IASMA Notizie
Notiziario tecnico del Centro per l’Assistenza Tecnica della
Fondazione Edmund Mach - Istituto Agrario di S. Michele all’Adige
VITICOLTURA
5 dicembre 2008
n.
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IASMA Notizie - n. 50 - Anno VII - Taxe payée/Tassa riscossa - TN-CPO - Dir. editoriale: Giovanni Gius - Dir. responsabile: Michele Pontalti - San Michele all’Adige, Via E. Mach 1 - Aut. Tribunale TN n. 1114 del 19.02.2002
POTATURA INVERNALE DELLA VITE
CONSIDERAZIONI SULL’ANNATA
VITICOLA
L’andamento climatico del 2008 a differenza degli ultimi anni è stato caratterizzato da una piovosità particolarmente elevata. In quest’ultimo anno da gennaio a
fine novembre abbiamo avuto un apporto medio di circa 1250 mm, ben superiore alla media degli ultimi anni
di circa 800 mm. Le temperature non si sono discostate
dalla media degli ultimi anni con conseguente germogliamento e successive fasi fenologiche in linea con la
media del periodo. Le frequenti piogge e prolungate
bagnature riscontrate da aprile a luglio compresi, hanno favorito lo sviluppo della peronospora in maniera
particolarmente virulenta, e solo una difesa accorta ha
consentito di evitare gravi danni a carico dei grappoli
limitandone la diffusione sulla vegetazione. Durante il
mese di luglio anche la botrite si è presentata in maniera virulenta rallentata fortunatamente da un agosto
meno piovoso degli ultimi anni.
In molte zone si sono verificate anche gravi gradinate.
La vendemmia è iniziata ai primi di settembre con le
uve destinate a base spumante che si presentavano
con acidità e zucchero equilibrati. Le piogge e le prolungate bagnature della prima metà di settembre hanno comportato problemi solo su alcune partite di Chardonnay e Muller Thurgau delle zone di media bassa
collina, per contro Pinot grigio e nero si presentavano
molto sani. La qualità delle uve e dei vini bianchi è stata
complessivamente buona, in particolare per le varietà
aromatiche.
La seconda metà del mese di settembre purtroppo si è presentata con un clima freddo che ha rallentato e in definitiva
compromesso la maturazione delle uve rosse.
La produzione provinciale della vendemmia 2008 è di
1.187.074 q.li, quantitativamente simile allo scorso anno. Le
varietà bianche rappresentano il 67,6% le rosse il 32,4%.
ASPETTI GENERALI RELATIVI
ALLA POTATURA
I vigneti si presentano quest’anno con molto legno di
potatura, in media dal 30% al 50% in più rispetto allo
scorso anno e con una maturazione del legno, soprattutto sulla pergola, non sempre ideale; pertanto si dovrà porre una certa attenzione nella scelta dei tralci.
È possibile verificare se la potatura della scorso anno
sia stata adeguata verificando la percentuale di germogliamento che deve essere vicina al 100% nei tralci
di medio vigore. Ancora una volta si conferma un concetto basilare: il raggiungimento degli obiettivi qualiquantitativi e dell’equilibrio vegetativo è frutto di un
continuo lavoro, da parte del viticoltore, di valutazione
e di correzione del comportamento della vite. Esso inizia con la potatura ma si concretizza successivamente
nella appropriata esecuzione degli interventi a verde.
POTATURA DELLA PERGOLA
La potatura ha un ruolo notevole nel definire il futuro
livello produttivo e l’equilibrio vegetativo della vite. Nel
caso della pergola l’aspetto più importante è quello di
definire la disposizione dei tralci e conseguentemente
dei grappoli nello spazio produttivo, garantendo loro
arieggiamento e luminosità.
I capi a frutto sulla pergola devono mantenere una certa distanza tra loro e favorire la copertura produttiva di
tutto lo spazio dal filo di calcagno fino al terzultimo filo;
gli ultimi due vanno lasciati liberi da tralci in quanto su
di essi si appoggerà solo fogliame. L’ esperienza ormai
consolidata indica di lasciare 60.000-80.000 gemme per
ettaro che corrispondono a circa 15-30 gemme per vite
a seconda dei sesti di impianto. La lunghezza del tralcio
va commisurata al vigore; in ambienti di fondovalle fertili è opportuno tenere tralci piuttosto lunghi di 10-12
gemme; per contro in ambienti meno fertili di collina,
su varietà quali Merlot e Muller Thurgau è opportuno
lasciare tralci con 7-10 gemme. Per la pergola semplice,
si lasceranno 2 tralci di 7-12 gemme, distanziati tra loro
circa 40-50 cm. Per la pergola doppia, in base ai sesti
di impianto da 2 a 4 tralci per vite separati tra loro di
40-60cm. Con la legatura è importante far sì che i tralci
rimangano nella posizione assegnata. L’inconveniente
del loro spostamento, dopo la legatura, è maggiore
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laddove tale operazione viene effettuata meccanicamente, in tal caso è utile ricorrere, per il legame di punta, all’uso di vimini o plastica.
POTATURA DELLE SPALLIERE
Le spalliere possono essere potate a tralcio rinnovato
(Guyot) oppure a cordone speronato.
In Trentino si preferisce il tralcio rinnovato per il minor
vigore che questa potatura conferisce alle viti, per i
grappoli meno compatti e di peso leggermente superiore, per una minore sensibilità al freddo invernale e
perché si adatta a tutte la varietà.
Negli impianti a tralcio rinnovato (Guyot) la potatura
si esegue lasciando un unico tralcio la cui lunghezza è
determinata dalla distanza delle viti sul filare.
Questa forma di allevamento richiede la formazione
della “testa” (foto), un ingrossamento posto 15-20 cm
sotto il filo di banchina, su cui si trovano due tralci; uno
verrà speronato a una gemma differenziata, l’altro dovrà essere piegato con una curva più o meno stretta in
maniera da stimolare il rinnovo alla sua base.
L’ obbiettivo è di ottenere un continuo rinnovo in questa zona senza dover eseguire grossi tagli di ritorno sul
legno vecchio.
Per un buon risultato è fondamentale eseguire precocemente la scacchiatura lasciando solo due o tre germogli sulla testa della vite ed eliminando gli eventuali
concorrenti.
che invecchiano il cordone. Un’ interessante alternativa è quella di mantenere gli speroni nello stesso punto
del cordone; con la potatura si sperona un tralcio che
risulta essere il prolungamento dello sperone dell’anno
precedente. In questa maniera si eseguono solo tagli
sul legno di uno o due anni, naturalmente ciò provoca un lento allontanamento dello sperone dal cordone
stesso, ma senza creare particolari problemi. Il cordone
speronato comporta un minore dispendio di tempo
per la potatura che può essere meccanizzata, non vi è
legatura, ma per contro richiede un maggior impegno
per la scacchiatura.
GESTIONE VIGORIA
In alcuni ambienti di fondovalle fertili soprattutto per
varietà vigorose e/o con grappoli piccoli, si segnala un
eccesso di vegetazione e, nel caso delle spalliere, anche
scarsa produzione.
Nel caso si debba ridurre il vigore è opportuno sospendere la concimazione, ridurre al minimo l’irrigazione,
eliminare il diserbo sulla fila, eseguire poche pacciamature dell’erba e ritardare la spollonatura al periodo fiorale. Sulle spalliere è opportuno inoltre potare a guyot
bilaterale con tralci parzialmente sovrapposti, ritardare
la selezione dei germogli e la sfogliatura a dopo la fioritura, anticipando per contro la cimatura appena i tralci
hanno superato gli ultimi due fili ( fine fioritura).
Altro sistema per ridurre la vigoria consiste nel lasciare
un tralcio supplementare che non sarà legato e verrà
eliminato appena prima della fioritura.
POTATURA DEI NUOVI IMPIANTI
Nel caso del cordone speronato permanente si consiglia di lasciare 4-6 speroni di 2 gemme (gemma di corona + 1), uniformemente distribuiti ad una distanza di
15-20 cm l’uno dall’altro.
La conduzione del cordone speronato può essere impostata mantenendo gli speroni vicini al cordone con
un taglio “sporco” cioè lasciando la gemma di corona
di alcuni tralci, che fuoriescono direttamente dal legno
vecchio avendo così la possibilità di riportare gli speroni vicino al cordone nella prossima potatura. Questo
tipo di potatura comporta l’esecuzione di molti tagli
La fase di allevamento delle viti è particolarmente
importante e delicata e spesso contribuisce in maniera determinante a creare il giusto equilibrio vegetoproduttivo. Una potatura troppo lunga può indebolire eccessivamente la pianta con veloce spostamento
della vegetazione in avanti e quindi scarse possibilità
di rinnovo. Al contrario una potatura corta in ambienti
di fondovalle fertili può indurre esplosioni vegetative
difficili da riequilibrare.
Alla fine del primo anno se le viti hanno un buon sviluppo (due metri o più) e hanno la possibilità di essere
irrigate, vanno tagliate al calcagno o al primo filo della
pergola. Nel caso della spalliera vanno tagliate a 10 -20
cm sotto il filo di banchina e comunque mai oltre 20-30
cm dopo la curva. Nelle zone di collina soprattutto in
assenza di irrigazione e nei casi di scarso vigore è opportuno riportare le viti a due gemme.
PERIODO IDEALE DI POTATURA
Nelle zone poco soggette a danni da gelo invernale la
potatura può essere eseguita a partire da caduta foglie,
per contro nelle zone fredde con frequenti danni da
gelo, è sicuramente raccomandabile ritardare questa
pratica il più tardi possibile (fine febbraio-inizio marzo)
compatibilmente alle esigenze aziendali.
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