Comune di Calcinaia QUADRO CONOSCITIVO E PIANO STRUTTURALE NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE A seguito dell’accoglimento delle osservazioni presentate dalla regione Toscana e dei chiarimenti richiesti in ordine all’efficacia delle disposizioni del Piano strutturale, le presenti disposizioni sono articolate in : - disposizioni generali : sono normative finalizzate ad esplicitare principi, obiettivi e criteri di redazione del Piano Strutturale nonché ad introdurre criteri guida e modalità di attuazione del PS medesimo con valore di indirizzo e di direttiva; - prescrizioni: sono disposizioni rivolte ad introdurre norme immediatamente efficaci nonchè vincoli volti a recepire e dare attuazione a previsioni espresse da strumenti sovra ordinati al Piano Strutturale. Le invarianti e le relative prescrizioni assumono, ai sensi del PTCP di Pisa, valore prescrittivo e vincolante - salvaguardie: sono misure volte a salvaguardare il territorio da usi incompatibili nelle more di definizione degli strumenti di attuazione del Piano Strutturale. Norme tecniche di attuazione Le singole disposizioni possono contenere una parte descrittiva volta a definire l’ambito di applicazione della norma o connotare parti ed elementi della struttura del territorio. Possono essere esplicitati gli obiettivi nell’ambito dei singoli sistemi, sub sistemi o Utoe con valore di linee guida e criteri direttivi nella attuazione del Piano Strutturale. 2 Norme tecniche di attuazione NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE INDICE TITOLO I - Disposizioni generali Art.1 Finalità del piano Art.2 Obbiettivi del P.S. Art.3 Modalità di attuazione Art.4 Elaborati del piano strutturale Art. 5 Misure di salvaguardia Art. 6 Elementi del piano Art. 7 Invarianti strutturali Art. 8 Statuto dei luoghi Art. 9 Unità territoriali organiche elementari U.T.O.E. Art. 10 Il sistema infrastrutturale Art. 11 Classificazione delle infrastrutture stradali e fasce di rispetto Art. 12 Linee elettriche Art. 13 Interventi sul patrimonio edilizio esistente Art.14 Ambiti di interesse archeologico Art. 15 Discariche Art. 16 Difesa del suolo Art. 17 Pericolosità idraulica Art. 18 Tutela della qualità delle acque Art. 19 Interventi in aree in cui sono segnalati terreni di riporto e terreni compressibili TITOLO II - Aree agricole art. 20 Aree boscate Art. 21 Aree a prevalente funzione agricola Art. 22 Aree ad esclusiva funzione agricola Art. 23 Aree agricole di interesse paesaggistico Art. 24 Ambiti di transizione fra contesti diversi Art. 25 Corridoi ecologici di valore paesaggistico-ambientale TITOLO III - La struttura del territorio Art.26 I sistemi territoriali Art. 27 U.T.O.E. Art. 28 Norme in materia di inquinamento acustico. Art. 29 Orientamenti e criteri di trasformabilità Art. 30 Gestione del Piano Struttura le 3 Norme tecniche di attuazione NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE TITOLO I Disposizioni generali Art.1 Finalità del piano Il piano strutturale è parte integrante del PRG del Comune di Calcinaia e nel rispetto della L.R. 5/95 definisce le scelte strategiche per il governo del territorio. Il P.S. delinea indirizzi e prescrizioni sul sistema insediativo, infrastrutturale, produttivo ed ambientale, finalizzate ad uno sviluppo sostenibile e alla salvaguardia delle risorse ambientali, secondo quanto indicato dagli artt.1 e 5 della L.R.n.5/95 e successive modifiche. Art.2 Obbiettivi del P.S. Il piano all’interno di un quadro di tutela e di conservazione delle risorse naturali e essenziali del territorio a beneficio delle generazioni presenti e future, si pone i seguenti obiettivi: - la salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio con la tutela e il mantenimento dell’attività agricola; - la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio storico, culturale ed artistico dell’intero territorio comunale; - l’uso razionale delle risorse per una valorizzazione ed uno sviluppo equilibrato del sistema insediativo; - il miglioramento della qualità della vita con un equilibrato potenziamento delle infrastrutture e dei servizi. Art.3 Modalità di attuazione Il piano definisce criteri di indirizzo strategico per la gestione del territorio e le prescrizioni precettive relative alla sistemazione degli assetti esistenti e al recupero delle zone di degrado I criteri e le prescrizioni necessarie ad indicare le operazioni di conservazione e trasformazione del territorio al fine di garantire uno sviluppo compatibile alle specifiche caratteristiche sociali, economiche e culturali della comunità insediata. Il piano vincola e disciplina gli aspetti geologici, paesistici e ambientali del territorio, detta prescrizioni e criteri relativi al dimensionamento e alla localizzazione dello sviluppo sul territorio. Art.4 Elaborati del piano strutturale Il piano strutturale è composto dai seguenti elaborati: a) relazione generale; b) il quadro conoscitivo: Indagini geologiche tecniche - Relazione tecnica - Allegati delle Indagini Geognostiche Cartografia Tematica geologica (s.l.) Piano Strutturale Comune di Calcinaia: - Carta Geolitologica scala 1: 10.000 (Tav. 1) - Carta Geomorfologica scala 1: 5.000 (Tavv. 2a e 2b) - Carta Idrogeologica e della Permeabilità superficiale (Tav. 3) - Carta Litotecnica e dei Dati di Base scala 1: 5.000 (Tavv. 4a e 4b) - Carta della Vulnerabilità degli Acquiferi scala 1: 5.000 (Tavv. 5a e 5b) - Carta delle Aree Esondabili e dei Cont esti Idraulici, scala 1: 5.000, (Tavv. 6a e 6b) - Carta degli Aspetti Particolari per le Zone Sismiche, scala 1: 5.000, (Tavv. 7a e 7b) 4 Norme tecniche di attuazione - Carta della Pericolosità per Fattori Geomorfologici e Geolitologici scala 1: 5.000, (Tavv. 8a e 8b); - Carta della Pericolosità per Fattori Idraulici scala 1: 5.000, (Tavv. 9a e 9b); Assetto urbanistico: Quadro conoscitivo tav. 1 Inquadramento territoriale scala 1:50.000 tav. 2 Insediamenti storici e beni culturali scala 1:10.000 tav. 3 L’uso del suolo e la vegetazione scala 1:10.000 tav. 4 Vincoli ambientali e paesaggistici scala 1:10.000 tav. 5a e 5b Il territorio agricolo scala 1:10.000 tav. 6 Stato di attuazione delle aree di espansione scala 1:10.000 tav. 7a Le infrastrutture scala 1:10.000 tav. 8 Reti tecnologiche ed energetiche scala 1:10.000 c) Tavole di progetto tav. 7b Le infrastrutture tav. 9 Statuto dei luoghi e invarianti strutturali scala 1:10.000 tav. 10 Riqualificazione ambientale del territorio scala 1:10.000 tav. 11A La struttura del territorio: I sistemi ambientali scala 1:10.000 tav. 11B La struttura del territorio: I sub-sistemi ambientali scala 1:10.000 tav. 11C La struttura del territorio: Le Unità Territoriali Organiche Elementari 1:10.000 d) scala Norme tecniche per l’attuazione e) Allegati: ?? Schedatura dei beni di interesse archeologico, storico e culturale. ?? La mobilità e le infrastrutture ?? La valutazione degli effetti ambientali. ?? Documenti e fonti storiche. Art. 5 Misure di salvaguardia Fino all’approvazione del Regolamento Urbanistico e, comunque, per una durata non superiore ai tre anni, ai sensi dell’Art. 33 della L.R. n.5/95 si applicano le seguenti salvaguardie: - sono consentiti gli interventi previsti dagli strumenti urbanistici generali vigenti , se non in contrasto con quanto previsto dal P.S nonché dai piani attuativi vigenti nelle zone omogenee A,B,C,D.. - all’interno dei sub-sistemi a carattere agricolo ambientale, individuati del presente P.S. e coincidenti con le zone omogenee E del PRG vigente non sono ammessi interventi di nuova edificazione fino all’approvazione del R.U., sono consentiti interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria e di restauro se non in contrasto con quanto previsto dal P.S., nonché gli interventi previsti dai piani attuativi vigenti. - nelle aree urbane lungo i margini dell’edificato, identificati nella tav.10, sono vietati interventi di nuova edificazione di ristrutturazione urbanistica e di ristrutturazione edilizia qualora comporti aumento di volume e/o di carico urbanistico. Tali interventi saranno normati dal successivo R.U. con regole finalizzate alla definizione della forma urbana e del limite del sistema dell’edificato nei confronti del territorio extraurbano. - è fatto salvo quanto previsto dalla variante per la localizzazione delle reti di distribuzione dei carburanti. - nell’ambito denominato “A1” (di assoluta protezione del corso d’acqua), corrispondente a gli alvei, le golene, gli argini dei corsi d’acqua e comunque le aree comprese nelle due 5 Norme - - tecniche di attuazione fasce di ml.10, adiacenti ai corsi d’acqua, secondo la delimitazione riportata nelle Tavv. 6a e 6b (Carta delle Aree Esondabili e dei Contesti Idraulici), non si possono prevedere nuove edificazioni, manufatti di qualsiasi natura e trasformazioni morfologiche, ad eccezione di manufatti e trasformazioni morfologiche di carattere idraulico quali: attraversamenti dei corsi d’acqua, interventi trasversali di captazione e restituzione delle acque, gli adeguamenti di infrastrutture esistenti senza avanzamento verso il corso d’acqua a condizione che si attuino le precauzioni necessarie per la riduzione del rischio idraulico, migliorando, nel contempo, l’accessibilità al corso d’acqua stesso. nell’ambito denominato “A2” (di tutela del corso d’acqua e di possibile inondazione), corrispondente alle due fasce immediatamente esterne all’ambito “A1” che hanno larghezza corrispondente a quella del corso d’acqua (ove il tratto abbia larghezza superiore a ml.10), fino ad un massimo di ml.100, secondo la delimitazione riportata nelle Tavv. 6a e 6b (Carta delle Aree Esondabili e dei Contesti Idraulici), per effettuare interventi di nuova costruzione e trasformazione morfologica relativi ad opere pubbliche, deve essere contestualmente documentata l’assenza delle condizioni di rischio legate a fenomeni di esondazione o ristagno, o comunque si devono approvare gli interventi necessari per la riduzione del rischio idraulico, in relazione alla natura dell’intervento ed al contesto territoriale. Anche per gli interventi di edilizia economica popolare, per i piani di insediamento produttivo ed interventi di iniziativa privata, devono essere egualmente documentate le condizioni di assenza di rischio ed approvati gli interventi necessari per la riduzione del rischio idraulico in relazione alle caratteristiche del lotto interessato e minimizzando i rischi per i futuri utenti in caso di esondazione, nei modi e nei termini precisati al punto 6 art. 76 della Del. C.R. 12/00. nell’ambito denominato “B” (aree potenzialmente inondabili in prossimità dei corsi d’acqua che possono essere necessarie per gli interventi di regimazione idraulica tesi alla messa in sicurezza degli insediamenti), sono comprese le aree poste a quote altimetriche inferiori ai due metri rispetto al piede dell’argine od al ciglio di sponda. Il limite esterno massimo di questo ambito non supera i ml. 300 ed è individuato nelle Tavv. 6a e 6b (Carta delle Aree Esondabili e dei Contesti Idraulici). Riguarda gli interventi di trasformazione previsti dagli strumenti urbanistici generali e loro varianti per i quali si dimostri l’impossibilità di localizzarli altrove (all’interno del tessuto urbano anche tramite recupero urbanistico), o si dimostri la necessità in relazione alle esigenze di interesse pubblico, di dover localizzare l’intervento proprio in ambito “B”. Per l’ambito “B”, qualora si prevedano costruzioni o trasformazioni morfologiche del territorio (piani attuativi o interventi diretti) che comportano una superficie coperta superiore ai 200 mq., relativamente alle zone C, D, F per attrezzature generali, esclusi i parchi e per le infrastrutture a rete o puntuali, devono essere effettuati indagini idrologiche – idrauliche, finalizzate all’individuazione di eventuale rischio idraulico valutato sulla base di un evento di piena con tempo di ritorno duecentennale. Per ogni altra variante alle previsioni urbanistiche, quindi anche nelle zone destinate a parco, sono estese le indagini idrologico – idrauliche, nel caso che le superfici coperte eccedono i 500 mq. In presenza di rischio idraulico, si dovranno individuare nello strumento urbanistico, gli interventi di regimazione idraulica dimensionati sulla base della piena con tempo di ritorno duecentennale e le aree da destinare alla localizzazione degli stessi in difesa delle nuove previsioni e degli insediamenti vicini. Gli eventuali interventi di regimazione idraulica, non dovranno comunque aggravare il rischio a valle e dovranno essere correlati all’assetto idraulico eventualmente previsto per il canale ricettore. Per le aree perimetrate in ambito “B”, relative all’Emissario di Bientina, (UTOE – C.1 Case Bianche e C.2 Fornacette) gli studi idrologico – idraulici non sono necessari poiché 6 Norme tecniche di attuazione esiste uno studio idraulico, recepito dalla Relazione Tecnica di supporto alle indagini geologico tecniche relative al P.S. (pp 53 – 54), in cui è dimostrata l’assenza di rischio per tempi di ritorno duecentennali. Art. 6 Elementi del piano Sistemi territoriali Sono sistemi territoriali gli ambiti di territorio definiti da caratteri di specificità inerenti dal rapporto tra elementi naturali ed antropici nel processo formativo del sistema di paesaggio il territorio del comune di Calcinaia è suddiviso in quattro sistemi opportunamente perimetrali come da tav. n. 11A, ogni sistema è suddiviso in sub-sistemi ambientali, insediativi, infrastrutturale, di servizio e funzionali: 1. SISTEMA DEL PALEO-ALVEO 1.1. Sub-sistema dell’insediamento urbano di Calcinaia 1.2. Sub-sistema dell’appoderamento agricolo 1.3. Sub-sistema della Sarzanese 2. SISTEMA DELLE CERBAIE E DELLE COLMATE 2.1. Sub-sistema della piana delle colmate 2.2. Sub-sistema collinare delle Cerbaie 2.3. Sub-sistema delle acque del canale scolmatore dell’Usciana e Rio Nero 3. SISTEMA DELLA PIANA DELLA VALDERA 3.1. Sub-sistema del territorio agricolo 3.2. Sub-sistema degli insediamenti 3.3. Sub-sistema del Canale Emissario del Bientina 4. SISTEMA FLUVIALE DELL’ARNO 4.1. Subsistema dell’Arno 4.2. Subsistema ambientale delle Piagge d’Arno 4.3. Subsistema paesistico San Teodoro-Osteriaccia Per ogni sistema e sub-sistema il piano delinea gli obbiettivi e le discipline da seguire per la definizione degli assetti territoriali ai sensi dell’art. 24 terzo comma della L.R. 5/95 e successive modificazioni. Art. 7 Invarianti strutturali Le invarianti strutturali rappresentano l’insieme di elementi o di aree in stretta relazione fra loro e con il territorio circostante, l’art. 14 del PIT definisce il concetto di invariante strutturale come funzioni e prestazioni associate alle diverse risorse del territorio (insediamenti, territorio rurale, infrastrutture). Il piano inquadra le invarianti strutturali ai fini della loro tutela e valorizzazione al fine di garantire lo sviluppo sostenibile come dettato dall’art.1 della L.R.n.5/95 . Sono invarianti strutturali quegli elementi e risorse del territorio intese come funzioni e prestazioni. Le funzioni e le relative prestazioni legate dalle diverse risorse del territorio come definito dall’art. 14 del P.I.T. sono quegli elementi che legate alle diverse strutture insediative del territorio hanno contribuito a formarlo e a generare il sistema insediativo nel tempo , l’alterazione di queste la cui modificazione non deve portare alla scomparsa a danno delle condizioni necessarie per la sostenibilità dello sviluppo locale. Le invarianti indicate da un apposito elaborato sono oggetto di azioni di conservazione e arricchimento. 7 Norme tecniche di attuazione Art. 8 Statuto dei luoghi Lo statuto dei luoghi che raccoglie le invarianti strutturali, cioè un insieme di elementi diffusi sul territorio, lineari o puntuali, aree e beni, spazi definiti, da governare con precisi indirizzi e regole al fine di preservarne il mantenimento. Sono invarianti strutturali gli elementi individuati nella TAV. 9 ed elencati all’interno dei sub-sistemi territoriali. Art. 9 Unità territoriali organiche elementari U.T.O.E. All’interno dei sub-sistemi, parti di territorio sono definite UTOE in quanto caratterizzate da elementi ambientali, insediativi e morfologico specifici con all’interno problematiche diverse legate alle funzioni collocate. Per ogni U.T.O.E. il P.S. individua gli obbiettivi specifici, le modalità di intervento rivolte alla tutela e alla valorizzazione con valore prescrittivo per il Regolamento Urbanistico, il dimensionamento massimo e minimo sostenibile e la dotazione minima degli standard. Art. 10 Il sistema infrastrutturale Il sistema della mobilità è costituito dall’insieme delle strade e nodi stradali comprese le fasce di rispetto esistenti o di progetto. Il piano strutturale individua il sistema infrastrutturale viario generale, in particolare conferma il tracciato relativo alla linea ferroviaria Pontedera-Calcinaia-Lucca così individuata all’art.35 del PIT, il nodo della stazione a Fornacette della linea ferroviaria a carattere metropolitano FI-PI-LI, la S.S. 67 Tosco Romagnola e la S.R.T. 439 Sarzanese-Valdera ; la SP 1 Vicarese e la SP 2 della Botte, strade classificabili secondo quanto previsto dal PTCP, in strade extraurbane secondarie; i nodi stradali, la viabilità locale distinta in strade urbane di quartiere e strade locali urbane, i percorsi ciclabili. Obbiettivo è il miglioramento della mobilità potenziando la rete viaria al fine di alleggerire i volumi di traffico e migliorare il quadro ambientale dell’intero territorio. Il P.S. pone particolare attenzione alla realizzazione e valorizzazione di una rete di percorsi ciclabili e pedonali di connessione fra le varie parti del territorio al fine di facilitarne gli scambi e creare circuiti di mobilità interna protetta e senza carichi di inquinamento ambientale. Tale viabilità fornirà elemento di supporto per le attività del tempo libero da sviluppare sul territorio. Il Regolamento Urbanistico studierà in particolare soluzioni per: - il tratto di S.R.T. 439 fra l’incrocio in località Montecchio e il Ponte alla Navetta, secondo quanto individuato dalla Provincia di Pisa in accordo con i comuni di Pontedera e Calcinaia, relativamente alla definizione di due rotatorie in località Montecchio e Ponte alla Navetta e ad un secondo ponte sull’Arno a valle dell’attuale al fine di razionalizzare l’intera viabilità della zona; - il potenziamento del passaggio della SS 67 a Fornacette sopra il canale emissario al fine di servire meglio l’intero abitato di Fornacette; - una riorganizzazione della viabilità che valorizzi quella “storica”, creando opportune connessioni con la rete stradale principale; - la creazione di una connettività all’interno della rete stradale interna secondo precise gerarchie evitando strade a sfondo cieco; - prevedere opportune opere idrauliche, previa indagine idrogeologica, per lo smaltimento delle acque piovane intercettate dai tracciati; - la previsione di opportune alberature per alcuni percorsi al fine di ottenere un corretto inserimento paesaggistico; - la razionalizzazione e potenziamento del sistema della sosta sia per l’ambito residenziale sia per quello produttivo; - la riorganizzazione del sistema di trasporto pubblico in relazione all’utilizzo della rete ferroviaria come linea metropolitana a scorrimento veloce. Ogni intervento dovrà preventivamente essere verificato con la Provincia. 8 Norme tecniche di attuazione Il percorso dell’antica ferrovia Lucca-Pontedera viene salvaguardato dalla relativa fascia di rispetto di cui alla tav. 4. Tale fascia costituisce un corridoio di connessione ambientale all’interno del sistema insediativo da utilizzare per collegamenti pedonali e ciclabili verdi. Le funzioni, o destinazioni d’uso, attualmente presenti, come la strada posta sul rilevato ferroviario, sono compatibili e passibili di opere di manutenzione fino al ripristino, ove possibile, della linea ferroviaria. A seguito della Deliberazione del Consiglio provinciale di Pisa n. 104 del 6 settembre 2002, recante “Calcinaia: Piano strutturale. Parere di conformità” e della prescrizione ivi contenuta, nella Tav. 7B – “Le infrastrutture” relativa al progetto di P.S., è inserito un corridoio di salvaguardia per la variante alla SRT 439. Tale previsione ha valore di misura di salvaguardia e resta in vigore nelle more di definizione della variante urbanistica a seguito della progettazione elaborata dalla Amministrazione provinciale qualora risulti necessaria al fine di rendere conforme alle previsioni del P.S. il tracciato della variante. Art. 11 Classificazione delle infrastrutture stradali e fasce di rispetto Per la classificazione delle strade si fa riferimento al N.c.d.s. D.leg.n.285/92 C – Strade extraurbane secondarie D – Strade urbane di scorrimento E – Strade urbane di quartiere F – Strade locali Vincoli Fasce di rispetto fuori dai centri abitati: - 30m. per le strade di tipo C - 20m. per le strade di tipo F - 10m.per le strade di tipo F vicinali Fuori dai centri abitati ma all’interno di zone edificabili o trasformabili: - 10m. per le strade di tipo C La distanza dal confine stradale da rispettare nella costruzione o ricostruzione di muri di cinta non può essere inferiore a: fuori dei centri abitati - 3m. per le strade di tipo C all’interno dei centri abitati - 2m. per le strade di tipo D Per le nuove costruzioni o demolizioni e ricostruzioni e ampliamenti all’interno dei centri abitati: - 20m. per strade di tipo D Art. 12 Linee elettriche Il P.S. individua gli ambiti delle principali reti di alta tensione attraversanti il territorio comunale ai fini di assicurare la salvaguardia della popolazione all’esposizione dei campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici ai sensi della L.R. n. 51/99 e L. 36/2001. Ogni intervento di trasformazione o di nuovo impianto che preveda la permanenza umana giornaliera in aree tangenti alle condotte elettriche, deve corrispondere agli obiettivi di qualità previsti dall’art. 15 della L.R. 51/99, per l’esposizione a campi elettrici e magnetici fino ad un livello massimo di esposizione fino a 0,2 mT. Nelle opere di costruzione di nuove linee di alta tensione si dovrà preventivamente procedere alla riorganizzazione di quelle esistenti evitando l’abitato o procedendo con reti interrate. Vincoli Le linee presenti sono relative ad elettrodotti di Khw 380, Kw 220 e Kw 180, rispettivamente per ogni linea è prevista una fascia di rispetto pari a 28m. – 18m. – 10m. per ogni lato a partire dalla 9 Norme tecniche di attuazione proiezione sul terreno della linea stessa ai sensi DPCM 23/04/92. In tali fasce è prevista l’inedificabilità. Art. 13 Interventi sul patrimonio edilizio esistente Il R.U. classificherà tutto il patrimonio edilizio presente sul territorio, al fine di definire l’opportuna disciplina degli interventi, in conformità ai criteri dettati dalla L.R.n.59/80. In assenza del R.U. per il patrimonio di valore storico-architettonico individuato nella tav. 2 sono ammessi solo interventi di manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria e restauro ad eccezione di quello censito ex Legge 59/80. Art.14 Ambiti di interesse archeologico Alcune parti del territorio comunale è definito ambito di interesse archeologico a seguito di alcuni ritrovamenti diffusi sul territorio relativi a tracce degli antichi insediamenti. In tali aree, pur in assenza di reali riscontri di interesse archeologico, prima di interventi di trasformazione urbanistica, è da prevedere una ricognizione documentativa su possibili materiali di interesse storico-documentativo presenti sul soprassuolo. Art. 15 Discariche All’interno del territorio comunale non sono consentite discariche di nessun tipo. Gli eventuali depositi di materiali inerti, abbandonati sul territorio, devono essere smaltiti secondo le modalità prescritte dalla legge e con la bonifica dei siti. È vietato conferire in discarica inerti non trattati. Ai fini del riciclaggio i rifiuti inerti non pericolosi da costruzione e demolizione, devono essere trattati in appositi impianti prima del loro impiego. La raccolta dei rifiuti deve essere svolta nella forma di raccolta differenziata integrata in applicazione della Del.C.R. 88/98. Art. 16 Difesa del suolo Tutti gli interventi di trasformazione del suolo devono essere ammessi secondo le disposizioni geologiche descritte dalle carte: Carta della pericolosità per fattori geomorfologici e geolitologici, l’intero territorio è suddiviso in aree distinte secondo il rischio indotto dalle problematiche geologiche secondo le seguenti classi e sottoclassi: ?? classe 1 pericolosità irrilevante, sono censite le aree in cui sono assenti limitazioni derivanti da caratteristiche geologico-tecniche e morfologiche; ?? classe 2 pericolosità bassa, sono terreni con caratteristiche apparentemente stabili sulle quali però permangono elementi da chiarire a livello di indagine geognostica in sede di progettazione delle trasformazioni; ?? classe 3 pericolosità media: sottoclasse 3a : in essa ricadono aree con caratteristiche geomorfologic he, stratigrafiche e litotecniche favorevoli alla stabilità e i fenomeni franosi coinvolgono porzioni di territorio di ampiezza limitata; sottoclasse 3b : aree con caratteristiche geomorfologiche, stratigrafiche e litotecniche sfavorevoli alla stabilità per cui i movimenti franosi coinvolgono ampie porzioni di territorio e di sottosuolo e altresì terreni con bassa resistenza penetrometrica statica; ?? classe 4 pericolosità elevata : aree coinvolte da fenomeni franosi attivi o quiescenti e aree interessate da intensa erosione. Tutti gli interventi di trasformazione dell’assetto vigente devono essere compatibili con le limitazioni d’uso e i vincoli posti dalla relativa cartografia e secondo quanto esplicitato nella specifica relazione tecnica allegata. 10 Norme tecniche di attuazione Le classi di pericolosità sono dettate in relazione ai criteri di classificazione sanciti dal punto 3.1 della Del.C.R.94/85. Art. 17 Pericolosità idraulica Tutto il territorio viene classificato secondo quanto previsto all’art.80 della Del. C.R. 12/00 e Del. C.R. 94/85. I livelli di pericolosità sono i seguenti: Pericolosita` irrilevante (classe 1). Aree collinari o montane prossime ai corsi d`acqua per le quali ricorrono le seguenti condizioni: a) non vi sono notizie storiche di precedenti inondazioni; b) sono in situazione favorevole di alto morfologico, di norma a quote altimetriche superiori di ml. 2 rispetto al piede esterno dell’argine o, in mancanza, al ciglio di sponda. In tali aree non sono necessarie considerazioni sulla riduzione del rischio idraulico. Pericolosita` bassa (classe 2). Aree di fondovalle per le quali ricorrono seguenti condizioni: a) non vi sono notizie storiche di precedenti inondazioni; b) sono in situazione di alto morfologico rispetto alla piana alluvionale adiacente, di norma a quote altimetriche superiori a ml. 2 rispetto al piede esterno dell`argine o, in mancanza, al ciglio di sponda. Pericolosita` media (classe 3). Aree per le quali ricorre almeno una delle seguenti condizioni: a) vi sono notizie storiche di inondazioni (sottoclasse 3b); b) sono morfologicamente in situazione sfavorevole, di norma a quote altimetriche inferiori rispetto alla quota posta a ml. 2 sopra il piede esterno dell`argine o, in mancanza, sopra il ciglio di sponda (sottoclasse 3a). Rientrano in questa classe le aree di fondovalle non protette da opere idrauliche per le quali ricorre una sola delle condizioni di cui sopra; relativamente alle aree di questa classe di pericolosita` deve essere allegato allo strumento urbanistico uno studio anche a livello qualitativo che illustri lo stato di efficienza e lo schema di funzionamento delle opere idrauliche ove presenti o che comunque definisca il grado di rischio. I risultati dello studio dovranno costituire elemento di base per la classificazione di fattibilita` degli interventi e ove necessario indicare soluzioni progettuali tese a ridurre al minimo possibile il livello di rischio ed i danni agli interventi per episodi di sormonto o di esondazione. Pericolosita` elevata (classe 4). Aree di fondovalle non protette da opere idrauliche per le quali ricorrono entrambe le condizioni di cui al precedente punto. Relativamente a queste aree deve essere allegato allo strumento urbanistico uno studio idrologico-idraulico che definisca attraverso normali metodi dell`idrologia con precisione il livello di rischio relativo all`area nel suo complesso, i risultati dello studio dovranno costituire elemento di base per la classificazione di fattibilita` degli interventi. Nel caso in cui dallo studio risulti che l`area interessata è soggetta a fenomeni di inondazione con tempi di ritorno compresi tra 0 e 20 anni i nuovi strumenti urbanistici generali o loro varianti non dovranno consentire previsioni edificatorie salvo che per infrastrutture a rete non diversamente localizzabili a condizione che per queste ultime si attuino tutte le precauzioni necessarie per la riduzione del rischio idraulico a livelli compatibili con le caratteristiche dell`infrastruttura. Nel caso in cui dallo studio risulti invece che l`area interessata e` soggetta a fenomeni di inondazione con tempi di ritorno superiori a 20 anni dovranno essere previsti interventi di 11 Norme tecniche di attuazione messa in sicurezza atti alla riduzione del rischio ma non alteranti il livello dello stesso nelle aree adiacenti. Tali interventi dovranno dimostrare il raggiungimento di un livello di rischio di inondazione per piene con tempo di ritorno superiore a cento anni e dovranno essere coordinati con altri eventuali piani idraulici esistenti. Art. 18 Tutela della qualità delle acque. Le attività che comportino prelievi ed emungimenti da falde idriche, sono soggette alla autorizzazione dell’Amministrazione Comunale. Per la salvaguardia delle acque sotterranee destinate al consumo umano si prescrive che la “zona di tutela assoluta”, (art. 21 Dec.leg. 152/99), debba avere un’estensione non inferiore ai 10 ml di raggio dal punto di captazione. Tale area deve essere adibita esclusivamente ad opera di presa e ad infastrutture di servizio. La zona in questione deve essere recintata, provvista di canalizzazione per le acque meteoriche, protetta da esondazioni di corpi idrici limitrofi. Per le captazioni peesistenti e per le captazioni in nuclei o centri abitati, l’estensione delle zone di tutela assoluta può essere ridotta, previa opportuna valutazione da parte degli organi competenti mediante l’adozione di particolari accorgimenti a tutela della captazione. Nelle Tavv. 5a e 5b (Carta della Vulnerabilità degli acquiferi), sono indicati i pozzi ad uso idropotabile utilizzati dal locale consorzio acquedottistico; per ognuno di essi, al fine della tutela delle acque destinate a consumo umano, è segnalato il limite della “zona di rispetto” (che include la zona di tutela assoluta). Così come è definito all’art. 21 Dec. leg. 152/99 (Modifiche al decreto del Presidente della Republica 24 maggio 1988, n.236), è istituita una fascia di rispetto di raggio pari a 200 ml dal punto di captazione, da sottoporre a vincolo e destinazioni d’uso tali da tutelare qualitativamente e quantitativamente la risorsa idrica captata, suddivisibile in zona di rispetto ristretta ed allargata in relazione alla tipologia delle opere di captazione ed alla situazione locale di vulnerabilità e rischio della risorsa. L’estensione della zona di rispetto può essere ridotta in relazione alla situazione locale di vulnerabilità e rischio della risorsa previa documentata ed argomentata relazione idrogeologica specifica. Per essa valgono e si applicano i divieti di cui ai punti a, b, c, d, e, f, g, h, i, l, m, n, dell’art.6 DPR 236/88 sostituito da art. 21 Dec. leg. 152/99, fermo restando il vincolo relativo alla “zona di tutela assoluta”, precedentemente citato. Le zone di rispetto dovranno essere preservate dal degrado tramite la loro destinazione da attività, insediamenti ed infrastrutture che non rechino pregiudizio alla risorsa idrica, nonché tramite il monitoraggio della qualità delle acque e la conservazione del territorio anche attraverso interventi di manutenzione o riassetto. Per la gestione delle aree di salvaguardia vigono le disposizioni del capo II (Servizio Idrico Integrato), art.8 e seguenti della Legge n°36/94 e per quanto applicabili, si richiamano le disposizioni dell’art. 24 della stessa Legge. Con le norme di attuazione L.R. 81/95 e L.R. 26/97, Il Comune di Calcinaia fa parte dell’ATO n°2 – Basso Valdarno, che ha predisposto un piano d’ambito per la programmazione e la riorganizzazione delle reti ed impianti idrici. Art.19 Interventi in aree in cui sono segnalati terreni di riporto e terreni compressibili In relazione alla peculiare storia del territorio, legata alle consistenti bonifiche idrauliche che hanno completamente modificato l’originale tessuto idraulico ad iniziare dalla metà del ‘500 fino 12 Norme tecniche di attuazione ai nostri tempi, il P.S. idividua numerose aree, per lo più localizzate in prossimità dei tratti d’alveo, in cui sono state riconosciute morfologie determinate dall’accumulo dei materiali scavati per la realizzazione dei nuovi canali. Si tratta, nella maggioranza di casi, di materiali (limi ed argille) riferibili ai primi 4 - 5 metri delle alluvioni della pianura, caratterizzati da scadenti qualità geotecniche, sui quali è necessario che si concentri l’attenzione in relazione alle problematiche connesse con il rischio sismico. Tali corpi presentano spessori generalmente molto contenuti tra m 0,50 - 1,20 e solo in alcune zone possono raggiungere spessori di oltre 2 m. rispetto al locale piano campagna (vallecole minori dell’area collinare delle Cerbaie, zona di Assaletta). La Carta della Pericolosità per fattori geomorfologici e geolitologici, delle Tavv. 8a ed 8b, classifica questi “corpi” nella classe “3a”, legata a condizioni di rischio medio - alte. Nel caso si intendano sostenere scelte di utilizzazione edilizia in aree interessate da questi terreni, si dovrà procedere preliminarmente alle approvazioni amministrative (concessione o autorizzazione edilizia), all’esecuzione di indagini geognostiche di dettaglio condotte a livello di area complessiva sia di supporto alla redazione di strumenti attuativi che per interventi diretti. Dai risultati di queste indagine dovrà prevedersi un intervento di bonifica e di miglioramento dei terreni e/o l’adozione di tecniche fondazionali di un certo impegno che costituiranno un vincolo specifico per il rilascio della concessione edilizia, secondo i disposti del punto 3.1 e 3.2 della Del.C.R. 94/85. TITOLO II Aree agricole art. 20 Aree boscate Descrizione I boschi come definiti dall’art. 3 della L.R.n.39/2000 e mod. dalla L.R.n.6/2001, si riferiscono alla copertura di vegetazione arborea forestale spontanea o d’origine artificiale relativa al sistema collinare delle Cerbaie e sono perimetrali nella tavola 5 Uso del suolo. Ai sensi dell’art. 1 comma 2 e dell’art. 2 della L.R.n.39/2000 il bosco è un bene di rilevante interesse pubblico il cui indice forestale esistente deve essere mantenuto ai fini della conservazione della biodiversità e della tutela delle risorse genetiche autoctone e degli habitat naturali. Secondo quanto previsto dall’art.37 L.R.n.39/2000, il territorio coperto da bosco è sottoposto a vincolo idrogeologico e a vincolo paesaggistico. Prescrizioni La trasformazione colturale dei boschi, il taglio delle piante e i piani dei tagli sono ammessi solo secondo quanto disciplinato dal Regolamento forestale redatto dalla provincia secondo quanto previsto dall’art.39 della L.R. n.39/2000. A tale regolamento devono attenersi anche gli interventi relativi a tagli colturali per le ripuliture e sfolli e i tagli fitosanitari. È vietato il taglio raso delle piante e l’estirpazione degli arbusti e dei cespugli nei boschi e nei terreni vincolati per scopi idrogeologici salvo nei casi previsti e disciplinati dal regolamento forestale. È vietata l’apertura di nuova viabilità se non quelle attinenti alla conduzione dei fondi e quelle per le opere pubbliche. E’ altresì vietato l’abbandono di rifiuti e materiali di ogni tipo. Non sono consentiti interventi di nuova edificazione residenziale agricola e non. Salvaguardie Sono ammesse le seguenti attività: 13 Norme - tecniche di attuazione La residenza negli edifici esistenti Le attività agricole e silvo- forestali Il rimboschimento L’attività legata al tempo libero Aree di sosta per garantire l’accessibilità alle funzioni del tempo libero. Art. 21 Aree a prevalente funzione agricola Descrizione Sono quella zone di territorio aperto tradizionalmente dedite all’agricoltura alla quale è ancora in parte legato il sistema insediativo e il patrimonio edilizio esistente che mantiene le caratteristiche rurali. La struttura produttiva sia per l’esiguità della consistenza aziendale sia per i frazionamenti intervenuti nel tempo, mostra elementi di crisi e scarsa redditività agricola. Prescrizioni Gli interventi in queste aree sono tesi alla manutenzione e valorizzazione del ruolo agricolo disciplinati dai PMAA ai sensi dell’art.4 L.R.64/95 e successive mod. della L.R.25/97.Tutti gli interventi sul patrimonio edilizio esistente devono avere come fine quello del mantenimento delle caratteristiche tipologiche. Ogni intervento di deruralizzazione è ammissibile solo previo un PMAA che individua gli edifici non più utilizzati a fini agricoli. Salvaguardie All’interno di tali aree sono ammesse le seguenti attività e destinazioni d’uso: - la coltivazione dei terreni - la selvicoltura - attività di conservazione e trasformazione dei prodotti agricoli - residenza agricola - residenza all’interno del patrimonio edilizio esistente - ogni forma di agriturismo, turismo verde e ricettività connesse - attività legate al tempo libero e lo sport - sistemi di mobilità ciclabile e pedonale legate anche alla valorizzazione dei percorsi - attività connesse ed integrate con l’agricoltura - destinazioni ad uso pubblico - il Regolamento Urbanistico sulla base della schedatura del patrimonio edilizio individuerà specifiche categorie di intervento - il R.U. fornirà precise indicazioni di carattere tipologico e materiali di impiego per interventi sui piccoli annessi di servizio esistenti sul territorio. Art. 22 Aree ad esclusiva funzione agricola Descrizione Sono quelle zone di territorio a vocazione specificatamente agricola, sia per la capacità produttiva intrinseca alla qualità dei terreni, sia per la presenza di strutture produttive di rileva nte interesse, sia per l’estensione dimensionale della proprietà che consente di operare sul mercato in maniera meritoria, sia per la particolare maglia poderale e il sistema irriguo nonché per la rete del sistema idraulico. Di particolare interesse appare l’assetto fondiario caratterizzato dalla maglia degli antichi poderi con un patrimonio edilizio funzionalmente distribuito secondo lo schema gerarchico fattoria/coloniche e il sistema irriguo associato a quello idraulico. Prescrizioni Gli interventi in queste zone devono essere rivolti alla conservazione e valorizzazione del sistema agricolo ambientale con la salvaguardia della popolazione insediata. Fermo restando l’obbligo del recupero degli edifici esistenti interventi sul sistema edilizio e nuove previsioni nonché il cambio di destinazione d’uso per le situazioni da deruralizzare sono disciplinate dai PMAA ai sensi dell’art.4 L.R.64/95 e successive mod. della L.R.25/97 con l’obbligo delle superfici fondiarie minime 14 Norme tecniche di attuazione previste dall’art.3 della legge suddetta.Tutti gli interventi sul patrimonio edilizio esistente devono avere come fine quello del mantenimento delle caratteristiche tipologiche. Salvaguardie In tali aree sono ammesse le seguenti attività e destinazioni d’uso: - coltivazione dei terreni; - alleva mento minore; - conservazione e trasformazione dei prodotti agricoli; - residenza agricola; - residenza all’interno del patrimonio edilizio esistente; - agriturismo; - attività per il tempo libero; - attività in edifici esistenti compatibili con l’assetto dell’area agricola; - realizzazione di strutture di servizio in edifici esistenti; - struttura adibita a canile, - il regolamento Urbanistico fornirà precise indicazioni di carattere tipologico e materiali di impiego per interventi sui piccoli annessi di servizio presenti sul territorio. Art. 23 Aree agricole di interesse paesaggistico Descrizione Sono aree dove i rapporti tra sistema insediativo e quello poderale sono di particolare valore ai fini della connotazione paesaggistica della zona all’interno della quale sono ancora riscontrabili e leggibili le tracce dei precedenti assetti e forme del territorio. In particolare, a nord del capoluogo è evidente la presenza dell’antico paleo-alveo dell’Arno che ha lasciato profondi segni sul territorio accompagnato dalla presenza di un complesso sistema di regimazione delle acque, risultato della bonifica della palude del Bientina, tutti segni di opere che hanno permesso l’insediamento del territorio e contraddistinto la storia di Calcinaia. Salvaguardie All’interno di questa area sono presenti degli invasi d’acqua, conseguenza di recenti processi di escavazione di sabbie, che costituiscono aree naturali con un ricco sistema di vegetazione ripariale. L’alto valore paesaggistico è da conferire anche a quelle aree poste lungo l’asta dell’Arno, in particolare, quelle delimitate dal sistema del contrargine che ha prodotto un ambiente di alto valore ecologico per la naturalità del sistema. Sono aree di particolare valore anche per la loro collocazione che favorisce vedute e punti panoramici sull’intero sistema paesaggistico costituito dai Monti Pisani e dalla pianura alluvionale. All’interno di tali aree sono possibili le seguenti attività: - coltivazione tradizionale dei terreni - residenza agricola in edifici esistenti - agriturismo - ricettività di turismo verde in edifici esistenti - residenza in edifici esistenti deruralizzati - sistemazioni per il tempo libero e in particolare per la pesca - attrezzature temporanee per manifestazioni culturali e sportive - sistemazioni a verde Prescrizioni All’interno di queste zone, al fine di salvaguardare l’ambiente e il paesaggio ai sensi dell’art.1 comma 4 della L.R.n.64/95 e successive modifiche, non è ammessa la costruzione di nuova residenza. Art. 24 Ambiti di transizione fra contesti diversi 15 Norme tecniche di attuazione Descrizione Sono aree contigue o interne al territorio urbanizzato caratterizzate da un’attività agricola residuale che presenta un frazionamento eccessivo della maglia delle proprietà e elementi di degrado accompagnati da fenomeni di abbandono. La struttura economica presenta usi e funzioni agricole non aziendali, ma condizionate da altre attività economiche. In tali aree assume rilievo l’ipotesi di una riqualificazione complessiva del sistema con nuove quote di edificato ai fini di definire morfologicamente l’insediamento, configurando un confine netto tra urbano e territorio aperto e con spazi verdi di riqualificazione paesaggistico-ambientale. Salvaguardie L’intervento di trasformazione deve assumere linee unitarie. Il R.U. fornirà precise indicazioni per i piccoli annessi presenti sul territorio. Art. 25 Corridoi ecologici di valore paesaggistico-ambientale Descrizione I corridoi ecologici sono riferibili a metodologie di intervento più che a delimitazioni di aree. Il loro ruolo è quello di delimitare l’urbanizzazione con modalità morfologiche precise e garantire una riqualificazione del quadro ambientale complessivo. Prescrizioni Lungo il sistema infrastrutturale e in particolare lungo la Sarzanese, gli interventi edilizi dovranno evitare di ridurre significatamene gli ambiti spaziali di connessione fra sistemi funzionali diversi. A tale fine sono da utilizzare e realizzare gli spazi a destinazione di verde degli standard urbanistici. I corridoi, al fine di favorire le visuali panoramiche e paesaggistiche sul territorio circostante, possono prevedere una forestazione opportunamente disposta con l’intento di creare limiti precisi. All’interno di tali corridoi viene mantenuta e valorizzata l’agricoltura, il patrimonio edilizio presente può essere oggetto di recupero secondo parametri definiti dal R.U. TITOLO III La struttura del territorio Art.26 I sistemi territoriali Descrizione A seguito delle varie fasi relative alla conoscenza analitica del territorio di tipo storico, geomorfologico, socio-economico, ambientale ed urbanistico, condotta dal gruppo di lavoro, il territorio comunale viene suddiviso in sistemi e subsistemi secondo i parametri di cui all’art.24 della L.R. 5/95. La suddivisione del territorio comunale di Calcinaia in sistemi territoriali, appare come prima sintesi interpretativa dei dati descrittivi che rappresentano la realtà del territorio come un insieme differenziato di luoghi, ognuno con la sua specificità sia formale che funzionale. Il sistema viene individuato secondo parametri che privilegiano la simbiosi fra elementi naturali (morfologici-paesaggistici) e quelli antropici (insediativi). In particolare i sub-sistemi vengono individuati all’interno di ciascun sistema, approfondendo la conoscenza degli elementi sia antropici che naturali che conferiscono identità di luogo alle singole parti. 1. SISTEMA DEL PALEO-ALVEO 1.1 Sub-sistema dell’insediamento urbano di Calcinaia 1.2 Sub-sistema dell’appoderamento agricolo 1.3 Sub-sistema della Sarzanese 16 Norme tecniche di attuazione 2. SISTEMA DELLE CERBAIE E DELLE COLMATE 2.1. Sub-sistema della piana delle colmate 2.2. Sub-sistema collinare delle Cerbaie 2.3 Sub-sistema delle acque del canale scolmatore dell’Usciana e Rio Nero 3. SISTEMA DELLA PIANA DELLA VALDERA 3.1. Sub-sistema del territorio agricolo 3.2. Sub-sistema degli insediamenti 3.3 Sub-sistema del Canale Emissario del Bientina 4. SISTEMA FLUVIALE DELL’ARNO 4.1 Subsistema dell’Arno 4.2 Subsistema ambientale delle Piagge d’Arno 4.3 Subsistema paesistico San Teodoro-Osteriaccia 1. SISTEMA DEL PALEO-ALVEO Descrizione Il sistema geograficamente riunisce un territorio di pianura racchiuso all’interno dell’antico paleoalveo dell’Arno con caratteristiche prevalenti di tipo agricolo. È l’ansa del vecchio meandro del fiume che scorreva fino a lambire l’abitato di Bientina consentendo al castello di Calcinaia di rappresentare un punto di cerniera fra il territorio della Valdera e quello della Valdinievole in riva sinistra del fiume. La forma geometrica, delimitata dai confini comunali che corrono ad est lungo la S.S. SarzaneseValdera e ad ovest sulla via del Marrucco, è in aderenza al vecchio meandro il cui taglio cinquecentesco è stato determinante per modificare i rapporti territoriali e la storia di Calcinaia. È un territorio agricolo dove la messa a coltura dei terreni è stata possibile con la regimazione delle acque 1.1. Subsistema dell’insediamento urbano di Calcinaia Descrizione Il subsistema è relativo a tutta l’area dell’insediamento di Calcinaia attestato sull’ansa dell’Arno, la centralità è costituita dal centro storico del borgo che le vicende legate al fiume e alle ricorrenti inondazioni hanno segnato nei secoli passati. L’insediamento, in epoca più recente, si è attestato sulla viabilità di collegamento est-ovest ( ponte alla Navetta – Vicopisano) posta su un rilevato a testimonianza delle antiche esondazioni del fiume. L’abitato mantiene quasi intatti i rapporti con il fiume, anche se il diretto contatto con l’acqua si è perso con la cancellazione del porto dei navicelli a seguito della costruzione del moderno argine. Le recenti espansioni si sono localizzate lungo l’asse viario principale vera strada maestra generatrice dell’edificato. La costruzione della circonvallazione ha creato, per il centro, una linea definita su cui si attesta l’edificato moderno a costituire una netta delimitazione fra campagna e città, ciò facilita, in questo caso, la lettura unitaria dell’intero abitato. La Vicarese resta come in antico l’asse trasversale del centro abitato e punto di localizzazione delle funzioni principali per altro attestate sulla piazza all’inizio del paese. Invarianti Strutturali - la vecchia via Vicarese e il relativo rilevato - il sistema della viabilità 17 Norme - tecniche di attuazione il fronte urbano sull’Arno il greto dell’Arno la piazza Indipendenza il centro storico l’asse della vecchia ferrovia Pontedera-Lucca il ponte ferroviario il sistema sportivo Obiettivi - valorizzazione dell’intero abitato del Centro Storico - riorganizzazione delle aree all’ingresso dell’abitato - riqualificazione del sistema residenziale - riqualificazione e potenziame nto del fronte urbano - potenziamento del sistema dei servizi - riqualificazione delle aree miste Prescrizioni: Il centro storico dovrà essere oggetto di attenti studi volti alla tutela e mantenimento delle strutture edilizie esistenti. Sono da prevedere modeste quote edificate finalizzate alla ricucitura tra il tessuto storico e quello della moderna periferia. Gli interventi sui margini dell’edificato devono stabilire relazioni spaziali con il contesto per la definizione del rapporto città/territorio aperto. Per l’area caratterizzata da insediamenti produttivi ed episodi misti residenza-lavoro, in contesti pre-urbana è da prevedere una riqualificazione urbanistica funzionale tale da renderla integrata all’ambito urbano. Sono vietate le attività incompatibili con il sistema residenziale, è da favorire il potenziamento delle attività commerciali e ricreative e di servizio, proprie di un centro urbano. È da prevedere un sistema di spazi verdi elemento di unione dei vari episodi esistenti collegato a quello fluviale dell’Arno. Salvaguardie: Fino all’approvazione del R.U. sono ammessi gli interventi previsti dagli strumenti urbanistici vigenti. All’interno del centro storico sul patrimonio edilizio censito sono consentiti interventi di manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro conservativo ai fini del miglioramento igienico sanitario. Per l’area ai margini dell’edificato identificata nella tav.10 sono vietati interventi di nuova edificazione, di ristrutturazione urbanistica e di ristrutturazione edilizia qualora comportino aumento di volume e/o di carico urbanistico. Tali interventi saranno normati dal successivo R.U. con regole finalizzate alla definizione della forma urbana e del limite del sistema dell’edificato nei confronti del territorio extraurbano; 1.2. Subsistema dell’appoderamento agricolo Descrizione E’ l’area all’interno dell’ansa dell’Arno precedentemente in riva sinistra del fiume legata al contesto pisano come il capoluogo Calcinaia, conseguenza dei depositi fluviali nel corso del tempo. Il taglio dell’ansa produce una riorganizzazione del territorio dovuta all’ appoderamento favorito anche dalla politica di investimenti agricoli da parte dei medici, il territorio ricavato dal letto del fiume passa a far parte dei beni delle reali possessioni, il processo vede una riorganizzazione del sistema idrico per consentire un deflusso delle acque verso il fiume. Il territorio presenta una maglia poderale ancora riconoscibile e si caratterizza per presentare quasi intatta quella presente al catasto Leopoldino. Ancora intatta risulta la viabilità poderale e di servizio alle zone delle case poderali attestate sul reticolo interno collegamento diretto con il centro abitato di Calcinaia. Territorio pianeggiante dai caratteri unitari presenta l’omoge neità tipica di un’unità di paesaggio. Tutta la zona è ancora agricola lavorata dai diretti residenti vero e proprio presidio sul territorio o da contoterzisti. 18 Norme tecniche di attuazione L’area dovrà essere interessata da processi di mantenimento e sviluppo che sappia proporre sbocchi ad un’agricoltura che per mezzi ed ampiezza dei campi e poderi appare in contraddizione con i processi di riorganizzazione agricola attuali e con scarse capacità di trovare sbocchi sul mercato. La zona si presenta opportuna per uno sviluppo agricolo di qualità che coniuga storia insediativa e processo produttivo agricolo. Invarianti Strutturali possibili elementi della centuriazione strade poderali, canali di irrigazione e fossi il sistema dell’appoderamento presente al catasto Leopoldino il sistema delle case rurali al catasto leopoldino il sistema della viabilità storica le strutture di regimazione delle acque l’argine dei Ronchi l’invaso del lago del Marrucco i Ronchi il tracciato dell’ex- ferrovia la via del Marrucco Obiettivi - tutela e conservazione della maglia poderale agricola - mantenimento delle attività agricole - recupero della rete stradale interpoderale - valorizzazione del patrimonio rurale delle case coloniche - favorire il presidio della popolazione - sviluppo di produzioni specifiche vedi il biologico - valorizzazione della fruizione turistica e del tempo libero Prescrizioni : l’area è ad esclusiva funzione agricola, sono vietate attività incompatibili con essa. Sono da salvaguardare e mantenere i tracciati della viabilità presente al catasto Leopoldino, è da mantenere la maglia poderale e i segni del sistema irriguo riferibili allo stesso catasto. La rete idrica, dei fossi di irrigazione e di regimazione della piana, segni territoriali storici, è da salvaguardare specie per il mantenimento dei segni della centuriatio romana come rilevato dal PTCP. Il patrimonio storico appartenente all’antico appoderamento deve essere oggetto di interventi di recupero e valorizzazione. Sono altresì da mantenere ogni elemento di arredo edificato o arboreo che contraddistingue la trama agraria. Salvaguardie: Fino all’approvazione del R. U. sono ammessi solo interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria. I cambiamenti di destinazione d’uso dovuti ai P.M.A.A. ai sensi della LR n.64/95 sono ammessi, fino all’approvazione del R.U., purché non comportino aumento di volumetrie di nuova edificazione. Sono consentiti interventi di natura igienico sanitaria prescritti dalle autorità competenti, ovvero interventi in attuazione di prescrizioni localizzative conseguenti a programmi e piani regionali e provinciali. 1.3. Sub-sistema della struttura produttiva della Sarzanese Descrizione : è la fascia di territorio posta lungo la S.R.T. Sarzanese-Valdera n.439 che rappresenta anche il confine amministrativo del comune. Area pianeggiante, contraddistinta da una lieve ma costante pendenza cha passa da quota m.10,9 di Case Sardina a 11,4 m. in corrispondenza della zona dei Moretti. Caratteristica, di valore storico-ambientale, della zona è quella di far parte 19 Norme tecniche di attuazione dell’ansa attestata sull’antico paleoalveo dell’Arno, deviato dal taglio mediceo del 1500, segno inconfondibile ancora oggi a distanza di secoli pur in presenza di un sistema di edificazione che ha completamente stravolto i caratteri del territorio. Infatti la zona del Paleoalveo, terreno ottimo per l’edificazione su un corridoio infrastrutturale di congiunzione fra bacini economici diversi sulle grandi direttrici di sviluppo a livello regionale, è stata saturata da una struttura produttiva molteplice. Il processo di espansione ha interessato i due comuni di Calcinaia e di Bientina generando un continuum unitario, determinato dalla morfologia del territorio che ha reso il paleoalveo elemento ordinatore del processo di urbanizzazione. In que sti anni all’interno della struttura produttiva sono avvenuti processi di riorganizzazione funzionale con localizzazione di attività terziarie. Polarità dell’area, sia a livello comunale che comprensoriale, è la struttura di servizio in località la Torretta - Villa Corsi, dove il recupero degli edifici è stato finalizzato alla realizzazione di una struttura ricettiva di elevato livello, in un territorio che presenta forti carenze sia nel comparto ricettivo che di servizi alle imprese. Il completamento in corso nell’area dei Moretti, se da un lato riunifica il comparto al capoluogo, dall’altro satura totalmente l’area, aggravando ulteriormente la viabilità accentrata esclusivamente sulla statale. La razionalizzazione della mobilità dell’area e la riorganizzazione del sistema produttivo rappresentano i problemi di maggiore impegno. Invarianti Strutturali - Villa Corsi - la Torretta - la S.S. Sarzanese-Valdera - la cappella Obiettivi : - riorganizzazione e potenziamento della viabilità territoriale - potenziamento e completamento della viabilità minore - maggiore accessibilità al sistema - localizzazione di sistemi per la sosta - riqualificazione con completamento della struttura produttiva - potenziamento e creazione di strutture di servizio - sviluppo della ricettività anche con quote aggiuntive di edificazione e servizi - riqualificazione del fronte stradale dell’intero sistema Prescrizioni: l’area sarà destinata ad attività produttive con la razionalizzazione del processo di terziarizzazione in corso. Nei nuovi interventi sia di sviluppo che di recupero occorre mantenere sia il patrimonio edilizio storico, sia i segni della maglia poderale o della viabilità ancora oggi presente. Sarà da prevedere, in ogni intervento, una soglia percentuale dell’impermeabilizzazione dei suoli e da favorire il recupero ambientale di aree già impermeabilizzate. Sono da mantenere con interventi di conservazione, il patrimonio edilizio antico, i resti della viabilità poderale ed ogni elemento relativo alla storia del territorio. E’ opportuno prevedere sistemi di definizione dei margini rispetto all’area agricola retrostante ad esempio tramite alberature. Il processo di riordino dei fronti avrà, come indirizzo, quello di garantire la permanenza di cunei verdi, il cui utilizzo consenta la realizzazione di corridoi ambientali di comunicazione con il sistema storico-agricolo attestato sulla Sarzanese. Salvaguardie: fino all’approvazione del Regolamento Urbanistico sono ammessi solo interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria e di ristrutturazione edilizia nonché i piani attuativi previsti dallo strumento urbanistico vigente se non in contrasto con le finalità del P.S. 20 Norme tecniche di attuazione 2. SISTEMA DELLE CERBAIE E DELLE COLMATE Descrizione L’area contraddistinta come delle Cerbaie, individua un ambito territoriale facilmente distinguibile all’interno del territorio comunale per la sua geomorfologia, rappresentata dalla presenza dell’unico ambiente collinare in un sistema di sola pianura. Sono i depositi, avvenuti nell’Olocene, del lago delle Pianole di sabbie e ciottolati provenienti dal sasso pisano. Il sistema collinare costituito da due rilievi separati dalla pianura della Paludetta che si incunea all’interno della collina, è interamente coperto da un bosco misto caratterizzato dalla presenza di pino nero e pino domestico, carpino, leccio, quercia, ciavardello, ecc. che in gran parte denota elementi di degrado. Tale sistema a forte naturalità, rappresenta l’elemento principale in termini di valore ambientale per l’intero territorio di Calcinaia il cui alto valore è riconosciuto dalla proposta di inserimento nel progetto Bioitaly, in attuazione della direttiva 92/43/CEE “Habitat”, nell’elenco delle aree ritenute di interesse naturalistico di importanza comunitaria. Il bosco delle colline delle Cerbaie viene così ad essere un Sito di Interesse Comunitario (pSIC), o meglio sito di importanza comunitaria. In attuazione della direttiva Habitat occorre prevedere misure tese alla tutela dell’habitat presente individuando interventi di conservazione, miglioramento ed incremento delle emergenze naturalistiche proprie dell’area. Il mantenimento e miglioramento riguarderà interventi sulla flora e sulla fauna con regolamentazione dell’attività venatoria.Tale sito di interesse nat6urtalistico costituisce, ai sensi della legge regionale risorsa essenziale e fa parte del quadro conoscitivo del presente P.S.. Il sistema collinare delle Cerbaie termina con il poggio di Montecchio sede in antico di un monastero-fattoria dei benedettini e sicuramente luogo di primo insediamento di tutto il territorio per la sua posizione protetta dalle acque. Qui l’andamento dell’Arno, che nel corso dei secoli ha costantemente depositato limi e sabbie, nella parte convessa, ha dato luogo al caratteristico meandro che ancora caratterizza il fiume. Proprio questo processo geomorfologico, conferisce al contesto caratteri di unitarietà fra collina e pianura avendo costituito un unico sistema produttivo agro-forestale fin dai tempi della fattoria benedettina. I rilievi hanno condizionato l’orientamento del sistema idrico minore sul quale è stato disegnato l’appoderamento già all’epoca dei frati. Successivamente nel settecento si sono avuti interventi di regimazione e di colmata al fine di rendere sicure le zone agricole sempre più soggette ad esondazioni del fiume. Una delle tante sistemazioni idrauliche che scandiscono la storia del territorio di Calcinaia e in particolare in questa area dove recentemente è stato realizzato il canale scolmatore dell’Usciana in diretto contatto con l’Arno. Un ulteriore segno che caratterizza il territorio. 2.1. Subsistema della piana delle colmate Tale subsistema comprende il territorio pianeggiante intorno ai 13.6 ai 14.3m.determinato dall’ansa del fiume che nel corso del tempo con un processo continuo di sedimentazione ha creato un territorio fertile proficuo alla coltivazione agricola. In questa parte particolare pregio appare la tessitura dei campi già in origine tracciata ai tempi della fattoria dei certosini poi rintracciati in epoca più recente a seguito degli interventi di colmata operati dai frati certosini a metà del 1700, Leonardo Ximenes compie sopraluoghi e studi sulle colmate della piana di Montecchio Il subsistema presenta i caratteri fortemente unitari caratterizzati dallo spazio aperto territorio agricolo per eccellenza, unitario anche se il canale realizzato negli anni ottanta lo ha diviso in due parti. Invarianti Strutturali - il sistema agricolo elemento morfologico del territorio 21 Norme - tecniche di attuazione la sistemazione dei canali irrigui la viabilità poderale Obiettivi - tutela e conservazione della maglia poderale, salvaguardia degli assetti idrogeologici del territorio a difesa della piena produttività del territorio agricolo - Valorizzazione delle attività agricole - Recupero del patrimonio edilizio - Integrazione e fruibilità turistica - Creazione di percorrenze tali da favorire le attività del tempo libero Prescrizioni: Il territorio in oggetto è classificato come destinato a prevalente funzione agricola. La trama fondiaria e il reticolo del sistema idrico devono essere oggetto di conservazione. Le nuove percorrenze relative alla fruibilità dell’area, deve essere realizzata nel rispetto della maglia poderale e delle sistemazioni del luogo. Il sistema infrastrutturale dovrà essere definito nel rispetto delle caratteristiche ambientali del luogo. Le nuove edificazioni relative a P.M.A.A. L.R. 64/95 e successive mod., sono ammissibili per la sola funzione agricola e dovranno trovare opportuna collocazione nel rispetto dei valori ambientali dell’area. Salvaguardie: Fino all’approvazione del R.U. sono ammessi solo interventi di manutenzione e restauro, interventi tesi alla realizzazione di percorsi pedonali e ciclabili sono ammessi pur nel rispetto degli assetti ambientali e paesaggistici. 2.2 Subsistema delle Cerbaie Descrizione è il grande sistema dove i caratteri naturalistici sono prevalenti. Il territorio collinare è interamente coperto da bosco misto con presenza di pino nero e domestico, carpino, leccio, querce e ciavardello, che lo configura come emergenza di valore sia ecologico che botanico forestale in un territorio totalmente composto di pianura agricola. L’area è anche l’unica emergenza collinare presente nel comune. Le quote più alte sono il M.Belvedere con 69.0m. di altitudine e il Poggio Niki (67.5 m.), dalla parte di Montecchio il M.Beutella raggiunge i 63.5m. La continuità del sistema collinare è interrotta da una piccola valle naturale, detta la Paludetta, che però non costituisce entità distinta ma elemento di unione fra le due pendici. All’interno del sistema la vegetazione presenta condizioni fitosanitarie differenti anche risalenti a situazioni determinate dall’instabilità del soprasuolo e da processi di manutenzione più attivi sulla parte del bosco del Bufalo. Tale sistema boscato costituisce una risorsa, di interesse naturalistico, essenziale per il cui alto valore viene inserito dal la Regione Toscana nel progetto Bioitaly, in attuazione della direttiva 92/43/CEE “Habitat”, nell’elenco delle aree ritenute di interesse naturalistico di importanza comunitaria. Il bosco delle colline delle Cerbaie rappresenta un Sito di Interesse Comunitario (pSIC), o meglio sito di importanza comunitaria. In attuazione della direttiva Habitat occorre prevedere misure tese alla tutela dell’habitat presente individuando interventi di conservazione, miglioramento ed incremento delle emergenze naturalistiche proprie dell’area La strada statale della Sarzanese divide le ultime propaggini delle Cerbaie rappresentato dalla collina di Montecchio. Tale località, abitata in epoca remota, costituisce un’emergenza naturale strategica sul fiume, e punto di passaggio obbligato per la grande viabilità territoriale. Invarianti Strutturali - l’estensione della superficie boscata (pSIC) - la viabilità storica - Montecchio e la Villa - La casa della santa Ubaldesca 22 Norme - tecniche di attuazione Il ponte alla Navetta Obiettivi - Mantenimento e valorizzazione del sistema boschivo - Conservazione ed incremento delle emergenze naturalistiche - Valorizzazione del patrimonio edilizio - Recupero e valorizzazione dei percorsi storici - Riorganizzazione del sistema insediativo - Potenziamento e riorganizzazione del sistema della viabilità Prescrizioni il bosco come risorsa naturale per il suo alto valore di ecosistema è un bene oggetto di assoluta conservazione. Sono da prevedere interventi di ripulitura dei sentieri presenti sia per favorire il trekking sia per scopi didattico-botanico. Gli interventi anche a carattere fitosanitario, devono essere riferiti a quanto disciplinato dal piano forestale provinciale. Tutti gli interventi ricadenti all’interno dell’area delimitata pSIC, devono essere compatibili con gli obiettivi di conservazione del sito e comunque soggette a valutazione di incidenza sugli habitat e sulle specie che ne hanno determinato la classificazione. Salvaguardie: Fino all’approvazione del R.U. sono ammessi solo interventi di consolidamento del suolo e di manutenzione del sistema boschivo. Per il patrimonio edilizio localizzato all’interno del sub-sistema sono consentiti solo interventi di manutenzione ordinaria e di manutenzione straordinaria. 2.3. Subsistema delle acque del canale scolmatore dell’Usciana e Rio Nero Descrizione Anche in questo caso ci troviamo a considerare una delle tante opere idrauliche,l’ultima in ordine di tempo, che caratterizzano il territorio e la storia del comune. Viene realizzata negli anni ottanta in conseguenza dell’alluvione del 1966, si tratta del sistema artificiale realizzato per diminuire la portata dell’Usciano nell’Arno come possibile futuro scolmatore. Il nuovo canale ricomprende anche la riorganizzazione del corso del Rio Nero la cui confluenza nell’Arno viene deviata dal passaggio fra il poggio S.Michele e il M. Belvedere e riportato nel fiume dopo l’ansa in corrispondenza dello scolmatore. Invarianti Strutturali - il cana le scolmatore - le sistemazioni idrauliche - la vegetazione ripariale - la Paludetta Obiettivi - Creazione di un corridoio ecologico - riqualificazione del sistema delle acque - Valorizzazione per un uso turistico - Potenziamento dei sistemi di mobilità Prescrizioni: L’area è relativa al canale scolmatore e quindi soggetta a vincoli a carattere idrogeologico, sono vietati interventi che possano alterare il sistema idraulico. Le sponde del canale possono essere utilizzate per la realizzazione di percorsi di fruizione del territorio ai fini agroturistici. 23 Norme tecniche di attuazione Salvaguardie Fino all’approvazione del R.U., sono consentiti solo interventi di manutenzione del sistema idrico. 3. SISTEMA DELLA PIANA DELLA VALDERA Si tratta dell’ampio territorio sotto l’Arno che il taglio del meandro ha diviso dal capoluogo rendendolo di fatto integrato al sistema viario dell’asse stradale Firenze-Pisa. Questo, una volta terminato il ruolo del fiume come via di comunicazione, è diventato l’elemento strutturante del territorio e riferimento di uno sviluppo insediativo che a partire dagli anni cinquanta ha visto la creazione di un centro urbano vero e proprio. Fornacette oggi è la parte del territorio urbanizzato con il maggior peso demografico. Le relazioni est-ovest privilegiano di fatto il sistema attestato sulla direzione Pontedera-Pisa. Lo sviluppo più recente segue i criteri localizzativi consolidati, attestandosi sugli assi di collegamento interno da e per Vicopisano e Calcinaia creando un sistema urbano lineare. Il resto del territorio a carattere agricolo presenta situazioni diversificate. L’area al di là della strada delle Case Bianche, ha mantenuto inalterati i rapporti e le dimensioni agricole del sistema poderi- fattoria dell’antica maglia agricola, sotto la ferrovia la struttura produttiva appare frazionata e contraddistinta da situazioni marginali accompagnate da degrado e saltuarietà. 3.1. Subsistema degli insediamenti Descrizione Tale sub-sistema individua tutta l’area dello sviluppo urbano di Fornacette,un sistema compatto cresciuto nel corso di questi ultimi decenni lungo il corridoio infrastrutturale che con la sua linearità ha dettato regole di aggregazione precise per le lottizzazioni che si sono succedute con una maglia rigidamente geometrica, viceversa oltre l’emissario,l’area storica, i fronti edilizi si sono assestati sulle linee presenti sul terreno, in parallelo alla curva del fiume. Un sistema insediativo che ha fatto elle strade l’elemento guida e l’occasione di edificazione, così verso la Botte, sia lungo la strada dell’Alloro. Questa caratteristica se è origine di espansione, rappresenta il suo limite causando gravi problemi sulla viabilità anche in presenza di una rete stradale interna incapace ha rappresentare alternative di collegamento. Invarianti Strutturali - la strada statale n.67 Tosco-Romagnola (ex Strada Regia Pisana) - il sistema dei “luoghi della memoria” (piazze dedicate a) - i Ponti - il Cottolengo - il Palazzaccio - l’Asilo in memoria dei Caduti - Case Vecchie - Il Pozzale Obiettivi: - Riqualificazione ed integrazione del sistema insediativo - Potenziamento dell’attraversamento del canale emissario - Potenziamento della viabilità locale completamento della rete - Riorganizzazione funzionale delle zone miste - Potenziamento e riqualificazione del sistema dei servizi - Recupero e localizzazione di aree per il verde attrezzato - Definizione urbanistica dei margini dell’abitato - Rivitalizzazione della Tosco-Romagnola come asse urbano principale 24 Norme tecniche di attuazione Prescrizioni: Sono da tutelare e valorizzare gli episodi edilizi storici, in particolare l’area del trabocco deve trovare opportuna sistemazione per la valorizzazione del manufatto integrandolo all’intero abitato di Fornacette. Sono da prevedere modeste quote per ricucire il tessuto edilizio. È da favorire un sistema di collegamento interno a carattere ciclo-pedonale per facilitare la mobilità della popolazione residente. E’ da realizzare un sistema integrato di spazi verdi anche in contesti ai margini del sistema per migliorare la qualità dell’abitare. . Salvaguardie: Fino all’approvazione del R.U. sono ammessi gli interventi previsti dagli strumenti urbanistici vigenti. Sul patrimonio edilizio storico censito sono ammessi interventi di manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro conservativo ai fini del miglioramento igienico sanitario. Per l’area situata sul confine comunale con Cascina, anticipazione del sistema urbano, individuata nella tav.10 , sono vietati interventi di nuova edificazione di ristrutturazione urbanistica e di ristrutturazione edilizia qualora comportino aumento di volume e/o di carico urbanistico. Tali interventi saranno normati dal successivo R.U. con regole finalizzate alla definizione della forma urbana e del limite del sistema dell’edificato nei confronti del territorio extraurbano; 3.2. Subsistema del territorio agricolo Descrizione Siamo in presenza di un territorio agricolo posto in riva sinistra del fiume dove l’agricoltura ha da sempre caratterizzato il paesaggio in modo unitario.La viabilità di collegamento fra Firenze e Pisa prima, e successivamente la realizzazione della ferrovia ha generato un corridoio infrastrutturale di primaria importanza che ha prodotto una divisione del territorio in aree diverse. Una di valore storico-ambientale sotto la strada delle Case Bianche a carattere agricolo estensivo, accentrata sul polo della fattoria Massarosa-Rosselmini. Si tratta di una zona che ha mantenuto intatta l’immagine agricola pur in presenza dell’espansione di Fornacette. Un’altra ad ovest oltre il canale Emissario sull’ansa dell’Arno sotto S.Giovanni alla Vena, più articolata con elementi di differenziazione rispetto al paesaggio circostante, con una maglia irrigua che ha come elemento di riferimento l’ansa del fiume. Elementi di degrado sono dovuti alle escavazioni di inerti effettuate nel passato. La zona a sud della ferrovia presenta una parcellizzazione frammentaria. Qui il rapporto fra residenti, case coloniche e territorio è ancora diretto ma il sistema produttivo appare aver raggiunto una soglia critica in un contesto per altro contraddis tinto da sviluppo industriale. Invarianti Strutturali - il sistema della viabilità storica - l’organizzazione morfologica agricola - la fattoria Case Bianche - l’alberature - il sistema delle coloniche - il rilevato della vecchia ferrovia Obiettivi : - Mantenimento e riqualificazione dello spazio agricolo - Riuso del patrimonio edilizio ai fini residenziali - Sviluppare un sistema di fruibilità pedonale e ciclabile - Valorizzazione della funzione di salvaguardia ambientale nei confronti dell’abitato di Fornacette - creare nuovi spazi verdi - localizzazione di attrezzature di servizio pubblico Prescrizioni:Sono oggetto di conservazione i segni dell’antica struttura agricola scandita dalla maglia poderale, è da conservare la rete idrica di antica formazione, il patrimonio edilizio rurale 25 Norme tecniche di attuazione delle case coloniche deve essere sottoposto a conservazione. La fattoria delle Case Bianche, emergenza produttiva non solo a livello dell’area ma di tutto il territorio, deve essere sottoposta a manutenzione e conservazione. Uguale categoria deve essere adottata per l’area a giardino di pertinenza della villa. L’area è definita ad esclusiva funzione agricola, sono vietata tutte le attività incompatibili. Ogni intervento deve essere congruente con il valore ambientale dell’area. Opportuni interventi per realizzare margini e quinte definite dovranno essere previsti per le zone a contatto con i tessuti urbani. È da prevedere un percorso ciclopedonale lungo via delle Case Bianche. Salvaguardie Fino all’approvazione del R.U. sono consentiti solo interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, gli interventi derivanti da P.M.A.A. sono ammessi ad eccezione di quelli comportanti quote di nuova edificazione. 3.3. Subsistema del canale emissario del Bientina È la fascia di territorio che lambisce lo storico canale che costituisce l’opera idraulica più caratterizzante del territorio. Infatti la sua realizzazione con la botte che sottopassa l’Arno ha risolto il secolare problema dell’evacuazione delle acque della palude del Bientina e del drenaggio di bonifica causa dei ricorrenti allagamenti del territorio circostante. La valorizzazione delle opere idrauliche può costituire un motivo di interesse turistico e l’opportunità per creare un sistema di relazioni con l’abitato. L’asta rappresenta un corridoio ecologico di alto valore ambientale all’interno di un territorio fortemente urbanizzato. Obiettivi: - riqualificazione delle aree golenali e miglioramento ambientale della risorsa acqua - Sviluppo di percorrenze ad uso turistico lungo il canale - Recupero e valorizzazione delle opere idrauliche Invarianti Strutturali - le opere idrauliche - la Botte - la vegetazione - il sistema delle sponde - il Ponte Prescrizioni: Individuazione di criteri di tutela della risorsa acqua. Limitazioni all’uso delle aree ripariali con la riqualificazione degli spazi adibiti ad orti. Pulitura e riqualificazione dell’alveo del canale. Riorganizzazione dei margini con il recupero delle alberature. Salvaguardie: Fino all’approvazione del R.U., sono consentiti solo interventi di manutenzione del sistema idrico e le opere di ripulitura degli argini. 4. SISTEMA FLUVIALE DELL’ARNO Il sistema delle acque costituisce una macchina ingegnosa e complessa frutto di una lunga e articolata storia evolutiva che ha visto modificare il corso del fiume e conseguentemente mutare il territorio rimesso in discussione negli assetti. Il fiume rappresenta una grande opportunità come ruolo ecologico di riqualificazione ambientale. Infatti l’Arno e il sistema delle acque costituisce la trama fondamentale di riferimento per il riequilibrio ecologico e per il riferimento spaziale dei processi di trasformazione recuperando memorie storico-paesaggistiche e depositi culturali stratificati.. Il fiume sottolinea, il carattere di crocevia del territorio di Calcinaia sia nella rete dei traffici lungo l’asse est-ovest, sia nei confronti del sistema del Serchio prima e del distretto del Bientina poi. 26 Norme tecniche di attuazione 4.1. Subsistema dell’Arno L’intero corso dell’Arno assieme alle aree ripariali e agli argini, appartiene a questo sub-sistema vero centro del territorio comunale sia per la posizione, perfettamente centrale al territorio comunale, diviso in due dal taglio dell’ansa nel XVI° sec., sia per la ricchezza di un vero e proprio ambiente che si presenta come un ecosistema di grande valore, perfetta simbiosi degli elementi naturali con quelli antropici. Un corridoio ad alto contenuto ecologico che si svolge da Fornacette, ad ovest, al ponte alla Navetta ad est, elemento comune a tutte le realtà del territorio e per questo elemento unitario dell’intero sistema. Invarianti strutturali - le rive del fiume - la vegetazione ripariale - l’imbarcadero - il ponte ferroviario - il ponte veicolare - il sistema agricolo - sistemazioni ed opere idrauliche Obiettivi - Realizzazione in un parco fluviale quale ‘corridoio ecologico’ - Integrazione fra abitato e fiume - Valorizzazione dell’area golenale - Sviluppo di un sistema attrezzato per il tempo libero e per il turismo - Realizzazione di un sistema di servizi - Creazione di percorsi verdi ciclabili e pedonali Prescrizioni le sponde del fiume saranno oggetto di interventi tesi a ristabilire per tutto il suo tratto nel comune di Calcinaia condizioni di funzionalità e di ripristino ambientale.devono essere privilegiate le operazioni di rinaturalizzazione delle aree golena li e delle sponde. La ripulitura della vegetazione sulla riva sinistra deve evidenziare essenze vegetali di pregio. Devono essere oggetto di regimazione e consolidamento le sponde del fiume. Sono vietate qualsiasi costruzione, anche temporanea. Devono essere previsti percorsi attrezzati pedonali e ciclabili ed equestri. Attività agricole di tipo ortivo devono essere condotte solo in aree opportune ed organizzate. Realizzazione di approdi per Navicelli per favorire la navigazione e fruizione del parco fluviale. Salvaguardie E’ vietata ogni forma di edificazione, gli interventi di riqualificazione devono essere previsti all’interno di un piano apposito. Sono vietati sversamenti diretti in fiume di acque nere o residue. Sono ammesse opere di ripulitura e manutenzione degli argini. 4.2. Subsistema paesistico San Teodoro-Osteriaccia Questo subsistema mette in rilievo i caratteri ambientali dell’area compresa fra la strada delle Case Bianche e il sistema del contrargine dell’Arno. Il ricco sistema poderale contraddistinto da coloniche, già presenti nel catasto Leopoldino, appare in discussione ma ancora con una struttura agricola in efficienza. Il sistema insediativo aggregatosi attorno alle antiche costruzioni e i notevoli valori ambientali, sono gli eleme nti che denotano la complessità di tale zona e le grandi opportunità di sviluppo. L’area attestata lungo l’ansa dell’Arno per le strette relazioni con il fiume, ha rappresentato per secoli, il punto di contatto fra la viabilità, della regia strada Firenze-Pisa e Calcinaia, tramite l’imbarcadero dei navicelli in località Osteriaccia luogo del traghettare da una sponda all’altra. 27 Norme tecniche di attuazione Invarianti Strutturali - Il contrargine - La viabilità storica - Il sistema delle antiche coloniche - L’Osteriaccia - Il rilevato della vecchia ferrovia Obiettivi - valorizzazione del sistema ambientale - Consolidamento della struttura insediativa esistente - Recupero del patrimonio rurale e sua valorizzazione - Realizzazione di un centro di attrezzature e servizi a basso impatto edilizio - Conservazione delle sistemazioni agrarie - Sviluppo di un turismo ambientale Prescrizioni: tutela del sistema agricolo e valorizzazione di produzioni agricole tipiche. Mantenimento della maglia poderale, restauro delle coloniche esistenti. Salvaguardia della viabilità delle Case Bianche e del corridoio dell’ex-asse ferroviario potenziato nell’arredo verde. Salvaguardie: fino all’approvazione del Regolamento Urbanistico, sono ammessi solo interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria e di ristrutturazione ai fini di miglioramento igienico sanitario sul patrimonio edilizio esistente. 4.3. Sub-sistema ambientale delle piagge d’Arno Descrizione Tale sub-sistema individua un’area morfologicamente definita, racchiusa fra il sistema fluviale dell’Arno e dal contrargine. Tali confini fisici conferiscono completa autonomia nei confronti del sistema circostante e distinguibilità dell’antico alveo del fiume che in antico lambiva l’abitato di Fornacette. La forte dipendenza dell’Arno è leggibile dalla trama delle coltivazioni che hanno un orientamento omogeneo perpendicolare all’asta fluviale, maglia completamente diversa al sistema irriguo del territorio comunale. L’alto valore ambientale dell’area la rende compatibile ad usi legati alle attività sportive e del tempo libero. La zona appare oggi sfruttata per le ampie possibilità di pesca sportiva che la colloca come punto di arrivo per un ampio bacino di utenza Invarianti Strutturali - Il contrargine - Il sistema agricolo - Il sistema vegetazionale Obiettivi - Riqualificazione del territorio agricolo - Valorizzazione dell’intero sistema - Realizzazione di punti di accessibilità - Organizzazione di un sistema di fruizione dell’area per il turismo e il tempo libero. Prescrizioni: Sono da prevedere interventi di manutenzione sulla viabilità esistente, la tutela del sistema agricolo, la ripulitura dei margini, la valorizzazione del sistema di vegetazione. Salvaguardie: Fino all’approvazione del R.U., sono consentiti solo interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria ed interventi di riqualificazione del sistema idrico. 28 Norme tecniche di attuazione Art. 27 U.T.O.E. L’individuazione delle U.T.O.E. è punto fondamentale dello strumento urbanistico poiché in tali aree sono previsti gli interventi di trasformazione e riorganizzazione, anche con nuove quote di edificato, finalizzate a raggiungere l’obiettivo di base del P.S. di un riordino dei tessuti edilizi e di una riqualificazione del sistema urbano. Le U.T.O.E. sono definite all’interno di ogni sub-sistema, valutando gli aspetto morfologico- funzionali della struttura insediativa, in modo da evidenziare le parti suscettibili di intervento. Sono parti di territorio, al cui interno il processo insediativo di questi ultimi decenni, è avvenuto con aggiunzioni di singoli episodi con conseguente disordine urbanistico, degrado edilizio, carenza generalizzata di servizi e scarsa definizione dello spazio pubblico. U.T.O.E A.1. Calcinaia Il centro abitato di Calcinaia, capoluogo del comune, è caratterizzato da una struttura urbanistica distinguibile per essere adagiata sull’ansa dell’Arno, lungo l’antica strada Vicarese. La localizzazione fra tali assialità, rafforzate in anni recenti con la realizzazione della nuova Vicarese, ha da una parte generato una forma allungata al sistema urbano, dall’altra ha creato dei veri e propri limiti all’area edificata dando luogo ad un centro compatto. L’ U.t.o.e. comprende il centro storico e le sue periferie includendo tutta l’area ai piedi del poggio di Montecchio. Il centro storico presenta un tessuto edilizio rappresentativo dell’antico borgo sorto sul perimetro del ‘castello’ le cui mura testimoniano ancora il ruolo politico militare di Calcinaia quale avamposto dei domini di Pisa. Il suo patrimonio edilizio, risultato di continue trasformazioni e superfetazione, presentano edifici di valore storico-architettonico da restaurare e valorizzare. La crescita recente, costituita da edifici prevalentemente unifamiliari e negli ultimi anni anche di case in linea, a testimonianza di una domanda elevata di abitazioni, ha prodotto alcuni elementi di disordine. In particolare l’area ad ovest verso Vicopisano, si presenta come un insieme disomogeneo di episodi produttivi e di residenze, con all’interno aree di abbandono, che necessita un completo riordino anche adeguato al ruolo di ingresso al capoluogo. Viceversa ad est in località La Conca, le recenti propaggini edilizie conferiscono elementi di casualità del fronte urbano e mancanza di relazioni con il circostante sistema ambientale e con il polo delle attrezzature sportive. Obiettivi Recupero e riqualificazione del centro storico finalizzato al mantenimento e sviluppo delle attività economico-sociali favorendo le attività di servizio. Riorganizzazione delle funzioni di interesse generale. Recupero e riqualificazione degli spazi pubblici da attrezzare come ‘luoghi centrali’. Definizione del disegno urbanistico complessivo con il recupero dei margini dell’abitato e la riqualificazione delle aree miste con interventi di ristrutturazione urbanistica per definire un sistema urbano ordinato e coerente con la vocazione residenziale che il centro ha assunto in questi ultimi anni. Miglioramento della dotazione di attrezzature e servizi integrando le strutture esistenti all’interno di un quadro di riferimento organico, in particolare modo quelle sportive. Valorizzazione di tutto il fronte sull’Arno con il potenziamento degli accessi all’area dell’argine. Il Regolamento Urbanistico dove: - classificare il patrimonio edilizio del centro storico sulla base della schedatura prevedendo interventi edilizi previsti dalla L.R.59/80 con l’intento del mantenimento della residenza; - classificare il tessuto edilizio recente prevedendo interventi di ristrutturazione, demolizione e ricostruzione tese al potenziamento delle aree libere; - riordino della rete viaria che consenta una fruizione di tutte le aree e l’alleggerimento del traffico sulla vecchia Vicarese; 29 Norme tecniche di attuazione - la messa a punto di una rete di percorsi pedonali e ciclabili che permetta una fruizione totale del sistema urbano, in sicurezza, integrata a quella più generale di attraversamento del territorio; - razionalizzare le attività produttive esistenti ritenute compatibili con il sistema residenziale circostante, prevedendo interventi di ristrutturazione, demolizione e ricostruzione con il recupero di superfici libere; - disciplinare le destinazioni d’uso ammissibili in particolare: residenza, attrezzature, servizi ed attività artigianali di servizio; - verificare e prevedere spazi pubblici, aree verdi, parcheggi, attrezzature pubbliche e sportive per una dotazione congruente agli standard di legge alla qualità residenziale del capoluogo. Il dimensionamento prevede un consumo di suolo max di 13 ha a destinazione residenziale, commerciale e servizi per interventi di riqualificazione e definizione dei margini dell’edificato e possibili ricuciture del tessuto edilizio esistente. Sono da scorporare i 6 ettari dei completamenti in corso. Sono previsti 2,5ha per standard urbanistici ad integrazione di quelli esistenti, in particolare per servizi e parcheggi, nuove quote di verde dovranno essere finalizzate alle connessioni fra le aree esistenti. Per le attività economiche sono previsti aumenti per 1 ha con 0,1 di standard relativi. UTOE A2 Lago del Marrucco Comprende l’area lacustre del Marrucco e le attrezzature per il tempo libero ad essa connesse e le pertinenze di servizio quali il parcheggio, l’area di localizzazione dell’impianto di distribuzione carburanti ed una parte attualmente ad uso prevalentemente agricolo. Obiettivi - conferma dell’attuale vocazione per il tempo libero con possibilità di interpretazione di attività a carattere turistico-ricettivo, nel rispetto delle caratteristiche paesistiche ed ambientali esistenti, con particolare riferimento ai principali elementi costitutivi del paesaggio agrario, ai corsi d’acqua e alla loro vegetazione ripariale, alla rete infrastrutturale viaria degli insediamenti poderali - non sono ammesse nuove quote di residenza, se non legate alla conduzione del fondo ed, in ogni caso, gli interventi edilizi a qualsiasi titolo sono subordinati alla approvazione di un relativo P.M.A.A. Il Regolamento Urbanistico deve: - individuare regole e criteri per gli interventi di riqualificazione ed integrazione edilizia con l’obiettivo di garantire una progettazione unitaria; - regolare l’insediamento di attività compatibili al sistema ambientale; - individuare le quantità di eventuali nuove quote edilizie a destinazione agrituristica o turistico ricettiva che tuttavia non devono essere superiori alle volumetrie attualmente esistenti nell’UTOE; - prevedere per le aree non oggetto di edificazione interventi volti alla manutenzione ordinaria, al recupero delle parti che manifestino segni di degrado antropico, al ripristino ove possibile degli assetti preesistenti e all’insediamento di nuova vegetazione compatibile con la zona nelle aree previste per servizi ed attrezzature; - individuare aree per garantire la dotazione di servizi e di standard all’UTOE, in misura di almeno il 30% delle superfici soggette a modificazione; - garantire l’area di salvaguardia relativa al tracciato della ferrovia Pontedera-Lucca. Il dimensionamento prevede un consumo di suolo pari a 1,5ha per attività residenziale, 7ha per la collocazione di attività economiche con relative standard pari a 0,7ha. UTOE A3 Sardina- Sarzanese 30 Norme tecniche di attuazione Comprende tutto il sistema produttivo realizzato lungo la S.R.T.439 Sarzanese sul confine comunale. Un’area complessa, costituita da episodi diversificati e in stretto rapporto con il sistema economico circostante, del quale, l’arteria stradale rappresenta l’elemento strutturale. È costituita da: Ambito a – Case Sardina Ambito b – La Torretta-Villa Corsi Ambito c – I Moretti a - Case Sardina L’area attestata sul vertice dell’antico meandro dell’Arno, si configura come la prima area produttiva del comune di Calcinaia. Qui i capannoni industriali si sono collocati sull’antica maglia agricola con una saturazione delle aree disponibili quasi totale. La mancanza di aree di servizio e di spazi idonei alle imprese insieme all’alta impermeabilizzazione del suolo, genera sit uazioni di degrado e limiti ad un intervento di razionalizzazione del sistema produttivo. Infatti, l’area industriale di prima generazione è sorta in mancanza di standard e con la completa saturazione dei lotti disponibili. La struttura edilizia produttiva è in qualche caso superata sì da prevederne una sostituzione e una ristrutturazione di tutto il comparto. Obiettivi Riqualificazione della struttura produttiva, riorganizzazione del sistema industriale con la previsione di un completamento, potenziamento della viabilità con la regolamentazione dell’accessibilità all’area e la realizzazione di strade di penetrazione al fine di non gravare sul traffico di scorrimento, reperimento di nuove aree di sosta. Potenziamento dei servizi e di aree a verde anche al fine di creare opportuni filtri sia riqualificando il fronte stradale che per realizzare opportune relazioni con il contesto agricolo interno. Gli interventi ammessi sono di ristrutturazione edilizia, ristrutturazione urbanistica con demolizione e ricostruzione. Il R.U. deve: - verificare possibili interventi di razionalizzazione anche con l’intento di consentire ampliamenti; - individuare aree per garantire la dotazione di servizi e di standard al sistema; - individuare regole e criteri per gli interventi di nuova edificazione con l’obiettivo di garantire una progettazione unitaria; - regolare l’insediamento di attività compatibili al sistema ambientale; - reperire una maglia viaria che razionalizzi gli ingressi dalla S.R.T. 439; - formulare interventi per il riordino dei fronti edilizi lungo la strada principale; - salvaguardare possibili tracce storiche al fine di creare opportune relazioni con il sistema agricolo circostante. b - La Torretta – Villa Corsi Si tratta dell’area attestata sulla S.S. Sarzanese-Valdera, sotto il sistema industriale di primo insediamento, a metà del percorso fra Calcinaia e Bientina. L’insediamento è costituito da un edificato adibito a funzioni diversificate. Un nucleo di residenza che sfrutta la localizzazione in una zona di alto impiego di forza- lavoro, un sistema produttivo a forte presenza di terziario e il nucleo ricettivo Torretta. Quest’ultimo, ottenuto tramite un recupero di alto valore, rappresenta un centro di servizi legata alla ricettività e alla ristorazione in un territorio che appare privo di simili attrezzature. Tutto il sistema appare contraddistinto da casualità e condizionato da un fronte esclusivamente industriale che lo rende scarsamente leggibile dall’esterno. 31 Norme tecniche di attuazione Obiettivi Sviluppo della ricettività ed integrazione di servizi, con il potenziamento delle strutture offerte, adeguamento di idonei spazi a verde attrezzato, verifica della viabilità di servizio, creazione di relazioni più congruenti con l’asse stradale e con il contesto, attivazione di sistemi di relazione ambientale con gli ambiti agricoli interni al fine di un rafforzamento della continuità spaziale. Il R.U. deve: - individuare gli edifici di interesse per i quali sono da disciplinare gli interventi edilizi; - verificare la possibilità di ampliamento al fine di consentire il potenziamento e la riqualificazione del sistema ricettivo; - verificare le aree relative agli standard; - razionalizzare la viabilità e gli ingressi dalla strada di scorrimento; - individuare azioni e regole per la creazione di aree e sistemi verdi congruenti ad un centro di servizio di ambito territoriale; - riorganizzare tramite regole, il fronte sulla S.R.T.; - prevedere opportuni interventi per salvaguardare i fronti ambientali di connessione con il sistema agricolo dell’appoderamento interno del quale tale utoe deve costituire uno degli ingressi privilegiati. c - I Moretti Rappresenta un’area a due sistemi, quello della zona industriale sorta in adiacenza del cimitero già nel periodo del grande sviluppo, e l’area industriale in corso di realizzazione in seguito all’approvazione del relativo piano attuativo. Qui l’ intervento unitario, consente un equilibrato rapporto tra contesto e nuovo sistema produttivo e una corretta relazione con il sistema della viabilità. Obiettivi Verifica delle relazioni spaziali con gli ambiti adiacenti in particolare modo con il sistema della Torretta. Riqualificazione delle aree di margine ed attivazione di un sistema ambientale di continuità con il territorio agricolo interno anche con la realizzazione dei corridoi ecologici tali da evitare la saldatura dei fronti. Il R.U. deve - verificare le quote relative agli standard urbanistici; - individuare zone da sottoporre a ristrutturazione edilizia, ristrutturazione urbanistica con demolizione e ricostruzione; - razionalizzare il sistema esistente verificando la possibilità di ampliamenti anche al fine di un risanamento igienico-funzionale; - razionalizzare la viabilità interna; - riqualificare il fronte sulla viabilità principale; - definire i criteri progettuali per la salvaguardia dei corridoi verdi e la realizzazione di sistemi di relazione con il territorio agricolo valorizzandone gli elementi di valore ambientale. Il dimensionamento prevede un consumo di suolo per nuovi inserimenti residenziali pari ad un max di 3,5 ha per un consolidamento delle realtà presenti con 2,5ha per standard, 34ha. a destinazione attrezzature per il turismo, attività commerciali , produttive e verde ambientale, per un intervento di riorganizzazione dell’area dell’ansa con un progetto unitario di riqualificazione urbanistica che tenga conto delle necessità degli operatori locali vanno aggiunti 3,4ha per standard. UTOE B.2 - Montecchio – Ponte alla Navetta Elemento strutturante di questa unità territoriale è la strada S.R.T. 439 che rappresenta un punto di cerniera fra il contesto pontederese e quello di Calcinaia. Il ponte alla Navetta fin dall’antico ha costituito il punto di passaggio fra la Valdera e i territori della Valdinievole ed ingresso a quello di Calcinaia. Elemento di pregio ambientale è rappresentato dal poggio di Montecchio sia per il 32 Norme tecniche di attuazione sistema architettonico presente, un’edificazione che poggia su un antico convento, sia per la presenza del bosco circostante. Lungo la strada trovano collocazione funzioni diversificate a carattere produttivo-commerciale e nuovi insediamenti residenziali in corso di completamento gravitanti sull’area circostante il Ponte alla Navetta. Ulteriori interventi sono previsti nel quadro di una completa ristrutturazione del sistema agricolo-zootecnico del Casone. Obiettivi Potenziamento e riorganizzazione del sistema della viabilità, valorizzazione del patrimonio edilizio esistente, valorizzazione dei sistemi di collegamento e delle relazioni ambientali con le colline e i boschi circostanti, realizzazione di percorsi pedonali e ciclabili utilizzando la viabilità storica, integrazione e fruibilità turistica e del tempo libero. Il R.U. deve - individuare gli edifici di valore architettonico e tipologico sulla base di una schedatura; - classificare il patrimonio edilizio esistente secondo gli interventi previsti dalla L.R.n.59/80; - verificare e prevedere spazi pubblici, aree verdi, parcheggi e servizi in relazione all’adeguamento degli standard; - prevedere idonei collegamenti tra i due contesti ambientali presenti, cioè fra l’area agricola delle colmate e il sistema boschivo delle Cerbaie; - razionalizzare il sistema della viabilità con nuovi spazi per facilitare il deflusso del traffico; - riqualificare il fronte del sistema lungo la strada di accesso. Il dimensionamento, in un quadro rivolto alla conservazione, prevede un consumo di suolo limitato max 2ha per destinazioni residenziali con interventi finalizzati alla riorganizzazione del sistema esistente e al potenziamento delle qualità ambientali naturali dell’area. È’ previsto un aumento degli standard 1,3ha. in particolare per servizi al fine di consolidare una realtà insediativa in corso di completamento. È previsto per attività economiche un consumo di suolo limitato 0.8 ha con relativi standard per una superficie di 0,08 ha. UTOE C.1 Case Bianche L’area delimitata comprende il sistema insediativo sviluppatosi lungo la viabilità in uscita da Fornacette. Sono in qualche modo funzioni residenziali che non hanno trovato spazio nell’abitato e che hanno tracimato sul sistema urbanizzato disponibile. L’unità territoriale appare comprendere due realtà: prevalentemente misto con ampie presenza di produttivo che si sono sviluppate in questi ultimi anni, la lottizzazione a carattere residenziale Case Bianche che costituisce un quartie re a se stante morfologicamente definito dalla viabilità, e il nucleo dell’antica fattoria delle Case Bianche, vero nucleo agricolo di alto valore storico-architettonico e centro di riferimento di tutto il territorio agricolo. Le problematiche sono identiche poiché gravitano su un sistema di viabilità già oggetto di pesanti flussi di traffico e per i caratteri di marginalità assunti dall’insediamento caratterizzato da interventi di casualità. Obiettivi Riqualificazione delle aree edificate, verifica dei servizi e degli standard, razionalizzazione della viabilità, attivazione di sistemi di relazione ambientale con il sub-sistema dell’Emissario e con il territorio agricolo circostante. Facilitare un’integrazione con il sub-sistema dell’Arno. Il R.U. deve - classificare il tessuto edilizio secondo i vari caratteri salvaguardando gli edifici di valore per i quali prevedere interventi di ristrutturazione edilizia - Verificare e prevedere spazi pubblici, aree verdi, parcheggi, attrezzature e servizi in adeguamento agli standard urbanistici necessari; - Razionalizzare il sistema della viabilità; - Individuare possibili percorrenze pedonali e ciclabili di connessione con i sistemi adiacenti; 33 Norme tecniche di attuazione - Riqualificare il fronte sul canale Emissario. Valorizzare il patrimonio storico con il recupero del sistema della fattoria Creare tramite sistemi a verde una relazione spaziale con il sub-sistema paesistico san Teodoro-Osteriaccia. Il dimensionamento prevede un consumo di suolo max di 0,5 ha a destinazione residenziale per esigui interventi di definizione dei margini dell’edificato e possibili ricuciture del tessuto edilizio esistente. Sono previsti 0,7ha per standard urbanistici in particolare per verde e parcheggi. Per attività economiche un aumento di suolo di 0,1ha. UTOE C.2 Fornacette Costituisce il grande sistema insediativo sviluppatosi sull’assialità territoriale dell’antica strada granducale Firenze – Pisa, che proprio a Fornacette aveva l’ultima posta dei cavalli prima di raggiungere il capoluogo pisano. Tale viabilità, oggi S.S. 67 Tosco-Romagnola, ha costituito un elemento di forti relazioni con i comprensori adiacenti, privilegiando la direzionalità est-ovest. La presenza di questo asse infrastrutturale, rafforzato da quello ferroviario che però non ha punti di contatto, rende la località, facilmente raggiungibile dalle aree economicamente più forti, e rappresenta l’opportunità di localizzazione di attività produttive, segmenti di sistemi economici esterni. Ai primi anni sessanta, si assiste ad un forte sviluppo del comparto meccanico, espansione del ‘sistema Piaggio’ di Pontedera, successivamente alla presenza di attività del settore manifatturiero diversificate, che generano condizioni proficue e sedimentazione di saperi, tali da favorire uno sviluppo industriale anche in comparti innovativi come quello dell’alta tecnologia che qui presenta una polarità a carattere provinciale, tanto da essere citata autonomamente anche a livello nazionale. Il processo di sviluppo ha seguito fasi diverse, prima con l’ispessimento dell’abitato in adiacenza dell’attraversamento del canale emissario, dove è ubicato il patrimonio edilizio più antico, poi con l’ edificazione in adiacenza all’asse della statale. Su essa si è generato un denso sistema a carattere residenziale e produttivo che ha saturato tutta l’area fino alla ferrovia. È’ un sistema il cui sviluppo è fortemente legato al sistema urbano che si svolge lungo l’arteria stradale a carattere regionale da Pontedera a Pisa. Comprende : Ambito a – Fornacette ‘Il paese’ Ambito b – L’espansione consolidata Ambito c – Il sistema a sud della ferrovia a – Fornacette ‘Il paese’ Si tratta dell’area dove sono presenti i primi insediamenti della frazione attestati sulla strada regia Firenze – Pisa in adiacenza all’ansa dell’Arno che in antico lambiva questi territori e di cui resta come elemento di rilevante valore storico-architettonico il manufatto del Trabocco. Tale struttura è emblematica delle vicende storiche di Fornacette in quanto rappresentava l’intersezione delle due principali percorrenze: la strada e il fiume. Fino ai primi anni del novecento essendo navigabile ha costituito un’importante via di comunicazione e di trasporto merce fino allo sviluppo della motorizzazione. Fornacette come del resto Calcinaia, è in origine un paese di navicellari e barrocciai, cioè luogo caratterizzato dal transito est-ovest. La presenza dell’acqua ha condizionato la morfologia del luogo dettando regole per l’edificato diverse rispetto alla restante parte della frazione. Qui i segni dello sviluppo urbano hanno ripercorso le linee ad arco dell’antico alveo sulle quali si è sviluppata la maglia stradale. Segni fisici del territorio come linee guida per il costruito, così da generare un sistema ad arco. 34 Norme tecniche di attuazione L’ambito comprende tutto l’abitato dai confini comunali con Cascina al canale emissario del Bientina, avendo a nord come limite l’Arno. Negli ultimi anni l’espansione lungo la prov. della Botte ha accresciuto l’abitato secondo modalità nastriformi ormai consuete per questo territorio. Un sistema complesso e diversificato che appare il risultato di successive aggiunzioni edilizie in assenza di definizioni dei margini urbani. Obiettivi Riqualificazione del sistema dell’edificato con particolare riguardo ai margini dell’abitato privi di caratteri identitari. Potenziamento e razionalizzazione della viabilità di attraversamento anche in previsione della nuova viabilità extracomunale. Riqualificazione ed integrazione del sistema produttivo presente a nord dell’abitato, razionalizzazione funzionale delle aree miste. Il R.U. deve: - classificare il tessuto edilizio e schedare gli edifici prevedendo interventi appropriati secondo quanto previsto dalla L.R.59/80 con l’intento di salvaguardare il patrimonio di valore storico-architettonico; - individuare le aree con caratteristiche di degrado o in abbandono, da sottoporre a ristrutturazione urbanistica e recupero; - verificare la dotazione di aree adeguate per il soddisfacimento degli standard previsti dalla legge; - riorganizzare e qualificare gli spazi pubblici come ‘luoghi centrali’ - potenziare il collegamento con l’abitato oltre il Canale Emissario - razionalizzare il sistema della viabilità principale e secondaria. b – L’espansione consolidata Rappresenta l’area al di là del canale lungo la Tosco-Romagnola la cui edificazione risale agli ultimi decenni a partire dagli anni sessanta. Il processo di espansione si è collocato a cavallo dell’asse stradale dando luogo ad un tessuto edilizio a carattere funzionale misto. Residenza ed industria si susseguono dando luogo ad un sistema urbano complesso e multiforme. L’assetto morfologico è ordinato secondo una maglia che ha come riferimento di ordine la statale. L’asse viario che rappresenta l’asse di scorrimento territoriale, è l’elemento generatore e rappresentativo dell’intero sistema urbano, connessione con i contesti urbani circostanti. Su questa attualmente si attestano i cambiamenti di funzione propri di un processo di sviluppo che vede passare da un settore produttivo di tipo industriale ad uno più specifico di terziarizzazione. La struttura centrale ha acquisito negli ultimi anni un ruolo urbano a carattere commerciale che integra Fornacette nel sistema metropolitano Pontedera-Cascina-Pisa. Tale porzione di abitato è definibile come quella più a carattere urbano di tutto il comune di Calcinaia con problematiche che trovano riferimento oltre i confini comunali. Obiettivi Riqualificazione del tessuto edilizio. Riqualificazione e riorganizzazione funzionale delle aree miste, in particolare di quelle prospicienti l’asse della Statale individuando possibilità di ampliamento. Potenziamento della viabilità principale e della rete minore per facilitare i collegamenti di connessione fra le parti. Valorizzazione di aree di servizio con particolare riguardo alla definizione dei luoghi ‘centrali’. Riqualificazione dello spazio pubblico. Rivitalizzazione della strada statale con il riordino dei fronti edilizi. Riqualificazione delle aree di ingresso all’abitato. Il R.U. deve: - classificare il patrimonio edilizio prevedendo interventi edilizi previsti dalla L.R.59/80 al fine di mantenere l’edificato di valore architettonico-documentativo; 35 Norme - tecniche di attuazione classificare il tessuto urbano prevedendo interventi di ristrutturazione, demolizione e ricostruzione con il recupero di nuove aree permeabili; riordino della rete viaria al fine di alleggerire il traffico sulla Tosco-Romagnola; verificare e prevedere spazi pubblici, aree verdi, parcheggi, attrezzature e servizi sportivi per una dotazione degli standard rispondente a quanto previsto dalla legge; disciplinare le funzioni ammesse privilegiando la residenza, le attività terziarie, i servizi e le attività artigianali. c – Fornacette a sud della ferrovia Pozzale - Case Vecchie Si tratta dell’abitato posto al di là dell’asse della ferrovia. Qui sistemi industriali, anche di notevole importanza produttiva, hanno trovato collocazione, già negli anni sessanta, inserendosi all’interno dell’antico sistema poderale che mantiene immutata la maglia organizzativa contrassegnata dalla presenza di coloniche di valore. L’espansione recente a carattere residenziale si è posta con le stesse modalità, intasando gli spazi residui. Obiettivi Riqualificazione dei tessuti edilizi. Miglioramento delle condizioni della residenza anche con il potenziamento della viabilità di connessione. Valorizzazione del sistema agricolo ancora presente. Sviluppo di un sistema integrato di attività nelle aree agricole. Razionalizzazione del sistema produttivo individuando possibilità di ampliamento. Il R.U. deve: - classificare il tessuto edilizio con l’intento di salvaguardare il patrimonio storicoarchitettonico - verificare la dotazione delle aree a standard urbanistici - potenziare il sistema del verde - individuare una viabilità di connessione con il sistema principale - potenziare la viabilità locale. Il dimensionamento prevede un consumo di suolo max 13 ha a destinazione residenziale, commerciale e servizi per interventi di riqualificazione ed integrazione di ricucitura del tessuto edilizio residenziale esistente. Il dato è compresivo dei 7ha dei completamenti in corso d’opera. Sono previsti 5 ha per standard urbanistici ad integrazione di quelli esistenti, in particolare per servizi ed aree a verde per una riqualificazione ambientale del sistema. È previsto un consumo di suolo di 3,5ha. a destinazione attività produttive e commerciali e di servizio per la riorganizzazione e il potenziamento della realtà economica presente con 0,35 ha per standard delle attività economiche. U.T.O.E. C.3 Fornacette ambito produttivo L’Unità territoriale è definita prevalentemente dalla ferrovia Pisa-Firenze e dalla statale n.67 che l’attraversa, confina a sud con il sub-sistema del territorio agricolo, a nord ed ad ovest con l’Utoe C2 (Fornacette paese). È un’area di edificazione produttiva recente, caratterizzata da un insediamento a doppia fascia lungo strada a sud e da un cuneo più antico misto di residenze ed edifici produttivi nella parte a nord della statale. Il R.U. deve: - riqualificare l’intero sistema insediativo dotandolo di adeguati servizi e standard relativi; - potenziare il sistema del verde; - definire i rapporti con la viabilità attuale in particolare con le S.S. 67 e con la rete locale di connessione all’abitato di Fornacette; - definire e riordinare le aree di margine ed il disegno complessivo della zona nord; - prevedere contenute quote di nuova edificazione a destinazione produttiva; 36 Norme tecniche di attuazione - prevedere eventuali cambi di destinazione d’uso degli immobili esistenti con esclusione della residenza. Il dimensionamento prevede un consumo di suolo di 7,5 ha ed una dotazione di standard pari a 0,75ha, e di standard per la residenza presente pari a 0,5. U.T.O.E. C.4 Oltrarno Allori Collodi Tale unità territoriale comprende l’area relativa alla moderna frazione Oltrarno che riunisce sotto un unico toponimo gli antichi nuclei Allori e Chiesino-Collodi. Tali nuclei, in origine centri interni esclusivamente agricoli, con la realizzazione del nuovo ponte sull’Arno si sono trovati localizzati sulla via di collegamento con Calcinaia. Un sistema di viabilità che ha generato anche in questo caso opportunità localizzative generando di fatto il tipico processo di urbanizzazione del territorio. L’edificato, anche se intersecato da divisioni amministrative diverse (parte integrante del sistema ricade nel territorio di Pontedera), è la continuazione di quello di Fornacette. L’attuazione delle previsioni del vigente PRG, ha saldato, di fatto, i nuclei originari formando un sistema insediativo lineare, le cui regole morfologiche sono rigidamente dipendenti dall’asse stradale. Il sistema urbano che ne deriva presenta elementi di disomogeneità e carenza di relazioni fra le diverse lottizzazioni e l’ambiente circostante. Obiettivi Riqualificazione del sistema insediativo residenziale anche con possibilità di ampliamenti con quote edilizie per la creazione di un tessuto urbano. Creazione di spazi connettivi per rafforzare i caratteri identitari locali. Attivazione di sistemi di relazione ambientale con il sub-sistema dell’Arno. Potenziamento dei servizi. Razionalizzazione e valorizzazione del sistema della mobilità. Dotare l’insediamento di un congruo sistema di verde. Il R.U. deve - classificare il tessuto edilizio - consolidare il sistema urbano - verificare la dotazione di aree per gli standard - individuare spazi per la creazione di centralità - potenziare il sistema del verde - individuare collegamenti ciclopedonali per la fruizione del sistema fluviale - riqualificare il sistema dell’asse stradale con la creazione di aree di sosta - definire i margini dell’edificato in particolare il confine con il territorio di Pontedera. Il dimensionamento prevede un consumo di suolo max di 12,5 ha a destinazione residenziale, comprensivi dei completamenti in corso, per interventi di riqualificazione e definizione dei margini dell’edificato. Sono previsti 3,5ha per standard urbanistici ad integrazione di quelli esistenti, in particolare per servizi e verde pubblico, da finalizzare alle formazione di una centralità. Il dimensionamento recupera anche gli interventi in corso di realizzazione. Per il sistema economico è previsto un aumento di 0,5ha con relativi standard per una superficie pari a 0,05 ha. Ulteriori quote di standard potranno essere recuperate nel restante territorio, in particolare nel subsistema San Teodoro-Osteriaccia è previsto un complesso integrato di attrezzature a basso impatto edilizio, con servizi per la fruizione del sistema fluviale. Art. 28 Norme in materia di inquinamento acustico In applicazione di quanto previsto dalla LR n. 89/98 dall’art.4 comma 4, il quadro conoscitivo del piano di classificazione acustica P.C.C.A. farà parte del quadro conoscitivo del Piano Strutturale. La suddivisione del territorio comunale in zone acusticamente omogenee tenendo conto delle 37 Norme tecniche di attuazione preesistenti destinazioni d’uso operata dal P.C.C.A., sarà elemento base per la zonizzazione del R.U. nel rispetto dei principi generali di tutela della salute pubblica e dell’ambiente. Art.29. Orientamenti e criteri di trasformabilità Ai fini della tutela idro geo morfologica, tutti gli interventi sul territorio aperto dovranno attenersi agli orientamenti qui di seguito riportati, nel merito delle limitazioni d’uso previste per ogni classe di Pericolosità per fattori geologici e geolitologici e per fattori idraulici (Tavv. 8a – 8b e 9a – 9b), secondo quanto riportato sui relativi elaborati cartografici. Tutti gli interventi sono quindi tenuti al rispetto delle limitazioni indicate per ciascuna classe di pericolosità, ed alla eliminazione o riduzione dei rischi. a) Le aree individuate dalla Carta della Pericolosità per fattori Geomorfologici e geolitologici di Tavv 8a e 8b, sono state dettate in relazione ai criteri di classificazione sanciti dal punto 3.1 del D.C.R.94/85. Per le aree a pericolosità elevata di grado “4”, (zone con presenza di frane attive e quiescenti in terreni sabbiosi ed argillosi ed erosioni di sponda d’alveo), in caso di previsioni che non sono puramente conservative o di ripristino, devono essere condotte indagini geognostiche approfondite, atte a precisare i termini del problema. Ove sono in atto fenomeni di instabilità, si deve procedere all’esecuzione del progetto degli interventi di messa in sicurezza ai sensi del punto 3.2 della Del. C.R. 94/85. La trasformabilità in questi casi, è consentita con i vincoli di cui ai punti 3.3 e 3.4 della Del. C.R. 94/85, in particolare in questi casi è obbligatorio uno studio preventivo di dettaglio da cui deve scaturire un progetto di massima degli interventi di bonifica e consolidamento, con valutazione economica dei costi da sostenere per eseguire le operazioni proposte. Dovranno altresì prevedersi metodi di controllo con un programma dei tempi che si riterranno necessari per la verifica degli effetti causati dall’intervento previsto. b) Le aree individuate dalla Carta della Pericolosità per fattori idraulici di Tavv. 9a e 9b, sono state dettate in relazione ai criteri di classificazione sanciti dall’art. 80 del Del. C.R. 12/00. La trasformabilità nel caso delle aree che ricadono in ambito “B” dei corsi d’acqua: Arno, Rio Nero e Scolmatore dell’Arno (UTOE A.1. - B.2. - C.1.- C.2.1 – C.2.2) , è subordinata all’esito delle verifiche idrologico – idrauliche previste dall’art.77 del Del. C.R. 12/00. Per l’Emissario di Bientina e Scolmatore dell’Usciana, esistono già studi idraulici, recepiti dalla Relazione Tecnica di supporto alle indagini geologico tecniche relative al P.S. (pp 53 – 55), in cui è dimostrata l’assenza di rischio per tempi di ritorno duecentennali. Per quanto concerne le zone depresse relative alle passate attività di escavazione, esse risultano classificate a pericolosità per fattori idraulici di classe “4”, mentre in classe “3a”, per la pericolosità relativa ai fattori geomorfologici e geolitologici, è legata alla eterogeneità dei litotipi che l’escavazione porta in affioramento. In relazione al loro grado di vulnerabilità per la risorsa idrica “elevato”, sarebbe auspicabile prevedere per la loro trasformabilità, un recupero mediante riempimento con materiali idonei a mantenere la conducibilità idraulica, almeno per i primi m 1,00 – 1,50 dal fondo, quindi, a completamento un riempimento con terreni più impermeabili analoghi a quelli esistenti nel territorio circostante. La trasfomabilità per utilizzi edilizi dovrà orientarsi verso scelte che assieme agli interventi di bonifica e miglioramento dei terreni, adottino tecniche fondazionali di un certo impegno. 38 Norme tecniche di attuazione L’ottemperare a tali richieste costituisce obbligo prescrittivo ai fini del rilascio della concessione, autorizzazione edilizia a qualsiasi permesso di costruzione o modifica dei suoli. Per gli interventi di trasformazione che ricadono in Pericolosità idraulica di classe “3a” o “3b”, dovrà essere prodotto uno studio anche a livello qualitativo che illustri lo stato efficienza e lo schema di funzionamento delle opere idrauliche ove presenti o che in ogni caso definisca il grado di rischio. I risultati di questo studio, dovranno costituire elemento base per la classificazione di fattibilità degli interventi e ove necessario indicare soluzioni progettuali tese a ridurre al minimo possibile il livello di rischio ed i danni agli interventi per episodi di allagamento o di esondazione. Per le aree a pericolosità elevata “4”, la trasformabilità è sempre subordinata ad uno studio idrologico – idraulico che definisca attraverso i normali metodi dell’idrologia con precisione il livello di rischio relativo all’area nel suo complesso. I risultati di questo studio, sono necessari per quei corsi d’acqua per i quali non esiste uno studio idrologico – idraulico, che ne escluda il rischio; tali studi, nei casi necessari, dovranno costituire elemento base per la classificazione di fattibilità degli interventi. Per i casi in cui lo studio mette in evidenza fenomeni di inondazione con tempi di ritorno compresi tra 0 – 20 anni, i nuovi strumenti urbanistici generali o loro varianti, non dovranno consentire previsioni edificatorie ad eccezione per le infrastrutture di rete non diversamente localizzabili, a condizione che sui attuino tutte le prescrizioni necessarie per la riduzione del rischio idraulico compatibilmente alle caratteristiche dell’infrastruttura. Qualora dallo studio risulti che l’area è soggetta a fenomeni inondativi per tempi di ritorno superiori a 20 anni, si dovranno prevedere interventi di messa in sicurezza atti alla riduzione del rischio, ma non alteranti il livello dello stesso nelle aree adiacenti. Gli interventi dovranno quindi dimostrare il raggiungimento di un livello di rischio di inondazione per piene con tempi di ritorno superiore a 100 anni e dovranno essere coordinati con altri eventuali piani idraulici esistenti. Art. 30 Gestione del Piano Strutturale L’A.C. dovrà provvedere ad organizzare un apposito Ufficio Comunale di Pianificazione all’interno della struttura dell’Ufficio Tecnico. I compiti dell’U.C.P. sono i seguenti: - aggiornamento delle informazioni e dei sistemi cartografici alfanumerici,con la verifica e lo stato di trasformazione tramite voli a cadenza quinquennale; - la costituzione dell’anagrafe dei manufatti edilizi per la gestione unitaria dei processi di trasformazione territoriale, di modificazione edilizia e salvaguardia degli ambiti soggetti a tutela; - garantire la comunicazione e lo scambio dei dati con l’Amministrazione Provinciale, la Regione Toscana, l’Autorità di Bacino, l’Ufficio Tecnico Erariale e con altri Enti Pubblici che hanno competenze di natura territoriale; - aggiornamento delle informazioni relative alle prove geognostiche e geotecniche presenti presso l’Amministrazione e alla redazione di una relazione annuale sullo stato del territorio; - richiedere agli Enti preposti una specifica relazione annuale sullo stato di efficienza delle opere idrauliche a difesa del territorio; - provvedere alla verifica dello stato di attuazione del R.U. e della rispondenza alle finalità e agli obiettivi del P.S. con un rapporto sull’attuazione del P.S. in particolare su: a)rispondenza delle scelte del R.U. rispetto agli obiettivi, alle prescrizioni e ai criteri del P.S.; b) l’aggiornamento e la verifica delle valutazioni ambientali in relazione agli interventi previsti dal R.U. 39 Norme tecniche di attuazione Il rapporto annuale è inviato alla Provincia di Pisa e alla Regione Toscana. 40