Nelle ultime settimane tiene banco il funerale di Vittorio Casamonica. Apparentemente non ha a che fare con la nostra sfera di competenza, non dovrebbe entrarci nulla con i diritti dell’infanzia; ma poi l’esperienza insegna che le storture - non solo romane - sono spesso collegate fra loro, quindi il nesso c’è. Ci arriviamo per gradi. I fatti Muore la figura-guida della comunità Casamonica, ceppo Sinti proveniente dall’Abruzzo ed ormai da anni stabilitosi nella capitale. Funerali in pompa magna, come tradizione vuole per il capostipite. Un cocchiere in livrea nera e cappello a cilindro conduce il carro funebre d’epoca, nero con fregi dorati e cristalli, trainato da cavalli neri bardati a lutto. Poi l’orchestra suona la colonna sonora de “il Padrino”, mentre i parenti si contendono l’onore di trasportare il feretro in chiesa, sulla quale campeggiano i manifesti che inneggiano al defunto. … prima della cerimonia un corteo di Mercedes trasporta decine di corone, c’è anche il lancio di fiori sulla folla infine un elicottero sorvola il funerale spargendo petali rossi Poi il funerale sfarzoso termina, e dove terminano i fatti iniziano le opinioni. È un coro: indignazione, indignazione, indignazione !!! I Casamonica hanno scelto la musica de il Padrino come se volessero dire che sono mafiosi e ne vanno fieri. Il corteo dei Casamonica con la carrozza ha bloccato il traffico 10 minuti, come se volessero dire che possono farsi beffe delle autorità. Lo sfarzo ostentato dai Casamonica è un insulto, come se volessero dire che sono potenti ed hanno le mani sulla città. L’intera cerimonia dei Casamonica è un oltraggio, come se volessero sfidare lo Stato di Diritto. Proliferano i come se, cioè l’interpretazione soggettiva partorita dai benpensanti dell’ultima ora. Deve nascere lo scandalo: i tg aprono per giorni con la notizia del funerale, foto e filmati fanno il giro del mondo quindi anche la stampa estera si accoda. Roma sarebbe disgustata (o inferocita, a seconda della fonte) dal funerale hollywoodiano, ma i media europei ed extraeuropei non prendono posizione, non si indignano e si limitano a riferire l’indignazione in casa nostra. Quindi l’allarme scandaloso è tutto italiano, all’estero fa sorridere e nulla più. Ci sfottono e forse ci compatiscono, com’è capitato in altre occasioni. Da noi invece la prendiamo sul serio, o fingiamo di farlo. Esprime sdegno il Comune e pure il Vaticano, la Procura apre un’inchiesta per accertare eventuali responsabilità … anche se Gabrielli tiene a precisare che non taglierà delle teste. Invece la politica le teste le vuole tagliare: Alfano dimettiti, Marino dimettiti. Anzi, prima vergognatevi e poi dimettetevi. Perché tutto ‘sto polverone? Non c’è nulla di strano in quello che è successo, le cerimonie gitane (tutte, non solo i funerali) sono sempre una dimostrazione di opulenza pacchiana. I ZZINGARI, come li chiamano nelle borgate, non vengono citati come esempio da seguire in quanto a savoir faire, morigeratezza, eleganza. La classe non è acqua, e non è nemmeno Casamonica. Insomma si tratta di tamarri da campionato mondiale, questo è sotto gli occhi di tutti, ma essere tamarri non è reato. Ecco ciò che manca, il reato. L’unico ad averne commessi è il pilota dell’elicottero, che non poteva sorvolare la città a bassa quota. Infatti, ben gli sta, gli hanno stracciato la licenza. Per il resto si tratta di cafonaggine a pioggia. Ok, i Casamonica hanno noleggiato la carrozza funebre barocca, ma dov’è il reato? Il fatto che sia a nolo vuol dire che è stata utilizzata in altre occasioni, in altri luoghi e da altre famiglie, senza che la Procura aprisse ogni volta un’inchiesta. Ok, hanno suonato the Godfather, ma dov’è il reato? È un brano musicale famosissimo, tra l’altro opera del maestro Nino Rota. La Paramount Records ha pubblicato il disco negli anni ‘70, ma non ricordo che sia mai stata inquisita per apologia di reati mafiosi; poi 40 anni dopo la suonano i Casamonica e si apre un’inchiesta. Ok, hanno affisso le gigantografie del defunto, ma dov’è il reato? Vogliono celebrare Don Vittorio alla loro maniera, lo chiamano Re, ma questo non certifica che abbia regnato su Roma ne’ tantomeno che ora si appresti a spodestare l’Altissimo, regnando pure a casa sua. La frase conquisterai il Paradiso infatti non può essere interpretata, nemmeno dai più fantasiosi complottisti, come prenderai il potere nell’aldilà. Sarebbe un lettura faziosa, infatti chi si è realmente spartito Roma emerge dalle inchieste in corso sulle collusioni criminali nell’amministrazione cittadina. Colletti bianchi di diversi partiti, non sedicenti “Re” semianalfabeti. Quindi per il funerale dei cafoni l’indignazione ci sta pure, ma le inchieste della Procura no. Qualche altra riflessione Non è un mistero come questa famiglia si sia arricchita, la cronaca giudiziaria è piena di inchieste, sequestri ed arresti per i traffici illeciti dei Casamonica. Quando vengono scoperti si ritrovano le manette ai polsi come chiunque altro. Quindi ben venga l’azione della Procura prima che gli eventuali responsabili vadano al Creatore, è un po’ ridicolo farlo dopo. Don Vittorio è morto nel letto di casa da uomo libero, non a Regina Coeli da detenuto. La piazza era piena di pregiudicati, alcuni anche agli arresti domiciliari ma non evasi, erano al funerale col permesso del giudice di sorveglianza, nero su bianco. Tuttavia, a prescindere dall’origine non sempre lecita delle ricchezze, è un dato incontestabile che l’ostentazione dell’opulenza sia una caratteristica tipica dei cafoni arricchiti. Il funerale è un’eccezione, i Casamonica ostentano soprattutto tra le mura di casa. Le foto di Polizia e CC in occasione delle perquisizioni raccontano di colonne con capitelli in sala da pranzo e camera da letto; bagni con sanitari dorati o - per i più discreti - in marmo di Carrara; ovviamente placcati in oro i rubinetti, la doccia e pure il contenitore dei fazzolettini. Marmo anche per i pavimenti, pareti a specchio e vasche idromassaggio rivestite in raso poi tigri e leopardi ringhianti in ceramica, mobili che sfoggiano una profusione di dorature imitazione Luigi XVI e camere da letto che sembrano uscite dal castello di Barbie Principessa. Un capitolo a parte per le automobili sequestrate: sono prevalentemente Ferrari, ma qualche esponente più giovane ed ancora non sufficientemente gonfio di soldi deve accontentarsi, per ora, del SUV Bmw. Da tale trionfo kitsch, emerso solo grazie alle irruzioni di PS e CC, è possibile cogliere un dato: vasche dorate, colonne e leopardi sono gelosamente custoditi tra le mura di casa, non vengono esibiti come se volessero sfidare lo Stato di Diritto. Come se volessero dire che sono fieri di essere delinquenti. Come se volessero dire che possono farsi beffe delle autorità. Come se volessero dire che hanno le mani sulla città. I Casamonica non aprono le ville ai giornalisti, non cercano copertine patinate, non fanno gli sbruffoni - almeno non pubblicamente - con i simboli che secondo loro significano classe. Lo fanno in privato, contenti loro … Il funerale è un discorso a parte, un’eccezione, ma era una sfida alla legalità solo nella mente di chi lo ha voluto, forzatamente, leggere così. Altro spunto di riflessione è nelle differenze tra un funerale ed un matrimonio gitano. La stessa chiesa del funerale, San Giovanni Bosco alle spalle di Cinecittà, ospita matrimoni Sinti e Rom che si trasformano regolarmente nell’ostentazione di abiti chiassosi, scarpe a punta (meglio se bicolore), limousine extralarge con tappezzeria zebrata e poi chili d’oro che agghindano dita, braccia, colli e orecchie di tutti i partecipanti alla cerimonia. Il funerale invece ha evidenziato una differenza macroscopica: lusso sfrenato per onorare il defunto, profilo basso per il resto del clan. Un omaggio alla grandezza di don Vittorio, di fronte al quale tutti gli altri della famiglia scompaiono. Guardiamo le immagini: uomini senza il Rolex d’ordinanza e donne senza orecchini-lampadario; anelli, bracciali e collane rigorosamente rimasti nei cassetti, nessuna pioggia d’oro che invece rappresenta lo status symbol per eccellenza dei ZZINGARI. Anche l’abbigliamento di uomini e donne trasudava frugalità: magliette, jeans e canottiere invece della profusione di sete, pizzi e completi griffati che abbondano nei matrimoni, cresime e battesimi. Impossibile poi non notare la posizione assunta dal Vaticano L’Osservatore Romano si schiera e lo fa in maniera dura parlando di un vero e proprio "scandalo". "Da una parte - si legge nell'articolo del 21 agosto - la preghiera per i defunti, dall’altra lo spettacolo mediatico, l’ostentazione di potere, la strumentalizzazione chiassosa e volgare di un gesto di elementare pietà umana e cristiana come il funerale che, già di per sé, richiederebbe almeno compostezza, riserbo, dignità e, soprattutto, silenzio. Tutto quello che, invece, a Roma è mancato alle esequie del 'patriarca' di una famiglia tristemente famosa per la voracità dei suoi tentacoli nella gestione di affari malavitosi e criminali". A parte il curioso biasimo per lo spettacolo mediatico (fuori luogo, in quanto telecamere e giornalisti non sono certo stati invitati dall’ufficio stampa dei Casamonica, nda), sorprende l’appiattimento della Santa Sede sullo sdegno collettivo. Un boss della banda della Magliana è misteriosamente sepolto al Pantheon, tomba di artisti e di Re nel centro di Roma. In quale altro Paese al mondo potrebbe accadere? Ha scritto nulla l’Osservatore in merito? Si è indignato? Ma soprattutto sorprende la memoria corta che hanno certi giornalisti all’ombra del Cupolone. Nessuno ricorda - o nessuno vuole ricordare? - le processioni religiose, quando le statue di Santi e Madonne sostano con deferenza sotto alle finestre dei boss locali, che appaiono benevolmente salutando parroco e folla dal balcone. La Curia tollera, da decenni, l’omaggio e il “rispetto” nei confronti del malavitoso di turno; succede prevalentemente in Campania, Sicilia e Calabria, dove i criminali più sono incalliti e più sembrano tenere alla benedizione divina. Oppido Mamertina (RC) http://www.repubblica.it/cronaca/2014/07/06/news/calabri a_la_madonna_fa_l_inchino_al_boss-90814677/ quartiere Ballarò, Palermo http://palermo.repubblica.it/cronaca/2014/07/29/news/la_madonn a_si_inchina_al_covo_del_padrino_processione_shock_tra_i_vic oli_di_ballar-92633490/ quartiere Barra, Napoli http://www.ilmattino.it/NAPOLI/CITTA/festa_dei_gigli_a_barra_om aggio_al_boss_che_sfila_in_rolls_e_impone_il_ricordo_dei_morti/ notizie/164460.shtml Una tradizione che va avanti indisturbata dal secolo scorso. Anche per questi episodi ci sono foto e filmati … ha scritto nulla l’Osservatore in merito? Direttore e caporedattori si sono indignati? Hanno gridato allo scandalo? In questi casi non sembra interessare alla redazione dell’Osservatore Romano che i boss omaggiati dai parroci appartengano ad “una famiglia tristemente famosa per la voracità dei suoi tentacoli nella gestione di affari malavitosi e criminali". Insomma, appare sospetto questo accanimento solo verso i Casamonica. Cosa sta succedendo di grave a Roma, per cui si rende necessario spostare altrove l’attenzione della gente? Per intuire qualcosa sulle infiltrazioni malavitose a Roma, serviva il funerale cafone? Decine di assessori e dirigenti coinvolti nell’affaire Buzzi-Carminati non suggeriscono niente? L’impressione è che si voglia costruire un allarme artificiale per distogliere l’opinione pubblica da un allarme reale e fin troppo concreto. Ora il problema di Roma sono I ZZINGARI, tutto il resto è passato in secondo piano. Invece, per chi non si lascia distrarre, continua ad allargarsi l’inchiesta Mafia Capitale. Ecco, proprio con l’inchiesta Mafia Capitale arriviamo alla tutela dei minori. Il sistema di malaffare - il Mondo di Mezzo, come si autodefiniscono Buzzi & Co. - era radicato nel tempo, ha coinvolto più di una consiliatura; quindi non è solo la giunta Alemanno a tremare per il terremoto giudiziario, dall’ordinanza di custodia cautelare emergono nomi anche del centrosinistra romano: il presidente del consiglio comunale, il capo segreteria del sindaco, l’assessore comunale, il consigliere regionale, il segretario del Pd cittadino. Et voilà, corruzione bipartisan. Sotto la lente di ingrandimento la filiera che gestisce i servizi sociali, poiché è quella che controlla le politiche del Comune in merito ad immigrati e richiedenti asilo, settori nei quali - dice Buzzi intercettato - “c’hai idea quanto se guadagna? La droga rende de meno”. Nella lista di nomi c‘è anche Angelo Scozzafava, ex direttore del V dipartimento. Ma il V dipartimento Politiche Sociali è quello da cui dipendono tutte le politiche sociali, non solo i centri di accoglienza per immigrati. Quindi anche i minori. E il Mondo di Mezzo lo sa. Infatti questo è il messaggio inviato ai fedelissimi da Salvatore Buzzi il 31 dicembre 2012 Riusciranno i magistrati inquirenti a farsi spiegare come “ce se magna” pure sui minori? Così, tanto per dire, c’entrano qualcosa le comunità residenziali, gli allontanamenti facili, le rette versate dal Comune a chi gestisce bambine e bambini tolti alle famiglie, la mancata trasparenza sul numero dei minori in casa-famiglia, sui tempi di permanenza, sui costi reali? Sarebbe interessante saperlo. Sarebbe interessante sapere che ruolo ha avuto la direttrice dei servizi sociali del Comune dr.ssa Isabella Cozza, il cui nome compare più volte nelle carte del filone giudiziario, tanto per capirci quella del “c’avemo la Cozza … COZZAAAA ! Ah ah ah, ce l’avemo messa noi, aho!” Scrive il gip nell'ordinanza «la sua nomina risulta comunque riconducibile agli interessi del sodalizio, tanto che Figurelli (il capo segreteria del sindaco, nda) rassicurava che la dirigente nominata era una persona fidata». Quindi sembra che sia stata messa sulla poltrona da direttrice perché debitamente indottrinata, una che non crea problemi, disposta a colludere con gli interessi del clan anche a scapito della qualità del servizio erogato. Però l’interesse del sodalizio non era la tutela dei profughi, ma fare soldi sui profughi. Non era la tutela di anziani e disabili, ma fare soldi su anziani e disabili. Allo stesso modo è difficile credere che il primo pensiero di Buzzi e Carminati fosse la tutela dei minori … magari era, non so, fare soldi sui minori? La priorità di rendere denaro a chi gestisce il baraccone, in che misura ha influito sulla reale efficacia delle misure poste a tutela dell’infanzia? La dr.ssa Cozza a marzo è stata rimossa dal Sindaco, ma sarebbe utile analizzare tutti i provvedimenti relativi ai minori emanati sotto la dirigenza sua e del suo diretto superiore Angelo Scozzafava, visto che entrambi compaiono dell’inchiesta. E bisogna farlo in fretta, acquisendo la priorità nella cronica trafila che impongono i tempi lunghi, a volte lunghissimi, della giustizia; perché un profugo è profugo sempre, ma un minore è tale solo per un periodo di tempo limitato. Poi non sarà più minore, ma ciò non cancella i diritti stracciati quando era un bambino. In sostanza l’inchiesta per la cafonata del funerale a me sembra un diversivo per le masse, nulla più che uno specchietto per le allodole. Ma non mi è mai piaciuto fare l’allodola. FN