Empowernet
=
occasione per migliorare l’efficacia dell’azione delle
Associazioni a livello regionale e territoriale
occasione per precisare proposte, individuare e
sperimentare strumenti e metodi, identificare
priorità, strategie e piani di iniziativa
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1
Tre nodi problematici
1) il processo di riforma dello Stato
(livelli essenziali, principio di sussidiarietà orizzontale,
federalismo fiscale)
2) l’integrazione sociosanitaria in relazione al
processo di presa in carico (legislazione
sanitaria/sociosanitaria/socioassistenziale,
temi correlati - concorso alla spesa)
3) il progetto individuale
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2
ONU 1993
regole standard
• Norma 1 – accrescimento della consapevolezza
“…coinvolgimento della persona, della sua famiglia e delle
Organizzazioni….”
• Norma 2 – assistenza medica
“…realizzare programmi condotti da gruppi multidisciplinari per la
diagnosi precoce, la diagnosi e il trattamento…..garantendo la
piena partecipazione della persona e delle loro
famiglie…”
• Norma 3 – riabilitazione
“…le persone con disabilità dovrebbero potere partecipare
nell’ideazione e nella organizzazione dei servizi di
riabilitazione che li riguardano…”
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3
Onu 1993
introduzione
Concetto di riabilitazione
…è il processo attraverso il quale si vuole mettere le
persone con disabilità in grado di raggiungere e
mantenere il loro livello funzionale ottimale sia
fisico che sensoriale, che intellettuale, psichiatrico
e sociale, fornendo loro gli strumenti per cambiare
le proprie vite attraverso un maggior grado di
indipendenza…il processo di riabilitazione non
implica delle cure mediche iniziali ….
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4
Costituzione Italiana
principi fondamentali
Art. 3 - pari opportunità/non discriminazione
Art.4 – diritto al lavoro
Parte prima
Titolo I° - rapporti civili
Art.13 – libertà personale
Titolo II° - rapporti etico-sociali
Art.32 – tutela della salute
Art. 34 – diritto all’istruzione
Titolo III° - rapporti economici
Art. 35 – tutela del lavoro
Art.38 – diritto all’assistenza
Titolo IV° - rapporti politici
Art.51 – accesso alle cariche pubbliche
Parte seconda
Titolo I° - il Parlamento
Titolo II° - il Presidente della Repubblica
Titolo III° - il Governo
Titolo IV° - la Magistratura
Titolo V° - le Regioni, le Province, i Comuni
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5
il processo di riforma dello Stato
(livelli essenziali, principio di sussidiarietà orizzontale,
federalismo fiscale)
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6
art. 3
art. 3
• “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono
uguali davanti alla legge, senza discriminazione di
sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni
politiche, di condizioni personali e sociali. E’ compito
della Repubblica rimuovere gli ostacoli di
ordine economico e sociale che, limitando di fatto
la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il
pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva
partecipaizone di tutti i lavoratori all’organizzazione
politica, economica e sociale del Paese” –
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7
Principio di non-discriminazione/Italia
• Recepimento Direttiva UE 78/2000 (D.Lgs.
09.07.2003 n.216)
• Assenza di una norma generale sul
principio di non-discriminazione
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8
L.3/2001 modifiche al titolo V° parte seconda
Art. 114
La Repubblica si riparte in Regioni,
Province e Comuni
Art. 114
La Repubblica è costituita
dai Comuni, dalle Provincie,
dalle Città Metropolitane, dalle
Regioni e dallo Stato.
I Comuni, le Provincie, le
Città Metropolitane e le
Regioni sono enti autonomi
con propri statuti, poteri e
funzioni secondo i principi
fissati dalla Costituzione.
Si rovescia la piramide
Istituzionale della Repubblica …
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9
L.3/2001 modifiche al titolo V° parte seconda
…si ridefiniscono i compiti dello
Stato, delle Regioni……
Art. 117
La Regione emana per le seguenti
materie norme legislative nei limiti
dei principi fondamentali stabiliti dalle
Leggi dello Stato semprechè le norme
stesse non siano in contrasto con
l’interesse nazionale e con quello di
altre Regioni:
…..Beneficienza pubblica ed
assistenza sanitaria ed ospedaliera
Art. 117
….lo Stato ha legislazione eslcusiva nelle
seguenti materie
….
m) Determinazione dei livelli
essenziali concernenti i diritti civili
e sociali che devono essere
garantiti su tutto il territorio
Nazionale …..
…sono materie di legislazione
concorrente quelle relative a ….tutela
della salute,….previdenza
complementare e integrativa,….
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10
L.3/2001 modifiche al titolo V° parte seconda
…dei Comuni ……
Art.118
Art.118
Spettano alle Regioni le funzioni
amministrative. Per le materie
elencate nel precedente , salvo
quelle di interesse esclusivamente
locale, che possono essere attribuite
dalle leggi della Repubblica alle
Province, ai Comuni o ad altri Enti
Locali.
Le funzioni amministrative sono attribuite
ai Comuni salvo che, per assicurarne
l’esercizio unitario, siano conferite a Province,
Città Metropolitane Regioni e Stato, sulla base
dei principi di sussidiarietà differenziazione ed
adeguatezza.
….
Stato, Regioni, Città Metropolitane, Province e
Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa
dei cittadini, singoli e associati, per lo
svolgimento di attività di interesse generale,
sulla base del principio di sussidiarietà.
…e delle formazioni sociali
(principio di sussidiarietà orizzontale)
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11
principio di sussidiarietà orizzontale
(o principio di sussidiarietà circolare)
Linee guida per l’attuazione dell’art.118 – Principi Generali
Promozione della cittadinanza attiva
• l’amministrazione deve costruire le proprie politiche insieme ai cittadini, capire cosa
vogliono, cosa chiedono e cosa si aspettano….
Strategia
• ciò che importa non è quante pratiche “sussidiarie” un’amministrazione persegue, ma
quanto contano complessivamente nella sua attività
Coerenza
• se la sussidiarietà circolare fa realmente parte del proprio programma politico e della
propria strategia amministrativa ed è impegnativa, l’amministrazione deve comportarsi in
maniera coerente con questo approccio in tutti i campi della propria attività
Trasparenza
• l’amministrazione deve comunicare qual è la sua politica sulla sussidiarietà circolare e quali
sono i criteri per selezionare le organizzazioni civiche che intende “favorire”
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• l’amministrazione dovrebbe adottare un approccio “catalitico” agendo come “facilitatore”,
rafforzando la comunità e aumentandone il livello di consapevolezza
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12
D.Lgs.267/2000
cosa devono fare i Comuni per garantire i diritti di
partecipazione
Art. 8
libere forme associative
Organismi di partecipazione
Forme di consultazione,
Principio della
partecipazione
petizioni, proposte
Art. 10
Tutti gli atti sono pubblici
È assicurato l’accesso alle
strutture e ai servizi alle org.di
Principio della
trasparenza
volontariato e alle associazioni
Principi della efficienza
ed efficacia
Art. 12
Assicurare la circolazione delle
conoscenze e delle informazioni tra
le amministrazioni
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13
D.Lgs.267/2000
cosa possono fare i Comuni per garantire i diritti di
accesso
Art. 11
Principio della tutela
Istituzione del
Difensore Civico
Lo statuto comunale e quello provinciale possono prevedere l'istituzione
del difensore civico, con compiti di garanzia dell'imparzialità e del
buon andamento della pubblica amministrazione comunale o
provinciale, segnalando, anche di propria iniziativa, gli abusi, le
disfunzioni, le carenze ed i ritardi dell'amministrazione nei
confronti dei cittadini.
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14
Principi sull'erogazione dei servizi pubblici
(Direttiva PCM 27 gennaio 1994)
Servizio Pubblico = anche quelli svolti in regime di
concessione o mediante convenzione …volti a garantire il
godimento dei diritti della persona costituzionalmente
tutelati alla salute, all’assistenza e previdenza sociale,
all’istruzione
Principi Fondamentali = eguaglianza, imparzialità, continuità,
diritto di scelta
Strumenti = standard, semplificazione delle procedure,
informazione e rapporti con gli utenti
(rispetto/cortesia/agevolazione), dovere di valutare la qualità
dei servizi (ricercando anche la valutazione da parte degli
utenti)
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15
I diritti di partecipazione nel sistema dei servizi sociali
L.328/2000
art. 1 comma 6: …promuove la partecipazione attiva dei
cittadini…
Art.6 comma 1: …..i Comuni adottano su piano territoriale gli
assetti più funzionali alla gestione, alla spesa e al rapporto con
i cittadini…...
art. 6 comma 3 lett.a):…I Comuni provvedono a promuovere
risorse della comunità locale tramite forme innovative di
collaborazione …per favorire la reciprocità dei cittadini …
Art. 6 comma 3 lett.e): …garantire ai cittadini i diritti di
partecipazione al controllo di qualità dei servizi, secondo le
modalità previste dagli statuti comunali.
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I diritti di partecipazione nel sistema sanitario
D.Lgs.502/1992
D.Lgs.502/92 - Titolo IV partecipazione e tutela dei
diritti dei cittadini
art. 14 - diritti dei cittadini
• sistema di indicatori della
qualità del servizio
• sistema informativo e di
orientamento dei cittadini
• partecipazione dei cittadini
• ruolo del volontariato e del
privato sociale
• azioni a difesa del cittadino
Partecipazione dei cittadini
“...le
Regioni
promuovono
consultazioni con i cittadini e le loro
organizzazioni anche sindacali ed
in particolare con gli organismi di
volontariato e di tutela dei diritti al
fine di fornire e raccogliere
informazioni sull’organizzazione dei
servizi…” (art.14 co.2)
ulteriore
coinvolgimento
(obbligatorio)
• nell’impostazione
della
programmazione
• alla verifica dei risultati
• ogni volta che si discutono
provvedimenti
relativi
alla
programmazione e verifica dei
risultati
empowernet - giugno 2004
17
L.131/2003 attuazione della L.3/2001
Art.1
comma 2: nelle materie appartenenti alla legislazione concorrente, le
Regioni esercitano la potestà legislativa nell’ambito dei principi
fondamentali espressamente determinati dallo Stato ………
comma 4: …per orientare l’iniziativa legislativa dello Stato e delle Regioni
fino all’entrata in vigore delle leggi con le quali il Parlamento definirà i
nuovi principi fondamentali, il Governo è delegato ad adottare, entro un
anno dalla data di entrata in vigore della presente legge…..uno o più
decreti legislativi meramente ricognitivi dei principi fondamentali
comma 6: nella predisposizione dei decreti legislativi…il Governo si
attiene ai seguenti criteri direttivi:
…
b) considerazione prioritaria…delle disposizioni statali rilevanti per
garantire l’unità giuridica ed economica, la tutela dei livelli essenziali
delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali………….
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18
D.Lgs.56/2000 federalismo fiscale
• entro il 2014: autonomia regionale del finanziamento
della spesa sanitaria.
Si prevede quindi:
• il progressivo abbandono del finanziamento
calcolato sulla spesa storica
• il progressivo aumento della compartecipazione
all’IVA sino alla completa autonomia finanziaria regionale
• l’intervento del Fondo di Perequazione
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19
D.Lgs.56/2000 federalismo fiscale
Alcune informazioni utili in materia di Federalismo Fiscale
ACoFF - Alta Commissione di Studio per la definizione
dei meccanismi strutturali del Federalismo Fiscale
(DPCM 9.04.2003)
SVIMEZ – Associazione per lo sviluppo dell’industria
nel Mezzogiorno (Rapporto all’ACoFF sull’applicazione
del D.Lgs.56/2000 -09.06.2003)
ISAE – Istituto di Studi e Analisi Economica
(ente pubblico non governativo - DPR 374/98 – II°
rapporto annuale sul Federalismo Feb.’04)
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D.Lgs.56/2000 federalismo fiscale
Rapporto SVIMEZ (9.06.2003)
Anno 2013 – disavanzo delle Regioni del SUD pari a 1.766 Mln €
“…la perequazione è sempre compito peculiare del Governo centrale,
che deve assicurare a ciascun livello di governo inferiore un
ammontare di risorse sufficiente a finanziare perlomeno i servizi
pubblici essenziali…..”
“….un altro punto che merita di essere messo in rilievo è che la
legislazione non può non prevedere che i LEA siano garantiti
esclusivamente con risorse pubbliche, pena la loro vanificazione di
fatto….”
2° Rapporto Annuale ISAE (02.2004)
“….la spesa sanitaria risente meno di squilibri territoriali rispetto ad altre voci
del capitolo welfare…”
“…la lezione del mancato decollo del D.Lgs.56/2000 non sembra vada solo
ricercata nella rigidità dei meccanismi di finanziamento e di
perequazione….quello che sembra avere reso difficile l’applicazione è un
problema più strutturale e assai preoccupante …(dato) il contesto di profonde
differenze territoriali sul piano della capacità fiscale per abitante”
empowernet - giugno 2004
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LA SITUAZIONE DAL PUNTO DI VISTA
DELLE REGIONI
• prorogare per l’anno 2004 il Fondo di Garanzia previsto
dal D.Lgs.56/2000
• prorogare per l’anno 2004 il regime di trasferimenti per
il trasferimento delle funzioni attribuite alle Regioni
• prorogare per l’anno 2004 della definitiva compartecipazione
all’IVA
• copertura degli oneri di assistenza sanitaria per gli
immigrati regolarizzati
• stipula di un nuovo accordo in materia sanitaria, in
concomitanza con la presentazione del DPEF, per superare
i problemi derivanti dalla sottostima dei fabbisogni finanziari
necessari a garantire i LEA
empowernet - giugno 2004
22
Alcune conclusioni
1) a livello nazionale
mantenere una stretta vigilanza sul processo di
riforma dello Stato, con particolare attenzione ai
provvedimenti attuativi della L.3/2001 e al
federalismo fiscale
2) a livello regionale e territoriale
a partire dagli spazi di democrazia, partecipazione e
coinvolgimento previsti dalla normativa (Costituzione,
L.328/2000, D.Lgs.267/2000, norme in materia di
funzionamento di servizi pubblici) approfondire i temi
della partecipazione e del principio di sussidiarietà in
chiave “niente su di noi senza di noi”
empowernet - giugno 2004
23
l’integrazione sociosanitaria in relazione al
processo di presa in carico
(legislazione sanitaria/sociosanitaria/socioassistenziale,
temi correlati - concorso alla spesa)
empowernet - giugno 2004
24
PROPOSTA DI DEFINIZIONE
Strategia di attenzione che, attraverso l’offerta di
servizi pubblici o privati, in interventi coordinati e
con la continuità necessaria, abbia la finalità di
valorizzare le capacità e abilità delle persone con
disabilità, operando con risorse e competenze
adeguate, per il conseguimento di una pari
opportunità di condizione tra i cittadini, eliminando
le discriminazioni sociali e culturali, le limitazioni e
gli ostacoli nella fruizione di diritti e nell’autonomia
personale.
empowernet - giugno 2004
25
D.Lgs.502/92 (e succ.m.e int.)
Art. 1 comma 3: contestualità definizione dei LEA e delle risorse
Art. 2 comma 2/3 bis: conferenza regionale permanente per la
programmazione sanitaria e sociosanitaria
ruolo degli EE.LL.
• art. 3 comma 13: programmazione regionale conferenza
regionale
•Art. 3 bis comma 7: attività del Direttore Generale dell’ASL
Art. 3 septies - Integrazione sociosanitaria
• prestazioni sanitarie a rilievo sociale
• prestazioni sociali a rilievo sanitario
• prestazioni sociosanitarie a elevata integrazione sanitaria
Art. 9: fondi integrativi del servizio sanitario nazionale
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26
INT.SOCIOSANITARIA: alcuni aspetti istituzionali
Art. 2 comma 2/3 bis: conferenza regionale
permanente per la programmazione sanitaria e
sociosanitaria
• il
Sindaco del Comune - nel caso in cui l’ambito territoriale dell’USL
coincida con quello del Comune
ovvero
• il Presidente della Conferenza dei Sindaci
• ovvero il Sindaco o i presidenti di circoscrizione nei casi in cui l’ambito
territoriale dell’USL sia RISPETTIVAMENTE superiore o inferiore al territorio
del Comune
• rappresentanti delle Associazioni regionali delle autonomie locali
Compiti assegnati alla Conferenza
La Conferenza esprime parere in ordine al Piano Sanitario Regionale (può
formulare osservazioni che devono essere esaminate prima
dell’approvazione), e partecipa alla verifica della realizzazione del Piano
attuativo locale delle Aziende Ospedaliere.
empowernet - giugno 2004
27
INT.SOCIOSANITARIA: alcuni aspetti
istituzionali
Art. 2 sexies lett.h
i Comuni possono individuare livelli di assistenza aggiuntivi
Art. 3 quater - distretto - PAT
localizza i servizi e le attività indicate al 3 quinquies
(assistenza primaria/coordinamento dei MMG/
servizi specialistici ambulatoriali/prestazioni sociosanitarie ad
elevata integrazione/prestazioni sociali a rilievo sanitario se delegate
dai Comuni
è proposto dal Direttore del Distretto previo parere del Comitato dei
Sindaci
Art. 3 quater - distretto - PAT
Il Comitato dei Sindaci concorre alla verifica dei risultati di salute
empowernet - giugno 2004
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INT.SOCIOSANITARIA: alcuni aspetti
istituzionali
L.328/2000 e PSN - PdZ
art.19 c.1
(intesa con la ASL)
• I PdZdevono essere compatibili con i PAT
• i due strumenti devono essere
frutto di una medesima logica progettuale…..
…...
SI IMPONE LA NECESSITA’ DI INIZIARE
A VALUTARE I PdZ
empowernet - giugno 2004
29
Tracce per la valutazione dei PdZ
1) valutare la sostanza e non la formalità (coinvolgere le
formazioni sociali, i cittadini, i diversi protagonisti)
2) accertarsi che il PdZ sia oggetto di valutazione (da parte
della Regione, dei Comuni Associati e dell’ASL)
3) valutare la dinamicità del PdZ (capacità di introdurre
elementi di cambiamento)
4) valutare la velocità con cui il PdZ sta producendo segnali
di cambiamento (attuazione dei progetti, degli interventi e
delle azioni)
5) valutare la capacità tecnica e organizzativa del PdZ di
registrare e conservare la memoria (degli atti, delle
decisioni, delle procedure di valutazione e registrazione dei
risultati)
6) valutare il livello sostanziale del coinvolgimento e della
partecipazione delle formazioni sociali
empowernet - giugno 2004
30
LEP nei PdZ (art. 22 c.4 L.328/2000)
lett.a) Servizio di Segretariato Sociale
“porta unitaria di accesso”
ai servizi sociali e sociosanitari
ELEMENTO FONDAMENTALE PER LEP E LEA
informazione
consulenza
osservare/monitorare l’evoluzione dei bisogni
promuovere la partecipazione e la dimensione preventiva della comunità
empowernet - giugno 2004
31
INT.SOCIOSANITARI: alcuni aspetti istituzionali
DPCM 14.02.2001
Art. 4: principi di programmazione e di organizzazione
delle attività
• La Regione programma con il concerto della Conf.Permanente
• La Regione vigila e coordina circa il rispetto delle proprie indicazioni
da parte di ASL e EE.LL.
• La programmazione avviene secondo i principi di sussidiarietà,
cooperazione, efficacia, efficienza, economicità, omogeneità, copertura
finanziaria e patrimoniale, continuità assistenziale
• La programmazione dei servizi e delle prestazioni ad elevata
integrazione sanitaria rientra nel Programma delle Attività Territoriali –
D.Lgs.502/92 –
• L’erogazione dei servizi e delle prestazioni è di norma organizzata
attraverso la valutazione multidisciplinare del bisogno, la definizione di
un piano di lavoro integrato e personalizzato e la valutazione periodica
dei risultati ottenuti
•La Regione emana indirizzi e protocolli volti ad omogeneizzare a livello
territoriale i criteri della valutazione e l’articolazione del piano di lavoro
giugno 2004
32
personalizzato, e vigila suiempowernet
corretti -comportamenti
Art. 5: criteri di finanziamento
La Regione definisce i criteri per il concorso alle spese da parte
degli utenti in rapporto ai singoli interventi, fatto salvo quanto
disposto dal D.Lgs.124/98 e dal D.Lgs.109/98 e succ.mod.e int.
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33
Art. 3 septies - Integrazione sociosanitaria
• prestazioni sanitarie a rilievo sociale
• prestazioni sociali a rilievo sanitario
• prestazioni sociosanitarie a elevata integrazione sanitaria
•DPCM sull’integrazione sociosanitaria (14.02.01) –
tabella/finanziamento
100% SANITARIO
•Assistenza intensiva
ed estensiva (per le
prestazioni di elevata
natura sociosanitaria)
•Soggetti a responsività
minimale
•Strutture terapeutiche
per minori affetti da
disturbi
comportamentali
o patologie di
interesse
neuropsichiatrico
•Prestazioni
diagnostiche ,
riabilitative e di
consulenza specialistica
SISTEMA MISTO
•Prestazioni di lungoassistenza
in strutture diurne e
residenziali
per disabili gravi (70 –30)
•Strutture residenziali
permanenti
per disabili gravi privi del
sostegno
familiare (40 – 60)
• interventi e servizi di sollievo
alla famiglia
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100% COMUNI
•Assistenza
sociale,
scolastica ed
educativa
•Programmi di
inserimento sociale
e lavorativo
34
L’AUTONOMIA IMPOSITIVA DEGLI ENTI LOCALI
Art. 114 Cost.
I Comuni, le Provincie, le Città Metropolitane e le Regioni sono enti autonomi con propri
statuti, poteri e funzioni secondo i principi fissati dalla Costituzione
Art.119 Cost.
I Comuni, le Province, le Città Metropolitane e le Regioni hanno autonomia finanziaria
di entrata e di spesa…..(e) risorse autonome…..
Stabiliscono e applicano tributi ed entrate propri, in armonia con la Costituzione e
secondo i principi di coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario.
Dispongono di compartecipazioni al gettito di tributi erariali riferibili al territorio.
…..
Le risorse derivanti dalle fonti di cui ai commi precedenti (ndr. compreso il fondo
perequativo) consentono ai Comuni, alle Province, alle Città Metropolitane e alle Regioni di
finanziare integralmente le funzioni pubbliche loro attribuite.
Per promuovere lo sviluppo economico, la coesione sociale e la solidarietà
sociale, per rimuovere gli squilibri economici e sociali, per favore l’effettivo
esercizio dei diritti della persona….lo Stato destina risorse aggiuntive ed
effettua interventi speciali in favore di determinati Comuni, Province, Città
Metropolitane e Regioni.
D. LGS 18 AGOSTO 2000 n.267 Art. 3 – comma 4
“I comuni e le province hanno autonomia statutaria, normativa,
organizzativa e amministrativa, nonché autonomia impositiva e finanziaria
nell'ambito dei propri statuti e regolamenti e delle leggi di coordinamento della
finanza pubblica.
empowernet - giugno 2004
35
L. 27 dicembre 1997 n.449 - Art. 59 commi da 50 a 52
”Al fine di assicurare una maggiore equità del sistema della partecipazione
alla spesa sanitaria e delle relative esenzioni….. Il Governo è delegato ad emanare
…uno o più decreti legislativi di riordino nel rispetto dei seguenti principi e criteri:
• principio dell’universalità dell’accesso al sistema sanitario
• principio della limitatezza della partecipazione alla spesa
• principio di esclusione di talune prestazioni (prevenzione e diagnosi precoce,
medicina generale, forme morbose che danno diritto all’esenzione delle correlate
prestazioni di assistenza sanitaria…in particolare quando trattasi di condizioni
croniche e o invalidanti, patologie rare, …)
• principio della valutazione specifica della condizione sociale della famiglia
(condizioni economiche, composizione del nucleo, età dell’assistito, bisogno di cura
e assistenza) ….prevedendo l’adozione di fattori correttivi volti a favorire l’autonomia
dell’anziano convivente e a rafforzare la tutela dei nuclei che
comprendono al loro interno individui con elevati bisogni di
assistenza
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D.Lgs.13 maggio 2000 n.130
Art. 2 comma 6
“le disposizioni del presente decreto non modificano la disciplina relativa ai soggetti
tenuti alla prestazione degli alimenti ai sensi dell’art. 433 C.C. e non possono
essere interpretate nel senso dell’attribuzione agli enti erogatori della facoltà di cui
all’art.438, primo comma, del C.C. nei confronti dei componenti il nucleo familiare
del richiedente la prestazione sociale agevolata”
PRINCIPIO della IMPOSSIBILITA’ di SOSTITUIRSI alla
VOLONTA’ della PERSONA
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37
ART.3 COMMA 2 TER. PRINCIPIO del REDDITO INDIVIDUALE
Natura della prestazione: prestazione sociale nell’ambito di percorsi assistenziali
integrati di natura sociosanitaria (domiciliari, diurne o residenziali)
Destinatari: handicap grave permanente art.3 comma 3 L.104/92
Finalità: per favorire la permanenza dell’assistito presso il nucleo familiare
di appartenenza
Provvedimenti da emanare per l’attuazione del principio:
•DPCM sull’integrazione sociosanitaria (14.02.01)
•DPCM per stabilire i limiti di applicazione (NON EMANATO)
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Art. 2 DPCM 14.02.2001
Atto ind.coord. integrazione sociosanitaria
(art. 3 septies D.Lgs.502/92)
La redazione del progetto personalizzato deve essere condotta
sulla base di una valutazione multidisciplinare del bisogno,
natura (funzioni psicofisiche; natura delle attività del soggetto e
relative limitazioni; modalità di partecipazione alla vita sociale; fattori
di contesto ambientale e familiare che incidono nella risposta al
bisogno e nel suo superamento)
intensità assistenziale (intensiva, estensiva,lungoassistenza)
complessità (in relazione alla composizione e articolazione - nel
progetto personalizzato - dei fattori produttivi - professionali e di
altra natura)
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LEA -Livelli Essenziali di Assistenza
ASSISTENZA DISTRETTUALE (ambulatoriale e domiciliare)
G) Attività sanitaria e sociosanitaria nell’ambito di programmi
riabilitativi a favore di disabili fisici, psichici e sensoriali:
• normativa di riferimento:
L. 23.12.1978 n. 833 art. 26
D.Lgs. 29.04.1998 n.124 art.3
D.M. 7 Maggio 1998 per le attività di riabilitazione
DPCM 1.12.2001
DPCM 14.02.2001 per le attività sociosanitarie
• modalità organizzative e standard:
centri ambulatoriali di riabilitazione (l’inserimento è subordinato
alla formulazione di un programma terapeutico globale)
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LEA -Livelli Essenziali di Assistenza
ASSISTENZA DISTRETTUALE
(semiresidenziale e residenziale)
G) Assistenza territoriale semiresidenziale e residenziale attività sanitaria e sociosanitaria nell’ambito di programmi
riabilitativi a favore di disabili fisici, psichici e sensoriali normativa
di riferimento:
L. 23.12.1978 n. 833 art. 26
D.Lgs. 29.04.1998 n.124 art.3
D.M. 7 Maggio 1998 per le attività di riabilitazione
DPCM 1.12.2001
DPCM 14.02.2001 per le attività sociosanitarie
• modalità organizzative e standard:
presidi di riabilitazione extra-ospedalieri a ciclo diurno o continuativo
e delle RSA per disabili
D.M. 21.05.2001 (requisiti minimi delle strutture residenziali)
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LEA -Livelli Essenziali di Assistenza
Linee Guida di Riabilitazione - DM 07.05.1998
ALCUNI CONCETTI E DEFINIZIONI
Riabilitazione Sanitaria: interventi valutativi, diagnostici,
terapeutici e le altre procedure finalizzate a portare il soggetto affetto da
menomazione a contenere o minimizzare la sua disabilità……..(tali
attività richiedono obbligatoriamente la presa in carico clinica globale
della persona mediante la predisposizione di un progetto riabilitativo
individuale e la sua realizzazione mediante uno o più programmi
riabilitativi)
Riabilitazione Sociale: le azioni e gli interventi finalizzati a
garantire al disabile la massima partecipazione possibile alla vita sociale
Programma Riabilitativo: è l’elemento attuativo del progetto
riabilitativo
Progetto Riabilitativo: …tiene conto dei bisogni globali della
persona …..e dei fattori ambientali, contestuali e personali …..
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LEA -Livelli Essenziali di Assistenza - Linee Guida di Riabilitazione - DM 07.05.1998
ALCUNI CONCETTI E DEFINIZIONI – le fasi
Fase intensiva: diretta al recupero di disabilità importanti,
modificabili…..gli intereventi di riab.int. sono rivolti al trattamento di
patologie complesse ….menomazioni più gravi e delle disabilità
complesse (120gg)
Fase estensiva o intermedia:
gli interventi di riab.int. sono rivolti
al trattamento di disabilità transitorie e/o minimali…disabilità importanti
con possibili esiti permanenti, spesso multiple, che richiedono una presa
in carico nel lungo termine richiedenti un progettto riabilitativo (240gg)
Fase di mantenimento e/o prevenzione della
progressione della disabilità: si caratterizza con diverse
tipologie di interventi riabilitativi sanitari abitualmente integrati con
l’attività di riab.sociale.
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LEA -Livelli Essenziali di Assistenza - Linee Guida di Riabilitazione - DM 07.05.1998
ALCUNI CONCETTI E DEFINIZIONI – la ripetibilità
Fase estensiva o intermedia:
• non si prevede la limitazione temporale del ciclo
riabilitativo per i pazienti affetti da gravi patologie a
carattere involutivo, con gravi danni cerebrali o
disturbi psichici, i pluriminorati anche sensoriali
• i pazienti stabilizzati nella loro condizione di non
perfetto recupero funzionale per i quali possono
essere previsti cicli riabilitativi anche su base annua
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LEA -Livelli Essenziali di Assistenza - Linee Guida di Riabilitazione - DM 07.05.1998
ALCUNI CONCETTI E DEFINIZIONI
i livelli organizzativi
Centri ambulatoriali di riabilitazione: ….le prestazioni
erogate da tali centri si differenziano dalle attività
ambulatoriali specialistiche …per la presa in carico
multidisciplinare del soggetto disabile tramite il
progetto individuale
Presidi di riabilitazione extra-ospedaliera a ciclo diurno
o continuativo: …..rivolti a soggetti portatori di disabilità
fisiche, psichiche e sensoriali…erogano prestazioni a
ciclo diurno e/o continuativo per il recupero funzionale
e sociale portatori di saibilità fisiche, psichiche,
sensoriali o miste dipendenti da qualunque causa…..
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LEP – art.22 L.328/2000
I problemi aperti
1. La mancata definizione di standard qualitativi e
quantitativi eleva fortemente il rischio che le prestazioni e i
servizi siano di fatto inesigibili
2. La definizione del FNPS in forma indistinta crea una
potenziale situazione di perdita di livelli qualitativi e
quantitativi acquisiti (p.e. L.162/98)
3. Il fattore “gradualità” nel raggiungimento di condizioni
ritenute migliori, deve essere frutto di un processo condiviso
(analisi/azioni/verifiche)
4. La mancata emanazione dei LEP sta creando una
oggettiva carenza di diritto di uguaglianza tra i
cittadini…in particolare: servizio di segretariato sociale
(art.22 comma 4 lett.a) e Sportello Unico di accesso alla rete
sociale e sociosanitaria (PSN)
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La proposta della FISH
1. La matrice dei bisogni
DESTINA
TARIO
PRESTAZIONE
INTERVENTO
STANDARD
QUALITATIVI
STANDARD
QUANTITATI
VI
FINANZIAMEN
TO
CONDIZIONI
PER LA
VALUTAZIONE
DI EFFICACIA
PERSONA
DISABILE
FAMIGLIA
2. Quattro fasi della vita: infanzia,
adolescenza, età adulta, età senile
3. Le condizioni e gli strumenti per
l’attuazione dei LIVELLI (costituzione del
Segretariato Sociale Distrettuale, costituzione di una Equipe
Multidisciplinare Distrettuale per l’accertamento dell’invalidità
e la presa in carico, costituzione di un Ufficio di Ascolto,
Sostegno e Accompagnamento della Famiglia con disabile)
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Alcune conclusioni
1) a livello nazionale
• mantenere una stretta vigilanza sull’attività di
monitoraggio dei LEA
• premere per organizzare i tavoli di confronto e di
negoziazione in materia di LEP, riforma art.24
L.328/2000
2) a livello regionale
• puntare alla costituzione delle Conf.per la
programmazione sanitaria e sociosanitaria
• vigilare sull’attività legislativa delle Regioni in
materia di recepimento dei LEA e agire per negoziare
i livelli aggiuntivi
• vigilare affinchè le Regioni compiano tutti gli atti
previsti dalla normativa sociosanitaria, compresi gli
aspetti legati al concorso alle spese da parte degli
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utenti
Alcune conclusioni
3) a livello territoriale
• definire modelli di valutazione dei PdZ, anche in
relazione alla connessione con i PAT a livello
distrettuale
• definire e presentare proposte in relazione alla Porta
Unitaria di Accesso
• studiare le possibilità relative ai livelli essenziali
aggiuntivi Comunali
• definire modelli tecnici e politici per attuare e
mantenere il monitoraggio sull’attività e il ruolo dei
Comitati dei Sindaci premere sulle Regioni affinchè
compiano tutti gli atti previsti dalla normativa
sociosanitaria
• censire, analizzare e valutare i comportamenti
comunali in materia di concorso alle spese
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La dimensione del progetto individuale è da
considerare
tra gli elementi che compongono i Livelli Essenziali
delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali….
….rientra pertanto tra i compiti che la Repubblica deve
assolvere.
Il progetto individuale è da tempo indicato
nella Legislazione come LA CONDIZIONE
attraverso la quale il processo di risposta ai
bisogni deve essere progettato, condiviso,
condotto e verificato…..
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Individuazione dell’alunno in situazione di
handicap - DPR 24.02.1994 (diagnosi funzionale, profilo
dinamico funzionale, piano educativo individualizzato)
Collocamento mirato - L.12.03.1999 n.68/DPCM 13.01.2000
(diagnosi funzionale, profilo socio-lavorativo, relazione conclusiva)
Progetto Riabilitativo - DM 07.05.1998
Progetto Individuale ai fini dell’erogazione di
prestazioni sociosanitarie - DPCM 14.02.2001
Progetto di assistenza individuale per le persone in
condizione di gravità - L.162/98
Progetto Individuale - Art. 14 L.328/2000
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Ddl per l’istituzione del Fondo per la Non
Autosufficienza
persona non autosufficiente = a seguito di minorazione
singola o plurima, perdita di riduzione dell’autonomia personale,
correlata all’età, in modo da rendere necessario un intervento
assistenziale permanente, continuativo e globale nella sfera
individuale o in quella di relazione (art1 co.2)
i criteri per l’individuazione e l’accertamento della Non
Autosufficienza da parte delle Commissioni Mediche di cui
all’art.4 L.104/92, saranno stabiliti da specifico provvedimento,
sulla base dei criteri previsti dall’ICF
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Art. 14 L.328/2000
(Progetti individuali per le persone disabili).
1. Per realizzare la piena integrazione delle persone disabili di cui
all'articolo 3 della legge 5 febbraio 1992, n. 104, nell'ambito della vita
familiare e sociale, nonché nei percorsi dell'istruzione scolastica o
professionale e del lavoro, i comuni, d'intesa con le aziende unità
sanitarie locali, predispongono, su richiesta dell'interessato, un progetto
individuale, secondo quanto stabilito al comma 2.
2. Nell'ambito delle risorse disponibili in base ai piani di cui agli articoli
18 e 19, il progetto individuale comprende, oltre alla valutazione
diagnostico-funzionale, le prestazioni di cura e di riabilitazione a carico
del Servizio sanitario nazionale, i servizi alla persona a cui provvede il
comune in forma diretta o accreditata, con particolare riferimento al
recupero e all'integrazione sociale, nonché le misure economiche
necessarie per il superamento di condizioni di povertà, emarginazione
ed esclusione sociale. Nel progetto individuale sono definiti le
potenzialità e gli eventuali sostegni per il nucleo familiare.
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Art. 14 L.328/2000
Tre profili di problematicità da porre alla base
delle azioni rivendicative del movimento delle
persone con disabilità
1. Esigibilità del progetto individuale
2. Globalità del progetto individuale
3. Coinvolgimento della persona con disabilità e
della sua famiglia
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Una sola conclusione
usare /osare
l’art.14 L.328/2000
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Relazione di Faini (Roma