RESPONSABILITA’ SOCIALE
E BILANCIO SOCIALE
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Origine storica della rendicontazione sociale
d’impresa e diversi significati.
Due concezioni della responsabilità d’impresa
La pubblica amministrazione e la rendicontazione
sociale. Prime esperienze
Le diverse dimensioni dell’agire amministrativo.
Output ed outcome.
L’apporto degli stakeholder
Gli standard nella rendicontazione sociale
Lo schema del Bilancio sociale
Le aree di rendicontazione del Comune di San
Giuliano Terme
Origine storica della rendicontazione sociale
d’impresa e diversi significati
 Di valutazione della responsabilità sociale di impresa si comincia a parlare
concretamente, in ambienti accademici, professionali e imprenditoriali,
intorno alla metà degli anni settanta
 Le formulazioni, anche da un punto di vista letterale, non sono comunque
univoche:
 nei paesi anglosassoni si parla di “social accounting” (rendicontazione sociale) o
“social audit” (controllo sociale, con un’accezione della parola “audit” diversa da
quella oggi usata in economia aziendale);
 in Francia e Germania si usa invece il termine “bilancio sociale”. Da notare che la
Francia approva , nel 1973, il primo strumento legislativo in merito al bilancio
sociale.
 In Germania si era avuta un’esperienza addirittura nel 1938, con esperienze di
conatbilità aziendale integrata con informazioni e dati sul rapporto con i
dipendenti e delle prestazioni fornite alla collettività (AEG)
Origine storica della rendicontazione sociale
d’impresa e problemi linguistici
 Dietro le diverse formulazione linguistiche stanno però anche concezioni e
pratiche molto differenti della “rendicontazione sociale” di impresa
 nell’Europa comunitaria si tende a concentrarsi sulla valutazione degli effetti
dell’azione di impresa sui propri lavoratori dipendenti e sulle relazioni con le
associazioni sindacali
 nei paesi anglosassoni sono considerati principali interlocutori le associazioni
dei consumatori, di ecologisti, di difesa delle minoranze e cosi via, secondo un
punto di vista tendenzialmente rivolto a considerare l’impatto aziendale su tutte
le aree della società civile.
 Evidentemente, il punto che tiene unite tutte queste diverse interpretazioni
 è quello di introdurre uno strumento finalizzato a rendicontare e
valutare, rispetto alle conseguenze delle politiche aziendali, ciò che la
contabilità economica aziendale non rendiconta e non valuta.
Due concezioni della responsabilità d’impresa
 Questa differenza di “contenuto informativo” tra bilancio economico
d’esercizio e “bilancio sociale” corrisponde a sua volta a due concezioni
molto diverse della responsabilità di impresa, che ancora oggi si
fronteggiano :
 la prima, considera come unica vera responsabilità dell’azienda quella di
produrre profitto per i propri azionisti, sia pur nel rispetto delle regole della
competitività del mercato e dell’etica corrente (concezione autorevolmente
sostenuta, per esempio, dal premio Nobel per l’economia Friedman).
 la seconda invece muove dalla considerazione che tra società civile ed impresa
vi sia un qualche rapporto più ampio e profondo di “delega” legittimante, che
richiede pertanto di rendicontare , con un sistema trasparente e oggettivo, cosa
si sta facendo in termini di benefici e costi sociali e ambientali oltrechè di costi e
ricavi di esercizio
Due concezioni della responsabilità d’impresa
 La tendenza a sviluppare la responsabilità sociale di
impresa e a passare dalle elaborazioni teoriche alle
applicazioni pratiche subisce una battuta d’arresto dalla
metà degli anni ottanta, quando prevalgono impostazioni
e paradigmi di tipo neoliberista, sino all’inizio degli anno
novanta, quando le elaborazioni e gli studi riprendono
sotto nuovi approcci i quali, in sostanza, arrivano a
delineare il quadro generale della rendicontazione
sociale come oggi noi lo conosciamo.
Due concezioni della responsabilità d’impresa
 In particolare si fa strada l’opportunità di individuare gli
“stakeholder”, cioè i soggetti referenti del
comportamento dell’azienda e di prendere in
considerazione i loro diritti informativi.
Sono per esempio stakeholder, oltrechè naturalmente gli
azionisti, i possibili investitori finanziari che selezionano i
loro investimenti anche sulla base di considerazioni
etiche oppure i consumatori che, sempre su basi etiche,
possono arrivare ad aderire a campagne di boicottaggio
dei prodotti. In sostanza le aziende si orientano oggi
diffusamente a dare dimostrazione del proprio
comportamento socialmente ed eticamente
responsabile.
Due concezioni della responsabilità d’impresa
 Ovviamente la questione di quanto un tale atteggiamento sia interpretabile in chiave
strumentale e in funzione di incrementare comunque la redditività e la competitività
aziendale di lungo periodo e dunque sia, fondamentalmente, uno strumento di
pubbliche relazioni e quanto invece esso dipenda da una presa d’atto di principio dei
diritti di tutti gli stakeholder sociali , è una questione aperta, ma non è strettamente
rilevante ai fini di una ricostruzione della caratteristica fondamentale dello strumento
della rendicontazione sociale
 Bisogna dire peraltro che non ha torto chi sostiene che la seconda interpretazione,
quella dei diritti di principio, non esclude il contestuale verificarsi degli effetti di
incremento della redditività presi in considerazione dalla prima.
 Sta di fatto che, come detto, negli anni novanta si diffonde la pratica aziendale del
bilancio sociale, ovvero di una rappresentazione attendibile delle prestazioni sociali di
impresa
La pubblica amministrazione e la rendicontazione
sociale. Prime esperienze
 Per capire come l’idea e la pratica della rendicontazione sociale abbia cominciato a
diffondersi dal settore delle aziende private alla pubblica amministrazione, bisogna
riflettere sul fatto che all’origine del fenomeno sta, sia nel campo privato che in quello
pubblico, una fase storica di crisi di legittimazione
 Nei primi anni settanta si trattava di fronteggiare (anche in
maniera non puramente strumentale) la forte critica all’operato
delle grandi aziende rivolta da gruppi auto-organizzati della
società civile, associazioni, minoranze ecc., che, comunque,
riusciva ad influenzare in modo consistente l’opinione pubblica,
condizionandone i comportamenti sul piano dei consumi
 Negli anni novanta invece , da un lato la crisi dei soggetti della
rappresentanza politica (partiti) , l’irreversibile decadenza del
modello burocratico di amministrazione e le difficoltà crescenti
della comunicazione politica e, dall’altro, la crescita delle
aspettative della cittadinanza in merito alla qualità, all’efficienza
e all’efficacia dei servizi pubblici, inducono a ricercare nuovi
modelli relazionali tra governanti e governati, nuove regole sulle
quali fondare il “patto” e la “delega
La pubblica amministrazione e la rendicontazione
sociale. Prime esperienze
 Le risposte che più hanno segnato questo periodo che, appunto, si è aperto
dieci-quindici anni fa sono state di due tipi:
 la risposta istituzionale (modifica del sistema elettorale,
elezione diretta del Sindaco, con conseguente presentazione di
un programma di mandato, ecc.);
 la risposta manageriale, cioè la creazione di un modello fondato
sulla responsabilità “manageriale”, che non va confusa
semplicemente con la responsabilità dei “manager” o dirigenti
pubblici , che pure hanno avuto trasferite responsabilità che
prima erano proprie della politica, ma consiste in un modello che
richiede agli amministratori di ricercare risultati effettivi in termini
di offerta di servizi, di efficienza e di efficacia
La pubblica amministrazione e la rendicontazione
sociale. Prime esperienze
 Ma proprio le innovazioni di cui sopra e la crisi della funzione di
mediazione dei partiti, richiedevano, e richiedono, che si realizzi
uno “scambio” comunicativo su basi nuove tra chi esercita, con
uno spazio più grande di delega e responsabilità, l’attività di governo
e chi tale responsabilità conferisce, cioè i cittadini.
 Il problema che viene colto è quello di arrivare a superare
l’assimmetria informativa tra gli addetti ai lavori che decidono e chi
subisce le decisioni
La pubblica amministrazione e la rendicontazione
sociale. Prime esperienze
 E’ così che nascono le prime esperienze locali di rendicontazione
sociale e prima fra tutte quella del Comune di Bologna nel 1996
(rivolta in particolare agli utenti dei servizi sociali), e poi il Comune di
Milano , nel 2000, il Comune di Venezia, per stare ai comuni
maggiori. Una fioritura particolare di esperienze di bilancio sociale
si ha poi negli ultimi tre-quattro anni quando a Comuni di grandi
dimensioni si aggiungono comuni medio-piccoli (tra i quali, con
esperienze pionieristiche, il Comune di Cesano Maderno (MI),
Copparo (FE), Caravaggio (BG), ognuno con una propria autonoma
interpretazione del bilancio sociale
Le diverse dimensioni dell’agire amministrativo.
Output ed outcome.
Ma in che cosa consiste realmente la
rendicontazione sociale in un ente locale ?
Si può dire che il paradigma della responsabilità sociale d’impresa si tramuta, per le
pubbliche amministrazioni locali nel principio seguente :
 gli amministratori devono dare conto ai cittadini non solo dei
risultati in termini finanziari o magari in termini di opere o
interventi realizzati ,che potremmo chiamare “output” ( cioè ciò
che si produce) e che possiamo già oggi rilevare dagli ordinari
strumenti di rendicontazione, ma degli effetti reali e congiunti
della loro azione su tutte le dimensioni che caratterizzano
l’agire pubblico e cioè:
Le diverse dimensioni dell’agire amministrativo. Output
ed outcome.
• la dimensione etico-politica
• la dimensione sociale
• la dimensione ambientale
•
• La dimensione economica.
Le diverse dimensioni dell’agire amministrativo. Output
ed outcome.
 Queste dimensioni sono viste e trattate nella loro interazione
reciproca, in modo tale che ciò che si realizza in certo ambito sia
rendicontato e valutato anche per quello che produce negli altri
ambiti connessi.
 Per esempio, ciò che ha prodotto o produce maggiore occupazione
deve essere trattato anche per gli effetti prodotti sull’ambiente,
oppure le decisioni in materia di traffico nei centri storici devono
essere prese anche alla luce degli eventuali effetti sulle attività
commerciali e cosi via.
 Più che le azioni realizzate, il bilancio sociale mostra dunque gli
effetti prodotti (i cosiddetti “outcome”) da tali azioni, ci informa sui
miglioramenti effettivi che si sono, o non si sono, ottenuti, o magari, i
peggioramenti indotti in una particolare dimensione del vivere
collettivo.
Le diverse dimensioni dell’agire amministrativo. Output
ed outcome.
 Il bilancio sociale consente dunque il controllo dei cittadini sui reali risultati dell’
amministrazione locale, il confronto delle azioni realizzate con i bisogni e le
aspettative, anche in termini di valori, della collettività, dei gruppi e dei singoli .
 Come efficacemente è stato detto, il bilancio sociale serve così a ricostituire la
catena di senso dell’amministrare pubblico che si può descrivere come una linea
continua che :
parte dalla VISIONE POLITICA (fatta di valori e principi),
continua con gli  OBIETTIVI E LE STRATEGIE  per
poi arrivare a considerare le  RISORSE ALLOCATE e GLI
INTERVENTI REALIZZATI e , successivamente, a valutare i
 RISULTATI OTTENUTI, per poi concludere con la
considerazione degli  EFFETTI PRODOTTI.
Le diverse dimensioni dell’agire amministrativo. Output
ed outcome Le diverse dimensioni dell’agire
amministrativo. Output ed outcome.
 Non è più quindi sufficiente comunicare gli interventi realizzati e le
risorse allocate (cioè la spesa sostenuta) che rappresentano i due
anelli centrali della catena, ma è necessario connettere questi due
elementi da una parte, con i valori, le politiche e gli obiettivi
dichiarati e dall’altra con i risultati ottenuti e gli effetti prodotti.
 Se questi sono i principi fondamentali della rendicontazione sociale,
si tratta di definirne allora le modalità concrete con la quale si
realizza e come il processo deve essere organizzato.
 Sotto questo aspetto, la scelta del Comune di San Giuliano Terme,
è quella che tenta di esprimere il maggior grado di coerenza con
l’ispirazione del bilancio sociale e con tutte le sue implicazioni,
comunicative, di controllo strategico, di partecipazione, come
vedremo.
Le diverse dimensioni dell’agire amministrativo. Output
ed outcome
 Abbiamo visto che la responsabilità sociale si esprime pienamente se si
rende conto degli effetti che l’agire pubblico ha avuto sulle dimensioni
fondamentali della vita collettiva, sui bisogni dei gruppi e degli individui .
 Possiamo quindi individuare una dimensione territoriale-ambientale (il bisogno di un
ambiente dove si vive bene , sia dal punto vista della salubrità ambientale, sia dal
punto vista dei servizi sociali a disposizione del territorio), una dimensione
economico-occupazionale (che corrisponde al bisogno di lavoro e occupazione,
possibilmente stabile ), una dimensione culturale (collegata al grado di istruzione e
al bisogno di strumenti culturali di comprensione della realtà) e ancora, una
dimensione istituzionale-amministrativa (collegata al bisogno di una
amministrazione pubblica trasparente e a misura del cittadino
 Lo stato della comunità rispetto a tali dimensioni del vivere collettivo dovrà essere
rendicontato attraverso precisi indicatori quantitativi preventivamente individuati.
Attorno a questi indicatori dovranno essere formulati gli obiettivi e le strategie e ,
successivamente la rendicontazione sociale, che si articolerà annualmente, tenendo
conto degli effetti delle azioni e degli interventi realizzati nel periodo preso in
considerazione.
L’apporto degli stakeholder
 Come si individuano di fatto gli stakeholder
?
 Teoria anni ’60:
sono stakeholder i soggetti senza il cui supporto l‘impresa non è in
grado di sopravvivere:
 I clienti, i fornitori, i finanziatori (banche e azionisti), i
collaboratori, ma anche gruppi di interesse esterni come i
residenti di aree limitrofe all‘azienda o gruppi di interesse locali.
 secondo questa teoria, il processo di una generica azienda deve
soddisfare delle soglie critiche di costo, servizio e qualità che sono
diverse e specifiche per ogni stakeholder. Al di sotto di una
prestazione minima, il cliente cambia fornitore, e manager e
operatori si licenziano, e i processi materialmente non possono
continuare
L’apporto degli stakeholder
 Anni ’80: prevale il concetto “etico”
 si definiscono stakeholder tutti i soggetti che possono influenzare
oppure che sono influenzati dall'impresa
 l'impresa deve tener conto anche di quanti non hanno potere diretto
su processi e profitti, ma ne subiscono le conseguenze (come un
impatto ambientale negativo).
 Il dibattito si spinge oltre, dicendo che non solo l'impresa non deve
calare il benessere attuale delle persone, ma deve accrescere la
ricchezza generale, e tener conto anche dei portatori d'interesse
"passivi" che non sono in grado di condizionarla
 lo stakeholder è il soggetto il cui raggiungimento degli obiettivi
personali dipende dall'impresa (rovesciamento).
 l'impresa è intesa come luogo di mediazione fra gli interessi talora
contrastanti degli stakeholder, e camera di compensazione in cui
ciascuno raggiunge i propri fini. I diritti della società (collettività)
prevalgono sui diritti di proprietà degli azionisti (gruppi , singoli
cittadini)
L’apporto degli stakeholder
 Non bisogna confondere gli stakeholder con le forme nelle quali gli stessi si
organizzano o istituzionalizzano. Le associazioni, i comitati, i sindacati ecc.
sono da considerarsi “mediatori” nella relazione tra impresa (od
amministrazione pubblica) con i veri titolari di interesse.
 I mediatori sono spesso fondamentali per la comunicazione con gli
stakeholder e qualche volta imprescindibili (sindacati). Altre volte sono solo
dei facilitatori.
 Per esempio gli interlocutori titolari della comunicazione sociale nel campo
politiche e alle strategie in materia di minoranze etniche, di sesso, o
religiose, non sono da individuarsi nelle associazioni per i diritti civili,
bensì nelle minoranze stesse .
 La stessa mediazione può manifestarsi tra l’altro anche in maniera non
organizzata ed informale (opinione pubblica, media ecc,),
 Questo principio fa sì che si contrasti l’insorgere di una concezione
strumentale (mirante a mantenere i “buoni rapporti”) e verticistica della
rendicontazione sociale.
L’apporto degli stakeholder
 Un aspetto fondamentale da sottolineare è che la rendicontazione
sociale, per essere efficace, non può limitarsi a fornire a cose fatte il
proprio rendiconto alla collettività (anche se formulato sulle nuove
basi comunicative che gli sono proprie), ma deve realizzare la
partecipazione degli stakeholder anche durante la costruzione del
sistema e delle modalità di rendicontazione.
 Quali sono gli aspetti e le informazioni da prendere in
considerazione, quali i fenomeni da misurare e valutare per meglio
mettere in evidenza lo stato della comunità in relazione a un
bisogno, un interesse, un valore etico ?
 E’ evidente che se lo scopo è quello di realizzare un canale
informativo rivolto ai cittadini, bisognerà che le informazioni che
diamo siano proprio quelle che loro vogliono, altrimenti ricadiamo, in
parte in una visione verticistica e burocratica.
 Dunque dovrà essere organizzato un rapporto costante e
collaborativo con gli stakeholder anche sulla verifica degli indicatori
prescelti e da utilizzare per la rendicontazione sociale.
Gli standard nella rendicontazione sociale
 Si è detto che, negli anni novanta si diffonde la pratica aziendale del
bilancio sociale, ovvero di una rappresentazione attendibile delle prestazioni
sociali di impresa secondo l’ispirazione “etica”.
 La stessa diffusione delle pratiche di rendicontazione e la crescita
dell’attenzione e della sensibilità dei soggetti interessati alla
rendicontazione sociale, impongono rapidamente lo sviluppo di un altro
fenomeno di grande interesse:
quello della predisposizione di regole e linee guida per la rendicontazione.
 L’interesse sta nel fatto che tale istanza di “sistemazione” formale, nasce e
si sviluppa al fine di garantire trasparenza, oggettività e completezza alla
rendicontazione ed è portata avanti e reclamata, se così si può dire, dalla
società civile, intesa come insieme dei referenti, non pubblici, esterni
all’impresa
 In pratica si tratta di uno schema di certificazione dal basso, sociale e
civile (ed in qualche caso lo è anche sotto il profilo del riconoscimento
giuridico )
Gli standard nella rendicontazione sociale
 Gli standard tuttora esistenti sono, nell’ordine storico in
cui sono nati, i seguenti:
 SA 8000 (Social Accountability)
 AccountAbility 1000 (AA 1000)
 GRI (Sustainability Reporting Guidelines)
 GBS (Gruppo di Studio sul bilancio sociale)
Gli standard nella rendicontazione sociale
 La Social accountability International (SAI), organizzazione internazionale
nata nel 1997 in America , ha emanato la norma SA 8000 per assicurare
nelle aziende eque condizioni di lavoro, un approvvigionamento etico di
risorse ed un processo indipendente di controllo per la tutela dei
lavoratori: lo standard SA 8000 è il primo standard diffuso a livello
internazionale ed è applicabile ad aziende di qualsiasi settore merceologico,
per valutare l’ottemperanza delle stesse ai requisiti minimi in termini di diritti
umani e sociali. In particolare, lo standard prevede otto requisiti specifici
collegati ai principali diritti umani ed un requisito relativo al sistema di
gestione della responsabilità sociale in azienda.
 Gli otto requisiti vertono su tematiche fondamentali, a livello internazionale,
in materia di diritto del lavoro quali lavoro infantile, lavoro forzato, salute
e sicurezza, libertà di associazione e diritto alla contrattazione
collettiva, discriminazione, pratiche disciplinari, orario di lavoro,
remunerazione. Nella fattispecie, la conformità ai predetti requisiti si
concretizza nella certificazione rilasciata da un Organismo indipendente
volta a dimostrare la conformità dell’azienda ai requisiti di responsabilità
sociale della norma, attraverso un meccanismo analogo a quello dei sistemi
di gestione per la qualità ISO 9000 e per l’ambiente ISO 14000. La sua
versione attuale può essere applicata nei Paesi in via di sviluppo, nei Paesi
industrializzati, nelle aziende di piccole e grandi dimensioni e negli enti del
settore privato e pubblico.
Gli standard nella rendicontazione sociale
 Lo standard AA1000 (o AccoutAbility 1000) è uno standard di processo
progettato per misurare i risultati delle imprese nel campo dell'investimento
etico e sociale e dello sviluppo sostenibile. Introdotto nel 1999 dall’ISEA
(Institute of Social and Ethical Accountabiliy), con sede in Gran Bretagna, si
tratta di uno standard nato per permettere, alle organizzazioni che lo
vogliano adottare, di promuovere la qualità dei processi di "social and
ethical accounting, auditing and reporting" in modo da garantire il
miglioramento della responsabilità sociale dell’impresa. Attraverso la
AA1000 si può dimostrare l’impegno per il rispetto dei valori etici attraverso
strumenti oggettivi, imparziali e trasparenti.
 AA 1000 non è uno standard certificabile, ma uno strumento per
incoraggiare l'innovazione su dei principi chiave di qualità, fornendo
garanzie agli stakeholder, in merito alla qualità dell'accounting, auditing e
reporting sociale ed etico delle Organizzazioni di riferimento.
Non fornisce una struttura per la risoluzione dei conflitti tra Organizzazione
e Gruppi di interesse collegati ma dà un processo con cui costruire un
rapporto comune ed una fiducia reciproca
Gli standard nella rendicontazione sociale
Lo standard AA1000 si articola in cinque fasi
•
•
•
•
•
1. Planning: vengono definiti i valori e gli obiettivi sociali ed etici
dell'organizzazione e vengono identificati gli stakeholder;
2. Accounting; viene definito lo scopo del processo, vengono raccolte ed
analizzate le informazioni, identificati gli indicatori e gli obiettivi, e si sviluppa
quindi un piano di miglioramento;
3. Auditing e reporting: viene realizzata una comunicazione scritta o
verbale (report) da sottoporre agli stakeholder per ottenerne una
condivisione;
4. Embedding (incorporazione) : vengono istituiti sistemi (gestione e
raccolta delle informazioni, implementazione dei valori, audit interna),
sviluppati per rafforzare il processo e per integrarlo nel migliore dei modi;
---> controllo strategico
5. Stakeholder engagement (impegno verso): l'Organizzazione in tutte le
fasi del processo rimane in stretto collegamento con i suoi Gruppi di
interesse.
Gli standard nella rendicontazione sociale
 lo standard GRI (Global reporting iniziative) promosso dalla CERES
(Coalition for enviromentally responsabile economies) in
collaborazione con l’UNEP (Programma delle Nazioni Unite per
l’ambiente) nel 1999-2000
 Al modello GRI si deve tra l’altro la formulazione del principio della
Tiple Bottom Line, ovvero di una rendicontazione integrante la
dimensione economica, quella ambientale e quella sociale.
 Tale principio è stato poi ripreso ed ufficializzato dalla Commissione
Europea con atto di indirizzo emanato nel 2001 (il cosiddetto “Libro
verde”).
Gli standard nella rendicontazione sociale
 Lo standard del GBS (Gruppo di Studio sul bilancio sociale), nato nel 2001,
ad opera di un gruppo di studiosi, esperti e professionisti italiani, è stato
ideato per dotare le imprese italiane di una serie di principi e strumenti che
costituissero un punto di riferimento per la rendicontazione sociale.
 Secondo la visione del GBS, il bilancio sociale è uno strumento che integra
quelli esistenti e svolge una funzione di comunicazione sia interna che
esterna, intesa come coinvolgimento degli stakeholder nella valutazione
degli effetti sociali prodotti dall’attività aziendale.
 Caratteristiche:
 La rendicontazione sociale non viene interpretata come un vincolo esterno
all’attività economica dell’impresa, ma piuttosto come uno strumento di crescita e
sviluppo dell’impresa stessa oltrechè della collettività. Le informazioni contenute
nel bilancio sociale consentono all’impresa la valutazione a consuntivo dei
risultati e la revisione delle strategie aziendali.
 Rendiconta sulla produzione e distribuzione del valore aggiunto tra gli
stakeholder, misurando l’effetto economico che l’attività ha prodotto su di essi.
Uno schema di documento
 Valori
 Visione generale
 Come si vive a San Giuliano Terme : indicatori di outcome
iniziali e finali (trend)
 commento, fonti e significatività
 La rendicontazione sociale : significato e rilevanza
metodologica
 Per ogni area :
 visione
 strategie , obiettivi e programmi collegati
 report :



indicatori di outcome e di output iniziali e finali
commenti, fonti e significatività
stakeholder coinvolti
L’AMBIENTE
E IL
TERRITORIO
I servizi
al territorio
LA QUALITA’
DELLA
VITA
L’ambiente
La scuola
Il sostegno
sociale
La gestione
di qualità
La sicurezza
IL LAVORO
E L’ECONOMIA
IL COMUNE
L’Amministrazione
e
la partecipazione
La cultura e
il tempo libero
La
valorizzazione
del personale
Il turismo
L’economia
La buona
occupazione
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