Abbé Pierre Mc. 10,21 - "...vendi quello che hai, dallo ai poveri..." Lc. 12,33 - "vendete i vostri beni e dateli in elemosina Gc. 2,5 - "Ascoltate fratelli miei carissimi, Dio non ha forse scelto i poveri secondo il mondo, perché siano ricchi in fede ed eredi del regno....? Gal. 2,10 - "...ci raccomandarono di ricordarci dei poveri, cosa che io (Paolo) ho sempre cercato di fare" Mt. 25,40 "...in verità vi dico: in quanto lo avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, l'avete fatto a me." *** "E' difficile aiutare chi soffre"- II suo vero nome era Henri Groues. Nato in una famiglia benestante il 5 agosto del 1912 a Lione. Il padre, commerciante di scarpe, ogni domenica invitava Henri (12 anni) ad accompagnarlo al quartiere operaio di Rambaud. Nello stanzone c'erano i più poveri del quartiere, per ore e ore suo papà radeva la barba ai poveri, un giorno uno si lamentò che il rasoio "tirava troppo" e che era ingiusto servire i poveri con ferrivecchi. Papà Groues domandò scusa, al ritorno commentò. " E ' difficile aiutare coloro che soffrono.. .Non si riescono a saldare i conti con la miseria. Si finge di far qualcosa, Bisognerebbe prenderla a proprio carico e gettarvisi anima e corpo, come un seme di grano nella terra..." Parole che rimarranno impresse nell'animo di Henry. A 19 anni è ad Assisi, gira tutta la notte per le strade percorse S. Francesco. Al mattino aveva deciso: sarà cappuccino. Notte del 1942, è viceparroco presso la cattedrale di Lione. La polizia filotedesca fa retate, un mucchio di gente in fuga bussa alla sua porta. La casa è piena di clandestini e ricercati. Da allora il lavoro notturno sarà smistare le persone in conventi e famiglie amiche. Rifugia in soffitta uno studente ebreo, in attesa dei documenti, per paura si suicida. La miseria non può aspettare. Entra nella resistenza, si trasforma in guida alpina, porta a Chamonix dodici ricercati della Gestapo. E' arrestato due volte, fugge, nel 1944 è in l'Algeria. E' cappellano di marina e, dopo la vittoria, il movimento partigiano lo manda al Parlamento come deputato. Cerca un luogo per abitare, trova in periferia un grande edificio abbandonato, lo compra e, da solo, comincia a ripararlo. L'idea iniziale è quella di radunare i giovani, che vengono da Parigi per studiare, pregare e discutere dei loro problemi. I giovani trovano l'edificio magnifico, lo battezzano "Emmaus". (nome del villaggio della Palestina dove, due discepoli ospitarono Gesù, senza averlo riconosciuto, poco dopo la sua resurrezione). "Dammi una mano"- L'abbé Pierre è chiamato di urgenza. Un barbone, un certo Bastiano, ex carcerato della Cajenna, si è tagliato i polsi dalla disperazione. E’ salvato, ma è solo ed anche zoppo per aver avuto per vent'anni le catene alla gamba. "Sono stufo della vita". L'Abbè: "Vieni con me, insieme faremo qualcosa di buono". Entrò ad Emmaus, non per chiedere carità, ma per dare una mano. Così avviene per un giovane fuggito dal riformatorio; così per Gibuti, un ex-combattente, che viveva sotto i ponti della Senna. "Fermati, dammi una mano, abbiamo bisogno di te, assieme faremo qualcosa di buono". Il tam-tam della voce dei barboni di Parigi arriva a tanti: "C'è un prete che offre da dormire e da mangiare, senza far storie". Così ogni sera l'Abbé si trovava sulla porta sei, dieci uomini silenziosi, fino ad allora alloggiati sul lungo Senna o nel metrò. L'Abbé viveva con loro, come loro. Stessa minestra, stesso cibo, stesso lavoro. Comprano vecchie baracche militari, così c'era posto per chi arrivava, per chi rimaneva e per chi al mattino ripartiva. L'Abbé e gli altri "compagni di Emmaus", come ormai si facevano chiamare, iniziarono così ad ospitare nella grande casa chiunque ne avesse bisogno. Arrivano così molti barboni, tolti dai marciapiedi, alcuni si fermano con loro. Così la comunità cresceva, ma come andare avanti? - Dopo due legislature non è più Deputato al Parlamento, non ha più tempo per la politica. Perdeva il suo stipendio, gli serviva per portare avanti la sua baracca.. .C'era ristrettezza su tutto... qualcuno se n'era già andato.... - L'idea madre di Emmaus: i più disperati possono rendersi utili per gli altri. I volontari, "i compagni di Emmaus" aiutano i poveri ed i senzatetto dando loro una casa, del cibo e una possibilità di lavoro. Buona parte dei volontari sono ex senzatetto di tutte le età, confessioni religiose, origini sociali ed etnie.. I più deboli (poveri e persone senza casa) possono aiutare quelli ancora più deboli. Tutti siamo un valore gli uni gli altri, tutti possiamo essere messaggi di amore. Arrivano altre famiglie, tutte con una storia nuova, ma tutte con la stessa, identica disperazione. Si inizia così ad acquistare e ristrutturare piccole case, spesso sfittee ed in rovina, per ì nuovi arrivati. Intanto le costruzioni, la compra dei terreni, il mantenimento caricano di debiti la comunità. Iniziano per Emmaus giorni difficili, intanto il lungo e rigido inverno dì Parigi era alle porte. Mendicante e cercatore nei rifiuti -Vigilia di Natale 1952, l'Abbè è ai Campi Elisi. Giaccone di cuoio consunto, berretto da montanaro, bastone in mano e con le sue decorazioni (Legion d'Onore, Croce di guerra, Medaglia della resistenza e quattro altre) l'Abbé si pone all'ingresso dei caffè più eleganti della città all'ora dell'aperitivo. Distribuisce volantini. Dicevano: "Tu che passi.., sai che nel secolo ventesimo, nel paese della scienza e del progresso, in una nazione che si dice cristiana, il tuo vicino sarà cacciato dall'alloggio perché non può pagare l'alloggio? Ed intanto si spendono diecimila franchi in serate senza scopo ne; significato... In questa follia, qual è il tuo posto?". Poi l'Abbé entra in un caffè, dà il volantino, rovina a qualcuno la serata... ma impara l'umiliazione di stendere la mano, di farsi mendicante. - Dietro indicazione di "Rasputin", un barbone, provano a fare gli straccivendoli. Cinquanta "compagni" si alzano presto di buon mattino, prima che passino i camion delle nettezza urbana, frugano nelle pattumiere con uncini di ferro. In un sacco mettono il loro bottino: ossa, carta, stracci, scatole metalliche. Altri svuotano soffitte, solai, cantine ingombre di roba vecchia... Si scarica tutto nel cortile di Emmaus, si separa per qualità le cose raccolte. Si vende e si riesce a ricavare abbastanza. Dice l'Abbè: "La Provvidenza ci ha sempre dato il necessario con un quarto d'ora di ritardo, perché comprendessimo il suo amore verso di noi, ma anche la verità della nostra assoluta impotenza senza di lui". Affronta i mass-media - Nel 1952 per sostenere Emmaus decide di partecipare al gioco a premi radiofonico di Radio Luxembourg "guitte ou double" (il Lascia o raddoppia francese); vince un 256.000 franchi. - Via radio nella notte d'inverno del 1954, lancia un grido: "Amici miei, aiuto! Una donna è morta assiderata alle 3 di stamattina", fatto veramente accaduto nel centro di Parigi. "E' morta sulla strada a Boulevard Sebastopol, aveva ancora il documento con cui il giorno prima gli era stato notificato lo sfratto" . Durante il rigido inverno del 1954 l'opera dell'Abbé Piene in favore dei più poveri e degli sfrattati acquistò vasta notorietà in Francia. Il freddo dei primi mesi d'inverno di quell'anno, soprattutto di notte, non dava scampo ai mendicanti e in generale ai senzatetto, costretti a raggomitolarsi ai bordi dei marciapiedi, avviluppati in carte di giornale. Il camion dei "compagni di Emmaus" si fermava dove i casi erano più tragici, raccogliendo persone semi-assiderate. - Partecipa ad un dibattito televisivo, non riesce a capire se ce l'avessero con l'indipendenza di Watussi o le conseguenze pericolose del dentifricio al fluoro. Con quello che vedeva ogni notte sui marciapiedi gli pareva tutto una grande commedia. Ad un tratto s'alzò e, davanti alle telecamere gridò: Signor Sindaco, avete asili per i cani e non siete capaci di farne per gli uomini che muoiono sui marciapiedi? Ma il Sindaco aveva altro da fare... Due giorni dopo, nel giro notturno, un "compagno" vide da lontano un mucchio di spazzature. Si avvicinò. Non erano spa77ature, ma due vecchi, due ciechi, stretti fianco a fianco, si erano ricoperti di carta e stracci. Rantolavano nel'agonia.. Durante la Messa che celebrò all'alba, 1'Abbé pianse come un bambino: Era Cristo che moriva ogni giorno sul marciapiede e nessuno gli apriva la porta del suo alloggio caldo. In mattinata andò da un suo amico ebreo che vendeva tende: Gli disse cosa stava succedendo e gli fece una proposta: "Porti la tenda militare più grande nel luogo che ti indicherò, io porterò i miei cenciaioli, della paglia, delle stufette ed una batteria per la luce. Poi gireremo con camion e automobili e diremo: "Venite, c'è un posto caldo per voi" L'ebreo accettò. Era venerdì 30 gennaio, fin da quella sera la tenda fu piena zeppa di sessanta "poveri cristi" che cercavano un po' di caldo. - Circa 40 anni dopo (agosto 2003), l'Abbé Pierre, sempre in tonaca e berretto nero, per una nuova emergenza, lancia un appello analogo ai politici: "E' arrivato il momento di agire affinché tutti abbiano un alloggio... la Francia ha le risorse per farlo". Sentiva una rivolta terribile in se stesso per le scandalose disuguaglianze della distribuzione delle ricchezze. Mai nella sua vita aveva abbandonato i poveri. Aveva da giovane promesso a se stesso di "prendere la Francia per il cravattino" per scuoterla e destarla, avrebbe usato parole roventi, insultanti se occorreva, ma doveva svegliare l'inerzia dei potenti Così la sua organizzazione, il suo stile divenne un movimento internazionale con centri in cinquanta Paesi. Le "comunità di Emmaus" si diffusero in molti paesi del mondo (Argentina, Messico, Italia, Canada, Congo, Australia...). Nel 1959 l'Abbé è a Beirut per dar vita al primo gruppo di Emmaus interconfessionale. - Continua a viaggiare in tutto il mondo fin quasi alla morte. Proverbiali rimangono le sue parole urlate durante una conferenza: "...quelli che hanno preso tutte le pietanze nei loro piatti lasciando i piatti degli altri vuoti (gli occidentali da decenni saccheggiano le materie prime e i prodotti del terzo mondo con il sistema economico e politico mondiale connivente). Sono gli stessi che hanno buona immagine, buona reputazione, buona coscienza... ed hanno il coraggio di dire... (noi, noi che abbiamo tutto), noi.... siamo per la pace. Grido a questi:i primi violenti, i provocatori di tutte le violenze siete voi. Alla sera nella vostra bella casa voi abbraccerete i vostri bambini tranquilli davanti a Dio, voi avrete probabilmente più sangue nelle vostre mani di incoscienti che quello dei disperati che hanno preso le armi per uscire dalla loro disperazione". Un buon provocatore, ma non dimentichiamo che le sue provocazioni hanno portato benefici ai più poveri. Muore a 94 anni. Aveva scritto da poco:"Padre, attendo da lungo tempo di vivere nella vostra totale presenza, che altro non è che Amore". "Emmaus", movimento giovanile. Dalla fine degli anni sessanta "Emmaus" si organizzò anche per accogliere in piccole comunità provvisorie tanti giovani per un'esperienza di vita comunitaria e produrre ricchezza da destinare ai poveri con il recupero e la valorizzazione dei rifiuti gettati dalla società dei consumi. Fu un'esperienza unica "Qualcosa che non si può spiegare, per comprenderla bisogna viverla" così disse l'Abbé Pierre. Fu una ricchezza umana incredibile partecipare alla vita di giovani di cultura e lingua diversa interessati a condividere, sia pur per un breve periodo, iniziative per i più abbandonati del mondo. Aiutare il prossimo, impegnarsi per la giustizia e sperimentare la vita comunitaria spinse tanti giovani a frequentare sempre più numerosi queste "Operation Emmaus". La preghiera da recitare prima di ogni pasto diceva: Rinnoviamo il nostro impegno di lavorare per dare pane a quelli che hanno fame e per dare fame a quelli che hanno del pane. La fame per quelli che hanno pane riguardava la giustizia.