Notiziario N.8
Febbraio 2015
Questa newsletter si propone di fornire informazioni in merito a iniziative e opportunità, ancora in fase
progettuale, avviate in ambito europeo. Essa viene diffusa per via elettronica esclusivamente all’interno del
CNR. Per ogni altra informazione riguardante programmi europei in avvio già previsto o già attivi si rimanda
al sito istituzionale dell’Ufficio Relazioni Europee e Internazionali del CNR, www.attivitaeuropee.cnr.it e ai
link là suggeriti.
Comitato di Redazione: Angelo Volpi, Pierfrancesco Moretti, Anna D'Amato
Approfondimenti tematici a cura di: Pierfrancesco Moretti
Grafica titolo: Antonella Guidi
SALUTI e AUGURI
di Anna D’Amato
Questa newletter, nata su richiesta del Presidente Nicolais, ha da subito rappresentato per
molti nostri Colleghi uno strumento di conoscenza e di analisi del mondo di Bruxelles. L’intento
originale è stato quello di fornire anticipazioni, prima che divenissero notizie consolidate.
La newsletter si è poi dotata anche di altre rubriche di riflessione, sempre tuttavia fondate su
“sensazioni” e “quasi notizie” acquisibili solo operando quotidianamente nell’ambiente bruxellese.
Ciò ha costituito il segno distintivo rispetto ad altre notizie pubblicate su decine di siti più o meno
specializzati.
Fra pochi giorni si chiuderà la mia attività al CNR, ma sono certa che questa pubblicazione
continuerà (grazie anche ai colleghi della nostra sede a Bruxelles), perché risponde ad una reale
esigenza di presentare i cambiamenti nelle strategie comunitarie, in modo da ottenere per il nostro
Ente posizioni sempre più di successo.
A tutti i lettori che ci hanno seguito e a quelli che ci seguiranno va il mio ringraziamento
insieme agli auguri di una lettura attiva, che possa dar luogo a interazioni continue con la redazione
della newsletter e con l’Ufficio Relazioni Europee e Internazionali.
1
Nuove attività
Gli END del CNR a Bruxelles
Uno degli effetti dell’istituzione della Task Force END (presso l’Ufficio Relazioni Europee ed
Internazionali) è stato quello di vedere, nel breve lasso di 15 mesi, passare da zero a cinque il numero
di Ricercatori del CNR distaccati in Commissione (o presso le sue Agenzie) con posizione di Esperto
Nazionale Distaccato. Per mantenere un continuo rapporto sinergico tra l’Ente e i nostri END,
l’Unità di Bruxelles organizza mensilmente un incontro al quale, di volta in volta vengono invitati
anche funzionari (non solo provenienti dalla Commissione) al fine di meglio elaborare le singole
esperienze personali e di trasmetterne (come nello spirito del DPCM 184/2014 e comunque nel
totale rispetto delle norme alla quali gli END sono sottoposti durante il loro servizio presso la
Commissione) il valore al nostro Ente.
Incontri con i Delegati Nazionali di H 2020
L’iniziativa di incontrare i Delegati Nazionali italiani di H 2020 durante le loro periodiche
presenze a Bruxelles era nata all’interno del GIURI- Gruppo d’Iniziativa degli Uffici di Rappresentanza
delle organizzazioni (con interessi nella R&I) italiane a Bruxelles e si era concretizzata in una serie di
incontri, spesso tenutisi presso la Sala riunioni del CNR. Conclusosi l’impegno istituzionale del
Semestre di Presidenza italiano, gli incontri si tengono ora alla Rappresentanza Permanente d’Italia
presso la UE, organizzati dal Settore Ricerca & Innovazione (diretto dal nostro collega lì distaccato,
Luca Moretti). Sebbene sia evidente che il lavoro dei nostri Delegati Nazionali debba essere
prioritariamente svolto in Italia, gli incontri a Bruxelles permettono non solo di avere sensazioni (e
talvolta documenti) di prima mano, ma anche di poter fornire ai Delegati informazioni difficilmente
per loro reperibili all’interno dei Ministeri di riferimento
Quasi-news
Horizon 2020 Work Programmes 2016-17
I Work Programmes di Horizon 2020 per il biennio 2016-17 saranno probabilmente
pubblicati a settembre di questo anno, ma le scadenze di presentazione delle prime domande si
prevede saranno per la primavera 2016. Tale tempistica pare essere suggerita dalla necessità di
ritardare al prossimo anno il flusso di cassa per il prefinanziamento dei progetti, a fronte anche dei
tagli previsti dal piano Junker sul budget complessivo di Horizon 2020.
Le valutazioni “two-stage” in Horizon 2020
Il numero delle risposte ai bandi di Horizon 2020 è di gran lunga superiore a quello dei
progetti finanziati. Per le procedure di sottomissione cosiddette two-stage, la Commissione
probabilmente rafforzerà e renderà più severa la selezione nella prima fase per così evitare un carico
di lavoro a consorzi che poi potrebbero essere esclusi nella seconda fase. La prima fase prevede
infatti l’invio di solo poche pagine legate alla descrizione dell’idea, del suo impatto e di pochi altri
aspetti. Questo suggerisce di porre estrema attenzione nella preparazione di proposte in modo che
siano molto attraenti, anche da un punto di vista linguistico e di chiarezza nell’esposizione. Dalle
prime analisi dei risultati, appare anche evidente che molte delle proposte ammesse alla seconda
fase sono state supportate da apposite agenzie di consulenza.
2
Ancora sulle valutazioni !!
Da molti enti di ricerca (tra i quali il CNR) si sono levate lamentele sulle motivazioni collegate
ai punteggi assegnati alla valutazione dei progetti non ammessi al finanziamento. In molti casi,
infatti, le motivazioni sono espresse in termini talmente vaghi e generici da far sorgere dubbi sulla
accuratezza e trasparenza del processo di valutazione. La Commissione (per ora interpellata solo
attraverso canali informali) ha fatto presente l’impreparazione delle strutture ad assorbire un così
alto numero di proposte che può essere analizzato (rispettando la tempistica annunciata e i costi
previsti per il processo di valutazione) solo a scapito della precisa (e “time consuming”) definizione
dei limiti di ogni proposta non giudicata finanziabile. La Commissione si è anche detta cosciente del
fatto che un ricercatore (o gruppo di ricercatori!), che ha dedicato tempo e risorse per rispondere
ad un bando, necessita di giudizi precisi che lo possano aiutare a preparare, in un possibile
successivo tentativo, una proposta migliore. L’ufficio di Bruxelles del CNR sta promuovendo presso
le organizzazioni dove è attivo (IGLO, Science Europe, GIURI, Rappresentanza Permanente,
Commissione ITRE dell’Europarlamento, ...) un’azione più formale per indurre la Commissione a
migliorare e rendere più accurati, non solo la formulazione delle valutazioni, ma l’intero processo di
analisi delle proposte.
Il Piano Junker e i tagli in Horizon 2020
E’ ben noto che il Piano Junker prevede nei prossimi due anni, un prelievo da Horizon 2020,
pari a circa 3 miliardi di euro, a garanzia dei prestiti della Banca Europea per gli Investimenti verso
progetti a sostegno di crescita ed occupazione. La ripartizione tra le diverse voci del bilancio di
Horizon 2020 sta generando molto fermento e preoccupazione, in quanto la Commissione propone
tagli “non proporzionali” e con passaggi legislativi molto veloci, a fronte del negoziato complesso e
articolato che fu richiesto per l’approvazione del regolamento stesso di Horizon 2020. Molto
contraddittorie sono state le giustificazioni in merito addotte della Commissione, ad esempio sulla
mancanza di tagli alla voce “Access to risk finance”, il forte taglio all’EIT e le percentuali di taglio
differenti per ognuna delle sette sfide sociali.
La valutazione dell’innovazione nei progetti di ricerca
Horizon 2020 si fonda sul ruolo combinato di ricerca e innovazione. L’innovazione è però
difficile da definire e, di conseguenza, la sua reale consistenza nei progetti di ricerca, difficile da
valutare. In termini generali, alcuni aspetti del processo di Innovazione saranno tuttavia
irrinunciabilmente valutati in modo positivo. Tra essi: lo spirito imprenditoriale nel consorzio, il
coinvolgimento di esperti/personale nel mercato (meglio se in settori innovativi), l’exploitation di
prodotto o di processo. Le caratteristiche innovative dovranno permeare tutta la proposta, che
verrà valutata secondo tre principali criteri (manteniamo molte parole in inglese per suggerirne il
loro uso): excellence (ground-breaking objectives, “beyond” e non “progress” nello stato dell’arte,
innovation potential nel cuore del progetto), impact (enhancing innovation capacity, plan for growth
or scaling, and integration of new knowledge, delivering into market) e implementation (risk and
innovation management). L’innovazione non dovrà quindi essere unicamente inserita in uno solo
degli aspetti, e a tal fine risulta indispensabile leggere con attenzione il testo del bando per meglio
comprenderne i dettagli, che potranno poi fare la differenza nella fase di valutazione della proposta.
News
I flussi migratori nei grant ERC
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I grants di ERC hanno come caratteristica fondamentale la portabilità. Da un recente
resoconto della Commissione, risulta che circa il 6% dei 4500 ricercatori vincitori dei grants (a
tutt’oggi finanziati), ha effettuato un cambiamento dell’istituzione ospitante. Con sorpresa, l’Italia
risulta tra i primi due Paesi a ricevere i “pentiti” e, con maggior sorpresa, la motivazione
maggiormente utilizzata per giustificare il cambio di istituzione ospitante è quella della ricerca di
maggiori possibilità di carriera. Stranamente, la Commissione ritiene ammissibile questa
motivazione, quando invece ERC non ha come scopo quello di promuovere le carriere dei ricercatori,
ma quello di promuovere lo sviluppo delle conoscenze. Gli aspetti legati alla carriera dei ricercatori
sono, invece, di pertinenza del programma Marie Skłodowska-Curie.
Approfondimento
La strategia tedesca ed europea per l’innovazione
di Pier Francesco Moretti
Il BMBF tedesco, ovvero il Ministero Federale per l’Educazione e Ricerca, ha pubblicato in
Agosto 2014 la Strategia per l’innovazione in Germania (http://www.hightech-strategie.de/de/Thenew-High-Tech-Strategy-390.php). La strategia si basa sull’idea che l’innovazione sia sorgente di
crescita e occupazione. Tale idea è stata anche al centro di una comunicazione della Commissione
(http://ec.europa.eu/research/innovation-union/pdf/state-of-the-union/2013/research-andinnovation-as-sources-of-renewed-growth-com-2014-339-final.pdf) e conclu-sioni del Consiglio
Competitività
durante
il
2014
(http://www.consilium.europa.eu/uedocs/cms_data/docs/pressdata/en/intm/146065.pdf).
Non esiste in realtà una dimostrazione di causa-effetto tra investimenti in
ricerca/innovazione e crescita economica; possiamo asserire che esiste invece una forte
correlazione tra paesi che investono molto in R&I e la loro competitività (vedi
http://ec.europa.eu/enterprise/policies/innovation/files/ius/ius-2014_en.pdf). Esiste poi un
riconosciuto effetto leva dei posti di lavoro basati su alto contenuto tecnologico/conoscenza, o
almeno ad alta remunerazione, sugli altri settori (American Economic Review, 2010).
La strategia tedesca ha come obiettivo quello di tradurre le idee in prodotti e servizi
competitivi e ad alto valore economico e sociale, attraverso la focalizzazione su alcune priorità e la
promozione anche di nuovi strumenti di finanziamento nazionale.
Per procedere verso il raggiungimento degli obiettivi, sono stati individuati 5 elementi fondamentali
da affrontare. Nel primo degli obiettivi, sono state identificate 6 priorità tematiche: il digitale, la
sostenibilità economica negli aspetti delle risorse energetiche, ambientali e sociali, il luogo di lavoro,
il benessere e la salute, la mobilità intelligente, la sicurezza. Alcune di queste priorità sono
riconducibili direttamente alle sfide sociali di Horizon 2020, come ad esempio energia, trasporti,
salute e sicurezza. Mancano totalmente nella loro identità la sfida sull’approvvigionamento
alimentare e i cambiamenti climatici.
Il secondo degli elementi fondamentali della strategia riguarda il trasferimento/circolazione
della conoscenza e in particolare verso l’aumento della connettività (cooperazione,
multidisciplinarità, partenariati pubblico-privato).
Il terzo è strettamente legato al settore industriale e in particolare al potenziamento delle key
technologies (riferendosi specificatamente alla microelettronica e agli accumulatori di energia) e
delle start-up.
Il quarto si sofferma sulle condizioni che favoriscono la crescita di piccole e medie imprese
innovative e in generale l’imprenditoria legata alla conoscenza e all’innovazione. Queste condizioni
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quindi possono prevedere incentivi fiscali, la normativa, la formazione professionale, l’attrattività
del territorio verso i finanziamenti stranieri, l’accesso alle pubblicazioni, le gare pubbliche d’appalto
su progetti con componenti di rischio e di ricerca.
Il quinto elemento riguarda il coinvolgimento della società nei processi di innovazione sociale e
tecnologica, prevedendo una maggiore partecipazione e dialogo in tutte le fasi del processo,
dall’idea al mercato.
Aspetto trasversale di tutta la strategia è la valutazione degli impatti e del rapporto costibenefici delle azioni intraprese, in un’ottica di responsabilità, efficacia ed efficienza.
Messaggi analoghi vengono anche da un altro documento di particolare interesse. Si tratta del
Position Paper delle organizzazioni di ricerca e università olandesi (“Neth-er and the EU Knowledge
and
Innovation
Agenda
to
2020”,
http://www.nether.eu/sites/default/files/uploads/news/Position%20Paper_1.pdf), in preparazione del primo
semestre 2016 di Presidenza olandese del Consiglio dell’Unione Europea.
Anche qui grande
rilievo viene assegnato ai servizi e prodotti a sostegno della società e del sistema produttivo,
promuovendo un allineamento anche tra istruzione, formazione, ricerca e mercato del lavoro.
Insomma, i Paesi che maggiormente considerano la ricchezza come basata sul valore delle cose e
dei servizi, si allineano con (o forse influenzano?) le politiche europee, in modo da rendere più
efficaci ed efficienti le azioni a livello nazionale.
Fatta eccezione per la disomogeneità di ricchezza in termini di risorse naturali, questo
processo di focalizzazione del ruolo della ricerca a primario supporto del sistema produttivo sta
portando inevitabilmente ad un aumento del divario tra i Paesi europei in termini di
ricchezza/produzione di conoscenza e/o tecnologie, ricchezza/uso di conoscenza e tecnologie.
Ovvero, quei territori che costruiscono una comunione di obiettivi e impegni tra sistema educativo,
ricerca, industria e autorità pubblica riescono a cogliere maggiormente le opportunità di
finanziamento e aumentare l’impatto delle azioni intraprese a livello regionale, nazionale ed
europeo.
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