ENZO SCIAVOLINO
Scultore, incisore.
Nato a Valledolmo, in Sicilia, nel 1937, a sedici anni è a Torino
dove studia al Liceo Artistico e avvia il suo percorso di scultore
e di incisore sin qui mai interrotto.
Ha lavorato con i materiali più diversi, legno, marmo, bronzo,
terracotta, plexiglas, argento, oro.
Negli anni Sessanta mette a fuoco il proprio mondo poetico, al
cui centro sta l’uomo con la sua conflittuale storia riepilogata
in Uno spazio per vivere. Alla metà degli anni settanta realizza
La Questione, opera capitale che sotto specie di apparecchiatura scenica, mette in campo personaggi e situazioni calati nel
vivo dell’attualità politica e culturale del tempo. Dialogando
con il filosofo Althusser e lo scrittore e pittore Klossowski intorno all’utopia rivoluzionaria, nasce l’idea di un viaggio attraverso l’acqua, il sangue, il legno, il marmo, il corpo, la cenere
dell’illusione degli anni Settanta, tra Che Guevara e Pasolini.
Da qui il ciclo Discorso sui materiali del far scultura per interposto Marat, composita metafora dell’artista e dell’atto creativo rispetto alla Storia.
In questi ultimi anni il suo interesse ha preso direzioni diverse:
la ricerca della memoria, dei propri sogni, non in senso nostalgico, ma proustiano, nel bisogno incontenibile di cogliere la
“leggerezza dell’essere”. Tra il 1999 e il 2004 realizza le sculture di grandi dimensioni in marmo e bronzo Marea, Canneto,
Nel cerchio della mia vita, L’Albero della Pace, collocate in vie,
piazze e parchi di San Giovanni di Ostellato e Le Vallette di
Ostellato (Ferrara), Collegno e Rivoli (Torino).
Dal 1963 fino ad oggi esplora l’arte incisoria producendo oltre 200 lastre. Dal 1970 si dedica anche all’utilizzo di tecniche
orafe, applicandole alla creazione di mini-sculture in oro e
argento.
Ha tenuto oltre 50 mostre personali in Italia e all’estero. Sue
opere figurano in musei e in collezioni pubbliche e private.
Ha partecipato a importanti rassegne come la Quadriennale di
Roma, la Biennale del Bronzetto di Padova, la Biennale di Carrara, la Biennale di Milano, la Biennale della Grafica di Berlino.
Negli anni si è nutrito di grandi amicizie e collaborazioni
con artisti ed intellettuali come Louis Althusser, Tahar Ben
Jelloun, Nevio Boni, Ignazio Buttitta, Renato Guttuso, Pierre
Klossowski, Carlo Levi, Giovanna Marini, Nicola Micieli, Pier
Paolo Pasolini, Younis Tawfik, Alberto Tomiolo, Egi Volterrani.
L’intera sua vicenda di scultore è stata ricostruita nel 2008 in
una grande mostra antologica alla Cavallerizza Reale di Torino
curata da Nicola Micieli e organizzata dalla Regione Piemonte.
Assessorato alla Cultura
enzo
sciavolino
incisore
il segno, la storia, il mito
50 ANNI DI
ACQUEFORTI
170 opere
mostra a cura
di Angelo Mistrangelo
DAL 27 MARZO
AL 7 GIUGNO 2015
Presentano la mostra il Sindaco Franco Dessì, l’Assessore alla Cultura
Laura Ghersi, Bruna Bertolo, Angelo Mistrangelo,
Maurizio Pallante, Younis Tawfik, Alberto Tomiolo.
Nicola Micieli presenta il libro Enzo Sciavolino. Opera incisa
dal 1963 al 2014, Centro Toscano Edizioni, 2015
dal martedì al venerdì ore 16-19
sabato e domenica ore 10-13 e 16-19
Casa del Conte Verde: tel. +39 011 9563020
Comune di Rivoli, Ufficio Cultura: tel. +39 011 9511686 • +39 011 9513572
[email protected][email protected]
www.comune.rivoli.to.it
Con il Patrocinio di
Con il contributo di
inaugurazione venerdì 27 marzo ore 18
Casa del Conte Verde
Via Fratelli Piol, 8 - Rivoli
Il segno, la storia, il mito
ANGELO MISTRANGELO
Al di là della porta un uomo fatto
di solitudine, di amore e di tempo
Jorge Luis Borges
Il segno scandisce il tempo della storia, dei miti,
delle emozioni, che presiedono alla formulazione
e alla definizione del discorso di Enzo Sciavolino
tra scultura e grafica, segno e immagine, tensione
espressiva e intuizione.
Accanto alla determinante funzione culturale e
sociale della sua scultura,
si è sviluppata da sempre
la stagione dell’incisione, tra lastre (oltre duecento) e morsure, in una sorta di
percorso caratterizzato da cinquant’anni di studi e da una
sperimentazione che va oltre all’evidenza della rappresentazione per comunicare i momenti di un’interiorità analizzata, interpretata, rivelata.
L’uomo, la società, l’impegno civile sono gli aspetti di una
ricerca in cui la pulsante energia del linguaggio travalica la
realtà per comunicare la sofferenza, l’amore, l’esistenza e
l’esistere, sino a raggiungere un dettato mai ripetitivo, ma
sempre reso con abilità e intensità e con quella musicalità
che può trovare riscontro nei versi di Cesare Pavese: «C’era
il giovane dio / che viveva per tutti e ignorava la morte. /
Su di lui la tristezza era un’ombra di nube. / Il suo passo
stupiva la terra» (da Mito).
Vi è nei suoi fogli l’essenza di un’intera vita, di personali soluzioni tecnico-espressive, di un continuo e inesausto
cammino attraverso le angosce e le sottili cadenze di un
universo di emozioni che non finisce mai di stupire e stupirci. Un universo di segni, di linee, di interazioni tra l’artista e il proprio tempo, che ha fatto dire a Nicola Micieli,
attento e profondo conoscitore della sua esperienza: «(…)
ha inciso senza soluzione di continuità in ogni fase della
sua vita d’artista [creando] un apporto iconografico e
un ulteriore veicolo d’accesso al mondo poetico e alle
tematiche della scultura».
Nota ancora Micieli: «Se la scultura, dunque, è la trasposizione concreta di un sogno, l’incisione è l’eco di un
sogno, la sua decantata metafora visiva».
Incisione come documento del vissuto, storia, adesione
agli eventi e scontro ideologico, denuncia e notazione
a margine.
Sciavolino non ha mai perso di vista il proprio indiscutibile profilo umano e sociale; con il valore rabdomantico
della linea ha ripercorso i luoghi e i miti della natia Sicilia, dove la memoria appare l’indiscutibile riferimento
per ritrovare volti, gesti, coinvolgimenti, sensazioni, incanti di una terra che, a tratti, si ricollega alla simbolica
e nitida luminosità dei versi di Pablo Neruda: «Farfalla
bruna dolce e definitiva / come il campo di grano e il
sale, il papavero e l’acqua» (da Venti poesie d’amore e
una canzone disperata).
La poetica di Sciavolino si dipana nel tempo e dal tempo
trae linfa vitale e conoscenza e quelle indicazioni che,
dagli anni Sessanta ad oggi, consentono di entrare in
profondità nei temi e nei soggetti del suo fare e del suo
divulgare il mistero e la magia dell’arte.
La condizione umana, l’impegno civile, l’assunto politico,
sono altrettanti capitoli della sua storia che le incisioni
raccontano con la grande sapienza dell’immagine e del
sogno, con il recupero dell’uomo al di fuori del consumismo più accentuato.
Scultura, grafica, fotografia per tradurre l’idea in gesto
artistico, in realtà rivisitata, in mitologiche allusioni,
senza mai perdere di vista il fluire incontaminato del segno e del suo essere segnale di una voluta e conquistata
libertà, di un approdo, fra attese e rivoluzioni semantiche, per una nuova stagione di convergenze progettuali:
«E così la conversazione scivola / tra velleità e rimpianti
trattenuti con cura / attraverso note di violino smorzate»
(Thomas Stearns Eliot).
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sciavolino - Comune di Rivoli