IASMA Notizie
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Stampato su carta certificata Ecolabel prodotta dalla cartiera Mondi
EU Ecolabel: AT/11/001
Notiziario tecnico del Centro Trasferimento Tecnologico della
Fondazione Edmund Mach - Istituto Agrario di S. Michele all’Adige
VITICOLTURA
18 novembre 2013
n.
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IASMA Notizie n. 22 - Anno XII - Taxe payée/Tassa riscossa - TN-CPO - Direttore responsabile: Michele Pontalti - San Michele all’Adige, Via E. Mach 1 - Autorizzazione Tribunale di Trento n. 1114 del 19.02.2002 - Stampa: Litotipografia Alcione, Lavis (TN)
POTATURA INVERNALE DELLA VITE
E INVITO ALLA GIORNATA TECNICA
DELLA VITE E DEL VINO
LA POTATURA DELLA VITE
Dopo due annate di produzione inferiore alle aspettative, il 2013 è stato contraddistinto da produzioni
abbondanti e di ottima qualità. I vigneti si presentano
con una lignificazione discreta ed un vigore inferiore
allo scorso anno. Considerate le premesse, si ritiene
opportuno rispettare il carico di gemme consigliato
per ettaro.
CRITERI FONDAMENTALI
Rispetto ad altri fruttiferi, la vite è una pianta che presenta maggiore difficoltà di cicatrizzazione delle ferite,
soprattutto se i tagli sono di grandi dimensioni e interessano legno vecchio con più di 3-4 anni. È opportuno quindi evitare tagli di ritorno importanti per meglio
rispettare la fisiologia della pianta.
Tuttavia non è semplice evitare i grossi tagli di ritorno
per molti anni consecutivi, a tal fine è bene tener conto di alcuni consigli:
1. mantenere in equilibrio vegeto-produttivo il vigneto utilizzando in maniera opportuna la pratica della concimazione azotata in relazione al vigore del
vigneto;
2. evitare di lasciare speroni sul legno molto vecchio
(più di 3-4 anni di età);
3. nel caso si debba “chiudere” una vecchia branca,
utilizzando un capo a frutto generato da uno sperone, si consiglia di eliminare il legno vecchio gradualmente negli anni, aspettando che esso dissecchi completamente.
POTATURA DELLA PERGOLA
Nella pergola è importante disporre i tralci in modo
ottimale nello spazio produttivo per consentire, nel
corso della stagione, arieggiamento adeguato e luminosità ai grappoli.
L’esperienza ormai consolidata indica di lasciare, a seconda dei sesti di impianto e della vigoria, circa 20-30
gemme per vite distribuite su 2-3 tralci. In ambienti di
fondovalle, solitamente più vigorosi, è opportuno tenere tralci piuttosto lunghi, di 10-12 gemme, che partono all’altezza del primo filo della pergola.
Nei vigneti più deboli e su varietà a grappolo pesante
(Merlot, Schiava, Müller Thurgau, ecc.) è opportuno lasciare tralci più corti: 6-8 gemme, preferibilmente inseriti ad altezza diversa. Nel caso della pergola semplice,
si lasceranno 2 tralci distanziati tra loro di circa 40-50
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cm, mentre per la pergola doppia, in base ai sesti di
impianto, da 2 a 3 per vite separati tra loro di 40-60
cm. Tali indicazioni fanno riferimento alle produzioni
permesse dai disciplinari di produzione (foto 1).
la vite in due branche inserite 15-20 cm sotto il filo di
banchina, su di una sono collocati tralcio produttivo e
uno sperone, sull’altra solo uno sperone. I tagli interessano sempre il legno di uno, massimo due, anni; con
il passare degli anni le due branche crescono in linea
con il filare (foto 3).
Per un buon risultato è fondamentale eseguire precocemente la selezione primaverile dei germogli, lasciandone quattro o tre ed eliminando gli eventuali
concorrenti per evitare forti affastellamenti.
Foto 2. Testa salice
Foto 1. Distanziamento capi a frutto sui fili
POTATURA DELLE SPALLIERE
Le spalliere possono essere potate a tralcio rinnovato
(Guyot) oppure a cordone speronato. In Trentino si preferisce il tralcio rinnovato perché conferisce alla vite un
miglior equilibrio vegetativo, con produzioni maggiori
e di miglior qualità rispetto ad un cordone speronato,
nonché una minore sensibilità al freddo invernale.
Le osservazioni fatte in questi ultimi anni ci orientano
a modificare la potatura classica del guyot; in particolare si evidenzia che il tradizionale sistema di potatura
basato sulla formazione della testa di salice, punto ove
si concentrano tutti i tagli di ritorno, dopo un certo numero di anni va incontro all’indebolimento della stessa
e determina l’emissione di tralci deboli, spesso seguita da morte della parte sommitale (testa) (foto 2). Per
evitare questo inconveniente è opportuno dividere
Foto 3. Branche con speroni
In vigneti molto vigorosi e poco produttivi allevati a
guyot, il ricorso al doppio capo a frutto sovrapposto
riesce in molti casi (non sempre) a incrementare la produzione. Tuttavia esso comporta difficoltà di gestione
a verde e spesso riduzione della qualità della produzione per l’affastellamento di grappoli e foglie.
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Nel caso del cordone speronato si consiglia di lasciare 4-6 speroni di 2 gemme (gemma di corona + uno),
uniformemente distribuiti ad una distanza di 10-15 cm
l’uno dall’altro.
Individuati gli speroni iniziali, si consiglia di mantenerli
nel corso degli anni. Poi si poteranno i tralci fuoriusciti
dagli speroni dell’anno precedente, speronandoli.
Nel corso degli anni è possibile che si formino dei canali verticali (foto 4) con allontanamento dello sperone dalla base del cordone. Se tale allontanamento non
è rilevante nella gestione del vigneto, si può tranquillamente tollerare.
Foto 4. Canali verticali
GESTIONE DELLA VIGORIA
In alcuni vigneti situati in ambienti molto fertili di fondovalle con varietà vigorose si osservano eccessi di vigoria, che provocano la formazione di grappoli molto
piccoli, che allegano con difficoltà, con conseguente
scarsità di produzione. Nei casi in cui sia necessario
diminuire il vigore, è opportuno sospendere la concimazione azotata, ridurre al minimo l’irrigazione e praticare l’inerbimento totale.
Il taglio delle radici permette di ridurre la vigoria, ma
su terreni poco fertili e molto sabbiosi può indurre un
freno eccessivo che si riflette in maniera negativa su
quantità e qualità dell’uva. Questa pratica è opportuna esclusivamente in impianti molto vigorosi (4-5 stra-
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ti fogliari) che presentano problemi di produttività o
scarsa qualità dell’uva. Si esegue in primavera normalmente su ambedue i lati. La distanza del taglio dal ceppo determina la riduzione del vigore che si vuole ottenere, e non la profondità di taglio che generalmente
può variare dai 60 ai 30 cm. Prima di estendere questa
pratica all’intero appezzamento, si consiglia di eseguire delle prove su piccole parcelle per meglio capire la
risposta delle viti.
POTATURA DEI NUOVI IMPIANTI
La fase di allevamento delle viti è particolarmente importante e delicata e contribuisce in maniera determinante a creare il giusto equilibrio vegeto-produttivo.
Una potatura troppo lunga può indebolire eccessivamente la pianta con veloce spostamento in avanti della vegetazione e quindi scarse possibilità di rinnovo.
Al contrario, una potatura corta in ambienti fertili può
indurre esplosioni vegetative difficili da riequilibrare.
Alla fine del primo anno, se le viti hanno un buon sviluppo (due metri o più) e hanno la possibilità di essere irrigate, vanno tagliate al calcagno o al primo filo
della pergola, mai oltre. Nel caso della spalliera vanno
tagliate al filo di banchina.
In ambienti poco fertili (collina), soprattutto in assenza di
irrigazione, è opportuno riportare le viti a due gemme.
Al secondo anno, nella pergola si devono scegliere
due o tre tralci (5-8 gemme per tralcio) ben distanziati
tra loro che diverranno negli anni le branche della vite.
Nel guyot è opportuno lasciare 1 o 2 speroni allineati
al filare e posti 15-20 cm sotto il filo di banchina, oltre
ad un tralcio produttivo.
PERIODO IDEALE DI POTATURA
Nelle zone poco soggette a danni da gelo invernale la
potatura può essere eseguita a partire da caduta foglie, per contro nelle zone fredde e negli impianti giovani con frequenti danni da gelo, è sicuramente raccomandabile ritardare questa pratica il più possibile
(fine febbraio - inizio marzo) compatibilmente con le
esigenze aziendali.
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Il Centro Trasferimento Tecnologico invita tutti gli interessati alla
6a GIORNATA TECNICA
DELLA VITE E DEL VINO
Giovedì 5 dicembre 2013
Aula magna
Fondazione E. Mach
Via Mach 1, San Michele all’Adige (TN)
PROGRAMMA
Registrazione dei partecipanti
Apertura lavori
Report climatico e fitosanitario 2013
Maurizio Bottura
9.30
Prime esperienze nella gestione della cocciniglia farinosa della vite (Planococcus ficus)
Marco Delaiti
9.55
Risultati pratici di sette anni di prove di concimazione in viticoltura
Francesco Ribolli
10.20
Pausa caffè
10.35
Nuove prospettive di difesa dal mal dell’esca della vite: il Trichoderma
Daniele Prodorutti
10.50
Una nuova malattia della vite in Trentino: il ruolo del GPGV e le attività in corso
Valeria Gualandri
11.05
Problematiche fitosanitarie emergenti: l’eulia
Serena Chiesa
11.20
La vendemmia 2013: valutazioni e prospettive
Mario Malacarne, Luciano Groff
11.45
Il programma vite: uno strumento di pianificazione congiunta con le imprese
Claudio Ioriatti
12.00
Dibattito
12.30
Chiusura
Moderatore: Michele Pontalti
8.45
9.00
9.05
Puoi seguire l’evento anche in diretta streaming all’indirizzo
//live.fmach.it
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