where: • Traditional instruments such as shares and bonds would become less interesting in terms of profitability, 14 dotto assicurativo da parte dei più importanti Clienti, che sempre di più ritengono di pagare costi troppo elevati per le loro coperture; essi ritengono anche di rappresentare un rischio già migliorato dal punto di vista qualitativo ed in corso di ulteriore miglioramento, in seguito al fatto che vi è un maggiore livello di qualità e di sofisticazione nelle imprese, maggiore controllo nei rischi; ne consegue che naturalmente i Clienti ritengono di avere diritto a costi assicurativi più bassi; • Al tempo stesso si nota un aumento della domanda di garanzie di nuovo tipo, domanda originata da diversi motivi: tra questi vi è di certo una maggiore sensibilizzazione verso fenomeni tipo l’inquinamento, problematiche ambientali, atti di terrorismo o sabotaggio industriale, nonché vari altri tipi di garanzie che in passato erano state considerate quali accessorie e che invece adesso diventano per alcune aziende un problema specifico da risolvere, forse più importante dei rami tradizionali. Anche per quanto riguarda l’utilizzo dei prodotti “finite risk”, chiaramente, ci sono alcuni determinanti fattori che a lungo ne hanno frenato la crescita, costituendo vere e proprie barriere a difesa del mercato convenzionale; possiamo identificare con facilità i fattori principali nei seguenti: • L’alto costo finanziario di questo tipo di soluzioni, specie quando raffrontato con i bassi costi reperibili sul mercato internazionale per le coperture di tipo tradizionale; • Il fatto che le coperture “finite risk” sono fino ad ora ancora sempre state studiate e “confezionate”su misura, come soluzioni integrate e/o veri e propri “package” di copertura per specifici problemi; questo comporta che sia sempre molto difficile fare un raffronto in termini di economicità con le garanzie offerte dal mercato tradizionale per una esposizione analoga (o comunque simile, per quanto il mercato convenzionale possa raggiungere); • Il fatto che queste soluzioni sono state fino ad ora riservate a Clienti di grande dimensione, cioè con notevoli dati di bilancio. Nello scenario che stiamo ipotizzando saranno nuovi e diversi elementi contingenti a travolgere questi fattori frenanti, dando il via ad una crescita non più contenuta o marginale, ma che riguarderà tutti i principali settori dell’assicurazione con percentuali di penetrazione elevatissime. • Il fenomeno delle fusioni ed acquisizioni che si sta osservando durante gli ultimi anni sui mercati finanziari, porta ad una maggiore concentrazione e quindi ad una contrazione nel numero degli operatori presenti sul mercato; questo è un fatto che nel nostro lavoro sperimentiamo quotidianamente. Questo fenomeno potrebbe determinare, in ipotesi, una diminuzione della capacità disponibile, quindi una ripresa dei tassi, e con essi una ripresa dei costi assicurativi e riassicurativi. • Un mercato più difficile alla trattativa, un mercato più rigido di quello attuale, costituirebbe un fattore determinante per la ricerca di soluzioni alternative, soprattutto in un momento di mutevoli dinamiche del Cliente originale, per il quale varie soluzioni as well as quite a bit more risky; the main industrial conglomerates (including those in the hi-tech and socalled new economy sectors) in which the markets are most frequently investing, would also begin to show signs of being "tired" and having obvious financial problems – therefore they would begin to constitute quite an increased risk for the investor; • On the contrary, the Catastrophe Bond, or the instrument issued by averaging out a securitisation of other types of insurance risks, is not linked to these traditional economic factors, nor by others which determine the normal trends in financial markets, and should therefore hold up better when confronted with a period of recession. In any case, for a while, these will be securities reserved to the specialists. • In any event, in the medium term, if this phenomenon were to persist, constant growth could cause these instruments to move to the forefront of chosen securities and in that case, the knowledge surrounding them would deepen - also on the part of non-institutional investors; consequently the ground would be prepared for a fully-fledged boom. • Increased interest on the part of investors would bring about a decline in profits whilst – running parallel with the fact that these operations would begin to become more frequent – the reduction in returns would generate a renewed and greater interest in the issuing of securities of that type; in fact, from the point of view of potential issuers, it would now be possible to issue the same security which at one time had to offer a high coupon at a lower interest rate, whilst maintaining the same market or even having access to a wider market. This situation could only create a virtuous circle and therefore securitisation would "invade" the insurance and reinsurance markets. • The main result of the "flooding-effect" of this phenomenon would mark the extension of the application of securitisation techniques beyond the traditional field, i.e. that of exposure to natural catastrophes - no longer merely the securitisation of catastrophic risks therefore, but also of other risks which make up the insurance portfolio of Companies and Clients. In particular, risks which take the form of especially lending themselves to this type of instrument could include those typical of the "personal lines", certainly motor insurance both third party and comprehensive, and also the property sector in general; application to general civil liability insurance would be a little difficult, for reasons connected as much to the "long tail" characteristics as to the lack of standardisation of the products; however, theoretically the possibility exists of applying securitisation techniques to all these sectors. 6th R.I.B. Convention 15 La tabella che viene presentata qui di seguito dà un’idea di quello che può essere l’utilizzo nei vari segmenti di mercato assicurativo di questo tipo di tecniche, nell’ipotetico scenario di una vera e propria “invasione” del “finite risk”: Vedi Chart 7 Le varie barre orizzontali identificano rispettivamente la penetrazione nei grandi rischi, i medi, i piccoli ed infine nel segmento delle “personal lines”, che vengono interessate in modo marginale rispetto agli altri segmenti. Secondo questo scenario queste percentuali di penetrazione vengono raggiunte dall’impiego di soluzioni “finite risk” entro dieci anni, si tratta come abbiamo già visto di percentuali variabili da un massimo del 35% ad un minimo del 5%. 6th R.I.B. Convention The following table illustrates the development of this phenomenon over time: Chart 5 The investor cycle for securitisation Intro Saturation Explosion Personal Number of investors possono sostituire il concetto tradizionale di copertura, soprattutto se il problema è più complesso rispetto alla copertura di un rischio ordinario. • A questo punto si verrebbe a verificare una sorta di “esplosione” delle soluzioni “finite risk”. Questo fenomeno interesserebbe inizialmente le grandi multinazionali, i grandi Clienti “corporate” e le grandi aziende nazionali; come immediata conseguenza si avrebbe una contrazione ulteriore del mercato tradizionale, in quanto un certo numero di affari piuttosto importanti si sposterebbe inevitabilmente verso soluzioni e coperture di questo genere. • La perdita di redditività da parte delle maggiori Compagnie del mercato assicurativo tradizionale, conseguente alla perdita di importanti porzioni del portafoglio “aziende”, innescherebbe una ricerca di ulteriore e nuovo alimento, quindi un inevitabile ribasso dei tassi offerti alla Clientela media e piccola, quella cioè che le Compagnie dovranno a tutti i costi cercare di mantenere di fronte a una “invasione” come quella prospettata; si assisterebbe quindi ad una ripresa dei fenomeni di fusione ed acquisizione, dato che determinate Compagnie non sarebbero in grado di rimanere competitive in questo scenario, e quindi si verificherebbe un ripetersi del ciclo, con una sempre maggiore invasione di questo tipo di prodotti nel mercato. • Le operazioni che vengono concluse, le soluzioni che vengono costruite e ritagliate su misura, in pratica lo sviluppo progressivo delle tecniche di “finite risk” porterebbe ad un costante abbassamento del costo di utilizzo successivo di queste tecniche con altri Clienti; infatti tutta la fase di studio, d’istruttoria che viene svolta su diversi casi, andrà a costituire una base di lavoro e di esperienza futura, e quindi potrà sempre più contribuire a rendere più standardizzate quelle operazioni che all’inizio dovevano sempre essere costruite su misura. • La standardizzazione del prodotto e l’utilizzo più comune sono le principali caratteristiche di questa fase, nella quale si può ipotizzare una penetrazione del “finite risk” fino ad una quota di mercato del 35% circa, quindi un terzo del mercato per i grandi rischi; data la tipologia delle operazioni, è invece ipotizzabile una penetrazione decisamente inferiore per le “linee persone”, che verrebbero interessate solo fino ad un 5% circa. 1990 1999 2002 2005 2009 Estimated time frame As can be seen from the graph, this topic was much discussed and studied during the period from 1990 to 1999, but little was done from an operational point of view; nevertheless, constant growth was recorded. Growth will continue over the next two to three years, to be followed by the explosion and entry into the sector of the "personal lines", which will take place in a relatively short space of time and with considerable impact on the market. • If we consider the characteristics of the market's potential capacity in the medium and long term, it can be seen that for the segment relating to elementary sectors, reinsurance and other new risks, we can try to evaluate the relative penetration by estimating a hypothetical market quota in terms of equivalent premiums; premiums, therefore, which change their destination and are attracted by forms of securitisation of risks. On the other hand, as far as securitisation operations themselves are concerned, the same estimates anticipate extremely substantial sums: the bars shown in the following table indicate amounts in billions of dollars and therefore the portion of the market which, according to this second scenario, could move in this direction is fairly substantial. 16 In termini di volume premi è invece questo successivo grafico a mostrare quella che potrebbe essere la quota di mercato, sempre che questo scenario possa essere considerato realistico, sottratta da soluzioni di tipo “finite” al mercato tradizionale: quindi la prima curva partendo dal basso rappresenta l’ipotesi di sviluppo del mercato tradizionale limitato a seguito dell’invasione di soluzioni “finite”, mentre la curva più alta rappresenta la previsione di sviluppo naturale del mercato, in assenza di questa ipotizzata invasione. Vedi Chart 8 La fascia compresa tra le due curve rappresenta quindi la crescita del “finite risk” nel mercato nei prossimi cinque anni a spese del mercato tradizionale; come si può notare, la previsione riporta una crescita dei volumi per questo tipo di prodotti da circa tre, quattro miliardi di dollari fino ad una cifra consistente, ipoteticamente quasi 20-25 miliardi di dollari verso la parte finale del periodo di osservazione. Scenario 3 - Abbattere i Costi e Generare Valore: Gli scenari che abbiamo ipotizzato finora mostrano in entrambi i casi una invasione da parte di tecniche ART nel mercato assicurativo e riassicurativo internazionale. Esiste però una possibile alternativa, e quindi vorrei completare questa analisi invitandoVi ad esaminare uno scenario nel quale si può identificare quale principale obbiettivo quello di abbattere i costi e generare valore, delineando quindi una nuova funzione per l’assicurazione tradizionale in un mercato in veloce divenire, che vede impellente lo sviluppo di tecniche alternative e non convenzionali. In quest’ ultima ipotesi si profila un’evoluzione del mercato marcata da alcune caratteristiche importanti: • L’utilizzo di tecnologie di comunicazione ed informazione innovative, che consentono un maggiore controllo dei flussi informativi, più efficienti livelli di servizio, in generale un più facile controllo dei propri risultati; inoltre l’utilizzo avanzato di tecnologie di comunicazione on-line e la capacità di negoziare il proprio prodotto o parti di esso attraverso Internet determinano nuovi orizzonti commerciali e l’accesso a molteplici nuove opportunità di business. • Al tempo stesso si verifica una crescita della tendenza a dare in “outsourcing” la maggior parte o, idealmente, tutte quelle attività che sono collaterali al business principale. Questa tendenza è già presente sul mercato, la si può notare in una fase più avanzata, ancora una volta e non per caso, sul mercato Americano, ma è un progetto che anche sul mercato Europeo molte Compagnie di assicurazione e di riassicurazione stanno studiando, ed è quindi naturale presumere che lo stesso fenomeno avrà riflessi anche sul mercato Italiano. • L’“outsourcing” di servizi considerati non principali, diventa una necessità soprattutto quando si tratta di muoversi nel mercato in concorrenza con operatori che utilizzano canali nuovi e diretti di ven- Chart 6 The potential securities market in 2008 Personal motor Size measured by securitisation assets Personal other Natural catastrophe Other new risks Size measured by premium equivalent Commercial lines and reinsurance 0 10 20 30 40 50 60 Potential size of the securitisation market in 2008 $bn Everything we have put forward up until now reflects a scenario under which, because of the influence of various factors, an invasion of the market by these new products is recorded; the traditional reinsurance market therefore, in the absence of appropriate countermeasures or suitable qualifying strategies, is losing important operational ground to these instruments. This is obviously an extreme scenario, where driving factors and their relative financial consequences have been exaggerated to the highest levels in order to highlight them more clearly and to study their dynamics; however, this remains one potential future scenario so we should not automatically exclude the possibility of it actually coming about. Scenario 2 - The Invasion of Finite Risk Products: The concept of finite risk introduces another type of insurance and reinsurance solution and under the second scenario we are going to imagine, let us suppose that there is a prevalence in the international markets of this type of cover, just as we did with securitisation in the first scenario. • The adoption of finite risk types of technique brings about a fundamental change in our conceptual approach to the cover of risks; in fact, we pass from a concept which can be simplified to an extreme extent with the phrase "many risks, one year", i.e. a high number of risks which find a balance amongst themselves in the course of one year of insurance, and a concept which is different and, to some extent, opposing, which could be simplified to an extreme degree with the phrase "one risk, many years", i.e. one sole risk which finds a balance in its distribution over the course of many years. 6th R.I.B. Convention 17 dita, ad esempio i canali telefonici oppure, come descrivevamo prima, la vendita tramite Internet, quindi canali che consentono una vendita ad una clientela più vasta ed a costi più bassi. I principali settori che possono essere oggetto di “outsourcing” possono essere: – La gestione del servizio di liquidazione sinistri – Alcuni servizi amministrativi – Gli investimenti della Compagnia, la tesoreria. • Si può quindi immaginare un mercato nel quale l’Assicuratore più di prima svolge unicamente, o comunque in modo prevalente, il proprio ruolo caratteristico, ovvero l’attività di sottoscrizione dei rischi. La Compagnia tenderà a concentrare la propria attività selezionando le proprie competenze specifiche, dove maggiore è il proprio valore e di conseguenza dove maggiori sono i propri margini operativi, demandando ad entità esterne quelli che sono i servizi considerati collaterali alla propria attività. • Questa tendenza porta come conseguenza non solo un fenomeno di “outsourcing” di determinati servizi, ma anche la successiva determinazione di “scartare” intere parti della propria struttura, in maniera da configurare sempre più uno scenario con Compagnie molto specializzate, che hanno ormai abbandonato tutte quelle attività, parti della propria struttura ed infine portafogli di affari che non generano profitti, ma invece drenano risorse all’attività principale. • E’ evidente come, per poter collocare con successo questo tipo di iniziative, le Compagnie debbano avvalersi dell’assistenza di specialisti qualificati: quindi interviene, e riveste un ruolo fondamentale in questa fase, l’attività di società terze, a partire da quelle che si occupano di gestione dei sinistri, sino agli stessi Brokers di riassicurazione, ai quali è demandata una area di attività di primaria importanza. Le attività di analisi dei rischi, raccolta dei capitali, investimenti, gestione amministrativa e dei sinistri, se effettuate in modo professionale da specialisti contribuiscono a creare una rinnovata e più professionale immagine per la Compagnia stessa. • Si viene quindi a creare un ruolo nuovo per l’Assicuratore, in un mercato in così grande evoluzione dal punto di vista professionale: quello di “advisor” di alto profilo; è quindi proprio l’Assicuratore il super-consulente che, avvalendosi a propria volta di una serie di propri consulenti e di propri specialisti che lo assistano nei vari settori di attività, si configura come l’entità che confeziona e reperisce il miglior prodotto per il proprio Cliente. Avvalendosi delle migliori esperienze e professionalità disponibili di volta in volta alla luce delle caratteristiche dei progetti da svolgere, potrà disporre la migliore combinazione possibile di soluzioni del mercato tradizionale, “finite risk”, “securitization”, sostanzialmente gestendo a proprio vantaggio la grande evoluzione del mercato e la stessa crescente competitività delle tecniche di ART. In questo scenario tutti gli strumenti più innovativi saranno a disposizione di questa figura di “Super-Assicuratore” per configurare e procurare la soluzione più efficace al proprio Cliente. 6th R.I.B. Convention • This type of solution is already available on the market; it is a formulation which was derived principally from the US market and which in general terms makes available numerous diverse solutions for particular problems. There are a good number of factors which may determine a genuine invasion of this type of product in the market and these are related to various elements: • Firstly, a different sensibility with regard to the insurance product on the part of the most important Clients, who ever more frequently consider that they are paying excessive costs for their cover; they also believe that they represent an improved risk from a qualitative viewpoint and that this is improving, due to the fact that there is a higher level of quality and sophistication in these companies and therefore greater risk control; the natural consequence is that the Clients believe that they should have the right to reduced insurance costs; • At the same time, an increase in the demand for the new type of guarantees can be seen, a demand which can be attributed to various factors: amongst these is certainly a greater sensitivity towards phenomena such as pollution, environmental problems, acts of terrorism or industrial sabotage as well as various other types of security, which in the past were considered to be accessory but today for some companies have become a specific problem to be solved and possibly even more important than the traditional areas. As far as the use of finite risk products is concerned, here too it is clear that there are some determining factors which in the long term have checked their growth, becoming actual barriers which uphold the conventional markets; we can easily identify the principal factors amongst the following: • The high financial cost of these types of product, especially when compared to the low costs which can be obtained on the international market for traditional types of cover; • The fact that up until now, finite risk types of cover have always been especially designed and "made to measure" as integrated solutions and/or proper packages of cover for specific problems means that it is always very difficult to make a true comparison in financial terms between the securities offered by the traditional market for an equivalent exposure (or at any rate, similar, up to the point at which the traditional market can compete); • The fact that to date, these products have been reserved for very sizeable Clients, i.e. those with substantial balance sheets. 18 Lo schema che segue è un tentativo di esprimere in modo figurativo il concetto sin qui descritto, e cerca di mostrare come l’Assicuratore, figura centrale di questo scenario, convoglia e configura nel modo più appropriato i prodotti ed i servizi di tutta una serie di altri operatori; prodotti e servizi che possono comprendere trasferimento di rischio sul mercato tradizionale, soluzioni “captive” (per le quali ad esempio vengono utilizzati in qualità di “arrangers” i Brokers specializzati), collocamenti di coperture del tipo “finite risk” (studiate in qualità di “advisors” o di “arrangers” da Brokers, Assicuratori e Riassicuratori), soluzioni che prevedono il collocamento di rischi sul mercato dei capitali (arrangiate da Brokers, Assicuratori e Riassicuratori o da Banche d’Affari). Vedi Chart 9 In sostanza, secondo questo ultimo scenario, tutti questi servizi altamente professionali e qualificati vengono forniti al Cliente dall’Assicuratore, quindi si viene a creare un ruolo decisamente centrale e virtuoso per l’Assicuratore, che gli consente di attraversare con successo questa fase di evoluzione del mercato. Nella parte iniziale abbiamo brevemente trattato delle “captive”, un fenomeno che, per quanto estremamente attuale ed in crescita, non era parte di nessuno di questi tre scenari, avendo caratteristiche molto particolari; in effetti la tabella che segue mostra come, in tutti e tre gli scenari che abbiamo cercato di descrivere, l’utilizzo delle captive sembrerebbe prevedere una flessione. Vedi Chart 10 Questa flessione appare più o meno marcata a seconda dello scenario: come è abbastanza evidente lo scenario nel quale si verifica la flessione maggiore è l’ultimo caso che abbiamo esaminato, cioè quello in cui l’Assicuratore riesce a configurarsi come il ruolo centrale del mercato, quindi l’operatore che produce le soluzioni ottimali per i Clienti. Una flessione minore si registrerà nel caso delle altre situazioni; in ogni caso è prevedibile che in nessuno di queste tre ipotesi si registri una importante crescita del fenomeno delle “captive”. Caratteristiche Comuni a Tutti gli Scenari: Gli scenari descritti sono senz’altro delle provocazioni, tuttavia possono servire come base per discutere e valutare di ogni caso ipotizzato gli aspetti realistici e la possibilità, alla luce di quello che poi altri primari operatori del mercato vorranno dirci nelle due giornate di questo Convegno. Ci sono alcune caratteristiche che risultano comuni a tutti questi scenari: • Sicuramente ci sarà una crescita delle tecniche di “securitization” durante i prossimi dieci anni. • E’ prevedibile un aumento d’importanza anche per le soluzioni “finite risk”. • A prescindere, quindi, da questi scenari “estremi” Under the scenario we are considering, the contingent elements which sweep away these factors which check the market will be different, giving way to growth which is no longer contained or marginal but which concerns all the principals sectors of the insurance market, with extremely high penetration percentages. • The phenomenon of mergers and acquisitions which has been seen in the financial sector during the last few years makes for a greater concentration and therefore a contraction in the number of operators present in the market – we experience this factor every day of our working lives. In theory, this phenomenon could bring about a reduction in the available capacity and therefore an upturn in rates and with that, an increase in the cost of insurance and reinsurance. • A market in which negotiations are more difficult and which is more rigorous than the current one would be a determining factor in the search for alternative solutions, above all at a time of changing dynamics of the original Client, for whom various solutions could substitute the traditional concept of cover, especially if the problem is complex when compared with the cover of an ordinary risk. • At this point, a sort of "explosion" of finite risk solutions would take place. At first, such a phenomenon would be of interest to the large multinationals, large corporate Clients and large domestic companies; an immediate consequence would be a further contraction of the traditional market since a certain number of deals would inevitably move towards these types of solutions and methods of cover. • The decrease in profitability of the larger companies in the traditional insurance market, which would be a consequence of the loss of important segments of their "company" portfolio, would trigger a search for further new income and therefore the inevitable reduction in rates offered to small and medium-sized Clients, those to which the companies would have to try to hold on at all costs if faced with an invasion such as that formulated here; the outcome would therefore be a further round of mergers and acquisitions, given that not all companies would be able to remain competitive under this scenario and the cycle would thus repeat itself, leading to an ever greater invasion of this type of product onto the market. • The operations which are concluded, the solutions which are designed and made to measure – in practice the progressive development of finite risk techniques – would bring about a constant reduction in the cost of the successive use of these instruments by other Clients; in fact, the whole phase of design and preliminary investigation which is carried out for 6th R.I.B. Convention 19 che abbiamo voluto ipotizzare, ci sarà una naturale crescita dell’utilizzo di soluzioni ART dovuta a vari fattori, e quindi si devono prevedere sostanziali conseguenze per tutti gli operatori del mercato tradizionale, cioè Assicuratori, Riassicuratori e Brokers. Questo significa che, indipendentemente dal fatto che si vogliano ritenere più o meno realistici gli scenari che abbiamo esposto, è necessario per Assicuratori, Riassicuratori e Brokers attrezzarsi in modo sostanziale per fare fronte a questo tipo di situazione, e comunque per continuare ad operare in un mercato dove questo fenomeno sarà caratterizzante. Noi del Gruppo R.I.B. siamo Brokers, e quindi dobbiamo preoccuparci in primo luogo delle conseguenze e delle necessità di visione strategica per i Brokers; già ne abbiamo parlato, anche piuttosto a fondo, l’anno scorso quando si discuteva attorno al tema della globalizzazione, di fusioni ed acquisizioni. • In sostanza per restare concorrenziali è necessario sviluppare un più vasto assortimento di prodotti e di soluzioni legate al mercato dei capitali, in modo da porsi di fronte al mercato senza limiti alle soluzioni disponibili, quindi con un prodotto a vasto raggio. • La crescente velocità operativa, e le sempre più sofisticate tecnologie disponibili per accentuare l’efficienza del servizio, rendono praticamente obbligatorio l’investimento di consistenti risorse nello sviluppo tecnologico, informatico e nelle tecnologie legate alle comunicazioni, specialmente on-line. • L’operatore che vuole ritagliarsi un ruolo di consulente qualificato deve risultare sofisticato quanto il mercato, e possibilmente di più; deve sviluppare, quindi, capacità tecniche avanzate, quali l’analisi dei rischi e la progettazione di soluzioni integrate. • La capacità di inserirsi in questa evoluzione del mercato in modo attivo, e quindi non esserne soltanto spettatore, ma essere invece parte attiva e fattiva di questo fenomeno, ricoprendo un ruolo propositivo, contribuirà a dare al Broker la possibilità di successo, ed a trovare la propria configurazione ed il proprio posizionamento ideale a seconda di quale dei tre scenari dovesse risultare in effetti il più realistico. In conclusione penso si possa dire che sicuramente lo sviluppo e l’impatto delle tecniche di ART sarà sostanziale, dato che comunque caratterizzerà una evoluzione del mercato: questa evoluzione potrà in alternativa o portare inevitabilmente verso una invasione da parte di questi prodotti, oppure in modo più auspicabile verso una caratterizzazione del mercato assai diversa da quella attuale, e più idonea a resistere all’avanzata di queste tecniche ed a offrire una valida alternativa nel servizio alla Clientela. In tutti i casi la presenza di queste soluzioni darà al mercato un volto nuovo e diverso: starà alla capacità e versatilità di ognuno di noi, Persona o Azienda, il sapersi ritagliare una posizione più o meno importante, più o meno utile ed attiva in questo mercato. Ringrazio tutti Voi per la Vostra attenzione. 6th R.I.B. Convention the various cases will constitute a future resource of experience and work therefore contributing to the ever greater standardisation of those operations which initially had to be tailored to the Client's needs. • The standardisation of the product and its more frequent use are the principal characteristics of this phase, in which we could hypothesise that the penetration of finite risk cover could reach a market quota of around 35%, i.e. a third of the market for high risks; given the type of the operation in question, we can however assume that the penetration for personal lines of cover would be much lower, in the range of up to around 5%. The table below gives an idea of what level of use the various insurance market segments could make of this type of technique, given the hypothetical scenario of a genuine finite risk invasion. Chart 7 The potential insurance market after a finite risk invasion, 2008 Personal lines Small commercial Medium commercial Large commercial 0% 5% 10% 15% 20% 25% 30% 35% % of market taken by finite risk solutions in 2008 The different horizontal bars identify the level of penetration in the high, medium and low risk sectors respectively, and finally in that of personal lines, the latter being affected marginally with respect to the other areas. According to this scenario, these penetration percentages are arrived at after the use of finite risk solutions over ten years – as we have already seen, we are talking of percentages which vary from a maximum of 35% to a minimum of 5%. In terms of the volume of premiums, however, it is this next chart which demonstrates the possible market quota – assuming that this scenario can be considered to be realistic – showing the impact when finite solutions are removed from the traditional market: here, the lower curve represents the hypothetical development of the traditional market which is limited after 20 finite risk invasion, whilst the higher curve represents the forecast for the natural development of the market in the absence of this hypothetical invasion. Chart 8 Total European commercial general insurance premiums, 1996-2003, $bn The European commercial insurance market with and without the impact of finite risk insurance 180 160 140 Total market (as predicted in Datamonitor’s European Commercial Insurance report) 120 Potential loss to the traditional market 100 80 60 European commercial insurance market as a result of finite risk invasion 40 20 0 1998 1999 2000 2001 2002 2003 The area contained by the two curves therefore represents the growth of finite risk in the market over the next five years, to the detriment of the traditional market; as can be seen, the forecast is for growth in the volume of this type of product from around three or four billion dollars to a substantial figure, hypothetically almost 20-25 billion dollars towards the end of the period under consideration. Scenario 3 - Cutting Costs and Generating Value: The scenarios we have considered up until now in both cases illustrate an invasion of the international insurance and reinsurance markets by ART products. There is, however, another possible alternative, so I would like to complete this analysis by inviting you to study a scenario under which we can identify as principal objectives the cutting of costs and the generation of value by outlining a new function of traditional insurance in a market soon to arrive, which considers the development of alternative, non-conventional techniques to be an urgent requirement. This final hypothesis outlines a market development marked by several important characteristics: • The use of innovative communications and information technology, which allows for greater control over the flow of information, more efficient levels of service and in general facilitates the control of one's own results; in addition, the advanced use of on-line communications technology and the ability to negotiate over one's own product or part of it via the Internet, open up new commercial horizons and give access to 6th R.I.B. Convention 21 multiple new business opportunities. • At the same time there is a growth in the tendency to outsource a large part or, ideally, all business activities which are collateral to the company's main business. This trend is already a feature of the market and it can be seen in an advanced form, again not by chance, in the American market; however, it is a plan which is also being studied in Europe by many insurance and reinsurance companies, so it is a natural assumption that this phenomenon will have consequences for the Italian market. • The outsourcing of those services which are considered not to be principal becomes a necessity above all when there is a need to act in the market in competition with other operators who are using new and direct sales channels, for example the telephone or, as described earlier, sales via the Internet, channels therefore which enable sales to be made to a wider range of clients and at a lower cost. The main areas which can be subject to outsourcing are: - The management of services for the settlement of accident-related claims - Some administrative services - The Company's investments – the treasurer's office • It is therefore possible to imagine a market where, more than previously, the role of the Insurer is to carry out purely, or at least prevalently, its own speciality, i.e. the activity of under writing risks. The Company will tend towards concentrating its own activities, choosing its own specific areas of competence – areas in which its own merits are the greatest and consequently where its operating margins are also the highest, sending out to external bodies those services which it considers to be collateral to its own activities. • The consequences of this trend are not only the phenomenon of the outsourcing of certain services, but also the successive decision to "discard" whole parts of the company's own structure, in such a way that the ever more frequent scenario becomes one in which Companies are extremely specialised and have now abandoned all those activities, those parts of its own structure and ultimately of its business portfolio, which do not generate profits but are, on the other hand, a drain on the resources of the principal activity. • In order to set up this type of initiative successfully, it is clear that Companies need to avail themselves of the assistance of qualified specialists: external companies intervene at this stage, performing a fundamental role – from those which handle accident claims to reinsurance Brokers themselves, to whom an area of activity of primary importance is outsourced. The activities of risk analysis, fundraising, investments, administration and the handling of claims, if carried out in a professional 6th R.I.B. Convention 22 manner by specialists, all go to create a renewed and more professional image for the Company in question. • Thus, from a professional viewpoint a new role is created for the Insurer in a market undergoing such great evolution: that of high-profile Advisor; this super-consultant is actually the Insurer as he in turn avails himself of a series of his own consultants and specialists who assist him in various areas of his activity; thus he presents himself as an entity which is able to package and deliver the best product for his Client. Depending on the characteristics of the project in hand and tailoring his choice of available experts and professionals in the light of these features, he is in a position to have at his disposal the best possible combination of solutions from the traditional markets, finite risk or securitisation, effectively playing to his advantage the great evolution of the market and the growing competitiveness of ART techniques. Under this scenario, all the most innovative tools will be at the disposal of this figure, the "Super-Insurer", enabling him to design and offer the most efficient solution for his Client. The following chart is an attempt at expressing the concept which has been described up until now in a figurative manner, and intends to demonstrate how the Insurer, the central figure under this scenario, channels and configures the products and services of a whole range of other operators in the most appropriate fashion; products and services which may include the transfer of risk to the traditional market, captive solutions (for which, for example, specialist Brokers would be used as "arrangers"), the placing of finite risk cover (designed by Brokers, Insurers or Reinsurers acting as "advisors"), solutions which envisage the placement of risks in the capital market (arranged by Brokers, Insurers or Reinsurers, or investment banks). Chart 9 Product convergence in ART Traditional insurance product provided by underwriter Product Captive solution arranged by broker Product Finite risk solution arranged by broker, insurer or reinsurer Product Capital market solution arranged by broker, insurer, reinsurer or investments bank Product Integrated risk solution coordinated by underwriter Product - Flexible multi-year periods of cover - Flexible combinations of pre- and post-funding - Virtual captives or profit sharing - Tailored policy terms and special contraditions - Access to capital market solutions through reinsurance bonds - Integration of insurance solutions with derivative-based solutions Product features and manufacturing processes 6th R.I.B. Convention 23 In essence, under this last scenario, all these highly professional and qualified services are supplied to the Client by the Insurer and therefore a decidedly key position is created for the Insurer, a virtuous role which enables him to pass through this phase of market evolution successfully. In the early part of our discussions we looked briefly at captives, a phenomenon which, despite its growth and extreme topicality, did not form a part of any of these three scenarios since it has very particular characteristics; the following table illustrates, in fact, how for all three of the scenarios we have endeavoured to outline, the use of captives would seem to anticipate a downturn. Chart 10 Captive insurers share of the worldwide commercial general insurance market, 1998-2003, % The developments of captives under each scenario, 1998-20003 “Securitisation for all lines” 7% 6% “Slashing costs and creating value 5% “Finite risk invasion” 4% 3% 2% 1% 0% 1998 1999 2000 2001 2002 2003 This downturn seems to be more or less marked depending on the scenario: as is quite clear, the scenario under which the greatest downturn is seen is the last of those we have looked at, i.e. that under which the Insurer manages to set himself up as a central figure in the market and therefore becomes the operator who produces the best possible solutions for Clients. For the other scenarios the downturn is less noticeable; in any event, significant growth in the captives phenomenon is not expected to be recorded for any of these three hypothetical situations. Characteristics Common to all the Scenarios These scenarios are certainly extreme cases – however, each hypothetical situation can serve as a basis for the discussion and evaluation of the realistic aspects and the probability of their realisation, in the light of what other primary market operators are going to tell us during this two-day Convention. 6th R.I.B. Convention 24 Some characteristics are common to all these scenarios: • It is certain that there will be a growth in securitisation techniques over the next ten years. • An increase in the importance of finite risk solutions can also be anticipated. • Setting aside these "extreme" scenarios which we have hypothesised, there will be a natural growth in the use of ART solutions due to various factors, and therefore we must anticipate substantial consequences for all those operating in the traditional sector, i.e. Insurers, Reinsurers and Brokers. Independently of whether we consider the scenarios as outlined to be more or less realistic, this forecast means that Insurers, Reinsurers and Brokers will need to equip themselves fully in order to confront these types of situations, and in any case to be able to continue to operate in a market in which this phenomenon will be a determining factor. We at the R.I.B. Group are Brokers, therefore our first concerns must be the consequences for Brokers and the necessity for strategic vision; we have already spoken of these matters – and in depth – last year, when our discussions centred on the themes of globalisation, mergers and acquisitions. • In essence, in order to remain competitive we need to develop a wider range of products and solutions linked in to the capital markets, so that we can place ourselves at the forefront of the market with limitless solutions available and therefore with a vast selection of products. • The increasing speed of operations and the ever more sophisticated technology which is becoming available to improve the efficiency of our services mean that it is practically obligatory to invest substantially in computing and technological development, also in communications-related, more especially on-line technology. • Any operator who wishes to carve out a qualified consultant's role needs to be as sophisticated as the market itself, possibly more so; he therefore needs to develop advanced technical skills such as risk analysis and integrated solution design. • The ability to enter this evolving market in an active manner – not to remain a mere spectator, but rather to become a proactive and effective part of this phenomenon by fulfilling a role fuelled by proposals – will help to create the potential for the Broker's success and enable him to find his ideal position in the market depending upon which of the three scenarios proves to be the most realistic. 6th R.I.B. Convention 25 In conclusion, I think it is safe to say that the development and impact of ART techniques are sure to be substantial, given that the market will certainly be characterised by their evolution. This evolution could either lead towards the inevitable invasion of these products, or otherwise, as is to be hoped, towards a market very different in character from the present one, more capable of resisting the advance of these techniques and of offering a valid alternative in the services provided for Clients. In all these cases, the existence of these solutions will give the market a very different look: it will be up to us, as individuals or companies, to determine whether we use our skills and versatility to carve out for ourselves a position in this market which is important or less important, useful or less so, active or inactive. Thank you everybody for your kind attention. 6th R.I.B. Convention 27 Mario Mascioli Swiss Re Italia S.p.A. Innanzitutto un ringraziamento a Franco Curioni e agli amici della RIB, perchè ritengo che un’occasione del genere sia estremamente importante per cercare di mettere a fuoco e chiarire cosa intendiamo per “Alternative Risk Transfer”, perchè offre al settore (ri)assicurativo italiano una “palestra” dove discutere sulle nuove tendenze che si affermano in altri paesi. Per introdurre alcuni concetti di “Alternative Risk Transfer”, dobbiamo ricorrere all’esperienza fatta in anni ormai lontani nel mercato “finanziario” più evoluto. Troveremmo che le prime soluzioni ART si sono sviluppate soprattutto negli Stati Uniti, a partire dagli anni Settanta; tali soluzioni avevano una natura prevalentemente finanziaria. A quell’epoca in un progetto di finanziamento dei rischi, non esisteva ancora il vincolo, poi imposto, dall’associazione nazionale degli auditors americani, contenuto nel ‘FAS 113’, del significativo trasferimento di rischio. Durante quegli anni si potevano fare operazioni completamente di natura finanziaria che, ovviamente, avevano come effetto di spostare importanti poste positive o negative di reddito da una compagnia cedente a una compagnia di riassicurazione, determinando effetti non indifferenti sui bilanci nei quali queste operazioni venivano accolte. I prodotti nascevano con un’ottica di prodotti finanziari e davano origine a quelli che venivano chiamati “funding cover”; con essi la cedente accumulava, nel corso di un periodo pluriennale, un premio per finanziare un limite aggregato di copertura. Se in un arco di cinque anni la cedente avesse inteso finanziare una copertura di cinquanta miliardi e il premio fosse stato distribuito in modo uniforme sull’arco di tempo predefinito, ci sarebbe stato il pagamento del premio di dieci miliardi all’anno per cinque anni; nel caso in cui non ci fosse stato il sinistro, il contratto avrebbe previsto una partecipazione agli utili che, almeno agli inizi, poteva anche essere pari al 100%. Tale partecipazione agli utili sarebbe stata addirittura superiore se le parti avessero pattuito la corresponsione implicita di un tasso di interesse concordato. Questo perchè nella strutturazione di queste operazioni venivano anche scelti, su indicazione della compagnia cedente i titoli che dovevano supportare questo tipo di operazione di finanziamento: generalmente si trattava di titoli “zero coupon”, che venivano scelti per evitare di correre il rischio di reinvestire le cedole incassate nel periodo ad un tasso diverso da quello pattuito e previsto contrattualmente. Queste opera- 6th R.I.B. Convention Structured solutions for the management of insurance companies’ risks F irst of all, thank you to Franco Curioni and friends of RIB, because I believe that an occasion like this is very important to try to focus and clarify the meaning of “Alternative Risk Transfer”, that makes a good gym for the Italian (re)insurance sector in which to discuss new trends that are developing in the other countries. To introduce some concepts of Alternative Risk Transfer, we must pick up from experiences had long ago on the more evolved financial markets. The first ART solutions were developed mainly in the United States, in the first part of the Seventies. These were solutions mainly of a financial nature. At those times, a project for risk financing didn’t yet include the obligation, imposed in future times by the national association of American auditors by “FAS 113”, on the significant transfer or risk. In those years total financial operations were possible that naturally permitted the movement of relevant entries, positive or negative, from a ceding company to a reinsurance company, thus affecting in a relevant way the balance sheets where these entries were moved. Products used to be created with a financial matrix and they gave birth to the so-called “funding covers”. Through these, over a multi year period, the ceding accumulated a premium for the financing of an aggregate cover. Had the ceding wanted to finance a 50 billion lira cover over a five year period, and had the premium been distributed in an even way over the predefined period, it would have resulted in the payment of the premium of 10 billion per year, for five years. If no claim arose, the contract would have achieved a profit share that could reach a 100%. This profit share would have been even higher, if there had been a previous agreement on the payment of an agreed interest rate. It often happened in fact that shares, chosen by the ceding company, financially supported these kinds of operations. Usually they were of the “zero coupon” kind, to avoid the risk of having to reinvest the coupons cashed in the period at a different interest rate from that agreed upon and inserted in the contract. Afterwards these operations moved to the London market, where were created the famous “Time and 28 zioni, poi, si sono spostate sul mercato di Londra, dove venivano costruite le famose polizze “Time and Distance”; tali coperture permettevano lo spostamento di un premio, o di una parte di componente positiva, nella chiusura su base triennale (base di contabilizzazione degli affari sul mercato di Londra). Il premio veniva corrisposto ad un riassicuratore a fronte dell’impegno di pagamento di un sinistro, generalmente su classi “long tail”, differendone la liquidazione in un periodo molto distante dal pagamento del premio. Questo, in condizioni di tassi di interesse elevati, permetteva la creazione di una copertura finanziaria: pagando un premio di dieci sull’ultimo anno di chiusura dei “fund”, si sarebbe potuto comprare una copertura sul deterioramento degli affari fino al livello del montante che si sarebbe realizzato se si fosse scelto come parametro un periodo temporale di dieci anni e un tasso di investimento realizzato del 10%. Dal 1992, con l’introduzione del “Fas 113”, queste tipologie di operazioni non sono state più ammesse. Pertanto, operazioni di “funding cover”, “time and distance”, o altre similari così strutturate, sono state disconosciute come riassicurazione. Qualora esse avessero avuto luogo il trattamento contabile delle partite originate dal rapporto contrattuale avrebbe dovuto essere contabilizzato sulla base del “Deposit Accounting Method”. Tale metodologia riconduceva il rapporto contrattuale ad una forma riconosciuta di prestito e di finanziamento e, perciò, nel corso degli anni ciò aveva un riflesso nel trattamento contabile delle relative partite. Attualmente, l’ “alternative risk transfer” consente una varietà di soluzioni e non si incentra più su prodotti predefiniti con elemento di finanziamento del rischio: è piuttosto un modo di pensare la riassicurazione o la assicurazione e le relative coperture assicurative e riassicurative in forma totalmente diversa. Un esempio, che può sembrare banale, è quello di pensare che oggi un Reinsurance Manager, di una compagnia di assicurazione, considera la gestione dei rischi all’interno dell’azienda e si protegge, nello stesso modo in cui il guidatore di una autovettura conduce un veicolo che dispone di un solo airbag. E’ un sistema di protezione per la parte di portafoglio che attiene alla sua specifica competenza, ma il bilancio, se lo vediamo in una visione integrata e complessiva, può subire dei colpi, a volte addirittura superiori al beneficio della riassicurazione; pensiamo ad esempio l’effetto che può avere su un bilancio, una variazione dei tassi di interesse su titoli a reddito fisso, che comporta quindi una minusvalenza implicita che impatta poi sul conto economico. Se pensiamo poi al fatto che una sezione importante degli attivi delle compagnie di assicurazione e riassicurazione sono composte da crediti verso riassicuratori/retrocessionari, anche il mancato recupero, soprattutto negli anni in cui il livello delle “security”, le pratiche di banking authority, l’interconnessione nel rapporto riassicurativo di broker di dubbia affidabilità, può ingenerare una difficile attività di recupero di tali posizioni creditorie. Anche quello è un evento che può impattare in modo non conosciuto, nel tempo e nella quantità, sul bilancio di una compagnia di assicurazione o di Distance” policies. This cover allowed the movement of a premium, or of a positive part of an entry, to the closing on a three-year basis (the accounting basis of business on the London market). The premium was paid to a reinsurer in exchange for the commitment to pay a claim, generally based on “long tail” classes and the settlement had to be postponed to a period very far from that of the payment of the premium. This, when high rates existed, allowed the creation of a financial cover. By paying a premium of ten in the last year of closing of the funds, it was possible to buy a cover on the deterioration of business up to the amount that could have been realised if a time parameter of ten years and a performed investment rate of 10% had been chosen. Since 1992, with the application of “FAS 113”, these kinds of operations are no longer allowed. “Funding cover”, “Time and Distance” and other similar operations have been disclaimed as reinsurance. Had they taken place, the relevant accounting entries should have been treated with the “Deposit Accounting Method”. This methodology brought the contractual relationship back to a recognised form of loan and financing and thus, over the years, it was reflected on the accounting of the various entries. At present, Alternative Risk Transfer permits a variety of solutions and is no longer focused on predefined products with an element of risk financing. It is more of a way of thinking at reinsurance or insurance and related insurance and reinsurance covers in a totally different way. Look at this example, even if it may be trivial. Think of a Reinsurance Manager of an insurance company today, who bears in mind the risk management of the company and protects it, just like the driver of a car with only one airbag. It’s a system of protection for only that part of the portfolio that is under his specific care, but the financial balance, when seen in all its parts, can be affected some times in an even bigger way than the benefits of reinsurance. Let’s think at the effect on the financial statement that changes in rates of fixed-income stocks can have, with an implicit decrease in value that then affects the profit and loss account. A good portion of the profits of insurance and reinsurance companies are made from credits towards reinsurers/retrocessionaires, and the unsuccessful recovery, specially during those years in which the level of “securities”, the activity of the banking authority, the practice of reinsurance carried out by brokers of dubious reliability, can generate difficulty in the practice of credit recovery. This also is an event that can affect in an unknown way, in time and quantity, the financial statement of an insurance or reinsurance company. Let’s also think of a wide range of risks that today are not insurable with traditional cover, such as financial 6th R.I.B. Convention 29 riassicurazione. Si pensi poi a tutta una serie di rischi che oggi non è possibile coprire in forma tradizionale, quali rischi di natura finanziaria, diminuzione di valore dei titoli azionari: esistono sicuramente delle forme di “hedging”, che sono però delle coperture di breve periodo, che non possono essere abbinate ad una pianificazione aziendale di medio e/o di lungo periodo. Il punto di partenza di una comprensione di principi di “alternative risk transfer” parte da una conoscenza, quanto più vasta possibile, di tutti i rischi che incombono sull’impresa di assicurazione o di riassicurazione. Tutto ciò, in ogni caso, vale anche per il cliente “corporate”. In questa breve presentazione il messaggio che intendiamo dare è quello di illustrare soltanto alcuni concetti di un corretto posizionamento nei confronti dell’ “alternative risk transfer”. Quello che potrebbe cambiare, anche nella riassicurazione tradizionale, è un approccio più ampio: non limitarsi, per esempio, alla copertura di un singolo ramo, ma pensare di coprire una molteplicità di rami, perchè già questo conferisce, per effetto del principio delle diversificazione, oltre ad una minore probabilità di accadimento di eventi con elevata intensità anche un recupero di efficienza in termini di prezzo e/o di condizioni negoziali. La presentazione verterà brevemente sui parametri caratteristici nella gestione e valutazione dei rischi, sulle tendenze e gli sviluppi in termini di opzioni, che oggi potrebbero essere disponibili a chi compra assicurazione o riassicurazione, e vedremo poi dei casi di gestione integrata dei rischi: punto di partenza per uno sviluppo in termini di innovazione, di cultura, di contributo da parte di tutti, per cercare di trovare la migliore soluzione praticabile nell’ambito di ogni azienda. Si parte da uno scenario dei rischi la cui analisi è fondamentale per la compagnia di assicurazione e di riassicurazione per stabilire il livello di confidenza, per il livello di sinistralità normale, eccezionale e problematiche relative: effetti sui flussi di cassa, dinamica delle componenti positive e negative di reddito quali premi in entrata e sinistri in uscita, ecc. In questo contesto, la valutazione del capitale è un punto focale. Su questo argomento apriamo una breve parentesi: capitale e rischio hanno una strettissima correlazione. Intuitivamente si pensa che l’entità di capitale di cui un’impresa di assicurazione o riassicurazione ha bisogno per fronteggiare una massa critica di rischi, si riduce qualora tale massa critica si amplia, sia in termine della stessa tipologia di rischi, sia in termini di diversificazione, includendo pertanto rischi di classi diverse e non correlati, ovvero rischi di diversa provenienza geografica. Su questo punto il Gruppo Swiss Re ha fatto un notevole sforzo, perchè, partendo da questo principio ha tratto uno strumento di gestione dei propri rischi che ha implicato l’elaborazione di uno strumento di misurazione del capitale e di allocazione dello stesso alle classi di rischio che offrivano un migliore rendimento. Questo tipo di strumento che è diventato un software reso disponibile anche ai nostri clienti è stato denominato “Value proposition” e serve per determinare il “Risk Adjusted Capital”. In sintesi si è cercato di tradurre in termini finanziari 6th R.I.B. Convention risks, reduction in share certificates value: there exist some forms of hedging, that are short term cover and cannot be used together with medium/long term business planning. The starting point for understanding the principles of Alternative Risk Transfer comes from the knowledge, the widest possible, of all the existing risks for an insurance or reinsurance company. The same can also be said for the corporate client. In this brief introduction, the message that we want to deliver is that of showing only some of the concepts of correct positioning towards Alternative Risk Transfer. What could be changed, for traditional reinsurance too, is a wider approach: for example, do not restrict oneself to the coverage of a single line. Let’s think of covering many different lines, because of the principle of diversification, this results in a lower probability of something happening often and in an increase in efficiency in terms of price and/or negotiability. The presentation will focus briefly on the parameters typical of the management and evaluation of risks, on trends and development in terms of options, available to those who may be interested in the acquisition of insurance or of reinsurance. We’ll then see some specific cases of integrated management of risks: the starting point for development in terms of innovation, culture and contribution on the part of everyone, for the quest for the best possible solution applicable for each company. We’ll start with a scenario of risks, such analysis being fundamental for the insurance and reinsurance company to determine the confidence level, the normal loss ratio, the exceptional loss ratio and related complications: effects on cash flow, the dynamic of active/passive income components such as premiums earned and claims settled, etc. In this context, the capital evaluation is fundamental. On this topic, let us open a brief parenthesis: capital and risk are strictly connected. Intuitively we think that the capital entity needed by an insurance or reinsurance company to cope with a critical mass of risks is reduced whenever this critical mass widens, both in terms of similar kinds of risk and in terms of diversification, and it includes different and unrelated class risks and risks of a different geographical source. On this matter, Swiss Re has made a big effort. In fact, starting from this principle, it has created a management instrument for its risks that has demanded the elaboration of an instrument for measuring the capital and for its allocation to those risk classes that offered a better performance. This instrument has become software and is available to our clients. Its name is “Value proposition” and its purpose is to determine the “Risk Adjusted Capital”. We have tried to translate the effect 30 l’effetto che la riassicurazione poteva avere su un certo portafoglio: una compagnia che avesse, per esempio, una concentrazione di business su un singolo portafoglio, avrebbe una esigenza di capitale molto più alta. Trasferire rischi riassicurativi a un riassicuratore molto diversificato, ha l’effetto di liberare molto capitale per la compagnia cedente, con un basso livello di diversificazione e, d’altro canto, impegna poco capitale per il riassicuratore molto diversificato che allo stesso tempo sopporta un elemento di maggiore squilibrio. Il primo aspetto da considerare pertanto è lo scenario dei rischi: conoscere bene tutti i rischi che possono avere un impatto sulla realtà aziendale. Dopodichè le due opzioni fondamentali di un Risk Manager o Reinsurance Manager di una compagnia di assicurazione sono: trasferimento dei rischi o ritenzione dei rischi. Attraverso quali valutazioni e quali parametri definire prima la desiderata ritenzione dei rischi e quindi in funzione della capacità, prima soltanto del mercato riassicurativo, ora anche della disponibilità del mercato dei capitali, decidere quale opzione adottare. Attualmente, e sempre di più in futuro, il range di opzioni disponibili potrà giocare un vantaggio in alcuni momenti, settori, paesi, a favore della riassicurazione, in altri a favore del mercato dei capitali. Su questo raccolgo molto volentieri la provocazione di Carlo Faina, sul primo scenario: la securitization su tutti i rami. Teoricamente sarebbe una cosa bellissima: trasferire i rischi assicurativi in mercati sofisticati; ci saranno degli investitori che andranno dal consulente finanziario chiedendo loro un titolo strutturato, ovvero di partecipare ad una cartolarizzazione, acquistando un certo titolo di debito, con una certa durata, espresso in una certa valuta e che i rischi associati a questo titolo sono per esempio un pezzetto di terremoto in Giappone, un pezzetto di uragano in Florida, una fascia definita del rischio grandine in Italia, e quant’altro. Se si riesce a costruire un titolo siffatto vuol dire che si è riusciti a costruire un titolo di debito su un paniere di rischi che offre la massima efficienza in termini di rendimento e di diversificazione, proprio per la non correlazione di tutti i rischi sottostanti. C’è però da considerare che la securitization è una operazione che impegna livelli di capitale enormi, perchè se si vuole trasferire attraverso di essa una fascia di esposizione importante di rischi, le alternative sono: o si mette a rischio tutto il capitale raccolto, oppure devo avere un capitale talmente alto che l’investitore, rinunciando al flusso cedolare, in caso di sinistro mi copre fino a concorrenza della copertura che si desidera. Per questo motivo, attualmente, le securitization nascono soprattutto sui rischi di natura catastrofale; cioè laddove il mercato assicurativo e riassicurativo non ha la capacità sufficiente a coprire un elevato livello di esposizioni. Non si può prescindere, poi, da considerazioni sul prezzo, che è altissimo, dal momento che queste sono operazioni pionieristiche, hanno un livello di costo strutturale, nella predisposizione dei prospetti di analisi e dei prospetti da proporre agli investitori nel collocamento di questi prodotti. Sono sicuramente molto più costosi, a parità di condizioni, of reinsurance on a certain portfolio in financial terms: a company with, for example, a concentration of business in the same portfolio would need a higher capitalization. Transferring a reinsurance risk to a highly diversified reinsurer can free up much capital for the ceding company with a low level of diversification and, on the other hand, for the highly diversified reinsurer, who, at the same time, bears an element of greater imbalance and engages lower capital. The first aspect to consider is then the risk’s scenario: to know all the risks that can have an impact on the company’s reality. At this point, the Risk Manager or Reinsurance Manager of an insurance company, has two fundamental options: transfer of risks or retention of risks. What evaluations and parameters need to be defined to establish first the retention desired and then, depending on the capacity, firstly of the reinsurance market and then of the capital market, the option to be chosen? At present, and more and more in the future, the available range of options will in certain moments, sectors, countries, offer advantages to reinsurance, and in other moments to the capital markets. On this it is a pleasure to accept the suggestion thrown by Carlo Faina regarding the first scenario: securitization of all lines. In theory, it would be marvellous: to transfer insurance risks on sophisticated markets. Investors would go to their financial consultant and ask for a structured stock, in other words to participate in a securitization by buying a certain certificate of indebtedness, with a specific length of time, expressed in a determined currency and where the related risks should be, for example, a piece of earthquake in Japan, a piece of hurricane in Florida, a predefined segment of the hail line in Italy and so on. If we are able to create a certificate like this, it would mean that we would be able to create an indebtedness security over a basket of risks which offers maximum efficiency in terms of profit and diversification, because of the non-correlation of all the contained risks. We must consider though that securitization is an operation that involves enormous capital, because if we want to transfer a relevant part of the exposure of risks by using it, we have two alternatives: either we risk all of the collected capital, or I must have a capital so high that the investor, who waiving his dividend flux, would cover me in case of claim up to the desired cover. For this reason, securitisation arises mainly for catastrophe risks, where the insurance and reinsurance market does not have sufficient capacity to cover an elevated level of exposures. Also, one cannot leave aside considerations as to price that is extremely high, given that these are pioneering operations with a structural cost increased by the analysis to be made for the presentation to the investors at 6th R.I.B. Convention 31 dell’acquisto di una riassicurazione catastrofale. Però quando questi meccanismi dovessero andare a perfezionarsi gli investitori inizieranno ad avere dimestichezza con rischi semplici, dal momento che gli investitori sono abituati con rischi di natura più complessa di rischi collegati ad un evento terremoto, che ha una storia di cento anni e misurabile da un parametro che è difficilmente gestibile o manovrabile da parte di terzi (normalmente l’evento è legato non al danno economico ma all’intensità del fenomeno: scala Richter o alla magnitudo dell’evento stesso). La cartolarizzazione è un percorso che continuerà negli anni attraverso casi episodici; fino ad oggi le transazioni completate non sono superiori ad una ventina in trances generalmente sopra i cento milioni di dollari di importo. Una volta scelto il livello di ritenzione dei rischi e il livello di trasferimento dei rischi, occorre vedere quali tipi di strumenti si possono presentare ad una compagnia di assicurazione e di riassicurazione e come, si può ottimizzare, attraverso quelle che noi definiamo operazioni di finanza strutturata, la ritenzione dei rischi. Non è detto infatti, che una volta stabilito il livello di ritenzione la compagnia sia sufficientemente protetta: anzi è proprio all’interno di quel livello di conservazione che si può avere una volatilità che può creare degli squilibri temporanei nel bilancio, e, congiuntamente a questa volatilità, se si aggiunge anche la volatilità sulla parte degli attivi, dei crediti o del recupero per vecchie riserve addebitate a riassicuratori, la cui qualità si è poi dimostrata scarsa, si rischia di non recuperare più buona parte di quanto si era trasferito al mercato della riassicurazione. Queste sono operazioni con le quali qualunque tipo di compagnia e a qualunque livello, può iniziare a pensare di ottimizzare la conservazione dei rischi utilizzando meccanismi estremamente semplici di autofinanziamento. La ritenzione dei rischi è una forma di autofinanziamento che può essere trasferita al bilancio di un riassicuratore che deve essere dotato di elevata solvibilità e che ha la capacità di fungere da stanza di compensazione, cioè di equilibratore di quella volatilità che la compagnia ha voluto trasferire. Senza dilungarsi oltre sullo scenario dei rischi occorre solo menzionare il fatto che è necessario conoscere la distribuzione dei sinistri, la probabilità di accadimento e l’intensità dei sinistri; avere quindi la confidenza che quelle probabilità rappresentino effettivamente una situazione normalizzata, che possano permettere di definire il miglior programma riassicurativo adattabile a quel portafoglio o a una pluralità di portafogli. Abbiamo citato il livello di tolleranza al rischio: ogni impresa ha un suo livello di tolleranza al rischio: un’impresa ha una maggiore propensione a riassicurarsi, un’altra ha una minore propensione; ciò dipende da tutta una serie di valutazioni che sono legate alla massa critica, al volume dei portafogli, alla diversificazione dei portafogli, al livello di solidità finanziaria e quant’altro. L’importanza del rapporto tra capitale e rischio, soprattutto in questi anni in cui si parla di forti convergenze tra banche e assicurazioni, non solo a livello di canali di vendita ma anche a livello di comprensione reciproca di ri- 6th R.I.B. Convention the moment of their placing. On the same conditions, these are certainly more expensive than catastrophe reinsurance. Should these mechanisms improve though, investors will begin to get comfortable with the simpler risks: investors who are used to more complex risks than those linked to an earthquake that is one hundred year old and is measurable through parameters not managed by third parties (usually the event is linked not to an economic damage, but to the intensity of the phenomenon: Richter scale or magnitude of the event itself). Securitisation is a course that will continue through the years with only fragmentary cases. Up until now, completed transactions are not more than twenty tranches, usually of more than 100 million dollars each. Once the level of retention of risks, and the level of risk transfer have been chosen, it is necessary to determine which instruments to show to the insurance or reinsurance company and how to optimise, through operations of so called structured finance, the risk retention. Once the risk retention is determined, there is no certainty that the company is sufficiently protected: on the contrary, it is in this level of retention that we can have a volatility which can create temporary imbalances in the financial statements and if at the same time, to this volatility is added the volatility of assets, of credits or recovery of old reserves charged to reinsurers, the quality of which subsequently proves to be lacking, there is a risk of not getting back a good portion of what was transferred to the reinsurance market. With these operations, any company, at any level, could begin to think of optimising the risk retention by using very simple mechanisms of self-financing. Risk retention is a form of self-financing that can be transferred to a reinsurer’s balance sheet, a reinsurer with high solvability and able to act as a clearing house, is able, in other words, to give an equilibrium to those volatile elements which the company has chosen to transfer. Let’s not dwell on the risks’ scenery for too long, let me only say that it is necessary to know the spread of losses, their probability of occurrence and intensity. It is necessary to have the confidence that those probabilities really represent a normal situation and, with that, to be able to defining the best reinsurance programme adaptable to that specific portfolio or to a number of portfolios. We have mentioned the risk tolerance level: each company has its own risk tolerance level. A company is more inclined to reinsure itself, another one is less inclined. This depends on a series of evaluations that are linked to the critical mass, to the portfolio turnover, to the financial soundness and so on. Over these last years, there has been much talk of convergences between banks and insurance companies and not only concern- 32 schi che induce a mettere insieme rischi assicurativi e rischi finanziari, fa sì che ci sia anche una convergenza tra banche e riassicuratori. Anche i grandi riassicuratori si stanno attualmente muovendo su un terreno che fino a qualche anno fa era terreno di totale dominio delle banche: ciò è per l’attività di asset management, asset/liability management, attività di venture capital, per cui il riassicuratore valuta, disponendo magari di una società di analisi di estrazione finanziaria specializzata nel settore riassicurativo, quelle compagnie a cui non dare capitale in forma riassicurativa, ma in forma mista riassicurativa e di capitale. Ciò, chiaramente, è in funzione anche delle disponibilità del mercato. Nel trasferimento di rischi le valutazioni che vengono generalmente fatte si basano sulla legge dei grandi numeri: quanto più un portafoglio è grande, tanto meno, da un punto di vista teorico, ha bisogno di essere riassicurato in forma proporzionale; occorrerà provvedere per una copertura per eventi fortuiti per trovare quel prodotto che possa andare a coprire quell’evento che brucerebbe una notevole parte di capitale, ma che ha una possibilità di accadimento su un periodo di ritorno molto lungo. Da questo poi, derivano valutazioni sulla quantificazione dei sinistri complessivi attesi, una stima sull’importo e una frequenza nel tempo. Per quanto riguarda il trasferimento dei rischi, da un punto di vista tradizionale, una logica generalmente perseguita fino ad oggi, soprattutto nei casi di mercati soft, è: quanta più capacità è disponibile sul mercato, tanto più si tende ad acquistare riassicurazione, non necessariamente la riassicurazione che effettivamente serve, bensì, poichè il prezzo è talmente basso è possibile rischiare sulla conservazione dei rischi per quel livello di prezzo a fronte di un trasferimento di rischio. La ritenzione dei rischi , pertanto, è una scelta strategica fondamentale: i rischi assunti derivanti dalla normale attività assicurativa sono funzione di quanto si decide di conservare sui programmi di riassicurazione, o, per quanto riguarda i rischi finanziari, sulla decisione di coperture di hedging. Tuttavia non c’è mercato per tutta una serie di tipologie di rischi, in particolare quelli che non possono, in tutto o in parte, essere diversificati o coperti con prodotti finanziari, come per esempio l’environmental clean up, product recall, Y2K; quest’ultimo poi è un caso interessante perchè è una tipologia di rischio per cui il mercato riassicurativo ha espresso la sua totale indisponibilità a riassicurare in forma tradizionale. Poi ci sono rischi non conosciuti: la compagnia di assicurazione decide ora di dare copertura su tutta l’area che riguarda il business del commercio elettronico: anche lì, se oggi dovesse valutare il potenziale dei danni derivanti per esempio dall’uso fraudolento delle autorizzazioni di pagamento, non si è attualmente in grado di definire un’area di frequenza conosciuta o d’intensità conosciuta. In un’ottica di trasferimento di rischi, può essere introdotta brevemente, la securitization o cartolarizzazione. Si tratta di trasferire un portafoglio di rischi direttamente sul mercato dei capitali agli investitori. Da questo punto di vista gli investito- ing the network of sales but also for the mutual comprehension of risks that induces the putting together of insurance risks and financial risks. The importance of the ratio between capital and risk is thus particularly important, and encourages a convergence between banks and reinsurers too. The big reinsurers too are now moving into a terrain which, only some years ago, was the domain of banks. This happens for the asset management, the asset/liability management and venture capital businesses, for which the reinsurer evaluates, maybe through a financial modelling agency with experience in the reinsurance field, to which companies give capital of a mixed nature, reinsurance and capital, and not just reinsurance capital. Naturally, this depends also on the market’s availability. In risk transfer, the evaluations generally made are based on the law of large numbers: the bigger a portfolio is, the less, at least from a theoretical point of view, it needs to be reinsured in a proportional way. It will be necessary to provide a cover against fortuitous events, to find that product liable to cover the event apt to consume a great part of the capital, but that has a chance of occurring only on a long term basis. From this evaluations are derived on the quantity of losses expected, an estimate of the amount and on the time frequency. From a traditional point of view, one of the generally followed logic, specially for soft markets regarding risk transfer is: the bigger the market’s capacity is, the more one tends to buy reinsurance. Not necessarily the needed reinsurance, but, since prices are low, it is possible to risk on retention against a transfer of risk. Retention of risks is thus a fundamental strategic choice. The risks underwritten through the normal insurance activity, depend on how much it is decided to retain on the basis of the reinsurance programmes or, concerning the financial risks, on the decisions of hedging covers. And yet, for a whole lot of risks there is no market. Particularly for those that cannot, on the whole or just in part, be diversified or covered with financial products, for example environmental clean up, product recall or Y2K. The last one is a really interesting case because the reinsurance market has expressed its total unavailability to reinsure it in a traditional way. Then we have some unknown risks. The insurance company has decided today to cover the whole of the area concerning e-commerce. Should we decide to evaluate the potential for losses, for example deriving from the unlawful use of payment authorisations, we would not be able to define the known frequency area or the intensity area. Securitisation can be introduced for a short time in transfer of risk. This would require the transfer of a 6th R.I.B. Convention 33 ri sono fortemente attratti da qualunque tipo di soluzione che possa ricomprendere rendimenti addizionali rispetto a quelli derivabili dai normali investimenti su titoli attualmente sul mercato, se viene ad essere incorporato un rischio non correlato all’andamento di strumenti finanziari. Operazioni di questo tipo hanno mostrato un overplacement straordinario nel collocamento di questi prodotti, perchè effettivamente, l’effetto diversificazione contribuisce a migliorare la frontiera dell’efficienza del rischio/rendimento. Il vantaggio, pertanto, è una maggiore diversificazione attraverso l’incorporazione di rischi assicurativi in un titolo di debito. Esistono poi altre forme di derivativi assicurativi che hanno avuto, secondo noi, molto meno successo, i famosi futures, trattati al Chicago Board of Trade, sulle catastrofi, generalmente sugli uragani in Florida, Midwest, e altri. I volumi transati non sono enormi ed è più difficile strutturare queste operazioni, definire il corretto “strike-price”. Una compagnia che volesse non comperare riassicurazione ma proteggersi attraverso posizioni incrociate, quelle che si chiamano le “callspread options”, che sono assimilabili poi a trattati in eccesso sinistri, potrebbe avere una copertura. Ma poi, nel caso in cui il suo portafoglio fosse colpito, dal momento che i derivativi assicurativi sono basati su indici nazionali, se l’indice nazionale non è rappresentativo dell’esposizione di quella compagnia sul territorio, ecco che la compagnia può avere il sinistro sul suo portafoglio e non recuperare dal derivativo o viceversa, e quindi diventare solo uno strumento speculativo e non uno strumento di copertura. Da un punto di vista concettuale e teorico il mercato assicurativo, in una posizione ideale scambia premi per sinistri con un riassicuratore, il mercato dei capitali scambia flussi per capitali e interessi; nella securitizzazione si crea una convergenza attraverso l’intermediazione di un riassicuratore, quindi attraverso quello che viene chiamato uno Special Purpose Vehicle, si crea una stanza di compensazione, una convergenza tra flussi di natura assicurativa; pertanto l’assicuratore che paga il premio per quella copertura, supponendo che il prezzo sia lo stesso praticato dal riassicuratore in condizioni tradizionali, il riassicuratore prende quel premio e lo ingloba in una operazione strutturata di debito il cui rendimento è legato al verificarsi dell’evento. Allora se l’investitore ha una bassa propensione al rischio, se nell’arco temporale definito, per esempio tre anni, accade il sinistro, l’investitore avrà garantito il 100% del capitale e avrà messo a rischio il flusso cedolare nei tre anni. Questo, chiaramente, influenza la capacità di recuperare in forma di sinistri per il riassicuratore, che sarà limitata al flusso cedolare. Operazioni di cartolarizzazione possono prevedere sia il livello minimo di partecipazione dell’investitore al rischio, quindi soltanto il flusso cedolare, o anche tutto il capitale. Pertanto l’investitore che volesse rischiare al massimo avrà un rendimento parametrato a quel livello di rischio; però se si verifica l’evento in quei tre anni perde non solo il flusso cedolare, ma tutto il capitale. L’operazione della Tokyo Marine è una delle più interessanti operazioni di cartolarizzazione. L’ordine di grandezza di tale 6th R.I.B. Convention portfolio of risks directly into the capital market to the investors. Investors are highly attracted by any kind of solutions that could give additional returns above those deriving from normal investment on stock available on the market. It is an alternative risk not linked to other asset resources. Operations like this have shown an extraordinary oversubscribing in the placing of these products as, it is true, the effect of diversification contributes to the improvement in the borderline of efficiency of risk/performance. The advantage then is in more diversification through the merging of the insurance risks in a certificate of indebtedness. Other forms of insurance derivates exist that have been, in our opinion, less successful. The famous futures on catastrophes, discussed at the Chicago Board of Trade, generally linked to hurricanes in Florida and the Midwest, and others. The quantity dealt is not high and it is more difficult to organize these operations, define the correct strike price. A company that wouldn’t want to buy reinsurance, but wanted to protect itself through callspread options, which can be assimilated to excess of loss treaties, could have cover but afterwards, should its portfolio be affected, as the insurance derivatives are based on national indices, and should the national index not represent the correct exposure of the company in the territory, this company could have a loss on its portfolio and not recuperate from the derivative and vice versa. In this case this could become a mere speculative instrument, and not an instrument for cover. From a conceptual and theoretical point of view, the insurance market is in an ideal position, it exchanges premiums for losses with a reinsurer and the capital markets exchanges fluxes for capitals and interests; in a securitisation a convergence is created through the intermediary of a reinsurer and then, through the so-called Special Purpose Vehicle, a clearing house is created, a convergence between fluxes of an insurance kind. The insurer thus pays the premium for that specific cover, and let’s suppose that the price is the same charged by the reinsurer in a traditional situation. The reinsurer takes the premium and absorbs it in a structured debit operation, the profits of which are linked to the occurrence of the event. If the investor has a low propensity toward risk, if in the predefined period of time, for example three years, the event occurs, then the investor would have guaranteed 100% of the capital and would have put into risk the dividend flux of three years only. This, naturally, influences the ability of the reinsurer to recover losses, and the recovery is then limited to the dividend coupon flux. Securitisation operations can provide both the minimum level of participation of the investor for the risk, or the whole of 34 operazione fu di 110 milioni di dollari, e con essa si intendeva proteggere una parte del portafoglio esposto, dopo aver identificato quelle che erano delle griglie di rischio: sulla base di valutazioni, di esposizioni, di valori assicurati dalla Tokyo Marine nell’area di Tokyo e di Kobe sono state definite delle griglie di rischio che, a seconda di dove l’evento si sarebbe verificato, avrebbe sviluppato una magnitudine del terremoto e un correlativo impegno da parte degli investitori. Allora la Tokyo Marine, che pagava il premio riassicurativo idealmente uguale al premio che avrebbe pagato per comprare quei 110 milioni di capacità catastrofale, avrebbe, in caso di sinistro, ricevuto il pagamento dei sinistri; il premio che si impegnava a pagare veniva convogliato in una “SPV”, una scatola, che era la Parametric Re, che a sua volta doveva avere due ordini di relazioni collaterali: da una parte doveva investire i soldi che gli investitori, sottoscrivendo il debito, immettevano nello “special purpose vehicle”, questi soldi dovevano essere investiti al meglio per far sì che poi l’investitore, in caso di assenza di sinistro avrebbe recuperato il suo rendimento atteso, più l’extra rendimento che derivava dal premio assicurativo. Swiss Re Financial Product ha il compito, in genere in questa fase, di sintonizzare tutte le varie operazioni, quindi gli investimenti, riscossione dei flussi cedolari, reinvestimenti, investimento del premio assicurativo… Se poi avviene il sinistro, corrisponde i dovuti indennizzi alla Compagnia di assicurazione, ovvero in caso di non indennizzo, corrisponde un rendimento incrementale, flusso cedolare agli investitori e il “principal” alla fine del periodo. Giusto per dare un’idea del rapporto dei “triggers”, cioè quali parametri sono stati considerati in operazioni di securitization nei vari anni, si vede come, rispetto alle prime operazioni del giugno 1997, anche i rendimenti sono fortemente scesi. Tanto per fare un esempio: l’operazione della Residential Re, (che aveva un rating BB2), rendeva, rispetto al “risk free rate” del titolo sottostante di debito, che era chiaramente legato alla durata e all’emissione in valuta di quel titolo, circa 580 basis point, quindi 5,8% in più nel caso in cui non si fosse verificato il sinistro di cui lo 0,62% rappresenta l’ “expected annual loss”. Quindi in sostanza è come se quell’evento avesse avuto un “return period” superiore a 100-140 anni. Se andiamo poi a vedere, per esempio, operazioni del tipo Paribas non-rated e con un expected annual loss del 2%, osserveremmo un return period atteso di 50 anni. Interessante è notare rating, return period, e extra-rendimento, anche se da questo, chiaramente, non è possibile vedere se tutto il capitale era a rischio, se solo parte del capitale, o se lo era solo il flusso cedolare. Le operazioni di contingent capital: è una forma sostitutiva della richiesta di finanziamento sul capitale di rischio. Dov’è il vantaggio di una operazione di questo tipo? Se una compagnia chiede capitale ai suoi azionisti, da una parte dovrebbe prima essere sicura che ha effettivamente bisogno di quel capitale per coprire quella massa critica di rischi che è una massa dinamica. In questo contesto la compagnia è sottoposta a ulteriori pressioni perchè gli azionisti, investitori di società quotate in borsa, han- the capital. Should the investor want to run the risk at its maximum, he would have a performance according to the parameters of that level of risk. If the event occurs though, during that three year period, he will lose not only the dividend flux, but the capital also. The Tokyo Marine operation is one of the most interesting securitisation operations. It was an operation of 110 millions dollars, and it was meant to protect a part of the exposed portfolio, after having identified the risk grid. On the basis of evaluations, of exposures, of assets insured by Tokyo Marine in the Tokyo and Kobe area, the risk grids were established. These, depending on where the event would occur, would have developed a magnitude of the earthquake and a related commitment on the part of the investors. At that time, Tokyo Marine was paying a reinsurance premium ideally equal to the premium that it would have paid to buy those 110 million of catastrophe cover and it would have received, in the event of a loss, the payment of the claims. The premium paid was placed in a SPV, a box, that was Parametric Re, which had to have two orders of collateral relationship: on one side it had to invest the money that the investors had given by subscribing for the debt and had put into the SPV. This money had to be invested at the best rate, to guarantee that the investor, in case the event didn’t occur, would obtain the anticipated profit together with the extra profit deriving from the insurance premium. It’s the job of Swiss Re Financial Product, in this phase generally, to organise various operations: investments, cashing of dividends, re-investments, investment of insurance premium… If the event occurs then, it pays the indemnities to the insurance company, or in case of non indemnity, pays the increased yield, the dividend flux to the investors, and the principal at the end of the period. Let’s have a look at the triggers taken into consideration in securitisation operations in the last years. You’ll see that, in comparison with the first operations of June 1997, the yield has gone down considerably. Let’s take an example: Residential Re (which had a BB2 rating), yielded, in comparison to the “risk free rate” of the certificate of indebtedness, that was clearly linked to the length and the issue in currency of that same certificate, about 580 basis points, 5.8% more in the case of non-occurrence of the event, of which a 0.62% represented the expected annual loss. Essentially, it is as if that event had a return period higher than 100-140 years. If for example we look at operations like Paribas’ non-rated with an expected annual loss of 2%, we would observe a return period of 50 years. Interesting to note the rating, the return period and extra profit even though from these aspects it is not possible to understand if the capital was totally under risk, or if only a 6th R.I.B. Convention 35 no delle aspettative di ritorno sul capitale investito. Allora una delle soluzioni di contingent capital è impegnare qualcuno, che è disposto a fornire capitale, non oggi ma in qualche momento nel futuro, e pertanto a mantenere un rapporto tra capitale e premi che sia esattamente quello che serve. Impegnare qualcuno ad investire in una società con trasferimento di capitale ordinario soltanto se si verifica una situazione catastrofica tale per cui di quel capitale si aveva effettivamente bisogno: ecco che il vero vantaggio è quello di avere la garanzia che ci sarà un investitore che nel momento in cui, fra sette anni, si verifica una situazione per cui necessitano iniezioni di capitale. Tale risorsa è stata reperita a condizioni molto più economiche di quelle che si avrebbero qualora la società fosse in un momento di estrema difficoltà e ne avesse bisogno. Esistono soluzioni più semplici, per esempio linee di credito stand-by, che non hanno nessun effetto sul patrimonio netto, ma sono un migliore e un più efficiente uso di soldi di terzi rispetto alla politica di investimento adottata. In una situazione del genere, in caso di sinistro catastrofico, piuttosto che vendere un titolo che magari in quel determinato momento dà anche posizione di controllo nel consiglio di amministrazione, si preferisce utilizzare una più economica, più efficiente linea di stand-by. E’ noto che la AIG è stata una delle prime compagnie a negoziare una linea di stand-by da un miliardo di dollari: le cifre per le compagnie americane sono imponenti. Per il finanziamento dei rischi andiamo sulle operazioni oggi estremamente semplici da strutturare: “finite reinsurance” e “blended cover”; cercheremo di definire il significato e il loro beneficio. Oppure ci sono soluzioni riassicurative strutturate. La terza area di applicazione sono soluzioni di “integrated risk management”, dove rischi assicurativi e finanziari vengono gestiti in modo combinato. Se mettiamo insieme tutta questa panoramica di possibili soluzioni alternative abbiamo: contingent debt che chiaramente ha un effetto, una incidenza, sul passivo della situazione patrimoniale; abbiamo il contingent equity, che invece è una forma supplementare, sostitutiva, aggiuntiva, del patrimonio; abbiamo il trasferimento dei sinistri in forma tradizionale o attraverso la securitization. Pertanto, in una politica di ritenzione, un’altra delle possibili interessanti opzioni che l’ART può fornire è il finanziamento dei rischi. Quali sono principalmente i criteri che sottostanno a una corretta valutazione nelle modalità di finanziare i propri rischi? Innanzitutto una attenzione al bilanciamento del conto economico cioè, ad un livello di ritenzione di una serie di portafogli assicurativi, si ritiene di avere una adeguata protezione riassicurativa; tuttavia questo non impedisce che all’interno di quella conservazione dei rischi si possa avere una minore sinistralità rispetto a quella attesa e quindi un risultato che combinato alle altre risultanze di esercizio può determinare una uscita in termini di reddito netto operativo, che non è quella che ci si aspettava; questa situazione può avere un effetto fiscale, un impatto sulle società di rating e quant’altro. Operazioni di finanziamento di rischi crediamo che 6th R.I.B. Convention part of the capital or if only the dividend flux. Contingent capital operations: these are substitute procedures to the request for financing on risk capital. Where is the advantage, in an operation like this? If a company demands capital from its shareholders, it should be sure it really needs this capital to cover the critical mass of risks that is a dynamic mass. In this context, the company is subject to even more pressure because the shareholders, investors in quoted companies, have return expectations on the invested capital. One of the contingent capital solutions is to engage someone, available to give capital, not now maybe, but somewhere in the future, and thus maintain the capital/premiums ratio that is exactly as needed. To engage someone to invest in a company with a transfer of capital only if a catastrophe occurs which makes this capital really necessary. Here the real advantage is to have the guarantee that an investor will be available when the necessity arises, maybe in seven years, to put new capital into the company. These resources have been found at more economic conditions than those that would occur should the company be in an extremely difficult moment and need them. There are simpler solutions, like for example stand-by credit lines, that do not affect the net capital, but that is a better and more efficient way of spending third parties’ money in comparison to the investment policy employed. In a situation like this, in case of a catastrophe loss, it is preferable to use a stand-by, more economic, behaviour, instead of selling stocks which in that moment give control over the board of directors. It is well known that AIG has been one of the first companies to negotiate a stand-by line worth a billion dollars: American companies’ numbers are impressive. For the financing of risks let’s look at operations that, nowadays, are extremely simple to construct: “finite reinsurance” and “blended cover”. We’ll try to explain their meaning and advantages. Otherwise, there are the structured reinsurance solutions. The third area is that of “integrated risk management” solutions. Here, insurance and financial risks are managed in a combined way. If we put together all of this panorama of possible alternative solutions, we have: contingent debt, that clearly has an effect: that of affecting the statement of assets and liabilities; we have the contingent equity, that is an additional, substitute, form of the assets; we have the transfer of risks in a traditional way or through securitisation. In a retention politic, one of the possible interesting options available through ART is the financing of risks. Which are the main criteria regulating the correct evaluations for the 36 possano essere interessanti, valutabili e da prendere in considerazione qualora la probabilità del sinistro atteso è tra i 5 e i 20 anni, perchè se si va oltre è chiaro che non c’è nessun prodotto “finite” che può sostituire la riassicurazione tradizionale perchè proprio per il concetto di “finite”, se si vuole finanziare una esposizione che ha un “return period” di 100 anni si dovrebbe pagare una lira per cento anni, da un punto di vista teorico. Allora, come riassicuratore, se si ha il sinistro il primo anno si dovrebbe pre-finanziare la cedente e attendere un recupero di pay back nei successivi anni fino al centesimo. Quindi in genere tende a operare dove la frequenza dei sinistri è mediamente elevata. Esempi di soluzione sul finanziamento dei rischi sono: riassicurazione “finite” e “finanza strutturata”. Dove si incentra l’obiettivo della riassicurazione “finite”: quando c’è un alto livello di ritenzione, che significa una elevata esposizione a una volatilità interna. Oppure quando si è in presenza di una serie di tipologie di rischi che non sono assicurati. Soluzioni “finite” sono soluzioni assolutamente semplici che attualmente incontrano la grande difficoltà di essere accettabili come riassicurazione, perchè in Italia come in altri paesi europei non esiste nessuna regolamentazione che stabilisce che cosa è un contratto di riassicurazione e che cosa no. Allora bisogna essere sempre molto attenti cercando magari di utilizzare dei riferimenti che sono stati imposti dalle legislazioni più restrittive di altri paesi. Pertanto si tende sempre ad inserire un elemento di finanziarizzazione, che significa: la compagnia all’interno di una fascia di rischi di suo conservato decide di finanziare fino a concorrenza di un primo sub-limite, che in un testo contrattuale non viene visto, ma da un punto di vista teorico la compagnia finanzia fino ad una certa soglia, includendo gli interessi pattuiti. Se nell’arco temporale si verifica un sinistro, il riassicuratore che avrà quotato quella fascia di esposizione a premio puro sarà obbligato a corrispondere il risarcimento senza avere nessuna obbligazione contrattuale di richiedere indietro alla cedente una forma di compensazione. Però si ribadisce: queste coperture che sembrano semplicissime, dal punto di vista strutturale sono estremamente complesse, hanno bisogno di particolari attenzioni nella definizione del “wording” contrattuale, dei meccanismi di definizione della priorità dello scatto del recupero dei sinistri ecc.. Riassicurazione “finite” quindi è generalmente un contratto pluriennale, il premio ha una componente di finanziamento, i rendimenti finanziari sono impliciti nella configurazione del prezzo: a differenza di qualche anno fa non si tende più a rendere espliciti i rendimenti dei premi investiti con quella che era la famosa formulazione dell’ “Experience Account Balance” dove alla fine dell’anno si faceva il conteggio: premio in entrata meno margine più interessi concordati meno sinistri uguale “Experience Account Balance” finale. Condivisione della performance: questo è un punto fermo; in caso di non sinistro si deve prevedere una alta compartecipazione della cedente in funzione variabile del risultato del rapporto contrattuale; o in caso di sinistro, entro certi limiti, verrà corrisposta financing of one’s risks? First of all an attention to the balancing of the profit and loss account, that is, to a certain level of retention of insurance portfolios, an adequate level of reinsurance protection. Nevertheless, it can happen that for these retained risks we have a lower loss ratio than the expected one, and thus a result which, taken together with the other results of the business year, will determine a loss on the operative net income that differs from the expected one. This situation can have a fiscal effect, an impact on the rating companies and so on. We believe that the financing of operations could be interesting, should be evaluated and taken into consideration, when the chance of an event occurring is comprised in the 15 - 20 years period. Should the length of time become greater, no finite product can substitute traditional reinsurance and this is because of the concept of finite itself. To finance an exposure with a return period of 100 years, the premium to be paid would be, in theory, 1 lira for each year. At this point, from the reinsurer’s point of view, if the loss occurs during the first year, we would have to pre-finance the ceding and wait for a pay back in the following years up to the 100th. Generally we operate where the loss frequency is on the average high. Examples of financing solutions are: finite reinsurance and structured financing. What is the objective of the finite reinsurance? In case of a high level of retention, which means a high exposure to an internal volatility. Or, when in presence of a series of type of risks, which are not insured. Finite solutions are very simple solutions that are at present experiencing some difficulties in their recognition as reinsurance. In Italy in fact, as in other European countries, there are no regulations on the subject of what is a reinsurance contract and what isn’t. We must always be very careful and try to use references imposed by the restrictive laws of other countries. And that is why we always insert a financing element which means: within a certain grid of retained losses the company decides to finance, up to a first sub-limit, not evident in contract wording, when in theory the company finances up to a certain amount, including the agreed interests. Should the event occur in that time period, the reinsurer that had rated the cover with a pure premium, is forced to match the payment for the loss without any contractual obligation whatsoever to obtain compensation back from the ceding. Let’s re-emphasize: cover that seems very simple from a structural point of view, is extremely complex and need great attention in the drafting of the wording, of the mechanism of establishing priorities for triggering the recovery of the loss, etc… A finite reinsurance is generally a multi year con6th R.I.B. Convention 37 una parte di tale compartecipazione. Assunzione di significativo trasferimento di rischio, elemento di risk transfer è un elemento irrinunciabile. Effetti finanziari: la compagnia, nel caso in cui in una situazione normale di ritenzione totale, ha il sinistro il primo anno, fino a quel limite, ottiene un finanziamento dal riassicuratore, cosa invece che non avrebbe in una situazione di conservato non protetto da una soluzione di finanza strutturata, perchè in quel caso dovrebbe attingere al conto capitale. Inoltre ha la flessibilità di compensare con il recupero tecnico le spese straordinarie o le perdite non realizzate su attivi. Contingent capital: in questo caso abbiamo una focalizzazione sulla liquidità che non è una liquidità immediata ottenuta istantaneamente, ma una liquidità differita che verrà in essere al verificarsi di un evento, che impone la necessità di ottenere capitali a condizioni prestabilite avendo un obbligo contrattualmente definito, che altera l’attrattività per gli investitori e che non altera la solvibilità. Gli effetti finanziari chiaramente, nel momento in cui la put viene esercitata dalla compagnia cedente, modificano il rapporto tra debt ed equity perchè è entrato nuovo capitale. C’è un finanziamento che avviene successivamente, quindi anche in termini di cassa, al sinistro, ma non si ha nessun effetto sul conto economico. La liquidità post-evento garantisce la sopravvivenza della compagnia: una compagnia che avesse associato l’impegno degli investitori a sottoscrivere capitale ad una situazione di estrema saturazione, di estremo utilizzo del patrimonio netto. Questo tipo di soluzione le ha permesso di sopravvivere, perchè ha avuto un sostegno immediato. Anche dal punto di vista degli analisti che sapessero che la compagnia ha un piano di contingency, che prevede l’intervento di un investitore, riassicuratore o investitore istituzionale, dopo un evento di natura catastrofica, che può andare a saturare al 70% il patrimonio netto, è un elemento di grande rilevanza. Diverse sono le forme di contingent capital: credit facility oppure attraverso azioni privilegiate, azioni ordinarie e quant’altro. Fornire capitale prima del sinistro. A quel punto il riassicuratore, che ha sostituito il suo impegno riassicurativo in termini di provvista di capitale, diventa un partner nel recupero di redditività post-event, che si attende dal cliente. Put e credit risk: credit risk significa che l’operazione viene strutturata in modo tale che l’investitore o il riassicuratore non possano non ottemperare alle proprie obbligazioni. Soluzioni strutturate legate agli investimenti: questa è una soluzione abbastanza ardita e complessa che consiste in una operazione strutturata e legata agli investimenti : supponiamo che una compagnia si voglia proteggere da un rischio o da un insieme di rischi che non sono proteggibili o copribili sul mercato tradizionale e quindi voglia stabilizzare l’effetto che avrebbe l’accadimento di questo sinistro qualora si verificasse. La potremmo definire una forma di autocartolarizzazione, perchè la compagnia per esempio destina 100 miliardi di attivi su un investimento in uno special purpose vehicle, che 6th R.I.B. Convention tract, the premium has a financing component, the financial profits are implicit in the price structure. Unlike some years ago, the performances of premiums invested are not usually shown in the “Experience Account Balance” as they were before when, at the end of the year, a calculation was made: incoming premium minus margin plus agreed interests minus losses equal final “Experience Account Balance”. Sharing of performance: this is an important point. If the loss does not occur, provision needs to be made for a sharing of the ceding company depending on the variable result of the contractual relationship. On the other hand, in the event of a claim, a part of this participation shall be paid within certain limits. The underwriting of a significant risk transfer, which is an element of the risk transfer, is an unrelinquishable element. Financial effects: the company, in a usual situation of total retention has a claim during the first year, up to that limit it obtains a financing from the reinsurer, event not likely to happen in a situation of retained share without protection of a structured finance. This because, in this case, it should pick up from the capital account. Moreover, it has the flexibility of compensating, through technical recovering, the extraordinary expenses or unrealized losses. Contingent capital: in this case we have a focusing on the liquidity which is not an immediate liquidity, obtained instantaneously, but is a deferred liquidity that will be obtained when an event occurs which imposes to obtain capitals at pre-established terms while having a well defined contractual obligation. This alters the appeal for investors and does not alter solvency. Clearly, the financial effects, when the ceding company exercise a put, modify the relation between debit and equity because of the entering of a new capital. There is a financing that takes places after the claim, in terms of cash also, but does not affect the profit and loss account. The post-event liquidity guarantees the company’s survival, should this be a company which had associated the investors engagement to underwrite capital shares in a situation of extreme saturation, of high usage of the net assets. This kind of solution has permitted the survival of the company, and this thanks to an immediate support. After a catastrophe that could saturate the net capital up to 70%, should the analysts know that the company has a contingency plan which foresees the intervention of an investor, that could be a reinsurer or an institutional investor, this would make a great difference. Many are the contingent capital shapes: credit facility, preference shares, common shares and so on. To provide capital before the claim. At that point, the reinsurer, that has substituted its reinsurance engage- 38 è una società creata dal riassicuratore; questa società provvede attraverso il trasferimento dei flussi cedolari, a mettere il riassicuratore nella condizione di dare copertura riassicurativa tradizionale, vera, ai rischi non assicurabili. Quindi supponiamo che la compagnia di assicurazione, voglia proteggersi da un rischio incombente, e non ha copertura assicurativa e lo scenario catastrofale di accadimento, se accade il sinistro, è per esempio di 30 miliardi. Se si verifica il sinistro, il bilancio della compagnia, che non ha protezione, ha un impatto sul conto economico, di trenta miliardi. Una soluzione di questo tipo può essere: 100 miliardi di attivi il primo gennaio erano investiti in BOT che sono scaduti alla fine dell’anno; si investono in una società che si chiama “ABC & Co.”, domiciliata a Lugano, Liechtenstein, Stati Uniti, o dovunque sia, e tale investimento rende al minimo il 10%. Quindi se non si è verificato il sinistro l’investimento ha prodotto dieci. L’operazione è strutturata per tre anni: Caso a): se non si verifica il sinistro l’investimento destinato a questa operazione produce fino a ad un massimo di trenta unità monetarie. Il riassicuratore, che ha deciso di non coprire questo rischio perchè è un rischio ad esempio di impresa, o un rischio finanziario che non è in grado di valorizzare con un prezzo, permette alle compagnie attraverso questa operazione, di darle una copertura di 30 di limite aggregato per i tre anni su questa tipologia di rischio, e fa da finanziatore; Caso b): se il sinistro si verifica il primo anno il 2 gennaio, il riassicuratore anticipa i 30 miliardi che recupererà attraverso l’investimento del flusso cedolare e farà pagare attraverso il contratto di riassicurazione un premio di aggiustamento che sarà il premio del finanziamento. Come questa si possono trovare una, due, dieci possibili opzioni per far fronte a un problema di questo tipo; quanto più alta è la capacità che si decide di destinare alla copertura di questi rischi tanto più capitale si deve trasferire all’investimento su questa soluzione o addirittura si può anche, per non impegnare troppo capitale, metterne a rischio solo una parte: quindi poter perdere valore sul capitale per recuperare in conto industriale. E’ un aspetto di complementarietà ai programmi riassicurativi, la compagnia ha un investimento di minoranza nello special purpose vehicle che nella stragrande maggioranza dei casi è di proprietà del riassicuratore. Generalmente viene fatto su un arco pluriennale, però nulla impedisce che, se dopo due anni non c’è il sinistro e la percezione del sinistro da parte della compagnia viene meno, il contratto possa essere terminato e la compagnia rientra di un investimento di 100 più 20 capitalizzato. Passiamo ora alle gestioni integrate dei rischi, quelle che vengono chiamate “integrated risk management”. Le coperture tradizionali tendono a focalizzare l’accento sui rischi di natura assicurativa: si copre il portafoglio grandine, la RC Auto, l’incendio, i furti, le special lines ecc., ma come abbiamo visto l’amministratore di impresa, ha interesse a ment in terms of providing of capital, becomes a partner in the recovering of post-event profitability expected from the client. Put and credit risk: credit risk means that the operation is structured in such a way that the investor or the reinsurer could not be able to comply with its obligations. Structured solutions linked to investments: this is a fairly bold and complex solution that consists in a structured operation linked to investments: let’s suppose that a company wants to protects itself from a risk, or from an ensemble of risks not coverable on the traditional market, and that the company should want to stabilize the effect that the occurrence of this claim would have, should it take place. We could call it a form of auto securitization, because the company, for example, assigns 100 billion profits of investment to a special purpose vehicle, which is a company created by the reinsurer. This company gives the reinsurer, through the transfer of coupon fluxes, the means to provide a traditional cover, a real one, to non insurable risks. Let’s suppose then that the insurance company wants to protect itself from an impending risk, and that it has no insurance cover, and that the catastrophe scenario, should it take place, is for example of 30 billion lira. Should the claim occur, the balance sheet of the company without protection, has an impact of 30 billions on the profit and loss account. A solution could be: at the 1st January, 100 billion of assets were invested in Treasury Bills expired at the end of the year. They are invested in a company ABC & Co., with domicile in Lugano, or in Liechtestein, United States or whatever, and this investment gives a maximum return of 10%. In case of claim, the investment has provided ten. The operation is structured for three years: Case a): Should the event not occur, the investment destined to this operation produces maximum thirty currency units. The reinsurer, that has decided to not cover this risk because it is, for example a business risk or a financial risk not quantifiable through a price, through this operation, gives a cover with an aggregate limit of 30 on the three years period on this kind of risk and becomes financial backer. Case b): should a claim take place during the first year, on the 2nd of January, the reinsurer advances 30 billion that he shall recover through the investing of the coupon fluxes and he shall charge, through the reinsurance contract, an adjustment premium that shall be the financing premium. Like this one a dozen ways are possible, to solve such a problem; the higher the capacity that we destine for the coverage of these risks, the more capital we must trans6th R.I.B. Convention 39 proteggere l’insieme del bilancio, e non solo a proteggere la parte destra, (idealmente se vogliamo associare il passivo della situazione patrimoniale ai rischi nel campo ad esempio delle riserve); l’amministratore è anche fortemente interessato a vedere la dinamica, come si muovono le risultanze dei rischi assicurativi, dopo la risultante delle componenti finanziarie o di altri aspetti: crediti inesigibili, crediti verso retrocessionari, deterioramento di anni passati. Ciò è quello che poi alla fine dà la misurazione della redditività dell’azienda o la percezione dell’aver saputo gestire tutte queste componenti. E’ chiaro che operazioni di questo tipo vanno discusse con il cliente, perchè il cliente potrebbe avere una percezione di che cosa vuole andare ad includere. Però, ipotizziamo di aver sintetizzato la risultanza della dinamica dei rischi assicurativi conservati e la risultanza degli investimenti secondo la politica di investimento o secondo l’andamento delle normali variabili di mercato. Ecco che questo risultato operativo diventa il punto di riferimento della copertura e ha sintetizzato tutto, perchè nel risultato operativo confluisce il sinistro non assicurato/non assicurabile, confluisce il mancato recupero verso retrocessionari, lo sviluppo di una determinata serie, … Con questa semplice operazione si ha l’opportunità di coprire rischi assicurativi e rischi finanziari. Chiaramente questo deve essere fatto ad un livello di tipo catastrofale. Il grosso vantaggio di operazioni di questo tipo: si vuole recuperare come sinistri o come maggior valore di un prodotto sottostante; da un punto di vista finanziario, come strumento, ho un classico hedging finanziario. Se si vuole proteggere e recuperare sinistri per la fascia dei rischi che si trasferiscono si utilizza la riassicurazione tradizionale. E chiaramente i trigger sono di natura finanziaria, quindi tassi di rendimento, benchmark di riferimento , ecc. Se si vuole coprire in forma combinata rischi tecnici e rischi finanziari, si può utilizzare un “integrated risk management” per una copertura sul risultato combinato tecnico e finanziario. Si può anche scegliere una soluzione diversa che è quella che si chiama soluzione double trigger, cioè una volta definito il livello di tolleranza di sinistralità tecnica, ad esempio del 75%, la compagnia può essere preoccupata a livello di risultato operativo soltanto se, per esempio, si ha una diminuzione di valore degli attivi a reddito fisso per oltre 20%. In quel caso la copertura scatta soltanto se le due condizioni si verificano contestualmente. Questo perchè se la componente assicurativa è andata meglio della soglia che era stata predefinita, la copertura ha compensato indirettamente la perdita di valore della parte finanziaria anche se raggiunta. Vediamolo in un grafico: supponiamo che il management dell’azienda abbia stabilito che un dato livello di tolleranza (vedi slide n. 1), misurabile in termini monetari di risultato operativo sia accettabile: per esempio supponiamo una azienda che decida il livello di perdita accettabile, senza che questo abbia un forte impatto nelle valutazioni delle società di rating, degli investitori e degli analisti, per 35 miliardi. Però, che cosa succederebbe se si verificasse una situazione catastrofica tale, combinata su rischi 6th R.I.B. Convention fer on the investment related to this solution or it is even possible to destine just a small capital, and to risk a portion only: it is possible then to lose value on capital to recuperate on the industrial account. It is an aspect of complementarity of the reinsurance programs; the company has a minority investment in the special purpose vehicle that, in the majority of cases, belongs to the reinsurer. It is generally done on a multiyear basis, but nothing forbids to the closing of the contract if, for example, after two years there hasn’t been a claim or the perception of the company on the claim has changed. In this case the company recovers an investment of 100 plus 20 of capitalization. Let’s talk now of integrated risk management. Traditional covers tend to focus on risks of an insurance nature: we cover the hail portfolio, TPL, Fire, Theft, Special Lines, etc. But, as we have seen, the company manager’s interest lies also in the protection of its balance in its whole, and not only in the protecting of the right side of it (ideally we could associate the losses of the statement of assets and liabilities for example to the reserves); the manager is also highly interested in seeing the dynamic of the outcome of insurance risks, after the outcome of financial components or of other aspects: receivable credits, credits towards retrocessionaires, previous years deterioration. These are the aspects by which one can measure the company’s profitability or have the perception of having being able to manage all these components. It is clear that these operations must be discussed with the client, because the client could have a different perception on the things that he would want to include. Let’s suppose that we have synthesized the results of the dynamic of the insurance risks retained and the results of the investments following the investment politics or following the trend of the usual market variable. This operative result becomes now the reference point for the cover and it synthesizes everything, because in the operational result flows the non insured or non insurable risk, it flows the non recoverable sums from the retrocessionaires, it flows the development of a certain series. By this simple operation it is possible to cover insurance risks and financial risks. Clearly, this must be made at a catastrophe level. The big advantage of this operation is: to recover a claim as a value added of a product below; from a financial point of view, I have a classical financial hedging. If we want to protect and recover claims for the range of risks transferred, we use traditional reinsurance. Clearly, the triggers are, of a financial nature, like rates of return, reference benchmark, etc. If we want to cover a combination of technical and financial risks, we can use an “integrated risk management” to cover the combined technical and 40 financial result. It is also possible to chose a different solution, the so called double trigger. Once the tolerance level of technical risks defined, let’s say a 75%, the company shall worry on the operational result only if, for example, we have a reduction of value of fixed income profits of more than 20%. In this case, the cover triggers starts only if these two conditions happen at the same time. This because, if the insurance component has gone better than the predefined threshold, the cover has indirectly compensated the value loss, even if it was obtained by the financial component. Let’s see it in a flow chart: Slide 1 IRM Solutions Frequency assicurativi e rischi finanziari per cui la perdita magari fosse di 100- 150 miliardi? Ecco allora che si definisce una copertura in funzione di questi parametri. Se si operano scelte puramente assicurative e si ipotizzi che questo sia il punto dove si decide debba essere fissata una sostenibile sinistralità in termini ad esempio di loss ratio tecnica sul portafoglio conservato, e si comprasse una copertura di stop loss normale a questo livello di attacco, questa sarebbe la copertura attivata dal superamento di quel livello. D’altro canto se il responsabile finanziario della compagnia avesse come parametro quello di dire che la società può sostenere una diminuzione del rendimento degli attivi o del valore degli attivi a seguito di variazione dei tassi fino a questo livello, e comprasse una copertura finanziaria, questa verrebbe attivata dal superamento di quel parametro o indice di riferimento. Se quindi si definisse un dato livello di loss ratio, e uno per il trigger finanziario, la copertura scatterebbe solo al verificarsi congiunto di queste due condizioni. Facciamo una ipotesi: si stabilisce una ritenzione del 65%, un limite aggregato di 100 miliardi, un combined ratio che è la somma tra insurance loss ratio e un financial loss ratio. Quindi in questo modo si è creato un indicatore sintetico. A questo punto vediamo come la copertura scatta a seconda di come si comportano simultaneamente la redditività tecnica e la redditività finanziaria. Perchè, se la redditività finanziaria è andata molto bene, si è in grado di sostenere e di conservare in proprio senza far scattare la copertura fino all’angolo alto del loss ratio, quindi è come se la copertura partisse da questo livello, da un punto di vista tecnico. E’ chiaro che se invece i rendimenti andassero molto male e d’altro canto la sinistralità tecnica andasse molto bene, la copertura partirebbe da questo livello. Quindi è un meccanismo estremamente flessibile che è funzione di quanto la componente tecnica o la componente finanziaria contribuiscano ciascuna a equilibrare in termini di contributo alla risultanza netta di esercizio. E’ chiaro che se consideriamo un’impostazione di questo genere, queste che erano delle coperture che si attivavano con soluzioni separate risultano di overhedging, cioè risultano non necessarie (vedi slide n. 2 e 3). E’ come se avendo comprato due coperture separate, una per la componente tecnica e una per la componente finanziaria, non si fosse utilizzata perchè non opererebbe mai, questa fascia e quella fascia. Il caso di un double trigger invece è più semplice, c’è una ritenzione sempre al 65%, un aggregato del 10%, il trigger finanziario, ad esempio la caduta di oltre il 20% del benchmark portafoglio investimenti. L’insurance loss ratio è definito come sinistri netti di competenza e su premi netti di competenza. Anche in questo caso, abbiamo praticamente la situazione di prima, la copertura opera soltanto se il loss ratio viene superato del 65% e il trigger finanziario di oltre il 20%. Benefici: questa è una copertura ottimale sul risultato operativo. Il prezzo della copertura tiene conto chiaramente della diversificazione rischi finanziari e rischi assicurativi; c’è una riduzione di costo del capitale rispetto alla riassicurazione tradizionale perchè la copertura tradizionale non si attiva se la Position depending on technical and financial triggers IRM Cover Residual Risk Threshold of Downside risk Operative Result Risk Allowance Level Loss or Profit let’s suppose that the company’s management has established that a certain level of tolerance, measurable in terms of monetary operational results, is acceptable: for example, let’s suppose that a company decides the admissible losses level at 35 billion, a sum that would not affect too much the evaluations of the rating company, of the investors and of the analysts. What would then happen should the loss, because of an event of a catastrophe nature affecting both the insurance and financial risks, arise for example to 100-150 billion? Here a cover is established on the basis of these parameters. If choices of an insurance nature only are made, and if it is assumed that this is the point up to where a sustainable loss is fixed, in terms, for example of technical loss ratio on the retained portfolio, and if a normal stop loss cover is bought at this level, this would be the cover triggered by the overcoming of that level. On the other hand, if the company financial manager’s parameter was that of stating that the company could 6th R.I.B. Convention 41 INTERVENTO (Dott. Spasiano) Nella mia domanda voglio escludere i casi in cui l’ART si fa per speculazioni che servono ad eludere il fisco o a occultare falsi in bilancio, perchè queste sono abbastanza evidenti e comprensibili e non credo che sia il discorso del futuro. Allora parliamo proprio dell’opportunità di trasferire dei rischi con un sistema alternativo a quello assicurativo e riassicurativo. Indubbiamente questa opportunità ci può essere nel caso in cui manchi effettivamente la capacità del mercato assicurativo e riassicurativo ma, tolto questo caso, mi pongo un problema dei costi. Se il mercato assicurativo e riassicurativo è efficiente, il fatto che ci siano altri soggetti che si assumono dei rischi, che potrebbe assumersi il mercato assicurativo, non vedo come possa determinare un risparmio nei costi per chi trasferisce il rischio. Ho sentito sempre discorsi astratti, non discorsi pratici dove si capisca quale è il vantaggio, se non ci sono vantaggi fiscali, o di altro tipo, e c’è capacità del mercato assicurativo e riassicurativo. In secondo luogo, ho sentito parlare di rischi che le compagnie di assicurazione e di riassicurazione non sono disposte a coprire per motivi qualitativi, perchè non ritengono il rischio assicurabile. Ora trovo abbastanza difficile che degli investitori, che hanno molto meno esperienza dei rischi assicurativi e riassicurativi, possano valutare un determinato rischio come trasferibile, come assicurabile, dal loro punto di vista, quando gli assicuratori e i riassicuratori sono convinti, avendo determinate conoscenze forse maggiori, che tali rischi non sono assicurabili. In terzo luogo mi pongo molto il problema della “security”, cioè mi pare che tutti questi discorsi di trasferimento alternativo del rischio non trovino quasi mai obbligati finali che mettono a disposizione soldi materiali, non cartolari, e mettono a disposizione di un fondo sicuro che sia veramente garanzia del soggetto che trasferisce il rischio. Ultima considerazione: si nota che assicuratori e soprattutto riassicuratori in tutto il mondo, e parlo anche del mio gruppo e dell’Aviation in particolare, questo è anche un discorso di autocritica, tendono a pubblicizzare e a sviluppare questi discorsi di ART che a mio giudizio costituiscono un riconoscimento dei limiti dell’efficienza degli assicuratori e dei riassicuratori. Cioè invece di contrastare questi sistemi cercano di appropriarsene, perchè evidentemente è come un riconoscimento dell’incapacità del mercato assicurativo e riassicurativo di far fronte in modo efficiente ai rischi. Grazie. RISPOSTA DOTT. MASCIOLI Sulla prima domanda sono perfettamente d’accordo con lei. Swiss Re è tra i primi riassicuratori a scoraggiare qualunque tipo di pratica o di soluzione che tenda a creare delle mistificazioni di bilancio. Questa era una delle principali motivazioni che aveva portato la riassicurazione finanziaria ad avere successo negli Stati Uniti; oggi riteniamo di essere su 6th R.I.B. Convention sustain a reducing of the performance of profits or of the value of the assets due to a change in rates up to a certain level, and if he was to buy a financial cover, this would be triggered by the overcoming of that parameter or reference index. Should a certain level for the loss ratio then be defined, and one for the financial trigger, the cover would be enabled only should both these two situations occur. Let’s assume that a retention of 65% is made, with an aggregate limit of 100 billion, a combined ratio that is the sum of insurance loss ratio and financial loss ratio. In this way a synthetic indicator. At this point we will see how the cover triggers depending on the simultaneous behaviour of technical and financial profitability. If the financial profitability was very good, we will be able to retain, without triggering the cover up to the high angle of the loss ratio. It is as if the cover should start from this point, from a technical point of view. It is clear, on the contrary, that should the revenues go very bad and the technical level of claims very well, the cover would start from this level. It is a very flexible mechanism, that depends on how the technical and financial components contribute to equilibrate, in terms of the contribution to the net results of the balance. It is clear that, if we adopt such an approach, these solutions, that were covers triggered by separate solutions, now result overhedging covers, in other words unnecessary covers. Slide 2 Protection IRM - single trigger cover structure + Over hedging with separate solutions Single trigger cover activated - Trigger corresponding to the threshold of downside risk loss ratio Investment Performance redditività degli investimenti performa in senso positivo. Grazie. 42 Slide 3 Protection IRM - double trigger cover structure + Financial Trigger Over hedging with separated solutions Tehcnical Trigger loss ratio Investment Performance una posizione totalmente diversa. Sul problema della disponibilità o incapacità degli assicuratori di coprire alcuni rischi assicurativi, ad esempio il millennium bug, concorderà con me che è un rischio che non può trovare, proprio da un punto di vista teorico, una modalità di copertura tradizionale, e quindi come riassicuratori possiamo proporci come propositori di soluzioni che vadano in un’ottica di riequilibrio di una situazione all’interno di una compagnia di assicurazione in un arco temporale. Poi ci sono tutta una serie di altri rischi per i quali il ricorso alla riassicurazione "finite" può essere vantaggioso e ad un costo accettabile, ma dopo aver comprato tutta la riassicurazione tradizionale che ritiene necessaria sulla base di opportune valutazioni; potrebbe essere coerente, per esempio, acquistare una copertura a maggiore protezione del livello di conservazione per attenuare l'eventuale volatilità dei risultati. In questo contesto il riassicuratore "finite" fa un servizio, cioè non va alla ricerca di volume premi, ma fornisce una soluzione che possa andare incontro alle esigenze del suo cliente. Sul discorso della security sono d’accordo con lei, operazioni di questo tipo possono farle al mondo soltanto pochissimi riassicuratori. Double trigger cover activated It is as though, having paid for two distinct covers, one for the technical element and one for the financial element, we never had the chance to use either one of the two. The case of a double trigger is simpler, there is always a retention of 65%, an aggregate of 10%; the financial trigger, for example the overcome of the 20% of the benchmark of the investment portfolio. The insurance loss ratio is defined as net claims on the period on net premiums on the period. In this case also we have quite the same situation as before; the cover operates only if the loss ratio is overcome by more than 65% and the financial trigger by more than 20%. Benefits: this is an optimal cover on the operational result. The price of the cover clearly considers the diversification between financial risks and insurance risks, and there is a reduction on the capital cost compared to traditional reinsurance because the traditional cover is not triggered when the profitability has a positive performance. Thank you. Mr. Spasiano In my question I want to exclude those cases in which ART is used for speculations made to evade taxes and to conceal falsifications of balances, because these are quite plain and comprehensible and I don’t believe this is the item of the future. Let’s then talk of the opportunity of transferring risks through an alternative method other than the insurance and reinsurance ones. Undoubtedly this opportunity shall be found in the case that the insurance and reinsurance market lacks capacity, but in this case I am worried by the problem of costs. If the insurance and reinsurance market is efficient, I 6th R.I.B. Convention 43 don’t see how the fact that there are other subjects that take a risk that could be taken by the insurance market could mean a reduction of costs for those who transfer the risk. In fact I haven’t seen any practical example, but only abstract topics. Never practical arguments that show which is the advantage, as there are no tax advantages or other kind of advantages, as the insurance and reinsurance market have the capacity for these risks. Secondly, I have heard talking of risks that the insurance and reinsurance companies do not want to cover because of qualitative reasons, because they do not think the risk insurable. Now I find quite difficult to believe that the investors, with much less experience in insurance and reinsurance risks, can be able to evaluate a particular risk as transferable, as insurable from their point of view, when the insurers and reinsurers are convinced, having much bigger experience in this field, that these risks are not insurable. Thirdly, I believe the issue of security is a very important one. It seems to me that all these talking of alternative transfer does not end up in people actually putting money in it, and not only securitizations. That practically create funds which are really a backing for the subject who transfer the risk. My last reflection: it is a fact that insurers and mainly reinsurers all over the world, and I am speaking of my group also and of Aviation in particular, and this is a self criticism, tend to advertise and to develop these ART issues which, it is my opinion, are a kind of admission of the limit of efficiency of insurers and reinsurers. Instead of opposing these systems, they try to take possession of them, because it is clearly like an acknowledgment of the incapability of the insurance and reinsurance market to efficiently manage the risks. Thank you. Answer of Mr. Mascioli On the first question, I completely agree with you. Swiss Re is among the first reinsurers to discourage whatsoever kind of practice or solution which would tend to create balance mystifications. This was one of the main motives that had brought success to financial reinsurance in the United States. We believe nowadays that we are on a totally different position. On the problem of availability or incapacity of insurers of covering some insurance risks, like for example the millennium bug, you’ll agree with me that it is a risk that cannot find, from a technical point of view, a traditional cover and thus, as reinsurers, we can propose ourselves as suppliers of solutions that could give to an insurance company equilibrium for a certain amount of time. There is then a whole set of other risks for which finite reinsurance can be profitable and not too expensive, but after having bought all the traditional reinsurance 6th R.I.B. Convention 44 that one believes necessary after having made all the needed evaluations, to buy a more protecting cover for the level of retention required to lessen the eventual volatility of the results, it could be more coherent. In this contest, the finite reinsurer provides a service, as in fact he does not look for a volume of premiums, but he provides a solution that will meet the client’s needs. About securitization I agree with you. Such operations can be made by just a few reinsurers in the world. 6th R.I.B. Convention 45 Bob Brown KPMG Consulting Grazie, sono Bob Brown della KPMG. Vorrei spiegarvi qualcosa di me. Il mio background in realtà è assicurativo e sono un consulente di risk management presso la KPMG. La ragione della mia presenza qui dipende dal mio amico Paolo Pascot della KPMG di Milano, che si trova là, in mezzo alla sala. È responsabile di account assicurativo e delle funzioni di auditing della KPMG in Italia e sarà lui a rispondere a qualsiasi vostra domanda difficile su ciò che dirò. Sono contento di essere qui, è un luogo molto piacevole. Si avvicina l’ora del pranzo e so che vorreste che continuassi a parlare a lungo perché voi non siete interessati a mangiare e a bere. Sfortunatamente io sì, quindi farò una presentazione piuttosto breve. Perché vi parlo di ART. È perché, dal punto di vista della KPMG, ci sono delle preoccupazioni particolari sul modo in cui le soluzioni innovative di ART possono essere utilizzate. Naturalmente noi vogliamo che le dichiarazioni finanziarie delle società diano un’immagine realistica e corretta. Il nostro interesse è però più ampio della sola preoccupazione sul limitare e interpretare correttamente l’utilizzo di ART. Siamo, in realtà, molto più interessati ad ART come soluzione. Siamo interessati a due settori. Quello che potrei chiamare l’aspetto della fornitura e quello dell’acquisto. ART dal punto di vista del provider (l’assicuratore) e ART dal punto di vista dell’acquirente (l’utente finale). Siamo molto interessati su come l’utente finale usa ART; su dove esso può essere utilizzato per fornire soluzioni significative a problematiche chiave. Questa è ciò che interessa me ed è di questo che voglio parlare. Il presidente, credo abbia menzionato nell’introduzione che ART è una soluzione per gente giovane. Bè, non penso dovremmo lasciarla ai giovani. È troppo interessante per farlo. Per i vecchi, come me, che hanno speso molto tempo nel mondo assicurativo, è una sfida alle nostre convinzioni su ciò che si può fare nell’assicurazione e ciò che non si può fare. ART ci fa uscire dal guscio. Dobbiamo lasciare i nostri nidi. È di questo che voglio parlarvi veramente, e incoraggiarvi, perché a volte è interessante lasciare ciò che ci da sicurezza, smettere di nasconderci dietro le nostre scrivanie di assuntori ed entrare nelle cose che danno veramente valore aggiunto. Perché oltre a dare valore al cliente, esse aggiungono valore anche a noi, e io sono interessato ad aggiungere valore a noi e voi siete interessati ad ag- 6th R.I.B. Convention The consumer’s guide to ART T hank you, I’m Bob Brown from KPMG. I ought to explain about myself. My background is actually in the insurance area and I am a risk management consultant with KPMG. The reason that I am here is because of my friend Paolo Pascot from KPMG Milan, who is there, halfway down the room. He is responsible for the insurance accounting and audit function in KPMG in Italy and any difficult questions you have on anything that I say, he will answer those difficult questions. I’m very pleased to be here, it’s a very delightful place. We’re getting very close to lunch-time and I know you would like me to go and talk for a long time, because you aren’t interested in food and drink. Unfortunately I am, so I will make a fairly short presentation. Why am I talking about ART. It is because from KPMG’s perspective there are particular concerns about the way that innovative ART solutions might be used. Clearly we wish to ensure that the financial statements of a company present a true and fair picture. But our interest is much wider than solely being concerned about limiting and interpreting correctly the use of ART. We are actually much more interested in ART as a solution. We’re interested in two areas. What I might call the supply side and the buy side. ART from the perspective of the provider (the insurer) and ART from the perspective of the buyer (the end user). We are very interested in how the ultimate consumer uses ART, where it may be used to provide significant solutions to key issues. That’s the area that interests me and that is the area that I want to talk about. I think the chairman mentioned in the introduction that ART is an area for young people. Well I don’t think we ought to leave it to the young people. It’s too interesting for that. What it does mean for old people, like me who have spent a long time in the insurance industry, is that it challenges our assumptions about what can be done in the insurance industry and what can’t be done. 46 giungere valore alla vostra stessa organizzazione. Penso che ART possa fare questo, se facciamo le cose giuste e se elaboriamo le soluzioni finali adatte ai clienti. Questo è ciò che è la KPMG veramente. Noi veniamo percepiti come contabili, come auditor, come consulenti manageriali. In ogni caso, abbiamo successo quando siamo in grado di facilitare e risolvere con successo le problematiche di clienti chiave. Questa è infatti un’area interessante, è un’opportunità per guadagnare ed è divertimento onesto ed è proprio di questo che volevo parlarvi oggi. Cosa facciamo in relazione ad ART. Siamo concentrati su ART e abbiamo organizzato un certo numero di ART team per fornire servizi. Io sono responsabile di parte delle iniziative ART nel Regno Unito. Esiste un approccio europeo, ma anche un approccio globale. Noi riteniamo che ART abbia il potenziale per fornire, a livello globale, le soluzioni chiave per i nostri clienti. Voglio parlarvi un po’ di questo, perché noi forniamo diverse parti della soluzione ART. Per cui individuiamo il target dell’area della fornitura, che sospetto siate voi gente, ma siamo anche interessati all’area acquisto ed è per questo che il titolo di questa presentazione è sul consumatore, l’utente, l’organizzazione che, in pratica, acquista questi particolari prodotti. Che genere di cose ci interessano, in che modo sentiamo di poter contribuire? Per prima cosa si tratta di capire le soluzioni al “risk financing” e “facilitating risks” e metterle in pratica. Il nostro contributo consiste nel fornire consulenze sull’uso effettivo delle compagnie di assicurazioni captive, le implicazioni contabili e la struttura tributaria delle soluzioni e anche l’unificazione con le nostre esperienze finanziarie societarie in modo da rendere possibile la transazione. Quindi siamo interessati ad ART e abbiamo unito le nostre esperienze alle vostre e abbiamo riunito queste esperienze in squadre. Ho molti colleghi, in tutto il mondo, che sono molto esperti nell’area ART e che forniscono consulenza alle compagnie di assicurazioni: consulenze di risk financing, contabilità, normativa, attuariato e tasse. Questo però non è ciò di cui volevo parlarvi. Quello di cui volevo parlare è il nostro approccio per quel che riguarda il settore acquisto. L’utente finale in alcuni casi può essere l’industria assicurativa, ma non voglio concentrarmi unicamente su ciò che voi comperate, in termini di ART. Preferisco dedicare tempo agli utenti finali non assicurativi, alle multinazionali e ai clienti maggiori. Noi vogliamo rendere facile il costruire le soluzioni. Non siamo broker di assicurazione, non siamo neppure assicuratori, perciò penso che il nostro ruolo sia di identificare dove si trovano i punti salienti, dove ART può essere una soluzione potenziale e rendere facile questo processo. Adesso voglio darvi alcuni esempi, però restringendo l’area su cui ragionerò. Dagli altri oratori abbiamo sentito alcune definizioni di ART. Il problema di ART è di quanto ampia è realmente l’area, e di quante cose vi sono incluse e anche il fatto che, nuove cose e nuove idee nascono e vengono sviluppate continuamente nell’area ART. Uno degli argomenti di cui non voglio parlare è il ri- ART makes us step outside the box. We have to move out of our comfort zone. It’s really what I want to talk about and to encourage you, because it’s interesting sometimes, to step outside the area of comfort, to cease to hide behind your underwriters desk and to move into things which are really adding value. For in addition to adding value to the client, they also add value to us and I’m interested in adding value to us and you are interested in adding value to your own organisation. That is what I think that ART can do, if we get it right and we deliver end to end solutions for clients. This is really what KPMG is about. We are perceived as accountants, as auditors, as management consultants. However, we are successful when we are able to facilitate and deliver end to end solutions to key client issues. Actually this is an interesting area, it is an opportunity to earn and it’s good fun and that’s really what I wanted to talk through with you today. What do we do in relation to ART. We are focused on ART and we have set up a number of ART teams to provide services. I’m responsible for part of the ART initiative in the UK. There’s an European approach, but there’s also a global approach. We view ART as having the potential to address, globally, some of the key solutions for our clients. I want to talk a bit about that because we service different parts of the ART solution. So we target the supply side, which I suspect is you guys, but we are also interested in the buy side and that’s why the title of this presentation is about the consumer, the user, the organisation that actually buys these particular products. What are the sort of things that we are interested in, where do we feel that we can contribute? Firstly it is about understanding of risk financing and facilitating risk solutions and making them effective. Our contribution is advising about the effective use of captive insurance companies, the accounting implications and the tax structure of the solutions and also merging it with our corporate finance expertise so as to enable the transaction. So we are interested in ART by adding our expertise to you and we have pulled together that expertise in global teams. I have many colleagues, on an international basis, that are very experienced in the ART area and are delivering risk financing, accounting, regulatory, actuarial and tax advisory services to the insurance industry. But that’s not what I wanted to talk about. What I want to talk about is our approach on the buy side. The ultimate consumer, which may in some instances be the 6th R.I.B. Convention 47 schio ART circoscritto e vi è una ragione particolare per questo. Il precedente oratore ha dato una definizione di ciò che è il rischio ART circoscritto. In pratica, se io voglio una copertura di cinque milioni di dollari, ho una polizza annuale e pago un milione all’anno. Io dovrei spiegarvi che io ho un accordo con la mia banca per il quale ho un conto di deposito e mia moglie un conto corrente. È l’accordo che viene normalmente definito matrimonio. Lei ritiene si tratti di un conto bancario ed ha ragione, è un conto bancario, non è una polizza assicurativa. Se fornite questo genere di accordo, allora suddividete, molto semplicemente i costi delle perdite sul breve periodo e, alla fine, i sinistri saranno pari ai premi. Ciò è, effettivamente, come espletare le funzioni della banca e dovreste essere regolati come se foste una banca e l’accordo dovrebbe essere tenuto in considerazione come se fosse un servizio bancario. In questo modo allora non espleta la funzione che voi desiderate, di dividere o abbattere il costo delle perdite su di un determinato lasso di tempo. Se fornite una soluzione assicurativa allora deve per forza esserci un trasferimento di rischio. Non ho neppure molta voglia di parlare delle captive. Non sono sicuro che siano nuove, sono in circolazione da molto tempo, e sono potenzialmente parte integrante delle nostre soluzioni, però non sono davvero nuove e non sono un’area innovativa. Sono stato il risk manager di una società chimica e circa venticinque anni fa formammo una compagnia di assicurazioni captive per soddisfare un bisogno particolare che avevamo. Volevamo ritenere più rischio e il mercato assicurativo diretto non ci dava un vero e proprio credito per il rischio che volevamo ritenere. Dovemmo rivolgerci al mercato riassicurativo e il nostro metodo di accesso a quel mercato fu una compagnia di assicurazione captive. Ciò ci rese possibile tagliare su misura i nostri bisogni nel modo più giusto e ci fornì il genere di protezione che volevamo. Questa però non è una soluzione davvero nuova. Non sono sicuro di voler parlare dei mercati di capitali. Credo che tutti gli affari, con l’eccezione di quello Disney in Giappone, sono stati organizzati per la protezione dell’industria assicurativa. Non è questa l’area sulla quale volevo concentrarmi. Volevo concentrarmi sul dove si sta dirigendo l’industria dell’assicurazione assicurando i “business risks”, che sono ben al di fuori della tradizionale zona di sicurezza assicurativa e che, in taluni casi, stanno fornendo coperture senza specifici eventi scatenanti. Ritengo che questa sia un’area piuttosto interessante. Ciò che non posso fare, è parlare di clienti specifici. Posso però dare immagini generali ed esempi su cui ho lavorato. In particolare, una situazione che, secondo me, è quella che ha cambiato il mercato degli ART. Ha creato un qualcosa che era nuovo e interessante. Credo sia interessante per i fornitori e interessante per i consumatori. Se fossi un costruttore di mezzi aerei, probabilmente non sarei capace di vendere il mio velivolo direttamente alla compagnia aerea. Ciò che farei sarebbe di vendere il velivolo a una finanziaria, che mi pagherebbe, poi ci sarebbe un leasing tra la finanziaria e la compagnia aerea. In queste 6th R.I.B. Convention insurance industry, but I don’t want to focus on what you buy, in terms of ART, what I wanted to address is for the ultimate non-insurance users, the multinationals and major clients. We want to facilitate building the solutions. We are not insurance brokers, we are not insurers so I think our role is to identify where the issues are, where ART might be a potential solution and to facilitate that process. Now I wanted to give some examples but I wanted to narrow the area that I will address. We have had some definitions of ART from the other speakers. The problem with ART is really how broad the area actually is and how many things are included and the fact that new things and new ideas are growing up and being developed in the ART area all the time. One of the areas that I don’t want to talk about is finite ART risk and there’s a particular reason for this. We had a definition by the previous speaker of what finite ART risk was, that essentially if I want five million of cover I have a five year policy and I pay one million a year. I ought to explain to you that I actually have an arrangement with my bank, I have a deposit account with the bank and my wife has a withdrawal account. It’s a sort of arrangement that’s loosely described as marriage. Her view is that it’s a bank account and she’s quite correct, it is a bank account, it is not an insurance policy. If you provide this type of arrangement then you’re spreading, very simply, the cost of losses over a short period of time and ultimately the claims will equate to the premiums. That is, actually, performing a banking function and you should be regulated as though you were a bank and the arrangement should be accounted for as though it was a banking facility. Then it does not perform the function that you want of spreading or smoothing the cost of losses over a period of time. If you are providing an insurance arrangement there definitely needs to be risk transfer. I also don’t want to talk very much about Captives. I am not sure that they are new, they’ve been around along time, they are potentially an integral part of our solutions but they’re not really new, they’re not an innovative area. I was the risk manager for a chemical company and about twenty five years ago we formed a captive insurance company to address a particular need that we had. We wanted to retain more risk and the direct insurance market would not give us real credit for the risk that we wanted to retain. We had to go to the re-insurance market and our method of access to the 48 circostanze, il leasing è solitamente di durata più breve, rispetto alla vita del velivolo. La finanziaria sarebbe probabilmente reticente a entrare nell’accordo, a meno che non abbia una garanzia che il velivolo sarà riscattato alla fine di quel determinato periodo e chiederebbero a me, costruttore, di dare una garanzia appropriata. Avendo la certezza del riscatto, sarei felice di dare quella garanzia. Il problema in questo caso, con una determinazione corretta del costo e del trattamento, è che in relazione a quelle garanzie dovrei anche creare una voce nel mio bilancio per un fondo che tenga conto del rischio creato da queste garanzie. Se vendessi molti velivoli, e si tratta di beni costosi, il fondo che farei sarebbe molto sostanzioso. Il mercato finanziario guarderebbe al mio bilancio e direbbe: “Sarai anche capace di controllare quel rischio, ma c’è un’esposizione notevole” e ciò si rifletterebbe sul loro atteggiamento nei miei confronti e sulla valutazione della mia situazione finanziaria. Se io fossi il direttore finanziario di quella compagnia, vorrei in qualche modo dimostrare al mercato finanziario che quell’aspetto non è poi così negativo come sembra. Che sto gestendo il rischio in modo ottimale e quindi vorrei fornire una visione corretta della situazione. Se questo venisse fatto, tramite il mercato finanziario, se fosse un’area di conversione, in parte a causa della dimensione, in parte a causa dell’improbabilità della perdita potenziale, in parte a causa della difficoltà che avrebbero nel capire appieno, nell’accettare e misurare il rischio, l’esercizio non funzionerebbe veramente. Il vantaggio che abbiamo percepito nell’uso del mercato assicurativo consiste nella capacità di capire e valutare la reale posizione di risk management: come questi rischi vengono effettivamente gestiti? Sono trattati in maniera efficace? Può l’assicuratore fornire una polizza che non risponda ai meccanismi tradizionali a cui siamo abituati? Se non dicesse nulla del genere: “se un aereo si schianta, paghiamo”. Se non dicesse: “se la tua fabbrica dovesse bruciare pagheremmo”, ma se dicesse: “se il reddito futuro dovesse abbassarsi sotto a un determinato livello, questa polizza di assicurazioni ne risponderà”. Questo ci fornirebbe una soluzione. Certamente non sarebbe stata accettata dagli analisti del mercato se dicesse “é soggetto alle 350 esclusioni per cui non paghiamo”. La soluzione che stiamo cercando quindi non segue le linee convenzionali del tipico approccio assicurativo. Si dovrebbe uscire dal taglio fisso e fornire una soluzione su misura che abbia senso sia per i fornitori che per il cliente. In queste circostanze si ritiene che, come riflesso di questo, ci dovrebbe essere un aumento significativo del corso delle azioni, e se si verifica un aumento del corso delle azioni, ciò vuol dire dare dividendi agli azionisti, e se ci sono dividendi allora questo modo di procedere ha senso. Un’altra possibilità è nella cessione di un’affiliata. Se una società progetta di cedere un’affiliata che ritiene non essere più necessaria alla sua attività e se attua questo progetto, potrebbe realizzare ad esempio una vendita di 500 milioni sul mercato e destinare il valore come surplus per gli azionisti. Il re-insurance market was a captive insurance company. It enabled us to tailor our insurance needs in the correct way and provided us with the type of protection that we wanted. But they’re not actually a new solution. I am not sure that I want to talk about the capital markets. All of the deals, I think, apart from the Disney one in Japan, have been arranged for the protection of the insurance industry. That isn’t the area that I wanted to focus on. I did want to focus on where the insurance industry are moving to by insuring business risks, which are well outside the traditional insurance zone of comfort and which are providing cover in some cases without specific event triggers. I think that’s quite an interesting area. What I can’t do is to talk about specific clients. What I can do is talk about general illustrations and examples that we have worked on. In particular, this first illustration I thought was one of the things, that for me changed the ART market. It created something that was new and interesting. I think it’s interesting for the providers and interesting for the consumers. If I was an aircraft manufacturer, I would probably not be able to sell my aircraft direct to the airline. What I would do is to sell my aircraft to a finance house who would pay me, then there would be a lease from the finance house to the airline. In those circumstances, the lease is usually for a shorter duration than the life of the aircraft. The finance house would probably be unwilling to enter into that arrangement unless it actually had a guarantee that the aircraft was going to be released at the end of the particular period and they would look to me, as the manufacturer, to give an appropriate guarantee. Because I knew that I was good at re-leasing aircraft, I would be quite happy about giving that guarantee. The problem with that, with fair accounting and the correct accounting treatment, is that in relation to those guarantees I would need to make provisions on my books for the liability caused by those guarantees. If I was selling a lot of aircraft and aircraft are expensive, the provisions that I would be making could be for very, very substantial amounts. The financial market would look at my figures and they would say “Well you may be able to control that risk but there’s a very substantial exposure” and that would be reflected in their attitude towards me and the valuation of my shares . If I was the finance director of that company I would wish to seek in some way to be able to demonstrate to 6th R.I.B. Convention 49 problema è che l’affiliata ha contratto una serie di impegni e noi abbiamo fornito coobbligazioni in relazione a questi contratti. Nel modo in cui funziona il sistema contabile, noi non dobbiamo registrare nei nostri conti un fondo per la possibile chiamata in garanzia di quelle collaterali per un’affiliata. Per cui non è necessario creare una voce per questi provvedimenti. Quando cediamo la società, non possiamo ritirarci dalle garanzie che abbiamo dato e, dal momento che la società non è più un’affiliata ma una terza parte, adesso dobbiamo esporre nei nostri conti il fondo per l’eventuale chiamata in garanzia. Quindi diciamo ai nostri azionisti: “Abbiamo raccolto per voi 500 milioni e, allo stesso tempo, dobbiamo riconoscere di avere un’esposizione di 1.500 milioni.” Non è una buona notizia, da dare agli azionisti. Se potessimo utilizzare una soluzione ART, in questa particolare fase, per trasferire il rischio dell’eventuale chiamata in garanzia, offriremmo una soluzione molto efficace al nostro cliente. Il cliente potrebbe dire: “Abbiamo raccolto 500 milioni, abbiamo un’esposizione di 1.500 milioni, ma abbiamo una copertura assicurativa a protezione di questo.” Questo dà un’idea del grande vantaggio che, nell’industria, si ha nel dire “ho una copertura assicurativa”. È molto soddisfacente per gli azionisti e per il mercato. Il termine “siamo assicurati” è ancora molto importante e protetto gelosamente. Simile, in parte, è il caso di un costruttore di automobili che ha stabilito che esiste un problema con dei veicoli e si trova nella condizione di richiamare i suddetti mezzi. Non è assicurato per questo specifico evento. Non è colpa sua, è colpa del suo fornitore, e il fornitore ha accettato la responsabilità di ciò. La difficoltà sta nel fatto che il cliente sopporta il costo totale del richiamo, della cui durata non si ha certezza. Potrebbero infatti volerci anni per richiamarli tutti e per suddividere i costi. Il costo totale deve essere riconosciuto ora e la possibilità di recupero non può essere riconosciuta. Questa è davvero una cattiva notizia per gli azionisti. Se fosse possibile attivare una soluzione ART, dopo l’evento, allora davvero garantiremmo che ci sarà un recupero dal fornitore. Esiste un reale trasferimento di rischio e quindi possiamo effettivamente dimostrare ai nostri azionisti qual’è la problematica, dimostrare che esiste un’assicurazione e che è relativa alla specifica preoccupazione che abbiamo in quel momento. Io non mi intendo molto di industria aeronautica, però ciò che mi fa piacere in questo settore, è che ogni cinque anni è necessario smontare gli aerei e fare manutenzione all’insieme totale del corpo e del motore. È un obbligo di legge se si vuole continuare a volare. A me sembrerebbe ragionevole, e immagino lo sia anche per voi, che se doveste sostenere un costo simile ogni cinque anni, dichiarereste sul vostro bilancio un milione ogni anno, prima di averlo effettivamente speso. Questa è la convenzione contabile seguita da molte compagnie aeree e una delle compagnie vinse una causa per poter ottenere la detassazione su questo milione all’anno, prima ancora 6th R.I.B. Convention the financial market that this area was not as really bad as they thought, that I was risk managing it well and therefore I would want to give them a correct picture. If this was dealt with, through the financial market, if it was a securitisation area, partly because of the size, partly because of the remoteness of the potential loss, partly because of the difficulty they would have in properly understanding, appreciating and measuring the risk, the exercise wouldn’t really work. The advantage that we felt in using the insurance market, is their ability to understand and evaluate the true risk management position: how are those risks really being managed? Are they being managed effectively? Could the insurers provide an insurance policy which did not respond to the traditional event triggers that we are used to? If it didn’t say anything about “If a plane crashes we will pay”. If it didn’t say “If your factory burns down we will pay”. But if it did say “If the future income drops below a certain level this insurance policy will respond”. Then that could provide a solution. It certainly wouldn’t have been accepted by the market analysts if it said “and subject to 350 exclusions as to why we won’t pay”. So the solution we were looking for wouldn’t actually follow in a conventional way the typical insurance approach. It would step outside the box and provide a tailored solution which made sense to the providers and made sense to the client. It is believed under those circumstances that there should be a significant increase in the share price to reflect that and if there is an increase in the share price we are delivering share-holder value and if we are delivering share-holder value, the whole exercise makes a lot of sense. Another is the flotation of a subsidiary. An organisation plans to float a subsidiary it believes is no longer core-business for them. If they float the subsidiary it could raise 500 million in the market and deliver that as value to the share-holders. The problem is that the subsidiary has entered into a number of contracts and we have given parental guarantees in relation to those contracts. The way the accounting system works is that we do not need to record in our accounts a provision for the possible calling of those guarantees for a subsidiary. So there is no requirement for us to disclose this as a provision. When we float the company, we cannot remove ourselves from the guarantees that we have given and because the company is no longer a subsidiary but a third party, we now have to recognise on our books the provisions for the guarantees that might be called. 50 di averlo effettivamente speso. Quindi ci fu una reale riduzione di imposte, un ritocco dei risultati, e questo è il modo in cui funziona il sistema. In ogni caso, le regole contabili sono cambiate. Le regole contabili ora dicono che non si possono creare dei fondi a meno che non vi sia una obbligazione legale e, in questo caso particolare, non vi era un’obbligazione legale. Non entrerò nei dettagli, ma il risultato è che voi non potrete ottenere una detassazione in quanto non avete creato un fondo. Una soluzione ART avrebbe potuto essere applicata, includendo un trasferimento di rischio, in relazione a quella particolare area. Avrebbe aumentato il numero di soluzioni potenziali disponibili, nessuna delle quali era una soluzione assicurativa convenzionale. Allora, dove potrebbe essere usato ART? Posso darvi alcune indicazioni davvero buone sulle aree potenziali in cui può essere usato ART? È un problema, perché è molto difficile dire con precisione in che ambito può essere usato, e questo è molto interessante e anche molto affascinante. Sospetto che noi, in quanto consulenti, abbiamo un vantaggio, nel senso che siamo molto più vicini al cliente, almeno per quel che riguarda questo genere di avvenimenti, per cui dovremmo essere in una posizione generalmente migliore per identificare i punti deboli del cliente stesso. Parte di ciò che stiamo facendo è di educare i nostri colleghi, che lavorano con clienti da identificare, a scoprire quelle situazioni in cui applicare ART in quanto fornirebbe una soluzione. È molto difficile dire “una soluzione ART è adatta a queste persone, per cui state attenti alle cose che sono risolvibili con ART”, perché ART si sta espandendo, si sta sviluppando, sta cambiando, e noi non possiamo mettere dei confini precisi alle soluzioni ART. Per cui in realtà diciamo: “diteci dove possono esserci problematiche di clienti”, e diciamo anche, all’interno: “queste sono il tipo di aree dove, potenzialmente, una soluzione ART andrebbe bene”, e lavoriamo con il cliente per rendere facile la soluzione e lavoriamo con i fornitori per generare soluzioni potenziali. Per cui credo che debba essere una problematica importante, per il cliente; deve avere implicazioni contabili ed erariali; non è facile da identificare; ed è probabilmente al di fuori della zona di sicurezza. Cosa facciamo in proposito? Mettiamo insieme dei team e progettiamo di individuare le aree di rischio. Inizialmente ci focalizziamo su aree potenzialmente volatili nei futuri guadagni per il cliente e anche pericoli importanti per le società e su come è possibile affrontarli. Queste sono alcune delle aree chiave nelle quali ART potrebbe essere utilizzato efficacemente. Il problema è di evitare di dare un limite a noi stessi, perché io credo che le soluzioni ART saranno molto più ad ampio raggio di quanto ci aspettiamo. Ciò che ci aspettiamo di fare, in realtà, è di creare plusvalenze e fiducia, del mercato verso il cliente. Abbiamo però ancora bisogno di creare una visione reale e corretta e questi due approcci non sono in conflitto l’uno con l’altro in nessun modo. Creare un’immagine reale e corretta è sicuramente il modo So we say to our share-holders: “We have raised 500 million for you and at the same time we have to recognise that we have 1.5 billion of exposures”. Not good news to say to your share-holders. If we can plug an ART solution in, at that particular stage, to transfer the risk of the guarantees being called, we provide a very effective solution to a key issue for our client. The client would be able to say: “We have raised 500 million, we have an exposure of 1.5 but we have an insurance arrangement which provides protection for that”. That illustrates the major advantage that you have, in the industry, in saying, “We have an insurance arrangement”. It is very satisfactory to the share-holders and to the market. The term “ We are insured “ is still very important and jealously to be guarded. Similar, in some way, is the case where a motor manufacturer has established that there is a problem with vehicles and he needs to recall the vehicles. He is not insured for this particular event. It is not his fault, it is the fault of his supplier and the supplier has accepted responsibility for that. The difficulty is that the client has the total costs of that recall however long that may take and it may take a number of years to fully recall and to incur all of the costs. The total cost has to be recognised now and the recovery possibility cannot be recognised, so it is very bad news for the shareholders. If we can arrange an ART solution, after the event, then effectively we are guaranteeing that there is going to be a recovery from the supplier. There is genuine risk transfer and therefore we can actually demonstrate to our share-holders what the issue is, we can also show that there is insurance and this is addressing the particular concern that we have. I’m not into aircraft in a big way, but what I am pleased about in relation to aircraft, is that every five years you have to strip the aircraft down and maintain the whole of the body and the engine. It’s an airworthiness requirement to do this if you want to continue to fly the aircraft. It would seem reasonable to me, and I expect to you, that if you’ve got a cost like that every five years and lets say it’s going to cost five million, that you’d actually show in your accounts a million a year, before you actually spend it. That is the accounting convention that many airlines followed and one of the airlines won a successful court case to get tax deductibility of that million a year before they actually spent the money. So there was an effective tax treatment, there was smoothing of results and that is the way the system 6th R.I.B. Convention 51 migliore per costruire la fiducia. Noi vogliamo chiudere le soluzioni finali a queste problematiche chiave per i clienti. Per noi, ART è un altro strumento nella nostra dotazione, in termini di consegna delle soluzioni e di semplificazione delle soluzioni per i clienti. Vi invidio la vostra abilità nel fare ciò, nell’essere coinvolti in questo fornire soluzioni a problematiche di business, di uscire dalla vostra tradizionale area di tranquillità e di entrare in qualcosa che è nuovo. Questo è davvero eccitante, e anche pericoloso, ma è anche il vero fornire chiavi alle problematiche degli utenti finali. Devo anche dire che dovreste essere incoraggiati ad afferrare queste opportunità. Che se non lo faceste voi, potrebbero farlo altri e non a livello di mercato assicurativo. Magari verrebbero da altri settori del mercato finanziario. Quindi, sia un bastone che una carota per voi, ma comunque sono tempi eccitanti e interessanti. Grazie per il vostro tempo. worked. However, the accounting rules changed. The accounting rules now say, that you cannot actually make provisions, unless there is a legal obligation and in this particular case there was not a legal obligation. I won’t go into the detail but the impact was that you could not get tax deductibility because you were not making a provision. So an ART solution coming in, effectively including risk transfer, could address that particular area. It increased the number of potential solutions that were available, none of which were conventional insurance solutions. So where might ART be used? Can I give you some really good indications about the potential areas that ART could be used? It’s a problem, because it’s very difficult to say precisely where the use could be and that’s actually very interesting and very intriguing. I suspect we as advisers have an advantage, in the sense that we are very much closer to the client, in terms of these sort of issues that are generated, so we should be in a reasonably better position to identify where key client issues may be. Part of what we are doing is to educate our colleagues who are working with clients to identify where there may be key issues where ART might provide a solution. It’s very difficult to say, “An ART solution will do this people, so look out for things that are soluble by that” because ART is expanding, it’s developing, it is changing and we can’t really put boundaries to ART solutions. So we are actually saying: “Tell us where there might be client issues”, and we’re also saying, internally, “These are the sort of areas where potentially an ART solution might make a lot of sense”, and we work with the client to facilitate the solution and we work with the providers to generate potential solutions. So, I believe it has to be a big issue for the client; it has to have accounting and tax implication; it’s not easy to identify; and it’s probably outside the comfort zone. What are we doing about it? We are pulling together teams and we have a plan to identify key issues. We focus initially on areas where there is potential volatility in future earnings for a client. Also key threats to the organisation and how they might be addressed are also some of the key areas where ART could be effective. The problem is to avoid limiting ourselves, because I think ART solutions are going to be much wider than we expect. What we’re looking to do is really to build share-holder value and market confidence in the client, but we still need to produce a true and fair picture and those two 6th R.I.B. Convention 52 approaches are not in conflict in any way. Creating a true and fair picture is really the best way to build confidence. We want to deliver end to end solutions to these key client issues. For us ART is an extra tool in our armoury, in terms of delivering the solution and facilitating the solution for the clients. I envy your ability to do that, to be involved in providing solutions to business issues, to step outside your traditional comfort zone and to move into something that’s new. That really is exciting, and it is also dangerous, but really it is addressing key issues for the ultimate consumers and I have to say that you ought to be encouraged to take that opportunity. I also have to say that if you don’t, others will and it may not be from the insurance market, it may be from other parts of the financial market. So both a carrot and a stick for you, but exciting and interesting times. Thank you for your time. 6th R.I.B. Convention 53 Dean LaPierre RLI Ins. Co. Va bene, immagino siamo pronti. Prima di tutto vorrei ringraziare gli organizzatori della conferenza per avermi dato il posto di primo oratore del pomeriggio. Ho scoperto di poter ottenere molto di più, quando l'auditorio è appena rientrato dalla pausa pranzo. Credo troverete la mia presentazione un po' meno tecnica di quanto non lo siano state le altre della mattinata. Uno degli argomenti principali del mio intervento è che la parte tecnica del trasferimento alternativo del rischio è molto importante, ma oggi vorrei piuttosto stimolare un po' di dialogo tra il gruppo. Oggi sono presenti alcuni personaggi importanti dei mercati assicurativi e riassicurativi europei ed extraeuropei, e io ritengo si potrebbe beneficiare molto da un dibattito animato su ciò che ART significherà per tutti noi. Uno dei miei compiti, nell'ambito del lavoro che svolgo a Boston, è di sviluppare nuovi prodotti usando ART. Si tratta probabilmente di una piccola parte del mio portafoglio in questo momento, però sta crescendo e ritengo sia lo stesso per i vostri affari. Esattamente due anni fa mi trovavo davanti a molti di voi, qui, e ho detto, cito testualmente: "ART è il metodo per mantenere bassi i costi quando il ciclo assicurativo inizia a girare". A quel tempo non sapevo che, due anni dopo mi sarei trovato davanti a voi a parlare di ART. Ho molti obiettivi per il mio intervento di oggi, però invece di dirvi ciò che vorrei ottenere oggi, lasciate che vi dica cosa non voglio fare. Come prima cosa, non voglio annoiarvi con la mia definizione di ART, se non per quel che riguarda il contesto nella quale viene usata. Non è possibile definire ART in una frase (e neppure in più frasi). La seconda cosa che non voglio fare oggi è inondarvi di statistiche su quante captive si sono formate dal 1984. Non interesserebbero a molti. Se siete curiosi, la risposta è 3.000, ma è un dato importante solo per chi le statistiche le fa. L'ultima cosa che non voglio fare oggi è di parlare di ART come di una misteriosa nuova scienza che ci porterà via i nostri guadagni e creerà un mercato nel quale perderemo gli affari. Si tratta piuttosto di allargare un po' gli orizzonti. La mia preparazione è quella di ingegnere chimico. Come sono finito in assicurazioni, non lo so. Si tratta però solo di tirare fuori le capacità personali e quelle acquisite in altre aree e di applicarle ai rischi, un qualcosa che tutti in questa stanza siete capaci di fare. La transazione che voi ed io abbiamo appena portato a termine in qualità di assuntori e di broker, è un po' fuori dall'ordinario e completamente rivoluzionaria. Ciò 6th R.I.B. Convention ART - Risk Trading for the next Millennium O k. I guess we’re ready. First of all I would like to thank the leaders of the conference for putting me on as the first speaker after lunch. I find I can get away with a lot more when I get the crowd right back from lunch. I think you’ll find my presentation today a little less technical than perhaps what you have been seeing so far this morning. One of the main themes of my presentation is that the technical part of alternative risk transfer is a very important, but what I would like to do today is perhaps stimulate a little conversation amongst the group. We have some great leaders of the European and outside the European insurance and reinsurance markets and I really think that we could benefit greatly from getting some spirited discussion on what ART is going to mean for all of us. One of my positions that I hold in Boston is to develop new products using ART. It’s probably a very small percentage of my portfolio at the moment but it’s growing and I think it’s going to be growing for all of your businesses as well. Exactly two years ago on this day I stood before many of you here and I said and I quote and I can quote: “ART stands ready as a method for keeping costs down when the insurance cycle starts to turn”. Little did I know at the time that two years later I’d be standing in front of all of you talking about the subject of ART. During my discussion today I have several objectives, but instead of telling you what I want to accomplish today let me tell you what I don’t want to do. The first thing I don’t want to do is bore you with my definition of ART, only as meaning in the context in which it’s used. You can’t define in one sentence (or in a number of sentences) ART. The second thing I don’t want to do today is put up a bunch of statistics concerning how many captives have been formed since 1984. Most everyone in here is not going to care about that. If you’re curious the answer is 3,000 but it’s something that is important only to statisticians. The last thing I don’t want to do today, is I do not want to talk about ART like it’s some mysterious new science that is going to take all of our possessions away from us and create this market where we’re losing business. 54 che voi ed io pensiamo sia innovativo, sarà sicuramente di normale amministrazione tra 25 anni. 25 anni fa parlavano di rischi e coperture che il mercato assicurativo non avrebbe mai potuto offrire. Quei rischi e quelle coperture sono oggi normali per il mercato assicurativo. Lo stesso concetto si applica ad ART. Il termine ART ha un suono molto elegante. Ce ne sono molti altri, come captive, e derivati e SWAPS e programmi stop loss e prodotti multi trigger. Ci si può anche sentire un po' sopraffatti quando si sentono questi termini. Uno dei miei colleghi inglesi infatti, che si trova in sala, questa mattina ha detto che era piacevole essere parte della discussione "perché ho scoperto cosa è ART". Sapete bene che questi termini si usano nel nostro mondo, però non sempre ne afferriamo esattamente il significato e sappiamo come utilizzarli. Vi domando però di chiedere a voi stessi se capite come funzionano questi veicoli, se capite come potrebbero migliorare il vostro lavoro o qual è l'utilizzo del trasferimento di rischio. Vedete questi metodi come una minaccia per i vostri affari? Sono queste le domande su cui vorrei concentrarmi oggi. Voglio occuparmi degli aspetti importanti di come possiamo tutti incrementare i nostri affari. Come possiamo noi tutti migliorare gli andamenti delle società che rappresentiamo? Prima di entrare troppo nei dettagli, lasciate che parli un po’ dei cambiamenti. ART richiede cambiamenti? Sicuramente, sì. Si dice che le uniche persone che apprezzano i cambiamenti sono i bambini piccoli, e io penso ci sia della verità in questo. Lo riscontro spesso nei colleghi con cui ho a che fare per alcune delle proposte che preparo per il mio management. Il cambiamento viene contrastato. Non vi è alcun dubbio. Ho un piccolo esempio, una citazione che ho trovato in un libro che ho letto. Si parla del servizio civile inglese che è stato istituito nel 1803. Prevedeva che un uomo restasse in piedi su di uno scoglio con in mano un binocolo. Avrebbe dovuto suonare una campana nel caso avesse avvistato l’armata di Napoleone che si avvicinava all’Inghilterra. La mansione fu abolita nel 1945. No, i cambiamenti non ci piacciono davvero, signore e signori. Cambiamento significa ignoto, e l’ignoto è quella cosa che ci fa paura più di qualsiasi altra cosa nella nostra vita lavorativa. Per coloro di voi che temono l’arrivo di ART, lasciate che vi rassicuri. Spero rammenterete questo del mio intervento, se anche scorderete il resto. ART servirà molto di più alla creazione di nuove opportunità di affari che a togliervi quelle che avete già. Però bisogna scegliere ART. Sì, è stato provato che, col crescere dei costi delle assicurazioni, i veicoli ART hanno la capacità di estrarre i rischi assicurativi dal mercato standard. Certo, se siete un protagonista del mercato standard, allora potreste anche soffrirne, ma io dubito che in questa sala ci siano persone standard. Prendete in considerazione le opportunità di coperture a cui il mercato non ha mai pensato e che troveranno copertura nei mercati ART. La domanda è, se lo farete, e se la vostra organizzazione sarà parte di quel veicolo, oppure se lascerete che sia qualcun altro a catturare gli affari prima di voi. Vi dico che, in Trust me folks, it will not. ART is all about innovation. It’s all about expanding the horizons a little bit. I’m a chemical engineer major by training. How I wound up in the insurance industry, I don’t know. But it’s all about bringing in the skills that you have and that you have learned in other areas and applying it to the matters of risk—something everybody in this room is very capable of doing. Whether the transaction that you and I just completed as insurance underwriter and broker is a little out of the ordinary and completely revolutionary, what you and I think is innovative will undoubtedly be of standard practice 25 years from now. 25 years ago they were talking about perils and coverage’s that the insurance market could never underwrite. Those perils and coverage’s are now standard place in the insurance market. The same concepts apply to the ART. The term ART is a very boutique sounding term. There are a lot of other boutiques sounding terms out there like captives and derivatives and swaps and stop loss programs and multi trigger products. It all can be a little overwhelming when you hear these terms. In fact one of my British colleagues back there said it was great to be part of the discussion this morning ‘cause I found out what ART was. You know these terms are out there to our community and we really don’t yet have a grasp of exactly how to put them to work. The one thing I would ask you to do is ask yourself: do you understand how these vehicles work? Do you understand how they might improve your bottom line or the bottom line of your risk transfer business? Do you see these vehicles as a threat to your business? These are the questions I want to focus on today. I want to address the important matters of how can we all improve our business. How can we all improve our bottom line for the companies that we represent? Before I get into to much detail let me talk a little about change. Does ART involve change? Absolutely it does. It has been said that the only person who likes change is a wet baby and I think that there is some truth to that. I see a lot of that with the colleagues I deal with in some of the proposals that I put up to my senior management. Change is resisted. There is no doubt about it. I’ve got a little example of that. I found this quote in a book I was reading. Consider the British civil service job that was created in 1803. It called for a man to stand on the cliffs of Dover with a spyglass. He was supposed to ring a bell if he saw Napoleon’s army advancing on England. The job was abolished in 1945. We definitely don’t like change ladies and gentlemen. Change presents the unknown and the unknown is something we fear more than anything else, particularly in our business lives. For those of you who fear the coming of ART let me assure you of one thing and if you take nothing away from my discus6th R.I.B. Convention 55 quanto leaders del settore assicurativo e riassicurativo europeo, siete più che mai equipaggiati per abbracciare questi nuovi prodotti e per venderli a tutta una nuova gamma di clienti disponibili. Vorrei a questo punto darvi un paio di esempi di trattative ART a cui ho partecipato. Durante uno degli interventi di prima, qualcuno ha chiesto se ART si applica al segmento mediano del mercato. Il relatore ha detto di no, in questo momento siamo più che altro concentrati sui grandi clienti, le multinazionali da miliardi di dollari, perché è lì che ci sono i soldi. C’è una parte di verità in questo, ma io vorrei oggi dirvi anche che c’è un assuntore del mercato standard che ha sottoscritto (proprio lo scorso anno) quattro nuovi trasferimenti alternativi di rischio. Ed è stato redditizio. Non ha regalato ai broker soldi a palate. Non ha dato a noi, in quanto compagnia di assicurazione, premi a palate ma, se quest’anno si è guadagnato quattro, l’anno prossimo sarà probabilmente dodici e quello dopo forse cinquanta. Sta arrivando, gente, sta arrivando. E io direi che non saranno solo i grandi mercati con i grossi capitali, a trarne beneficio. E’ il vostro mercato attuale, i vostri clienti di adesso. L’opportunità di vendere questi mezzi è qui, ed è qui adesso. Lasciate che vi renda l’idea del perché ART è un argomento tanto scottante e, nello specifico, è tanto scottante grazie alla sua capacità di espandere quelli che noi consideriamo i rischi assicurabili. E’ questo che mi affascina tanto, dato che apre una nuova generazione di prodotti che ci permetteranno di far crescere i nostri affari nel futuro. Lasciate che vi faccia un paio di esempi di questo aspetto di ART in azione. Per prima cosa pensate se foste un produttore di unità di condizionamento d’aria e se voleste vendere più condizionatori durante la stagione invernale. E’ chiaramente difficile, vendere condizionatori in inverno. E’ come vendere cubetti di ghiaccio a un Esquimese. Se il produttore volesse offrire un incentivo a quella persona, dovrebbe offrire un rimborso nel caso la stagione estiva fosse particolarmente fresca e il condizionatore non venisse usato. Il produttore potrebbe a questo punto avvicinare il mercato ART e comprare quella che viene chiamata una Polizza “temperature trigger contingency” Provate a ripeterlo cinque volte, veloci. Il produttore compra questa polizza per difendersi da un’estate molto fresca. Ora, il motivo per cui ho fatto questo esempio è che sono stato il fornitore della polizza. Ai tempi fu una cosa molto innovativa. A proposito, sì sono molto grato per l’estate molto calda perché ha reso la transazione molto redditizia per noi. Ai tempi però, quello fu un prodotto molto nuovo e incontrò molta resistenza. Il gruppo per il quale lavoravo allora era molto a disagio per quella polizza. Uscimmo sui mercati facoltativi e ottenemmo appoggio e, alla fine, l’affare si fece. Per noi ha funzionato. Funzionò anche per il cliente e per il broker. Qualche altra idea. Cosa mi dite dei proprietari delle belle località sciistiche che ci sono qui intorno, in Francia e in Italia, i cui clienti non vengono a causa della mancanza di neve. O forse per la troppa neve, che provoca valan- 6th R.I.B. Convention sion, other than this one point, please take this with you. ART will have less to do with taking your existing business from you than it will in creating more business opportunities for you, but you must embrace it. Yes it has been proven that as insurance prices rise ART vehicles have the capability of taking insurance risk out of the standard market. That’s fine if you’re a standard market player you could suffer, but I would suggest that the people in this room are anything but standard. Consider the opportunity of coverages the insurance market never thought to provide that will find coverage in the ART markets. The question is will you and will your organizations be part of that vehicle or you’ll let somebody else capture that business ahead of you. I would suggest to you as leaders of the European insurance and reinsurance markets that you are more than equipped to embrace these new products and sell then to a whole new array of eager clients. I’d just like to give a couple examples of some of the ART deals which I have participated on. There was a comment earlier in one of the presentations which asked: does ART apply to the middle market segment? And the speaker said: no, right now we’re basically focusing on the larger clients the larger multi national billion dollar corporations, because that’s where the money is. There’s some truth to that, but I want to stand in front of you today and let you know that here’s a standard market underwriter that has written (just in this past year) four new alternative risk transfers. It’s been profitable. It hasn’t made the brokers tons of commission. It hasn’t made us as an insurance company tons and tons of premium but if it’s four this year it’s probably going to be twelve next year and maybe fifty the year after that. It’s coming folks, it is coming and I would suggest that it is not just the large markets, the large capital markets which can take advantage of this. It’s your current markets, it’s your current clients. The opportunity to sell these vehicles is here and it’s here right now. Let me give you an idea of why ART is such a hot topic and specifically it’s a hot topic, because of it’s ability to expand what we consider to be insurable risks. This is what’s so fascinating to me as it opens up a whole new generation of products that will allow us to grow our business in the future. Let me give you a couple of examples of this aspect of ART in action. First, consider if you were a manufacturer of air-conditioning units and this manufacturer of air-conditioning units wants to sell more air conditioners during the winter season. It’s obviously difficult to sell air conditioners in the winter. It’s like selling an ice cube to an Eskimo. If you want to provide incentive to that person, the manufacture offers a financial rebate if the upcoming summer is unusually cool, and the air conditioners go unused. The manufac- 56 ghe come quelle che ci sono state l’anno scorso. Esistono prodotti per proteggerli finanziariamente dagli effetti di questi eventi? Con ART potrei dire che ci sono. E cosa mi dite dei cambiamenti nell’indirizzo politico di un paese? Potrebbe avere un impatto sull’andamento degli affari dei vostri clienti che sono legati alle polizze attualmente esistenti? Scommetto di sì. Magari da un punto di vista più leggero. E i vostri clienti che partecipano alla Coppa del Mondo di calcio? Lasciate che vi dica questo: lo scorso anno ho visto milioni e vorrei vedere ancora milioni di dollari in premi per le partite di calcio future. Per me, dieci anni fa, questi erano rischi non assicurabili. Come ultimo esempio, prendete una compagnia come IRI che sottoscrive una grande quantità di rischi terremoto in California. Per proteggere il valore della compagnia, noi acquistiamo una protezione finanziaria contro l’improvviso deprezzamento del valore delle nostre azioni, scatenato da un evento sismico in California. Questo è un esempio di una protezione “multi trigger” o MTP. Anche questo concetto era… non direi mai sentito prima, però era molto poco usato, dieci anni fa e oggi è un metodo con il quale si garantisce il valore ai nostri azionisti. Questi prodotti sono là fuori, signore e signori. Io sono qui per dirvi che nei prossimi anni ci saranno molte opportunità di utilizzare metodi innovativi per negoziare i rischi. Se solo espanderete il raggio di riferimento, provate e prendetevi un po’ di tempo per imparare questi metodi. Se le mie parole non fossero sufficienti a darvi lo stimolo per agire, lasciate che citi uno studio di ricerca fatto da specialisti di ART molto conosciuti in Nord America. Nel loro studio intitolato “Mercati Alternativi: Un mosaico in continua evoluzione”, concludevano dicendo che i mercati alternativi, in special modo le compagnie captive auto-assicurate e i gruppi di risk retention, comprendono ora il 34% del totale del mercato dei rischi di protezione commerciale. E’ un terzo del mercato assicurativo tradizionale che si è perso e studi dimostrano che quando delle porzioni di mercato vanno al mercato alternativo, queste sono facilmente perse per sempre. Vi sembra che i vostri affari sono andati meglio con meno? Se è così, questo potrebbe essere uno dei motivi. Allora, come succede questo? Come accadrà? Come per molti prodotti nuovi e il loro insediamento con successo, ci vorrà un leader per completare la transazione. Poi, con un po’ di tempo, la notizia di questa nuova transazione di successo si diffonderà, fino a che il resto del mercato, come le pecore quali sono, seguiranno e competeranno con la loro propria versione della transazione. Vorrei suggerirvi di diventare voi questo leader, e di fare il primo passo nei prodotti ART, per quanto possa fare paura. Pochi prodotti sono mai stati realizzati utilizzando il metodo dell’ “Aspetta e vedrai”. Vi suggerisco anche di porvi un obiettivo di questo tipo, o almeno di mandare uno dei vostri collaboratori a seguire uno dei seminari sull’uso di ART. Per l’anno prossimo datevi l’obiettivo di acquisire il vostro primo esempio di business ART. Presentatelo con orgoglio. Lasciate che gli altri, nella vostra orga- turer might then approach the ART market and buy what they call a temperature trigger contingency policy. Try to say that five times fast. And they buy this policy against a very cool summer. Now the reason I bring up this example is that I was the provider of that policy. It was completely innovative at that time. Yes I’m thankful for the recent hot summer by the way, because it turned that transaction into a profitable one for us. But that was a new product and at that time it came up against a tremendous amount of resistance. The corporation I worked for was very uneasy about it. We went out into facultative markets and we got support and we got this deal done. It worked for us. It worked for the client. It worked for the broker. Some other ideas. What about the owners of the beautiful ski resorts we have around here in France and Italy whose customers do not come for lack of snow this winter. Or perhaps too much snow causing avalanches like there were last year. Are there products to financially protect against the effects of these events? With ART I would suggest that there are. How about changes in the political direction of a country that impacts your clients businesses that are tied to the policies of a current agenda. My bet is that they would. Perhaps from a more sporty perspective. What about your clients who compete in the Football World Cup. Let me tell you: last year I saw millions and I’d like to repeat millions of dollars being traded in premiums on the outcome of the Football matches. That, ten years ago to me, was not insurable risk. Finally consider a company like IRI who writes a significant amount of California earthquake coverage. To protect the value of our company we purchase a financial protection against the simultaneous depreciation in our stock value triggered by a seismic event in California. This is an example of a multi trigger protection or MTP. Again the concept was.. I wouldn’t say it was unheard of but it was very unused ten years ago and today this is a method by which we ensure our shareholder value. These products are out there ladies and gentlemen. I’m here to tell you that there are many opportunities in the years ahead dealing with innovative ways to trade risk. If you only expand your frame of reference, take a chance and spend sometime learning about these methods. If my words are not enough to have you act on, let me quote a research study by a very well known art specials to North America. In their study entitled “Alternative Markets: an Ever Evolving Mosaic” they concluded that alternative markets primarily the self insurance captives and risk retention groups now comprise 34% of the total commercial risk protection market. That’s one third of traditional insurance market that has been lost, and studies show that when market share goes to alternative markets, it’s likely gone 6th R.I.B. Convention 57 nizzazione, vengano a sapere del vostro successo. Tenete seminari interni su come questi mezzi funzionano. Spargete la voce. Vi stupirete di quanto velocemente potrete incrementare i vostri affari con questi semplici prodotti. ART può essere molto complicato. Può essere anche molto matematico. Può anche sopraffare, però alla base c’è il trasferimento di rischio, che tutti voi avete visto molte volte nelle vostre carriere. Noi, come assicuratori professionisti, siamo nella posizione migliore per capitalizzare sui cambiamenti che abbiamo visto nel settore assicurativo. Capiamo i rischi e abbiamo esperienze sia buone che cattive nell’accettare rischi per conto del capitale assicurativo. Queste esperienze fondamentali, insieme a un infinito desiderio di imparare nuovi metodi nello sviluppo degli affari, sono tutto ciò di cui si ha bisogno per far crescere i vostri affari. I metodi di ART sono piuttosto semplici e, con un po’ di studio, capirete come funziona. Oggi siamo qui per mettere in pratica questi concetti. Quindi a questo punto vorrei rivedere i punti che ho preso in considerazione oggi e poi aprirò la discussione. Il primo punto che mi preme sottolineare è che i metodi ART sono qui per restare. Non è solo una moda passeggera. Nonostante le predizioni che li ritenevano solo dei metodi di trasferimento rischi alla moda, i veicoli ART continuano a crescere anche in presenza di un ciclo di mercato standard molto competitivo. Secondo punto: ART migliorerà i vostri affari, non li sminuirà, ma solo se sarete aperti ai metodi e vi specializzerete nelle sue tecniche. Terzo, e più importante: in qualità di professionisti dei rischi voi siete un importante e raro bene per le nostre controparti nella comunità finanziaria. I mercati di capitali capiscono la finanza, ma non i rischi come li capiamo noi, ed hanno bisogno della nostra guida per implementare questi strumenti per i loro clienti e i vostri clienti. Approfittate di ciò. Siate leader nel mercato del risk trading. Non esiste momento migliore di questo, per iniziare. Con questo, vorrei ringraziare RIB, il nostro padrone di casa, per avermi fatto venire qui e condividere questi punti di vista con voi. Più importante ancora, vorrei stimolare un po’ di conversazione. Magari una domanda e una risposta su alcuni dei prodotti che sono disponibili tramite ART. Se avete qualche domanda su alcuni di questi prodotti che abbiamo sviluppato, sarei felice di rispondere. Prima vi ho dato un paio di esempi, e ora vorrei darvi qualche idea in più. E con questo, ho finito. Domanda (SIG. MASCIOLI): Molte grazie, Dean. Il tuo intervento affronta alcune trattative innovative che, credo, abbiano enorme potenziale. Uno è il derivato del tempo metereologico e l’altro è, per esempio, quel genere di premio di contingenza tradotto in una forma di conversione in titoli. Si potrebbe trattare, ad esempio, di una squadra di calcio o di basket o quant’altro. In particolare, vorrei sapere un po’ di più sulla temperatura legata al tempo. Che genere di parametri di rischio avete applicato, per determinare i trigger? Risposta: Grazie. E’ un’ottima domanda. Tu sei della 6th R.I.B. Convention forever. Do you feel like your business has been doing more with less? If it has this might be one reason why. So how does it all happen? How will it all happen? Like many new products and their successful implementation it will take a leader to complete the transaction. Then with a little time, news of that successful transaction will spread until the rest of the market, like the sheep that they are, will follow and compete with their own version of that transaction. What I would suggest to you is to be the leader and take that step into ART products as scary as it may seem. Very few exceptional products were ever developed with a wait and see attitude. I would suggest that this year set a goal to attend or have one of your deputies attend an educational seminar on the uses of ART. Set a goal next year to acquire your first piece of ART business. Present it proudly. Let others in your organization know of your success. Hold internal seminars on how these vehicles work. Spread the word. You’ll be amazed at how quickly you can add to your bottom line with these very simple products. ART can be very complicated. It can be very mathematical. It can be very overwhelming, but the basis is risk transfer all of which you have seen quite a bit in your extensive careers. We, as insurance professionals, are per fectly positioned to capitalize on the changes we have seen in the insurance industry. We understand risk and have experience both good and bad in accepting and placing risk on behalf of insurance capital. This fundamental experience coupled with a never-ending desire to learn about new methods in business development are all that’s necessary to grow your businesses. The methods of ART are fairly simple and with a little study you’ll understand how they work. Actually putting these concepts into practice is where we find ourselves today. So I’d just like to recap the items that I brought up and then I will open it up to discussion. The first point that I would like you to leave here with today is that ART methods are here to stay. It’s not a passing fad. Despite predictions of them being some sort of fashionable method of insurance, risk transfer ART vehicles continue to grow even in the face of a very competitive standard market cycle. Second point: ART will enhance your business not detract from it but only if you are open to the methods and master its techniques. Third and most importantly as risk professionals you are a rare and valuable commodity to our counterparts in the financial community. Capital markets understand finance but do not understand risk as we do and will need our guidance to implement these tools for their clients and your clients. Take advantage of that. Be the leader in the risk trading market. There’s no better time than now to begin. With that I would like to thank our host RIB for letting me come 58 Swiss Re, giusto? Lascia che riassuma la tua domanda. Hai chiesto specificamente sui prodotti legati alla temperatura e, come ben sai, i derivati del tempo stanno diventando un prodotto molto popolare in questo momento. Tu poi hai chiesto nello specifico dei trigger. Il trigger della temperatura per i prodotti che si trovano sul mercato, si basano essenzialmente sulla temperatura, calda o fredda, dei giorni. Ora, la trattativa di cui ho parlato prima era basata sul raffreddamento dei giorni e la formula per calcolare questi giorni… Non voglio annoiarvi, però, in linea di massima funziona così: la regola dice che in media si ha un certo livello di temperatura in determinati anni e che se si va al di sopra della media sulla base di un tempo prestabilito, allora si ha un’estate calda. Se si va al di sotto di una base di un tempo stabilito si ha un’estate fredda. Noi abbiamo combinato questi trigger per alcune vendite. Avevamo un cliente che vendeva condizionatori d’aria e loro avevano fatto una proiezione di vendita e dissero che, se in corrispondenza di questa vendita fosse avvenuto una diminuzione di temperatura, sarebbero scattati i trigger. Questi due trigger entrarono in azione e scatenarono una risposta assicurativa. Non direi che fu particolarmente innovativo. Anzi, fu piuttosto semplice da capire però vi dirò che, quando lo presentai per la prima volta all’organizzazione negli Stati Uniti, la prima reazione fu: “No! Non le facciamo!” A causa di un’estate particolarmente calda, si trasformò in puro profitto per noi, e adesso vogliono continuamente farli. Questo è il motivo del mio discorso. Bastano un paio di successi all’interno della società ed ecco che tutti vogliono ripeterli. Personalmente volevo essere al primo posto. Volevo dire, va bene, proviamo questo. Ci abbiamo provato ed ha funzionato. Adesso è sempre più noto, e penso lo riscontrerete anche nelle vostre società. Spero questo risponda alla sua domanda. Sì, specialmente per le società di servizi pubblici. Domanda: le società che vendono energia, acqua, possono essere molto toccate da un insolito cambiamento nella temperatura al di sopra del livello di norma. Risposta: Stavo parlando con Richard Field, uno dei direttori della RIB in Nord America, e si stava parlando proprio dei servizi e delle applicazioni ai servizi. E’ una cosa grossa. Questa è gente che vende condizionatori d’aria, ma è solo una piccola parte del potenziale di clienti nuovi e di nuovi prodotti che ci possono essere. La gente parla del mercato tradizionale e dice che stiamo perdendo affari. Ciò che dice ART è, pensate ai rischi che non sono mai stati assicurabili e che non avreste mai considerato assicurabili. Usciamo, e usiamo le nostre capacità di risk transfer per strutturare qualcosa e venderlo. E’ questo che mi da’ emozione. Domanda: Dean, ci può spiegare come questo è diventato redditizio per voi? Risposta: Sono stato fortunato e si è rivelato redditizio. Preferisco essere fortunato che buono. Il here and share these views with you but more important I would like to stimulate a little conversation. Perhaps a question and answer about some of the products that are available through ART. If you have any questions about some of the products that we’ve developed I’d be happy to answer those. I gave you a couple of examples earlier but with that I would like to open it up to the floor and that’s all I have for you today. Question: Thank you very much Dean. Your intervention especially on some innovative deals on which I believe there is enormous potential. One is the weather derivative and the other one is for example that kind of contingency premium into a sort of securitisation. For example it could be a football team or a basketball team or what ever. In particular I would like to know a little bit more about the temperature weather. What kind of risk parameters have you assumed in order to determine the trigger. Answer: Thank you. That’s a very good question. You’re the gentlemen from Swiss Re correct? Let me see if I can address your question here. You asked specifically about the temperature-related products and as you know the weather derivatives are becoming a very popular product nowadays and you asked specifically about the temperature trigger. The temperature trigger for these products you’re finding in the market are to be mostly based on cooling days and heating days. Now this one particular deal that I mentioned, was based on cooling days and the formula for calculating cooling days... I won’t bore you but basically it says, on average, you have a certain level of temperature for any particular year, and if you go above that average on a time adjusted basis, it is a hot summer and if you go below on a time adjusted basis, it is a cold summer. We combined those triggers with some sales. We had the client who was selling air conditioners and they projected their sales, and they said, if the simultaneous sale of these air conditioners and a trigger that fell below that time average, those two triggers came in and affected an insurance response. I wouldn’t say it was particularly innovative. It was actually very easy to understand but I tell you when I first presented this within my organization in the U.S. the first reaction was “No! We don’t do that!”. It turned out because of a hot summer to be pure profit for us and now they want to do them all the time. That’s the reason for my speech. All it takes is a couple successes within the organizations and then everybody wants to do it. Personally I wanted to lead. I wanted to say “Ok let’s try this”. We tried it. It worked and now it’s becoming more popular. I think you’ll see that in your organization as well. I hope that answers 6th R.I.B. Convention 59 rischio in sé era un affare aggregato. Aveva un livello di vendite predefinite. Il meccanismo di scatto era proprio la temperatura. Io, in quanto underwriter, dovevo concentrarmi su dove avvenivano le vendite. Dovevo proteggere quelle vendite. Le vendite erano fissate con un minimo, un valore atteso e un massimo. Il massimo era il mio limite aggregato e io venivo fermato su basi laterali. Ero già protetto. Andai a quel punto sul mercato secondario e mi protessi ancora di più, ma questo è solo underwriting. Qualcosa con cui siamo tutti familiari. Domanda: Farò adesso alcune domande sui trigger. Ho percepito che avreste bisogno di strumenti per proteggervi dai sinistri… Puoi spiegarci come funzionano queste due cose? Risposta: Non posso dirlo, perché non ne ho mai usati. Se ho capito bene la tua domanda, prendiamo una situazione ipotetica nella quale io sono il produttore di questi condizionatori. Credo siano condizionatori stupendi e voglio lanciarli sul mercato e sono sicuro che ne venderò milioni e così li lancio sul mercato. Spendo una gran parte del mio capitale per lanciare il mio prodotto sul mercato, e non vendo. La tua domanda è, come posso assicurarmi contro questo? Quando sono stato alla scuola di assicurazioni, anni fa, mi ripeterono più volte che non si possono assicurare i rischi relativi all’andamento degli affari. Bisogna metterci il proprio tempo e sforzo, e il proprio capitale, per sviluppare queste cose e se non si vende, è un peccato. Con ART noi sfidiamo questo processo di pensiero. Credo che molte persone in queste stanza si sentono sfidate da questa dichiarazione. Come potrei strutturarla? Come la strutturerei basandomi sul vostro piano produttivo e sulla mia ricerca come assicuratore? Sono queste le cose interessanti a cui pensare e da mettere insieme. Come punto finale, bisogna arrivare a un meccanismo di prezzo. Ora, se sto assumendo per conto di ART e vedo la mia ricerca sul mercato dove non c’è nessuno che vende i condizionatori, la mia costruzione della tariffa dovrebbe riflettere questo dato di fatto per il costo di ART. Se siete una piccola impresa indipendente, che va contro una grossa industria che costruisce condizionatori a poche lire il pezzo, e assicurarti ti costasse dieci dollari a macchina, ti posso dire quali saranno i tuoi prezzi. Saranno davvero elevati. Ecco dove la funzione di underwriting si incontra con quella del business per ciò che facciamo. E’ un’unione interessante, a mio parere. Domanda: Tornando all’esempio dei condizionatori di cui hai parlato, hai menzionato un numero minimo, un numero massimo e un numero medio, di cui hai tenuto conto nella tua valutazione. Qual’è il limite di responsabilità che hai tenuto in considerazione nel caso di quell’esempio? Risposta: In dollari? Credo che la proiezione di vendita minima che ci hanno dato è di cinque milioni di dollari di vendite per queste unità. Se le cose vanno particolarmente bene, ci aspettiamo una vendita di 6th R.I.B. Convention your question. Yes, particularly utility companies. Question: Companies that sell energy, water supply can be very effected by an unusual change in the temperature above the normal average. Answer: I was speaking with Richard Field, one of the directors of RIB in North America and we were talking specifically about utilities and it’s applications to utilities. That’s a big thing. This happens to be people who sell air conditioning units but that just shows you the breath of potential clients and potential new products that you can have here. People talk about the soft market and how we’re losing business. What ART says is think about risks that were never insurable that you would never consider insurable. Let’s go out and let’s use our risk transfer capabilities to structure something and sell that. That’s what’s exciting to me. Question: Dean, would you explain how that became profitable for you? Answer: I got lucky and it was profitable. I’d rather be lucky than good. The risk was by itself an aggregate deal. It had a predefined level of sales. The trigger happened to be the temperature. That was the trigger mechanism. What I had to focus on as an underwriter was what the sales were. I was going to protect those sales. The sales were set with a minimum, an expected value and a maximum. The maximum aggregated my limit and I was stopped on a sideways basis. I knew my downsides. I was hedged already. I then went into the secondary market and hedged it even further but that’s just underwriting. Something that we are all very familiar with. Question: I now will ask some trigger questions. I felt you could use some instruments to protect against losses… Can you explain how these two cases work? Answer: I can’t really tell you how they work because I have never used them. If I understand your question, let’s take a hypothetical situation where I am a manufacturer of these units right here, and I think these are wonderful units and I want to bring those into the market place, and I think I’m going to sell millions of them, and I bring them into the market place. I spend a lot of my own capital to bring my product into the market place and it doesn’t sell. Is your question how can I protect against…When I went to Insurance school years ago, they told me over and over that you couldn’t insure business risk. You have to put in your time and effort and your capital and develop these things and if 60 dodici milioni e mezzo di dollari e se le cose vanno molto molto bene, non esiste la capacità di venderne per un valore superiore a venticinque milioni di dollari. Avendo in mano le loro proiezioni di vendita, queste sono state tradotte in limiti assicurativi per me, cosa che mi ha dato la possibilità di espletare il lavoro di underwriting. Domanda: Quali altre trattative avete condotto? Risposta: Abbiamo fatto trattative molto simili, basate sulla variazione della temperatura. Tre trattative, su quattro, sono in base a meccanismi di temperatura. Questo è un ottimo esempio da usare. L’ART che ci fu proposto, e che non potemmo sottoscrivere, aveva un qualcosa a che fare con una tassa sulle società di servizi in California. Credo fosse la California. Le grosse società che compravano energia elettrica dalle società pubbliche la ottenevano a un prezzo più basso e se le società pubbliche avessero deciso un giorno di dire alle industrie di tagliare sugli approvvigionamenti, avevano la possibilità di dire di no. Potevano dire: “No, signora società elettrica, non posso ridurre le mie necessità di energia. Per favore, mi dia la mia corrente.” Avrebbero continuato ad avere la corrente elettrica, ma avrebbero perso gli incentivi finanziari. A me sembra proprio un metodo per ART. Riuscite a capire perché non potemmo assicurarli? Qual’era il problema intrinseco in una simile copertura? Il problema era che il cliente aveva l’opzione di dire sì o no. Non era fortuito. Potevano dire no, e se acquistavano la protezione, sarebbe diventata un rischio morale, e il rischio morale era troppo ampio. Molti dei problemi che riscontrate in ART, hanno a che fare con il rischio morale. Se dicono: “No. Continuate a darmi la polizza. Abbiamo un ART per proteggerci da questo e lo useremo.” Questa è la ragione per cui non riuscimmo a trovare una scappatoia. Grazie. they don’t sell, that’s tough luck. With ART we are challenging this thought process. I think a lot of people in this room are challenged by this statement. How would I structure it? I would structure it based on your business plan and on my own research as an underwriter. Those sorts of things are interesting to think about how to put together. Ultimately that would come down to a pricing function. Now if I’m underwriting on behalf of ART and I see by my own research in the market that there is nobody selling these units and you are going to have this market, my pricing should reflect that for the price of the ART. If you are a small independent manufacturer going against a huge conglomerate who make these things at a cost of two pennies per machine, and it costs you ten dollars per machine to write, I can tell you what your prices are going to be. They are going to be really high. That’s where the underwriting function meets the business function for what we do. That’s an exciting marriage for me. Question: Coming back to the example referred to the conditioning unit you mentioned before, you mentioned a minimum number, maximum number and a medium number you considered in your evaluation. What’s the liability limit you considered in the case of that example. Answer: The actual dollar figures? I think the minimum sale projection they said for sure we’ll be able to sell five million dollars worth of these units. If things go particularly well we expect to sell twelve and a half million dollars worth of these units, and if things go really, really well we don’t have the capability to sell more than 25 million dollars worth of these units. So immediately I had their business plan in hand. That translated into limits of insurance for me and allowed me to do an underwriting job. Question: What are some of the other deals you did? Answer: Actually we did very similar deals triggered by temperature. Three out of four deals are temperature triggers. This is a very good example to bring up. This ART which we were presented with and we could not write it, had something to do with a tax based on utilities in California. I believe it was in California. Large manufacturers who bought power from the utility companies received it at a lower premium and if the utility companies were ever to call those manufacturers and ask them to cut back on their utility, they had the option not to do so. They could say: “No Mr. Utility company: I can’t scale back my power needs. Please give me my power.” They would still get their power but they 6th R.I.B. Convention 61 would lose their financial incentive. They wanted to protect that financial incentive. Sounds to me like a method for ART. Might you guess why we couldn’t underwrite that? What would be the inherit problem with underwriting that? The problem was that the client had the option to say yes or say no. It wasn’t fortuitous. They could say no and if they bought the protection it became a moral hazard and the moral hazard was too great. A lot of the problems that you see with ART have to do with the moral hazard. If they say: “ No. Continue to give me the policy. We have an ART to protect us from that and we’ll use it.” That’s the reason why we couldn’t come to grips with that. Thank you. 6th R.I.B. Convention 63 Martin E. Prechtl Muenchener Rueck Italia S.p.A. Ho l’onore di chiudere la giornata oggi, prima di iniziare, spero, una discussione. Questa è la mia prima partecipazione a un convegno R.I.B., e vorrei ringraziare Franco Curioni e la sua squadra per l’accoglienza riservatami in questo stupendo ambiente. Non ho avuto il piacere di incontrarvi personalmente e singolarmente, così mi presento. Mi chiamo Martin Prechtl, lavoro nella Muenchener Rueck Italia per il settore incendio, furto, grandine, cauzioni, credito e marine, dal luglio 1997, mentre prima facevo l’underwriting “casualty” sia a Monaco che a Milano. Inoltre seguo il settore ART presso la Muenchener Rueck. La decisione della Muenchener Rueck di Monaco di concentrare tutte le sue attività ART, anche a livello di gruppo, a Monaco di Baviera, comporta un po’ meno lavoro per me, nonché l’essere l’interlocutore, il contatto in Italia per le nostre cedenti o per i nostri futuri clienti. Vi ringrazio di avermi dato l’opportunità di presentare, per conto della Muenchener Rueck, il mio intervento sul tema della incorporazione dei mercati finanziari nei programmi globali di risk management: la posizione del riassicuratore. Sicuramente sentirete cose che in una forma o nell’altra abbiamo già menzionato stamattina o anche oggi pomeriggio. L’anno scorso il mercato dei prodotti per il trasferimento alternativo del rischio ha vissuto degli importanti mutamenti: le operazioni di securitization si sono triplicate nel complesso, si parla addirittura di nuove classi di rischi come il credito, la vita o il deprezzamento. I nuovi prodotti finanziari, quali derivati su credito e a copertura, come abbiamo sentito da Dean LaPierre, sui rischi di avversità atmosferiche, cominciano a imporsi come soluzioni di finanziamento del rischio. I problemi organizzativi sia degli assicurati che degli assicuratori, unitamente al costante declino dei costi del trasferimento tradizionale del rischio, hanno finora impedito un maggiore successo di molti prodotti nuovi. Tuttavia il mercato in generale sta anticipando il successo, ormai programmato, dei prodotti ART. Devo dire che attualmente non sono solo in fase di studio, ma in trattative, molte transazioni interessanti in vari settori. Il sommario del mio intervento: le varie nozioni dell’esatta definizione di ART, cosa si intende per ART. Vorrei poi menzionare una piccola panoramica di prodotti finanziari come strumento del trasferimento alternativo di rischio. Vi do un recente esempio interessante: cosa fa il riassicuratore, cosa possiamo offrire in una securitization o nell’ART. Concludo 6th R.I.B. Convention The incorporation of Financial Markets in risk management global programs: the reinsurer’s position I have the honour of closing today’s session before, I hope, initiating a discussion. This is the first time I have taken part in a R.I.B. conference and I would like to thank Franco Curioni and his team for their welcome given to me in this stupendous environment. I have not had the pleasure of meeting you personally and individually therefore I will introduce myself. My name is Martin Prechtl and I have been working for Muenchener Rueck Italia since July 1997 in the fire, theft, storm, guarantees, credit and marine department. Before that I worked in casualty underwriting first in Munich and then in Milan. I am also involved in the ART department of Muenchener Rueck. The decision of Muenchener Rueck in Munich to concentrate all its ART activity in Munich, Bavarian, even at a group level, means a little less work for me and allows me to be the intermediary and contact in Italy for our cedants or for our future customers. I thank you for having given me the opportunity to give on behalf of Muenchener Rueck my presentation on the subject of the inclusion of the financial markets in the global programme of risk management : the position of the reinsurer. You will no doubt hear me say things that have already been mentioned this morning or even this afternoon, in one way or another. Last year, the market for products dealing with alternative risk transfer underwent important changes: securitisation transactions tripled and there is in fact talk of new classes of risks like credit, life or deflation. New financial products such as those deriving from credit and cover, as we heard from Dean LaPierre and from risks of climatic adversity, are beginning to be presented as solutions for financing the risk. Organisational problems, both within the insurers as well as the insured, together with the constant decrease in the costs for the traditional transfer of risk, have until now prevented many new products from having greater success. The market is however in general anticipating success, now planned, of ART products. I would mention that currently many interesting operations are not only in the study but also negotiation phase in various sectors. 64 con un punto molto importante: come noi vediamo un approccio olistico di risk management. ART è solo una delle moltissime definizioni in circolazione e comincerò quindi col darvi una definizione del trasferimento alternativo di rischio per mostrarvi i suoi elementi chiave secondo quella che è la nostra interpretazione. ART è alternativo trasferimento integrale del rischio dal o al mercato finanziario, mentre le riassicurazioni tradizionali e finanziarie sono lo strumento convenzionale per trasferire il rischio mediante trattati di riassicurazione al riassicuratore. Il rischio di sottoscrizione può essere trasferito parzialmente o interamente. ART fa parte di un programma più ampio, noto anche come finanza alternativa, che comprende elementi di riassicurazione finiti come il funding, la diversificazione temporale e multirami. Deve sempre entrare a far parte di un approccio olistico di risk management. Le principali ragioni dello sviluppo dei prodotti ART, cosa possono o meno offrire, sono sicuramente già conosciute. Quali sono i prodotti più usati per il trasferimento del rischio: da un lato sicuramente i titoli obbligazionari assicurativi attraverso la securitization, dall’altro i derivati assicurativi non quotati e quelli quotati al Chicago Board of Trade. Esistono anche altri prodotti, come derivati su credito o su rischi di avversità atmosferiche. Abbiamo visto che finora la cartolarizzazione dei rischi sembra andare di moda: considerando però, i possibili profitti, sembra esistere una tendenza almeno a provare questi nuovi prodotti da parte di un numero crescente di operatori del mercato, pur essendo i costi effettivi superiori a un comparabile programma assicurativo o riassicurativo. L’esempio classico è quello che è successo in Giappone dove la Muenchener Rueck ha fatto anche una securitization, non per avere un prodotto che costa meno ma per avere o dare aiuto al mercato giapponese che voleva provare questo prodotto e sviluppare il know-how proprio. Per una securitization si parte da una transazione con un volume oltre i 50 milioni di dollari; allora, come abbiamo detto è “esclusa” per le piccole e medie compagnie. I vantaggi di una emissione per una securitization sono sia per gli assicuratori che per gli investitori. Su come ha funzionato e come funziona la securitization, abbiamo sentito oggi i miei colleghi della Swiss Re. I vantaggi per il riassicuratore sono: un mezzo per procurarsi ulteriore capacità qualora sia insufficiente o manchi un’apposita copertura; avere la capacità alternativa per sinistri di grande entità e bassa probabilità; una diversificazione della capacità; non comporta un rischio di credito; è uno strumento innovativo di prestigio (come abbiamo sentito dai nostri colleghi in Giappone). Per l’investitore i vantaggi sono: hanno l’assoluta sicurezza, è un investimento alternativo non correlato ad altre risorse patrimoniali e, quello che vogliamo tutti, frutta un reddito attraente. I prossimi due prodotti del contingent capital sono per illustrarvi delle soluzioni finanziarie condizionate: in questi casi - meno complicati di una securitization - , l’assicuratore acquista il diritto, in caso di sinistro, di emettere azioni di godimento at- In my presentation I will deal with the various notions of the exact definition of ART, what is meant by ART. I would then like to give a little panorama of financial products as an instrument for alternative risk transfers and I will give you a recent interesting example; next what the reinsurer does and what we can offer in securitisation or in ART. I will conclude with a very important point, as we will see, a holistic approach to risk management. ART is only one of many definitions in use. I will therefore begin by giving you a definition of alternative risk transfer to illustrate its key elements according to what is our interpretation. ART is the alternative transfer of the whole risk from or to the financial market whereas the traditional, financial reinsurance is the conventional instrument for transferring risk through reinsurance lines with the reinsurer. The underwriting risk can therefore be partially or wholly transferred. ART is part of a wider programme, noted also as alternative finance that includes aspects of completed reinsurance such as funding and temporal and multi-faceted diversification. It must always form part of a holistic approach to risk management. The principal reasons for the development of ART products, what they can and cannot offer are no doubt already known. What are the most frequently used products for risk transfer: on the one hand of course debentures insured by way of securitisation, on the other private and quoted insurance derivatives on the Chicago Board of Trade. There are other products, such as derivatives from credit or climatic adversity risks. We have seen that until now the mapping out of risks seems to be very much in vogue and, considering however the possible profits, there is almost a tendency on the part of an increasing number of market operators to demonstrate these new products, even if their effective costs are higher than a comparable insurance or reinsurance programme. The classic example is what happened in Japan where Muenchener Rueck also effected a securitisation, not for the purpose of having a product that cost less but to assist the Japanese market which wanted to try this product and develop its own know-how. In a securitisation, transactions start with volume levels of more than 50 million dollars. As a result, as already mentioned, this is excluded for small and medium sized companies. There are advantages in an issue for securitisation both for insurers and insured. We have heard today from my colleagues of Swiss Re how securitisation operates and has operated. The advantages for the insurer are that it is a way of obtaining further capacity whenever appropriate cover is insufficient or lacking, it provides alternative capacity for large entities and low probabili6th R.I.B. Convention 65 traverso un fondo oppure attraverso azioni privilegiate. Il premio dell’opzione garantisce un rendimento al patrimonio del fondo e agli investitori. Nel caso invece delle azioni privilegiate l’opzione d’acquisto delle azioni è esercitata conferendo una somma in contanti. La differenza principale rispetto alla securitization è che coloro che investono in prodotti che si chiamano anche contingent capital, mettono a disposizione dell’assicuratore il loro capitale (patrimonio netto o capitale di credito) solo dopo che si verifica un sinistro assicurato; mentre coloro che investono in CAT bonds mettono a disposizione il loro capitale in anticipo e lo perdono nel caso si verifichi un sinistro assicurato. Per concentrarmi sui prodotti finanziari, ho scelto quelli che “vanno meglio”, che sono anche quelli più semplici: sono i derivati assicurativi. In questo caso l’assicuratore passa il premio, al netto delle commissioni, ad un tasso fisso ai mercati finanziari attraverso una Transformer Company in cambio dell’impegno dell’investitore a garantire il pagamento della somma assicurata dopo un sinistro. La principale differenza rispetto a un titolo obbligazionario è la mancanza di sicurezza, perché non esiste un fondo collaterale, e il rischio della controparte di ciascun investitore del mercato finanziario. I grandi vantaggi però, sono: la flessibilità della durata e delle condizioni; i minori costi di transazione (va bene già per un volume di 10\15 milioni di dollari rispetto ai 50 milioni della securitization); una struttura su misura e la mancanza dei requisiti di trasparenza e di documentazione prescritti in alcuni stati, come in America la US Federal Secutities Act. Gli Swaps assicurativi sono trattati generalmente mediante moduli e trattati ISDA (International Swap and Derivatives Association), che offrono maggiori possibilità di standardizzazione. Non da ultimo, questi prodotti offrono una maggior flessibilità e trasparenza nel pricing, elaborato da società al di sopra delle parti, poiché le transazioni possono aver luogo soltanto sulla base di un indice o di un parametro d’intervento. Vediamo ora i prossimi passaggi e le ulteriori applicazioni dei derivati per un riassicuratore. Comincerò con i derivati su credito, dei quali vi farò solo una breve panoramica delle ragioni del loro crescente impiego come prodotti per il trasferimento alternativo del rischio. Alla base dell’accettazione del rischio d’inadempimento o di diversificazione di una risorsa patrimoniale, in cambio di un premio, sta l’intenzione di trasferire il rischio per ragioni di bilancio e di solvibilità. Contrariamente alle banche i riassicuratori non devono rispettare i requisiti formali definiti nelle direttive dell’Unione Europea sul margine di solvibilità. Le obbligazioni di riferimento sono: i prestiti bancari, le obbligazioni di società o gli indici di un qualsiasi rischio. Soltanto gli Swaps su inadempimenti creditizi e le opzioni si prestano come prodotti (ri)assicurativi. Perché mai un riassicuratore dovrebbe assumersi il rischio di credito? E’ il rendimento attraente relativamente sicuro a parte una ridotta esposizione residua. In questo modo si ottiene soltanto un premio puro minore per l’esposizione principale. 6th R.I.B. Convention ty claims, diversification in capacity, there is no credit risk and it is an innovative and prestigious device (according to what we have heard from our colleagues in Japan). For the investor, it gives absolute security, it is an alternative risk not linked to other asset resources and, what we all want, a source of an attractive return. The next two contingent capital products are to provide you with an illustration of conditioned financial solutions. In these cases, which are less complicated than securitisation, the insurer acquires the right, in the event of a claim, to issue dividend bearing shares through a fund or via preference shares. The option premium guarantees a return on the assets of the fund and to the investors. On the other hand, in the case of preference shares, the option to acquire shares is exercised by giving a cash amount. The main difference as regards securitisation is that whoever invests in products, that are also known as contingent capital, places its capital (net assets or credit capital) at the disposal of the insurer only after an insured claim occurs. Those who invest in CAT bonds, however, place their capital at the disposal of insurers in advance and lose it in the event there is an insured claim. To concentrate on financial products, I have chosen those that are the best performing, which are also the simplest: namely insurance derivatives. In this case, the insurer passes the premium, net of commission, to the financial markets for a fixed rate through a Transformer Company in exchange for the undertaking of the investor to guarantee the payment of the insured amount after a claim. The main difference with a debenture is the lack of security because there is no collateral fund and the risk of the counterpart of each investor of the financial market. However the big advantages are: the flexibility of the duration and the terms; the lower costs of transaction (so suitable for volumes of 10/15 million dollars compared to 50 million for securitisation); a tailored structure and the absence of requirements for transparency and prescribed documentation in certain states, like in America by the US Federal Securities Act. Insurance swaps are generally treated by means of ISDA (International Swap and Derivatives Association) forms and contracts that offer greater opportunities for standardisation. Last but not least, these products offer a greater flexibility and transparency in pricing, worked out by the company “out of the way of the parties”, since the transactions can only take place on the basis of an index or of a intervention parameter. Passing now to the latest uses of derivatives for insurers. I will begin with credit derivatives in respect of which I will give only a brief overview of the reasons for their in- 66 I derivati su credito sono inoltre dei perfetti strumenti di diversificazione del proprio portafoglio rischio e si prestano ottimamente per operazioni di arbitraggio. Infine, essi possono essere usati per gestire attivamente le attività e passività di un portafoglio. Vorrei anche tornare a menzionare i derivati sui rischi di avversità atmosferiche, che abbiamo già sentito. Sono più di 2000 le transazioni effettuate negli Stati Uniti solo negli ultimi due anni. Questi sembrano essere allora uno strumento di finanziamento del rischio commerciale davvero promettente. In Europa, però ne sono state effettuate recentemente solo 10. Le ragioni di protezione degli acquirenti e dei compratori di rischi di avversità atmosferiche sono diversi: gli operatori di mercato sono stati finora soprattutto aziende di servizi pubblici, commercianti al dettaglio, broker, assicuratori e riassicuratori (Swiss Re, XL, American Re). La Muenchener Rueck opera solo come riassicuratore, senza alcuna intenzione di svolgere attività di trading. I derivati operano idealmente sulla base di indici, come grado-giorno di riscaldamento e di raffreddamento, temperature massime e minime, pioggia, neve, caldo ed altri tipi di opzioni combinate. Condizioni, documentazioni e procedure d’esercizio sono flessibili e applicabili ad una o più aree geografiche. Per il successo delle transazioni sono indispensabili dei dati attendibili sul tempo atmosferico, un sufficiente volume di mercato e, ovviamente, l’impossibilità di manipolazione delle parti. In Europa però, abbiamo a che fare con due ostacoli principali: da un lato l’accesso ai dati è molto più regolamentato, meno affidabile e ancora costoso. Dall’altro, a causa della maggior volatilità rispetto al mercato americano, i requisiti di calcolo devono essere necessariamente più sofisticati e più precisi. In generale i mercati europei sono molto interessati a questi prodotti o a questi nuovi strumenti, ma manca ancora l’esperienza. Per concludere il tema dei derivati, non vorrei dimenticare i derivati quotati come i C-Bot, limitati attualmente ai rischi di avversità atmosferiche basati su un indice e solo ad alcune regioni. Questi dimostrano uno sviluppo molto positivo, visto che alcuni vengono anche trattati in Internet ma non hanno avuto finora un grande successo. Per evidenziare lo stato attuale delle transazioni finanziarie e darvi alcuni dati, possiamo osservare la distribuzione di quelli che investono in questi nuovi prodotti, in queste nuove classi di rischi. Si vede che dei pochi investitori solo 7% sono riassicuratori: circa 90 investitori in totale di cui l’80% americani e 20% altri. A questo punto possiamo concludere e dire che si tratta ancora di derivati finanziari nuovi di cui non esiste un vero mercato liquido. Il mercato non ne ha ancora sperimentato la sostenibilità. La maggior parte delle transazioni è avvenuta sul mercato americano o giapponese, mentre in Europa si è sviluppato finora un ristretto mercato di sponsor e di investitori. Lo stato attuale delle transazioni finanziarie: interessante è vedere questa distribuzione di titoli azionari, per rischi, per regione, per settore e per creasing use as products for alternative risk transfer. At the base of accepting the risk of insufficiency or diversification of an asset, in exchange for a premium, is the intention to transfer the risk for reasons of balance and solvency. In contract to the banks, the reinsurers do not have to adhere to the requisite formalities set out in the European Union directive on solvency margins. Reference obligations are bank loans, company debentures or indices of any risk. Only Swaps on nonfulfilment of credit lines and options lend themselves as (re)insurance products. Why should a reinsurer underwrite the credit risk? It is the attractive and relatively secure return apart from a reduced residual exposure. In this way, only a lower premium is obtained for the main exposure. In addition, credit derivatives are a perfect instrument of diversification of its own risk portfolio and lends itself perfectly to arbitrage operations. Finally, they can be used to manage actively the assets and liabilities of a portfolio. I would also like to return to mentioning derivatives relating to Natural events that have already been discussed. More than 2000 transactions have been carried out in the USA alone, in the last two years. These therefore seem to be a really promising financial instrument of the commercial risk. However, in Europe only 10 have recently been carried out. The reasons for protecting the acquirers and purchasers of natural events risks are diverse. The market operators have until now been the public service bodies, retailers, brokers, insurers and reinsurers (Swiss Re, XL, American Re). Muenchener Rueck only operates as a reinsurer, without any intention of carrying on a trading activity. Ideally derivatives operate on the basis of indexes such as degree-day of heating or cooling, maximum and minimum temperatures, rain, snow, heat and other types of combined options. Terms, documentation and procedures for exercise are flexible and applicable to one or more geographical areas. It is indispensable, in order that the transaction is successful, for there to be reliable data on weather conditions, sufficient market volumes and, of course, an impossibility for the parties to manipulate. However in Europe we have to contend with two principal obstacles: on the one hand access to data is much more regulated, less dependable and still expensive. On the other hand, as a result of the greater volatility compared to the American market, the requisites for calculation must be necessarily more sophisticated and precise. In general, the European markets are very interested in these products or in these new instruments but still lack experience. To conclude the subject of derivatives, I would not want 6th R.I.B. Convention 67 volume. Oltre metà delle emissioni riguardano gli uragani in Florida e nel Sud-Est, mentre un altro 5% riguarda gli uragani nel Nord-Est degli Stati Uniti. Insieme a un 5% di CAT bonds a coperture di rischi di terremoti in California, 2\3 di tutti i rischi sono localizzati negli Stati Uniti. Un veloce sguardo alla distribuzione per settore e volume rivela che la maggior parte dei titoli obbligazionari emessi sono ancora titoli sui rischi catastrofali, ma come sui rischi di credito, deprezzamento e vita si basano già 1\3 del volume. Per presentarvi una recente e interessante transazione che mi pare alcuni di voi abbiano già sentito, vorrei farvi vedere quella della Gerling nel ’99. È la prima transazione di securitization di un’assicurazione credito europeo con un volume pari quasi a circa 450 milioni di Euro, quindi abbastanza grande, suddiviso in tre tranche e della durata di tre anni. Questa transazione si distingue per il fatto che per adattarsi alle caratteristiche del portafoglio assicurativo della Gerling, è stato scelto un terzo portafoglio di riferimento. Esso è stato usato per determinare il rendimento per gli investitori sulla base di indici d’insolvenza in portafoglio, calcolati secondo criteri obiettivi. Scopo primario dell’emittente Gerling Kreditversicherung - non essendo una società per azioni - era di trovare una fonte di rafforzamento della solidità finanziaria alternativa al finanziamento con mezzi freschi da parte della società controllante. Dal punto di vista dell’underwriter e dell’investitore, risulta difficile valutare due rischi: gli effetti del cambio di millennio e della riforma delle normative tedesche sulla procedura concorsuale che sono sconosciuti a questa esposizione statica fissata tre giorni prima dell’emissione dei titoli obbligazionari. A questo punto bisogna domandarsi qual’é il valore aggiunto che un riassicuratore può garantire in questo settore. Il riassicuratore può agire in primo luogo da fronter e transformer dei rischi, garantendo il rafforzamento della solidità finanziaria; può analizzare e valutare i rischi perché ogni transazione di securitization implica l’assunzione di rischi assicurativi da parte di un operatore specializzato, prima che essi possano essere trasferiti ai mercati finanziari. L’underwriting comprende l’analisi e la valutazione di un rischio o un portafoglio rischi. Esse hanno lo scopo di rendere il rischio calcolabile e quindi comprensibile anche per i non esperti, come le banche o gli investitori istituzionali (Pension funds o Hedge funds). Il compito dell’underwiting spetta in genere al riassicuratore e alcuni di questi riassicuratori godono di un’esperienza di oltre 100 anni nella valutazione e gestione dei rischi, hanno raccolto una grande quantità di dati rilevanti e hanno elaborato modelli e basi statistiche. Vorrei menzionare la capacità di sottoscrizione. Il riassicuratore è specialista in tutti i rami, può mettere insieme un team per ogni esigenza e strutturare per ogni cliente una soluzione individuale. Il riassicuratore può estendere, all’occorrenza, la copertura delle securitization con un reintegro. Tali reintegri possono essere trasferiti anche ai mercati finanziari. Inoltre aiuta il marketing e dà consulenza all’investitore: l’investitore potrebbe avere maggior 6th R.I.B. Convention to forget quoted derivatives such as the C-Bot, limited presently to risks of atmospherical events based on one index and only some regions. These show a very positive development, given that some have been traded on the Internet but until now have not had a great success. To highlight the current state of financial transactions and give you some information, we can observe the distribution of those who invest in these new products and in these new risk categories. It can be noted that out of the few investors, only 7% are reinsurers. In total there are approx. 90 investors of whom 80% are American and 20% are other nationalities. At this point, we can conclude by saying that we are still dealing with new financial derivatives for which no real liquid market exists. The market has not yet tested their sustainability. Most transactions have taken place in the American or Japanese market, while in Europe to-date there has been a limited market of sponsors and investors. The current state of financial transactions: it is interesting to note the spread of securities per risks, per region, per sector and volume. It will be noted that more than half of the issues relate to hurricanes in Florida and in the South-East, while another 5% concern hurricanes in the North-East of the USA. Coupled with 5% of CAT bonds covering risks of earthquakes in California, two thirds of all risks are located in the USA. A quick look at the spread per sector and volumes reveals that the great majority of bonds issued are still securities covering catastrophe risks but just as for risks of credit, depreciation and life are based already on one third of volume. To give you a recent and interesting transaction which I believe some of you have already heard of, I would like to present Gerling’s in 1999. It is the first securitisation transaction of a European credit insurance with a volume equal to about 450 million Euro, therefore fairly large, divided into three tranches and with a duration of three years. This transaction can be distinguished by the fact that to adapt it to the characteristics of Gerling’s insurance portfolio, a third reference insurance portfolio was chosen. This was used to determine the return for the investors on the bases of insolvency indices in the portfolio, calculated according to objective criteria. The primary aim of the issuer, Gerling Kreditversicherung, not being a share capital company, was to find a source of reinforcing its financial solidity as an alternative to financing by fresh proceeds from the controlling company. From the point of view of the underwriter and the investor, it was difficult to evaluate two risks: the effects of the change in the millennium and reform in German standards of competition procedure, unknown at the presentation fixed three days before the issue of the bonds. 68 fiducia in un titolo obbligazionario assicurativo da collocare, per l’ovvia ragione che il rischio sottostante è già stato sottoscritto dall’operatore specializzato, che si è assunto anche una consistente parte del rischio stesso. Di conseguenza la partecipazione del riassicuratore al marketing attivo di una transazione garantisce stabilità e una certa tranquillità all’investitore. Il riassicuratore aiuta nella liquidazione sinistri e può fornire una copertura transitoria e di riserva (un bridge cover per esempio), prima che si verifichi la completa securitization, che richiede alcuni mesi di preparazione. Alla fine il riassicuratore può essere il structurer e project manager. Arrivo così all’ultimo punto, molto importante, di questo intervento: l’approccio olistico di risk management. Questo approccio prevede la combinazione di diverse tecniche di finanziamento e trasferimento del rischio, finalizzato al raggiungimento di una soluzione globale di finanziamento del rischio. Un tale approccio integrato di risk management comprenderà tra l’altro un’ampia analisi, una mappatura e descrizione delle circostanze, dei rischi e adeguati metodi di finanziamento che tengano conto di tutti gli aspetti dei rischi che il cliente può trovarsi ad affrontare. Per esempio il rischio assicurabile o non assicurabile, rischio finanziario o di altro tipo. Questo approccio potrebbe essere implementato formando differenti layer corrispondenti al tempo di ritorno dell’esposizione. Mentre il primo rientra nella ritenzione della cedente, perché abbiamo 5 anni come periodo di ritorno, quelli successivi per un tempo di ritorno da 5 a 15 anni, potrebbero essere coperti da una soluzione di finanziamento. Poi segue per un periodo di ritorno dai 15 a 75 anni la riassicurazione tradizionale, oltre ai 75 anni abbiamo di nuovo una soluzione tipo financial re, mentre per gli strumenti ART generalmente andiamo con una probabilità di sinistro inferiore all’1%. Questo esempio dimostra come un riassicuratore moderno non possa fornire soltanto capacità per prodotti tradizionali e di trasferimento del rischio. Nella sua parte di consulente esperto di risk management il riassicuratore offre una gamma completa di soluzioni per il finanziamento e per il trasferimento del rischio, sempre lavorando su soluzioni individuali. La parola chiave qui è “orientamento al cliente”. E’ ovvio che programmi efficienti comprendenti elementi tradizionali e alternativi sono ancora in fase di sviluppo e hanno la necessità di miglioramento continuo e in parte significativo. Uno dei programmi sviluppati in passato fu quello della California Earthquake Authority, ma ce ne sono stati anche altri sviluppati in Nuova Zelanda, in Svizzera, in Turchia e forse in Italia. Giungo adesso alla conclusione dell’intervento: qual è il futuro della securitization e dei prodotti ART ? Sicuramente nasceranno nuove classi di attività patrimoniali, almeno per opera delle banche d’investimento perché sono loro ad essere maggiormente interessate ai nuovi prodotti. Al contempo i costi rimarranno un fattore predominante: occorrerà strutturare in modo più efficiente queste transazioni molto complesse. Un altro punto debole è la continuità della copertura: le soluzioni di secu- At this point it is necessary to ask what added value a reinsurer can guarantee in this sector. The reinsurer can act in the first place as a front person and transformer of risks, guaranteeing the reinforcement of financial solidity. It can analyse and evaluate the risks because each transaction of securitisation implies the assumption of insurance risks on the part of a specialist operator before these can be transferred to the financial markets. The underwriting includes the analysis, the evaluation of a risk or a portfolio of risks. These have the scope of making the risk calculable and therefore understandable even for the non experts, like the banks or the institutional investors (Pension or Hedge funds). The aim of underwriting concerns in general the reinsurer and some of these reinsurers have more than 100 years of experience in valuation and management of risks. They have gathered a large quantity of relevant data and have developed models and statistical bases. I would like to mention the capacity for underwriting. The reinsurer is a specialist in all branches, and it can put together a team for all requirements and structure an individual solution for each client. The reinsurer can extend the cover of the securitisation if necessary with a refund. Such refunds can also be transferred to the financial markets. Marketing assistance and advice to the investor: the investor might have greater faith in an insurance bond to be issued, for the obvious reason that the underlying risk has already been underwritten by the specialist operator that has also assumed a certain part of the risk. As a consequence the participation of the reinsurer in the marketing activity of a transaction guarantees stability and a certain tranquillity for the investor. The reinsurer helps in the liquidation claims, the reinsurer can provide transitional and reserve cover (for example bridge cover) before the audit of the securitisation is completed which can last several months in preparation. At the end, the reinsurer can be the structurer and project manager. We come thus to the last and very important point of this presentation: the holistic approach to risk management. This approach anticipates a combination of different financial techniques and transfer of risks, finalised by reaching a global financial solution of the risk. Such an integrated approach to risk management includes among other things a full analysis, an outline and description of circumstances, of the risks and suitable methods of financing that takes account of all the aspects of the risk with which the client can find itself confronted. For example, the insurable or uninsurable risk, financial or other kind of risk. This approach could be implemented by forming different layers corresponding to the return period of the presentation. 6th R.I.B. Convention 69 ritization hanno durata di diversi anni ma solo se la copertura non viene consumata da un sinistro; se il capitale in deposito si esaurisce, sarà necessario strutturare una nuova transazione, senza una garanzia di prezzo, ovviamente. Nonostante tutto riteniamo che la cartolarizzazione dei rischi assicurativi abbia un buon potenziale di sviluppo anche per altre classi di rischi. I difetti o svantaggi vanno comunque affrontati e un rapido sviluppo del mercato è possibile solo se i prezzi diminuiscono per via di una standardizzazione e di un maggiore knowhow. Il problema non è se trasferire o finanziare il rischio, ma trovare la combinazione migliore e meno costosa. La Muenchener Rueck crede che il mix delle tecniche di finanziamento e trasferimento dei rischi assicurativi abbia un futuro promettente. Così concludo e vi ringrazio per la vostra attenzione. INTERVENTO DOTT. MASCIOLI: Volevo capire meglio: una copertura è stata offerta a una compagnia di assicurazione per coprire il rischio su titoli a reddito fisso scambiando il flusso del fisso come premio assicurativo contro un premio variabile. Quindi la compagnia di assicurazione con un portafoglio sostanzioso di titoli a reddito fisso e un’aspettativa di aumento dei tassi di interesse ha fatto uno swap tra il suo flusso cedolare di reddito fisso con una controparte che ha scambiato questo fisso con un rendimento variabile. È così? Prima securitization di una assicurazione di credito europea, volume 450 milioni di Euro suddivisi in tre tranche; questi 450 milioni rappresentavano il valore in somma assicurata delle esposizioni e rischi credito della Gerling; quindi la Gerling ha scambiato questo pacchetto di crediti commerciali, rischi politici contro cash, contro una iniezione da parte degli investitori. È come se avesse avuto un factoring, uno sconto di questo pull. MR.PRECHTL: Sono tre diverse tranche con un rating diverso, mi pare AA - A e BBB. DOTT.MASCIOLI: Quindi il rating delle tre tranche era dato dalla composizione rischio paese, rischio industria, rischio debitore principale dei tre diversi pull. Se la Gerling ha ritenuto di doverlo fare con questa strutturazione valutandone i costi che hanno corrisposto alle sue aspettative, ha avuto iniezione di fondi alternativa a una richiesta di aumento di capitale. Poi, tutto sommato, la Gerling non è rimasta tanto insoddisfatta dalla soluzione dell’operazione, che poi vogliamo chiamarla factoring o alternative risk transfer. Su questo c’era l’intervento di un riassicuratore che garantiva una certa percentuale di possibile insolvenza dei tre pull? MR.PRECHTL: Questo francamente non lo so. Per noi il caso è molto interessante perché è stato il primo in Europa relativamente alla assicurazione credito. DOTT.MASCIOLI: Però, come diceva giustamente il dott. Spasiano, un 6th R.I.B. Convention While the first falls into the possession of the retention of the cedant because it has five years as a period of return and those with a return of five to fifteen years could be covered by a financial solution. Then for periods with a return from fifteen to seventy five years there is a traditional reinsurance and for those over seventyfive years there is again a typical financial solution. For ART instruments there is generally a claim probability of less than 1%. This example shows how a modern reinsurer cannot provide only capacity for traditional products of risk transfer. In his role of consultant and expert in risk management, the reinsurer offers a complete range of financial or risk transfer solutions while working on individual solutions. The key word here is “orientation towards the client”. It is clear that efficient programmes, including traditional and alternative elements, are still in the development phase and need to improve continually and significantly in part. One of the programmes developed in the past was that of the Californian Earthquake Authority, but there have been other developments in New Zealand, Switzerland, Turkey and even in Italy. In concluding my presentation, I would ask, what is the future of securitisation and ART products? New categories of investment activity will of course be created, at least through investment banks since it is these which are the most interested in new products. Currently, costs remain a predominant factor: it will be necessary to structure these very complex transactions in a more efficient manner. Another weak point is the continuity of the cover. The solutions offered by securitisation have lasted for several years but only if the cover is not taken up by a claim. If the capital on deposit is exhausted, it will be necessary to structure a new transaction without any guarantee, obviously, of price. Notwithstanding all this, I would maintain that the mapping out of insurance risks has good potential for growth even for other classes of risks. The downsides and disadvantages can however be dealt with and a rapid development of the market is possible only if the prices decrease through standardisation and by greater know-how. The problem is not whether to transfer or finance the risk, but to find the better and least costly combination. Muenchener Rueck believes that the mixture of financial techniques and insurance risk transfer have future potential. Thank you for your attention. INTERVENTION BY DOTT. MASCIOLI I would like a better understanding: cover has been offered to an insurance company to cover the risk on securities with a fixed return where the fixed income 70 riassicuratore su questa transazione non ha assunto alcuna posizione di rischio né posizione di intermediazione, che tu sappia? MR.PRECHTL: Riguardo a questo veramente non ti so dire. INTERVENTO: Forse sono proprio le condizioni di fondo che hanno indotto ad affiancare un sistema DRD a quella che sarebbe stata la copertura normale, e poi da quella è nata l’occasione di questo finanziamento ritenuto conveniente. Cambio di millennio e riforma della normativa tedesca sulle procedure concorsuali, probabilmente non rientrano nelle condizioni normali che Gerling avrebbe praticato su quei rischi. MR.PRECHTL: No, dal punto di vista dell’underwriter è difficile notare due rischi: uno è proprio l’effetto del cambio del millennio e l’altro è la riforma della procedura tedesca su alcune procedure concorsuali che sono ancora sconosciute a questa esposizione statica fissata addirittura tre giorni prima dell’emissione dei titoli obbligazionari. Adesso gli sviluppi sono ancora da vedere. DOTT.MASCIOLI: Concordo con l’osservazione del collega sul fatto del possibile effetto indiretto dell’anno 2000 sul portafoglio credito, un effetto, chiaramente, che avrà una ripercussione probabilmente temporalmente differita rispetto al 2000, proprio per il discorso di effetto domino e in grado di valutare l’effetto diretto del Y2K nel rapporto fornitori clienti e consumatori. Questa, probabilmente, dovrebbe essere stata una decisione che avrebbe portato la Gerling a non trovare risposte riassicurative tradizionali che soddisfacessero la sua esigenza. Questa mi sembra invece una soluzione che gli ha dato una risposta sia in termini di cassa sia in termini di capitale che di protezione. GIGI GIUDICE: Siamo di fronte a cose di cui avevo sentito parlare, siamo di fronte a un pubblico di professionisti, quindi io sono solo un testimone e vorrei sentire meglio voi e il vostro parere. Poi c’è la pratica che vince su tutto, noi stiamo in una fetta di mercato abbastanza lontana, mi sembra. All’inizio c’è stato Carlo Faina che aveva presentato la situazione come possibile nell’area del personal line, forse quello mi interessa di più, perché riesco a capirlo meglio. Questo ci intriga di più. Sono dell’opinione che non ci dobbiamo nascondere di fronte alle novità. Giustamente, si diceva, la banca assicurazione non attecchirà perché i bancari non sono capaci, ma qualcosa è successo: mi sembra che siamo addirittura di fronte a un tentativo di diventare onnicomprensivi, onnispecialisti, cioè l’assicuratore che diventa finanziere, il finanziere che diventa assicuratore. È assolutamente stimolante. flow has been exchanged, as an insurance premium, against a variable premium. Therefore the insurance company with a substantial portfolio of fixed return securities with an expectation of an increase in interest rates has swapped its coupons carrying a fixed return with a counterpart that has exchanged this fixed return with a variable one, is that correct? The first securitisation of a European credit insurance, volume being 450 million euro subdivided into three tranches; these 450 million represented the value, in amount insured, of the exposure and credit risks of Gerling; therefore Gerling exchanged this packet of commercial credit risks, policy risks against cash, against an injection on the part of the investors. It is as if it had carried out factoring, with a discount of this amount. MR PRECHTL: There are three different tranches with a different rating , I believe they are AA, A and BBB. DOTT. MASCIOLI: Therefore the rating of the three tranches was given by reference to the composition of the country risk, industry risk and risk of the principal debtor of the three different amounts. If Gerling has found that it has been able to do this with a form of structuring, by valuing the costs that corresponded to its expectations, it had an alternative injection of funds to requesting an increase in its capital. In brief, then, Gerling was not left too dissatisfied by the solution of the transaction, whether we want to call it factoring or alternative risk transfer. In this deal, was there a reinsurer involved who underwrote a certain percentage of the possible insolvency of the three amounts? MR PRECHTL: Frankly, I do not know the answer. For my company, however, this case was very interesting because it was the first credit insurance transaction in Europe. DOTT. MASCIOLI However, as Dott. Spasiano correctly said, is it true that no reinsurer on this transaction assumed any risk nor acted as intermediary as far as you know? MR PRECHTL I really could not tell you the answer to this. INTERVENTION Perhaps it was the fundamental conditions that have led a DDR system to be placed alongside what would have 6th R.I.B. Convention 71 DOTT. LAMPERTI: Volevo cercare di fare un intervento, dopo aver assistito agli interventi di tutti i relatori di stamattina, a cominciare dal Dott.Faina, tutti interventi molto apprezzabili, che mi hanno peraltro portato alla conclusione che c’è qualcosa che sfugge nella dialettica in cui noi ci poniamo. Noi (io parlo come assicuratore tradizionale) veniamo qui per capire quali possono essere le minacce e le opportunità di questa mitica ART, che abbiamo sentito citata da tutti, ma indefinibile a priori, e probabilmente, se passerà del tempo si arricchirà di ulteriori nuovi contenuti. Però poi abbiamo sentito i relatori esperti in ART che hanno fatto degli interventi dotti e molto interessanti, spiegandoci tutte quelle che sono le possibilità dei mercati finanziari nel trasferimento di rischi da un punto di vista finanziario. Le due cose, a mio avviso, non sono del tutto alternative, vorrei dire che sono complementari; quindi sicuramente l’ART può essere considerata come una nuova frontiera per l’assicurazione tradizionale, però da qui a pensare che il trasferimento del rischio finanziario sia in qualche modo equiparabile al trasferimento del rischio assicurativo si commette un errore, a mio avviso, se è questo che si cerca di dire. Perché il rischio assicurativo ha delle sue precise premesse per poter essere considerato assicurabile, premesse che riguardano i classici discorsi di frequenza, di costo medio di alea, alla base dei quali le compagnie di assicurazioni offrono un servizio per una clientela nel medio lungo termine, dando sicurezza e solidità e ovviamente cercando di far molto bene i propri calcoli per poter essere in grado di proseguire nel tempo, in questa loro “mission”. Dal punto di vista finanziario mi sembra che l’ottica sia un pochino più speculativa, cioè il trasferimento del rischio sotto il profilo finanziario ha come primo interesse trovare il modo di coprirlo e nel momento in cui trovo la copertura a questo punto il gioco è fatto, il rischio può essere assunto e può essere trasferito sugli investitori; i quali investitori, mi pare, affrontano con un altro animo, che non quello degli assicuratori, questo rischio come se fosse una scommessa. Abbiamo sentito prima determinati rischi catastrofali sui quali l’assicurazione tradizionale non arriva a dare copertura e allora attraverso la cartolarizzazione di questi rischi si fa in modo che ci sia un pubblico di investitori che scommette. Scommette in misura sostanziale perché scommette sia sulle cedole sia addirittura sulla perdita vera e propria del capitale. Oggigiorno io credo che ci siano tutte le condizioni più favorevoli perché questo possa incominciare a porsi come alternativa; c’è un enorme eccesso di offerta di capitali, c’è la diversificazione da parte delle istituzioni finanziare per trovare nuove forme d’investimento: quindi ci sono tutte le premesse per poter trovare una soluzione di questo tipo. Mi chiedo però se questo un domani, a fronte di risultati negativi, a fronte forse di costi e di complessità di procedure, possa durare nel tempo. Cioè non vorrei, in altri termini, che fosse un’ottica di breve periodo che sovente caratterizza i processi mentali di tipo strettamente finanziario, ma un’ottica invece di medio - lungo periodo, che invece è più caratteristica degli 6th R.I.B. Convention been the normal means of cover and then, this gave rise to this financing that was considered suitable. A new millenium and reform of the German standards of competition procedure would not probably have been part of the normal terms which Gerling would have exercised on these risks. MR PRECHTL: No, from the point of view of the underwriter, it is difficult to note two risks : one is really the effect of the new millenium and the other the reform in German procedure in relation to some competition procedures which were still unknown at the presentation fixed three days before the issue of the debt securities. At present, developments remain to be seen. DOTT MASCIOLI: I agree with collegue’s comment on the fact of the potential indirect effect of year 2000 on the credit portfolio, therefore one effect that will clearly have a repercussion, probably deferred in time in respect of 2000, because of the issue of the chain effect and being able to evaluate the direct effect of Y2K in the relationship between suppliers, customers and consumers. Probably this should have been a decision that would have influenced Gerling not to seek traditional reinsurance solutions that would satisfy its requirements. On the other hand, this seems to me to be a solution that responded in terms of cash, capital and protection. GIGI GIUDICE: We are faced with things that I have heard about, we are before a professional audience therefore I am only a witness and I would like to hear your opinion. Then there are practicalities that govern everything and I believe we are in a market segment that is still far off. At the beginning, Carlo Faina presented the situation as being possible in the personal line area. Perhaps this interests me the most since I understand it more. This is the most intriguing and I believe that we should not hide when faced with new ideas. Quite correctly, it was said that insurance banking has not taken root because the bankers are not capable. Something has however happened. It seems to me that we are faced with an attempt to become all encompassing, specialists in everything namely the insurer becomes a financier, the financier becomes an insurer. This is absolutely stimulating. DOTT LAMPERTI: I would like to say something having listened to the various presentations of the speakers this morning, beginning with Dott. Faina, all very appreciated who 72 assicuratori tradizionali che si pongono come obiettivo quello di essere presenti nel tempo. Queste sono alcune delle considerazioni che mi trovo a fare, perché laddove l’ART diventa un modo per dare copertura di rischi tradizionali, allora sì, può essere una minaccia per gli assicuratori che non si attrezzano, o una opportunità, per gli assicuratori che si attrezzano. Laddove invece, sotto il segno dell’ART, sotto la definizione dell’ART si celano o si identificano processi di finanziamento dal factoring a quant’altro, io credo che sia un altro mestiere, sia qualche cosa che sulle compagnie tradizionali si potranno attrezzare perché ci saranno dei dipartimenti che cureranno questa tipologia di affari, ma questo, a mio modesto avviso, ha poco a che vedere con l’assicurazione di tipo tradizionale. Per cui non ne vedo né una minaccia sul piano tradizionale come assicuratore, né un’opportunità perché se questa va colta essa va colta attraverso un dipartimento finanziario che oggi, sfruttando delle situazioni particolarmente favorevoli, può ben investire nel trasferimento di rischi: abbiamo visto protezioni di bilancio, di asset, rischi che nulla hanno a che vedere con i rischi connessi alla meteorologia, ai fenomeni climatici e quant’altro che invece potrebbero, in qualche maniera, essere visti come un’ulteriore frontiera della assicurazione tradizionale. È ovvio che in tutto questo sistema questa necessità di accrescimento delle competenze investe anche in prima battuta gli intermediari, perché anche i broker dovranno altrettanto strutturarsi per poter utilmente offrire, laddove ce ne fosse necessità e bisogno, questo tipo di servizi. Credo che stiamo parlando un po’ troppo genericamente, almeno questa è la mia opinione, tra quello che è il limite di una assicurazione tradizionale e quelli che sono gli svariati e infiniti campi di applicazione di una metodologia finanziaria che possiamo chiamare anche assicurazione finanziaria, ma che, quando si tratta di garantire bilanci di compagnie, oppure ai fini fiscali trovare delle soluzioni che permettano di ridurre l’impatto delle tasse per la società, sì, la possiamo chiamare assicurazione, ma francamente la chiamerei un qualche cosa di finanziario che con l’assicurazione tradizionale ha poco a che vedere. Questa è un po’ la mia opinione, che è anche un po’ lo stimolo per un nuovo dibattito, anche perché forse, su questo piano, gli assicuratori tradizionali sono più vicini al mio pensiero. Sicuramente non lo sarà chi, invece, si occupa di ART e quindi spinge per dire che l’ ART è un’alternativa vera e propria all’assicurazione. Grazie . MR.PRECHTL: Credo che Mario condivida la mia opinione, quello che ho cercato di esprimere io prima, o anche i miei colleghi relatori. Il futuro c’è per ART, ma non da vedere come futuro unico, cioè tutto basato sull’ Alternative Risk Transfer, ma in combinazione. ART deve sempre fare parte almeno al momento di un programma sia tradizionale che non tradizionale in questo senso. Aprire i mercati assicurativi e far entrare la capacità finanziaria ha diversi vantaggi e svantaggi. Uno svantaggio che è stato detto è il fatto che è una scommessa, ma una “scommessa” per me have moreover led me to the conclusion that there is something missing from the dialectic in which we have positioned ourselves. We, and I speak as a traditional insurer, have come here to learn what may be the threats and the opportunities of this mythical ART that we have heard so much about, but which is a priori indefinable and probably, as time passes will be enhanced by new aspects. Then we heard the speakers who are experts in ART who gave very valued and interesting presentations, explaining to us all the possibilities of the financial markets in risk transfer from the financial standpoint. In my opinion these two are not alternatives but rather complimentary, therefore certainly ART can be considered as a new frontier for traditional insurance. Those who think that the transfer of financial risk is in some way comparable to the transfer of an insured risk are wrong, in my opinion, if this is what is trying to be said. The insured risk has precise premises so as to be considered insurable, premises that relate to the classic discussions of frequency, average cost of the risk and on the basis of which the insurance companies offer a service for a clientele in the medium to long term, giving security and stability and obviously trying to do its own calculations very well so as to be able to continue over time in their business. From the financial point of view, it seems to me that the vision is a little more speculative, namely that the primary interest in transferring risk under a financial structure is to find the appropriate cover and the minute this is done, the matter is finished, the risk can be assumed and transferred to the investors. These investors, in my opinion, approach these risks as if they were a wager. We have heard earlier reference to catastrophic risks in respect of which the traditional insurer cannot give cover and therefore through the mapping out of these risks, we arrive at a point where it is a group of investors who take the risk. They do this in a substantial way because they cover both the coupon as well as even the true and actual loss of capital. Nowadays, I believe that all the most favourable conditions are there for this to begin to be considered as an alternative. There is a huge excess of capital on offer, there is diversification on the part of the financial institutions to find new means of investment; therefore all the premises are there. To find a solution of this kind, I ask myself however whether one day tomorrow, when faced with negative results, perhaps procedural costs and complexities, this can last over a period of time. In other words, I do not want this to be a short term perspective, that so often 6th R.I.B. Convention 73 è anche una polizza infortuni, una polizza molto tradizionale, per dirla provocatoriamente (se ne prendo solo una singola). Le transazioni di securitization sono sempre spettacolari e sono delle soluzioni molto individuali e creano un sacco di lavoro all’inizio, sono ben calcolati, e sono, almeno per il momento, pochissime rispetto all’assicurazione e alla riassicurazione tradizionale. Perciò in questo senso non direi che è una scommessa: io metto a disposizione una parte del mio capitale, “non butto tutto su una securitization”, poi io ho nel mio portafoglio qualcosa che è indipendente da una recessione. Non dipende da come si sta sviluppando il mercato finanziario e dagli interessi a lungo termine e breve termine. Io ho a che fare per esempio con un terremoto. Posso trovare nel mio portafoglio una bella diversificazione. Il punto che frena un po’ la securitization è ancora la capacità riassicurativa che è molto a buon mercato. Se lei vuole paragonare un programma, una transazione tradizionale con una securitization oggi come oggi pagherà sicuramente tre volte di più per la securitization. Però non è detto che nel futuro non sia diverso. Abbiamo visto dei cicli con dei premi molto alti e con una capacità ridotta. Basta che succeda qualcosa sia in Giappone che in America qual è la capacità disponibile e a quale prezzo? Il futuro c’è per ART ma non subito solo ART, secondo me. DOTT.MASCIOLI: Condivido pienamente la tua analisi, volevo aggiungere qualcosa alle valutazioni del Dott. Lamperti. Condivido pienamente quando afferma che non possiamo mettere sullo stesso piano rischi assicurativi e rischi finanziari. Se mi sono espresso male prima mi correggo, cioè non è intenzione di un riassicuratore come la Swiss Re di trovare soluzioni assicurative tecnicamente assicurative a rischi di natura finanziaria. Questo è evidente: se una compagnia ci chiedesse di quotare dei rischi di natura finanziaria all’interno del Gruppo Swiss Re, noi ci rivolgeremmo agli specialisti per coperture finanziarie di hedging del gruppo Credit Suisse e probabilmente offriremmo dei prezzi comparabili con i prezzi del mercato. characterises the mental processes of a strictly financial type, but rather a medium to long term perspective that is in fact more characteristic of the traditional insurers who have as their objective that of being present over time. These are some of the considerations that I find myself faced with, since where ART becomes a way of covering traditional risks, then it is true it can be a threat for the insurers who are not equipped for this or an opportunity for those who are. On the other hand, where under ART, or under the definition of ART, financial processes from factoring to whatever are concealed or can be identified, I believe that this, after all, is another skill altogether, and is something that traditional companies can equip themselves with because there will be departments who will operate this type of business. However, in my modest opinion, this has little to do with the traditional type of insurance. For this reason, I see neither a threat to the traditional form as an insurer nor an opportunity for him since this will be developed via a financial department that today, taking advantage of particularly favourable situations, can well invest in risk transfer. We have seen asset protection, risks that have nothing to do with risks linked to weather conditions, climatic phenomena and whatsoever else which could, in some way or other, be seen as a further frontier for traditional insurance. It is obvious that this necessity to increase expertise in all these systems involves the brokers in the front line, because brokers will also have to structure themselves so as to offer ultimately these type of services where it is necessary or required. I believe that we are speaking rather generally, at least that is my opinion, of what is the limit of traditional insurance and that of the varied and infinite fields for applying the financial methodology that we can also call financial insurance. When it is a question of guaranteeing a company’s assets or for tax reasons to find solutions that enable the corporate tax impact to be reduced, that can be called insurance. Frankly, however, I would call that a financial operation that has nothing to do with traditional insurance. This is my opinion that I suspect is also perhaps a question for a further debate, because on this approach, the traditional insurers are closer to my thinking. Certainly it will not be for those who, on the other hand, use ART and therefore support the view that ART is a real and true alternative to insurance. Thank you. MR PRECHTL: I believe that Mario shares my opinion which I have tried to express earlier or also in the presentations of my colleagues. There is a future for ART but it should not be seen as unique, namely that everything will be based on Alternative Risk Transfer, but rather as a com- 6th R.I.B. Convention 74 bination. ART should always be, at least at present, part of a programme whether traditional or otherwise in this sense. Opening the insurance markets and allowing in financial capacity has several advantages and disadvantages. One disadvantage that has been stated is the fact that it is a wager, however a wager for me is also an accident policy, a very traditional policy, to be provocative (taken up only once). Transactions in securities are always speculative and are very individual solutions and create a lot of work at the beginning, are well calculated and are, at least for the moment, very limited compared to insurance and traditional insurance. For this reason I would say that it is not a wager in this sense. I make a part of my capital available, “I do not throw everything into securitisation” and then I have something in my portfolio that is independent from recession. It does not depend upon how the financial market is developing or short and long term interest rates. I am involved for example in an earthquake. I can find a good form of diversification in my portfolio. The issue that hinders a little on securitisation is still that much of the reinsurance capacity is cheap. If you compare a traditional insurance transaction with that of securitisation, you will surely currently pay three times more for the securitisation. It does not mean however that it will not be different in the future. We have seen cycles with very high premiums and with a reduced capacity. Something only needs to happen in Japan as well as in America then what is the available capacity and at what price? There is a future for ART but not immediately, in my opinion, for ART alone. DOTT MASCIOLI: I fully agree with your analysis and I would just like to add something to Dott. Lamperti’s evaluation. I agree fully when he says that we cannot put insurance risks and financial risks on the same level. If I have expressed myself badly earlier I would like to correct myself. It is not the intention of a reinsurer like Swiss Re to find insurance solutions that technically are insurance risks of a financial nature. This is obvious: if a company asks us to quote for risks of a financial nature from within the Swiss Re group, we refer to the specialists for financial hedging cover of the Credit Swiss group and probably offer prices that are comparable with market prices. 6th R.I.B. Convention 75 Hossam Shiaty Royal Bank of Canada Insurance Co. The Convergences between Reinsurance and Banking and Jeffrey Vannan Royal Bank of Canada Insurance Co. Mi chiamo Jeffrey Vannan e lavoro presso la Royal Bank of Canada per la divisione Riassicurazione, così come il mio collega Shiaty. Insieme ricopriamo due ruoli: io mi occupo dei tradizionali rami elementari, e di altri meno tradizionali in materia di securitisation. Il mio collega Hassam è più coinvolto nella struttura riassicurativa a livello finanziario, di solvibilità e copertura di inadempienze. Lo scorso anno mi è stata data l’opportunità di presentarvi alcune informazioni sulla Royal Bank of Canada e sul suo crescente ruolo nel settore riassicurativo. Quest’anno ho avuto l’onore di essere stato invitato per parlare sull’argomento della convergenza tra riassicurazione e sistema bancario. Dato l’argomento, sono stato accompagnato dal mio collega Hassam, che ha alle spalle una carriera in banca di ventidue anni. Negli ultimi due ha prestato la sua opera presso la divisione Riassicurazione col ruolo di vice presidente della riassicurazione strutturata. Se ci pensate bene, questa è vera convergenza tra assicurazione e sistema bancario. Questo particolare argomento è molto interessante, specialmente dopo le presentazioni di ieri e il dibattito piuttosto animato che ne è seguito, sul ruolo degli assicuratori e riassicuratori e sui rischi finanziari e del business. Le banche non convergono realmente. Io credo che ciò sia perché le banche, in quanto istituzioni finanziarie, non vedono i rischi allo stesso nostro modo. Un esempio: per esperienza non conosciamo nessun funzionario di banca che anticiperà dei fondi se sa che ci saranno delle inadempienze. Ciò anche se si parlasse di percentuali minime, il 10 o 15%. D’altro canto, chiunque in questa stanza correrebbe ad afferrare l’opportunità di assumere una polizza con 6th R.I.B. Convention M y name is Jeffrey Vannan. I am with the Royal Bank of Canada in the Reinsurance division; my colleague Shiaty is also in the reinsurance division. Together we both perform two roles: I do traditional property and casualty and some non traditional, in terms of securitization. My colleague Hossam, is more involved in the structure reinsurance of financial and solvency and default covers. Last year I was given the opportunity to present you some information regarding Royal Bank of Canada and it’s evolving role in the reinsurance sector. This year I was given an honour for an invitation to speak this time on the topic of convergence between reinsurance and banking. Given the topic I’m joined by my collegue Hossam who has been a career banking for over twenty two years. For the last two years he’s secunded to the reinsurance divisions in the role of vice president of structured reinsurance. If you consider it this is real convergence between reinsurance and banking. This particular topic is an interesting one especially given the presentations of yesterday and the rather spirited debate regarding the role of insurers and reinsurers and financial and business risk. Banks do not truly converge. I believe this is because banks as financial institutions do not view risk the same way as we do. An example: in our experience we do not know of any loan officer that will advance funds if he knows there will be a default. This includes even a small probability of default say 10 or 15%. On the other hand every one in this room will jump at the chance to write a policy at a constant and predictable loss ratio of 10 or 15%. What is the convergence between reinsurance and banking? We believe that is convergence of skills and opportunities and products. The financial institutions see many transactions that they cannot accept due to their perception of risk. This can be referred to insurers. On the other hand we increasingly see opportunities that involve debt financing before or af- 76 un costante, e prevedibile, rapporto sinistri del 10 o 15%. Qual è la convergenza tra riassicurazione e sistema bancario? Noi crediamo che sia la convergenza di esperienza e opportunità e prodotti. Le istituzioni finanziarie vedono molte transazioni che non possono accettare a causa della loro percezione del rischio. Questo può dirsi anche degli assicuratori. D’altro canto, noi vediamo sempre più opportunità che coinvolgono il finanziamento di debiti, prima o dopo la perdita. Prima di addentrarci in questo, possiamo chiedere consiglio alla banca nostra socia oppure chiedere di condividere con lei il rischio. E’ grazie a questi incontri, che il mio collega Hassam e io abbiamo potuto visionare e partecipare ai rischi del tipo non tradizionale, o ART. Ora, spesso a questo punto della presentazione, l’oratore presenta una lista di esempi interessanti di transazioni di marketing. L’abbiamo anche noi, però ne abbiamo sentite altre anche ieri e quindi adesso abbiamo tutti un discreto numero di trattative esistenti, e certo questa lista è destinata a crescere. Hassam e io abbiamo pensato che sarebbe stato più interessante rivedere la natura di alcuni costrutti che sono stati mostrati alla comunità di investitori. Inizierò io, continuerà lui, e lasceremo a voi di decidere se la combinazione di un assicuratore e un bancario vi ha fornito convergenza o dissonanza. Per i rami elementari stiamo assistendo a tre tipi principali di transazioni. Il primo è un investimento che capitalizza su di un’entità assicurativa. L’entità, chiamata “Special Purpose Vehicle o SPV” di solito ha sede in una località offshore, dove i regolamenti sono meno severi e la capitalizzazione richiesta può essere limitata alla somma necessaria per l’assunzione del rischio. Una volta incorporata la SPV, vengono cercati gli investitori, che forniranno i capitali necessari per finanziare la potenziale liquidazione del contratto di riassicurazione. Il contratto di riassicurazione è costruito per coprire rischi derivanti dal portafoglio originale dell’attività. Il contratto in sé, sarà assolutamente uguale a quelli tradizionali e il trigger point può semplicemente essere attivato in base a una perdita che superi una data cifra. Proprio come un contratto excess of loss. Per valutare queste transazioni si riceve un’analisi dell’esposizione del rischio in quella determinata zona. L’analisi viene fornita da società indipendenti quali fornitori di risk management, assicurazioni avanzate, valutazioni di rischi, EQE e altri. E’ importante avere la valutazione effettuata da una società indipendente, per dare più sicurezza all’investitore che il rischio sia stato comunicato in ogni sua sfaccettatura. Nel nostro esempio, alla società di valutazione indipendente verrebbe fornito il dato della localizzazione specifica e loro fornirebbero la loro opinione sull’ammontare del sinistro che avrebbe luogo a seconda dei vari tipi di eventi: tempo, forza di un uragano, intensità di un terremoto. ter loss. Before entering into these we can ask our bank associates for advice or even ask them to share the risk. It is from these encounters that my collegue Hossam and I have been able to review and participate on risk of the non traditional or ART type. Now often at this stage of the presentation the speaker presents a list of interesting examples of marketing transactions. Indeed we have some lists, we have seen some lists yesterday so we know a number of existing deals and that this list will no doubt grow. Hassam and I thought that it will be more interesting to review the nature of some constructs that have been shown to the investing community. I will begin, he will follow and we’ll leave it to you to decide whether the combination of an insurer and a banker has given you the convergence or a discord. For property and casualty structures we are seeing three main types of transactions. The first is an investment structure that capitalizes on an insurance entity. The entity called the special purpose vehicle or SPV is usually in an offshore location where regulation is less intense and the capitalization issues can be constrained to the amount needed for the risk assumption. Once the SPV is incorporated, investors are sought, and they will supply the capital necessary to finance the potential pay out of the contract of reinsurance. The actual reinsurance contract is designed to cover event para loss arising from the originators portfolio business. The contract itself will be completely similar to the traditional contracts and the trigger point can be simply being incurred loss over a threshold amount. Just like an excess of loss contract. To review these transactions one receives an analysis of the risk exposure within the zone. The analysis is provided by independent risk modelers such as risks management solutions, advanced insurance, risks, EQE and others. It’s important to have the modelling performed by an independent body, to provide comfort to the investor, that the attribution of risk is fully disclosed. In our example the location specific data would be supplied to the modeling agency and they would provide their opinion on the amount of loss that would occur at various event sizes: weather, hurricane force or earthquake intensity. It might be interesting to discuss how the modeling agency express is the risk. First, we start with the probability of an event of a size or greater occuring. That is a low intensity event that will have a large probability of happening at any set time frame, say 10%. An even larger event will have an even less probability, of 6th R.I.B. Convention 77 Potrebbe essere interessante discutere il modo in cui la società di valutazione esprime il rischio. Prima, iniziamo con la probabilità di un avvenimento di una certa entità, o anche maggiore. Questo è un evento a bassa intensità che ha un’alta probabilità di avvenire in qualsiasi momento, diciamo il 10%. Un evento anche maggiore ha minori probabilità di avvenire, diciamo il 5%, uno successivo avrebbe una probabilità anche minore dell’1%. Per gli eventi a bassa intensità, la somma delle probabilità sarà 10+5+1, con un totale del 16%. Il successivo evento ad alta intensità avrà come somma di percentuale 6% e quello a maggiore intensità, l’1%. Questa lista di probabilità è chiamata curva “exceeding probability”. Se fossi più in gamba sarei capace di disegnare una curva che andrebbe a unirsi alle altre. Un giorno capirò come farlo usando il mio computer. Le transazioni tipicamente di investimento hanno probabilità di inizio dell’1% o anche meno. Essendo questa l’apparente “zona di conforto” per gli investitori istituzionali, ciò rende possibile che il debito generato dalla transazione venga classificato come BB o meglio, che alla transazione venga data la stessa connotazione e il rating di una fideiussione da poco. Come detto prima, gli investitori in queste fasi forniscono il capitale per consentire la liquidazione, se necessario, dei contratti di riassicurazione. In cambio, essi ricevono interessi in base al tasso interbancario LIBOR o all’UST più un bonus determinato dal rischio della transazione. Attualmente, per transazioni con tasso di probabilità 1% o meno, il tasso bonus è tra il 3.5% e il 4%. Che è di molto inferiore all’8 o 9% che veniva dato per le transazioni di due anni fa. Ciò descrive bene la velocità con la quale il mercato di capitali si è ben adattato all’assicurazione degli eventi catastrofali naturali. Come abbiamo visto in uno dei lucidi di ieri, questo rendimento è anche superiore al rendimento medio per le fideiussioni industriali BB, il che spiega l’interesse nei loro confronti dimostrato dai fondi protetti e dai fondi comuni. Se ben ricordate, questi vantano il 70% del mercato. Ci sono diverse ragioni per cui questo tipo di transazioni sono utili. Quella principale fa riferimento al procedimento alle security classificate A+ per coprire del tutto il rischio catastrofale. Nel 1997, quando la USAA analizzò la sua esposizione agli uragani della Florida, i suoi 250 anni di risarcimenti vennero stimati intorno a 1,5 miliardi di dollari. A quell’epoca, la capacità dell’aid security al mondo dell’assicurazione e della riassicurazione per un singolo programma era nell’ordine di 1 miliardo di dollari. Era evidente che qualcosa non andava. Effettuando un nuovo accordo a livello di mercato interno, furono in grado di onorare il contratto, che non presentava rischio credito, e di completare le protezioni. Questo è un buon esempio di come i due mercati lavorarono insieme a beneficio del cliente. La struttura della seconda transazione assomiglia molto alla prima, ma il rischio non viene stabilito in 6th R.I.B. Convention occurance, say 5%, a further one will have an event probability of 1%. For the low intensity event sum of probabilities will be 10+5+1 for a total of 16%. The next larger event will have a sum of probability of 6% and the largest a probability of 1. This list of probabilities is called “exceeding probability curve”. If I was more clever I would be able to draw a curve that would go amongst the various that way. One day I’ll figure out how to do that using my computer. Tipically investment transactions have an inception probability of 1% or less. That being the apparent “comfort zone” for institutional investors it also enables the transaction to receive a financial debt rated in the order of BB or better, giving the transaction the same shape and rating as a junk bond. As mentioned earlier, the investors in these issues provide the capital to enable the payout, if required, of the reinsurance contract. In return they receive a base investment return at Libor, at London Interbank Operate or UST bill rates plus a bonus rate determined by the risk of the transaction. Currently for transactions with an attachment probability of 1% or less, the bonus rate is between 3.5 and 4%. This is down considerably from the 8% to 9% payed on transactions just 2 years ago. That describes how quickly the capital market has become comfortable with catastrophic insurance risk. As we saw in one of the slides yesterday, this yield is also greater than the average yield for BB industrial bonds, which explains the interest in them by the hedge funds and the mutual funds. If you recall, they can prize over 70% of the market sector. There are reasons why this type of transaction is useful. The main reason was the proceed lock of A plus rated security to fully cover catastrophic risk. In 1997, when USAA analyzed it’s exposure to Florida hurricane, it estimated its 250 year event loss in US dollars at 1.5 billion. At that time, the capacity of aid security to the insurance and reinsurance world for a single program is in the order of US$ 1 billion. Obviously there was a short fall. By taking the residential reissue to the market, they were able to fully fund the contract, that had no credit risk, fully funded and complete their protections. This is a good example of how the 2 markets worked together for the benefit of the client. The second transaction structure looks very much like the first, but the risk is not established directly from the insurers exposures. Instead, the risk modelers compile an industry or regional exposure that is used to run the probability curves. This analysis is used to give the trigger points and pay-out amounts. This transaction is 78 base all’esposizione degli assicuratori. Le società di valutazione compilano invece una esposizione regionale o industriale che viene usata per sviluppare le curve di probabilità. Questa analisi viene usata per individuare i “trigger points” e le cifre da risarcire. Questa transazione viene chiamata struttura parametrica. Il vantaggio principale di questa struttura è il risarcimento veloce dell’ammontare della cauzione, dal momento che il valore del sinistro può essere determinato non appena viene risaputa l’intensità del terremoto o dell’uragano. Ciò può accrescere il cash flow dell’assicuratore e rendergli possibile preservare gli investimenti, piuttosto che sborsarli con tassi di interesse che potrebbero essere molto più alti. Inoltre, questa struttura può essere usata per creare nuove capacità che vanno a posizionarsi accanto al portafoglio che è protetto dalla riassicurazione tradizionale. Ieri, è stata menzionata la Transazione Tokyo FireMarine. In modo abbastanza appropriato, la SPV di quell’affare è stata definita come un tasso parametrico. In quel caso, venne costruito un cubo dove Tokyo stava in cima e vicino al centro. Il cubo si estendeva in basso, nella terra. Se ha luogo un avvenimento sismico e viene presa a modello l’energia sprigionata all’ipogeo, che non è l’epicentro, ma quel punto più in basso dove l’energia viene sprigionata, verrà determinato un valore di sinistro. Tokyo Fire-Marine allora innescherà un risarcimento dalla sua SPV. La struttura finale che si vede nel settore P&C sono le transazioni “swap”, che vengono fatte sulla base della documentazione della Swap Dealer Association. Queste agiscono più come compagnie riassicuratrici tradizionali, dal momento che non avviene alcun trasferimento di denaro a meno che, e fino a che, l’evento “trigger” non sia accaduto. Nelle azioni, queste transazioni sono identiche alle garanzie per perdite industriali o garanzia per perdite originali, tranne che non esiste necessità per la clausola della perdita definitiva. Recentemente abbiamo visto questo tipo di struttura usata per fornire copertura per il rischio terremoto negli Stati Uniti, con un punto “trigger” che era posizionato al di sopra della perdita di 20 miliardi di dollari. La probabilità di questo evento fu fornito dalla società di valutazione e venne stabilito un costo. A questo punto vi interesserà sapere che questa specifica trattativa fu creata e distribuita dalla Society General, tramite la sua divisione assicurativa di Londra. Alla faccia dei rami elementari. E ne abbiamo viste di trattative che ci sono passate davanti con l’etichetta di rami elementari. Io però voglio che capiate che ci sono molte trattative che stanno arrivando e che vanno ben al di là, che toccano tutti i settori dell’assicurazione, dell’assicurazione vita. Se pensate a come i nostri amici del settore vita fanno gli affari, saprete ben presto che hanno non poche difficoltà nel creare un nuovo genere di affari. I contratti vita hanno, per tradizione, commissioni molto elevate. Questo diminuisce molto il cash flow nei primi 2 o 3 anni. D’altro canto, le regole della contabilità impongono che vengano fis- called a parametric structure. The main advantage of this structure is the quick payout of the bond amount, as the value of the loss can be determined as soon as the intensity of the quake or the landfault point of the hurricane is known. This can enhance the cash flow of the insurer and enable them to preserve their investments, rather than cash them out at what might be far excelled rates. In addition, this structure may be used to create new capacity that sits beside the portfolio that is protected by traditional reinsurance. Yesterday the Tokyo Fire-Marine Transaction was mentioned. Appropriately enough the SPV of that deal was called parametric rate. In that case a cube was constructed with Tokyo sitting near the top and the centre. The cube extended down into the earth. If a sysmic event occurs and the energy released at the hypol centre, which is not the epicentre, but is that point below the epicentre, where the true energy release occurs, will be modeled and a loss value determined. Tokyo FireMarine will then trigger a pay out from the SPV. The final structure which is seen in the P&C sector are the swap transactions, that are done on international swap dealer association documentation. These act even more like traditional reinsurance, as there is no transfer of money, unless and until, the trigger event has occured. By action, these transactions are identical to industry loss warantees or original loss warantees, except there is no requirement for an ultimate net loss clause. Recently we have seen this type of structure used to provide option cover for US earthquake risk, for the trigger point above a loss value of US$20 billion. The probability of this event was provided by the modeler and a price struck. You’ll be interested to hear that this particular deal was created and distributed by Society General through its insurance division in London. So much for property and casualty and we’ve seen a lot of deals provided to us over the last day and today, that are all property and casualty orientated, but I want you to understand that there are many, many deals coming out that go way beyond, that go through all sectors of insurance. Life insurance. If you consider how our friends in the life insurance industry do their business, you will soon know that they have a difficult time in creating a new block of business. Life contracts, traditionally, have a high fronted commission. This greatly diminuishes the cash flow in the first 2 or 3 years. On the other hand, accounting rules demand that they establish reserves for the mortality exposure assumed immediately. This disconnect creates an accounting loss for the life insurer. This loss can be absorbed by means of debt structure whereby the expenses are absorbed by a financial trans6th R.I.B. Convention 79 sate immediatamente le riserve per l’esposizione caso morte. Questo divario crea una perdita contabile all’assicuratore vita. Questa perdita può essere assorbita per mezzo della struttura dei debiti, per cui le spese vengono assorbite da una transazione finanziaria che alleggerisce l’impatto sul bilancio. All’altro capo del business del ramo vita c’è il capitale investito in un settore di business maturo o chiuso e i nostri amici dell’assicurazione vita raggruppano rischi immortalità e li accumulano fino a che non raggiungono un certo livello, che era originalmente associato con il capitale, e chiudono quel capitolo di affari, così non accettano nuovi affari. A quel punto, il business non crescerà più. Il rischio restante è quello legato al reddito da investimenti contro il presupposto originale, il tasso di mortalità e il tasso di risoluzione dei contratti. Sì, perché le polizze possono essere incassate dai contraenti originali. Solitamente, queste esposizioni possono venire qualificate con parametri molto ravvicinati. Una volta fatto, allora il blocco di affari può essere venduto o sottoposto a “securitization” al mercato finanziario. Loro pagano in contanti, per un investimento a lungo termine, e l’assicuratore vita può riutilizzare il proprio capitale per iniziare da capo l’intero processo. Ora lascerò la parola ad Hossam, che vi fornirà la sua opinione su alcune transazioni che vi daranno, forse, altre idee su dove sta andando questo business. Oggi non vi dirò nulla che non vi sia già familiare, perché non posso. Molti di voi hanno conoscenze in campo assicurativo, più di quante ne avrò mai io, però mi piacerebbe ripassare alcune delle similarità tra il sistema bancario e il mondo delle assicurazioni e io credo che le conversioni siano state un processo evolutivo che non è avvenuto dall’oggi al domani. E’ una cosa semplice da dire, ma non sono il solo a pensarla. Sia le banche che i riassicuratori prendono a prestito e adattano prodotti presi gli uni dagli altri. Se ci pensate, ci sono somiglianze notevoli tra le “securitisation” e l’ “excess of loss” per il broker assicurativo. Uno ha un equity layer, un layer mediano, che può essere classificato BB o AAA, che in cima ha un layer AAA. La stessa cosa si può dire con il programma riassicurativo. A un layer di retention, e in cima un layer operativo. Ci sono naturalmente delle differenze fondamentali, una di queste è che in una securitisation, gli investitori disperdono in fondi, mentre gli assicuratori non lo fanno; loro si limitano a fornire una indennità. Controgaranzie. Sia le banche che i riassicuratori le hanno date, per un po’. Quella bancaria viene fornita tramite lettera di credito, i riassicuratori usano dei testi tipicamente loro. Il risultato alla fine, è lo stesso. Abbiamo tutti visto e parlato di derivati assicurativi, quali le opzioni usate per il tempo atmosferico, le transazioni catastrofali. Ce ne sono di altro tipo, che sono state adattate dai riassicuratori per i loro scopi. Una banca, con crediti protetti in modo specifico rischia, acquistandone uno falso. Se è preoccupata che la società ABC si ritiri da un acquisto, acquisterebbe lei al suo posto, entrando in 6th R.I.B. Convention action that relieves the impact on the financial balance sheet. At the other end of the life insurance business is the capital invested in a mature or closed block of business and our friends in the life insurance business gather immortality risk and they accumulate it until it reaches a certain peak amount, that was originally associated with the capital, and they close that book of business, so it accepts no new business. At that point the business will not grow anymore. The risks remaining are investment returns against the original assumptions, the mortality rate and the lapse rate. That’s because the policies themselves can be lapsed by the original owners. Usually these exposures can be quantified within very close parameters. Once that is done, then the block of business can be sold or securitised to the capital market. They pay cash, for a long term investment and the life insurer is able to reuse its capital to begin the whole process all over again. Now I’ll turn the podium over to Hossam who will provide you with his review of some transactions, which will give you, perhaps, further ideas of where this business is going. I’m not going to say anything today that is not familiar to you, I can’t. Most of you have knowledge about insurance, more than I’ll ever know, but I would just like to go over the similarities between the banking world and the insurance world and I think conversions have been an evolutionary process and it hasn’t happened over night; it’s just a nice thing we’re saying but it’s been around. Both bankers and reinsurers, borrow and adapt products from each other. When you think about it, there are striking similarities between securitisation and an excess of loss for the insurance broker. One has an equity layer, a median layer that might be rated BB or AAA, that has a AAA layer on top. Same thing with the reinsurance program. It’s got a retention layer, a working layer on top. There are some fundamental differences of course, one of them is that in a securitisation, the investors disperse the funds while insurers don’t; they just provide an indemnity. Credit enhancement. Both bankers and reinsurers have done it for a while. The bankers issue is done by letter of credit, the reinsurer use their own wording. The result is really the same. We’ve all seen and talked about insurance derivatives, such as options being used for weather, catastrophe transactions. There are other kinds of derivatives, that have been adapted by insurers for their own purpose. A banker with typically hedged specific credit risks by buying a false one. Essentially if he is concerned about ABC company deporting on a buying, he would buy, entering into a swap and he will get payed if ABC company defaults. These swaps use 80 uno swap, e verrebbe pagata se la compagnia ABC non si attenesse agli accordi. Questi swap sono standard, sviluppati dalla International Swap Dealers Association (ISDA) e vengono riconosciuti in tutto il mondo, per cui gli swap sono un modo molto veloce per proteggersi dal rischio di nuovi crediti. Lo stesso principio può essere usato dagli assicuratori, e viene usato. Abbiamo visto alcune transazioni e ne abbiamo fatte alcune. Come esempio, un assicuratore può usare una dozzina o più di riassicuratori e può preoccuparsi dell’esposizione “aggregate” o della solidità di uno dei riassicuratori. E’ possibile ottenere una copertura da un altro riassicuratore, naturalmente con una migliore tassazione credito, per coprire l’insolvenza e solo l’insolvenza di uno qualsiasi di questi riassicuratori. In questo modo, è possibile continuare a usare gli stessi riassicuratori, se con loro sono stati instaurati buoni rapporti, senza preoccuparsi dell’esposizione “aggregate” e della loro solidità. L’aspetto interessante di questo, è che di solito, la copertura che si otterrà, è un doppio trigger. Primo, l’assicuratore deve avere subito un sinistro da opporre al riassicuratore. Questo significa che le sue perdite avranno superato la sua stessa retention, poi l’assicuratore deve diventare insolvente prima che la copertura scatti. Come vedete, è una copertura a base creditizia, ma utilizza tecniche riassicurative tradizionali. Un altro tipo di copertura di default che abbiamo fatto di recente, è per stanze di compensazione, per conto della Borsa. Abbiamo partecipato a una transazione per conto della Borsa di Parigi. Qui loro erano molto preoccupati sulle inadempienze catastrofali dei membri del clearing. Se cinque o sei dei più grandi membri del clearing, in uno stesso lasso di tempo, non adempissero ai loro obblighi, si avrebbero enormi perdite per la stanza di compensazione. Quindi richiesero una garanzia di 150 milioni di euro, in excess of loss di 170 milioni di dollari, su un periodo di tre anni. L’accordo fu organizzato dalla Société Générale. La cosa interessante credo è che il tutto fu, appunto, organizzato da una banca. I partecipanti erano sia banche che riassicuratori. La maggioranza erano riassicuratori. C’erano due banche, compresi noi, ma fu la divisione riassicurazione che si occupò della nostra parte. Di nuovo si tratta di un contratto di tipo tradizionale, che però viene usato per motivi di natura bancaria. Prima non si è parlato di arbitrati. Che si tratti di arbitrato su costi, di arbitrato fiscale, conosco persone a cui tutto questo non piace, però resta il fatto che riassicuratori innovativi creeranno prodotti che trarranno beneficio da qualsiasi sbilancio, fino a che lo sbilancio non verrà corretto in qualche modo e allora loro passeranno oltre. In questo modo i prodotti continueranno a rinnovarsi e questo fa sì che ART continui a procedere. Mi piacerebbe riferirvi di un esempio di questo genere di conversioni e di ART, che usa prodotti riassicurativi derivati dal credito nella stessa transazione. Penso si possa descrivere come un arbitrato per sovrattasse. So che qualcuno di voi mi accuserà di evasione fiscale, però esiste anche quello che si dice “evitare” le tasse. Nella Comunità Europea, e standard documentation, developed by the International Swap Dealers Association (ISDA) and the documentation is recognized worldwide, so swaps are a very quick way of hedging new credit risk. The same principle can be used by the insurers and is used. We have seen some transactions and we’ve done some. As an example, an insurer may use a dozen or more reinsurers and may worry about aggregational exposure or about the security of one of those reinsurers. You can obtain a cover from another reinsurer, with a better credit rating obviously, to cover the insolvency and just the insolvency of any of these reinsurers. This way you can continue to use your reinsurers, if you’ve established a good relationship with them without worrying about the aggregational exposure and without worrying about where the security of the week ones is going. The interesting feature about this is that, usually, it’s a double trigger, the cover that you will be getting. First, the reinsurer must have a claim against the reinsurer. That means his losses will have exceeded his own retention, then the insurer must become insolvent before the cover is triggered. As you see, it’s a credit oriented cover but it uses traditional reinsurance techniques. Another type of default cover we’ve done recently, is for clearing houses for stock exchanges. James Kelly has also seen these transactions. We’ve participated in a transaction for the Paris Stock Exchange, Paris Bourse, where they have basically worried about a catastrophic default of the clearing members. If five or six of the large clearing members default together in a specific period of time, the clearing house would be left with, perhaps, enormous losses. So they got into 150 million Euros, excess of 170 million dollar cover, three year turn. The arrangement was arranged by Société Générale, I appologize about the spelling, this was done at two o’clock in the morning I think. The interesting thing about this, I think is, that it was arranged by a bank. The participants were both banks and reinsurers. I think the majority were reinsurers. There were two banks, including us, but it was the reinsurers division that did our part of it. It’s again a traditional type of contract, but it’s used for almost banking reasons really. What has not been mentioned before is arbitrage. Whether it’s price arbitrage, tax arbitrage, I know some people don’t like that, or other type; the fact is that innovative insurers will create products to take advantage of any inbalance, until that inbalance is corrected somehow and they move on. In that way that keeps renewing the products you have and keeps ART going. I’d like to relate you an example of this kind of conversions and ART, which uses credit derivative products reinsurance in the same transaction. I think we can describe it as a premium tax arbitrage. I know someone is going to ac6th R.I.B. Convention 81 lo sapete tutti, alcuni paesi hanno imposte sui premi molto elevate. Il Belgio ha il 9,25%, credo. L’Irlanda, dall’altro canto, e Brandon qui lo può confermare, ha il 2%. Le banche del Belgio, di solito, assicurano il loro portafoglio prestiti perché è un metodo fiscale efficace per ottenere un fondo generale perdite. Lo fanno di solito tramite le loro captive in Lussemburgo, devono però pagare il loro 9,25% di imposte sui premi. Se entrano in un efficiente default swap, in un index credit default swap, con una banca Irlandese, non pagano né imposte né default swap. La banca irlandese ha ora conoscenza del loro fabbisogno generale. Lo assicura presso un assicuratore in fronting, paga il 2%, l’assicuratore lo riassicura con la captive in Lussemburgo. Un contratto tradizionale di riassicurazione tornerebbe alla captive. Sono state causati attriti, però è stato risparmiato il 7%, meno il costo degli attriti. Questo è un concetto. Non lo abbiamo ancora fatto, ma vi mostra dove si può arrivare e dove banche e assicuratori possono aiutarsi. Esistono molti altri esempi di conversione e ART che rendono più sottile la linea di demarcazione tra le due industrie. Non ve ne parlerò qui, non le conosco tutte, e forse voi le conoscete meglio di me. Però ve ne citerò un’altra. Le banche hanno securizzato i loro portafogli carte di credito, quelli dei prestiti e dei mutui. Ciò tiene lontana l’esposizione dai loro bilanci, mantiene i loro rapporti con i clienti e le fa continuare ad andare avanti. Ora, alcune banche americane hanno usato la riassicurazione per proteggere l’esposizione, senza liberarsi del portafoglio. Ho visto un caso in cui, una banca americana ha riassicurato l’excess of loss del suo piccolo portafoglio prestiti. Per la retention layer è stato usato un buon rischio ART e un excess of loss per la quota di ritenzione. Tenere il portafoglio e riassicurarlo ha i suoi vantaggi se non volete liberare il vostro bilancio, ma volete essere sicuri che la vostra esposizione creditizia sia limitata. Opportunità come queste sono ovunque, e ci sono soluzioni innovative che vanno bene per tutti e due, che si possono prendere a prestito dai due mondi. Queste sono sicuramente convergenze di prodotti e noi crediamo che cresceranno in tutti e due i mercati e che il mondo sarà sempre più interessante. Ecco, questo è tutto ciò che voglio dire. Vorrei ora terminare i nostri interventi con un ringraziamento a colei che ci ospita, la RIB, al signor Franco Curioni, a Carlo Faina e a James Kelly, per averci invitati. Siamo stati contenti della possibilità di espandere i nostri ruoli e di continuare a lavorare con RIB, negli ultimi dodici mesi. Li consideriamo un partner strategico, non solo per la nostra partecipazione agli affari in Italia, ma per tutti i nostri account, in tutto il mondo. 6th R.I.B. Convention cuse me of tax evasion, but there is also such a thing as tax avoidance too. In the European Community and all of you know that, some countries have very steep premium taxes. Belgium has 9.25% I think. Ireland, on the other hand and Brandon here can confirm it, has 2% premium tax. Belgian banks, usually, insure their loan portfolio because it’s a tax efficient mean of coming up with a general provision for losses. They usually do that with their own captives in Luxembourg, but they have to pay their 9.25% premium tax. So, if they enter into a fairly default swap, an index based credit default swap, with an Irish bank, they don’t pay premium tax on a default swap. The Irish bank has now the notional amount of their general provision. It insures it with an Irish fronting insurer, it pays 2%, the fronting insurer reinsures with the captive in Luxembourg. Traditional reinsurance contract would back to the captive. There’s been some friction caused, but somebody has saved almost 7%, less the friction costs. This one is a concept. We haven’t done it yet, but it shows you where you can go with this and where banks and insurers can help each other. There’s a lot of examples of conversions and ART that are blurring the lines between the two industries. I’m not going to relate all of them here, I don’t know all of them, I’m sure you know more than me, but one more. Banks have securitized their credit-card portfolios, their loan portfolios, their mortgage portfolios. It takes the exposure of their balance sheet, they keep the client relationships and they keep going. Now some US banks have been using some reinsurers to protect the exposure, without getting rid of the portfolio. I’ve seen one case where an American bank has reinsured its small business loan portfolio. It used fine ART risk for their retention layer, with an American reinsurer and an excess of loss for the share retention. Kept the portfolio, reinsured it, it has advantages if you don’t need to free up your balance sheet but you just want to make sure your credit exposure is limited. So there are opportunities like that everywhere, so there are innovative solutions that go both ways, borrowable from both worlds. This is certainly convergence of product and we think it will increase in both markets and develop in both markets and it’s going to be a very interesting world from now. That’s all I’d like to say. I would like to end our remarks with an expression of thanks to our hosts, RIB, actually to Mr. Franco Curioni, Carlo Faina and James Kelly for inviting us. We’ve been very happy to continue and expand our roles with RIB in the last twelve months. We consider them a valued strategic partner not only for our participation in Italian business, but for our worldwide accounts. 82 6th R.I.B. Convention 83 Fausto Panzeri Studio Panzeri & Associati s.r.l. Una rilettura attenta di tutti i dati emersi dai bilanci 1998 delle compagnie d’assicurazione propone numerosi spunti di riflessione sulle tendenze del mercato e dei suoi protagonisti. La prima riguarda il fenomeno della concentrazione delle imprese ed il contestuale ingresso di nuovi imprenditori. Per meglio comprendere questo fenomeno bastano poche cifre. Nel 1996, sul mercato italiano, erano presenti 271 compagnie, nel biennio 96/98 hanno iniziato ad operare 31 imprese, eppure alla fine del 1998 le compagnie erano diventate 250. Ciò significa che ben 52 imprese sono uscite di scena. Qualcuna a seguito di fusioni e incorporazioni e le altre a causa di liquidazioni volontarie o coatte. La moria si è verificata esclusivamente nel ramo Danni, perché nel Vita il numero dei competitori è in costante crescita, per la spinta emulativa che anima le banche ad entrare in questo business. Il 1998 ha registrato lo storico sorpasso dei premi raccolti nel Vita, rispetto a quelli dei Danni. 56,5 mila miliardi contro 52,7 per un totale di 111,2 mila miliardi nel lavoro diretto ed indiretto. Limitando la nostra analisi al lavoro diretto si può rilevare come il ramo Vita con i suoi 51.758 miliardi rappresenti il 51,6% del fatturato complessivo. Un’ascesa formidabile se si considera che nel 1988 i premi Vita ammontavano a 6.304 miliardi, mentre quelli Danni si attestavano sui 19.806 miliardi. L’incremento del Vita dal 1988 al 1998 è stato del 721%, mentre quello dei Danni del 144%. Ragionando di Danni, tuttavia, è opportuno fare un’ulteriore considerazione. La R.C. obbligatoria, nel 1988 rappresentava il 44,6% del totale mentre nel 1998 il peso percentuale è salito al 47,2%. Parrà forse provocatorio ma ci sembra statisticamente corretto asserire che quello italiano è sostanzialmente un mercato Vita ed Auto. Il peso dei cosiddetti rami preferiti, infatti, che nel 1988 con i loro 8.732 miliardi rappresentavano il 33,4% del totale, oggi è sceso al 20,5%. Così operando, mentre si diminuisce il gap con gli altri paesi nel ramo Vita, si accentua quello negli altri rami, più tipicamente assicurativi. Questa “crisi” peraltro si riverbera anche sui risultati del comparto assicurativo. Nella tabella sottostante evidenziamo gli utili netti dell’intero settore, ricavati dalle pubblicazioni ANIA, con l’avvertenza che l’attribuzione nel 1998 degli utili Danni e Vita è stata stimata poiché i nuovi modelli di bilancio non consentono questa distinzione a livello di utile netto. 6th R.I.B. Convention Short synthesis of the Italian Market A careful analysis of all data shown in the 1998 insurance companies’ balance sheets, give us many clues on the trends in the market and of its protagonists. The first concerns the concentration of companies and the competitive arrival of new entrepreneurs. Just a few numbers are enough to understand this phenomenon. In 1996 there were 271 insurance companies in the Italian market, these were 250 in 1998, even though in the 96/98 two year period 31 new companies had started their business. This means that by that time, 52 companies had abandoned the scene. For some, this resulted from mergers and acquisitions, and for others voluntary or compulsory winding-up. This high mortality has been experienced by Non Life lines only, and as a result of the ever increasing number of Life competitors represented by banks, pushed by some kind of emulative drive to enter into this kind of business. 1998 has witnessed an historical takeover by Life premiums over Non Life premiums. 56.5 thousand billion against 52.7, for a total of 111.2 thousand billion in direct and indirect businesses. Our analysis will be on the direct business only and we want to point out that the Life line, with its 51,758 billion represents 51.6% of the whole of the turnover. A formidable growth, when we consider that Life premiums in 1988 were 6,304 billion, while Non Life premiums were around 19.806 billion. From 1988 to 1998, Life lines have increased by 721%, while Non Life has increased by 144%. When talking of Non Life lines it is nonetheless important to say that in 1988, Motor Third Party Liability represented 44.6% of the total, while in 1998 this percentage has grown by up to 47.2%. Maybe it will seem provocative, but we believe it correct to say that the Italian market is, essentially, a Motor TPL and Life market. The weight of the so called “preferred lines”, which with their 8,732 billion in 1988 represented 33.4% of the total, is nowadays decreased to 20.5%. In this way, while the gap with other countries in the Life line is decreasing, it is growing with the other, 84 UTILE NETTO 1998 1997 1996 1995 1994 Danni - -271 746 580 -809 Vita 2.506 1.650 1.674 1.884 1.157 Totale 2.506 1.439 2.420 2.464 348 Da un primo esame non è certo difficile rilevare la “sofferenza” dei rami Danni. Giova altresì ricordare che alla stima di un pareggio, a livello di utile netto, siamo pervenuti con l’attribuzione ai Danni di una quota dei proventi straordinari e di quelli non tecnici ed addebitando le imposte pressoché esclusivamente al ramo Vita. Se si osserva infatti il risultato dei conti tecnici si può riscontrare un saldo positivo per il Vita di 2.010 miliardi ed uno negativo per i Danni di 1.095 miliardi. I dati del 1999 appalesano, a livello semestrale, alcuni segnali di miglioramento ma l’esame della storia recente non induce certo a valutazioni ottimistiche. Vero è che la perdita emerge maggiormente nella R.C. Auto ma, analizzando i rapporti sinistri a premi, si scopre che anche in altri rami l’equilibrio non è certo a portata di mano. Rapporto sinistri a premi (S/P) dei rami che raccolgono più di 400 miliardi nel 1998 S/P Cauzione Corpi autoveicoli Incendio Infortuni Credito Altri danni ai beni Malattia Corpi marittimi R.C. Auto R. C. Generale Totale Auto (R.C. + Corpi autoveicoli) Totale altri Rami Totale Generale 32,7 47,4 59,6 60,5 63,7 79,3 81,3 92,2 102,0 113,6 % premi su danni 2,1 10,2 7,0 9,1 0,8 6,6 4,5 1,0 47,3 7,6 92,4 74,5 84,6 57,5 42,5 100,0 Il ramo che, anche prospetticamente, desta molte preoccupazioni per gli assicuratori è la R.C. Generale, nella quale è in corso un forte processo di anti selezione. In buona sostanza, richiedono coperture, oltre agli ospedali ed ai medici, tutti quei professionisti e quelle attività che si sentono maggiormente esposte ai rischi, mentre non contribuiscono a creare “mutualità” coloro i quali si sentono più tranquilli e con ogni probabilità non vengono molto sollecitati. Andamento negativo anche per i Corpi marittimi e per le Malattie, che potrebbero generare importanti opportunità di sviluppo per gli assicuratori. I quali, peraltro, dovrebbero assumere un impegno più preciso per integrare gli spazi, che lo Stato è destinato ad aprire per garantire a tutti una previdenza sanitaria davvero essenziale, senza gravare di costi eccessivi la collettività. Si pensi alla “timidezza” con la quale vengono proposte le coperture Long Term Care ed al ritardo con il quale si sta predisponendo un adeguato network sanitario che possa affiancarsi alle strutture pubbliche. A li- more typically, strictly insurance lines. This “crisis” reverberates on the profits of the insurance sector. In the table below, we show the net profits for the whole of the sector. These were taken from the ANIA publications, with the warning that for 1998 the allocation of the amounts to Life and Non Life lines was estimated. New balance sheets do not permit a distinction to be made between these two for the net profit. NET PROFIT NON LIFE LIFE 1998 2,506 1997 - 271 1,650 1996 746 1,674 1995 580 1,884 1994 -809 1,157 TOTAL 2,506 1,439 2,420 2,464 348 Even with just a cursory glance, it is quite easy to realize the “suffering” of Non Life lines. It is also important to point out that, to get to an estimate of comparison of net profit, we have attributed to Non Life lines a share of the extraordinary income and of the non-technical income, and we have charged taxes exclusively to the Life line. When one observes the results of technical accounts, it is possible to see a positive result for the Life line of 2,010 billion and a negative one for Non Life lines of 1,095 billion. 1999 data show, on a six months basis, some signs of improvement. Recent history though, does not leave us much room for optimistic evaluations. It is true that the greatest losses are for Motor TPL but, when we analyze the loss ratio, we find that the other lines too are quite far from having reached an equilibrium. Loss ratio for lines with more than 400 billion premium in 1998 Loss ratio % on Non Life Premiums 32.7 47.4 59.6 60.5 63.7 79.3 81.3 92.2 102.0 113.6 2.1 10.2 7.0 9.1 0.8 6.6 4.5 1.0 47.3 7.6 Total Motor Insurance (TPL + motor vehicles) Total other Lines 92.4 74.5 57.5 42.5 General Total 84.6 100.0 Bonds Motor vehicles Fire Personal Accident Credit Insurance Damages (Non personal) Illness Hull Motor TPL TPL The line that, even projecting forward, worries the insurers the most, is General TPL which is undergoing a general process of anti-selection. What is now happen6th R.I.B. Convention 85 vello conto economico si può altresì rilevare la diminuita incidenza dei caricamenti, scesi nel ramo Vita dal 12,4% del 1997 al 10% del 1998 e nei Danni dal 26,4% al 25,3%. I proventi patrimoniali, malgrado i minori interessi percepiti nel settore del reddito fisso, sono cresciuti del 25,9% in un anno a causa del buon incremento dei premi, delle riserve tecniche e dei corrispettivi investimenti. Analizzando la situazione patrimoniale si evidenzia una buona crescita del patrimonio netto (+9,7%) che ha raggiunto i 56.650 miliardi e delle riserve tecniche (+21,8%) che nel 1998 hanno superato i 331 mila miliardi. Si sono maggiormente incrementate le riserve tecniche del ramo Vita (+26,6%) che hanno raggiunto il 71,5% del totale, mentre quelle Danni si sono incrementate del 7,5%. Gli investimenti hanno raggiunto i 344 mila miliardi e rappresentano l’80% circa dell’attivo dell’intero comparto assicurativo. La parte del leone continuano a svolgerla i titoli a reddito fisso ed obbligazionari (61,5%) mentre stanno crescendo gli investimenti azionari, che sono arrivati al 16,1% del totale, ma che ricomprendono, ovviamente, le partecipazioni strumentali e di controllo delle imprese assicuratrici. Ancora marginale, se raffrontato ad altri paesi europei, l’investimento nei mercati azionari. Continua a diminuire il peso del mattone, rappresentato dalla voce Terreni e Fabbricati, che rappresenta una percentuale del 5,1% sul totale degli investimenti. Ritornando al patrimonio netto delle imprese si possono fare due considerazioni, la prima in ordine alla solidità patrimoniale del comparto assicurativo, la seconda relativa alla sua redditività. Nelle tabelle sottostanti indichiamo il rapporto tra mezzi propri e raccolta premi che costituisce uno dei parametri più significativi del margine di solvibilità, nonché quello tra utile netto e mezzi propri che è ormai entrato nel lessico comune nella sua dizione inglese: ROE (Return on Equity). Anni 1981 1986 1991 1996 1997 1998 Mezzi propri (in miliardi) 2.257 8.736 31.118 46.964 51.516 56.650 Anni Utile Netto Mezzi propri 1994 1995 1996 1997 1998 348 2.464 2.420 1.756 2.506 % sui premi raccolti 20 36 78 69 63 51 45.025 44.862 46.964 51.516 56.650 % R.O.E. 0,8 5,5 5,2 3,4 4,4 Dalla lettura dei dati emerge, in buona sostanza, che il comparto assicurativo italiano è solido ma scarsamente redditizio. Il patrimonio di 56.650 miliardi, infatti, rappresenta il 51% dei premi raccolti in Italia, una percentuale di tutto rispetto ancorché discendente rispetto ai valori dei primi anni 90. Fanno eccezione a questa elevata patrimonialità le 6th R.I.B. Convention ing is that this kind of cover is increasingly requested by hospitals, doctors and by all those professionals and activities that feel more exposed to risks. People who feel less threatened, do not create “mutuality”, and it is likely, are not even pressed to do so. Hull and Illness lines have also had a negative trend, but these lines could create good opportunities for the insurers who should accept more precise commitments. Very soon in fact, the companies will be called upon to fill up the new spaces opened up by new Laws that the Government is planning to create in order to guarantee a basic Health coverage for all, without burdening the group as a whole with excessive costs. Think of the “timidity” with which Long Term Care coverage is proposed and the delay in which an adequate sanitary network is being created that could work in parallel with the public structure. Looking at profit and loss accounts, it is also clear that premium loadings have been reduced. In the Life line they have gone down from 12.4% in 1997 to 10% in 1998, in Non Life lines they have decreased from 26.4% to 25.3%. In one year, capital gains have increased by 25.9% because of the growth in premiums, technical reserves and related investments, and this despite of lower interest obtained from the fixed income sector. The balance sheet analysis reveals a good growth of net capital (+9.7%), that has reached 56,650 billion, and of technical reserves (+21.8%) that in 1998 surpassed 331 thousand billion. Life line technical reserves have been increased (+26.6%) and now amount to 71.5% of the total, while Non Life reserves have increased by 7.5%. Investments have reached 344 thousand billion and represent now about the 80% of the profits of the whole insurance sector. Fixed income securities and bonds are those with the best trend (61.5%) and investments in stock are growing and have now reached 16.1% of the total even though they comprise auxiliary participation and controlling interests in insurance companies. Still marginal when compared to other European countries, are the investments on stock markets. The importance of the so called “bricks” and “Mortar” investment, represented by the item land and buildings in the balance sheet keeps decreasing and is now 5.1% of the whole of the investments. Going back to the net capital position, two remarks can be made. The first on the soundness of the insurance sector, the second on its profitability. In the table below we illustrate the relationship between shareholders’ equity and premiums collected, which represents one of the most significant parameters of solvency margins, and that between net income and shareholders’ equity which is commonly known as ROE (Return on Equity). 86 compagnie Vita di recente costituzione e che si sono rapidamente sviluppate grazie alla vendita presso gli sportelli bancari. La maggior parte di queste società si posiziona ai livelli minimi del margine di solvibilità ed esprime, in genere, una buona redditività, che diventa ancor più notevole se valutata in termini di ROE. È del tutto evidente, infatti, che con la diminuzione dei tassi d’interesse, ad una minor capitalizzazione si contrappone una più elevata redditività. Con l’evidente paradosso che le aziende patrimonialmente più fragili, se redditizie, si posizionano ai primi posti nelle classifiche di redditività. È indubbio peraltro che un ROE inferiore al 4% non è certo molto incoraggiante per gli investitori, soprattutto se si leggono i risultati superiori al 10% di molti ed importanti gruppi europei. Riteniamo tuttavia più corretto analizzare la redditività delle imprese italiane separando i dati dei danni da quelli del Vita ed analizzando i risultati per fasce dimensionali. Rielaborando i dati esposti sul Giornale delle Assicurazioni di novembre, abbiamo provveduto ad una prima suddivisione delle compagnie in base ai premi complessivi raccolti nel 1998. Premi in miliardi Oltre 2000 Da 500 a 2000 Da 200 a 500 Da 50 a 200 Sino a 50 Totale N° compagnie Premi Patrimonio netto compreso Utile Utile netto R.O.E. 20 26 40 51 93 65.315.170 22.710.134 11.890.301 5.781.760 1.608.987 42.207.610 6.103.888 3.039.137 1.585.674 905.714 2.587.899 6,45% 289.102 4,97% -199.317 -6,15% -219.425 -12.15% -14.377 -1,56% 230 107.306.352 53.842.023 2.443.882 4,75% FONTE: Rielaborazione dati “Il Giornale delle Assicurazioni” Da una prima lettura si evince chiaramente come le compagnie della prima fascia (8,7% del totale), rappresentino il 61% dei premi, il 78% del patrimonio netto ed addirittura il 105% dell’utile! Si badi bene, inoltre, che la suddivisione è stata fatta per singole imprese e non per gruppi. Se si fosse infatti prescelto questo criterio sarebbe emersa una concentrazione ancora maggiore, considerando che i primi 10 gruppi sono costituiti da 93 imprese. Alle società cosiddette minori, peraltro, non restano che le briciole. Le 26 imprese che appartengono alla seconda fascia (fatturato da 500 a 2.000 miliardi) raccolgono il 21% dei premi, con un 11% del patrimonio ed un 12% dell’utile. I risultati medi delle fasce inferiori sono invero desolanti! In buona sostanza 184 imprese si dividono 19.000 miliardi di premi, con un patrimonio di 5.530 miliardi e perdite per oltre 430 miliardi. Piccolo è brutto quindi? Senz’altro, ma con qualche eccezione. Ci riferiamo in particolare alle compagnie specializzate, ma non soltanto a quelle operanti nel Vita. È ben noto infatti che queste ultime, di natura prevalentemente bancaria, partono con capitali abbastanza modesti, investono qualche soldo in tecnologie e formazione ed iniziano immediatamente a raccogliere premi tramite gli sportelli. Ovvero con strutture commerciali già operative ed il più delle volte ampiamente am- Years Shareholders equity (in Billions) % on Premiums Collected 1981 1986 1991 1996 1997 1998 2,257 8,736 31,118 46,964 51,516 56,650 20 36 78 69 63 51 Years Net Profits Shareholders equity % R.O.E. 1994 1995 1996 1997 1998 348 2,464 2,420 1,756 2,506 45,025 44,862 46,964 51,516 56,650 0.8 5.5 5.2 3.4 4.4 In the end, these data show that the insurance sector in Italy is solid, but scarcely profitable. The net worth of 56,650 billion represents in fact 51% of collected premiums in Italy, a very good percentage even though not as high as that of the early years in the nineties. The exceptions to this positive financial position are the recently established Life companies that have rapidly grown, thanks to sales made by banks. The majority of these companies are positioned at minimum levels of solvency margins and usually show a good profitability, that becomes even higher when evaluated in terms of ROE. It is in fact obvious that, with the lowering of interest rates, a reduced capitalization is confronted with a higher profitability. The paradox is that, the most fragile companies, if profitable, are positioned at in the premier places of profitability ranking. Furthermore, without doubt a ROE lower than 4% is definitely not encouraging for investors, even more so if they read the results, higher than 10%, of many of the European groups. We nonetheless believe it is more correct to analyze the Italian companies’ profitability by separating the Non Life data from Life data and by analyzing the results by dimensional divisions. The first subdivision made of the companies is by premiums collected in 1998, the data for which has been collected from the November issue of the Giornale delle Assicurazioni. 6th R.I.B. Convention 87 mortizzate. Siamo di fronte, in pratica, ad una diversificazione che la Banca effettua nella raccolta del risparmio da gestire e non ad una vera e propria impresa assicuratrice. Così come, con la lodevole eccezione dell’Austria, che opera nel ramo malattia (fatturato 43 miliardi, utile 3.900 milioni, ROE 36%), le altre “specializzate” sono società assicurative piuttosto atipiche. Esprimono infatti utili apprezzabili, con ROE interessanti, la Viscontea e la Sic (ramo cauzioni) e la Euler - Siac (ramo crediti). Tutte le società menzionate, peraltro, sono controllate da gruppi esteri, che hanno creduto ed investito nel nostro mercato. Risultati decorosi, ma percentualmente insignificanti, vengono altresì conseguiti da società specializzate nei rami assistenza e spese legali. E pensare che le fortune di molti gruppi assicurativi sono state costruite sino agli anni ’80 sui rami danni, che costituivano i pilastri dell’assicurazione e non per niente venivano denominati “Rami preferiti”. Di preferito oggi restano probabilmente i ricordi. Per meglio comprendere la gravità delle situazioni, abbiamo preso in esame 150 imprese operanti nel ramo danni, suddividendole ancora una volta per fasce dimensionali e calcolando quante società hanno chiuso in rosso i conti del 1998. Fasce n° imprese in perdita % società Premi in miliardi in perdita 1. oltre 1.000 13 2 15,4 2. da 300 a 1.000 20 7 35,0 3. da 100 a 300 24 11 45,8 4. da 20 a 100 32 14 43,8 5. fino a 30 61 14 23,0 Totale 150 48 32,0 Il primo dato che balza agli occhi è che circa un terzo delle società operanti nel ramo danni chiude in perdita il proprio bilancio. È pur vero che il maggior responsabile di questo disastro è il ramo R.C. Auto ma è altrettanto vero che il risanamento, per molte imprese, appare chimerico più che problematico. Riteniamo infatti che in numerose società deficitarie, anche un significativo aumento delle tariffe R.C. Auto non sia sufficiente per ridare equilibrio ai conti. Non molte imprese infatti, soprattutto nelle fasce 3 e 4, hanno davvero adeguato le riserve sinistri con il criterio del “costo ultimo” e conseguentemente dovranno ancora incrementare gli stanziamenti sui sinistri degli anni passati. Ciò comporterà ulteriori perdite e la necessità di immettere capitali freschi per mantenere il margine di solvibilità e proseguire nell’attività assicurativa. Non sarà certo agevole per il management di queste imprese convincere gli azionisti a mettere mano al portafoglio con prospettive aleatorie ed assai differite nel tempo di vedere remunerato il loro investimento. Dopo aver constatato che l’utile del 1998 deriva esclusivamente dal ramo vita e che solo le prime due fasce di imprese esprimono capacità di reddito, cercheremo di analizzare il ROE (redditività del patrimonio netto) espresso dal settore assicurativo. Nel comparto vita è indubbiamente positivo e sfiora 6th R.I.B. Convention Premiums Number of (billions) Companies More than 2,000 20 From 500 to 2,000 26 From 200 to 500 40 From 50 to 200 51 Up To 50 93 Total 230 Premiums Net Worth Net Profit ROE (Profits included) 65,315,170 22,710,134 11,890,301 5,781,760 1,608,987 42,207,610 6,103,888 3,039,137 1,585,674 905,714 2,587,899 289,102 -199,317 -219,425 -14,377 6.45% 4.97% -6.15% -12.15% -1.56% 107,306,352 53,842,023 2,443,882 4.75% Source: re-elaboration of data taken from “Il Giornale delle Assicurazioni” From a first reading it is clear that the companies in the first division (8.7% of total) represent 61% of premiums, 78% of net worth and 105% of profits! We must not overlook the fact that the subdivision has been made by company, and not by group. Had we had chosen this criterion, an even greater concentration would have been noted, particularly if we consider that 93 of the companies belong to the first 10 groups. The so called “minor companies” do not get anything but the crumbs. The 26 companies belonging to this second division (turnover from 500 to 2,000 billion) collect 21% of premiums, with an 11% of net worth and 12% of profits. The average results of lower divisions are quite desolating! 184 companies share 19,000 billion of premiums, with a net worth of 5,530 billion and losses for more than 430 billion. Small is ugly, then? Certainly yes, but with some exceptions. We refer in particular to specialized companies, but not only those operating in Life lines. It is well known that these, which are mainly of a banking nature, start with quite small capital, invest a little in technology and tutoring, and immediately start to collect premiums through bank tills, naturally with ready established and functioning commercial networks, often widely amortized. We witness here a diversification applied by banks in the collection of savings to be administered, and not an insurance company in the real sense. In the same way, with the exception of praiseworthy Austria, that operates in the Illness line (43 billion turnover, 3,900 billion profits, ROE 36%), the other “specialists” are atypical insurance companies. Appreciable profits and interesting ROEs are shown by Viscontea and Sic (Bonds) and Euler – Siac (Credit). All the above mentioned companies are, by the way, controlled by foreign groups which have shown faith, and invested in our markets. Respectable results, but not relevant in percentage, are attained by companies specialized in assistance and legal expenses. To think that the fortunes of many insurance groups were based, until the eighties, on non life lines, that used to constitute the pillars of insurance and were called, and not for nothing, “Preferred Lines”. Nowadays, only memories remain of this “preferences”. 88 il 10%, in quello danni è addirittura negativo (-0,30%). Riteniamo comunque che un esame obiettivo del ROE delle aziende che esprimono utili non possa prescindere da un’osservazione preliminare. È senz’altro giusto analizzare l’andamento di una compagnia assicurativa in base alla sua redditività ma rischia di essere fuorviante una valutazione che si fondi pressoché esclusivamente sul ROE. Significherebbe in pratica ritenere eccellenti quelle compagnie che guadagnano ma operano con mezzi propri molto esigui. Paradossalmente l’Alleanza, che come ben evidenziato nella sottostante tabella esprime un ROE del 15,5%, diverrebbe molto più apprezzata se riducesse il proprio capitale a 6/700 miliardi. Con gli attuali tassi di rendimento, infatti, un’elevata patrimonializzazione, che offre la massima tranquillità ad assicurati, dipendenti ed azionisti, diventa una sorta di palla al piede per esprimere un’alta redditività. LE REGINE DEL R.O.E. Società Utile Patrimonio Compagnie con netto netto (compreso utile) almeno 500 miliardi di fatturato 1 Montepaschi Vita 73.790 277.608 2 Arca Vita 28.581 122.622 3 Sara Assicurazioni 100.612 451.962 4 Commercial Union Vita 21.351 112.926 5 Zurigo Vita 20.713 111.531 6 Carivita 24.179 153.691 7 Alleanza Assicurazioni 332.990 2.475.058 8 San Paolo Vita 24.181 185.383 9 Fata 25.452 296.093 10 Alleanza Subalpina 48.527 388.225 R.O.E. 36,2 30,4 28,6 23,3 22,8 18,7 15,5 15,0 14,9 14,3 Dalla suesposta tabella si evince comunque che le “Top Ten” del ROE sono in larga prevalenza società vita, ma merita considerazione ed apprezzamento l’andamento di Sara Assicurazioni, che opera esclusivamente nel ramo danni, con un ROE del 28,6% e con un fatturato (900 miliardi circa) e mezzi propri di tutto rispetto. Anche sotto il profilo del ROE, e non poteva essere che così, il mercato evidenzia situazioni di grave squilibrio che toccano circa il 40% delle imprese che evidenziano redditività negative od inferiori al 2%. Il prossimo biennio diverrà cruciale per comprendere il futuro di queste imprese. Non basterà infatti, ancorché indispensabile, l’impegno finanziario dei soci, ma saranno necessari dei piani accurati di riconversione industriale e la ricerca di una propria identità aziendale. In caso contrario alle 50 imprese attualmente in liquidazione dovranno aggiungersene altre che, sebbene rappresentino quote di mercato sicuramente marginali, sono comunque realtà aziendali di un certo rilievo in termini di dipendenti ed agenti. Dopo aver inquadrato, mi auguro in modo intelleggibile, i dati più significativi che hanno caratterizzato l’andamento del comparto assicurativo italiano, nell’esempio 1998, passiamo ora ad analizzare le risultanze della riassicurazione e ad individuare le possibili tendenze nel prossimo futuro. To better understand the gravity of the situation, we have examined 150 companies operating in Non life lines and, once again, we have divided them into dimensional divisions, and have calculated how many companies have shown losses in their 1998 balance sheet. Divisions Premiums (billions) 1. More than 1,000 2. From 300 to 1,000 3. From 100 to 300 4. from 20 to 100 5. Up to 30 Total Number of companies 13 20 24 32 61 Closing with a Loss 2 7 11 14 14 % Companies closing with a Loss 15.4 35.0 45.8 43.8 23.0 150 48 32.0 The first data that hits you, is that about a third of the companies operating in Non life lines close their balance sheets with a loss. The reason for this disaster is, in the majority of cases, the Motor TPL Insurance and, for most of the companies, a claim is not only difficult, but quite impossible. In fact we believe that, for many of these companies in the red, a mere increase of rates for Motor TPL insurance, would not be enough to restore an equilibrium to their accounts. Not many companies in fact, especially among those in divisions 3 and 4, have updated the claims reserves with the criterion of the “last cost” and consequently they will have to increase the allocation for previous years’ claims. This will result in more losses and in the need to bring in capital to maintain the solvency margins and to keep on operating. Convincing the shareholders to invest will not be an easy thing for the management, especially with uncertain prospects and a return on their investments a long way off. After having seen that 1998 profits come exclusively from the Life lines and that only the companies belonging to the first two divisions show profitability capacities, we will try to analyze the ROE illustrated by the insurance sector. In the Life lines it is positive, and almost reaches 10%, while in Non Life lines it is even negative (-0.30%). We believe in any case that, an objective analysis on ROE of those companies that show profits, cannot be made without making the following observation. It is certainly right to analyze the trend of an insurance company on its profitability, but an evaluation based on ROE only can lead us astray. This would mean that we consider those companies that realize good profits excellent but are operating with very meager shareholder equities. It is a paradox but, Alleanza, that has a 15.5% ROE, as shown in the table below, would be more appreciated if it were to reduce its capital to 6/7 billion. 6th R.I.B. Convention 89 Quello della Riassicurazione è un tema piuttosto trascurato dai commentatori economici ed assicurativi in Italia. Forse perchè limitato dalla presenza di pochi operatori oppure perchè troppo permeato di tecnicismo e quindi impopolare, per non dire ostico. Eppure, come vedremo in prosieguo, l’andamento dei trattati riassicurativi riverbera effetti, non certo marginali, sui conti economici del comparto assicurativo nel suo complesso. Ad ulteriore conferma del basso gradimento che la Riassicurazione professionale riscuote nel sistema assicurativo italiano (non solo dei suoi commentatori) basti rilevare l’evoluzione avvenuta nel controllo dei pochi operatori professionali, stabilmente presenti in Italia. Sino alla fine degli anni 80, ad eccezione della Münchener Rück, le più importanti società professionali erano italiane. Unioriass e Consorziale erano infatti delle società per così dire consortili, in quanto controllate dalle maggiori compagnie italiane. Vittoria Re apparteneva al gruppo Toro, Fenice Ri a quello Fondiaria, mentre Reale Ri era controllata da Reale Mutua. Nel breve volgere di pochi anni è avvenuto che Scor ha acquistato Vittoria, Swiss Re ha effettuato la stessa operazione con Unioriass e Consorziale, così come Münchener Rück nei confronti di Reale Ri. Fondiaria si è sostanzialmente disimpegnata dal business riassicurativo, con la conseguenza che ad oggi la presenza nel settore è esclusivamente straniera. Restano indubbiamente le cosiddette compagnie miste, sostanzialmente Generali e Ras, ma sull’attività riassicurativa professionale gli operatori italiani hanno negli ultimi anni deciso di ammainare la bandiera della loro presenza. Vediamo comunque, con la tabella sottostante, a quanto ammontano i premi della riassicurazione in Italia Riassicurazione Premi Lavoro Indiretto Italiano ed Estero (miliardi di lire) 1993 1994 1995 1996 1997 1998 * STIMA 9.399 8.896 9.449 9.463 10.098 10.600 * di cui società professionali 3.278 3.020 2.819 3.085 3.347 3.600* Come si vede dai dati suesposti, lo sviluppo dei premi ceduti in riassicurazione è certamente inferiore a quello registrato nel lavoro diretto. Giova però rammentare che la maggior crescita si è registrata nel ramo vita e soprattutto in quell’area contrattuale, eminentemente finanziaria, per la quale il ricorso alla riassicurazione è pressoché nullo. Bisogna altresì considerare che l’Italia, tra i paesi assicurativamente più evoluti, è quello che maggiormente si avvale della riassicurazione. In effetti il mercato assicurativo italiano raccoglie in assicurazione il 2,5% dei premi 6th R.I.B. Convention With present interest rates, too high a net worth which offers maximum tranquility to insureds, employees and shareholders, can become some kind of terrible weight to carry around, when wanting to show high profitability. QUEENS OF ROE Company Net Profits Companies with, at least, a 500 billions turnover 1. Montepaschi Vita 2. Arca Vita 3. Sara Assicurazioni 4. Commercial Union Vita 5. Zurigo Vita 6. Carivita 7. Alleanza Assicurazioni 8. San Paolo Vita 9. Fata 10. Alleanza Subalpina Net worth ROE (Profits included) 73,790 28,581 100,612 21,351 20,713 24,179 332,990 24,181 25,452 48,527 277,608 122,622 451,962 112,926 111,531 153,691 2,475,058 185,383 296,093 388,225 36.2 30.4 28.6 23.3 22.8 18.7 15.5 15.0 14.9 14.3 The table above shows that, the “top ten” of ROE are essentially Life companies, but praise and consideration is due to Sara Assicurazioni, which works in the Non Life lines only, with a ROE of 28.6% and with a respectable turnover (about 900 billion) and shareholder equity. From the market’s perspective, and it could not be different, the market shows gravely unbalanced situations that affect 40% of the companies with negative profitability or less than 2%. The next two years will be crucial for understanding the future of these companies. The financial commitment of shareholders will be necessary but it will not be enough. Designated plans of industrial reorganization and the quest for a specific identity will be fundamental, otherwise many will be the companies joining the 50 already gone in liquidation, which although having a marginal market share, represent important realities, to their employees and agents. After having set out, and I hope in an understandable way, the most relevant data for 1998 related to the insurance market, let us now analyze the results of the reinsurance field and point out future trends. That of reinsurance is a neglected topic by economic and insurance commentators in Italy. Maybe this is because of the scarcity of its operators or for its high technical content, that makes it an unpopular topic, often even harsh. However, as we will see going on, the trend of reinsurance treaties influence, and not only marginally, the profit and loss accounts of the insurance sector in its whole. To confirm the low interest of professional reinsurance 90 mondiali, mentre cede in riassicurazione il 4,4%. Le cessioni comunque stanno diminuendo, poiché nel 1990 rappresentavano il 19,2% dei rami danni ed il 18,5% di quelli vita, mentre nel 1998 queste percentuali sono scese rispettivamente al 13,6% ed a 6,8%. I rami più riassicurati sono Cauzioni e Credito (54,5%) e Trasporti ed Aviazione (53,2%) i meno riassicurati sono la Responsabilità Civile (3,9%) e quelli relativi ai Danni alle Persone (13,8%) a seguito del progressivo abbandono delle cessioni in proporzionale. La progressiva riduzione nella percentuale dei premi ceduti e l’acuirsi della competizione tra i riassicuratori professionali, che stanno vieppiù concentrandosi, ha causato un eccesso di offerta, sia in termini di capacità che di condizioni praticate. Di conseguenza i riassicuratori che a partire dal 1993 avevano cominciato a leccarsi le ferite dopo le ingenti perdite del triennio 1990-91-92 e che successivamente avevano ricostituito dei margini, cominciano ad osservare con molta preoccupazione i dati del 1998 e del 1999. Analisi Risultati Rami Danni 1990 - 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 Utile/Perdite (in miliardi) per i riassicuratori Perdite elevate + 301 + 260 + 346 + 360 - 210 - 406 I trends esposti nella tabella non inducono certo a considerazioni ottimistiche, anche perché i buoni risultati del vita si traducono in utili piuttosto contenuti. Vi è da dire, peraltro, che le perdite suesposte sono prevalentemente concentrate nel settore della responsabilità civile e derivano precipuamente dalla rivalutazione delle riserve sinistri. In termini di cash flow, pertanto, il saldo resta ancora positivo per i riassicuratori che beneficiano conseguentemente dei proventi finanziari. Ed il mestiere del riassicuratore tiene sempre più conto delle attività finanziarie, anche alla luce delle nuove coperture che in questo ambito stanno sempre più affermandosi, sulla scia delle esperienze nord americane. L’ART (Alternative Risk Transfer) è attualmente la copertura più diffusa, ma i confini tra il mestiere riassicurativo e quello più propriamente finanziario si sta assottigliando. È probabilmente in quest’ottica che va letto il recente intervento che Warren Buffet, considerato da molti il più grande finanziere del mondo, ha effettuato tramite il suo fondo Berkshire Hataway, con l’acquisto della General Re: uno dei primi quattro riassicuratori a livello mondiale. Per quanto riguarda il mercato italiano, le prospettive per i riassicuratori restano positive in termini di prestazione di servizi, in quanto solo con il loro supporto potranno essere affrontate le nuove by the Italian insurance system (and not only of its commentators) it suffices to point out the evolution of control applied to the few professional operators permanently present in Italy. Up until the late eighties, apart from Münchener Rück, the most important professional companies were Italian. Unioriass and Consorziale in fact were consortiums, as they were controlled by major Italian insurance companies. Vittoria Re belonged to the Toro group, Fenice Ri to the Fondiaria group, while Reale Re was controlled by Reale Mutua. In just a few years, Scor has acquired Vittoria, Swiss Re has made the same operation with Unioriass and Consorziale, and Münchener Rück with Reale Ri. Fondiaria basically has removed itself from the reinsurance business, with the result that, nowadays, only foreigners are present in this sector. There are still the so called mixed companies, like Generali and Ras, but in the professional reinsurance business, Italian operators have decided to withdraw their colours. Let us see in any case, in the table below, what the reinsurance premiums are in Italy. Reinsurance – Italian and foreign Non direct business Years 1993 1994 1995 1996 1997 Billion Lire 9,399 8,896 9,449 9,463 10,098 Of which Professional companies 3,287 3,020 2,819 3,085 3,347 1998 10,600 * 3,600 * *estimate As it can be seen from the data above, the development of ceded premiums in reinsurance is certainly lower than that of direct business. It is nevertheless important to point out that major growth has taken place in the Life line, and mainly in the contractual area that does not require recourse to reinsurance, being of a prevailing financial nature. Another important consideration is that, among the most developed countries for insurance, Italy is that which most uses the reinsurance instrument. It is in fact true that the Italian insurance market collects 2.5% of the whole of the insurance premiums of the world and it cedes for reinsurance 4.4%. In any case, transfers are diminishing. In 1990 they represented 19.2% of Non life lines and 18.5% of Life lines, while in 1998 these percentages have gone down respectively to 13.6% and 6.8%. The most reinsured lines are Bonds and Credit (54.5%) and Marine and Aviation (53.2%). The less reinsured are Third Party Liability (3.9%) and those related to 6th R.I.B. Convention 91 coperture nell’ambito dei Rischi Catastrofali. Il caso delle catastrofi naturali, infatti, è abbastanza emblematico della fragilità del nostro mercato. A fronte infatti di una copertura da considerarsi, come minimo, nell’ordine dei 3.000 miliardi, la commissione costituita presso l’ANIA e presieduta da Carlo Spasiano, sta davvero faticando, per coprire il 20% di questi rischi con l’apporto di tutte le maggiori società italiane. Comprensibile, ovviamente, la perplessità dei maggiori riassicuratori che dovrebbero accollarsi l’80% di questi rischi, in un mercato che, da un punto di vista meramente teorico, gli assicuratori domestici dovrebbero conoscere a menadito e verso il quale appaiono quantomeno titubanti. È doveroso comunque ricordare che quello dei rischi catastrofali è il tipico “tormentone” all’italiana, sulle cui evoluzioni sul piano tecnico e normativo è ancora presto per pronunciare l’ultima parola. personal injuries (13.8%) and this due to the gradual waiving of proportional transfers. The progressive reduction in the percentage of premiums ceded and the growing of competition among the professional reinsurers, who are increasingly merging together, has caused an excess of offers, both in terms of capacity and of conditions offered. Reinsurers, that were just beginning to see the light after the great losses of the period 1990-92, and had recreated some profit margins, are now looking with some apprehension at 1998 and 1999 data. Non Life Lines Analysis of results 1990-1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 Profits/Losses (billion) For Reinsurers High Losses + 301 + 260 + 346 + 360 - 210 - 406 The trends shown in the table give way to very few optimistic considerations, also because the good results in Life Lines translate in very contained profits. It is necessary to say, though, that losses shown above are mainly concentrated in the Third Party Liability lines and that they derive chiefly from the reappraisal of claims reserves. In terms of cash flow, the balance is still positive for reinsurers, which benefit from financial gains. The profession of reinsurers more and more takes into consideration the financial activities, also when represented by new risks that, following the American experiences, are gaining ground. ARTs (Alternative Risk Transfer) is at the moment, the most popular coverage, and the line between the profession of reinsurer and that of a more financial nature, is getting thinner. It is with this in mind that we should, probably, read the intervention made by Mr. Warren Buffet, considered by many as the greatest financial expert in the world, who through his fund Berkshire Hataway has acquired General Re: one of the first four world reinsurers. On the Italian market’s side, prospects for reinsurers are still positive in terms of services, as only with their intervention will it be possible to face the new coverage for events of catastrophic nature. The case of natural catastrophes gives an idea, in fact, of the fragility of our market. The commission constituted by ANIA and directed by Carlo Spasiano is meeting great difficulties in finding companies, among the Italian firms, to reinsure 6th R.I.B. Convention 92 some 20% of the 3,000 billion minimum of these risks, represented by catastrophes. The perplexity expressed by the majority of foreign companies that should cover the remaining 80% of these risks is then understandable, in a market which, from a purely theoretical point of view, the local insurers should know by heart and towards which they seem a little bit too hesitant. It is in any case my duty to remind you that, natural catastrophes is one of those typically Italian “pestering” subjects, whose development, both technical and legal, it is still too soon to say anything. 6th R.I.B. Convention 93 Francesco Curioni Chairman, R.I.B. Reinsurance International Brokers S.p.A. Dopo le interessanti relazioni di questa mattina e l’intenso dibattito che, ancora una volta, ha evidenziato l’attenzione che tutti i partecipanti hanno riservato al nostro convegno, ci avviciniamo alla conclusione di una “due giorni” che mi è parsa indubbiamente stimolante. Mi è parso altresì che nei momenti di pausa e di simpatico convivio si sia creata un’atmosfera che ha consentito a tutti i partecipanti di alternare ai momenti dell’attenzione e dell’impegno, quelli della distensione e dell’allegria. Non ci neghiamo, infatti, che i nostri convegni hanno un duplice obiettivo. Il primo è quello di contribuire con argomenti, che riteniamo attuali, ad allargare il tavolo dell’esame e della discussione a tutte le componenti del business assicurativo e riassicurativo. Il secondo, non meno importante, è quello di contribuire alla intensificazione di quei rapporti di collaborazione e sovente di amicizia che legano gli operatori del settore con i quali la nostra società si incontra quotidianamente. Ritengo, infatti che il successo della RIB si fondi su entrambi i pilastri: quello della professionalità e quello della reciproca fiducia e rispetto. Dalle relazioni, ma soprattutto dal dibattito, sono emersi due atteggiamenti nei confronti delle ART e, più in generale, del processo di finanziarizzazione che sta caratterizzando il comparto assicurativo. Uno di grande apertura, per non dire di adesione a queste innovazioni, che lasciano intravedere un aumento della capacità di riassicurare taluni rischi e di schiudere, in buona sostanza, orizzonti sempre più vasti all’attività del riassicuratore. L’altro, di maggiore cautela e in certi casi di diffidenza, suggerito dal timore di vedere un po’ snaturata la funzione, storicamente consolidata, del riassicuratore puro. Entrambe le opinioni ci paiono degne di considerazione e di rispetto. Dal canto nostro, il nostro obiettivo era quello di porre sul tavolo, senza alcun pregiudizio, un tema senz’altro attuale e meritorio di approfondimento. La vostra partecipazione, così intensa e proficua, ci conforta davvero sulla scelta che abbiamo effettuato. Personalmente, sto ancora riflettendo sulle tante considerazioni emerse in questi giorni, ma sto già pensando al tema del prossimo convegno, che vorrei fosse ancora tenuto in questo splendido contesto. Questo tema dovrebbe essere quello dei Rischi Catastrofali, che per il mercato italiano dovrebbe evidenziare, nel corso del 2000, un definitivo avanzamento dei lavori in corso sia sul versante normativo che su quello tecnico. Sia il legislatore che gli assicuratori devono fare la loro parte 6th R.I.B. Convention Conclusion A fter the interesting speeches of this morning and the eventful debates that have highlighted the attendees’ interest in our conference, we are now nearing the end of these two days of stimulating events. I have also witnessed with pleasure the cheerful atmosphere that has permeated the conference’s breaks, and the attention and engagement during the more serious moments of the interventions. It is in fact true that our conferences have a dual purpose: the first is that of contributing, with subjects that we believe to be topical, to the enlargement of the field of analysis and of discussion to all components of the insurance and reinsurance business; the second, but no less important aim, is that of contributing to the intensification of relationships, often of friendship, that link us to people working in this sector whom we meet daily for our work. I am positive that RIB’s success is based on these two pillars: those of professionalism and of mutual trust and respect. Two attitudes to ART and to the process of transformation of the insurance sector into a more finance-based industry have surfaced from the interventions, and maybe even more from the debates. One is highly open-minded, even supportive of these innovations, which give us the chance to reinsure some risks and to open up new horizons for the reinsurance business. The other is more wary, in some cases diffident, because of the fear of witnessing a distortion of the nature of the traditional, historically consolidated, role of the pure reinsurer. Both opinions are to be respected and taken into consideration. We, for our part, had the objective of being the means to a discussion without prejudice on a topical theme that deserves to be investigated. Your active and useful participation has proved us right in our choice of topic. For my part, I am still thinking about all the various opinions I have heard, but I am also already evaluating topics for next year’s conference, which I would like to be held again in this splendid setting. Next year’s theme should probably be that of Catastrophe Risks. 94 ma è indubbio che il comparto della riassicurazione tradizionale, ma anche di quella finanziaria, dovranno affrontare un compito assai impegnativo. Penso quindi che nel novembre del prossimo anno lo “stato dell’arte” e la prospettiva di queste coperture saranno assai attuali. Sin dai prossimi mesi prenderemo contatto con i relatori, che, oltre a possedere, come è sempre avvenuto in questi anni, una specifica competenza, dovranno appartenere alle varie componenti professionali che interagiscono nel reperimento delle migliori soluzioni per la copertura dei rischi catastrofali. Da diverso tempo la RIB sta dedicando tempo e risorse umane per esaminare e meglio comprendere le giuste soluzioni e, come sempre, metterà a disposizione i risultati ai propri clienti. Ringrazio i collaboratori della RIB, tutti i relatori e soprattutto i partecipanti a questo convegno, che con la loro presenza ne hanno assicurato il felice svolgimento ed esito. Arrivederci a tutti al prossimo anno. During the year 2000, it is probable that the Italian market will finally see some progress in the work already underway, concerning regulations and technical aspects of the market. Both legislators and insurers will have to do their job and the traditional reinsurers will also, without doubt, have a very demanding task. I am convinced that by November next year, the “state of the art” and the prospect of such forms of cover will be very relevant. During the months to come we’ll contact the speakers. They must be professionals with specific knowledge of the topic, as has always been the case for attendees at our conferences, and experts belonging to various professions operating for the provision of the best solutions for covering catastrophe risks. RIB has been dedicating time and human resources for quite a while to the evaluation and better understanding of the best solutions. As usual, we will be placing our results at our clients’ disposal. I would like to thank RIB’s team, all the speakers and, above all, the attendees at this conference. With your presence, you have ensured the smooth progress of the meeting and its happy conclusion. Goodbye, and see you all next year. 6th R.I.B. Convention 95 Guests list Richard Cross Alexander Forbes Ltd Gustavo Mantelli Allianz Subalpina S.p.A. Vittorio Levis Assicurazioni Generali S.p.A. José Alves Assicurazioni Generali S.p.A. Paolo Corti Assicurazioni Generali S.p.A. Osvaldo Rosa Assigeco s.r.l. Mauro Venier Assinews Alessandro Golova Nevsky Assintel s.r.l. Riccardo Lamperti Assitalia - Le Assicurazioni d’Italia S.p.A. Camillo Caffarena Axa Global Risks Roberto Moise B.N.C. Assicurazioni S.p.A. Alberto Macchi Banca Popolare di Novara Luigi Negri Camera dei Deputati Ezio Chiodini CLUB 3 Andrei Gherghinescu CNAS National Health Ins. House Gabriel Ionescu CNAS National Health Ins. House Ali Djendi Compagnie Algerienne d’Assurance et Reassurances Cesare Ravara Credit Suisse Valentino Lodo Centro K s.r.l. Danilo Grillo Credito Valtellinese Guglielmo Frinzi Generala Asigurari S.A. Giampiero Gelmi Gruppo Meie Assicurazioni S.p.A. Romano Rosa Gruppo Meie Assicurazioni S.p.A. Gianfranco Giordani Gruppo Zurigo Assicurazioni Alberto Mostosi INA Assitalia Brendan O’Malley Interpolis Reinsurance Services Ltd. 6th R.I.B. Convention Jean Choueiri JPC Consulting Bob Brown KPMG Consulting Paolo Pascot KPMG S.p.A. Vittorio Bianco Le Assicurazioni di Roma Andrea Benelli Lloyd Adriatico Mauro Nattino Lloyd Italico Assicurazioni S.p.A. Dietrich Haeger Muenchener Rueck Italia S.p.A. Martin E. Prechtl Muenchener Rueck Italia S.p.A. Romano Sardi Navale Assicurazioni S.p.A. Philip Small Nuova MAA Assicurazioni S.p.A. Erbetta Emanuele Nuova MAA Assicurazioni S.p.A. Carlo Spasiano R.A.S. Riunione Adriatica di Sicurtà S.p.A. Dean LaPierre RLI Insurance Co. Hossam Shiaty Royal Bank of Canada Insurance Jeffrey Vannan Royal Bank of Canada Insurance Bartolomeo Barberis S.I.A.T. Società Italiana Assicurazioni e Riassicurazioni S.p.A. Leonardo Martorano SAI - Società Assicuratrice Industriale S.p.A. Luigi Giudice Società Cattolica di Assicurazioni Alessandra Talarico Sopabroker S.p.A. Enza Mazzitelli Sopabroker S.p.A. Luigi Calabretta Swiss Re Italia S.p.A. Mario Mascioli Swiss Re Italia S.p.A. Maurice Cox Swiss Re Italia S.p.A. Fausto Panzeri Studio Panzeri & Associati s.r.l. Antonio Castaldo Unicover Giorgio Angrisani Unicover Giuseppe Kuncl Union Flag Insurance Broker s.r.l. Tommaso Bellone Vittoria Assicurazioni S.p.A. John Bithell Yasuda Kasay Antonio Rocca Yasuda Kasay James Kelly R.I.B. North America Inc. Richard Field R.I.B. North America Inc. Ravano Luca M.R. S.r.l. - Gruppo R.I.B. S.p.A. Emilio Del Vecchio M.R. S.r.l. - Gruppo R.I.B. S.p.A. Franco Curioni R.I.B. S.p.A. Carlo Faina R.I.B. S.p.A. Mirella Boldrini R.I.B. S.p.A. Paolo Calderone R.I.B. S.p.A. Flavio Avner Hannuna R.I.B. S.p.A. Emilio Pasanisi R.I.B. S.p.A. Sergio Revello R.I.B. S.p.A. Luca Mallamaci R.I.B. S.p.A. Alessio Izzo R.I.B. S.p.A. Alessandra Ronzoni R.I.B. S.p.A. Sergio Vaghetti R.I.B. S.p.A. Pinuccia Lambri R.I.B. S.p.A. Federica Bergamaschi R.I.B. S.p.A. Stefania Vergine R.I.B. S.p.A. Eugenio Livraghi R.I.B. S.p.A. Maurizio Zanaboni R.I.B. S.p.A. Bergamin Nadia R.I.B. S.p.A. R.I.B. Reinsurance International Brokers S.p.A. Corso di Porta Romana 122 20122 Milano - Italy Telefono: 02/58471.1 Telefax: 02/58471247 Telex: 330402 RIBMIL I E-mail: [email protected]