3 Introduzione Il dato oggettivo è che, purtroppo, le attività dirette ed indirette sull’ambiente, ad opera dell’uomo, stanno causando, negli ultimi decenni, la scomparsa di numerose specie animali e vegetali anche in antitesi con il quadro normativo nazionale. In particolare, nel caso degli ambienti d’acqua dolce i prelievi idrici eccessivi, le opere di regolarizzazione degli alvei, la costruzione di sbarramenti trasversali e l’inquinamento in forma diffusa e puntiforme rappresentano le principali cause di perdita di variabilità biologica e di specie endemiche. Parlare di conservazione della biodiversità non significa salvare il delfino o la tartaruga marina perché sono “animali belli” , animali che fanno notizia ed impressione positiva sull’opinione pubblica, ma gestire e conservare la funzionalità degli habitat naturali a cui sono associate specie animali e vegetali caratteristiche. Aspetti geologici delle risorgive e distribuzione Con il termine di risorgive si indicano gli affioramenti di acque sotterranee come conseguenza della variabilità di permeabilità dei sedimenti. Le acque di falda che circolano nei sedimenti grossolani (ghiaie) affiorano nel momento in cui incontrano sedimenti impermeabili a granulometria fine (sabbie ed argille). Ciò accade frequentemente nelle zone definite di “alta e media pianura” in cui i depositi alluvionali grossolani permeabili all’acqua incontrano i terreni a granulometria fine delle zone pianeggianti. La fascia delle risorgive si estende infatti con decorso pressoché continuo ai piedi delle Alpi ed ha un’ampiezza variabile da pochi km. fino ad oltre 50. Ad est si origina presso le foci del fiume Isonzo per poi risalire lungo la pianura friulana fino alla zona di Codroipo, passa nelle vicinanze di Pordenone e prosegue verso Vicenza. La linea è spezzata in corrispondenza dei Monti Lessini. Il fenomeno di risorgenza delle acque ricompare a sud di Verona in destra idrografica del Fiume Adige; superato il Fiume Mincio, la linea risale fino a sfiorare Brescia per poi seguire l’isoipsa dei 200 m.s.l.m. fino a raggiungere Novara e risalire verso Borgomanero. È qui, fra Sesia e Ticino che la fascia è più 4 ampia fino a 50 km ed oltre. La linea ridiscende verso il vercellese, sfiora il Po e risale verso Torino. Da questo punto in poi la linea prosegue verso Cuneo con andamento sempre più frammentato. Nella fascia pedeappenninica le risorgive compaiono sporadicamente ad ovest vicino al Fiume Po, a nord di Voghera, presso Piacenza, Parma, Modena e Bologna. Le ultime sorgenti si trovano ad est nei pressi di Rimini. Morfologia delle risorgive In base alla loro origine si possono distinguere due tipi di risorgenza: di sbarramento e di affioramento (Baraldi e Pellegrini, 1978). Le prime sono generate dalla risalita delle acque dovuta alla graduale diminuzione di permeabilità dei sedimenti passando da quelli più grossolani caratteristici del settore di alta pianura a quelli più fini e sempre meno permeabili della bassa pianura. È questo il caso dei corsi d’acqua di cui andremo a parlare. Le seconde si devono all’intersezione della falda acquifera con la superficie topografica e sono solitamente localizzate alla base dei terrazzi fluviali. Spesso i termini risorgive e fontanili vengono erroneamente associati, poichè pur indicando tipologie ambientali simili hanno diversa origine. Nello specifico; la risorgiva è un fenomeno naturale di affioramento degli acquiferi profondi mentre il fontanile è il risultato di un intervento antropico di scavo o perforazione che ha portato alla luce la falda. Le risorgive solitamente presentano una testa (chiamata polla) ed un asta di deflusso. La testa, dalla quale proviene l’alimentazione sotterranea, ha forma generalmente rotondeggiante ed irregolare. Verso valle la testa della risorgiva si restringe e forma l’asta che rappresenta il vero e proprio decorso. 5 Caratteristiche fisico-chimiche delle acque di risorgiva Le risorgive traggono origine in pianura dall’emersione di acquiferi sotterranei e sono caratterizzate dall’avere condizioni stabili sia di portata che di temperatura, in genere quest’ultima compresa fra ì 12-13 ed i 16-18 gradi sia in inverno che in estate. Sono quindi acque fresche ma non fredde, tipiche di ambienti submontani ed a debole scorrimento, tipiche di ambienti planiziali. Sono in sostanza acque con caratteristiche fisico –chimiche adatte allo sviluppo dei salmonidi localizzate in pianura, nelle quali risultano assenti le turbolenze ed i fondali sono costituiti da sedimento fine. L’alveo è interessato da uno sviluppo notevole delle macrofite acquatiche fra le quali le più rappresentative sono: Potamogeton natans, Potamogeton crispus, Lemna minor, Phragmites australis, Typha latifolia, Carex spp., Poligonum spp., Mentha acquatica ed Epilobium spp. Un simile ambiente permette l’instaurarsi di reti trofiche complesse con un numero elevato di unità sistematiche relative ai macroinvertebrati bentonici. La specie ittica tipica della zona delle risorgive è la spinarello, un piccolo pesce che richiede acque fresche, trasparenti ed ossigenate ma a ridotta velocità di corrente. È inoltre indispensabile al completamento del ciclo biologico della specie la presenza di macrofite sommerse che vengono utilizzate sia come rifugio sia come materiale per la costruzione del nido. Altre specie tipiche di queste acque sono il luccio, la tinca, il ghiozzo padano ed il panzarolo, ma, molto probabilmente, Spinarello (Gasterosteus aculeatus) in origine, nelle risorgenze oggetto di studio, l’unica specie naturale di accompagnamento allo spinarello era l’anguilla, ancora presente se pur sporadica. 6 Morfologia, ecologia e biologia riproduttiva dello spinarello Lo spinarello è un piccolo pesce dal muso corto ed appuntito con la bocca che si apre in posizione mediana. Il corpo dal profilo sub-ovale è compresso in senso laterale ed il peduncolo caudale è molto sottile. La pinna dorsale è molto arretrata, preceduta da tre spine debolmente dentellate e seguite da una membrana di forma triangolare. Le pinne pettorali sono discretamente sviluppate, mentre le ventrali sono provviste di una robusta spina. La pinna anale è arretrata, preceduta da una corta spina; la caudale, di ridotte dimensioni, ha il margine posteriore quasi rettilineo. Lo spinarello, piccolo pesce appartenente alla famiglia dei Gasterosteidi, originariamente molto diffuso nella Regione Padana, ha subito in questi ultimi decenni una notevole restrizione dell’areale. La causa principale di questa rarefazione è sicuramente imputabile al degrado ed alla scomparsa delle risorgive di pianura a cui lo spinarello è, per caratteristiche bio-ecologiche, fortemente correlato. Lo spinarello, al proposito, pur essendo specie euriterma ed ampiamente eurialina è esigente circa altri parametri ambientali presenti in forma sinergica solo nei piccoli fontanili del piano: necessita di acque con corrente moderata (non è un buon nuotatore ma bensì uno “scattista” sulle brevissime distanze), limpide (caccia le sue prede utilizzando esclusivamente la vista), ben ossigenate e ricche di vegetazione. La dieta è costituita da crostacei, anellidi, larve e pupe d’insetti acquatici, piccoli pesci. Nel periodo riproduttivo, coincidente con la fine dell’inverno (marzo-aprile), è facile distinguere le femmine dai maschi sessualmente maturi: questi ultimi infatti assumono la caratteristica “livrea nuziale” con il ventre di color rosso intenso e gli occhi che riflettono tonalità blu elettrico. Esemplare maschio di circa 2 anni in “livrea nuziale” impegnato nella costruzione del nido (foto di G. Busignani) 7 In questo periodo il maschio costruisce un piccolo nido con materiali vegetali che poi salda con una particolare sostanza secreta dai reni ed emessa dall’orifizio uro-genitale. Ogni maschio corteggia le femmine che si avvicinano al proprio territorio, producendosi in un caratteristico nuoto a zig-zag e dopo averle “conquistate”, le sospinge, con leggeri colpi di muso, nel nido. Dopo la deposizione, le uova vengono immediatamente fecondate e la femmina “scacciata” dal nido. Ogni maschio può ricevere e fecondare diverse deposizioni mentre le femmine sono in grado di deporre fino a 15 volte nell’arco di una sola stagione riproduttiva. Le uova vengono sorvegliate e ventilate dal maschio con il movimento delle pinne pettorali. Dopo la schiusa, i piccoli vengono sorvegliati dal padre ancora per alcuni giorni prima di disperdersi liberamente. 8 Area di indagine L’area interessata dalla emersione spontanea delle falde si trova immediatamente al di fuori della città di Rimini. Presenta uno sviluppo di circa 6 km. ed è delimitata ad ovest dal Fiume Marecchia, ad est dal Torrente Ausa ed a sud dai rilievi che precedono la Repubblica di San Marino. Il reticolo idrografico si presenta molto complesso a causa dello sfruttamento antropico collegamento che delle ha comportato sorgenti il attraverso innumerevoli fossati di scolo. I fossi tuttora svolgono sia la funzione di fornire acqua alle colture sia di smaltire le acque meteoriche in eccesso, impedendo l’allagamento delle campagne. Tuttavia, anche in base alla presenza delle biocenosi acquatiche tipiche, è possibile distinguere 3 corpi idrici di interesse naturalistico: la Fossa delle Grazie, la Fossa Padulli e la Fossa Calastra. Singolare appare la posizione della Risorgenza delle Grazie in quanto trova sviluppo in prossimità del tracciato autostradale. È opportuno a questo punto ricordare come, da tempo, sia in progetto l’allargamento della carreggiata da 2 a 3 corsie proprio nel tratto interessato dalle emergenze delle acque di falda. Inoltre, fra il tracciato autostradale e la statale adriatica, in destra idrografica alla Fossa Padulli, era presente un ulteriore risorgenza che è stata completamente “interrata” dal proprietario del terreno. A terra, dove prima era ubicata la polla sorgiva, è visibile attualmente, il pozzo di captazione di proprietà dell’acquedotto di Rimini. 9 Scopi della ricerca L’attività di rilevazione dati è stata suddivisa in due momenti temporali differenti: Nella prima fase (luglio/agosto) è stato possibile monitorare in presenza di ambienti acquatici che si stavano rinaturalizzando spontaneamente dopo gli ordinari interventi annuali di manutenzione idraulica e devegetazione delle sponde. Lo scopo è stato quello di individuare le residue popolazioni di spinarello e studiarne distribuzione e struttura di popolazione. La seconda fase (settembre/novembre) invece, è incominciata qualche giorno dopo la conclusione degli interventi di ripristino idraulico, effettuate con regolarità dal Consorzio di Bonifica competente per zona. I tratti con presenza dello spinarello, individuati in precedenza, sono stati rivisitati per valutare in maniera oggettiva quale fosse l’impatto delle opere di ripristino delle sezioni fluviali sulla specie. 10 Materiali e metodi I campionamenti ittiofaunistici sono stati condotti su stazioni di monitoraggio (tratti di corso d’acqua) scelte preliminarmente sulla base dei seguenti fattori: • Esistenza di informazioni pregresse circa la presenza dello spinarello • Rappresentatività del tratto rispetto al corso d’acqua di riferimento • Presenza di tratti in buone condizioni ambientali Ad ogni stazione di monitoraggio è stato infine assegnato un codice composto dal nome del corso d’acqua campionato a cui è stata associata una numerazione crescente da monte a valle. I campionamenti sono stati eseguiti, utilizzando le tecniche dell’elettropesca, nel corso dell’anno 2006 e nel complesso sono stati esaminati, almeno una volta, 11 siti; di questi, 7 sono stati monitorati per due volte e 3 per tre volte con cadenza temporale costante. Gli operatori impiegati sono stati due-cinque per ogni uscita. Al termine di ciascun campionamento è stata compilata una scheda, composta di tre parti: la prima indicante informazioni sull’ubicazione della stazione di campionamento (nome del corso d’acqua, comune, località, data, codice della stazione, grado di antropizzazione del territorio), la seconda relativa ad alcuni parametri di interesse idrobiologico e la terza relativa ai dati sull’ittiofauna. L’attività di campo ha previsto inoltre il rilevamento della temperatura e del tasso di ossigeno disciolto sia in % di saturazione che in mg/l. attraverso l’impiego di uno specifico ossimetro HANNA Instruments 9143 con compensazione automatica per altitudine e salinità. 11 I parametri fisici di interesse idrobiologico presi in considerazione sono stati: Altezza sul livello del mare (m.s.l.m.): è stata desunta da apposito altimetro. Stato di morbida o di magra: è definita in rapporto alle condizioni di piovosità stagionale. Larghezza media dell’alveo bagnato (m) rappresentativa del tratto esaminato. Lunghezza totale del tratto campionato espressa in metri. % di pools ( buche): percentuale dell’area campionata in cui sono presenti buche. % di riffles (raschi): percentuale dell’area campionata in cui sono presenti increspature e turbolenze. % di runs ( correnti): percentuale dell’area campionata con profondità e velocità di corrente costante % di massi: percentuale del fondo coperto da materiale con diametro superiore a 350 mm. % di sassi: percentuale del fondo coperto da materiale con diametro compreso fra 100 e 350mm. % di ciottoli: percentuale del fondo coperto da materiale con diametro compreso fra 35 e 100 mm. % di ghiaia: percentuale del fondo coperto da materiale con diametro compreso fra 2 e 32 mm. % di sabbia: percentuale del fondo coperto da materiale con diametro inferiore a 2 mm. % di fango: percentuale del fondo coperto da materiale con diametro inferiore a 0.0039mm. copertura vegetale delle sponde: valutazione soggettiva riguardo l’integrità della vegetazione riparia. vegetazione acquatica: valutazione soggettiva riguardo l’entità della copertura vegetale del fondo. presenza di rifugi: valutazione soggettiva attraverso punteggio da 1 a 5 riguardo la disponibilità di rifugi a disposizione dell’ittiofauna (1= assenti 2=scarsi 3=presenti 4=abbondanti 5=molto abbondanti). uso del territorio: indica il grado di antropizzazione espresso dal territorio circostante il corso d’acqua. antropizzazione (0-5): indica l’impatto antropico sul corso d’acqua sia per quanto riguarda gli scarichi sia per le modificazioni strutturali (briglie, arginature, taglio di vegetazione di sponda ecc.). Il valore aumenta con l’aumentare dell’alterazione di origine antropica. 12 Operazioni di campo Le specie ittiche sono state campionate attraverso pesca elettrica, utilizzando lo storditore elettrico ELT 725 spallabile e con potenza massima fino a 650 volt. L’analisi è stata di tipo quantitativo nella quasi totalità dei casi poiché si è operato mediante passaggi ripetuti in settori dei corsi d’acqua preventivamente delimitati (Moran, 1951; Zippin, 1956 e 1958; Seber e Le Cren, 1967). Alla conclusione delle operazioni di campionamento gli esemplari catturati sono stati narcotizzati con 2-fenossietanolo e quindi per ogni individuo sono stati rilevati i seguenti parametri biologici: • Lunghezza totale con approssimazione +/1mm. (misurata dall’apice della bocca all’estremità della pinna caudale) • Peso con approssimazione +/- 0,1 grammo attraverso l’utilizzo di una bilancia analitica • Poichè lo spinarello non possiede scaglie, si è deciso di attribuire l’età degli animali campionati semplicemente dall’osservazione dei picchi di frequenza delle strutture di popolazione. I dati così ottenuti sono stati confrontati con le età oggettive di animali di età compresa fra 0 e 2 anni allevati in acquario dopo aver riprodotto le stesse caratteristiche abiotiche e biotiche del fontanile di provenienza. • Dopo aver misurato il tratto campionato attraverso rotella metrica ogni pesce è stato rilasciato nel medesimo punto di prelievo, ad eccezione degli “esotici” che sono stati soppressi.