Psicolinguistica: nozioni di
(neuro)psicologia cognitiva
Modelli: domande aperte
•
Quanto sono modulari i meccanismi
rappresentati nei modelli
psicolinguistici?
Modularità del linguaggio
• Big modularity:
– Quanto è indipendente il linguaggio dal resto della
cognizione?
• Little modularity:
– Quanto sono indipendenti tra loro specifici livelli di
elaborazione linguistica (es. Elaborazione informazione
verbale scritta vs. Orale)?
Big modularity o little modularity?
Number
Phonology
Syntax
X
Social
cognition
FaceProcessing
Micheal, 2007
Modularità (Fodor, 1983)
• Un modulo è un sistema cognitivo
specializzato, incapsulato, che si è evoluto per
elaborare uno specifico tipo di informazioni
altamente rilevanti per la sopravvivenza della
specie.
• Input  livelli di elaborazione output
• Che tipo di input? Che tipo di elaborazione?
Modularità (Fodor, 1983)
• I moduli sono
– Incapsulati (è impossibile interferire con il
funzionamento interno di un modulo)
– Inconsapevoli (è difficile se non impossibile
riflettere sulle operazioni compiute da un
modulo)
I moduli sono
– Dominio-specifici (gestiscono un solo tipo di
informazioni. Per es. parola scritta vs.
rumore vs. suono verbale/parola).
– Veloci
– Funzionano come riflessi. Producono un
output “pre-determinato” a partire da un
input “pre-determinato” (stessa natura
input-output).
I moduli sono
– Localizzati (Coinvolgono specifici sistemi
neurali)
– Universali (stesso modulo si sviluppa per
tutti gli individui a prescindere dal contesto)
– Universali patologicamente (Deficit si
manifesta nello stesso modo per tutti gli
individui che presentano una
compromissione specifica e focale di quel
modulo)
Esempio di modello modulare
Modularità e linguaggio
• L’organizzazione dei meccanismi linguistici: In
che misura sono indipendenti l’uno dall’altro?
C’è un grado di cooperazione?
• In che rapporto sono diversi processi “relati al
linguaggio” (per esempio, leggere e parlare)?
• Quali sotto-processi sono coinvolti in
produzione e comprensione?
Interazionismo
• Moduli non sono incapsulati
• Interagiscono e cooperano
• Processi Bottom-up e top-down
Meccanismi psicologici
• Elaborazione seriale e parallela
• Processi bottom-up e top-down
• Elaborazione automatica o controllata
• Concetto di periodo critico (specializzazione
emisferica)
Elaborazione seriale vs. parallela
Un modello seriale
Intenzione di veicolare un messaggio
Pianificazione
struttura frasale
Rievocazione
lessico
Rievocazione
forma fonologica
della parole
Un modello ad elaborazione parallela
Intenzione di veicolare un messaggio
Pianificazione
struttura frasale
Rievocazione
lessico
Rievocazione
forma fonologica
della parole
Processi Bottom-up e top-down
HAT
H
CAT
A
T
word
N
letters
features
stimulus
HAT
Cosa sono questi processi
• Bottom up o data-driven process: input
sensoriali periferici vengono elaborati a livelli
sempre più alti, fino a quello concettuale.
• Top down o conceptually-driven process: le
conoscenze, le aspettative guidano il processo
di riconoscimento di uno stimolo.
Processi top down
• Effetto Phoneme restoration (Warren & Warren, 1970)
•
top
[peel, feel, wheel, heel]
down
*/ee/l
• Cervello “ricostruisce” il fonema corretto anche quando
questo viene rimpiazzato da white noise. L’ascoltatore
riferisce di averlo sentito!
• Perchè?
Lo disambigua il contesto:
• “It was found that the *eel was on the
orange”
• Peel (buccia)
• “It was found that the *eel was on the shoe”
• Heel (tacco)
• Immaginate quante volte capita in un contesto
rumoroso.
Processi Bottom-up
HAT
H
A
CAT
word
T
letters
N
features
HAT
stimulus
Processi automatici e controllati
• Processi controllati: compiti complessi il cui svolgimento
dipende dalla disponibilità di risorse cognitive.
• Processi automatici: non richiedono l’uso delle risorse
cognitive.
• Processo automatico: discriminazione parola/non parola
• Processo controllato: comprensione/ascolto
Cosa sono le risorse cognitive?
• Attenzione sostenuta;
• Memoria
• Memoria a breve termine, memoria di lavoro,
memoria a lungo termine
• Funzioni esecutive
• I processi che richiedono controllo sono anche
definiti processi di natura attentiva.
Differenze tra processi automatici e
controllati
Automatico:
• Veloce
• Parallelo
• Non è soggetto a interferenze
• Non grava sulla memoria di lavoro
• È “insopprimibile”
• Facilita il funzionamento dell’individuo
• Non è direttamente accessibile alla coscienza
Differenze tra processi automatici e
controllati
Controlllato:
• Lento
• Seriale
• Soggetto a interferenza
• Grava sulla memoria di lavoro
• Può essere soppresso (i.e., posso inibirlo)
• È accessibile alla coscienza
Ulteriori domande
• Cognizione
– Le competenze cognitive richieste nella
conoscenza e nell’uso del linguaggio sono
specifiche solo ad esso?
– Esempio:
– Memoria di lavoro?
– Attenzione?
Ulteriori domande
• L’uomo è “programmato”
neurobiologicamente per acquisire il
linguaggio
• Ma....
• I due emisferi non sono completamente
lateralizzati alla nascita.
• Un danno precoce all’emisfero sinistro non
implica necessariamente un deficit linguistico.
Quali possibili ipotesi?
• Ipotesi Maturazionale: i due emisferi sono
equipotenziali alla nascita. La lateralizzazione del
linguaggio inizia ad aver luogo tra i 2-5 anni e si
conclude in adolescenza.
• Ipotesi dell’Invarianza: l’organizzazione innata
dell’emisfero sinistro lo rende immediatamente
disponibile per il linguaggio (eccetto casi come
lesioni precoci del sinistro)
Ulteriori questioni: esiste un periodo
critico?
• Lenneberg (1967):
• Ipotesi del periodo critico
– Certi eventi biologici, associati col linguaggio
possono occorrere solo in un periodo critico
precoce (Specializzazione emisferica);
– Questi eventi devono occorrere necessariamente
in quel periodo afficnhè lo sviluppo del linguaggio
segua uno sviluppo tipico;
– Il linguaggio viene acquisito in modo più efficace
se avviene in quel periodo.
Esempio
• ‘I bambini lupo’:
Genie
• Versione più
flessibile del
concetto di Periodo
Critico:
• “Sensitive period”
• Si riferisce solo ad
aspetti più complessi
della morfosintassi
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