Supported by Training for Rebuilding Europe Retrofit per edifici, training e nuovi approcci tecnici ed economici per interventi di efficienza energetica negli edifici MANUALE TRAINBUILD Project 1 Supported by Introduzione In tutta Europa le case e gli edifici in generale possiedono un ruolo importante nella nostra vita, non solo per un aspetto logistico ma anche per il capitale economico e culturale ad essi legato. Pertanto è nostra responsabilità a lungo termine, anche per le generazioni future, proteggere e mantenere in buono stato le nostre case. Migliorare l'efficienza energetica degli edifici e fare in modo che siano autosufficienti dal punto di vista energetico significa dare il nostro contributo positivo per contenere i cambiamenti climatici e migliorare il nostro impatto ambientale collettivo. Inoltre, queste azioni possono tradursi in miliardi di euro risparmiati per i consumatori e i bilanci pubblici, con la possibilità di creare nuovi posti di lavoro qualificati, migliorare la sicurezza dell'approvvigionamento energetico e, non ultimo, migliorare la competitività delle imprese europee. Infatti, molti interventi di successo di retrofit stanno a dimostrare che esistono molteplici opportunità per promuovere innovazione, migliorare il comfort a casa e ridurre le bollette energetiche, utilizzando un mix di tecnologia, best practices, approcci nuovi e multidisciplinari. Abbiamo bisogno di forme innovative di collaborazione tra proprietari, enti locali, fornitori di tecnologia, professionisti dell'edilizia ed istituzioni finanziarie. TRAINREBUILD è il primo progetto europeo che pone i proprietari privati e gli enti locali al centro del suo consorzio, con l'obiettivo di fornire corsi per formare sia i funzionari statali che i proprietari di case, promuovendo strategie innovative e pratiche per migliorare le performance energetiche degli edifici esistenti. Non sono solo i governi e l'industria possono giocare un ruolo importante per l'Europa verso un futuro basato su energia pulita ed efficienza energetica: anche i proprietari degli immobili avranno un impatto via via crescente, con il semplice atto di scegliere quale tipo di energia utilizzare per riscaldare e dare illuminazione alla propria abitazione. Spesso le persone non hanno accesso alle informazioni di cui hanno bisogno per ridurre il loro consumo di energia, senza che questo si traduca in alcun modo in una riduzione di comfort. In questo senso, TRAINREBUILD è un vero e proprio strumento messo a disposizione dei proprietari e dei locatari, in modo da fornire loro più informazioni e permettere loro di compiere scelte razionali su costi, interventi efficaci nei loro edifici e nelle loro case, risparmiando, al contempo, denaro sulle bollette energetiche. Il pacchetto formativo messo a disposizione delle associazioni dei proprietari e le autorità locali è supportato da una Build-Up Community Training on-line. Le sessioni di formazione saranno ospitate durante tutto il 2012 in 11 Stati membri dell’UE e saranno l'occasione per una esperienza di apprendimento reciproco. TRAINREBUILD ha inoltre avviato il Forum Europeo di Formazione, co-presieduto dalla Commissione Europea e da rappresentanti del settore privato, offrendo una piattaforma per coloro che lavorano nel settore dell'efficienza energetica e retrofit per condividere esperienze, problematiche, approcci nuovi e buone prassi. TRAINBUILD Project 2 Supported by Il Manuale L’obiettivo ultimo è di lavorare insieme verso la diffusione di edifici che utilizzano energia in modo più razionale e in grado di ridurre in modo significativo le emissioni nocive in atmosfera, quando di non eliminarle del tutto. Questo manuale offre un ampio spettro di interventi di efficienza energetica per i proprietari di abitazione. Il documento comprende un elenco completo di interventi di efficienza energetica e energie rinnovabili e le misure che le famiglie possono realizzare anche attraverso qualche accorgimento e accortezza. Questo documento è stato sviluppato dai partner del progetto. Basato su ricerche approfondite del patrimonio edilizio dell'UE, compresi aspetti quali l'età, la tipologia di edificio, particolari costruttivi tipici e consumo energetico. Il documento è stato poi successivamente rivisto dal gruppo tecnico nazionale per adattarlo alle reali condizioni del nostro paese. Buona Lettura Trainrebuild Team TRAINBUILD Project 3 Supported by INDICE 1. INFORMAZIONI INTRODUTTIVE .............................................................. 6 1.1 1.2 2. Il progetto TRAINREBUILD ................................................................... 7 Il ruolo dell’Unione Europea ................................................................. 7 MISURE APPLICABILI .............................................................................. 9 2.1 Interventi sull’involucro edilizio .................................................... 10 2.1.1 Infiltrazioni d’aria.............................................................................. 10 2.1.2 Isolamento / coibentazione ................................................................ 11 2.1.2.1 2.1.2.2 2.1.2.3 2.1.2.4 2.1.2.5 Coperture a falde ............................................................................. Coperture Piane ............................................................................... Murature verticali ............................................................................ Isolamento delle solette inferiori ........................................................ Coibentazione delle tubazioni ............................................................ 12 13 14 17 17 2.1.3 I serramenti esterni .......................................................................... 18 2.2 Riscaldamento ............................................................................... 19 2.3 2.4 2.4.1 2.4.2 2.4.3 2.4.4 2.5 2.5.1 2.5.2 3. 2.2.1 Caldaie a condensazione...................................................................... 19 2.2.2 Sistemi di regolazione ......................................................................... 20 2.2.3 Sistemi a bassa temperatura ................................................................ 22 Ventilazione meccanica con recupero di calore .............................. 24 Illuminazione nelle abitazioni ........................................................ 25 Consumi e risparmi ........................................................................... 25 L’efficienza energetica ....................................................................... 26 La qualità della luce .......................................................................... 26 Regolatori di luminosità ..................................................................... 29 Acqua ............................................................................................ 29 Acqua calda sanitaria (ACS) ............................................................... 29 Dispositivi per il risparmio di acqua ..................................................... 29 DIVENTARE AUTOPRODUTTORI DI ENERGIA ELETTRICA E TERMICA, CAMBIARE LE ABITUDINI DELLE PERSONE, MISURARE QUANTO SI PRODUCE E SI USA ................................................................................ 31 3.1 3.1.1 3.1.2 3.1.3 3.1.4 3.2 Diventare autoproduttori di energia elettrica e termica ................. 32 Solare Fotovoltaico ........................................................................... 32 Solare termico .................................................................................. 32 Pompe di Calore ............................................................................... 34 Biomasse ......................................................................................... 37 Cambiare abitudini e comportamenti ............................................. 39 4. PREZZI E COSTI ..................................................................................... 40 5. FORME DI FINANZIAMENTO ESISTENTI ................................................. 42 5.1 5.2 5.3 5.4 Fondo Kyoto..................................................................................... 43 Detrazioni IRPEF del 55% .................................................................. 44 Detrazioni IRPEF del 36% .................................................................. 44 Quarto Conto Energia (D.M. 06/05/2011) ............................................ 45 LINKS .......................................................................................................... 46 TRAINBUILD Project 4 Supported by TRAINBUILD Project 5 Supported by 1. INFORMAZIONI INTRODUTTIVE TRAINBUILD Project 6 Supported by 1.1 Il progetto TRAINREBUILD Il progetto punta ad incoraggiare attività di retrofit energetico applicati ad una vasta gamma di edifici che spaziano dalla casa singola ai condomini fino all’edilizia residenziale agevolata. Due sono i gruppi di riferimento cui si rivolge il progetto TRAINREBUILD: 1. Associazioni dei Proprietari di Case 2. Funzionari pubblici ed enti locali che facciano parte del Patto dei Sindaci e che siano i referenti dei programmi per l’efficienza energetica e il miglioramento del rendimento energetico negli edifici presso i comuni stessi. Il progetto mira a creare un "partenariato di valore" con i proprietari di case posti al centro di tale collaborazione. Il programma di formazione è indirizzato specificamente ai proprietari pubblici e privati interessati ad "acquistare" pacchetti di servizi ed interventi per il retrofit energetico per i loro edifici così come i fornitori di soluzioni di efficienza energetica, quali l'industria e i professionisti dell'edilizia. TRAINREBUILD promuove un approccio integrato basato sul dialogo incrociato e multidisciplinare tra i diversi attori coinvolti, con la progettazione, la selezione, l’installazione, il funzionamento, la manutenzione, la vendita e la commercializzazione di elementi, prodotti, servizi e progetti di retrofit costruttivi sostenibili. Lo scopo a lungo termine è quello di creare una dimensione europea significativa per favorire la trasformazione del mercato delle costruzioni edili e sviluppare un effetto di scala per raggiungere una riduzione del 20% del consumo energetico ed emissioni di CO2 nell'ambiente costruito entro il 2020, così come una quota del 20% di produzione di energia rinnovabile entro il 2020. Un corso di formazione finale ed un pacchetto di servizi saranno inoltre disponibili, anche su misura, a livello locale, per garantire la fruibilità più ampia possibile per i proprietari di immobili in tutta Europa. 1.2 Il ruolo dell’Unione Europea Il settore edilizio gioca una parte importante nella produzione di emissioni di gas serra. Edifici adibiti ad uffici, case e condomini - in particolare gli edifici costruiti negli ultimi 40 anni - sono infatti responsabili del 40% di tutte le emissioni di CO2. L’Unione Europea ha redatto tre importanti leggi per regolare al meglio l’uso dell’energia applicata agli edifici: - La Direttiva “Energy Performance” per gli edifici (2010): - obbliga gli Stati Membri a stabilire degli standard minimi di efficienza energetica applicata ai nuovi edifici e a quelli in ristrutturazione; - La Direttiva “Eco-Design” che stabilisce requisiti minimi per l’efficienza energetica applicata ad una serie di prodotti per il riscaldamento e raffrescamento; - La Direttiva per l’etichettatura energetica da applicare ai prodotti per permettere ai consumatori di scegliere beni meno energivori. Il fine ultimo è quello di far cambiare la prospettiva ai consumatori nonché proprietari di immobili, affinché si diffondano buone pratiche per la riqualificazione energetica degli edifici. TRAINBUILD Project 7 Supported by Il fattore chiave è quello di incoraggiare i consumatori, l’industria, il settore dei servizi e dei governi locali e nazionali ad optare e richiedere EFFICIENZA ENERGETICA. TRAINBUILD Project 8 Supported by 2. MISURE APPLICABILI TRAINBUILD Project 9 Supported by Il settore residenziale, in Europa, rappresenta una grande opportunità per dimostrare l’applicabilità le misure di efficienza energetica che sono applicabili su tutte le tipologie di proprietà in occasione negli interventi di manutenzione. Questa sezione è dedicata all’illustrazione delle misure di intervento che possono essere realizzate sia come attività indipendenti effettuate dai singoli proprietari che all’interno di più ampi progetti di riqualificazione edilizia. Si tratta di informazioni di base, comprensive dell’indicazione dei vantaggi mediamente conseguibili, utili ad orientare le scelte in modo più consapevole. 2.1 Interventi sull’involucro edilizio Gli interventi che garantiscono il maggior livello di risparmio e di riduzione dei costi della bolletta sono quelli volti a migliorare le prestazioni energetiche dell’involucro edilizio. Gli interventi sull’involucro sono inoltre quelli con il miglior rapporto tra l’investimento e il risultato ottenuto e la loro durata è decisamente maggiore di quella degli interventi sulle tecnologie attive. Ove possibile è generalmente consigliabile di agire quindi prima sull’involucro che sugli impianti, con risultati che possono portare ad una riduzione anche del 60-70% dei consumi precedenti, ottenendo in questo modo anche un risparmio sugli impianti, la cui dimensione risulterà ridotta in proporzione. 2.1.1 Infiltrazioni d’aria Le infiltrazioni d’aria possono costituire anche il 20% delle perdite di energia in un’abitazione con un involucro non o poco coibentato. Nelle tipologie edilizie standard per il nostro paese, le infiltrazioni avvengono principalmente dai giunti dei serramenti, dalle porte verso l’esterno o verso locali non riscaldati e dalle fessure che si creano nei passaggi di tubi e condotti posati tra esterno e interno (acqua, gas, antenna, etc.). Controllare queste infiltrazioni, anche senza cambiare i serramenti, può essere molto semplice e realizzabile come “fai da te”. Non bisogna però dimenticare che in una abitazione standard, sono proprio queste infiltrazioni che permettono di ridurre il livello di sostanze inquinanti, vapore acqueo e odori presenti in ambiente. Eliminare le infiltrazioni, senza realizzare nel contempo un impianto di ventilazione meccanica, oltre a peggiorare la qualità dell’aria all’interno dell’abitazione, sotto il profilo della concentrazione di inquinanti, aumenta drasticamente la possibilità di ottenere condense in corrispondenza dei ponti termici esistenti con crescita di muffe e microrganismi. Infiltrazioni da finestre e porte-finestra Il metodo più semplice ed efficace per minimizzare le infiltrazioni da finestre e portefinestra consiste nel: a. stendere un cordone di silicone lungo una delle scanalature del telaio del serramento, utilizzando le apposite pistole dosatrici. Si può effettuare la stessa operazione anche con il giunto verticale, quando il serramento ha due ante; b. ricoprire la parte di telaio siliconato con una pellicola trasparente, di quelle utilizzate per avvolgere gli alimenti; c. chiudere le ante del serramento, lasciandole chiuse per qualche giorno, fino a indurimento del silicone; d. nel caso il cordone di silicone risulti di spessore insufficiente in qualche punto (e quindi non compresso durante la chiusura delle ante), ripetere l’operazione aggiungendo silicone nei punti individuati. TRAINBUILD Project 10 Supported by In questo modo si verrà a creare un cuscinetto di silicone con la forma esatta delle fessure, che ridurrà drasticamente il passaggio dell’aria attraverso i giunti. Nel caso di porte-finestre, per controllare le infiltrazioni tra serramento e pavimento, è consigliabile installare una battuta anche sul lato inferiore del serramento, lato balcone, con una guarnizione in silicone, procedendo come descritto in precedenza. Infiltrazioni da porte verso l’esterno o verso locali non riscaldati Per controllare le infiltrazioni che si hanno tra l’anta e il telaio delle porte verso l’esterno o verso locali non riscaldati è possibile procedere come al punto precedente, mentre per controllare le infiltrazioni tra serramento e pavimento, è consigliabile installare una spazzola, sul bordo esterno o, mediante una scanalatura, all’interno dello spessore della stessa porta. Infiltrazioni da altri elementi Le fessure che si creano nei passaggi di tubi e condotti posati tra esterno e interno (acqua, gas, antenna, etc.), spesso a causa del ritiro della stuccatura dal bordo del tubo o del profilato, possono essere sigillate con opportuni mastici, che mantengono nel tempo una buona elasticità e sono in grado di aderire tanto alla malta che a metallo, plastica e legno. Naturalmente, prima di procedere alla sigillatura delle fessure, è bene accertarsi dello stato di conservazione del condotto e dell’elemento passante, per evitare di andare a mascherare un segnale di degrado. 2.1.2 Isolamento / coibentazione Gli interventi per migliorare le prestazioni energetiche delle parti opache dell’involucro edilizio, principalmente aumentandone la resistenza termica e (definizione equivalente) riducendone la trasmittanza, sono i più efficaci ed efficienti, anche dal punto di vista economico. Basti pensare che il costo medio di un materiale isolante per edilizia, oscilla tra 1,5 e 2,5 euro/m2 per cm di spessore: aumentare di 10 cm o spessore dell’isolante su di una copertura di 100 m2 costa al massimo 2-2.500 euro in più, a fronte di un costo di intervento (nel caso di rifacimento della stessa) di alcune decine di migliaia di euro, con una riduzione delle dispersioni, per gli alloggi sottostanti, che può arrivare anche al 30-40% del totale. Inoltre, se correttamente progettato, l’aumento dello spessore dell’isolante non ha altre conseguenze sensibili sul costo dell’intervento: il costo della manodopera rimane praticamente invariato e si possono avere solo lievi maggiorazioni dovute all’aumento della lunghezza dei fissaggi e di alcuni elementi di finitura. Per questo motivo, dovrebbero ottenere, finché possibile, la precedenza rispetto ad altri lavori. In questo momento, il maggiore ostacolo all’introduzione di spessori elevati di isolante è la concezione, diffusa purtroppo anche tra progettisti e imprese edili, che gli spessori ottimali coincidano con quelli imposti dalla normativa, che rappresentano invece un livello minimo, frutto di mediazioni con settori poco propensi a modificare abitudini progettuali e costruttive consolidate. Considerando che un isolante correttamente posato ha una durata che va dai 40 anni alla vita dell’elemento su cui è posato, senza costi di manutenzione, e che il prezzo dei combustibili è destinato inevitabilmente ad aumentare almeno per i prossimi decenni, risparmiare poche migliaia di euro di isolante su interventi molto più costosi non è una scelta razionale. TRAINBUILD Project 11 Supported by Lo spessore ottimale di isolante da installare dovrebbe essere quello massimo consentito da considerazioni di natura funzionale quali: problemi di passaggio, riduzione eccessiva degli spazi, conflitto con altri elementi edilizi esistenti, etc. Anche se la massima convenienza si ottiene intervenendo in modo unitario sulle diverse parti dell’involucro opaco, nel corso di lavori volti a una riqualificazione complessiva dell’esterno dell’edificio, è comunque possibile agire in modo separato sulla base di un programma di manutenzione che tenga conto delle disponibilità economiche, dello stato di conservazione delle diverse parti e delle eventuali interferenze tecniche di ciascun lavoro. La scelta del materiale isolante, le modalità e i prodotti utilizzati per la messa in opera nonché le caratteristiche complessive dell’intervento, dovrebbero essere effettuate da un progettista esperto in materia, secondo quanto indicato dalle schede tecniche rilasciate dal produttore del materiale coibente. In ogni caso, anche quando le dimensioni dell’intervento non rendono conveniente il ricorso a un professionista, è sempre necessario procedere secondo le indicazioni del produttore dell’isolante e, in caso di dubbio, chiedere informazioni al servizio tecnico dell’azienda. E’ opportuno verificare sempre che l’impresa installatrice agisca sulla base del progetto e delle specifiche tecniche del produttore dell’isolante e non accettare soluzioni “sulla base dell’esperienza”: il produttore del materiale ha accumulato un’esperienza enormemente maggiore dell’impresa ed ha tutto l’interesse ad ottenere i migliori risultati e la maggior soddisfazione dei clienti. 2.1.2.1 Coperture a falde Sottotetti non abitati L’isolamento del sottotetto non abitato e uno degli interventi più semplici ed economici da realizzare, spesso adatto ad interventi di autocostruzione (“fai da te”). In questo caso, infatti, l’isolante va posizionato sulla soletta sottotetto per evitare di riscaldare comunque il volume delimitato dalla copertura a falde. Vi sono due varianti principali dell’intervento: a. nel caso di sottotetto non utilizzato è possibile stendere semplicemente dei materassini o delle lastre di materiale isolante, a strati incrociati, dopo aver pulito la soletta e posato la barriera vapore. Se il tetto è in legno, è consigliabile ricoprire l’isolante con un telo impermeabile/traspirante di “tessuto non tessuto” che impedisce che eventuali infiltrazioni dalle tegole bagnino l’isolante. Se il tetto è o può essere frequentato da topi o ghiri, è necessario impedire che l’isolante venga utilizzato come nido, ricoprendo il tutto con una rete metallica a maglie fini, opportunamente fissata lungo il perimetro. b. nel caso di sottotetto utilizzato come sgombero, si può procedere come sopra, ma il materiale isolante deve avere una resistenza a compressione proporzionale al carico previsto e deve essere ricoperto da lastre di masonite o compensato o da una caldana di cemento, in base ai carichi previsti, per evitare la punzonature del materiale sottostante. Se le altezze sono sufficienti, è anche possibile isolare il soffitto dell’ultimo piano verso il sottotetto, sia con la tecnica “a cappotto” che realizzando una controsoffittatura. Sono interventi che possono essere più costosi ma permettono di evitare i problemi dei permessi, nel caso di sottotetti condominiali o di maggior complessità di lavori nel caso di sottotetti con box utilizzati come sgomberi di pertinenza dei singoli condomini, etc. Sottotetti abitati Isolamento della faccia esterna delle falde TRAINBUILD Project 12 Supported by Nel caso di sottotetti abitati/abitabili, il sistema più efficace, che permette inoltre di non sacrificare volumetria e altezze all’isolamento, è la posa dell’isolante al di sotto degli elementi di copertura. Da alcuni anni infatti, le nuove norme permettono di escludere gli spessori dell’isolante dal computo della volumetria dell’edificio. Vanno però verificati gli eventuali vincoli posti dalla Sovrintendenza e quelli eventualmente posti dai vicini in base al codice civile. Per essere economicamente vantaggioso, ’intervento è però limitato ai casi di nuove edificazioni o della sostituzione completa degli elementi di copertura (tegole, lamiere di metallo, o qualunque altro tipo di materiale), con o senza rifacimento del tetto. Da qualche anno è possibile reperire anche in Italia tutta la gamma di accessori per il fissaggio sulla copertura di interessanti spessori di isolante (20, 30, 40 cm e oltre), semplificando la posa in opera e abbassando i costi. Una barriera vapore correttamente posata sotto lo strato isolante e un telo in materiale traspirante e impermeabile sono essenziali alla durata dell’intervento. Tetto ventilato o non ventilato Contrariamente a quando molti ritengono, il tetto ventilato non ha nessun effetto significativo nel raffreddare la copertura durante il periodo estivo. La funzione della ventilazione è garantire che l’isolante sottostante rimanga sempre asciutto, anche in caso di fenomeni di condensa dovuti al passaggio di vapore dall’interno dell’edificio. E’ intervento quindi potenzialmente utile ma non necessario. Perché non si trasformi in un elemento negativo sulle prestazioni energetiche della copertura, è necessario che l’intercapedine di ventilazione sia realizzata seguendo scrupolosamente le indicazioni del produttore del materiale isolante. In caso non sia possibile procedere in tal senso, è meglio evitare la ventilazione. In ogni caso, se l’intervento è progettato e realizzato correttamente, il rischio di condensa è trascurabile. Isolamento delle facce interne delle falde L’isolamento delle facce interne delle falde può essere posato con relativa facilità, spesso anche in autocostruzione. Nel caso di falde con travi a vista, è possibile inserire l’isolante tra trave e trave, utilizzando materiali fibrosi in materassini o lastre semirigide, che permettono una migliore adesione ai bordi delle travi. L’isolante deve poi essere protetto da una barriera vapore correttamente stesa e il lavoro può essere quindi finito con il materiale di rivestimento preferito: cartongesso, masonite, compensato, perline in legno, etc. Nel caso di falde senza travi a vista, si possono utilizzare lastre rigide incollandole e fissandole con tasselli alla falda, con lo stesso sistema degli interventi a cappotto su pareti verticali, sempre facendo molta attenzione a controllare il passaggio del vapore mediante barriera o l’utilizzo di materiali a bassa permeabilità come il polistirene estruso espanso con pelle. 2.1.2.2 Coperture Piane Isolamento della faccia esterna della soletta Tetto caldo Il metodo più semplice ed economico per coibentare o migliorare la coibentazione delle coperture piane, è procedere contestualmente al rifacimento dell’impermeabilizzazione. Il sistema isolante è più complesso che in altre situazioni ed è anch’esso indicato dalla casa produttrice del coibente, con possibilità di scegliere tra manti impermeabili bituminosi o in pvc. Solitamente è formato da una seconda guaina liquida come sottofondo di adesione, da uno strato diffusore, da uno di controllo del vapore, dal materiale isolante vero e proprio, dalla guaina impermeabilizzante e dall’eventuale strato protettivo superficiale, schermante gli ultravioletti, oltre che da un certo numero di esalatori che permettono la fuoriuscita del vapore dai manti impermeabili, mantenendoli asciutti. TRAINBUILD Project 13 Supported by Gli elementi di maggior criticità per garantire la durata nel tempo dell’intervento sono quelli propri dei manti impermeabili: pendenze e corretto deflusso delle acque, saldature dei teli, rivestimento degli elementi in rilievo e degli angoli. Tetto freddo E’ anche possibile posare l’isolante direttamente sulla guaina impermeabilizzante, ancorandolo alla copertura e proteggendolo dall’azione dei raggi ultravioletti mediante uno strato di ghiaia o una pavimentazione posata a secco. Nella tecnica del “tetto freddo” l’isolante deve mantenere le sue prestazioni anche sotto l’azione delle acque meteoriche, che però contribuiscono ad asportare una certa quantità di calore dalla copertura, infiltrandosi per capillarità al di sotto dello strato isolante, prima di essere convogliate nei pluviali per l’evacuazione. La tecnica del “tetto freddo” ha quindi i migliori risultati nella protezione dal calore durante la stagione estiva. Isolamento della faccia esterna della soletta Controsoffittatura o cappotto Quando è troppo complesso ed oneroso intervenire sull’estradosso della soletta superiore e le altezze dei locali sottostanti sono sufficienti, è possibile isolare il soffitto verso il sottotetto, sia con la tecnica “a cappotto”, utilizzando lastre grezze di coibente da intonacare o sistemi con lastre in cartongesso pre-accoppiate al materiale isolante, sia realizzando una vera e propria controsoffittatura. In questo ultimo caso, se la controsoffittatura è già esistente, può essere sufficiente inserire solo lo strato coibente o aumentarne lo spessore. E’ coerente operare sul lato interno della soletta anche quando si interviene su abitazioni o locali occupati saltuariamente, come le case vacanza, in quanto si riduce il tempo necessario a portare gli ambienti in temperatura. 2.1.2.3 Murature verticali Isolamento dall’esterno Nel caso di edifici occupati in modo continuativo, è generalmente consigliabile applicare lo strato di materiale coibente dall’esterno, in quanto questa disposizione: - permette l’eliminazione del maggior numero di ponti termici, ad eccezione dei balconi e di altri aggetti (il cui isolamento può risultare particolarmente complesso); - protegge dagli sbalzi termici tanto la struttura portante che i tamponamenti, riducendone tensioni e fessurazioni; - permette alla muratura, rimasta sul lato interno, di contribuire in modo positivo al mantenimento del comfort e al risparmio energetico invernale ed estivo; - non richiede interventi all’interno delle abitazioni; - permette di riqualificare l’aspetto dell’edificio con una nuova finitura, identica o modificata rispetto a quella pre-esistente. Per contro, l’intervento dall’esterno presenta alcune criticità: - sugli edifici esistenti, è economicamente conveniente solo se abbinato a lavori di manutenzione straordinaria delle facciate (rifacimento intonaco, stuccatura e tinteggiatura, etc.); - richiede la sostituzione delle cerniere delle persiane e dei davanzali esterni delle finestre (o la loro copertura con elementi sagomati) a causa dello spessore dell’isolante; - può richiedere il consenso dei vicini confinanti e/o delle autorità comunali (se modifica l’aspetto esterno dell’edificio); - in alcuni Comuni, nel caso di facciate a filo strada, non può essere applicato al piano terra perché viene ancora considerata “occupazione di suolo pubblico”. TRAINBUILD Project 14 Supported by L’attuale normativa tende comunque a facilitare questo tipo di interventi escludendo lo spessore del cappotto dal computo della volumetria dell’edificio e delle distanze minime tra i confini (ad esclusione dei minimi previsti dal codice civile per il passaggio di mezzi e persone). Vi sono due tipi di intervento sulla faccia esterna delle murature: quelli a “facciata ventilata” e a “cappotto”. Facciata ventilata La facciata ventilata opera con una tecnica “a secco”, rivestendo lo strato di isolante con degli elementi di protezione e finitura, fissati meccanicamente ad una struttura portante ancorata alla muratura, tramite viti, innesti a scatto, etc. Tra lo strato isolante e gli elementi di protezione e finitura, viene lasciata un’intercapedine d’aria che, come per il “tetto ventilato”, serve a preservare nel tempo le caratteristiche dell’isolante, favorendo l’evaporazione dell’eventuale condensa. Si può scegliere tra un’ampia gamma di elementi di protezione e finitura: dai pannelli metallici in rame, titanio, lamiera verniciata alle lastre in pietra e in fibrocemento, dalle piastrelle in ceramica, ai listelli in legno naturale al vetro, trasformando anche radicalmente l’aspetto dell’edificio. Alcuni materiali hanno una durata praticamente illimitata e, considerando che la facciata può essere ispezionata e smontata con molta facilità, aumentando o sostituendo l’isolante retrostante, la facciata ventilata è un intervento praticamente definitivo. Per contro, è anche l’intervento più costoso della sua categoria, soprattutto se la facciata è eccessivamente articolata e con troppi oggetti e aperture, pur ripagandosi nel tempo grazie l’assenza di costi di manutenzione,. Cappotto esterno Nel cappotto esterno, le lastre di materiale isolante, ancorate alla facciata mediante incollaggio e tassellatura, vengono ricoperte da una rete in materiale plastico, che impedisce che si evidenzino fessurazioni tra le lastre, prima di essere intonacate allo stesso modo delle pareti tradizionali o rivestite con elementi decorativi (finte pietre o mattoni faccia vista), purché di peso contenuto. Sulla superficie finita si applica poi solitamente, a rullo o a pennello, un prodotto impermeabilizzante ed eventualmente traspirante. Nelle zone del piano terra soggette a rischio danneggiamenti, è consigliabile proteggere l’isolante con delle finiture di adeguata resistenza meccanica. Si possono ottenere pertanto sia facciate identiche alle precedenti che decisamente modificate come aspetto in base delle scelte della committenza. Anche in questo caso, è essenziale che tutti i materiali utilizzati siano coerenti con le caratteristiche della parete e del tipo di materiale isolante prescelto e che il lavoro sia eseguito da personale specializzato. Le imprese più serie rilasciano garanzie di almeno 10 anni sul lavoro svolto e utilizzano materiali a loro volta garantiti dalle case produttrici. La durata di un lavoro eseguito a regola d’arte può superare agevolmente i 30/40 anni. Isolamento dall’interno L’isolamento dall’interno, all’opposto di quello dall’esterno, è particolarmente adatto ad edifici o ambienti occupati in modo saltuario, come le case vacanza ma anche le tavernette o le stanze di studio o lavoro utilizzate solo poche ore al giorno o alla settimana. In tutti gli altri casi, è sempre da considerarsi un intervento da prendere in considerazione (spesso l’unico praticabile) quando non è possibile agire dall’esterno, sia per problemi tecnici che amministrativi, quali vincoli all’intervento sulle facciate o opposizione di molti condomini a realizzare un cappotto esterno. Gli elementi di maggior criticità del cappotto interno sono: TRAINBUILD Project 15 Supported by - la perdita di superficie utile interna, specie quando si vogliono realizzare interventi consistenti di risparmio energetico; la maggior difficoltà ad ancorare dei carichi significativi alle pareti rivestite (librerie, pensili, mensole, etc.); il lavoro più invasivo da effettuarsi all’interno dell’abitazione; lo scarso controllo dei ponti termici dovuti a piastri, solette e aggetti. Dal punto di vista tecnico, è possibile procedere sia con un cappotto interno che con una controparete in cartongesso o altri elementi in lastre (compensati, panforti, etc.). Cappotto interno Il cappotto interno viene posato con la stessa tecnica di quello esterno, tranne che per l’applicazione della finitura impermeabile e traspirante, ma è anche possibile utilizzare delle lastre di materiale isolante pre-accoppiato con il cartongesso, che rendono l’intervento particolarmente semplice e veloce. Controparete isolata La controparete isolata è simile come tecnica alla facciata ventilata, con un telaio, solitamente metallico, ancorato alla muratura che sostiene le lastre di cartongesso o altro materiale, a protezione dello strato isolante. E’ il sistema che consente la maggior adattabilità dell’intervento al modificarsi delle esigenze degli abitanti/utenti, permettendo con facilità passaggi di reti, riposizionamento di prese e terminali, etc. senza danneggiare l’isolante retrostante e la barriera vapore. Anche se le tecniche base per la realizzazione di cappotti interni e contropareti sono ampiamente conosciute da muratori e cartongessisti, il rischio di condensa nell’isolante o nel punto del suo contatto con la parete è molto elevato, se l’intervento non è progettato da un professionista competente e realizzato con la dovuta cura, soprattutto per quanto riguarda la corretta posa della barriera vapore. Isolamento retro termosifoni Una variante particolare del cappotto interno è quella applicata sul retro dei termosifoni, per ridurre le dispersioni verso l’esterno del calore emanato nel punto di minor spessore della parete. E’ un intervento sufficientemente semplice e vantaggioso che può essere attuato anche in modo indipendente dagli altri ed è compatibile con tutte le altre tecniche di intervento sulle murature verticali. Nella versione più semplice, adatta all’autocostruzione, è sufficiente far scivolare dietro ai radiatori uno strato di isolante riflettente, tagliato in modo da passare tra le zanche di sostegno. Per un lavoro più soddisfacente dal punto di vista energetico ed estetico, è invece necessario smontare i radiatori dalla parete, intervenendo con un elemento continuo di isolante normale o riflettente multistrato, a seconda dello spessore a disposizione, protetto da una lastra di cartongesso. Isolamento della cassavuota La quasi totalità degli edifici costruiti in Italia a partire dal dopoguerra fino ad oggi ha la struttura portante in cemento armato e i tamponamenti a cassavuota, ossia con un intercapedine tra le due pareti in mattoni forati. Solitamente la sezione tipica è costituita da un mattone posato di piatto verso l’interno, un’intercapedine di circa 8-12 cm e un mattone posato di taglio verso l’interno. E’ quindi possibile riempire queste cavità con materiale isolante per ridurre le dispersioni dei tamponamenti. La tecnica attualmente più consolidata prevede l’insufflaggio di materiale sfuso, solitamente fluff di cellulosa o vermiculite, pompato per mezzo di aria compressa attraverso opportuni fori praticati su una delle due pareti in mattoni. La riduzione delle dispersioni termiche dei tamponamenti così trattati è significativa e dipende dallo spessore medio del materiale inserito. TRAINBUILD Project 16 Supported by Il costo dell’intervento è contenuto come anche la sua intrusività: nulla se realizzato dall’esterno durante i lavori di manutenzione o minima se realizzato dall’interno in occasione della ritinteggiatura dei locali. Se non è considerato l’intervento ottimale, è per alcune importanti limitazioni o problematiche associate: - la struttura in cemento armato non viene interessata dall’insufflaggio. Si mantiene quindi un importante elemento di dispersione del calore, che limita il risparmio ottenibile e accentua drasticamente i ponti termici esistenti; - l’isolante, immesso sfuso, tende a compattarsi nel tempo, lasciando dei vuoti sulla parte alta dei tamponamenti che incrementano il ponte termico in corrispondenza delle travi perimetrali del soffitto; - spesso le intercapedini delle murature sono state utilizzate come discarica per sacchi vuoti, residui di malta, etc. impedendo così una uniforme diffusione dell’isolante con un’ulteriore creazione di ponti termici. La comparsa di condense e muffe in corrispondenza dei ponti termici dipende anche da molti altri fattori concomitanti e non è quindi un fenomeno certo in caso di insufflaggio. Tuttavia, l’intervento non è reversibile: se sui ponti termici si formano condense e muffe, per eliminare il problema è necessario realizzare un cappotto esterno o installare un sistema di ventilazione meccanica con recupero di calore per controllare il livello di umidità dell’aria interna. L’insufflaggio dovrebbe quindi essere considerato un intervento tampone, da attuare, anche individualmente quando non vi sono ancora le condizioni per la realizzazione del cappotto esterno: facciata esterna ancora in buone condizioni, mancanza di assenso da parte della maggioranza dei condomini, difficoltà tecniche o vincoli normativi. 2.1.2.4 Isolamento delle solette inferiori Solette verso locali non riscaldati o esterno L’isolamento delle solette verso locali non riscaldati o verso l’esterno, come nel caso dei pilotis, dei porticati o degli aggetti esterni, si realizza generalmente attraverso la tecnica “a cappotto” esterno, fissando pannelli di materiale isolante rigido, successivamente intonacati o pre-accoppiati a lastre in cartongesso. L’isolamento effettuato dall’interno delle solette è economicamente giustificato solo nel caso di rifacimento dei pavimenti e se lo spessore dell’isolante che si intende posare non crea problemi tecnici nel caso in cui sia necessario modificarne la quota rispetto a balconi, pianerottoli, etc. Ove è necessario operare con spessori contenuti è possibile adottare gli isolanti riflettenti che, pur con un maggior costo, offrono buone prestazioni in pochi centimetri di spessore. Solette contro terra Nel caso di solette inferiori verso il terreno o spazi comunque non accessibili, la possibilità di intervenire è legata al rifacimento dei pavimenti e all’assenza di problemi tecnici ad inserire uno spessore di isolante accettabile a meno che, come capita negli edifici più vecchi, non esista una soletta in laterocemento ma solo un battuto cementizio. E’ allora possibile ricavare gli spessori necessari dallo scavo condotto per inserire il vespaio. 2.1.2.5 Coibentazione delle tubazioni La coibentazione delle tubazioni utilizzate per distribuire il calore, l’acqua calda o il fluido refrigerante per i sistemi di raffrescamento, è un intervento trascurato e sottovalutato. Le perdite che si generano attraverso tubature non o mal isolate dipendono, infatti, dalla temperatura dell’acqua e della distanza tra il generatore termico o il boiler e il punto di utilizzo, che in molti casi è anche di decine di metri. TRAINBUILD Project 17 Supported by La coibentazione delle tubature a vista, nella centrale termica, nelle cantine e nei sottotetti non abitati, mediante elementi preformati in schiuma plastica, è solitamente un lavoro abbastanza semplice ed economico, che nelle abitazioni unifamiliari può essere effettuato anche in autocostruzione. 2.1.3 I serramenti esterni I serramenti vetrati Come per altri componenti edilizi e impiantistici, la sostituzione dei serramenti dovrebbe avvenire quando iniziano ad avere dei problemi meccanici o strutturali e non per il semplice risparmio energetico. Se sono in legno e in buone condizioni strutturali è conveniente un intervento manutentivo, anche consistente, che può prevedere: eventuale rimessa in squadro dei telai, cartavetratura e riverniciatura di ante e telaio, manutenzione alle ferramenta e montaggio di una nuova vetratura, con vetrocamera bassoemissivo e gas nobile nell’intercapedine. Con una spesa contenuta, rispetto all’acquisto di un nuovo serramento, puntando sulla qualità della vetratura, si ottiene un serramento di buona efficienza energetica, in grado durare ancora molti anni. E’ anche possibile inserire delle guarnizioni sulle ante per controllare le infiltrazioni d’aria, ma converrebbe verificare prima l’assenza dei problemi indicati nel paragrafo “2.1.1. Infiltrazioni d’aria”. Nel caso in cui sia necessario sostituire l’intero serramento, la tecnologia è ora in grado di offrire soluzioni molto efficienti a prezzi ragionevoli, per cui il vero extra-costo del serramento è legato più a finiture e optional che alla prestazione energica e all’affidabilità del prodotto. Ormai, con una spesa assolutamente ragionevole, è possibile installare dei serramenti con trasmittanze complessive Uw inferiori a 1,4-1,2 W/m2 K. Una regola dettata dal buon senso suggerisce di verificare l’aumento del costo del serramento al diminuire della trasmittanza: l’acquisto più vantaggioso è quello che ottiene le migliori prestazioni senza impennate di costo. I serramenti sono disponibili in molti diversi materiali o abbinamenti (legno, alluminio, PVC, acciaio), ciascuno con diversi pregi e limiti di durata, costi di manutenzione, qualità estetiche, etc., che è bene cercare di approfondire con il progettista o il serramentista. Una delle tipologie di apertura più interessanti, che sono ormai diffuse su tutti i serramenti, è la così detta “anta ribalta” che permette l’apertura verticale a compasso della parte superiore dell’anta, verso l’interno della stanza, facendo perno su quella inferiore (tipologia “vasistass”). Questo tipo di apertura permette di ventilare gli ambienti durante le ore notturne dei mesi estivi (raffrescamento passivo), migliorando il comfort degli occupanti anche durante le ore diurne e limitando l’eventuale uso del condizionamento. L’installazione di nuovi serramenti contribuisce inoltre a ridurre il passaggio dei rumori dall’esterno ed eliminare le infiltrazioni di aria fredda. Nel caso delle porte-finestra dei balconi, per ottenere i migliori risultati è però necessario venga inserito l’elemento di battuta anche sulla soglia, che sostituisce il vecchio e poco efficiente “rotolo” e le spazzole, migliori ma non così performanti. Purtroppo, l’eliminazione delle infiltrazioni d’aria peggiora notevolmente la qualità dell’aria all’interno dell’abitazione, in termini di: - concentrazione di inquinanti, in quanto all’inquinamento dell’aria esterna si aggiunge quello prodotto internamente da materiali, vernici, detersivi, etc.; - aumento dell’umidità relativa, con rischio di condense sui ponti termici che favoriscono lo sviluppo di muffe e microrganismi; TRAINBUILD Project 18 Supported by - permanenza degli odori sviluppati all’interno dell’abitazione. Se muffe e odori si percepiscono e possono essere sgradevoli, il problema più importante e meno evidente è la concentrazione di inquinanti, che si riflette sulla salute degli occupanti e che non può essere messa in alternativa al risparmio energetico. L’apertura regolare delle ante, oltre a costituire un controsenso rispetto all’investimento effettuato sulla qualità energetica del serramento, non risolve i problemi. Una serie di studi hanno evidenziato come la concentrazione di inquinanti in ambiente ritorni ai livelli iniziali dopo solo 15 minuti dalla chiusura delle finestre. E’ quindi assolutamente consigliabile installare, contemporaneamente ai serramenti, un impianto di ventilazione meccanica, che permette di controllare in modo permanente e definitivo inquinanti, umidità e odori. Le porte di ingresso Anche se finora la sicurezza ha prevalso sulle considerazioni energetiche, le porte di ingresso e, in generale tutte le porte di accesso e servizio, rappresentano degli elementi di dispersione tanto più importanti quanto più si migliora l’efficienza energetica dell’abitazione. L’elemento più importante in questo caso è la tenuta all’aria del serramento, che dovrebbe essere simile a quella delle finestre, con un elemento di battuta anche sulla soglia. Nel caso delle porte esistenti, l’applicazione di guarnizioni tra anta e battuta, eventualmente inserendo un elemento di battuta anche sul bordo inferiore o le apposite spazzole anti-spiffero, contribuisce a migliorare la situazione (vedi cap. 2.1.1 Infiltrazioni d’aria). 2.2 Riscaldamento 2.2.1 Caldaie a condensazione Le normali caldaie "ad alto rendimento" non possono superare il 91-96% di rendimento, perché una parte seppur minima di calore è dispersa in atmosfera con i fumi della combustione. Il rendimento del 100% sembrerebbe quindi un traguardo impossibile da raggiungere. Con le caldaie a condensazione, invece, si può superare questa soglia arrivando a rendimenti del 105-110%, grazie al recupero di parte del calore latente contenuto nei gas di scarico sotto forma di vapore acqueo. Il recupero avviene in uno scambiatore di calore attraversato dall’acqua di ritorno dal sistema di riscaldamento, che viene così pre-riscaldata a spese del vapore acqueo che si condensa. Questo tipo di soluzione richiede particolari tecnologie e accorgimenti: - gli scambiatori di calore devono essere realizzati con metalli particolarmente resistenti all'acidità delle condense; - le canne fumarie devono essere realizzate in inox o plastica (i fumi espulsi non superano i 45°C) per resistere all’acidità dei fumi; - la bassa temperatura dei fumi non permette il tiraggio naturale del camino ed è necessario utilizzare un ventilatore inserito a monte del bruciatore della caldaia; - i fumi spinti dal ventilatore richiedono a loro volta camini perfettamente a tenuta, rendendo problematico lo scarico di più caldaie in un unico camino; - è necessario realizzare anche due scarichi per la condensa: uno per l'acqua proveniente dalla caldaia e un altro per quella proveniente dai fumi di scarico. Nella maggior parte dei casi le caldaie a condensazione presentano un bruciatore di tipo premiscelato che, al variare della potenza del bruciatore, permette di mantenere costante il valore di anidride carbonica presente nei fumi e di ridurre le emissioni di monossido di carbonio e di NOx. Per questi ultimi due motivi l’installazione delle caldaie TRAINBUILD Project 19 Supported by a condensazione è obbligatoria in molte aree che presentano valori elevati di inquinamento atmosferico, a prescindere dal rendimento reale conseguito dall’impianto. I rendimenti di una caldaia a condensazione sono infatti tanto superiori quanto è più bassa la temperatura dell’acqua di ritorno dal sistema di distribuzione del calore e con ritorni superiori ai 40-45°C il loro rendimento è simile a quello delle sorelle "ad alto rendimento". Per questo motivo, quindi, le loro prestazioni sono ottimizzate solo con sistemi a bassa temperatura, vedi paragrafo “2.2.1.4 Sistemi a bassa temperatura”, quasi sempre dipendenti, a loro volta, dal raggiungimento di bassi livelli di dispersione dell’edificio. Intervenendo su impianti esistenti, se non vengono realizzati importanti interventi di efficienza sull’involucro, il vantaggio reale si attesta solitamente su un 10-15% di maggior rendimento. 2.2.2 Sistemi di regolazione Valvole termostatiche Le valvole termostatiche sono dispositivi che regolano la potenza degli elementi scaldanti modulando automaticamente l’afflusso di acqua calda ai termosifoni, in base alle variazioni di temperature rilevate in ambiente. La portata d’acqua al termosifone sarà quindi tanto più grande quanto maggiore sarà la differenza tra la temperatura impostata e quella misurata in un dato momento. Quando le due temperature si equivalgono, o quella in ambiente supera la temperatura impostata, la valvola interrompe il flusso verso il termosifone e, quindi, il consumo di energia collegato. Le valvole si differenziano tra i modelli a bassa inerzia termica e quelli ad alta inerzia termica E’ opportuno scegliere valvole termostatiche che rispondano rapidamente al variare della temperatura in ambiente. L'ENEA indica come: "Per valvole termostatiche a bassa inerzia, si intendono valvole caratterizzate da un tempo di risposta (determinato in conformità al punto 6.4.1.13. della norma UNI EN 215) inferiore a 40 minuti. Le valvole in possesso del marchio di conformità CEN (European Committee for Standardisation) ottemperano a tale requisito". Vi sono tuttavia molte differenze in termini di prestazioni anche tra le valvole dotate di marchio CEN ed è sempre consigliabile scegliere quelle con la minore inerzia termica. Le valvole termostatiche permettono: - il recupero degli apporti gratuiti, sia solari che provenienti da fattori interni quali elettrodomestici o persone; - il bilanciamento automatico dell'impianto e migliore distribuzione del calore tra i vari ambienti e alloggi dell’edificio; - la regolazione della temperatura di ritorno dell'impianto, che permette di migliorare il rendimento delle caldaie a condensazione. Per questo motivo, la detrazione del 55% prevista dalla finanziaria per la sostituzione della caldaia con una a condensazione fa obbligo di installare anche le valvole termostatiche su tutti i corpi scaldanti. E’ tuttavia necessario che le pompe di circolazione siano a giri variabili per consentirne l’adattamento al variare delle portate ed evitarne la rottura. Contabilizzazione del calore La contabilizzazione del calore permette di calcolare la quantità di energia termica utilizzata da ogni singolo alloggio, rendendo possibile pagare in funzione dei consumi reali anche nel caso di impianti centralizzati. TRAINBUILD Project 20 Supported by Il sistema di contabilizzazione del calore favorisce il contenimento dei consumi non tanto per una maggiore efficienza dell’impianto su cui viene installato, che può essere tanto nuovo che esistente, quanto perché ogni famiglia è incentivata a mantenere negli ambienti temperature non superiori a quelle necessarie per il proprio di comfort. Si riducono così i casi di alloggi con i caloriferi al massimo e le finestre aperte. Il risparmio conseguibile attraverso la contabilizzazione, che è il dispositivo che favorisce il migliore utilizzo delle valvole termostatiche, è tanto più elevato quanto più la gestione del calore negli alloggi sia trascurata. Si tratta, quindi, di un sistema che permette di ottenere i vantaggi di un impianto centralizzato mantenendo l’autonomia propria di quelli autonomi, attraverso la correlazione tra la spesa attribuibile al singolo utente (condomino) e il calore effettivamente prelevato dall'impianto termico. Si ottengono inoltre due vantaggi rispetto all’utilizzo delle caldaie autonome: - una parte dei consumi totali (solitamente tra il 30 e il 40%) continua ad essere ripartita a millesimi, evitando così che chi spegne o abbassa molto la temperatura al suo interno, come le persone che lavorano tutto il giorno fuori casa e chi va via per settimane o mesi durante il periodo invernale, sia scaldato in parte a spese dei vicini confinanti; - il costo di installazione e manutenzione di una caldaia centralizzata è di gran lunga inferiore a quello della somma di tutte le caldaie autonome necessarie a sostituirla, senza contare il costo di installazione o messa a norma delle canne fumarie. Esistono due possibili sistemi di distribuzione del calore prodotto da impianti centralizzati: - distribuzione verticale, attraverso diverse colonne di distribuzione dell'acqua (mandata e ritorno) che dalla centrale termica collegano i singoli elementi scaldanti posti sulla stessa verticale, indipendentemente dall'appartamento in cui essi si trovano; - distribuzione orizzontale, che all'interno degli appartamenti porta l'acqua agli elementi scaldanti prelevandola da un'unica colonna verticale di distribuzione (mandata e ritorno) proveniente dalla centrale termica. Per ciascuna di queste due situazioni è stato studiato un sistema di contabilizzazione, regolazione e ripartizione del calore. Distribuzione Verticale In questo caso, per calcolare poi l'energia utilizzata da ciascun appartamento, è necessario contabilizzare il calore emesso da ogni singolo radiatore. Questa misura è compiuta da dispositivi applicati ad ogni elemento scaldante dell’edificio per misurarne il calore emesso verso l’ambiente. La lettura di questi dispositivi può essere condotta direttamente o via radio da una o più centraline poste nell’edificio o in ogni alloggio, permettendo il controllo diretto dell’andamento dei consumi. La regolazione della temperatura nei diversi ambienti si ottiene agendo tramite le valvole termostatiche poste sui radiatori. Distribuzione orizzontale In questo caso la contabilizzazione può avvenire direttamente appartamento per appartamento con un sistema più semplice e preciso (tutti i nuovi edifici devono avere questo tipo di distribuzione e contabilizzazione, DPR 551/99). La contabilizzazione avviene tramite un contatermie posto sul ritorno dell'acqua proveniente dai caloriferi dell'appartamento, che mediante un contatore volumetrico e due sonde termiche (poste sul tubo di andata e su quello di ritorno dai caloriferi) calcola l'energia termica utilizzata. La lettura di questi dispositivi può essere eseguita direttamente o via radio da una o più centraline poste nell’edificio o in ogni alloggio, permettendo il controllo diretto dell’andamento dei consumi. TRAINBUILD Project 21 Supported by In questo caso la regolazione della temperatura si ottiene, oltre che agendo sulle valvole termostatiche, utilizzando un cronotermostato collegato a una valvola miscelatrice motorizzata, esattamente come per i sistemi di riscaldamento individuale. Oltre ad una più equa ripartizione della bolletta del riscaldamento, basata sui consumi reali degli utenti, la contabilizzazione del calore consente: - una migliore distribuzione del calore tra i vari alloggi e piani, con l’eliminazione di quelle situazioni in cui in alcuni alloggi si tengono le finestre aperte per il troppo caldo mentre in altri si stenta ad arrivare ai 18°C; - di vedersi ripagati direttamente in bolletta, anche se al 60-70%, gli investimenti fatti sul proprio alloggio per ridurne i consumi e migliorarne il comfort, quali sostituzione dei serramenti, isolamento dell’area retrostante il calorifero e dei cassonetti, cappotti interni, etc. - di convincere più facilmente il resto dei condomini a intervenire per il 30-40% della spesa su quegli interventi su parti comuni che vanno a diretto vantaggio di alcuni condomini, quali isolamento della soletta superiore sottotetto o di quella inferiore verso esterno o locali non riscaldati. 2.2.3 Sistemi a bassa temperatura Per ottenere il miglior rendimento da caldaie a condensazione, pompe di calore e sistemi solari termici, è necessario che la temperatura del fluido che circola nell’impianto di riscaldamento sia il più bassa possibile e comunque inferiore ai 45°C. L’energia che deve essere erogata dall’impianto dipende da: - quantità di dispersioni da compensare (involucro + ventilazione), - superficie di scambio tra il terminale di erogazione del calore e l’ambiente, - temperatura del fluido nel terminale. Ne consegue che più un ambiente disperde e più devo aumentare la temperatura del fluido e/o la superficie del terminale, meno disperde e meno può essere elevata la temperatura del fluido e/o la superficie del terminale. Si hanno così soluzioni differenti a seconda delle condizioni specifiche su cui si interviene: a. su edifici molto o abbastanza disperdenti, i radiatori ad alta temperatura possono essere sostituiti solo da sistemi a bassa temperatura che utilizzano elementi radianti di sufficiente estensione quali pavimenti, soffitti e pareti radianti o strisce radianti; b. su edifici con dispersioni basse o molto basse, oltre ai sistemi radianti “estesi” (che possono operare con una minor densità di spire o a temperature inferiori) si possono utilizzare anche le piastre radianti, i radiatori a bassa temperatura e i sistemi tutt’aria, con aria a temperatura neutra (30-37°C, vedi: 2.2.2.1 Ventilazione meccanica con recupero di calore). Sistemi radianti I sistemi radianti funzionano trasferendo il calore per irraggiamento, ossia grazie alla possibilità che ha una radiazione infrarossa (ma anche visibile o ultravioletta) di viaggiare in modo retto nello spazio, trasferendo energia all’oggetto che colpisce. Il principio è lo stesso con cui siamo riscaldati dall’energia emessa dal sole o da un caminetto. Sono di conseguenza sistemi che lavorano meglio “a vista” e che, per questo motivo, possono essere collocati anche a parete o a soffitto. I sistemi radianti “estesi” hanno una risposta più lenta alle fluttuazioni interne della temperatura rispetto agli altri, costano solitamente di più ma permettono di non avere TRAINBUILD Project 22 Supported by ingombri sulle pareti. Sono peraltro anche gli unici sistemi a bassa temperatura coerenti con gli edifici di cui al punto a. precedente. Pavimenti radianti Sono i sistemi più conosciuti da progettisti, installatori e grande pubblico e i più diffusi, attualmente. La loro popolarità fa sì, però, che non siano sempre utilizzati in modo appropriato alle caratteristiche termofisiche dell’ambiente/edificio e alle sue modalità di fruizione. Per le loro caratteristiche costruttive sono infatti i sistemi estesi con i tempi di risposta alle fluttuazioni interne della temperatura più lunghi (da 2 a più ore), incrementati spesso dalla sovrapposizione di palchetti o linoleum e dal posizionamento di mobili e tappeti. Richiederebbero quindi un abbinamento con murature dotate di una buona capacità termica superficiale in grado di funzionare come volano in presenza di aumenti o diminuzioni rapide della temperatura (radiazione solare, affollamento, cottura cibi, apertura finestre, etc.). Pareti radianti Le pareti radianti sono costituite da tubi di minor diametro dei pavimenti (“capillari”) che possono essere installati sotto intonaco o inseriti in lastre di cartongesso. Per questo motivo, hanno tempi di risposta alle fluttuazioni interne della temperatura decisamente più brevi dei pavimenti. Solitamente, le spire sono posizionate sulla parte alta delle pareti verso l’esterno, per contrastare meglio l’effetto “parete fredda”. Non dovrebbero essere ricoperte, per quanto possibile da mobili e altri oggetti isolanti. Per realizzare fori in sicurezza, viene data in dotazione una striscia termografica che appoggiata alla parete evidenzia il passaggio dei tubi, che in ogni caso, se bucati, si possono riparare facilmente. La loro principale limitazione è il costo, superiore a quello dei sistemi a pavimento. Soffitti radianti Sono i sistemi radianti estesi più coerenti con il principio fisico con cui opera questa categoria di terminali: - “vedono” con l’angolo più ampio tutti gli oggetti e le persone all’interno di un ambiente; - non sono coperti da altri oggetti, non subiscono interferenze con l’arredamento; - in caso di rottura, si lavora su intonaco e non è necessario intervenire sul pavimento; - essendo sotto intonaco, in lastre di cartongesso o accoppiati a pannelli metallici, hanno tempi di risposta molto più rapidi del pavimento; - sono ottimali anche per il raffrescamento estivo. Il loro vero limite è il prezzo, essendo attualmente i sistemi più costosi della categoria, dovuto anche a una messa in opera più complessa che richiede personale più qualificato. Strisce radianti Sono dei tubi alettati che corrono lungo il perimetro delle pareti verso l’esterno come fossero un battiscopa passacavi. Il calore che emanano sale lungo la parete riscaldandone la superficie che, a sua volta, si trasforma in superficie radiante che irraggia il resto dell’ambiente. Il sistema può essere alimentato con temperature da 40 a 70°C. La possibilità di gestire questo tipo di riscaldamento con acqua a temperatura inferiore a 45°C dipende dalla quantità di calore che deve essere ceduta all’ambiente e quindi dall’efficienza dell’involucro. Piastre radianti Le piastre radianti sono delle “lastre”, solitamente metalliche, che funzionano principalmente per irraggiamento. La dimensione della loro superficie si avvicina più a quella dei termosifoni che a quella degli altri sistemi radianti “estesi”. Non agendo per convezione possono però trovare posto su qualunque parete diventando, in alcuni casi, TRAINBUILD Project 23 Supported by degli elementi di arredo. L’importante è che possano “vedere” agevolmente parti significative dell’ambiente in cui sono posizionate. In Italia sono poco conosciute mentre sono diffuse da molti anni in Nord Europa. Radiatori a bassa temperatura I radiatori a bassa temperatura sono sostanzialmente simili a quelli tradizionali ma sono progettati in modo da poter innescare un efficiente scambio con l’aria anche con temperature del fluido termovettore di 40-45°C. Questo permette di abbinare i vantaggi della bassa temperatura (anche se non lavorano con valori di 25-35°C degli impianti radianti estesi) alla rapidità di regolazione propria dei radiatori con valvole termostatiche, consentendo un miglior controllo dell’oscillazione delle temperature interne, che li rende pertanto il sistema più flessibile e applicabile al maggior numero di situazioni. Inoltre sono solitamente molto più economici dei sistemi radianti estesi. Ovviamente, hanno l’inconveniente di occupare lo stesso spazio di quelli tradizionali. Sistemi tutt’aria Quando le dispersioni di un alloggio o edificio scendono al di sotto di determinati valori è possibile riscaldarlo ricorrendo esclusivamente ad impianti ad aria che lavorano a temperature inferiori ai 40°C. A queste temperature l’aria non viene percepita come “neutra” e non dà alcun fastidio. Gli impianti tutt’aria sono particolarmente indicati per le seguenti situazioni: - edifici con pareti isolate internamente e leggere (quali: prefabbricati a secco, murature in laterizi porizzati, porton, etc.); - alloggi ed edifici utilizzati in modo discontinuo come le case vacanza. Negli alloggi o edifici in cui è presente un sistema di ventilazione meccanica con recupero di calore, si può ottenere una vantaggiosa economia di scala, utilizzando lo stesso impianto come impianto di riscaldamento, mediante l’inserimento di una batteria di post-riscaldamento dell’aria in entrata e un sistema di termoregolazione. Sullo stesso principio, il sistema può essere convertito in sistema di raffrescamento per la stagione estiva. Sistemi ibridi Di particolare interesse possono essere i sistemi ibridi aria/acqua, in cui il sistema ad aria, può integrare e ottimizzare le prestazioni di tutti gli altri sistemi a bassa temperatura grazie alle sue caratteristiche di velocità di attivazione. L’abbinamento dei due sistemi può avere costi molto contenuti se il sistema di riscaldamento ad aria è collegato al sistema di ventilazione meccanica. 2.3 Ventilazione meccanica con recupero di calore L’adozione delle guarnizioni a giunto aperto, avvenuta oltre 30 anni fa e poi costantemente migliorata nel tempo, ha eliminato le infiltrazioni di aria dai serramenti, impedendo dispersioni di energia verso l’esterno e migliorando il comfort degli occupanti. Questi innegabili vantaggi hanno però avuto come conseguenza una secca riduzione dei ricambi d’aria minimi all’interno degli ambienti (0,5 volumi di aria all’ora negli ambienti di soggiorno, riposo e stazionamento), che fino a quel momento erano stati assicurati dalle infiltrazioni dal perimetro dei serramenti. Da un punto di vista complessivo, gli svantaggi sono stati sicuramente superiori ai vantaggi in quanto si è ottenuto: - l’aumento della concentrazione di sostanze inquinanti all’interno degli ambienti, dovuto alla somma degli inquinanti emessi da quanto contenuto in un’abitazione (vernici, detersivi, additivi contenuti nei prodotti plastici, stampanti, etc.) con quelli presenti nell’aria esterna; TRAINBUILD Project 24 Supported by - l’aumento dell’umidità relativa registrata nelle abitazioni, con conseguente aumento della comparsa di muffe e batteri in corrispondenza dei ponti termici; un aumento della concentrazione di sostanze percepite come odori. L’apertura saltuaria delle finestre come mezzo per controllare questi fenomeni, non è efficace in quanto le concentrazioni di inquinanti tornano ai livelli precedenti dopo solo 15 minuti dalla chiusura. Inoltre, più si tengono aperte le finestre più si spreca energia ed è inutile aver speso per la qualità del serramento. L’unica soluzione efficace è l’introduzione di un sistema di ventilazione meccanica con recupero di calore che permette di avere i ricambi d’aria necessari 24 su 24 recuperando fino al 90% dell’energia contenuta nell’aria espulsa. In questi sistemi, l’aria in espulsione, che viene prelevata da bagni e cucine, viene fatta passare in un “pacchetto di scambio” in cui cede la maggior parte del suo calore all’aria fresca proveniente dall’esterno, senza che i due flussi si mescolino. L’aria fresca, così pre-riscaldata, viene poi immessa nei soggiorni, camere da letto e altri locali d’uso continuativo. Viene così a cadere l’esigenza di aprire le finestre, che teoricamente possono essere chiuse all’accensione dell’impianto di riscaldamento e riaperte alla sua chiusura. Con temperature di 0°C esterni, la temperatura dell’aria immessa arriva ai 15-17°C con un consumo di energia per l’alimentazione dei due ventilatori estremamente contenuto (100-150W) per sistemi domestici. Anche la manutenzione è molto ridotta e non presenta problemi così come minimo è il livello del rumore. Nel caso di interventi sull’intero edificio è possibile in ogni caso posizionare batteria di scambio e motori nel sottotetto, nell’interrato o in altre posizioni dislocate, purché raggiungibili dalle canalizzazioni. Possono essere installati anche in zone montane, installando un sistema di pre-riscaldo dell’aria esterna, per evitare che si formi ghiaccio nel pacchetto di scambio quando si raggiungono temperature molto inferiori allo 0 termico. I sistemi a controsoffitto sono i più economici e adatti alla maggior parte degli interventi di riqualificazione e possono interessare anche un unico alloggio all’interno di un condominio. I sistemi di ventilazione meccanica con recupero di calore possono essere utilizzati anche come impianto di riscaldamento, mediante l’inserimento di una batteria acqua/aria di post-riscaldamento dell’aria in entrata e un sistema di termoregolazione. Sullo stesso principio, possono essere convertiti in sistemi di raffrescamento per la stagione estiva. Per i casi in cui non sia possibile intervenire con sistemi centralizzati, ad alloggio o a condominio, è possibile impiegare modelli indipendenti per i singoli ambienti su cui si vuole intervenire. Sono tuttavia sistemi che non offrono possibilità di integrazione con i sistemi di climatizzazione. 2.4 Illuminazione nelle abitazioni 2.4.1 Consumi e risparmi Una famiglia italiana ha un consumo medio di energia elettrica secondo le percentuali seguenti (ipotesi basata su di un sistema di condizionamento ambiente e produzione di acqua calda sanitaria (ACS) non alimentati da energia elettrica): TV DECODER 9% 4% TRAINBUILD Project 25 Supported by DVD ILLUMINAZIONE CONGELATORE FRIGOCONGELATORE LAVASTOVIGLIE LAVATRICE ALTRO* 4% 10% 16% 20% 13% 10% 14% * Per Altro s’intende l’insieme dei consumi determinati dall’utilizzo di elettrodomestici minori quali: forno, ferro da stiro, phon, robot da cucina, carica batterie,ecc. Il consumo di energia elettrica per l’illuminazione può essere agevolmente ridotto fino all’80%, con costi che possono rientrare in 1-3 anni e durata delle lampade maggiore di 5-7 volte. Con la riduzione dei consumi è possibile anche migliorare la qualità della luce e le prestazioni dei corpi illuminanti (lampadari, plafoniere, lampade da tavolo, etc.) in termini di comfort visivo e praticità di utilizzo. E’ inoltre possibile utilizzare maggiormente e con migliori risultati la luce naturale, aumentando il comfort psico-fisico degli occupanti e riducendo ulteriormente i consumi di energia elettrica (vedi parte II - Illuminotecnica). 2.4.2 L’efficienza energetica L’etichetta energetica delle lampadine è divisa in due settori, il primo riporta le classi di efficienza energetica*. La lettera A indica consumi minori. Le lettere dalla B in poi indicano consumi via via maggiori. Le lampade fluorescenti sono in classe A o B (efficienza da 60 a 90), le lampade alogene prevalentemente in classe D, le comuni lampade ad incandescenza sono in classe E o F (efficienza da15 a 20), mentre alcune lampadine speciali e decorative in classe G. Nel secondo settore sono indicati il flusso luminoso espresso in Lumen**, la potenza della lampada espressa in Watt*** e la durata media nominale di vita espressa in ore****. La vendita delle lampade a incandescenza è vietata in Italia Europa dal 2012. dal 2011 e in Definizioni * Efficienza luminosa (lm/W): indica la quantità di energia elettrica assorbita trasformata in luce. Rappresenta il rapporto tra il flusso luminoso emesso dalla lampada (espresso in Lumen) e la potenza elettrica che l’alimenta (espressa in Watt). Viene indicata con il simbolo lm/W. E’ il parametro che definisce la classe energetica della lampada e permette la scelta della sorgente luminosa più adatta a risparmiare energia. ** Lumen (lm) definiscono il flusso luminoso, che indica la quantità di energia luminosa emessa dalla lampada nell’unità di tempo. *** Watt (W) definiscono la potenza, e ci danno un’idea immediata della quantità di energia elettrica consumata dalla lampada nell’unità di tempo. **** Durata - espressa in ore - indica il numero di ore di funzionamento dopo il quale, in un determinato lotto di lampade e in ben definite condizioni di prova, il 50% delle lampade cessa di funzionare. 2.4.3 La qualità della luce TRAINBUILD Project 26 Supported by La qualità della luce prodotta da una lampada è definita da due caratteristiche: A) la temperatura di colore espressa in gradi Kelvin (°K), B) l’indice di resa cromatica (Ra o IRC) La temperatura di colore indica la tonalità della luce emessa da una lampada. In commercio troviamo lampade con diverse tonalità di bianco: TONALITÀ DI COLORE TEMPERATURA DI COLORE bianco-calda (W) con sfumature tendenti al giallo minore di 3.300 °K binco-neutra (I) da 3.300 a 5.300 °K bianco-fredda (C) con sfumature tendenti all’azzurro maggiore di 5.300 °K Solitamente la luce fredda è poco gradita all’interno degli appartamenti. Per questo motivo molte persone evitano di usare lampade fluorescenti tubolari (neon) e fluorescenti compatte. Da qualche tempo si trovano però in commercio molti modelli di queste lampade che danno una luce calda, molto simile a quella delle normali lampade ad incandescenza. L’indice di resa cromatica (Ra o IRC) varia tra 0 e 100, e indica in che misura i colori percepiti sotto un’illuminazione artificiale si accostino ai colori reali. Quanto più tale indice si avvicina a 100 tanto più la sorgente luminosa consente l’apprezzamento delle sfumature di colore. La Norma UNI 10380, Illuminazione d’interni con luce artificiale, individua le seguenti classi di resa cromatica Ra: GRUPPO DI RESA DEL COLORE 1A 1B 2 3 4 INDICE DI RESA CROMATICA RA maggiore di 90 tra 90 e 80 tra 80 e 60 tra 60 e 40 tra 40 e 20 Per gli impianti di illuminazione destinati al controllo, alla selezione o all’esame dei prodotti (laboratorio, tessile, stampa, agroalimentare, etc.), i valori consigliati sono compresi tra 90 e 100. Per l'illuminazione di uffici, scuole, negozi, case, alberghi o ristoranti e per l'illuminazione di alcune lavorazioni industriali in cui il riconoscimento dei colori è fondamentale, i valori sono compresi tra 80 e 90. Si raccomanda che le lampade con resa dei colori inferiore a 85 non siano utilizzate in spazi interni in cui le persone lavorano o soggiornano per lunghi periodi. TRAINBUILD Project 27 Supported by Le tipologie in commercio TIPO DI LAMPADE ALOGENE La luce più bella PARTICOLARITA’ Eccellente qualità della luce. Valorizzazione dei colori e degli ambienti. ALOGENE RC La luce più bella FLUORESCENTI COMPATTE I consumi più bassi FLUORESCENTI TUBOLARI I consumi più bassi LED La durata maggiore Convenienti e resistenti, offrono una buona qualità di luce per l’illuminazione di base Le più convenienti e resistenti, offrono una buona qualità di luce ma richiedono corpi illuminanti specifici La soluzione del futuro: bassi consumi, lunghissima durata e minor impatto ambientale. Sono in continua evoluzione per tipologia, prestazioni e flusso luminoso erogato. VANTAGGI - Piccole dimensioni - Maggiore efficienza rispetto alle incandescenti tradizionali - Ottima resa cromatica - Riaccensione immediata - Utilizzabili con regolatore di intensità - Varietà di forme - Varietà di attacchi - Versioni con e senza necessità di trasformatore - Elevata efficienza - Diverse tonalità di colore - Lunga durata - Bassi costi di esercizio - Basso sviluppo di calore - Ampia scelta di modelli - Accensione quasi istantanea - Elevata efficienza - Lunga durata - Diverse tonalità di colore - Bassi costi di esercizio - Basso sviluppo di calore - Bassa luminanza - Accensione quasi istantanea - Durata di vita estremamente lunga - Bassi costi di manutenzione (la lampada continua a funzionare anche nel caso in cui uno o più elementi sono danneggiati) - Esistono modelli che possono sostituire direttamente le lampade a incandescenza sugli impianti esistenti - Hanno dimensioni drasticamente ridotte - Non riscaldano - Accensione istantanea - Utilizzabili con regolatore di intensità SVANTAGGI - Scarsa efficienza rispetto alle lampade fluorescenti - Elevata emissione di calore - Fragili - Quella a bassa tensione hanno bisogno di un trasformatore per funzionare - Elevato costo iniziale - Sensibilità alla temperatura - Esistono solo in dimensioni standard per diametro e lunghezza - Sensibilità alla temperatura - Controllo ottico limitato - Richiede alimentatore - Elevato costo iniziale - Luce relativamente fredda e direzionale - Essendo in continua evoluzione, vi sono rischi che i nuovi modelli non siano ancora adeguatamente testati e possano dare dei problemi nel tempo LE LAMPADE AD INCANDESCENZA SONO VIETATE IN ITALIA DAL 2011 - IN EUROPA DAL 2012 TRAINBUILD Project 28 SMALTIMENTO Rifiuti Urbani Rifiuti Urbani Raccolta separata (contengono piccole quantità mercurio) Raccolta separata (contengono piccole quantità mercurio) Rifiuti Urbani Supported by 2.4.4 Regolatori di luminosità Un controllo efficace dell’illuminazione elettrica è la chiave per realizzare un concreto risparmio energetico. A tal proposito, i sensori di presenza o sensori a tempo nelle stanze, siano esse ad uso residenziale o commerciale, risolvono molti problemi legati ad un consumo indesiderato di luce elettrica. In appartamenti e negli spazi comuni dei condomini possono essere posizionati molti sistemi di controllo, come semplici timer a pulsante oppure sistemi basati sul rilevare la presenza di occupanti attraverso raggi infrarossi. I regolatori di intensità consentono di controllare e ridurre i watt in ingresso verso la lampada, riducendone di conseguenza il consumo di energia e aumentando significativamente la vita utile. La regolazione delle lampade fluorescenti richiede speciali portalampade e dispositivi e può essere realizzata solo su alcuni modelli (bisogna quindi informarsi prima dell’acquisto). Le fotocellule accendono e spengono la luce in base ai livelli di illuminazione naturale. Ad esempio, se utilizzate all’esterno, possono accendere le lampade al tramonto e spegnerle all’alba. 2.5 Acqua Mentre l'acqua costa relativamente poco in Italia e conseguentemente i tempi di ritorno dell’investimento per misure di risparmio idrico sono piuttosto lunghi, è tuttavia ancora possibile fare piccoli interventi per il risparmio idrico a costi contenuti. Ad esempio introducendo riduttori di flusso su rubinetti e docce, oltre che l’adozione (peraltro obbligatoria in Italia) di due livelli di flusso acqua nella vaschetta dello scarico. 2.5.1 Acqua calda sanitaria (ACS) La maggior parte delle abitazioni produce acqua calda sanitaria attraverso boiler a gas, boiler elettrici e, in alcuni casi, attraverso impianti solari termici. Dove l’acqua calda è prodotta dal calore generato da una rete di teleriscaldamento, l’unità immobiliare avrà un’unità di scambiatore di calore che trasferisce il calore prodotto dalla rete fino all’utenza finale per il suo utilizzo. Nel caso in cui esistano dei adeguatamente isolati. serbatoi di acqua calda, questi devono essere Da evitare, ove possibile, l’uso del boiler elettrico che fa aumentare in modo sensibile le bollette elettriche. 2.5.2 Dispositivi per il risparmio di acqua Esistono parecchi modi per ridurre l'uso dell'acqua all'interno di una casa, ma la scelta della soluzione ottimale dipenderà da casa, numero occupanti, etc. Generalmente i WC richiedono circa il 30% di tutto il consumo di acqua potabile nelle abitazioni. Il costo di installazione di cassette di cacciata con doppio tasto che permette di erogare in alternativa 4-5 litri o 10-12 litri sono ormai in commercio da tempo con un costo di pochi euro superiore a quello delle cassette monotasto. È inoltre possibile installare un dispositivo di interruzione scarico su un WC esistente. TRAINBUILD Project 29 Supported by In alternativa esistono dispositivi che, inseriti all’interno delle vaschette, ne riducono la capacità, così che si scarica una quantità minima di litri per cacciata. Sia i rubinetti dei lavandini che quelli delle docce possono essere facilmente dotati di riduttori di flusso che riducono il volume di acqua erogata, senza intaccare minimamente il comfort. Molti produttori di elementi di arredo bagno offrono sistemi efficienti di dosaggio dell’acqua utilizzata, rispetto ad un bagno standard che di solito ha un consumo medio di 225 litri, mentre con i nuovi bagni in commercio si può arrivare fino a 140 litri, con un risparmio netto del 35%. Ulteriori risparmi si possono ottenere con la creazione di bacini di raccolta dell’acqua piovana o delle acque grigie, utilizzabili entrambi per usi esterni. L'acqua piovana viene deviata dai sistemi di smaltimento e raccolta in un serbatoio, o nel sottotetto, se lo spazio e la struttura lo consentono, o sotto terra. L'acqua viene pompata e utilizzata per l'uso negli elettrodomestici. L’acqua proveniente da docce/bagno, lavabi/bagno e lavatrici (acque grigie) può essere raccolta, trattata e conservata per il riutilizzo, ad esempio per lo scarico WC, evitando di attingere dalla rete idrica di acqua potabile. Infine misurare il consumo di acqua è importante per capire sia i costi di utilizzo, sia per aiutare a modificare i comportamenti degli utenti. Per i proprietari di casa e i condomini l'installazione di contatori per l’acqua fornisce la massima trasparenza nel conteggio del consumo ed è considerato il sistema più corretto e preciso per addebitare i reali consumi d’acqua. TRAINBUILD Project 30 Supported by 3. DIVENTARE AUTOPRODUTTORI DI ENERGIA ELETTRICA E TERMICA, CAMBIARE LE ABITUDINI DELLE PERSONE, MISURARE QUANTO SI PRODUCE E SI USA TRAINBUILD Project 31 Supported by 3.1 Diventare autoproduttori di energia elettrica e termica 3.1.1 Solare Fotovoltaico Il vantaggio di un impianto fotovoltaico è legato al fatto che si può agevolmente installare sulla quasi totalità di tetti di abitazioni singole ed anche dei condomini (in questo caso possono essere più o meno elevati i costi di installazione legati al ponteggio; per minimizzare i costi i questi casi è meglio installare un impianto fotovoltaico quando sia necessario rifare il tetto). Non ci dilunghiamo in questa sede nell’approfondire le varie tipologie di moduli esistenti sul mercato. Basterà ricordare che generalmente il film sottile ottiene buoni risultati anche con luce diffusa e che può essere utilizzato con risultati apprezzabili su tetti industriali anche con esposizioni non ottimali. Mentre moduli di mono - policristallino hanno bisogno di superfici esposte a sud-sud/ovest per una produzione ottimale. Vantaggi I risparmi che si possono ottenere dal fotovoltaico riguardano non solo gli incentivi governativi pagati per 20 anni, ma anche il risparmio in bolletta che può arrivare fino all’80-85% anno. Unica accortezza, non sempre conosciuta dall’utente finale, riguarda l’utilizzo dello Scambio Sul Posto. E’ infatti necessario auto-consumare più possibile, usando quindi l’energia elettrica prodotta direttamente dall’impianto durante la giornata. Dunque, contrariamente ai consigli generali di risparmio energetico, è meglio usare gli elettrodomestici, il ferro da stiro ed ogni altro elettrodomestico durante le ore diurne, attingendo direttamente energia elettrica dal proprio impianto, anziché prelevare dalla rete, come accade di notte. In questo modo l’energia usata di giorno non viene fatturata in bolletta e consente da subito di ottenere considerevoli risparmi sulla stessa. Manutenzione Nonostante il fotovoltaico non abbia bisogno di grande manutenzione, è opportuno ridurre al minimo il rischio di malfunzionamenti che possono contrarre la quantità di energia prodotta, facendo ispezionare almeno una volta all’anno l’impianto da un manutentore qualificato e aggiungendo la pulizia dei pannelli. 3.1.2 Solare termico L’energia solare termica produce acqua calda sanitaria e ad uso riscaldamento grazie all’utilizzo di collettori solari. Il solare termico, nell’ambito delle attività di riqualificazione energetica degli immobili, rappresenta uno strumento di facile installazione e costo ridotto per ridurre il consumo energetico. Anche in questo tipo di tecnologia esistono svariati modelli di collettori, da quelli piani a quelli sottovuoto. Nel caso di zone più fredde, come centro e nord Italia, il boiler è installato nel sottotetto (rook space), l’impiantistica viene isolata e viene aggiunto liquido anti congelante. Un impianto solare termico per uso domestico di solito possiede da 2 a 5 m 2 di collettori solari e un boiler che può variare da 100 a 200 lt, a seconda delle necessità. Il sistema a circolazione forzata usa una pompa per far circolare l’acqua calda. In questo caso non è necessario posizionare il boiler sul tetto e il sistema stesso può essere facilmente integrato con il sistema di riscaldamento. Questi tipi di impianti sono più costosi rispetto agli altri, sia perché più complessi e sia per la loro possibilità di integrazione con il riscaldamento. Necessitano, inoltre, di progettazione appropriata da parte di un termotecnico abilitato. TRAINBUILD Project 32 Supported by Un sistema domestico di questo tipo – a circolazione forzata - ha bisogno di 2-4 m2 di collettori installati ed un boiler che varia a seconda delle esigenze del cliente da 150 a 400 litri. Solare termico con tubi sottovuoto Un sistema solare termico con tubi sottovuoto è in grado di generare maggiore energia grazie a collettori sottovuoto che funzionano come un thermos, permettendo di trattenere maggiormente il calore, rendendo questo sistema più efficiente del 20% rispetto ai sistemi con collettori piani. I sistemi che lavorano con collettori sottovuoto sono più efficienti in particolare con condizioni di luce diffusa – giornate nuvolose e quando la superficie esposta a sud è limitata. Qualora ci fosse abbastanza superficie e l’orientamento non costituisse un problema, la valutazione da fare riguarda la spesa: spesso il costo maggiore per i sistemi sottovuoto non è compensato, in termini economici, dal maggior rendimento. Dimensionamento Prima di procedere al dimensionamento dell’impianto, occorre valutare le possibili riduzioni di consumo d’acqua, ad esempio inserendo riduttori di flusso sui rubinetti dei lavandini, dei lavelli e delle docce. Si tratta di dispositivi che permettono di ridurre fino al 50% il consumo di acqua senza effetti negativi percepibili dall’utilizzatore. Nel caso in cui il fabbisogno di acqua calda fosse ridotto, l’impianto potrà essere dimensionato in modo tale da costare meno rispetto allo standard. Inoltre è necessario stimare con attenzione il fabbisogno di acqua calda richiesto nei vari periodi dell’anno, in modo da evitare un dimensionamento errato. Infatti, tanto un impianto sottodimensionato che uno sovradimensionato hanno tempi di ritorno superiori a quelli ottimali. In più un’eccessiva produzione di acqua calda durante il periodo estivo può dare problemi all’impianto. Generalmente un impianto solare termico può coprire dal 40% al 70% del fabbisogno annuo di acqua calda sanitaria. Come riferito sopra, sovradimensionare un impianto in modo che possa produrre oltre il 70% di acqua calda non conviene sia da un punto di vista economico che tecnico, visti i potenziali malfunzionamenti. Alberghi, ospedali, case di cura, ristoranti, collegi, campeggi, ogni tipo di struttura turistica o ricettiva possono beneficiare di impianti solari di grandi dimensioni, con risultati considerevoli in termini di risparmio economico e di consumo di gas o altro combustile atto a riscaldare l’acqua. Anche sui condomini è possibile installare sistemi collettivi di captazione. In questo caso è però opportuno prevedere nel contempo, se non già presenti, l’installazione dei contatori volumetrici per l’acqua calda in ciascun alloggio, per misurare in modo efficace ed equo il consumo di ciascun utente. Accorgimenti utili Quando si collega un impianto solare al sistema di riscaldamento e produzione di acqua calda tradizionale, occorre verificare che quest’ultimo sia in buone condizioni e abbia le caratteristiche adatte per integrarsi coerentemente con la parte solare. Diversamente può creare malfunzionamenti anche seri. Elettrodomestici quali lavatrice e lavastoviglie consumano molta energia elettrica soltanto per il riscaldamento dell’acqua (fino all’80%); collegando questi elettrodomestici direttamente all’impianto solare o a quello termico, attraverso un miscelatore con regolazione termostatica, è possibile ridurre notevolmente la quantità di energia elettrica consumata per il riscaldamento dell’acqua di lavaggio. Inoltre, è consigliabile collocare i collettori sulla falda del tetto, privilegiando l’orientamento sud, quello ottimale. Tuttavia è TRAINBUILD Project 33 Supported by possibile installare collettori su falde che si discostano fino a 40° rispetto alla posizione sud, senza risentire di una riduzione di efficienza considerevole. Manutenzione E’ opportuno prevedere un controllo annuo dei principali elementi critici quali pompe, pressioni, stato dell’isolamento delle tubazioni, tenuta dei giunti etc. in quanto si è in presenza di un sistema con fluido in circolazione. Il controllo può essere abbinato alla normale manutenzione dell’impianto di riscaldamento. I collettori necessitano di una pulizia occasionale e un’ispezione delle parti elettriche che può essere fatta 1 volta l’anno. Installazione E’ necessario che l’impianto solare termico sia ben dimensionato e installato ad opera d’arte da personale specializzato. Meglio richiedere che l’installatore sia iscritto ad un albo abilitato prima dell’avvio dei lavori. Certificazioni/Standard Un elenco di Standard europei è stato pubblicato nel 2000 per collettori solari termici (EN 12975) e sistemi manifatturieri (EN 12976). Esiste anche una bozza per i sistemi costruiti su misura(ENV 12977). Questi standard danno degli indicatori di performance, sicurezza, durata. Test vengono condotti in modo specifico in laboratorio da gruppo indipendenti e sono spesso obbligatoriamente richiesti per ottenere incentivi finanziari per garantire la bontà del prodotto (ESTIF, 2011) La federazione europea industrie solare termico ha sviluppato, con CEN, la certificazione solare KEYMARK che si pone il compito di garantire appropriati standard dei prodotti solari termici. 3.1.3 Pompe di Calore Nella maggior parte dei casi, quando si parla di “geotermia”, si intende parlare di pompe di calore che assorbono l’energia necessaria per il riscaldamento degli ambienti attraverso l’acqua di falda o il terreno e non dell’utilizzo dell’energia termica del nucleo terrestre, che giunge a noi attraverso rotture del mantello della terra (come a Larderello, Pozzuoli o Acqui Terme). L’utilizzo del termine “geotermia” per le pompe di calore geotermiche appare quindi improprio, anche se ormai entrato nel linguaggio corrente. Le pompe di calore non sono rinnovabili al 100%, dal momento che necessitano sempre di un input importante, dato dall’energia elettrica di provenienza fossile, durante i medi invernali. Pertanto, anche se sono state incluse tra le fonti rinnovabili, sarebbe più corretto definirle sistemi ad alta efficienza, come le caldaie a condensazione. Attraverso le pompe di calore “geotermiche”, l’energia presente nell’acqua di falda o nel terreno viene convertita in calore, con un rapporto che può essere vantaggioso; infatti, se adeguatamente progettata e realizzata, una pompa di calore che produce 4 kW calorici consuma mediamente 1 kWh elettrico. Inoltre si tratta di macchine nelle quali è sufficiente invertire il ciclo termodinamico per ottenere la possibilità di raffrescare. Le principali sorgenti fredde da cui si può attingere l’energia sono: Acqua di falda L’acqua sotterranea è la fonte ideale di calore in quanto mantiene una temperatura pressoché costante durante tutto l’arco dell’anno. TRAINBUILD Project 34 Supported by L’acqua viene prelevata da un pozzo e, attraverso uno scambiatore acqua/acqua, il suo calore viene utilizzato dalla pompa che grazie al suo ciclo lo immette negli ambienti da climatizzare. Successivamente l'acqua prelevata viene riconvogliata nel terreno tramite un pozzetto di drenaggio o utilizzata per altri usi o scaricata nella rete delle acque grigie, operazione quest’ultima consentita e corretta dal punto di vista ambientale solo in alcuni casi. L’acqua dovrebbe, inoltre, essere prelevata esclusivamente dalla falda superficiale evitando accuratamente di perforare quella eventualmente sottostante per scongiurare, nel tempo, rischi di contaminazione tra le due falde. Orientativamente si può dire che per avere una potenza di 10 Kilowatt sono necessarie portate d’acqua attorno ai 1.500 – 2.000 litri / ora. Letto roccioso sotterraneo Un'altra fonte sotterranea che può essere utilizzata è costituita da strati di particolari terreni o rocce, presenti nel sottosuolo, che rimangono a temperatura costante tutto l’anno e che possono quindi essere sfruttati come sorgente di calore illimitata. Per utilizzarli si pratica una serie di trivellazioni nel terreno in cui viene inserita una sonda geotermica costituita da tubi in materiale plastico entro cui viene fatto circolare un fluido refrigerante che assorbe il calore degli strati profondi del terreno. Per una potenza calorica di 10 kW sono necessari, a seconda delle caratteristiche del terreno, una o più sonde inserite ad una profondità di 100-200 metri. Questa tipologia di impianto ha il vantaggio di occupare poco spazio e di poter essere installata anche su piccoli lotti di terreno, ma il suo costo può essere molto elevato, specie se è necessario perforare strati di roccia. Anche in questo caso, le perforazioni dovrebbero evitare accuratamente di perforare falde sottostanti la prima per evitare, nel tempo, rischi di contaminazione tra le di esse. Terreno di superficie Questo sistema è adatto per le nuove edificazioni, quando le tubazioni possono essere inserite nella platea di fondazione o interrate al di sotto di questa: per una potenza calorica di 10 kW occorre occupare circa 250- 350 mq di superficie di terreno. Aria Il principio della pompa di calore rimane lo stesso anche con utilizzo di aria, eccetto per il fatto che il calore viene estratto dall’aria circostante. Sono infatti pompe di calore i condizionatori che vengono istallati da anni in abitazioni, uffici, etc. In questo caso, però, per ottenere rendimenti stagionali accettabili è necessario che l’aria esterna sia per la maggior parte della stagione di riscaldamento superiore ai 710°C. Questo limita il loro utilizzo alle zone costiere e a quelle interne del Centro/Sud, quando a quote non elevate. Funzionamento Le pompe di calore agiscono come un frigorifero al contrario, prendendo l’energia da una fonte quale aria o sottosuolo, e qualche volta acqua, e attraverso ciclo di compressione/evaporazione producono calore e/o raffrescamento. Il liquido viene compresso e fatto passare per un condensatore, la cui funzione è quella di assorbirne il calore e cederlo al sistema di riscaldamento della casa. Invertendo il processo esiste la possibilità del raffrescamento. Rendimento Il termine Coefficiente di Performance (COP) viene utilizzato di solito per indicare l’efficienza della Pompa di Calore. Ad esempio, un valore di 3,5 COP significa che assorbendo 1 kWh di potenza dalla rete elettrica ne produco 3,5 kWh temici. L’efficienza (COP) è tanto maggiore quanto minore è la differenza di temperatura tra la fonte da cui prelevo l’energia e il condensatore a cui la cedo. Per questo motivo è opportuno utilizzare fonti termiche con la più alta temperatura possibile e coibentare adeguatamente l’edificio per poter utilizzare acqua alla temperatura più bassa possibile. TRAINBUILD Project 35 Supported by Nella progettazione dell’impianto va tenuto conto che il limite inferiore della temperatura dell’acqua calda sanitaria è di 45°C e che negli impianti condominiali il problema della legionella può richiedere temperature decisamente più elevate. La verifica della convenienza ad utilizzare una pompa di calore deve essere fatta partendo dal calcolo del COP medio stagionale, ricavato valutando mese per mese le temperature raggiunte dalla fonte e richieste dall’impianto di riscaldamento. Sarebbe comunque consigliabile di separare il rendimento della stagione invernale da quella estiva per verificare se esistono soluzioni più efficienti ed economiche, come ad esempio il solare termico per la produzione di acqua calda sanitaria durante i mesi estivi. Le pompe di calore solo per riscaldamento e acqua calda sanitaria, con sistema nonreversibile, sono di solito maggiormente efficienti, ma la qualità ed efficienza possono variare molto da prodotto a prodotto. Le pompe di calore possono essere usate per il condizionamento. Anche in questo caso vale la regola per cui il loro rendimento è in funzione della differenza di temperatura tra la fonte da cui prelevo l’energia (producendo il freddo) e il mezzo in cui disperdo il calore prodotto. Quanto meno dovrò abbassare la temperatura del liquido di raffrescamento tanto maggiore sarà il rendimento. E’ quindi sempre meglio agire: - sull’edificio: attraverso le schermature solari (in estate, 1 m2 di luce diretta attraverso una finestra, può contribuire di quasi 1 kW di calore nella stanza della finestra, come una piccola stufa accesa) e il raffrescamento notturno con ventilazione passante, abbinato alla capacità termica delle murature; - sull’erogazione: attivando l’impianto in funzione di deumidificazione, in quanto la percezione del caldo e del comfort è legata all’umidità relativa dell’aria. Manutenzione La manutenzione delle pompe di calore è minima, basandosi su componenti affidabili. E’ comunque consigliabile verificare e seguire con cura tutte le procedure e i controlli indicati sul libretto di manutenzione. Nota bene Considerando che per ottenere 1 kWh elettrico al contatore devo bruciare 2,7 kWh termici in centrale sotto forma di metano, olio combustibile o carbone, se non si ottengono dei rendimenti decisamente superiori a 3-3,5 a livello ambientale ed economico non si producono dei risultati migliori di quelli derivanti dall’utilizzo di una caldaia a condensazione a metano. Inoltre, per lo sviluppo tecnologico attuale, anche quando abbinate ad un impianto fotovoltaico, l’utilizzo delle pompe di calore durante i mesi invernali avviene prelevando dalla rete la maggior parte dell’energia e contribuisce così ad aumentarne la richiesta complessiva, creando quindi le condizioni per la realizzazione di nuove centrali a fonte fossile o nucleare. La compensazione dell’energia prelevata in inverno con quella prodotta in estate contribuisce, infatti, ad azzerare l’energia utilizzata e la CO2 prodotta dal solo punto di vista contabile. Certificazioni In Europa esiste il sistema Qualicert sviluppato per fornire un comune sistema di qualità e di accreditamento per gli installatori di impianti di energie rinnovabili di piccolo taglio. Dal dicembre 2011, Qualicert si pone l’obiettivo di contribuire allo sviluppo di un sistema comune europeo di “criteri di successo” per la certificazione o uno schema di qualifica per gli installatori di impianti di biomassa integrati negli edifici, sistemi geotermici di tipologia orizzontale, pompe di calore, fotovoltaico, solare termico in modo che siano riconoscibili mutualmente (qualicert 2011). TRAINBUILD Project 36 Supported by 3.1.4 Biomasse Tipologie di combustibile da biomassa Le tipologie di combustibile da biomassa attualmente più diffuse sul mercato sono: - legna in ciocchi: prodotta dal settore forestale o agricolo (ad esempio tramite coltivazioni a ciclo breve di pioppo o robinia), è adatti a al stufe e caldaie di piccole dimensioni (solitamente da 1 a 4 alloggi); - pellet: combustibile costituito da legno vergine ricavato dagli scarti di qualsiasi provenienza (segherie e falegnamerie, ecc.) o da silvicultura, essiccato e pressato in piccoli cilindretti, senza alcuna aggiunta di additivi chimici. La sua forma cilindrica e liscia e le piccole dimensioni, permettono al pellet di essere movimentato per mezzo di aria compressa o coclee per il caricamento automatico di stufe e caldaie di piccole e medie dimensioni (solitamente da 1 a 8 alloggi). E' il combustibile più costoso rispetto agli altri due perché è prodotto da una filiera agro/industriale completa. - cippato: legna di bassa qualità (residuo di potature, tagli di piante o scarti di segheria) ridotta in pezzi della dimensione di qualche centimetro, di movimentazione meno agevole rispetto al pellet e di qualità estremamente variabile da carico a carico. E' il prodotto più economico, utilizzabile convenientemente da condomini di dimensioni medio grandi (>15 alloggi almeno) e sistemi di teleriscaldamento di piccoli comuni e nuclei abitati in ambito rurale e semi-rurale. Il rendimento Negli ultimi 20 anni, le tecnologie legate al controllo e all'ottimizzazione della combustione delle stufe e delle caldaie a biomassa hanno consentito il raggiungimento di efficienze che arrivano fino al 96%, ossia quelle di caldaie a gas o gasolio ad alta efficienza. Questo traguardo è tanto più importante se si considera che le stufa non arrivavano inizialmente al 40% di rendimento e le migliori caldaie al 60%, con emissioni proporzionali di incombusti e gas ad effetto serra. Tra i molti dispositivi e sistemi innovativi introdotti, i più significativi sono certamente: Post combustione Il monossido di carbonio (CO) è un gas combustibile che si sviluppa a seguito della combustione di prodotti di origine organica. Meno è controllata ed efficiente la combustione, maggiore è la CO che, se da un lato è un gas altamente tossico dall'altro è un buon combustibile, tanto che in passato, con la denominazione “gas di città”, sostituiva il metano nelle reti. La post-combustione consiste proprio nel bruciare il CO presente nei fumi della combustione primaria. La fiamma, lambendo le piastre in lega, resistenti al calore, con l'ausilio di immissione di “aria secondaria” ricca di ossigeno, innesca la "pirolisi", fenomeno che brucia il monossido di carbonio (CO) e demolisce la maggior parte delle molecole dei fumi e delle ceneri, ottenendo così una bassa emissione di materiale inquinante, massimo rendimento e sufficiente margine di sicurezza. Si ottiene così, oltre alla riduzione dei gas tossici immessi nell'ambiente, un aumento del rendimento termico di circa il 10%, risparmio economico ed energetico. Sonda lambda Per migliorare ulteriormente l'efficienza delle caldaie a biomassa è stata introdotta “sonda lambda” che misurando il contenuto di ….. presente nei fumi permette di intervenire sull'aria aria di combustione formano la giusta quantità di ossigeno. La regolazione lambda consente quindi di ottimizzare costantemente la quantità di aria durante l'intero ciclo di funzionamento della caldaia a legna, dall'accensione iniziale fino all'esaurimento del combustibile, con evidenti vantaggi sul rendimento. Combustione a fiamma inversa o “gasificazione” TRAINBUILD Project 37 Supported by Viene ottenuta posizionando la camera di combustione al di sotto del vano nel quale viene caricata la legna e generando l'inversione della fiamma che si sprigiona, dall'alto verso il basso, attraverso una ventola Con l'inversione della fiamma si ottiene una combustione progressiva della legna, che favorisce lo sviluppo di gas (da qui il nome “gasificazione”) conseguenti alla distillazione del materiale, comprese le componenti resinose che danno origine a fuliggini, catrami e particolati. Si ottiene così che la potenza erogata dalla caldaia sia più stabile nel tempo e se ne aumenta considerevolmente il rendimento a scapito delle emissioni inquinanti. Tecnologie Stufe Le stufe sono apparecchi che permettono il riscaldamento diretto di singoli ambienti e indiretto anche di interi alloggi. Possono essere sia a legna in ciocchi che a pellet. Attualmente sono sempre meno gli alloggi che utilizzano le stufe come unico sistema di riscaldamento ma aumentano quelli in cui vengono utilizzate in integrazione al sistema di riscaldamento esistente, per ridurre il costo della bolletta. In questo momento sono presenti sul mercato sia modelli storici, come le stufe in cotto che erogano il calore prevalentemente per via radiante, sia modelli innovativi, ad aria, che raggiungono rendimenti termici oltre il 90%, utilizzando post combustione e dispositivi di regolazione automatica con microprocessore, e permettono vedere la fiamma all’interno come dei veri e propri caminetti. Per contro, anche i tradizionali caminetti sono stati migliorati e trasformati in stufe, chiudendone l’apertura con un vetro ceramico resistente alle alte temperature e dotandoli di bocchette ad aria forzata, in grado di riscaldare più ambienti. Caldaie a legna Sono la tecnologia più economica, sia come costo di investimento che come costo del combustibile, che in caso di autoproduzione può essere minimo. Richiedono però di essere caricate manualmente, trasportando la legna dal deposito alla centrale termica. Anche se le nuove tecnologie consentono cariche di diverse decine di kg per volta, nei periodi più freddi può essere necessario effettuare due o più cariche al giorno. Per questo motivo è opportuno richiedere al termotecnico che il sistema caldaia/accumulo sia progettato in modo da non dover effettuare troppe cariche giornaliere che, nel tempo, possono diventare faticose da gestire. La valutazione dell'autonomia dipende ovviamente dalla richiesta di energia dell'edificio, nonché dalla capienza del vano di carico della legna, dalla potenza della caldaia e dalla capacità dell'accumulo. L'accumulo, detto propriamente “accumulatore inerziale” è necessario per le caldaie a legna in quanto, una volta accese, possono solo essere modulate ma non spente (senza problemi per la successiva nuova accensione). L'accumulo consente di ricevere l'energia sviluppata dalla combustione di una carica per poi restituirla all'edificio sotto forma di riscaldamento e acqua calda sanitaria al momento della richiesta. Lo stesso accumulo può essere utilizzato per i collettori solari minimizzando il consumo di legna durante il semestre aprile/settembre. Caldaie a pellet Le caldaie a pellet, richiedono un maggiore investimento economico e hanno il costo di gestione più elevato. Per contro, la loro gestione è quella che più si avvicina a quella delle caldaie a gas e gasolio. Sono infatti in grado di modulare la potenza e accendersi e spegnersi automaticamente (anche se è consigliabile un funzionamento il più possibile continuo e regolare). Molti modelli sono dotati anche di dispositivi che consentono di controllare l’impianto a distanza tramite l’invio di SMS a seconda delle necessità. Come le caldaie a ciocchi, richiedono però la costante pulizia del focolare e lo smaltimento della cenere e la manutenzione del sistema di alimentazione. Devono essere collegate infatti, tramite coclea o sistema ad aria compressa, ad un serbatoio di combustibile situato in un locale separato, di dimensioni tali da consentire TRAINBUILD Project 38 Supported by una buona autonomia durante i medi più freddi. I serbatoi possono essere locali in muratura o contenitori in metallo o tela posti al loro interno o anche serbatoi metallici per esterno. Il rifornimento viene effettuato solitamente con autobotti che utilizzano tubazioni flessibili con aria compressa. Caldaie a cippato L'investimento economico per un impianto a cippato è decisamente più elevato rispetto alle altre tecnologie, così come il costo di manutenzione collegato. Su impianti di una certa dimensione questi costi sono però ampiamente compensati dall'economicità del combustibile. Di particolare interesse è la realizzazione di piccole reti di teleriscaldamento su piccoli comuni e nuclei abitati in ambito rurale e semi-rurale, quando il cippato è prodotto localmente, come residuo delle attività di selvicultura, potatura, etc. e costituisce quindi un elemento che crea occupazione sul territorio senza richiedere il trasporto per lunghe distanze. 3.2 Cambiare abitudini e comportamenti Il modo in cui le persone decidono di riscaldare e raffrescare le loro case può avere un effetto significativo in termini di costi, comfort, consumo energetico ed impatto ambientale. E’ dunque particolarmente importante portare argomentazioni ed esempi tali da modificare luoghi comuni e comportamenti energivori. Sistemi semplici ed efficaci, ora anche supportati da leggi, sono il metering e i sistemi di controllo a tempo. Cioè introdurre ove possibile misuratori dell’acqua, contabilizzatori di calore, sensori di presenza per la luce elettrica. L'introduzione di contatori intelligenti per il gas e l'elettricità e l'inclusione di misuratori nel campo delle energie rinnovabili per contabilizzare la produzione di energia, permetterà di tenere traccia delle prestazioni e avere dimostrazione concreta e pratica delle conseguenze delle nostre azioni volte a ridurre il consumo di energia. Per proprietari di case e condomini, l’installazione di misuratori di acqua fornisce un sistema trasparente di conteggio dei consumi ed è considerato il metodo più corretto ed equo per il conteggio del costo dell’acqua tra i diversi proprietari. TRAINBUILD Project 39 Supported by 4. PREZZI E COSTI TRAINBUILD Project 40 Ambito intervento Supported by Case uni/quadri familiari Misura specifica 16.200 6.300 6.300 6.300 Cappotto interno 3.780 8.100 Isolante su estradosso soletta superiore verso esterno 8.100 3.600 Isolante su intradosso soletta superiore sottotetto Involucro Costo ad alloggio MAX euro 20-25% 1.800 2.700 16.875 9.000 20-35% 2.000 889 5.400 10.125 20-35% 3.600 10.125 5.400 3.600 Isolante su estradosso soletta inferiore su locali non riscaldati Isolante su intradosso soletta inferiore su locali non riscaldati Risparmio energia MIN-MAX % Condomini di maggiori dimensioni Costo ad alloggio MIN euro Costo ad alloggio MAX euro Interferenze Vita utile media durante (*) installazione (*) Risparmio energia MIN-MAX % anni 2.160 900 720 900 3.240 1.260 1.260 1.260 25-30% 1.080 1.620 5.000 2.667 15-25% 1.200 533 3.000 1.600 10-20% 4.000 9.000 15-25% 2.250 5.400 10-20% Minime > 40-50 20-35% 2.667 9.000 15-25% 1.500 5.400 10-20% Nulle > 40-50 11.250 9.000 20-35% 4.000 2.667 10.000 8.000 15-25% 2.250 1.500 6.000 4.800 10-20% 4.500 11.250 15-30% 3.333 10.000 10-25% 1.875 6.000 10-20% Minime > 30-40 3.600 7.875 15-30% 2.667 7.000 10-25% 1.500 4.200 10-20% Nulle > 40-50 1.120 640 4.480 640 3.000 1.500 10.500 2.000 10-20% 15-25% 1.120 640 4.480 640 2.400 1.200 8.400 1.600 10-20% 15-25% 1.120 640 4.480 640 1.800 900 6.300 1.200 80 250 4-10% 80 200 4-10% 80 150 400 640 5-15% 1.400 2.140 10-20% 75 300 150 1.200 2.000 7.000 Pompa di calore su falda 12.000 Pompa di calore su terreno Pompa di calore su aria esterna Isolante su estradosso copertura a falde Isolante su intradosso copertura a falde Sostituzione serramenti esistenti Riduzione infiltrazioni aria da serramenti esistenti Valvole termostatiche Valvole termostatiche + contabilizzazione di calore Impianto termico Costo ad alloggio MIN euro 5.400 2.100 2.100 2.100 Sostituzione vetratura su serramenti esistenti Imp. vent. Risparmio energia MIN-MAX % 3.600 1.500 1.200 1.500 Insuflaggio in intercapedine Rinnovabili per termico Costo ad alloggio MAX euro 7.560 4.500 2.520 4.500 Cappotto esterno Cronotermostato con sonda esterna Tubazioni: isolamento Caldaia ad alta efficienza o condensazione Ventilazione meccanica con recupero calore Solare termico per acqua calda sanitaria Solare termico per ACS e integrazione riscaldamento Caldaia a biomassa - ciocchi Caldaia a biomassa - pellet Caldaia a biomassa - cippato Rinnovabili per elettrico Costo ad alloggio MIN euro Palazzine da 5 a 20 alloggi Solare fotovoltaico per copertura consumi abitazione Solare fotovoltaico per copertura consumi condominiali Mini eolico per copertura consumi abitazione Mini eolico per copertura consumi condominiali TRAINBUILD Project 20-30% 15-25% 8-15% 1.250 2.060 - - 50 250 10-15% 1.500 3.000 20.000 15-25% 8.000 20.000 40.000 12-20% 10.000 18.000 5-20% 4.500 6.100 3.500 4.600 2.500 9.000 3.200 20-25% 8-15% 10-20% 2.060 20-30% 25-35% 12-20% Rilevanti Nulle Discrete Nulle Discrete Minime Nulle Discrete Nulle Rilevanti Nulle > 30-40 > 30-50 > 30-40 > 30-50 > 40-50 > 20 15-30% 20-35% Rilevanti 4-10% Minime > 10 Discrete/Minime > 20 10-20% Minime >20 3-5% Nulle >20 Nulle >20 Nulle > 25 - 20 150 10-15% 1.200 2.000 10-15% Discrete/Nulle ≥15 14.000 15-25% 6.000 10.000 15-25% Discrete/Minime ≥15 12.000 20.000 12-20% 10.000 15.000 12-20% Discrete/Minime ≥15 - - Minime/Minime ≥15 4.000 3.500 3.000 2.000 10-35% 2.000 3.500 15.000 20-50% 2.700 7.000 5.000 10.000 30-40% - - 12.000 18.000 20-30% 7.500 12.000 - - 8.000 14.000 8.100 19.000 - - - - 1.000 4.000 - - 800 2.400 - 10-40% 100% 6.000 60-100% - 3-5% 1.250 30-40% - 2.500 3-5% 25-35% 2.800 3.500 1.800 2.000 10-35% 1.500 2.000 10-35% Discrete/Minime ≥15 20-45% 2.000 3.500 20-40% Discrete/Minime ≥15 10-40% 10-40% Rilevanti/Discrete Nulle > 20 - - Discrete/Minime ≥15 20-30% - - Discrete/Minime ≥15 30-40% 4.500 Discrete/Minime ≥15 Discrete/Minime ≥25 Discrete/Minime ≥25 Discrete/Minime ≥20 Discrete/Minime ≥20 100% 450 - 60-100% 250 10.000 30-40% 1.000 100% 600 60-100% 41 Supported by 5. FORME DI FINANZIAMENTO ESISTENTI TRAINBUILD Project 42 Supported by 5.1 Fondo Kyoto La Legge Finanziaria 2007 (legge 27 dicembre 2006 n. 296) ha istituito un fondo rotativo triennale di circa 600 milioni di euro (200 milioni l’anno), con provvista dello Stato e alimentato dalle somme restituite ciclicamente dai soggetti beneficiari, che mira a finanziare un’ampia gamma di interventi volti alla riduzione delle emissioni dei gas serra in atmosfera. Le domande per accedere al fondo rotativo dovranno essere presentate, mediante apposito applicativo web, alla Cassa Depositi e Prestiti S.p.A. che le esaminerà in base all’ordine cronologico di presentazione e fino ad esaurimento dei fondi stanziati per ciascun Ciclo di Programmazione. Le agevolazioni richiedibili assumono la forma di prestiti di scopo, di durata non inferiore a tre anni e non superiore a sei (15 anni per i soggetti pubblici), a rate semestrali costanti (metodo francese), posticipate. Il decreto 17 novembre 2009 (pubblicato sulla G.U. n. 17 del 22 gennaio 2010) ha stabilito che il tasso d’interesse da applicare sui finanziamenti agevolati è fissato nella misura dello 0,50% annuo. Il Fondo Kyoto prevede varie misure di intervento che possono essere oggetto di finanziamento agevolato: a. “misura microcogenerazione diffusa”; b. “misura rinnovabili”; c. “misura motori elettrici”; d. “misura usi finali”; e. “misura protossido di azoto”; f. “misura ricerca”; g. “misura gestione forestale sostenibile”. Per le misure "rinnovabili”, “usi finali”i e “microcogenerazione diffusa" (ovvero le misure che prevedono interventi su beni immobili) le risorse sono ripartite a livello regionale in base alla popolazione residente e ai consumi di energia elettrica. Il Fondo Kyoto è destinato ad un ampia gamma di soggetti: - Soggetti pubblici; - Imprese (tra cui le ESCo – Energy Service Company); - Persone fisiche; - Persone giuridiche private (comprese Associazioni e Fondazioni); - Condomini e Comunioni. I finanziamenti del Fondo Kyoto sono cumulabili con altre agevolazioni contributive o finanziarie previste da altre iniziative comunitarie, nazionali e regionali entro le intensità di aiuto massime consentite dalla vigente normativa dell’Unione Europea. In particolare si segnala la cumulabilità con i c.d. “Certificati Verdi” e con gli incentivi previsti per impianti solari fotovoltaici (c.d. Quarto Conto Energia). In linea generale le percentuali di agevolazione del Fondo Kyoto sono fissate in misura pari al 90% per i soggetti pubblici e al 70% per tutti gli altri soggetti, ad eccezione della misura “ricerca” (50% dei costi ammissibili) e “gestione forestale sostenibile” (100%). Si sottolinea come il finanziamento agevolato rappresenta comunque sempre una quota del costo totale del progetto. Per approfondimenti sono disponibili esempi di calcolo del finanziamento agevolato al seguente indirizzo: http://www.cassaddpp.it/content/groups/public/documents/ace_documenti/011349.pdf Si veda anche: http://www.cassaddpp.it/cdp/Areagenerale/FondoKyoto/index.htm TRAINBUILD Project 43 Supported by Il primo passo per richiedere il finanziamento agevolato attraverso il Fondo Kyoto è quello di recarsi in banca per richiedere la dichiarazione della banca stessa attestante il ricevimento della richiesta di fideiussione e comunicazione dei parametri di affidabilità economico-finanziaria. (cfr. Allegato b del Decreto Allegati del 19 luglio 2011 sotto riportato). Bisognerà quindi predisporre tutti gli allegati necessari. (vedi http://www.cassaddpp.it/cdp/Areagenerale/FondoKyoto/index.htm) Successivamente la domanda dovrà essere presentata mediante un apposito applicativo web predisposto da Cassa Depositi e Prestiti S.p.A.(www.cassaddpp.it) che consentirà al richiedente, tra l’altro, di avere sempre informazioni sullo stato della propria pratica. Compilata la domanda questa andrà stampata, firmata ed inviata entro 3 giorni solari, insieme agli allegati, alla Cassa Depositi e Prestiti S.p.A.. Per il primo ciclo di programmazione la domanda deve essere presentata tramite l’applicativo web a partire dalle ore 12.00 del 16 marzo 2012 e fino a sabato 14 luglio 2012. 5.2 Detrazioni IRPEF del 55% Detrazione IRPEF del 55% delle spese sostenute per interventi volti al contenimento dei consumi energetici su edifici esistenti (comprese le parti condominiali). Sono presenti sul sito dell’Enea (http://www.enea.it/it) le schede che, per ogni tipologia di intervento, individuano le opere agevolabili: - Serramenti e infissi - Caldaie a condensazione - Pompe di calore ad alta efficienza - Caldaie a biomassa - Pannelli solari termici - Pompe di calore - Coibentazione pareti e coperture - Riqualificazione globale edificio esistente Sono comprese anche le spese per le prestazioni professionali. L’incentivo consiste nella detrazione dall’imposta lorda, che può essere fatta valere sia sull’Irpef che sull’Ires, in misura pari al 55% per una durata di 10 anni. Le detrazioni del 55% NON sono cumulabili con le detrazioni del 36% per il recupero del patrimonio edilizio, né con altre agevolazioni fiscali previste per i medesimi interventi da altre disposizioni di legge nazionali. La detrazione spetta al singolo condomino nel limite della quota a lui imputata da parte dell’amministratore in base alla tabella millesimale. Cosa si deve fare per fruire della detrazione Entro 90 giorni dalla fine lavori è necessario trasmettere all’ENEA per via telematica (www.acs.enea.it) i seguenti documenti: - attestato di qualificazione o certificazione energetica (non necessario per interventi di sostituzione serramenti, installazione pannelli solari e sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con caldaie a condensazione); - scheda informativa E o F (a seconda del tipo di intervento). 5.3 Detrazioni IRPEF del 36% Detrazioni IRPEF del 36% per le spese sostenute per interventi di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia, in 10 anni fino ad un massimo di 48.000 euro di spesa sostenuta. La finanziaria 2010 ha prorogato fino al 31/12/2012 il termine per fruire della detrazione del 36% TRAINBUILD Project 44 Supported by Cosa si deve fare per fruire della detrazione: - Non è più necessaria alcuna comunicazione preventiva di inizio lavori. Comunicazione di inizio lavori da redigere su apposito modulo e inviare, insieme agli allegati richiesti, a mezzo raccomandata, all’Agenzia delle Entrate - Centro Operativo di Pescara, Via Rio Sparto 21 65100 Pescara; - Comunicazione all’Azienda Sanitaria Locale. 5.4 Quarto Conto Energia (D.M. 06/05/2011) Lo Stato prevede diversi incentivi per l’immissione di energia elettrica nella rete pubblica. Il Quarto Conto Energia riguarda tutti gli impianti che si allacciano alla rete a partire dal 1° giugno 2011 ed è valido per tutto il 2012, salvo modifiche. L’entità dell’incentivo dipende dalle dimensioni, dall’integrazione architettonica e dalla data di messa in esercizio dell’impianto fotovoltaico, nonché dal regime incentivante prescelto (scambio sul posto o vendita dell’energia). L’incentivo è garantito per un periodo di 20 anni. A partire dal gennaio 2012 le tariffe incentivanti saranno ridotte semestralmente. Dal 2013 si applicheranno tariffe unitarie che saranno ridotte ogni 6 mesi, sulla base della diminuzione del costo dei moduli fotovoltaici disponibili sul mercato. Sono previsti incrementi agli incentivi nei seguenti casi: 1. Esecuzione di interventi su edifici esistenti con conseguimento della riduzione di almeno il 10% dei consumi energetici, dimostrati da una nuova certificazione energetica: incremento della tariffa incentivante pari al 50% del risparmio energetico conseguito e non può in ogni caso eccedere il 30% della tariffa riconosciuta alla data di entrata in esercizio dell’impianto fotovoltaico. 2. Edifici di nuova costruzione con certificato energetico attestante che il fabbisogno di energia per il riscaldamento invernale e per il raffrescamento estivo è di almeno il 50% inferiore ai valori minimi di legge (decreto del Presidente della Repubblica 2 aprile 2009, n. 59). In questo caso è possibile ottenere una maggiorazione del 30% della tariffa riconosciuta. 3. Impianti collocati in determinate zone, come aree industriali o artigianali. 4. Sostituzione di coperture in eternit o comunque contenenti amianto: le tariffe incentivanti sono incrementate di 5 €cent/kWh. 5. Impianti con tecnologia prodotta in Italia o Unione Europea: incremento del 10 per cento delle tariffe incentivanti 6. La tariffa incentivante per impianti fotovoltaici che sostituiscono elementi strutturali di porticati, serre, dispositivi insonorizzanti, tettoie e pensiline è una via di mezzo tra le tariffe per “impianti realizzati sugli edifici” e per “altri impianti”. 7. Impianti fotovoltaici con particolari innovazioni tecnologiche Procedura amministrativa via web attraverso il portale del GSE https://applicazioni.gse.it SI RIMANDA ALLE PAGINE WEB DELLE REGIONI, PROVINCE E COMUNI PER EVENTUALI FINANZIAMENTI LOCALI. TRAINBUILD Project 45 Supported by LINKS European Biomass Industry Association (EUBIA), 2011, About biomass: http://www.eubia.org/about_biomass.0.html European Photovoltaic Industry Association (EPIA): http://www.epia.org/projects/ec-projects/quality-certification-and-accreditation-for-installers.html European Solar Thermal Electricity Association (ESTELA): http://www.estelasolar.eu/ European Solar Thermal Industry Federation (ESTIF): http://www.estif.org/home/ European Solar Thermal Technology Platform, (ESTTP), Solar Heating and Cooling for a Sustainable Energy Future in Europe: http://www.estif.org/fileadmin/estif/content/projects/downloads/ESTTP_SRA_RevisedVersion.pdf European Commission Research and Innovation, 2011, Wind Energy: http://ec.europa.eu/research/energy/eu/research/wind/index_en.htm European Photovoltaic Industry Association, 2011, Solar Generation 6, Solar photovoltaic electricity empowering the world QualiCert project (QualiCert): http://www.qualicert-project.eu/ Cassa Depositi e Prestiti: http://www.cassaddpp.it/cdp/Areagenerale/FondoKyoto/index.htm GSE: http://www.gse.it/ Associazione Nazionale Isolamento termico e acustico: www.anit.it/ Green Building Council Italia: www.gbcitalia.org/ Protocollo Itaca: www.itaca.org Assolterm: www.assolterm.it GIFI: www.gifi.it ASSOSOLARE: www.assosolare.it Unione Geotermica Italiana: www.unionegeotermica.it Geotermia, Biomassa, Eolico, Solare: www.anter.info Riqualificazione Energetica: http://efficienzaenergetica.acs.enea.it/tecno/riqualificazione_globale.pdf TRAINBUILD Project 46 Supported by Ringraziamenti Questo manuale è il frutto del lavoro redatto da RICS, the Royal Institution of Chartered Surveyors (l’Istituto Reale dei Certificatori in Edilizia), adattato alla situazione italiana da Città Studi Biella, attraverso il lavoro svolto dalla dott.ssa Cristina Barbero e dall’arch. Giorgio Gallo. Disegni e altre tabelle derivano dal lavoro svolto da Mr Jerry Percy, Head of Sustainability, Gleeds, con il supporto di Zsolt Toth, e Martin Russell-Croucher del RICS. Un sentito ringraziamento va a tutti i partners del consorzio TRAINREBUILD che, con il loro contributo specifico, hanno permesso la stesura di questo manuale. European Partners for the Environment The Architects Council of Europe International Union of Property Owners ESG Intelligence Consulting Regional Environmental Center for Central and Eastern Europe Citta’ Studi Biella ARENE Ile de France. Regional Agency for the Environment and New Energies. The Association of Professionals Residential Buildings Managers of Belgium Agência Municipal de Energia de Cascais TRAINBUILD Project 47