z c confindustria 4 GUGLIEMI: «La lotta alla contraffazione va combattuta con coraggio e determinazione» Il presidente di Indicam e del Comitato Anticontraffazione Confindustria fa il punto sul fenomeno sempre più esteso, indicando alcune iniziative concrete mirate al contrasto del mercato del falso residente perché la Giornata nazionale anticontraffazione? Considerato che quella del 7 luglio è stata la prima Giornata nazionale anticontraffazione che ha visto l’impegno congiunto di Confindustria e del Ministero dello Sviluppo Economico e che il mio ruolo è di rappresentare Confindustria come presidente della Commissione lotta alla contraffazione, mi sembra importante andare al di là di quanto raffigurato sulla grafica dell’invito, che sembra orientarsi prioritariamente sul made in Italy che di fatto è solo un’indicazione di origine. Credo che per affrontare seriamente il fenomeno e la sua gravità e predisporre i necessari strumenti di contrasto, anche in coerenza con il nome della Commissione che presiedo (Tutela marchi e lotta alla contraffazione) sia impor tante invece riflettere sulla contraffazione tout court. Il mercato dei falsi continua a registrare cifre da capogiro raggiungendo fino al 9% del Prodotto Interno Lordo mondiale. L’Italia quanto paga questo fenomeno e quali sono i settori più colpiti? I contraffattori non certificano i propri bilanci; tuttavia l’ultima stima OCSE (2009) rivaluta a oltre 250 miliardi di dollari quella precedente (2007) che ne dava 200 per la sola contraffazione transdoganale, esc ludendo esplicitamente non P Carlo Guglielmi Presidente Indicam e Comitato Anticontraffazione Confindustria Carlo Guglielmi dal 1979 è Presidente e Amministratore Delegato di FontanaArte, una della più prestigiose aziende di illuminazione e arredo di design del Made in Italy. É Presidente di Cosmit (l’organizzatore del Salone Internazionale del Mobile di Milano) da ottobre 2008. É Presidente di Indicam (Istituto di Centromarca per la lotta alla contraffazione dei marchi) dal settembre 2001, confermandosi al suo 5° mandato. É Presidente della Commissione per la tutela dei marchi e la lotta alla contraffazione di Confindustria. É stato Vice Presidente Fondatore ed è tuttora Vice Presidente Onorario di Altagamma (l’Associazione che riunisce le più affermate aziende espressione della cultura e dello stile italiano nel mondo). É membro del Consiglio di Indirizzo della Fondazione Istud (la prima Business School indipendente in Italia che accompagna la crescita della classe manageriale italiana). É stato Presidente di Assoluce (l’associazione italiana che riunisce le più importanti aziende italiane produttrici di apparecchi di illuminazione). É socio, con i familiari, dell’Azienda Agricola San Bernardo di Gavi. z c soltanto tutto il digitale ma soprattutto quanto prodotto e posto sul mercato all’interno di una stessa area doganale (UE, NAFTA, Mercosur ecc.). Quest’ultima voce potrebbe valere altrettanto e quindi raddoppiare il montante. Con gli stessi criteri in Italia potremmo essere tra i 3,5 e i 7 miliardi di euro. Come contrastare questa situazione? In una situazione in cui il commercio mondiale è in crisi e queste cifre invece crescono regolarmente (+ 25% fra le due misurazioni), la sola prospettiva di poterle riportare nei flussi legittimi dovrebbe darci il coraggio e la determinazione per affrontare il problema come priorità strategica cui destinare attenzione e risorse anche al di là di ogni considerazione etica. Dove si insinua la contraffazione e in che modo si alimenta? Solo inquadrando il fenomeno in un’ottica etica ci accorgiamo che la contraffazione in realtà si nutre e prospera attraverso una serie di complicità: non solo quelle esplicite fra i “falsari” e le organizzazioni criminali che li sostengono lungo tutta la filiera patologica e segreta della contraffazione ma anche quelle omissive, preterintenzionali, occasionali o oppor tunistiche dettate da inadempienze, trascuratezze o ingordigia: sono soprattutto le complicità apparentemente meno immediate che possono inquinare ogni filiera legittima facendo sì che in qualche snodo quella patologica vi confluisca, rendendo particolarmente arduo il contrasto della contraffazione. E la diffusione di questo tipo di complicità purtroppo “non ha nazionalità”, nel senso che è fortemente e tradizionalmente presente anche nel nostro Paese: per essere più chiari, esiste una g rande massa di contraffazione made in Italy - il che è ancora più g confindustria 5 z c confindustria 6 INDICAM: COS’È, COSA FA INDICAM rappresenta oltre 180 aziende, associazioni, enti, studi professionali, organizzazioni impegnati nella lotta alla contraffazione dei prodotti di marca INDICAM è attivo in Italia e internazionalmente: • attraverso lo studio e l'approfondimento dei pericoli della contraffazione • con la diffusione di una cultura anticontraffazione fra gli operatori, le pubbliche autorità, il grande pubblico • adoperandosi per un miglioramento delle disposizioni legislative anticontraffazione e per una loro più efficace applicazione • coadiuvando Forze dell'ordine, Magistratura e gli altri rami della Pubblica Amministrazione direttamente impegnati nella lotta anticontraffazione • promuovendo operazioni collettive di investigazione fra i propri associati • cooperando con le nostre Autorità Diplomatiche per la protezione dei Marchi italiani all'estero. preoccupante - che spesso, pur provenendo dall’estero nelle sue componenti di base, viene perfezionata e immessa nella filiera da operatori italiani e non tanto con l’apposizione di un’indicazione “made in Italy” quanto di una marca usata illegittimamente. Quali in questo momento gli spazi più preoccupanti per l’estensione della contraffazione? Oltre a questo fenomeno che è un triste primato italiano, vi citerò due “mondi” in cui l’inquinamento delle filiere avviene con regolarità e in maniera sempre crescente: quello delle fiere internazionali e quello del web, due esempi concreti e allo stesso tempo paradigmatici di cosa può produrre il tollerarlo. I) gli organizzatori di fiere non sono evidentemente contraffattori “in proprio”, ma se il loro solo obiettivo è di riempire gli spazi espositivi ad ogni costo incentivando la presenza di chicchessia e rinunciando ad ogni forma di controllo e di dissuasione, ecco che le fiere stesse diventano veicoli potenti di diffusione a largo spettro di prodotto contraffatto… «Le forze associative delle imprese si impegnino a moralizzare ogni filiera produttiva attraverso appropriati strumenti, come l’istituzione di codici etici e/o di condotta vincolanti per gli associati» II) non sono contraffattori in proprio nemmeno gli Inter net Service Providers che gestiscono piattaforme commerciali sul web; tuttavia la resistenza generalizzata da parte loro - che pure sono spesso aziende quotate in borsa - ad accettare qualsiasi responsabilità rispetto a quanto viene messo in vendita nei loro “spazi virtuali” su cui - tra l’altro - incassano delle commissioni, fa sì che l’attuale esplosione della contraffazione via internet trovi in essi dei “facilitatori” di fondamentale effetto strategico soprattutto nello snodo che porta al consumatore. Ecco due casi esem- plari e sotto gli occhi di tutti, di cui pagano le conseguenze operatori corretti di ogni merceologia, per non parlare dei consumatori: su di essi Indicam, l’associazione dedicata alla lotta alla contraffazione che presiedo, ha già formulato proposte di soluzione, fatte proprie dalla Commissione per la lotta alla contraffazione di Confindustria e già in fase di implementazione con i più significativi partners pubblici e privati…Ma quante altre sono le filiere che presentano in maniera massiccia fenomeni di inquinamento, ancorché meno visibili a occhio nudo? Come combattere questa battaglia? Qual è il r uolo de gli indirizzi normativi? Allora, per fare un discorso generale, certamente gli interventi di indirizzo, normativi, regolamentari e repressivi sono fondamentali: non è un caso se la manifestazione del 7 luglio di Confindustria è stato un evento congiunto con il settore pubblico cui esse spettano: il Piano Nazionale Anticontraffazione di prossima presentazione da parte del Governo sarà un piano concreto e articolato sulle politiche di contrasto alla contraffazione a livello domestico, Unione Europea e internazionale. Ma c’è un compito che non possiamo demandare a nessuno e sul quale devono attivarsi in proprio le forze associative delle imprese, così come ha dimostrato di saper fare recentemente proprio Confindustria in Sicilia con le iniziative antimafia del Presidente Lobello: il severo e indifferibile impegno a una moralizzazione di ogni filiera produttiva attraverso appropriati politiche e strumenti, come l’istituzione di codici etici e/o di condotta vincolanti per gli associati. g di Raffaella Venerando g