Comune
di Argenta
Deliberazione
n. 5
del 18/02/2013
PROVINCIA DI FERRARA
Verbale di deliberazione del Consiglio Comunale
Seduta pubblica
OGGETTO:
Costituzione dell’Unione dei Comuni Valli e Delizie tra i Comuni di
Argenta, Ostellato e Portomaggiore. Approvazione Atto Costitutivo,
Statuto e Piano Strategico.
L’anno Duemilatredici e questo dì Diciotto del mese di Febbraio alle ore 19.00, in Argenta,
nella sede Comunale, nella sala delle adunanze.
Convocato nelle forme prescritte dalla legge e dall’art. 10 dello Statuto Comunale e con
appositi avvisi consegnati al domicilio di ciascun Consigliere, si è oggi adunato il Consiglio
comunale. Fatto l’appello risultano:
Presenti
FIORENTINI ANTONIO
LEONI SARA
VOLPI ANGELA
MANZOLI REMO
GIBERTI FABRIZIO
SIMONI LUCA
CAI NADIA
GHESINI LANFRANCA
MINGOZZI MARCELLA
MANCINI DAVIDE
ZANOTTI DAVIDE
BASSI ANDREA
GAMBERONI ENRICO
GAIANI CESARE
BOLOGNESI PAOLO
STROZZI GABRIELE
PEZZETTA SILVANO
AZZALLI GABRIELLA
CHECCOLI MARCO
DALPOZZO DANIELE
BRINA GIUSEPPE
Totale presenti: 21
Sono presenti gli Assessori:
Assenti
Totale assenti: 0
Baldini A., Conficconi A., Alberani C.,Borea S., Pamini S., Gomedi I.
Giustificano l’assenza i Signori :
Assiste il Segretario Generale: Cavallari Dott.ssa Ornella.
Dato atto che il numero dei presenti è legale per la validità della seduta la Sig.ra Leoni Sara
Presidente, dichiara aperta la seduta.
Designati a scrutatori della votazione i Signori:
1) GAMBERONI ENRICO
3) STROZZI GABRIELE
2) GHESINI LANFRANCA
il Consiglio prende in esame gli oggetti entro indicati
Presenti n. 21 Consiglieri
Seduta del 18/02/2013
Nr. 5
OGGETTO: Costituzione dell’ ”Unione dei Comuni Valli e Delizie” tra i Comuni di Argenta,
Ostellato e Portomaggiore. Approvazione Atto Costitutivo, Statuto e Piano Strategico.
Sara Leoni – Presidente: Sesto punto: “Costituzione dell’“Unione dei Comuni Valli e Delizie”
tra i Comuni di Argenta, Ostellato e Portomaggiore. Approvazione Atto Costitutivo, Statuto e
Piano Strategico”.
Passo la parola al Sindaco.
Antonio Fiorentini – Sindaco: Sono quelle cose talmente dibattute che sono in difficoltà a
parlare perché rischio, certamente mi ripeterò, delle tante cose dette in queste e in altre sedi.
Provo a farne una super, super sintesi.
Quali sono le motivazioni di carattere generale, ma la prendo proprio alla lunga nella sintesi, e
riprendo una discussione, una delle ultime fatte sabato alla Camera di Commercio di Ferrara in
un dibattito dove c’era il Sindaco di Copparo, Unione già fatta; il Sindaco di Argenta, Unione
costituente; il Sindaco di Cento, Unione non ancora messa in cantiere, in alto mare, hanno
tante difficoltà ma ci arriveranno in fondo anche loro.
Quello che ne è emerso, o almeno quello che ho portato io e che è stato condiviso da quella
platea, è che intanto l’aspetto macroscopico – oltre al fatto che siamo obbligati, quindi mi
verrebbe da dire che stiamo parlando di nulla, siamo obbligati, però facciamo finta di niente –
è che in questo modo, cioè mettendo assieme alcuni Comuni, forse mantieni ancora in capo
alle Amministrazioni la scelta politica delle cose e non siamo ridotti a semplici Amministratori.
Malgrado negli ultimi anni si sia molto parlato di decentramento delle funzioni amministrative,
negli ultimi dieci anni si è realizzato lo Stato più centralista dal dopoguerra ad oggi. Centralista
da un lato e nessuna risorsa dall’altro per le Amministrazioni.
Mettendoci assieme, oltre all’obbligo, abbiamo la possibilità di governare meglio i processi di
cambiamento che riguardano le nostre comunità. Cambiamento, fatto in parole che cosa vuol
dire? Vuol dire che nel giro di cinque, dieci anni al massimo, e i prossimi cinque anni saranno
ancora peggio, quello che ci siamo trovati di fronte della nostra comunità è trasformato
radicalmente, nella tecnologia, nei rapporti familiari, nell’architettura dello Stato, nelle
aspettative dei cittadini nei confronti delle Amministrazioni Pubbliche ecc. ecc.
Il primo aspetto è che assieme siamo maggiormente in grado di governare i processi politici e
non di essere dei semplici, come ormai le Amministrazioni Comunali sono, dei semplici – lo
dico per esagerare – passacarte, però davvero esclusivamente Amministratori.
Il secondo aspetto è per essere più in grado di rispondere alle domande di specializzazione che
ci vengono richieste dai cittadini, dalle imprese…
Mi viene da dire – e anche in quel convegno lo abbiamo detto - dovremmo essere sempre più
in grado di dare risposte quasi personalizzate, proprio per quella complessità della nostra
società di cui parlavo.
Io ho fatto una battuta di cui oggi sono… e Samuela lo sa molto bene, facciamo regolamenti e
dibattiamo sui regolamenti, per accorgerci – appena li abbiamo approvati – che la società,
ovvero coloro i quali sono oggetto di quel regolamento, le condizioni sono già cambiate. Tant’è
che rispetto alle prestazioni sociali, che ci abbiamo messo l’anima in questi tre anni, le
abbiamo già cambiate tre volte perché ci rendevamo conto che ogni volta che gli mettevamo
mano, la società, mica la società europea, quella argentana stava già cambiando, e quelli che
erano i motivi per i quali avevamo fatto quelle modifiche per dare una risposta, ormai era già
difficile darle. Ecco assieme, forse, i Comuni hanno una capacità di dare una lettura ai processi
di cambiamento e a dare risposte più precise e personalizzate.
Porto alcuni esempi se no sembra che parliamo di… Quattro anni fa ad Argenta abbiamo
istituito l’Ufficio Ambiente, fu una battaglia della legislatura precedente dell’ultimo anno perché
sembrava quasi inutile mettere assieme una persona che si occupasse di ambiente. Nel volgere
di quattro anni, quella persona, è diventato uno degli uffici più importanti di tutta
l’Amministrazione Comunale, perché passa tutto da lì; in quattro anni si sono stravolte le
attese dei cittadini e la legislazione, al punto tale che quella che allora era una scelta così
discrezionale, fatta con qualche intuizione in anticipo, oggi è diventata del tutto insufficiente,
perché quella persona non riesce a stare dietro ai biogas, che è l’ultima cosa che è scoppiata in
un anno, che ci ha impegnato solo per mesi e mesi per capirci qualcosa, o gli scarichi in
atmosfera, o le VIA, o l’impatto ambientale, o le aree di naturalizzazione, o i rifiuti ecc. ecc.
Guardate non siamo più in grado di dare risposte da quell’ufficio perché c’è solo una persona.
Teniamo sempre presente che non possiamo assumere, mettendo assieme una persona di
Portomaggiore, di Argenta e la mezza di Ostellato, forse riusciamo a far sì che quella di
Argenta si occupi di scarichi in atmosfera e nelle acque, quella di Ostellato si occupi dei biogas
– sto sparando – e quella di Portomaggiore si occupi delle VIA dell’impatto ambientale.
Questo per dire che le due cose che ho detto, è cambiato il mondo in tre anni, ma dall’altro
lato ci siamo anche resi conto che con i nostri strumenti non siamo in grado di dare le risposte
che ci chiedono, chi? Gli imprenditori. Guardate, sempre più i nostri sportelli ricevono non il
cittadino ma il legale del cittadino, perché si deve barcamenare nella burocrazia complessa e
perché ha bisogno di risposte precise, particolari, che da soli non siamo più in grado di dargli.
Ma questo vale anche per la politica: se riusciamo a dividerci come assessorati in tre, sapete
che uno dei tre Sindaci diventerà il Presidente, gli altri due semplicemente Assessori, sempre a
costo zero, uno si occuperà per esempio, come abbiamo immaginato, di materie di
pianificazione ambientale, l’altro di personale e di tributi e il Presidente di altro, in modo tale
che quella specializzazione e competenza che richiediamo agli uffici e di cui è un ricavato
dell’Unione, lo chiediamo anche alla parte politica.
E il terzo fatto, lo metto per ultimo ma è la ragione che non ci obbliga con le norme ma ci
obbliga nei fatti, le Amministrazioni Comunali non possono più assumere per legge. Non
possiamo più assumere per legge. Non possiamo neanche fare più investimenti per legge, ma
questo è un altro paio di maniche, però lo diciamo.
Allora, se va in pensione quella persona, cosa facciamo, chiudiamo? Cioè non abbiamo mica
alternativa. Chiudiamo. A meno ché, per un po’, in attesa che migliorino i conti, che ci diano la
possibilità forse – io non credo – di assumere ancora, se mettiamo assieme il personale
possiamo ricavarne qualcuno che fa la funzione di colui che è andato in pensione. Facciamo un
altro esempio: ad Argenta abbiamo 5 persone all’Ufficio del Personale, a Portomaggiore 3 e a
Ostellato 1, credo che più o meno siano questi. Abbiamo messo assieme gli Uffici del Personale
ma non lo abbiamo fatto di 9 ma lo abbiamo fatto di 8, forse facciamo 7, di 8 forse facciamo 7,
quella in più che è rimasta serve per andare a fare il lavoro di quella che è andata in pensione
che non possiamo più assumere, disarmante come risposta ma è così. È così.
Teniamo conto che nel Comune di Argenta, negli ultimi tre anni sono andati in pensione, in
mobilità o ad altro Ente 12 persone, che è il 10% di tutto il personale del Comune di Argenta.
Stiamo tirando distribuendo responsabilità, facendo fare più lavoro alle persone ma fra un po’,
anzi già adesso, non ce la facciamo più.
Tant’è che prima Pezzetta ha fatto un’interrogazione per dire – e la risposta è questa –: come
mai siete sotto l’organico della Polizia Municipale? Non li possiamo assumere. A dire il vero,
Pezzetta, ci sono delle eccezioni sulle assunzioni, una è proprio nella Polizia Municipale, non
abbiamo i soldi ma è un altro problema.
E poi sono gli stessi altri Enti che ci chiedono di rispondere come Unione. Facciamo un altro
esempio ancora se no non ci capiamo: la Regione Emilia Romagna fa dei bandi per finanziare
tante cose e i punteggi per i bandi sono Unione prima di tutto, poi se rimangono risorse anche
ad altri. Il 20 20 20, che è il progetto che porto sempre, la Regione dice: lo finanzio solo alle
unioni lo Studio di Fattibilità, agli altri non lo finanzio. E così tante altre cose. Quindi siamo
obbligati, io l’ho messo nel capitolo dello stato di necessità, quello di fare l’Unione. Bene, il
grosso blocco di ragioni per non ripetere quelle dette fino ad oggi.
Secondo passaggio: perché Argenta, Portomaggiore e Ostellato? La risposta l’abbiamo avuta
prima con la Delibera degli Ambiti, è la stessa Regione che individua queste aree. Perché?
Perché, l’abbiamo detto nel dibattito, fanno parte anche del Distretto, la sub-zona, però è del
tutto evidente che è già identificata in modo forte. Poi ci sono delle ragioni del tutto evidenti, di
natura naturalistica, morfologica, culturale, ma facciamo finta che questi non c’entrino, che
magari li tiriamo fuori per il nome, quello che importa è che già da molto tempo questi Comuni
lavorano assieme. Non ci siamo mai accorti che erano già Unione? Perché forse non l’abbiamo
detto, forse al cittadino, al Consiglio Comunale non ha fatto tanto effetto, come effettivamente
è giusto che sia, il fatto che prima facevamo queste cose e non la chiamavamo Unione, adesso
invece la chiamiamo Unione. Ma con Portomaggiore e Ostellato abbiamo fatto altro che Unione.
Il Piano Regolatore che pesa molto di più di un’Unione in termini di scelte. Oppure con
Portomaggiore abbiamo da 10 anni la Polizia Municipale in convenzione, oppure l’ASP con
Portomaggiore ed ora Ostellato, oppure le aziende pubbliche che sono di tre Comuni che sono
proprio quelli – parlo di … e parlo di strade –, oppure ancora come abbiamo detto il Distretto
Sanitario. Quindi l’Unione l’avevamo già. Oggi la chiamiamo Unione, prima le chiamavamo
somma di convenzioni. Oggi siamo anche rinforzati dal fatto che la Delibera d’Ambito dice
quella è la strada che anche per la Regione abbiamo scelto.
Poi dopo dell’aspetto partecipativo e del confronto che abbiamo fatto, non lo tiro fuori a meno
che non sia richiamato, credo che valga la pena, invece – per concludere – fare un richiamo sul
nome. Per il nome molte sono state le suggestioni che abbiamo avuto. Come siamo arrivati al
nome “Valli e Delizie”? Siamo arrivati perché già da un anno, quando abbiamo cominciato a
confrontarci, abbiamo pensato che dovevamo trovare un metodo più che un nome e quel
metodo l’abbiamo trovato nel ricercare quali dovessero essere gli elementi che ci portavano al
nome. È del tutto un’ovvietà che gli elementi devono essere elementi identificativi delle tre
Amministrazioni, in modo tale che ognuno si sentisse parte di quel nome. Allora abbiamo fatto
un passo successivo che è stato quello di ritenere che i motivi morfologici e quelli culturali
potessero essere quelli nei quali ci potevano essere più ipotesi che ci accomunavano. Il
passaggio successivo è stato dai morfologici passare ai paesaggistici, ai naturalistici perché è
del tutto evidente che le caratteristiche naturalistiche di Argenta, Portomaggiore e Ostellato,
sono le medesime dei tre Comuni. E poi ci siamo soffermati su quelle culturali con uno spettro
molto ampio. A questo punto abbiamo chiesto alle scuole di darci delle suggestioni e le scuole
ci hanno dato molte suggestioni che per altro, come abbiamo già detto con gli altri tre Sindaci,
dovremo fare in modo di valorizzare. Facciamo questa cosa e poi pensiamo se farne una
mostra, se fare durante la Fiera… stiamo pensando nelle tre Fiere di valorizzare quei bei lavori.
Ma subito c’è stato un dato rispetto a questo, che anche i ragazzi ci hanno dato tante ipotesi e
abbiamo capito che comunque quelle ipotesi seguivano proprio il filone da noi individuato: gli
elementi naturalistici e gli elementi culturali. Poi loro hanno anche riportato molti acronimi che
noi avevamo già scartato di partenza perché era un’idea che non ci andava bene.
Ecco, rispetto a questo, è evidente, perché le scelte possono essere obiettivamente molte,
abbiamo scelto tra gli elementi naturalistici le Valli perché ci accomunano tutti e identificano
anche un bel paesaggio, un aspetto positivo, bello e identificativo delle tre comunità, mentre le
Delizie è l’aspetto culturale che abbiamo scelto perché, anche in questo caso è del tutto
evidente, la Delizia di Argenta – non mi viene mai il nome, come si chiama? - di Benvignante,
la Delizia di Benvignante o la Delizia di Consandolo, quella – ahimè - non l’abbiamo ancora ma
ha un grande rilievo storico. A Ostellato la Delizia di Tassoni o quella, come si chiama la
frazione?
(Intervento fuori microfono)
No, qui siamo a Portomaggiore… oppure a Portomaggiore il Verginese. So che a Ostellato ce ne
sono due, mentre a Portomaggiore il Verginese. Ecco quindi le Delizie Estense, ma gli Estensi
sono l’elemento ovviamente che lega tutta la parte ferrarese. Poi abbiamo scelto di non
mettere vicino a Delizie anche Estensi perché? Perché dal momento che parli di Delizie è
evidente che sono gli Estensi, non mettendo accanto a Delizie Estensi poteva essere evocativo
la parola “delizie” anche di altre: le delizie culinarie, le delizie paesaggistiche.
Quindi abbiamo scelto di non mettere accanto a Delizie anche gli Estensi e quindi abbiamo
formulato l’“Unione dei Comuni Valli e Delizie” e ci sembra che accomuni.
Pensate al Comune di Argenta che è quello più esteso, la parte verso Santa Maria è poco
identificata, anche se stiamo parlando di 20 chilometri e sono davvero cose che non hanno
significato se lo guardiamo dall’alto.
Medelana, non mi veniva il nome, l’altra Delizia di Ostellato è Medelana.
La parte di Santa Maria, diciamo così, che è più vicina alla parte degli Estensi, alle Delizie
Estensi o Consandolo, mentre Argenta la parte dell’argentano verso Anita è più vicino all’idea
delle Valli, così come Campotto, così come Argenta. Questo per dire che Argenta certamente è
quella che si sente più rappresentata dall’idea delle Valli e delle Delizie in tutto il suo percorso.
Lo ripeto, molti altri erano i nomi e le suggestioni, devo dire, particolarmente quelle che
derivano dai ragazzi ci sono molto piaciute, tra le quali: “I Comuni con le Stelle”.
Personalmente mi piace molto perché così dà l’idea molto conviviale, positiva delle nostre
Amministrazioni, oppure – ma qui lo dico per senso ironico - un’altra proposta è “I Comuni del
Popolo” che è molto forte come proposta e io non ho dubbi che l’idea non sia del popolo come
si possa intendere in questo Consiglio Comunale, cioè di una bandiera politica ma che siano del
popolo per identificare come il ruolo delle Amministrazioni sia quello di aiutare, di favorire, di
capire il popolo che sono i propri cittadini.
Questo per citarne alcune tra le tante che mi avevano maggiormente colpito e qui bisogna che
prendiamo l’impegno, come credo che faranno i miei colleghi che si stanno riunendo adesso,
per valorizzare questi bellissimi lavori. Per ora mi fermo.
Sara Leoni – Presidente: Interventi? Passo la parola al Consigliere Gaiani.
Cesare Gaiani – Consigliere (P.D.L.): Parto dall'ultima affermazione del Sindaco perché mi
sembrava appropriata, quel popolo che poi, alla fine, non ha potuto esprimersi se avesse o no
un parere favorevole a questa Unione, tra l'altro. Quindi richiamare il popolo quando fa
comodo, poi dopo, quando è ora di consultarlo, ci si pensa bene, perché magari potrebbe dire
cose diverse.
Devo dire che il passaggio, secondo me, potrebbe essere tecnico-politico però ci limiteremo e
mi limiterò a fare un esame di tipo concreto, per vedere se riusciamo ad estrapolare o a farci
dare qualche risposta. Vorrei che non mi venisse risposto: dovevate presentarvi alle riunioni
dei Capigruppo che noi abbiamo convocato, quelle quattro o cinque. Ma, avendo letto i verbali,
con tutta franchezza, devo dire la verità, mi sono chiesto che cosa saremmo venuti a fare,
salvo un mero cambiamento tecnico che è stata sufficiente una Commissione Statuto per
riscrivere il quale interamente. Se si voleva lo Statuto, quindi diciamo che gli aspetti potevano
essere completamente diversi.
Io dai verbali, ad esempio, non ho rilevato – da parte dei presenti a quelle riunioni dove erano
presenti tutti i Gruppi Consiliari – un esame approfondito sullo Studio della fattibilità, cioè non
ho letto che comunque chi si è presentato abbia rilevato o chiesto chiarimenti, oppure messo a
centralità quello che prevedeva lo Studio di fattibilità. Quindi ne deriva che a tutti va bene,
perché bisogna almeno dire questo. Oppure mi piacerebbe fare qualche domanda a qualcuno
dei presenti, se lo ha letto, perché è più facile che questa sia la domanda pertinente.
Poi parliamo di un'altra cosa: io stesso in Commissione Statuto ho chiesto a tutti i presenti –
sempre quelli che poi erano sempre presenti, il gioco di parole ci sta - alle riunioni, qual era
stata la motivazione fondamentale, per il quale era stato scelto - come dice appunto il primo
articolo dello Statuto – la centralità del Comune di Portomaggiore, perché se era una mera
risposta del tipo “scegliamo Portomaggiore, come è stata, perché si trova a metà strada”, beh,
ergo che i capoluoghi delle regioni non mi sembra siano stati scelti perché sono a metà strada
o a metà regione ma io ritenevo che, a mio avviso, il Comune capofila di un'Unione lo si debba
scegliere in base alle peculiarità che ha il territorio, alle potenzialità che ha il territorio: una
possono essere gli abitanti, una può essere la struttura industriale. E, se non vado errato,
vedevo appunto nel documento - ma non è necessario che lo vada a prendere - che solo la
zona industriale, cioè la zona artigianale, la nostra è 44 ettari e mezzo, quella di
Portomaggiore è 20 ettari, già questo indica una disparità. Poi, solo l'applicazione del reparto –
diciamo così - urbanistico, lo abbiamo detto anche in tempi non sospetti quando si è scelto il
Dirigente Unico per quello che riguarda Portomaggiore ed Argenta, le necessità che ha un
Comune di vasta dimensione come Argenta, rispetto ad altri Comuni. Poi, se vogliamo mettere
il sistema viario, il sistema delle infrastrutture per quanto riguarda le ferrovie e tutta una serie
di parametri scolastici, l'ospedale… cioè, tutta una serie di parametri che, a mio avviso, erano
necessari per scegliere il Comune capofila. Quindi non si parla di un sano - che magari qualche
volta può capitare – campanilismo, ma non è questo il caso.
Quindi, a fronte di questa domanda, nessuno dei presenti - possono testimoniarlo perché sono
qui, lo possono dire - non ha detto queste cose, non ha detto che Portomaggiore è stato scelto
per questo motivo, ha detto, oppure non ha detto, e quindi ho pensato che fosse solo perché
sia a metà strada.
Innanzitutto non dobbiamo anche dimenticare un passaggio importante. Forse l'Unione dei
Comuni avrebbe avuto una ragione più forte, più fondamentale, se si fossero abolite le
Province, perché l'Unione dei Comuni sarebbe stato un filtro necessario. Quindi, a nostro
avviso, si crea un ulteriore livello istituzionale: Comune, Unione dei Comuni, Province e
Regioni. Cioè tutti, compresa la Maggioranza, stanno facendo propaganda elettorale dicendo
che bisogna diminuire i costi e cosa facciamo qui, in Provincia di Ferrara? Costituiamo un
ulteriore livello istituzionale, dicono a costi zero.
Non è vero, perché mi piacerebbe sapere, l'ho chiesto in Conferenza dei Capigruppo, quali
sono i compensi del Segretario Comunale che verrà deciso, se c'è compenso per quanto
riguarda il Revisore dei Conti e i rimborsi chilometrici. Perché, la gente che si sposterà da un
Comune all'altro - faccio una domanda - verrà rimborsata perché si sposta? Perché, vorremmo
questo tipo di risposte. In più sarebbe necessario e l'ho anche contrastato in Commissione a
verbale, non capisco la costituzione del tempo indeterminato, cioè, un'Unione che viene
costituita a tempo indeterminato.
La risposta papale papale, ce l'ho qui davanti, è stata che ... è una scelta di costituzione di
tempo indeterminato... il Segretario specifica che il periodo minimo di durata, previsto per
legge, è di dieci anni e che comunque lo Statuto prevede tutte le modalità di recesso. Scusate,
solo perché lo Statuto prevede il recesso, lo dobbiamo fare indeterminato? Non l'ho capita.
Secondo me è un aggravio, un peso per le Amministrazioni successive. In più, credo che in
questo caso, non era necessario cercare la partecipazione dei gruppi consiliari, ma era
necessario capire, a fronte di una serie di domande fatte e proposte, che vi fosse la massima
adesione perché una scelta di questo tipo, non dobbiamo dimenticare che l'esito finale del voto
sarà quello, quasi il 90% dell'Opposizione, perché risulta che la Lega voterà a favore di questa
cosa, quindi il 90 perché è necessario, e sia quindi quel circa 40% di popolazione, l'Opposizione
sarà contraria a questo passaggio. Ne deriva una facile e conseguenza riflessione: nel
bolognese, se non vado errato, dovreste esserne a conoscenza, sei Comuni avevano pensato di
mettersi insieme. Ho guardato le amministrazioni ma sono alcune Liste Civiche del Centro
Sinistra e una di Centro Destra e quindi non è un motivo politico. Cos'hanno pensato di fare?
Hanno chiesto, proprio richiamando a quanto ha detto il Sindaco... “popolo…”, ha richiamato il
popolo...
il popolo che non ha potuto esprimersi, cos'ha fatto? Si sono espressi ed è risultato che quattro
Comuni han detto “sì” e due hanno detto “no” , l'Unione verrà fatta, ma c'è stata la
popolazione che ha potuto esprimere non - e qui vorrei non essere frainteso - se andare con
“Tizio” o andare con “Caio”. Se era, credeva o riteneva o gli piaceva fare questa Unione e, a
mio avviso, era la massima espressione della democrazia. Fermo restando - ed è qui che mi
ricollego alla Legge 21 Regionale-, non vi era tutta questa obbligatorietà della fretta perché la
si poteva fare entro gennaio 2014. Quindi i tempi per una mera consultazione, anche di tipo
indicativo, c'erano. Non si chiedeva se andare qua o là, no, siete d'accordo? Perché a me
sinceramente, piacerebbe sentire il parere dei cittadini di Anita quando dovranno...
Adesso la risposta sarà: no, il front-off adesso rimarrà… Va bene, anticipiamo questo, adesso
rimarrà così, poi fra un po' non sarà più così, quindi il disagio che alcuni cittadini avranno,
sentiranno, percepiranno verso le istituzioni sarà che “per fare questa cosa devono andare là”
punto.
Alcuni diranno “per me non è cambiato niente”, altri diranno “per me è cambiato molto” e si
rivolgeranno probabilmente a coloro che questa scelta l'hanno appoggiata, perché coloro che
l'hanno contestata probabilmente non avranno diritto di rivolgersi, anche perché si può dire
“l'avevamo come dire non preannunciato” , secondo me era da studiare tutto molto meglio.
Io la fretta, dico la verità, non ho ancora capito quale sia il motivo, non mi risulta che a livello
regionale che vi siano dei finanziamenti che scadono domattina e non ce li danno, non mi
risultano, altrimenti - domanda formulata anche in altre occasioni- quali sono e quanti sono,
quantificandoli, questi finanziamenti. Parlando di soldi, mi viene in mente una cosa: non è vero
che sarà a costo zero, anche perché vi sono i costi per l'adeguamento dei servizi, ossia per
l'adeguamento dei software, e sono quarantamila Euro, di cui una parte sono a carico del
Comune di Argenta e una parte di altri Comuni. In più, ci sarà da formare la sede e tutta una
serie di cose, quindi alcune risposte sarebbero necessarie. In più, rafforzo ancora la posizione
che la scelta del Comune di Portomaggiore, non ha motivazione di essere, come centralità,
perché, guardate, paradossalmente, si sceglie Portomaggiore, che è il Comune che ha meno
abitanti, cioè Argenta ha più abitanti insieme di entrambi gli altri due Comuni. Ma quando
andiamo a dividere le spese e tutta una serie di cose, si fa proporzionalmente, ossia, per gli
abitanti. Allora, c'è qualcosa che non funziona, in questa sede. Dopo si dice: “c'è un mero
disegno politico sotto”. Se ci sarà un disegno politico, lo vedremo perché hanno avuto tutta
questa fretta, però con tutta franchezza ditemi qual'è il motivo chiaro, a parte tutto questo
cocktail di domande e ritengo sia necessario perché una scelta di questo genere aveva
obbligatoriamente, dico, la necessità che quasi tutto il Consiglio Comunale aderisse a questa
iniziativa, perché ci troviamo invece nella malaugurata figura e fotografia che invece, oltre il
40% degli aventi diritto al voto, che hanno votato per questo Consiglio Comunale, non sono
d'accordo e non per partito preso. Mi sembra di aver messo nel dettaglio una serie di
considerazioni, non di poco conto.
Sara Leoni – Presidente: Passo la parola al Sindaco.
Antonio Fiorentini - Sindaco: Una domanda tecnica, dopo ti rispondo.
Quali sono i Comuni che hanno fatto questo referendum?...
(Intervento fuori microfono)
No, quella lì è una fusione. Ho capito, quella lì è un’altra roba, è un obbligo di legge. Non
c’entra niente. Non è un principio. Per la fusione c'è un obbligo di legge alla consultazione, per
il resto non c'è nessun obbligo di legge, c'è un'opportunità che nessuno mi risulta abbia fatto,
però rispondiamo dopo, poi preciso anche sulle altre robe, era proprio per mettere assieme i
punti della risposta.
Sara Leoni – Presidente: Passo la parola al Consigliere Azzalli.
Gabriella Azzalli – Consigliere (A.R.): Due domande alle quali mi potrà rispondere anche il
segretario, perché il Sindaco ha detto più volte che il Comune di Argenta è obbligato a
costituirsi in Unione.
Io voglio sapere, vorrei capire qual è la norma, la disposizione normativa che stabilisce
l'obbligo, per un Comune con le nostre caratteristiche, di costituirsi in Unione, entro quali
termini, cioè quali tempi e rispetto a quali funzioni. Quindi la domanda è molto precisa, gradirei
una risposta altrettanto precisa e puntuale...
La seconda domanda riguarda l'articolo 14 dello Statuto “Conformazione del Consiglio
dell’Unione.” La seconda domanda riguarda Il Consiglio dell'Unione: “composizione e sua prima
elezione”. Vorrei mi fosse precisato meglio il significato del comma 4 dell'articolo 14, dove si
dice che “per garantire l'effettiva rappresentanza delle Minoranze consiliari, i Consiglieri
dell'Unione saranno eletti con voto segreto, sulla base di due distinte liste: una comprendente
tutti i Consiglieri Comunali di Maggioranza e l'altra quelli di minoranza, presenti nel Consiglio
Comunale del Comune partecipante”. Poi continua dicendo che “ nel rispetto del principio della
non-ingerenza della Maggioranza nella scelta dei rappresentanti della Minoranza, ciascuno
nominerà i propri rappresentanti”, fino a che, a un certo punto si dice “ al fine di assicurare
l'effettiva rappresentanza, sia della Maggioranza che della Minoranza, in seno al Consiglio
dell'Unione, nel caso in cui una delle due liste di candidati non riceva voti sufficienti per
eleggere i propri rappresentati, saranno membri di diritto del Consiglio dell'Unione, i
rappresentanti dei Consiglieri di Maggioranza o di Opposizione, che hanno ottenuto il maggior
numero complessivo di voti di preferenza o, se si tratta del candidato Sindaco, la maggior cifra
elettorale alle elezioni amministrative del Comune di appartenenza”. Perché faccio questa
domanda? Perché mi chiedo: nell'ipotesi in cui un Consigliere che siede su questi scranni,
democraticamente eletto dai propri cittadini per stare qui, ritenesse di non voler partecipare
all'Unione, cioè, di non voler sedere nell'organo Consiglio dell'Unione, se è possibile che venga
comunque, se necessario, non se è possibile, se è necessario che venga comunque eletto di
diritto, e in sostanza, come si deve comportare? Perché, così come il Consigliere Comunale,
nonostante venga eletto in base al numero di preferenze, quando viene chiamato a sedersi
qua, deve esprimere la propria volontà di sedersi oppure no, cioè, di accettare o non accettare
la carica, ritengo che, per lo meno, lo stesso principio dovrà valere per sedersi o non sedersi
nel Consiglio dell'Unione. A quel punto, se la Minoranza di questo Consiglio Comunale
decidesse di non accettare la carica, il Consiglio dell'Unione si troverebbe con uno dei Comuni
partecipanti che non ha le rappresentanze della Minoranza che siedono nel Consiglio
dell'Unione.
Domanda: come funziona? Prima l’altra, poi questa.
Sara Leoni – Presidente: Passo la parola al Sindaco
Antonio Fiorentini - Sindaco: Sull'altra dico io perché mi hai tirato in ballo, io non parlo di
obbligo, dico che saremmo obbligati. Ad oggi l'obbligo è quello della delibera d'Ambito, a meno
che lei non mi smentisca, nel mettere in convenzione i servizi che la delibera d'Ambito impone.
Io dico che presto saremo obbligati a fare le Unioni, così come alcuni mesi fa dicevo che
saremmo stati obbligati a - allora non parlavo di ambiti ma parlavo di stare assieme- che non
invento mica la luna, a settembre 2012 venne Bertelli all'inaugurazione della Fiera e se
ricordate ci disse “Fate in fretta perché fra un po' ve lo imponiamo”, questa qua, la delibera
d'Ambito, so che è la prima parte di quella che diventerà un'imposizione.
Sara Leoni - Presidente: Passo la parola alla Segretaria.
Ornella Cavallari - Segretario Generale: Per quanto riguarda l'obbligo, non esiste un
obbligo di legge, non c'è l'obbligo di legge. C'è l'obbligo di gestire insieme determinati servizi e
funzioni tra i Comuni appartenenti all'Ambito. C'è l'obbligo dal 1 gennaio 2014 di gestire
almeno tre dei cinque, anzi delle quattro funzioni stabilite dalla Legge Regionale 21, come
obbligatorie per la gestione associata, ma un obbligo di arrivare all'Unione non c'è, nel senso
che la Legge Regionale dice che quei servizi devono essere obbligatoriamente gestiti in Unione
o in convenzione tra i Comuni appartenenti all'Ambito. Certo è che la Legge Regionale
incentiva le Unioni perché in effetti, soltanto alle Unioni riconosce determinati contributi, in
presenza poi di particolari presupposti... uno dei quali è per esempio il trasferimento all'Unione
del personale, quindi il conferimento del personale, quindi se c'è personale comandato, già è
una condizione che viene meno per accedere ai contributi. Ci deve essere il trasferimento del
personale.
Per quanto riguarda invece la composizione del Consiglio, la seconda domanda, l'articolo 14, è
la legge che dice espressamente che le Minoranze devono essere garantite, quindi c'è proprio
l'obbligo. Siccome noi ci siamo posti il problema, la stessa domanda che ha fatto la Consigliere,
abbiamo detto “ e se ad un certo punto le Minoranze non volessero essere rappresentate?”
siccome invece la legge pone l'obbligo di rappresentanza, è stata inserita questa norma per
garantire la presenza anche dell'Opposizione. Certo è che, se utilizzando questo criterio, il
candidato che risultasse eletto nel Consiglio dell'Unione e non intendesse farvi parte, vi
rinuncerà e quindi si farà come si fa con la surroga dei Consiglieri e si procederà a quello che
viene dopo, ma la Minoranza deve esserci... abbiamo utilizzato, tra l’altro, proprio le stessa
dicitura della norma per garantire l'effettiva rappresentanza delle Minoranze consiliari, è
proprio la legge che dice così.
Antonio Fiorentini - Sindaco:...del Consiglio Comunale, ho capito… Cioè nel momento delle
elezioni, la Minoranza deve essere tutelata per forza, poi dopo è iniziativa del singolo
Consigliere di decidere di dimettersi o ...scusate…
Sara Leoni - Presidente: Altri interventi? Passo la parola al Consigliere Azzalli
Gabriella Azzalli – Consigliere (A.R.): Sempre sul discorso dell'articolo 14... i membri di
diritto, come entrano, sulla base di quali, come vengono gestite le preferenze?... Come si
vota? Questa è la domanda.
Con voto segreto, però ad un certo punto dice: “nel caso in cui una delle due liste non riceva
voti sufficienti, saranno membri di diritto, i rappresentanti dei Consigli di Maggioranza o di
opposizione, che hanno ottenuto il maggior numero complessivo di voti di preferenza”, “di voto
di preferenza”, cioè, rispetto all'elezione comunale?
Ornella Cavallari - Segretario Generale: Esatto. Rispetto all'elezione comunale abbiamo
utilizzato il maggior numero di voti di preferenza o se si tratta del Consigliere candidato
Sindaco la maggior cifra elettorale, perché il candidato Sindaco non ha voti di preferenza e
quindi abbiamo dovuto fare il distinguo perché altrimenti paradossalmente il candidato
Sindaco, che magari è quello che ha avuto... sarebbe rimasto comunque fuori e quindi,
utilizzando solo i voti di preferenza, il candidato sindaco comunque sarebbe risultato escluso.
Per cui abbiamo inserito il correttivo, “il maggior numero di preferenze” o, nel caso di
candidato Sindaco, “la maggior cifra elettorale”, dando così la preferenza...sono quelli che
hanno più numero... è stato inserito appositamente...
Alla Minoranza di Argenta spettano cinque Consiglieri. Se non saltano fuori cinque Consiglieri
bisognerà dopo... se vengono sempre nominati, per esempio, tre Consiglieri raggiungono la
maggioranza dei voti da parte di tutto il gruppo di Minoranza e gli altri due non emergono,
bisognerà tirarli fuori, calcolando i voti di preferenza ottenuti nelle votazioni nel Consiglio
Comunale, perché comunque bisogna arrivare a cinque...
il voto ce l'hanno di diritto perché comunque si va a calcolare la maggior cifra elettorale nelle
elezioni amministrative, per cui comunque entra il candidato Sindaco.
Sara Leoni - Presidente: Altri interventi? Passo la parola al Sindaco
Antonio Fiorentini – Sindaco: Alcune sollecitazioni di Gaiani: nel Ferrarese si fanno le
Unioni... le Unioni vengono fatte in tutto il Nord Italia, poi, alcuni dati in Piemonte, parlo di
quelli che funzionano meglio, in Piemonte sono quarantacinque le Unioni dei Comuni. Ci si
intende, quando si parla di Unioni, quarantacinque, come minimo sono tre Comuni per Unione,
quindi sono coinvolti, sono quarantacinque, sono centocinquanta Comuni, come minimo. Nella
Lombardia sono cinquantuno Comuni, nel Veneto sono ventisei Comuni, ventisei Unioni,
scusate mi sbaglio, in Emilia Romagna ventitré, per poi passare invece nel Centro Sud, dove
calano fortemente: nel Lazio tredici, nel Molise dieci e nella Campania venticinque, quindi non
è la Provincia di Ferrara, è l'Italia che si muove verso le Unioni e sottolineo l'Italia del nord che
si muove verso le Unioni. Sul fatto di Portomaggiore perché è stata scelta come sede. E’ stata
scelta, poi dopo, Cesare, uno non è che possa dirmi “non darmi quella risposta”, perché se la
premessa è “non darmi quella risposta”, io dico “tu non farmi le domande”, visto che non sei
venuto in nessuna, non in due o tre riunioni, delle dieci riunioni che abbiamo fatto, quindi ci
rispettiamo reciprocamente. Per me è inammissibile che si venga qui a fare delle domande,
quando per dieci volte ci siamo incontrati e abbiamo fatto domande su domande e se vai a
vedere bene i verbali e gli Statuti che, in ogni occasione, abbiamo comunque sempre mandato
a tutti, anche se non erano presenti e dove potevano venire alle riunioni, non solo i Capigruppo
ma anche i Consiglieri Comunali e dove negli altri Comuni sono venute anche le Opposizioni,
comunque lì potevamo sviscerare tutto quello che c'era da sviscerare, tant'è che, al contrario
di quello che dicono, se si va a prendere la prima versione dello Statuto e l'ultima versione,
non sono cambiate di tre righe, ahimè, è cambiato profondamente lo Statuto. Detto quello,
perché Portomaggiore? Perché Portomaggiore è centrale rispetto a Ostellato e Argenta,
oppure, pensiamo che l'Unione fosse ad Argenta, per Portomaggiore è uguale, per Ostellato è
un altro paio di maniche. Ecco allora che diventa più funzionale la sede dell'Unione a
Portomaggiore. Se poi -davvero non riesco a capire la ratio- dobbiamo andare a dire che, visto
che era ovvio che rispondessi così perché questa è la ragione per la quale abbiamo scelto
Portomaggiore, ma adesso ci dite che i servizi non sono penalizzati, ovvero non sono chiusi,
domani ce li chiudete, non ho capito per quale motivo dovremmo aver fatto l'Unione. L'Unione
la facciamo perché, forse, riusciamo a reagire meglio a quel disastro che sta succedendo sugli
Enti locali d'Italia: disastro finanziario, disastro organizzativo, disastro... e assieme, forse,
riusciamo, lo ripeto, sono monotono, a tener meglio botta nel continuare a dare i servizi. Non
capisco perché si debba pensare “ma dopo li chiudiamo”. Quali interessi può avere un Sindaco
di Ostellato, di Argenta, di Portomaggiore a chiudere... farà di tutto per tenerli aperti... “ma un
domani ce li chiuderete”. Perché? Faremmo le barricate per non chiudere i servizi, siamo
riusciti neanche a chiudere gli uffici decentrati, vi ricordate, all'inizio della legislatura, quando li
abbiamo riposizionati, anzi, li abbiamo aumentati, quindi non capisco perché infondere un
dubbio di questo tipo. Può anche darsi che ci taglino ulteriormente il personale e ci troviamo ad
una possibilità del genere. Ad oggi, in realtà, facciamo l'Unione proprio..., anche per riuscire a
mantenere i servizi nel territorio, gli sportelli, la parola “servizi” può essere sempre ambigua.
- La Provincia di Ferrara l'ho detto, - perché Portomaggiore l'ho detto - perché non si parla
dell'esame, dello studio di fattibilità?
Abbiamo fatto anche un incontro specifico sull'organizzazione delle unioni, qui dove c'era solo
un Consigliere Comunale. Se c'era qualcuno che voleva dire qualcosa, quelle erano le sedi,
come quelle altre, per parlare. Poi dopo, perché le Opposizioni di Portomaggiore che sono in
parte venute agli incontri, o perché le Opposizioni di Ostellato che in parte sono venute agli
incontri, non hanno mai fatto osservazioni, andrete a chiedere, non so per quale motivo...
Abbiamo partecipato, a tre, quattro riunioni l'ho detto.
La battuta del popolo è una cosa davvero avvilente, è un nome deciso, proposto dai bambini,
non da noi, quindi la battuta non capisco che significato abbia.
Il tempo indeterminato bisogna…. Il tempo indeterminato è deciso anche nella delibera degli
ambiti, cioè la delibera degli ambiti, che è molto più forte della nostra Unione dice che
dobbiamo mettere insieme i servizi - mi fermi dottoressa se dico sbagliato - senza un tempo di
scadenza, non c'è nessun tempo di scadenza. La Regione dice “mettete assieme quei
servizi…”... noi facciamo l'Unione a tempo indeterminato però abbiamo sempre la potestà
all'interno dei Consigli di decidere, un domani, di fare in modo differente. Però sappiamo che,
rispetto alle attese della Regione, noi possiamo anche togliere il cappello che abbiamo
chiamato “Unione” ma i servizi che abbiamo messo dentro rimangono a tempo indeterminato...
Poi noi, è chiaro che con l'Unione mettiamo assieme ad oggi un servizio in più di quelli che
siamo obbligati, che la Regione parte con tre, noi ne mettiamo quattro, anche se dice entro
l'1.1 devono essere quattro?... Dopo dobbiamo implementarlo, quindi è chiaro che noi diamo
maggior forza all'Unione, non è semplicemente come ho detto.
Il referendum ho detto che è uno strafalcione perché non è stato fatto da nessuno e una scelta
di questo genere deve vederci tutti partecipi. Ma sono tutti partecipi, poi dopo? Qua dentro non
si è votato il semaforo di Santa Maria Codifiume, cioè, non siete stati partecipi nella votazione
del semaforo, lo dico perché oggi forse ci han detto... quindi una ovvietà su un investimento
sul quale non c'è nessuno motivo per dire “sono contrario”, avete votato contro il fatto di fare il
semaforo di Santa Maria Codifiume.
Ora io che sono una persona ingenua e che mantengo…
(Intervento fuori microfono)
Per favore, Consiglieri… Questa era una risposta, mi è venuta, ma ne avrei potute trovare altre
centinaia. In tre anni e mi prendo perché sono fatto così le responsabilità del fatto di non
essere stato abbastanza convincente nel riuscire ad avere l'appoggio su alcune cose anche
della Minoranza, però ci sono alcune situazioni dove non c'era mica bisogno di essere
convincenti per avere un voto di astensione e ho portato l'esempio ultimo del semaforo di
Santa Maria Codifiume, dove non c'era nessun motivo o ragione al mondo per votare contro.
Ora, come posso pensare, nella mia ingenuità, che si potesse arrivare ad una scelta che
vedeva partecipe anche il tuo gruppo, sono davvero un disilluso e però continuo ad esserlo. Mi
faccio carico che, può darsi che il processo partecipativo di o coinvolgimento delle Minoranze
non è stato sufficiente al punto tale che, se avessimo fatto...non è vero – mi sto violentando…non venire mai ad un incontro istituzionale, sono degli incontri formali, con tutti i Capigruppo,
che non è una banalità e non venire lì, per poi dopo arrivare in Consiglio Comunale e dire
“dovevate coinvolgerci di più” è una cosa che non sta né in cielo, né in terra, anche se mi
sforzo di trovare tutta la parte ecumenica del mio ruolo, non è possibile! In quegli incontri,
Cesare, non sei mai venuto, neanche una volta! Non ne abbiamo fatti quattro o cinque, ne
abbiamo fatti, dei Capigruppo sei, sette e poi adesso mi riprendi, li metto anche in fila per
numero. Ne abbiamo fatti specifici qui ad Argenta solo, abbiamo fatto dieci assemblee
pubbliche. In una assemblea pubblica ad Argenta sei venuto a fare un'osservazione. Gli
incontri che abbiamo fatto, pubblici o privati con i Capigruppo sono più di venti sull'Unione.
Venti! Cinque sono qui, più... allora li leggo tutti...
Assemblea Dipendenti Porto…, non ci riguarda;
Sindacati più RSU, non ci riguarda;
Capigruppo Portomaggiore fatta il 9 ottobre, non c'eri;
Consiglio Comunale, va bene, Scuole Primarie, Capigruppo fatto il 20 novembre, non c'eri;
Sindacati, va bene;
Associazioni Volontariato, non c'era nessuno,... no, c'eravate;
Consiglio Comunale, va bene;
Associazione Imprenditori, no;
Sindacati, ancora niente;
Assemblea pubblica, Assemblea pubblica, Assemblea pubblica, Assemblea pubblica, Assemblea
pubblica, Assemblea pubblica, niente;
Capigruppo il 12.12, non c'eri;
Assemblea pubblica, Assemblea pubblica, Assemblea pubblica, incontro con il Sindacato;
Capigruppo ad Argenta, non c'eri, (cinque);
Commissione ad Argenta Statuto (sei), c'eri;
Quindi sei incontri per i Capigruppo, nella quale abbiamo sviscerato lo Statuto, non ti sei mai
fatto vedere ed oggi si dice che il processo partecipativo non è sufficiente.
Ora... va bene tutto, però vuol dire proprio uno strappo alla buona volontà del confronto.
Quindi io ho risposto a questo, del referendum l'ho detto, del tempo indeterminato l'ho detto,
cosa facciamo nella Provincia di Ferrara, ho risposto, Comune di Porto centrale, l'ho fatto; non
è stato fatto esame di studio di fattibilità, le due o tre riunioni, l'ho detto; … Porto deve essere
consultato.
- I compensi del Segretario, non so, dobbiamo ancora decidere tutto. Io... so perché non li ho
mai presi ma credo che sia di diritto a chiunque chiedere i rimborsi chilometrici, devono
esserci, quindi... se fossero ad Argenta costerebbero di più. Ecco, risparmiamo, vedi? Andando
a Portomaggiore, venendo da Argenta o da Ostellato si spende di meno che partendo da
Ostellato verso Argenta, quindi nei percorsi chilometrici risparmiamo.
Non ho mai detto e qualcuno mi dica che sono contraddittorio, non ho mai detto che l'Unione
portava a spendere di meno. È un obiettivo dell'Unione. La legge del riordino dice che deve
essere un obiettivo, ma non l'ho mai detto, perché so bene come vanno queste cose qua, e se
uno ha la capacità di fare i conti al millimetro, alla fine il saldo non è zero. Perché se uno fa il
saldo della spesa pubblica, il saldo per noi deve essere per forza zero. Però pensate solo che la
Regione ci finanzia per fare delle robe quindi è chiaro che si spende di più. Per me, il fatto che
la Regione mi finanzi a prendere un immobile, a prendere delle cose, per me è un fatto
positivo: faccio lavorare chi li compra, non vedo quale sia il problema però, per onestà
intellettuale, io non ho mai parlato di risparmi. È un obiettivo e deve essere un obiettivo e, ci si
intenda, deve essere così. L'Unione, alla lunga, anzi senza alla lunga, deve portare dei
risparmi. Però io non l'ho mai detto, proprio perché mi rendo conto della difficoltà della
rendicontazione e perché voglio vedere alla prova dei fatti, ma deve essere così.
Sara Leoni – Presidente: Altri interventi? Passo la parola al Consigliere Gaiani.
Cesare Gaiani – Consigliere (P.D.L.): Sono andato a vedere appunto, l'articolo riferente,
per quanto riguarda la fusione, era del Carlino del 26 novembre 2012 e riguardava appunto un
referendum consuntivo, quindi non vincolante, con particolare riguardo al Sindaco di Bologna,
ha praticamente detto che bisogna dare comunque un'attenzione molto importante al “NO” dei
due Comuni, quindi questo dovrebbe farla riflettere, Sindaco, appena tutto quanto detto. Poi,
non so da dove cominciare, però sono state dette una serie di imprecisioni:
non ho detto che mi lamento per il fatto che dovevamo discuterne di più... ho detto
esattamente un'altra cosa.
Ha risposto chiaramente che Portomaggiore come Comune capofila è stato scelto solo per
motivi di distanza, quindi questo dà un peso alla scelta importante.
Mi sono riletto i verbali e noto, per l'ennesima volta, che il Sindaco dice “se c'erano delle
osservazioni, i gruppi di Opposizione presenti le dovevano fare”. Stessa cosa vale per i gruppi
di Maggioranza, oppure, ho detto, non hanno ancora parlato ma lo diranno, son d'accordo,
cioè, dicono che lo studio di fattibilità è fatto ad hoc. Non c'è nessuna crepa, non c'è nessuna
imperfezione, non c'è nessuna criticità, strano, io l'ho letto e non mi sembra.
La ringrazio per il fatto che mi ha reso a conoscenza che, oltre al Ferrarese, stanno facendo le
unioni dappertutto, nessuno ha detto questa cosa, l'avevo guardato anch'io.
Che ci avete sempre consegnato i verbali, ci mancherebbe che non ce li aveste dati.... perché
non veniamo, ci dovete dare i contenuti;
sui compensi, io l'avevo chiesto al Segretario, perché a me non interessa quanto prende, mi
interessa sapere se quei compensi vanno a modificare il budget, perché ho il verbale del
Collegio dei Revisori, che ci è stato, almeno a me questa mattina, nonostante le ultime sedute
si siano credo chiuse – va bene che questo porta la data del 7 di febbraio - però si parla di
un'esaminata documentazione messa a disposizione e preso atto dei chiarimenti forniti.
Devo dire che, a questo punto, siccome so che l'obbligatorietà impone che venga presentato
un budget ai Revisori fino al 2014, è anche vero che dovreste avere tutti i dati dei costi, sennò,
scusate, che budget avete presentato? Perché sono abituato che un budget lo si costruisce, lo
si formula in virtù dei dati, oppure diciamo “forse spenderemo X...”, no, non è così,
spenderemo questo, questo e questo, per questo, questo e questo. Quindi, se il 7 di febbraio o
andando avanti dal 7 di febbraio sono state date tutte queste documentazioni, per le quali il
Collegio dei Revisori esprime parere positivo al fatto che si possa costituire l'Unione, ma dicono
anche che, considerato tutte queste cose, dovranno essere rispettati nei contenuti delle
specifiche convenzioni che disciplineranno le funzioni, conferiti in Unione.
Se volete, vado avanti, senza fare la strumentalizzazione che, invece, il Sindaco ha voluto fare
sul semaforo di Santa Maria, che non c'entra assolutamente niente con l'oggetto, non è cosa di
oggetto di discussione. Però ricordo ai presenti che se volete andare a vedere il motivo per il
quale questo Gruppo, che rappresento, ossia il PDL ha votato contro a quella cosa, vi
documentate, capirete che il Sindaco ha fatto una mera strumentalizzazione in questo campo.
L'hai detto tu, non l'ho detto io. Poi parliamo di incontri mancati, come se questi incontri
mancati fossero la colpa. Io ho qui il verbale del 11 gennaio 2013 dove vi erano tutti questi
Capigruppo riuniti. Vado a leggere per precisazione, perché dovrebbero essere documenti resi
pubblici, a mio avviso. Siccome il Consigliere Brina si è arrabbiato … io leggo le sue
affermazioni. “Il comportamento dei Gruppi Consiliari di Argenta è molto strano e rispecchia
l'atteggiamento da essi spesso assunto secondo cui chi non la pensa come loro, viene
attaccato. È quanto accaduto a me con accuse sul quotidiano 'La nuova Ferrara', di avere già
fatto un accordo con il PD sull'Unione semplicemente per il fatto che ho preso parte ad un
confronto sulla bozza dello Statuto”. Brina, chiedo scusa. L'oggetto del verbale non aveva
nessun significato, però in virtù di dichiarazioni di questo genere le responsabilità non sono
nostre. Poi vado avanti, Ricci Antonio, Capogruppo del Gruppo Consiliare di Opposizione,
Popolo della Libertà, dice: “La non partecipazione può anche essere una forma di protesta” e
così era perché il Sindaco non può fare finta di non sapere quali erano i motivi per i quali
disertavano le riunioni. Gli erano stati ripetutamente dette. Infatti il Sindaco, nel passaggio
prima, dice: “I Capigruppo sono stati invitati sempre tutti ed al termine di ogni incontro è stato
inviato a tutti, anche a coloro che erano assenti, il verbale della riunione e la bozza di Statuto
modificata progressivamente”. Questo è verissimo. “Ciò dimostra che questi momenti di
confronto sono stati costruttivi per cui è incomprensibile il comportamento dei Gruppi Consiliari
che hanno deciso di sottrarsi al confronto. Chiedo che cosa si deve se, benché invitati, alcuni
Capogruppo non si presentano?”. Ecco, questo è il pezzo, invece, che... Questo sì, è
incomprensibile perché nel caso uno fa ….. o ritenga una forma di protesta fatta per un certo
motivo, al Sindaco, con tutta franchezza, non gliene deve fregare niente. Quindi non è che ci
sottraiamo al confronto. Il confronto lo stiamo facendo questa sera, che vi piaccia o non vi
piaccia. Quindi nell'Ambito di una serie di considerazioni di questo tipo, ognuno potrebbe fare,
ed è giusto che sia così, le proprie scelte.
Voi state facendo una scelta che io non critico mica. Vi ho detto quali sono i motivi per i quali
alcuni Gruppi, o per il quale, o il Gruppo Consiliare, o i Gruppi consiliari, o una parte che,
ripeto, il 90% dell'Opposizione non voterà, non sceglierà e non lo si è fatto solo per una mera
demagogia, ma lo si è fatto perché abbiamo dato delle priorità e delle chiare spiegazioni per le
quali lo facciamo. Devo anche dire, tra virgolette, “che non viene chiarito, come si penserà, di
ovviare a quanto prevede lo Statuto, perché lo Statuto parla anche di assunzioni possibili” e
ricordo che in Commissione Statuto ho precisato e fatto notare che, nella verifica delle
assunzioni, si poteva creare una serie di problemi di tipo economico, perché parliamo di
assunzioni dell'Unione, non di dipendenti distaccati, comandati. Dopo vi è un articolo che io e il
Segretario abbiamo discusso parecchio, sul fatto di che cosa succede nel caso che vi sia un
Comune che recede o, ipoteticamente, ma non era l'avvocato del diavolo... questo è quanto
succede. Quindi questo Statuto prevede anche questo, con una differenza sostanziale che in
quel caso il Segretario disse al sottoscritto che vi sarebbe stato, il 29 gennaio, un incontro con
il Sindacato. Questa Commissione si è riunita il 22, la successiva il 25. Dell'esito dell'incontro,
chiamiamolo così, ne abbiamo conferma nell'esito della delibera, ma dei contenuti della
discussione no. Mi piacerebbe sapere a domanda, come sottoposta in Commissione Statuto,
sottoposta al Sindacato, che cosa ha risposto, perché quando ho messo in chiaro ed in esame
la possibilità che ci fosse questa eventualità, i dipendenti comandati hanno un percorso molto
chiaro, ma i dipendenti... tra virgolette, se è successo, questo non lo posso sapere. Siccome lo
Statuto lo prende in esame, “assunti” nell'Unione non sono dipendenti comandati. Per fare un
esempio piccolissimo, per capirci che cosa vogliamo dire, però il Sindaco non mi taccia dopo,
per dire che sono fuori tema: nell'eventualità, lo dico con molta serenità, nel caso della nostra
controllata c'è stato un passaggio in cui un certo numero di dipendenti sono stati passati di là.
Poi questa controllata è cresciuta, è aumentata ed i dipendenti sono aumentati. Nell'ipotesi più
scellerata, più improbabile, che non deve succedere, che questa cosa venga a non esistere più,
probabilmente la normativa, se impugnata, metterebbe nella condizione di ritornare a coloro
che sono stati mandati al loro posto di lavoro, mentre i nuovi assunti avrebbero dei grossissimi
problemi. Il ragionamento fatto è partito da questa cosa qui. Io non so che cosa ha risposto il
Sindacato e se al Sindacato è stato posto questo quesito come l'ho posto in Commissione
Statuto. Ritengo che non sia necessario aggiungere, perché sembra quasi che si voglia fare
oggetto, discussione solo sui punti che non piacciono, fermo restando che l'Unione, in questo
modo taccio chi dice che noi non la vogliamo, “l'Unione probabilmente”, dissi in tempi non
sospetti e anche in tempi lì vicino, “forse è l'unica strada, forse sarà la strada da perseguire”.
Quindi non è la contrarietà all'Unione come strumento. Lo abbiamo detto, l'ho detto. Basta
andare a leggersi i verbali. Il problema qui è tutta un'altra cosa, tutto un altro contesto.
Abbiamo detto i motivi per i quali si è fatta questa scelta, i motivi della fretta, i motivi perché
abbiamo stabilito... cioè avete stabilito la centralità dei Comuni, abbiamo stabilito il tempo
indeterminato. L'auspicio non ricercato, ma comunque a tutti i costi, della massima adesione e
una serie di altre cose. Non dimenticando, se vi ricordate, adesso non ho memoria, ma vi fu
non tanto tempo fa, anche un articolo, non vorrei fare confusione, tra l'Unione di Copparo e
Iolanda, ma se non vado errato il Sindaco di Iolanda stesso manifestò grosse perplessità ed è
successo qualche cosa. Vado proprio a memoria, in questo caso. È successo che c'è stato
proprio un recesso, ha chiesto di tornare indietro, non ha voluto... o qualche cosa di questo
genere. Lo ricordo a memoria, comunque vuole dire che una qualche crepa, una qualche cosa
c'è. Allora, domando: “Era così necessaria questa fretta?”. Il Sindaco poi, non ha risposto,
magari lo farà adesso, su quanti sono, economicamente quantificabili, tutti quei finanziamenti
che la Regione dovrebbe erogare all'Unione dei Comuni nel caso non la facciamo adesso, ma la
facciamo tra un mese. Grazie.
Sara Leoni – Presidente: Altri interventi? Se non ci sono altri interventi, passerei alle
dichiarazioni di voto. Passiamo alle dichiarazioni di voto. Passo parola alla Consigliera Azzalli.
Gabriella Azzalli – Consigliere (A.R.): Premesso che alla delibera sul semaforo di Santa
Maria Codifiume noi avevamo votato a favore, sull'Unione dei Comuni vorrei dire questo: “Non
è obbligatoria”, dice il Segretario. Non è obbligatoria per chi ha delle dimensioni di un Comune
come il nostro, che è un Comune che, se avesse 30.000 abitanti per estensione territoriale
sarebbe considerato, già da solo, un Ambito Ottimale, questo per dire che le dimensioni e le
caratteristiche di questo Comune sono veramente peculiari, al punto che la stessa Regione
Emilia Romagna nel momento in cui individua le funzioni che devono essere gestite in forma
associata entro il 1 gennaio 2014, fra le quali, per inciso, non ci sono tutte quelle che oggi
fanno parte dell'Unione che andiamo a deliberare, ma verranno aggiunte successivamente
perché lo impone la Legge Regionale e mi riferisco alla Protezione Civile ed i Servizi Sociali,
quindi verranno aggiunte successivamente a partire dal 1 gennaio 2014... questo per dirvi che
anche la stessa Legge Regionale prevede che per un Comune che ha le caratteristiche del
nostro si potesse, addirittura, posticipare il momento della costituzione della Unione per un
Comune con queste caratteristiche. Quindi non è urgente, pertanto non è giustificata la
decisione improvvisa, presa alla fine del 2012, di dare vita, immediatamente, a questo nuovo
Ente, che è un ente, a tutti gli effetti, che come si diceva prima, prevederà la costituzione di
una Giunta, la costituzione di una sede, la costituzione di un Consiglio dell'Unione e prevederà
dei costi, con la possibilità di trasferire personale, da parte dei singoli Comuni, di assumerne e,
quindi, non semplicemente di comandarne. Addirittura dice il Segretario, rispondendo alla mia
domanda di prima, “i contributi sono collegati anche al trasferimento del personale, non al
semplice comando. Con tutta evidenza, quindi, comporterà costi di gestione aggiuntivi. La
risposta non è stata data, anche se qualcuno prima di me ha provato a fare le domande:
quanto costa la sede, indennità o rimborsi, il personale che l'Unione ha la facoltà di assumere e
che, lo dico proprio molto sinceramente, sicuramente assumerà, perché, a mio parere,
l'urgenza di costituire queste Ente è dipesa dal fatto che, molto presto, le Province non ci
saranno più e, quindi, c'è la necessità di allocare, collocare il personale delle Province, della
Provincia di Ferrara, nella fattispecie, che potrebbe essere a spasso. Non a caso si parla già di
nomi illustri per il futuro, Direttore Generale dell'Unione delle …edilizie che ha sede a Porto
Maggiore, anche questo è strano perché si dice sempre che ha sede a Portomaggiore per non
dire che l'Ente Capofila è Portomaggiore e sarà Portomaggiore. Lo stesso Sindaco ammette che
i costi lieviteranno. Inizialmente, dice lui, ma non spiega quando inizieranno a ridursi. Allora
siamo contro a questa Unione, perché questa Unione va contro gli interessi di Argenta. Il
nostro Comune è più grande degli altri due messi insieme e abbiamo chiesto alla Regione di
costituire un Sub Ambito e l'unico che ci guadagna, rispetto a questo Sub Ambito è,
naturalmente, evidentemente il Comune di Porto Maggiore. Tanto è vero che Ostellato, fino a
settembre non di cento anni fa, ma dello scorso anno, aveva deliberato in Consiglio Comunale
di volere andare con i Comuni del Basso Ferrarese, quelli che naturalmente sono i Comuni che
lo avvicinano, per conformazione, storia, per funzioni associate. Noi restiamo assolutamente
contrari a questa Unione e, pertanto, non accettiamo di fare parte del Consiglio dell'Unione.
Quindi la domanda che facevo prima sull'articolo 14, era facile intuire il motivo per cui la
facevo, era di cercare di capire sulla base di quale principio di legge la sottoscritta ed i
Consiglieri che, insieme a me, sono stati eletti in elezioni amministrative per sedere in questo
Consiglio Comunale, forzosamente in base a quale principio dovranno sedere nel Consiglio
dell'Unione. Questa è una bella domanda che affronteremo sicuramente quando si dovrà
conformare effettivamente questo organo e non escludiamo, anche, di ricorrere dove si deve
per sapere se è legittimo, oppure no, fare parte forzosamente di quell'organismo. Voglio
concludere dicendo questa cosa: questo perché io volutamente non ho parlato delle modalità
con le quali si è arrivati a questo, perché altrimenti si finisce per parlare d'altro e per non
mettere in evidenza quelle che sono le motivazioni di merito che fanno dire al mio Gruppo “no”
a questa Unione di Comuni. Questa Unione di Comuni non è nell'interesse del nostro Comune.
Molto probabilmente, alla base di questa decisione ci sono degli interessi di altra natura, per
non dire molto chiaramente politici. Lo dico molto chiaramente: questa Unione, molto
probabilmente, è voluta dal PD che rappresenta tutte e tre le Amministrazioni, perché questo è
un matrimonio che durerà, per il quale sono previste delle serie restrizioni e dei seri
adempimenti, perché ci obbliga a stare insieme anche se non vorremmo. Ci sono delle sanzioni
ben precise, degli adempimenti da continuare a svolgere per tutta la durata prevista, tanto è
vero che quel bello studio di fattibilità che questa Amministrazione Comunale si è tenuta nel
cassetto per un anno, questa è la ragione per cui non siamo andati a quegli incontri, perché
qui avevamo votato di fare uno studio di fattibilità. Quello studio di fattibilità, abbiamo
scoperto un anno dopo, che per un anno era rimasto nel cassetto e quello studio di fattibilità,
oltre a mettere in evidenza tutta una serie di criticità sulle quali avremmo, sì, voluto discutere,
ha messo in evidenza, anche, come questa scelta fosse una scelta particolarmente importante,
perché era un matrimonio dal quale era difficilissimo divorziare. Questa è una scelta che fa la
Maggioranza, se la fa, se la gestisce, se la porta avanti come gli pare, ma è una scelta che non
vedrà, da parte nostra, nessuna partecipazione, ma questa è una precisa volontà politica del
mio Gruppo perché è una scelta che non è nell'interesse del Comune di Argenta e non è
nell'interesse del Comune perché qui si è voluto, chiaramente, vendere Argenta che ha oltre
300 kmq di territorio, è più della somma, dal punto di vista della densità demografica degli altri
due Comuni messi insieme e noi abbiamo deciso, per collegarci ad Ostellato che, come dicevo
prima, fino all’altro ieri aveva deciso di andare in Consiglio Comunale da un'altra parte, di dare
l'Unione a Porto Maggiore, come sede. Questo significherà che i nostri dipendenti, quelli che
trasferiremo, renderanno viva quella parte del territorio, quel centro, che i servizi si
trasferiranno... alcuni servizi, voi la potete raccontare come volete, ma si trasferiranno là e
vuole dire anche un'altra cosa: che qui non è una riorganizzazione pensata sulla base della
omogeneità dei tre territori, perché si mettono insieme semplicemente tre povertà, bisogna
proprio dircela brutalmente, con un'aggiunta: che avremo non un risparmio di costi, ma dei
costi aggiuntivi per le ragioni che dicevo prima, perché la motivazione vera è che ben presto
l'Unione vedrà l'assunzione di personale che non si sa dove collocare. Allora io, quando leggo
che è stato individuato un Ambito di bacino adeguato per numero di cittadini, per un'area di
oltre 600 chilometri, con affinità territoriali, sociali e culturali, caratterizzata da tessuto
imprenditoriale dinamico, questo è quello che leggo, che giustifica questa scelta immediata,
repentina, che velocemente bisogna portare a termine, io che ahimè sono nata, vivo, lavoro in
questo territorio, mi sento di dire che questa è tutta aria fritta. Le ragioni che portano a questo
sono ben altre e ben presto tutti quanti le vedremo.
Sara Leoni – Presidente: Altre dichiarazioni di voto? Passo parola al Consigliere Gaiani.
Cesare Gaiani – Consigliere (P.D.L.): Credo si sia capito che non dovremmo votare a
favore, salvo qualche errore di alzata di mano. Una cosa che avevo dimenticato e che ritenevo
fosse opportuno precisare, visto che è stato toccato come argomento, anche il Consigliere
Azzalli lo ha toccato adesso, era il fatto che il “Consiglio dell'Unione”, tra virgolette, in origine
prevedeva 16 componenti e non 24. In occasione della Commissione, appunto, si sono... io ho
contestato la composizione numerica nel merito perché ritenevo che 24 fosse un numero
eccessivo, perché tra l'altro è il numero massimo consentito dalla legge, cioè oltre 24 non si
va. Bisogna anche dire una cosa: le considerazioni obbligatorie. Sembra che 24 nasca, è legato
a questa composizione del Consiglio o dei Consigli, però bisognerebbe vedere, io l'ho chiesto in
Commissione, tra un anno, un anno e mezzo. Cambieranno gli scenari nel corso degli anni e
cambierà anche che potrebbero esserci più Gruppi Consiliari se si va nella direzione che c'è
adesso. Quindi abbiamo già un limite massimo che è di 24 componenti, con 9 componenti, mi
sembra... 24 di cui 9 assegnati alle Minoranze, all'Opposizione, mentre invece nel precedente
vi erano 5 componenti assegnati. Capite, in modo svelto, che se si modifica la formazione dei
Consigli Comunali e già fra un anno questa si dovrebbe modificare... non si sa se si
modificherà, però metti il caso che si modifichi, in Commissione è stato detto: “Avendo già
raggiunto il numero massimo di componenti, come faremo?”. Non era meglio fare un gruppo...
diciamo che 16 già andava bene. Allora, il dubbio che ci è venuto, credo che con un'analisi
approfondita, chi la vuole fare, probabilmente la scelta dei 24 è dovuta a questa conformazione
dei Gruppi, cioè come sono costituiti in tutti i Consigli Comunali. Mi verrà detto che non ci sono
costi aggiuntivi, ma non stiamo discutendo di costi aggiuntivi. Sarebbe stato sufficiente, non
ho paura a dirlo, che i Gruppi Consiliari venissero rappresentati, anche mono presenza, lì si
dice, con il peso consiliare che si portano dietro. È una scelta, credo, di buonsenso. È una
scelta che si poteva fare. Quindi, deve essere chiaro che si poteva fare in un altro modo. La
domanda che mi viene è: perché lo si è fatto in questo. Io non voglio pensare male, però in
questo caso sono obbligato. perché sapete che sono, credo di non dire una cosa strana, sono
meticoloso nella ricerca degli incastri numerici. Io ho provato a fare un miliardo di
combinazioni in questo caso, con i 24, e salta sempre fuori sempre lo stesso risultato. Quindi
consiglio ai Consiglieri di farlo. Con la componente invece di 16, incrociando per un miliardo di
volte gli stessi dati, saltano sempre fuori le stesse cose, quindi vuole dire che la scelta che si è
fatta, in questo caso, con i 24 componenti è atta a soddisfare, uso questo termine, una
situazione di adesso, cioè una situazione legata alla composizione odierna dei Consigli
Comunali.
Sara Leoni – Presidente: Altre dichiarazioni di voto? Passo parola al Consigliere Mancini.
Davide Mancini – Consigliere (P.D.): Buona sera. Volutamente entriamo in gioco nelle
dichiarazioni di voto in quanto ci sembrava utile rispettare il lavoro svolto precedentemente da
coloro che hanno accettato di fare un cammino che ha portato, effettivamente, al di là del
numero degli incontri, a delle modifiche fondamentali, una testé detta dal Consigliere Gaiani,
sulla quale poi tornerò, ed invece assecondare ed avvalorare, con il nostro voto favorevole,
questa scelta che è, ovviamente, della Maggioranza. Evitiamo di tornare su dei contenuti che
sono già stati sufficientemente affrontati dal Sindaco, ma su due aspetti credo sia dovuto dare
delle risposte, pur cercando di tenersi un po' lontani da una speculazione dettata dal fatto che
siamo ad una settimana dal voto e che nessuno, però, in questo contesto vuole rimanere sui
contenuti e non fare campagna elettorale, anche se, ahimè, è un po' difficile riscontrarlo negli
interventi fin qui svolti. Oppure lasciando stare quell'area un po', perdonami Cesare, da
professorino che emerge quando si parla di queste cose per cui quelli che hanno lavorato... a
parte che è ovvio che, come già riportato in questo consesso, il Gruppo Consiliare di
Maggioranza non sa niente, non capisce niente, non legge niente, anche in questo caso deve
essere andata in questo modo, però se andiamo a vedere le modifiche compiute nello Statuto,
quello, visto che c'erano solo Gruppi di Maggioranza, praticamente, tranne qualche Gruppo di
Opposizione che, poi, si è defilato, degli altri Comuni, evidentemente, invece un lavoro è stato
fatto dal Gruppo di Maggioranza su questo Ambito. Parto subito dall'ultimo punto perché è il
più vicino, i conti e gli incroci, Cesare è bravissimo a farli, ne è stata testimonianza la modifica
fatta al meccanismo un po' perverso delle Commissioni, è stato fatto, ma non a salvaguardia
della soddisfazione di alcuno, di questo Consiglio Comunale perché se segue il ragionamento
fatto precedentemente e andiamo tutti nell'ordine di idee che probabilmente il futuro Consiglio
Comunale potrebbe essere più frammentato che non questo, mi sembra che Cesare... potrebbe
essere così, allora capite che tendere a costi zero a dare, fin da subito, senza dovere fare una
modifica statutaria successiva al massimo numero, noi eravamo partiti da 16, a tutti gli effetti,
però già solo con quei numeri lì, ma non solo in questo Consiglio Comunale... i Gruppi
Consiliari di Portomaggiore avevano rilevato e hanno rilevato, anche adesso, nonostante
questa modifica che, essendo più numerosi di questi, non riescono nel loro numero di
rappresentanza di Minoranza ad essere presenti tutti, ad avere quel diritto di Minoranza che a
tutti ci sembrava, credo, costituzionalmente, una cosa da perseguire. Quindi non c'è nessun
tipo di soddisfazione da dare ad alcuno in questo consesso. È stata una valutazione, guarda
caso, emersa dai Gruppi di Minoranza che hanno partecipato che, anche a lungo raggio, hanno
evidenziato che perché partire, visto che i costi erano zero e, come qui è stato più volte
ripetuto, un po' lasciando intendere: “Chissà quali costi per la cittadinanza”, invece la legge
parla chiaro, che a livello organizzativo, di politica, di Consiglieri, di Giunta, i costi devono
essere zero, quindi ovviamente è stata accolta questa ed è stata studiata, proprio sulla nostra
esperienza di queste Commissioni che abbiamo faticato a fare partire in questa legislatura, che
un meccanismo, ai più, di riuscire a dare questo diritto di cittadinanza nel nuovo consesso. Poi,
se uno ci vuole vedere dietro chissà quale dietrologia, soddisfazione e quanto altro, sarà
sempre libero di farlo, però credo che questa sì, possa essere una strumentalizzazione. Per cui,
andando avanti, dicevo, tralasciando i contenuti, credo che su due punti, quello della
tempistica e quello del popolo, della partecipazione, meglio, della cittadinanza, alle decisioni,
su questo si possono spendere due parole. La tempistica: sappiamo bene che, al di là di
contenuti emersi dallo studio di fattibilità e che, comunque, mi sembra anche le Opposizioni in
questo consesso non è che lesinano di richieste di vario genere, però si vede che lo hanno
lasciato loro nel cassetto questo studio di fattibilità perché potevano, evidentemente, farne
richiesta come su tantissime altre cose su cui avevano fatto richiesta... Quindi, tralasciando
questo genere di contenuti, sappiamo bene che si è infiammata la discussione quando, a livello
nazionale, è partita l'aggregazione delle Province. Non la soppressione totale perché non si era
trovato a livello nazionale questo accordo, ma si era fatto un accordo diverso e quando la
Provincia di Ferrara ha riscontrato che, per le caratteristiche di chilometri quadrati di abitanti,
riusciva a sopravvivere come Provincia. Da qui... menata di ogni come polemica e la polemica,
ancora una volta, ma anche dalla discussione di questa sera, non era tanto sul merito di fare o
meno l'Unione, di trovare questo strumento che dà delle opportunità aggiuntive, perché alla
fine è ben vera la chiarificazione che ha chiesto la Consigliera Azzalli e che la Segretaria ha
risposto impeccabilmente, che non c'è l'obbligo, ma c'è ovviamente l'opportunità. Perché se noi
siamo insieme per quei servizi così come dobbiamo fare, perché credo che rispetto al
meccanismo dei chilometri quadrati e dei 30.000 abitanti, noi abbiamo 22.500 e questa volta
siamo calati di 500 abitanti, c'era un articolo a riguardo. Quindi la vedo un po' difficile che
Argenta possa riuscire a raggiungere a breve per soddisfare il criterio dei 30.000 abitanti, per
sussistere per conto proprio, senza mettersi in convenzione su dei servizi o fare un'Unione al
2014. Quindi, da questo punto di vista, non era tanto il meccanismo dell'Unione ad andare in
crisi, come è stato riportato anche dal Consigliere Gaiani, che lo vede come uno strumento
quasi come unica strada, a senso unico, ma tanto sulla fretta e l'opportunità, perché se vi
ricordate si paventava l'idea di aggregarsi all'Unione dei Comuni che, da diversi anni, esiste già
in Romagna... come se, poi, quelli della Romagna tutto funzionasse bene, ci vedessero di buon
grado, tutto sarebbe stato facile. Questo è decaduto quando è decaduto il discorso delle
Province, ovviamente, per cui non c'è stato nessun interesse a portare avanti questa polemica.
Però è rimasto l'interesse a portare avanti lo strumento come opportunità che questo Comune
ha e, al momento, come la Legge 21 ha dichiarato, ce l'ha solo con i Comuni limitrofi che sono
dentro questa Provincia, di cogliere questa strada. Torno anche sull’aspetto della tempistica
perché tutti hanno iniziato a parlare di fretta e di urgenza, ma noi abbiamo sempre detto, fin
da subito, che non c'era una fretta particolare. C'era questa visione che è stata perseguita
andando sì verso una attuabilità... che, poi, la legge stessa che è stata approvata il 21
dicembre, mi sembra, quindi non tanto tempo fa, ha dato delle scadenze che ci davano chissà,
poi, quali ulteriore tempo a disposizione. Per cui è stata perseguita analizzando,
approfondendo, portando avanti quello a cui già si era arrivati con la condivisione di altri
servizi. Quindi non c'è una fretta e quello che è venuto a dire Bertelli all'inaugurazione, che
tutti abbiamo notato e abbiamo rilevato, penso che sia stata sempre interpretata
dall'Opposizione come la solita dietrologia: “Date retta ai poteri forti che vi dicono di fare in
fretta...”. No, credo che nella sua disanima accorata all'inaugurazione della Fiera, avesse
riportato l'esempio del terremoto, di una gravissima emergenza intervenuta e avesse fatto
l'esempio, proprio - pari pari - di come era difficile intervenire in una situazione di emergenza,
ma era l'emergenza del terremoto, non l'emergenza di fare subito l'Unione, mettendo intorno
ad un tavolo tutti i Comuni ferraresi, che ancora non avevano fatto l'Unione, a differenza di
quelli modenesi che erano già in Unione e dove gli interventi erano potuti essere più rapidi, più
veloci e più mirati. Quindi l'emergenza era quella del terremoto. Allora, prendendo quella
metafora è chiaro che il nostro cammino che era già partito e che stava andando avanti ha
avuto un avvaloramento, ma non dettato dalla fretta e dall’urgenza di nessuno, né in un bando
particolare che dovesse arrivare da qui, da quando facevamo questa discussione al primo
gennaio, ma dal fatto che era l'opportunità che avevamo davanti e che si doveva cogliere.
perché? Perché, sempre in modo impeccabile, il Segretario ha risposto dicendo che solo per le
Unioni, le Unioni che si mettono insieme in un certo modo, quindi che non mettono solo i
servizi a condivisione, solo per le Unioni che fanno questo ragionamento a cui noi eravamo già
vicini, si possono aprire le future opportunità. Tutte le altre dietrologie, dove andranno, se
veramente... perché credo che tutti in campagna elettorale, non mi sembra che ce ne sia uno
che difenda le Province, anche se a dire la verità non ne parlano molto, ma è nel programma di
tutti. Quindi, dove andranno i dipendenti provinciali? Se non andranno nell'Unione e, di sicuro,
non rimarranno a casa. Andranno nei singoli Comuni, non credo sia quello il problema, dove
andranno. Ripeto, Unione o non Unione di sicuro quei dipendenti non è che sia possibile
lasciarli a casa. Detto questo, torno e finisco sul punto per me più importante, cioè quello del
popolo, del populismo, della partecipazione democratica. Qui, invece, a livello del tutto
strumentale, Cesare, mi sembra di potere dire, tu che sei sempre così preciso e puntuale, che
forse hai strumentalizzato perché, per come ti conosco, lo sapevi che l'Unione dei Comuni in
Valsamoggia era una fusione e questa fusione ha l'obbligo di fare un referendum perché
scompaiono i Consigli Comunali, la titolarità dei Comuni precedenti, se ne costituisce una
unica. Allora, anche tutta la menata che in modo campanilista avete tirato fuori su Porto
Maggiore, la centralità, la non centralità, i servizi, decade perché nell'Unione, che non è la
fusione, non c'è bisogno di chiamare nessuno a dare un parere, anche consuntivo, come è
previsto per legge, perché è solo una condivisione dei servizi. Ognuno rimarrà titolare delle
decisioni che prende in Consiglio Comunale della propria sede, del proprio Comune. Quindi,
volutamente, in quei Comuni è stato fatto il referendum perché obbligati per andare a fusione
che è un passo molto oltre di quello che noi ci accingiamo a fare con l'approvazione di questa
sera. Con questo penso di avere risposto anche al discorso sul popolo e sulla tempistica che,
nell'ultimo periodo, erano gli argomenti principali che erano stati portati all'evidenza di questo
Consiglio, smentendo, appunto, che ci sia stata né la fretta, né la volontà di bypassare la
partecipazione popolare. Semplicemente non era previsto.
Sara Leoni – Presidente: Altre dichiarazioni di voto? Passo parola al Consigliere Brina.
Giuseppe Brina – Consigliere (Lega Nord): Io voglio dire perché voto a favore. Ci tengo a
precisare che rimango un attimino sbalordito da amici e colleghi, ad essere prima attaccato sui
giornali, solo perché ho frequentato la prima riunione come Capogruppo della Lega Nord
all'Unione dei Comuni di Porto Maggiore, mi sono visto, due giorni dopo, l'articolo sul
giornale... spiegatemi il perché. Dice: “E' peccato che il P.D. abbia dato il contentino alla Lega
sul fatto del semaforo di Santa Maria Codifiume, perché noi siamo d'accordo all'Unione dei
Comuni”. Noi non è che si è... io sono d'accordo all'Unione dei Comuni. È il mio Partito anche
che è d'accordo all'Unione dei Comuni, perché è vero sì, che Brina non prende gli ordini come,
forse, qualcuno prende ordini dai vertici, dai propri vertici, però è anche vero che noi ci
concertiamo, ne parliamo, su a Ferrara, su a Reggio Emilia dove c'è il nostro nazionale e non è
vero neanche che non sia stato discusso il discorso del Capofila Argenta. Anzi, se Gaiani si
legge bene il verbale, è stato scritto anche sul giornale che Brina ha tirato le orecchie al
Sindaco. Vuole dire che ci sono state delle discussioni all'interno di queste riunioni. La proposta
che farei io, sinceramente, non è l'Unione dei Comuni, tanto per capirci bene se sono convinto
o meno lì. È la fusione dei Comuni. Perché? Perché tutti alziamo la voce che si pagano tante
tasse, che facciamo, che brighiamo, che non sono più tasse. Poi alla fine, quando si
intraprendono strade per provare, se non altro, a vedere se ad un orizzonte lontano c'è la
possibilità di risparmiare qualche soldo, fare risparmiare qualche soldo al contribuente, che
cosa facciamo? Ci tiriamo indietro? Io sono per la fusione, neanche per l'Unione dei Comuni. Il
discorso che, poi, ha fatto il Consigliere Mancini sul fatto che io ho detto, come dissi nelle
Commissioni Consiliari miste, nel 2009, che stavano ferme otto mesi, causa mia, che dissi che
è giusto che tutte le Forze Politiche abbiano la loro rappresentanza, se non altro quelle che
sono all'interno della Minoranza di questo Consiglio Comunale, come ad esempio Porto
Maggiore, che Mancini ha detto che, sicuramente, la mia collega della Lega, Stefanelli, se non
si è accorta, non viene eletto, sicuramente. Allora, perché? Io mi sono fatto questa domanda,
mi sono detto, e qui mi sono battuto in Consiglio dei Comuni perché avvenga questo, chi c'era
se lo ricorda... ho detto: “Come? Con che cosa, con quale forza io, in Consiglio Comunale,
rappresento, ad Argenta, il mio Partito, il mio Movimento quando non ho nulla, non ho sentito
nulla”, perché in tutti i casi, se rimanevamo con quelle classifiche che c'erano, rischiavamo di
rimanere fuori sia io che la Stefanelli dal Consiglio dell'Unione dei Comuni, che io e la Stefanelli
avevamo anche pensato: “O vai dentro te o vado dentro io, quello non ha importanza”, perché
noi ci concertiamo fra di noi. In questo caso sono contento che abbiano ascoltato i nostri
consigli, ma i nostri consigli non li ha ascoltati solamente, non so, il Mancini di turno o il
Sindaco Fiorentini di turno. Li hanno ascoltati tutti gli altri perché non è che abbia deciso
Argenta che cosa fare. Si è deciso tutti insieme ed è stata, per me, a differenza di questo
Consiglio, un'esperienza molto positiva, l'esperienza dei confronti che ci sono stati nelle
Conferenze dei Capigruppo dell'Unione dei Comuni. Cosa devo dire ancora? Niente. Io voto a
favore perché sono veramente convinto di votare a favore. Grazie.
Sara Leoni – Presidente: Passiamo alle votazioni. Favorevoli? Contrari?
Favorevoli: 14. Contrari: 7. Astenuti: 0.
IL CONSIGLIO COMUNALE
VISTO l’Art.32, c.1 del D.Lgs n.267/2000, il quale dispone che l’ Unione di Comuni è un Ente
Locale costituito da 2 o più Comuni, di norma contermini, finalizzato all’esercizio associato di
funzioni e servizi;
ATTESO:
che il sistema delle Regioni e degli Enti territoriali è interessato da una serie di
interventi legislativi tesi, nell’intenzione del Legislatore, a conseguire, da un lato, la riduzione
della spesa pubblica e, dall’altro, l’accorpamento degli Enti locali in più ampi e nuovi livelli di
“governance” per lo svolgimento delle funzioni proprie e conferite;
che, negli ultimi anni, a fronte di una continua delega di funzioni in capo agli enti locali,
non si è dato corso all’attribuzione di maggiori risorse;
che si è purtroppo assistito ad un continuo decremento nei confronti degli stessi, di
risorse finanziarie provenienti da enti terzi;
che i Comuni di Argenta, Ostellato e Portomaggiore, incentivati anche dal Legislatore
Nazionale e Regionale, al fine di assicurare lo sviluppo dei propri territori nel rispetto dei
principi di efficienza, efficacia ed economicità, hanno avviato, sin dall’anno 2010 un percorso
teso a valutare l’opportunità di unirsi tra loro, affidando un incarico esterno per l’elaborazione
di un apposito studio di fattibilità e, dal gennaio 2012, hanno effettivamente iniziato ad
elaborare, anche attraverso la creazione di appositi gruppi di lavoro tecnico-politici, il progetto
di creazione tra essi di un’unione di comuni per la gestione delle seguenti funzioni:
programmazione e pianificazione urbanistica, edilizia privata, sistema informativo territoriale,
ambiente, sportello unico per le attività produttive, gestione delle risorse umane, tributi locali e
strumenti informatici e tecnologici ad esse collegati intendono addivenire alla costituzione di
forme di cooperazione intercomunale per la gestione di servizi e funzioni proprie dei Comuni;
VISTO il decreto-legge n.95 del 6 luglio 2012, convertito con modificazioni nella legge n. 135
del 7 agosto 2012 c.d. “spending review” “Funzioni fondamentali dei Comuni e modalità di
esercizio associato di funzioni e servizi comunali”;
VISTA la legge regionale n. 21 del 21 dicembre 2012 avente ad oggetto ”Misure per assicurare
il governo territoriale delle funzioni amministrative secondo i principi di sussidiarietà,
differenziazione ed adeguatezza”;
VISTA la deliberazione di C.C. n. 4 del 18/02/2013 dichiarata immediatamente eseguibile con
la quale si propone alla Regione Emilia Romagna la delimitazione dell’Ambito territoriale
ottimale ed omogeneo per area geografica comprensivo dei territori dei Comuni di Argenta,
Ostellato, Portomaggiore, a norma della legge regionale citata e dell’art. 14 del decreto legge
n. 78 del 31 maggio 2010 convertito con modificazioni nella legge n. 135 del 30 luglio 2010,
come modificato dall’art. 19 del decreto legge n. 95 del 6 luglio 2012, convertito con
modificazioni nella legge n. 135 del 7 agosto 2012;
DATO ATTO:
che da giugno 2012, sono stati molteplici i passaggi con stakeholders, dipendenti, sindacati,
gruppi politici e cittadinanza, che hanno visto impegnata l’Amministrazione di Argenta (spesso
congiuntamente a quelle di Ostellato e Portomaggiore) per la presentazione del progetto
dell’Unione dei Comuni Valli e Delizie e l’approfondimento degli aspetti tecnici e politici
propedeutici alla sua realizzazione;
DATO ATTO in particolare che le norme dello Statuto sono state oggetto di confronto e
condivisione sia all'interno dei gruppi di maggioranza consiliare, sia in appositi incontri con i
Capi gruppo consiliari dei tre comuni tenutisi presso il Comune di Portomaggiore nelle seguenti
date: 09.10.2012, 20.11.2012, 12.12.2012, 11.01.2013, 01.02.2013 e presso il comune di
Argenta il 22/1/2013 in sede di Commissione Statuto e Regolamenti ed il 30/1/2013;
VISTI l’Atto Costitutivo, lo Statuto, nonché il relativo Piano Strategico dell’Unione dei Comuni
Valli e Delizie, discussi e condivisi da tutti i Comuni aderenti all’Unione;
RITENUTOLI meritevoli di approvazione;
DATO ATTO dell’avvenuta condivisione delle norme in materia di personale contenute nello
Statuto, con le organizzazioni sindacali e le rappresentanze sindacali-aziendali;
DATO ATTO che sul presente atto è stato acquisito il parere del Revisore dei conti ai sensi
dell’art. 3, comma 1, lett. O del D.L. 174/2012 convertito nella legge 213 del 7 dicembre 2012;
VISTO l’art. 32 del D.Lgs.267/2000;
VISTO l’art.6 c. 4 e 5 del D.Lgs 267/2000;
DATO ATTO che ai sensi dell’articolo 49 della Legge 18.08.2000, n. 267 sono stati espressi i
pareri favorevoli sulla regolarità tecnica e contabile rispettivamente dal Segretario Generale
Responsabile del Servizio e dal Dirigente Settore Programmazione e Gestione Finanziaria –
Affari Generali;
Con voti n. 14 (P.D. – Lega Nord) a favore, n. 7 contrari (P.D.L. – A.R.), n. 0 astenuti, espressi
per alzata di mano dai n. 21 Consiglieri presenti e, dunque, con voto favorevole dei due terzi
dei Consiglieri assegnati;
DELIBERA
1)
Di costituire l’Unione dei Comuni “Valli e Delizie” tra i Comuni di Argenta, Ostellato e
Portomaggiore al fine di gestire in forma associata alcune funzioni e servizi dettagliatamente
specificati nell’art. 5 dello Statuto allegato al presente atto;
2)
Di approvare l’Atto Costitutivo, lo Statuto e il relativo piano strategico dell’Unione dei
Comuni “Valli e Delizie” allegati al presente atto per farne parte integrante e sostanziale;
3)
Di dare mandato al Sindaco per la sottoscrizione dell’atto costitutivo, in nome,
nell’interesse e per conto dell’Ente;
4)
Di dare atto che l’Unione si costituisce a seguito della sottoscrizione dell’atto costituivo
da parte di tutti i Sindaci dei Comuni aderenti.
SUCCESSIVAMENTE
Con separata votazione resa per alzata di mano dai n. 21 Consiglieri presenti e votanti di cui n.
14 Consiglieri a favore (P.D. – Lega Nord) , n. 7 contrari (P.D.L. – A.R.), n. 0 astenuti
DELIBERA
Di dichiarare il presente provvedimento immediatamente eseguibile, ai sensi dell’art. 134 del
TUEL., al fine di procedere immediatamente alla pubblicazione dell’allegato Statuto il cui
articolo 3 prevede al comma 2 che entri in vigore il 30° giorno successivo a quello della sua
pubblicazione all’Albo pretorio on-line dei singoli Comuni aderenti all’Unione.
Pareri espressi ex art. 49 D.Lgs. 267/2000
Parere regolarità tecnica: favorevole
f.to in digitale Dott.ssa Ornella Cavallari
Parere regolarità contabile: favorevole
f.to in digitale Dott.ssa Patrizia Travasoni
Allegato A) alla Deliberazione C.C. n. 5 del 18/02/2013
DOTT.___________________ - NOTAIO
via ______________, ________ - ___________ _________ (____) Tel. ______________
Repertorio N. ________ Raccolta N. ______
ATTO COSTITUTIVO "UNIONE DEI COMUNI VALLI E DELIZIE"
REPUBBLICA ITALIANA
L'anno ________ (___________), oggi _____ (_________) del mese
di
__________,
in
__________
presso
il
______________
Via
___________, _. DAVANTI a me Dott. __________, Notaio iscritto
nel Ruolo del Distretto Notarile di ___________, con residenza
in ______________, sono presenti i signori:
- _____________, nato a ______________ il ____________________,
domiciliato per la carica ove infra, il quale interviene ed
agisce nel presente atto esclusivamente nella sua qualità di
Sindaco
pro-tempore
e
quindi
in
Legale
Rappresentanza
del
"COMUNE DI ARGENTA", con sede in Piazza Giuseppe Garibaldi, 1 44011 Argenta (FE) P.IVA 00108090382 - C.F. 00315410381, per
dare esecuzione alla delibera del consiglio Comunale n. ______
del
_______________________
divenuta
esecutiva
ai
sensi
di
legge;
-
____________,
nato
a
___________
il
________________,
domiciliato per la carica ove infra, il quale interviene ed
agisce nel presente atto esclusivamente nella sua qualità di
Sindaco
pro-tempore
e
quindi
in
1
Legale
Rappresentanza
del
"COMUNE DI OSTELLATO", con sede in Piazza Repubblica, 1 - 44020
Ostellato (FE) P.IVA e C.F. 00142430388, per dare esecuzione
alla
delibera
del
Consiglio
Comunale
n.
____
del
_________________ divenuta esecutiva ai sensi di legge;
-
______________,
nato
a
___________
il
________________,
domiciliato per la carica ove infra, il quale interviene ed
agisce nel presente atto esclusivamente nella sua qualità di
Sindaco
pro-tempore
e
quindi
in
Legale
Rappresentanza
del
"COMUNE DI PORTOMAGGIORE", con sede in Piazza Umberto I, 5 44015 Portomaggiore (FE) P.IVA e C.F. 00292080389, per dare
esecuzione alla delibera, del Consiglio Comunale n. ___ del
__________ divenuta esecutiva ai sensi di legge;
persone della cui identità personale io Notaio sono certo.
Premettono le parti
- che i Comuni di Argenta, Ostellato e Portomaggiore con le
sopra
richiamate
deliberazioni
consiliari
hanno
approvato
lo
Statuto e lo schema di atto costitutivo dell'"Unione dei Comuni
Valli e Delizie";
- che i succitati provvedimenti deliberativi unitamente allo
statuto dell'"Unione" sono stati Pubblicati nei rispettivi Albi
Pretori per trenta giorni consecutivi senza seguito di ricorsi;
- che in relazione ai termini di pubblicazioni di ciascun ente
lo Statuto dell'"Unione" è entrato in vigore dal ___________;
Richiamato l'art. 32 del D.Lgs. 18 agosto 2000 n. 267;
tutto ciò premesso e richiamato si conviene e si stipula quanto
2
segue:
Art. 1
Tra i Comuni di Argenta, Ostellato e Portomaggiore come sopra
rappresentati dai rispettivi Sindaci, con il presente atto è
costituita, ai sensi e per gli effetti dell'art. 32 del D.Lgs.
n. 267/2000, l"'UNIONE DEI COMUNI VALLI E DELIZIE" quale ente
locale autonomo in atto di seguito denominata "Unione".
Art. 2
L'"Unione" è Ente Locale ed ha personalità giuridica di diritto
pubblico.
Art. 3
L'"Unione" è costituita allo scopo di esercitare congiuntamente
i servizi e le funzioni conferite dai comuni succitati, così
come
specificato
dallo
Statuto
dell'
"Unione"
allegato
al
presente atto sotto la lettera "A".
Art. 4
L’Unione
promuove
la
valorizzazione
e
lo
sviluppo
socio
economico dei territori degli Enti Locali che la costituiscono;
promuove altresì l’integrazione tra i Comuni che la compongono
ed
il
miglioramento
funzioni
e
territorio,
dei
anche
dell’efficienza
servizi
erogati
attraverso
e
ai
dell’
efficacia
cittadini
l’ottimizzazione
Art. 5
L'”Unione” ha sede presso il Comune di Portomaggiore.
3
nell’intero
delle
finanziarie, umane e strumentali
delle
risorse
Art. 6
Gli organi dell'"Unione", la loro disciplina, le funzioni e
servizi
conferiti,
finanziarie,
e
i
principi
contabili,
il
di
organizzazione,
recesso,
lo
le
norme
scioglimento
ed
i
rapporti tra i Comuni aderenti, sono disciplinati dallo Statuto
dell'”Unione” come approvato dai singoli consigli Comunali con
le modalità stabilite dall'art. 32 del D.Lgs. 18 agosto 2000 n.
267, già richiamato in atto.
Art.7
L'"Unione" è costituita a tempo indeterminato. I Comuni aderenti
possono
modalità
modificare
fissate
il
nello
presente,
statuto
atto
e
costitutivo,
nell'ambito
dei
con
le
principi
stabiliti dalla legge.
Art. 8
Per quanto non contemplato si rinvia alle disposizioni di legge
vigenti in materia di Enti Locali e a quanto previsto dallo
Statuto dell'"Unione" più volte richiamato.
Art. 9
Sono Organi dell' "Unione", eletti secondo le modalità stabilite
dalla
legge
e
le
indicazioni
fissate
dallo
Statuto
espressa
concorde
dell'"Unione":
- il Consiglio dell'Unione;
- la Giunta dell'Unione;
- il Presidente.
Ho
omesso
la
lettura
dell'allegato
4
per
dispensa avutane dai Comparenti.
Io Notaio ho letto alle parti che l'hanno approvato quest'atto
scritto a macchina da persona di mia fiducia e completato di mia
mano su _______ fogli per ________ intere pagine e parte di
questa
_________
pagina,
si
sottoscrive
e________ minuti.
F.to:
- ____________________
- ____________________
- ____________________
- _______________________ Notaio
5
alle
ore
______
Allegato B) alla Deliberazione C.C. n. 5 del 18/02/2013
UNIONE COMUNI
Comune di
ARGENTA
Comune di
OSTELLATO
Comune di
PORTOMAGGIORE
STATUTO
UNIONE DEI COMUNI
VALLI E DELIZIE
1
TITOLO I - PRINCIPI FONDAMENTALI
ART. 1 - COSTITUZIONE DELL’UNIONE
1. In attuazione del Testo Unico dell’ordinamento degli enti locali e delle Leggi
regionali concernenti la disciplina delle forme associative degli enti locali, è
costituta l’Unione denominata “Unione di Comuni Valli e Delizie” composta
dai Comuni di Argenta, Ostellato, Portomaggiore.
2. L’ambito territoriale dell’Unione coincide con quello dei Comuni che la
costituiscono.
3. La sede legale dell’Unione è individuata presso il Comune di Portomaggiore.
4. Gli organi collegiali dell’Unione possono riunirsi nella sede dell’Ente o in luoghi
diversi al fine di assicurare la presenza dell’Unione in tutto il territorio.
5. L’Unione può dotarsi di un proprio stemma e gonfalone approvati dal Consiglio
dell’Unione. L’uso dello stemma e del gonfalone sono disciplinati da apposito
regolamento.
6. Il presente statuto disciplina l’organizzazione e il funzionamento dell’Unione ”Valli
e Delizie”
ART. 2 - FINALITA’DELL’UNIONE
1. L’Unione promuove la valorizzazione e lo sviluppo socio economico dei territori
degli Enti Locali che la costituiscono; promuove altresì l’integrazione tra i Comuni
che la compongono ed il miglioramento dell’efficienza e dell’ efficacia delle
funzioni e dei servizi erogati ai cittadini nell’intero territorio, anche attraverso
l’ottimizzazione delle risorse finanziarie, umane e strumentali.
2. L’Unione, nel perseguimento delle finalità che le sono proprie, agisce nel rispetto
dei principi previsti per l’ordinamento degli Enti Locali.
3. Ai sensi dell’art. 32 del Testo Unico sull’Ordinamento degli Enti Locali contenuto
nel decreto legislativo n. 267 del 18 agosto 2000, l’Unione rappresenta l’ente di
secondo livello scelto per l’esercizio associato di funzioni e servizi comunali al fine
di governare con maggiore efficienza, efficacia ed economicità l’intero territorio.
4. I rapporti con i Comuni limitrofi e quelli aderenti all’Unione, con la Provincia e la
Regione sono uniformati ai principi di cooperazione, complementarietà e
sussidiarietà tra le diverse sfere di competenza.
5. L’Unione garantisce l’informazione ai Comuni aderenti in merito alle proprie
politiche, ai propri indirizzi ed azioni. L’Unione provvede a trasmettere ai Comuni,
copia delle deliberazioni assunte dalla Giunta, nonché copia degli avvisi di
convocazione del Consiglio dell’Unione e delle relative deliberazioni.
ART. 3 - PROCEDURA DI ISTITUZIONE DELL’UNIONE
1. L’Unione è costituita mediante approvazione da parte dei Consigli comunali dei
Comuni aderenti, dell’Atto costitutivo e dello Statuto, con voto favorevole dei due
terzi dei Consiglieri assegnati. Qualora tale maggioranza non venga raggiunta, la
votazione è ripetuta in successive sedute da tenersi entro trenta giorni e lo
2
Statuto è approvato se ottiene per due volte il voto favorevole della maggioranza
assoluta dei Consiglieri assegnati. Le disposizioni di cui al presente comma si
applicano anche alle modifiche statutarie.
2. Lo Statuto, adottato nel rispetto di quanto previsto dall’art. 6 comma 4 del
D.Lgs. 267/2000, entra in vigore il 30° giorno successivo a quello della sua
pubblicazione all’Albo pretorio on-line dei singoli Comuni aderenti. I Comuni
dovranno pertanto, coordinarsi per procedere alla pubblicazione lo stesso giorno.
3. Decorso il termine di pubblicazione dello Statuto, i Sindaci dei Comuni aderenti
procedono alla sottoscrizione dell’Atto costitutivo entro il termine di 5 giorni.
4. Nei successivi 10 giorni i Consigli comunali dei Comuni aderenti procedono alla
elezione dei propri rappresentanti in seno al Consiglio dell’Unione.
5. Dell’esito di dette elezioni dovrà essere data comunicazione scritta al Sindaco del
Comune sede dell’Unione, il quale provvederà a convocare la prima seduta del
Consiglio dell’Unione che si dovrà svolgere entro 10 giorni successivi all’avvenuta
costituzione dell’Organo. L’avviso di convocazione della prima seduta è
comunicato con un preavviso di tre giorni liberi antecedenti la data della prima
adunanza.
6. L’ordine del giorno della prima seduta del Consiglio dell’Unione comprende i
seguenti argomenti:
Comunicazione avente ad oggetto l’avvenuta nomina del Presidente dell’Unione
da parte della Giunta, nonché delle deleghe assegnate ai singoli Assessori;
Comunicazione degli indirizzi generali di governo dell’Unione;
Elezione del Presidente e del Vice Presidente del Consiglio dell’Unione.
ART. 4 - NUOVI INGRESSI
1. La richiesta di adesione all’Unione da parte di altri Comuni, va deliberata da parte
del Consiglio Comunale di tali enti con le procedure e le modalità richieste per le
modifiche statutarie. Essa è in ogni caso subordinata alla successiva modifica
dello Statuto approvata da parte dei Consigli dei Comuni già aderenti all’Unione,
con le modalità stabilite dall’art. 32, comma 2, del decreto legislativo n. 267 del
18 agosto 2000 e dell’art. 3 del presente Statuto.
2. Nell’ambito della modifica statutaria conseguente all’ingresso di nuovi Comuni
nell’Unione, si dovrà procedere alla revisione della composizione del Consiglio
dell’Unione così come disciplinata all’art. 14 del presente Statuto.
3. Qualora la soglia demografica di riferimento per la determinazione del numero
dei Consiglieri dell’Unione a seguito di nuovi ingressi si modifichi, il numero dei
Consiglieri assegnati all’Unione potrà essere aumentato entro il limite di legge e
ciascun Comune provvederà all’elezione dei Consiglieri aggiunti.
4. Nel caso in cui l’ingresso di nuovi Comuni determini la necessità di modificare in
riduzione il numero dei Consiglieri dei Comuni già facenti parte dell’Unione, sarà
necessario procedere a nuove elezioni del Consiglio dell’Unione.
5. Il Comune richiedente deve procedere all’approvazione del presente Statuto e
all’elezione dei propri rappresentanti in seno al Consiglio dell’Unione.
ART. 5 - FUNZIONI DELL’UNIONE
1. All’Unione può essere conferito, da parte dei Comuni, l’esercizio di funzioni
amministrative e servizi propri o delegati. La titolarità delle funzioni proprie dei
3
Comuni che gli stessi conferiscono in gestione all’Unione, resta in capo ai
medesimi secondo le leggi vigenti in materia.
2. I Comuni di Argenta, Ostellato e Portomaggiore conferiscono all’Unione, all’atto
della sua costituzione, le seguenti funzioni:
Programmazione e pianificazione urbanistica, Edilizia privata, Sistema
informativo territoriale, Ambiente,
Sportello Unico per le Attività Produttive,
Gestione delle risorse umane,
Tributi locali.
3. Entro l’01.01.2014 saranno conferite all’Unione – in conformità alle previsioni
contenute nella L.R. 21 del 21.12.2012, le seguenti ulteriori funzioni:
Protezione civile
Servizi sociali.
4. Il conferimento di funzioni amministrative e servizi si perfeziona con
l’approvazione di apposite convenzioni in identico testo da parte dei Consigli
comunali e del Consiglio dell’Unione, a maggioranza assoluta dei Consiglieri
assegnati. Le convenzioni devono tassativamente specificare:
o Il contenuto della funzione o del servizio conferiti
o Le finalità
o Le forme di consultazione degli Enti contraenti nonché la periodicità ed i
contenuti delle informazioni da fornire ai Comuni
o Le modalità di organizzazione e svolgimento della funzione o del servizio
o I rapporti finanziari tra gli enti
o I reciproci obblighi e garanzie
o La durata e le modalità di revoca del conferimento delle funzioni. La
durata del conferimento delle singole funzioni non può essere inferiore a
5 anni. La revoca anticipata da parte di uno o più Comuni è priva di ogni
effetto, salvo che non sia disposta con l’accordo di tutti gli enti aderenti
all’Unione.
o Le conseguenze finanziarie (anche di carattere sanzionatorio e
risarcitorio) della revoca delle funzioni prima della scadenza e del
mancato rinnovo del conferimento delle stesse alla scadenza pattuita,
ferma restando la disciplina contenuta nell’art. 8 con riferimento alla
fattispecie del recesso del Comune dall’Unione e nell’art. 22 con
riferimento al personale.
5. A seguito del conferimento delle funzioni, all’Unione competono le annesse tasse,
tariffe e contributi sui servizi dalla stessa gestiti.
6. L’Unione, inoltre, subentra nei rapporti giuridici attivi e passivi facenti capo ai
Comuni all’atto del conferimento della funzione. Fermo restando quanto stabilito
dall’art. 22 del presente Statuto, all’Unione sono, inoltre, trasferite tutte le
risorse umane e strumentali relative alle funzioni e servizi ad essa affidati in
gestione, nonché i relativi rapporti finanziari risultanti dai bilanci dei Comuni.
ART. 6 - MODALITA’ DI CONFERIMENTO DI ULTERIORI FUNZIONI
ALL’UNIONE
1. Il conferimento di ulteriori funzioni rispetto a quelle indicate all’articolo 5
precedente, può avvenire anche da parte di alcuni dei Comuni aderenti; esso
richiede l’accordo di un numero di Comuni pari almeno alla maggioranza dei
Comuni dell’Unione, fermo restando il principio della ricerca di un’adesione
unitaria da parte di tutti i Comuni che ne fanno parte.
4
2. Il conferimento di funzioni da parte dei Comuni aderenti, avverrà mediante
apposita modifica statutaria con le stesse maggioranze ed analoga procedura
previste per l’approvazione dello Statuto e diverrà efficace solo a seguito di
approvazione da parte sia dei Consigli dei Comuni aderenti all’Unione che del
Consiglio dell’Unione, di apposita convenzione avente i contenuti previsti
all’articolo 5 precedente, a maggioranza assoluta dei Consiglieri assegnati.
3. L’individuazione delle competenze oggetto di conferimento è operata in base al
principio della ricomposizione unitaria delle funzioni e dei servizi tra loro
omogenei, al fine di evitare che restino in capo ai Comuni competenze residuali
inerenti la funzione.
4. L’Unione succede a tutti gli effetti nei rapporti giuridici attivi e passivi inerenti le
funzioni conferite, facenti capo ai Comuni, in essere alla data del conferimento.
5. L’Unione può stipulare convenzioni con Comuni, anche esterni alla stessa e con
altre Unioni per l’esercizio di una o più funzioni fondamentali dei Comuni
medesimi e di servizi di supporto, a condizione che ente capofila e responsabile
dell’esercizio associato sia, nella prima fattispecie, l’Unione e, nella seconda , una
delle Unioni.
ART. 7 - MODALITA’ DI RIPARTIZIONE DELLE SPESE
1. Le spese generali dell’Unione sono ripartite tra tutti i Comuni aderenti in
proporzione alla popolazione residente al 31 dicembre del secondo anno
precedente a quello di riferimento.
2. Le spese relative ai singoli servizi e funzioni vengono ripartite in base ai criteri
previsti dalle rispettive convenzioni, in ragione anche della natura e dei bacini
d’utenza di ciascuno di essi.
3. Nel caso di conferimento di funzioni e servizi che interessi alcuni soltanto dei
Comuni aderenti all’Unione, il riparto delle entrate e delle spese relative,
riguarderà esclusivamente i Comuni interessati.
4. In occasione dell’adesione di nuovi Comuni all’Unione, sarà prevista la
remunerazione da parte degli stessi dei costi iniziali affrontati dall’Unione per
l’avvio dei servizi, che verranno riparametrati tra tutti i Comuni, sulla base del
criterio della popolazione residente al 31 dicembre del secondo anno precedente
a quello di riferimento.
ART. 8 - DURATA - RECESSO
1. L’unione è costituita a tempo indeterminato.
2. Ogni Comune dell’Unione può recedere, anche unilateralmente, con le
procedure e le maggioranze richieste per le modifiche statutarie, non prima di 5
anni dalla sottoscrizione dell’Atto costitutivo e dal conferimento di ciascuna
funzione, con un preavviso di almeno tre mesi, da inviarsi a tutti i Comuni facenti
parte dell’Unione. Il recesso decorre dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello
nel quale à stata adottata la deliberazione e comporta l’automatico e contestuale
recesso da tutte le convenzioni già stipulate per la gestione associata di servizi e
funzioni.
3. In nessun caso il recesso di un Comune dall’Unione può comportare nuove e
maggiori spese a carico dell’Unione stessa e dei Comuni ad essa aderenti.
Eventuali costi emergenti a causa del recesso, saranno posti a carico del Comune
5
recedente.
4. I contributi percepiti e non utilizzati alla data del recesso restano interamente in
capo all’Unione fino al suo scioglimento.
5. Il Comune che delibera di recedere dall’Unione rinuncia a qualsiasi diritto sul
patrimonio e demanio dell’Unione costituito con il contributo statale e regionale;
rinuncia inoltre alla quota parte del patrimonio e demanio dell’Unione costituito
con contributi dei Comuni aderenti qualora, per ragioni tecniche, il patrimonio
non sia frazionabile.
6. Il Comune recedente continua a farsi carico delle quote residue dei prestiti
eventualmente accesi da parte dell’Unione, trasferendo alla stessa le risorse
necessarie secondo una tempistica, da concordare tra le parti, che consenta il
rispetto delle scadenze previste nel contratto stipulato tra l’Unione ed il soggetto
finanziatore, per il pagamento delle singole rate.
7. Il Comune recedente continua, altresì, a farsi carico per cinque anni delle spese
fisse e ripetitive di funzionamento dell’Unione, cristallizzate al momento del
recesso e calcolate in proporzione all’ultima quota di riparto dei costi tra i
Comuni.
8. Ferma restando la disciplina relativa al personale contenuta nell’art. 22 comma
13 del presente Statuto, qualora in base all’accordo raggiunto tra l’Unione ed il
Comune recedente, il costo del personale riassegnato a quest’ultimo non copra
l’intera quota di riparto dei costi complessivi dell’Unione gravanti sullo stesso,
esso è tenuto a corrispondere all’Unione la quota di costi eccedente, per cinque
anni.
9. Tutte le eventuali controversie che insorgono in merito al presente articolo,
saranno decise da una Commissione composta dal Segretario dell’Unione e da 2
Esperti in materie legali di cui 1 nominato dalla Giunta dell’Unione e 1 designato
dal Comune recedente.
ART. 9 - SCIOGLIMENTO DELL’UNIONE
1. Lo scioglimento dell’Unione è disposto con l’approvazione di una deliberazione
consiliare da parte di tutti i Comuni partecipanti adottata con le stesse procedure
e maggioranze delle modifiche statutarie.
2. Determina altresì lo scioglimento, il recesso dalla medesima da parte di più della
metà dei Comuni aderenti.
3. Il Consiglio dell’Unione, preso atto dello scioglimento dell’Unione, provvede a
nominare, con deliberazione consiliare presa a maggioranza assoluta dei
consiglieri assegnati, il nominativo del Commissario Liquidatore scelto tra
funzionari di Comuni non appartenenti all’Unione o di altri enti pubblici dotati
della necessaria professionalità ed esperienza nel campo finanziario e contabile o
tra gli iscritti nell’albo dei revisori dei conti.
4. Al termine dell’attività di liquidazione il Commissario Liquidatore trasmette alle
Amministrazioni dei Comuni componenti l’Unione il piano di riparto delle attività e
delle passività dell’Unione tra i comuni stessi; i Consigli Comunali provvedono a
ratificare il citato piano di riparto iscrivendo le spese e le entrate spettanti nei
relativi stanziamenti di bilancio in base alla normativa vigente.
5. Per quanto riguarda la disciplina del personale nel caso di scioglimento
dell’Unione, si rinvia all’art. 22 del presente Statuto.
6
TITOLO II - ORGANIZZAZIONE DI GOVERNO
ART. 10 - ORGANI
1. Sono Organi di indirizzo e di governo dell’Unione:
il Presidente
la Giunta
il Consiglio
2. Essi costituiscono, nel loro complesso, il governo dell’Unione di cui esprimono la
volontà politico-amministrativa, esercitando, nell’ambito delle rispettive
competenze determinate dalla legge e dal presente Statuto, i poteri di indirizzo e
di controllo su tutte le attività dell’Ente.
3. Il Consiglio e la Giunta hanno durata corrispondente a quella degli organi di
governo dei Comuni partecipanti e sono quindi soggetti a rinnovo all’inizio di ogni
mandato amministrativo corrispondente a quello dei Comuni aderenti. Nel caso vi
siano tornate elettorali differenziate temporalmente, si provvede al rinnovo dei
rappresentanti dei Comuni interessati dalle elezioni in seno alla Giunta e al
Consiglio dell’Unione, con le modalità previste dalle norme del presente Statuto.
4. Valgono per i componenti degli Organi dell’Unione, le cause di ineleggibilità e
incompatibilità previste dalla legge per gli Organi dei Comuni.
5. Le Giunte dei vari Comuni aderenti all’Unione potranno svolgere nei confronti dei
rispettivi Sindaci attività d’impulso con appositi atti deliberativi.
6. Al fine di garantire la massima trasparenza dell’attività dell’Unione ed assicurare
la partecipazione ed il controllo degli amministratori dei Comuni aderenti
relativamente alle funzioni conferite, saranno organizzati, con periodicità almeno
semestrale, momenti di confronto tra gli stessi ed il Presidente e/o la Giunta
dell’Unione; tali momenti di confronto potranno avvenire anche in occasione delle
sedute dei Consigli comunali dei Comuni aderenti, su richiesta anche di un
singolo Gruppo consiliare.
ART. 11 - IL PRESIDENTE DELL’UNIONE
1. Il Presidente dell’Unione è eletto dalla Giunta a maggioranza assoluta dei
componenti; contestualmente è eletto anche un Vicepresidente che lo sostituisce
in caso di assenza o impedimento.
2. Le cariche di Presidente e Vicepresidente, durano un biennio, sono riservate ai
Sindaci, non sono delegabili e vengono attribuite con il criterio della rotazione.
3. Il Presidente:
Rappresenta l’Unione, convoca e presiede la Giunta fissandone il relativo
ordine del giorno;
Può attribuire specifiche deleghe per materia ai componenti della Giunta.
Sovrintende al funzionamento degli uffici e all’esecuzione degli atti;
Sovrintende all’organizzazione, al coordinamento e alla vigilanza degli uffici
e dei servizi;
Coordina ed organizza, in accordo con i Sindaci dei Comuni aderenti, gli orari
7
di apertura al pubblico dei servizi facenti capo all’Unione, tenendo conto
delle esigenze complessive e generali dell’utenza;
Nomina, designa e revoca, sulla base degli indirizzi stabiliti dal Consiglio, i
rappresentanti dell’Unione presso enti, aziende, istituzioni ed altri organismi
pubblici;
Nomina il Segretario dell’Unione ed i Responsabili degli uffici e dei servizi;
attribuisce gli incarichi dirigenziali e di alta specializzazione, anche a tempo
determinato e quelli di collaborazione esterna, secondo le modalità ed i limiti
stabiliti dalla legge;
Può affidare a Consiglieri dell’Unione incarichi su materie specifiche, nei
limiti stabiliti nel decreto di assegnazione, evitando interferenze e
sovrapposizioni con le materie delegate agli Assessori. La durata di tali
incarichi corrisponde al massimo alla durata in carica del Presidente che li ha
conferiti.
4. Spettano al Presidente le funzioni attribuite al Sindaco, purché non in contrasto
con le funzioni e il ruolo dell’Unione.
ART. 12 - LA GIUNTA
1. La Giunta, convocata e presieduta dal Presidente, è composta esclusivamente dai
Sindaci dei Comuni aderenti.
2. La convocazione e la presidenza della prima seduta della Giunta sono di
competenza del Sindaco del Comune sede dell’Unione.
3. I Sindaci diversi dal Sindaco eletto Presidente, in caso di impedimento o assenza,
possono essere sostituiti dai rispettivi Vicesindaci.
4. Nel corso della prima seduta utile del Consiglio dell’Unione, il Presidente dà
comunicazione al Consiglio delle deleghe conferite agli assessori unitamente agli
indirizzi generali di governo, che formano il programma amministrativo
dell’Unione.
5. La Giunta è validamente costituita quando sia presente la maggioranza dei
componenti e delibera a maggioranza assoluta dei presenti.
6. La cessazione dalla carica, per qualsiasi causa, di Sindaco nel Comune di
provenienza determina la decadenza dalla Giunta dell’Unione.
ART. 13 - COMPETENZE DELLA GIUNTA
1. La Giunta svolge attività propositive e di impulso nei confronti del Consiglio,
collabora con il Presidente nell’attività di governo dell’Unione e nell’attuazione e
realizzazione degli indirizzi generali formulati dal Consiglio, al quale rende conto
riferendone annualmente.
2. Spetta alla Giunta compiere tutti gli atti che non siano riservati al Consiglio dalla
legge, dal presente Statuto o dai regolamenti e che non ricadano nelle
competenze del Presidente dell’Unione.
3. La Giunta può adottare, in via d’urgenza, le deliberazioni comportanti variazioni
di bilancio da sottoporre al Consiglio per la ratifica entro i termini previsti dalla
legge.
4. E’ altresì di competenza della Giunta l’adozione dei regolamenti sull’ordinamento
degli uffici e dei servizi nel rispetto dei criteri generali stabiliti dal Consiglio.
8
ART. 14 - IL CONSIGLIO - COMPOSIZIONE E SUA PRIMA ELEZIONE
1. Il Consiglio dell’Unione è composto dal Presidente dell’Unione e da n. 23
consiglieri. I Sindaci dei Comuni partecipanti all’Unione ne sono membri di diritto,
compresi nei 24 membri assegnati.
2. I Consigli comunali eleggono i restanti membri del Consiglio dell’Unione con il
metodo del voto limitato ad un componente, secondo il seguente schema:
COMUNI
TOTALE
ARGENTA
OSTELLATO
PORTOMAGGIORE
TOTALE
12
6
6
24
Gruppo
di
MAGGIORANZA
6
3
3
12
Gruppi
di
MINORANZA
5
2
2
9
SINDACI
1
1
1
3
3. Nell’elezione del Consiglio dell’Unione, i Consigli comunali devono rispettare il
principio della garanzia della rappresentanza di entrambi i generi, femminile e
maschile. Nel caso in cui ad esito della votazione si constati la mancanza di
rappresentanti di uno dei due generi, la votazione dovrà essere ripetuta.
4. Per garantire l’effettiva rappresentanza delle minoranze consiliari, i Consiglieri
dell’Unione saranno eletti, con voto segreto, sulla base di due liste distinte, una
comprendente tutti i Consiglieri comunali di maggioranza e l’altra tutti quelli di
minoranza presenti nel Consiglio comunale del Comune partecipante. Nel rispetto
del principio della non ingerenza della maggioranza nella scelta dei
rappresentanti della minoranza i Consiglieri comunali di maggioranza saranno
chiamati a votare i candidati inseriti nella lista dei componenti di maggioranza del
Consiglio mentre quelli di minoranza voteranno i candidati inclusi nella lista di
minoranza. Risulteranno eletti nel Consiglio dell’Unione i Consiglieri comunali che
otterranno il maggior numero di voti, fino a concorrenza del numero di
Consiglieri di maggioranza e minoranza previsti dal presente statuto per il
comune partecipante. In caso di parità di voti risulterà eletto il candidato che ha
ottenuto il maggior numero complessivo di voti di preferenza o, se si tratta del
Consigliere candidato Sindaco, la maggior cifra elettorale, alle elezioni
amministrative del Consiglio comunale di appartenenza. Al fine di assicurare
l’effettiva rappresentanza sia della maggioranza che della minoranza in seno al
Consiglio dell’Unione, nel caso in cui una delle due liste di candidati non riceva
voti sufficienti per eleggere i propri rappresentanti, saranno membri di diritto del
Consiglio dell’Unione, i rappresentanti dei Consiglieri di maggioranza o di
opposizione che hanno ottenuto il maggior numero complessivo di voti di
preferenza o, se si tratta del Consigliere candidato Sindaco, la maggior cifra
elettorale nelle elezioni amministrative del Comune di appartenenza.
5. Ogni Consigliere dell’Unione, cessando per qualsiasi motivo dalla carica di
Consigliere Comunale, decade ipso iure anche dalla carica di Consigliere
dell’Unione ed è sostituito da un nuovo Consigliere secondo le modalità previste
dal presente statuto.
6. Decade, altresì, dalla carica di Consigliere dell’Unione colui che non partecipi a
tre sedute consecutive dell’Organo consiliare senza giustificato motivo. Le
giustificazioni dell’assenza devono essere fatte pervenire dal Consigliere
interessato, in forma scritta, al Presidente del Consiglio e al Segretario
dell’Unione prima dell’inizio della seduta consigliare.
7. I rappresentanti dei Comuni i cui Consigli siano stati rinnovati restano in carica
9
sino all’elezione delle/dei successori da parte dei nuovi Consigli.
8. I Consigli rinnovati dovranno provvedere alla nomina dei nuovi rappresentanti in
seno al Consiglio dell’Unione, entro 30 giorni dalla data di insediamento.
9. Il Consiglio, per l’esercizio delle proprie competenze, può avvalersi di
Commissioni Consiliari permanenti, costituite nel proprio seno, con funzioni
redigenti, consultive ed istruttorie. Può costituire con analoghi compiti,
Commissioni speciali, a carattere temporaneo, per oggetti specifici. Il
regolamento di funzionamento del Consiglio dell’Unione, ne disciplinerà la
composizione nel rispetto del criterio di proporzionalità, il funzionamento e le
attribuzioni.
ART. 15 - COMPETENZE DEL CONSIGLIO
1. Il Consiglio è l’organo di indirizzo e di controllo politico e amministrativo.
2. Spettano al Consiglio tutte le attribuzioni dei Consigli di cui all’art. 42 del T.U
dell’ordinamento degli enti locali approvato con decreto legislativo n. 267 del 18
agosto 2000.
ART. 16 - IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
1. Nella prima adunanza il Consiglio dell’Unione elegge tra i suoi componenti a
maggioranza assoluta dei Consiglieri assegnati, un Presidente scelto mediante
votazione segreta, limitata ad una preferenza. Il Consiglio elegge
contestualmente e con le stesse modalità di voto, un Vicepresidente del Consiglio
per i casi di impedimento o assenza del Presidente del Consiglio.
2. Il Presidente del Consiglio convoca il Consiglio dell’Unione e ne dirige i lavori e le
attività.
3. Il Presidente del Consiglio è tenuto a riunire il Consiglio, in un termine non
superiore a 20 giorni, quando lo richiedano un quinto dei Consiglieri o il
Presidente dell’Unione, inserendo all’ordine del giorno gli oggetti dagli stessi
richiesti.
4. Il Presidente del Consiglio assicura un’adeguata e preventiva informazione ai
Consiglieri sulle questioni sottoposte al Consiglio.
5. Ogni volta che un Comune rinnova i propri rappresentanti in seno all’Unione, si
procede al rinnovo della carica del Presidente del Consiglio.
ART. 17 - REGOLAMENTO PER IL FUNZIONAMENTO DEL CONSIGLIO
1. Il Consiglio adotta, a maggioranza assoluta dei Consiglieri assegnati, il
Regolamento per disciplinare in dettaglio il proprio funzionamento, nel rispetto
delle disposizioni di legge in materia e nell’ambito di quanto stabilito dal
presente Statuto. Alle eventuali modificazioni di tale regolamento, il Consiglio
provvede con la stessa maggioranza.
10
TITOLO III - ISTITUTI DI PARTECIPAZIONE
ART. 18 - PRINCIPI GENERALI
1. L’Unione, con appositi regolamenti adottati dal Consiglio, disciplina le forme di
consultazione dei cittadini rispetto a questioni di rilevante interesse per il
territorio dell’Unione, gli strumenti di partecipazione dei cittadini alla formazione
delle linee programmatiche relative alle azioni ed ai progetti da realizzare,
nonché le modalità di accesso agli atti, al fine di assicurare l’imparzialità e la
trasparenza dell’azione amministrativa.
ART. 19 - ALBO PRETORIO ON LINE
1. L’Unione ha presso la propria sede un suo albo pretorio on-line per la
pubblicazione delle deliberazioni, delle determinazioni e delle ordinanze, dei
manifesti e degli atti che devono essere portati a conoscenza del pubblico.
ART. 20 - CONSULTAZIONE DELLA POPOLAZIONE
1. Gli organi di governo dell’Unione possono disporre forme di consultazione della
popolazione o di particolari settori di questa, individuati in base a caratteristiche
sociali o territoriali, in vista dell’adozione di specifici provvedimenti e comunque
su problemi di interesse collettivo.
2. La consultazione può avvenire attraverso assemblee e sedute pubbliche indette
dall’Unione.
3. L’Unione riconosce e favorisce forme spontanee di manifestazione di interesse
nelle materie inerenti le funzioni ad essa conferite, provenienti da cittadini singoli
od organizzati, facenti parte del proprio territorio, formalizzate in petizioni,
proposte, istanze o iniziative referendarie.
4. L’esito della consultazione e le manifestazioni spontanee d’interesse, non sono
vincolanti per l’Unione, tuttavia l’Organo competente è tenuto ad esprimere le
ragioni dell’eventuale mancato accoglimento delle indicazioni fornite dai cittadini.
TITOLO IV - L’ORGANIZZAZIONE AMMINISTRATIVA
ART. 21 - PRINCIPI GENERALI DI ORGANIZZAZIONE
1. L’attività dell’Unione è improntata al rispetto del principio di separazione tra
attività di gestione e attività di indirizzo politico amministrativo, per cui
competerà agli organi di governo la definizione degli obiettivi e dei programmi da
attuare, mentre la gestione amministrativa, finanziaria e tecnica, è attribuita alla
dirigenza dell’Ente mediante autonomi poteri di spesa, di organizzazione delle
risorse umane, strumentali e di controllo. I dirigenti per lo svolgimento delle loro
11
funzioni potranno avvalersi di funzionari comandati o distaccati dai Comuni e già
titolari di posizioni organizzative o trasferiti dagli stessi a cui conferire incarichi di
posizione organizzativa.
2. Al fine di verificare lo stato di attuazione degli obiettivi programmati e la
funzionalità delle organizzazioni dell’Ente, nonché l’efficacia, l’efficienza e il livello
di economicità di realizzazione dei predetti obiettivi, sarà introdotto il controllo di
gestione con le modalità stabilite dal regolamento di contabilità dell’Ente.
3. La spesa sostenuta per il personale dell’Unione non potrà comportare, in sede di
prima applicazione, il superamento della somma della spesa di personale dei
Comuni aderenti ed a regime dovrà conseguire effettivi risparmi.
ART. 22 - IL PERSONALE
1. L’Unione ha una sua dotazione organica.
2. Il personale che opera nei servizi e nelle funzioni conferite, è di norma trasferito
alle dipendenze dell’Unione all’atto del conferimento di tali materie all’Unione.
Nella prima fase di avvio dell’Unione, il personale è comandato dai Comuni
all’Unione.
3. L’Unione può assumere personale proprio e per specifiche iniziative di
collaborazione, l’Unione e i Comuni possono disporre il distacco di proprio
personale assegnato agli uffici e servizi coinvolti, da e verso l’Unione.
4. L’Unione può avvalersi, per gli incarichi di direzione delle strutture e di alta
specializzazione, di contratti a tempo determinato ai sensi dell’art. 110 del D.Lgs
267/2000.
5. Per incarichi di direzione delle strutture (dirigenti e posizioni organizzative),
l’Unione dovrà avvalersi prioritariamente delle risorse umane interne, comandate,
distaccate o trasferite dai Comuni, dotate dei necessari requisiti professionali e di
inquadramento giuridico.
6. Gli incarichi di direzione o di posizione organizzativa conferiti a tempo
determinato, potranno essere rinnovati o revocati nel rispetto delle disposizioni
normative e contrattuali vigenti.
7. Il personale dipendente è inquadrato nella dotazione organica complessiva
secondo criteri di funzionalità e flessibilità operativa.
8. Al personale dell’Unione si applica la normativa vigente per il personale degli enti
locali. Gli aspetti contrattuali sono regolati dagli accordi nazionali e decentrati
definiti nel comparto di contrattazione Regione-Enti Locali.
9. In caso di scioglimento dell’Unione, recesso di uno o più Comuni o cessazione di
funzioni conferite ed in caso di revoca del conferimento di una o più funzioni da
parte di uno o più Comuni, è garantita la continuità del rapporto di lavoro del
personale dipendente, secondo le norme che seguono.
10.Nel caso di scioglimento dell’Unione il personale comandato, distaccato o
trasferito all’Unione stessa, rientra negli organici dei Comuni di provenienza, nel
rispetto della normativa vigente al momento dello scioglimento dell’Unione.
11.Il personale assunto direttamente dall’Unione potrà essere assorbito negli
organici dei Comuni aderenti, in conformità con gli accordi che tra essi
interverranno e nel rispetto della normativa vigente al momento dello
scioglimento dell’Unione.
12.Nell’ipotesi di revoca del conferimento di talune funzioni all’Unione, da parte di
uno o più Comuni aderenti, il personale comandato o distaccato rientrerà nella
disponibilità del Comune di provenienza, mentre il personale trasferito ed
impiegato nello svolgimento di dette funzioni, dovrà essere prioritariamente
12
destinato alle stesse o ad altre funzioni e servizi all’interno dell’Unione stessa. In
subordine, il personale trasferito o parte di esso potrà transitare negli organici dei
Comuni di provenienza, in base agli accordi che saranno raggiunti tra i Comuni
aderenti sentito il personale interessato all’eventuale trasferimento e nel rispetto
della normativa vigente in quel momento.
13.Nell’ipotesi di recesso di uno o più Comuni dall’Unione, infine, il personale
comandato o distaccato rientrerà nella disponibilità del Comune di provenienza,
mentre il personale dipendente dell’Unione, sarà assegnato al Comune recedente
in base all’accordo che sarà raggiunto tra i Comuni e l’Unione, indicativamente in
proporzione all’ultima quota di riparto pagato in riferimento ad ogni singola
funzione o servizio. Sarà data priorità nel trasferimento al Comune che recede
dall’Unione, al personale proveniente dagli organici del Comune stesso.
ART. 23 - ORGANIZZAZIONE DEGLI UFFICI E DEI SERVIZI
1. L’Unione, per lo svolgimento delle attività, potrà avvalersi di uffici e personale
propri e/o di uffici e personale dei Comuni aderenti.
2. Con apposito regolamento approvato dalla Giunta nel rispetto dei principi
generali adottati dal Consiglio, si provvederà a disciplinare l’ordinamento degli
uffici e dei servizi nonché le procedure per le assunzioni di personale.
ART. 24 - IL SEGRETARIO
1. Il Presidente dell’Unione al momento del suo insediamento nomina il Segretario
dell’Unione scegliendolo tra i Segretari Comunali degli Enti aderenti all’Unione. La
nomina avrà durata corrispondente a quella del mandato del Presidente che lo ha
nominato. Il Segretario può essere revocato con atto della Giunta dell’Unione per
gravi violazioni dei doveri d’ufficio.
2. Alla scadenza del mandato del Presidente il Segretario continuerà a svolgere le
proprie funzioni sino alla conferma o alla nomina del nuovo Segretario.
3. Sino alla nomina del Segretario dell’Unione, le relative funzioni sono svolte dal
Segretario generale del Comune sede dell’Unione.
4. In caso di assenza o impedimento temporanei del Segretario, le relative funzioni
sono attribuite dal Presidente ad un dirigente in possesso dei requisiti di legge
previsti per l’accesso alla professione di Segretario Comunale, incaricato delle
funzioni di Vicesegretario dell’Unione.
5. Al Segretario spetterà un compenso, regolato tra le parti con separato atto, nel
rispetto dei principi di cui all’art. 36 della Costituzione.
ART. 25 - FUNZIONI DEL SEGRETARIO
1. Il Segretario svolge compiti di collaborazione e funzioni di assistenza giuridicoamministrativa nei confronti degli organi dell’Ente in ordine alla conformità
dell’azione amministrativa alle leggi, allo Statuto e ai Regolamenti.
2. Il Segretario inoltre:
a. partecipa con funzioni consultive, referenti e di assistenza, alle riunioni
della Giunta e del Consiglio e ne cura la verbalizzazione;
13
b. può rogare tutti i contratti nei quali l’Ente è parte ed autenticare scritture
private ed atti unilaterali nell’interesse dell’Ente;
c. esercita ogni altra funzione attribuitagli dalla legge, dallo Statuto o dai
regolamenti o conferitagli dal Presidente dell’Unione.
3. Il Segretario sovrintende allo svolgimento delle funzioni dei dirigenti e ne
coordina l’attività.
TITOLO V - FINANZA E CONTABILITA’
ART. 26 - ATTIVITA’ FINANZIARIA
1. L’Unione è dotata di un proprio patrimonio e di autonomia finanziaria. Ai sensi
dell’art. 32, comma 5, del D.Lgs. 267/2000, competono all’Unione gli introiti
derivanti dalle tasse, dalle tariffe e dai contributi sui servizi ad essa affidati; alla
stessa sono altresì trasferite risorse finanziarie dallo Stato e/o dalla Regione
previste da precise disposizioni di legge per l’esercizio associato delle funzioni
comunali.
2. I Comuni per la gestione dei servizi affidati all’Unione, sono tenuti a trasferire a
favore della stessa risorse finanziarie, nel rispetto di quanto sarà previsto nelle
relative convenzioni.
ART. 27 - BILANCI
1. L’Unione delibera annualmente il bilancio di previsione finanziario redatto in
termini di competenza per l’anno successivo, nel rispetto dei termini previsti per i
bilanci degli enti locali e delle modalità previste dal regolamento di contabilità.
2. Successivamente all’approvazione del bilancio di previsione, la Giunta dell’Unione
approva il Piano Esecutivo di Gestione unitamente al piano degli obiettivi/Piano
della performance.
3. La gestione finanziaria dell’Unione avviene nel rispetto di quanto prevedono le
norme di contabilità per gli Enti Locali.
ART. 28 - CONTROLLO DI GESTIONE
1. Il controllo di gestione ha per oggetto l’intera attività amministrativa gestionale
dell’Unione e sarà svolto nel rispetto di quanto previsto in materia dalle norme
del D.Lgs.267/2000 e del regolamento di contabilità dell’Ente,
ART. 29 - REVISIONE ECONOMICA--FINANZIARIA
1. L’Unione è dotata di un Organo di revisione economico-finanziaria la cui
costituzione, durata in carica, funzioni, compiti e prerogative sono disciplinati
14
dalla legge.
ART. 30 - SERVIZIO DI TESORERIA
1. Il Servizio di Tesoreria è affidato mediante procedure ad evidenza pubblica
stabilite dal Regolamento di Contabilità dell’Unione. Si potrà procedere al rinnovo
del contratto di Tesoreria nei confronti del medesimo soggetto, qualora ricorrano
le condizioni di legge, per non più di una volta.
2. Il rapporto è regolato in base ad una convenzione deliberata dal Consiglio.
TITOLO VI - DISPOSIZIONI FINALI
ART. 31 - DISPOSIZIONI TRANSITORIE
1. Fino all’emanazione di propri atti regolamentari per il funzionamento interno
dell’Unione, si applicano, in quanto compatibili, comunque non oltre 12 mesi
dalla costituzione dell’Unione, i Regolamenti in vigore presso il Comune sede
dell’Unione, ad esclusione del Regolamento di contabilità, del Regolamento dei
controlli interni e del Regolamento per la pubblicità e la trasparenza dello stato
patrimoniale dei titolari di cariche elettive o di governo, per i quali si applicano i
regolamenti in vigore presso il Comune di Argenta
2. Fino all’individuazione del Tesoriere dell’Unione, tale servizio è affidato al
Tesoriere del Comune sede dell’Unione o, in alternativa, al Tesoriere di uno degli
altri Comuni aderenti all’Unione.
3. Il Consiglio dell’Unione delibera il bilancio dell’Unione per il primo anno
finanziario non oltre 90 giorni dalla data di costituzione dell’Unione o entro il
termine fissato dall’ordinamento giuridico, qualora successivo.
ART. 32 - NORMA FINALE
1. Per tutto quanto non espressamente previsto nei vari Titoli del presente Statuto,
si rinvia a quanto previsto dalle norme in materia di ordinamento degli Enti
Locali.
2. Il presente Statuto, è pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Regione, affisso
all’Albo pretorio on-line dei Comuni aderenti per 30 giorni consecutivi ed inviato
al Ministero dell’Interno per essere inserito nella Raccolta ufficiale degli Statuti.
Lo Statuto entra in vigore decorsi 30 giorni dalla pubblicazione all’Albo pretorio
on line di tutti i Comuni aderenti. Le stesse modalità si applicano agli atti di
modifica statutaria.
3. Le proposte di modifica del presente Statuto, deliberate dal Consiglio dell’Unione,
sono inviate ai Consigli dei Comuni partecipanti, per la loro approvazione con le
stesse modalità e procedure previste per l’approvazione iniziale.
15
Sommario
TITOLO I - PRINCIPI FONDAMENTALI................................................................................................... 2
ART. 1 - COSTITUZIONE DELL’UNIONE.................................................................................................. 2
ART. 2 - FINALITA’DELL’UNIONE.............................................................................................................. 2
ART. 3 - PROCEDURA DI ISTITUZIONE DELL’UNIONE ................................................................... 2
ART. 4 - NUOVI INGRESSI............................................................................................................................ 3
ART. 5 - FUNZIONI DELL’UNIONE ............................................................................................................ 3
ART. 6 - MODALITA’ DI CONFERIMENTO DI ULTERIORI FUNZIONI ALL’UNIONE............ 4
ART. 7 - MODALITA’ DI RIPARTIZIONE DELLE SPESE.................................................................... 5
ART. 8 - DURATA - RECESSO ....................................................................................................................... 5
ART. 9 - SCIOGLIMENTO DELL’UNIONE ................................................................................................. 6
TITOLO II - ORGANIZZAZIONE DI GOVERNO..................................................................................... 7
ART. 10 - ORGANI............................................................................................................................................. 7
ART. 11 - IL PRESIDENTE DELL’UNIONE............................................................................................... 7
ART. 12 - LA GIUNTA....................................................................................................................................... 8
ART. 13 - COMPETENZE DELLA GIUNTA................................................................................................. 8
ART. 14 - IL CONSIGLIO - COMPOSIZIONE E SUA PRIMA ELEZIONE ..................................... 9
ART. 15 - COMPETENZE DEL CONSIGLIO .............................................................................................10
ART. 16 - IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO.........................................................................................10
ART. 17 - REGOLAMENTO PER IL FUNZIONAMENTO DEL CONSIGLIO...................................10
TITOLO III - ISTITUTI DI PARTECIPAZIONE ....................................................................................11
ART. 18 - PRINCIPI GENERALI .................................................................................................................11
ART. 19 - ALBO PRETORIO ON LINE.......................................................................................................11
ART. 20 - CONSULTAZIONE DELLA POPOLAZIONE .........................................................................11
TITOLO IV - L’ORGANIZZAZIONE AMMINISTRATIVA....................................................................11
ART. 21 - PRINCIPI GENERALI DI ORGANIZZAZIONE ..................................................................11
ART. 22 - IL PERSONALE ..............................................................................................................................12
16
ART. 23 - ORGANIZZAZIONE DEGLI UFFICI E DEI SERVIZI .......................................................13
ART. 24 - IL SEGRETARIO............................................................................................................................13
ART. 25 - FUNZIONI DEL SEGRETARIO.................................................................................................13
TITOLO V - FINANZA E CONTABILITA’..................................................................................................14
ART. 26 - ATTIVITA’ FINANZIARIA ........................................................................................................14
ART. 27 - BILANCI...........................................................................................................................................14
ART. 28 - CONTROLLO DI GESTIONE .....................................................................................................14
ART. 29 - REVISIONE ECONOMICA--FINANZIARIA ........................................................................14
ART. 30 - SERVIZIO DI TESORERIA........................................................................................................15
TITOLO VI - DISPOSIZIONI FINALI .......................................................................................................15
ART. 31 - DISPOSIZIONI TRANSITORIE ..............................................................................................15
ART. 32 - NORMA FINALE ............................................................................................................................15
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Allegato C) alla Deliberazione C.C. n. 5 del 18/02/2013
Piano strategico
dell’Unione dei Comuni Valli e Delizie
Sezioni
Premessa
Contiene le valutazioni preliminari sul piano complessivo di sviluppo dell’Unione; le
motivazioni di carattere politico e tecnico che hanno portato alla scelta dell’ambito dei tre
Comuni Argenta, Ostellato e Portomaggiore.
1. Gli obiettivi del percorso
Attraverso una swot analysis vengono individuati criticità, punti di forza, minacce e
opportunità riguardanti la nuova riorganizzazione territoriale e le potenzialità del
territorio unificato.
Nel contesto analizzato vengono stabiliti gli obiettivi che si intendono conseguire sia sotto
il profilo organizzativo sia dal punto di vista dello sviluppo territoriale.
2. Un territorio
Con il termine territorio si è soliti individuare uno spazio fisico-geografico delimitato e
con caratteristiche omogenee, che circoscrive fisicamente la sfera di competenza politica
di un ente. In questo caso specifico il territorio e le sue emergenze storico-naturalistiche
determinano anche la continuità socio-culturale delle comunità coinvolte nel processo di
unione. Le Valli e le Delizie Estensi sono gli elementi caratteristici richiamati nel nome
stesso del nuovo Ente.
3. Il tessuto produttivo
Argenta, Ostellato e Portomaggiore rappresentano uno dei “nodi” provinciali di massimo
interesse sotto il profilo economico-produttivo.
Oltre all’Agricoltura che caratterizza da sempre la vita economica delle tre comunità (le
Valli del Mezzano per il settore primario costituiscono anche un elemento territoriale
unificante)
è
presente
un
dinamismo
imprenditoriale
multisettoriale
di
grande
importanza.
I Comuni che fanno parte dell’Unione delle Valli e delle Delizie costituiscono una
“cerniera” importante fra tre macro-aree strategiche: la città Metropolitana di Bologna, la
Provincia di Ferrara e la Romagna con la sua costituenda Provincia.
4. Le esperienze di governance e gli ambiti associati condivisi
La decisione di attivare il percorso di creazione dell’Unione discende anche da una
consolidata
esperienza
pluriennale
di
collaborazione
inter-istituzionale
fra
le
amministrazioni comunali coinvolte in questo processo.
Una sintesi di queste esperienze consente di comprendere la scelta “naturale” che ha
portato i tre partner istituzionali alla condivisione di questo progetto.
5. Le scelte della prima fase di attuazione organizzativa dell’Unione
(I servizi, il sistema organizzativo, i luoghi degli organi istituzionali…)
Sintesi delle scelte organizzative e dei primi servizi ad essere coinvolti nel processo di
Unione.
6. I rapporti finanziari fra comuni e Unione e le verifiche sull’andamento della
gestione dei servizi associati
Definizione delle linee di indirizzo cui attenersi nella definizione dei rapporti finanziari fra
i comuni e l’Unione.
Definizione delle linee di indirizzo per la strutturazione del sistema di verifiche,
concomitanti ed a consuntivo,relativamente alla gestione dei servizi associati.
2
“Se ho capito bene, questa Unione funziona come
quando una volta ci si metteva insieme per comprare
il bestiame. Insieme si spuntava il prezzo migliore”
(un cittadino durante un’assemblea pubblica informativa
sull’Unione)
Premessa
La decisione di condividere le risorse dei Comuni di Argenta, Ostellato e Portomaggiore
per poter guardare con prospettive migliori al futuro non è stata dettata da fattori di
necessità ma dalla precisa cognizione che l’Unione costituisce un’opportunità per le
comunità coinvolte in questo processo di riorganizzazione istituzionale.
Certamente, l’idea condivisa dalle tre Amministrazioni di iniziare questo percorso non è
nata per obblighi di natura normativa; la scintilla che ha messo in moto una macchina
così complessa è scoccata da tempo, ben prima della Legge dell’Emilia-Romagna1 che ha
previsto la riorganizzazione delle funzioni amministrative del territorio regionale.
Questa premessa è indispensabile per comprendere il ragionamento strategico che è alla
base della scelta che ha portato alla creazione dell’Unione dei Comuni Valli e Delizie.
In questa fase così complessa sia sotto il profilo economico sia per quanto riguarda la
rideterminazione dei ruoli degli Enti locali, la decisione di legittimare un percorso
istituzionale, sociale e culturale condiviso, rappresenta un progetto che condizionerà
inevitabilmente il futuro delle nostre comunità.
La consapevolezza delle grandi difficoltà che si sono affrontate e si continueranno ad
affrontare sino al raggiungimento dell’assetto definitivo dell’Unione, non può prevalere
rispetto alla forza della ragionevolezza di questa scelta.
Il Comune rappresenta l’Ente territorialmente più prossimo alle esigenze del cittadino;
questa affermazione apparentemente ovvia, deve essere ribadita con forza in ogni sede
quotidianamente, soprattutto ora che si trova in prima linea rispetto alle nuove necessità
economico-sociali espresse dalla popolazione del nostro Paese.
I Comuni difendono la “logica della concretezza” delle necessità quotidiane espresse
dai cittadini nel tentativo di preservare servizi essenziali che hanno fatto di questo
territorio un punto di forza nella qualità della vita.
1
L.R. n. 21 del 21.12.2012 “Misure per assicurare il governo territoriale delle funzioni
amministrative secondo i principi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza”
3
Ora, per mantenere e migliorare quanto conquistato a favore delle nostre comunità, non
è sufficiente rimodellare l’ente locale “Comune” secondo un principio di espansione delle
“dimensioni” di confine istituzionale ma è necessario ripensare alla strategia complessiva
di governo del territorio.
Le Amministrazioni Comunali si trovano ad affrontare un complesso riposizionamento
negli ambiti di competenza giuridica, nella società e nello sviluppo economico.
In questo contesto, il processo che abbiamo attivato non è una semplice riorganizzazione
di confini di competenza territoriale e neppure la replica di una cooperazione intermunicipale, avviata con i servizi associati; si tratta di una riorganizzazione più profonda
del sistema intra-istituzionale che non mira esclusivamente al raggiungimento di uno
scopo (migliorare i servizi sociali, di pianificazione, di sicurezza, ecc..) ma alla creazione
di un livello superiore di gestione della governance del futuro dei territori unificati.
I nuovi scenari economico-sociali, che si sono creati in modo particolare a partire dagli
anni 2000, hanno richiesto alle pubbliche amministrazioni un ripensamento del loro
ruolo. Per far fronte a tali inedite necessità gli enti hanno dovuto rielaborare obiettivi
politici e metodi organizzativi.
Si sono affermate metodologie di funzionamento degli enti locali basate sulla capacità di
organizzare, in maniera efficiente ed efficace, i processi di soddisfazione dei bisogni
dell’utenza e di miglioramento dell’erogazione dei servizi, in stretta integrazione con
l’operato delle altre organizzazioni pubbliche che cooperano per il progresso dello stesso
sistema territoriale.
Gli elementi fondamentali mediante i quali si è radicato tale approccio culturale possono
essere riassunti nei seguenti fattori:
a) Organizzazione dei processi di produzione-erogazione dei servizi attraverso una
combinazione razionale dei vari fattori produttivi, ovvero mediante la creazione di ruoli di
coordinamento delle risorse, umane e materiali, ed attraverso la definizione di ruoli di
responsabilità sui risultati all’interno dei diversi uffici e settori.
b) La capacità di cogliere le evoluzioni dell’ambiente di riferimento, quindi di saper
leggere e soddisfare le esigenze dell’utenza in maniera appropriata.
c) La creazione di un sistema di scambi coi terzi favorevole all’ente stesso; nei rapporti coi
fornitori, si tratta di curare aspetti quali la garanzia, l’assistenza, i tempi di consegna, la
qualità ed il prezzo, mentre nel rapporto con l’utenza occorre presidiare aspetti quali la
4
chiarezza, la tempestività, la qualità, la cortesia, l’immagine e la disponibilità, al
momento dell’erogazione del servizio 2.
L’articolazione
dei
processi
sopra
descritti,
nell’attuale
situazione
finanziaria
internazionale e nella difficile condizione debitoria del nostro Paese, non è attuabile in un
sistema istituzionale eccessivamente frammentato.
Le amministrazioni comunali di piccole dimensioni, infatti, non sono più in grado di far
fronte al mantenimento dei servizi offerti all’utenza nei propri territori di competenza,
schiacciate dai tagli alla spesa pubblica che le colpisce più duramente rispetto ai livelli di
governo più alti e dalla contemporanea crescita di esigenze sociali pressanti quali le
nuove povertà ed un aumento preoccupante del tasso di disoccupazione.
Il legislatore, in questi ultimi anni, ha intuito che la creazione di una gestione dei servizi
pubblici in un ambito territoriale più ampio non poteva essere demandata ad una
decisione “volontaria” da parte degli enti locali.
A livello nazionale si possono enumerare molte best practices di gestione dei servizi in
convenzione, associazione o in unione; così come esistono territori regionali nei quali
queste forme di governo dei servizi ovvero di riorganizzazione istituzionale hanno trovato
ampia diffusione.
Tuttavia, è mancata quella necessaria sistematicità su tutto il territorio nazionale che
avrebbe permesso di modificare i livelli di governance istituzionale dei territori
razionalizzando le risorse, la spesa pubblica e migliorando i servizi.
A questo scopo, il legislatore è intervenuto dapprima con la manovra approvata col D.L.
78/2010, successivamente corretta con il D.L 138/2011, art. 16, commi 22-24,
modificata dal D.L. “Milleproroghe” n.216 del 29.12.2011 e da ultimo rivista dallart 19
della legge 135/2012 (c.d. spending review) che prevede che i Comuni con popolazione
compresa fra i 1.000 e 5.000 abitanti debbano gestire “in forma associata” le proprie
“funzioni fondamentali”.
Inoltre, il recente dibattito sulla riorganizzazione delle Province, animato prima
dall’approvazione del D.L. n. 95/20123 e successivamente dal D.L. n. 188/20124, ha
rimesso in gioco il ruolo stesso delle Amministrazioni Comunali che dovranno assumere
nuove importanti competenze, rispondendo alle esigenze degli stakeholder e dei cittadini
con un livello di prossimità ancora maggiore rispetto al passato.
2 Cavaliere V., Rosini D. (2002), Da Amministratore a Manager: Il
Quaderni Di Studi E Ricerche 2, Firenze University Press, Firenze.
3
Dirigente Pubblico Nella Gestione Del Personale,
Decreto Legge 6 Luglio 2012, n. 95 “Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei
servizi ai cittadini nonché misure di rafforzamento patrimoniale delle imprese del settore bancario”, convertito in L.n.
135/2012
4
Decreto Legge 5 novembre 2012, n.188, “Disposizioni urgenti in materia di Province e Città metropolitane”
5
Ultima in ordine cronologico, ma non meno importante, è intervenuta la Regione EmiliaRomagna, con la citata L.R. n. 21 del 21 dicembre 2012, con la quale sono state definite
le competenze ed i parametri per la riorganizzazione delle funzioni amministrative
regionali, provinciali e delle forme associative intercomunali in attuazione dell’articolo
118 della Costituzione. In questa sede sono stati definiti anche gli ambiti ottimali per la
creazione delle Unioni, nonché le modalità di funzionamento basilari.
Questo processo di riforma dei livelli di governo istituzionale degli enti locali, che ormai
ha assunto aspetti irreversibili, non sempre chiari (non è questa la sede per giudicare ed
approfondire le modalità con le quali il legislatore ha innescato questo processo che
probabilmente doveva essere conseguente ad una vera e propria riforma costituzionale),
ha sancito in modo definitivo la necessità di provvedere ad una riorganizzazione degli
ambiti istituzionali di gestione territoriale.
Pur riconoscendo l’importanza di questo percorso normativo, la mera applicazione di una
disposizione legislativa non è sufficiente per spiegare la decisione di iniziare il cammino
che ha portato alla creazione dell’Unione Valli e Delizie.
Dobbiamo contestualizzare questo progetto anche tenendo presente un ulteriore
elemento: il Comune si fa garante di una tutela della funzione pubblica dei servizi.
Non a caso abbiamo utilizzato il termine funzione in un’accezione più ampia rispetto la
parola “gestione”, volendo significare che il ruolo dell’ente locale è quello di:
•
governare i processi decisionali dei territori;
•
determinare gli obiettivi per il soddisfacimento delle esigenze della comunità;
•
quantificare le risorse;
•
definire le modalità gestionali più opportune pubblico o private;
•
sovrintendere
e
controllare
i
risultati
gestionali
al
fine
di
garantire
il
raggiungimento degli obiettivi razionalizzando le risorse.
Pertanto, l’individuazione di performance efficienti dei governi locali non può derivare
dal semplice raggiungimento di livelli inferiori di spesa, ma deve scaturire da una
valutazione sulla capacità dell’istituzione di allocare al meglio le risorse rispetto agli
obiettivi perseguiti.
La proposta del passaggio da una cultura amministrativa che si è appesantita nel tempo
con fardelli burocratici ridondanti ad una di stampo manageriale deve essere quindi letta
con cautela; non deve, cioè, realizzarsi attraverso l’automatica traslazione alla sfera
6
pubblica
di
meccanismi
gestionali,
presi
direttamente
a
prestito
dalla
sfera
imprenditoriale privata, pena il rischio di “snaturare” l’ente e la sua centralità sociale 5.
L’Ente locale non può prescindere da funzioni di gestione della “cosa pubblica” senza
considerare opportunamente la legittimazione di valori quali l’equità, la legalità e la
promozione socio-culturale ed economica del territorio. Inoltre, è evidente che la
soluzione a questo problema è tanto più complicata quanto più le istituzioni analizzate
sono responsabili di una molteplicità di funzioni di elevata complessità e di diversa
natura, come è appunto il caso dei governi locali.
Nel panorama istituzionale, sociale ed economico appena descritto la decisione è stata
quella di attivare un piano di accrescimento dei valori delle comunità coinvolte mettendo
assieme le proprie unicità.
Unione non significa snaturare le proprie peculiarità territoriali, ma mettere
assieme i beni migliori per migliorare il bene comune.
Per questo il progetto è partito su basi concrete e sperimentate grazie ad esperienze
condivise di gestione di servizi pubblici e decisioni comuni nell’ambito della pianificazione
territoriale.
È stato individuato un ambito di bacino adeguato per numero di cittadini -oltre 40 milaed un’area, di oltre 600 Kmq, con affinità territoriali, sociali e culturali, caratterizzata da
un tessuto imprenditoriale dinamico.
È stato attivato un percorso operativo attento e scrupoloso nelle valutazioni tecniche,
economiche ed operative.
Tutto questo per muovere i primi passi sicuri sul cammino per la creazione dell’Unione
dei Comuni Valli e Delizie, al quale tutti i cittadini sono chiamati a partecipare.
5
V.d. Cavaliere V., Rosini D. (2002) .
7
1. Gli obiettivi del percorso
L’embrione dell’ “idea progettuale” relativa alla creazione dell’Unione, nasce dalla ricerca
di alcune risposte a domande tanto elementari quanto determinanti per il piano
strategico di sviluppo dell’organizzazione del nuovo Ente.
a) I tre Comuni di Argenta, Ostellato e Portomaggiore quali vantaggi traggono nella
realizzazione dell’Unione?
b) Come si possono individuare le principali criticità del percorso di riorganizzazione?
c) Quindi, quali sono le opportunità o le minacce che possono condizionare questo
processo?
Per chiarire come sono stati determinati gli obiettivi del progetto non si può prescindere
dal riportare in modo sintetico l’analisi SWOT
6
mediante la quale sono stati individuati
punti di forza, opportunità, criticità e minacce che caratterizzano il percorso per giungere
all’istituzione dell’Unione.
I dati che hanno portato alla realizzazione della matrice SWOT , sono stati raccolti
mediante:
a) la prima valutazione organizzativa compiuta con lo “Studio di fattibilità”, realizzato
dalla società C.O.Gruppo;
b) l’elaborazione delle analisi dei gruppi di lavoro inter-comunali;
c) le informazioni raccolte durante i primi incontri con gli stakeholder
Comunali,
sodalizi
sindacali
del
mondo
imprenditoriale,
(Consiglieri
associazioni
di
volontariato, ecc…) ed i cittadini.
Per quanto concerne lo Studio di fattibilità i dati sono stati raccolti attraverso:
•
19 interviste mirate alle strutture comunali, in particolare i segretari comunali, i
dirigenti e i responsabili dei servizi da analizzare. Nell’ambito delle interviste è
stata effettuata la raccolta di elementi e informazioni utili alla ricostruzione delle
modalità organizzative e delle specificità dei singoli servizi.
•
Un’analisi documentale sui PEG e su convenzioni inviate dai Comuni.
•
L’analisi delle schede per la raccolta di dati e informazioni circa i servizi e le
funzioni
svolte,
predisposte
anche
raccogliendo
indicazioni
da
parte
dei
responsabili. La somministrazione delle schede è stata effettuata tramite incontri
6
SWOT acronimo inglese: strengths, weaknesses, opportunities, and threats. L’analisi SWOT è un’analisi di supporto
alle scelte che risponde ad un’esigenza di razionalizzazione dei processi decisionali. E’ una tecnica sviluppata da più di
50 anni come supporto alla definizione di strategie aziendali. A partire dagli anni ’80 è stata utilizzata come supporto
alle scelte di intervento pubblico per analizzare scenari alternativi di sviluppo.
8
individuali e, laddove possibile, incontri collettivi fra i tre Comuni, per la
condivisione della metodologia. È stata attivata un’azione di coinvolgimento delle
ragionerie dei tre enti, con un incontro ad hoc, per facilitare il supporto ai
responsabili dei servizi nella ricostruzione del conto economico dei singoli servizi.
•
L’analisi comparata con i dati di altre unioni comunali “best performer”7.
I gruppi di lavoro inter-comunali hanno redatto documenti di sintesi definendo in modo
analitico i processi di riorganizzazione dei servizi coinvolti nell’Unione. Particolare
attenzione è stata posta all’ analisi dei profili economici, ai meccanismi di funzionamento
organizzativo comparati fra le tre strutture dei Comuni coinvolti nel processo di unione,
nonché agli atti istitutivi necessari per lo start up del nuovo Ente.
In relazione all’esame tecnico delle mansioni organizzative dell’Ente, che proseguirà sino
al completo conferimento delle funzioni all’Unione, è stata utile la metodologia già
utilizzata nel piano di fattibilità come strumento per valutare le risorse disponibili
rispetto agli obiettivi da raggiungere.
7
“Studio di fattibilità per la realizzazione dell’Unione dei Comuni di Argenta, Ostellato e Portomaggiore”, Co. Gruppo,
30 novembre 2011
9
Nella sezione riservata alle scelte della prima fase di attuazione dell’Unione sono descritti
nel dettaglio i termini di approccio tecnico che hanno prodotto la reingegnerizzazione
dell’organizzazione e dei processi del nuovo Ente.
Oltre all’analisi squisitamente tecnica, proprio per la valenza particolare delle funzioni
pubbliche e gli scopi sociali e di sviluppo che l’Ente ricopre, è stato di fondamentale
importanza il coordinamento politico unito ai contributi degli stakeholder raccolti
durante gli incontri appositamente organizzati.
Sono già stati effettuati :
•
13 incontri pubblici nei territori delle tre Amministrazioni Comunali, incontrando
le comunità locali delle diverse frazioni;
•
3 assemblee unitarie rispettivamente con il mondo dell’associazionismo, le
confederazioni sindacali provinciali e con le rappresentanze imprenditoriali;
•
6 riunioni complessive con i dipendenti delle amministrazioni e le rispettive
rappresentanze sindacali provinciali;
•
12 sedute di carattere politico nei Consigli e nelle Giunte Comunali, dei
Capigruppo consiliari e specifiche commissioni .
•
incontri con le scuole primarie e secondarie dei territori al fine di lanciare un
progetto di coinvolgimento sulla denominazione dell’Unione.
Questo processo di partecipazione si prefigge di produrre un sistema di confronto
permanente con tutte le rappresentanze politiche, gli attori sociali, gli operatori
economici, il capitale umano che all’interno delle singole Amministrazione Comunali è
maggiormente coinvolto nel progetto.
La partecipazione democratica alla realizzazione e alla vita del nuovo Ente consentirà di
raccogliere input importanti per il miglioramento costante dei servizi alla comunità ed
alla crescita delle politiche di sviluppo del territorio.
1.1 Criticità, opportunità, punti di forza, minacce
Gli elementi SWOT, contenuti nelle matrici sotto riportate, sono un compendio delle
analisi e delle valutazioni raccolte secondo la metodologia sintetizzata in questo
paragrafo. I punti riguardano sia elementi di carattere organizzativo sia di sviluppo socio
economico.
10
a) Criticità
1. Scarsità di risorse per le pubbliche amministrazioni;
2. Crisi economica congiunturale prolungata;
3. Crescita delle esigenze delle comunità;
4. Frammentazione dei nuclei familiari e nei rapporti con la nuova immigrazione;
5. I territori coinvolti sono molto vasti e le comunità locali (con particolare
riferimento alle frazioni) possono percepire l’evoluzione “in Unione” come un
ulteriore momento di depauperameto dei servizi;
6. Il processo di trasformazione in Unione necessità di un’omogeneizzazione
organizzativa delle strutture comunali;
b) Opportunità
1. Economie di scala: concentrazione dei centri di costo, flessibilità nella risposta alle
esigenze dei servizi, razionalizzazione nella gestione dei fornitori. Economie
attuabili in modo sostanziale nel medio-lungo periodo;
2. Eliminazione delle disparità territoriali di trattamento nelle aree omogenee (es.
applicazione regolamenti, tributi, ecc…);
3. Riduzione delle ridondanze burocratiche;
4. Accrescimento delle competenze disponibili all’interno degli enti;
5. Profilo strategico: maggiore visibilità e “potere contrattuale” ai livelli istituzionali
superiori;
6.
Qualità della democrazia: incremento della varietà sociale e della partecipazione
delle comunità coinvolte;
7. Condivisione nelle strategie di pianificazione territoriale e sviluppo economico;
8. Cooperazione per lo sviluppo del territorio in chiave turistica.
c) Punti di forza
1. Ampia rete di servizi;
2. Esperienze di servizi associati e di governance condivisa dei territori;
3. Sono omogenei sotto il profilo della vocazione produttiva e hanno un forte
dinamismo imprenditoriale;
4. I tre territori hanno tesori naturalistici ed emergenze storiche in grado di costituire
una risorsa turistica importante;
5. Costituiscono un nodo fondamentale di comunicazione fra le tre province di
Ferrara, la Romagna e la città Metropolitana di Bologna;
11
6. Sono in ambiti di omogeneità istituzionale (distretto AUSL, programmazione
commerciale, ecc…);
7. Sistema infrastrutturale strategico in fase di espansione (SS16, raccordo FerraraMare, collegamento Cispadana);
8. Presenza attiva del mondo dell’associazionismo.
d) Minacce
1. Esistono forti competitors
“vicinali” che hanno interessi di sviluppo comuni:
cosiddetta situazione “predatoria”;
2. Allungamento della “catena” decisionale: rapporto fra organi istituzionali comunali
e dell’Unione;
3. Nel breve periodo, probabile sovrapposizione dei ruoli fra Unione e Comuni:
ridondanza burocratica interna.
4. Sicurezza dei territori;
5. Invecchiamento progressivo della popolazione;
1.2 Gli obiettivi prioritari
L’analisi dei dati, delle informazioni, degli approfondimenti e delle proposte raccolte nella
fase preliminare di studio dell’Unione, che ha consolidato la matrice SWOT, ha permesso
l’individuazione degli obiettivi prioritari:
I) Politiche di Welfare e Servizi sociali
Mantenere e qualificare la rete dei servizi di supporto sociale e socio-assistenziale per gli
individui, le famiglie ed i bambini, condividendo politiche gestionali su tutto il territorio
dell’Unione.
II) Efficacia ed efficienza
Mantenere e migliorare la qualità dei servizi offerti all’utenza consolidando i risultati
raggiunti e migliorando l’operatività nei costi di gestione.
III) Semplificazione
Semplificare la vita del cittadino e delle imprese omogeneizzando le procedure nei
territori, eliminando le ridondanze burocratiche, diminuendo progressivamente i tempi di
risposta alle esigenze dell’utenza.
12
IV) Economie di scala
Aumentare le economie di scala concentrando i centri di costo, aumentando flessibilità
nella risposta alle esigenze dei servizi, razionalizzando la gestione dei fornitori grazie alla
massa critica raggiungibile con l’Unione.
V) Sviluppo delle politiche del territorio
Condivisione dei sistemi strategici: infrastrutturale, di programmazione territoriale e di
sviluppo economico.
VI) Tecnologia
Potenziare l’utilizzo dei sistemi digitali sia all’interno dell’organizzazione Unione sia per
l’utenza che fruisce dei servizi. Favorire l’accesso ai sistemi a banda larga e wi-fi dei
territori. Promuovere iniziative per la riduzione del digital divide
VII) Trasparenza
Rendere fruibile ai cittadini qualunque tipo di informazione, nei limiti delle norme in
materia di privacy, relativamente: alle scelte dell’amministrazione dell’Unione, alle
decisioni istituzionali, ai dati economici di spesa, ai procedimenti amministrativi.
VIII) Partecipazione
Attivare un processo partecipato nelle scelte compiute dall’Unione mantenendo i contatti
diretti nei territori e sviluppando forme di informazione e consultazione diffusa.
IX) Ambiente
Attivare politiche di tutela ambientale, sviluppo sostenibile e rispetto dell’ambiente come
bene durevole generazionale.
X) Sicurezza
Attuare sistemi e strategie condivise di sicurezza del territorio attraverso la creazione di
un unico sistema di protezione civile, per il presidio delle fragilità ambientali e la gestione
degli eventi emergenziali.
13
2. Un territorio
Con il termine “territorio” si è soliti individuare uno spazio fisico-geografico delimitato e
con caratteristiche omogenee, che circoscrive fisicamente la sfera di competenza politica
di un ente.
Dal punto di vista giuridico il territorio è anche identificabile come il luogo in cui si
sviluppa la personalità umana ed in cui è possibile esercitare poteri giuridici necessari
per soddisfare diritti soggettivi individuali e interessi generali della collettività stanziata.
Non vi è dubbio che con il lemma territorio si intende anche ciò che esprime l’identità
comunitaria di una popolazione per condivisione di storia, tradizioni, cultura, ambiente e
valori sociali.
Nel caso dell’Unione Valli e Delizie l’elemento del territorio ha costituito un
riconoscimento identitario fondamentale. Esiste un filo rosso che unisce le comunità di
Argenta, Ostellato e Portomaggiore attraverso la condivisione di una storia di terre
strappate alle acque, di emergenze storico-archittettoniche che ricordano indelebilmente
il passato del dominio Estense ed un ambiente che possiede caratteristiche morfologiche
ed ecosistemi contigui.
Il territorio, quindi, diventa risorsa da preservare e da valorizzare anche sotto il profilo di
una strategia di sviluppo turistico condivisa che sarà oggetto di futuri approfondimenti.8
2.1 Valli
Le Vallette di Ostellato dal 1975 sono vincolate come Oasi di protezione della fauna.
Dapprima ambiente di acqua salmastra, sono state trasformate in ambiente umido di
acqua dolce attraverso l’immissione di
acqua dai canali vicini: gradualmente si
è formato un nuovo paesaggio
e
l’originaria vegetazione alofila dominata
dalla salicornia ha ceduto il posto alla
tipica
vegetazione
palustre
d’acqua
dolce, in cui prevale la canna.
Procedendo da occidente verso oriente
si incontrano Valle San Camillo, in cui
si pratica la pesca sportiva, Valle Fossa
8
Testi e immagini di questa sezione sono tratti dalla guida turistica “Lungo antiche Sponde” (edita a cura della
Provincia di Ferrara, 2010) e dal sito internet http://www.ferraraterraeacqua.it.
14
con recinto di daini, Valle Fornace ed infine Valle San Zagno. In
quest’ultima Valle,
essendo la più protetta, si possono osservare la fauna e la vegetazione più interessante:
cicogne bianche, anatidi, aironi bianchi e cinerini, svassi maggiori, folaghe, cavalieri
d’Italia nonché tutte le specie più comuni dell’avifauna di stagni e canneti.
Le Anse Vallive di Porto, istituite nel 1971 come oasi di protezione della fauna, sono
un’area di 50 ettari di lembi residui delle Valli del Mezzano che fino al 1983 erano
utilizzate per la decantazione delle acque reflue del vicino zuccherificio di Bando, al
confine con il comune di Argenta. Dopo la chiusura dello zuccherificio e la conseguente
bonifica, sono sorte queste oasi, la cui ricchezza naturalistica ora è tale per cui sono
contemplate nella Convenzione di Ramsar come zone umide di fondamentale importanza
per la protezione degli uccelli acquatici.
Le anse sono inoltre sede di due importanti progetti di reintroduzione: in ampie voliere
sono mantenuti diversi esemplari della Cicogna Bianca a scopo riproduttivo, mentre i
nuovi nati si involano liberi di ripopolare le terre, come era fino al secolo XVII. Nel vicino
specchio d’acqua invece nuotano centinaia di esemplari di Oche Selvatiche e diverse
specie di anatre, come alzavole, marzaiole, codoni assieme a svassi.
Le valli di Argenta
La sesta stazione del Parco del Delta del Po EmiliaRomagna,
denominata
Campotto
di
Argenta,
si
estende per circa 1624 ettari. Oggi le aree vallive
artificiali
di
acqua
dolce
(Campotto,
Bassarone,
Vallesanta) rievocano la palude formatasi anticamente
in seguito alle esondazioni dei
torrenti e del Po di
Primaro. Queste casse di espansione ricevono le
acque della
bassa pianura bolognese una volta
sollevate dagli impianti idrovori nel caso in cui non possano essere scaricate tramite le
chiaviche a porte vinciane nel fiume Reno. Cassa di Campotto e Bassarone (600 ettari): la
cassa Campotto è l’unico punto, all’interno dell’Oasi di Val Campotto, in cui è presente
la ninfea bianca, dove nidifica il mignattino piombato. In vicinanza si trova anche un
prato umido, ideale luogo per la nidificazione e la sosta di numerose specie di uccelli, in
particolare limicoli. La cassa di espansione Bassarone è la più recente e quindi la meno
vegetata.
Valle Santa: rappresenta l’altra zona umida ad acqua dolce, dove si possono ammirare
estesi canneti, lamineti a nannufaro e un vasto prato umido. È quindi possibile osservare
15
le differenze nella composizione faunistica e floristica tra i due ambienti. Il Bosco del
Traversante: rappresenta un residuo di foresta planiziale diffusa nella bassa padana
prima degli interventi di
bonifica. Al suo interno è possibile sentire cinciallegre,
cinciarelle, cardellini, picchi
rossi e verdi, rigogoli, capinere e molte
altre specie
appartenenti all’avifauna. Frequenti sono anche i mammiferi, come la volpe, la lepre, il
tasso, la donnola, a cui si aggiungono numerose specie apparte-nenti all’erpetofauna
(anfibi e rettili).
Un altro importante patrimonio ambientale che costituisce
un elemento unificante dei territori di Argenta, Ostellato e
Porotmaggiore è la Valle del Mezzano. La bonifica della Valle
del Mezzano, iniziata nel 1957, fu portata a termine meno di
10 anni dopo: si trattava di una grande laguna interna
salmastra che, per effetto della
subsidenza dei terreni e
dell’innalzamento del livello del mare si era formata a partire
dal IX sec. quando le acque fluviali e marine avevano coperto una foresta di querce. La
presenza di ceppi di querce fossili ritrovati testimonia che queste terre erano emerse e
che poi vennero in-vase dalle acque salmastre.
Ora costituisce un importante area di produzione agricola di pregio. L’agricoltura
biologica è un sistema produttivo in sintonia con l’ambiente e le esigenze dell’uomo. Il
modello di produzione sostenibile evita di depredare le risorse naturali, in particolare i
suoli, l’acqua e l’aria per puntare su uno sviluppo che faccia leva sulle risorse che la
natura stessa mette a disposizione e, quindi, concepire un percorso che possa durare nel
tempo. Vaste estensioni di queste fertili terre, già da anni sono coltivate con il metodo
dell’agricoltura biologica in particolare, grano, farro, mais, erba medica e soia; frutteti
(pere e mele), asparagi, ortaggi vari, girasole e la zucca.
L’elemento di valorizzazione delle aree sopra descritte resta la stretta connessione con il
Parco del Delta del Po che rappresenta una risorsa fondamentale per la valorizzazione e
la tutela di questo ambiente nonché un brand riconosciuto al livello internazionale da
promuovere anche in ambito di progetti di valorizzazione turistica.
2.2 Delizie
Le Delizie Estensi rappresentano l’altro elemento che contraddistingue il territorio
dell’Unione ricordando in modo imperituro nei secoli la dominazione dell’antica casata
che dominato su Ferrara ed i territori del suo Ducato.
16
Nel Comune di Portomaggiore, si trova la Delizia del Verginese, affascinante dimora
degli Estensi, giunta fino a noi dopo cinque secoli di storia custode di antiche memorie di
vita agreste, fasti, amori e misteri. Risale al 1481 l’atto notarile che descrive il Verginese
come casale agricolo.
La proprietà, ubicata in un’area importante grazie alla fitta rete di canali anche
navigabili, tra cui il Verzeneze, fu donata dal duca
Alfonso I d’Este a Laura Dianti. Poco distante dalla
Delizia si trova il podere presso il quale, nel 2002, è
stata ritrovata la necropoli di epoca romana della
famiglia dei Fadieni.
Fu il duca Borso nel 1464 a volere la costruzione della Delizia di Benvignante di
Argenta,
che
affidò
all’architetto
Pietro
Benvenuto dagli Ordini, di un luogo vicino al
Primaro dove trascorrere piacevoli giornate
di riposo e da qui molto probabilmente il
nome, Benvignante, che suona come un
benvenuto o un augurio. Appena edificata la
Delizia fu regalata da Borso d’Este al conte Teofilo Calcagnini, segretario di corte e uomo
di fiducia molto stimato. La costruzione passò dai Calcagnini ai conti Gulinelli che la
modificarono se-condo il gusto dell’epoca. Dal 1990 è del Comune di Argenta che la
utilizza per rassegne estive.
La Delizia di Medelana, nel Comune di Ostellato, fu costruita per volere di Borso d’Este
nel 1450. Era dotata di due logge, dalla prima delle quali
una scala in marmo conduceva al piano nobile dove
erano situati
gli appartamenti ducali e la cancelleria.
Ercole I, succeduto a Borso, dedicò a Medelana molta
attenzione curandone il restauro e avvalendosi anche
dell’opera di Biagio Rossetti. Medelana era un abituale
luogo di riposo per Lucrezia Borgia, moglie di Alfonso I; anche per Marfisa d’Este fu la
delizia preferita e qui vi ospitò Torquato Tasso per farlo ritemprare dalla prigionia
dell’ospedale di Sant’Anna.
17
3. Il tessuto produttivo
La vocazione agricola dei territori dell’Unione si esprime nel numero di imprese attive del
settore che complessivamente nei tre Comuni raggiungono oltre le 1300 unità locali (pari
ad una percentuale del 14,4% rispetto al totale complessivo del territorio provinciale 9).
Non si tratta solo di un ambito produttivo radicato in termini quantitativi ma anche
qualitativi. Sono molte infatti le varietà agricole di pregio prodotte nei territori
dell’Unione,
che
da
sempre
caratterizzano
anche
un’inclinazione
all’
attività
agroindustriale di trasformazione: come ad esempio pomodoro, orticole e cereali . Per
quest’ultima tipologia di coltura si è sviluppato negli ultimi anni un interessante progetto
di filiera del “grano di qualità della Valle del Mezzano”, riconosciuto dalla Regione EmiliaRomagna.
Nell’area esiste un dinamismo imprenditoriale multisettoriale con alcune spiccate
vocazioni nell’ambito manifatturiero della meccanica di precisione, commercio e terziario
avanzato. Si stima che poco meno dell’11% delle attività imprenditoriali provinciali abbia
sede giuridica nei territori dei tre Comuni (il 10,9%, pari a oltre 4 000 unità su un totale
complessivo di poco meno di 37.500)10.
La scelta dell'Unione è stata guidata anche dalle opportunità offerte dagli strumenti di
pianificazione. Come è già stato ricordato, le Amministrazioni di Argenta, Ostellato e
Portomaggiore (assieme ai Comuni di Voghiera e Migliarino) hanno cooperato per la
definizione del PSC – il Piano Strutturale Comunale.
All'interno di questo strumento le aree industriali di Argenta e di San Giovanni di
Ostellato sono state individuate, in base alle previsioni di espansione, come APEA
sovracomunali.
Questo aspetto non è solo nominale.
La Provincia di Ferrara, nel proprio PTCP, ha individuato queste, insieme a Codigoro
(Area Pomposa-Ponte Quagliotto) come le aree strategiche sulle quali concentrare le
iniziative di qualificazione energetica ed ambientale che possono usufruire delle risorse
derivanti dai fondi FESR.
Inoltre, la Regione ha individuato nelle APEA l'elemento strategico di sviluppo territoriale
dei prossimi anni. Questo combinato disposto, che vede nell'Unione la concentrazione di
9
Fonte: “informazioni economiche e statistiche della Provincia di Ferrara – 2012” a cura della Camera di Commercio.
Fonte: “informazioni economiche e statistiche della Provincia di Ferrara – 2012” a cura della Camera di Commercio.
10
18
due siti che presentano già realtà industriali significative, costituisce un'opportunità di
crescita reale per il territorio.
Non meno importanti, sotto il profilo della collocazione strategica infrastrutturale, sono
alcuni insediamenti produttivi complementari nell’area portuense: l’area del Persico e
l’Area Via Provinciale San Vito individuata negli strumenti di programmazione
urbanistica ed oggetto di un piano di espansione futura.
3.1 Insediamenti produttivi
a) L'APEA di Ostellato – San Giovanni di Ostellato
Il comparto produttivo ricade, in merito alla zonizzazione territoriale definita dal PTCP
della Provincia di Ferrara, nell’Unità di Paesaggio n. 8 denominata “delle Risaie”, in
quanto aree vocate a questo tipo di coltura, in conseguenza della bassa giacitura, fino ad
alcuni metri sotto il livello del mare, del piano di campagna. Situazione che ha
mantenuto queste zone paludose fino all’avvento della bonifica meccanica, attuata con
macchine a vapore, a partire dalla seconda metà del ‘800. Il successivo appoderamento
dei terreni redenti è avvenuto prima ad opera di grandi società latifondiste, di cui
l’Azienda Gallare, situata prossima al comparto, ne costituisce un esempio tra i più
importanti, e dal secondo dopoguerra grazie alla Riforma Agraria, che ha punteggiato il
territorio con le tipiche corti edificate dall’Ente per la Colonizzazione del Delta Padano. Il
paesaggio che ne è derivato mostra caratteri altamente antropici: si tratta di territori
estremamente piatti, moderne centuriazioni date dalle griglie regolari di strade e canali,
con pochi alberi e grandi spazi aperti.
Il comparto produttivo si colloca al margine del raccordo autostradale FerraraPortogaribaldi, gestito dall’ANAS, in quanto tratto dell’Autostrada A13.
Altra infrastruttura viaria che serve l’area produttiva è la Strada Provinciale n.32 che
collega l’area di Lagosanto, e quindi, proseguendo verso nord, il territorio codigorese,
all’altra Strada Provinciale n.1, che da Ferrara giunge a Comacchio, inanellando i centri
posti sul paleolaveo dell’antico Padoa.
Grazie alla presenza del raccordo autostradale, l’area è facilmente collegata, in direzione
ovest, al casello di Ferrara sud dell’autostrada A13 Bologna-Padova, e in direzione est
alla Strada Statale n. 309 “Romea”, attualmente l’unico sistema infrastrutturale di
collegamento fra l’area ravennate e veneziana.
L’area è dotata di un accesso carrabile principale, posto sul raccordo autostradale, e di
una rete viaria di distribuzione interna, realizzati con dimensioni e conformazione
adeguate anche al transito del traffico pesante. È suddivisa in 3 comparti in base alle
19
successive espansioni realizzate nel corso degli anni. Dal punto di vista urbanistico i
primi due comparti si configurano come zone “D2” produttive di espansione in attuazione
mentre il terzo comparto rientra in zona “D3” produttiva di espansione di nuovo
impianto.
L’area ha attualmente una superficie di 1.135.644 mq e il nuovo PSC prevede
un’ulteriore espansione dell’area di circa 930.000 mq. In particolare è in previsione
l’attuazione di un nuovo stralcio di circa 14 ettari all’interno della superficie di
espansione.
Le imprese già insediate si concentrano soprattutto nei comparti della meccanica, della
chimica-plastica e del trattamento dei rifiuti. Sono presenti sia realtà di medie
dimensioni, che lavorano anche su tre turni, che piccole attività artigianali.
b) L'APEA di Argenta – Via Copernico
Il comparto produttivo ricade, in merito alla zonizzazione territoriale definita dal PTCP
della Provincia di Ferrara, nell’Unità di Paesaggio n. 6 denominata “della Gronda”, in
quanto perimetra la fascia di separazione, e passaggio, fra terre vecchie, ad ovest, e terre
nuove ad est. È un territorio quindi dai caratteri ibridi, il cui paesaggio ha in parte
assunto le peculiarità dei territori di più antica antropizzazione, senza ancora perdere del
tutto quelli delle aree di recente bonifica.
Il comparto si colloca al margine dell’abitato di Argenta, a circa 3 km dal centro cittadino,
in un’area che presenta già i caratteri della periurbanità, grazie alle recenti espansioni
residenziali del nucleo urbano.
A livello infrastrutturale il comparto è servito dalla Strada Statale n. 16 “Adriatica”, che
collega Ferrara con Ravenna e passa a circa 1 km ad est dell’area. Attualmente il nuovo
tracciato viario, con giacitura rettilinea e corsie allargate termina a 10 km dal comparto
produttivo, dopo l’abitato di Consandolo, per proseguire poi sul tracciato storico.
Tuttavia, sono in corso di ultimazione le opere del secondo stralcio dei lavori di
ammodernamento della SS16 adriatica che collegherà l’innesto sulla SS 495 sino allo
svincolo di Argenta, sulla strada provinciale del Capoluogo, in prossimità della zona di
espansione dell’APEA, migliorando in maniera determinante la viabilità a servizio della
zona industriale.
A nord, la stessa SS16, si innesta alle porte di Ferrara, sul raccordo autostradale
Ferrara-Portogaribaldi, che consente di raggiungere con facilità il casello autostradale di
Ferrara sud dell’autostrada A13 Bologna-Padova.
A sud, oltrepassato il corso del Reno, prosegue in territorio ravennate e raccorda anche le
vie di penetrazione verso l’area di Lavezzola, Conselice e Lugo.
20
Altra infrastruttura viaria tangente il comparto è la Strada Provinciale n. 48, che collega
Argenta a Portomaggiore, centro in cui sono situati alcuni servizi di rango provinciale,
non presenti in loco.
L’area si trova inoltre adiacente all’asse ferroviario Ferrara-Rimini, cui appartiene la
locale stazione di Argenta.
L’area è esterna al centro abitato e di conseguenza accessibile evitando l’attraversamento
del nucleo abitato di Argenta. È dotata di un accesso carrabile principale, posto sulla
strada provinciale, e di una rete viaria di distribuzione interna, entrambi realizzati con
dimensioni e conformazione adeguate anche al transito del traffico pesante.
Tra le attività insediate si segnalano un'iniziativa industriale di medie dimensioni legata
alla trasformazione di prodotti agricoli, attività legate al comparto della meccanica,
strutture a servizio delle imprese (trattamento e conferimento rifiuti; nuove tecnologie,
ecc.). La presenza di un centro sportivo all’interno del comparto lo qualifica ulteriormente
poiché permette un utilizzo dell’area da parte della cittadinanza anche in orari e giornate
non prettamente lavorativi.
Attualmente l’area ha una superficie complessiva di 445.200 mq ed è stata attuata con
cinque stralci successivi (comparto 1: 128.000 mq, comparto 2: 103.000 mq, comparto 3:
35.100 mq, comparto 4: 90.800 mq, comparto 5: 88.300 mq).
Il nuovo PSC prevede l’espansione della superficie del comparto fino a 81.8 ettari; per la
nuova espansione di 37,5 ettari non è ancora previsto un Piano Attuativo; all’interno di
questa superficie di espansione è prevista la prossima attuazione e urbanizzazione di
circa 10 ettari secondo caratteri di Area Ecologicamente Attrezzata.
c) Portomaggiore
Nell’ambito produttivo di Portomaggiore esiste l’area del Persico in fregio alla Statale 16
con entrata di svincolo proprio conseguente alla circonvallazione di raccordo che conduce
presso il centro di Portomaggiore. L’area pertanto, è ottimamente collegata sotto il profilo
delle strutture logistiche a servizio della medesima. Inoltre, si trova distante rispetto al
centro abitato evitando eventuali interferenze fra le attività insediate e la comunità
residente.
L’estensione della zona produttiva del Persico è complessivamente di oltre 20 ettari, di
cui 5,5 ettari attualmente del PUA di iniziativa privata già attuato, mentre 15 ettari sono
previsti nel piano di espansione del POC del Comune di Portomaggiore.
Sono ammesse all’insediamento tipologie di attività diversificate: attività manifatturiere
industriali, imprese artigianali, commercio, trasformazione dei prodotti agricoli ecc…
21
3.2 Le potenzialità di sviluppo
Il concetto di “area vasta”, inflazionato nel decennio scorso, con l'Unione assume una
reale concretezza, sia per i confini amministrativi che per le iniziative in termini di
politica di sviluppo economico che l'Ente, con questa nuova configurazione, può avviare
sul territorio, per le condizioni oggettive fin qui sintetizzate.
Prima di tutto, la presenza di una massa critica sulla quale poter lavorare in modo
significativo (potenziale di circa 70 imprese di diversi livelli dimensionali) può permettere
l'attivazione
di iniziative interessanti per consolidare la presenza delle attività
economiche sul territorio, tenendo conto anche della difficile situazione congiunturale
che non accenna a mitigarsi.
E’ possibile immaginare azioni per consentire alle imprese di migliorare le proprie
performance produttive in relazione ai rapporti che hanno con i fornitori. La
programmazione di approvvigionamenti su scala più ampia può consentire una riduzione
di costi di produzione; così come possono nascere collaborazioni complementari dei
fattori produttivi fra le imprese.
In secondo luogo, le aree industriali dell'Unione costituiscono nel loro insieme
un'opportunità interessante per l'attrazione di nuove attività imprenditoriali, sia per le
localizzazioni competitive, sulle principali direttrici infrastrutturali, che come tipologie di
insediamento, che sono complementari (industriali, artigianali e commerciali). Inoltre, se
si considerano le attività imprenditoriali insediate sulle tre aree come inserite in un’unica
rete, può essere impostata una progettazione per la creazione di nuove relazioni
commerciali, anche intra-area.
Inoltre, il “peso specifico” dell’Unione in ambito di macro-programmazione territoriale
potrà consentire di avere un potere decisionale maggiore rispetto alle istanze che in
precedenza venivano presentate singolarmente dai Comuni in modo autonomo.
22
4. Esperienze di governance e ambiti associati condivisi
La decisione di attivare il percorso di creazione dell’Unione discende anche da una
consolidata
esperienza
pluriennale
di
collaborazione
inter-istituzionale
fra
le
amministrazioni comunali coinvolte in questo processo.
D'altronde sono proprio le prime cooperazioni fra i Comuni che consentono di misurarsi
sul difficile campo dell’arte della mediazione per poter raggiungere accordi di
omogeneizzazione e/o condivisione di scelte strategiche.
In questa sede vale la pena ricordare che i Comuni coinvolti in questo processo di Unione
hanno alle spalle anni di “palestra” di cooperazione nell’ambito di quella che viene
definita, programmazione negoziata.
Nella Provincia di Ferrara, i piani di progetto per gli investimenti nell’ambito
infrastrutturale con contribuzione europea sono sempre stati condivisi fra i territori delle
amministrazioni comunali, rientranti nei i piani di sviluppo locale, al fine di essere
maggiormente competitivi rispetto alle altre Province della Regione. Un’interessante
esperienza, che riportata nell’alveo del progetto di Unione giustifica l’operazione di
riorganizzazione istituzionale, per rendere maggiormente concorrenziali i Comuni
coinvolti rispetto ai competitor vicinali.
Una sintesi di queste ulteriori esperienze di associazione consente di comprendere la
scelta “naturale” che ha portato i tre partner istituzionali alla condivisione di questo
progetto.
4.1 Il Piano Strutturale Associato
Nel corso del 2003 i Comuni di Argenta, Portomaggiore, Migliarino, Ostellato e Voghiera
hanno sottoscritto una convenzione per la gestione associata dell'Ufficio di Piano.
La L.R. 20/2000 prevede infatti all'art. 15 che i Comuni possano "stipulare accordi
territoriali per lo svolgimento in collaborazione di tutte o parte delle funzioni di
pianificazione urbanistica, nonché per l'elaborazione in forma associata degli strumenti
urbanistici e per la costituzione di un apposito ufficio di piano o di altre strutture per la
redazione e gestione degli stessi".
L'accordo territoriale tra i cinque comuni ha previsto l'istituzione di un unico Ufficio di
Piano che ha avuto il compito di predisporre, anche tramite l'affidamento di specifici
incarichi a consulenti esterni:
•
un unico Documento Preliminare, un unico Quadro Conoscitivo e un'unica Valsat
articolati per ogni ambito territoriale dei singoli Comuni;
23
•
il Piano Strutturale Comunale Associato articolato per ogni ambito territoriale di
ogni singolo Comune;
•
gli altri strumenti di pianificazione, quali POC e RUE, per ogni singolo comune
associato.
L'Ufficio di Piano ha inoltre, tra le sue attività:
•
la gestione operativa e il coordinamento del gruppo di lavoro (convocazione
verbalizzazione incontri, ecc.)
•
la gestione operativa (convocazione, segreteria tecnica, verbalizzazione, gestione
osservazioni ecc) dei processi di concertazione istituzionale (Conferenza di
Pianificazione) previsti dalla l.r. 20/2000 nonché dei processi partecipati legati al
PSC (Forum)
•
la predisposizione elaborati per attività di informazione relativa al PSC (sito web,
pubblicazione
elettronica/cartacea
documenti,
predisposizione
materiale
informativo per pubblicazioni, eventi ecc.)
Allo stato attuale, i Comuni di Argenta, Ostellato e Portomaggiore sono dotati di PSC e
Regolamento Urbanistico Edilizio armonici grazie alla collaborazione attivata con la
costituzione dell’Ufficio di Piano associato.
Grazie a questo importante strumento di programmazione territoriale la collaborazione
sta proseguendo per la definizione di un unico regolamento di igiene.
4.2 Condivisione Distretto Sanitario Sud-Est
I Comuni di Argenta, Ostellato e Portomaggiore, condividono il medesimo ambito di
distretto sanitario. In questo contesto esiste un processo di condivisione delle strategie
legate ai servizi alla persona e alla gestione dei servizi socio sanitari sia attraverso
l’approvazione del Piano di Zona per la salute ed il benessere sociale, sia attraverso
l’azione costante realizzata nell’ambito dell’Ufficio di Piano distrettuale gestito in
convenzione dai Comuni del Distretto (convenzione sottoscritta il 28/12/2011).
Il territorio di Argenta Ostellato e Portomaggiore coincide con una specifica sub-zona
sociale distrettuale (definita sub-zona di Portomaggiore) da sempre caratterizzata da una
organizzazione operativa differenziata dal restante distretto (facente capo alla sub-zona di
Codigoro).
Infatti, i Comuni di Argenta e Portomaggiore, hanno già costituito dal 01/07/2008 con
provvedimento di Giunta Regionale n. 954 del 23/06/2008, un’unica ASP, Azienda
Pubblica di Servizi alla Persona, (comprendente gli istituti “Beneficenza Manica” e
24
“Fondazione Salvatori” di Argenta,
“Pio Istituto Eppi” di Portomaggiore) con sede ad
Argenta.
Dal 01/07/2012, in seguito alla decisione distrettuale di ritirare le deleghe delle funzioni
socio-assistenziali e socio-sanitarie conferite da diversi anni all’Ausl Ferrara-Distretto
Sud-Est, i Comuni di Argenta, Ostellato e Portomaggiore hanno conferito le suddette
funzioni secondo la seguente modalità organizzativa:
- le aree “Adulti disabili/disagio” e “Anziani” all’Azienda Pubblica Servizi alla Persona
(ASP) Argenta - Portomaggiore “Eppi – Manica – Salvatori”;
- l’area “Minori” al Comune di Portomaggiore tramite convenzione per la gestione
associata ai sensi dell’art. 30 del D.Lgs. 267/2000 (convenzione sottoscritta in data
28/06/2012 reg. n. 1203);
Contestualmente il Comune di Ostellato, ha formalmente manifestato l’intenzione di
recedere dall’ASP di Codigoro del “Delta Ferrarese” e richiedere l’ammissione nell’Asp di
Argenta - Portomaggiore “Eppi-Manica-Salvatori” in relazione sia al processo di ritiro
delle deleghe delle funzioni socio-assistenziali e socio-sanitarie dall’Ausl Ferrara, sia
all’avvio delle procedure per la costituzione dell’Unione tra i Comuni di Argenta,
Portomaggiore e Ostellato.
In attesa della conclusione del predetto percorso il Comune di Ostellato ha comunque
proceduto all’affidamento dei servizi sociali afferenti l’area “Adulti disabili/disagio” e
“Anziani” all’ASP Argenta - Portomaggiore “Eppi-Manica-Salvatori”.
Nel medesimo contesto, i tre Comuni hanno deciso di condividere, in modo specifico, la
piattaforma informatica I CARE, per la gestione delle pratiche socio-assitenziali, in modo
autonomo rispetto alle altre Amministrazioni del distretto, al fine di razionalizzare le
risorse sul piano telematico, di formazione professionale e banca dati della conoscenza.
4.3 Servizio Associato di Sportello Unico per le Attività Produttive
Dal 2007 i Comuni di Argenta e Portomaggiore (precedentemente erano presenti anche i
Comuni di Voghiera e Masi Torello che usciranno progressivamente dalle Convenzioni)
gestiscono in modo associato il servizio di SUAP. Questo ha permesso l’individuazione di
procedure comuni, omogeneizzazione delle regolamentazioni e del trattamento dei diversi
settori imprenditoriali. È utile precisare che il SUAP del Comune di Ostellato mantiene
con questo servizio associato, un forte legame grazie alla presenza del Coordinamento
provinciale dei SUAP, presieduto dal responsabile del Comune di Argenta. In questo
ambito vengono adottate su tutto il territorio provinciale i medesimi procedimenti, gli
stessi strumento di front office e back office grazie alla partecipazione del progetto
regionale di riuso PEOPLE.
25
5. Le scelte della prima fase di attuazione organizzativa
5.1 La progettazione intra-comunale
Come anticipato nelle sezioni precedenti, le fasi di riorganizzazione e reingegnerizzazione
dei processi amministrativi relativi al nuovo Ente sono frutto di un complesso lavoro di
progettazione intra-comunale.
È necessario premettere che la scelta delle funzioni da conferire al momento della
costituzione dell’Unione ha tenuto conto dei seguenti elementi:
•
funzioni già gestite in convenzione da parte di almeno due dei Comuni interessati
all’Unione e per le quali si sia già sperimentata la collaborazione ed un certo grado
di integrazione: SUAP, pianificazione urbanistica e servizi sociali;
•
funzioni il cui esercizio discende in larga parte da disposizioni normative e che
presentano, quindi, forti omogeneità gestionali, prestandosi quindi ad una
unificazione e standardizzazione procedurale: gestione delle risorse umane e
tributi;
•
funzioni per le quali è stata riscontrata l’utilità di una gestione omogenea sui
territori dei Comuni: edilizia, ambiente e Protezione Civile.
È implicito che il passaggio dai servizi comunali a servizi in comune attraverso l’Unione,
comporta la rielaborazione dell’organizzazione amministrativa principalmente attraverso
una modifica della gestione dei flussi dei procedimenti, della logistica, della gestione del
capitale umano e dell’organizzazione del lavoro.
Per questo motivo, i primi elementi presi in considerazione per attivare il percorso di
organizzazione dell’Unione, sono emersi dalle valutazioni preliminari dello Studio di
fattibilità realizzato dalla società C.O.Gruppo. Questi elementi di base hanno avuto lo
scopo di :
•
comparare le performance dei servizi anche nella loro evoluzione temporale
prendendo in considerazione il triennio 2009-2010-2011);
•
evidenziare potenziali vantaggi e/o criticità nel passaggio alla gestione in unione;
•
verificare le condizioni organizzative necessarie per il passaggio in gestione
associata;
•
consentire, negli anni, il raffronto e la comparazione fra la situazione attuale
all’interno dei comuni e quella in Unione.
26
Successivamente alla prima analisi dello Studio di fattibilità si è passati alla verifica degli
elementi analizzati dalla società C.O.Gruppo, con approfondimenti tematici suddivisi per
settori.
In maniera estremamente sintetica i principi ispiratori secondo i quali si è proceduto alla
costituzione del percorso operativo si possono riassumere nei seguenti “fattori”
cardine:
•
l’organizzazione
interna
con
definizione
delle
strutture
di
funzione
amministrativa,
•
i meccanismi operativi,
•
l’utilizzo delle tecnologie,
•
la determinazione del personale coinvolto nelle fasi attuative.
In questo contesto si è tenuto conto della necessità di procedere alla riorganizzazione
dei processi amministrativi, definendo le strutture operative responsabili, individuando
pertanto il "proprietario" del processo ("process owner") e tenendo conto dei seguenti
obiettivi:
•
la razionalizzazione delle risorse messe in comune dalle tre Amministrazioni
Comunali;
•
lo snellimento dell'organizzazione, anche attraverso la creazione di gruppi di lavoro
interfunzionali, responsabilizzati su obiettivi comuni e capaci di governare
direttamente tutte le leve che determinano la prestazione;
•
la ricomposizione del lavoro e delle professionalità richieste, superando la
parcellizzazione di compiti e competenze;
•
l'instaurazione di modalità formali di gestione dei processi con l'adozione di
metriche e di sistemi di rilevazione delle prestazioni continuamente operanti ed
integrate con il sistema di controllo di gestione;
Come
accennato
durante
l’esposizione
dell’Analisi
SWOT,
questo
processo
di
riorganizzazione giunge in un delicato momento di transizione istituzionale. Così, anche
sotto il profilo tecnico, si è dovuto tener conto delle nuove esigenze che caratterizzano
la trasformazione degli enti pubblici:
•
una crisi economica strutturale che impone di ripensare al ruolo dei servizi locali
e alle loro modalità di fruizione;
•
le accresciute esigenze degli utenti (cittadini, imprese, collettività), che richiedono
servizi sempre più efficienti, senza inutili perdite di tempo, e sempre più adeguati;
27
•
la sempre più rigorosa responsabilizzazione dei decisori pubblici sui livelli di
spesa, per effetto delle politiche di risanamento finanziario;
•
l'introduzione progressiva di meccanismi competitivi che coinvolgono settori
crescenti dell'amministrazione pubblica, anche per la diminuzione dei contributi
ai quali gli enti locali hanno accesso;
•
l'introduzione nel settore pubblico di nuove tecnologie abilitanti quali in primo
luogo la rete unitaria delle pubbliche amministrazioni che rende immediatamente
disponibile in ogni momento ed in ogni luogo tutto il patrimonio informativo
presente e che garantisce comunicazione immediata e "certificata".
•
sistemi di controllo della spesa pubblica, dei processi amministrativi e di gestione
del personale.
La consapevolezza di dover far fronte ad una serie notevole di difficoltà ha imposto al
coordinamento politico ed allo staff tecnico di utilizzare un sistema rigoroso di
valutazione dei punti di forza a disposizione dei Comuni e degli elementi di criticità palesi
e latenti. Pertanto, per condurre un intervento di riorganizzazione e reingegnerizzazione
dei processi, è necessario utilizzare tecniche di modellazione rigorosi, in modo da poter
valutare tutti i seguenti aspetti:
le risorse consumate (input)
il processo di trasformazione
il prodotto/servizio (output)
le regole e i vincoli di trasformazione (controlli)
i meccanismi utilizzati nel processo
28
Il processo di elaborazione progettuale è stato coordinato da un tavolo tecnicoistituzionale, composto dalle Segreterie generali e dai Sindaci dei tre Comuni, che ha il
compito di indirizzo anche nei confronti dei gruppi di lavoro Settoriali.
5.2 Composizione dei gruppi di lavoro settoriali
Gruppo di lavoro Settore Personale
Bertarelli Elena – Dirigente del Settore Servizi alle Persone del Comune di Portomaggiore
Giorgi Silvia – Responsabile del servizio personale del Comune di Argenta
Riccio Anna – Responsabile del servizio personale del Comune di Portomaggiore
Botti Eleonora - Responsabile del servizio personale del Comune di Ostellato
Gruppo di lavoro Settore Tributi
Marina Zeccoli – Dirigente settore finanze del comune di Portomaggiore
Patrizia Travasoni – Dirigente settore programmazione e gestione finanziaria – Affari
generali del comune di Argenta
Paolo Occhi – Responsabile servizio tributi del comune di Ostellato
Silvio Santaniello – Responsabile servizio entrate del comune di Argenta
Renza Frighi – Responsabile servizio entrate e tributi del comune di Portomaggiore
Gruppo di lavoro Pianificazione Urbanistica, Edilizia ed Ambiente
Luisa Cesari – Dirigente Settore territorio e urbanistica dei Comuni di Argenta
Portomaggiore
Claudia Benini – Responsabile servizio territorio, urbanistica e Sportello Unico per
Attività Produttive del Comune di Ostellato
Nadia Caucci – responsabile ufficio amministrativo urbanistica Comune di Argenta
Leonardo Monticelli – responsabile servizio Sportello Unico per l’Edilizia Comune
Argenta
Stefano Trevisani – responsabile servizio Sportello Unico per l’Edilizia Comune
Portomaggiore.
e
le
di
di
Gruppo di Lavoro Sportello Unico per le Attività Produttive
Marco Sandri – Dirigente Settore Sviluppo Economico Comune di Argenta e Settore S.U.I.
del Comune di Portomaggiore;
Claudia Benini – Responsabile servizio territorio, urbanistica e Sportello Unico per le
Attività Produttive del Comune di Ostellato.
Paolo Occhi – Responsabile servizio tributi del Comune di Ostellato – parte Attività
produttive;
Daniela Garbellini – Responsabile ufficio Attività Produttive Comune di Portomaggiore.
Gruppo di Lavoro informatica, CED, ICT
Il settore informatico ed ICT non fa parte del primo gruppo di servizi posto in Unione.
Tuttavia, come ampiamente spiegato nelle note metodologiche del presente paragrafo gli
strumenti tecnologici sono parte sostanziale dei processi di riorganizzazione e
reingegnerizzazione degli Enti locali. Infatti l’informatica è stata ritenuta determinante
per la creazione della struttura del nuovo Ente.
29
Elena Bertarelli – Dirigente Ced e Servizi informativi del Comune di Portomaggiore
Marco Sandri – Dirigente Ced e Servizi informativi del Comune di Argenta
Gabriele Ruiba – Servizi informativi ed ICT del Comune di Portomaggiore
Emanuele Passerella – Servizi informativi ed ICT del Comune di Argenta
Roberto Lanzarone – Servizi Marketing e programmazione;
Federica Roncarati – Servizi informativi ed ICT del Comune di Argenta
Patrizia Pasqualini – Servizi informativi ed ICT del Comune di Ostellato
Gruppo di lavoro
Settore
Personale
Gruppo di lavoro
Gruppo di lavoro
Settore
tributi
Settore
SUAP
TAVOLO DI
COORDINAMENTO
TECNICO
ISTITUZIONALE
Uno
degli
Gruppo di lavoro
Gruppo di lavoro
Settore
Urbanistica
Informatica
ICT
elementi
di
fondamentale
condizionamento
nella
determinazione
dei
meccanismi organizzativi è stato quello dell’integrazione del lavoro degli uffici di back
office e front office, in modo tale da non compromettere la fruibilità dei servizi “a
sportello” da parte dell’utenza.
Ciò ha significato la necessità di individuare un modello organizzativo in grado di
rispondere agli elementi di migliore gestione del capitale umano, mantenendo comunque
l’apertura degli sportelli di servizio all’utenza, il front office appunto, agli stessi standard
qualitativi già raggiunti dalle singole amministrazioni comunali.
5.3 Esiti dell’operare dei gruppi di lavoro
30
La Sintesi delle prime risultanze tecnico-organizzative emerse dai gruppi di lavoro può
essere riassunta nei seguenti “blocchi” settoriali:
Gruppo di lavoro Settore Personale
Come suggerito dallo studio C.O.Gruppo si è deciso di conferire in unione tutte le
funzioni relative alla gestione e all’organizzazione del personale (ambito giuridico ed
economico) al fine di avere concreti miglioramenti dal punto di vista organizzativo a
medio termine e di far emergere eventuali risparmi di risorse.
La proposta organizzativa elaborata parte da un’attenta analisi della distribuzione delle
competenze tra i diversi operatori, delle competenze acquisite e delle propensioni di
ciascun dipendente. È stata prevista una SEDE UNICA presso il Comune di
Portomaggiore per migliorare i processi comunicativi tra gli operatori e conseguire
effettive economie di scala .
All’interno del settore verranno gestiti anche :
Protocollo
Archivio
Contratti (limitatamente all’Unione)
Supporto operativo alla segreteria degli organi istituzionali
(staff del
Segretario)
Il Settore viene pertanto denominato SETTORE GESTIONE RISORSE UMANE ED
AFFARI GENERALI. L’attività di segreteria degli organi istituzionali farà capo
direttamente
al
Segretario
Generale
dell’Unione
che
si
avvarrà
di
personale
appositamente individuato.
Tali scelte consentiranno di raggiungere anche i seguenti risultati:
•
opportunità di maggiore copertura interna del servizio;
•
maggiore possibilità di specializzazione del personale dedicato;
•
razionalizzazione delle risorse disponibili;
•
maggiori opportunità di presidio del servizio per i comuni di minori dimensioni;
•
risparmio progressivo di risorse umane attraverso una ridistribuzione di attività e
compiti.
Gruppo di lavoro Settore Tributi
Lo studio di fattibilità elaborato dalla C.O.Gruppo evidenziava una maggiore linearità
nell’unificazione del servizio tributi ed, al contrario, un’elevata complessità per
l’unificazione del servizio entrate. Anche la disamina effettuata dal gruppo di lavoro
intercomunale ha portato alla conclusione di conferire in unione unicamente la
gestione delle entrate tributarie, escludendo le entrate extratributarie.
31
Pertanto la gestione associata riguarderà la gestione dell’ICI (attività di controllo,
rimborsi e gestione del contenzioso),dell’ IMU e della TARES.
Per quanto riguarda l’addizionale comunale IRPEF verranno gestiti dal servizio
associato la predisposizione e l’aggiornamento degli atti deliberativi e regolamentari, oltre
alle previsioni ed analisi del gettito. Riguardo l’imposta sulla pubblicità ed i diritti sulle
pubbliche affissioni, il servizio gestirà i rapporti con il concessionario ed i relativi
controlli per i due comuni (Argenta e Portomaggiore) che hanno affidato all’esterno
l’attività di accertamento e riscossione, mentre continuerà nella gestione in economia per
il comune di Ostellato; ciò per tutto il 2013, per poter valutare nel frattempo la modalità
più efficace e conveniente di gestione unitaria per i tre comuni a partire dal 2014.
Risultati attesi :
•
potenziamento delle competenze in materia di riscossione dei tributi;
•
sviluppo della potenzialità di creare competenze specializzate interne per l’attività
di controllo, la riscossione coatta, i rapporti con l’agenzia delle entrate per l’attività
di accertamento tributario e la gestione del contenzioso;
•
specializzazione delle competenze professionali delle risorse umane a disposizione;
•
ottimizzazione e/o modifica dei contratti di gestione esternalizzata ovvero
qualificazione per l’eventuale gestione con risorse interne;
•
omogeneizzazione dei regolamenti comunali;
•
armonizzazione dell’interpretazione normativa tributaria.
Gruppo di lavoro Pianificazione Urbanistica, Edilizia ed Ambiente
L’attuale organizzazione dei servizi tecnici dei tre Comuni, i ruoli assegnati ai differenti
uffici e le responsabilità in capo agli stessi, risultano allo stato attuale alquanto
eterogenei fra loro. Pertanto, il lavoro di sintesi che ha consentito di individuare
un’organizzazione in grado di razionalizzare le risorse di personale a disposizione dei tre
Comuni mantenendo un importante servizio di front office a favore dell’utenza, è stato
estremamente complesso.
Ciò che ha facilitato il percorso di confronto sul progetto di creazione dell’Unione è stato
il lungo lavoro già effettuato dai comuni per la condivisione degli strumenti urbanistici.
Gli obbiettivi che la nuova struttura tecnica della nascente unione si pone sono i
seguenti:
•
attuazione delle indicazioni veicolate dalla normativa regionale che si occupa di
gestione e pianificazione territoriale intesa in senso ampio (L.R. 20/2000 – L.R.
31/2002 – ecc.);
32
•
mantenimento di un processo decisionale dei temi territoriali articolato e
decentrato;
•
miglioramento dell’efficienza;
•
ottimizzazione del lavoro del personale, riducendo i costi complessivi;
•
tendenza alla specializzazione degli operatori;
•
supporto al SUAP;
•
promozione della tutela dell’ambiente, anche attraverso l’utilizzo di energie
rinnovabili;
•
elaborazione di scelte di area vasta relative ad altri piani (es. Tutela delle acque) ed
elaborazione dei conseguenti accordi territoriali;
•
semplificazione e qualificazione del rapporto con gli stakeholders (tecnici e
cittadini) anche in relazione all'elaborazione delle varianti agli strumenti
urbanistici approvati e di monitoraggio degli strumenti urbanistici.
Gruppo di Lavoro Sportello Unico per le Attività Produttive
L’esperienza già condotta sia a livello di servizio associato fra i Comuni di Argenta e
Portomaggiore sia come coordinamento provinciale, ha certamente agevolato la
definizione di un’organizzazione in grado di condividere procedure e supporti tecnologici.
Il miglioramento organizzativo passa attraverso l’esigenza di mantenere un rapporto con
l’utenza radicato in tutte e tre le comunità; è rilevante, infatti, l’aspetto dimensionale dei
comparti produttivi dei tre Comuni che vede anche ad Ostellato la presenza di una delle
aree industriali più importanti della Provincia di Ferrara.
Inoltre, al fine di fornire un miglior servizio agli stakehoders che maggiormente
usufruiscono dei servizi dello SUAP, si desidera procedere ad un’integrazione con il SUE,
con particolare riferimento alla fase di valutazione “in entrata” della pratica, creando un
front office in grado di rispondere alle diverse richieste poste dall’utenza in un unico
punto di ricezione delle istanze.
Risultati attesi:
•
progressivo allineamento nelle funzioni di gestione del territorio attraverso
l’unificazione dei regolamenti;
•
incremento della professionalizzazione del personale;
•
efficentamento nella gestione delle risorse tecnologiche;
•
programmazione di politiche di sviluppo economico con visione di area vasta;
•
miglioramento del rapporto con gli imprenditori ed i fruitori “professionali”: studi
tecnici, studi commerciali, associazioni di categoria;
33
•
ridefinizione in modo unitario del rapporto con gli Enti terzi (AUSL, ARPA, VVF,
ecc..) migliorando le tempistiche di risposta nei procedimenti.
5.4 Organigramma
In seguito alla conclusione della prima fase di studio da parte dei gruppi di lavoro, il
coordinamento tecnico-politico è giunto all’individuazione della macro organizzazione
dell’Unione e dei vertici direttivi delle diverse unità organizzative.
Figura 1 - Organigramma complessivo della prima fase di attuazione dell’Unione Valli e Delizie.
Al vertice della tecnostruttura figura:
•
un Segretario generale individuato nella persona del Segretario del Comune di
Portomaggiore – Dott.ssa Crivellari
•
i Dirigenti individuati tra i dirigenti competenti per materia dei Comuni di
Portomaggiore e Argenta (enti dotati di dirigenza)
•
le Posizioni organizzative individuate tra i dipendenti incaricati di posizione
organizzativa competenti per materia dei Comuni di Argenta e Ostellato (enti in cui
risultano presenti tali figure professionali)
Dopo un’attenta riflessione dei gruppi di lavoro e del coordinamento tecnico-politico si è
giunti alla definizione della micro organizzazione del nuovo Ente con l’individuazione del
personale dei 3 Comuni coinvolti. Complessivamente i dipendenti interessati, anche in
minima percentuale, risultano essere 46, oltre alle 4 figure dirigenziali (2 del Comune di
34
Argenta e 2 del Comune di Portomaggiore) e al Segretario Generale (del Comune di
Portomaggiore) così distribuiti:
SETTORE IN UNIONE
SEGRETERIA
GENERALE
SETTORE FINANZE
SETTORE RISORSE
UMANE ED AFFARI
GENERALI
SETTORE SUAP
SETTORE
URBANISTICA,
EDILIZIA, AMBIENTE
Totale complessivo
COMUNE DI
ARGENTA
COMUNE DI
OSTELLATO
COMUNE DI
PORTOMAGGIORE
Totale
complessivo
2
2
5
2
2
9
6
1
2
9
4
1,5
4
9,5
10
2,5
4
16,5
25
7
14
46
5.5 Gestione associata di funzioni prodromiche alla costituzione dell’Unione
Proprio per garantire un avvio coerente con il lavoro svolto sotto la guida del tavolo di
coordinamento
tecnico-istituzionale
e
consentire
di
rispettare
le
tempistiche
di
costituzione dell’Unione, nel mese di Dicembre 2012, i Consigli Comunali di Argenta,
Ostellato e Portomaggiore hanno approvato una Convenzione fra i Comuni per la gestione
associata ed il coordinamento di funzioni prodromiche alla costituzione dell’Unione
stessa.
Le funzioni poste in forma associata sono le seguenti:
1. Comunicazione istituzionale (a titolo esemplificativo e non esaustivo: realizzazione
materiale informativo, coordinamento rapporti con i mezzi di comunicazione di
massa, organizzazione conferenze stampa ed interviste, organizzazione incontri
pubblici, ecc);
2. Coordinamento della gestione del trattamento economico dei dipendenti al fine di
definire modalità operative gestionali uniformi fin da gennaio 2013 in vista del
conferimento del servizio gestione risorse umane all’Unione;
3. Coordinamento delle attività messe in campo dai diversi comuni al fine garantire le
condizioni in termini di logistica e di dotazioni strumentali per il funzionamento del
nuovo ente;
4. Gestione finanziaria, contabile e fiscale finalizzata alla costituzione del nuovo ente (a
titolo esemplificativo e non esaustivo: predisposizione bilancio, apertura posizione
assicurativa, fiscale, previdenziale, attivazione servizio tesoreria, ecc);
5. Gestione attività di segreteria finalizzata alla costituzione del nuovo ente;
35
6. Gestione e sviluppo dei sistemi informatici, informativi, telematici, di e-government
essenziali per il pieno funzionamento del nuovo ente (a titolo esemplificativo e non
esaustivo: attivazione/miglioramento sistemi informatici di front-office e back-office,
sviluppo dei servizi di e-government; interconnessione e integrazione dei sistemi
informatici; miglioramento della sicurezza e dell’affidabilità dei sistemi; progettazione
unificata);
7. Costituzione di un’unica Commissione intercomunale per la qualità architettonica e il
paesaggio ai sensi del D.lgs. 42/2004 art. 148 e della L.R. 31/2002 art. 3;
L’approvazione della Convenzione, con il conferimento dei ruoli esecutivi dei servizi
associati, permette di entrare nella fase operativa di costituzione dell’Unione iniziando a
dare forma concreta alle progettualità elaborate dai gruppi di lavoro inter-comunali.
5.6 Il sistema informatico – ICT
Per quanto riguarda la funzione dei sistemi informatici è necessario precisare che la
condivisione di una piattaforma tecnologica ben progettata costituisce elemento
essenziale per la riorganizzazione dell’Unione. Infatti, l’elemento tecnologico assume nella
fase di reingegnerizzazione dei processi un’importanza basilare per la condivisione delle
banche dati della conoscenza e per consentire uno sviluppo armonico dei procedimenti
dell’Ente. Lo stesso studio di fattibilità della C.O.Gruppo ha individuato nella definizione
di una corretta omogeneizzazione dei sistemi software uno degli elementi strategici per la
buona riuscita del processo di Unione; così come la creazione di una piattaforma
informatica hardware condivisa rappresenta l’asse portante sul quale “far correre” i
processi amministrativi dell’Unione.
Per questo, anche in questa sede, si ritiene opportuno dedicare un particolare
approfondimento, allo sviluppo dei sistemi formativi e ICT dell’Unione.
Analisi utilizzo software servizi in Unione
Il gruppo di lavoro ha preventivamente analizzato la composizione dei software in
dotazione ai servizi delle Amministrazioni Comunali coinvolte nel processo di creazione
dell’Unione. Oltre ai servizi che verranno conferiti al nuovo Ente in questa prima fase
(Tributi, Personale, Suap, Urbanistica), l’Unione, essendo soggetto giuridico a sé stante,
dovrà avere una propria gestione in ordine a: Contabilità Finanziaria, Protocollo,
Gestione atti e Documentale.
In questo contesto dobbiamo tenere conto di alcune variabili fondamentali che
condizioneranno le scelte informatiche nel medio e lungo periodo:
36
•
le banche dati a disposizione degli applicativi dei servizi in Unione dovranno
interagire con quelle che resteranno in connessione ai servizi ancora operanti nei
tre comuni (ad es. anagrafe), in modo da non avere disallineamenti;
•
alcuni applicativi dei servizi in Unione dovranno essere in grado di interagire con i
software dei servizi che rimarranno ancora presso i Comuni.
Gli applicativi attualmente in dotazione ai servizi oggetto della prima fase di conferimento
in Unione sono i seguenti:
Dotazioni SW
Dotazioni SW
Ostellato
Portomaggiore
Datagraph (vers. SQL Engeenering
Datagraph (vers. Super
Tributi
server)
Base)
Datagraph (vers. SQL Kibernetes (basato su Datagraph su (vers.
Personale
server)
Lotus Domino)
Super Base)
Urbanistica Civilia Open (Oracle)
Alice di Eldasoft
Civilia Open (Oracle)
SUAP
VBG
Core
Core
Area
Dotazioni SW Argenta
Una delle difficoltà di maggiori, da superare attraverso la nuova struttura informatica, è
quella
di
consentire
ai
servizi
che
prima
operavano
autonomamente
nelle
amministrazioni comunali di funzionare come un unico nuovo modulo operativo dotato
di distaccamenti territoriali interoperabili fra loro.
Le soluzioni che verranno individuate dovranno rispondere alle seguenti caratteristiche
base:
a) devono operare su data base relazionali di provata stabilità (Oracle, SQL
Server, in primis) in modo da consentire un agevole migrazione dei dati;
b) gli applicativi dovranno essere dotati di collaudati servizi di Web Services;
c) dovranno avere funzionalità integrate ed avanzate con Posta Elettronica
Certificata (P.E.C.) e firma digitale;
d) sono preferiti gli applicativi che hanno già integrato le proprie funzionalità
con i sistemi messi a disposizione da Lepida (ad es. sistema PARER – il Polo
Archivistico della Regione Emilia Romagna per la conservazione dei
documenti in digitale - e People Demografici, il sistema informatico
regionale, a riuso, per la gestione delle istanze dei servizi demografici);
La gestione associata dei servizi che prevedono la presenza di personale in sedi diverse,
risulta efficacie ed efficiente solo in presenza di un work flow dei documenti in formato
digitale. In questo modo, gli atti potranno essere processati, visionati e firmati, dagli
operatori dei servizi, utilizzando qualunque terminale collegato alla rete.
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Inoltre, deve essere prevista l’integrazione di questi servizi, sia di back office sia di front
office, con i sistemi di supporto già attivati da Lepida come per esempio l’accesso agli
applicativi con autenticazione FEDERA ed il sistema di pagamenti on-line dei tributi con
Payer.
Per quanto riguarda le paghe e la gestione degli accessi (timbrature) del personale, i
Comuni di Argenta e Portomaggiore hanno in dotazione gli stessi software, anche a livello
di versione; è quindi logico convergere sull’applicativo che già condivide il maggior
volume di informazioni, in modo da ridurre i costi di conversione ed omogeneizzazione
dei dati.
Lo stesso ragionamento vale per il software in dotazione all’ufficio Tributi, in quanto i
comuni di Argenta e Portomaggiore condividono lo stesso applicativo.
Il servizio SUAP è oggetto di uno sviluppo congiunto a livello provinciale nell’ambito del
progetto di riuso di E_Gov
dell’Emilia Romagna che utilizza la piattaforma People;
pertanto non sussistono problemi di compatibilità fra i tre Sportelli in quanto sia il
sistema di front office sia quello di back office, saranno condivisi. Il Comune di
Portomaggiore ed Ostellato stanno già procedendo all’effettuazione dei corsi di formazione
per il passaggio all’utilizzo dell’applicativo VBG in dotazione a tutti i SUAP della provincia
di Ferrara.
Per ciò che concerne il Settore Urbanistica e Sportello Unico per l’Edliziazia, i settori
Urbanistica di Argenta e Portomaggiore già da diversi anni utilizzano come gestionale
l'applicativo "CIVILIA edilizia", ed è installato su server locale accessibile tramite rete
lepida, mentre i dati sono inseriti su data base Oracle. L'applicativo permette di
realizzare
una
banca
dati
unica
delle
anagrafiche
suddivisa
tra
"tecnico/associazione/studio" e "cittadino/imprese" che presentano istanza al comune.
Il sistema prevede che siano disegnati dei work flow per ogni tipologia di intervento e/o
endoprocedimento, per lo svolgimento delle singole istanze.
Nel Back-Office, all'interno del flusso è possibile tenere traccia e verificare in tempo reale
lo stato di avanzamento dei procedimenti in corso, inviare notifiche attraverso e-mail ai
colleghi che debbono prendere in carico parte del flusso, firmare digitalmente gli atti che
vengono creati durante la fasi di avanzamento.
Sempre per motivi di efficacia ed efficienza si provvederà ad acquisire il modulo del
programma CIVILIA per il Comune di Ostellato nonché ad attivare l’unificazione delle
banche dati dell’urbanistica.
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Tutto ciò premesso, il progetto prevede che la nuova dotazione degli applicativi in Unione
diventerà la seguente:
Dotazioni SW
Argenta
Datagraph (vers. SQL
Tributi
server)
Datagraph (vers. SQL
Personale
server)
Urbanistica Civilia Open (Oracle)
SUAP
VBG
Area
Dotazioni SW
Ostellato
Datagraph (vers. SQL
server)
Datagraph (vers. SQL
server)
Civilia Open (Oracle)
VBG
Dotazioni SW
Portomaggiore
Datagraph (vers. Super
Base)
Datagraph su (vers. Super
Base)
Civilia Open (Oracle)
VBG
Per quanto concerne il servizio di protocollo – gestione atti e albo on line, la decisione è
stata quella di scegliere il prodotto già in uso al Comune di Argenta e sul quale il
Comune di Portomaggiore aveva già attivato una riflessione sulla riconversione dei propri
sistemi. La principale esigenza alla quale si è cercato di far fronte, è quella di consentire
la protocollazione di documenti indirizzati presso l’Unione da qualunque Comune
partecipante a tale processo.
Questo perché l’elemento prioritario è quello di evitare disagio alla popolazione dei tre
Comuni. Inoltre l’utilizzo di un sistema già in parte condiviso consentirà nel medio lungo
periodo una migrazione verso un sistema unico e definitivo di protocollazione, mano a
mano che altre funzioni verranno conferite all’unione stessa.
Portale per visualizzazione albo pretorio on line e pratiche dei primi servizi in unione
Per quanto concerne la scelta sul portale, allo stato attuale, tenuto conto che la creazione
di un sito internet strutturato dell’Unione necessità di una gestazione progettuale
temporalmente più lunga, si è concordato nel procedere con l’utilizzo del sistema di
portale in dotazione all’applicativo Civilia. Quest’ultimo consentirà una prima capacità
informativa istituzionale nei confronti dell’esterno ed una flessibile capacità di
integrazione con i sistemi software che si è deciso di adottare.
Infrastruttura informatica hardware
Per quanto concerne la creazione dell’infrastruttura informatica il gruppo di lavoro ha
pensato di agire su tre livelli:
i.
Individuazione del server principale presso il Comune di Portomaggiore.
ii.
Potenziamento del polo di Argenta per distaster recovery reciproco, sicurezza e
memoria di supporto.
iii.
Attivazione di sistemi di assistenza remota.
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In particolare, si procederà al potenziamento di una infrastruttura di virtualizzazione già
in uso e ben collaudata.
Questa infrastruttura di virtualizzazione consente il dispiegamento (deployment) di nuovi
server/servizi nel solo tempo necessario all'installazione dei sistemi operativi e
programmi e libera dalle fasi che richiedono la maggior parte del tempo: dalla scelta del
materiale, al reperimento dei fondi, richiesta di preventivi, determinazioni d'acquisto,
consegna, montaggio fino al collaudo.
Tale infrastruttura consente anche la creazione di servizi temporanei seguiti dalla loro
distruzione una volta terminato il lavoro da svolgere, senza l'impegno di nuove risorse,
senza sprechi e senza rottami. È modulare: per aumentare la potenza basta sostituire
una parte con una più potente senza mai doversi preoccupare della compatibilità dei
programmi installati e senza nemmeno dover arrestare il servizio.
La direzione intrapresa dai Comuni membri dell'unione è stata saggiamente orientata
alla virtualizzazione con gli strumenti considerati lo standard mondiale: VMWARE questa
scelta rende automaticamente compatibili tutte le applicazioni server dei Comuni della
costituenda Unione.
Come primo e più importante effetto abbiamo la possibilità di trasferire un intero server,
con annessi database, di poterlo eseguire su altra infrastruttura e di potervi operare
virtualmente da qualunque postazione internet al solo costo della connettività e della
copia di un grosso file. Condizione necessaria per garantire la Continuità Operativa in
caso di evento disastroso.
Il Comune di Argenta è già in possesso di una infrastruttura ridondata e di una licenza
Plus di VMWARE che consente l'HA: high availability cluster ciò significa che le diverse
schede madri server si supportano reciprocamente e in caso di guasto di una, le altre si
accollano i processi garantendo la continuità operativa in modo trasparente senza
intervento dell'operatore.
Nella direzione di un modello di computazione diffusa per sua natura delocalizzata e
dunque naturalmente resiliente proponiamo Argenta come punto nodale di una strategia
complessiva di replica dei server dei Comuni e dell'Unione: Disaster Recovery reciproco,
che rappresenta una riduzione dei costi rispetto alla realizzazione di una infrastruttura
di Disaster Recovery remoto per ciascun ente, per questo è necessaria una quantità
opportuna di spazio su dischi, e il NAS, certificato VMWARE, con 8 dischi ha
esattamente questo scopo.
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6. I rapporti finanziari fra Comuni e Unione
Tra le finalità principali della gestione associata vi è indubbiamente il contenimento dei
costi rispetto ai servizi da erogare, ma soprattutto il mantenimento dei servizi
quantomeno all’attuale livello quali-quantitativo, pur in presenza di risorse umane e
finanziarie in costante diminuzione.
Le spese sono rappresentate dai costi diretti ed indiretti per il funzionamento dei singoli
servizi, nonché da quelle necessarie per la realizzazione di specifici progetti e da quelle
relative ai servizi di supporto.
Tutte le spese di funzionamento saranno previste nel bilancio dell’Unione e ripartite fra i
Comuni aderenti prioritariamente in base alla popolazione residente,fatta salva l’adozione
di ulteriori indicatori specifici per servizio, da disciplinarsi nelle singole convenzioni.
Le modalità di versamento delle singole quote da parte dei Comuni all’Unione saranno
previste all’interno delle singole convenzioni.
Saranno
inoltre
previste,
sempre
all’interno
delle
convenzioni,
modalità
di
rendicontazione periodica dell’unione ai singoli comuni sullo stato di attuazione dei
programmi e degli obiettivi assegnati.
L’impatto economico-finanziario dell’Unione sui Comuni è strettamente correlato alle
modalità organizzative adottate. La base di riferimento è rappresentata dal costo storico
per i singoli Comuni delle funzioni trasferite; l’obiettivo è fare in modo che
complessivamente i costi dei servizi conferiti all’Unione non superino, per ciascun
Comune, a parità di servizio erogato, il costo in precedenza sostenuto, ovvero consentano
un’implementazione del servizio ad un costo sostenibile e congruo.
Tale analisi, rapportata agli anni 2011 e 2012, sarà valutata per la predisposizione delle
convenzioni.
L’onere aggiuntivo, in fase iniziale, a carico dei Comuni è rappresentato dai servizi di
supporto, ovvero dai servizi di segreteria, contabilità e controllo di gestione. Il costo di tali
servizi, comunque organizzati senza il ricorso ad assunzioni o a collaborazioni esterne,
sarà ammortizzato via via che si implementeranno le funzioni conferite e si realizzeranno
le sinergie nell’impiego delle risorse umane.
L’Unione, nella fase iniziale di avvio, eserciterà le funzioni e le attività conferite dai
Comuni utilizzando sedi, strutture, attrezzature e beni strumentali già di proprietà dei
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singoli comuni, concesse da questi in uso. Solo successivamente l’unione acquisirà
direttamente quanto necessario all’espletamento delle attività.
I primi costi di avvio (piano della comunicazione, investimenti per hardware e software,
lavori approntamento sede) sono stati allocati nei bilanci 2012 e 2013 di ciascun
Comune e suddivisi in base alla popolazione.
L’Unione provvederà annualmente a comunicare ai Comuni la proposta di bilancio
preventivo per le funzioni trasferite secondo una tempistica coerente con la formazione
dei bilanci preventivi dei singoli comuni e terrà informati i singoli comuni, durante
l’esercizio, in merito alla propria situazione economico-finanziaria in tempi coerenti con
la verifica circa la salvaguardia degli equilibri di bilancio e l’assestamento generale di
bilancio. Le modalità di gestione dovranno essere tali da non recare pregiudizio agli
equilibri dei bilanci dei singoli comuni.
È fondamentale che ogni Comune possa disporre di strumenti di indirizzo, gestione e
controllo che permettano di valutare, oltre ai costi per la gestione dei servizi anche il
livello minimo di erogazione degli stessi e le modalità operative.
Ne consegue la scelta organizzativa di istituire un ufficio controllo di gestione che possa
monitorare l’attività dell’unione fin dal suo avvio.
Contestualmente all’approvazione del Piano esecutivo di gestione/Piano performance
dell’Unione verranno definiti gli indicatori di valutazione dell’efficacia ed efficienza
dell’unione.
La spesa sostenuta per il personale dell’Unione non potrà comportare, in sede di prima
applicazione, il superamento della somma della spesa di personale dei Comuni aderenti
ed a regime dovrà conseguire effettivi risparmi.
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Letto, confermato e sottoscritto come segue
IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
Leoni Sara
IL SEGRETARIO GENERALE
Cavallari Dott.ssa Ornella
La presente copia composta da n. ………………………. pagine, è
conforme, ai sensi dell’art.18, comma 2, del D.P.R.
N.445/2000 ed all’art.23, comma 1 del D.Lgs. n.82/2005, al
documento originale sottoscritto con firma digitale,
conservato presso questo Ente.
In carta libera per uso amministrativo.
Argenta, il
Il Pubblico Ufficiale
Documento sottoscritto con firma digitale ai sensi del DPR 445/2000 e dell’art. 21 del D.Lgs 82/2005 e successive
modifiche ed integrazioni. Il documento originale è conservato in formato elettronico su banca dati del Comune di
Argenta.
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