FLASH REPORT
Banking Union:
come si devono preparare le banche italiane
all’Asset Quality Review?
Novembre 2013
Quadro normativo
Il Parlamento Europeo e il Consiglio Europeo hanno approvato il nuovo meccanismo di vigilanza unico (Single Supervisory
Mechanism – SSM) che garantirà alla Banca Centrale Europea (BCE) pieni poteri in tema di vigilanza e supervisione su tutte
le banche dell’area Euro a partire da novembre 2014.
Tale provvedimento si inserisce in un quadro normativo più ampio – Banking Union – che si prefigge di creare un framework
normativo unico del mercato bancario europeo. Alla base dell’idea di una Banking Union vi sono fattori legati alla crisi
finanziaria, in particolare rompere il circolo vizioso del legame tra i debiti sovrani e le banche. La Banking Union mira anche a
portare coerenza tra l’esistenza di un’area finanziaria integrata, il singolo mercato europeo, caratterizzato dalla numerosa e
crescente presenza di gruppi cross border e la permanenza di sistemi di vigilanza nazionali.
Il SSM è il primo dei quattro pilastri su cui si poggia l’unione bancaria. Gli altri tre sono:
1.
2.
3.
la creazione di un single rulebook per le istituzioni finanziarie (CRD IV/CRR ed EBA technical standards),
il sistema di risoluzione delle crisi (Single Resolution Mechanism – SRM),
il sistema di garanzia dei depositi accentrati a livello europeo.
Ambito di applicazione
Secondo il nuovo pacchetto legislativo, la BCE avrà il compito di svolgere attività specifiche di vigilanza prudenziale sugli enti
creditizi stabiliti negli Stati Membri UE la cui moneta è l'Euro (Stati membri partecipanti), con la finalità di promuovere la
sicurezza e la solidità degli stessi e la stabilità dell’Euro.
Il nuovo meccanismo di vigilanza unico riguarderà tutte le banche nell'area dell'Euro (circa 6.000), ma il livello di supervisione
adottato dalla BCE - e il conseguente ruolo svolto dalle autorità di vigilanza nazionali - varierà a seconda delle dimensioni
delle banche.
La BCE avrà la responsabilità della supervisione diretta delle banche con asset di oltre 30 miliardi di Euro, o che
costituiscono almeno il 20% del PIL del loro Paese d'origine, o che hanno richiesto o ricevuto assistenza finanziaria pubblica
dalla European Financial Stability Facility (EFSF) o dal Meccanismo Europeo di Stabilità (ESM): per le banche Italiane questo
significa le principali 15 (vedi Tabella 2).
La nuova istituzione dovrà assicurare una visione sovrannazionale basata sulle migliori pratiche in materia di vigilanza, di
analisi e valutazione dei rischi bancari, consentendo un più agevole confronto tra gli intermediari e i sistemi dei diversi Paesi,
facilitando il controllo e l’attenuazione dei rischi sistemici.
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Il ruolo della BCE e delle autorità nazionali nel nuovo meccanismo di
vigilanza unico
La BCE sarà l’unica responsabile, avocando a sé le facoltà attualmente esercitate dalle autorità nazionali, in merito ad alcune
attività di vigilanza prudenziale. Tra queste:








autorizzare/revocare la licenza bancaria agli Istituti di credito nell’area Euro;
valutare l’acquisizione/la cessione di partecipazioni;
assicurare la compliance degli Istituti ai requisiti prudenziali dell’Unione Europea e fissare, se necessario, requisiti
prudenziali più stringenti in termini di capitale/liquidità;
sottoporre gli enti creditizi a stress test a supporto della valutazione prudenziale;
cooperare con le autorità nazionali competenti nell’esercizio dei poteri macroprudenziali e imporre buffer di capitale
più elevati;
partecipare alla vigilanza supplementare dei conglomerati finanziari;
richiedere l’applicazione di solidi sistemi di governance, meccanismi e processi per la valutazione dell’adeguatezza
del capitale;
svolgere, in cooperazione con le autorità nazionali competenti, azioni di vigilanza in regime di urgenza in presenza di
rischi per la sopravvivenza di una banca.
Le autorità di vigilanza nazionali continueranno, quindi, ad avere un ruolo nella creazione del nuovo meccanismo di vigilanza
unico. Di fatti, tutti i compiti non attribuiti alla BCE resteranno in capo alle autorità di vigilanza nazionali, come, ad esempio, le
competenze in materia di tutela dei consumatori e di lotta contro il riciclaggio di capitali, nonché in materia di vigilanza degli
enti creditizi dei Paesi terzi che aprono succursali o prestano servizi a livello transfrontaliero in uno Stato membro, ecc.
In secondo luogo, anche per i compiti attribuiti alla BCE, la maggior parte delle verifiche quotidiane e delle altre attività di
vigilanza necessarie per preparare e attuare gli atti della BCE potrebbero essere svolte dalle autorità di vigilanza nazionali
operanti come parte integrante del meccanismo di vigilanza unico.
Al fine di garantire l’esecuzione dei compiti sopra citati, la BCE disporrà, inoltre, di tutti i poteri di indagine necessari. In
particolare, potrà chiedere tutte le informazioni pertinenti ai soggetti sottoposti a vigilanza e sarà altresì abilitata a condurre
tutte le indagini necessarie, comprese ispezioni in loco. La BCE potrà anche imporre sanzioni pecuniarie ove l'Unione
conferisca tali poteri alle autorità di vigilanza.
Il primo passo del nuovo approccio: risk assessment delle banche
La Banca Centrale Europea sta per avviare una valutazione – comprehensive assessment – delle condizioni delle banche,
propedeutica all’entrata in funzione del meccanismo di vigilanza unico. In cooperazione con le autorità nazionali competenti,
la Banca Centrale Europea procederà alla valutazione del profilo di rischio di tutti gli intermediari che saranno vigilati in forma
accentrata attraverso un’analisi dei loro bilanci, che includerà un esame della qualità degli attivi e stress test. Verranno
esaminate anche altre caratteristiche degli intermediari, quali ad esempio la leva finanziaria, la governance e, in generale,
l’organizzazione.
La Banca Centrale Europea, nella nota di ottobre 2013, spiega che il comprehensive assessment poggerà su tre pilastri
complementari:
1.
un Supervisory Risk Assessment, riguardante i principali rischi delle banche, inclusi liquidità, leverage e
funding. In particolare, tale analisi dei rischi comprenderà valutazioni di tipo quantitativo e qualitativo basate su dati
storici e previsionali, con lo scopo di valutare il profilo di rischio intrinseco della banca, il suo posizionamento rispetto
ai peer e la sua vulnerabilità. In questa fase, che è già stata avviata, la BCE effettua richieste dati sia alle autorità
nazionali in relazione agli intermediari, sia direttamente agli stessi. Le banche italiane hanno già ricevuto le prime
richieste da parte della BCE, ma nelle prossime settimane altre richieste potrebbero arrivare, al fine di agevolare la
successiva selezione dei portafogli oggetto dell’Asset Quality Review.
2.
un esame della qualità degli attivi – Asset Quality Review (AQR) – presenti nei bilanci delle banche al 31 dicembre
2013. L’esame comprenderà molti aspetti, tra cui una valutazione
a.
delle esposizioni di natura creditizia e di mercato (inclusa una verifica quantitativa e qualitativa delle
attività difficilmente valutabili, in particolare di quelle di terzo livello),
b.
delle posizioni in bilancio e fuori bilancio e delle esposizioni nazionali e verso l’estero. L’esame coprirà tutte
le classi di attività, includendo esposizioni in sofferenza, ristrutturate e verso Stati sovrani.
Il quadro emerso dalla AQR costituirà’ anche la baseline per il successivo stress test.
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3.
uno stress test, basato sull’esame della qualità degli attivi e che integrano quest’ultima con l’obiettivo di offrire una
visione prospettica della capacità di assorbimento degli shock da parte delle banche in condizioni di stress. La
BCE si prefigge di condurre tale attività avendo come riferimento definizioni armonizzate, comprese quelle relative
alle esposizioni deteriorate (non-performing exposures) e forbearance, in base alle definizioni emanate il 21 ottobre
2013 da EBA, introducendo elementi coerenti con FINREP/COREP (CEBS Guidelines on a financial reporting
framework and on a common reporting framework).
Tab. 1 - Fonte: elaborazione Pro tiviti
L’esercizio ha lo scopo di permettere alla BCE di:

verificare la sana e prudente gestione degli intermediari e rassicurare i mercati circa la loro solidità finanziaria,

garantire la parità di trattamento tra le banche attualmente sottoposte a sistemi di vigilanza basati su prassi contabili
e di supervisione eterogenee, introducendo criteri uniformi di valutazione,

richiedere tempestive azioni correttive con l’eventuale supporto dei governi nazionali, in modo che vi sia una chiara
separazione delle responsabilità degli Stati e della BCE. Le banche, infatti, dovranno predisporre un piano di azione
entro la conclusione dell’esercizio.
Le banche italiane direttamente vigilate dalla BCE, e quindi incluse nel comprehensive assessment , sono 15. Nella tabella
sottostante si riporta l’elenco fornito dalla Banca Centrale Europea:
Tab. 2 - Fonte: ECB, Note Comprehensive Assessment, October 2013
A queste si devono aggiungere le banche italiane filiazioni di gruppi stranieri direttamente vigilati dalla BCE, tra cui BNL (BNP
Paribas), Cariparma (Crédit Agricole), Deutsche Bank, Findomestic Banca (Société Générale).
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Cosa devono fare le banche italiane?
Al fine di fronteggiare le criticità sopra evidenziate, in particolar modo la tempistica stringente, è necessario che le banche
italiane:

valutino, in tempi rapidi, il loro stato di preparazione per l’esecuzione delle attività richieste dai tre pilastri del
comprehensive assessment,

pongano in essere le opportune azioni correttive (quali l’implementazione di presidi per garantire data quality e
data consistency) che non potranno essere messe in piedi durante lo svolgimento dell’AQR, perché non vi sarà il
tempo necessario.
In tale ambito, si ritiene particolarmente rilevante svolgere un’adeguata e tempestiva attività di set-up per prepararsi in modo
adeguato all’Asset Quality Review.
Le attività preparatorie dovrebbero riguardare, in primo luogo, l’analisi del data set, ovvero delle informazioni che dovranno
essere fornite alle autorità di vigilanza.
E’ opportuno che le banche inizino fin da subito le attività di preparazione di tali informazioni, anche in considerazione del
fatto che le attività di Asset Quality Review potrebbe tenersi a ridosso della chiusura del bilancio e di altre importanti
scadenze regolamentari. Le attività di preparazione devono riguardare:

mappatura delle informazioni disponibili e/o una verifica delle informazioni in essere presso la banca a fronte delle
richieste delle autorità di vigilanza;

verifica della completezza, integrità, qualità, granularità e profondità storica dei dati a disposizione;

garanzia della coerenza tra le diverse fonti informative (ad esempio, CFO e CRO).
Un’altra tematica che le banche dovrebbero considerare in vista dell’Asset Quality Review è relativa all’omogeneità delle
classificazioni dei crediti. Nonostante la classificazione dei crediti risulti più stringente nel nostro Paese che altrove, sarà
comunque necessario prevedere esercizi di riclassificazione alla luce di quando indicato nella nota della BCE, che prevede
l’utilizzo degli standard tecnici dell’EBA - Technical Standards (ITS) on supervisory reporting on forbearance and nonperforming exposures (EBA/ITS/2013/03). In particolare, l’attenzione dovrebbe essere posta sull’identificazione, la
classificazione e la valutazione della rischiosità delle esposizioni ristrutturate.
In tale ambito, anche le valutazioni dei collateral possono risultare un punto critico a fronte della necessità di reperire una
serie di informazioni, quali:

le tipologie di garanzie - si pensi in caso di immobili alla tipologia abitativa, superficie, etc.;

le tipologie di valutazione - baseline, di realizzo, haircut applicati;

il collegamento tra le garanzie e le esposizioni creditizie - in particolare il riparto di una garanzia tra diversi rapporti;

la successione temporale delle garanzie in relazione alle operazioni effettuate.
Le attività sopra riportate richiedono uno sforzo organizzativo da intraprendere ad hoc per l’Asset Quality Review ma che, in
prospettiva, dovrebbe essere svolto su base stabile. Ciò comporta per la banca la definizione di:

processi di estrazione, raccolta dei dati e dei relativi flussi informativi fra le funzioni;

una struttura organizzativa che preveda un gruppo di coordinamento (comitati guida/sponsor), un responsabile,
diversi referenti nelle aree della banca interessate, l’utilizzo di consulenti esterni (ad esempio, per attività di PMO di
supporto alle attività operative).
Il disegno di tale struttura organizzativa e i processi devono essere implementati a livello di gruppo, in quanto il
comprehensive assessment sarà svolto a livello consolidato.
Le banche, inoltre, dovranno considerare che:

la BCE potrà richiedere, anche prima della fine dell’esercizio, action plan, con indicazione di azioni di remediation
di breve periodo e di medio periodo in merito alle carenze riscontrate;

agli esiti della valutazione approfondita, faranno seguito, ove necessario, indicazioni di misure correttive da parte
della BCE quali ad esempio: eventuale ricalcolo degli RWA (Risk Weighted Asset), ricapitalizzazioni, divieto di
distribuzione degli utili, emissione di azioni, ri-orientamento delle fonti di finanziamento, separazione delle attività e
vendite;

sarà necessario gestire la comunicazione interna di questo esercizio verso gli organi aziendali, così come quella
verso il mercato.
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Protiviti, grazie alle esperienze maturate, può supportare le banche nel prepararsi in tempi stretti alle attività del
comprehensive assessment, mettendo a disposizione professionisti con significative competenze su:

tutte le aree coinvolte (Risk Management, Crediti, Finanza, Operations, IT, Legale);

normativa di riferimento;

progetti di risk assessment complessi, realizzati presso primari gruppi bancari italiani;

gestione di progetti che prevedono il coinvolgimento di più autorità di vigilanza;

progetti di disegno e redazione di piani d’azione in risposta a richieste regolamentari, quali Recovery Plan, in
particolare per G-SIFI.
Inoltre, Protiviti può garantire il supporto necessario per le fasi di set-up e di execution del comprehensive assessment e
nelle fasi di disegno e implementazione delle eventuali azioni correttive imposte dalla vigilanza.
Contatti:
Marin Gueorguiev – Managing Director
Cristina Gualerzi – Manager
[email protected]
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