Comune di Argenta Deliberazione n. 5 del 18/02/2013 PROVINCIA DI FERRARA Verbale di deliberazione del Consiglio Comunale Seduta pubblica OGGETTO: Costituzione dell’Unione dei Comuni Valli e Delizie tra i Comuni di Argenta, Ostellato e Portomaggiore. Approvazione Atto Costitutivo, Statuto e Piano Strategico. L’anno Duemilatredici e questo dì Diciotto del mese di Febbraio alle ore 19.00, in Argenta, nella sede Comunale, nella sala delle adunanze. Convocato nelle forme prescritte dalla legge e dall’art. 10 dello Statuto Comunale e con appositi avvisi consegnati al domicilio di ciascun Consigliere, si è oggi adunato il Consiglio comunale. Fatto l’appello risultano: Presenti FIORENTINI ANTONIO LEONI SARA VOLPI ANGELA MANZOLI REMO GIBERTI FABRIZIO SIMONI LUCA CAI NADIA GHESINI LANFRANCA MINGOZZI MARCELLA MANCINI DAVIDE ZANOTTI DAVIDE BASSI ANDREA GAMBERONI ENRICO GAIANI CESARE BOLOGNESI PAOLO STROZZI GABRIELE PEZZETTA SILVANO AZZALLI GABRIELLA CHECCOLI MARCO DALPOZZO DANIELE BRINA GIUSEPPE Totale presenti: 21 Sono presenti gli Assessori: Assenti Totale assenti: 0 Baldini A., Conficconi A., Alberani C.,Borea S., Pamini S., Gomedi I. Giustificano l’assenza i Signori : Assiste il Segretario Generale: Cavallari Dott.ssa Ornella. Dato atto che il numero dei presenti è legale per la validità della seduta la Sig.ra Leoni Sara Presidente, dichiara aperta la seduta. Designati a scrutatori della votazione i Signori: 1) GAMBERONI ENRICO 3) STROZZI GABRIELE 2) GHESINI LANFRANCA il Consiglio prende in esame gli oggetti entro indicati Presenti n. 21 Consiglieri Seduta del 18/02/2013 Nr. 5 OGGETTO: Costituzione dell’ ”Unione dei Comuni Valli e Delizie” tra i Comuni di Argenta, Ostellato e Portomaggiore. Approvazione Atto Costitutivo, Statuto e Piano Strategico. Sara Leoni – Presidente: Sesto punto: “Costituzione dell’“Unione dei Comuni Valli e Delizie” tra i Comuni di Argenta, Ostellato e Portomaggiore. Approvazione Atto Costitutivo, Statuto e Piano Strategico”. Passo la parola al Sindaco. Antonio Fiorentini – Sindaco: Sono quelle cose talmente dibattute che sono in difficoltà a parlare perché rischio, certamente mi ripeterò, delle tante cose dette in queste e in altre sedi. Provo a farne una super, super sintesi. Quali sono le motivazioni di carattere generale, ma la prendo proprio alla lunga nella sintesi, e riprendo una discussione, una delle ultime fatte sabato alla Camera di Commercio di Ferrara in un dibattito dove c’era il Sindaco di Copparo, Unione già fatta; il Sindaco di Argenta, Unione costituente; il Sindaco di Cento, Unione non ancora messa in cantiere, in alto mare, hanno tante difficoltà ma ci arriveranno in fondo anche loro. Quello che ne è emerso, o almeno quello che ho portato io e che è stato condiviso da quella platea, è che intanto l’aspetto macroscopico – oltre al fatto che siamo obbligati, quindi mi verrebbe da dire che stiamo parlando di nulla, siamo obbligati, però facciamo finta di niente – è che in questo modo, cioè mettendo assieme alcuni Comuni, forse mantieni ancora in capo alle Amministrazioni la scelta politica delle cose e non siamo ridotti a semplici Amministratori. Malgrado negli ultimi anni si sia molto parlato di decentramento delle funzioni amministrative, negli ultimi dieci anni si è realizzato lo Stato più centralista dal dopoguerra ad oggi. Centralista da un lato e nessuna risorsa dall’altro per le Amministrazioni. Mettendoci assieme, oltre all’obbligo, abbiamo la possibilità di governare meglio i processi di cambiamento che riguardano le nostre comunità. Cambiamento, fatto in parole che cosa vuol dire? Vuol dire che nel giro di cinque, dieci anni al massimo, e i prossimi cinque anni saranno ancora peggio, quello che ci siamo trovati di fronte della nostra comunità è trasformato radicalmente, nella tecnologia, nei rapporti familiari, nell’architettura dello Stato, nelle aspettative dei cittadini nei confronti delle Amministrazioni Pubbliche ecc. ecc. Il primo aspetto è che assieme siamo maggiormente in grado di governare i processi politici e non di essere dei semplici, come ormai le Amministrazioni Comunali sono, dei semplici – lo dico per esagerare – passacarte, però davvero esclusivamente Amministratori. Il secondo aspetto è per essere più in grado di rispondere alle domande di specializzazione che ci vengono richieste dai cittadini, dalle imprese… Mi viene da dire – e anche in quel convegno lo abbiamo detto - dovremmo essere sempre più in grado di dare risposte quasi personalizzate, proprio per quella complessità della nostra società di cui parlavo. Io ho fatto una battuta di cui oggi sono… e Samuela lo sa molto bene, facciamo regolamenti e dibattiamo sui regolamenti, per accorgerci – appena li abbiamo approvati – che la società, ovvero coloro i quali sono oggetto di quel regolamento, le condizioni sono già cambiate. Tant’è che rispetto alle prestazioni sociali, che ci abbiamo messo l’anima in questi tre anni, le abbiamo già cambiate tre volte perché ci rendevamo conto che ogni volta che gli mettevamo mano, la società, mica la società europea, quella argentana stava già cambiando, e quelli che erano i motivi per i quali avevamo fatto quelle modifiche per dare una risposta, ormai era già difficile darle. Ecco assieme, forse, i Comuni hanno una capacità di dare una lettura ai processi di cambiamento e a dare risposte più precise e personalizzate. Porto alcuni esempi se no sembra che parliamo di… Quattro anni fa ad Argenta abbiamo istituito l’Ufficio Ambiente, fu una battaglia della legislatura precedente dell’ultimo anno perché sembrava quasi inutile mettere assieme una persona che si occupasse di ambiente. Nel volgere di quattro anni, quella persona, è diventato uno degli uffici più importanti di tutta l’Amministrazione Comunale, perché passa tutto da lì; in quattro anni si sono stravolte le attese dei cittadini e la legislazione, al punto tale che quella che allora era una scelta così discrezionale, fatta con qualche intuizione in anticipo, oggi è diventata del tutto insufficiente, perché quella persona non riesce a stare dietro ai biogas, che è l’ultima cosa che è scoppiata in un anno, che ci ha impegnato solo per mesi e mesi per capirci qualcosa, o gli scarichi in atmosfera, o le VIA, o l’impatto ambientale, o le aree di naturalizzazione, o i rifiuti ecc. ecc. Guardate non siamo più in grado di dare risposte da quell’ufficio perché c’è solo una persona. Teniamo sempre presente che non possiamo assumere, mettendo assieme una persona di Portomaggiore, di Argenta e la mezza di Ostellato, forse riusciamo a far sì che quella di Argenta si occupi di scarichi in atmosfera e nelle acque, quella di Ostellato si occupi dei biogas – sto sparando – e quella di Portomaggiore si occupi delle VIA dell’impatto ambientale. Questo per dire che le due cose che ho detto, è cambiato il mondo in tre anni, ma dall’altro lato ci siamo anche resi conto che con i nostri strumenti non siamo in grado di dare le risposte che ci chiedono, chi? Gli imprenditori. Guardate, sempre più i nostri sportelli ricevono non il cittadino ma il legale del cittadino, perché si deve barcamenare nella burocrazia complessa e perché ha bisogno di risposte precise, particolari, che da soli non siamo più in grado di dargli. Ma questo vale anche per la politica: se riusciamo a dividerci come assessorati in tre, sapete che uno dei tre Sindaci diventerà il Presidente, gli altri due semplicemente Assessori, sempre a costo zero, uno si occuperà per esempio, come abbiamo immaginato, di materie di pianificazione ambientale, l’altro di personale e di tributi e il Presidente di altro, in modo tale che quella specializzazione e competenza che richiediamo agli uffici e di cui è un ricavato dell’Unione, lo chiediamo anche alla parte politica. E il terzo fatto, lo metto per ultimo ma è la ragione che non ci obbliga con le norme ma ci obbliga nei fatti, le Amministrazioni Comunali non possono più assumere per legge. Non possiamo più assumere per legge. Non possiamo neanche fare più investimenti per legge, ma questo è un altro paio di maniche, però lo diciamo. Allora, se va in pensione quella persona, cosa facciamo, chiudiamo? Cioè non abbiamo mica alternativa. Chiudiamo. A meno ché, per un po’, in attesa che migliorino i conti, che ci diano la possibilità forse – io non credo – di assumere ancora, se mettiamo assieme il personale possiamo ricavarne qualcuno che fa la funzione di colui che è andato in pensione. Facciamo un altro esempio: ad Argenta abbiamo 5 persone all’Ufficio del Personale, a Portomaggiore 3 e a Ostellato 1, credo che più o meno siano questi. Abbiamo messo assieme gli Uffici del Personale ma non lo abbiamo fatto di 9 ma lo abbiamo fatto di 8, forse facciamo 7, di 8 forse facciamo 7, quella in più che è rimasta serve per andare a fare il lavoro di quella che è andata in pensione che non possiamo più assumere, disarmante come risposta ma è così. È così. Teniamo conto che nel Comune di Argenta, negli ultimi tre anni sono andati in pensione, in mobilità o ad altro Ente 12 persone, che è il 10% di tutto il personale del Comune di Argenta. Stiamo tirando distribuendo responsabilità, facendo fare più lavoro alle persone ma fra un po’, anzi già adesso, non ce la facciamo più. Tant’è che prima Pezzetta ha fatto un’interrogazione per dire – e la risposta è questa –: come mai siete sotto l’organico della Polizia Municipale? Non li possiamo assumere. A dire il vero, Pezzetta, ci sono delle eccezioni sulle assunzioni, una è proprio nella Polizia Municipale, non abbiamo i soldi ma è un altro problema. E poi sono gli stessi altri Enti che ci chiedono di rispondere come Unione. Facciamo un altro esempio ancora se no non ci capiamo: la Regione Emilia Romagna fa dei bandi per finanziare tante cose e i punteggi per i bandi sono Unione prima di tutto, poi se rimangono risorse anche ad altri. Il 20 20 20, che è il progetto che porto sempre, la Regione dice: lo finanzio solo alle unioni lo Studio di Fattibilità, agli altri non lo finanzio. E così tante altre cose. Quindi siamo obbligati, io l’ho messo nel capitolo dello stato di necessità, quello di fare l’Unione. Bene, il grosso blocco di ragioni per non ripetere quelle dette fino ad oggi. Secondo passaggio: perché Argenta, Portomaggiore e Ostellato? La risposta l’abbiamo avuta prima con la Delibera degli Ambiti, è la stessa Regione che individua queste aree. Perché? Perché, l’abbiamo detto nel dibattito, fanno parte anche del Distretto, la sub-zona, però è del tutto evidente che è già identificata in modo forte. Poi ci sono delle ragioni del tutto evidenti, di natura naturalistica, morfologica, culturale, ma facciamo finta che questi non c’entrino, che magari li tiriamo fuori per il nome, quello che importa è che già da molto tempo questi Comuni lavorano assieme. Non ci siamo mai accorti che erano già Unione? Perché forse non l’abbiamo detto, forse al cittadino, al Consiglio Comunale non ha fatto tanto effetto, come effettivamente è giusto che sia, il fatto che prima facevamo queste cose e non la chiamavamo Unione, adesso invece la chiamiamo Unione. Ma con Portomaggiore e Ostellato abbiamo fatto altro che Unione. Il Piano Regolatore che pesa molto di più di un’Unione in termini di scelte. Oppure con Portomaggiore abbiamo da 10 anni la Polizia Municipale in convenzione, oppure l’ASP con Portomaggiore ed ora Ostellato, oppure le aziende pubbliche che sono di tre Comuni che sono proprio quelli – parlo di … e parlo di strade –, oppure ancora come abbiamo detto il Distretto Sanitario. Quindi l’Unione l’avevamo già. Oggi la chiamiamo Unione, prima le chiamavamo somma di convenzioni. Oggi siamo anche rinforzati dal fatto che la Delibera d’Ambito dice quella è la strada che anche per la Regione abbiamo scelto. Poi dopo dell’aspetto partecipativo e del confronto che abbiamo fatto, non lo tiro fuori a meno che non sia richiamato, credo che valga la pena, invece – per concludere – fare un richiamo sul nome. Per il nome molte sono state le suggestioni che abbiamo avuto. Come siamo arrivati al nome “Valli e Delizie”? Siamo arrivati perché già da un anno, quando abbiamo cominciato a confrontarci, abbiamo pensato che dovevamo trovare un metodo più che un nome e quel metodo l’abbiamo trovato nel ricercare quali dovessero essere gli elementi che ci portavano al nome. È del tutto un’ovvietà che gli elementi devono essere elementi identificativi delle tre Amministrazioni, in modo tale che ognuno si sentisse parte di quel nome. Allora abbiamo fatto un passo successivo che è stato quello di ritenere che i motivi morfologici e quelli culturali potessero essere quelli nei quali ci potevano essere più ipotesi che ci accomunavano. Il passaggio successivo è stato dai morfologici passare ai paesaggistici, ai naturalistici perché è del tutto evidente che le caratteristiche naturalistiche di Argenta, Portomaggiore e Ostellato, sono le medesime dei tre Comuni. E poi ci siamo soffermati su quelle culturali con uno spettro molto ampio. A questo punto abbiamo chiesto alle scuole di darci delle suggestioni e le scuole ci hanno dato molte suggestioni che per altro, come abbiamo già detto con gli altri tre Sindaci, dovremo fare in modo di valorizzare. Facciamo questa cosa e poi pensiamo se farne una mostra, se fare durante la Fiera… stiamo pensando nelle tre Fiere di valorizzare quei bei lavori. Ma subito c’è stato un dato rispetto a questo, che anche i ragazzi ci hanno dato tante ipotesi e abbiamo capito che comunque quelle ipotesi seguivano proprio il filone da noi individuato: gli elementi naturalistici e gli elementi culturali. Poi loro hanno anche riportato molti acronimi che noi avevamo già scartato di partenza perché era un’idea che non ci andava bene. Ecco, rispetto a questo, è evidente, perché le scelte possono essere obiettivamente molte, abbiamo scelto tra gli elementi naturalistici le Valli perché ci accomunano tutti e identificano anche un bel paesaggio, un aspetto positivo, bello e identificativo delle tre comunità, mentre le Delizie è l’aspetto culturale che abbiamo scelto perché, anche in questo caso è del tutto evidente, la Delizia di Argenta – non mi viene mai il nome, come si chiama? - di Benvignante, la Delizia di Benvignante o la Delizia di Consandolo, quella – ahimè - non l’abbiamo ancora ma ha un grande rilievo storico. A Ostellato la Delizia di Tassoni o quella, come si chiama la frazione? (Intervento fuori microfono) No, qui siamo a Portomaggiore… oppure a Portomaggiore il Verginese. So che a Ostellato ce ne sono due, mentre a Portomaggiore il Verginese. Ecco quindi le Delizie Estense, ma gli Estensi sono l’elemento ovviamente che lega tutta la parte ferrarese. Poi abbiamo scelto di non mettere vicino a Delizie anche Estensi perché? Perché dal momento che parli di Delizie è evidente che sono gli Estensi, non mettendo accanto a Delizie Estensi poteva essere evocativo la parola “delizie” anche di altre: le delizie culinarie, le delizie paesaggistiche. Quindi abbiamo scelto di non mettere accanto a Delizie anche gli Estensi e quindi abbiamo formulato l’“Unione dei Comuni Valli e Delizie” e ci sembra che accomuni. Pensate al Comune di Argenta che è quello più esteso, la parte verso Santa Maria è poco identificata, anche se stiamo parlando di 20 chilometri e sono davvero cose che non hanno significato se lo guardiamo dall’alto. Medelana, non mi veniva il nome, l’altra Delizia di Ostellato è Medelana. La parte di Santa Maria, diciamo così, che è più vicina alla parte degli Estensi, alle Delizie Estensi o Consandolo, mentre Argenta la parte dell’argentano verso Anita è più vicino all’idea delle Valli, così come Campotto, così come Argenta. Questo per dire che Argenta certamente è quella che si sente più rappresentata dall’idea delle Valli e delle Delizie in tutto il suo percorso. Lo ripeto, molti altri erano i nomi e le suggestioni, devo dire, particolarmente quelle che derivano dai ragazzi ci sono molto piaciute, tra le quali: “I Comuni con le Stelle”. Personalmente mi piace molto perché così dà l’idea molto conviviale, positiva delle nostre Amministrazioni, oppure – ma qui lo dico per senso ironico - un’altra proposta è “I Comuni del Popolo” che è molto forte come proposta e io non ho dubbi che l’idea non sia del popolo come si possa intendere in questo Consiglio Comunale, cioè di una bandiera politica ma che siano del popolo per identificare come il ruolo delle Amministrazioni sia quello di aiutare, di favorire, di capire il popolo che sono i propri cittadini. Questo per citarne alcune tra le tante che mi avevano maggiormente colpito e qui bisogna che prendiamo l’impegno, come credo che faranno i miei colleghi che si stanno riunendo adesso, per valorizzare questi bellissimi lavori. Per ora mi fermo. Sara Leoni – Presidente: Interventi? Passo la parola al Consigliere Gaiani. Cesare Gaiani – Consigliere (P.D.L.): Parto dall'ultima affermazione del Sindaco perché mi sembrava appropriata, quel popolo che poi, alla fine, non ha potuto esprimersi se avesse o no un parere favorevole a questa Unione, tra l'altro. Quindi richiamare il popolo quando fa comodo, poi dopo, quando è ora di consultarlo, ci si pensa bene, perché magari potrebbe dire cose diverse. Devo dire che il passaggio, secondo me, potrebbe essere tecnico-politico però ci limiteremo e mi limiterò a fare un esame di tipo concreto, per vedere se riusciamo ad estrapolare o a farci dare qualche risposta. Vorrei che non mi venisse risposto: dovevate presentarvi alle riunioni dei Capigruppo che noi abbiamo convocato, quelle quattro o cinque. Ma, avendo letto i verbali, con tutta franchezza, devo dire la verità, mi sono chiesto che cosa saremmo venuti a fare, salvo un mero cambiamento tecnico che è stata sufficiente una Commissione Statuto per riscrivere il quale interamente. Se si voleva lo Statuto, quindi diciamo che gli aspetti potevano essere completamente diversi. Io dai verbali, ad esempio, non ho rilevato – da parte dei presenti a quelle riunioni dove erano presenti tutti i Gruppi Consiliari – un esame approfondito sullo Studio della fattibilità, cioè non ho letto che comunque chi si è presentato abbia rilevato o chiesto chiarimenti, oppure messo a centralità quello che prevedeva lo Studio di fattibilità. Quindi ne deriva che a tutti va bene, perché bisogna almeno dire questo. Oppure mi piacerebbe fare qualche domanda a qualcuno dei presenti, se lo ha letto, perché è più facile che questa sia la domanda pertinente. Poi parliamo di un'altra cosa: io stesso in Commissione Statuto ho chiesto a tutti i presenti – sempre quelli che poi erano sempre presenti, il gioco di parole ci sta - alle riunioni, qual era stata la motivazione fondamentale, per il quale era stato scelto - come dice appunto il primo articolo dello Statuto – la centralità del Comune di Portomaggiore, perché se era una mera risposta del tipo “scegliamo Portomaggiore, come è stata, perché si trova a metà strada”, beh, ergo che i capoluoghi delle regioni non mi sembra siano stati scelti perché sono a metà strada o a metà regione ma io ritenevo che, a mio avviso, il Comune capofila di un'Unione lo si debba scegliere in base alle peculiarità che ha il territorio, alle potenzialità che ha il territorio: una possono essere gli abitanti, una può essere la struttura industriale. E, se non vado errato, vedevo appunto nel documento - ma non è necessario che lo vada a prendere - che solo la zona industriale, cioè la zona artigianale, la nostra è 44 ettari e mezzo, quella di Portomaggiore è 20 ettari, già questo indica una disparità. Poi, solo l'applicazione del reparto – diciamo così - urbanistico, lo abbiamo detto anche in tempi non sospetti quando si è scelto il Dirigente Unico per quello che riguarda Portomaggiore ed Argenta, le necessità che ha un Comune di vasta dimensione come Argenta, rispetto ad altri Comuni. Poi, se vogliamo mettere il sistema viario, il sistema delle infrastrutture per quanto riguarda le ferrovie e tutta una serie di parametri scolastici, l'ospedale… cioè, tutta una serie di parametri che, a mio avviso, erano necessari per scegliere il Comune capofila. Quindi non si parla di un sano - che magari qualche volta può capitare – campanilismo, ma non è questo il caso. Quindi, a fronte di questa domanda, nessuno dei presenti - possono testimoniarlo perché sono qui, lo possono dire - non ha detto queste cose, non ha detto che Portomaggiore è stato scelto per questo motivo, ha detto, oppure non ha detto, e quindi ho pensato che fosse solo perché sia a metà strada. Innanzitutto non dobbiamo anche dimenticare un passaggio importante. Forse l'Unione dei Comuni avrebbe avuto una ragione più forte, più fondamentale, se si fossero abolite le Province, perché l'Unione dei Comuni sarebbe stato un filtro necessario. Quindi, a nostro avviso, si crea un ulteriore livello istituzionale: Comune, Unione dei Comuni, Province e Regioni. Cioè tutti, compresa la Maggioranza, stanno facendo propaganda elettorale dicendo che bisogna diminuire i costi e cosa facciamo qui, in Provincia di Ferrara? Costituiamo un ulteriore livello istituzionale, dicono a costi zero. Non è vero, perché mi piacerebbe sapere, l'ho chiesto in Conferenza dei Capigruppo, quali sono i compensi del Segretario Comunale che verrà deciso, se c'è compenso per quanto riguarda il Revisore dei Conti e i rimborsi chilometrici. Perché, la gente che si sposterà da un Comune all'altro - faccio una domanda - verrà rimborsata perché si sposta? Perché, vorremmo questo tipo di risposte. In più sarebbe necessario e l'ho anche contrastato in Commissione a verbale, non capisco la costituzione del tempo indeterminato, cioè, un'Unione che viene costituita a tempo indeterminato. La risposta papale papale, ce l'ho qui davanti, è stata che ... è una scelta di costituzione di tempo indeterminato... il Segretario specifica che il periodo minimo di durata, previsto per legge, è di dieci anni e che comunque lo Statuto prevede tutte le modalità di recesso. Scusate, solo perché lo Statuto prevede il recesso, lo dobbiamo fare indeterminato? Non l'ho capita. Secondo me è un aggravio, un peso per le Amministrazioni successive. In più, credo che in questo caso, non era necessario cercare la partecipazione dei gruppi consiliari, ma era necessario capire, a fronte di una serie di domande fatte e proposte, che vi fosse la massima adesione perché una scelta di questo tipo, non dobbiamo dimenticare che l'esito finale del voto sarà quello, quasi il 90% dell'Opposizione, perché risulta che la Lega voterà a favore di questa cosa, quindi il 90 perché è necessario, e sia quindi quel circa 40% di popolazione, l'Opposizione sarà contraria a questo passaggio. Ne deriva una facile e conseguenza riflessione: nel bolognese, se non vado errato, dovreste esserne a conoscenza, sei Comuni avevano pensato di mettersi insieme. Ho guardato le amministrazioni ma sono alcune Liste Civiche del Centro Sinistra e una di Centro Destra e quindi non è un motivo politico. Cos'hanno pensato di fare? Hanno chiesto, proprio richiamando a quanto ha detto il Sindaco... “popolo…”, ha richiamato il popolo... il popolo che non ha potuto esprimersi, cos'ha fatto? Si sono espressi ed è risultato che quattro Comuni han detto “sì” e due hanno detto “no” , l'Unione verrà fatta, ma c'è stata la popolazione che ha potuto esprimere non - e qui vorrei non essere frainteso - se andare con “Tizio” o andare con “Caio”. Se era, credeva o riteneva o gli piaceva fare questa Unione e, a mio avviso, era la massima espressione della democrazia. Fermo restando - ed è qui che mi ricollego alla Legge 21 Regionale-, non vi era tutta questa obbligatorietà della fretta perché la si poteva fare entro gennaio 2014. Quindi i tempi per una mera consultazione, anche di tipo indicativo, c'erano. Non si chiedeva se andare qua o là, no, siete d'accordo? Perché a me sinceramente, piacerebbe sentire il parere dei cittadini di Anita quando dovranno... Adesso la risposta sarà: no, il front-off adesso rimarrà… Va bene, anticipiamo questo, adesso rimarrà così, poi fra un po' non sarà più così, quindi il disagio che alcuni cittadini avranno, sentiranno, percepiranno verso le istituzioni sarà che “per fare questa cosa devono andare là” punto. Alcuni diranno “per me non è cambiato niente”, altri diranno “per me è cambiato molto” e si rivolgeranno probabilmente a coloro che questa scelta l'hanno appoggiata, perché coloro che l'hanno contestata probabilmente non avranno diritto di rivolgersi, anche perché si può dire “l'avevamo come dire non preannunciato” , secondo me era da studiare tutto molto meglio. Io la fretta, dico la verità, non ho ancora capito quale sia il motivo, non mi risulta che a livello regionale che vi siano dei finanziamenti che scadono domattina e non ce li danno, non mi risultano, altrimenti - domanda formulata anche in altre occasioni- quali sono e quanti sono, quantificandoli, questi finanziamenti. Parlando di soldi, mi viene in mente una cosa: non è vero che sarà a costo zero, anche perché vi sono i costi per l'adeguamento dei servizi, ossia per l'adeguamento dei software, e sono quarantamila Euro, di cui una parte sono a carico del Comune di Argenta e una parte di altri Comuni. In più, ci sarà da formare la sede e tutta una serie di cose, quindi alcune risposte sarebbero necessarie. In più, rafforzo ancora la posizione che la scelta del Comune di Portomaggiore, non ha motivazione di essere, come centralità, perché, guardate, paradossalmente, si sceglie Portomaggiore, che è il Comune che ha meno abitanti, cioè Argenta ha più abitanti insieme di entrambi gli altri due Comuni. Ma quando andiamo a dividere le spese e tutta una serie di cose, si fa proporzionalmente, ossia, per gli abitanti. Allora, c'è qualcosa che non funziona, in questa sede. Dopo si dice: “c'è un mero disegno politico sotto”. Se ci sarà un disegno politico, lo vedremo perché hanno avuto tutta questa fretta, però con tutta franchezza ditemi qual'è il motivo chiaro, a parte tutto questo cocktail di domande e ritengo sia necessario perché una scelta di questo genere aveva obbligatoriamente, dico, la necessità che quasi tutto il Consiglio Comunale aderisse a questa iniziativa, perché ci troviamo invece nella malaugurata figura e fotografia che invece, oltre il 40% degli aventi diritto al voto, che hanno votato per questo Consiglio Comunale, non sono d'accordo e non per partito preso. Mi sembra di aver messo nel dettaglio una serie di considerazioni, non di poco conto. Sara Leoni – Presidente: Passo la parola al Sindaco. Antonio Fiorentini - Sindaco: Una domanda tecnica, dopo ti rispondo. Quali sono i Comuni che hanno fatto questo referendum?... (Intervento fuori microfono) No, quella lì è una fusione. Ho capito, quella lì è un’altra roba, è un obbligo di legge. Non c’entra niente. Non è un principio. Per la fusione c'è un obbligo di legge alla consultazione, per il resto non c'è nessun obbligo di legge, c'è un'opportunità che nessuno mi risulta abbia fatto, però rispondiamo dopo, poi preciso anche sulle altre robe, era proprio per mettere assieme i punti della risposta. Sara Leoni – Presidente: Passo la parola al Consigliere Azzalli. Gabriella Azzalli – Consigliere (A.R.): Due domande alle quali mi potrà rispondere anche il segretario, perché il Sindaco ha detto più volte che il Comune di Argenta è obbligato a costituirsi in Unione. Io voglio sapere, vorrei capire qual è la norma, la disposizione normativa che stabilisce l'obbligo, per un Comune con le nostre caratteristiche, di costituirsi in Unione, entro quali termini, cioè quali tempi e rispetto a quali funzioni. Quindi la domanda è molto precisa, gradirei una risposta altrettanto precisa e puntuale... La seconda domanda riguarda l'articolo 14 dello Statuto “Conformazione del Consiglio dell’Unione.” La seconda domanda riguarda Il Consiglio dell'Unione: “composizione e sua prima elezione”. Vorrei mi fosse precisato meglio il significato del comma 4 dell'articolo 14, dove si dice che “per garantire l'effettiva rappresentanza delle Minoranze consiliari, i Consiglieri dell'Unione saranno eletti con voto segreto, sulla base di due distinte liste: una comprendente tutti i Consiglieri Comunali di Maggioranza e l'altra quelli di minoranza, presenti nel Consiglio Comunale del Comune partecipante”. Poi continua dicendo che “ nel rispetto del principio della non-ingerenza della Maggioranza nella scelta dei rappresentanti della Minoranza, ciascuno nominerà i propri rappresentanti”, fino a che, a un certo punto si dice “ al fine di assicurare l'effettiva rappresentanza, sia della Maggioranza che della Minoranza, in seno al Consiglio dell'Unione, nel caso in cui una delle due liste di candidati non riceva voti sufficienti per eleggere i propri rappresentati, saranno membri di diritto del Consiglio dell'Unione, i rappresentanti dei Consiglieri di Maggioranza o di Opposizione, che hanno ottenuto il maggior numero complessivo di voti di preferenza o, se si tratta del candidato Sindaco, la maggior cifra elettorale alle elezioni amministrative del Comune di appartenenza”. Perché faccio questa domanda? Perché mi chiedo: nell'ipotesi in cui un Consigliere che siede su questi scranni, democraticamente eletto dai propri cittadini per stare qui, ritenesse di non voler partecipare all'Unione, cioè, di non voler sedere nell'organo Consiglio dell'Unione, se è possibile che venga comunque, se necessario, non se è possibile, se è necessario che venga comunque eletto di diritto, e in sostanza, come si deve comportare? Perché, così come il Consigliere Comunale, nonostante venga eletto in base al numero di preferenze, quando viene chiamato a sedersi qua, deve esprimere la propria volontà di sedersi oppure no, cioè, di accettare o non accettare la carica, ritengo che, per lo meno, lo stesso principio dovrà valere per sedersi o non sedersi nel Consiglio dell'Unione. A quel punto, se la Minoranza di questo Consiglio Comunale decidesse di non accettare la carica, il Consiglio dell'Unione si troverebbe con uno dei Comuni partecipanti che non ha le rappresentanze della Minoranza che siedono nel Consiglio dell'Unione. Domanda: come funziona? Prima l’altra, poi questa. Sara Leoni – Presidente: Passo la parola al Sindaco Antonio Fiorentini - Sindaco: Sull'altra dico io perché mi hai tirato in ballo, io non parlo di obbligo, dico che saremmo obbligati. Ad oggi l'obbligo è quello della delibera d'Ambito, a meno che lei non mi smentisca, nel mettere in convenzione i servizi che la delibera d'Ambito impone. Io dico che presto saremo obbligati a fare le Unioni, così come alcuni mesi fa dicevo che saremmo stati obbligati a - allora non parlavo di ambiti ma parlavo di stare assieme- che non invento mica la luna, a settembre 2012 venne Bertelli all'inaugurazione della Fiera e se ricordate ci disse “Fate in fretta perché fra un po' ve lo imponiamo”, questa qua, la delibera d'Ambito, so che è la prima parte di quella che diventerà un'imposizione. Sara Leoni - Presidente: Passo la parola alla Segretaria. Ornella Cavallari - Segretario Generale: Per quanto riguarda l'obbligo, non esiste un obbligo di legge, non c'è l'obbligo di legge. C'è l'obbligo di gestire insieme determinati servizi e funzioni tra i Comuni appartenenti all'Ambito. C'è l'obbligo dal 1 gennaio 2014 di gestire almeno tre dei cinque, anzi delle quattro funzioni stabilite dalla Legge Regionale 21, come obbligatorie per la gestione associata, ma un obbligo di arrivare all'Unione non c'è, nel senso che la Legge Regionale dice che quei servizi devono essere obbligatoriamente gestiti in Unione o in convenzione tra i Comuni appartenenti all'Ambito. Certo è che la Legge Regionale incentiva le Unioni perché in effetti, soltanto alle Unioni riconosce determinati contributi, in presenza poi di particolari presupposti... uno dei quali è per esempio il trasferimento all'Unione del personale, quindi il conferimento del personale, quindi se c'è personale comandato, già è una condizione che viene meno per accedere ai contributi. Ci deve essere il trasferimento del personale. Per quanto riguarda invece la composizione del Consiglio, la seconda domanda, l'articolo 14, è la legge che dice espressamente che le Minoranze devono essere garantite, quindi c'è proprio l'obbligo. Siccome noi ci siamo posti il problema, la stessa domanda che ha fatto la Consigliere, abbiamo detto “ e se ad un certo punto le Minoranze non volessero essere rappresentate?” siccome invece la legge pone l'obbligo di rappresentanza, è stata inserita questa norma per garantire la presenza anche dell'Opposizione. Certo è che, se utilizzando questo criterio, il candidato che risultasse eletto nel Consiglio dell'Unione e non intendesse farvi parte, vi rinuncerà e quindi si farà come si fa con la surroga dei Consiglieri e si procederà a quello che viene dopo, ma la Minoranza deve esserci... abbiamo utilizzato, tra l’altro, proprio le stessa dicitura della norma per garantire l'effettiva rappresentanza delle Minoranze consiliari, è proprio la legge che dice così. Antonio Fiorentini - Sindaco:...del Consiglio Comunale, ho capito… Cioè nel momento delle elezioni, la Minoranza deve essere tutelata per forza, poi dopo è iniziativa del singolo Consigliere di decidere di dimettersi o ...scusate… Sara Leoni - Presidente: Altri interventi? Passo la parola al Consigliere Azzalli Gabriella Azzalli – Consigliere (A.R.): Sempre sul discorso dell'articolo 14... i membri di diritto, come entrano, sulla base di quali, come vengono gestite le preferenze?... Come si vota? Questa è la domanda. Con voto segreto, però ad un certo punto dice: “nel caso in cui una delle due liste non riceva voti sufficienti, saranno membri di diritto, i rappresentanti dei Consigli di Maggioranza o di opposizione, che hanno ottenuto il maggior numero complessivo di voti di preferenza”, “di voto di preferenza”, cioè, rispetto all'elezione comunale? Ornella Cavallari - Segretario Generale: Esatto. Rispetto all'elezione comunale abbiamo utilizzato il maggior numero di voti di preferenza o se si tratta del Consigliere candidato Sindaco la maggior cifra elettorale, perché il candidato Sindaco non ha voti di preferenza e quindi abbiamo dovuto fare il distinguo perché altrimenti paradossalmente il candidato Sindaco, che magari è quello che ha avuto... sarebbe rimasto comunque fuori e quindi, utilizzando solo i voti di preferenza, il candidato sindaco comunque sarebbe risultato escluso. Per cui abbiamo inserito il correttivo, “il maggior numero di preferenze” o, nel caso di candidato Sindaco, “la maggior cifra elettorale”, dando così la preferenza...sono quelli che hanno più numero... è stato inserito appositamente... Alla Minoranza di Argenta spettano cinque Consiglieri. Se non saltano fuori cinque Consiglieri bisognerà dopo... se vengono sempre nominati, per esempio, tre Consiglieri raggiungono la maggioranza dei voti da parte di tutto il gruppo di Minoranza e gli altri due non emergono, bisognerà tirarli fuori, calcolando i voti di preferenza ottenuti nelle votazioni nel Consiglio Comunale, perché comunque bisogna arrivare a cinque... il voto ce l'hanno di diritto perché comunque si va a calcolare la maggior cifra elettorale nelle elezioni amministrative, per cui comunque entra il candidato Sindaco. Sara Leoni - Presidente: Altri interventi? Passo la parola al Sindaco Antonio Fiorentini – Sindaco: Alcune sollecitazioni di Gaiani: nel Ferrarese si fanno le Unioni... le Unioni vengono fatte in tutto il Nord Italia, poi, alcuni dati in Piemonte, parlo di quelli che funzionano meglio, in Piemonte sono quarantacinque le Unioni dei Comuni. Ci si intende, quando si parla di Unioni, quarantacinque, come minimo sono tre Comuni per Unione, quindi sono coinvolti, sono quarantacinque, sono centocinquanta Comuni, come minimo. Nella Lombardia sono cinquantuno Comuni, nel Veneto sono ventisei Comuni, ventisei Unioni, scusate mi sbaglio, in Emilia Romagna ventitré, per poi passare invece nel Centro Sud, dove calano fortemente: nel Lazio tredici, nel Molise dieci e nella Campania venticinque, quindi non è la Provincia di Ferrara, è l'Italia che si muove verso le Unioni e sottolineo l'Italia del nord che si muove verso le Unioni. Sul fatto di Portomaggiore perché è stata scelta come sede. E’ stata scelta, poi dopo, Cesare, uno non è che possa dirmi “non darmi quella risposta”, perché se la premessa è “non darmi quella risposta”, io dico “tu non farmi le domande”, visto che non sei venuto in nessuna, non in due o tre riunioni, delle dieci riunioni che abbiamo fatto, quindi ci rispettiamo reciprocamente. Per me è inammissibile che si venga qui a fare delle domande, quando per dieci volte ci siamo incontrati e abbiamo fatto domande su domande e se vai a vedere bene i verbali e gli Statuti che, in ogni occasione, abbiamo comunque sempre mandato a tutti, anche se non erano presenti e dove potevano venire alle riunioni, non solo i Capigruppo ma anche i Consiglieri Comunali e dove negli altri Comuni sono venute anche le Opposizioni, comunque lì potevamo sviscerare tutto quello che c'era da sviscerare, tant'è che, al contrario di quello che dicono, se si va a prendere la prima versione dello Statuto e l'ultima versione, non sono cambiate di tre righe, ahimè, è cambiato profondamente lo Statuto. Detto quello, perché Portomaggiore? Perché Portomaggiore è centrale rispetto a Ostellato e Argenta, oppure, pensiamo che l'Unione fosse ad Argenta, per Portomaggiore è uguale, per Ostellato è un altro paio di maniche. Ecco allora che diventa più funzionale la sede dell'Unione a Portomaggiore. Se poi -davvero non riesco a capire la ratio- dobbiamo andare a dire che, visto che era ovvio che rispondessi così perché questa è la ragione per la quale abbiamo scelto Portomaggiore, ma adesso ci dite che i servizi non sono penalizzati, ovvero non sono chiusi, domani ce li chiudete, non ho capito per quale motivo dovremmo aver fatto l'Unione. L'Unione la facciamo perché, forse, riusciamo a reagire meglio a quel disastro che sta succedendo sugli Enti locali d'Italia: disastro finanziario, disastro organizzativo, disastro... e assieme, forse, riusciamo, lo ripeto, sono monotono, a tener meglio botta nel continuare a dare i servizi. Non capisco perché si debba pensare “ma dopo li chiudiamo”. Quali interessi può avere un Sindaco di Ostellato, di Argenta, di Portomaggiore a chiudere... farà di tutto per tenerli aperti... “ma un domani ce li chiuderete”. Perché? Faremmo le barricate per non chiudere i servizi, siamo riusciti neanche a chiudere gli uffici decentrati, vi ricordate, all'inizio della legislatura, quando li abbiamo riposizionati, anzi, li abbiamo aumentati, quindi non capisco perché infondere un dubbio di questo tipo. Può anche darsi che ci taglino ulteriormente il personale e ci troviamo ad una possibilità del genere. Ad oggi, in realtà, facciamo l'Unione proprio..., anche per riuscire a mantenere i servizi nel territorio, gli sportelli, la parola “servizi” può essere sempre ambigua. - La Provincia di Ferrara l'ho detto, - perché Portomaggiore l'ho detto - perché non si parla dell'esame, dello studio di fattibilità? Abbiamo fatto anche un incontro specifico sull'organizzazione delle unioni, qui dove c'era solo un Consigliere Comunale. Se c'era qualcuno che voleva dire qualcosa, quelle erano le sedi, come quelle altre, per parlare. Poi dopo, perché le Opposizioni di Portomaggiore che sono in parte venute agli incontri, o perché le Opposizioni di Ostellato che in parte sono venute agli incontri, non hanno mai fatto osservazioni, andrete a chiedere, non so per quale motivo... Abbiamo partecipato, a tre, quattro riunioni l'ho detto. La battuta del popolo è una cosa davvero avvilente, è un nome deciso, proposto dai bambini, non da noi, quindi la battuta non capisco che significato abbia. Il tempo indeterminato bisogna…. Il tempo indeterminato è deciso anche nella delibera degli ambiti, cioè la delibera degli ambiti, che è molto più forte della nostra Unione dice che dobbiamo mettere insieme i servizi - mi fermi dottoressa se dico sbagliato - senza un tempo di scadenza, non c'è nessun tempo di scadenza. La Regione dice “mettete assieme quei servizi…”... noi facciamo l'Unione a tempo indeterminato però abbiamo sempre la potestà all'interno dei Consigli di decidere, un domani, di fare in modo differente. Però sappiamo che, rispetto alle attese della Regione, noi possiamo anche togliere il cappello che abbiamo chiamato “Unione” ma i servizi che abbiamo messo dentro rimangono a tempo indeterminato... Poi noi, è chiaro che con l'Unione mettiamo assieme ad oggi un servizio in più di quelli che siamo obbligati, che la Regione parte con tre, noi ne mettiamo quattro, anche se dice entro l'1.1 devono essere quattro?... Dopo dobbiamo implementarlo, quindi è chiaro che noi diamo maggior forza all'Unione, non è semplicemente come ho detto. Il referendum ho detto che è uno strafalcione perché non è stato fatto da nessuno e una scelta di questo genere deve vederci tutti partecipi. Ma sono tutti partecipi, poi dopo? Qua dentro non si è votato il semaforo di Santa Maria Codifiume, cioè, non siete stati partecipi nella votazione del semaforo, lo dico perché oggi forse ci han detto... quindi una ovvietà su un investimento sul quale non c'è nessuno motivo per dire “sono contrario”, avete votato contro il fatto di fare il semaforo di Santa Maria Codifiume. Ora io che sono una persona ingenua e che mantengo… (Intervento fuori microfono) Per favore, Consiglieri… Questa era una risposta, mi è venuta, ma ne avrei potute trovare altre centinaia. In tre anni e mi prendo perché sono fatto così le responsabilità del fatto di non essere stato abbastanza convincente nel riuscire ad avere l'appoggio su alcune cose anche della Minoranza, però ci sono alcune situazioni dove non c'era mica bisogno di essere convincenti per avere un voto di astensione e ho portato l'esempio ultimo del semaforo di Santa Maria Codifiume, dove non c'era nessun motivo o ragione al mondo per votare contro. Ora, come posso pensare, nella mia ingenuità, che si potesse arrivare ad una scelta che vedeva partecipe anche il tuo gruppo, sono davvero un disilluso e però continuo ad esserlo. Mi faccio carico che, può darsi che il processo partecipativo di o coinvolgimento delle Minoranze non è stato sufficiente al punto tale che, se avessimo fatto...non è vero – mi sto violentando…non venire mai ad un incontro istituzionale, sono degli incontri formali, con tutti i Capigruppo, che non è una banalità e non venire lì, per poi dopo arrivare in Consiglio Comunale e dire “dovevate coinvolgerci di più” è una cosa che non sta né in cielo, né in terra, anche se mi sforzo di trovare tutta la parte ecumenica del mio ruolo, non è possibile! In quegli incontri, Cesare, non sei mai venuto, neanche una volta! Non ne abbiamo fatti quattro o cinque, ne abbiamo fatti, dei Capigruppo sei, sette e poi adesso mi riprendi, li metto anche in fila per numero. Ne abbiamo fatti specifici qui ad Argenta solo, abbiamo fatto dieci assemblee pubbliche. In una assemblea pubblica ad Argenta sei venuto a fare un'osservazione. Gli incontri che abbiamo fatto, pubblici o privati con i Capigruppo sono più di venti sull'Unione. Venti! Cinque sono qui, più... allora li leggo tutti... Assemblea Dipendenti Porto…, non ci riguarda; Sindacati più RSU, non ci riguarda; Capigruppo Portomaggiore fatta il 9 ottobre, non c'eri; Consiglio Comunale, va bene, Scuole Primarie, Capigruppo fatto il 20 novembre, non c'eri; Sindacati, va bene; Associazioni Volontariato, non c'era nessuno,... no, c'eravate; Consiglio Comunale, va bene; Associazione Imprenditori, no; Sindacati, ancora niente; Assemblea pubblica, Assemblea pubblica, Assemblea pubblica, Assemblea pubblica, Assemblea pubblica, Assemblea pubblica, niente; Capigruppo il 12.12, non c'eri; Assemblea pubblica, Assemblea pubblica, Assemblea pubblica, incontro con il Sindacato; Capigruppo ad Argenta, non c'eri, (cinque); Commissione ad Argenta Statuto (sei), c'eri; Quindi sei incontri per i Capigruppo, nella quale abbiamo sviscerato lo Statuto, non ti sei mai fatto vedere ed oggi si dice che il processo partecipativo non è sufficiente. Ora... va bene tutto, però vuol dire proprio uno strappo alla buona volontà del confronto. Quindi io ho risposto a questo, del referendum l'ho detto, del tempo indeterminato l'ho detto, cosa facciamo nella Provincia di Ferrara, ho risposto, Comune di Porto centrale, l'ho fatto; non è stato fatto esame di studio di fattibilità, le due o tre riunioni, l'ho detto; … Porto deve essere consultato. - I compensi del Segretario, non so, dobbiamo ancora decidere tutto. Io... so perché non li ho mai presi ma credo che sia di diritto a chiunque chiedere i rimborsi chilometrici, devono esserci, quindi... se fossero ad Argenta costerebbero di più. Ecco, risparmiamo, vedi? Andando a Portomaggiore, venendo da Argenta o da Ostellato si spende di meno che partendo da Ostellato verso Argenta, quindi nei percorsi chilometrici risparmiamo. Non ho mai detto e qualcuno mi dica che sono contraddittorio, non ho mai detto che l'Unione portava a spendere di meno. È un obiettivo dell'Unione. La legge del riordino dice che deve essere un obiettivo, ma non l'ho mai detto, perché so bene come vanno queste cose qua, e se uno ha la capacità di fare i conti al millimetro, alla fine il saldo non è zero. Perché se uno fa il saldo della spesa pubblica, il saldo per noi deve essere per forza zero. Però pensate solo che la Regione ci finanzia per fare delle robe quindi è chiaro che si spende di più. Per me, il fatto che la Regione mi finanzi a prendere un immobile, a prendere delle cose, per me è un fatto positivo: faccio lavorare chi li compra, non vedo quale sia il problema però, per onestà intellettuale, io non ho mai parlato di risparmi. È un obiettivo e deve essere un obiettivo e, ci si intenda, deve essere così. L'Unione, alla lunga, anzi senza alla lunga, deve portare dei risparmi. Però io non l'ho mai detto, proprio perché mi rendo conto della difficoltà della rendicontazione e perché voglio vedere alla prova dei fatti, ma deve essere così. Sara Leoni – Presidente: Altri interventi? Passo la parola al Consigliere Gaiani. Cesare Gaiani – Consigliere (P.D.L.): Sono andato a vedere appunto, l'articolo riferente, per quanto riguarda la fusione, era del Carlino del 26 novembre 2012 e riguardava appunto un referendum consuntivo, quindi non vincolante, con particolare riguardo al Sindaco di Bologna, ha praticamente detto che bisogna dare comunque un'attenzione molto importante al “NO” dei due Comuni, quindi questo dovrebbe farla riflettere, Sindaco, appena tutto quanto detto. Poi, non so da dove cominciare, però sono state dette una serie di imprecisioni: non ho detto che mi lamento per il fatto che dovevamo discuterne di più... ho detto esattamente un'altra cosa. Ha risposto chiaramente che Portomaggiore come Comune capofila è stato scelto solo per motivi di distanza, quindi questo dà un peso alla scelta importante. Mi sono riletto i verbali e noto, per l'ennesima volta, che il Sindaco dice “se c'erano delle osservazioni, i gruppi di Opposizione presenti le dovevano fare”. Stessa cosa vale per i gruppi di Maggioranza, oppure, ho detto, non hanno ancora parlato ma lo diranno, son d'accordo, cioè, dicono che lo studio di fattibilità è fatto ad hoc. Non c'è nessuna crepa, non c'è nessuna imperfezione, non c'è nessuna criticità, strano, io l'ho letto e non mi sembra. La ringrazio per il fatto che mi ha reso a conoscenza che, oltre al Ferrarese, stanno facendo le unioni dappertutto, nessuno ha detto questa cosa, l'avevo guardato anch'io. Che ci avete sempre consegnato i verbali, ci mancherebbe che non ce li aveste dati.... perché non veniamo, ci dovete dare i contenuti; sui compensi, io l'avevo chiesto al Segretario, perché a me non interessa quanto prende, mi interessa sapere se quei compensi vanno a modificare il budget, perché ho il verbale del Collegio dei Revisori, che ci è stato, almeno a me questa mattina, nonostante le ultime sedute si siano credo chiuse – va bene che questo porta la data del 7 di febbraio - però si parla di un'esaminata documentazione messa a disposizione e preso atto dei chiarimenti forniti. Devo dire che, a questo punto, siccome so che l'obbligatorietà impone che venga presentato un budget ai Revisori fino al 2014, è anche vero che dovreste avere tutti i dati dei costi, sennò, scusate, che budget avete presentato? Perché sono abituato che un budget lo si costruisce, lo si formula in virtù dei dati, oppure diciamo “forse spenderemo X...”, no, non è così, spenderemo questo, questo e questo, per questo, questo e questo. Quindi, se il 7 di febbraio o andando avanti dal 7 di febbraio sono state date tutte queste documentazioni, per le quali il Collegio dei Revisori esprime parere positivo al fatto che si possa costituire l'Unione, ma dicono anche che, considerato tutte queste cose, dovranno essere rispettati nei contenuti delle specifiche convenzioni che disciplineranno le funzioni, conferiti in Unione. Se volete, vado avanti, senza fare la strumentalizzazione che, invece, il Sindaco ha voluto fare sul semaforo di Santa Maria, che non c'entra assolutamente niente con l'oggetto, non è cosa di oggetto di discussione. Però ricordo ai presenti che se volete andare a vedere il motivo per il quale questo Gruppo, che rappresento, ossia il PDL ha votato contro a quella cosa, vi documentate, capirete che il Sindaco ha fatto una mera strumentalizzazione in questo campo. L'hai detto tu, non l'ho detto io. Poi parliamo di incontri mancati, come se questi incontri mancati fossero la colpa. Io ho qui il verbale del 11 gennaio 2013 dove vi erano tutti questi Capigruppo riuniti. Vado a leggere per precisazione, perché dovrebbero essere documenti resi pubblici, a mio avviso. Siccome il Consigliere Brina si è arrabbiato … io leggo le sue affermazioni. “Il comportamento dei Gruppi Consiliari di Argenta è molto strano e rispecchia l'atteggiamento da essi spesso assunto secondo cui chi non la pensa come loro, viene attaccato. È quanto accaduto a me con accuse sul quotidiano 'La nuova Ferrara', di avere già fatto un accordo con il PD sull'Unione semplicemente per il fatto che ho preso parte ad un confronto sulla bozza dello Statuto”. Brina, chiedo scusa. L'oggetto del verbale non aveva nessun significato, però in virtù di dichiarazioni di questo genere le responsabilità non sono nostre. Poi vado avanti, Ricci Antonio, Capogruppo del Gruppo Consiliare di Opposizione, Popolo della Libertà, dice: “La non partecipazione può anche essere una forma di protesta” e così era perché il Sindaco non può fare finta di non sapere quali erano i motivi per i quali disertavano le riunioni. Gli erano stati ripetutamente dette. Infatti il Sindaco, nel passaggio prima, dice: “I Capigruppo sono stati invitati sempre tutti ed al termine di ogni incontro è stato inviato a tutti, anche a coloro che erano assenti, il verbale della riunione e la bozza di Statuto modificata progressivamente”. Questo è verissimo. “Ciò dimostra che questi momenti di confronto sono stati costruttivi per cui è incomprensibile il comportamento dei Gruppi Consiliari che hanno deciso di sottrarsi al confronto. Chiedo che cosa si deve se, benché invitati, alcuni Capogruppo non si presentano?”. Ecco, questo è il pezzo, invece, che... Questo sì, è incomprensibile perché nel caso uno fa ….. o ritenga una forma di protesta fatta per un certo motivo, al Sindaco, con tutta franchezza, non gliene deve fregare niente. Quindi non è che ci sottraiamo al confronto. Il confronto lo stiamo facendo questa sera, che vi piaccia o non vi piaccia. Quindi nell'Ambito di una serie di considerazioni di questo tipo, ognuno potrebbe fare, ed è giusto che sia così, le proprie scelte. Voi state facendo una scelta che io non critico mica. Vi ho detto quali sono i motivi per i quali alcuni Gruppi, o per il quale, o il Gruppo Consiliare, o i Gruppi consiliari, o una parte che, ripeto, il 90% dell'Opposizione non voterà, non sceglierà e non lo si è fatto solo per una mera demagogia, ma lo si è fatto perché abbiamo dato delle priorità e delle chiare spiegazioni per le quali lo facciamo. Devo anche dire, tra virgolette, “che non viene chiarito, come si penserà, di ovviare a quanto prevede lo Statuto, perché lo Statuto parla anche di assunzioni possibili” e ricordo che in Commissione Statuto ho precisato e fatto notare che, nella verifica delle assunzioni, si poteva creare una serie di problemi di tipo economico, perché parliamo di assunzioni dell'Unione, non di dipendenti distaccati, comandati. Dopo vi è un articolo che io e il Segretario abbiamo discusso parecchio, sul fatto di che cosa succede nel caso che vi sia un Comune che recede o, ipoteticamente, ma non era l'avvocato del diavolo... questo è quanto succede. Quindi questo Statuto prevede anche questo, con una differenza sostanziale che in quel caso il Segretario disse al sottoscritto che vi sarebbe stato, il 29 gennaio, un incontro con il Sindacato. Questa Commissione si è riunita il 22, la successiva il 25. Dell'esito dell'incontro, chiamiamolo così, ne abbiamo conferma nell'esito della delibera, ma dei contenuti della discussione no. Mi piacerebbe sapere a domanda, come sottoposta in Commissione Statuto, sottoposta al Sindacato, che cosa ha risposto, perché quando ho messo in chiaro ed in esame la possibilità che ci fosse questa eventualità, i dipendenti comandati hanno un percorso molto chiaro, ma i dipendenti... tra virgolette, se è successo, questo non lo posso sapere. Siccome lo Statuto lo prende in esame, “assunti” nell'Unione non sono dipendenti comandati. Per fare un esempio piccolissimo, per capirci che cosa vogliamo dire, però il Sindaco non mi taccia dopo, per dire che sono fuori tema: nell'eventualità, lo dico con molta serenità, nel caso della nostra controllata c'è stato un passaggio in cui un certo numero di dipendenti sono stati passati di là. Poi questa controllata è cresciuta, è aumentata ed i dipendenti sono aumentati. Nell'ipotesi più scellerata, più improbabile, che non deve succedere, che questa cosa venga a non esistere più, probabilmente la normativa, se impugnata, metterebbe nella condizione di ritornare a coloro che sono stati mandati al loro posto di lavoro, mentre i nuovi assunti avrebbero dei grossissimi problemi. Il ragionamento fatto è partito da questa cosa qui. Io non so che cosa ha risposto il Sindacato e se al Sindacato è stato posto questo quesito come l'ho posto in Commissione Statuto. Ritengo che non sia necessario aggiungere, perché sembra quasi che si voglia fare oggetto, discussione solo sui punti che non piacciono, fermo restando che l'Unione, in questo modo taccio chi dice che noi non la vogliamo, “l'Unione probabilmente”, dissi in tempi non sospetti e anche in tempi lì vicino, “forse è l'unica strada, forse sarà la strada da perseguire”. Quindi non è la contrarietà all'Unione come strumento. Lo abbiamo detto, l'ho detto. Basta andare a leggersi i verbali. Il problema qui è tutta un'altra cosa, tutto un altro contesto. Abbiamo detto i motivi per i quali si è fatta questa scelta, i motivi della fretta, i motivi perché abbiamo stabilito... cioè avete stabilito la centralità dei Comuni, abbiamo stabilito il tempo indeterminato. L'auspicio non ricercato, ma comunque a tutti i costi, della massima adesione e una serie di altre cose. Non dimenticando, se vi ricordate, adesso non ho memoria, ma vi fu non tanto tempo fa, anche un articolo, non vorrei fare confusione, tra l'Unione di Copparo e Iolanda, ma se non vado errato il Sindaco di Iolanda stesso manifestò grosse perplessità ed è successo qualche cosa. Vado proprio a memoria, in questo caso. È successo che c'è stato proprio un recesso, ha chiesto di tornare indietro, non ha voluto... o qualche cosa di questo genere. Lo ricordo a memoria, comunque vuole dire che una qualche crepa, una qualche cosa c'è. Allora, domando: “Era così necessaria questa fretta?”. Il Sindaco poi, non ha risposto, magari lo farà adesso, su quanti sono, economicamente quantificabili, tutti quei finanziamenti che la Regione dovrebbe erogare all'Unione dei Comuni nel caso non la facciamo adesso, ma la facciamo tra un mese. Grazie. Sara Leoni – Presidente: Altri interventi? Se non ci sono altri interventi, passerei alle dichiarazioni di voto. Passiamo alle dichiarazioni di voto. Passo parola alla Consigliera Azzalli. Gabriella Azzalli – Consigliere (A.R.): Premesso che alla delibera sul semaforo di Santa Maria Codifiume noi avevamo votato a favore, sull'Unione dei Comuni vorrei dire questo: “Non è obbligatoria”, dice il Segretario. Non è obbligatoria per chi ha delle dimensioni di un Comune come il nostro, che è un Comune che, se avesse 30.000 abitanti per estensione territoriale sarebbe considerato, già da solo, un Ambito Ottimale, questo per dire che le dimensioni e le caratteristiche di questo Comune sono veramente peculiari, al punto che la stessa Regione Emilia Romagna nel momento in cui individua le funzioni che devono essere gestite in forma associata entro il 1 gennaio 2014, fra le quali, per inciso, non ci sono tutte quelle che oggi fanno parte dell'Unione che andiamo a deliberare, ma verranno aggiunte successivamente perché lo impone la Legge Regionale e mi riferisco alla Protezione Civile ed i Servizi Sociali, quindi verranno aggiunte successivamente a partire dal 1 gennaio 2014... questo per dirvi che anche la stessa Legge Regionale prevede che per un Comune che ha le caratteristiche del nostro si potesse, addirittura, posticipare il momento della costituzione della Unione per un Comune con queste caratteristiche. Quindi non è urgente, pertanto non è giustificata la decisione improvvisa, presa alla fine del 2012, di dare vita, immediatamente, a questo nuovo Ente, che è un ente, a tutti gli effetti, che come si diceva prima, prevederà la costituzione di una Giunta, la costituzione di una sede, la costituzione di un Consiglio dell'Unione e prevederà dei costi, con la possibilità di trasferire personale, da parte dei singoli Comuni, di assumerne e, quindi, non semplicemente di comandarne. Addirittura dice il Segretario, rispondendo alla mia domanda di prima, “i contributi sono collegati anche al trasferimento del personale, non al semplice comando. Con tutta evidenza, quindi, comporterà costi di gestione aggiuntivi. La risposta non è stata data, anche se qualcuno prima di me ha provato a fare le domande: quanto costa la sede, indennità o rimborsi, il personale che l'Unione ha la facoltà di assumere e che, lo dico proprio molto sinceramente, sicuramente assumerà, perché, a mio parere, l'urgenza di costituire queste Ente è dipesa dal fatto che, molto presto, le Province non ci saranno più e, quindi, c'è la necessità di allocare, collocare il personale delle Province, della Provincia di Ferrara, nella fattispecie, che potrebbe essere a spasso. Non a caso si parla già di nomi illustri per il futuro, Direttore Generale dell'Unione delle …edilizie che ha sede a Porto Maggiore, anche questo è strano perché si dice sempre che ha sede a Portomaggiore per non dire che l'Ente Capofila è Portomaggiore e sarà Portomaggiore. Lo stesso Sindaco ammette che i costi lieviteranno. Inizialmente, dice lui, ma non spiega quando inizieranno a ridursi. Allora siamo contro a questa Unione, perché questa Unione va contro gli interessi di Argenta. Il nostro Comune è più grande degli altri due messi insieme e abbiamo chiesto alla Regione di costituire un Sub Ambito e l'unico che ci guadagna, rispetto a questo Sub Ambito è, naturalmente, evidentemente il Comune di Porto Maggiore. Tanto è vero che Ostellato, fino a settembre non di cento anni fa, ma dello scorso anno, aveva deliberato in Consiglio Comunale di volere andare con i Comuni del Basso Ferrarese, quelli che naturalmente sono i Comuni che lo avvicinano, per conformazione, storia, per funzioni associate. Noi restiamo assolutamente contrari a questa Unione e, pertanto, non accettiamo di fare parte del Consiglio dell'Unione. Quindi la domanda che facevo prima sull'articolo 14, era facile intuire il motivo per cui la facevo, era di cercare di capire sulla base di quale principio di legge la sottoscritta ed i Consiglieri che, insieme a me, sono stati eletti in elezioni amministrative per sedere in questo Consiglio Comunale, forzosamente in base a quale principio dovranno sedere nel Consiglio dell'Unione. Questa è una bella domanda che affronteremo sicuramente quando si dovrà conformare effettivamente questo organo e non escludiamo, anche, di ricorrere dove si deve per sapere se è legittimo, oppure no, fare parte forzosamente di quell'organismo. Voglio concludere dicendo questa cosa: questo perché io volutamente non ho parlato delle modalità con le quali si è arrivati a questo, perché altrimenti si finisce per parlare d'altro e per non mettere in evidenza quelle che sono le motivazioni di merito che fanno dire al mio Gruppo “no” a questa Unione di Comuni. Questa Unione di Comuni non è nell'interesse del nostro Comune. Molto probabilmente, alla base di questa decisione ci sono degli interessi di altra natura, per non dire molto chiaramente politici. Lo dico molto chiaramente: questa Unione, molto probabilmente, è voluta dal PD che rappresenta tutte e tre le Amministrazioni, perché questo è un matrimonio che durerà, per il quale sono previste delle serie restrizioni e dei seri adempimenti, perché ci obbliga a stare insieme anche se non vorremmo. Ci sono delle sanzioni ben precise, degli adempimenti da continuare a svolgere per tutta la durata prevista, tanto è vero che quel bello studio di fattibilità che questa Amministrazione Comunale si è tenuta nel cassetto per un anno, questa è la ragione per cui non siamo andati a quegli incontri, perché qui avevamo votato di fare uno studio di fattibilità. Quello studio di fattibilità, abbiamo scoperto un anno dopo, che per un anno era rimasto nel cassetto e quello studio di fattibilità, oltre a mettere in evidenza tutta una serie di criticità sulle quali avremmo, sì, voluto discutere, ha messo in evidenza, anche, come questa scelta fosse una scelta particolarmente importante, perché era un matrimonio dal quale era difficilissimo divorziare. Questa è una scelta che fa la Maggioranza, se la fa, se la gestisce, se la porta avanti come gli pare, ma è una scelta che non vedrà, da parte nostra, nessuna partecipazione, ma questa è una precisa volontà politica del mio Gruppo perché è una scelta che non è nell'interesse del Comune di Argenta e non è nell'interesse del Comune perché qui si è voluto, chiaramente, vendere Argenta che ha oltre 300 kmq di territorio, è più della somma, dal punto di vista della densità demografica degli altri due Comuni messi insieme e noi abbiamo deciso, per collegarci ad Ostellato che, come dicevo prima, fino all’altro ieri aveva deciso di andare in Consiglio Comunale da un'altra parte, di dare l'Unione a Porto Maggiore, come sede. Questo significherà che i nostri dipendenti, quelli che trasferiremo, renderanno viva quella parte del territorio, quel centro, che i servizi si trasferiranno... alcuni servizi, voi la potete raccontare come volete, ma si trasferiranno là e vuole dire anche un'altra cosa: che qui non è una riorganizzazione pensata sulla base della omogeneità dei tre territori, perché si mettono insieme semplicemente tre povertà, bisogna proprio dircela brutalmente, con un'aggiunta: che avremo non un risparmio di costi, ma dei costi aggiuntivi per le ragioni che dicevo prima, perché la motivazione vera è che ben presto l'Unione vedrà l'assunzione di personale che non si sa dove collocare. Allora io, quando leggo che è stato individuato un Ambito di bacino adeguato per numero di cittadini, per un'area di oltre 600 chilometri, con affinità territoriali, sociali e culturali, caratterizzata da tessuto imprenditoriale dinamico, questo è quello che leggo, che giustifica questa scelta immediata, repentina, che velocemente bisogna portare a termine, io che ahimè sono nata, vivo, lavoro in questo territorio, mi sento di dire che questa è tutta aria fritta. Le ragioni che portano a questo sono ben altre e ben presto tutti quanti le vedremo. Sara Leoni – Presidente: Altre dichiarazioni di voto? Passo parola al Consigliere Gaiani. Cesare Gaiani – Consigliere (P.D.L.): Credo si sia capito che non dovremmo votare a favore, salvo qualche errore di alzata di mano. Una cosa che avevo dimenticato e che ritenevo fosse opportuno precisare, visto che è stato toccato come argomento, anche il Consigliere Azzalli lo ha toccato adesso, era il fatto che il “Consiglio dell'Unione”, tra virgolette, in origine prevedeva 16 componenti e non 24. In occasione della Commissione, appunto, si sono... io ho contestato la composizione numerica nel merito perché ritenevo che 24 fosse un numero eccessivo, perché tra l'altro è il numero massimo consentito dalla legge, cioè oltre 24 non si va. Bisogna anche dire una cosa: le considerazioni obbligatorie. Sembra che 24 nasca, è legato a questa composizione del Consiglio o dei Consigli, però bisognerebbe vedere, io l'ho chiesto in Commissione, tra un anno, un anno e mezzo. Cambieranno gli scenari nel corso degli anni e cambierà anche che potrebbero esserci più Gruppi Consiliari se si va nella direzione che c'è adesso. Quindi abbiamo già un limite massimo che è di 24 componenti, con 9 componenti, mi sembra... 24 di cui 9 assegnati alle Minoranze, all'Opposizione, mentre invece nel precedente vi erano 5 componenti assegnati. Capite, in modo svelto, che se si modifica la formazione dei Consigli Comunali e già fra un anno questa si dovrebbe modificare... non si sa se si modificherà, però metti il caso che si modifichi, in Commissione è stato detto: “Avendo già raggiunto il numero massimo di componenti, come faremo?”. Non era meglio fare un gruppo... diciamo che 16 già andava bene. Allora, il dubbio che ci è venuto, credo che con un'analisi approfondita, chi la vuole fare, probabilmente la scelta dei 24 è dovuta a questa conformazione dei Gruppi, cioè come sono costituiti in tutti i Consigli Comunali. Mi verrà detto che non ci sono costi aggiuntivi, ma non stiamo discutendo di costi aggiuntivi. Sarebbe stato sufficiente, non ho paura a dirlo, che i Gruppi Consiliari venissero rappresentati, anche mono presenza, lì si dice, con il peso consiliare che si portano dietro. È una scelta, credo, di buonsenso. È una scelta che si poteva fare. Quindi, deve essere chiaro che si poteva fare in un altro modo. La domanda che mi viene è: perché lo si è fatto in questo. Io non voglio pensare male, però in questo caso sono obbligato. perché sapete che sono, credo di non dire una cosa strana, sono meticoloso nella ricerca degli incastri numerici. Io ho provato a fare un miliardo di combinazioni in questo caso, con i 24, e salta sempre fuori sempre lo stesso risultato. Quindi consiglio ai Consiglieri di farlo. Con la componente invece di 16, incrociando per un miliardo di volte gli stessi dati, saltano sempre fuori le stesse cose, quindi vuole dire che la scelta che si è fatta, in questo caso, con i 24 componenti è atta a soddisfare, uso questo termine, una situazione di adesso, cioè una situazione legata alla composizione odierna dei Consigli Comunali. Sara Leoni – Presidente: Altre dichiarazioni di voto? Passo parola al Consigliere Mancini. Davide Mancini – Consigliere (P.D.): Buona sera. Volutamente entriamo in gioco nelle dichiarazioni di voto in quanto ci sembrava utile rispettare il lavoro svolto precedentemente da coloro che hanno accettato di fare un cammino che ha portato, effettivamente, al di là del numero degli incontri, a delle modifiche fondamentali, una testé detta dal Consigliere Gaiani, sulla quale poi tornerò, ed invece assecondare ed avvalorare, con il nostro voto favorevole, questa scelta che è, ovviamente, della Maggioranza. Evitiamo di tornare su dei contenuti che sono già stati sufficientemente affrontati dal Sindaco, ma su due aspetti credo sia dovuto dare delle risposte, pur cercando di tenersi un po' lontani da una speculazione dettata dal fatto che siamo ad una settimana dal voto e che nessuno, però, in questo contesto vuole rimanere sui contenuti e non fare campagna elettorale, anche se, ahimè, è un po' difficile riscontrarlo negli interventi fin qui svolti. Oppure lasciando stare quell'area un po', perdonami Cesare, da professorino che emerge quando si parla di queste cose per cui quelli che hanno lavorato... a parte che è ovvio che, come già riportato in questo consesso, il Gruppo Consiliare di Maggioranza non sa niente, non capisce niente, non legge niente, anche in questo caso deve essere andata in questo modo, però se andiamo a vedere le modifiche compiute nello Statuto, quello, visto che c'erano solo Gruppi di Maggioranza, praticamente, tranne qualche Gruppo di Opposizione che, poi, si è defilato, degli altri Comuni, evidentemente, invece un lavoro è stato fatto dal Gruppo di Maggioranza su questo Ambito. Parto subito dall'ultimo punto perché è il più vicino, i conti e gli incroci, Cesare è bravissimo a farli, ne è stata testimonianza la modifica fatta al meccanismo un po' perverso delle Commissioni, è stato fatto, ma non a salvaguardia della soddisfazione di alcuno, di questo Consiglio Comunale perché se segue il ragionamento fatto precedentemente e andiamo tutti nell'ordine di idee che probabilmente il futuro Consiglio Comunale potrebbe essere più frammentato che non questo, mi sembra che Cesare... potrebbe essere così, allora capite che tendere a costi zero a dare, fin da subito, senza dovere fare una modifica statutaria successiva al massimo numero, noi eravamo partiti da 16, a tutti gli effetti, però già solo con quei numeri lì, ma non solo in questo Consiglio Comunale... i Gruppi Consiliari di Portomaggiore avevano rilevato e hanno rilevato, anche adesso, nonostante questa modifica che, essendo più numerosi di questi, non riescono nel loro numero di rappresentanza di Minoranza ad essere presenti tutti, ad avere quel diritto di Minoranza che a tutti ci sembrava, credo, costituzionalmente, una cosa da perseguire. Quindi non c'è nessun tipo di soddisfazione da dare ad alcuno in questo consesso. È stata una valutazione, guarda caso, emersa dai Gruppi di Minoranza che hanno partecipato che, anche a lungo raggio, hanno evidenziato che perché partire, visto che i costi erano zero e, come qui è stato più volte ripetuto, un po' lasciando intendere: “Chissà quali costi per la cittadinanza”, invece la legge parla chiaro, che a livello organizzativo, di politica, di Consiglieri, di Giunta, i costi devono essere zero, quindi ovviamente è stata accolta questa ed è stata studiata, proprio sulla nostra esperienza di queste Commissioni che abbiamo faticato a fare partire in questa legislatura, che un meccanismo, ai più, di riuscire a dare questo diritto di cittadinanza nel nuovo consesso. Poi, se uno ci vuole vedere dietro chissà quale dietrologia, soddisfazione e quanto altro, sarà sempre libero di farlo, però credo che questa sì, possa essere una strumentalizzazione. Per cui, andando avanti, dicevo, tralasciando i contenuti, credo che su due punti, quello della tempistica e quello del popolo, della partecipazione, meglio, della cittadinanza, alle decisioni, su questo si possono spendere due parole. La tempistica: sappiamo bene che, al di là di contenuti emersi dallo studio di fattibilità e che, comunque, mi sembra anche le Opposizioni in questo consesso non è che lesinano di richieste di vario genere, però si vede che lo hanno lasciato loro nel cassetto questo studio di fattibilità perché potevano, evidentemente, farne richiesta come su tantissime altre cose su cui avevano fatto richiesta... Quindi, tralasciando questo genere di contenuti, sappiamo bene che si è infiammata la discussione quando, a livello nazionale, è partita l'aggregazione delle Province. Non la soppressione totale perché non si era trovato a livello nazionale questo accordo, ma si era fatto un accordo diverso e quando la Provincia di Ferrara ha riscontrato che, per le caratteristiche di chilometri quadrati di abitanti, riusciva a sopravvivere come Provincia. Da qui... menata di ogni come polemica e la polemica, ancora una volta, ma anche dalla discussione di questa sera, non era tanto sul merito di fare o meno l'Unione, di trovare questo strumento che dà delle opportunità aggiuntive, perché alla fine è ben vera la chiarificazione che ha chiesto la Consigliera Azzalli e che la Segretaria ha risposto impeccabilmente, che non c'è l'obbligo, ma c'è ovviamente l'opportunità. Perché se noi siamo insieme per quei servizi così come dobbiamo fare, perché credo che rispetto al meccanismo dei chilometri quadrati e dei 30.000 abitanti, noi abbiamo 22.500 e questa volta siamo calati di 500 abitanti, c'era un articolo a riguardo. Quindi la vedo un po' difficile che Argenta possa riuscire a raggiungere a breve per soddisfare il criterio dei 30.000 abitanti, per sussistere per conto proprio, senza mettersi in convenzione su dei servizi o fare un'Unione al 2014. Quindi, da questo punto di vista, non era tanto il meccanismo dell'Unione ad andare in crisi, come è stato riportato anche dal Consigliere Gaiani, che lo vede come uno strumento quasi come unica strada, a senso unico, ma tanto sulla fretta e l'opportunità, perché se vi ricordate si paventava l'idea di aggregarsi all'Unione dei Comuni che, da diversi anni, esiste già in Romagna... come se, poi, quelli della Romagna tutto funzionasse bene, ci vedessero di buon grado, tutto sarebbe stato facile. Questo è decaduto quando è decaduto il discorso delle Province, ovviamente, per cui non c'è stato nessun interesse a portare avanti questa polemica. Però è rimasto l'interesse a portare avanti lo strumento come opportunità che questo Comune ha e, al momento, come la Legge 21 ha dichiarato, ce l'ha solo con i Comuni limitrofi che sono dentro questa Provincia, di cogliere questa strada. Torno anche sull’aspetto della tempistica perché tutti hanno iniziato a parlare di fretta e di urgenza, ma noi abbiamo sempre detto, fin da subito, che non c'era una fretta particolare. C'era questa visione che è stata perseguita andando sì verso una attuabilità... che, poi, la legge stessa che è stata approvata il 21 dicembre, mi sembra, quindi non tanto tempo fa, ha dato delle scadenze che ci davano chissà, poi, quali ulteriore tempo a disposizione. Per cui è stata perseguita analizzando, approfondendo, portando avanti quello a cui già si era arrivati con la condivisione di altri servizi. Quindi non c'è una fretta e quello che è venuto a dire Bertelli all'inaugurazione, che tutti abbiamo notato e abbiamo rilevato, penso che sia stata sempre interpretata dall'Opposizione come la solita dietrologia: “Date retta ai poteri forti che vi dicono di fare in fretta...”. No, credo che nella sua disanima accorata all'inaugurazione della Fiera, avesse riportato l'esempio del terremoto, di una gravissima emergenza intervenuta e avesse fatto l'esempio, proprio - pari pari - di come era difficile intervenire in una situazione di emergenza, ma era l'emergenza del terremoto, non l'emergenza di fare subito l'Unione, mettendo intorno ad un tavolo tutti i Comuni ferraresi, che ancora non avevano fatto l'Unione, a differenza di quelli modenesi che erano già in Unione e dove gli interventi erano potuti essere più rapidi, più veloci e più mirati. Quindi l'emergenza era quella del terremoto. Allora, prendendo quella metafora è chiaro che il nostro cammino che era già partito e che stava andando avanti ha avuto un avvaloramento, ma non dettato dalla fretta e dall’urgenza di nessuno, né in un bando particolare che dovesse arrivare da qui, da quando facevamo questa discussione al primo gennaio, ma dal fatto che era l'opportunità che avevamo davanti e che si doveva cogliere. perché? Perché, sempre in modo impeccabile, il Segretario ha risposto dicendo che solo per le Unioni, le Unioni che si mettono insieme in un certo modo, quindi che non mettono solo i servizi a condivisione, solo per le Unioni che fanno questo ragionamento a cui noi eravamo già vicini, si possono aprire le future opportunità. Tutte le altre dietrologie, dove andranno, se veramente... perché credo che tutti in campagna elettorale, non mi sembra che ce ne sia uno che difenda le Province, anche se a dire la verità non ne parlano molto, ma è nel programma di tutti. Quindi, dove andranno i dipendenti provinciali? Se non andranno nell'Unione e, di sicuro, non rimarranno a casa. Andranno nei singoli Comuni, non credo sia quello il problema, dove andranno. Ripeto, Unione o non Unione di sicuro quei dipendenti non è che sia possibile lasciarli a casa. Detto questo, torno e finisco sul punto per me più importante, cioè quello del popolo, del populismo, della partecipazione democratica. Qui, invece, a livello del tutto strumentale, Cesare, mi sembra di potere dire, tu che sei sempre così preciso e puntuale, che forse hai strumentalizzato perché, per come ti conosco, lo sapevi che l'Unione dei Comuni in Valsamoggia era una fusione e questa fusione ha l'obbligo di fare un referendum perché scompaiono i Consigli Comunali, la titolarità dei Comuni precedenti, se ne costituisce una unica. Allora, anche tutta la menata che in modo campanilista avete tirato fuori su Porto Maggiore, la centralità, la non centralità, i servizi, decade perché nell'Unione, che non è la fusione, non c'è bisogno di chiamare nessuno a dare un parere, anche consuntivo, come è previsto per legge, perché è solo una condivisione dei servizi. Ognuno rimarrà titolare delle decisioni che prende in Consiglio Comunale della propria sede, del proprio Comune. Quindi, volutamente, in quei Comuni è stato fatto il referendum perché obbligati per andare a fusione che è un passo molto oltre di quello che noi ci accingiamo a fare con l'approvazione di questa sera. Con questo penso di avere risposto anche al discorso sul popolo e sulla tempistica che, nell'ultimo periodo, erano gli argomenti principali che erano stati portati all'evidenza di questo Consiglio, smentendo, appunto, che ci sia stata né la fretta, né la volontà di bypassare la partecipazione popolare. Semplicemente non era previsto. Sara Leoni – Presidente: Altre dichiarazioni di voto? Passo parola al Consigliere Brina. Giuseppe Brina – Consigliere (Lega Nord): Io voglio dire perché voto a favore. Ci tengo a precisare che rimango un attimino sbalordito da amici e colleghi, ad essere prima attaccato sui giornali, solo perché ho frequentato la prima riunione come Capogruppo della Lega Nord all'Unione dei Comuni di Porto Maggiore, mi sono visto, due giorni dopo, l'articolo sul giornale... spiegatemi il perché. Dice: “E' peccato che il P.D. abbia dato il contentino alla Lega sul fatto del semaforo di Santa Maria Codifiume, perché noi siamo d'accordo all'Unione dei Comuni”. Noi non è che si è... io sono d'accordo all'Unione dei Comuni. È il mio Partito anche che è d'accordo all'Unione dei Comuni, perché è vero sì, che Brina non prende gli ordini come, forse, qualcuno prende ordini dai vertici, dai propri vertici, però è anche vero che noi ci concertiamo, ne parliamo, su a Ferrara, su a Reggio Emilia dove c'è il nostro nazionale e non è vero neanche che non sia stato discusso il discorso del Capofila Argenta. Anzi, se Gaiani si legge bene il verbale, è stato scritto anche sul giornale che Brina ha tirato le orecchie al Sindaco. Vuole dire che ci sono state delle discussioni all'interno di queste riunioni. La proposta che farei io, sinceramente, non è l'Unione dei Comuni, tanto per capirci bene se sono convinto o meno lì. È la fusione dei Comuni. Perché? Perché tutti alziamo la voce che si pagano tante tasse, che facciamo, che brighiamo, che non sono più tasse. Poi alla fine, quando si intraprendono strade per provare, se non altro, a vedere se ad un orizzonte lontano c'è la possibilità di risparmiare qualche soldo, fare risparmiare qualche soldo al contribuente, che cosa facciamo? Ci tiriamo indietro? Io sono per la fusione, neanche per l'Unione dei Comuni. Il discorso che, poi, ha fatto il Consigliere Mancini sul fatto che io ho detto, come dissi nelle Commissioni Consiliari miste, nel 2009, che stavano ferme otto mesi, causa mia, che dissi che è giusto che tutte le Forze Politiche abbiano la loro rappresentanza, se non altro quelle che sono all'interno della Minoranza di questo Consiglio Comunale, come ad esempio Porto Maggiore, che Mancini ha detto che, sicuramente, la mia collega della Lega, Stefanelli, se non si è accorta, non viene eletto, sicuramente. Allora, perché? Io mi sono fatto questa domanda, mi sono detto, e qui mi sono battuto in Consiglio dei Comuni perché avvenga questo, chi c'era se lo ricorda... ho detto: “Come? Con che cosa, con quale forza io, in Consiglio Comunale, rappresento, ad Argenta, il mio Partito, il mio Movimento quando non ho nulla, non ho sentito nulla”, perché in tutti i casi, se rimanevamo con quelle classifiche che c'erano, rischiavamo di rimanere fuori sia io che la Stefanelli dal Consiglio dell'Unione dei Comuni, che io e la Stefanelli avevamo anche pensato: “O vai dentro te o vado dentro io, quello non ha importanza”, perché noi ci concertiamo fra di noi. In questo caso sono contento che abbiano ascoltato i nostri consigli, ma i nostri consigli non li ha ascoltati solamente, non so, il Mancini di turno o il Sindaco Fiorentini di turno. Li hanno ascoltati tutti gli altri perché non è che abbia deciso Argenta che cosa fare. Si è deciso tutti insieme ed è stata, per me, a differenza di questo Consiglio, un'esperienza molto positiva, l'esperienza dei confronti che ci sono stati nelle Conferenze dei Capigruppo dell'Unione dei Comuni. Cosa devo dire ancora? Niente. Io voto a favore perché sono veramente convinto di votare a favore. Grazie. Sara Leoni – Presidente: Passiamo alle votazioni. Favorevoli? Contrari? Favorevoli: 14. Contrari: 7. Astenuti: 0. IL CONSIGLIO COMUNALE VISTO l’Art.32, c.1 del D.Lgs n.267/2000, il quale dispone che l’ Unione di Comuni è un Ente Locale costituito da 2 o più Comuni, di norma contermini, finalizzato all’esercizio associato di funzioni e servizi; ATTESO: che il sistema delle Regioni e degli Enti territoriali è interessato da una serie di interventi legislativi tesi, nell’intenzione del Legislatore, a conseguire, da un lato, la riduzione della spesa pubblica e, dall’altro, l’accorpamento degli Enti locali in più ampi e nuovi livelli di “governance” per lo svolgimento delle funzioni proprie e conferite; che, negli ultimi anni, a fronte di una continua delega di funzioni in capo agli enti locali, non si è dato corso all’attribuzione di maggiori risorse; che si è purtroppo assistito ad un continuo decremento nei confronti degli stessi, di risorse finanziarie provenienti da enti terzi; che i Comuni di Argenta, Ostellato e Portomaggiore, incentivati anche dal Legislatore Nazionale e Regionale, al fine di assicurare lo sviluppo dei propri territori nel rispetto dei principi di efficienza, efficacia ed economicità, hanno avviato, sin dall’anno 2010 un percorso teso a valutare l’opportunità di unirsi tra loro, affidando un incarico esterno per l’elaborazione di un apposito studio di fattibilità e, dal gennaio 2012, hanno effettivamente iniziato ad elaborare, anche attraverso la creazione di appositi gruppi di lavoro tecnico-politici, il progetto di creazione tra essi di un’unione di comuni per la gestione delle seguenti funzioni: programmazione e pianificazione urbanistica, edilizia privata, sistema informativo territoriale, ambiente, sportello unico per le attività produttive, gestione delle risorse umane, tributi locali e strumenti informatici e tecnologici ad esse collegati intendono addivenire alla costituzione di forme di cooperazione intercomunale per la gestione di servizi e funzioni proprie dei Comuni; VISTO il decreto-legge n.95 del 6 luglio 2012, convertito con modificazioni nella legge n. 135 del 7 agosto 2012 c.d. “spending review” “Funzioni fondamentali dei Comuni e modalità di esercizio associato di funzioni e servizi comunali”; VISTA la legge regionale n. 21 del 21 dicembre 2012 avente ad oggetto ”Misure per assicurare il governo territoriale delle funzioni amministrative secondo i principi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza”; VISTA la deliberazione di C.C. n. 4 del 18/02/2013 dichiarata immediatamente eseguibile con la quale si propone alla Regione Emilia Romagna la delimitazione dell’Ambito territoriale ottimale ed omogeneo per area geografica comprensivo dei territori dei Comuni di Argenta, Ostellato, Portomaggiore, a norma della legge regionale citata e dell’art. 14 del decreto legge n. 78 del 31 maggio 2010 convertito con modificazioni nella legge n. 135 del 30 luglio 2010, come modificato dall’art. 19 del decreto legge n. 95 del 6 luglio 2012, convertito con modificazioni nella legge n. 135 del 7 agosto 2012; DATO ATTO: che da giugno 2012, sono stati molteplici i passaggi con stakeholders, dipendenti, sindacati, gruppi politici e cittadinanza, che hanno visto impegnata l’Amministrazione di Argenta (spesso congiuntamente a quelle di Ostellato e Portomaggiore) per la presentazione del progetto dell’Unione dei Comuni Valli e Delizie e l’approfondimento degli aspetti tecnici e politici propedeutici alla sua realizzazione; DATO ATTO in particolare che le norme dello Statuto sono state oggetto di confronto e condivisione sia all'interno dei gruppi di maggioranza consiliare, sia in appositi incontri con i Capi gruppo consiliari dei tre comuni tenutisi presso il Comune di Portomaggiore nelle seguenti date: 09.10.2012, 20.11.2012, 12.12.2012, 11.01.2013, 01.02.2013 e presso il comune di Argenta il 22/1/2013 in sede di Commissione Statuto e Regolamenti ed il 30/1/2013; VISTI l’Atto Costitutivo, lo Statuto, nonché il relativo Piano Strategico dell’Unione dei Comuni Valli e Delizie, discussi e condivisi da tutti i Comuni aderenti all’Unione; RITENUTOLI meritevoli di approvazione; DATO ATTO dell’avvenuta condivisione delle norme in materia di personale contenute nello Statuto, con le organizzazioni sindacali e le rappresentanze sindacali-aziendali; DATO ATTO che sul presente atto è stato acquisito il parere del Revisore dei conti ai sensi dell’art. 3, comma 1, lett. O del D.L. 174/2012 convertito nella legge 213 del 7 dicembre 2012; VISTO l’art. 32 del D.Lgs.267/2000; VISTO l’art.6 c. 4 e 5 del D.Lgs 267/2000; DATO ATTO che ai sensi dell’articolo 49 della Legge 18.08.2000, n. 267 sono stati espressi i pareri favorevoli sulla regolarità tecnica e contabile rispettivamente dal Segretario Generale Responsabile del Servizio e dal Dirigente Settore Programmazione e Gestione Finanziaria – Affari Generali; Con voti n. 14 (P.D. – Lega Nord) a favore, n. 7 contrari (P.D.L. – A.R.), n. 0 astenuti, espressi per alzata di mano dai n. 21 Consiglieri presenti e, dunque, con voto favorevole dei due terzi dei Consiglieri assegnati; DELIBERA 1) Di costituire l’Unione dei Comuni “Valli e Delizie” tra i Comuni di Argenta, Ostellato e Portomaggiore al fine di gestire in forma associata alcune funzioni e servizi dettagliatamente specificati nell’art. 5 dello Statuto allegato al presente atto; 2) Di approvare l’Atto Costitutivo, lo Statuto e il relativo piano strategico dell’Unione dei Comuni “Valli e Delizie” allegati al presente atto per farne parte integrante e sostanziale; 3) Di dare mandato al Sindaco per la sottoscrizione dell’atto costitutivo, in nome, nell’interesse e per conto dell’Ente; 4) Di dare atto che l’Unione si costituisce a seguito della sottoscrizione dell’atto costituivo da parte di tutti i Sindaci dei Comuni aderenti. SUCCESSIVAMENTE Con separata votazione resa per alzata di mano dai n. 21 Consiglieri presenti e votanti di cui n. 14 Consiglieri a favore (P.D. – Lega Nord) , n. 7 contrari (P.D.L. – A.R.), n. 0 astenuti DELIBERA Di dichiarare il presente provvedimento immediatamente eseguibile, ai sensi dell’art. 134 del TUEL., al fine di procedere immediatamente alla pubblicazione dell’allegato Statuto il cui articolo 3 prevede al comma 2 che entri in vigore il 30° giorno successivo a quello della sua pubblicazione all’Albo pretorio on-line dei singoli Comuni aderenti all’Unione. Pareri espressi ex art. 49 D.Lgs. 267/2000 Parere regolarità tecnica: favorevole f.to in digitale Dott.ssa Ornella Cavallari Parere regolarità contabile: favorevole f.to in digitale Dott.ssa Patrizia Travasoni Allegato A) alla Deliberazione C.C. n. 5 del 18/02/2013 DOTT.___________________ - NOTAIO via ______________, ________ - ___________ _________ (____) Tel. ______________ Repertorio N. ________ Raccolta N. ______ ATTO COSTITUTIVO "UNIONE DEI COMUNI VALLI E DELIZIE" REPUBBLICA ITALIANA L'anno ________ (___________), oggi _____ (_________) del mese di __________, in __________ presso il ______________ Via ___________, _. DAVANTI a me Dott. __________, Notaio iscritto nel Ruolo del Distretto Notarile di ___________, con residenza in ______________, sono presenti i signori: - _____________, nato a ______________ il ____________________, domiciliato per la carica ove infra, il quale interviene ed agisce nel presente atto esclusivamente nella sua qualità di Sindaco pro-tempore e quindi in Legale Rappresentanza del "COMUNE DI ARGENTA", con sede in Piazza Giuseppe Garibaldi, 1 44011 Argenta (FE) P.IVA 00108090382 - C.F. 00315410381, per dare esecuzione alla delibera del consiglio Comunale n. ______ del _______________________ divenuta esecutiva ai sensi di legge; - ____________, nato a ___________ il ________________, domiciliato per la carica ove infra, il quale interviene ed agisce nel presente atto esclusivamente nella sua qualità di Sindaco pro-tempore e quindi in 1 Legale Rappresentanza del "COMUNE DI OSTELLATO", con sede in Piazza Repubblica, 1 - 44020 Ostellato (FE) P.IVA e C.F. 00142430388, per dare esecuzione alla delibera del Consiglio Comunale n. ____ del _________________ divenuta esecutiva ai sensi di legge; - ______________, nato a ___________ il ________________, domiciliato per la carica ove infra, il quale interviene ed agisce nel presente atto esclusivamente nella sua qualità di Sindaco pro-tempore e quindi in Legale Rappresentanza del "COMUNE DI PORTOMAGGIORE", con sede in Piazza Umberto I, 5 44015 Portomaggiore (FE) P.IVA e C.F. 00292080389, per dare esecuzione alla delibera, del Consiglio Comunale n. ___ del __________ divenuta esecutiva ai sensi di legge; persone della cui identità personale io Notaio sono certo. Premettono le parti - che i Comuni di Argenta, Ostellato e Portomaggiore con le sopra richiamate deliberazioni consiliari hanno approvato lo Statuto e lo schema di atto costitutivo dell'"Unione dei Comuni Valli e Delizie"; - che i succitati provvedimenti deliberativi unitamente allo statuto dell'"Unione" sono stati Pubblicati nei rispettivi Albi Pretori per trenta giorni consecutivi senza seguito di ricorsi; - che in relazione ai termini di pubblicazioni di ciascun ente lo Statuto dell'"Unione" è entrato in vigore dal ___________; Richiamato l'art. 32 del D.Lgs. 18 agosto 2000 n. 267; tutto ciò premesso e richiamato si conviene e si stipula quanto 2 segue: Art. 1 Tra i Comuni di Argenta, Ostellato e Portomaggiore come sopra rappresentati dai rispettivi Sindaci, con il presente atto è costituita, ai sensi e per gli effetti dell'art. 32 del D.Lgs. n. 267/2000, l"'UNIONE DEI COMUNI VALLI E DELIZIE" quale ente locale autonomo in atto di seguito denominata "Unione". Art. 2 L'"Unione" è Ente Locale ed ha personalità giuridica di diritto pubblico. Art. 3 L'"Unione" è costituita allo scopo di esercitare congiuntamente i servizi e le funzioni conferite dai comuni succitati, così come specificato dallo Statuto dell' "Unione" allegato al presente atto sotto la lettera "A". Art. 4 L’Unione promuove la valorizzazione e lo sviluppo socio economico dei territori degli Enti Locali che la costituiscono; promuove altresì l’integrazione tra i Comuni che la compongono ed il miglioramento funzioni e territorio, dei anche dell’efficienza servizi erogati attraverso e ai dell’ efficacia cittadini l’ottimizzazione Art. 5 L'”Unione” ha sede presso il Comune di Portomaggiore. 3 nell’intero delle finanziarie, umane e strumentali delle risorse Art. 6 Gli organi dell'"Unione", la loro disciplina, le funzioni e servizi conferiti, finanziarie, e i principi contabili, il di organizzazione, recesso, lo le norme scioglimento ed i rapporti tra i Comuni aderenti, sono disciplinati dallo Statuto dell'”Unione” come approvato dai singoli consigli Comunali con le modalità stabilite dall'art. 32 del D.Lgs. 18 agosto 2000 n. 267, già richiamato in atto. Art.7 L'"Unione" è costituita a tempo indeterminato. I Comuni aderenti possono modalità modificare fissate il nello presente, statuto atto e costitutivo, nell'ambito dei con le principi stabiliti dalla legge. Art. 8 Per quanto non contemplato si rinvia alle disposizioni di legge vigenti in materia di Enti Locali e a quanto previsto dallo Statuto dell'"Unione" più volte richiamato. Art. 9 Sono Organi dell' "Unione", eletti secondo le modalità stabilite dalla legge e le indicazioni fissate dallo Statuto espressa concorde dell'"Unione": - il Consiglio dell'Unione; - la Giunta dell'Unione; - il Presidente. Ho omesso la lettura dell'allegato 4 per dispensa avutane dai Comparenti. Io Notaio ho letto alle parti che l'hanno approvato quest'atto scritto a macchina da persona di mia fiducia e completato di mia mano su _______ fogli per ________ intere pagine e parte di questa _________ pagina, si sottoscrive e________ minuti. F.to: - ____________________ - ____________________ - ____________________ - _______________________ Notaio 5 alle ore ______ Allegato B) alla Deliberazione C.C. n. 5 del 18/02/2013 UNIONE COMUNI Comune di ARGENTA Comune di OSTELLATO Comune di PORTOMAGGIORE STATUTO UNIONE DEI COMUNI VALLI E DELIZIE 1 TITOLO I - PRINCIPI FONDAMENTALI ART. 1 - COSTITUZIONE DELL’UNIONE 1. In attuazione del Testo Unico dell’ordinamento degli enti locali e delle Leggi regionali concernenti la disciplina delle forme associative degli enti locali, è costituta l’Unione denominata “Unione di Comuni Valli e Delizie” composta dai Comuni di Argenta, Ostellato, Portomaggiore. 2. L’ambito territoriale dell’Unione coincide con quello dei Comuni che la costituiscono. 3. La sede legale dell’Unione è individuata presso il Comune di Portomaggiore. 4. Gli organi collegiali dell’Unione possono riunirsi nella sede dell’Ente o in luoghi diversi al fine di assicurare la presenza dell’Unione in tutto il territorio. 5. L’Unione può dotarsi di un proprio stemma e gonfalone approvati dal Consiglio dell’Unione. L’uso dello stemma e del gonfalone sono disciplinati da apposito regolamento. 6. Il presente statuto disciplina l’organizzazione e il funzionamento dell’Unione ”Valli e Delizie” ART. 2 - FINALITA’DELL’UNIONE 1. L’Unione promuove la valorizzazione e lo sviluppo socio economico dei territori degli Enti Locali che la costituiscono; promuove altresì l’integrazione tra i Comuni che la compongono ed il miglioramento dell’efficienza e dell’ efficacia delle funzioni e dei servizi erogati ai cittadini nell’intero territorio, anche attraverso l’ottimizzazione delle risorse finanziarie, umane e strumentali. 2. L’Unione, nel perseguimento delle finalità che le sono proprie, agisce nel rispetto dei principi previsti per l’ordinamento degli Enti Locali. 3. Ai sensi dell’art. 32 del Testo Unico sull’Ordinamento degli Enti Locali contenuto nel decreto legislativo n. 267 del 18 agosto 2000, l’Unione rappresenta l’ente di secondo livello scelto per l’esercizio associato di funzioni e servizi comunali al fine di governare con maggiore efficienza, efficacia ed economicità l’intero territorio. 4. I rapporti con i Comuni limitrofi e quelli aderenti all’Unione, con la Provincia e la Regione sono uniformati ai principi di cooperazione, complementarietà e sussidiarietà tra le diverse sfere di competenza. 5. L’Unione garantisce l’informazione ai Comuni aderenti in merito alle proprie politiche, ai propri indirizzi ed azioni. L’Unione provvede a trasmettere ai Comuni, copia delle deliberazioni assunte dalla Giunta, nonché copia degli avvisi di convocazione del Consiglio dell’Unione e delle relative deliberazioni. ART. 3 - PROCEDURA DI ISTITUZIONE DELL’UNIONE 1. L’Unione è costituita mediante approvazione da parte dei Consigli comunali dei Comuni aderenti, dell’Atto costitutivo e dello Statuto, con voto favorevole dei due terzi dei Consiglieri assegnati. Qualora tale maggioranza non venga raggiunta, la votazione è ripetuta in successive sedute da tenersi entro trenta giorni e lo 2 Statuto è approvato se ottiene per due volte il voto favorevole della maggioranza assoluta dei Consiglieri assegnati. Le disposizioni di cui al presente comma si applicano anche alle modifiche statutarie. 2. Lo Statuto, adottato nel rispetto di quanto previsto dall’art. 6 comma 4 del D.Lgs. 267/2000, entra in vigore il 30° giorno successivo a quello della sua pubblicazione all’Albo pretorio on-line dei singoli Comuni aderenti. I Comuni dovranno pertanto, coordinarsi per procedere alla pubblicazione lo stesso giorno. 3. Decorso il termine di pubblicazione dello Statuto, i Sindaci dei Comuni aderenti procedono alla sottoscrizione dell’Atto costitutivo entro il termine di 5 giorni. 4. Nei successivi 10 giorni i Consigli comunali dei Comuni aderenti procedono alla elezione dei propri rappresentanti in seno al Consiglio dell’Unione. 5. Dell’esito di dette elezioni dovrà essere data comunicazione scritta al Sindaco del Comune sede dell’Unione, il quale provvederà a convocare la prima seduta del Consiglio dell’Unione che si dovrà svolgere entro 10 giorni successivi all’avvenuta costituzione dell’Organo. L’avviso di convocazione della prima seduta è comunicato con un preavviso di tre giorni liberi antecedenti la data della prima adunanza. 6. L’ordine del giorno della prima seduta del Consiglio dell’Unione comprende i seguenti argomenti: Comunicazione avente ad oggetto l’avvenuta nomina del Presidente dell’Unione da parte della Giunta, nonché delle deleghe assegnate ai singoli Assessori; Comunicazione degli indirizzi generali di governo dell’Unione; Elezione del Presidente e del Vice Presidente del Consiglio dell’Unione. ART. 4 - NUOVI INGRESSI 1. La richiesta di adesione all’Unione da parte di altri Comuni, va deliberata da parte del Consiglio Comunale di tali enti con le procedure e le modalità richieste per le modifiche statutarie. Essa è in ogni caso subordinata alla successiva modifica dello Statuto approvata da parte dei Consigli dei Comuni già aderenti all’Unione, con le modalità stabilite dall’art. 32, comma 2, del decreto legislativo n. 267 del 18 agosto 2000 e dell’art. 3 del presente Statuto. 2. Nell’ambito della modifica statutaria conseguente all’ingresso di nuovi Comuni nell’Unione, si dovrà procedere alla revisione della composizione del Consiglio dell’Unione così come disciplinata all’art. 14 del presente Statuto. 3. Qualora la soglia demografica di riferimento per la determinazione del numero dei Consiglieri dell’Unione a seguito di nuovi ingressi si modifichi, il numero dei Consiglieri assegnati all’Unione potrà essere aumentato entro il limite di legge e ciascun Comune provvederà all’elezione dei Consiglieri aggiunti. 4. Nel caso in cui l’ingresso di nuovi Comuni determini la necessità di modificare in riduzione il numero dei Consiglieri dei Comuni già facenti parte dell’Unione, sarà necessario procedere a nuove elezioni del Consiglio dell’Unione. 5. Il Comune richiedente deve procedere all’approvazione del presente Statuto e all’elezione dei propri rappresentanti in seno al Consiglio dell’Unione. ART. 5 - FUNZIONI DELL’UNIONE 1. All’Unione può essere conferito, da parte dei Comuni, l’esercizio di funzioni amministrative e servizi propri o delegati. La titolarità delle funzioni proprie dei 3 Comuni che gli stessi conferiscono in gestione all’Unione, resta in capo ai medesimi secondo le leggi vigenti in materia. 2. I Comuni di Argenta, Ostellato e Portomaggiore conferiscono all’Unione, all’atto della sua costituzione, le seguenti funzioni: Programmazione e pianificazione urbanistica, Edilizia privata, Sistema informativo territoriale, Ambiente, Sportello Unico per le Attività Produttive, Gestione delle risorse umane, Tributi locali. 3. Entro l’01.01.2014 saranno conferite all’Unione – in conformità alle previsioni contenute nella L.R. 21 del 21.12.2012, le seguenti ulteriori funzioni: Protezione civile Servizi sociali. 4. Il conferimento di funzioni amministrative e servizi si perfeziona con l’approvazione di apposite convenzioni in identico testo da parte dei Consigli comunali e del Consiglio dell’Unione, a maggioranza assoluta dei Consiglieri assegnati. Le convenzioni devono tassativamente specificare: o Il contenuto della funzione o del servizio conferiti o Le finalità o Le forme di consultazione degli Enti contraenti nonché la periodicità ed i contenuti delle informazioni da fornire ai Comuni o Le modalità di organizzazione e svolgimento della funzione o del servizio o I rapporti finanziari tra gli enti o I reciproci obblighi e garanzie o La durata e le modalità di revoca del conferimento delle funzioni. La durata del conferimento delle singole funzioni non può essere inferiore a 5 anni. La revoca anticipata da parte di uno o più Comuni è priva di ogni effetto, salvo che non sia disposta con l’accordo di tutti gli enti aderenti all’Unione. o Le conseguenze finanziarie (anche di carattere sanzionatorio e risarcitorio) della revoca delle funzioni prima della scadenza e del mancato rinnovo del conferimento delle stesse alla scadenza pattuita, ferma restando la disciplina contenuta nell’art. 8 con riferimento alla fattispecie del recesso del Comune dall’Unione e nell’art. 22 con riferimento al personale. 5. A seguito del conferimento delle funzioni, all’Unione competono le annesse tasse, tariffe e contributi sui servizi dalla stessa gestiti. 6. L’Unione, inoltre, subentra nei rapporti giuridici attivi e passivi facenti capo ai Comuni all’atto del conferimento della funzione. Fermo restando quanto stabilito dall’art. 22 del presente Statuto, all’Unione sono, inoltre, trasferite tutte le risorse umane e strumentali relative alle funzioni e servizi ad essa affidati in gestione, nonché i relativi rapporti finanziari risultanti dai bilanci dei Comuni. ART. 6 - MODALITA’ DI CONFERIMENTO DI ULTERIORI FUNZIONI ALL’UNIONE 1. Il conferimento di ulteriori funzioni rispetto a quelle indicate all’articolo 5 precedente, può avvenire anche da parte di alcuni dei Comuni aderenti; esso richiede l’accordo di un numero di Comuni pari almeno alla maggioranza dei Comuni dell’Unione, fermo restando il principio della ricerca di un’adesione unitaria da parte di tutti i Comuni che ne fanno parte. 4 2. Il conferimento di funzioni da parte dei Comuni aderenti, avverrà mediante apposita modifica statutaria con le stesse maggioranze ed analoga procedura previste per l’approvazione dello Statuto e diverrà efficace solo a seguito di approvazione da parte sia dei Consigli dei Comuni aderenti all’Unione che del Consiglio dell’Unione, di apposita convenzione avente i contenuti previsti all’articolo 5 precedente, a maggioranza assoluta dei Consiglieri assegnati. 3. L’individuazione delle competenze oggetto di conferimento è operata in base al principio della ricomposizione unitaria delle funzioni e dei servizi tra loro omogenei, al fine di evitare che restino in capo ai Comuni competenze residuali inerenti la funzione. 4. L’Unione succede a tutti gli effetti nei rapporti giuridici attivi e passivi inerenti le funzioni conferite, facenti capo ai Comuni, in essere alla data del conferimento. 5. L’Unione può stipulare convenzioni con Comuni, anche esterni alla stessa e con altre Unioni per l’esercizio di una o più funzioni fondamentali dei Comuni medesimi e di servizi di supporto, a condizione che ente capofila e responsabile dell’esercizio associato sia, nella prima fattispecie, l’Unione e, nella seconda , una delle Unioni. ART. 7 - MODALITA’ DI RIPARTIZIONE DELLE SPESE 1. Le spese generali dell’Unione sono ripartite tra tutti i Comuni aderenti in proporzione alla popolazione residente al 31 dicembre del secondo anno precedente a quello di riferimento. 2. Le spese relative ai singoli servizi e funzioni vengono ripartite in base ai criteri previsti dalle rispettive convenzioni, in ragione anche della natura e dei bacini d’utenza di ciascuno di essi. 3. Nel caso di conferimento di funzioni e servizi che interessi alcuni soltanto dei Comuni aderenti all’Unione, il riparto delle entrate e delle spese relative, riguarderà esclusivamente i Comuni interessati. 4. In occasione dell’adesione di nuovi Comuni all’Unione, sarà prevista la remunerazione da parte degli stessi dei costi iniziali affrontati dall’Unione per l’avvio dei servizi, che verranno riparametrati tra tutti i Comuni, sulla base del criterio della popolazione residente al 31 dicembre del secondo anno precedente a quello di riferimento. ART. 8 - DURATA - RECESSO 1. L’unione è costituita a tempo indeterminato. 2. Ogni Comune dell’Unione può recedere, anche unilateralmente, con le procedure e le maggioranze richieste per le modifiche statutarie, non prima di 5 anni dalla sottoscrizione dell’Atto costitutivo e dal conferimento di ciascuna funzione, con un preavviso di almeno tre mesi, da inviarsi a tutti i Comuni facenti parte dell’Unione. Il recesso decorre dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello nel quale à stata adottata la deliberazione e comporta l’automatico e contestuale recesso da tutte le convenzioni già stipulate per la gestione associata di servizi e funzioni. 3. In nessun caso il recesso di un Comune dall’Unione può comportare nuove e maggiori spese a carico dell’Unione stessa e dei Comuni ad essa aderenti. Eventuali costi emergenti a causa del recesso, saranno posti a carico del Comune 5 recedente. 4. I contributi percepiti e non utilizzati alla data del recesso restano interamente in capo all’Unione fino al suo scioglimento. 5. Il Comune che delibera di recedere dall’Unione rinuncia a qualsiasi diritto sul patrimonio e demanio dell’Unione costituito con il contributo statale e regionale; rinuncia inoltre alla quota parte del patrimonio e demanio dell’Unione costituito con contributi dei Comuni aderenti qualora, per ragioni tecniche, il patrimonio non sia frazionabile. 6. Il Comune recedente continua a farsi carico delle quote residue dei prestiti eventualmente accesi da parte dell’Unione, trasferendo alla stessa le risorse necessarie secondo una tempistica, da concordare tra le parti, che consenta il rispetto delle scadenze previste nel contratto stipulato tra l’Unione ed il soggetto finanziatore, per il pagamento delle singole rate. 7. Il Comune recedente continua, altresì, a farsi carico per cinque anni delle spese fisse e ripetitive di funzionamento dell’Unione, cristallizzate al momento del recesso e calcolate in proporzione all’ultima quota di riparto dei costi tra i Comuni. 8. Ferma restando la disciplina relativa al personale contenuta nell’art. 22 comma 13 del presente Statuto, qualora in base all’accordo raggiunto tra l’Unione ed il Comune recedente, il costo del personale riassegnato a quest’ultimo non copra l’intera quota di riparto dei costi complessivi dell’Unione gravanti sullo stesso, esso è tenuto a corrispondere all’Unione la quota di costi eccedente, per cinque anni. 9. Tutte le eventuali controversie che insorgono in merito al presente articolo, saranno decise da una Commissione composta dal Segretario dell’Unione e da 2 Esperti in materie legali di cui 1 nominato dalla Giunta dell’Unione e 1 designato dal Comune recedente. ART. 9 - SCIOGLIMENTO DELL’UNIONE 1. Lo scioglimento dell’Unione è disposto con l’approvazione di una deliberazione consiliare da parte di tutti i Comuni partecipanti adottata con le stesse procedure e maggioranze delle modifiche statutarie. 2. Determina altresì lo scioglimento, il recesso dalla medesima da parte di più della metà dei Comuni aderenti. 3. Il Consiglio dell’Unione, preso atto dello scioglimento dell’Unione, provvede a nominare, con deliberazione consiliare presa a maggioranza assoluta dei consiglieri assegnati, il nominativo del Commissario Liquidatore scelto tra funzionari di Comuni non appartenenti all’Unione o di altri enti pubblici dotati della necessaria professionalità ed esperienza nel campo finanziario e contabile o tra gli iscritti nell’albo dei revisori dei conti. 4. Al termine dell’attività di liquidazione il Commissario Liquidatore trasmette alle Amministrazioni dei Comuni componenti l’Unione il piano di riparto delle attività e delle passività dell’Unione tra i comuni stessi; i Consigli Comunali provvedono a ratificare il citato piano di riparto iscrivendo le spese e le entrate spettanti nei relativi stanziamenti di bilancio in base alla normativa vigente. 5. Per quanto riguarda la disciplina del personale nel caso di scioglimento dell’Unione, si rinvia all’art. 22 del presente Statuto. 6 TITOLO II - ORGANIZZAZIONE DI GOVERNO ART. 10 - ORGANI 1. Sono Organi di indirizzo e di governo dell’Unione: il Presidente la Giunta il Consiglio 2. Essi costituiscono, nel loro complesso, il governo dell’Unione di cui esprimono la volontà politico-amministrativa, esercitando, nell’ambito delle rispettive competenze determinate dalla legge e dal presente Statuto, i poteri di indirizzo e di controllo su tutte le attività dell’Ente. 3. Il Consiglio e la Giunta hanno durata corrispondente a quella degli organi di governo dei Comuni partecipanti e sono quindi soggetti a rinnovo all’inizio di ogni mandato amministrativo corrispondente a quello dei Comuni aderenti. Nel caso vi siano tornate elettorali differenziate temporalmente, si provvede al rinnovo dei rappresentanti dei Comuni interessati dalle elezioni in seno alla Giunta e al Consiglio dell’Unione, con le modalità previste dalle norme del presente Statuto. 4. Valgono per i componenti degli Organi dell’Unione, le cause di ineleggibilità e incompatibilità previste dalla legge per gli Organi dei Comuni. 5. Le Giunte dei vari Comuni aderenti all’Unione potranno svolgere nei confronti dei rispettivi Sindaci attività d’impulso con appositi atti deliberativi. 6. Al fine di garantire la massima trasparenza dell’attività dell’Unione ed assicurare la partecipazione ed il controllo degli amministratori dei Comuni aderenti relativamente alle funzioni conferite, saranno organizzati, con periodicità almeno semestrale, momenti di confronto tra gli stessi ed il Presidente e/o la Giunta dell’Unione; tali momenti di confronto potranno avvenire anche in occasione delle sedute dei Consigli comunali dei Comuni aderenti, su richiesta anche di un singolo Gruppo consiliare. ART. 11 - IL PRESIDENTE DELL’UNIONE 1. Il Presidente dell’Unione è eletto dalla Giunta a maggioranza assoluta dei componenti; contestualmente è eletto anche un Vicepresidente che lo sostituisce in caso di assenza o impedimento. 2. Le cariche di Presidente e Vicepresidente, durano un biennio, sono riservate ai Sindaci, non sono delegabili e vengono attribuite con il criterio della rotazione. 3. Il Presidente: Rappresenta l’Unione, convoca e presiede la Giunta fissandone il relativo ordine del giorno; Può attribuire specifiche deleghe per materia ai componenti della Giunta. Sovrintende al funzionamento degli uffici e all’esecuzione degli atti; Sovrintende all’organizzazione, al coordinamento e alla vigilanza degli uffici e dei servizi; Coordina ed organizza, in accordo con i Sindaci dei Comuni aderenti, gli orari 7 di apertura al pubblico dei servizi facenti capo all’Unione, tenendo conto delle esigenze complessive e generali dell’utenza; Nomina, designa e revoca, sulla base degli indirizzi stabiliti dal Consiglio, i rappresentanti dell’Unione presso enti, aziende, istituzioni ed altri organismi pubblici; Nomina il Segretario dell’Unione ed i Responsabili degli uffici e dei servizi; attribuisce gli incarichi dirigenziali e di alta specializzazione, anche a tempo determinato e quelli di collaborazione esterna, secondo le modalità ed i limiti stabiliti dalla legge; Può affidare a Consiglieri dell’Unione incarichi su materie specifiche, nei limiti stabiliti nel decreto di assegnazione, evitando interferenze e sovrapposizioni con le materie delegate agli Assessori. La durata di tali incarichi corrisponde al massimo alla durata in carica del Presidente che li ha conferiti. 4. Spettano al Presidente le funzioni attribuite al Sindaco, purché non in contrasto con le funzioni e il ruolo dell’Unione. ART. 12 - LA GIUNTA 1. La Giunta, convocata e presieduta dal Presidente, è composta esclusivamente dai Sindaci dei Comuni aderenti. 2. La convocazione e la presidenza della prima seduta della Giunta sono di competenza del Sindaco del Comune sede dell’Unione. 3. I Sindaci diversi dal Sindaco eletto Presidente, in caso di impedimento o assenza, possono essere sostituiti dai rispettivi Vicesindaci. 4. Nel corso della prima seduta utile del Consiglio dell’Unione, il Presidente dà comunicazione al Consiglio delle deleghe conferite agli assessori unitamente agli indirizzi generali di governo, che formano il programma amministrativo dell’Unione. 5. La Giunta è validamente costituita quando sia presente la maggioranza dei componenti e delibera a maggioranza assoluta dei presenti. 6. La cessazione dalla carica, per qualsiasi causa, di Sindaco nel Comune di provenienza determina la decadenza dalla Giunta dell’Unione. ART. 13 - COMPETENZE DELLA GIUNTA 1. La Giunta svolge attività propositive e di impulso nei confronti del Consiglio, collabora con il Presidente nell’attività di governo dell’Unione e nell’attuazione e realizzazione degli indirizzi generali formulati dal Consiglio, al quale rende conto riferendone annualmente. 2. Spetta alla Giunta compiere tutti gli atti che non siano riservati al Consiglio dalla legge, dal presente Statuto o dai regolamenti e che non ricadano nelle competenze del Presidente dell’Unione. 3. La Giunta può adottare, in via d’urgenza, le deliberazioni comportanti variazioni di bilancio da sottoporre al Consiglio per la ratifica entro i termini previsti dalla legge. 4. E’ altresì di competenza della Giunta l’adozione dei regolamenti sull’ordinamento degli uffici e dei servizi nel rispetto dei criteri generali stabiliti dal Consiglio. 8 ART. 14 - IL CONSIGLIO - COMPOSIZIONE E SUA PRIMA ELEZIONE 1. Il Consiglio dell’Unione è composto dal Presidente dell’Unione e da n. 23 consiglieri. I Sindaci dei Comuni partecipanti all’Unione ne sono membri di diritto, compresi nei 24 membri assegnati. 2. I Consigli comunali eleggono i restanti membri del Consiglio dell’Unione con il metodo del voto limitato ad un componente, secondo il seguente schema: COMUNI TOTALE ARGENTA OSTELLATO PORTOMAGGIORE TOTALE 12 6 6 24 Gruppo di MAGGIORANZA 6 3 3 12 Gruppi di MINORANZA 5 2 2 9 SINDACI 1 1 1 3 3. Nell’elezione del Consiglio dell’Unione, i Consigli comunali devono rispettare il principio della garanzia della rappresentanza di entrambi i generi, femminile e maschile. Nel caso in cui ad esito della votazione si constati la mancanza di rappresentanti di uno dei due generi, la votazione dovrà essere ripetuta. 4. Per garantire l’effettiva rappresentanza delle minoranze consiliari, i Consiglieri dell’Unione saranno eletti, con voto segreto, sulla base di due liste distinte, una comprendente tutti i Consiglieri comunali di maggioranza e l’altra tutti quelli di minoranza presenti nel Consiglio comunale del Comune partecipante. Nel rispetto del principio della non ingerenza della maggioranza nella scelta dei rappresentanti della minoranza i Consiglieri comunali di maggioranza saranno chiamati a votare i candidati inseriti nella lista dei componenti di maggioranza del Consiglio mentre quelli di minoranza voteranno i candidati inclusi nella lista di minoranza. Risulteranno eletti nel Consiglio dell’Unione i Consiglieri comunali che otterranno il maggior numero di voti, fino a concorrenza del numero di Consiglieri di maggioranza e minoranza previsti dal presente statuto per il comune partecipante. In caso di parità di voti risulterà eletto il candidato che ha ottenuto il maggior numero complessivo di voti di preferenza o, se si tratta del Consigliere candidato Sindaco, la maggior cifra elettorale, alle elezioni amministrative del Consiglio comunale di appartenenza. Al fine di assicurare l’effettiva rappresentanza sia della maggioranza che della minoranza in seno al Consiglio dell’Unione, nel caso in cui una delle due liste di candidati non riceva voti sufficienti per eleggere i propri rappresentanti, saranno membri di diritto del Consiglio dell’Unione, i rappresentanti dei Consiglieri di maggioranza o di opposizione che hanno ottenuto il maggior numero complessivo di voti di preferenza o, se si tratta del Consigliere candidato Sindaco, la maggior cifra elettorale nelle elezioni amministrative del Comune di appartenenza. 5. Ogni Consigliere dell’Unione, cessando per qualsiasi motivo dalla carica di Consigliere Comunale, decade ipso iure anche dalla carica di Consigliere dell’Unione ed è sostituito da un nuovo Consigliere secondo le modalità previste dal presente statuto. 6. Decade, altresì, dalla carica di Consigliere dell’Unione colui che non partecipi a tre sedute consecutive dell’Organo consiliare senza giustificato motivo. Le giustificazioni dell’assenza devono essere fatte pervenire dal Consigliere interessato, in forma scritta, al Presidente del Consiglio e al Segretario dell’Unione prima dell’inizio della seduta consigliare. 7. I rappresentanti dei Comuni i cui Consigli siano stati rinnovati restano in carica 9 sino all’elezione delle/dei successori da parte dei nuovi Consigli. 8. I Consigli rinnovati dovranno provvedere alla nomina dei nuovi rappresentanti in seno al Consiglio dell’Unione, entro 30 giorni dalla data di insediamento. 9. Il Consiglio, per l’esercizio delle proprie competenze, può avvalersi di Commissioni Consiliari permanenti, costituite nel proprio seno, con funzioni redigenti, consultive ed istruttorie. Può costituire con analoghi compiti, Commissioni speciali, a carattere temporaneo, per oggetti specifici. Il regolamento di funzionamento del Consiglio dell’Unione, ne disciplinerà la composizione nel rispetto del criterio di proporzionalità, il funzionamento e le attribuzioni. ART. 15 - COMPETENZE DEL CONSIGLIO 1. Il Consiglio è l’organo di indirizzo e di controllo politico e amministrativo. 2. Spettano al Consiglio tutte le attribuzioni dei Consigli di cui all’art. 42 del T.U dell’ordinamento degli enti locali approvato con decreto legislativo n. 267 del 18 agosto 2000. ART. 16 - IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO 1. Nella prima adunanza il Consiglio dell’Unione elegge tra i suoi componenti a maggioranza assoluta dei Consiglieri assegnati, un Presidente scelto mediante votazione segreta, limitata ad una preferenza. Il Consiglio elegge contestualmente e con le stesse modalità di voto, un Vicepresidente del Consiglio per i casi di impedimento o assenza del Presidente del Consiglio. 2. Il Presidente del Consiglio convoca il Consiglio dell’Unione e ne dirige i lavori e le attività. 3. Il Presidente del Consiglio è tenuto a riunire il Consiglio, in un termine non superiore a 20 giorni, quando lo richiedano un quinto dei Consiglieri o il Presidente dell’Unione, inserendo all’ordine del giorno gli oggetti dagli stessi richiesti. 4. Il Presidente del Consiglio assicura un’adeguata e preventiva informazione ai Consiglieri sulle questioni sottoposte al Consiglio. 5. Ogni volta che un Comune rinnova i propri rappresentanti in seno all’Unione, si procede al rinnovo della carica del Presidente del Consiglio. ART. 17 - REGOLAMENTO PER IL FUNZIONAMENTO DEL CONSIGLIO 1. Il Consiglio adotta, a maggioranza assoluta dei Consiglieri assegnati, il Regolamento per disciplinare in dettaglio il proprio funzionamento, nel rispetto delle disposizioni di legge in materia e nell’ambito di quanto stabilito dal presente Statuto. Alle eventuali modificazioni di tale regolamento, il Consiglio provvede con la stessa maggioranza. 10 TITOLO III - ISTITUTI DI PARTECIPAZIONE ART. 18 - PRINCIPI GENERALI 1. L’Unione, con appositi regolamenti adottati dal Consiglio, disciplina le forme di consultazione dei cittadini rispetto a questioni di rilevante interesse per il territorio dell’Unione, gli strumenti di partecipazione dei cittadini alla formazione delle linee programmatiche relative alle azioni ed ai progetti da realizzare, nonché le modalità di accesso agli atti, al fine di assicurare l’imparzialità e la trasparenza dell’azione amministrativa. ART. 19 - ALBO PRETORIO ON LINE 1. L’Unione ha presso la propria sede un suo albo pretorio on-line per la pubblicazione delle deliberazioni, delle determinazioni e delle ordinanze, dei manifesti e degli atti che devono essere portati a conoscenza del pubblico. ART. 20 - CONSULTAZIONE DELLA POPOLAZIONE 1. Gli organi di governo dell’Unione possono disporre forme di consultazione della popolazione o di particolari settori di questa, individuati in base a caratteristiche sociali o territoriali, in vista dell’adozione di specifici provvedimenti e comunque su problemi di interesse collettivo. 2. La consultazione può avvenire attraverso assemblee e sedute pubbliche indette dall’Unione. 3. L’Unione riconosce e favorisce forme spontanee di manifestazione di interesse nelle materie inerenti le funzioni ad essa conferite, provenienti da cittadini singoli od organizzati, facenti parte del proprio territorio, formalizzate in petizioni, proposte, istanze o iniziative referendarie. 4. L’esito della consultazione e le manifestazioni spontanee d’interesse, non sono vincolanti per l’Unione, tuttavia l’Organo competente è tenuto ad esprimere le ragioni dell’eventuale mancato accoglimento delle indicazioni fornite dai cittadini. TITOLO IV - L’ORGANIZZAZIONE AMMINISTRATIVA ART. 21 - PRINCIPI GENERALI DI ORGANIZZAZIONE 1. L’attività dell’Unione è improntata al rispetto del principio di separazione tra attività di gestione e attività di indirizzo politico amministrativo, per cui competerà agli organi di governo la definizione degli obiettivi e dei programmi da attuare, mentre la gestione amministrativa, finanziaria e tecnica, è attribuita alla dirigenza dell’Ente mediante autonomi poteri di spesa, di organizzazione delle risorse umane, strumentali e di controllo. I dirigenti per lo svolgimento delle loro 11 funzioni potranno avvalersi di funzionari comandati o distaccati dai Comuni e già titolari di posizioni organizzative o trasferiti dagli stessi a cui conferire incarichi di posizione organizzativa. 2. Al fine di verificare lo stato di attuazione degli obiettivi programmati e la funzionalità delle organizzazioni dell’Ente, nonché l’efficacia, l’efficienza e il livello di economicità di realizzazione dei predetti obiettivi, sarà introdotto il controllo di gestione con le modalità stabilite dal regolamento di contabilità dell’Ente. 3. La spesa sostenuta per il personale dell’Unione non potrà comportare, in sede di prima applicazione, il superamento della somma della spesa di personale dei Comuni aderenti ed a regime dovrà conseguire effettivi risparmi. ART. 22 - IL PERSONALE 1. L’Unione ha una sua dotazione organica. 2. Il personale che opera nei servizi e nelle funzioni conferite, è di norma trasferito alle dipendenze dell’Unione all’atto del conferimento di tali materie all’Unione. Nella prima fase di avvio dell’Unione, il personale è comandato dai Comuni all’Unione. 3. L’Unione può assumere personale proprio e per specifiche iniziative di collaborazione, l’Unione e i Comuni possono disporre il distacco di proprio personale assegnato agli uffici e servizi coinvolti, da e verso l’Unione. 4. L’Unione può avvalersi, per gli incarichi di direzione delle strutture e di alta specializzazione, di contratti a tempo determinato ai sensi dell’art. 110 del D.Lgs 267/2000. 5. Per incarichi di direzione delle strutture (dirigenti e posizioni organizzative), l’Unione dovrà avvalersi prioritariamente delle risorse umane interne, comandate, distaccate o trasferite dai Comuni, dotate dei necessari requisiti professionali e di inquadramento giuridico. 6. Gli incarichi di direzione o di posizione organizzativa conferiti a tempo determinato, potranno essere rinnovati o revocati nel rispetto delle disposizioni normative e contrattuali vigenti. 7. Il personale dipendente è inquadrato nella dotazione organica complessiva secondo criteri di funzionalità e flessibilità operativa. 8. Al personale dell’Unione si applica la normativa vigente per il personale degli enti locali. Gli aspetti contrattuali sono regolati dagli accordi nazionali e decentrati definiti nel comparto di contrattazione Regione-Enti Locali. 9. In caso di scioglimento dell’Unione, recesso di uno o più Comuni o cessazione di funzioni conferite ed in caso di revoca del conferimento di una o più funzioni da parte di uno o più Comuni, è garantita la continuità del rapporto di lavoro del personale dipendente, secondo le norme che seguono. 10.Nel caso di scioglimento dell’Unione il personale comandato, distaccato o trasferito all’Unione stessa, rientra negli organici dei Comuni di provenienza, nel rispetto della normativa vigente al momento dello scioglimento dell’Unione. 11.Il personale assunto direttamente dall’Unione potrà essere assorbito negli organici dei Comuni aderenti, in conformità con gli accordi che tra essi interverranno e nel rispetto della normativa vigente al momento dello scioglimento dell’Unione. 12.Nell’ipotesi di revoca del conferimento di talune funzioni all’Unione, da parte di uno o più Comuni aderenti, il personale comandato o distaccato rientrerà nella disponibilità del Comune di provenienza, mentre il personale trasferito ed impiegato nello svolgimento di dette funzioni, dovrà essere prioritariamente 12 destinato alle stesse o ad altre funzioni e servizi all’interno dell’Unione stessa. In subordine, il personale trasferito o parte di esso potrà transitare negli organici dei Comuni di provenienza, in base agli accordi che saranno raggiunti tra i Comuni aderenti sentito il personale interessato all’eventuale trasferimento e nel rispetto della normativa vigente in quel momento. 13.Nell’ipotesi di recesso di uno o più Comuni dall’Unione, infine, il personale comandato o distaccato rientrerà nella disponibilità del Comune di provenienza, mentre il personale dipendente dell’Unione, sarà assegnato al Comune recedente in base all’accordo che sarà raggiunto tra i Comuni e l’Unione, indicativamente in proporzione all’ultima quota di riparto pagato in riferimento ad ogni singola funzione o servizio. Sarà data priorità nel trasferimento al Comune che recede dall’Unione, al personale proveniente dagli organici del Comune stesso. ART. 23 - ORGANIZZAZIONE DEGLI UFFICI E DEI SERVIZI 1. L’Unione, per lo svolgimento delle attività, potrà avvalersi di uffici e personale propri e/o di uffici e personale dei Comuni aderenti. 2. Con apposito regolamento approvato dalla Giunta nel rispetto dei principi generali adottati dal Consiglio, si provvederà a disciplinare l’ordinamento degli uffici e dei servizi nonché le procedure per le assunzioni di personale. ART. 24 - IL SEGRETARIO 1. Il Presidente dell’Unione al momento del suo insediamento nomina il Segretario dell’Unione scegliendolo tra i Segretari Comunali degli Enti aderenti all’Unione. La nomina avrà durata corrispondente a quella del mandato del Presidente che lo ha nominato. Il Segretario può essere revocato con atto della Giunta dell’Unione per gravi violazioni dei doveri d’ufficio. 2. Alla scadenza del mandato del Presidente il Segretario continuerà a svolgere le proprie funzioni sino alla conferma o alla nomina del nuovo Segretario. 3. Sino alla nomina del Segretario dell’Unione, le relative funzioni sono svolte dal Segretario generale del Comune sede dell’Unione. 4. In caso di assenza o impedimento temporanei del Segretario, le relative funzioni sono attribuite dal Presidente ad un dirigente in possesso dei requisiti di legge previsti per l’accesso alla professione di Segretario Comunale, incaricato delle funzioni di Vicesegretario dell’Unione. 5. Al Segretario spetterà un compenso, regolato tra le parti con separato atto, nel rispetto dei principi di cui all’art. 36 della Costituzione. ART. 25 - FUNZIONI DEL SEGRETARIO 1. Il Segretario svolge compiti di collaborazione e funzioni di assistenza giuridicoamministrativa nei confronti degli organi dell’Ente in ordine alla conformità dell’azione amministrativa alle leggi, allo Statuto e ai Regolamenti. 2. Il Segretario inoltre: a. partecipa con funzioni consultive, referenti e di assistenza, alle riunioni della Giunta e del Consiglio e ne cura la verbalizzazione; 13 b. può rogare tutti i contratti nei quali l’Ente è parte ed autenticare scritture private ed atti unilaterali nell’interesse dell’Ente; c. esercita ogni altra funzione attribuitagli dalla legge, dallo Statuto o dai regolamenti o conferitagli dal Presidente dell’Unione. 3. Il Segretario sovrintende allo svolgimento delle funzioni dei dirigenti e ne coordina l’attività. TITOLO V - FINANZA E CONTABILITA’ ART. 26 - ATTIVITA’ FINANZIARIA 1. L’Unione è dotata di un proprio patrimonio e di autonomia finanziaria. Ai sensi dell’art. 32, comma 5, del D.Lgs. 267/2000, competono all’Unione gli introiti derivanti dalle tasse, dalle tariffe e dai contributi sui servizi ad essa affidati; alla stessa sono altresì trasferite risorse finanziarie dallo Stato e/o dalla Regione previste da precise disposizioni di legge per l’esercizio associato delle funzioni comunali. 2. I Comuni per la gestione dei servizi affidati all’Unione, sono tenuti a trasferire a favore della stessa risorse finanziarie, nel rispetto di quanto sarà previsto nelle relative convenzioni. ART. 27 - BILANCI 1. L’Unione delibera annualmente il bilancio di previsione finanziario redatto in termini di competenza per l’anno successivo, nel rispetto dei termini previsti per i bilanci degli enti locali e delle modalità previste dal regolamento di contabilità. 2. Successivamente all’approvazione del bilancio di previsione, la Giunta dell’Unione approva il Piano Esecutivo di Gestione unitamente al piano degli obiettivi/Piano della performance. 3. La gestione finanziaria dell’Unione avviene nel rispetto di quanto prevedono le norme di contabilità per gli Enti Locali. ART. 28 - CONTROLLO DI GESTIONE 1. Il controllo di gestione ha per oggetto l’intera attività amministrativa gestionale dell’Unione e sarà svolto nel rispetto di quanto previsto in materia dalle norme del D.Lgs.267/2000 e del regolamento di contabilità dell’Ente, ART. 29 - REVISIONE ECONOMICA--FINANZIARIA 1. L’Unione è dotata di un Organo di revisione economico-finanziaria la cui costituzione, durata in carica, funzioni, compiti e prerogative sono disciplinati 14 dalla legge. ART. 30 - SERVIZIO DI TESORERIA 1. Il Servizio di Tesoreria è affidato mediante procedure ad evidenza pubblica stabilite dal Regolamento di Contabilità dell’Unione. Si potrà procedere al rinnovo del contratto di Tesoreria nei confronti del medesimo soggetto, qualora ricorrano le condizioni di legge, per non più di una volta. 2. Il rapporto è regolato in base ad una convenzione deliberata dal Consiglio. TITOLO VI - DISPOSIZIONI FINALI ART. 31 - DISPOSIZIONI TRANSITORIE 1. Fino all’emanazione di propri atti regolamentari per il funzionamento interno dell’Unione, si applicano, in quanto compatibili, comunque non oltre 12 mesi dalla costituzione dell’Unione, i Regolamenti in vigore presso il Comune sede dell’Unione, ad esclusione del Regolamento di contabilità, del Regolamento dei controlli interni e del Regolamento per la pubblicità e la trasparenza dello stato patrimoniale dei titolari di cariche elettive o di governo, per i quali si applicano i regolamenti in vigore presso il Comune di Argenta 2. Fino all’individuazione del Tesoriere dell’Unione, tale servizio è affidato al Tesoriere del Comune sede dell’Unione o, in alternativa, al Tesoriere di uno degli altri Comuni aderenti all’Unione. 3. Il Consiglio dell’Unione delibera il bilancio dell’Unione per il primo anno finanziario non oltre 90 giorni dalla data di costituzione dell’Unione o entro il termine fissato dall’ordinamento giuridico, qualora successivo. ART. 32 - NORMA FINALE 1. Per tutto quanto non espressamente previsto nei vari Titoli del presente Statuto, si rinvia a quanto previsto dalle norme in materia di ordinamento degli Enti Locali. 2. Il presente Statuto, è pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Regione, affisso all’Albo pretorio on-line dei Comuni aderenti per 30 giorni consecutivi ed inviato al Ministero dell’Interno per essere inserito nella Raccolta ufficiale degli Statuti. Lo Statuto entra in vigore decorsi 30 giorni dalla pubblicazione all’Albo pretorio on line di tutti i Comuni aderenti. Le stesse modalità si applicano agli atti di modifica statutaria. 3. Le proposte di modifica del presente Statuto, deliberate dal Consiglio dell’Unione, sono inviate ai Consigli dei Comuni partecipanti, per la loro approvazione con le stesse modalità e procedure previste per l’approvazione iniziale. 15 Sommario TITOLO I - PRINCIPI FONDAMENTALI................................................................................................... 2 ART. 1 - COSTITUZIONE DELL’UNIONE.................................................................................................. 2 ART. 2 - FINALITA’DELL’UNIONE.............................................................................................................. 2 ART. 3 - PROCEDURA DI ISTITUZIONE DELL’UNIONE ................................................................... 2 ART. 4 - NUOVI INGRESSI............................................................................................................................ 3 ART. 5 - FUNZIONI DELL’UNIONE ............................................................................................................ 3 ART. 6 - MODALITA’ DI CONFERIMENTO DI ULTERIORI FUNZIONI ALL’UNIONE............ 4 ART. 7 - MODALITA’ DI RIPARTIZIONE DELLE SPESE.................................................................... 5 ART. 8 - DURATA - RECESSO ....................................................................................................................... 5 ART. 9 - SCIOGLIMENTO DELL’UNIONE ................................................................................................. 6 TITOLO II - ORGANIZZAZIONE DI GOVERNO..................................................................................... 7 ART. 10 - ORGANI............................................................................................................................................. 7 ART. 11 - IL PRESIDENTE DELL’UNIONE............................................................................................... 7 ART. 12 - LA GIUNTA....................................................................................................................................... 8 ART. 13 - COMPETENZE DELLA GIUNTA................................................................................................. 8 ART. 14 - IL CONSIGLIO - COMPOSIZIONE E SUA PRIMA ELEZIONE ..................................... 9 ART. 15 - COMPETENZE DEL CONSIGLIO .............................................................................................10 ART. 16 - IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO.........................................................................................10 ART. 17 - REGOLAMENTO PER IL FUNZIONAMENTO DEL CONSIGLIO...................................10 TITOLO III - ISTITUTI DI PARTECIPAZIONE ....................................................................................11 ART. 18 - PRINCIPI GENERALI .................................................................................................................11 ART. 19 - ALBO PRETORIO ON LINE.......................................................................................................11 ART. 20 - CONSULTAZIONE DELLA POPOLAZIONE .........................................................................11 TITOLO IV - L’ORGANIZZAZIONE AMMINISTRATIVA....................................................................11 ART. 21 - PRINCIPI GENERALI DI ORGANIZZAZIONE ..................................................................11 ART. 22 - IL PERSONALE ..............................................................................................................................12 16 ART. 23 - ORGANIZZAZIONE DEGLI UFFICI E DEI SERVIZI .......................................................13 ART. 24 - IL SEGRETARIO............................................................................................................................13 ART. 25 - FUNZIONI DEL SEGRETARIO.................................................................................................13 TITOLO V - FINANZA E CONTABILITA’..................................................................................................14 ART. 26 - ATTIVITA’ FINANZIARIA ........................................................................................................14 ART. 27 - BILANCI...........................................................................................................................................14 ART. 28 - CONTROLLO DI GESTIONE .....................................................................................................14 ART. 29 - REVISIONE ECONOMICA--FINANZIARIA ........................................................................14 ART. 30 - SERVIZIO DI TESORERIA........................................................................................................15 TITOLO VI - DISPOSIZIONI FINALI .......................................................................................................15 ART. 31 - DISPOSIZIONI TRANSITORIE ..............................................................................................15 ART. 32 - NORMA FINALE ............................................................................................................................15 17 Allegato C) alla Deliberazione C.C. n. 5 del 18/02/2013 Piano strategico dell’Unione dei Comuni Valli e Delizie Sezioni Premessa Contiene le valutazioni preliminari sul piano complessivo di sviluppo dell’Unione; le motivazioni di carattere politico e tecnico che hanno portato alla scelta dell’ambito dei tre Comuni Argenta, Ostellato e Portomaggiore. 1. Gli obiettivi del percorso Attraverso una swot analysis vengono individuati criticità, punti di forza, minacce e opportunità riguardanti la nuova riorganizzazione territoriale e le potenzialità del territorio unificato. Nel contesto analizzato vengono stabiliti gli obiettivi che si intendono conseguire sia sotto il profilo organizzativo sia dal punto di vista dello sviluppo territoriale. 2. Un territorio Con il termine territorio si è soliti individuare uno spazio fisico-geografico delimitato e con caratteristiche omogenee, che circoscrive fisicamente la sfera di competenza politica di un ente. In questo caso specifico il territorio e le sue emergenze storico-naturalistiche determinano anche la continuità socio-culturale delle comunità coinvolte nel processo di unione. Le Valli e le Delizie Estensi sono gli elementi caratteristici richiamati nel nome stesso del nuovo Ente. 3. Il tessuto produttivo Argenta, Ostellato e Portomaggiore rappresentano uno dei “nodi” provinciali di massimo interesse sotto il profilo economico-produttivo. Oltre all’Agricoltura che caratterizza da sempre la vita economica delle tre comunità (le Valli del Mezzano per il settore primario costituiscono anche un elemento territoriale unificante) è presente un dinamismo imprenditoriale multisettoriale di grande importanza. I Comuni che fanno parte dell’Unione delle Valli e delle Delizie costituiscono una “cerniera” importante fra tre macro-aree strategiche: la città Metropolitana di Bologna, la Provincia di Ferrara e la Romagna con la sua costituenda Provincia. 4. Le esperienze di governance e gli ambiti associati condivisi La decisione di attivare il percorso di creazione dell’Unione discende anche da una consolidata esperienza pluriennale di collaborazione inter-istituzionale fra le amministrazioni comunali coinvolte in questo processo. Una sintesi di queste esperienze consente di comprendere la scelta “naturale” che ha portato i tre partner istituzionali alla condivisione di questo progetto. 5. Le scelte della prima fase di attuazione organizzativa dell’Unione (I servizi, il sistema organizzativo, i luoghi degli organi istituzionali…) Sintesi delle scelte organizzative e dei primi servizi ad essere coinvolti nel processo di Unione. 6. I rapporti finanziari fra comuni e Unione e le verifiche sull’andamento della gestione dei servizi associati Definizione delle linee di indirizzo cui attenersi nella definizione dei rapporti finanziari fra i comuni e l’Unione. Definizione delle linee di indirizzo per la strutturazione del sistema di verifiche, concomitanti ed a consuntivo,relativamente alla gestione dei servizi associati. 2 “Se ho capito bene, questa Unione funziona come quando una volta ci si metteva insieme per comprare il bestiame. Insieme si spuntava il prezzo migliore” (un cittadino durante un’assemblea pubblica informativa sull’Unione) Premessa La decisione di condividere le risorse dei Comuni di Argenta, Ostellato e Portomaggiore per poter guardare con prospettive migliori al futuro non è stata dettata da fattori di necessità ma dalla precisa cognizione che l’Unione costituisce un’opportunità per le comunità coinvolte in questo processo di riorganizzazione istituzionale. Certamente, l’idea condivisa dalle tre Amministrazioni di iniziare questo percorso non è nata per obblighi di natura normativa; la scintilla che ha messo in moto una macchina così complessa è scoccata da tempo, ben prima della Legge dell’Emilia-Romagna1 che ha previsto la riorganizzazione delle funzioni amministrative del territorio regionale. Questa premessa è indispensabile per comprendere il ragionamento strategico che è alla base della scelta che ha portato alla creazione dell’Unione dei Comuni Valli e Delizie. In questa fase così complessa sia sotto il profilo economico sia per quanto riguarda la rideterminazione dei ruoli degli Enti locali, la decisione di legittimare un percorso istituzionale, sociale e culturale condiviso, rappresenta un progetto che condizionerà inevitabilmente il futuro delle nostre comunità. La consapevolezza delle grandi difficoltà che si sono affrontate e si continueranno ad affrontare sino al raggiungimento dell’assetto definitivo dell’Unione, non può prevalere rispetto alla forza della ragionevolezza di questa scelta. Il Comune rappresenta l’Ente territorialmente più prossimo alle esigenze del cittadino; questa affermazione apparentemente ovvia, deve essere ribadita con forza in ogni sede quotidianamente, soprattutto ora che si trova in prima linea rispetto alle nuove necessità economico-sociali espresse dalla popolazione del nostro Paese. I Comuni difendono la “logica della concretezza” delle necessità quotidiane espresse dai cittadini nel tentativo di preservare servizi essenziali che hanno fatto di questo territorio un punto di forza nella qualità della vita. 1 L.R. n. 21 del 21.12.2012 “Misure per assicurare il governo territoriale delle funzioni amministrative secondo i principi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza” 3 Ora, per mantenere e migliorare quanto conquistato a favore delle nostre comunità, non è sufficiente rimodellare l’ente locale “Comune” secondo un principio di espansione delle “dimensioni” di confine istituzionale ma è necessario ripensare alla strategia complessiva di governo del territorio. Le Amministrazioni Comunali si trovano ad affrontare un complesso riposizionamento negli ambiti di competenza giuridica, nella società e nello sviluppo economico. In questo contesto, il processo che abbiamo attivato non è una semplice riorganizzazione di confini di competenza territoriale e neppure la replica di una cooperazione intermunicipale, avviata con i servizi associati; si tratta di una riorganizzazione più profonda del sistema intra-istituzionale che non mira esclusivamente al raggiungimento di uno scopo (migliorare i servizi sociali, di pianificazione, di sicurezza, ecc..) ma alla creazione di un livello superiore di gestione della governance del futuro dei territori unificati. I nuovi scenari economico-sociali, che si sono creati in modo particolare a partire dagli anni 2000, hanno richiesto alle pubbliche amministrazioni un ripensamento del loro ruolo. Per far fronte a tali inedite necessità gli enti hanno dovuto rielaborare obiettivi politici e metodi organizzativi. Si sono affermate metodologie di funzionamento degli enti locali basate sulla capacità di organizzare, in maniera efficiente ed efficace, i processi di soddisfazione dei bisogni dell’utenza e di miglioramento dell’erogazione dei servizi, in stretta integrazione con l’operato delle altre organizzazioni pubbliche che cooperano per il progresso dello stesso sistema territoriale. Gli elementi fondamentali mediante i quali si è radicato tale approccio culturale possono essere riassunti nei seguenti fattori: a) Organizzazione dei processi di produzione-erogazione dei servizi attraverso una combinazione razionale dei vari fattori produttivi, ovvero mediante la creazione di ruoli di coordinamento delle risorse, umane e materiali, ed attraverso la definizione di ruoli di responsabilità sui risultati all’interno dei diversi uffici e settori. b) La capacità di cogliere le evoluzioni dell’ambiente di riferimento, quindi di saper leggere e soddisfare le esigenze dell’utenza in maniera appropriata. c) La creazione di un sistema di scambi coi terzi favorevole all’ente stesso; nei rapporti coi fornitori, si tratta di curare aspetti quali la garanzia, l’assistenza, i tempi di consegna, la qualità ed il prezzo, mentre nel rapporto con l’utenza occorre presidiare aspetti quali la 4 chiarezza, la tempestività, la qualità, la cortesia, l’immagine e la disponibilità, al momento dell’erogazione del servizio 2. L’articolazione dei processi sopra descritti, nell’attuale situazione finanziaria internazionale e nella difficile condizione debitoria del nostro Paese, non è attuabile in un sistema istituzionale eccessivamente frammentato. Le amministrazioni comunali di piccole dimensioni, infatti, non sono più in grado di far fronte al mantenimento dei servizi offerti all’utenza nei propri territori di competenza, schiacciate dai tagli alla spesa pubblica che le colpisce più duramente rispetto ai livelli di governo più alti e dalla contemporanea crescita di esigenze sociali pressanti quali le nuove povertà ed un aumento preoccupante del tasso di disoccupazione. Il legislatore, in questi ultimi anni, ha intuito che la creazione di una gestione dei servizi pubblici in un ambito territoriale più ampio non poteva essere demandata ad una decisione “volontaria” da parte degli enti locali. A livello nazionale si possono enumerare molte best practices di gestione dei servizi in convenzione, associazione o in unione; così come esistono territori regionali nei quali queste forme di governo dei servizi ovvero di riorganizzazione istituzionale hanno trovato ampia diffusione. Tuttavia, è mancata quella necessaria sistematicità su tutto il territorio nazionale che avrebbe permesso di modificare i livelli di governance istituzionale dei territori razionalizzando le risorse, la spesa pubblica e migliorando i servizi. A questo scopo, il legislatore è intervenuto dapprima con la manovra approvata col D.L. 78/2010, successivamente corretta con il D.L 138/2011, art. 16, commi 22-24, modificata dal D.L. “Milleproroghe” n.216 del 29.12.2011 e da ultimo rivista dallart 19 della legge 135/2012 (c.d. spending review) che prevede che i Comuni con popolazione compresa fra i 1.000 e 5.000 abitanti debbano gestire “in forma associata” le proprie “funzioni fondamentali”. Inoltre, il recente dibattito sulla riorganizzazione delle Province, animato prima dall’approvazione del D.L. n. 95/20123 e successivamente dal D.L. n. 188/20124, ha rimesso in gioco il ruolo stesso delle Amministrazioni Comunali che dovranno assumere nuove importanti competenze, rispondendo alle esigenze degli stakeholder e dei cittadini con un livello di prossimità ancora maggiore rispetto al passato. 2 Cavaliere V., Rosini D. (2002), Da Amministratore a Manager: Il Quaderni Di Studi E Ricerche 2, Firenze University Press, Firenze. 3 Dirigente Pubblico Nella Gestione Del Personale, Decreto Legge 6 Luglio 2012, n. 95 “Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini nonché misure di rafforzamento patrimoniale delle imprese del settore bancario”, convertito in L.n. 135/2012 4 Decreto Legge 5 novembre 2012, n.188, “Disposizioni urgenti in materia di Province e Città metropolitane” 5 Ultima in ordine cronologico, ma non meno importante, è intervenuta la Regione EmiliaRomagna, con la citata L.R. n. 21 del 21 dicembre 2012, con la quale sono state definite le competenze ed i parametri per la riorganizzazione delle funzioni amministrative regionali, provinciali e delle forme associative intercomunali in attuazione dell’articolo 118 della Costituzione. In questa sede sono stati definiti anche gli ambiti ottimali per la creazione delle Unioni, nonché le modalità di funzionamento basilari. Questo processo di riforma dei livelli di governo istituzionale degli enti locali, che ormai ha assunto aspetti irreversibili, non sempre chiari (non è questa la sede per giudicare ed approfondire le modalità con le quali il legislatore ha innescato questo processo che probabilmente doveva essere conseguente ad una vera e propria riforma costituzionale), ha sancito in modo definitivo la necessità di provvedere ad una riorganizzazione degli ambiti istituzionali di gestione territoriale. Pur riconoscendo l’importanza di questo percorso normativo, la mera applicazione di una disposizione legislativa non è sufficiente per spiegare la decisione di iniziare il cammino che ha portato alla creazione dell’Unione Valli e Delizie. Dobbiamo contestualizzare questo progetto anche tenendo presente un ulteriore elemento: il Comune si fa garante di una tutela della funzione pubblica dei servizi. Non a caso abbiamo utilizzato il termine funzione in un’accezione più ampia rispetto la parola “gestione”, volendo significare che il ruolo dell’ente locale è quello di: • governare i processi decisionali dei territori; • determinare gli obiettivi per il soddisfacimento delle esigenze della comunità; • quantificare le risorse; • definire le modalità gestionali più opportune pubblico o private; • sovrintendere e controllare i risultati gestionali al fine di garantire il raggiungimento degli obiettivi razionalizzando le risorse. Pertanto, l’individuazione di performance efficienti dei governi locali non può derivare dal semplice raggiungimento di livelli inferiori di spesa, ma deve scaturire da una valutazione sulla capacità dell’istituzione di allocare al meglio le risorse rispetto agli obiettivi perseguiti. La proposta del passaggio da una cultura amministrativa che si è appesantita nel tempo con fardelli burocratici ridondanti ad una di stampo manageriale deve essere quindi letta con cautela; non deve, cioè, realizzarsi attraverso l’automatica traslazione alla sfera 6 pubblica di meccanismi gestionali, presi direttamente a prestito dalla sfera imprenditoriale privata, pena il rischio di “snaturare” l’ente e la sua centralità sociale 5. L’Ente locale non può prescindere da funzioni di gestione della “cosa pubblica” senza considerare opportunamente la legittimazione di valori quali l’equità, la legalità e la promozione socio-culturale ed economica del territorio. Inoltre, è evidente che la soluzione a questo problema è tanto più complicata quanto più le istituzioni analizzate sono responsabili di una molteplicità di funzioni di elevata complessità e di diversa natura, come è appunto il caso dei governi locali. Nel panorama istituzionale, sociale ed economico appena descritto la decisione è stata quella di attivare un piano di accrescimento dei valori delle comunità coinvolte mettendo assieme le proprie unicità. Unione non significa snaturare le proprie peculiarità territoriali, ma mettere assieme i beni migliori per migliorare il bene comune. Per questo il progetto è partito su basi concrete e sperimentate grazie ad esperienze condivise di gestione di servizi pubblici e decisioni comuni nell’ambito della pianificazione territoriale. È stato individuato un ambito di bacino adeguato per numero di cittadini -oltre 40 milaed un’area, di oltre 600 Kmq, con affinità territoriali, sociali e culturali, caratterizzata da un tessuto imprenditoriale dinamico. È stato attivato un percorso operativo attento e scrupoloso nelle valutazioni tecniche, economiche ed operative. Tutto questo per muovere i primi passi sicuri sul cammino per la creazione dell’Unione dei Comuni Valli e Delizie, al quale tutti i cittadini sono chiamati a partecipare. 5 V.d. Cavaliere V., Rosini D. (2002) . 7 1. Gli obiettivi del percorso L’embrione dell’ “idea progettuale” relativa alla creazione dell’Unione, nasce dalla ricerca di alcune risposte a domande tanto elementari quanto determinanti per il piano strategico di sviluppo dell’organizzazione del nuovo Ente. a) I tre Comuni di Argenta, Ostellato e Portomaggiore quali vantaggi traggono nella realizzazione dell’Unione? b) Come si possono individuare le principali criticità del percorso di riorganizzazione? c) Quindi, quali sono le opportunità o le minacce che possono condizionare questo processo? Per chiarire come sono stati determinati gli obiettivi del progetto non si può prescindere dal riportare in modo sintetico l’analisi SWOT 6 mediante la quale sono stati individuati punti di forza, opportunità, criticità e minacce che caratterizzano il percorso per giungere all’istituzione dell’Unione. I dati che hanno portato alla realizzazione della matrice SWOT , sono stati raccolti mediante: a) la prima valutazione organizzativa compiuta con lo “Studio di fattibilità”, realizzato dalla società C.O.Gruppo; b) l’elaborazione delle analisi dei gruppi di lavoro inter-comunali; c) le informazioni raccolte durante i primi incontri con gli stakeholder Comunali, sodalizi sindacali del mondo imprenditoriale, (Consiglieri associazioni di volontariato, ecc…) ed i cittadini. Per quanto concerne lo Studio di fattibilità i dati sono stati raccolti attraverso: • 19 interviste mirate alle strutture comunali, in particolare i segretari comunali, i dirigenti e i responsabili dei servizi da analizzare. Nell’ambito delle interviste è stata effettuata la raccolta di elementi e informazioni utili alla ricostruzione delle modalità organizzative e delle specificità dei singoli servizi. • Un’analisi documentale sui PEG e su convenzioni inviate dai Comuni. • L’analisi delle schede per la raccolta di dati e informazioni circa i servizi e le funzioni svolte, predisposte anche raccogliendo indicazioni da parte dei responsabili. La somministrazione delle schede è stata effettuata tramite incontri 6 SWOT acronimo inglese: strengths, weaknesses, opportunities, and threats. L’analisi SWOT è un’analisi di supporto alle scelte che risponde ad un’esigenza di razionalizzazione dei processi decisionali. E’ una tecnica sviluppata da più di 50 anni come supporto alla definizione di strategie aziendali. A partire dagli anni ’80 è stata utilizzata come supporto alle scelte di intervento pubblico per analizzare scenari alternativi di sviluppo. 8 individuali e, laddove possibile, incontri collettivi fra i tre Comuni, per la condivisione della metodologia. È stata attivata un’azione di coinvolgimento delle ragionerie dei tre enti, con un incontro ad hoc, per facilitare il supporto ai responsabili dei servizi nella ricostruzione del conto economico dei singoli servizi. • L’analisi comparata con i dati di altre unioni comunali “best performer”7. I gruppi di lavoro inter-comunali hanno redatto documenti di sintesi definendo in modo analitico i processi di riorganizzazione dei servizi coinvolti nell’Unione. Particolare attenzione è stata posta all’ analisi dei profili economici, ai meccanismi di funzionamento organizzativo comparati fra le tre strutture dei Comuni coinvolti nel processo di unione, nonché agli atti istitutivi necessari per lo start up del nuovo Ente. In relazione all’esame tecnico delle mansioni organizzative dell’Ente, che proseguirà sino al completo conferimento delle funzioni all’Unione, è stata utile la metodologia già utilizzata nel piano di fattibilità come strumento per valutare le risorse disponibili rispetto agli obiettivi da raggiungere. 7 “Studio di fattibilità per la realizzazione dell’Unione dei Comuni di Argenta, Ostellato e Portomaggiore”, Co. Gruppo, 30 novembre 2011 9 Nella sezione riservata alle scelte della prima fase di attuazione dell’Unione sono descritti nel dettaglio i termini di approccio tecnico che hanno prodotto la reingegnerizzazione dell’organizzazione e dei processi del nuovo Ente. Oltre all’analisi squisitamente tecnica, proprio per la valenza particolare delle funzioni pubbliche e gli scopi sociali e di sviluppo che l’Ente ricopre, è stato di fondamentale importanza il coordinamento politico unito ai contributi degli stakeholder raccolti durante gli incontri appositamente organizzati. Sono già stati effettuati : • 13 incontri pubblici nei territori delle tre Amministrazioni Comunali, incontrando le comunità locali delle diverse frazioni; • 3 assemblee unitarie rispettivamente con il mondo dell’associazionismo, le confederazioni sindacali provinciali e con le rappresentanze imprenditoriali; • 6 riunioni complessive con i dipendenti delle amministrazioni e le rispettive rappresentanze sindacali provinciali; • 12 sedute di carattere politico nei Consigli e nelle Giunte Comunali, dei Capigruppo consiliari e specifiche commissioni . • incontri con le scuole primarie e secondarie dei territori al fine di lanciare un progetto di coinvolgimento sulla denominazione dell’Unione. Questo processo di partecipazione si prefigge di produrre un sistema di confronto permanente con tutte le rappresentanze politiche, gli attori sociali, gli operatori economici, il capitale umano che all’interno delle singole Amministrazione Comunali è maggiormente coinvolto nel progetto. La partecipazione democratica alla realizzazione e alla vita del nuovo Ente consentirà di raccogliere input importanti per il miglioramento costante dei servizi alla comunità ed alla crescita delle politiche di sviluppo del territorio. 1.1 Criticità, opportunità, punti di forza, minacce Gli elementi SWOT, contenuti nelle matrici sotto riportate, sono un compendio delle analisi e delle valutazioni raccolte secondo la metodologia sintetizzata in questo paragrafo. I punti riguardano sia elementi di carattere organizzativo sia di sviluppo socio economico. 10 a) Criticità 1. Scarsità di risorse per le pubbliche amministrazioni; 2. Crisi economica congiunturale prolungata; 3. Crescita delle esigenze delle comunità; 4. Frammentazione dei nuclei familiari e nei rapporti con la nuova immigrazione; 5. I territori coinvolti sono molto vasti e le comunità locali (con particolare riferimento alle frazioni) possono percepire l’evoluzione “in Unione” come un ulteriore momento di depauperameto dei servizi; 6. Il processo di trasformazione in Unione necessità di un’omogeneizzazione organizzativa delle strutture comunali; b) Opportunità 1. Economie di scala: concentrazione dei centri di costo, flessibilità nella risposta alle esigenze dei servizi, razionalizzazione nella gestione dei fornitori. Economie attuabili in modo sostanziale nel medio-lungo periodo; 2. Eliminazione delle disparità territoriali di trattamento nelle aree omogenee (es. applicazione regolamenti, tributi, ecc…); 3. Riduzione delle ridondanze burocratiche; 4. Accrescimento delle competenze disponibili all’interno degli enti; 5. Profilo strategico: maggiore visibilità e “potere contrattuale” ai livelli istituzionali superiori; 6. Qualità della democrazia: incremento della varietà sociale e della partecipazione delle comunità coinvolte; 7. Condivisione nelle strategie di pianificazione territoriale e sviluppo economico; 8. Cooperazione per lo sviluppo del territorio in chiave turistica. c) Punti di forza 1. Ampia rete di servizi; 2. Esperienze di servizi associati e di governance condivisa dei territori; 3. Sono omogenei sotto il profilo della vocazione produttiva e hanno un forte dinamismo imprenditoriale; 4. I tre territori hanno tesori naturalistici ed emergenze storiche in grado di costituire una risorsa turistica importante; 5. Costituiscono un nodo fondamentale di comunicazione fra le tre province di Ferrara, la Romagna e la città Metropolitana di Bologna; 11 6. Sono in ambiti di omogeneità istituzionale (distretto AUSL, programmazione commerciale, ecc…); 7. Sistema infrastrutturale strategico in fase di espansione (SS16, raccordo FerraraMare, collegamento Cispadana); 8. Presenza attiva del mondo dell’associazionismo. d) Minacce 1. Esistono forti competitors “vicinali” che hanno interessi di sviluppo comuni: cosiddetta situazione “predatoria”; 2. Allungamento della “catena” decisionale: rapporto fra organi istituzionali comunali e dell’Unione; 3. Nel breve periodo, probabile sovrapposizione dei ruoli fra Unione e Comuni: ridondanza burocratica interna. 4. Sicurezza dei territori; 5. Invecchiamento progressivo della popolazione; 1.2 Gli obiettivi prioritari L’analisi dei dati, delle informazioni, degli approfondimenti e delle proposte raccolte nella fase preliminare di studio dell’Unione, che ha consolidato la matrice SWOT, ha permesso l’individuazione degli obiettivi prioritari: I) Politiche di Welfare e Servizi sociali Mantenere e qualificare la rete dei servizi di supporto sociale e socio-assistenziale per gli individui, le famiglie ed i bambini, condividendo politiche gestionali su tutto il territorio dell’Unione. II) Efficacia ed efficienza Mantenere e migliorare la qualità dei servizi offerti all’utenza consolidando i risultati raggiunti e migliorando l’operatività nei costi di gestione. III) Semplificazione Semplificare la vita del cittadino e delle imprese omogeneizzando le procedure nei territori, eliminando le ridondanze burocratiche, diminuendo progressivamente i tempi di risposta alle esigenze dell’utenza. 12 IV) Economie di scala Aumentare le economie di scala concentrando i centri di costo, aumentando flessibilità nella risposta alle esigenze dei servizi, razionalizzando la gestione dei fornitori grazie alla massa critica raggiungibile con l’Unione. V) Sviluppo delle politiche del territorio Condivisione dei sistemi strategici: infrastrutturale, di programmazione territoriale e di sviluppo economico. VI) Tecnologia Potenziare l’utilizzo dei sistemi digitali sia all’interno dell’organizzazione Unione sia per l’utenza che fruisce dei servizi. Favorire l’accesso ai sistemi a banda larga e wi-fi dei territori. Promuovere iniziative per la riduzione del digital divide VII) Trasparenza Rendere fruibile ai cittadini qualunque tipo di informazione, nei limiti delle norme in materia di privacy, relativamente: alle scelte dell’amministrazione dell’Unione, alle decisioni istituzionali, ai dati economici di spesa, ai procedimenti amministrativi. VIII) Partecipazione Attivare un processo partecipato nelle scelte compiute dall’Unione mantenendo i contatti diretti nei territori e sviluppando forme di informazione e consultazione diffusa. IX) Ambiente Attivare politiche di tutela ambientale, sviluppo sostenibile e rispetto dell’ambiente come bene durevole generazionale. X) Sicurezza Attuare sistemi e strategie condivise di sicurezza del territorio attraverso la creazione di un unico sistema di protezione civile, per il presidio delle fragilità ambientali e la gestione degli eventi emergenziali. 13 2. Un territorio Con il termine “territorio” si è soliti individuare uno spazio fisico-geografico delimitato e con caratteristiche omogenee, che circoscrive fisicamente la sfera di competenza politica di un ente. Dal punto di vista giuridico il territorio è anche identificabile come il luogo in cui si sviluppa la personalità umana ed in cui è possibile esercitare poteri giuridici necessari per soddisfare diritti soggettivi individuali e interessi generali della collettività stanziata. Non vi è dubbio che con il lemma territorio si intende anche ciò che esprime l’identità comunitaria di una popolazione per condivisione di storia, tradizioni, cultura, ambiente e valori sociali. Nel caso dell’Unione Valli e Delizie l’elemento del territorio ha costituito un riconoscimento identitario fondamentale. Esiste un filo rosso che unisce le comunità di Argenta, Ostellato e Portomaggiore attraverso la condivisione di una storia di terre strappate alle acque, di emergenze storico-archittettoniche che ricordano indelebilmente il passato del dominio Estense ed un ambiente che possiede caratteristiche morfologiche ed ecosistemi contigui. Il territorio, quindi, diventa risorsa da preservare e da valorizzare anche sotto il profilo di una strategia di sviluppo turistico condivisa che sarà oggetto di futuri approfondimenti.8 2.1 Valli Le Vallette di Ostellato dal 1975 sono vincolate come Oasi di protezione della fauna. Dapprima ambiente di acqua salmastra, sono state trasformate in ambiente umido di acqua dolce attraverso l’immissione di acqua dai canali vicini: gradualmente si è formato un nuovo paesaggio e l’originaria vegetazione alofila dominata dalla salicornia ha ceduto il posto alla tipica vegetazione palustre d’acqua dolce, in cui prevale la canna. Procedendo da occidente verso oriente si incontrano Valle San Camillo, in cui si pratica la pesca sportiva, Valle Fossa 8 Testi e immagini di questa sezione sono tratti dalla guida turistica “Lungo antiche Sponde” (edita a cura della Provincia di Ferrara, 2010) e dal sito internet http://www.ferraraterraeacqua.it. 14 con recinto di daini, Valle Fornace ed infine Valle San Zagno. In quest’ultima Valle, essendo la più protetta, si possono osservare la fauna e la vegetazione più interessante: cicogne bianche, anatidi, aironi bianchi e cinerini, svassi maggiori, folaghe, cavalieri d’Italia nonché tutte le specie più comuni dell’avifauna di stagni e canneti. Le Anse Vallive di Porto, istituite nel 1971 come oasi di protezione della fauna, sono un’area di 50 ettari di lembi residui delle Valli del Mezzano che fino al 1983 erano utilizzate per la decantazione delle acque reflue del vicino zuccherificio di Bando, al confine con il comune di Argenta. Dopo la chiusura dello zuccherificio e la conseguente bonifica, sono sorte queste oasi, la cui ricchezza naturalistica ora è tale per cui sono contemplate nella Convenzione di Ramsar come zone umide di fondamentale importanza per la protezione degli uccelli acquatici. Le anse sono inoltre sede di due importanti progetti di reintroduzione: in ampie voliere sono mantenuti diversi esemplari della Cicogna Bianca a scopo riproduttivo, mentre i nuovi nati si involano liberi di ripopolare le terre, come era fino al secolo XVII. Nel vicino specchio d’acqua invece nuotano centinaia di esemplari di Oche Selvatiche e diverse specie di anatre, come alzavole, marzaiole, codoni assieme a svassi. Le valli di Argenta La sesta stazione del Parco del Delta del Po EmiliaRomagna, denominata Campotto di Argenta, si estende per circa 1624 ettari. Oggi le aree vallive artificiali di acqua dolce (Campotto, Bassarone, Vallesanta) rievocano la palude formatasi anticamente in seguito alle esondazioni dei torrenti e del Po di Primaro. Queste casse di espansione ricevono le acque della bassa pianura bolognese una volta sollevate dagli impianti idrovori nel caso in cui non possano essere scaricate tramite le chiaviche a porte vinciane nel fiume Reno. Cassa di Campotto e Bassarone (600 ettari): la cassa Campotto è l’unico punto, all’interno dell’Oasi di Val Campotto, in cui è presente la ninfea bianca, dove nidifica il mignattino piombato. In vicinanza si trova anche un prato umido, ideale luogo per la nidificazione e la sosta di numerose specie di uccelli, in particolare limicoli. La cassa di espansione Bassarone è la più recente e quindi la meno vegetata. Valle Santa: rappresenta l’altra zona umida ad acqua dolce, dove si possono ammirare estesi canneti, lamineti a nannufaro e un vasto prato umido. È quindi possibile osservare 15 le differenze nella composizione faunistica e floristica tra i due ambienti. Il Bosco del Traversante: rappresenta un residuo di foresta planiziale diffusa nella bassa padana prima degli interventi di bonifica. Al suo interno è possibile sentire cinciallegre, cinciarelle, cardellini, picchi rossi e verdi, rigogoli, capinere e molte altre specie appartenenti all’avifauna. Frequenti sono anche i mammiferi, come la volpe, la lepre, il tasso, la donnola, a cui si aggiungono numerose specie apparte-nenti all’erpetofauna (anfibi e rettili). Un altro importante patrimonio ambientale che costituisce un elemento unificante dei territori di Argenta, Ostellato e Porotmaggiore è la Valle del Mezzano. La bonifica della Valle del Mezzano, iniziata nel 1957, fu portata a termine meno di 10 anni dopo: si trattava di una grande laguna interna salmastra che, per effetto della subsidenza dei terreni e dell’innalzamento del livello del mare si era formata a partire dal IX sec. quando le acque fluviali e marine avevano coperto una foresta di querce. La presenza di ceppi di querce fossili ritrovati testimonia che queste terre erano emerse e che poi vennero in-vase dalle acque salmastre. Ora costituisce un importante area di produzione agricola di pregio. L’agricoltura biologica è un sistema produttivo in sintonia con l’ambiente e le esigenze dell’uomo. Il modello di produzione sostenibile evita di depredare le risorse naturali, in particolare i suoli, l’acqua e l’aria per puntare su uno sviluppo che faccia leva sulle risorse che la natura stessa mette a disposizione e, quindi, concepire un percorso che possa durare nel tempo. Vaste estensioni di queste fertili terre, già da anni sono coltivate con il metodo dell’agricoltura biologica in particolare, grano, farro, mais, erba medica e soia; frutteti (pere e mele), asparagi, ortaggi vari, girasole e la zucca. L’elemento di valorizzazione delle aree sopra descritte resta la stretta connessione con il Parco del Delta del Po che rappresenta una risorsa fondamentale per la valorizzazione e la tutela di questo ambiente nonché un brand riconosciuto al livello internazionale da promuovere anche in ambito di progetti di valorizzazione turistica. 2.2 Delizie Le Delizie Estensi rappresentano l’altro elemento che contraddistingue il territorio dell’Unione ricordando in modo imperituro nei secoli la dominazione dell’antica casata che dominato su Ferrara ed i territori del suo Ducato. 16 Nel Comune di Portomaggiore, si trova la Delizia del Verginese, affascinante dimora degli Estensi, giunta fino a noi dopo cinque secoli di storia custode di antiche memorie di vita agreste, fasti, amori e misteri. Risale al 1481 l’atto notarile che descrive il Verginese come casale agricolo. La proprietà, ubicata in un’area importante grazie alla fitta rete di canali anche navigabili, tra cui il Verzeneze, fu donata dal duca Alfonso I d’Este a Laura Dianti. Poco distante dalla Delizia si trova il podere presso il quale, nel 2002, è stata ritrovata la necropoli di epoca romana della famiglia dei Fadieni. Fu il duca Borso nel 1464 a volere la costruzione della Delizia di Benvignante di Argenta, che affidò all’architetto Pietro Benvenuto dagli Ordini, di un luogo vicino al Primaro dove trascorrere piacevoli giornate di riposo e da qui molto probabilmente il nome, Benvignante, che suona come un benvenuto o un augurio. Appena edificata la Delizia fu regalata da Borso d’Este al conte Teofilo Calcagnini, segretario di corte e uomo di fiducia molto stimato. La costruzione passò dai Calcagnini ai conti Gulinelli che la modificarono se-condo il gusto dell’epoca. Dal 1990 è del Comune di Argenta che la utilizza per rassegne estive. La Delizia di Medelana, nel Comune di Ostellato, fu costruita per volere di Borso d’Este nel 1450. Era dotata di due logge, dalla prima delle quali una scala in marmo conduceva al piano nobile dove erano situati gli appartamenti ducali e la cancelleria. Ercole I, succeduto a Borso, dedicò a Medelana molta attenzione curandone il restauro e avvalendosi anche dell’opera di Biagio Rossetti. Medelana era un abituale luogo di riposo per Lucrezia Borgia, moglie di Alfonso I; anche per Marfisa d’Este fu la delizia preferita e qui vi ospitò Torquato Tasso per farlo ritemprare dalla prigionia dell’ospedale di Sant’Anna. 17 3. Il tessuto produttivo La vocazione agricola dei territori dell’Unione si esprime nel numero di imprese attive del settore che complessivamente nei tre Comuni raggiungono oltre le 1300 unità locali (pari ad una percentuale del 14,4% rispetto al totale complessivo del territorio provinciale 9). Non si tratta solo di un ambito produttivo radicato in termini quantitativi ma anche qualitativi. Sono molte infatti le varietà agricole di pregio prodotte nei territori dell’Unione, che da sempre caratterizzano anche un’inclinazione all’ attività agroindustriale di trasformazione: come ad esempio pomodoro, orticole e cereali . Per quest’ultima tipologia di coltura si è sviluppato negli ultimi anni un interessante progetto di filiera del “grano di qualità della Valle del Mezzano”, riconosciuto dalla Regione EmiliaRomagna. Nell’area esiste un dinamismo imprenditoriale multisettoriale con alcune spiccate vocazioni nell’ambito manifatturiero della meccanica di precisione, commercio e terziario avanzato. Si stima che poco meno dell’11% delle attività imprenditoriali provinciali abbia sede giuridica nei territori dei tre Comuni (il 10,9%, pari a oltre 4 000 unità su un totale complessivo di poco meno di 37.500)10. La scelta dell'Unione è stata guidata anche dalle opportunità offerte dagli strumenti di pianificazione. Come è già stato ricordato, le Amministrazioni di Argenta, Ostellato e Portomaggiore (assieme ai Comuni di Voghiera e Migliarino) hanno cooperato per la definizione del PSC – il Piano Strutturale Comunale. All'interno di questo strumento le aree industriali di Argenta e di San Giovanni di Ostellato sono state individuate, in base alle previsioni di espansione, come APEA sovracomunali. Questo aspetto non è solo nominale. La Provincia di Ferrara, nel proprio PTCP, ha individuato queste, insieme a Codigoro (Area Pomposa-Ponte Quagliotto) come le aree strategiche sulle quali concentrare le iniziative di qualificazione energetica ed ambientale che possono usufruire delle risorse derivanti dai fondi FESR. Inoltre, la Regione ha individuato nelle APEA l'elemento strategico di sviluppo territoriale dei prossimi anni. Questo combinato disposto, che vede nell'Unione la concentrazione di 9 Fonte: “informazioni economiche e statistiche della Provincia di Ferrara – 2012” a cura della Camera di Commercio. Fonte: “informazioni economiche e statistiche della Provincia di Ferrara – 2012” a cura della Camera di Commercio. 10 18 due siti che presentano già realtà industriali significative, costituisce un'opportunità di crescita reale per il territorio. Non meno importanti, sotto il profilo della collocazione strategica infrastrutturale, sono alcuni insediamenti produttivi complementari nell’area portuense: l’area del Persico e l’Area Via Provinciale San Vito individuata negli strumenti di programmazione urbanistica ed oggetto di un piano di espansione futura. 3.1 Insediamenti produttivi a) L'APEA di Ostellato – San Giovanni di Ostellato Il comparto produttivo ricade, in merito alla zonizzazione territoriale definita dal PTCP della Provincia di Ferrara, nell’Unità di Paesaggio n. 8 denominata “delle Risaie”, in quanto aree vocate a questo tipo di coltura, in conseguenza della bassa giacitura, fino ad alcuni metri sotto il livello del mare, del piano di campagna. Situazione che ha mantenuto queste zone paludose fino all’avvento della bonifica meccanica, attuata con macchine a vapore, a partire dalla seconda metà del ‘800. Il successivo appoderamento dei terreni redenti è avvenuto prima ad opera di grandi società latifondiste, di cui l’Azienda Gallare, situata prossima al comparto, ne costituisce un esempio tra i più importanti, e dal secondo dopoguerra grazie alla Riforma Agraria, che ha punteggiato il territorio con le tipiche corti edificate dall’Ente per la Colonizzazione del Delta Padano. Il paesaggio che ne è derivato mostra caratteri altamente antropici: si tratta di territori estremamente piatti, moderne centuriazioni date dalle griglie regolari di strade e canali, con pochi alberi e grandi spazi aperti. Il comparto produttivo si colloca al margine del raccordo autostradale FerraraPortogaribaldi, gestito dall’ANAS, in quanto tratto dell’Autostrada A13. Altra infrastruttura viaria che serve l’area produttiva è la Strada Provinciale n.32 che collega l’area di Lagosanto, e quindi, proseguendo verso nord, il territorio codigorese, all’altra Strada Provinciale n.1, che da Ferrara giunge a Comacchio, inanellando i centri posti sul paleolaveo dell’antico Padoa. Grazie alla presenza del raccordo autostradale, l’area è facilmente collegata, in direzione ovest, al casello di Ferrara sud dell’autostrada A13 Bologna-Padova, e in direzione est alla Strada Statale n. 309 “Romea”, attualmente l’unico sistema infrastrutturale di collegamento fra l’area ravennate e veneziana. L’area è dotata di un accesso carrabile principale, posto sul raccordo autostradale, e di una rete viaria di distribuzione interna, realizzati con dimensioni e conformazione adeguate anche al transito del traffico pesante. È suddivisa in 3 comparti in base alle 19 successive espansioni realizzate nel corso degli anni. Dal punto di vista urbanistico i primi due comparti si configurano come zone “D2” produttive di espansione in attuazione mentre il terzo comparto rientra in zona “D3” produttiva di espansione di nuovo impianto. L’area ha attualmente una superficie di 1.135.644 mq e il nuovo PSC prevede un’ulteriore espansione dell’area di circa 930.000 mq. In particolare è in previsione l’attuazione di un nuovo stralcio di circa 14 ettari all’interno della superficie di espansione. Le imprese già insediate si concentrano soprattutto nei comparti della meccanica, della chimica-plastica e del trattamento dei rifiuti. Sono presenti sia realtà di medie dimensioni, che lavorano anche su tre turni, che piccole attività artigianali. b) L'APEA di Argenta – Via Copernico Il comparto produttivo ricade, in merito alla zonizzazione territoriale definita dal PTCP della Provincia di Ferrara, nell’Unità di Paesaggio n. 6 denominata “della Gronda”, in quanto perimetra la fascia di separazione, e passaggio, fra terre vecchie, ad ovest, e terre nuove ad est. È un territorio quindi dai caratteri ibridi, il cui paesaggio ha in parte assunto le peculiarità dei territori di più antica antropizzazione, senza ancora perdere del tutto quelli delle aree di recente bonifica. Il comparto si colloca al margine dell’abitato di Argenta, a circa 3 km dal centro cittadino, in un’area che presenta già i caratteri della periurbanità, grazie alle recenti espansioni residenziali del nucleo urbano. A livello infrastrutturale il comparto è servito dalla Strada Statale n. 16 “Adriatica”, che collega Ferrara con Ravenna e passa a circa 1 km ad est dell’area. Attualmente il nuovo tracciato viario, con giacitura rettilinea e corsie allargate termina a 10 km dal comparto produttivo, dopo l’abitato di Consandolo, per proseguire poi sul tracciato storico. Tuttavia, sono in corso di ultimazione le opere del secondo stralcio dei lavori di ammodernamento della SS16 adriatica che collegherà l’innesto sulla SS 495 sino allo svincolo di Argenta, sulla strada provinciale del Capoluogo, in prossimità della zona di espansione dell’APEA, migliorando in maniera determinante la viabilità a servizio della zona industriale. A nord, la stessa SS16, si innesta alle porte di Ferrara, sul raccordo autostradale Ferrara-Portogaribaldi, che consente di raggiungere con facilità il casello autostradale di Ferrara sud dell’autostrada A13 Bologna-Padova. A sud, oltrepassato il corso del Reno, prosegue in territorio ravennate e raccorda anche le vie di penetrazione verso l’area di Lavezzola, Conselice e Lugo. 20 Altra infrastruttura viaria tangente il comparto è la Strada Provinciale n. 48, che collega Argenta a Portomaggiore, centro in cui sono situati alcuni servizi di rango provinciale, non presenti in loco. L’area si trova inoltre adiacente all’asse ferroviario Ferrara-Rimini, cui appartiene la locale stazione di Argenta. L’area è esterna al centro abitato e di conseguenza accessibile evitando l’attraversamento del nucleo abitato di Argenta. È dotata di un accesso carrabile principale, posto sulla strada provinciale, e di una rete viaria di distribuzione interna, entrambi realizzati con dimensioni e conformazione adeguate anche al transito del traffico pesante. Tra le attività insediate si segnalano un'iniziativa industriale di medie dimensioni legata alla trasformazione di prodotti agricoli, attività legate al comparto della meccanica, strutture a servizio delle imprese (trattamento e conferimento rifiuti; nuove tecnologie, ecc.). La presenza di un centro sportivo all’interno del comparto lo qualifica ulteriormente poiché permette un utilizzo dell’area da parte della cittadinanza anche in orari e giornate non prettamente lavorativi. Attualmente l’area ha una superficie complessiva di 445.200 mq ed è stata attuata con cinque stralci successivi (comparto 1: 128.000 mq, comparto 2: 103.000 mq, comparto 3: 35.100 mq, comparto 4: 90.800 mq, comparto 5: 88.300 mq). Il nuovo PSC prevede l’espansione della superficie del comparto fino a 81.8 ettari; per la nuova espansione di 37,5 ettari non è ancora previsto un Piano Attuativo; all’interno di questa superficie di espansione è prevista la prossima attuazione e urbanizzazione di circa 10 ettari secondo caratteri di Area Ecologicamente Attrezzata. c) Portomaggiore Nell’ambito produttivo di Portomaggiore esiste l’area del Persico in fregio alla Statale 16 con entrata di svincolo proprio conseguente alla circonvallazione di raccordo che conduce presso il centro di Portomaggiore. L’area pertanto, è ottimamente collegata sotto il profilo delle strutture logistiche a servizio della medesima. Inoltre, si trova distante rispetto al centro abitato evitando eventuali interferenze fra le attività insediate e la comunità residente. L’estensione della zona produttiva del Persico è complessivamente di oltre 20 ettari, di cui 5,5 ettari attualmente del PUA di iniziativa privata già attuato, mentre 15 ettari sono previsti nel piano di espansione del POC del Comune di Portomaggiore. Sono ammesse all’insediamento tipologie di attività diversificate: attività manifatturiere industriali, imprese artigianali, commercio, trasformazione dei prodotti agricoli ecc… 21 3.2 Le potenzialità di sviluppo Il concetto di “area vasta”, inflazionato nel decennio scorso, con l'Unione assume una reale concretezza, sia per i confini amministrativi che per le iniziative in termini di politica di sviluppo economico che l'Ente, con questa nuova configurazione, può avviare sul territorio, per le condizioni oggettive fin qui sintetizzate. Prima di tutto, la presenza di una massa critica sulla quale poter lavorare in modo significativo (potenziale di circa 70 imprese di diversi livelli dimensionali) può permettere l'attivazione di iniziative interessanti per consolidare la presenza delle attività economiche sul territorio, tenendo conto anche della difficile situazione congiunturale che non accenna a mitigarsi. E’ possibile immaginare azioni per consentire alle imprese di migliorare le proprie performance produttive in relazione ai rapporti che hanno con i fornitori. La programmazione di approvvigionamenti su scala più ampia può consentire una riduzione di costi di produzione; così come possono nascere collaborazioni complementari dei fattori produttivi fra le imprese. In secondo luogo, le aree industriali dell'Unione costituiscono nel loro insieme un'opportunità interessante per l'attrazione di nuove attività imprenditoriali, sia per le localizzazioni competitive, sulle principali direttrici infrastrutturali, che come tipologie di insediamento, che sono complementari (industriali, artigianali e commerciali). Inoltre, se si considerano le attività imprenditoriali insediate sulle tre aree come inserite in un’unica rete, può essere impostata una progettazione per la creazione di nuove relazioni commerciali, anche intra-area. Inoltre, il “peso specifico” dell’Unione in ambito di macro-programmazione territoriale potrà consentire di avere un potere decisionale maggiore rispetto alle istanze che in precedenza venivano presentate singolarmente dai Comuni in modo autonomo. 22 4. Esperienze di governance e ambiti associati condivisi La decisione di attivare il percorso di creazione dell’Unione discende anche da una consolidata esperienza pluriennale di collaborazione inter-istituzionale fra le amministrazioni comunali coinvolte in questo processo. D'altronde sono proprio le prime cooperazioni fra i Comuni che consentono di misurarsi sul difficile campo dell’arte della mediazione per poter raggiungere accordi di omogeneizzazione e/o condivisione di scelte strategiche. In questa sede vale la pena ricordare che i Comuni coinvolti in questo processo di Unione hanno alle spalle anni di “palestra” di cooperazione nell’ambito di quella che viene definita, programmazione negoziata. Nella Provincia di Ferrara, i piani di progetto per gli investimenti nell’ambito infrastrutturale con contribuzione europea sono sempre stati condivisi fra i territori delle amministrazioni comunali, rientranti nei i piani di sviluppo locale, al fine di essere maggiormente competitivi rispetto alle altre Province della Regione. Un’interessante esperienza, che riportata nell’alveo del progetto di Unione giustifica l’operazione di riorganizzazione istituzionale, per rendere maggiormente concorrenziali i Comuni coinvolti rispetto ai competitor vicinali. Una sintesi di queste ulteriori esperienze di associazione consente di comprendere la scelta “naturale” che ha portato i tre partner istituzionali alla condivisione di questo progetto. 4.1 Il Piano Strutturale Associato Nel corso del 2003 i Comuni di Argenta, Portomaggiore, Migliarino, Ostellato e Voghiera hanno sottoscritto una convenzione per la gestione associata dell'Ufficio di Piano. La L.R. 20/2000 prevede infatti all'art. 15 che i Comuni possano "stipulare accordi territoriali per lo svolgimento in collaborazione di tutte o parte delle funzioni di pianificazione urbanistica, nonché per l'elaborazione in forma associata degli strumenti urbanistici e per la costituzione di un apposito ufficio di piano o di altre strutture per la redazione e gestione degli stessi". L'accordo territoriale tra i cinque comuni ha previsto l'istituzione di un unico Ufficio di Piano che ha avuto il compito di predisporre, anche tramite l'affidamento di specifici incarichi a consulenti esterni: • un unico Documento Preliminare, un unico Quadro Conoscitivo e un'unica Valsat articolati per ogni ambito territoriale dei singoli Comuni; 23 • il Piano Strutturale Comunale Associato articolato per ogni ambito territoriale di ogni singolo Comune; • gli altri strumenti di pianificazione, quali POC e RUE, per ogni singolo comune associato. L'Ufficio di Piano ha inoltre, tra le sue attività: • la gestione operativa e il coordinamento del gruppo di lavoro (convocazione verbalizzazione incontri, ecc.) • la gestione operativa (convocazione, segreteria tecnica, verbalizzazione, gestione osservazioni ecc) dei processi di concertazione istituzionale (Conferenza di Pianificazione) previsti dalla l.r. 20/2000 nonché dei processi partecipati legati al PSC (Forum) • la predisposizione elaborati per attività di informazione relativa al PSC (sito web, pubblicazione elettronica/cartacea documenti, predisposizione materiale informativo per pubblicazioni, eventi ecc.) Allo stato attuale, i Comuni di Argenta, Ostellato e Portomaggiore sono dotati di PSC e Regolamento Urbanistico Edilizio armonici grazie alla collaborazione attivata con la costituzione dell’Ufficio di Piano associato. Grazie a questo importante strumento di programmazione territoriale la collaborazione sta proseguendo per la definizione di un unico regolamento di igiene. 4.2 Condivisione Distretto Sanitario Sud-Est I Comuni di Argenta, Ostellato e Portomaggiore, condividono il medesimo ambito di distretto sanitario. In questo contesto esiste un processo di condivisione delle strategie legate ai servizi alla persona e alla gestione dei servizi socio sanitari sia attraverso l’approvazione del Piano di Zona per la salute ed il benessere sociale, sia attraverso l’azione costante realizzata nell’ambito dell’Ufficio di Piano distrettuale gestito in convenzione dai Comuni del Distretto (convenzione sottoscritta il 28/12/2011). Il territorio di Argenta Ostellato e Portomaggiore coincide con una specifica sub-zona sociale distrettuale (definita sub-zona di Portomaggiore) da sempre caratterizzata da una organizzazione operativa differenziata dal restante distretto (facente capo alla sub-zona di Codigoro). Infatti, i Comuni di Argenta e Portomaggiore, hanno già costituito dal 01/07/2008 con provvedimento di Giunta Regionale n. 954 del 23/06/2008, un’unica ASP, Azienda Pubblica di Servizi alla Persona, (comprendente gli istituti “Beneficenza Manica” e 24 “Fondazione Salvatori” di Argenta, “Pio Istituto Eppi” di Portomaggiore) con sede ad Argenta. Dal 01/07/2012, in seguito alla decisione distrettuale di ritirare le deleghe delle funzioni socio-assistenziali e socio-sanitarie conferite da diversi anni all’Ausl Ferrara-Distretto Sud-Est, i Comuni di Argenta, Ostellato e Portomaggiore hanno conferito le suddette funzioni secondo la seguente modalità organizzativa: - le aree “Adulti disabili/disagio” e “Anziani” all’Azienda Pubblica Servizi alla Persona (ASP) Argenta - Portomaggiore “Eppi – Manica – Salvatori”; - l’area “Minori” al Comune di Portomaggiore tramite convenzione per la gestione associata ai sensi dell’art. 30 del D.Lgs. 267/2000 (convenzione sottoscritta in data 28/06/2012 reg. n. 1203); Contestualmente il Comune di Ostellato, ha formalmente manifestato l’intenzione di recedere dall’ASP di Codigoro del “Delta Ferrarese” e richiedere l’ammissione nell’Asp di Argenta - Portomaggiore “Eppi-Manica-Salvatori” in relazione sia al processo di ritiro delle deleghe delle funzioni socio-assistenziali e socio-sanitarie dall’Ausl Ferrara, sia all’avvio delle procedure per la costituzione dell’Unione tra i Comuni di Argenta, Portomaggiore e Ostellato. In attesa della conclusione del predetto percorso il Comune di Ostellato ha comunque proceduto all’affidamento dei servizi sociali afferenti l’area “Adulti disabili/disagio” e “Anziani” all’ASP Argenta - Portomaggiore “Eppi-Manica-Salvatori”. Nel medesimo contesto, i tre Comuni hanno deciso di condividere, in modo specifico, la piattaforma informatica I CARE, per la gestione delle pratiche socio-assitenziali, in modo autonomo rispetto alle altre Amministrazioni del distretto, al fine di razionalizzare le risorse sul piano telematico, di formazione professionale e banca dati della conoscenza. 4.3 Servizio Associato di Sportello Unico per le Attività Produttive Dal 2007 i Comuni di Argenta e Portomaggiore (precedentemente erano presenti anche i Comuni di Voghiera e Masi Torello che usciranno progressivamente dalle Convenzioni) gestiscono in modo associato il servizio di SUAP. Questo ha permesso l’individuazione di procedure comuni, omogeneizzazione delle regolamentazioni e del trattamento dei diversi settori imprenditoriali. È utile precisare che il SUAP del Comune di Ostellato mantiene con questo servizio associato, un forte legame grazie alla presenza del Coordinamento provinciale dei SUAP, presieduto dal responsabile del Comune di Argenta. In questo ambito vengono adottate su tutto il territorio provinciale i medesimi procedimenti, gli stessi strumento di front office e back office grazie alla partecipazione del progetto regionale di riuso PEOPLE. 25 5. Le scelte della prima fase di attuazione organizzativa 5.1 La progettazione intra-comunale Come anticipato nelle sezioni precedenti, le fasi di riorganizzazione e reingegnerizzazione dei processi amministrativi relativi al nuovo Ente sono frutto di un complesso lavoro di progettazione intra-comunale. È necessario premettere che la scelta delle funzioni da conferire al momento della costituzione dell’Unione ha tenuto conto dei seguenti elementi: • funzioni già gestite in convenzione da parte di almeno due dei Comuni interessati all’Unione e per le quali si sia già sperimentata la collaborazione ed un certo grado di integrazione: SUAP, pianificazione urbanistica e servizi sociali; • funzioni il cui esercizio discende in larga parte da disposizioni normative e che presentano, quindi, forti omogeneità gestionali, prestandosi quindi ad una unificazione e standardizzazione procedurale: gestione delle risorse umane e tributi; • funzioni per le quali è stata riscontrata l’utilità di una gestione omogenea sui territori dei Comuni: edilizia, ambiente e Protezione Civile. È implicito che il passaggio dai servizi comunali a servizi in comune attraverso l’Unione, comporta la rielaborazione dell’organizzazione amministrativa principalmente attraverso una modifica della gestione dei flussi dei procedimenti, della logistica, della gestione del capitale umano e dell’organizzazione del lavoro. Per questo motivo, i primi elementi presi in considerazione per attivare il percorso di organizzazione dell’Unione, sono emersi dalle valutazioni preliminari dello Studio di fattibilità realizzato dalla società C.O.Gruppo. Questi elementi di base hanno avuto lo scopo di : • comparare le performance dei servizi anche nella loro evoluzione temporale prendendo in considerazione il triennio 2009-2010-2011); • evidenziare potenziali vantaggi e/o criticità nel passaggio alla gestione in unione; • verificare le condizioni organizzative necessarie per il passaggio in gestione associata; • consentire, negli anni, il raffronto e la comparazione fra la situazione attuale all’interno dei comuni e quella in Unione. 26 Successivamente alla prima analisi dello Studio di fattibilità si è passati alla verifica degli elementi analizzati dalla società C.O.Gruppo, con approfondimenti tematici suddivisi per settori. In maniera estremamente sintetica i principi ispiratori secondo i quali si è proceduto alla costituzione del percorso operativo si possono riassumere nei seguenti “fattori” cardine: • l’organizzazione interna con definizione delle strutture di funzione amministrativa, • i meccanismi operativi, • l’utilizzo delle tecnologie, • la determinazione del personale coinvolto nelle fasi attuative. In questo contesto si è tenuto conto della necessità di procedere alla riorganizzazione dei processi amministrativi, definendo le strutture operative responsabili, individuando pertanto il "proprietario" del processo ("process owner") e tenendo conto dei seguenti obiettivi: • la razionalizzazione delle risorse messe in comune dalle tre Amministrazioni Comunali; • lo snellimento dell'organizzazione, anche attraverso la creazione di gruppi di lavoro interfunzionali, responsabilizzati su obiettivi comuni e capaci di governare direttamente tutte le leve che determinano la prestazione; • la ricomposizione del lavoro e delle professionalità richieste, superando la parcellizzazione di compiti e competenze; • l'instaurazione di modalità formali di gestione dei processi con l'adozione di metriche e di sistemi di rilevazione delle prestazioni continuamente operanti ed integrate con il sistema di controllo di gestione; Come accennato durante l’esposizione dell’Analisi SWOT, questo processo di riorganizzazione giunge in un delicato momento di transizione istituzionale. Così, anche sotto il profilo tecnico, si è dovuto tener conto delle nuove esigenze che caratterizzano la trasformazione degli enti pubblici: • una crisi economica strutturale che impone di ripensare al ruolo dei servizi locali e alle loro modalità di fruizione; • le accresciute esigenze degli utenti (cittadini, imprese, collettività), che richiedono servizi sempre più efficienti, senza inutili perdite di tempo, e sempre più adeguati; 27 • la sempre più rigorosa responsabilizzazione dei decisori pubblici sui livelli di spesa, per effetto delle politiche di risanamento finanziario; • l'introduzione progressiva di meccanismi competitivi che coinvolgono settori crescenti dell'amministrazione pubblica, anche per la diminuzione dei contributi ai quali gli enti locali hanno accesso; • l'introduzione nel settore pubblico di nuove tecnologie abilitanti quali in primo luogo la rete unitaria delle pubbliche amministrazioni che rende immediatamente disponibile in ogni momento ed in ogni luogo tutto il patrimonio informativo presente e che garantisce comunicazione immediata e "certificata". • sistemi di controllo della spesa pubblica, dei processi amministrativi e di gestione del personale. La consapevolezza di dover far fronte ad una serie notevole di difficoltà ha imposto al coordinamento politico ed allo staff tecnico di utilizzare un sistema rigoroso di valutazione dei punti di forza a disposizione dei Comuni e degli elementi di criticità palesi e latenti. Pertanto, per condurre un intervento di riorganizzazione e reingegnerizzazione dei processi, è necessario utilizzare tecniche di modellazione rigorosi, in modo da poter valutare tutti i seguenti aspetti: le risorse consumate (input) il processo di trasformazione il prodotto/servizio (output) le regole e i vincoli di trasformazione (controlli) i meccanismi utilizzati nel processo 28 Il processo di elaborazione progettuale è stato coordinato da un tavolo tecnicoistituzionale, composto dalle Segreterie generali e dai Sindaci dei tre Comuni, che ha il compito di indirizzo anche nei confronti dei gruppi di lavoro Settoriali. 5.2 Composizione dei gruppi di lavoro settoriali Gruppo di lavoro Settore Personale Bertarelli Elena – Dirigente del Settore Servizi alle Persone del Comune di Portomaggiore Giorgi Silvia – Responsabile del servizio personale del Comune di Argenta Riccio Anna – Responsabile del servizio personale del Comune di Portomaggiore Botti Eleonora - Responsabile del servizio personale del Comune di Ostellato Gruppo di lavoro Settore Tributi Marina Zeccoli – Dirigente settore finanze del comune di Portomaggiore Patrizia Travasoni – Dirigente settore programmazione e gestione finanziaria – Affari generali del comune di Argenta Paolo Occhi – Responsabile servizio tributi del comune di Ostellato Silvio Santaniello – Responsabile servizio entrate del comune di Argenta Renza Frighi – Responsabile servizio entrate e tributi del comune di Portomaggiore Gruppo di lavoro Pianificazione Urbanistica, Edilizia ed Ambiente Luisa Cesari – Dirigente Settore territorio e urbanistica dei Comuni di Argenta Portomaggiore Claudia Benini – Responsabile servizio territorio, urbanistica e Sportello Unico per Attività Produttive del Comune di Ostellato Nadia Caucci – responsabile ufficio amministrativo urbanistica Comune di Argenta Leonardo Monticelli – responsabile servizio Sportello Unico per l’Edilizia Comune Argenta Stefano Trevisani – responsabile servizio Sportello Unico per l’Edilizia Comune Portomaggiore. e le di di Gruppo di Lavoro Sportello Unico per le Attività Produttive Marco Sandri – Dirigente Settore Sviluppo Economico Comune di Argenta e Settore S.U.I. del Comune di Portomaggiore; Claudia Benini – Responsabile servizio territorio, urbanistica e Sportello Unico per le Attività Produttive del Comune di Ostellato. Paolo Occhi – Responsabile servizio tributi del Comune di Ostellato – parte Attività produttive; Daniela Garbellini – Responsabile ufficio Attività Produttive Comune di Portomaggiore. Gruppo di Lavoro informatica, CED, ICT Il settore informatico ed ICT non fa parte del primo gruppo di servizi posto in Unione. Tuttavia, come ampiamente spiegato nelle note metodologiche del presente paragrafo gli strumenti tecnologici sono parte sostanziale dei processi di riorganizzazione e reingegnerizzazione degli Enti locali. Infatti l’informatica è stata ritenuta determinante per la creazione della struttura del nuovo Ente. 29 Elena Bertarelli – Dirigente Ced e Servizi informativi del Comune di Portomaggiore Marco Sandri – Dirigente Ced e Servizi informativi del Comune di Argenta Gabriele Ruiba – Servizi informativi ed ICT del Comune di Portomaggiore Emanuele Passerella – Servizi informativi ed ICT del Comune di Argenta Roberto Lanzarone – Servizi Marketing e programmazione; Federica Roncarati – Servizi informativi ed ICT del Comune di Argenta Patrizia Pasqualini – Servizi informativi ed ICT del Comune di Ostellato Gruppo di lavoro Settore Personale Gruppo di lavoro Gruppo di lavoro Settore tributi Settore SUAP TAVOLO DI COORDINAMENTO TECNICO ISTITUZIONALE Uno degli Gruppo di lavoro Gruppo di lavoro Settore Urbanistica Informatica ICT elementi di fondamentale condizionamento nella determinazione dei meccanismi organizzativi è stato quello dell’integrazione del lavoro degli uffici di back office e front office, in modo tale da non compromettere la fruibilità dei servizi “a sportello” da parte dell’utenza. Ciò ha significato la necessità di individuare un modello organizzativo in grado di rispondere agli elementi di migliore gestione del capitale umano, mantenendo comunque l’apertura degli sportelli di servizio all’utenza, il front office appunto, agli stessi standard qualitativi già raggiunti dalle singole amministrazioni comunali. 5.3 Esiti dell’operare dei gruppi di lavoro 30 La Sintesi delle prime risultanze tecnico-organizzative emerse dai gruppi di lavoro può essere riassunta nei seguenti “blocchi” settoriali: Gruppo di lavoro Settore Personale Come suggerito dallo studio C.O.Gruppo si è deciso di conferire in unione tutte le funzioni relative alla gestione e all’organizzazione del personale (ambito giuridico ed economico) al fine di avere concreti miglioramenti dal punto di vista organizzativo a medio termine e di far emergere eventuali risparmi di risorse. La proposta organizzativa elaborata parte da un’attenta analisi della distribuzione delle competenze tra i diversi operatori, delle competenze acquisite e delle propensioni di ciascun dipendente. È stata prevista una SEDE UNICA presso il Comune di Portomaggiore per migliorare i processi comunicativi tra gli operatori e conseguire effettive economie di scala . All’interno del settore verranno gestiti anche : Protocollo Archivio Contratti (limitatamente all’Unione) Supporto operativo alla segreteria degli organi istituzionali (staff del Segretario) Il Settore viene pertanto denominato SETTORE GESTIONE RISORSE UMANE ED AFFARI GENERALI. L’attività di segreteria degli organi istituzionali farà capo direttamente al Segretario Generale dell’Unione che si avvarrà di personale appositamente individuato. Tali scelte consentiranno di raggiungere anche i seguenti risultati: • opportunità di maggiore copertura interna del servizio; • maggiore possibilità di specializzazione del personale dedicato; • razionalizzazione delle risorse disponibili; • maggiori opportunità di presidio del servizio per i comuni di minori dimensioni; • risparmio progressivo di risorse umane attraverso una ridistribuzione di attività e compiti. Gruppo di lavoro Settore Tributi Lo studio di fattibilità elaborato dalla C.O.Gruppo evidenziava una maggiore linearità nell’unificazione del servizio tributi ed, al contrario, un’elevata complessità per l’unificazione del servizio entrate. Anche la disamina effettuata dal gruppo di lavoro intercomunale ha portato alla conclusione di conferire in unione unicamente la gestione delle entrate tributarie, escludendo le entrate extratributarie. 31 Pertanto la gestione associata riguarderà la gestione dell’ICI (attività di controllo, rimborsi e gestione del contenzioso),dell’ IMU e della TARES. Per quanto riguarda l’addizionale comunale IRPEF verranno gestiti dal servizio associato la predisposizione e l’aggiornamento degli atti deliberativi e regolamentari, oltre alle previsioni ed analisi del gettito. Riguardo l’imposta sulla pubblicità ed i diritti sulle pubbliche affissioni, il servizio gestirà i rapporti con il concessionario ed i relativi controlli per i due comuni (Argenta e Portomaggiore) che hanno affidato all’esterno l’attività di accertamento e riscossione, mentre continuerà nella gestione in economia per il comune di Ostellato; ciò per tutto il 2013, per poter valutare nel frattempo la modalità più efficace e conveniente di gestione unitaria per i tre comuni a partire dal 2014. Risultati attesi : • potenziamento delle competenze in materia di riscossione dei tributi; • sviluppo della potenzialità di creare competenze specializzate interne per l’attività di controllo, la riscossione coatta, i rapporti con l’agenzia delle entrate per l’attività di accertamento tributario e la gestione del contenzioso; • specializzazione delle competenze professionali delle risorse umane a disposizione; • ottimizzazione e/o modifica dei contratti di gestione esternalizzata ovvero qualificazione per l’eventuale gestione con risorse interne; • omogeneizzazione dei regolamenti comunali; • armonizzazione dell’interpretazione normativa tributaria. Gruppo di lavoro Pianificazione Urbanistica, Edilizia ed Ambiente L’attuale organizzazione dei servizi tecnici dei tre Comuni, i ruoli assegnati ai differenti uffici e le responsabilità in capo agli stessi, risultano allo stato attuale alquanto eterogenei fra loro. Pertanto, il lavoro di sintesi che ha consentito di individuare un’organizzazione in grado di razionalizzare le risorse di personale a disposizione dei tre Comuni mantenendo un importante servizio di front office a favore dell’utenza, è stato estremamente complesso. Ciò che ha facilitato il percorso di confronto sul progetto di creazione dell’Unione è stato il lungo lavoro già effettuato dai comuni per la condivisione degli strumenti urbanistici. Gli obbiettivi che la nuova struttura tecnica della nascente unione si pone sono i seguenti: • attuazione delle indicazioni veicolate dalla normativa regionale che si occupa di gestione e pianificazione territoriale intesa in senso ampio (L.R. 20/2000 – L.R. 31/2002 – ecc.); 32 • mantenimento di un processo decisionale dei temi territoriali articolato e decentrato; • miglioramento dell’efficienza; • ottimizzazione del lavoro del personale, riducendo i costi complessivi; • tendenza alla specializzazione degli operatori; • supporto al SUAP; • promozione della tutela dell’ambiente, anche attraverso l’utilizzo di energie rinnovabili; • elaborazione di scelte di area vasta relative ad altri piani (es. Tutela delle acque) ed elaborazione dei conseguenti accordi territoriali; • semplificazione e qualificazione del rapporto con gli stakeholders (tecnici e cittadini) anche in relazione all'elaborazione delle varianti agli strumenti urbanistici approvati e di monitoraggio degli strumenti urbanistici. Gruppo di Lavoro Sportello Unico per le Attività Produttive L’esperienza già condotta sia a livello di servizio associato fra i Comuni di Argenta e Portomaggiore sia come coordinamento provinciale, ha certamente agevolato la definizione di un’organizzazione in grado di condividere procedure e supporti tecnologici. Il miglioramento organizzativo passa attraverso l’esigenza di mantenere un rapporto con l’utenza radicato in tutte e tre le comunità; è rilevante, infatti, l’aspetto dimensionale dei comparti produttivi dei tre Comuni che vede anche ad Ostellato la presenza di una delle aree industriali più importanti della Provincia di Ferrara. Inoltre, al fine di fornire un miglior servizio agli stakehoders che maggiormente usufruiscono dei servizi dello SUAP, si desidera procedere ad un’integrazione con il SUE, con particolare riferimento alla fase di valutazione “in entrata” della pratica, creando un front office in grado di rispondere alle diverse richieste poste dall’utenza in un unico punto di ricezione delle istanze. Risultati attesi: • progressivo allineamento nelle funzioni di gestione del territorio attraverso l’unificazione dei regolamenti; • incremento della professionalizzazione del personale; • efficentamento nella gestione delle risorse tecnologiche; • programmazione di politiche di sviluppo economico con visione di area vasta; • miglioramento del rapporto con gli imprenditori ed i fruitori “professionali”: studi tecnici, studi commerciali, associazioni di categoria; 33 • ridefinizione in modo unitario del rapporto con gli Enti terzi (AUSL, ARPA, VVF, ecc..) migliorando le tempistiche di risposta nei procedimenti. 5.4 Organigramma In seguito alla conclusione della prima fase di studio da parte dei gruppi di lavoro, il coordinamento tecnico-politico è giunto all’individuazione della macro organizzazione dell’Unione e dei vertici direttivi delle diverse unità organizzative. Figura 1 - Organigramma complessivo della prima fase di attuazione dell’Unione Valli e Delizie. Al vertice della tecnostruttura figura: • un Segretario generale individuato nella persona del Segretario del Comune di Portomaggiore – Dott.ssa Crivellari • i Dirigenti individuati tra i dirigenti competenti per materia dei Comuni di Portomaggiore e Argenta (enti dotati di dirigenza) • le Posizioni organizzative individuate tra i dipendenti incaricati di posizione organizzativa competenti per materia dei Comuni di Argenta e Ostellato (enti in cui risultano presenti tali figure professionali) Dopo un’attenta riflessione dei gruppi di lavoro e del coordinamento tecnico-politico si è giunti alla definizione della micro organizzazione del nuovo Ente con l’individuazione del personale dei 3 Comuni coinvolti. Complessivamente i dipendenti interessati, anche in minima percentuale, risultano essere 46, oltre alle 4 figure dirigenziali (2 del Comune di 34 Argenta e 2 del Comune di Portomaggiore) e al Segretario Generale (del Comune di Portomaggiore) così distribuiti: SETTORE IN UNIONE SEGRETERIA GENERALE SETTORE FINANZE SETTORE RISORSE UMANE ED AFFARI GENERALI SETTORE SUAP SETTORE URBANISTICA, EDILIZIA, AMBIENTE Totale complessivo COMUNE DI ARGENTA COMUNE DI OSTELLATO COMUNE DI PORTOMAGGIORE Totale complessivo 2 2 5 2 2 9 6 1 2 9 4 1,5 4 9,5 10 2,5 4 16,5 25 7 14 46 5.5 Gestione associata di funzioni prodromiche alla costituzione dell’Unione Proprio per garantire un avvio coerente con il lavoro svolto sotto la guida del tavolo di coordinamento tecnico-istituzionale e consentire di rispettare le tempistiche di costituzione dell’Unione, nel mese di Dicembre 2012, i Consigli Comunali di Argenta, Ostellato e Portomaggiore hanno approvato una Convenzione fra i Comuni per la gestione associata ed il coordinamento di funzioni prodromiche alla costituzione dell’Unione stessa. Le funzioni poste in forma associata sono le seguenti: 1. Comunicazione istituzionale (a titolo esemplificativo e non esaustivo: realizzazione materiale informativo, coordinamento rapporti con i mezzi di comunicazione di massa, organizzazione conferenze stampa ed interviste, organizzazione incontri pubblici, ecc); 2. Coordinamento della gestione del trattamento economico dei dipendenti al fine di definire modalità operative gestionali uniformi fin da gennaio 2013 in vista del conferimento del servizio gestione risorse umane all’Unione; 3. Coordinamento delle attività messe in campo dai diversi comuni al fine garantire le condizioni in termini di logistica e di dotazioni strumentali per il funzionamento del nuovo ente; 4. Gestione finanziaria, contabile e fiscale finalizzata alla costituzione del nuovo ente (a titolo esemplificativo e non esaustivo: predisposizione bilancio, apertura posizione assicurativa, fiscale, previdenziale, attivazione servizio tesoreria, ecc); 5. Gestione attività di segreteria finalizzata alla costituzione del nuovo ente; 35 6. Gestione e sviluppo dei sistemi informatici, informativi, telematici, di e-government essenziali per il pieno funzionamento del nuovo ente (a titolo esemplificativo e non esaustivo: attivazione/miglioramento sistemi informatici di front-office e back-office, sviluppo dei servizi di e-government; interconnessione e integrazione dei sistemi informatici; miglioramento della sicurezza e dell’affidabilità dei sistemi; progettazione unificata); 7. Costituzione di un’unica Commissione intercomunale per la qualità architettonica e il paesaggio ai sensi del D.lgs. 42/2004 art. 148 e della L.R. 31/2002 art. 3; L’approvazione della Convenzione, con il conferimento dei ruoli esecutivi dei servizi associati, permette di entrare nella fase operativa di costituzione dell’Unione iniziando a dare forma concreta alle progettualità elaborate dai gruppi di lavoro inter-comunali. 5.6 Il sistema informatico – ICT Per quanto riguarda la funzione dei sistemi informatici è necessario precisare che la condivisione di una piattaforma tecnologica ben progettata costituisce elemento essenziale per la riorganizzazione dell’Unione. Infatti, l’elemento tecnologico assume nella fase di reingegnerizzazione dei processi un’importanza basilare per la condivisione delle banche dati della conoscenza e per consentire uno sviluppo armonico dei procedimenti dell’Ente. Lo stesso studio di fattibilità della C.O.Gruppo ha individuato nella definizione di una corretta omogeneizzazione dei sistemi software uno degli elementi strategici per la buona riuscita del processo di Unione; così come la creazione di una piattaforma informatica hardware condivisa rappresenta l’asse portante sul quale “far correre” i processi amministrativi dell’Unione. Per questo, anche in questa sede, si ritiene opportuno dedicare un particolare approfondimento, allo sviluppo dei sistemi formativi e ICT dell’Unione. Analisi utilizzo software servizi in Unione Il gruppo di lavoro ha preventivamente analizzato la composizione dei software in dotazione ai servizi delle Amministrazioni Comunali coinvolte nel processo di creazione dell’Unione. Oltre ai servizi che verranno conferiti al nuovo Ente in questa prima fase (Tributi, Personale, Suap, Urbanistica), l’Unione, essendo soggetto giuridico a sé stante, dovrà avere una propria gestione in ordine a: Contabilità Finanziaria, Protocollo, Gestione atti e Documentale. In questo contesto dobbiamo tenere conto di alcune variabili fondamentali che condizioneranno le scelte informatiche nel medio e lungo periodo: 36 • le banche dati a disposizione degli applicativi dei servizi in Unione dovranno interagire con quelle che resteranno in connessione ai servizi ancora operanti nei tre comuni (ad es. anagrafe), in modo da non avere disallineamenti; • alcuni applicativi dei servizi in Unione dovranno essere in grado di interagire con i software dei servizi che rimarranno ancora presso i Comuni. Gli applicativi attualmente in dotazione ai servizi oggetto della prima fase di conferimento in Unione sono i seguenti: Dotazioni SW Dotazioni SW Ostellato Portomaggiore Datagraph (vers. SQL Engeenering Datagraph (vers. Super Tributi server) Base) Datagraph (vers. SQL Kibernetes (basato su Datagraph su (vers. Personale server) Lotus Domino) Super Base) Urbanistica Civilia Open (Oracle) Alice di Eldasoft Civilia Open (Oracle) SUAP VBG Core Core Area Dotazioni SW Argenta Una delle difficoltà di maggiori, da superare attraverso la nuova struttura informatica, è quella di consentire ai servizi che prima operavano autonomamente nelle amministrazioni comunali di funzionare come un unico nuovo modulo operativo dotato di distaccamenti territoriali interoperabili fra loro. Le soluzioni che verranno individuate dovranno rispondere alle seguenti caratteristiche base: a) devono operare su data base relazionali di provata stabilità (Oracle, SQL Server, in primis) in modo da consentire un agevole migrazione dei dati; b) gli applicativi dovranno essere dotati di collaudati servizi di Web Services; c) dovranno avere funzionalità integrate ed avanzate con Posta Elettronica Certificata (P.E.C.) e firma digitale; d) sono preferiti gli applicativi che hanno già integrato le proprie funzionalità con i sistemi messi a disposizione da Lepida (ad es. sistema PARER – il Polo Archivistico della Regione Emilia Romagna per la conservazione dei documenti in digitale - e People Demografici, il sistema informatico regionale, a riuso, per la gestione delle istanze dei servizi demografici); La gestione associata dei servizi che prevedono la presenza di personale in sedi diverse, risulta efficacie ed efficiente solo in presenza di un work flow dei documenti in formato digitale. In questo modo, gli atti potranno essere processati, visionati e firmati, dagli operatori dei servizi, utilizzando qualunque terminale collegato alla rete. 37 Inoltre, deve essere prevista l’integrazione di questi servizi, sia di back office sia di front office, con i sistemi di supporto già attivati da Lepida come per esempio l’accesso agli applicativi con autenticazione FEDERA ed il sistema di pagamenti on-line dei tributi con Payer. Per quanto riguarda le paghe e la gestione degli accessi (timbrature) del personale, i Comuni di Argenta e Portomaggiore hanno in dotazione gli stessi software, anche a livello di versione; è quindi logico convergere sull’applicativo che già condivide il maggior volume di informazioni, in modo da ridurre i costi di conversione ed omogeneizzazione dei dati. Lo stesso ragionamento vale per il software in dotazione all’ufficio Tributi, in quanto i comuni di Argenta e Portomaggiore condividono lo stesso applicativo. Il servizio SUAP è oggetto di uno sviluppo congiunto a livello provinciale nell’ambito del progetto di riuso di E_Gov dell’Emilia Romagna che utilizza la piattaforma People; pertanto non sussistono problemi di compatibilità fra i tre Sportelli in quanto sia il sistema di front office sia quello di back office, saranno condivisi. Il Comune di Portomaggiore ed Ostellato stanno già procedendo all’effettuazione dei corsi di formazione per il passaggio all’utilizzo dell’applicativo VBG in dotazione a tutti i SUAP della provincia di Ferrara. Per ciò che concerne il Settore Urbanistica e Sportello Unico per l’Edliziazia, i settori Urbanistica di Argenta e Portomaggiore già da diversi anni utilizzano come gestionale l'applicativo "CIVILIA edilizia", ed è installato su server locale accessibile tramite rete lepida, mentre i dati sono inseriti su data base Oracle. L'applicativo permette di realizzare una banca dati unica delle anagrafiche suddivisa tra "tecnico/associazione/studio" e "cittadino/imprese" che presentano istanza al comune. Il sistema prevede che siano disegnati dei work flow per ogni tipologia di intervento e/o endoprocedimento, per lo svolgimento delle singole istanze. Nel Back-Office, all'interno del flusso è possibile tenere traccia e verificare in tempo reale lo stato di avanzamento dei procedimenti in corso, inviare notifiche attraverso e-mail ai colleghi che debbono prendere in carico parte del flusso, firmare digitalmente gli atti che vengono creati durante la fasi di avanzamento. Sempre per motivi di efficacia ed efficienza si provvederà ad acquisire il modulo del programma CIVILIA per il Comune di Ostellato nonché ad attivare l’unificazione delle banche dati dell’urbanistica. 38 Tutto ciò premesso, il progetto prevede che la nuova dotazione degli applicativi in Unione diventerà la seguente: Dotazioni SW Argenta Datagraph (vers. SQL Tributi server) Datagraph (vers. SQL Personale server) Urbanistica Civilia Open (Oracle) SUAP VBG Area Dotazioni SW Ostellato Datagraph (vers. SQL server) Datagraph (vers. SQL server) Civilia Open (Oracle) VBG Dotazioni SW Portomaggiore Datagraph (vers. Super Base) Datagraph su (vers. Super Base) Civilia Open (Oracle) VBG Per quanto concerne il servizio di protocollo – gestione atti e albo on line, la decisione è stata quella di scegliere il prodotto già in uso al Comune di Argenta e sul quale il Comune di Portomaggiore aveva già attivato una riflessione sulla riconversione dei propri sistemi. La principale esigenza alla quale si è cercato di far fronte, è quella di consentire la protocollazione di documenti indirizzati presso l’Unione da qualunque Comune partecipante a tale processo. Questo perché l’elemento prioritario è quello di evitare disagio alla popolazione dei tre Comuni. Inoltre l’utilizzo di un sistema già in parte condiviso consentirà nel medio lungo periodo una migrazione verso un sistema unico e definitivo di protocollazione, mano a mano che altre funzioni verranno conferite all’unione stessa. Portale per visualizzazione albo pretorio on line e pratiche dei primi servizi in unione Per quanto concerne la scelta sul portale, allo stato attuale, tenuto conto che la creazione di un sito internet strutturato dell’Unione necessità di una gestazione progettuale temporalmente più lunga, si è concordato nel procedere con l’utilizzo del sistema di portale in dotazione all’applicativo Civilia. Quest’ultimo consentirà una prima capacità informativa istituzionale nei confronti dell’esterno ed una flessibile capacità di integrazione con i sistemi software che si è deciso di adottare. Infrastruttura informatica hardware Per quanto concerne la creazione dell’infrastruttura informatica il gruppo di lavoro ha pensato di agire su tre livelli: i. Individuazione del server principale presso il Comune di Portomaggiore. ii. Potenziamento del polo di Argenta per distaster recovery reciproco, sicurezza e memoria di supporto. iii. Attivazione di sistemi di assistenza remota. 39 In particolare, si procederà al potenziamento di una infrastruttura di virtualizzazione già in uso e ben collaudata. Questa infrastruttura di virtualizzazione consente il dispiegamento (deployment) di nuovi server/servizi nel solo tempo necessario all'installazione dei sistemi operativi e programmi e libera dalle fasi che richiedono la maggior parte del tempo: dalla scelta del materiale, al reperimento dei fondi, richiesta di preventivi, determinazioni d'acquisto, consegna, montaggio fino al collaudo. Tale infrastruttura consente anche la creazione di servizi temporanei seguiti dalla loro distruzione una volta terminato il lavoro da svolgere, senza l'impegno di nuove risorse, senza sprechi e senza rottami. È modulare: per aumentare la potenza basta sostituire una parte con una più potente senza mai doversi preoccupare della compatibilità dei programmi installati e senza nemmeno dover arrestare il servizio. La direzione intrapresa dai Comuni membri dell'unione è stata saggiamente orientata alla virtualizzazione con gli strumenti considerati lo standard mondiale: VMWARE questa scelta rende automaticamente compatibili tutte le applicazioni server dei Comuni della costituenda Unione. Come primo e più importante effetto abbiamo la possibilità di trasferire un intero server, con annessi database, di poterlo eseguire su altra infrastruttura e di potervi operare virtualmente da qualunque postazione internet al solo costo della connettività e della copia di un grosso file. Condizione necessaria per garantire la Continuità Operativa in caso di evento disastroso. Il Comune di Argenta è già in possesso di una infrastruttura ridondata e di una licenza Plus di VMWARE che consente l'HA: high availability cluster ciò significa che le diverse schede madri server si supportano reciprocamente e in caso di guasto di una, le altre si accollano i processi garantendo la continuità operativa in modo trasparente senza intervento dell'operatore. Nella direzione di un modello di computazione diffusa per sua natura delocalizzata e dunque naturalmente resiliente proponiamo Argenta come punto nodale di una strategia complessiva di replica dei server dei Comuni e dell'Unione: Disaster Recovery reciproco, che rappresenta una riduzione dei costi rispetto alla realizzazione di una infrastruttura di Disaster Recovery remoto per ciascun ente, per questo è necessaria una quantità opportuna di spazio su dischi, e il NAS, certificato VMWARE, con 8 dischi ha esattamente questo scopo. 40 6. I rapporti finanziari fra Comuni e Unione Tra le finalità principali della gestione associata vi è indubbiamente il contenimento dei costi rispetto ai servizi da erogare, ma soprattutto il mantenimento dei servizi quantomeno all’attuale livello quali-quantitativo, pur in presenza di risorse umane e finanziarie in costante diminuzione. Le spese sono rappresentate dai costi diretti ed indiretti per il funzionamento dei singoli servizi, nonché da quelle necessarie per la realizzazione di specifici progetti e da quelle relative ai servizi di supporto. Tutte le spese di funzionamento saranno previste nel bilancio dell’Unione e ripartite fra i Comuni aderenti prioritariamente in base alla popolazione residente,fatta salva l’adozione di ulteriori indicatori specifici per servizio, da disciplinarsi nelle singole convenzioni. Le modalità di versamento delle singole quote da parte dei Comuni all’Unione saranno previste all’interno delle singole convenzioni. Saranno inoltre previste, sempre all’interno delle convenzioni, modalità di rendicontazione periodica dell’unione ai singoli comuni sullo stato di attuazione dei programmi e degli obiettivi assegnati. L’impatto economico-finanziario dell’Unione sui Comuni è strettamente correlato alle modalità organizzative adottate. La base di riferimento è rappresentata dal costo storico per i singoli Comuni delle funzioni trasferite; l’obiettivo è fare in modo che complessivamente i costi dei servizi conferiti all’Unione non superino, per ciascun Comune, a parità di servizio erogato, il costo in precedenza sostenuto, ovvero consentano un’implementazione del servizio ad un costo sostenibile e congruo. Tale analisi, rapportata agli anni 2011 e 2012, sarà valutata per la predisposizione delle convenzioni. L’onere aggiuntivo, in fase iniziale, a carico dei Comuni è rappresentato dai servizi di supporto, ovvero dai servizi di segreteria, contabilità e controllo di gestione. Il costo di tali servizi, comunque organizzati senza il ricorso ad assunzioni o a collaborazioni esterne, sarà ammortizzato via via che si implementeranno le funzioni conferite e si realizzeranno le sinergie nell’impiego delle risorse umane. L’Unione, nella fase iniziale di avvio, eserciterà le funzioni e le attività conferite dai Comuni utilizzando sedi, strutture, attrezzature e beni strumentali già di proprietà dei 41 singoli comuni, concesse da questi in uso. Solo successivamente l’unione acquisirà direttamente quanto necessario all’espletamento delle attività. I primi costi di avvio (piano della comunicazione, investimenti per hardware e software, lavori approntamento sede) sono stati allocati nei bilanci 2012 e 2013 di ciascun Comune e suddivisi in base alla popolazione. L’Unione provvederà annualmente a comunicare ai Comuni la proposta di bilancio preventivo per le funzioni trasferite secondo una tempistica coerente con la formazione dei bilanci preventivi dei singoli comuni e terrà informati i singoli comuni, durante l’esercizio, in merito alla propria situazione economico-finanziaria in tempi coerenti con la verifica circa la salvaguardia degli equilibri di bilancio e l’assestamento generale di bilancio. Le modalità di gestione dovranno essere tali da non recare pregiudizio agli equilibri dei bilanci dei singoli comuni. È fondamentale che ogni Comune possa disporre di strumenti di indirizzo, gestione e controllo che permettano di valutare, oltre ai costi per la gestione dei servizi anche il livello minimo di erogazione degli stessi e le modalità operative. Ne consegue la scelta organizzativa di istituire un ufficio controllo di gestione che possa monitorare l’attività dell’unione fin dal suo avvio. Contestualmente all’approvazione del Piano esecutivo di gestione/Piano performance dell’Unione verranno definiti gli indicatori di valutazione dell’efficacia ed efficienza dell’unione. La spesa sostenuta per il personale dell’Unione non potrà comportare, in sede di prima applicazione, il superamento della somma della spesa di personale dei Comuni aderenti ed a regime dovrà conseguire effettivi risparmi. 42 Letto, confermato e sottoscritto come segue IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO Leoni Sara IL SEGRETARIO GENERALE Cavallari Dott.ssa Ornella La presente copia composta da n. ………………………. pagine, è conforme, ai sensi dell’art.18, comma 2, del D.P.R. N.445/2000 ed all’art.23, comma 1 del D.Lgs. n.82/2005, al documento originale sottoscritto con firma digitale, conservato presso questo Ente. In carta libera per uso amministrativo. Argenta, il Il Pubblico Ufficiale Documento sottoscritto con firma digitale ai sensi del DPR 445/2000 e dell’art. 21 del D.Lgs 82/2005 e successive modifiche ed integrazioni. Il documento originale è conservato in formato elettronico su banca dati del Comune di Argenta.