Comune di S A V A (Provincia di Taranto) Settore Commercio Riordino del sistema di diffusione della stampa quotidiana e periodica, a norma dell’art.3 della legge 13 aprile 1999, n.108: Decreto Legislativo 24 aprile 2001, n° 170. Relazione Tecnica Novembre 2009 – rev. 1 Dott. Francesco Di Maso - Commercialista Revisore contabile - studio via Solito n. 83, via Crispi n. 99 - 74100 Taranto tel/fax : 099/4538507 e-mail : [email protected] 2 INDICE Descrizione Capitolo I 1. Premessa 2. Obiettivi 3. Riferimenti Normativi Capitolo II Relazione Tecnica 0. Generalità : Scenario del settore da rapporto FIEG aprile 2009 1. Metodologia o Generalità o Giro di affari minimo o Distribuzione dei punti di vendita sul territorio: alcune considerazioni o Conclusioni 2. Suddivisione in zone 3. Consistenza della rete 4. Le problematiche del settore 5. Sviluppo futuro Allegati Dott. Francesco Di Maso - Commercialista Revisore contabile - studio via Solito n. 83, via Crispi, 99 - 74100 Taranto Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento può essere riprodotta o diffusa senza il consenso scritto dell'Amministrazione comunale e del Dott. F.sco Di Maso. 3 Capitolo I Generalità 1 - Premessa Il Decreto n. 170 del 2001 è la riforma del sistema di cui alla legge 416/81 e presenta le seguenti tre innovazioni fondamentali: 1. la prima riguarda l’ammodernamento della definizione del prodotto editoriale, che diviene direttamente comprensiva del libro e della produzione on-line; 2. la seconda concerne il passaggio dal sostegno diretto a quello indiretto ed è finalizzata alla creazione delle condizioni più idonee che possano favorire la nascita di nuove imprese; 3. la terza è invece connessa all’elaborazione di un testo unico dell’editoria che consente di unificare e semplificare tutte le normative di particolare rilevanza del settore. Lo studio sulla stampa in Italia, curato annualmente dall’Ufficio studi della F.I.E.G, offre una serie di indicazioni sull’evoluzione dell’editoria giornalistica, quotidiana e periodica, nel più ampio contesto dell’economia italiana. Tale studio è interessante non solo per gli elementi conoscitivi sullo stato del settore relativi al recente passato, ma anche perché fornisce indicazioni attendibili sul suo sviluppo nel breve termine, utili per l’elaborazione del presente piano. L’elemento più significativo che emerge dall’analisi è la stasi del contesto economicofinanziario in cui operano le aziende editrici, testimoniato da un risultato netto aggregato negativo che si è andato consolidando nello scorso biennio. A tale risultato hanno contribuito, certamente, la crisi economica, lo sfavorevole andamento degli introiti pubblicitari e i costi di produzione degli editori, quand’anche in presenza di miglioramenti di efficienza nella distribuzione e nell’organizzazione delle edicole. Dott. Francesco Di Maso - Commercialista Revisore contabile - studio via Solito n. 83, via Crispi, 99 - 74100 Taranto Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento può essere riprodotta o diffusa senza il consenso scritto dell'Amministrazione comunale e del Dott. F.sco Di Maso. 4 2 - Obiettivi Con il presente piano di localizzazione dei punti ottimali per la vendita di quotidiani e periodici, previsto dall’art. 6 del Decreto Legislativo del 24 aprile 2001, n. 170 e successive modificazioni e integrazioni da parte della Regione Puglia (nota del 23 luglio 2002, prot. N. 38/C/2056), si tende a conseguire i seguenti obiettivi : 1. incremento della diffusione dei mezzi di informazione a mezzo stampa, anche attraverso l'ampliamento della rete distributiva, in termini numerici, dei punti di vendita; 2. facilità di accesso dei consumatori alla rete dei punti di vendita; 3. funzionale suddivisione del territorio comunale in zone; 4. contenimento, per quanto possibile, dei costi di distribuzione e di esercizio dei punti di vendita. In particolare: o Qualificare la rete dei punti di vendita di giornali e riviste, in modo tale da conseguire anche una migliore produttività del servizio, in relazione all’addensamento dell’utenza potenziale in corrispondenza di insediamenti residenziali, commerciali, direzionali, scolastici ed industriali - artigianali; o Razionalizzare la localizzazione delle rivendite, favorendone eventualmente la riconversione tipologica da chiosco a locale, in particolare nei casi in cui la presenza di rivendite in chiosco risulti incompatibile con il codice della strada o con l’ordinato svolgersi di altre funzioni; o Favorire lo sviluppo di un’integrazione qualificata fra la vendita di giornali e quella di altri prodotti affini. Dott. Francesco Di Maso - Commercialista Revisore contabile - studio via Solito n. 83, via Crispi, 99 - 74100 Taranto Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento può essere riprodotta o diffusa senza il consenso scritto dell'Amministrazione comunale e del Dott. F.sco Di Maso. 5 3 – Riferimenti normativi • • • • • • • • • • • Legge 5 agosto 1981, n. 416; Legge n. 67/87; D.lgt. 114/98; Legge 13 aprile 1999, n. 108; D.lgs. 24 aprile 2001, n.170; Legge costituzionale n. 3 del 18 ottobre 2001; Circolare n. 3538/C del 28/12/2001 del Ministero delle Attività Produttive; Nota del Presidente della Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome inviata il 20 febbraio 2002 al Ministero Attività Produttive e al Ministero Affari Regionali; Nota prot. N. 38/C/2936 del 23/07/2002 del Settore Commercio dell’Assessorato Industria, Commercio e Artigianato della Regione Puglia ; Decreto Legge 4 luglio 2006, n. 223 Legge 4 agosto 2006, n.248 Inoltre: La sentenza del 10 agosto 2000 n. 4306 con cui il Consiglio di Stato, sez. X, si esprime sui valori estetico-ambientali a tutela della riqualificazione del centro storico e riconosce ai Comuni la possibilità di diniego di concessione del suolo pubblico per l’installazione di chioschi per la vendita di giornali, qualora detta installazione risulti pregiudizievole dei valori estetico-ambientali della zona. Abrogazioni Ai sensi della nota esplicativa regionale del 23 luglio 2002, l’iter elaborativo ha preso in esame, inoltre, i divieti precedentemente previsti dall’art. 14 della legge 416/1981 e quanto richiamato dall’art. 26, comma 6, del d.lgs. 114/98. Dott. Francesco Di Maso - Commercialista Revisore contabile - studio via Solito n. 83, via Crispi, 99 - 74100 Taranto Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento può essere riprodotta o diffusa senza il consenso scritto dell'Amministrazione comunale e del Dott. F.sco Di Maso. 6 Capitolo II Relazione Tecnica Generalità: Scenario del settore da ”LA STAMPA IN ITALIA 2006-2008” (FIEG: rapporto aprile 2009) Le indicazioni che emergono dall’analisi dell’andamento economico e produttivo delle imprese editrici di giornali quotidiani e periodici nel periodo che va dal 2006 al 2008 non sono positive e, purtroppo, non lo sono le prospettive di breve e medio periodo. Le difficoltà sono da mettere in relazione al fatto che il fatturato editoriale, rappresentato dai ricavi da vendite e da pubblicità, ha subito una preoccupante battuta d’arresto, mentre i costi di produzione, pur decelerando, si sono mantenuti elevati. La crescente divaricazione tra ricavi e costi solleva forti preoccupazioni sulla capacità delle imprese editrici di produrre un ammontare di profitti adeguato a supporto delle strategie di investimento, oggi ancor più necessarie ed urgenti in un mercato dei media dove le spinte competitive impongono processi di riconversione della propria offerta verso aree di business e politiche di distribuzione innovative che riguardano internet, televisione digitale, telefonia mobile. I risultati del 2008 vanno peraltro considerati in rapporto ad un contesto economico italiano e mondiale di grande criticità che sembra destinato a perdurare anche nel 2009. La fase recessiva infatti è prevista in attenuazione soltanto nel 2010 e questo andamento avrà conseguenze negative soprattutto sul piano pubblicitario, con un ulteriore arretramento degli investimenti. Nello scenario che si profila non è pensabile aspettare che la crisi passi da sola, ma bisogna muoversi con urgenza e delineare un disegno coerente di intervento per restituire slancio al settore. Il biennio 2009-2010 sarà decisivo per il futuro dei giornali che va salvaguardato non solo in quanto importante realtà produttiva, ma anche e soprattutto perché il pluralismo informativo è un baluardo fondamentale di libertà e democrazia. La partita si gioca contro una recessione che rischia di assumere connotati depressivi per un circuito economico al cui interno la domanda non riesce a risollevarsi accentuando la già ridotta propensione agli investimenti e, quindi, la flessione dei livelli produttivi, con incertezze che riguardano l’intera area dei costi e della redditività delle imprese. Dott. Francesco Di Maso - Commercialista Revisore contabile - studio via Solito n. 83, via Crispi, 99 - 74100 Taranto Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento può essere riprodotta o diffusa senza il consenso scritto dell'Amministrazione comunale e del Dott. F.sco Di Maso. 7 I consumi delle famiglie sono previsti in calo anche nel corso del corrente anno e il dato è tra quelli che generano maggiori preoccupazioni nel settore dell’editoria, per la marginalità che nei budget di spesa familiari hanno i giornali. I dati sull’evoluzione della spesa delle famiglie a partire dal 2000 sono indicativi della fragilità dei consumi di carta stampata. La spesa delle famiglie per giornali e libri che nel 2000 era pari all’1,79% della spesa complessiva si è ridotta all’1,54% nel 2007, facendo registrare un “décalage” costante nel periodo considerato. Non è confortante constatare che nello stesso arco temporale la spesa per ricreazione e cultura nel nostro Paese ha subito una contrazione ancor più consistente scendendo dal 7,5 al 6,8% della spesa complessiva delle famiglie. Questi andamenti inducono ad analizzare la scarsa propensione all’acquisto dei giornali nel contesto di un livello culturale del paese che proprio l’evoluzione strutturale dei consumi indica in costante deterioramento. E’ vero che le difficoltà economiche erodono le risorse delle persone e le costringono a razionalizzare la spesa riducendo i consumi ritenuti non essenziali, ma è anche vero che la marginalità della carta stampata è il risultato di una politica culturale che, nei fatti, non ha mai considerato la valenza strategica della stampa come strumento di promozione civile e democratica dei giovani limitandosi a mere enunciazioni di principio. I quotidiani Uno degli aspetti più allarmanti che emergono dall’analisi dei bilanci delle imprese editrici dei quotidiani è che i ricavi non solo si contraggono, ma lo fanno ad un ritmo molto più veloce dei costi. Il fenomeno, per i quotidiani, si era già manifestato nel 2007, allorché ad una flessione del fatturato editoriale dell’1,4% aveva fatto riscontro un calo molto più contenuto dei costi operativi (-0,8%) con conseguente riduzione del margine operativo lordo aggregato (-7,7%). Il rapporto mol/fatturato che era dell’8% nel 2006 è così sceso al 7,4%. Nel 2008, la situazione si è ulteriormente deteriorata. I ricavi operativi hanno subito una flessione del 4,3%, imputabile al calo dei ricavi da pubblicità (-6,0%) e da vendite (-2%). Il margine operativo lordo aggregato è diminuito di oltre il 61%, attestandosi intorno al 3% del fatturato editoriale, circostanza questa che incrina la capacità operativa complessiva delle imprese editrici. L’evoluzione delle vendite delle copie offre una prima indicazione significativa del momento negativo della stampa quotidiana. In sintonia con l’evoluzione congiunturale Dott. Francesco Di Maso - Commercialista Revisore contabile - studio via Solito n. 83, via Crispi, 99 - 74100 Taranto Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento può essere riprodotta o diffusa senza il consenso scritto dell'Amministrazione comunale e del Dott. F.sco Di Maso. 8 complessiva, le vendite medie a numero hanno fatto registrare nel 2007 e nel 2008 due flessioni dello stesso ammontare (-2%), interrompendo la fase di leggera ripresa che, dopo un quinquennio negativo, si era manifestata nel 2006 (+0,9%). Il calo della domanda, sommandosi alle difficoltà incontrate dalle imprese a combinare più economicamente i fattori della produzione, ha prodotto squilibri crescenti nella dinamica dei costi e dei ricavi. La stessa necessità di modificazioni strutturali dell’apparato produttivo con l’adozione di strategie multimediali – le quali assumono carattere di urgenza sia in termini di accresciuta capacità competitiva con i new media sia in relazione ai costi dei fattori di produzione – sono state ostacolate dall’esistenza di condizioni finanziarie non adeguate a sostenere i costi connessi con tali trasformazioni, nonché dalla scarsa flessibilità nell’utilizzazione del lavoro e, in particolare, di quello giornalistico. A questi aspetti, inerenti alla struttura produttiva del comparto, si sono aggiunti, come fattori ulteriori di crisi, fenomeni di diversa natura quali l’assetto distributivo dei mezzi stampati che non offre un’adeguata articolazione di sbocchi commerciali e, in particolare, la possibilità di sviluppare efficaci sistemi di consegna a domicilio. Recentemente, in Francia, il piano triennale di aiuti alla stampa varato dal Presidente Sarkozy ha messo al centro delle strategie di intervento proprio il settore distributivo. Non soltanto è stato rinviato di un anno l’aumento, varato lo scorso anno, delle tariffe postali per le spedizioni di giornali con un onere a carico dello Stato di 24 milioni di euro. Sono stati anche stanziati 70 milioni di euro da destinare al sostegno della distribuzione a domicilio. In pari tempo; le rivendite di giornali si gioveranno di agevolazioni contributive pari a 60 milioni di euro. In Italia è stato fatto esattamente il contrario. Dopo i tagli già intervenuti nel 2008, sono stati ulteriormente ridotti gli stanziamenti a sostegno del settore per circa 150 milioni di euro. Il taglio è stato lineare, vale a dire ha colpito tutte le voci che compongono il ventaglio delle misure di sostegno e, quindi, colpiranno in proporzione ogni forma di intervento incluse le agevolazioni tariffarie per le spedizioni di prodotti stampati. Le cause delle difficoltà che attraversano il settore non sono pertanto soltanto congiunturali, ma sono riconducibili anche a fattori di chiara qualificazione strutturale. Ha influito la pesante situazione costi/ricavi delle imprese, complicata da difficoltà nel trasferire in avanti gli aumenti intervenuti nei costi ed aggravate dalla sfavorevole Dott. Francesco Di Maso - Commercialista Revisore contabile - studio via Solito n. 83, via Crispi, 99 - 74100 Taranto Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento può essere riprodotta o diffusa senza il consenso scritto dell'Amministrazione comunale e del Dott. F.sco Di Maso. 9 evoluzione della domanda sia di copie che di spazi pubblicitari. Ma ha influito una rete distributiva che produce rese in eccesso; un assetto del mercato pubblicitario fortemente sbilanciato in favore delle televisioni; una insufficiente protezione sul piano del diritto d’autore dei contenuti redazionali dei giornali, saccheggiati da rassegne stampa e motori di ricerca; l’inadeguatezza delle esternalità ovvero delle infrastrutture esterne al sistema di imprese quali trasporti, servizi della pubblica amministrazione, che producono pesanti diseconomie; le persistenti rigidità nel settore delle relazioni industriali che non consentono di raggiungere i necessari livelli di flessibilità e di produttività del lavoro. Dai bilanci aggregati delle 57 imprese editrici oggetto di analisi emergono indicazioni significative sulla vastità e la gravità della crisi che ha colpito nell’ultimo biennio l’industria dei quotidiani La preoccupante caduta delle vendite e, soprattutto, della pubblicità, ha prodotto crescenti squilibri gestionali che si sono risolti non solo in contrazioni considerevoli del mol nel 2007 (-7,7%) e ancor più nel 2008 (-61,3%), ma anche in un sostanziale ridimensionamento degli utili aggregati passati da 349,9 milioni di euro del 2006 a 233,5 nel 2007. Vale a dire il 33,6% in meno in termini relativi e più di 116 milioni di euro in meno in valori assoluti. Nel 2008, tenendo conto del calo dei ricavi da vendita e da pubblicità (-5%) e della relativa stabilità dei costi operativi (-0,5%), si può stimare una contrazione degli utili dell’ordine del 30% ed un contemporaneo raddoppio delle perdite, in quanto la crisi di mercato dovrebbe colpire in misura più accentuata le imprese già in sofferenza. L’utile aggregato dovrebbe pertanto attestarsi intorno a 95-100 milioni di euro, ammontare che rappresenta meno della metà del risultato netto dopo le imposte del 2007 (232,4 milioni di euro). L’abbassamento della redditività aziendale, vale a dire del tasso di profitto generato dalle vendite, è un elemento di criticità che nell’ultimo triennio ha assunto un andamento sostenuto, che si è aggravato nel 2007 e nel 2008, anche perché la contrazione dei ricavi da vendite e da pubblicità è stata accompagnata dal ridimensionamento del fenomeno dei prodotti collaterali venduti in abbinamento ai quotidiani che, nel biennio 2007 e 2008, hanno subito flessioni in termini di ricavi del 23,3% e del 42,9%. Particolarmente accentuata è stata poi nel 2008 la flessione delle vendite di libri abbinati ai quotidiani (-59,4%). I collaterali, che a partire dal 2000 avevano assunto un ruolo strategico nel sostenere volumi di vendita e di fatturato arrivando a rappresentare circa il 14% sul fatturato editoriale, hanno subito una Dott. Francesco Di Maso - Commercialista Revisore contabile - studio via Solito n. 83, via Crispi, 99 - 74100 Taranto Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento può essere riprodotta o diffusa senza il consenso scritto dell'Amministrazione comunale e del Dott. F.sco Di Maso. 10 graduale erosione della loro incidenza scendendo al 9,9% nel 2007 ed al 6% nel 2008. Quest’ultimo dato è stato ricavato da stime comunicate dalle aziende editrici a metà del 2008. Pertanto, se si considera che nel prosieguo dell’anno l’evoluzione del mercato è andata costantemente peggiorando, è assai probabile che si tratti di un dato stimato in eccesso. In un contesto di crisi generalizzata, la particolare fragilità del settore delle imprese editoriali emerge dal confronto con altre realtà societarie come quelle oggetto di rilevazione da parte di Mediobanca nell’indagine annuale sui dati cumulativi di 2020 società italiane. Il rapporto tra mol e fatturato, che indica il grado di efficienza e di economicità della gestione operativa delle imprese, già piuttosto basso in partenza, si è andato costantemente contraendo nel triennio 2006-2008, passando dal 7,9% al 3%. Relativamente al 2007, l’insieme delle società rilevate da Mediobanca facevano registrare un rapporto Mol/fatturato del 12%, con punte del 23,4% nelle società terziarie. Il margine di contribuzione risultante dalla differenza tra i ricavi e il costo del venduto dei quotidiani ha assunto valori estremamente ridotti nel 2008 e rivela un processo produttivo caratterizzato dalla minore economicità della gestione caratteristica delle imprese, in quanto i ricavi residuali, dopo la copertura dei costi diretti, necessari per far fronte agli altri costi della gestione, come ammortamenti, accantonamenti e oneri finanziari si appalesano sempre meno congrui. La tendenza al peggioramento dei margini di redditività imporrà in prospettive politiche aziendali di più attenta gestione sul fronte dei costi. L’analisi dei costi indica come nel biennio 2007-2008, l’unica voce che abbia fatto registrare incrementi, sia pur minimi, sia quella del lavoro (+0,6 nel 2007 e +0,7% nel 2008), nonostante come si vedrà più avanti il numero degli addetti complessivi sia diminuito (-2,7% nel 2007). Cedente invece il costo delle materie prime al cui interno la componente largamente prevalente è rappresentata dalla carta. La flessione è stata del 2,9% nel 2007 e del 3% nel 2008. Quest’ultimo dato, peraltro, è stimato verosimilmente per difetto in quanto nei primi dieci mesi del 2008, la flessione dei consumi di carta si è aggirata intorno al 4%. Nel più generale processo di razionalizzazione dei costi, limature, anche se circoscritte, hanno poi subito i costi per servizi (-0,9% nel 2007 e -0,7% nel 2008) per il freno che in alcune imprese di maggiori dimensioni ha subito il processo di esternalizzazione. Dott. Francesco Di Maso - Commercialista Revisore contabile - studio via Solito n. 83, via Crispi, 99 - 74100 Taranto Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento può essere riprodotta o diffusa senza il consenso scritto dell'Amministrazione comunale e del Dott. F.sco Di Maso. 11 Per quanto più in particolare riguarda il costo del lavoro, la sua dinamica risulta molto più accentuata se l’analisi viene condotta rapportandolo al numero degli addetti ed alle quantità di prodotto di 48 imprese editrici di 62 testate quotidiane. Nel 2007, il costo del lavoro per addetto è aumentato del 3,9%, praticamente in linea con la variazione del 2006 (+4%). Negli stessi anni, il costo del lavoro complessivo era aumentato dello 0,8% (2006) e dell’1,1% (2007), nonostante la diminuzione del numero degli addetti del 3,1% (2006) e del 2,7% (2007). In un mercato che già nel 2007 manifestava difficoltà, le aziende editrici hanno ricercato la redditività mediante il contenimento delle voci di spesa per creare i margini operativi necessari per investimenti e sviluppo. E’ una strategia che ha incontrato difficoltà crescenti a causa di un’evoluzione dei ricavi editoriali per unità di prodotto che, dopo il positivo risultato del 2006 (+2,8%), ha invertito la tendenza nel 2007 (-1,7%). I costi operativi per unità di prodotto invece, in crescita più sostenuta nel 2006 (+3%), sono diminuiti nel 2007 (- 1,1%), ma in misura inferiore rispetto ai ricavi. Nel triennio 2005-2007, il differenziale tra ricavi editoriali e costi operativi a copia si è andato così contraendo (da 0,26 a 0,11 centesimi). Il processo, come già sottolineato, è preoccupante perché in assenza di un incisivo cambiamento di tendenza viene ad essere fortemente incrinata la possibilità delle imprese di produrre reddito. I periodici La crisi ha colpito con intensità anche la stampa periodica. I risultati del biennio 2007-2008 sono preoccupanti e le prospettive per il 2009 tutt’altro che incoraggianti. Le stime relative al 2008 indicano infatti una flessione dei ricavi editoriali che hanno interessato in misura pressoché coincidente gli introiti pubblicitari (-5%) e quelli derivanti dalle vendite delle copie (-4,4%). L’offerta complessiva pur mantenendosi su livelli qualitativi elevati e su volumi considerevoli, ha dovuto subire nell’ultimo biennio gli effetti deprimenti del forte rallentamento e poi della contrazione dei consumi interni. Se si prendono in esame i più recenti dati pubblicati da Ads emergono flessioni diffusionali piuttosto ampie sia per i settimanali che per i mensili. I primi, nel 2008 rispetto all’anno precedente, hanno accusato una flessione del 5,8%; i secondi hanno sofferto un calo più accentuato, regredendo del 7,7%. Dott. Francesco Di Maso - Commercialista Revisore contabile - studio via Solito n. 83, via Crispi, 99 - 74100 Taranto Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento può essere riprodotta o diffusa senza il consenso scritto dell'Amministrazione comunale e del Dott. F.sco Di Maso. 12 Anche nel 2007 gli andamenti non erano stati favorevoli. I dati Tradelab, rilevati presso le edicole e, quindi, non comprensivi degli abbonamenti indicano una flessione delle vendite annue per i settimanali del 3,6% e per i mensili del 6,6%. In altri termini questi ultimi, che in passato avevano dimostrato una considerevole capacità di tenuta sul mercato in ragione dei prevalenti contenuti specialistici indirizzati a fasce di pubblico ben definite, sembrano essere diventati nell’ultimo biennio l’anello debole dell’offerta complessiva di prodotti editoriali. Nel contesto di un pronunciato calo diffusionale, vi sono stati segmenti del comparto dei periodici mirati su target specifici che nel 2007 sono riusciti a crescere. Tra i settimanali, si segnalano il gruppo di testate dedicate ai motori (+5,2%), alla salute (+15,7%) mentre i livelli diffusionali hanno regredito in misura preoccupante tra le testate di attualità (-13,2%) e tra quelle femminili (5,1%) che rappresentano percentuali molto consistenti della diffusione complessiva dei settimanali (22,5% e 23,2%, rispettivamente). Anche tra i mensili le testate motoristiche hanno fatto registrare esiti relativamente migliori in un quadro complessivo dove sono largamente prevalenti i segni negativi. Risultati positivi anche per le testate dirette al pubblico maschile (+6,6%), ai bambini (+1,2%), alla moda (+2,3%), all’economia (+5,3%), al giardinaggio (+6,4%),all’attualità/gossip (+121%) e a un nucleo genericamente definito dal Censis “specializzati” (+42,8%). Si tratta peraltro di gruppi di testate di limitata incidenza nella diffusione complessiva dei mensili, sui quali pesano negativamente i risultati diffusionali di testate di peso rilevante come le femminili (-18,5%), l’arredamento/architettura (-6,1%), scienza e ambiente (- 17,3%), turismo (-11,6%). La tendenza al ripiegamento diffusionale dei periodici è proseguita, come già detto, nel 2008. Non sono soltanto diminuite le vendite in edicola, ma anche gli abbonamenti e in misura più accentuata per i settimanali (-6,9%) rispetto ai mensili (-6,6%). Per i primi, l’incidenza sul totale diffuso è passata dal 32,7 al 32,3%; per i secondi, dal 39,2 al 39,7%, in quanto, pur in calo consistente, gli abbonamenti sono diminuiti in misura leggermente inferiore alle vendite in edicola (-7,4%). Come per i quotidiani, tra i principali problemi che si pongono all’editoria periodica sono quelli derivanti dalle vischiosità di un circuito distributivo che genera un livello molto elevato di rese, da ricollegare anche alle difficoltà di ricorrere al canale Dott. Francesco Di Maso - Commercialista Revisore contabile - studio via Solito n. 83, via Crispi, 99 - 74100 Taranto Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento può essere riprodotta o diffusa senza il consenso scritto dell'Amministrazione comunale e del Dott. F.sco Di Maso. 13 abbonamento che in molti paesi rappresenta il veicolo di commercializzazione prevalente. Le rese hanno rappresentato il 31,8% delle copie distribuite tra i settimanali. Vi è stato un leggero miglioramento sull’anno precedente allorché il rapporto era del 33,3%. Tra i mensili, invece, la situazione è peggiorata nel senso che il rapporto rese/copie distribuite è salito dal 54,3 al 55,7%. Per i periodici nel complesso il rapporto tra rese e distribuito è passato dal 2006 al 2007 dal 43 al 43,2%. Si tratta di dati che indicano la inadeguatezza del sistema distributivo. Su base annua su 702 milioni di copie di settimanali distribuite sono più 223 milioni quelle invendute che tornano agli editori; su 429 milioni di copie di mensili distribuite, sono 239 milioni quelle rese, vale a dire il 25,7% di più del venduto complessivo. Una struttura distributiva che produce simili risultati imporrebbe interventi e soluzioni innovative per renderlo più efficace e rispondente alle esigenze della domanda e dell’offerta. Fino al 2007 l’andamento declinante dei ricavi da vendite delle copie, era stato compensato dalla positiva evoluzione dei ricavi pubblicitari. Questi ultimi, nel 2006, erano aumentati del 5% per poi decelerare a +2,5% nel 2007. Nel 2008, entrambe le componenti del fatturato editoriale si sono mosse con lo stesso segno purtroppo negativo. La pubblicità, oltretutto, ha accusato una flessione più ampia (-5,6%) dei ricavi da vendita (- 4,4%), con il conseguente ulteriore indebolimento della sua incidenza sui ricavi editoriali tipici (dal 26,4 al 26,3%). Si tratta del rapporto più basso tra quelli che si registrano nei paesi europei e nell’area industrializzata. E’ un vero e proprio limite strutturale per le imprese e che rischia di aggravare i suoi effetti nel corso del 2009, anno in cui è prevista un’ulteriore contrazione della spesa pubblicitaria creando scompensi preoccupanti. La perdita contemporanea di copie e di pubblicità nel 2008 – una tendenza che ben difficilmente invertirà direzione nel 2009 – rischia dunque di accentuare la fase di crisi dell’editoria periodica. Diffusione e lettura Sul terreno della diffusione, il 2008 è stato un anno molto difficile per la stampa quotidiana e periodica. Il fenomeno non riguarda soltanto l’Italia, ma si iscrive in una tendenza in atto a livello internazionale, dove le testate a pagamento devono sostenere Dott. Francesco Di Maso - Commercialista Revisore contabile - studio via Solito n. 83, via Crispi, 99 - 74100 Taranto Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento può essere riprodotta o diffusa senza il consenso scritto dell'Amministrazione comunale e del Dott. F.sco Di Maso. 14 le conseguenze della crisi generale del sistema economico mondiale e, in pari tempo, fronteggiare le spinte competitive che provengono da media tradizionali, come radio e televisione, e da media innovativi come internet, serbatoio inesauribile di informazioni e di intrattenimento. Gran parte del pubblico si sta muovendo verso modelli convergenti di consumo dei media. La moltiplicazione delle fonti di informazione e l’adozione di modelli di business multimediali rendono l’insieme delle attività che formano la catena del valore dell’editoria non più confrontabili con quelle tipiche di un passato non remoto. L’informazione dei giornali era infatti unidirezionale, vale a dire non permetteva l’interagibilità con il consumatore finale situato a valle del ciclo economico-produttivo. Oggi, tutte le testate giornalistiche, quotidiane e periodiche, hanno siti web con edizioni online che affiancano quelle stampate. Le nuove piattaforme di distribuzione offrono agli editori la possibilità di interagire con gli utenti finali e di monitorare quali sono i contenuti preferiti e la frequenza con la quale vengono visitate le pagine online. Il comportamento degli utenti online offre informazioni utili per capirne gli orientamenti e impostare linee redazionali in sintonia con le preferenze dell’audience. Le rilevazioni di Audiweb sul consumo digitale degli italiani indicano che il 58,5% della popolazione italiana tra gli 11 e i 74 anni (27,8 milioni di persone) ha un accesso a internet da qualsiasi luogo (casa, ufficio, studio e altro). Le famiglie italiane con un accesso a internet da casa sono 9,3 milioni (45,7% delle famiglie italiane) e sono 11,4 milioni le famiglie che possiedono almeno un computer, vale a dire oltre la metà delle famiglie italiane. Si tratta di un grande potenziale per l’audience di internet. La crescita del “business digitale” ha riguardato in misura rilevante anche la stampa. Lo testimonia l’elevato numero di lettori online ospitati dai siti gestiti da gruppi editoriali. Tra i siti di notizie e di informazioni, quelli gestiti dagli editori di quotidiani sono in testa alla classifica dei più visitati. Nel complesso secondo i dati Audiweb di novembre 2008, i siti oggetto di rilevazione gestiti dai quotidiani hanno totalizzato, in un giorno medio, 3,6 milioni di contatti e quasi 36 milioni di pagine viste. Si tratta di risultati estremamente significativi che indicano come l’area dell’editoria online rappresenti la naturale evoluzione per l’editoria tradizionale. Il cambiamento nei modelli di business e di consumo dell’informazione messo in moto dal web sta spingendo dunque i giornali verso strategie operative più articolate nel senso che i contenuti redazionali prodotti Dott. Francesco Di Maso - Commercialista Revisore contabile - studio via Solito n. 83, via Crispi, 99 - 74100 Taranto Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento può essere riprodotta o diffusa senza il consenso scritto dell'Amministrazione comunale e del Dott. F.sco Di Maso. 15 vengono veicolati attraverso piattaforme il cui denominatore comune è il trattamento digitale, ma con modalità di fruizione diverse. La carta stampata, però, rimane il nocciolo duro delle attività di edizione e, tutto sommato, lo resterà finché il fatturato dell’online, pur promettente, non sarà tale da giustificare strategie aziendali diverse. La frammentazione della fruizione mediale e la sovrapposizione delle piattaforme rendono i tradizionali metodi di analisi degli andamenti della diffusione e della lettura, centrati appunto sulle copie stampate, inadeguati a rappresentare l’effettiva qualità e quantità dei contatti con i giornali. Le rilevazioni Audiweb che attestano l’assoluto rilievo della quantità di utenti che si rivolgono alle informazioni online offerte dai giornali, aiutano a capire le dimensioni del fenomeno. Indicazioni nello stesso senso si ricavano dalla cosiddetta “piramide mediale” sull’utenza abituale dei vari mezzi, dove ai quotidiani a pagamento e a quelli “free” si affiancano i quotidiani online, facendo crescere notevolmente il bacino di utenza dei quotidiani. Tra l’altro, va osservato come nel raffronto con paesi come Spagna (12,6%), Francia (9,8%), Germania (9,4%) e Gran Bretagna (6,7%), in Italia si registra la percentuale più elevata di contatti con i quotidiani online (14,1%). Sul piano della diffusione, sia i quotidiani che i periodici hanno sofferto nel 2007 e nel 2008 contrazioni delle vendite di prodotti stampati. Per i quotidiani, nel biennio considerato, le flessioni sono state del 2% in ragione d’anno. Analogo andamento per i periodici, con flessioni che si sono andate accentuando nel 2008. Infatti, mentre nel 2007, rispetto all’anno precedente il calo diffusionale era stato del 4,2% per i settimanali e del 3,9% per i mensili, nel 2008 i primi hanno accusato una flessione del 5,8% e i secondi del 7,7%. Per quanto riguarda l’articolazione delle vendite dei quotidiani per classi di tiratura, si osserva come nel 2007 rispetto all’anno precedente si siano verificati cali generalizzati. L’incremento nella fascia tra 20 e 50 mila copie (+17,1%) è dovuto principalmente al maggior numero di testate censite nel 2007, così come le flessioni più accentuate, nelle fasce fino a 20 copie (-12,6%) e tra 50 e 100 mila copie (-7,8%), sono in parte imputabili al venir meno nel 2007 di due testate nella prima fascia e di una nella seconda. Nelle classi a maggior tiratura, il calo più ampio si è verificato nella classe Dott. Francesco Di Maso - Commercialista Revisore contabile - studio via Solito n. 83, via Crispi, 99 - 74100 Taranto Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento può essere riprodotta o diffusa senza il consenso scritto dell'Amministrazione comunale e del Dott. F.sco Di Maso. 16 oltre 200 mila copie (-2,1%), nel quale si concentra il nocciolo duro del venduto (3,2 milioni di copie). Anche l’analisi delle vendite per categorie di quotidiani mette in luce lo sfavorevole andamento del mercato. Politici (-12,0%), regionali (-3,1%), pluriregionali (-2,9%) e nazionali (-2,0%) sono state le categorie con le flessioni più ampie nel 2007. Gli sportivi (-1,6%) e i provinciali (-0,8%), pur perdendo copie, hanno mostrato maggiore capacità di tenuta. Unica categoria che ha fatto eccezione è stata quella degli economici (+0,7%). Tuttavia nel 2008 anche questi ultimi (-3,6%) hanno subito i pesanti effetti della fase recessiva montante. Si è già detto come la tendenza declinate della diffusione sia un fenomeno esteso in tutto il mondo. Tra i venti principali paesi analizzati dalla World Association of Newspapers nell’ultima rilevazione del World Press Trend, sono stati soltanto quattro quelli che nel 2007, rispetto all’anno precedente, hanno fatto registrare una crescita diffusionale. In Spagna (+0,3%) e Portogallo (+1,5%) gli incrementi sono stati minimi mentre le prime stime relative al 2008 indicano un calo generalizzato che non risparmia la stampa quotidiana a pagamento di nessun paese. Gli andamenti diffusionali cambiano di segno se nella diffusione complessiva si includono le testate gratuite. La free press ha rappresentato un fattore di stabilità del mercato attirando verso la carta stampata parti consistenti di popolazione non abituata alla lettura. Nonostante la positiva evoluzione dei gratuiti, la comparazione del rapporto tra diffusione e popolazione adulta tra Italia e gli altri paesi esprime un differenziale di ampie proporzioni. Se si prendono in considerazione soltanto i quotidiani a pagamento, il rapporto è di 112,4 copie ogni mille abitanti adulti, relegando il nostro Paese nelle retrovie e rendendo improponibile un qualsiasi confronto con paesi più evoluti: 624 copie ogni mille abitanti adulti in Giappone; 580,3 in Norvegia, 491 in Finlandia; 449 in Svezia; 308 copie nel Regno Unito; 290 in Germania. Anche la Spagna, in passato distante, ha pressoché colmato il gap nei confronti dell’Italia. Il rapporto migliora se nel calcolo viene considerata la free press. Le copie diffuse ogni mille abitanti adulti salgono a 193,4 per l’Italia, consentendo di guadagnare qualche posizione in classifica, ma non di più. Dott. Francesco Di Maso - Commercialista Revisore contabile - studio via Solito n. 83, via Crispi, 99 - 74100 Taranto Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento può essere riprodotta o diffusa senza il consenso scritto dell'Amministrazione comunale e del Dott. F.sco Di Maso. 17 Ad un andamento decrescente dei livelli di venduto ha fatto da contrappeso, almeno per i quotidiani, un’evoluzione positiva della lettura. Le difficoltà economiche hanno determinato una diminuzione degli acquisti, da parte del pubblico, ma non della voglia di leggere i quotidiani. I lettori sono infatti aumentati – è in misura considerevole – anche nel 2008 (+2,1% che diventa + 3,5% se si considerano periodi omogenei di rilevazione). La scarsa funzionalità del circuito distributivo, che rappresenta uno snodo fondamentale nella filiera dell’informazione scritta, è una delle cause – e non la meno importante – del diverso andamento di vendite e letture. Il canale di vendita principale rimane quello delle edicole per le quali si avverte il bisogno di strutture di nuova concezione con un più esteso ricorso a metodi informatici di gestione. La conoscenza in tempo reale dell’entità del venduto consentirebbe soprattutto di contenere il fenomeno delle rese che ha assunto dimensioni eccessive. Vi è poi da sottolineare come una struttura imperniata sulle edicole abbia come contropartita un livello di abbonamenti tra i meno sviluppati del mondo. Il confronto internazionale è impietoso. In Italia gli abbonamenti si aggirano da anni - e senza significativi spostamenti - intorno al 9% delle copie di quotidiani vendute. Nei paesi con i più elevati livelli diffusionali, l’incidenza degli abbonamenti è ampiamente al di sopra del 50% con punte intorno all’80% nell’area del Nord Europa. Non si può non constatare come vi sia un ricorrente parallelismo tra livelli di diffusione e di abbonamenti; nel senso che laddove (Grecia, Italia e Portogallo), i primi sono particolarmente depressi, i secondi lo sono ancor di più. In altri termini, una struttura distributiva che relega gli abbonamenti in posizione marginale costituisce uno dei fattori di maggiore ostacolo allo sviluppo del mercato. Un ulteriore elemento che può spiegare la bassa propensione all’acquisto dei giornali va individuato nel dualismo che non è solo economico, ma anche culturale e sociale, del paese. L’analisi territoriale delle vendite e della lettura di giornali fornisce una chiara indicazione in questo senso. Il dualismo nei consumi di informazione scritta appare il riflesso speculare del diverso grado di sviluppo economico delle varie regioni italiane. Laddove la diffusione dei mezzi stampati è più estesa si registrano i più elevati livelli di sviluppo, avvalorando l’ipotesi di quanti ritengono esista un collegamento diretto tra capacità di lettura e sviluppo. Si afferma che, al contrario dei giornali, la televisione abbia una presenza e livelli di utenza omogenei sul territorio raggiungendo tutta la Dott. Francesco Di Maso - Commercialista Revisore contabile - studio via Solito n. 83, via Crispi, 99 - 74100 Taranto Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento può essere riprodotta o diffusa senza il consenso scritto dell'Amministrazione comunale e del Dott. F.sco Di Maso. 18 popolazione e che essa abbia svolto un ruolo unificante sul terreno del linguaggio e dei modelli di comportamento socio-culturali. Ma il punto centrale è che la televisione non è stata in grado di svolgere analoga funzione sul terreno dello sviluppo. Ha, per così dire, prodotto un’omologazione verso il basso, senza mettere in moto processi virtuosi comportamentali e conoscitivi. In paesi come Gran Bretagna e Germania dove la televisione ha un’utenza abituale superiore (92,9% Gran Bretagna) o prossima (86,2% Germania) a quella italiana (91,4%), altri mezzi come libri e quotidiani hanno mantenuto un’utenza elevata. Il pubblico è stato capace di integrare la televisione generalista con altri mezzi in grado di soddisfare bisogni informativi e culturali più specifici. Gli squilibri territoriali esistenti in Italia sono particolarmente marcati. Nel 2007, a fronte di una media nazionale di 91 copie vendute ogni mille abitanti la media delle regioni meridionali è di 58 copie, vale a dire quasi la metà del dato del nord (109 copie) e di quello del centro (105 copie). La stessa realtà può essere rappresentata invertendo i termini del rapporto. A nord e al centro, nel 2007, è stata venduta una copia di quotidiano ogni 9 abitanti, al sud ne è stata venduta una copia ogni 17 abitanti. La media nazionale è stata di una copia ogni 11 abitanti. L’analisi territoriale mette in evidenza come anche su questo terreno si riproducano squilibri territoriali molto accentuati. Nonostante, nel 2008, le regioni meridionali abbiano realizzato incrementi di lettori più sostenuti della media nazionale (+2,5%) e rispetto a quelli centrali (+1,6%), il divario appare ben lungi dall’essere colmato. Basti pensare che a percentuali di penetrazione del 50% al nord e del 51% al centro (dato quest’ultimo in netto miglioramento) ha corrisposto una percentuale del 34,1% al sud. L’analisi della lettura dei quotidiani per fasce di età mette in evidenza come nel 2008, nel contesto di un’espansione generalizzata, l’incremento più significativo si sia verificato nella fascia tra 35 e 44 anni (+6,1%) che nel tempo si è andata consolidando, qualificandosi come un segmento di mercato di grande affidamento per l’offerta. In termini di penetrazione, comunque, le percentuali più elevate (50,1%) si registrano nelle fasce tra 45 e 54 anni e tra 18 e 24 anni (50,2%). Peraltro in quest’ultima fascia si è anche verificata una flessione pronunciata di lettori (-3,5%). Analoga flessione (-3,6%) nella fascia tra 25 e 34 anni. Sorprendente, invece, l’aumento dei lettori tra 14 e 17 anni (+11,6%), con conseguente aumento dell’indice di penetrazione (dal 37,4 al 39,5%). Si tratta di dati che in qualche misura Dott. Francesco Di Maso - Commercialista Revisore contabile - studio via Solito n. 83, via Crispi, 99 - 74100 Taranto Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento può essere riprodotta o diffusa senza il consenso scritto dell'Amministrazione comunale e del Dott. F.sco Di Maso. 19 contraddicono quanto comunemente viene affermato sulla disaffezione dei giovani nei riguardi dell’informazione scritta. Diversa l’evoluzione della lettura per i periodici. I dati Audipress indicano nel 2008 una flessione dei livelli di lettura per i periodici nel complesso dello 0,4%. Il calo si è però fatto sentire soprattutto nei settimanali (-1,6%), mentre nei mensili si è registrato un aumento, sia pur minimo (+0,1%). Più in generale, nonostante le difficoltà dell’ultimo periodo, va sottolineato come l’indice di penetrazione dei periodici nel complesso sia rimasto molto elevato (62,9%), a testimonianza della forza di prodotti editoriali che continuano a rappresentare una componente rilevante del sistema dei media per la capacità di raggiungere fasce di pubblico molto estese. L’analisi per aree territoriali riproduce nel mondo della stampa periodica lo stesso fenomeno di dualismo già osservato per i quotidiani. Nel 2008 gli indici di penetrazione sono stati più elevati e in crescita al nord (dal 70,2% al 70,7%) e al centro (dal 66,3 al 67,7%), mentre sono bassi e in diminuzione al sud (dal 52,8 al 50,9%). La pubblicità Nel 2007 e nel 2008 la stampa ha sofferto di un inadeguato afflusso di ricavi pubblicitari e nel 2009, la situazione non dovrebbe migliorare, considerato che gli analisti prevedono un mercato pubblicitario ancora in flessione. Nel 2000 i ricavi pubblicitari rappresentavano il 58% del fatturato editoriale dei quotidiani. Nel 2007 l’incidenza si è ridotta al 49,4%. Nel 2008 il peso relativo della pubblicità si è ulteriormente contratto, considerando che la flessione della pubblicità è stata più pronunciata di quella dei ricavi da vendita. Una risorsa essenziale per la vita dei giornali sta subendo un graduale ridimensionamento e, al di là degli effetti del momento recessivo che attraversa l’economia mondiale e del calo generalizzato degli investimenti pubblicitari, impone un’attenta riflessione sulla struttura di un mercato sempre più squilibrato dove la televisione appare come il mezzo sempre più dominante. Dopo l’incremento del 2007 (+3,1), il mercato pubblicitario italiano ha accusato nel 2008 una flessione del 2,8%. Il calo ha assunto dimensioni sempre più ampie nella seconda metà dell’anno per culminare nel dato di dicembre 2008 che, rispetto al corrispondente mese del 2007, ha fatto registrare una variazione negativa del 10%. Tutti i mezzi hanno sofferto questo andamento declinante e, in particolare, la stampa. Per i quotidiani il calo, secondo l’Osservatorio FCP-Fieg, è stato del 6,2%; per i Dott. Francesco Di Maso - Commercialista Revisore contabile - studio via Solito n. 83, via Crispi, 99 - 74100 Taranto Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento può essere riprodotta o diffusa senza il consenso scritto dell'Amministrazione comunale e del Dott. F.sco Di Maso. 20 periodici del 5,9% (-7,3% secondo Nielsen). La quota di mercato dei mezzi stampati è così scesa del 35,2% del 2007 al 33,6% del 2008. Tutte le tipologie di pubblicità dei quotidiani hanno accusato battute d’arresto, inclusa la pubblicità commerciale locale (-0,8%) che era l’unico segmento di mercato a mostrare una capacità di tenuta. Ma è preoccupante, soprattutto, il calo della commerciale nazionale (-9,5%) che rappresenta il bacino dal quale i quotidiani hanno attinto le maggiori risorse. A causa della negativa evoluzione congiunturale, a ridimensionare maggiormente i budget pubblicitari nel 2008 sono stati settori come l’automobilistico e come quello dei media, tradizionali investitori in commerciale nazionale. Altro aspetto non positivo è da mettere in relazione all’evoluzione degli spazi pubblicitari ceduti. Nel 2008, sono aumentati del 2,6% a fronte di una flessione del fatturato del 6,2%. Evidentemente, per attrarre utenti e frenare il calo dei ricavi, la politica commerciale seguita dai quotidiani è stata quella di praticare sconti massicci, a scapito della tenuta tariffaria. Nell’area dei periodici, il segmento più negativo è stato quello dei settimanali (-7,2%). Minore la flessione dei mensili (-3,1%) che, tradizionalmente, dimostrano maggiore resistenza nelle situazioni congiunturali difficili. Nel caso dei periodici, il calo del fatturato è stato accompagnato da una diminuzione egli spazi ceduti (- 3,4%). Il fatto che quest’ultima sia stata più contenuta indica che anche gli editori dei periodici hanno praticato politiche tariffarie orientate al ribasso. Conclusioni L’andamento economico dell’editoria giornalistica nel biennio 2007-2008 offre indicazioni non positive e pone interrogativi sullo stato del settore e sulle sue prospettive. Stando ai fatti riflessi dalle cifre, le risposte agli interrogativi non inducono all’ottimismo e avvalorano la persistenza di una crisi che, nell’anno in corso e in quello venturo, sembra destinata ad aggravarsi. Sul piano diffusionale, il mercato è in fase di ripiegamento in pressoché tutte le sue componenti (quotidiani e periodici); sul piano pubblicitario, è in atto una forte diminuzione degli investimenti che interessa tutti i mezzi e, con particolare intensità, quelli stampati. Inoltre, gli effetti di diseconomie interne ed esterne, che in passato le imprese editrici erano riuscite a riassorbire con aumenti di produttività ottenuti con politiche di espansione dell’offerta e con processi di ristrutturazione e di riorganizzazione del ciclo produttivo, si riaffacciano in misura Dott. Francesco Di Maso - Commercialista Revisore contabile - studio via Solito n. 83, via Crispi, 99 - 74100 Taranto Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento può essere riprodotta o diffusa senza il consenso scritto dell'Amministrazione comunale e del Dott. F.sco Di Maso. 21 preoccupante. In presenza di volumi di vendita che si contraggono, gli effetti di una più attenta gestione sul fronte dei costi tendono ad esaurirsi frenando iniziative produttive e commerciali essenziali per stimolare la domanda. La debole impostazione dell’attività produttiva e l’evoluzione dei costi che continuano comunque a lievitare hanno determinato il deterioramento dei conti aziendali che, nel 2009, difficilmente chiuderanno in pareggio, lasciando configurare quegli inquietanti scenari di perdite aggregate che sembravano relegati a periodi antecedenti il nuovo millennio. Una simile eventualità finirebbe per incidere sulle strutture patrimoniali delle imprese editrici rendendole ancor più fragili ed esposte ad un andamento ciclico che, per il prossimo biennio, si prospetta difficile. I consumi si manterranno in fase calante anche nel 2009 e questa circostanza non è il miglior viatico per una ripresa a breve dei mezzi stampati che, come osservato più volte, soffrono più di altri settori gli effetti di congiunture sfavorevoli. Il pericolo è dunque quello della progressiva marginalizzazione della stampa e della riduzione della sua capacità di assolvere a quella che storicamente è stata la sua principale funzione: garantire all’opinione pubblica un’informazione a più voci, libera da condizionamenti esterni. É un pericolo grave da scongiurare. Il problema è che ogni tentativo di dare un assetto più razionale al sistema dei media è stato fino ad oggi vano. I vari progetti di riforma che si sono succeduti negli ultimi anni sono restati nel limbo delle buone intenzioni e i mezzi stampati si muovono ancora nelle maglie, per molti versi strette, di norme che risalgono a circa trenta anni fa, vale a dire quando le tecnologie digitali non venivano evocate nemmeno nei film di fantascienza e internet muoveva i primi passi in ambiti tecnologico-militare e universitario. Ciò di cui si avverte la necessità è un’azione analoga a quella avviata in Francia dal presidente Sarkozy con gli “Stati generali della stampa” e con i successivi interventi decisi proprio sulla base delle indicazioni di politica industriale elaborati dal gruppo di esperti chiamati a fornire contributi di idee e di proposte concrete. Molteplici sono le aree di intervento possibili per rendere più solida e competitiva l’editoria giornalistica italiana. Dott. Francesco Di Maso - Commercialista Revisore contabile - studio via Solito n. 83, via Crispi, 99 - 74100 Taranto Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento può essere riprodotta o diffusa senza il consenso scritto dell'Amministrazione comunale e del Dott. F.sco Di Maso. 22 1 - Metodologia Generalità La metodologia seguita per la pianificazione della localizzazione delle rivendite ha tenuto conto dei risultati dell’analisi della situazione presente per i vari settori, utilizzando dati aggregati e disaggregati significativamente attendibili e riferibili agli anni 2007 – 2008 con proiezione 2009. Inoltre sono stati considerati i tre serbatoi di utenza a cui un’edicola può accedere: 1. il primo può definirsi il vicinato (cioè i residenti vicini); 2. il secondo è costituito dal flusso quotidiano (asse di traffico, vicinanza con direzionalità o uffici pubblici ecc...); 3. il terzo, che sta crescendo in questi ultimi anni, dovuto all’attrazione. In conseguenza cioè ad un certa specializzazione "settoriale" delle edicole si accresce la tipologia del cliente che va a cercarsi specificatamente una rivendita e non si accontenta di una qualunque. Sono stati inoltre considerati i seguenti elementi: Giro di affari minimo per l’area di Sava. Considerando 1,5 addetti anziché 1,7 medi, si ottiene un valore pari a circa 25.000 €uro, secondo la formula del ricavo minimo [ R = (A * C) * r / CU * (r - 1)]. Considerando invece le rivendite promiscue anche valori più bassi possono rappresentare una integrazione di reddito dell’altra attività. Non si dovrebbe comunque andare sotto i 14.000 €uro, anche per motivi di ordine pratico e organizzativo. La distribuzione dei punti vendita sul territorio: alcune considerazioni Pur con le cautele che sono necessarie in rapporto all'analisi, è indiscutibile che esiste uno squilibrio nella distribuzione delle rivendite in ambito comunale, a svantaggio delle zone decentrate rispetto a quelle del centro storico e di alcune aree urbane. Tale gap risulta ancor più accentuato se si considera che le zone considerate non sono molto dissimili in quanto ad estensione territoriale. La scarsa presenza di rivendite in tali aree del territorio, se si giustifica in rapporto ad un calcolo di mera convenienza economica, nel senso che la scarsa densità abitativa, stabilmente residenziale, non è forse compatibile con la stessa possibilità di Dott. Francesco Di Maso - Commercialista Revisore contabile - studio via Solito n. 83, via Crispi, 99 - 74100 Taranto Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento può essere riprodotta o diffusa senza il consenso scritto dell'Amministrazione comunale e del Dott. F.sco Di Maso. 23 sopravvivenza di attività di tal genere, soprattutto se esercitate in forma specializzata, è stata oggetto di attenta valutazione per il disservizio che essa comporta. Quello di una più diffusa presenza sul territorio di occasioni di incontro fra stampa e lettore rappresenta, con ogni probabilità, soprattutto per alcune zone del territorio comunale, l'obiettivo prioritario sul quale ha puntato il piano. A tale scopo, si è posta in essere una equilibrata programmazione dei punti vendita anche attraverso formule distributive innovative, da affiancarsi alle tradizionali "edicole", che sappiano coniugare l'esigenza di realizzare una distribuzione più capillare con la remunerabilità dell'iniziativa. Non si è trattato di andare al superamento dell'attuale formula distributiva che resta in ogni caso, anche per qualità del servizio offerto, insostituibile; si è trattato però, in un'ottica di miglioramento del servizio di diffusione della stampa, di consentire canali di vendita alternativi, ad esempio, rispetto alle fasce orarie di vendita, o tali da fornire il servizio, in modo remunerativo, laddove per scarsa densità abitativa o altre cause (difficoltà da parte del distributore) non si rende possibile operare attraverso i tradizionali canali distributivi. Per quanto riguarda la diffusione per singole categorie di quotidiani, gli incrementi più significativi li hanno fatto registrare le testate economiche, che, nell’anno 2008, hanno consolidato, anche per il territorio di Sava, un + 0,7%. Il rapporto con la popolazione è ancora elevato rispetto a quello che si registra nelle regioni settentrionali, anche se a Sava, contro le 59 copie ogni mille abitanti delle regioni meridionali, se ne registrano circa 61. Il gap resta comunque notevole, se si pensa che nelle regioni settentrionali vengono vendute oltre 109 copie ogni mille abitanti e oltre 105/1000 in quelle centrali. Tale gap potrà ulteriormente accentuarsi se non si frena la caduta di penetrazione sul territorio dovuta anche all’incontrollato sviluppo urbanistico, spesso cresciuto mortificando una coerente politica dei servizi. Aree urbanizzate sono nate e si stanno sviluppando come “aree dormitorio” con scarsa presenza di sistemi di sicurezza urbana che allontana la voglia di insediamenti produttivi di qualsiasi genere. Dott. Francesco Di Maso - Commercialista Revisore contabile - studio via Solito n. 83, via Crispi, 99 - 74100 Taranto Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento può essere riprodotta o diffusa senza il consenso scritto dell'Amministrazione comunale e del Dott. F.sco Di Maso. 24 Conclusioni Il modello impresale per la vendita della carta stampata ha subìto profonde trasformazioni in sintonia con i cambiamenti di scenario intervenuti nel mondo della comunicazione. I risparmi dei costi derivanti dall’azione di ristrutturazione e di riorganizzazione condotta negli ultimi anni all’interno del settore con una più efficiente allocazione delle risorse hanno determinato un riequilibrio dei conti economici delle aziende che, indubbiamente, va visto come un processo positivo per il futuro del settore. Tuttavia, non devono passare in secondo piano gli elementi problematici ancora presenti ed operanti, tra i quali va segnalato, in primo luogo, lo scarso dinamismo del mercato della lettura sul quale fanno sentire i loro effetti cause strutturali principalmente legate ad un sistema distributivo che, a fatica, tenta di avviarsi sulla strada di una più incisiva liberalizzazione. Se l’opportunità di contenere i costi attraverso aumenti di efficienza è stata colta, quella di incrementare i ricavi attraverso il rafforzamento della presenza sul mercato lo è stata soltanto parzialmente, grazie alla componente pubblicitaria la cui eccezionale espansione ha confermato, se mai ve ne fosse bisogno, la perdurante validità della stampa come mezzo di veicolazione di messaggi tra i mondi della produzione e del consumo, anche se tale componente, negli ultimi due anni, ha registrato una significativa flessione, in gran parte assorbita dalla multimedialità (internet, televisione, ecc.). La fase di sperimentazione di nuove forme di vendita dei giornali, avviata con la legge n. 108/1999, ha fornito indicazioni positive ed è essenziale procedere nel processo di ampliamento qualitativo e quantitativo della rete per creare occasioni di acquisto aggiuntive. La nuova definizione dei prodotti editoriali contenuta nella legge di riforma, che qualifica come tali i prodotti su supporto informatico, offre un segnale di cambiamento quasi a voler indicare il passaggio del settore, a pieno titolo, nell’era della multimedialità. L’eccezionale aumento della velocità, della qualità e delle tecniche di comunicazione e di elaborazione dell’informazione consentono anche agli edicolanti di offrire oggi una più ampia gamma di prodotti e di servizi ad una platea sempre più vasta di lettori e di utenti. Si va delineando un modello di impresa il cui "core business" non è più soltanto l’informazione scritta su carta, ma l’informazione "tout court". Dott. Francesco Di Maso - Commercialista Revisore contabile - studio via Solito n. 83, via Crispi, 99 - 74100 Taranto Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento può essere riprodotta o diffusa senza il consenso scritto dell'Amministrazione comunale e del Dott. F.sco Di Maso. 25 2 - Suddivisione in Zone Il territorio, ai fini del rilascio delle autorizzazioni, viene suddiviso in zone, così come dispone l'art. 2, comma 6 e l’art. 6, comma 1 lettera b, del nuovo sistema di diffusione della stampa di cui al decreto legislativo n. 170/2001. La ripartizione, che di seguito se ne riporta il dettaglio, riprende quella già prevista per i pubblici esercizi soffermandosi non solo sul numero e sulla dislocazione delle rivendite, ma anche sulle specifiche caratteristiche salienti della zona e sulla più recente densità abitativa sia in termini assoluti che per nuclei familiari. Per quanto sopra il territorio del Comune di Sava è stato suddiviso in tre zone nel rispetto dei criteri descritti nella parte metodologica. Geograficamente le prime due zone sono comprese nel territorio del capoluogo maggiormente urbanizzato, mentre la terza si sviluppa sulla restante parte del Comune. In tale terza zona ricadono anche quelle aree che soffrono per la rete distributiva dei comuni viciniori. In particolare: A – Capoluogo 1) Zona “Centro Storico” – CS; 2) Zona “Centro Urbano Commerciale” – CUC; 3) Zona “Periferia Agro e zona Industriale” – PAI. 1) - Centro Storico (CS) L'area compresa è così delimitata: Vico Mazzini, via Flavio Gioia da incrocio con vico Mazzini fino a via XI Febbraio (*), via XI Febbraio da incrocio con via Flavio Gioia a via Giotto, via Giotto, via Scevola fino a incrocio con via Cavour, via Fratelli Bandiera fino a incrocio con via Macalle, via Macalle fino a via Aleardi, via Aleardi fino a via Immacolata, via Farnese, via Del Prete, Piazza Risorgimento, via Roma fino a via San Francesco, via San Francesco fino a via Mazzini, via Mazzini da incrocio con via San Francesco fino a incrocio con vico Mazzini.. (*) – Il tratto rientra nell’area del Centro Urbano Commerciale. Dott. Francesco Di Maso - Commercialista Revisore contabile - studio via Solito n. 83, via Crispi, 99 - 74100 Taranto Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento può essere riprodotta o diffusa senza il consenso scritto dell'Amministrazione comunale e del Dott. F.sco Di Maso. 26 2) - Centro Urbano Commerciale (CUC) L'area compresa è così delimitata: Via Flavio Gioia, via XI Febbraio da incrocio con via Flavio Gioia a incrocio con via A. Volta, via A. Volta, via per la Stazione fino Cimitero, contrada S. Anastasio, vico I e II Tazzoli, via Macello, via Toscana, via Trentino, via Friuli, via Lombardia, via Croce, via Trento, via Trebbia, via Tamigi, piazza Giovanni XXIII, via L. Di Vico, via Lago di Albano, via Stromboli, via Vulcano, via Ponza, via Capri, via Rodi, via Siena, via Bologna, via Catanzaro, via Cosenza, via Benevento, via Avellino, via Flavio Gioia. 3) – Periferia, Agro e zona Industriale (PAI) E’ la restante area che circonda la zona “Centro Urbano Commerciale”. Dott. Francesco Di Maso - Commercialista Revisore contabile - studio via Solito n. 83, via Crispi, 99 - 74100 Taranto Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento può essere riprodotta o diffusa senza il consenso scritto dell'Amministrazione comunale e del Dott. F.sco Di Maso. 27 3 - C o n s i s t e n z a della R e t e L’attuale rete di localizzazione dei punti di rivendita di quotidiani e periodici si presenta poco equilibrata per la sua localizzazione e piuttosto carente per il corretto soddisfacimento della domanda, soprattutto nelle zone di più recente insediamento residenziale e per quella periferica e dell’Agro. La tabella di seguito descritta, riporta, ai sensi dell’art. 6 del decreto legislativo 24 aprile 2001 n. 170, i punti delle rivendite di quotidiani e periodici presenti sul territorio comunale ripartiti per zona. Ricognizione della Situazione Esistente Legenda : RE RP P/R S A * Zona “CS” Ubicazione Sava Punto esclusivo Punto di rivendita promiscuo Popolazione su rivendite Partecipazione Sperimentazione L. 108/99 Richiesta Autorizzazione a seguito L. 108 Chiosco Rivendite 1 1 1 1 1 Via Capitano Gigante 1(*) Stazione Q8 S.S. 7ter Residenti RE RP Tot. Al 31/12/08 Via Regina Margherita Via Macallé Piazza San Giovanni Via N. Sauro Via Croce Corso Italia “CUC” Via Umberto “PAI” : : : : : : Note L. 108 S A Zanzarella Sergio Rossetti Amedeo R. Nardelli Realino V. Borsci Alessandro Spagnolo Giuseppe 16.952 1 1 Desantis Antonio Non attiva Decataldo Dario Modeo Maria Addol. 1(*) 9 Titolare Red Baron Non attiva 16.952 (*) – Rivendite non servite dal distributore A.D.S. FUCCI Carmine & Figli s.n.c. come da comunicazione dell’Ufficio Diffusione del 12 novembre 2009. Dott. Francesco Di Maso - Commercialista Revisore contabile - studio via Solito n. 83, via Crispi, 99 - 74100 Taranto Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento può essere riprodotta o diffusa senza il consenso scritto dell'Amministrazione comunale e del Dott. F.sco Di Maso. 28 4- Le problematiche del settore Per una corretta impostazione del piano sembra opportuno prendere in considerazione le esigenze dei diretti interessati del settore, e cioè dei rivenditori, dei consumatori, dell'Ente Locale. I rivenditori hanno delle realtà assai dissimili e ciò dipende sia dal fatturato, che dalle tipologie commerciali di vendita, in forma esclusiva o promiscua. Per i rivenditori esiste in pratica un monopolio d'area, in termini di esclusiva per la distribuzione al dettaglio di giornali, quotidiani e periodici, che trova un puntuale riscontro nella direttiva della distanza minima fra rivenditori. I consumatori esprimono l'esigenza di trovare e quindi acquistare i beni in questione nei luoghi in cui normalmente si manifesta la volontà all'acquisto. In particolare per quanto riguarda i giornali essa si esprime, quasi sempre, la mattina non appena si esce da casa; per l'acquisto delle riviste si utilizzano anche altri momenti per cui raramente l'edicola presso la quale si acquista il giornale è anche quella utilizzata dal consumatore per l'acquisto della rivista. L'Ente Locale, dopo un attento esame delle norme esistenti, con Il Piano di localizzazione dei punti ottimali di vendita di giornali, quotidiani e periodici, deve stimolare nella propria cittadinanza l'interesse all'informazione, armonizzando da una parte le contrastanti aspettative espresse da coloro che sono già rivenditori con quelle di coloro che rivenditori vorrebbero diventarlo, nonché con le esigenze dei consumatori che richiedono il miglior servizio possibile. Dott. Francesco Di Maso - Commercialista Revisore contabile - studio via Solito n. 83, via Crispi, 99 - 74100 Taranto Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento può essere riprodotta o diffusa senza il consenso scritto dell'Amministrazione comunale e del Dott. F.sco Di Maso. 29 5-Sviluppo Futuro Da un’indagine condotta dall’Upa (investitori pubblicitari) e dall’Audipress si conferma, come già evidenziato in precedenza, il trend in affanno negativo del consumo della carta stampata che, nel complesso a livello nazionale, registra un calo della domanda nel giorno medio, pari a un incremento di circa l’ 1,15 per cento rispetto all’anno 2006. Secondo il risultato di tale indagine, condotta su un campione rappresentativo della popolazione nazionale dai 14 anni in su, in valore assoluto, gli italiani che leggono o sfogliano un quotidiano “almeno una volta in un giorno” sono circa 23 milioni. Tale dato globale nasconde, inoltre, una profonda frattura tra il consumo dei quotidiani a tiratura nazionale e quello delle testate locali, regionali e interregionali. I primi, infatti, evidenziano un deciso aumento di lettori mentre, al contrario, i secondi annaspano e, in taluni casi, si registrano cali assai consistenti. L’indagine ha evidenziato, altresì, gli elementi che concorrono al consumo della carta stampata in genere . Per lo sviluppo dalla rete di vendita del bene “giornale”, infatti, è necessario tener conto soprattutto di quegli elementi che caratterizzano il consumo della carta stampata: prezzo del bene “giornale e/o rivista” e costo sopportato dal lettore per raggiungere la rivendita. E’ chiaro, pertanto, aspettarsi dal consumatore una posizione di indifferenza rispetto al costo del bene (uguale in tutte le rivendite), ma fortemente influenzato dai costi che è costretto a sopportare per l’accesso al punto vendita. Punto significativo per lo sviluppo futuro, dunque e non solo perché imposto dal legislatore, è la corretta “localizzazione dei punti ottimali di vendita” per un puntuale e non troppo oneroso servizio al consumatore. Per la presente elaborazione, oltre a quanto sopra citato, non si è tralasciato il cosiddetto tasso di acculturamento e di scolarità dell’ambiente sociale di Sava. Il tasso di scolarità non legato alla scuola d’obbligo , infatti, è ormai molto vicino al 94 per cento, mentre quello di propensione alla lettura risulta essere caratterizzato (elaborati i “resi” per tipologia di classe) da una situazione di instabilità per una serie di motivazioni legate, sostanzialmente, allo stile di vita e alla variabile del costo di accesso all’acquisto (dislocazione delle edicole e pendolarismo). Dott. Francesco Di Maso - Commercialista Revisore contabile - studio via Solito n. 83, via Crispi, 99 - 74100 Taranto Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento può essere riprodotta o diffusa senza il consenso scritto dell'Amministrazione comunale e del Dott. F.sco Di Maso. 30 Tralasciando la variabile “stile di vita” che contiene molti elementi di natura soggettiva, legati alle condizioni socio-economiche del consumatore, quella del “costo di accesso all’acquisto”, peraltro notevolmente influenzato dalla prima, risente, per lo sviluppo futuro della rete, dell’esistente e debole offerta, per lo più localizzata in forma disassata sul rapporto popolazione/rivendite, ben lontano dal livello nazionale. Tale oggettivo fatto riscontrato sul territorio di Sava si enfatizza se si pensa a quell’anomalia di non ritenere ancora la rivendita di quotidiani e periodici attività squisitamente commerciale. I giornalai, infatti, non comperano quotidiani e periodici per poi rivenderli, ma li ricevono direttamente in affidamento dagli editori attraverso i distributori sulla base di un contratto estimatorio regolato dall’art. 1556 del codice civile. La distribuzione, dunque, supera gli aspetti puramente commerciali e investe aspetti tecnico-distributivi e di tutela all’informazione e alla manifestazione del pensiero. Il legislatore è intervenuto in tale ottica chiedendo ai comuni di predisporre i piani mirando alla localizzazione ottimale dei punti di vendita al fine di raggiungere le seguenti finalità: a) incremento della diffusione dei mezzi di informazione-stampa, anche attraverso l’aumento, ove necessario, dei punti di vendita; b) funzionale articolazione nel territorio della rete di vendita; c) facilità di accesso degli utenti alla rete di vendita; d) contenimento dei costi di distribuzione e di esercizio delle rivendite. Le nuove localizzazioni sono state, dunque, elaborate non solo in funzione delle esigenze della popolazione, stabilmente residente e fluttuante per qualsiasi motivo, ma anche in funzione delle esigenze dei rivenditori già presenti, per i quali si sono posti problemi di redditività che, è bene sottolinearlo, è molto legata alla particolarità del prodotto che, solitamente, viene acquistato e “consumato” solo se – è il caso dei quotidiani che hanno una veloce obsolescenza - è posto in vendita in aree vicine e accessibili. In particolare, le due nuove possibili edicole esclusive possono essere autorizzate all’interno della zona urbana non centro storico e collocate nelle zone, evidenziate in cartografia come CUC e PAI, dove si rilevano presenze di scuole, mercato settimanale, centro anziani, poliambulatorio, istituto di credito, ufficio postale. Dott. Francesco Di Maso - Commercialista Revisore contabile - studio via Solito n. 83, via Crispi, 99 - 74100 Taranto Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento può essere riprodotta o diffusa senza il consenso scritto dell'Amministrazione comunale e del Dott. F.sco Di Maso. 31 Situazione Presente Zona Tipologia Popolazione Nr. al 31.12.’08 Riv. “CS” “CUC” “PAI” 16.952 Sava 16.952 P/R Consumo Indice Medio Procapite Addensam . PE PP 108 TOT Mese 6 6 2 2 1 1 9 1.884 9 0,00053091 € 2,02 Situazione Futura Serbatoi Zona Indice di Utenza Popolazione Addens. al 2012 T F P/R Ottimale Esclusive “CS” “CUC” 17.350 “PAI” Sava 17.350 Autorizzazioni Concedibili ESC Note 0 2 1 0,0006916 1.446 3 T : Presenze Turistiche; F: Presenze di fluttuanti. Dott. Francesco Di Maso - Commercialista Revisore contabile - studio via Solito n. 83, via Crispi, 99 - 74100 Taranto Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento può essere riprodotta o diffusa senza il consenso scritto dell'Amministrazione comunale e del Dott. F.sco Di Maso. 32 5 - A L L E G A T I Dott. Francesco Di Maso - Commercialista Revisore contabile - studio via Solito n. 83, via Crispi, 99 - 74100 Taranto Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento può essere riprodotta o diffusa senza il consenso scritto dell'Amministrazione comunale e del Dott. F.sco Di Maso. 33 DECRETO LEGISLATIVO 24 aprile 2001 n. 170 (in G.U. n. 110 del 14.5.2001) - Riordino del sistema di diffusione della stampa quotidiana e periodica, a norma dell'articolo 3 della legge 13 aprile 1999 n. 108. IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Emana il seguente decreto legislativo: Art. 1. Ambito di applicazione e definizioni 1. Il presente decreto detta principi per la disciplina, da parte delle regioni, delle modalità e condizioni di vendita della stampaquotidiana e periodica. 2. Ai fini del presente decreto, si intende per: a) punti vendita esclusivi quelli che, previsti nel piano comunale di localizzazione, sono tenuti alla vendita generale di quotidiani e periodici; b) punti vendita non esclusivi, gli esercizi, previsti dal presente decreto, che, in aggiunta ad altre merci, sono autorizzati alla vendita di quotidiani ovvero periodici. Art. 2. Definizione del sistema di vendita della stampa quotidiana e periodica 1. Il sistema di vendita della stampa quotidiana e periodica si articola, su tutto il territorio nazionale, in punti vendita esclusivi e non esclusivi. 2. L'attività di cui al comma 1 è soggetta al rilascio di autorizzazione da parte dei comuni, anche a carattere stagionale, con le eccezioni di cui all'articolo 3. Per i punti di vendita esclusivi l'autorizzazione è rilasciata nel rispetto dei piani comunali di localizzazione di cui all'articolo 6. 3. Possono essere autorizzate all'esercizio di un punto vendita non esclusivo: a) le rivendite di generi di monopolio; b) le rivendite di carburanti e di oli minerali con il limite minimo di superficie pari a metri quadrati 1.500; c) i bar, inclusi gli esercizi posti nelle aree di servizio delle autostrade e nell'interno di stazioni ferroviarie, aeroportuali e marittime, ed esclusi altri punti di ristoro, ristoranti, rosticcerie e trattorie; d) le strutture di vendita come definite dall'articolo 4, comma 1, lettere e), f) e g), del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114, con un limite minimo di superficie di vendita pari a metri quadrati 700; e) gli esercizi adibiti prevalentemente alla vendita di libri e prodotti equiparati, con un limite minimo di superficie di metri quadrati 120; f) gli esercizi a prevalente specializzazione di vendita, con esclusivo riferimento alla vendita delle riviste di identica specializzazione. Dott. Francesco Di Maso - Commercialista Revisore contabile - studio via Solito n. 83, via Crispi, 99 - 74100 Taranto Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento può essere riprodotta o diffusa senza il consenso scritto dell'Amministrazione comunale e del Dott. F.sco Di Maso. 34 4. Per gli esercizi che hanno effettuato la sperimentazione ai sensi dell'articolo 1 della legge 13 aprile 1999, n. 108, l'autorizzazione di cui al comma 2 è rilasciata di diritto. 5. I soggetti di cui al comma 3, che non hanno effettuato la sperimentazione, sono autorizzati all'esercizio di un punto di vendita non esclusivo successivamente alla presentazione al comune territorialmente competente di una dichiarazione di ottemperanza alle disposizioni di cui all'articolo 1, comma 1, lettera d-bis), numeri 4), 5), 6) e 7) della legge 13 aprile 1999, n. 108. 6. Il rilascio dell'autorizzazione, anche a carattere stagionale, per i punti di vendita esclusivi e per quelli non esclusivi deve avvenire in ragione della densità della popolazione, delle caratteristiche urbanistiche e sociali delle zone, dell'entità delle endite di quotidiani e periodici negli ultimi due anni, delle condizioni di accesso, nonchè dell'esistenza di altri punti vendita non esclusivi. Art. 3. Esenzione dall'autorizzazione 1. Non è necessaria alcuna autorizzazione: a) per la vendita nelle sedi dei partiti, enti, chiese, comunità religiose, sindacati associazioni, di pertinenti pubblicazioni specializzate; b) per la vendita ambulante di quotidiani di partito, sindacali e religiosi, che ricorrano all'opera di volontari a scopo di propaganda politica, sindacale o religiosa; c) per la vendita nelle sedi delle società editrici e delle loro redazioni distaccate, dei giornali da esse editi; d) per la vendita di pubblicazioni specializzate non distribuite nelle edicole; e) per la consegna porta a porta e per la vendita ambulante da parte degli editori, distributori ed edicolanti; f) per la vendita in alberghi e pensioni quando essa costituisce un servizio ai clienti; g) per la vendita effettuata all'interno di strutture pubbliche o private rivolta unicamente al pubblico che ha accesso a tali strutture. Art. 4. Parità di trattamento 1. Nella vendita di quotidiani e periodici i punti vendita esclusivi assicurano parità di trattamento alle diverse testate. 2. I punti vendita non esclusivi assicurano parita' di trattamento nell'ambito della tipologia di quotidiani e periodici dagli stessi prescelta per la vendita. Dott. Francesco Di Maso - Commercialista Revisore contabile - studio via Solito n. 83, via Crispi, 99 - 74100 Taranto Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento può essere riprodotta o diffusa senza il consenso scritto dell'Amministrazione comunale e del Dott. F.sco Di Maso. 35 Art. 5. Modalità di vendita 1. La vendita della stampa quotidiana e periodica è effettuata nel rispetto delle seguenti modalità: a) il prezzo di vendita della stampa quotidiana e periodica stabilito dal produttore non può subire variazioni in relazione ai punti di vendita, esclusivi e non esclusivi, che effettuano la rivendita; b) le condizioni economiche e le modalità commerciali di cessione delle pubblicazioni, comprensive di ogni forma di compenso riconosciuta ai rivenditori, devono essere identiche per le diverse tipologie di esercizi, esclusivi e non esclusivi, che effettuano la vendita; c) i punti di vendita, esclusivi e non esclusivi, devono prevedere un adeguato spazio espositivo per le testate poste in vendita; d) è comunque vietata l'esposizione al pubblico di giornali, riviste e materiale pornografico. Art. 6. Piani comunali di localizzazione dei punti esclusivi di vendita 1. Le regioni emanano gli indirizzi per la predisposizione da parte dei comuni dei piani di localizzazione dei punti di vendita esclusivi, attenendosi ai seguenti criteri: a) consultazione delle associazioni più rappresentative a livello nazionale degli editori e dei distributori nonchè delle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative a livello nazionale dei rivenditori; b) valutazione della densità di popolazione, del numero di famiglie, delle caratteristiche urbanistiche e sociali di ogni zona o quartiere, dell'entità delle vendite, rispettivamente, di quotidiani e periodici, negli ultimi due anni, delle condizioni di accesso, con particolare riferimento alle zone insulari, rurali o montane, nonchè dell'esistenza di altri punti di vendita non esclusivi. 2. I comuni sono tenuti ad adottare i piani di localizzazione dei punti esclusivi di vendita entro un anno dall'entrata in vigore del presente decreto legislativo. Gli stessi comuni sono tenuti alla riformulazione di detti piani a seguito dell'emanazione, da parte delle regioni, degli indirizzi di cui al comma 1. 3. In assenza del piano, di cui al comma 1, qualora nel territorio del comune o di una frazione di comune non esistano punti di vendita, l'autorizzazione alla vendita può essere rilasciata anche ad esercizi diversi da quelli menzionati nel presente decreto. Art. 7. Stampa estera 1. Il presente decreto legislativo si applica anche alla stampa estera posta in vendita in Italia. Dott. Francesco Di Maso - Commercialista Revisore contabile - studio via Solito n. 83, via Crispi, 99 - 74100 Taranto Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento può essere riprodotta o diffusa senza il consenso scritto dell'Amministrazione comunale e del Dott. F.sco Di Maso. 36 Art. 8. Monitoraggio del mercato editoriale 1. La Presidenza del Consiglio dei Ministri, senza oneri aggiuntivi a carico del bilancio dello Stato, assicura il monitoraggio della rete di vendita dei giornali quotidiani e periodici per l'espansione del mercato editoriale. A tale fine, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, è individuata la struttura preposta a detto monitoraggio, con la partecipazione dei soggetti del comparto distributivo editoriale e delle regioni di volta in volta interessate. Art. 9. Norme finali 1. Per quanto non previsto dal presente decreto si applica il decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114. 2. Sono abrogati l'articolo 14 della legge 5 agosto 1981, n. 416, e l'articolo 7 della legge 25 febbraio 1987, n. 67. Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sara' inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. É fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare. Dato a Roma, addì 24 aprile 2001 Dott. Francesco Di Maso - Commercialista Revisore contabile - studio via Solito n. 83, via Crispi, 99 - 74100 Taranto Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento può essere riprodotta o diffusa senza il consenso scritto dell'Amministrazione comunale e del Dott. F.sco Di Maso. 37 Regione Puglia Assessorato Industria Commercio Artigianato Settore Commercio Bari li 3/06/02 OGGETTO: Decreto legislativo 24 aprile 2001, n. 170 "Riordino del sistema di diffusione della stampa quotidiana e periodica, a norma dell'articolo 3 della legge 13 aprile 1999, n. 108". Indicazioni operative ai Comuni. Questa Regione sta attivando tutte le procedure per l'approvazione delle disposizioni regionali in materia di riordino del sistema di diffusione della stampa quotidiana e periodica. Al momento, la materia delle rivendite di giornali e riviste è disciplinata dalle seguenti fonti normative: 1. legge 5 agosto 1981, n. 416 e successive modifiche ed integrazioni di cui alle leggi: a) 13 aprile 1999, n. 108, legge delega con la quale è stata demandata al Governo la competenza ad emanare un decreto legislativo di riordino del comparto; b) D.lgt. 24 aprile 2001 n. 170 con il quale il Governo ha provveduto, in attuazione della predetta legge delega, al riordino del sistema di vendita della stampa quotidiana e periodica. In questo quadro normativo si inserisce la recente riforma del Titolo V della Costituzione, attuata con la legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3. Alla luce della riforma e del nuovo riparto di competenze legislative fra Stato e Regioni, la disciplina della vendita della stampa quotidiana e periodica risulta essere attribuita alla competenza legislativa esclusiva regionale, all'interno della più vasta materia del commercio. Per completezza d'informazione, sulla questione, è necessario aggiungere che, in data 14/03/2002, il Ministero delle Attività Produttive ha trasmesso una nota alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento per l'Editoria e l'informazione che, tra l'altro, precisa che il prodotto editoriale rappresenta anche un mezzo di diffusione della cultura e può essere riduttivo, pertanto, considerarlo come mero bene di consumo. Aggiunge che "ogni iniziativa in materia dei prodotti editoriali non può non tenere conto della necessità di garantire la tutela del principio sancito dell'art. 21 della Costituzione, il quale non rientra tra quelli sottoposti a modifica della recente legge costituzionale". Il Ministero delle Attività Produttive, in data 28/12/2001, ha emanato la circolare n. 3538/C, esplicativa del D.L.vo 170/2001. L'elaborazione di detta circolare, iniziata subito dopo l'entrata in vigore del D.L.vo 170/2001, si è conclusa successivamente all'entrata in vigore della legge costituzionale 3/2001. Anche in sede di coordinamento interregionale è emerso che il documento ministeriale induce perplessità su alcuni aspetti sui quali è indispensabile richiamare l'attenzione Dott. Francesco Di Maso - Commercialista Revisore contabile - studio via Solito n. 83, via Crispi, 99 - 74100 Taranto Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento può essere riprodotta o diffusa senza il consenso scritto dell'Amministrazione comunale e del Dott. F.sco Di Maso. 38 delle Amministrazioni comunali che devono applicare la norma statale e avviare la fase operativa della riforma. Si ritiene utile, pertanto, dettare le seguenti indicazioni operative ai Comuni in attesa di determinare gli indirizzi regionali previsti dal decreto legislativo 170/2001. Punti vendita esclusivi e punti vendita non esclusivi. La legge 13 aprile 1998, n. 108, prevedeva l'articolazione del sistema di vendita della stampa in due distinte tipologie di esercizio: punti vendita esclusivi e non esclusivi. Le due diverse tipologie di vendita sono assoggettate a due diverse tipologie di autorizzazioni: i punti di vendita esclusivi sono tutti gli esercizi previsti nel piano comunale di localizzazione e che sono tenuti alla vendita generale di quotidiani e periodici; i punti di vendita non esclusivi sono tutti quelli di cui alle lettere dalla a) alla f) del comma 3, articolo 2, del decreto I.vo n. 170. Sull'argomento, non condividendo appieno il contenuto della sopra citata circolare ministeriale, si ritiene che i punti vendita non esclusivi possano vendere una sola delle due tipologie (o solo quotidiani o solo periodici) e non entrambe. Tale disposizione non riguarda quegli esercizi che hanno partecipato alla sperimentazione vendendo entrambe le tipologie. Per questi ultimi, infatti, l'autorizzazione sarà rilasciata di diritto e riguarderà la vendita sia di quotidiani che di periodici qualora la vendita sia avvenuta effettivamente per entrambi i prodotti editoriali. Non è consentito il trasferimento di sede della sola attività relativa alla vendita della stampa per un punto di vendita non esclusivo in quanto la vendita della stampa è strettamente correlata all'attività già esistente. E' possibile soltanto la cessione della seconda attività come gestione del ramo d'azienda. Rilascio autorizzazioni Sia i punti vendita esclusivi che quelli non esclusivi sono assoggettati ad autorizzazione comunale. Il rilascio delle autorizzazioni, anche quelle a carattere stagionale, è di esclusiva competenza comunale. Rilascio autorizzazione agli esercizi che hanno effettuato la sperimentazione. Agli esercizi che abbiamo effettuato la sperimentazione, l'autorizzazione alla vendita di quotidiani e/o periodici è rilasciata di diritto, ai sensi dell'art. 2, comma 4, del D. L.vo 170/2001, previa apposita dichiarazione di ottemperanza prevista dall'articolo 2, comma 5. Sulla questione non si concorda con quanto riportato al punto 2.6 della citata circolare ministeriale. Dott. Francesco Di Maso - Commercialista Revisore contabile - studio via Solito n. 83, via Crispi, 99 - 74100 Taranto Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento può essere riprodotta o diffusa senza il consenso scritto dell'Amministrazione comunale e del Dott. F.sco Di Maso. 39 Infatti, perché sia garantita la razionalizzazione della rete distributiva, la programmazione della rete di vendita e, nello stesso tempo, la libertà d'impresa, si suggerisce alle Amministrazioni comunali di rilasciare di diritto l'autorizzazione solamente a quegli esercizi che abbiamo effettivamente partecipato alla sperimentazione ponendo in vendita i prodotti editoriali. Gli interessati potranno presentare istanza di rilascio di autorizzazione corredata di dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, redatta ai sensi dell'articolo 47 D.P.R. 28 dicembre 2000, in sede. I Comuni dovranno, anche a campione, effettuare controlli sulla veridicità di tali dichiarazioni, richiedendo l'esibizione dei documenti contabili comprovanti l'effettiva vendita. L'istanza in questione, come la conseguente autorizzazione, devono essere correlate alla tipologia di prodotto per cui è stata sperimentata la vendita. L'esistenza dei predetti punti vendita dovrà essere censita dai Comuni perché ne tengano conto in sede di programmazione. Pertanto, pur non essendo previsto dal decreto legislativo un termine per la presentazione da parte dell'interessato dell'istanza diretta ad ottenere il rilascio dell'autorizzazione a seguito di sperimentazione, le amministrazioni comunali competenti, al fine di determinare la rete esistente dei prodotti editoriali, informeranno gli interessati della possibilità dell'esercizio del diritto e terranno conto dei punti vendita in questione in sede di programmazione. Domande per i punti vendita non esclusivi Le domande per i punti vendita non esclusivi che non abbiano effettuato la sperimentazione devono essere esaminate tenendo conto delle seguenti considerazioni: • l'autorizzazione può essere rilasciata per la vendita o solo di quotidiani o solo di periodici; • la domanda deve essere corredata dalla dichiarazione di ottemperanza alle disposizioni di cui all'art. 1, comma 1, lettera d-bis) nr. 4), 5), 6) e 7) della L.108/99; • le domande devono essere valutate sulla base di parametri demografici, urbanistici, sociali e di mercato indicati dall'articolo 2, comma 6 del D.L.vo 170/2001. La circolare ministeriale evidenzia che per i provvedimenti di autorizzazione all'apertura di un punto vendita non esclusivo il comune ha un potere discrezionale. A tale proposito, al fine di evitare trattamenti difformi e iniqui, è preferibile che i comuni adottino preventivamente un provvedimento che fissi i criteri ai quali fare riferimento per il rilascio delle autorizzazioni. L'adozione di detto provvedimento garantisce per i punti vendita non esclusivi un trattamento analogo a quanto avviene per i punti vendita esclusivi per i quali è esplicitamente prevista l'adozione di un apposito piano di localizzazione. Dott. Francesco Di Maso - Commercialista Revisore contabile - studio via Solito n. 83, via Crispi, 99 - 74100 Taranto Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento può essere riprodotta o diffusa senza il consenso scritto dell'Amministrazione comunale e del Dott. F.sco Di Maso. 40 Domande per i punti vendita esclusivi Per i punti vendita esclusivi il rilascio dell'autorizzazione è subordinato al rispetto di quanto contenuto nei piani comunali di localizzazione delle edicole. In assenza di piano non può essere rilasciata alcuna autorizzazione per punto esclusivo vendita. Indirizzi regionali e programmazione comunale Questa regione sta attivando tutte le procedure per l'approvazione delle disposizioni regionali in materia di riordino del sistema di diffusione della stampa quotidiana e periodica tenendo conto anche della modifica del titolo V della Costituzione. Senza attendere l'emanazione da parte delle regioni degli indirizzi previsti dall'art.6, i comuni devono adottare i propri piani di localizzazione. L'adozione doveva avvenire entro un anno dalla data di entrata in vigore del decreto, e cioè entro il 19 maggio 2002. I piani di localizzazione, laddove adottati, dovranno essere, se necessario, successivamente riformulati nel rispetto degli indirizzi regionali. La citata circolare ministeriale ha anche affermato il permanere della validità dei vecchi piani formulati sotto la vigenza della precedente disciplina, qualora il comune non sia ancora intervenuto in materia con l'adozione di un nuovo piano di localizzazione. Abrogazioni Il comma 1 dell'articolo 9 del D.Lgs. 170/2001 abroga l'articolo 14 legge 416/1981 come modificato dall'articolo 7 della legge 67/1987. Tale abrogazione fa venir meno alcuni divieti precedentemente previsti per l'attività di vendita di quotidiani e periodici. In particolare vengono meno: 1. il divieto alle persone diverse dal titolare o dai suoi familiari o parenti o affini fino al terzo grado di svolgere l'esercizio di rivendita fissa; 2. il divieto di affidamento in gestione ai terzi; 3. il divieto di rilascio dell'autorizzazione a soggetti che non siano persone fisiche; 4. il divieto di rilascio alle persone fisiche di più di un’autorizzazione. Alla materia si applicano, per quanto non disposto, le norme del D.lgt.144/98. Si richiama, inoltre, l'attenzione su quanto disposto all'articolo 26, comma 6, del D.Lgs 114/98 che ha soppresso, tra l'altro, la voce n.50 della tabella c) allegata al Dpr 300/92, come modificata ed integrata dal Dpr 407/94. Ne consegue che al rilascio dell'autorizzazione per l'esercizio dell'attività di vendita di giornali e riviste non è applicabile, in caso d'inerzia dell'amministrazione, l'istituto del silenzio-assenso di cui all'articolo 20 della legge 241/90. Dott. Francesco Di Maso - Commercialista Revisore contabile - studio via Solito n. 83, via Crispi, 99 - 74100 Taranto Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento può essere riprodotta o diffusa senza il consenso scritto dell'Amministrazione comunale e del Dott. F.sco Di Maso. 41 Legge 7 marzo 2001, n. 62 "Nuove norme sull'editoria e sui prodotti editoriali e modifiche alla legge 5 agosto 1981, n. 416" pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 67 del 21 marzo 2001 CAPO I DISPOSIZIONI GENERALI Art. 1. (Definizioni e disciplina del prodotto editoriale) 1. Per "prodotto editoriale", ai fini della presente legge, si intende il prodotto realizzato su supporto cartaceo, ivi compreso il libro, o su supporto informatico, destinato alla pubblicazione o, comunque, alla diffusione di informazioni presso il pubblico con ogni mezzo, anche elettronico, o attraverso la radiodiffusione sonora o televisiva, con esclusione dei prodotti discografici o cinematografici. 2. Non costituiscono prodotto editoriale i supporti che riproducono esclusivamente suoni e voci, le opere filmiche ed i prodotti destinati esclusivamente all'informazione aziendale sia ad uso interno sia presso il pubblico. Per "opera filmica" si intende lo spettacolo, con contenuto narrativo o documentaristico, realizzato su supporto di qualsiasi natura, purché costituente opera dell'ingegno ai sensi della disciplina sul diritto d'autore, destinato originariamente, dal titolare dei diritti di utilizzazione economica, alla programmazione nelle sale cinematografiche ovvero alla diffusione al pubblico attraverso i mezzi audiovisivi. 3. Al prodotto editoriale si applicano le disposizioni di cui all'articolo 2 della legge 8 febbraio 1948, n. 47. Il prodotto editoriale diffuso al pubblico con periodicità regolare e contraddistinto da una testata, costituente elemento identificativo del prodotto, è sottoposto, altresì, agli obblighi previsti dall'articolo 5 della medesima legge n. 47 del 1948. Art. 2.(Disposizioni sulla proprietà delle imprese editrici ed in materia di trasparenza) 1. All'articolo 1 della legge 5 agosto 1981, n. 416, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modificazioni: a) il primo comma è sostituito dal seguente: "L'esercizio dell'impresa editrice di giornali quotidiani è riservato alle persone fisiche, nonché alle società costituite nella forma della società in nome collettivo, in accomandita semplice, a responsabilità limitata, per azioni, in accomandita per azioni o cooperativa, il cui oggetto comprenda l'attività editoriale, esercitata attraverso qualunque mezzo e con qualunque supporto, anche elettronico, l'attività tipografica, radiotelevisiva o comunque attinente all'informazione e alla comunicazione, nonché le attività connesse funzionalmente e direttamente a queste ultime"; b) il quarto comma è sostituito dal seguente: "Le azioni aventi diritto di voto o le quote sociali possono essere intestate a società per azioni, in accomandita per azioni o a responsabilità limitata, purché la partecipazione di controllo di dette società sia intestata a persone fisiche o a società direttamente controllate da persone fisiche. Ai fini della presente disposizione, il controllo è definito ai sensi dell'articolo 2359 del codice civile, nonché dell'ottavo comma del presente articolo. Il venire meno di dette condizioni comporta la cancellazione d'ufficio dell'impresa dal registro degli operatori di comunicazione di cui all'articolo 1, comma 6, lettera a), n. 5), della legge 31 luglio 1997, n. 249"; c) al sesto comma, primo periodo, le parole: "o estere " sono soppresse; d) è aggiunto, in fine, il seguente comma: "I soggetti di cui al primo comma sono ammessi ad esercitare l'attività d'impresa ivi descritta solo se in possesso della cittadinanza di uno Stato membro dell'Unione europea o, in caso di società, se Dott. Francesco Di Maso - Commercialista Revisore contabile - studio via Solito n. 83, via Crispi, 99 - 74100 Taranto Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento può essere riprodotta o diffusa senza il consenso scritto dell'Amministrazione comunale e del Dott. F.sco Di Maso. 42 aventi sede in uno dei predetti Stati. I soggetti non aventi il predetto requisito sono ammessi all'esercizio dell'impresa medesima solo a condizione che lo Stato di cui sono cittadini applichi un trattamento di effettiva reciprocità. Sono fatte salve le disposizioni derivanti da accordi internazionali". Art. 3. (Modalità di erogazione delle provvidenze in favore dell'editoria) 1. A decorrere dal 1º gennaio dell'anno successivo alla data di entrata in vigore della presente legge l'importo di 2 miliardi di lire previsto per i contributi di cui all'articolo 26, primo comma, della legge 5 agosto 1981, n. 416, e successive modificazioni, è aumentato a 4 miliardi di lire. 2. Alle imprese editrici di giornali quotidiani che abbiano attivato sistemi di teletrasmissione in facsimile delle testate edite in Paesi diversi da quelli membri dell'Unione europea è concesso un contributo pari al 50 per cento dei costi annui documentati di acquisto carta, stampa e distribuzione relativi alla diffusione nei suddetti Paesi delle copie delle testate teletrasmesse. Sono esclusi dal calcolo del contributo i costi relativi a tirature inferiori a 10.000 copie medie giornaliere, o effettuate per meno di un anno, in un singolo Paese di destinazione. Sono altresì esclusi dal calcolo del contributo i costi relativi a testate il cui contenuto redazionale sia inferiore al 50 per cento di quello dell'edizione diffusa nella città italiana presso il cui tribunale sono registrate. L'ammontare complessivo del contributo di cui al presente comma non può superare lire 4 miliardi annue. Nel caso in cui il contributo complessivo in base alle domande presentate superi tale ammontare, lo stanziamento sarà ripartito tra gli aventi diritto in proporzione al numero delle copie stampate e diffuse nei suddetti Paesi. CAPO II INTERVENTI PER LO SVILUPPO DEL SETTORE EDITORIALE Art. 4. (Tipologie di interventi nel settore editoriale) 1. Alle imprese operanti nel settore editoriale sono concesse le agevolazioni di credito di cui agli articoli 5, 6 e 7, nonché il credito di imposta di cui all'articolo 8. Art. 5. (Fondo per le agevolazioni di credito alle imprese del settore editoriale) 1. È istituito, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento per l'informazione e l'editoria, fino all'attuazione della riforma di cui al decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, e al decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 303, il Fondo per le agevolazioni di credito alle imprese del settore editoriale, di seguito denominato "Fondo". Il Fondo è finalizzato alla concessione di contributi in conto interessi sui finanziamenti della durata massima di dieci anni deliberati da soggetti autorizzati all'attività bancaria. 2. Al Fondo affluiscono le risorse finanziarie stanziate a tale fine nel bilancio dello Stato, il contributo dell'1 per cento trattenuto sull'ammontare di ciascun beneficio concesso, le somme comunque non corrisposte su concessioni effettuate, le somme disponibili alla data di entrata in vigore della presente legge esistenti sul fondo di cui all'articolo 29 della legge 5 agosto 1981, n. 416, e successive modificazioni. Il fondo di cui al citato articolo 29 è mantenuto fino al completamento della corresponsione dei contributi in conto interessi per le concessioni già effettuate. 3. I contributi sono concessi, nei limiti delle disponibilità finanziarie, mediante procedura automatica, ai sensi dell'articolo 6, o valutativa, ai sensi dell'articolo 7. 4. Sono ammessi al finanziamento i progetti di ristrutturazione tecnico-produttiva; di realizzazione, ampliamento e modifica degli impianti, con particolare riferimento all'installazione e potenziamento della rete informatica, anche in connessione all'utilizzo dei circuiti telematici internazionali e dei Dott. Francesco Di Maso - Commercialista Revisore contabile - studio via Solito n. 83, via Crispi, 99 - 74100 Taranto Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento può essere riprodotta o diffusa senza il consenso scritto dell'Amministrazione comunale e del Dott. F.sco Di Maso. 43 satelliti; di miglioramento della distribuzione; di formazione professionale. I progetti sono presentati dalle imprese partecipanti al ciclo di produzione, distribuzione e commercializzazione del prodotto editoriale. 5. In caso di realizzazione dei progetti di cui al comma 4 con il ricorso alla locazione finanziaria, i contributi in conto canone sono concessi con le medesime procedure di cui agli articoli 6 e 7 e non possono, comunque, superare l'importo dei contributi in conto interessi di cui godrebbero i progetti se effettuati ai sensi e nei limiti previsti per i contributi in conto interessi. 6. Una quota del 5 per cento del Fondo è riservata alle imprese che, nell'anno precedente a quello di presentazione della domanda per l'accesso alle agevolazioni, presentano un fatturato non superiore a 5 miliardi di lire ed una ulteriore quota del 5 per cento a quelle impegnate in progetti di particolare rilevanza per la diffusione della lettura in Italia o per la diffusione di prodotti editoriali in lingua italiana all'estero. Ove tale quota non sia interamente utilizzata, la parte residua riaffluisce al Fondo per essere destinata ad interventi in favore delle altre imprese. 7. Una quota del 10 per cento del Fondo è destinata ai progetti volti a sostenere spese di gestione o di esercizio per le imprese costituite in forma di cooperative di giornalisti o di poligrafici. 8. Ai fini della concessione del beneficio di cui al presente articolo, la spesa per la realizzazione dei progetti è ammessa in misura non eccedente il 90 per cento di quella prevista nel progetto, ivi comprese quelle indicate nel primo comma dell'articolo 16 del decreto del Presidente della Repubblica 9 novembre 1976, n. 902, nonché le spese previste per il fabbisogno annuale delle scorte in misura non superiore al 40 per cento degli investimenti fissi ammessi al finanziamento. La predetta percentuale del 90 per cento è elevata al 100 per cento per le cooperative di cui all'articolo 6 della legge 5 agosto 1981, n. 416, e successive modificazioni. 9. I contributi in conto interessi possono essere concessi anche alle imprese editrici dei giornali italiani all'estero di cui all'articolo 26 della legge 5 agosto 1981, n. 416, e successive modificazioni, per progetti realizzati con il finanziamento di soggetti autorizzati all'esercizio dell'attività bancaria aventi sede in uno Stato appartenente all'Unione europea. 10. L'ammontare del contributo è pari al 50 per cento degli interessi sull'importo ammesso al contributo medesimo, calcolati al tasso di riferimento fissato con decreto del Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica. Il tasso di interesse e le altre condizioni economiche alle quali è riferito il finanziamento sono liberamente concordati tra le parti. 11. In aggiunta alle risorse di cui al comma 2, a decorrere dall'anno 2001 e fino all'anno 2003, è autorizzata la spesa di lire 7,9 miliardi per il primo anno, di lire 24,3 miliardi per il secondo anno e di lire 18,7 miliardi per il terzo anno. 12. Ai contributi di cui al presente articolo, erogati secondo le procedure di cui agli articoli 6 e 7 della presente legge, si applicano le disposizioni di cui agli articoli 8 e 9, commi da 1 a 5, del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 123. 13. Con regolamento emanato ai sensi dell'articolo 17, comma 1, della legge 23 agosto 1988, n. 400, e successive modificazioni, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, sentito il Ministro per i beni e le attività culturali, sono dettate disposizioni attuative della presente legge. Sono in particolare disciplinati le modalità ed i termini di presentazione o di rigetto delle domande, le modalità di attestazione dei requisiti e delle condizioni di concessione dei contributi, la documentazione delle spese inerenti ai progetti, gli adempimenti ed i termini delle attività istruttorie, l'organizzazione ed il funzionamento del Comitato di cui al comma 4 dell'articolo 7, il procedimento di decadenza dai benefìci, le modalità di verifica finale della corrispondenza degli investimenti effettuati al progetto, della loro congruità economica, nonché dell'inerenza degli investimenti stessi alle finalità del progetto. 14. All'istruttoria dei provvedimenti di concessione dei contributi di cui agli articoli 6 e 7 della presente legge provvede, fino all'attuazione della riforma di cui al decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, la Presidenza del Consiglio dei ministri. Dott. Francesco Di Maso - Commercialista Revisore contabile - studio via Solito n. 83, via Crispi, 99 - 74100 Taranto Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento può essere riprodotta o diffusa senza il consenso scritto dell'Amministrazione comunale e del Dott. F.sco Di Maso. 44 15. Le somme erogate ai sensi degli articoli 6 e 7, a qualunque titolo restituite, sono versate all'entrata del bilancio dello Stato per essere successivamente assegnate al Fondo. Il Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio. Art. 6. (Procedura automatica) 1. Alla concessione dei contributi di cui all'articolo 5 si provvede mediante procedura automatica relativamente ai progetti che presentano cumulativamente le seguenti caratteristiche: a) finanziamento complessivo non superiore ad un miliardo di lire; b) realizzazione del progetto entro due anni dall'ammissione ai benefìci. Sono altresì ammesse le spese sostenute nell'anno antecedente la data di presentazione della domanda. 2. Con avviso pubblicato nella Gazzetta Ufficiale sono comunicati l'ammontare delle risorse disponibili per la concessione dei contributi ed il termine massimo di presentazione delle domande. 3. Le domande di concessione del contributo sono accolte sulla base della sola verifica della completezza e regolarità delle domande medesime e della relativa documentazione, secondo l'ordine cronologico di presentazione. Le domande presentate nello stesso giorno si intendono presentate contestualmente. La concessione del contributo è integrale fino a concorrenza delle risorse finanziarie di cui al comma 2. In caso di insufficienza delle risorse finanziarie a soddisfare integralmente le domande, la disponibilità residua è ripartita proporzionalmente al costo dei progetti. Detta ripartizione ha luogo tra le domande presentate contestualmente il giorno successivo a quello di presentazione delle ultime domande che hanno ottenuto capienza intera. 4. In caso di inosservanza del termine di cui al comma 1, lettera b), del presente articolo, è dichiarata la decadenza dal beneficio ed il soggetto beneficiario è tenuto alla restituzione delle somme eventualmente già percepite maggiorate degli interessi, calcolati ai sensi all'articolo 9,comma 4, del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 123. 5. Il soggetto beneficiario, entro sessanta giorni dalla realizzazione del progetto, produce i documenti giustificativi delle spese sostenute, gli estremi identificativi degli impianti, macchinari o attrezzature acquistati, nonché la perizia giurata di un esperto del settore, iscritto al relativo albo professionale, se esistente, che attesti la corrispondenza degli investimenti alla finalità del progetto, nonché la congruità dei costi sostenuti. 6. Il contributo di cui al presente articolo è erogato in corrispondenza delle scadenze delle rate di ammortamento pagate dall'impresa beneficiaria all'istituto di credito. Tenuto conto della tipologia dell'intervento e su richiesta dell'impresa, può essere effettuata la corresponsione del contributo in un'unica soluzione, scontando al valore attuale, al momento dell'erogazione, il beneficio derivante dalla quota di interessi. Art. 7. (Procedura valutativa) 1. Alla concessione dei contributi di cui all'articolo 5 si provvede mediante procedura valutativa relativamente ai progetti o programmi organici e complessi, che presentano cumulativamente le seguenti caratteristiche: a) finanziamento, eccedente l'importo di cui all'articolo 6, comma 1, lettera a); la domanda deve contenere la deliberazione preventiva dell'istituto finanziatore; il finanziamento può, comunque, essere ammesso a contributo in misura non superiore a lire 30 miliardi; b) realizzazione del progetto entro due anni dall'ammissione ai benefìci. Sono altresì ammesse le spese sostenute nei due anni antecedenti la data di presentazione della domanda. 2. Con avviso pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, sono comunicati il termine finale, non inferiore a novanta giorni, di presentazione delle domande, l'ammontare delle risorse disponibili, i requisiti Dott. Francesco Di Maso - Commercialista Revisore contabile - studio via Solito n. 83, via Crispi, 99 - 74100 Taranto Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento può essere riprodotta o diffusa senza il consenso scritto dell'Amministrazione comunale e del Dott. F.sco Di Maso. 45 dell'impresa proponente e dell'iniziativa in base ai quali è effettuata la valutazione ai fini della concessione del contributo. 3. I requisiti dell'iniziativa, di cui al comma 1, attengono alla tipologia del programma, al fine perseguito dallo stesso, alla coerenza degli strumenti con il perseguimento degli obiettivi previsti. La validità tecnica, economica e finanziaria dell'iniziativa è valutata con particolare riferimento alla congruità delle spese previste, alla redditività, alle prospettive di mercato e agli obiettivi di sviluppo aziendale. 4. L'ammissione al contributo di cui al presente articolo è disposta sulla base della deliberazione di un Comitato istituito con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri da emanare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del regolamento di cui all'articolo 5, comma 13. La composizione del Comitato è effettuata in modo da assicurare la presenza delle amministrazioni statali interessate, degli editori, delle emittenti radiotelevisive, dei rivenditori e dei distributori, dei giornalisti e dei lavoratori tipografici. Il funzionamento del Comitato non comporta nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato. Dalla data di entrata in vigore del decreto di istituzione del Comitato di cui al presente comma è soppresso il Comitato di cui all'articolo 32 della legge 5 agosto 1981, n. 416, e successive modificazioni. 5. Il contributo di cui al presente articolo è erogato in corrispondenza delle scadenze delle rate di ammortamento pagate dall'impresa beneficiaria all'istituto di credito. Dalla prima quota è trattenuto, a titolo di cauzione, un importo non inferiore al 10 per cento dell'agevolazione concessa, la cui erogazione è subordinata alla verifica della corrispondenza della spesa al progetto ammesso al contributo sulla base della documentazione finale della spesa stessa. 6. Ferma la cauzione di cui al comma 5, tenuto conto della tipologia dell'intervento e su richiesta dell'impresa, può essere effettuata la corresponsione del contributo in un'unica soluzione, con sconto degli interessi rispetto alla data delle scadenze di cui al comma 5. È, in ogni caso, consentita l'erogazione, a titolo di anticipazione, del contributo concesso fino ad un massimo del 50 per cento del contributo medesimo, sulla base di fideiussione bancaria o polizza assicurativa di importo non inferiore alla somma da erogare. Art. 8. (Credito di imposta) 1. Alle imprese produttrici di prodotti editoriali che effettuano entro il 31 dicembre 2004 gli investimenti di cui al comma 2, relativi a strutture situate nel territorio dello Stato, è riconosciuto, a richiesta, secondo le modalità previste dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di cui al comma 4, un credito di imposta di importo pari al 3 per cento del costo sostenuto, con riferimento al periodo di imposta in cui l'investimento è effettuato ed in ciascuno dei quattro periodi di imposta successivi. 2. Gli investimenti per i quali è previsto il credito di imposta di cui al comma 1 hanno ad oggetto: a) beni strumentali nuovi, ad esclusione degli immobili, destinati esclusivamente alla produzione dei seguenti prodotti editoriali in lingua italiana: giornali, riviste e periodici, libri e simili, nonché prodotti editoriali multimediali; b) programmi di ristrutturazione economico-produttiva riguardanti, congiuntamente o disgiuntamente: 1) l'acquisto, l'installazione, il potenziamento, l'ampliamento e l'ammodernamento delle attrezzature tecniche, degli impianti di composizione, redazione, impaginazione, stampa, confezione, magazzinaggio, teletrasmissione verso le proprie strutture periferiche e degli impianti di alta e bassa frequenza delle imprese di radiodiffusione nonché il processo di trasformazione delle strutture produttive verso tecnologie di trasmissione e ricezione digitale; 2) la realizzazione o l'acquisizione di sistemi composti da una o più unità di lavoro gestite da apparecchiature elettroniche che governino, a mezzo di programmi, la progressione logica delle fasi Dott. Francesco Di Maso - Commercialista Revisore contabile - studio via Solito n. 83, via Crispi, 99 - 74100 Taranto Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento può essere riprodotta o diffusa senza il consenso scritto dell'Amministrazione comunale e del Dott. F.sco Di Maso. 46 del ciclo tecnologico, destinate a svolgere una o più delle seguenti funzioni legate al ciclo produttivo: lavorazione, montaggio, manipolazione, controllo, misura e trasporto; 3) la realizzazione o l'acquisizione di sistemi di integrazione di una o più unità di lavoro composti da robot industriali, o mezzi robotizzati, gestiti da apparecchiature elettroniche, che governino, a mezzo di programmi, la progressione logica delle fasi del ciclo tecnologico; 4) la realizzazione o l'acquisizione di unità elettroniche o di sistemi elettronici per l'elaborazione dei dati destinati al disegno automatico, alla progettazione, alla produzione della documentazione tecnica, alla gestione delle operazioni legate al ciclo produttivo, al controllo e al collaudo dei prodotti lavorati, nonché al sistema gestionale, organizzativo e commerciale; 5) la realizzazione o l'acquisizione di programmi per l'utilizzazione delle apparecchiature e dei sistemi di cui ai numeri 2), 3) e 4); 6) l'acquisizione di brevetti e licenze funzionali all'esercizio delle attività produttive, dei sistemi e dei programmi di cui ai numeri 2), 3), 4) e 5). 3. Il credito di imposta, che non concorre alla formazione del reddito imponibile, può essere fatto valere anche in compensazione ai sensi del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241. Il credito di imposta non è rimborsabile ma non limita il diritto al rimborso di imposte ad altro titolo spettante; l'eventuale eccedenza è riportabile fino al quarto periodo di imposta successivo. 4. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, da emanare entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, adottato ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, su proposta del Ministro delle finanze, sentito il Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato, sono determinate le modalità di attuazione del credito di imposta, e sono stabilite le procedure di monitoraggio e di controllo rivolte a verificare l'attendibilità e la trasparenza dei programmi degli investimenti di cui al comma 2, nonché specifiche cause di revoca totale o parziale dei benefìci e di applicazione delle sanzioni. Art. 9. (Fondo per la promozione del libro e dei prodotti editoriali di elevato valore culturale) 1. È istituito presso il Ministero per i beni e le attività culturali un fondo finalizzato alla assegnazione di contributi, con riferimento ai contratti di mutuo stipulati per lo sviluppo dell'attività di produzione, distribuzione e vendita del libro e dei prodotti editoriali di elevato valore culturale, nonché per la loro diffusione all'estero. 2. Possono accedere al fondo di cui al comma 1: a) gli editori che intendono realizzare e commercializzare prodotti editoriali di elevato valore culturale e scientifico; b) i soggetti che presentano piani di esportazione e commercializzazione di prodotti editoriali italiani all'estero. 3. Il funzionamento del fondo di cui al comma 1, nonché i criteri e le modalità di accesso e di assegnazione dei contributi, sono disciplinati con regolamento, emanato ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, dal Ministro per i beni e le attività culturali d'intesa con il Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica e con il Ministro degli affari esteri per gli aspetti attinenti alla diffusione all'estero dei prodotti editoriali italiani. 4. Ai fini indicati al comma 1, il Ministero per i beni e le attività culturali conferisce alle regioni e alle province autonome di Trento e di Bolzano parte delle risorse del fondo istituito ai sensi del medesimo comma: a) per l'apertura di librerie nei comuni o nelle circoscrizioni comunali che ne sono privi, e nei quali il servizio di vendita al pubblico è inadeguato, in relazione alla popolazione residente; b) nei casi diversi da quelli indicati alla lettera a), per la ristrutturazione di librerie o per l'apertura di nuove librerie, caratterizzate da innovazione tecnologica o dalla specializzazione delle opere editoriali commercializzate o da formule commerciali innovative. Dott. Francesco Di Maso - Commercialista Revisore contabile - studio via Solito n. 83, via Crispi, 99 - 74100 Taranto Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento può essere riprodotta o diffusa senza il consenso scritto dell'Amministrazione comunale e del Dott. F.sco Di Maso. 47 5. I criteri per la individuazione e la ripartizione alle regioni e alle province autonome di Trento e di Bolzano delle risorse indicate al comma 4 sono stabiliti con decreto del Ministro per i beni e le attività culturali, sentita la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281. 6. Per le finalità di cui al presente articolo, è autorizzata, a decorrere dall'anno 2003, la spesa annua massima di lire 2000 milioni. Al relativo onere si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2001-2003, nell'ambito dell'unità previsionale di base di parte corrente "Fondo speciale" dello stato di previsione del Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero per i beni e le attività culturali. Art. 10. (Messaggi pubblicitari di promozione del libro e della lettura) 1. I messaggi pubblicitari facenti parte di iniziative, promosse da istituzioni, enti, associazioni di categoria, volte a sensibilizzare l'opinione pubblica nei confronti del libro e della lettura, trasmessi gratuitamente o a condizioni di favore da emittenti televisive e radiofoniche pubbliche e private, non sono considerati ai fini del calcolo dei limiti massimi di cui all'articolo 8 della legge 6 agosto 1990, n. 223, e successive modificazioni. Art. 11. (Disciplina del prezzo dei libri) 1. Il prezzo al consumatore finale dei libri venduti sul territorio nazionale è liberamente fissato dall'editore o dall'importatore ed è da questi apposto, comprensivo di imposta sul valore aggiunto, su ciascun esemplare o su apposito allegato. 2. È consentita la vendita ai consumatori finali dei libri, da chiunque e con qualsiasi modalità effettuata, ad un prezzo effettivo diminuito da una percentuale non superiore al 10 per cento di quello fissato ai sensi del comma 1. 3. I commi 1 e 2 non si applicano per i seguenti prodotti: a) libri per bibliofili, intesi come quelli pubblicati a tiratura limitata per un ambito ristretto e di elevata qualità formale e tipografica; b) libri d'arte, intesi come quelli stampati, anche parzialmente, con metodi artigianali per la riproduzione delle opere artistiche, quelli con illustrazioni eseguite direttamente a mano e quelli che sono rilegati in forma artigianale; c) libri antichi e di edizioni esaurite; d) libri usati; e) libri posti fuori catalogo dall'editore; f) libri venduti su prenotazione del lettore precedente la pubblicazione; g) libri pubblicati da almeno venti mesi e dopo che siano trascorsi almeno sei mesi dall'ultimo acquisto effettuato dalla libreria o da altro venditore al dettaglio; h) edizioni speciali destinate esclusivamente ad essere cedute nell'ambito di rapporti associativi; i) libri venduti nell'ambito di attività di commercio elettronico. 4. Salva l'applicazione dell'articolo 15 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114, i libri possono essere venduti ad un prezzo effettivo che può oscillare tra l'80 e il 100 per cento: a) in occasione di manifestazioni di particolare rilevanza internazionale, nazionale, regionale e locale, ai sensi degli articoli 40 e 41 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112; b) in favore di biblioteche, archivi e musei pubblici, organizzazioni non lucrative di utilità sociale, centri di formazione legalmente riconosciuti, istituzioni o centri con finalità scientifiche, o di ricerca, istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, educative ed università, i quali siano consumatori finali; c) quando sono venduti per corrispondenza. Dott. Francesco Di Maso - Commercialista Revisore contabile - studio via Solito n. 83, via Crispi, 99 - 74100 Taranto Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento può essere riprodotta o diffusa senza il consenso scritto dell'Amministrazione comunale e del Dott. F.sco Di Maso. 48 5. Il prezzo complessivo di collane, collezioni complete, grandi opere, fissato ai sensi del comma 1 in via preventiva, può essere diverso dalla somma dei prezzi dei singoli volumi che le compongono. 6. Salva l'applicazione dell'articolo 153 del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, e dell'articolo 27, comma 3, della legge 23 dicembre 1998, n. 448, per i libri di testo scolastici la riduzione massima di cui al comma 2 non può superare il 5 per cento. 7. La vendita di libri al consumatore finale, effettuata in difformità dalle disposizioni del presente articolo, comporta l'applicazione delle sanzioni di cui agli articoli 22, comma 3, e 29, commi 2 e 3, del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114. 8. Il comune vigila sul rispetto delle disposizioni del presente articolo e provvede all'accertamento e all'irrogazione delle sanzioni previste al comma 7; i relativi proventi sono attribuiti al comune nel quale le violazioni hanno avuto luogo. 9. A decorrere dal secondo anno successivo alla data di entrata in vigore della presente legge, il Ministro per i beni e le attività culturali, sentiti il Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato e l'Autorità garante della concorrenza e del mercato, nonché la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, con proprio decreto può provvedere alla ulteriore individuazione: a) della misura massima dello sconto di cui ai commi 2, 4 e 6; b) di ipotesi ulteriori di formulazione dei commi 3 e 4, anche modificando l'elenco dei prodotti editoriali o delle modalità di vendita per i quali consentire le deroghe alla disciplina del prezzo fisso. CAPO III ULTERIORI INTERVENTI A SOSTEGNO DEL SETTORE EDITORIALE Art. 12. (Trattamento straordinario di integrazione salariale) 1. All'articolo 35 della legge 5 agosto 1981, n. 416, sono apportate le seguenti modificazioni: a) il primo comma è sostituito dal seguente: "Il trattamento straordinario di integrazione salariale di cui all'articolo 2, quinto comma, della legge 12 agosto 1977, n. 675, e successive modificazioni, è esteso, con le modalità previste per gli impiegati, ai giornalisti professionisti, ai pubblicisti e ai praticanti dipendenti da imprese editrici di giornali quotidiani, di periodici e di agenzie di stampa a diffusione nazionale, sospesi dal lavoro per le cause indicate nella norma citata."; b) il quarto comma è sostituito dal seguente: "Il Ministro del lavoro e della previdenza sociale, esperite le procedure previste dalle leggi vigenti, adotta i provvedimenti di concessione del trattamento indicato nei commi precedenti per periodi semestrali consecutivi e, comunque, non superiori complessivamente a ventiquattro mesi. Sono applicabili a tali periodi le disposizioni di cui agli articoli 3 e 4 della legge 20 maggio 1975, n. 164". Art. 13. (Risoluzione del rapporto di lavoro) 1. L'articolo 36 della legge 5 agosto 1981, n. 416, è sostituito dal seguente: "Art. 36. - (Risoluzione del rapporto di lavoro). - 1. I dipendenti delle aziende di cui all'articolo 35 per le quali sia stata dichiarata dal Ministero del lavoro e della previdenza sociale la situazione di crisi occupazionale, in caso di risoluzione del rapporto di lavoro per dimissioni nel periodo di godimento del trattamento di integrazione salariale, ovvero per licenziamento al termine del periodo di integrazione salariale di cui al citato articolo 35, hanno diritto, in aggiunta alle normali competenze di fine rapporto, ad una indennità pari all'indennità di mancato preavviso e, per i giornalisti, ad una indennità pari a quattro mensilità di retribuzione. I dipendenti di cui al presente comma sono esonerati dall'obbligo del preavviso in caso di dimissioni". Dott. Francesco Di Maso - Commercialista Revisore contabile - studio via Solito n. 83, via Crispi, 99 - 74100 Taranto Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento può essere riprodotta o diffusa senza il consenso scritto dell'Amministrazione comunale e del Dott. F.sco Di Maso. 49 Art. 14. (Esodo e prepensionamento) 1. L'articolo 37 della legge 5 agosto 1981, n. 416, è sostituito dal seguente: "Art. 37. - (Esodo e prepensionamento). – 1. Ai lavoratori di cui ai precedenti articoli, con l'esclusione dei dipendenti delle imprese editrici di giornali periodici, è data facoltà di optare, entro sessanta giorni dall'ammissione al trattamento di cui all'articolo 35 ovvero, nel periodo di godimento del trattamento medesimo, entro sessanta giorni dal maturare delle condizioni di anzianità contributiva richiesta, per i seguenti trattamenti: a) per i lavoratori poligrafici, limitatamente al numero di unità ammesse dal Ministero del lavoro e della previdenza sociale: trattamento di pensione per coloro che possano far valere nella assicurazione generale obbligatoria per l'invalidità, la vecchiaia e i superstiti almeno 360 contributi mensili ovvero 1664 contributi settimanali di cui, rispettivamente, alle tabelle A e B allegate al decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1968, n. 488, sulla base dell'anzianità contributiva aumentata di un periodo pari a 3 anni; i periodi di sospensione per i quali è ammesso il trattamento di cui al citato articolo 35 sono riconosciuti utili d'ufficio secondo quanto previsto dalla presente lettera; l'anzianità contributiva non può comunque risultare superiore a 35 anni; b) per i giornalisti professionisti iscritti all'INPGI, dipendenti dalle imprese editrici di giornali quotidiani e di agenzie di stampa a diffusione nazionale, limitatamente al numero di unità ammesso dal Ministero del lavoro e della previdenza sociale e per i soli casi di ristrutturazione o riorganizzazione in presenza di crisi aziendale: anticipata liquidazione della pensione di vecchiaia al cinquantottesimo anno di età, nei casi in cui siano stati maturati almeno diciotto anni di anzianità contributiva, con integrazione a carico dell'INPGI medesimo del requisito contributivo previsto dal secondo comma dell'articolo 4 del regolamento adottato dall'INPGI e approvato con decreto interministeriale 24 luglio 1995, di cui è data comunicazione nella Gazzetta Ufficiale n. 234 del 6 ottobre 1995. 2. L'integrazione contributiva a carico dell'INPGI di cui alla lettera b) del comma 1 non può essere superiore a cinque anni. Per i giornalisti che abbiano compiuto i sessanta anni di età, l'anzianità contributiva è maggiorata di un periodo non superiore alla differenza fra i sessantacinque anni di età e l'età anagrafica raggiunta, ferma restando la non superabilità del tetto massimo di 360 contributi mensili. Non sono ammessi a fruire dei benefìci i giornalisti che risultino già titolari di pensione a carico dell'assicurazione generale obbligatoria o di forme sostitutive, esonerative o esclusive della medesima. I contributi assicurativi riferiti a periodi lavorativi successivi all'anticipata liquidazione della pensione di vecchiaia sono riassorbiti dall'INPGI fino alla concorrenza della maggiorazione contributiva riconosciuta al giornalista. 3. La Cassa per l'integrazione dei guadagni degli operai dell'industria corrisponde alla gestione pensionistica una somma pari all'importo risultante dall'applicazione dell'aliquota contributiva in vigore per la gestione medesima sull'importo che si ottiene moltiplicando per i mesi di anticipazione della pensione l'ultima retribuzione percepita da ogni lavoratore interessato rapportati al mese. I contributi versati dalla Cassa integrazione guadagni sono iscritti per due terzi nella contabilità separata relativa agli interventi straordinari e per il rimanente terzo a quella relativa agli interventi ordinari. 4. Agli effetti del cumulo del trattamento di pensione di cui al presente articolo con la retribuzione si applicano le norme relative alla pensione di anzianità. 5. Il trattamento di pensione di cui al presente articolo non è compatibile con le prestazioni a carico dell'assicurazione contro la disoccupazione". 2. La normativa prevista dai commi primo, lettera a), e secondo, dell'articolo 37 della legge 5 agosto 1981, n. 416, nel testo in vigore antecedentemente alle modifiche apportate dal comma 1 del presente articolo, continua a trovare applicazione nei confronti dei poligrafici dipendenti da aziende individuate dal medesimo articolo 37, che abbiano stipulato e trasmesso ai competenti uffici del Dott. Francesco Di Maso - Commercialista Revisore contabile - studio via Solito n. 83, via Crispi, 99 - 74100 Taranto Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento può essere riprodotta o diffusa senza il consenso scritto dell'Amministrazione comunale e del Dott. F.sco Di Maso. 50 Ministero del lavoro e della previdenza sociale, antecedentemente alla data di entrata in vigore della presente legge, accordi sindacali relativi al riconoscimento delle causali di intervento di cui all'articolo 35 della medesima legge n. 416 del 1981. Art. 15. (Fondo per la mobilità e la riqualificazione professionale dei giornalisti) 1. È istituito, per la durata di cinque anni a decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge, il Fondo per la mobilità e la riqualificazione professionale dei giornalisti. Salva l'attuazione della riforma di cui al decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, e al decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 303, il predetto Fondo è istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri Dipartimento per l'informazione e l'editoria. 2. Il Fondo di cui al comma 1 è destinato ad effettuare interventi di sostegno a favore dei giornalisti professionisti dipendenti da imprese editrici di giornali quotidiani, da imprese editrici di periodici, nonchè da agenzie di stampa a diffusione nazionale, i quali presentino le dimissioni dal rapporto di lavoro a seguito dello stato di crisi delle imprese di appartenenza. 3. I giornalisti beneficiari degli interventi di sostegno di cui al comma 2 devono possedere, al momento delle dimissioni, una anzianità aziendale di servizio di almeno cinque anni. 4. Gli interventi di sostegno di cui al presente articolo sono concessi, anche cumulativamente, per: a) progetti individuali dei giornalisti che intendano riqualificare la propria preparazione professionale per indirizzarsi all'attività informativa nel settore dei nuovi mass media. Il finanziamento per ogni progetto è contenuto nei limiti di lire 20 milioni; b) progetti, concordati dalle imprese con il sindacato di categoria, diretti a favorire l'esodo volontario dei giornalisti dipendenti collocati in cassa integrazione guadagni straordinaria, ovvero in possesso dei requisiti per accedere al prepensionamento ai sensi dell'articolo 37 della legge 5 agosto 1981, n. 416, come sostituito dall'articolo 14 della presente legge. È erogata a ciascun giornalista una indennità pari a diciotto mensilità del trattamento tabellare minimo della categoria di appartenenza; c) progetti, concordati dalle imprese con il sindacato di categoria, per il collocamento all'esterno, anche al di fuori del settore dell'informazione, dei giornalisti dipendenti. L'intervento di sostegno è contenuto nei limiti del 50 per cento del costo certificato del progetto. È erogata altresì a ciascun giornalista che accetti le nuove occasioni di lavoro proposte nell'ambito del progetto, una indennità pari a dodici mensilità del trattamento tabellare minimo della categoria di appartenenza. 5. Per le finalità di cui al presente articolo, a decorrere dall'anno 2001 e fino all'anno 2005, è autorizzata la spesa massima di lire 8,5 miliardi annue. CAPO IV SEMPLIFICAZIONE AMMINISTRATIVA Art. 16. (Semplificazioni) 1. I soggetti tenuti all'iscrizione al registro degli operatori di comunicazione, ai sensi dell'articolo 1, comma 6, lettera a), numero 5), della legge 31 luglio 1997, n. 249, sono esentati dall'osservanza degli obblighi previsti dall'articolo 5 della legge 8 febbraio 1948, n. 47. L'iscrizione è condizione per l'inizio delle pubblicazioni. Dott. Francesco Di Maso - Commercialista Revisore contabile - studio via Solito n. 83, via Crispi, 99 - 74100 Taranto Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento può essere riprodotta o diffusa senza il consenso scritto dell'Amministrazione comunale e del Dott. F.sco Di Maso. 51 CAPO V DISPOSIZIONI FINALI E TRANSITORIE Art. 17. (Copertura finanziaria) 1. All'onere derivante dall'attuazione della presente legge, valutato in lire 32,7 miliardi per l'anno 2001, in lire 62,1 miliardi per l'anno 2002 e in lire 89,5 miliardi per l'anno 2003, si provvede, quanto a lire 23,2 miliardi per l'anno 2001, lire 41,6 miliardi per l'anno 2002 e lire 36 miliardi per l'anno 2003, mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui alla legge 14 agosto 1991, n. 278, e quanto a lire 9,5 miliardi per l'anno 2001, lire 20,5 miliardi per l'anno 2002 e lire 53,5 miliardi per l'anno 2003, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2001-2003, nell'ambito dell'unità previsionale di base di parte corrente "Fondo speciale" dello stato di previsione del Ministero del tesoro, del bilancio e programmazione economica per l'anno 2001, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero medesimo. Il Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio. Art. 18. (Modifica all'articolo 3 della legge 7 agosto 1990, n. 250) 1. Il comma 2 dell'articolo 3 della legge 7 agosto 1990, n. 250, è sostituito dai seguenti: "2. A decorrere dal 1º gennaio 2002, i contributi di cui al comma 8 e al comma 11 del presente articolo, il cui ammontare non può comunque superare il 50 per cento dei costi complessivi, compresi gli ammortamenti, risultanti dal bilancio dell'impresa stessa, sono concessi, limitatamente ad una sola testata, alle imprese editrici di giornali quotidiani che, con esclusione di quanto previsto dalle lettere a) e b) per le cooperative editrici costituite ai sensi e per gli effetti dell'articolo 153, comma 4, della legge 23 dicembre 2000, n. 388, possiedano i seguenti requisiti: a) siano costituite come cooperative giornalistiche da almeno tre anni; b) editino la testata stessa da almeno tre anni; c) abbiano acquisito, nell'anno precedente a quello di riferimento dei contributi, entrate pubblicitarie che non superino il 30 per cento dei costi complessivi dell'impresa risultanti dal bilancio dell'anno medesimo; d) abbiano adottato con norma statutaria il divieto di distribuzione degli utili nell'esercizio di riscossione dei contributi e nei dieci esercizi successivi; e) la testata edita abbia diffusione formalmente certificata pari ad almeno il 25 per cento della tiratura complessiva per le testate nazionali e ad almeno il 40 per cento per quelle locali. Ai fini del presente articolo, si intende per diffusione l'insieme delle vendite e degli abbonamenti e per testata locale quella cui almeno l'80 per cento della diffusione complessiva è concentrata in una sola regione; f) le testate nazionali che usufruiscono di contributi di cui al presente articolo non siano poste in vendita congiuntamente con altre testate; g) abbiano sottoposto l'intero bilancio di esercizio cui si riferiscono i contributi alla certificazione di una società di revisione scelta tra quelle di cui all'elenco apposito previsto dalla CONSOB; h) la testata edita sia posta in vendita a un prezzo non inferiore alla media dal prezzo base degli altri quotidiani, senza inserti e supplementi, di cui viene accertata la tiratura, prendendo a riferimento il primo giorno di pubblicazione dall'anno di riferimento dei contributi. 2-bis. I contributi previsti dalla presente legge e in misura, comunque, non superiore al 50 per cento dei costi complessivi, compresi gli ammortamenti, risultanti dal bilancio dell'impresa stessa, sono concessi anche alle imprese editrici di giornali quotidiani la cui maggioranza del capitale sia detenuta da cooperative, fondazioni o enti morali non aventi scopo di lucro che possiedano i requisiti di cui alle lettere b), c), d), e), f) e g) del comma 2 del presente articolo. Dott. Francesco Di Maso - Commercialista Revisore contabile - studio via Solito n. 83, via Crispi, 99 - 74100 Taranto Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento può essere riprodotta o diffusa senza il consenso scritto dell'Amministrazione comunale e del Dott. F.sco Di Maso. 52 2-ter. I contributi previsti dalla presente legge e in misura, comunque, non superiore al 50 per cento dei costi complessivi, compresi gli ammortamenti, risultanti dal bilancio dell'impresa stessa, sono concessi alle imprese editrici, comunque costituite, che editino giornali quotidiani in lingua francese, ladina, slovena e tedesca nelle regioni autonome Valle d'Aosta, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige, a condizione che le imprese beneficiarie non editino altri giornali quotidiani e possiedano i requisiti di cui alle lettere b), c), d), e), f) e g) del comma 2 del presente articolo. Gli stessi contributi e in misura, comunque, non superiore al 50 per cento dei costi complessivi, compresi gli ammortamenti, risultanti dal bilancio dell'impresa stessa, sono concessi ai giornali quotidiani italiani editi e diffusi all'estero a condizione che le imprese editrici beneficiarie possiedano i requisiti di cui alle lettere b), c), d) e g) del comma 2 del presente articolo. Tali imprese devono allegare alla domanda i bilanci corredati da una relazione di certificazione da parte di società abilitate secondo la normativa dello Stato in cui ha sede l'impresa. 2-quater. Le norme previste dal presente articolo per i quotidiani per quanto attiene ai requisiti e ai contributi si applicano anche ai periodici editi da cooperative giornalistiche ivi comprese quelle di cui all'articolo 52 della legge 5 agosto 1981, n. 416". Art. 19. (Interventi a sostegno della lettura nelle scuole) 1. All'articolo 8, comma 1, del decreto legislativo 17 maggio 1999, n. 153, dopo la lettera e), è aggiunta la seguente: "e-bis) acquisto, secondo parametri fissati dall'Autorità di vigilanza, su richiesta delle singole istituzioni scolastiche, di prodotti editoriali da devolvere agli istituti scolastici pubblici e privati nell'ambito del territorio nel quale opera la fondazione con il vincolo che tali istituti utilizzino i medesimi prodotti editoriali per attuare azioni a sostegno della lettura tra gli studenti e favorire la diffusione della lettura dei giornali quotidiani nelle scuole". Art. 20. (Disposizione finale) 1. Per quanto non previsto dalla presente legge si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 250, e successive modificazioni. In particolare si applicano l'ultimo periodo del comma 2, nel testo in vigore antecedentemente alle modifiche apportate dall'articolo 18 della presente legge, e i commi 6, 13 e 14 dell'articolo 3 della medesima legge. Art. 21. (Disposizione transitoria e abrogazioni) 1. Sono abrogati gli articoli 9 e 54 della legge 5 agosto 1981, n. 416, nelle parti in cui dispongono rispettivamente l'obbligo del Dipartimento per l'informazione e l'editoria - Ufficio per l'editoria e la stampa di comunicare all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni le tirature dei giornali quotidiani e l'espressione di un parere su tali tirature da parte della commissione tecnica consultiva di cui allo stesso articolo 54. Detta commissione continua ad esprimere pareri sull'accertamento della diffusione e dei requisiti di ammissione ai contributi previsti dall'articolo 3 della legge 7 agosto 1990, n. 250. 2. A decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge sono abrogati gli articoli 29, 30, 31 e 33 della legge n. 416 del 1981, fatto salvo quanto disposto dall'ultimo periodo del comma 2 dell'articolo 5 della presente legge. Dott. Francesco Di Maso - Commercialista Revisore contabile - studio via Solito n. 83, via Crispi, 99 - 74100 Taranto Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento può essere riprodotta o diffusa senza il consenso scritto dell'Amministrazione comunale e del Dott. F.sco Di Maso.