Complice la concomitanza con Pasqua e la consueta sovrapposizione con il Vinitaly di Verona, l’appuntamento con Fruttinfiore slitta quest’anno di due settimane rispetto alla tradizionale collocazione di inizio aprile. La fortunata kermesse frutticola lagnaschese, giunta in pochi anni a fregiarsi del titolo di Mostra Mercato Nazionale, si svolgerà da venerdì 16 a domenica 18 aprile. La Piemonte Asprofrut che, fin dalla sua prima edizione è stata tra i principali sostenitori ed organizzatori, anche quest’anno non farà mancare il proprio supporto, mettendo a disposizione, oltre alla collaborazione organizzativa, anche le proprie strutture per lo svolgimento della manifestazione. Il magazzino ed il piazzale dell’associazione ospiteranno infatti, così come in passato, lo S.T.A.O., il Salone delle Tecnologie Applicate all’Ortofrutta, dove sarà realizzato (una novità di questa ottava edizione) un apposito spazio per presentazioni aziendali. 93 gli espositori che hanno già dato la propria adesione, dislocati su un’area di 7.500 metri quadrati e provenienti da tutto il Nord Italia, con le ultime proposte in tema di macchinari, tecnologia, lavorazione, packaging ed indotto frutticolo, per un’immersione a 360° nel mondo della frutta. Un appuntamento che tende ad evidenziare una frutticoltura di alto livello, ma anche un territorio ricco di richiami che vanno dalle distese di frutteti, alla presenza di opere d’arte e suggestivi paesaggi. Un momento tecnico quindi, ma anche culturale, ambientale e territoriale, unico nel suo genere, perché dedicato a questi diversi aspetti, tutti riconducibili alla frutticoltura. In poche parole, una vera e propria “festa della frutta”, il giusto riconoscimento al lavoro di un intero territorio, ma soprattutto una promozione del settore ortofrutticolo, finalizzata ad avvicinare il consumatore, non solo al prodotto, ma anche alle aziende ed al territorio che lo produce e lo propone, sviluppando in tal modo conoscenza e consapevolezza. 2 INAUGURAZIONE UFFICIALE (venerdì 16 aprile alle ore 17 – Piazzale Asprofrut con partenza da Piazza Umberto I alle 16,30) S.T.A.O: PARADISO TECNOLOGICO (Venerdì 16/4 h. 14 - 20; Sabato 17/4 e Domenica 18/4 h. 9 - 20) Acronimo di Salone delle Tecnologie Applicate all’Ortofrutticoltura è la vetrina dei più competitivi e avaguardistici macchinari, servizi ed equipaggiamenti in ambito frutticolo. PAROLA D’ORDINE AMBIENTE (Venerdì 16 aprile, h. 18,30 – Sala convegni Castelli di Lagnasco) Fruttinfiore sposa la causa ambientale con l’incontro: “Frutticoltura, ambiente e territorio: traguardo raggiunto”. Novità di questa edizione il Premio Fruttinfiore assegnato ad un personaggio pubblico distintosi per l’impegno nella filosofia green. FRUTTICOLTORI SI DIVENTA (Sabato 17 aprile, h. 18 – Sala Convegni Asprofrut) Anche i neofiti in materia agraria possono imparare. Come? Partendo da “Le origini”, il nuovo libro a cura del GIA (Gruppo Italiano Assaggiatori) sulla storia dei prodotti. Anche per l’ottava edizione, il calendario offre numerosi appuntamenti, grazie alla completa sinergia organizzativa che può contare sul patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole, di Regione e Provincia, e sul finanziamento della Camera di Commercio di Cuneo, della Cassa di Risparmio di Saluzzo e dell’omonima Fondazione. Tra gli organizzatori, la cui regia è affidata alla locale Pro Loco, sono coinvolti il Comune, le organizzazioni di produttori Asprofrut, Lagnasco Group ed Ortofruit Italia, Assortofrutta, Coldiretti, Confcooperative, Confartigianato e CReSO. Oltre ad appuntamenti già collaudati, dal mercatino alle degustazioni, dai laboratori alle mostre, dalla vetrina dei prodotti del territorio alle delegazioni ospiti con le eccellenze di altre Regioni (protagonista sarà nuovamente la Liguria), dai fuochi d’artificio alla prova di fitwalking tra i frutteti in fiore, non mancheranno le novità. Tra le altre, la Fattoria Fruttinfiore, per avvicinare i più piccoli in modo diretto alla realtà agricola, ed il premio Fruttinfiore, che sarà assegnato nell’ambito dell’incontro tecnico sulla tutela ed il rispetto dell’ambiente. Diciottesima edizione della Fiera di Berlino • di Alessandra Sacchetto Fruit logistica Il Piemonte, come ormai da sette anni, è stato protagonista in modo unitario alla diciottesima edizione del Fruit Logistica, il principale appuntamento di settore ormai a livello globale, svoltosi a Berlino dal 3 al 5 febbraio. La partecipazione delle aziende subalpine, così come la realizzazione dello stand, è stata coordinata dal CEIP, il Centro Estero per l’Internazionalizzazione del Piemonte su incarico della Regione, che ha contribuito in modo sostanzioso per la presenza all’evento, ed in collaborazione con il Centro Estero Alpi del Mare. La collettiva piemontese è aumentata rispetto alla scorsa edizione, con tre nuove realtà commerciali: ne facevano parte quattro Organizzazioni di Produttori (oltre all’Asprofrut, la Lagnasco Group, l’Ortofruit Italia ed l’Aspropat) e ben dieci aziende (Gullino Import-Export, Kiwi Uno, Rivoira, RK Marketing, Aurum Fruit, Sanifrutta, SEPO, Navi, Ponso e Vanzetti Fruit). Lo spazio espositivo, ubicato nella medesima collocazione della scorsa edizione (B01, Hall 2.2), pur con le stesse dimensioni (150 metri quadrati) è stato completamente rinnovato nella struttura e nei colori. Novità particolarmente apprezzate dai visitatori in genere, dai clienti e dagli espositori stessi, soprattutto per la novità strutturale dei due piani che ha consentito una gestione ottimale degli spazi al piano terra, ed ha offerto un angolo buffet-terrazza al piano superiore suggestivo, accogliente e riservato. In generale, il Fruit Logistica continua ad essere la vetrina mondiale dell’ortofrutta. Nonostante la crisi internazionale, l’edizione 2010 ha infatti battuto i precedenti record, in particolare per quanto riguarda il numero di espositori. Va riconosciuto che il Salone Internazionale di Berlino è qualcosa più di una fiera: è l’appuntamento globale del settore per antonoma- Il Fruit Logistica 2010 ha nuovamente sottolineato la sua importanza quale Salone internazionale leader per il settore ortofrutticolo, grazie ad una completa panoramica di mercato, alla presenza dei Top Decision Maker del settore e grazie ad un nuovo record di presenze di espositori e visitatori. Dal 3 al 5 febbraio oltre 53.000 operatori provenienti da 130 Paesi (+6% rispetto al 2009: 50.000 da 125 Paesi) hanno visitato il Salone leader per il commercio ortofrutticolo, raggiungendo un nuovo record di presenze. L’internazionalità del Salone e l’alta competenza decisionale dei rappresentanti del settore, sono stati i punti di forza delle tre giornate espositive. Espositori e visitatori professionali hanno sottolineato con dichiarazioni unanimi gli eccellenti contatti avuti con il commercio all’ingrosso ed al dettaglio, con i produttori ortofrutticoli e con esportatori ed importatori. Con una partecipazione record, i 2.302 espositori provenienti da 71 Paesi (2009: 2.283 Espositori da 78 Paesi) hanno presentato, nei diversi e completi aspetti, la complessa logistica che assicura i rifornimenti di frutta e verdura fresca con la migliore qualità possibile in tutto il mondo e in tutte le stagioni. Con l’89% di espositori esteri e con l’80% di visitatori esteri, Fruit Logistica ha invece confermato appieno la propria internazionalità. La presenza estera più nutrita è stata quella degli espositori italiani (413), spagnoli (311), tedeschi (244), francesi (239) e olandesi (217). L’eccellenza italiana, occupava oltre 9.600 metri quadrati di superficie espositiva (nel 2009 erano 8869 mq). In vetrina, per promuovere e consolidare all’estero l’immagine di alta qualità della produzione ortofrutticola, l’Istituto italiano per il Commercio Estero – ICE e le molteplici realtà territoriali italiane: si sono presentate come sempre in gran stile Puglia, Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Piemonte, Sardegna, Veneto, Alto Adige e Trentino. (fonte: ufficio stampa Fruit Logistica) sia; espositori e visitatori da ogni Paese del mondo si danno appuntamento nella capitale tedesca. L’unico difetto di Fruit Logistica sembra proprio essere rappresentato dalle sue dimensioni, negli ultimi anni forse eccessive, tali da mettere, a volte, in difficoltà gli operatori stessi nel gestire tutti gli incontri che la fiera permetterebbe. Grande protagonista è stata come sempre l’Europa, con la presenza di tutti gli importatori ortofrutticoli di Italia, Spagna. Germania, Francia e Olanda. Paese partner per il 2010 è stato il Messico, una della nazioni più importanti per il commercio ortofrutticolo dell’America Latina. La rappresentanza italiana abbraccia ormai da anni tutta la filiera: oltre alla presenza dei produttori ci sono le società leader nei settori dei macchinari e delle attrezzature post-raccolta, delle macchine per imballaggi, dei sistemi di etichettatura e di analisi qualitativa, dei trasporti, dei porti e dei terminal marittimi, fino alla distribuzione e al commercio all’ingrosso. Il nostro settore ha bisogno più che mai di nutrire e mantenere relazioni proficue con i propri clienti; questo cerchiamo di fare noi operatori nei tre giorni di “maratona” di Berlino; i “vecchi” clienti hanno bisogno di essere rassicurati, quelli nuovi di essere convinti. È da questo punto di vista che il Fruit Logistica, come evento fieristico, si rivela in tutta la sua leadership. 3 di Graziano Vittone e Luca Nari • CReSO, Centro Ricerche per la Frutticoltura • Frutti dell’albicocco: le branche fruttifere colpite portano frutti avvizziti e con vistose macchie di color marrone e, in corrispondenza della maturazione la consistenza della loro polpa viene meno. Questa avversità che nell’areale frutticolo cuneese è stata accertata con sicurezza dopo il 2000, sta colpendo in maniera sempre più importante alcune drupacee e nello specifico albicocco e susino. Riteniamo quindi di estrema utilità riportare le ultime scoperte riguardo questo patogeno scaturite dagli importanti incontri tecnici di Pergine Valsugana del 19 febbraio e di Faenza il 5 marzo. INQUADRAMENTO BIOLOGICO Si tratta di organismi unicellulari molto simili a batteri dai quali differiscono per l’assenza della parete cellulare, sono di varia forma, procarioti, parasiti obbligati, non coltivabili in vitro, vivono nel floema e quindi sono sistemici. INQUADRAMENTO SISTEMATICO Appartengono alla classe dei Mullicutes e al genere Candidatus Phytoplasma. STORIA E DIFFUSIONE Il Giallume Europeo delle Drupacee European Stone Fruit Yellow (ESFY) è stato avvistato per la prima volta in Europa negli anni ’20 su albicocco e in Italia i primi sintomi della malattia sono comparsi negli anni ’30 su albicocco e pesco. Nonostante la sintomatologia si sia manifestata a partire già dai primi anni del ‘900 solo negli anni ’90, con l’avvento delle tecniche di biologia molecolare è stato possibile identificare il patogeno responsabile del danno cioè il fitoplasma. Per quanto riguarda la diffusione nel mondo l’ESFY è presente esclusivamente in Europa dove mostra la sua virulenza su albicocco e sulle varietà cino-giapponese di susino ed in particolare sulla varietà TC Sun (il susino europeo risulta tollerante al fitoplasma e 4 Emissione anticipata delle foglie. rappresenta un “portatore latente”). In Italia interessa esclusivamente la parte centro settentrionale del paese. SINTOMI GENERALI • Riposo vegetativo: sviluppo anticipato delle gemme a legno. • Fioritura: anticipo della stessa con caratteristica contemporanea presenza di foglie fiori. Tuttavia questo sintomo non è generalizzabile su tutte le varietà delle drupacee interessate, ad esempio la varietà di albicocco Bergeron non sviluppa questo sintomo alla ripresa vegetativa. • Estate: clorosi, arrossamento delle foglie e ingrossamento delle nervature fogliari. Frutti di albicocco colpiti. Foglie clorotiche con margini arrossati. • Altri sintomi: necrosi del floema, progressivo disseccamento della pianta, vegetazione affastellata, sopravvivenza del nesto e morte del portainnesto, apoplessia. • Il fitoplasma può rimanere latente nell’ospite per un periodo che può arrivare fino a 3 anni, queste piante pur essendo colpite sono asintomatiche. • A livello di singola pianta è possibile che si verifichi il cosiddetto “recovery” o risanamento consistente in una regressione naturale dei sintomi (fenomeno raro). DETERMINAZIONE IN LABORATORIO La metodologia “PCR real time” consente la determinazione del fitoplasma. Dalle esperienze maturate negli anni si è visto che questo metodo è particolarmente valido per l’albicocco (buona correlazione tra i sintomi invernali e la presenza del fitoplasma) mentre risulta meno attendibile per quello che riguarda susino e pesco. TRASMISSIONE 1. Mediante materiale di propagazione infetto: sia in riposo vegetativo sia in vegetazione. 2. Cacopsilla pruni: questo psillide effettua una generazione all’anno e trascorre l’estate e l’inverno come adulto su piante ospiti alternative (conifere). Verso fine febbraio – inizio marzo gli adulti (detti Fitoplasmi delle drupacee reimmigranti) raggiungono le drupacee, dapprima quelle spontanee, quali il prugnolo e il mirabolano, e poi quelle coltivate. Adulto di Cacopsilla pruni. Questa specie colonizza in particolare i polloni, sui quali depongono le uova e ci rimangono fino verso la seconda decade di maggio. Ninfe e adulti si nutrono e si diffondono nei frutteti fin verso l’inizio di luglio ed in seguito i nuovi adulti (detti emigranti) si spostano sugli ospiti secondari (Giunchedi 2010). La Cacopsilla per passare all’ospite secondario può compiere anche distanze di 40 – 50 km. La trasmissione con questo vettore è di tipo persistente – propagativo e avviene secondo le seguenti fasi: a. ACQUISIZIONE: attraverso la suzione di linfa elaborata infetta. b. LATENZA: l’insetto può rimanere latente per un periodo di 8 mesi durante i quali il fitoplasma si moltiplica nel vettore. c. INOCULAZIONE: infezione di piante sane attraverso punture floematiche. d. Non viene trasmesso ne durante la potatura ne mediante la moltiplicazione con seme. SENSIBILITA’ DEI PORTAINNESTI • Molto sensibili, in genere tutti quelli caratterizzati de un elevata attività pollonifera: Franco dell’albicocco e del susino, GF 655, Ferdor, GF 677, MRS 2/5, GF8-1. • Meno sensibili: Gruppo dei mirabolani e Ishtarà. • Poco sensibili: Gruppo San Giuliano. • Parzialmente resistenti: Ackerman e Brompton. SENSIBILITA’ VARIETALE Per quanto riguarda il susino cino-giapponese al momento non esistono varietà tolleranti la malattia anche se alcune di esse mostrano una spiccata sensibilità come ad esempio le varietà TC Sun. Egual discorso vale per l’albicocco dove la patologia interessa quasi tutte le varietà, bisogna tuttavia sottolineare che la varietà Goldrich (Sungiant) risulta essere meno sensibili. MISURE DI LOTTA 1. Le misura di lotta sono preventive e si basano: • Monitoraggio attento dei frutteti per immediata segnalazione delle piante colpite e immediato estirpo. • Realizzazione di nuovi impianti con materiale vivaistico sano. Pianta di susino colpita che evidenzia alla fioritura la comparsa anticipata delle foglie. Dato il lungo periodo di latenza del fitoplasma anche le stesse piante madri potrebbero essere infette. Data la sistematicità del patogeno la via più sicura di propagazione risulta la moltiplicazione in vitro (micropropagazione) con la quale si stanno condu- cendo le prime prove nel ravennate e al momento, dopo 3 anni di sperimentazione, i risultati sono positivi; bisognerà ancora attendere qualche anno prima di giungere alle opportune conclusioni. • Eliminazioni dei polloni radicali i quali costituiscono il ricovero preferito delle cacopsille nel periodo che va da fine inverno ad inizio primavera. • Utilizzo di portainnesti poco polloniferi. • Lotta chimica sul vettore tra fine febbraio e metà maggio anche se i risultati sono scarsi o nulli. Prove condotte nel ravennate hanno dato esito negativo ed in aggiunta non vi è nessun prodotto registrato contro la Cacopsilla pruni. • Utilizzo di portainnesti resistenti. 2. Le misure di lotta curative: • Sono realizzate mediante l’ausilio di sostanze antibiotiche per via endoterapica e su chioma. Negli USA questo tipo di lotta è stata impiegata in passato con risultati poco soddisfacenti in quanto in breve tempo si sono verificati fenomeni di resistenza. Si ricorda che le resistenze che si possono originare con l’utilizzo di queste sostanze non sono solo a carico dei batteri che interessano i vegetali ma anche di quelli che interessano l’uomo per cui si sconsiglia vivamente di ricorrere all’utilizzo di antibiotici in frutticoltura. • La termoterapia utilizzata prima della messa a dimora delle giovani piante è una via che si sta percorrendo da alcuni anni con risultati altalenanti. Questa metodologia è comunque in fase di definizione da parte di diversi enti di ricerca e la sua efficacia sul fitoplasma è ottima. AGGIORNAMENTO NORMATIVO SUGLI AGROFARMACI IMPIEGABILI NELLA STAGIONE 2010 Si comunica che a seguito del processo di revisione degli agrofarmaci iniziato con la Direttiva Europea 91/414/CEE e tutt’ora in atto attraverso il Regolamento (CE) n° 1107/2009 nell’anno 2009 sono state revocate le sostanze attive “triflumuron” e “buprofezine”. L’utilizzo di queste è ancora consentito nel 2010 in ragione del loro smaltimento scorte secondo le tempistiche indicate in tabella nella colonna “scadenza di utilizzo”. Tab. 1: Sostanze attive revocate: Triflumuron e Buprofezine PRINCIPIO ATTIVO REVOCA SCADENZA COMMERCIO SCADENZA UTILIZZO TRIFLUMURON 16/09/2009 16/05/2010 16/09/2010 BUPROFEZINE 30/03/2009 30/11/2009 30/03/2010 5 di Lorenzo Berra, Cristiano Carli • CReSO, Centro Ricerche per la Frutticoltura Fare il punto della situazione sulla sperimentazione in atto sul melo presso il CReSO, significa analizzare la situazione dell’ultima campagna, partendo dalla caratterizzazione climatica. I rilievi meteorologici sono visualizzati nel grafico 1, che riporta l’andamento delle temperature medie e delle precipitazioni mensili del 2009 a confronto con la serie storica 2005-2008. La sommatoria delle precipitazioni del 2009 ha superato i 1100 mm distribuiti in 81 giorni di pioggia e si colloca ben oltre la media regionale (800 mm/anno). Abbondanti sono state le precipitazioni nevose da dicembre a fine febbraio. Nei mesi primaverili si sono avute copiose e soprattutto intense precipitazioni; in marzo sono scesi poco meno di 100 mm di pioggia concentrati in 8 giorni. Il mese di aprile, con 333 mm in 16 giorni, ha più che triplicato la media storica mensile. Elevate precipitazioni si sono registrate anche nei mesi di giugno, luglio e novembre. L’inverno 2009 è stato caratterizzato da temperature molto rigide, in gennaio la 6 temperatura minima media è stata di -5.2 °C con un estremo di -10.2 °C. I mesi successivi si sono discostati poco dalle medie storiche. Fanno eccezione il mese di maggio, più caldo di circa 1 °C sia nelle temperature medie sia nelle minime, e agosto con quasi 2.5 °C in più della serie storica nelle temperature medie e minime. Il mese di dicembre ha invece fatto registrare una temperatura media mensile di 0.9 °C, inferiore di quasi 1.5°C rispetto alla media storica. Da segnalare le temperature minime estreme del mese di dicembre arrivate a toccare, nella notte del 19 dicembre, i 15.5°C. Le basse temperature d’inizio anno e le piogge protrattesi sino ad aprile hanno ritardato sia la ripresa vegetativa dei fruttiferi sia l’antesi. Nel melo la fioritura è iniziata il 7 aprile con la cultivar Cripps Pink Pink Lady® con un ritardo medio di una settimana rispetto al 2008, Gold Pink Gold Chief® è fiorita il 10 aprile, mentre per la tardiva Coop 39 Crimson Crisp® la fioritura è iniziata il 12 aprile. Le temperature particolarmente elevate dei mesi di maggio ed agosto hanno permesso di colmare il ritardo accumulato in fioritura e di anticipare le raccolte rispetto al 2008. Le limitate escursioni termiche circadiane del mese di agosto hanno rallentato la colorazione delle mele ad epicarpo rosso, in particolare i cloni del gruppo Gala. La superficie investita a melo in Piemonte si è mantenuta sostanzialmente stabile negli ultimi anni con oltre 5000 ettari in produzione. A livello varietale continua il predominio delle mele a epicarpo rosso (Gala, Delicious Rosse, Fuji e Braeburn) che rappresentano oltre il 70% della produzione, agevolate dall’indiscussa vocazionalità ambientale dei distretti melicoli regionali. Golden Delicious è scesa intorno al 25%, mentre il resto è composto da varietà minori o in fase di diffusione. Di seguito, una breve descrizione dei materiali suddivisi per tipologia varietale, diffusi nell'areale piemontese, che si sono distinti per caratteristiche qualitative innovative, buone performance agronomiche e/o resistenza a patogeni chiave del melo. GALA Il gruppo Gala è quello maggiormente diffuso in regione e continua a crescere, forte di una larga disponibilità in coltura di cloni con elevato standard estetico e ottimale adattabilità ambientale. Continua tuttavia la sperimentazione di nuovi materiali con criteri comparativi relativi ad estensione, intensità ed entità di striatura del sovraccolore (grafico 2). Per il momento insufficienti le caratteristiche dei cloni a maturazione precoce. In lista i cloni sono distinti in due tipologie di frutti in funzione della presenza o meno di striatura. Baigent Brookfield® (1) È il clone di riferimento nella lista di programmazione che ha avuto un’ampia diffusione in regione. Presenta una colorazione molto estesa unita ad una striatura intensa e ben marcata. Schniga Schnitzer® (2) Sotto il profilo merceologico non si distingue da Brookfield®. È in corso un intenso lavoro di selezione per ridurre la percentuale di regressione del colore. Simmons Buckeye® (3) Il clone di riferimento della tipologia uniforme. La colorazione è molto attraente: di elevata estensione, brillante tonalità e intensa luminosità. Annaglo (4) L’estensione del sovraccolore è elevata con tonalità brillante. Le striature sono più fini e meno evidenti rispetto al clone di riferimento. Burkitt Cherry Gala® (5) La percentuale di sovraccolore è elevata ma non superiore rispetto al mutante di riferimento. Non si sono rilevati anticipi nella comparsa del colore. Intensa la Il punto sulla sperimentazione del melo Spur®. Il sovraccolore rosso brillante ha estensione praticamente totale, mantenendo striature ben evidenti. Valtod Red Cap® (7): elevata estensione del sovraccolore rosso, molto intenso di tipologia uniforme. Red Kan Red Delicious* (8): elevata estensione del sovraccolore rosso, di tipologia uniforme. Jeromine* (4) È il clone STANDARD di riferimento. È una mutazione di Erovan Early Red One®. Presenta un ottimo compromesso tra qualità gustativa e produttività. Elevata l’estensione del sovraccolore, di tipologia uniforme, più esteso e luminoso rispetto alla cultivar madre. striatura, appena meno evidente rispetto al testimone. Jugala* (4): colorazione a livello di una bella Galaxy*, con striature meno evidenti. Galaval* (4): clone con colorazione intensa ed estesa, prevalentemente uniforme. Perathoner* (16): l’estensione del sovraccolore è a livello dei testimoni. Intermedie le striature. Royal Beaut* (17): l’estensione del sovraccolore è elevata con tonalità brillante, non superiore al testimone. Le striature sono evidenti. RED DELICIOUS Di poco inferiori alle Gala, si mantengono stabili le Red Delicious, con oltre il 30% della produzione totale. Anche in Jéromine* Royal Beaut* questo gruppo si hanno a disposizione materiali con standard estetici molto elevati, con colorazione pressoché totale e striature più o meno evidenti. Si è raggiunta un’estrema semplificazione nella lista delle varietà consigliate sia nella tipologia “SPUR”, sia nella “STANDARD”. Sandidge Superchief® (4) È il clone di riferimento per le SPUR. Ha sostituito nei nuovi impianti le storiche Camspur Red Chief® ed Evasni Scarlet GOLDEN DELICIOUS Non ci sono novità di rilievo all’interno di questo gruppo che, pur rappresentando ancora un’importante quota della superficie investita, è in progressivo ridimensionamento. Golden B Clone di riferimento. Da riservare negli areali altimetricamente più vocati. 1400 KE Goldrosio® (8) Golden simile con forma meno allungata. Sapore buono, leggermente più acidulo rispetto al testimone. Verificare sfaccettatura. Leratess Pink Gold® (1) Golden simile con sfaccettatura più evidente del clone B, purtroppo non costante. Sensibile ai colpi di sole. BRAEBURN Anche in questo gruppo si è raggiunto un elevato standard estetico, con cloni che hanno rivoluzionato l’immagine della Braeburn originaria, anche riguardo alla sensibilità a fisiopatie. La diffusione tuttavia è al momento limitata a meno del 2% della superficie totale. Mariri Red Aporo® (1) È il clone di riferimento per la tipologia uniforme, dall’aspetto ben distinto rispetto alla cv originaria. La colorazione rossa intensa è estesa su gran parte dell’epidermide, con scarse striature. Rosewell Rosabel® (1): presenta elevata estensione del sovraccolore, con evidenti striature. Royal Braeburn (4): clone con buona colorazione estesa sull’80% della buccia, di tipologia striata. 7 Aztec Zhen® FUJI Il gruppo è caratterizzato da un’importante limite agronomico comune a tutti i cloni finora valutati: l’alternanza di produzione che ha fortemente limitato la sua diffusione. Comune agli altri gruppi ad epicarpo rosso la distinzione tra tipologie di colore, striato o uniforme. Fiero September Wonder® (1) Clone di Fuji a maturazione anticipata di circa 30 giorni. Colorazione intensa e brillante di tipologia uniforme. Aztec Zhen® (4) Ampiamente diffuso in sperimentazione estesa, ha evidenziato una colorazione rossa brillante, intensa ed estesa, di tipologia uniforme. Fubrax Kiku® (7) Colorazione di tipologia striata ad elevata estensione. Ha sostituito il clone Kiku®8 Brak. Spike Fuji* (6): clone di Fuji a caratteristico habitus spur. Cultivar resistenti a ticchiolatura Importanti spunti d’innovazione riguardano alcune tra le più recenti cultivar resistenti a ticchiolatura, in particolare si è assistito a un progressivo miglioramento del profilo sensoriale ed estetico con il raggiungimento di caratteristiche complessive all’altezza delle “convenzionali”. Aumenta di conseguenza l’interesse verso questi materiali, che si stanno conquistando un posto di rilievo nella lista di programmazione regionale. Collina* (18) Varietà a maturazione precocissima (-64 gg Golden) di ottimo sapore, fresco, equilibrato con polpa succosa. Buona la pezzatura per l’epoca. Aspetto caratteristico. Dalinbel Antares® (1) Elstar simile di origine francese, matura 8 una decina di giorni dopo Gala. Il frutto, di grossa pezzatura, ha un aspetto attraente con colorazione rosso viva estesa sul 40-60% della buccia. La polpa è consistente, croccante e succosa. Il sapore è buono e aromatico, di tipologia acidula. Albero di facile gestione, con produttività elevata e costante. Segnalata sensibilità a oidio. Conservabilità non elevata. Sirius* (15) Matura circa 10 giorni prima di Golden Delicious. Grossa pezzatura. Forma tronco-conica breve. Colore di fondo verde-giallo privo di sovraccolore. Sapore buono, dolce con elevata componente acidula. CIV G 198 Modì®* (6) Varietà di origine italiana ottenuta dall’incrocio “Gala x Liberty”. Matura circa una settimana prima di Golden Delicious. Il frutto è di aspetto attraente: forma allungata e colorazione rosso porpora estesa sulla quasi totalità della buccia. La polpa è molto soda con tenore zuccherino ed acidità elevate ed equilibrate. L’albero ha portamento aperto e vigoria contenuta. La produttività è elevata e costante. Distribuita in esclusiva. L’albero è di medio vigore e facile gestione, con caratteristico portamento procombente. La produttività è medio -elevata, concentrata nella parte distale delle branche. Ha un contenuto fabbisogno di diradamento dovuto alla caratteristica di allegare soltanto uno o due frutti per corimbo (autodiradante). Ariane* (9) Matura 4-5 giorni prima Golden Delicious. Aspetto del frutto caratteristico: forma appiattita, colore rosso con lenticelle evidenti. Albero di elevato vigore con portamento eretto. Produttività elevata e costante. La pezzatura è mediopiccola. Richiede intenso diradamento. Sapore molto buono, dolce ed equilibrato. Distribuita in esclusiva. Luna* Coop 39 Crimson Crisp® Coop 39 Crimson Crisp® (4) Molto positivi i riscontri dalla sperimentazione estesa che giustificano l’ottimo giudizio per il Piemonte. Matura qualche giorno prima di Golden. Il frutto presenta una tipologia estetica innovativa, non solo tra le TR: il colore rosso intenso e molto luminoso è esteso sull’80-90% dell’epicarpo, con sfumature attraenti. La polpa è fine, succosa e piacevolmente croccante. Buono il sapore, equilibrato. Luna* (15) Varietà ottenuta dall’incrocio “Topaz x Golden Delicious”. Matura circa 10 giorni dopo la Golden Delicious. Presenta grossa pezzatura e forma appiattita. Colore di fondo giallo-verde con sfaccettatura in frutti più esposti. Rugginosità assente. Sapore buono, tendenzialmente acidulo. Renetta Grigia di Torriana Varietà autoctona, diffusa esclusivamente nel comprensorio di origine (Torriana, in Provincia di Cuneo) come prodotto di “nicchia”. Si tratta dell’unica varietà del germoplasma piemontese sulla quale sia stata riscontrata una resistenza orizzontale. I frutti, di media pezzatura, hanno forma tronco-conica breve. Buccia completamente rugginosa. Eccellenti le caratteristiche organolettiche, con intensa componente aromatica ed elevata serbevolezza anche in fruttaio. Il punto sulla sperimentazione del melo Delfloki* (14) Forma tronco-conico breve eterogenea. Colore di fondo verde chiaro, con sovraccolore rosso brillante esteso sul 60% della buccia. Lenticelle ben visibili. Sapore buono, dolce, molto aromatico. Da verificare la produttività. Dalinette Choupette® (1) Ottenuta in Francia da una partnership INRA – Ligonnière. In epoca di maturazione Fuji si è distinta per le pregevoli caratteristiche qualitative. Il frutto, di buona e regolare pezzatura, ha un aspetto caratteristico. Il colore rosso intenso interessa il 70% - 80% della buccia. La polpa è soda, croccante, succosa. Il sapore è molto buono, tendenzialmente acidulo, risulta particolarmente aromatico dopo conservazione. La produttività è elevata e costante, con albero di vigore contenuto e portamento aperto. Altre tipologie varietali Tra le numerose cultivar in prova presso l’Azienda Sperimentale del CReSO, sono di seguito descritte alcune tra le cv più recenti, dalle precocissime alle tardive. Zari* (11) Cultivar a maturazione molto precoce (40 gg Golden) ottenuta dall’incrocio “Elstar x Delcorf”. Forma tronco-conica oblunga. Aspetto attraente: colore di fondo verde chiaro con sovraccolore rosso striato sul 45% della buccia. Sapore buono, acidulo. Polpa molto succosa. den Delicious. Sapore buono, molto dolce e poco acido. Goldor* (1) Incrocio “Elstar x Golden”. Forma appiattita, pezzatura media. Colorazione gialla priva di sovraccolore. Sapore buono, dolce, con elevata componente acidula. Alternanza di produzione. Aurora Golden Gala® (12) Produttività elevata. Pezzatura media. Aspetto Golden-simile, con forma meno allungata. Sapore buono, dolce, con bassa acidità. Delgrared* (14) Grossa pezzatura. Aspetto molto attraente: colore di fondo verde chiaro con sovraccolore rosso brillante striato. Polpa soda, croccante, poco succosa. Sapore buono, dolce, con importante componente acidula. Verificare produttività. Delcoros Autento® (14) Colore di fondo giallo-verdastro con sovraccolore rosso vinoso. Polpa soda, molto succosa, di buon sapore. Elevata sensibilità a vitrescenza. Matura circa una settimana prima di Golden. sfaccettatura. Sapore buono, dolce e aromatico. Da verificare la produttività. Ambrosia* (12) Ottenuta in British Columbia (Canada). Matura circa una settimana dopo Golden Delicious. Il sapore è molto dolce con tenore zuccherino elevato e bassissima acidità. La polpa è croccante e succosa. L’aspetto è molto attraente, bicolore con sfumature rosa-rossastre sul 50-60% della buccia. L’albero è di media vigoria, con portamento eretto. La produzione, distribuita prevalentemente su lamburde, è elevata e costante. Medio-grossa la pezzatura del frutto, di forma tronco-conica con umboni appena pronunciati. Distribuita in esclusiva. Nicola* (12) Buona produttività. Pezzatura media. Forma tronco-conica breve. Colorazione attraente. Sapore buono, molto dolce e aromatico. Verificare sensibilità alla rugginosità. Gold Pink Gold Chief® (13) Ottenuta dall’incrocio “Starkrimson x Golden Delicious” dal DCA-Università di Bologna. Il frutto è di aspetto molto attraente: forma regolare, molto allungata con punte calicine pronunciate. Presenta evidente sfaccettatura rosata -aranciata, estesa sul 20-40% della buccia. Scarsa la sensibilità a rugginosità. Matura dieci-quindici giorni dopo Golden Delicious, con ampia finestra di raccolta. La polpa è fine, compatta, succosa, di buon sapore, equilibrato e aromatico. Albero compatto, semi-spur, di elevata e costante produttività. Buona la conservabilità. EDITORI e COSTITUTORI (1) Davodeau Ligonnière (2) KSB (3) Cadamon (4) Valois (5) Star Fruits (6) CIV (7) Kiku (8) Feno (9) Sarl Novadi (10) CRA - Trento (11) Better 3 Fruit (12) PICO - Summerland (13) DCA Bologna (14) Delbard (15) Istituto di Strizovice (CZ) (16) Griba (17) Nicoläi (18) Huber Roho 3615 EvelinaTM Daiane* Daiane* Frutto di bell’aspetto e grossa pezzatura, che matura due settimane prima di Gol- Roho 3615 EvelinaTM (8) Clone migliorativo di Piova, con colorazione intensa ed estesa, molto attraente, superiore al clone standard. Nicoter Kanzi® (11) Ottenuta dall’incrocio “Gala Must x Braeburn”. Pari epoca di Golden Delicious. Pezzatura media, uniforme. Forma molto regolare. Colore rosso brillante esteso sul 60% dell’epidermide. Sapore buono, dolce, con equilibrata acidità. Distribuita in esclusiva. Dalitron Altess® (1) Aspetto Golden-simile, con presenza di ® Marchio registrato * Protezione brevettuale 9 I viaggi studio organizzati dal Catac 4A di Centallo e da Asprofrut quest’anno avevano come meta l’Argentina. La trasferta sudamericana cui hanno partecipato 41 frutticoltori, ha avuto una durata di 14 giorni, dal 10 al 24 febbraio: sono state visitate aziende frutticole di media e grossa dimensione, con vendita direttamente al mercato oppure con magazzini di packaging in proprietà di multinazionali, aziende vitivinicole, centri di ricerca, associazioni commerciali, mercati ed industria di trasformazione. Una terra così ampia, da presentare situazioni estremamente diverse nelle varie aree del Paese. Il nostro viaggio tecnico argentino è iniziato a La Plata, circa 85 Km a sud di Buenos Aires presso la Pampa Kiwi, azienda frutticola in cui sono stati visionati due impianti di actinidia, uno di Hayward (impiantato da 19 anni, con un sesto di impianto di 5 metri per 4) ed uno di Summer Kiwi (2 anni, con sesto di impianto di 4 per 1). In entrambi i casi le piante maschio (una ogni sei femmine) sono allevate a GDG (cioè i cordoni corrono su un filo più basso, ad un’altezza di circa un metro da terra): questo sistema permette una miglior impollinazione dei fiori femminili, per la quale si usano ventole ed api (10 arnie ad ha). L’impollinazione artificiale viene effettuata con 1 gr di polline (il pollieid acquistato direttamente dalla Nuova Zelanda) ogni 3 litri d’acqua, con l’aggiunta di alghe. Il costo di una pianta astone da 8 mm, con altezza minima 150 cm, costa 12 pesos (circa 2,40 €). Vengono utilizzate le piante per meristema (vitro), con conseguenti problemi di alberi troppo vigorosi e frutti non sempre di forma regolare. Il terreno è di buona fertilità, con un pH 7. L’acqua si trova ad una profondità di 10 circa 80 metri e l’irrigazione localizzata viene effettuata giornalmente, mentre la fertirrigazione avviene una volta a settimana, con la sospensione di tutto il concime chimico a 50 giorni dalla raccolta, specie per l’azoto. Il costo del terreno è di 5 mila $ per ha e l’imposta su 30 ha è 400 dollari. Si raccoglie a 4/5 °brix e si commercializza a 6. La raccolta inizia verso fine marzo e dura fino al 20 aprile; il loro kiwi arriva in Europa all’inizio di aprile. Per aumentare e regolare la pezzatura viene utilizzato il Forchlorfenuron, prima della fioritura e dopo, per cancri e armillaria, si effettuano trattamenti di Fosetil di alluminio. Le produzioni sono di circa 30 tonnellate ad ettaro per l’impianto di Hayward e si stima di 35 tonnellate per ettaro per la Summer kiwi quando sarà in piena produzione. La liquidazione media nel 2009 è stata di circa 1 €/Kg per la Hayward ed 1,80 per la più recente Summer. L’azienda visitata non conferisce a commercianti o cooperative, ma vende il prodotto direttamente al mercato centrale di Buones Aires, dove partecipano tutti i supermercati e dettaglianti, tramite offerta migliore. La manodopera avventizia viene pagata 7 € il giorno, cui vanno aggiunti 3,50 € per contributi sanitari e pensionistici; il lavoratore versa il 28% di tasse. Il maggior vivaista è Dalpane Vivai, con sede in Italia a Verona, Castel Bolognese e Latina, mentre in Argentina ha sede a Mar della Plata: in un vivaio di 45 ettari produce 100 mila piante l’anno. Ci siamo soffermati in un supermercato dove i kiwi costano 3,5 € il kg (molto maturi), le pesche 1,3 € e le nettarine 6 €, perché se ne producono pochissime. Per un termine di paragone, la carne vale da 2,6 € a 5,6 € al kg. L’azienda Don Luis (azienda di dimensioni “piccole”, circa 80 ettari) produce mele e pere che conferisce ad un esportatore certificato Global-Gap. Questa “finca” soffre, però, una grave crisi economica a causa degli eccessivi costi di produzione (circa 0,29 €/kg), mentre l’ultima liquidazione è stata di solo 0,25 €/kg. Il produttore conferisce il prodotto al magazzino, che gli fa subito il prezzo: riceve subito un acconto e dopo 12 mesi il saldo. I problemi fitosanitari sono sostanzialmente legati a Cydia pomonella, mentre sono contenuti i problemi di ticchiolatura, viste le poche precipitazioni; per la Psilla pyri su pero si eseguono due trattamenti di Abamectina. Il dirado chimico è fatto con Carbaryl ed eventualmente perfezionato in modo manuale. I trattamenti con prodotti fitosanitari vengono interrotti a dicembre, 40 giorni prima della raccolta, in modo da avere un prodotto a residuo zero per l’esportazione in Europa. La manodopera per la raccolta è di origine cilena o nord-Argentina (molto importante è l’immigrazione interna dalle zone più aride del paese). In questa zona il valore del terreno, irrigabile a scorrimento, è di circa 10 mila $ ad ha. Le varietà più diffuse sono Mondial Gala e Royal Gala per le mele e Abate per le pere. Quest’anno ci sono state forti gelate primaverili con danni sui frutti e circa il 40% di mancato raccolto, nonostante gli impianti di difesa con mini getti soprachioma e candele di combustibile. Il gruppo ha visitato il centro Crear (Comercio Regional y Exterior de la Agroindustria Rionegrina) e Adeco (Agenzia de Desarollo Confluencia). Un Ente nato Alla scoperta dell’Argentina tra le pampa nel 2000 per volere del Ministero dell’Economia e del governo regionale con svariati scopi come la capitalizzazione, il finanziamento aziendale, la promozione regionale ed extra regionale dei prodotti agricoli, la divulgazione agli agricoltori di informazioni, la verifica e la ricerca varietale di mele, pesche e pere; effettua la linea di difesa dalle malattie, organizza corsi di potatura, effettua assistenza tecnica (gratuita), offre una linea di credito e si occupa della parte commerciale. Il Crear ha cinque uffici sparsi in varie parti della vallata del Rio Negro. A Cipolletti, paese che prende il nome da un’illustre ingegnere idraulico italiano che progettò svariate dighe in Argentina, siamo stati in visita alla sede centrale. Il funzionamento di questo Ente è strutturato con un programma semestrale nel quale si identificano attività, epoca, tempi e costi. I finanziamenti sono di tipo statale, federale, ministeriale e locale (banche, privati,ecc). Lavora principalmente per i piccoli produttori che non si possono permettere un servizio commerciale privato, tramite il pagamento di un 5% del fatturato, la parte rimanente viene integrata dallo Stato. Negli ultimi vent’anni il numero di produttori è diminuito: le piccole aziende faticano ad associarsi, cosa che renderebbe più abbordabile la concorrenza con le grandi ditte. La visita ha permesso di conoscere maggiori dettagli tecnici sulle produzioni frutticole della regione del Rio Negro. Le risorse idriche sono fornite da due grandi fiumi: il Río Colorado ed il Río Negro, che alimenta cinque centrali idroelettriche. L’economia regionale è basata sull’estrazione di petrolio, sull’allevamento di bestiame, sulla pesca, sul turismo (spiagge e montagna) e sulla frutticoltura, che ricopre circa il 25% del PIL provinciale. Nel 1988 i frutticoltori in questa regione erano circa 4.700, nel 2008 sono scesi a 2.800, divisi tra soci di cooperative e indipendenti. Le aziende produttrici ed esportatrici, il cui capitale è per il 60% straniero (DOLE, Sunfruit, Expofruit Univeg, GF Group…) acquistano il 41% della frutta dei soli produttori. Il territorio di questa zona è per il 36% non coltivato e le aziende con una superficie compresa tra 1 e i 19 ha sono più del 50%; secondo il CREAR, la diversificazione è l’unica arma di sopravvivenza. La superficie frutticola dei territori tra Neuquén e il Rio Negro è di circa 60 mila ettari, di cui 29.700 sono coltivati a mele, 23.300 a pere, 4.000 a pesche, nettarine, prugne e 700 a ciliegie. Sono presenti, inoltre, 300 aziende di confezionamento e 210 magazzini frigoriferi. Il volume d’affari del settore frutticolo è di circa 600 milioni di $, di cui 50 derivanti dalla trasformazione e 550 dalla commercializzazione del prodotto fresco. I mercati esteri sono USA, Brasile, Nord Africa, Paesi Arabi, Unione Europa (l’Italia normalmente importa e poi esporta), Est Europa, in particolare Russia e Polonia (anche se il 2009 è stato un anno difficile per questi due Paesi); i mercati futuri saranno probabilmente Cina ed India. La produzione media del quinquennio 2004-2009 di pomacee è stata di circa 1,7 milioni di ton (960 mila di mele e 743 mila di pere), di cui il 66% (1,12 mln di ton) destinato al mercato del fresco (37% di esportazione e 29% interno), ed il restante 44% (580 mila ton) destinato all’industria di trasformazione, a differenza del vicino Cile, dove praticamente il 100% della produzione è destinata all’esportazione. La produzione di mele stimata nella zona Neuquén-Rio Negro per il 2010 è di 706 mila ton, divisa in cloni di Red Delcius (434.000 ton), gruppo Gala (85.000 ton), Granny Smith (147.000 ton) ed altre cultivar (40.000 ton); la produzione di cloni di Red Delicius è in diminuzione, mentre è in aumento quella di Gala, la sola Brookfield arriverà quest’anno a 10 mila ton. Per quanto riguarda le varietà del gruppo Red Delicious (in diminuzione, con un’eccellente mercato in Brasile, che richiede un prodotto colorato al massimo all’80%) si coltivano: Top Red, Stark Rimson, Red Chief, Ryan Red, Ace Spur. Presenti anche Granny Smith e Golden Delicious, quest’ultima però in modo marginale perché negli anni ‘60 e ‘70 sono state spiantate a causa della troppa rugginosità. Per le Gala c’è la corsa al colore, con le varietà Brookfield e Buckeye; ad oggi le principali varietà sono Royal Gala, Mondial G, Imperial G, Galaxy. La Fuji è poco diffusa perché, secondo loro, “non è amica del produttore, ma di chi la vende”. Ci sono, inoltre, in prova nuovi cloni di Pink Lady/Cripp’s Pink: come le selezioni Pink Kiss, Pink Rose, Rosy Glow, Ruby, Pink en Lady en Red. Pur con ottima attitudine al territorio, non vengono però coltivate su larga scala in quanto, secondo loro, non è remunerativo per gli agricoltori avere legami commerciali obbligati tramite i club. Tra le nuove cultivar in sperimentazione allargata ci sono: Rubens (Elstar x Gala), Ambrosia, Kanzi (Braeburn x Gala), Jazz (Braeburn x Red Gala), Cameo (in Italia Camela), Pinova (Alivia x G. Delicious). In fase di valutazione: Ariane, Junami, Huaguan, Zonga, Zari, Jeromine, Modi. Varietà come Ambrosia e Jazz non vengono coltivate perché non adatte all’Ar- 11 gentina, anche se libere da club. Le cultivar a buccia rossa hanno trovato scarso adattamento alla regione a causa della bassa escursione termica nel periodo pre-raccolta; per questo motivo si ricercano cultivar geneticamente più colorate che non siano influenzate dalle condizioni ambientali, arrivando anche a fare quattro stacchi per riuscire ad ottenere il miglior colore (la raccolta si protrae al massimo per un mese). I portainnesti del melo nanizzanti per le produzioni intensive più usati sono: EM7, EM 23 e EM9, mentre quelli più vigorosi sono EM4, MM 111, MI 793, Franco La produzione di pere nel 2010 è stimata in circa 720 mila ton, divise in William´s (289mila, la più produttiva ad ettaro), varie cultivar dalla buccia rossa (44 mila ton), Packham´s Triumph (di cui l’Argentina è il più grande produttore mondiale con 252 mila tonnellate, seguito dal Sudafrica), Beurre D´Anjou (89 mila ton, consumata principalmente in Brasile e Stati Uniti), ed altre varietà (46 mila ton). Il costo di produzione è leggermente più basso rispetto all’Europa: 17,5 € cent il chilo, con una produzione di 40 tonnellate per ettaro, di cui 15 centesimi di costi diretti. Tra le voci di spesa più importanti, quella della manodopera incide per circa il 45%, in quanto la frutticoltura argentina non è ancora meccanizzata. I costi del prodotto finito, imballato e pronto per il consumo, sono per il 64% di tipo industriale (37% imballo, 20% conservazione e 7% commercializzazione) e solo il rimanente 36% è destinato all’agricoltore. Le varietà di pere coltivate sono: Williams, Claps Favorita, Giffard, Red Bartlett (semirossa), Sensación (semirossa), Packams Triumph, Beurré D’Anjou, Red 12 D’Anjou, Beurré Bosc, Golden Russet Bosc, Abate Fetel. Per la cutlivar Conference e per i Nashi non c’è richiesta. Il portainnesto più usato è il Franco, insieme al BA29. Le pesche sono sostanzialmente coltivate per il mercato interno e sono: O’Henry, Rick Lady, Pavía Marzo Amarillo, 85 GD 20, September Snow, María Bianca, Sweet September, Elegant Lady, Royal Glory,Cristalino, Red Top. Le varietà di nettarine prodotte sono invece Artic Snow, Caldesi 2000, August Red, Venus, Early Sungrand,Fairlane, Flameskist, Late Legrand, Star Delicious. I portainnesti per queste drupacee più importanti sono i Franco, sia quelli derivati da Prunus Pérsica o Silvestris, sia da selezioni di Nemaguard e Nemared (più resistente ai nematodi), oltre al GF ed al 677 (vigoroso). Le cultivar di susine coltivate sono Larry Ann (ma con problemi di spaccature), Angeleno, Songold, Blackamber, Autumm Giant, Royal Diamond, Santa Rosa, Linda Rosa, Grand Rosa, Roysum. I portainnesti usati sono le selezioni di Mirabolano (selezioni 29C e B), e i Mariana (GF8-1 e 2624), l’ibrido Citation. Le malattie più diffuse sono: Carpocapsa, Psilla del pero, gli acari, le cocciniglie ed i tripidi. I trattamenti per la Carpocapsa si sono ridotti rispetto al passato e attualmente se ne fanno 4-5 durante l’anno. A partire dal 2010 per esportare è obbligatoria la certificazione Global Gap ed il Quaderno di campagna. Il fitofago più problematico delle pomacee nella zona è la Cydia pomonella, che nel 2004 provocò un danno di 20 milioni di dollari. Dopo quel tragico anno, il problema si è ridotto grazie all’uso massiccio della confusione sessuale (Isomate, Check-mate, No-mate e Rak) che fu ap- plicata su blocchi di 20 ettari; lo Stato intervenne con contributi per le aziende con meno di 50 ettari. Oggi si è passati all’uso di Cairormoni e Puffler (2 per ha) con un costo di circa 140 euro/ha. Prima dell’uso di questo metodo di lotta si effettuavano 12-14 trattamenti l’anno, oggi scesi a 3-4. Gli altri fitofagi presenti sono: eriofidi, ragnetti rossi, psylle, cocciniglie, tripidi. Le avversità fungine presenti sono: ticchiolatura (2-3 trattamenti l’anno con Dithianon-polisolfuro), oidio (zolfo) e marciume radicale (a causa dell’abbondante uso dell’irrigazione a scorrimento). Altro grosso problema sono scottature e colpi da sole, per cui si eseguono 3-4 trattamenti a base di caolino oppure filtro solare Tierra de Diatomeas, iniziando il ciclo dei trattamenti a 60 giorni dalla raccolta. L’Expofruit-Univeg, di proprietà belga, gestisce circa 5 mila ha in proprietà, con una produzione di 150 mila ton di frutta, per i mercati di Brasile, Usa ed Europa. Nell’ultima annata si è persa molta produzione per il gelo. La capacità giornaliera del magazzino è di 3000 scatole da 18 kg. Il prodotto arriva al centro frigorifero, dove si effettua un primo test di qualità (durezza e Brix), quindi i cassoni vengono svuotati in una soluzione di acqua e acido citrico o cloro (5 ppm, specie per togliere il caolino), poi calibrati e confezionati. La frutta viene lavata con fungicida: i prodotti più utilizzati sono Rovral per le nettarine, l’Etochissina e lo Scolar per le mele; per le prugne invece si utilizza lo Smart Fresh che viene utilizzato direttamente nel container prima della spedizione. Ogni lavoratore deve fare 94 scatole da 18 kg, se scende sotto questa media ha delle penalità, se la supera riceve un premio. La manodopera costa 3 euro l’ora (comprensiva di circa il 30% di tasse). La Mono Azul, azienda di proprietà del gruppo GF di Albenga, ha 10 mila ettari in proprietà, con una produzione di 50 mila ton, ed acquista ulteriore prodotto, per un totale di 110 mila ton di frutta, immagazzinata interamente nelle sue celle frigorifere, lavorata e spedita da un proprio magazzino di lavorazione nelle strutture di Vista Alegre, Neuquen, General Roca e Villa Regina. La Mono Azul, fondata nel 1961, è un’azienda pioniera nella lavorazione ed esportazione di frutta del Nord della Patagonia, nella Alla scoperta dell’Argentina tra le pampa valle del Rio Negro. I mercati di questa azienda sono Russia, Canada, Stati Uniti, Brasile, Unione Europea, Paesi dell’Est Europa, nord Africa e medio Oriente. Da quest’anno, per affrontare meglio i mercati con le crescenti esigenze in tema di residui, si è impostato il lavoro di difesa con obiettivo “residuo zero”. Attualmente per la Mono Azul lavorano da 3500 a 4500 persone; il magazzino è certificato BRc e tutta la produzione è certificata Global Gap. I prodotti lavorati sono pere, mele, ciliegie, susine, pesche, nettarine, limoni, mandarini ed uva. Le varietà maggiormente coltivate sono, per le pere, William, Red Barlet, Abate, Beurre Bosc, Golden Bosch, Winter barlett e Packham’s Triumph, per le mele Royal gala, Brookfield, Rome Beaty, Red Delicious, Gramny Smith, Cripps ,Pink e Fuji. Le principali susine sono Black Amber, Friar, Larry Ann, Linda Rosa, Angeleno e Rainbow, le pesche Spring Lady, Red Top, Rich lady, Elegant lady ed O’Heery, le nettarine Stack Delicious, Early Sungrand, Rio Red, Autumn Grand, September Grand e Fairlane. In questa parte dell’Argentina il clima è più secco, nella zona di Villa Regina la piovosità è solo di 200-300 mm/anno. Le coltivazioni si sono sviluppate prima vicino ai fiumi, poiché i terreni erano più fertili, poi di sono espanse verso il deserto; l’azienda visitata presenta un terreno molto sabbioso nei primi 60 cm di profondità e poi si trova pietra calcarea. Questo conferisce al terreno un aspetto che ricorda il deserto. Il vento è una costante presenza, tanto che i frutteti sono dotati di piante frangivento. La temperatura minima invernale è di -10°C, la massima in estate è di 40°C, nel mese di gennaio sono possibili grandinate. Le brinate primaverili possono essere un problema che si cerca di eliminare con i ventoloni (orchard Ride a due pale, copertura massima 5 ha) e con l’irrigazione sovra chioma - mini sprinter da 5mm/h con irrigatori distanti un metro. L’irrigazione è a spruzzo: due ore al giorno e nell’ultima mezz’ora si fa fertirragazione. La produzione oscilla tra le 40 e le 60 ton ad ha per le mele e 55-60 per le pere. Per le Galaxi si fanno due raccolte, quattro per Mondial e Royal, tre per il gruppo delle rosse, per favorire la colorazione considerando la bassa escursione termica tra il giorno e la notte. La durezza alla raccolta è 7,5/8, i valori di amido sono 4/6 (su una scala 1/10), non rispettata per l’utilizzo dello Smart Fresh. Per quanto riguarda le malattie, per la Carpocapsa vengono utilizzati i Paffers (2 per ha) della società Suterra, che rilasciano ad intervalli regolari i feromoni, e per la lotta alla Cydia pomonella e Cydia molesta oltre all’uso dei Puffer, in autunno vengono avvolti i tronchi dei meli con dei cartoni per poter catturare le larve svernanti di carpocapsa. Come prodotti chimici si usano Prodigy, Gusathion, Reldan e Affirm; per l’afide lanigero non si fa nessun trattamento perché si combatte con l’afelinus. Il dirado è fatto nelle aziende biologiche con Polisolfuro nel periodo fiorale, mentre in quelle convenzionali si usa la miscela NAA + Carbaryl. Con queste condizioni climatiche la ticchiolatura non è un problema rilevante, mentre è molto grave l’oidio per cui si usa il polisolfuro di calcio. Un grosso problema sono le bruciature da sole che possono causare un danno tra il 10 ed il 30%. Per quanto riguarda le angeleno, le pere e le ciliegie, si fa un trattamento per ridurre il vigore della pianta; per il pero, si fanno due trattamenti per la Carpocapsa, si applica anche la confusione e si usa l’antibrina per lavare la melata. Per quanto riguarda i ricavi, in quest’annata il produttore sta incassando 0,20/0,25 dollari per le pere e 0,18/0,20 $ per le gala. Per la merce da industria si stanno ricavando 0,03/0,05 $ al kg. In questa zona il terreno costa da 5 mila a 15 mila $. Il gruppo ha visitato nella zona una diga utilizzata per la produzione di energia elettrica (in Argentina, circa l’80% dell’energia elettrica è prodotta da fonte idrica o eolica). Ciacras il Paradiso. La superficie di quest’azienda è di 80 ha coltivati, più 20 ha di strade. Il gruppo ha visitato un impianto di pere williams del 1935. La produzione è di 250-300 kg a pianta, per un totale di 51 tons ad ha; per potare un ha di quest’impianto servono 25 giorni. La merce da industria viene raccolta in un secondo momento. Per evitare le scottature viene utilizzato il Caolino; vengono utilizzati 20 q.li di acqua ad ha per i trattamenti. Il nuovo impianto di pere Abate del 2008, ha un sesto di 3,8x0,8 m. Una pianta preformata di Abate costa 3,5 $, mentre una normale 2 $. Magazzino Momo Azul. In 16 ore ven- gono confezionati 16 mila scatole da 18 kg, grazie a 300 lavoratori per ogni turno. Su ogni scatola viene riportato il numero di frutti contenuti. Un lavoratore riceve mediamente 3.000 pesos lordi al mese (600 euro) e deve confezionare almeno 95 scatole al giorno. Per quanto riguarda la lavorazione, la frutta viene subito divisa a seconda del mercato che dovrà affrontare: interno o estero. Il prodotto, dopo una calibratura meccanica, viene confezionato. L’azienda Zumos Argeninos, di proprietà tedesca del gruppo Steinauser, oltre all’Argentina ha stabilimenti in Germania, Italia (C.A.S. S.p.A.), Polonia, USA e Cina. Produce concentrati di succo e di puree, cubetti, aroma e confezioni di mele, pere, pesche, nettarine, albicocche, Kiwi, susine, pomodoro e meloni: ogni anno vengono lavorate circa 300 mila tons di frutta fresca. Nello stabilimento che abbiamo visitato vi è una produzione di 700 tons il giorno, con tre turni di lavorazione per un totale di 70 persone. Gli scarti vengono destinati all’alimentazione zootecnica. In quest’ultimo periodo c’è un po’ di crisi per il prodotto organico, mentre il convenzionale si sta mantenendo stabile. Si sta faticando perché alla frutta mancano 2 °Brix e manca circa un 40% di prodotto, in particolare pere, a causa del gelo. Il maggior prodotto è il baby food, ma probabilmente in futuro ci sarà una crescita del prodotto integrato: con Coca Cola si sta lavorando ad un prodotto misto coca e frutta, per arginare il calo di vendite della multinazionale. I clienti più importanti sono Danone e Plasmon. Le fasi della lavorazione sono la pesatura ed il controllo qualità, la macinatura, le due pressature, la filtrazione e due concentrazioni. Il costo del prodotto finito deriva al 30% dalla frutta ed al 70% dalla lavorazione. Quest’azienda è certificata HACCP. Attualmente, le mele al produttore le pagano 0,25, le pere 0,21, con contratti di fornitura e di filiera, con il rispetto di un disciplinare e garantendo un’immagine alla frutticoltura locale. Appunti su manodopera, burocrazia e costi. Va fatta una doverosa premessa: in Argentina, nelle diverse aree geografiche, ci sono differenze sostanziali di orari e salari (da 8 a 20 euro il giorno). In generale, la retribuzione varia a seconda del grado di istruzione di cui si dispone; gli 13 stipendi hanno avuto un crollo dopo la crisi, ma negli ultimi anni si è registrata una leggera ripresa. Per quanto riguarda la settimana lavorativa, si distribuisce su un orario quotidiano di 8 ore, per 6 giorni lavorativi, tuttavia, la normale settimana lavorativa non può superare le 44 ore. Il compenso è a cottimo, c’è un responsabile ogni 20 persone; su ogni bins c’è un’etichetta che indica chi l’ha raccolto (una o due persone). La paga è di 5 $ al bins ed una persona raccoglie 4/5 bins al giorno; il datore di lavoro versa 5 $ al giorno per la continuità del lavoro ed il 50% della paga in forma contributiva. Si dà precedenza ai lavoratori dell’anno precedente; per l’assunzione l’azienda deve fare una comunicazione 24 ore prima dell’inizio dei lavori. Ogni dipendente è munito di una dotazione personale composta da una scala e da una cesta con imbragatura numerata; il lavoratore che non produce viene sospeso per due giorni, la seconda sospensione equivale al licenziamento. Molte persone, dopo aver terminato la raccolta di mele e pesche, si spostano per la campagna degli agrumi. Per le notevoli estensioni delle aziende agricole (anche 500 o 1000 ettari) è necessario l’impiego di un numero consistente di manodopera: l’azienda mette solitamente a disposizione dei lavoratori dei pullman per spostarsi dalle proprie abitazioni e per organizzare gli spostamenti interni all’azienda e funzionali alla raccolta. Nei magazzini della lavorazione della frutta i compensi sono più elevati e le aziende investono molto sulla sicurezza alimentare e dei lavoratori. Il lavoro in nero è molto diffuso: rappresenta il 40% del mercato, ed è una costante anche per il lavoro non agricolo, senza distinzioni geografiche. Come nel nostro sistema, è previsto il sussidio di disoccupazione, corrisposto per un massimo di tre mensilità; si tratta di una somma molto bassa, così che il lavoratore sarà molto più invogliato a migrare in altre zone del paese dove c’è lavoro. Per quanto riguarda l’utilizzo di manodopera straniera, l’Argentina non conosce alcun tipo di restrizione: né limiti, né quote, a condizione che abbiano il permesso di soggiorno. Dovendo fare una comparazione anche con i viaggi degli anni passati, in Argentina, come anche in Nuova Zelanda e Su- 14 dafrica, il compenso del lavoro agricolo è a cottimo. Tale strumento, da noi non consentito ormai da decenni, se può evocare lo spettro dello sfruttamento della manodopera, si rileva invece vincente nella struttura del mercato del lavoro agricolo dei Paesi visitati. Un sistema più snello, sia per il reperimento della manodopera, sia per l’incentivo alla produttività e, se ben gestito, come principalmente avviene in Nuova Ze- landa, può dare ottimi risultati senza controindicazioni. Un’ultima considerazione: in tutti i modelli conosciuti in questi anni, sia di stampo occidentale, sia di Paesi emergenti, vi è una connotazione del tutto positiva. La burocrazia è infinitamente minore della nostra, pur con standard qualitativi identici, se non superiori, ma con un costo finale del lavoro nettamente inferiore. L’Unione Nazionale tra le Organizzazioni di Produttori Ortofrutticoli Agrumari e di Frutta in Guscio, vale a dire l’UNAPROA di cui la Piemonte Asprofrut fa parte (ed è anche presente nel consiglio d’amministrazione con il proprio presidente), ha deciso con le altre unioni nazionali, UIAPOA e UNACOA di avviare un percorso di semplificazione del sistema di rappresentanza delle Organizzazioni di Produttori. La decisione è stata assunta a fine gennaio nel corso di un apposito incontro svoltosi a Roma: all’unanimità è stata confermata la volontà di avviare un percorso di semplificazione del sistema di rappresentanza che rafforzi il ruolo, le funzioni e la competitività delle organizzazioni dei produttori associate. A questo scopo le Unioni Nazionali hanno convenuto di procedere in tempi brevi, sia alla definizione di un percorso finalizzato all’unificazione delle Unioni, sia in ordine all’approfondimento delle problematiche comuni legate all’attività delle OP associate. «Durante l’assemblea di fine gennaio – conferma il presidente Domenico Sacchetto – abbiamo preso atto che solo con una reale sinergia tra tutto il mondo produttivo organizzato è possibile sostenere a livello ministeriale e, a maggior ragione, europeo, la risoluzione dei problemi e la realizzazione di nuove proposte che possano produrre nuove prospettive per le aziende. L’impegno è quello di realizzare l’unione entro il 2010». Sono 304 le OP/AOP distribuite sull’intero territorio nazionale e associate alle Unioni Nazionali UNAPROA, UIAPOA e UNACOA, che immettono sul mercato prodotti ortofrutticoli per un valore di 5 miliardi di euro: un contributo determinante al sistema economico nazionale. Verso l’AOP • di Leonardo Spaccavento Negli ultimi mesi il Consiglio di Amministrazione della nostra OP ha vivamente considerato la possibilità di attivare uno tra i principali strumenti previsti dall’attuale OCM “Ortofrutta”, l’Associazione di Organizzazioni di Produttori (AOP), strumento che, posizionandosi ad un livello superiore rispetto alla singola OP, ha il compito di attivare una serie d’iniziative comuni a tutte le OP associate. È utile ricordare che l’OCM “Ortofrutta” attraverso le disposizioni di cui al Reg. CE n. 1234/07 ed il successivo Regolamento applicativo n. 1580/07, nonché la normativa nazionale, in primis quella riferita alla Strategia Nazionale per il periodo 2009/2013 - prevede, mediante l’attivazione del Programma Operativo, il perseguimento di una serie di obiettivi finalizzati a migliorare il livello di efficienza delle OP. La costituzione di una AOP, quindi, non può e non deve rappresentare una “sovrastruttura” delle OP associate; essa dovrà rappresentare viceversa un’opportunità, nonché uno strumento snello e flessibile, in grado di massimizzare l’attività delle stesse OP partecipanti, mediante l’attivazione di “economie di scala” che riguardano sia le risorse umane che tecniche. L’AOP si caratterizza come momento di sintesi e di espressione di realtà produttive specifiche, nella fattispecie di quelle realtà che hanno trovato nella OP lo strumento di governo delle produzioni ortofrutticole regionali. Non limita i ruoli e le funzioni operative delle singole OP associate, ma rappresenta il soggetto economico in grado di trovare ulteriori soluzioni per il governo del settore. La costituzione di una AOP partecipata dalla nostra OP e da altre OP di nuova costituzione (cooperative attualmente associate alla nostra OP che, a loro volta, rappresentano realtà importanti del settore frutticolo piemontese), rappresenta un momento particolare, finalizzato ad attivare sinergie di diversa natura in grado di valorizzare al meglio la produzione ortofrutticola mediante il perseguimento di una maggiore competitività basata sulle economie di scala. Uno strumento d’impresa e non di rappresentanza, in grado di realizzare una serie di servizi comuni. Le attività che verranno centralizzate dalla AOP riguardano l’attuazione del programma operativo, al fine di conseguire vantaggi di diversa natura, quali acquisizione e gestione delle informazioni che riguardano il catasto ortofrutticolo delle OP associate all’AOP e l’attività di sorveglianza e valutazione del Programma Operativo ai sensi dei nuovi regolamenti. I diversi vantaggi che deriveranno da queste attività riguardano anzitutto, la possibilità, per il primo programma operativo pluriennale presentato da una AOP, che il contributo dell’Unione Europea rappresenti il 60% della spesa ammissibile, fermo restando il massimale di contributo pari al 4,1%; l’AOP deve dimostrare spese per un importo inferiore rispetto alla OP con il medesimo contributo comunitario, ossia pari al 6,83% invece del 8,2% del proprio fatturato. Ciò significa maggior possibilità per le aziende agricole di rendicontare tutto il budget a loro disposizione, considerando le difficoltà finanziarie degli ultimi anni nell’attuare investimenti finanziabili in azienda. Inoltre ci sarà la possibilità di fare aderire all’AOP altri soggetti operanti sul territorio regionale quali ad esempio altre OP già riconosciute (si ricorda che ad oggi, oltre ad Asprofrut, quattro sono le OP ortofrutticole presenti sul territorio regionale). Tale situazione potrà rappresentare l’opportunità di ridurre ulteriormente i costi di gestione dell’AOP per l’attua- zione dei Programmi Operativi e di altre azioni di carattere orizzontale. L’AOP, a differenza delle singole OP, potrebbe inoltre avere un ruolo più incisivo nei tavoli di lavoro in materia di PSR in quanto portatrice delle istanze di più OP. Le OP che parteciperanno alla costituzione dell’AOP, continueranno ad espletare le loro attività di maggiore rilevanza derivanti dalla programmazione della produzione e dalla concentrazione dell’offerta, anche attraverso la commercializzazione dei prodotti ortofrutticoli con propria fatturazione, gestendo in piena autonomia le centrali di lavorazione per il prodotto fresco e trasformato, nonché ovviamente i rapporti con i propri associati. Il progetto è già iniziato l’anno scorso con la fusione per incorporazione della società commerciale Asprocom srl, ed è proseguito in questi ultimi mesi attraverso la manifestazione di interesse a partecipare alla costituzione della AOP delle cooperative, oggi socie Asprofrut, che hanno i requisiti minimi necessari al riconoscimento, e proseguirà (con scadenza settembre di quest’anno) con la presentazione delle domande di riconoscimento alla Regione Piemonte della nuova AOP e delle nuove OP, in modo tale da poter presentare il prossimo programma operativo per l’anno 2011 come AOP. Si ricorda infine agli associati che, con l’approvazione del bilancio 2009 previsto per la fine di aprile, scadrà il mandato dell’attuale Consiglio di Amministrazione. Gli associati saranno chiamati ad eleggere i nuovi organi sociali che rimarranno in carica per il prossimo triennio, con le modalità previste dal regolamento elettorale approvato nell’ultima assemblea del giugno scorso a disposizione presso la sede sociale. Benvenuto al nuovo Socio San Germano S.S. di Manta Il nostro Presidente, Sacchetto, con il ministro Zaia a Berlino 15 Realizzazione grafica e stampa: NUOVA STAMPA • REVELLO