Nationalrat Conseil national Consiglio nazionale Cussegl naziunal 08.3519 s Mo. Consiglio degli Stati (Maury Pasquier). Modifica della legge sui trapianti Rapporto della Commissione della sicurezza sociale e della sanità del 25 marzo 2009 Riunitasi il 25 marzo 2009, la Commissione della sicurezza sociale e della sanità del Consiglio nazionale ha esaminato la mozione depositata il 24 settembre 2008 dalla consigliera agli Stati Liliane Maury Pasquier e accolta il 18 dicembre 2008 dal Consiglio degli Stati. La mozione chiede di adeguare la legge sui trapianti affinché i frontalieri affiliati a una cassa malati in Svizzera e i loro familiari, anch'essi assicurati ma senza attività lavorativa, siano trattati al pari delle persone domiciliate in Svizzera nell'attribuzione di organi. Proposta della Commissione La Commissione propone con 11 voti contro 9 di respingere la mozione. Una minoranza (Fehr Jacqueline, Gilli, Goll, Parmelin, Rielle, Rossini, Schenker Silvia, Weber Gobet) propone di accogliere la mozione. Relatori(trici): Wehrli (t), Baettig (f) In nome della Commissione Il presidente: Jürg Stahl 1. Testo e motivazione 1. 1. Testo 1. 2. Motivazione 2. Parere del Consiglio federale del 19 novembre 2008 3. Deliberazione e decisione della Camera prioritario 4. Considerazioni della Commissione 1. Testo e motivazione 1. 1. Testo Il Consiglio federale è incaricato di adeguare l'articolo 17 capoverso 2 della legge sui trapianti affinché i frontalieri affiliati a una cassa malati in Svizzera e i loro familiari, anch'essi assicurati ma senza attività lavorativa, siano trattati al pari delle persone domiciliate in Svizzera nell'attribuzione di organi. 1. 2. Motivazione Nell'articolo 17 della legge sui trapianti è sancito il divieto di discriminazione nell'attribuzione di organi. Il capoverso 3 disciplina l'attribuzione di organi a persone non domiciliate in Svizzera: esse sono prese in considerazione esclusivamente quando non vi sono richieste urgenti di trapianto da parte di persone domiciliate in Svizzera. Nella situazione di grande penuria di donazioni in cui si trova attualmente la Svizzera purtroppo agli ultimi posti nella graduatoria dei donatori per numero di abitanti una tale regola implica che le persone assicurate nel nostro Paese e aventi il diritto di essere iscritte nella lista d'attesa secondo l'articolo 3 dell'ordinanza sull'attribuzione degli organi non hanno alcuna opportunità di ricevere un organo. Ciò è ancora più inammissibile per i frontalieri iscritti nella lista d'attesa che prima dell'entrata in vigore della legge avevano concrete possibilità di essere presi in considerazione come riceventi. Va anche detto che le persone hanno diritto ad essere registrate solo in una lista d'attesa in tutta Europa e non nella lista di diversi Paesi. In realtà, una tale situazione ha effetti particolarmente negativi per i frontalieri nelle regioni di Ginevra e Basilea. 2. Parere del Consiglio federale del 19 novembre 2008 Il Consiglio federale ritiene tuttora giusto il principio del domicilio, sancito nella legge sui trapianti, per l'attribuzione degli organi. Soprattutto in tempi di penuria di donazioni appare normale che gli organi a disposizione siano attribuiti prioritariamente a persone domiciliate in Svizzera. Allentando il principio del domicilio si correrebbe il rischio di stimolare il turismo dei trapianti. Sono state proprio queste considerazioni a indurre il Parlamento a inserire il criterio del domicilio nella legge sui trapianti. È vero che prima dell'entrata in vigore della legge sui trapianti i frontalieri avevano gli stessi diritti delle persone domiciliate in Svizzera nell'attribuzione degli organi. Questa equiparazione valeva però, a dipendenza della prassi seguita dai centri per l'inserimento nella lista d'attesa, anche per altre persone non domiciliate in Svizzera. È pure vero che non si può essere ammessi in più liste d'attesa. Questa regola, riconosciuta in tutta Europa, mira a impedire che una persona possa garantirsi maggiori possibilità di ricevere un organo iscrivendosi in più liste. Infine non si capisce perché i frontalieri debbano beneficiare di un trattamento privilegiato nell'attribuzione degli organi rispetto alle altre persone che, pur non essendo domiciliate in Svizzera, vi esercitano un'attività professionale. Secondo il Consiglio federale l'unica eccezione giustificabile al principio del domicilio può essere fatta per i pazienti provenienti dal Principato del Lichtenstein, Paese che non effettua trapianti sul proprio territorio ed è dunque costretto a rivolgersi a un altro Paese. Le strette relazioni tra la Svizzera e il Principato, disciplinate in trattati interstatali, impongono di trattare in modo paritetico tutti i pazienti domiciliati in uno dei due Paesi nell'attribuzione degli organi. Il Consiglio federale sottoporrà prossimamente al Parlamento un relativo accordo tra la Svizzera e il Lichtenstein. Il Consiglio federale propone di respingere la mozione. 3. Deliberazione e decisione della Camera prioritario Il 18 dicembre 2008 il Consiglio degli Stati ha accolto la mozione con 24 voti contro 5. In aggiunta alla motivazione scritta ha rilevato che sancire la parità di trattamento dei frontalieri nella legge sui trapianti consentirebbe di rimediare in parte alla penuria in Svizzera di organi disponibili per i trapianti, perché i frontalieri non sono solo potenziali riceventi ma anche potenziali donatori. 4. Considerazioni della Commissione La maggioranza della Commissione teme che trattare i frontalieri al pari delle persone domiciliate in Svizzera possa dare luogo a nuove disparità e a problemi legati alla difficile 2 distinzione tra frontalieri e stranieri. I frontalieri assicurati in Svizzera non sono costretti a iscriversi nelle liste d'attesa in Svizzera, perché possono farlo senza alcun problema nel loro Paese di domicilio. Anzi, per loro questo è perfino più interessante, perché i Paesi limitrofi hanno tassi di donazione più elevati rispetto alla Svizzera. Secondo la maggioranza della Commissione, il problema della penuria di organi argomento invocato anche dal Consiglio degli Stati può essere affrontato in modo più efficace con altri mezzi sul lungo termine, ad esempio moltiplicando gli sforzi intrapresi per promuovere la donazione di organi. La minoranza della Commissione è d'accordo con il Consiglio degli Stati che la modifica richiesta dalla mozione può contribuire a rimediare alla penuria di organi e auspica la parità di trattamento tra tutte le persone assicurate in Svizzera. L'obiettivo perseguito dalla mozione risponde anche a una preoccupazione espressa esplicitamente dalla Fondazione nazionale svizzera per il dono e il trapianto di organi (Swisstransplant). Inoltre il rischio che prenda piede un forma di turismo dei trapianti è infondato, perché le persone bisognose di un organo possono iscriversi soltanto sulla lista d'attesa di un solo Paese europeo. 3