copertina realizzata da www.immagineecultura.it Anno 4 - Numero 1 - Gennaio 2007 Domenico Maria Salviani Periodico dell’Associazione Culturale Albatros Amministrazione 3 Allo “Stallone” parcheggio con shopping di Carla Santolamazza Si torna a parlare del parcheggio allo Stallone: nella presentazione del progetto in un’assemblea pubblica, nel ritiro di un punto all’o.d.g. in Consiglio Comunale, in questo articolo con la descrizione dell’intervento e con un’intervista al Sindaco Giuseppe Salinetti e al Capogruppo di maggioranza Enrico Grazia Nel Consiglio Comunale del 22 dicembre 2006 è stato ritirato per motivi tecnici un punto all’ordine del giorno relativo al Parcheggio dello Stallone. Cerchiamo di capire come sarà modificata l’area situata alle spalle della scuola elementare e destinata un tempo ad accogliere un parco pubblico. Lo facciamo attraverso la descrizione del progetto preliminare di intervento da realizzarsi con la procedura del project financing, proposto dalla Ditta Mario Cipriani e redatto dal Geometra Pierluigi Capobianchi e dall’Architetto Giacomo Franchi. L’area suddetta è indicata nell’attuale Piano Regolatore con destinazione a servizi, stando a quanto viene descritto nello studio di fattibilità. Il P.R.G. ha validità decennale per i vincoli di destinazione pubblica, ed è stato approvato nel 1975. Inoltre il tipo di servizi previsti dal P.R.G. è diverso da quello che viene proposto, sicuramente per la parte commerciale-direzionale: quindi occorrerà una procedura di variante. Brevemente ripercorriamo le principali tappe della realizzazione di questo parcheggio. Nel gennaio 2000 l’Amministrazione di centro-sinistra, con Scardala Alfredo Sindaco, adotta il Piano Urbano Parcheggi e individua tra gli altri siti lo Stallone. Pianta coperture: in nero gli edifici commerciali-direzionali Dopo l’invio del Piano alla Regione, incarica a luglio l’Arch. Franchi per la redazione del progetto preliminare. A dicembre dello stesso anno il sindaco Scardala si dimette e tutto si interrompe. Il Piano dei parcheggi, che non era stato approvato, verrà ripreso sempre da Scardala, stavolta con il centro-destra. Nel marzo del 2002 la nuova maggioranza di centro-destra, sempre Sindaco Scardala, approva il “Programma Triennale delle opere pubbliche 2002 2004” dove è prevista la realizzazione del parcheggio con le regole del project financing. Nel dicembre del 2002 la Cogema costruzioni s.r.l. presenta il progetto del parcheggio. Nel novembre del 2003 il Comune avvia la procedura di esproprio che scatena la reazione di forze politiche di opposizione e cittadini che si costituiscono in un comitato di lotta contrario alla realizzazione del progetto e contestano la formula del project financing. L’Amministrazione di centro-destra prende tempo e cambia in parte il progetto, nonché l’impresa proponente. Arriviamo ad oggi con il progetto, redatto dal Geometra Capobianchi e l’Arch. Franchi, che prevede, sempre con le regole del project financing, la realizzazione di 46 box auto, 80 parcheggi scoperti e due edifici, di 520 mq su due piani, a destinazione commerciale-direzionale, collegati tra loro da spazi pedonali coperti e scoperti. Nel progetto è prevista inoltre la sistemazione a verde delle aree circostanti. Il parcheggio si sviluppa su due livelli carrabili a gradoni sfalsati e collega fra loro due strade oggi a fondo cieco, Vicolo degli Olmi e la strada del Campetto che si immette su Via della Libertà. Da Vicolo degli Olmi, a senso unico, si entra al parcheggio sul livello 1, dove sono disposti a monte una parte dei box auto completamente interrati, intervallati dai locali commerciali e dalla zona pedonale, dalla parte opposta della pista carrabile, a valle, i parcheggi scoperti. Dal livello 1 si scende al livello 0, che presenta una struttura analoga a quella descritta senza i locali commerciali, e si prosegue verso l’uscita sempre a senso unico, 4 Amministrazione Selloni del livello 1 e 0: box ed edificio commerciale-direzionale dalla strada del Campetto, su Via della Libertà, questo tratto sarà adeguato per consentire il passaggio delle macchine Per la viabilità pedonale, che comunque in alcune parti coesiste con il carrabile, sono previste scalinate di accesso per arrivare nelle zone pedonali e negli spazi verdi attrezzati programmati dall’intervento. A monte il collegamento diretto con le zone del centro storico sarà in corrispondenza di Vicolo S. Sebastiano, Vicolo Giustini, Vicolo del Borgo e Discesa Empolitana, mentre a valle si scenderà su Via della Libertà attraverso la scalinata di Vicolo S. Sebastiano, che sarà ristrutturata per permettere anche l’accesso ai vari livelli del parcheggio, e direttamente nell’area della scuola elementare, dove sono previsti il mantenimento e l’incremen- to dell’attuale area di pertinenza, che sarà riqualificata, e la realizzazione di un nuovo ingresso direttamente dal parcheggio. Sono state indagini geologiche, idrologiche, idrauliche e sismiche ad accertare l’idoneità dell’area all’intervento, ma saranno effettuate ulteriori indagini geologiche per garantire la sicurezza complessiva dell’intervento ed ottenere i nulla osta regionali relativi al vincolo idrogeologico e alla legge n. 64/74. E i costi? Esaminiamo le cifre. Il costo di investimento totale dell’opera, a carico del privato, stimato nel Piano Economico e Finanziario allegato al progetto, è di 2.678.400,00 euro tra costi di progettazione, amministrativi e di costruzione. Compreso anche quello relativo agli indennizzi per gli espropri dell’area, 7.000 mq circa, e di alcuni fab- “La Piazza” Periodico dell’Associazione Culturale Albatros Vicolo Giustini, n. 10 00024 Castel Madama (Roma) - tel. 0774/449849 Anno 4, n. 1 - Gennaio 2007 Registrazione del Tribunale di Tivoli n. 4/2004 del 14/04/04 Direttore Responsabile: Rino Sciarretta Capo Redazione: Carla Santolamazza Redazione: Alessandra De Santis, Fausta Faccenna, Federico Chicca, Ivano Chicca, Ivano Moreschini, Ramona Pompili, Paolo Muzi, Roberto Bontempi, Salvatore De Angelis Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero Veronica Moro, Valentina Torella, Gualtiero Todini, Flavia De Bellis, Ivo Santolamazza, Aurora Fratini, Enrico Cascini, Mario Di Nardo Per la pubblicità rivolgersi al 3490063355 Grafica ed impaginazione: Salvatore De Angelis Stampa: Quaresima, via Empolitana km 3,400 - Castel Madama Chiuso in redazione il 19/01/2007 - Tiratura 1.500 copie SitoWeb: www.lapiazzacastelmadama.com E-mail: [email protected] LA REDAZIONE SI RIUNISCE TUTTI I LUNEDÌ DALLE ORE 18 ALLE 20 SOMMARIO • Allo “Stallone” parcheggio con shopping pag. 3 • Intervista al sindaco Giuseppe Salinetti » 6 • Intervista al Capogruppo Enrico Grazia » 7 • Intervento del direttivo della Margherita » 9 • Olio DOP terre tiburtine » 10 • A tutto ... corto » 13 • Notizie in breve » 14 • IX Comunità Montana » 16 • In ... Forma » 19 • Vicovaro » 23 • Mandela » 26 • Sambuci » 27 • Tivoli » 28 • Tradizioni popolari » 31 • Libri » 32 • Una visita alla Villa Garibaldi » 34 • Sport » 36 • “Quelli che ... continuano” » 38 Il giornale viene diffuso anche nei paesi di Vicovaro, Mandela, Sambuci, Tivoli Amministrazione bricati rurali fatiscenti di piccole dimensioni, come prevede la bozza di convenzione tra il comune e la ditta Cipriani. Il privato recupera gli investimenti attuati con i ricavi non tariffari, costituiti dalla vendita dei box Non tariffari Vendita box Vendita locali commerciali Tariffari Gestione parcheggio per 3 anni 46 unità 80 media posti auto 5 e degli immobili a destinazione commerciale, e con quelli tariffari, rappresentati dagli introiti derivanti dalla gestione del parcheggio. Le ipotesi di ricavo, stimate nel piano economico e finanziario, si leggono nella tabella seguente: 27 mq ad unità 1.500 euro a mq 1.863.000 euro totali 520 mq totali 1.900 euro a mq 988.000 euro totali 0,80 euro tariffa oraria 12 ore giornaliere 320 giorni l’anno 245.760 euro totali Il progetto sarà finanziato prevalentemente con capitale apportato dai soci e con un finanziamento bancario, come da tabella: Capitale soci Capitale proprio Mutuo bancario ipotecario 2.027.388,00 euro 110.377,00 euro 540.635,00 euro 75% circa 04% circa 21% circa Il tasso di interesse del mutuo è del 5,64%. La discussione è ancora aperta nelle sedi politiche e tra la gente, diverse sono le domande e i dubbi: gli ingressi al parcheggio, il commerciale, la variante al Prg. Su tutto una domanda: questo progetto sarà la soluzione per i posti macchina dei cittadini del Centro Storico? Viste prospettiche 6 Amministrazione Intervista al Sindaco Giuseppe Salinetti Ci può illustrare il progetto di realizzazione del Parcheggio Stallone? Innanzitutto vorrei dire che fare i parcheggi per ridare vivibilità al centro del paese assediato dalle auto è il primo punto del programma elettorale dell’Unione di centrosinistra su cui la Giunta si è impegnata. Per questo, da giugno abbiamo chiesto alla Commissione tecnica di valutazione di completare l’esame dei tre progetti del parcheggio Stallone presentati da altrettante imprese private tra il 2003 e il 2004. Il 27 novembre la Commissione ci ha consegnato la relazione finale, nella quale afferma che il progetto della società Cipriani è completo nella documentazione e rispondente al pubblico interesse. Tale progetto preliminare prevede la realizzazione di 80 parcheggi di superficie, 46 box interrati, due palazzine di due piani (in tutto 4 locali per un totale di 520 mq) da adibire a negozi o a uffici, un’area giochi, una nuova entrata pedonale alla scuola elementare. Al parcheggio si accede con le auto da vicolo degli Olmi e si esce dalla strada che costeggia la scuola elementare verso via della Libertà; inoltre vi sono accessi pedonali dai vicoli San Sebastiano, Giustini, Borgo e Discesa Empolitana. L’attuale amministrazione comunale ha ritenuto tale progetto una buona base di partenza e lo ha sottoposto alla discussione della commissione consiliare, dei proprietari delle terre interessate all’esproprio e di tutta la cittadinanza nell’assemblea del 15 dicembre. Da questi incontri sono emersi giudizi sostanzialmente favorevoli sull’opera e alcuni suggerimenti per migliorarla. Nella scorsa consiliatura, con l’Amministrazione Scardala di centro destra, ci fu una mobilitazione dell’allora centro sinistra contro la proposta di un parcheggio in quella zona. Cosa è cambiato da allora? La protesta non era contro un parcheggio allo Stallone, ma contro il parcheggio che era stato proposto dalla società Cogema e fatto proprio dalla precedente amministrazione comunale, che nel novembre 2003 aveva avviato le procedure d’esproprio senza presentare l’opera a nessuno. Quel parcheggio prevedeva la costruzione di 129 box e 94 parcheggi all’aperto, gestiti a pagamento per 30 anni, con l’assurdo divieto di parcheggio per un raggio di 500 metri attorno allo Stallone. Per realizzare un numero così alto di box veniva costruito un tunnel a due piani fuori terra, alto 8 metri e lungo 120, chiuso in un lato, con entrata e uscita da una torre larga 20 metri e alta dieci. Queste imponenti strutture di cemento occupavano tutta l’a- rea fino ad arrivare addosso alle case e alla scuola. Contro tale parcheggio ci fu una protesta generalizzata perché esso recava più danni che benefici. Il progetto di parcheggio della società Cipriani (descritto sopra) è profondamente diverso da quello del 2003: prevede 83 box in meno, mantiene una fascia verde verso la scuola e gli edifici circostanti, ha un minore impatto su tutta l’area. Nelle intenzioni dell’attuale amministrazione comunale esso sarà il primo parcheggio a ridosso del centro storico, al quale ne seguiranno altri. Il project financing con il quale si dovrebbe realizzare l’opera offre tutte le garanzie di corretta realizzazione? La finanza di progetto è una modalità di realizzazione di un’opera pubblica attraverso risorse di privati, i quali costruiscono l’opera e ne diventano gestori per un certo periodo di anni, passati i quali il Comune ne torna in possesso. Il costo di edificazione del parcheggio dello Stallone si aggira intorno ai 2 milioni e 700 mila euro: la ditta che vincerà la gara d’appalto (non è detto che sia l’impresa proponente, cioè Cipriani) dovrà realizzare l’opera a sue spese, spese che potrà recuperare con un margine di guadagno attraverso la vendita in diritto di superficie dei 46 box e dei 4 locali commerciali o a servizi e gestendo il parcheggio per tre anni. I prezzi dei box e dei locali sono stati già fissati nel Piano finanziario dell’opera, e giudicati congrui dalla Commissione tecnica di valutazione e resteranno bloccati. La ditta che vincerà la gara ha un certo rischio: dovrà sicuramente costruire l’opera ma non sa in partenza se venderà tutti i locali e quindi se rientrerà nelle spese e realizzerà un profitto. Questo margine di rischio potrebbe dissuadere le imprese a partecipare alla gara, in tal caso l’opera non verrebbe realizzata. Certo se il comune avesse i soldi potrebbe realizzare il parcheggio a proprie spese, ma purtroppo così non è. L’opera prevede anche la realizzazione di locali commerciali/direzionali. Cosa si intende per direzionali? E non c’è il rischio che il parcheggio sia utilizzato soprattutto dagli utenti di questi locali? I quattro locali possono essere destinati sia a negozi che a uffici pubblici e privati. I parcheggi di pertinenza a queste eventuali attività e gli accessi carrabili al parcheggio sono stati i problemi su cui si è discusso di più nelle riunioni pubbliche svolte a dicembre. Il confronto con i cittadini e l’approfondimento successivo con l’Ufficio tecnico comunale ha permesso di individuare alcune ipotesi di soluzione. Amministrazione Riguardo ai parcheggi per gli eventuali locali commerciali e a servizi, la soluzione potrebbe essere quella di realizzare parcheggi sotterranei ricavandoli sotto ai due edifici, senza togliere nulla agli 80 posti auto all’aperto. Invece rispetto agli accessi si sta verificando la possibilità di realizzare la strada di PRG che collega vicolo degli Olmi con via Discesa Empolitana all’altezza del cimitero e di allargare la strada a fianco della scuola elementare verso il campetto per renderla a doppio senso di marcia. In questo modo si avrebbero due entrate e due uscite al 7 parcheggio, il traffico verrebbe distribuito su più aree e non graverebbe soltanto su alcune vie. Vorrei concludere dicendo che il confronto in corso sul parcheggio potrebbe sembrare negativo perché crea ritardi, dà la sensazione che ci sia più “confusione” e meno capacità di decisione. In realtà esso allungherà i tempi, ma la partecipazione dei cittadini alle scelte sta permettendo di migliorare il progetto iniziale. Il tempo che si perde ora si recupererà dopo avendo un maggior consenso e un progetto più rispondente ai bisogni sociali. Intervista al Capogruppo di maggioranza Enrico Grazia Il motivo del rinvio è stato solo tecnico o ci sono delle difficoltà politiche ? Il “Proget Financing”, procedura con cui si sta portando avanti il progetto, già per sé abbastanza complessa, contiene al suo interno una ulteriore procedura di esproprio dei terreni su cui verrà realizzata l’opera. L’esproprio prevede tra l’altro che tutti gli interessati siano avvisati con modalità e tempi fissati per legge, il punto è stato rinviato perchè una parte dei proprietari delle aree riguardanti il progetto non erano stati avvertiti e questo avrebbe invalidato l’intero iter procedurale. Se ci sono, a cosa sono legate tali difficoltà ? L’assemblea dei proprietari ha messo in evidenza una serie di perplessità, che si erano già manifestate nella coalizione di maggioranza, legate essenzialmente alla natura mista dell’opera: parcheggi a raso, box, strutture commerciali. Per i parcheggi a raso tutti hanno convenuto sulla “pubblica utilità”, mentre per i box e le strutture commerciali, necessari a finanziare il progetto e che saranno venduti a privati, ci sono state obiezioni sull’equità dell’indennizzo da parte dei proprietari. Alcuni consiglieri di maggioranza hanno inoltre proposto di inserire ulteriori parcheggi a raso a servizio del commerciale e di modificare la viabilità di accesso al parcheggio. Il sindaco e la giunta (il progetto coinvolge diversi assessorati) hanno recepito tutte le richieste, attivando le necessarie trattative con la ditta proponente ed i proprietari per arrivare ad una soluzione condivisa. Nel caso specifico, anche alla luce della rapidità con cui sono state accolte le proposte di soluzione, parlerei forse di intempestività e non di “Difficoltà Politica”. Il parcheggio che si dovrebbe fare è una delle opere forse più visibili che può realizzare questa Amministrazione. Non le sembra che se ne sia discusso troppo poco nel paese ? Non sottovaluto l’importanza del “Progetto Stallone”, ma ritengo che da solo non possa risolvere il problema dei parcheggi e del traffico di Castel Madama, è necessario realizzare opere ad esso complementari, in tal senso l’Assessore ai Lavori Pubblici Aldo Testi sta lavorando alacremente, e penso che a breve produrrà risultati interessanti. Fatta questa doverosa premessa, per rispondere alla domanda voglio rammentare che il progetto di cui stiamo parlando, nato con la prima giunta Scardala, è alla sua quarta stesura e le modifiche di cui abbiamo ragionato ne produrranno una quinta, su questo tema si sono costituiti movimenti e comitati, no, in tutta onestà penso che al contrario se ne sia parlato troppo e fatto troppo poco, il problema semmai è che alle discussioni e ai dibattiti deve seguire la valutazione e la scelta di chi amministra, ma scegliere, per definizione, significa scontentare alcuni per accontentarne altri, e allora per non scegliere si riapre il dibattito. Questa volta si è presa un’altra strada. Al di là di questo episodio, come giudica in generale l’azione condotta finora dalla nuova Amministrazione ? Domanda simpatica anche se un po’ maliziosa, che deve pensare il capogruppo della maggioranza della sua giunta?. Al di là delle battute penso che fin qui di azione ce ne sia stata poca, almeno di quella visibile alla maggioranza dei cittadini. Questo non significa che non vi sia stato impegno, si è lavorato molto per riordinare la situazione ed adeguare gli uffici comunali, fare fronte alle scadenze per progetti e richieste di finanziamento per servizi sociali, lavori pubblici, cultura e sport, gestire le emergenze urbanistiche generate dalla disinvoltura della vecchia amministrazione ed infine per predisporre quegli incarichi che in tempi ragionevoli ci doteranno di strumenti urbanistici adeguati. Mi sembra non sia poco per il tempo impegnato. Da un punto di vista più generale ritengo che in futuro debbano essere migliorati i flussi informativi ed organizzativi tra gli organi politici, associativi ed istituzionali, ma anche questo fa parte dell’ordine del giorno della maggioranza. Politica 9 PARTITO DEMOCRATICO Intervento del direttivo D.L. Margherita di Castel Madama Il dibattito sul partito democratico ha avuto una accelerazione a seguito dei risultati ottenuti dalla lista dell’Ulivo che ha fatto registrare un notevole aumento dei consensi in Italia ed anche nella nostra cittadina. Si può partire da questa considerazione per argomentare che il bipolarismo ormai si è fatto strada fra i cittadini ed è quindi una esigenza vera quella di offrire agli elettori del centro sinistra un punto di riferimento forte. Lo sforzo riteniamo sia quello di costruire un nuovo soggetto politico in cui far convivere le grandi culture riformiste cattoliche e liberaldemocratiche italiane. Sarebbe dannoso arroccarsi su posizioni tendenti ad affermare la supremazia della propria identità poiché in ballo c’è la governabilità del paese e l’esigenza di rispettare la volontà palesemente espressa dai cittadini. Fra l’altro non si parte da zero; basti pensare ai gruppi unici dell’Ulivo della Camera e del Senato e a tutte quelle esperienze maturate in questi ultimi anni che hanno consentito una conoscenza più approfondita fra chi ha accantonato i vecchi ideali, accettando i valori e gli ideali della socialdemocarazia, e chi ha preso atto del superamento dell’unità politica dei cattolici nel nostro paese. Rimangono in piedi questioni spinose quale ad esempio la collocazione del nuovo soggetto poli- Si avvisa la cittadinanza che, stante il momentaneo trasferimento della Caserma dei Carabinieri, è stato messo a disposizione dell'Arma dal Comune un presidio aperto al pubblico in Via Cavour, presso il Comando dei Vigili Urbani tico nell’ambito europeo. Siamo convinti che il successo del Partito Democratico passi nella sua capacità di essere nuovo ed in discontinuità con il passato; per questo motivo riteniamo che una adesione al PSE possa restringere la potenzialità del Partito Democratico poiché potrebbe frenare l’ingresso dell’area più avanzata del mondo cattolico. In ogni caso il problema della collocazione europea non deve costituire un alibi per bloccare il progetto del partito unico che non dovrà essere la sommatoria di due sigle ma l’approdo per tutti coloro che credono nell’affermazione di una grande forza riformista. Per le ragioni suesposte proponiamo di organizzare un incontro fra DS e Margherita di Castel Madama, con la partecipazione anche di dirigenti nazionali, affinché si avvii un dibattito da estendere ai cittadini della nostra comunità per la costituzione del Partito Democratico castellano. Il 15 gennaio 2007 si sono tenuti i funerali di Maria Assuntina Langiano, già Segretario Comunale di Castel Madama. Una lunga malattia l’ha strappata troppo giovane alla famiglia ed al lavoro. La redazione de “La Piazza” ed il direttivo dei Democratici di Sinistra la ricordano con commosso cordoglio 10 Agricoltura OLIO DOP TERRE TIBURTINE di Ramona Pompili Roberto Maria Bernoni, medico tiburtino, con alcuni amici, ugualmente appassionati nel 2004 ha costituito l’Azienda agricola Colle Morgante s.n.c. con sede in San Gregorio da Sassola, per la produzione di olio extravergine d’oliva. L’azienda gestisce circa 20 ettari di oliveti fra Tivoli e San Gregorio che per decenni erano stati abbandonati, possiede un piccolo frantoio per la trasformazione ed un impianto di imbottigliamento. Pur se giovane l’Azienda ha avuto diversi riconoscimenti all’impegno, all’amore e alla professionalità dei suoi soci. Infatti nel 2006 il loro extravergine, Villa di Cassio, ha ricevuto il diploma di distinzione, nella categoria fruttato medio, sia al Concorso nazionale Oriolo d’oro di Gradara sia in quello del Lazio promosso dalla Unioncamere. Inoltre i loro monovarietali Itrana e Rosciola sono stati premiati alla Rassegna degli oli monovarietali di Macerata. Il dott. Bernoni insieme ai suoi soci ha conseguito la qualifica di Assaggiatore di oli presso la Camera di commercio di Roma Cosa cambierà nella produzione dell’olio con l’avvento della Dop? Molte cose dovranno cambiare nella prassi e nella cultura dei produttori oleari della zona. Il prodotto di qualità non si improvvisa e purtroppo, anche se da noi l’olio si fa da millenni, si guarda più alla quantità che alla qualità, più al guadagno che alla tracciabilità del prodotto. Per fare degli esempi: la raccolta quasi mai viene effettuata all’invaiatura precoce o media, ma spesso si aspetta la piena maturazione delle olive, cosa che garantisce una maggiore produzione a scapito della qualità. Ancora ci sono produttori che aspettano giorni prima di portare le olive al frantoio, dando così loro tempo per fermentare o sviluppare muffe, situazioni queste che donano al prodotto dei difetti incancellabili. Ma, allora, non sappiamo fare l’olio? Non voglio dire questo, ma purtroppo oggi quello che andava bene fino a venti anni fa perché al massimo raggiungeva il mercato di Roma, oggi, ripeto, si deve confrontare con i prodotti di tutto il mondo e, visto che il nostro olio ha un maggior costo di produzione (per tanti svariati motivi), si può imporre sui concorrenti solo se possiamo offrire una qualità superiore. Quindi necessita attuare tutti i metodi sia di coltivazione degli olivi, sia di frangitura, che di conservazione dell’olio, affinché il nostro prodotto abbia caratteristiche eccellenti. La Dop può servire a ciò quando partirà, se partirà. Come! … cosa intendi dire “ se partirà” ? Queste mie ultime parole sono volute, infatti mi risulta che il fascicolo riguardante il Disciplinare sia ancora fermo al Ministero delle politiche agricole che si rifiuta di presentare un disciplinare che sarebbe senz’altro bocciato dagli organi Europei. Perché? Quali sono i punti critici del disciplinare? Perché il disciplinare, che è stato compilato anche dai rappresentanti di categoria, prevede troppo utilizzo delle cultivar, leccino e frantoio, a scapito delle svariate cultivar autoctone che donerebbero una tipicità unica all’olio tiburtino. Ma questo fatto nasce perché i grandi produttori negli ultimi due decenni hanno realizzato ettari ed ettari di nuovi impianti utilizzando quelle due cultivar, fra l’altro non della zona, perché facilmente reperibili sul mercato, di costo basso, di grande produzione, di resa consistente e quindi economicamente convenienti, ma esse danno un olio uguale a quello della Toscana, dell’Umbria e di tante altre zone. Allora il marchio europeo quale tipicità dovrebbe proteggere? Il ministero vorrebbe attuare un’operazione che già è stata svolta in altre Dop: fermare la partenza in tempi rapidi, concedere un lasso di anni in cui rinnestare una percentuale, da definire, di piante con le varietà tipiche. Ma anche questa ipotesi viene ostacolata dai grandi produttori che vedrebbero per alcuni anni un calo di produzione e quin- Agricoltura 11 Grazie per questa notizia, ma ora torniamo all’argomento iniziale. Voi oltre a coltivare e produrre olio avete anche un frantoio aziendale, quando ci sarà la Dop anche i frantoiani dovranno cambiare alcune cose? di perdita di quote di mercato. Al momento, da quanto io so, non si intravedono vie di uscita. Certo se passasse il disciplinare presentato, quanti come noi, che si ostinano a tenere in produzione i secolari se non millenari oliveti, non rientrerebbero nella Dop. Sicuramente, i frantoi dovranno essere più puliti, i macchinari dovranno essere lavati con maggior frequenza affinché non si sviluppino muffe sulle inevitabili tracce di pasta e non si ossidino (inrancidimento) quelle di olio che rimangono su di essi. Si dovrà ridimensionare drasticamente l’uso dell’acqua tiepida o calda durante la fase di estrazione, si dovrà pretendere che le olive portate non solo siano pulite da rami, ma anche che esse siano colte da pochi giorni, conservate in modo adeguato e che siano esenti da marciumi e muffe. Come vedi anche i frantoi dovranno seguire una politica diversa, perché il massimo risultato si può ottenere solo con una stretta collaborazione fra il coltivatoreproduttore e il frantoiano. Il discorso sarebbe molto vasto ma penso che l’essenziale lo abbia detto. STA ARRIVANDO IL MARCHIO D.O.P. TERRE TIBURTINE PER L’OLIO di Ivano Moreschini L’ufficio stampa del Comune di Castel Madama ci invia sempre degli aggiornamenti, ed è un servizio senz’altro utile. Chiaramente non tutti rientrano poi nella pubblicazione del giornale. Stavolta però una segnalazione ci è sembrata davvero interessante e da approfondire: si tratta dello stato del riconoscimento del marchio Denominazione di Origine Protetta (D.O.P.) per l’olio d’oliva delle nostre zone. Il nome proposto per l’olio è “Terre Tiburtine”. La proposta è stata avanzata con un decreto del Ministero delle politiche Agricole e Forestali, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 178 del 2 agosto 2005, ed ora è in attesa di riconoscimento ufficiale da parte dell’Unione Europea. La zona di produzione delle olive che possono aspirare a produrre olio Dop “Terre Tiburtine”, comprende i comuni di Casape, Castel Madama, Castel S. Pietro (in parte), Ciciliano, Cineto Romano, Licenza, Mandela, Pisoniano, Poli, Roccagiovine, la località S. Vittorino del Comune di Roma, S. Gregorio da Sassola, S. Polo dei Cavalieri (parte), Sambuci, Tivoli e Vicovaro. Il territorio individuato per la dop in questi comuni è complessivamente esteso per 16.500 ettari, dei quali 3.500 sono destinati alla coltivazione dell’olivo. Il decreto del Ministero prevede un disciplinare di produzione, che deve essere rispettato dagli operatori che vogliano fregiarsi del marchio “Terre Tiburtine”. Il disciplinare prevede che per ottenere l’olio si deve ottenere per almeno il 10% dalle varietà tipicamente locali, che sono la Montonese, la Brocanica, la Rosciola, la Rotonda di Tivoli, che possono essere usate insieme o anche singolarmente. Per un massimo del 90% devono invece essere presenti, anch’esse mescolate o da sole, le varietà di: Carboncella, Frantoio, Leccino, Pendolino, Itrana e Olivastro. L’olio che se ne ottiene è un extra vergine di colore giallo oro, con sfumature verdi, con le seguenti caratteristiche: odore fruttato, che si accompagna ad un sapore fruttato, con un pizzico di piccante e di amarognolo. L’olio deve avere un’acidità inferiore o uguale allo 0,6 %. Con l’ottimismo tipico degli uffici stampa, la notizia pervenuta afferma che la certificazione di qualità, cioè la conseguenza operativa del riconoscimento della D.O.P. da parte dell’Unione Europea, potrebbe essere utilizzata già dalla prossima annata. Non sappiamo se sarà così. In ogni caso, informare sull’argomento è importante, perché quando la Dop arriverà, ci saranno una serie di cose da fare per gli operatori prima di ottenere il marchio sul proprio prodotto. E siccome oramai la strada che permette ai prodotti agricoli di sopravvivere è quella della qualità, vista la spietata concorrenza sui prodotti generici da parte dei paesi emergenti, come la Cina, sarà senz’altro un bene per tutto il territorio se questa opportunità verrà sfruttata. Società 13 A TUTTO ... CORTO di Alessandra De Santis Una rassegna di cinque cortometraggi e un incontro con gli operatori cinematografici Il 21 dicembre alle ore 17 nello splendido scenario del Castello Orsini l’associazione culturale Albatros, con il patrocinio del Comune di Castel Madama ha dato avvio alla edizione “zero” di questa rassegna di cortometraggi che vuole tornare a riproporre prodotti di questa piccola ma grande arte, annualmente. Si è iniziato con la proiezione dei cinque cortometraggi in programma: “Che Gioia” di A. Marino, “No Smoking Company” di E. Tagliavini, “Zinanà” di P. Mezzapesa, “Refugium Peccatorum” di S. Alleva, “Più corto di così si muore” di L. Molteni. Tutti i corti si sono dimostrati gradevoli e divertenti, ma sicuramente quelli che hanno accattivato le simpatie del pubblico sono stati: “No Smoking Company” e “Refugium Peccatorum”. Il primo perché costruito intorno ad una storia convincente con tanto di colpo di scena finale interpretata da un grande attore come Enzo de Caro. Il secondo corto, girato a Castel Madama nella Chiesa di San Michele, presenta anch’esso una trama avvincente e ben costruita ed un finale a … sorpresa. Finita la proiezione si è passati al dibattito erano presenti Rino Sciaretta, Dario Formisano e Roberto Gambacorta rispettivamente i produttori di “Refugium Peccatorum”, “No Smoking Company” e “Zinanà”. Il pubblico ha chiesto quali fossero le similitudini tra il corto ed il suo fratello maggiore, il film. La risposta piuttosto all’unisono di tutti e tre i produttori è stata che La Redazione de “La Piazza” porge le più sentite condoglianze al direttore Rino Sciarretta e alla sua famiglia, per la dolorosa perdita del caro padre Bernardino sono praticamente identici: stesse tecniche, stesse professionalità, stessi strumenti, l’unica differenza è il tempo: un corto dura all’incirca 15 minuti, un film un’ora e mezza. Quindi molto meno costoso, ma in realtà il più delle volte vengono girati a costo zero, confidando nella simpatia di tecnici ed attori che mettono per due o tre giorni a disposizione del giovane regista le proprie competenze e professionalità. A questo proposito i produttori hanno lamentato la mancanza di un mercato del corto e la distribuzione in appositi spazi: televisione di stato, cinema. Questo mancata distribuzione non permette lo sviluppo di questa arte che si deve purtroppo “arrangiare”. Al termine del dibattito sono intervenuti, porgendo i complimenti per i cortometraggi proiettati e salutando gli intervenuti il Sindaco Giuseppe Salinetti e l’Assessore alla Cultura Armando Pistoia e il presidente dell’associazione Albatros, Luigi Grelli. Per chiudere in armonia la serata la Birreria “San Michele aveva un Gallo” ha offerto un piacevole aperitivo a tutti gli ospiti e per chiudere la serata vi è stato un bel brindisi di buon anno e buona prossima … edizione. 14 NOTIZIE BREVI A seguito della lettera inviata al presente giornale dalla Signora Mara Amabili, sento di dover chiarire alcune questioni. Voglio iniziare sottolineando l’attacco che la Signora perpetra nei miei confronti dichiarando che l’attuale amministrazione (e quindi io come assessore alle politiche sociali) sta facendo discriminazione nei confronti del figlio Andrea. Capisco che una madre sofferente, angustiata dalle difficoltà che si presentano possa a volte alzare il tono, ma io la voglio invitare ad un più pacato e moderato parlare, perché la discriminazione di cui la signora parla è sua invenzione. Ancora voglio evidenziare un’altra frase in cui la Signora Amabili asserisce che la passata amministrazione con qualche forzatura le era venuta incontro: il problema è proprio questo. A me le forzature non piacciono, un amministratore è chiamato ad applicare la norma, a cercare il miglioramento, laddove è possibile, della norma stessa e fare il duro lavoro per migliorare i problemi sociali che questo paese purtroppo ha in abbondanza. Inoltre la Signora fa riferimento ad una guerra tra poveri, ma lei è la prima a farlo mettendo in causa un altro caso completamente diverso da quello del figlio regolato da altre normative. Per quanto riguarda il diritto all’istruzione e il rispetto della Costituzione questi sono i primi compiti che come uomini dell’amministrazione siamo chiamati a compiere. Entrando nel merito della questione le “spiego bene la situazione” l’assistenza di cui lei lamenta l’erogazione è denominata Assistenza Educativa Culturale (AEC) e questo servizio fa riferimento al Protocollo d’Intesa tra Ministero della Pubblica Istruzione ed Enti Locali del 2000. Nello specifico tale servizio deve essere erogato dall’Ente Provincia (pertanto sarebbe stato compito del Dirigente Scolastico richiederne l’attivazione). Inoltre la lettera della Signora Amabili sollecita una riflessione sulle linee di intervento intraprese in questi anni nel campo delle politiche sociali in questo paese. Necessita una progettualità diversa che esca fuori dal meccanismo bisogno-assistenzialismo, poiché questo tipo di progettualità perpetrata per anni ha impedito di rispondere in termini diversi non permettendo lo sviluppo di un sistema di rete dei servizi su base territoriale. Scuola, Centro Diurno, Formazione, Lavoro. Questo schema può andare oltre l’immediata necessità rispondendo a bisogni a lungo termine: quelli di oggi e di domani, travalicando così la dimensione individuale e familiare del problema per inserirla in una ottica sociale e generazionale. Necessitano anche nuove politiche di bilancio, dove si mettano al centro i bisogni reali delle persone: l’assistenza domiciliare per persone anziane, l’assistenza specialistica per persone diversamente abili, l’integrazione sociale, una politica per la casa, l’assistenza per i minori a rischio. Tutto questo non deve rappresentare un problema di bilancio, ma deve essere inteso come strumento di misurazione per la qualità della vita. È necessario invertire la rotta. L’Assessore alle politiche sociali Vincenzo Ascani Il circolo del cinema LO STATO DELLE COSE Piazza Europa Unita, 1 - Mandela (Roma) [email protected] PROGRAMMAZIONE DI FEBBRAIO 02 - THE NEW WORLD di Terrence Malick con Colin Farrell e Q’Orianka Kilcher 09 - ELEPHANT di Gus Van Sant con Alex Frost e Eric Deulen 16 - UNITED 93 di Paul Greengrass con Christian Clemenson e Trish Gates 23 - VOLVER di Pedro Almodovar con Penelope Cruz e Carmen Maura CASTEL MADAMA: NUMERI UTILI Comune: 0774-45001 Pro-Loco: 0774-449500 Carabinieri: 0774-447002 Vigili Urbani: 0774-447305 Ospedale Tivoli: 0774-335086 Farmacia: 0774-447001 Vigili del Fuoco: 115 Servizio Guardia Medica: 118 Croce Rossa Italiana: 0774-531934 / 531938 Protezione Civile: 0774-4500243 Biblioteca Comunale: 0774-4500209 U.S.L. RM/G - Tivoli - Prenotazioni 800986868 Per pagamento Ticket CCP N. 52577616 – Azienda U.S.L. ROMA G sulla causale mettere C.F. ASL 04733471009 Notizie Brevi Mostra dei presepi al Castello Orsini organizzata dalla Pro-Loco presepi fatti dai bambini 15 Alcuni dei bambini premiati (tutti ex-equo) Il primo presepe classificato categoria adulti vinto da Angelo Ronci di Tivoli Corsa della Befana Il presepe di San Lorenzo, ideato da Carlo Marazza e realizzato da: Carlo Marazza, Angelo Moreschini Il presepe vivente realizzato dal Rione Castelluccio Luciano Chicca, Roberto Millozzi, Piera Iannuccelli, Aldo Santolamazza, Paolo Garofolo, Luigi Piselli, Antonio Gnocchi Presepe della Chiesa di S. Michele 16 Comunità Montana IX COMUNITÀ MONTANA a cura di Fausta Faccenna ORA È TEMPO DI BANDA LARGA A breve anche nei nostri Comuni sarà possibile l’utilizzo della banda larga La nostra Comunità Montana è consapevole che l’innovazione digitale costituisce un importante fattore di sviluppo, in particolare per le comunità per le quali la crescita delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione può agire come volano strategico di sviluppo economico e sociale. Proprio per le potenzialità insite nelle nuove tecnologie, la Comunità Montana intende perseguire la diffusione della banda larga nei Comuni del proprio terrritorio come obiettivo strategico per il superamento delle condizioni di “digital divide”, attraverso la realizzazione di una infrastruttura a banda larga mediante tecnologia WiFi, finalizzata alla interconnessione delle strutture pubbliche, oltre che alla connettività rapida e facilitata per le Aziende e per i cittadini. La realizzazione del progetto è stata aggiudicata con Delibera della Giunta Comunitaria n. 139 del 19-12-2006 all’Associazione Temporanea di Impresa costituita da ALPITEL di Roma e dalla Wi Fi di Milano che dovranno curare la fornitura e la posa in opera delle infrastrutture e la fornitura dei servizi necessari alla realizzazione di un sistema di interconnessione wireless. I primi Comuni che fruiranno dei servizi saranno quelli dell’area prenestina e cioè: Capranica Prenestina, Rocca di Cave, Castel San Pietro Romano, Pisoniano, Poli, Casape e San Gregorio da Sassola. Con Delibera di Giunta Comunitaria n. 2 del 4 gennaio 2007 sono state avviate le procedure per la realizzazione del servizio anche ai Comuni di Ciciliano, Castel Madama, Nerola, Montorio Romano, Monteflavio, Marcellina, San Polo dei Cavalieri e Sant’Angelo Romano ricadenti nell’area della Sabina Romana. Questo servizio, che concorrerà a migliorare la vita di tutti i cittadini, ha il pregio di venire incontro ai più giovani abitanti del nostro territorio che hanno fame di informazione e che sono protagonisti di una vera e propria rivoluzione culturale e che nell’epoca dell’informazione globale sono gli anonimi protagonisti del mondo che cambia. Non è un caso, infatti, che il Time celebra come uomo dell’anno il popolo di Internet che sta trasformando la natura dell’informazione, riconoscendo che i cittadini del web interattivo sono i creatori e i consumatori di contenuti forniti dagli utenti che stanno modificando l’arte, la politica e l’economia, realizzando una forma di democrazia digitale. Comunità Montana 17 IPOTESI DI NODO DI SCAMBIO GOMMA-GOMMA AL CASELLO A24 DI CASTEL MADAMA La IX Comunità Montana, in collaborazione con i Comuni di Castel Madama, Ciciliano, Pisoniano, San Vito Romano, Gerano, Cerreto, Sambuci, Poli, Casape e San Gregorio da Sassola, con l’obiettivo di ridurre i tempi di percorrenza tra il proprio territorio e il Comune di Roma, sta verificando, in accordo con il COTRAL, la fattibilità per la costituzione di un nodo di scambio gomma–gomma da realizzarsi presso il casello autostradale di Castel Madama. In tale nodo si potrà: — parcheggiare la propria auto privata; — arrivare tramite trasporto pubblico dai propri comuni di residenza; — partire e arrivare con mezzi COTRAL verso nodi di scambio con il traffico urbano di Roma. Per verificare la fattibilità di tale iniziativa si sta svolgendo in questi giorni una indagine conoscitiva per la raccolta di dati statistici significativi riguardanti il luogo di residenza e di lavoro dei viaggiatori, i percorsi giornalieri effettuati, il tipo e il numero di mezzi di trasporto utilizzati, i costi medi sostenuti mensilmente. Il questionario, distribuito tramite le Amministrazioni Comunali coinvolte, prevede anche la raccolta di suggerimenti utili — località alternative o aggiuntive per la realizzazione di nodi di scambio, utilizzo di mezzi alternativi al trasporto su gomma, ecc. — per tentare di risolvere l’annoso problema del pendolarismo che costringe i residenti dei nostri Comuni ad un impegno disumano in termini di tempo e di costi. Una volta raccolti i questionari ed elaborati i dati, tenendo in massimo conto i suggerimenti dei lavoratori pendolari, sarà aperto, in tempi rapidi, un tavolo di confronto con la Regione Lazio, la Provincia di Roma ed il COTRAL nel quale saranno richiesti interventi incisivi per ridurre il grave disagio che comporta oggi raggiungere il posto di lavoro nell’area metropolitana di Roma. IX COMUNITÀ MONTANA Sede: Via Acquaregna n. 90 - Tivoli tel. 0774-314712-3 - fax 0774-330915 www.comunitamontanativoli.org Scuola 19 20 Scuola Scuola 21 22 Scuola Vicovaro 23 Intervista a MARINO ZORZI di Roberto Bontempi “L’accoglienza calorosa del vostro paese mi ha commosso” Fiore all’occhiello della Settima Edizione del Premio Arte “Marcantonio Sabellico” è stata probabilmente la conferenza sul Sabellico che il dott. Marino Zorzi, direttore dal 1989 della Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia, ha tenuto presso l’aula consiliare. Invitato dal Sindaco Thomas e dall’infaticabile assessore alla cultura Virginio Coccia, la vera anima della riscoperta del Sabellico e della rinascita del Premio Arte, il dottor Zorzi, grande erudito e grande galantuomo, è stato così gentile da concederci una breve intervista che pubblichiamo integralmente. Dottor Zorzi ci dice la prima cosa bella che le viene in mente pensando al suo lavoro così prestigioso ed invece una nota negativa di un simile incarico? La cosa più bella è la possibilità di accedere facilmente ai manoscritti ed ai libri antichi: la delizia ed il vantaggio impagabile di poter avere a che fare in qualsiasi momento con questi splendidi documenti. I lati negativi invece riguardano l’amministrazione, la parte più burocratica che risulta spesso pesante: un funzionario pubblico, che deve spendere e amministrare, non ha tempo per dedicarsi agli studi, che diventano un fatto personale. Io, invece, resto convinto che un minimo di prestigio culturale giovi anche nel resto della propria attività. In un piccolo paese è molto difficile avvicinare le persone alla cultura che rischia di rimanere un fatto elitario: lei ha qualche consiglio da dare per avvicinare la gente ad una valorizzazione della cultura locale? Quello che state facendo voi mi sembra la strada migliore. Che sia un’Amministrazione, un Assessore alla cultura e non un privato cittadino ad impegnarsi per far conoscere e scoprire una figura del passato mi sembra la cosa più efficace: cosa si può fare meglio di questo? Bisogna cercare di svegliare l’orgoglio e l’appartenenza ad una comunità e voi lo state facendo in modo egregio. Il dott. Marino Zorzi, direttore dal 1989 della Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia Vicovaro ha una piccola biblioteca comunale: nonostante la differenza rispetto alla sua realtà ha un consiglio da dare ai futuri responsabili della Biblioteca per una sua gestione efficace? Più che dare un consiglio dirò quello che penso in merito alla mia professione. Tutti oggi sono molto “tecnologici” ma in fondo quello di cui si ha bisogno è che di conoscere le fonti della cultura, i libri. Consiglierei a chiunque di essere padrone delle tecnologie, ma mi sembra fondamentale capire che esse sono lo strumento e quello che conta davvero è la sostanza. Anche se lei è capace di interrogare i vari data base, quello che conta è la personalità di chi li elabora e li interpreta: è sempre l’uomo, nel caso specifico il bibliotecario, che promuove la cultura vera, che consiglia la “sostanza”. Vorrei che non sparisse la figura del bibliotecario colto, altrimenti la professione rischierebbe di ridursi un po’ a quella di un burocrate. Sarebbe un peccato: Sabellico era un personaggio estremamente colto… Cosa si porterà a Venezia di questa giornata a Vicovaro? Cosa le è piaciuto di più? Sono quasi commosso per il calore, la simpatia e la gentilezza delle persone che mi hanno accolto. Mi ha molto colpito l’entusiasmo per questa iniziativa del Premio Arte. Poi la bellezza del luogo: il colpo d’occhio di quella Piazza San Pietro, vale il viaggio e il Tempietto, che ho avuto modo di visitare, è davvero un gioiello. (Vicovaro, 18 novembre 2006) 24 Vicovaro DICEMBRE IN … BREVE di Roberto Bontempi Quante iniziative culturali, sociali e di solidarietà! Davvero tantissime sono state le iniziative culturali, sociali e di solidarietà, la quasi totalità delle quali organizzate o patrocinate in vario modo dall’Assessorato alla Cultura del Comune in collaborazione con le varie associazioni presenti nel territorio, che hanno tenuto occupati i vicovaresi nel mese di Dicembre e nei primi giorni di Gennaio. Il Centro Sociale Pidocchietto e l’Associazione Culturale Giovanile “Occhio!” hanno proposto, presso la sede del Pidocchietto (piano seminterrato della Scuola Media), il loro consueto appuntamento settimanale con Cinejamo au Cineforum, concentrandosi in particolare sulla produzione di Quentin Tarantino. Ricchissimo il fine settimana dell’Immacolata con solidarietà protagonista in Piazza grazie alla Croce Rossa e al Gruppo Giovani della Parrocchia. I Volontari del Soccorso di Vicovaro, in collaborazione con l’Atletica Vicovaro, hanno preparato l’iniziativa “Chi dona un giocattolo dona un…sorriso”, attuando una proficua raccolta di giochi da destinare ai bambini meno fortunati ed allestendo delle gare sportive che nemmeno una pioggia fastidiosa è riuscita a disturbare. I giovani della Parrocchia hanno invece venduto, con successo, le stelle di Natale, raccogliendo fondi per l’AIL, Associazione Italiana contro le leucemie. La Croce Rossa, insieme alla FVRS di Vicovaro, ha poi proseguito con la solidarietà anche il giorno di Natale. Un importante appuntamento, il 9, è stato certamente l’inaugurazione dell’Università delle Tre Età. Nella ex chiesa di Santa Maria, alla presenza di Costantino Centroni, presidente dell’Associazione promotrice, del Sindaco Thomas, dell’Assessore Coccia e dei vari docenti dei corsi attivati, è stato presentato il Primo Anno Accademico. I corsi di Latino, Storia dell’Arte, Cultura della salute, Italiano per stranieri e Lingue inglese e francese, partiti in questi giorni, sono aperti a tutti. Per iscriversi all’UniTRe, infatti, non è richiesto alcun titolo di studio e non ci sono esami. Meritevole di citazione è anche il progetto “La memoria degli anziani per il futuro dei giovani”. Iniziato con il suggestivo spettacolo teatrale “Il cappello di paglia” messo in scena nella ex chiesa di Santa Maria dalla Compagnia Arte e Cultura Abusiva di Mandela l’8 dicembre, è poi proseguito con tre incontri presso il Centro Anziani di Vicovaro. Un primo meeting con Coccia, i membri del Centro e i ragazzi del Laboratorio della Biblioteca, ha posto le basi per un interessante progetto di creazione di un volume che raccolga i racconti, le esperienze e le testimonianze degli anziani intervistati dai ragazzi. C’è stata poi una proiezione delle vecchie foto dell’Archivio Tancredi (più di 600 scatti degli anni ’40 e ’50) e, per finire, un pomeriggio dedicato alla poesia dialettale con Alessandra Zibellini interprete di alcune poesie dei maggiori poeti vicovaresi viventi e scomparsi. In questo mese c’è stato spazio anche per la danza. Sabato 16 dicembre, l’associazione “Mary Rose” di Vicovaro, infatti, ha allestito un delizioso e seguitissimo spettacolo di danza moderna e hip-hop sempre nella ex chiesa di Santa Maria, con vari ragazzi, giovani e giovanissimi, che si sono esibiti con successo. Altro appuntamento interessantissimo è stata la Tavola Rotonda sull’Integrazione Culturale e la tutela dei Diritti Umani che si è tenuta ancora nella ex chiesa di Santa Maria domenica 17 dicembre. Si è chiusa a Vicovaro la settimana per i diritti umani in Italia promossa dalla Provincia di Roma e che ha visto coinvolti, nei giorni precedenti, i comuni di Roma, Castel Madama, Valmontone, Pomezia, Ladispoli e Colonna. Ci sono stati gli interventi dell’Assessore Coccia, del dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo di Vicovaro Giacoma Massimei, di Lucio Barbetta, responsabile del Progetto Comuni per la Pace della Provincia di Roma, Diego Castellani, Responsabile dell’Ufficio per la Pace di Vicovaro e del sindaco Thomas. I bambini dell’ICS hanno realizzato dei cartelloni, delle poesie e dei temi tutti sull’integrazione culturale, problema (e ricchezza) che essi vivono quotidianamente sulla loro pelle. L’incontro si è chiuso con l’esibizione del gruppo folkloristico peruviano “Inti-raymi”, (“Festa del Sole” nella antica lingua degli indios) che, indossando i tipici costumi peruviani, ha dato vita ad uno spettacolo fatto di danze e coinvolgenti ritmi latino-americani. La musica non poteva certo mancare in questo inizio d’inverno. Prima, il giorno di Natale, il Complesso Bandistico “Gioacchino Rossini” di Vicovaro ha dato gli auguri a tutti girando per le strade del paese, poi, il giorno successivo, si è tenuto l’ormai classico appuntamento con il Concerto di Natale della Corale di Santa Caecilia. Diretta con la consueta passione da Roberto Proietti, accompagnata alla tastiera da Pierluigi D’Amato e potendo contare sulla maestria del soprano solista Carla Ferrari, la Corale di Vicovaro ha dato vita ad un ennesima Vicovaro dimostrazione di bravura ed ha chiuso nel migliore dei modi, con delle interessanti e coraggiose variazioni sul repertorio ormai consolidato, le cerimonie per il ventennale della propria fondazione. Anche quest’anno, per il giorno dell’Epifania, l’Atletica Vicovaro ha organizzato Rincorrere la Befana, una marcia di solidarietà in Piazza San Pietro durante la quale i bambini presenti hanno ricevuto caramelle e dolci nientemeno che dalla Befana in persona... A chiudere le vacanze natalizie sono stati due spettacoli teatrali realizzati dai bambini delle parrocchie di Vicovaro e San Cosimato. I bambini del catechismo di San Cosimato, coordinati dalle loro catechiste, hanno messo in scena il celeberrimo “Aggiungi un posto a tavola”, mentre il Gruppo giovani della parrocchia di Vicovaro ha aiutato i bambini dell’Oratorio ad allestire “Un simpatico presepio” che ha chiuso questa lunga serie di appuntamenti. Anche quest’anno, come quello passato, l’Assessorato alla Cultura ha voluto sostenere Telethon e il Sostegno a distanza, per cui praticamente in tutte le iniziative elencate, è stato possibile, per i cittadini intervenuti, devolvere dei soldi in beneficenza attraverso la presenza di appositi punti raccolta. 25 Il Consiglio direttivo, riunito per il successivo giovedì 14 dicembre, ha eletto la signora Luigina Bianchini nuovo segretario della sezione vicovarese dei Democratici di Sinistra. La signora Bianchini è la prima donna vicovarese a rivestire una carica così prestigiosa ed importante. De Simone è comunque rimasto nel Direttivo. POLITICA: LE PROPOSTE DI RIFONDAZIONE PER LO SVILUPPO DELLA VALLE DELL’ANIENE Il 16 dicembre, presso l’aula consiliare del Comune di Vicovaro, i gruppi consiliari PRC della Provincia di Roma, della X Comunità Montana dell’Aniene e la Federazione PRC di Tivoli, hanno organizzato un incontro-dibattito dal titolo “Proposte programmatiche per il governo e lo sviluppo del territorio della X Comunità Montana dell’Aniene”. All’appuntamento sono intervenuti i segretari dei Circoli di Rifondazione di molti paesi della Valle dell’Aniene, tra i quali Luigi Rinaldi, segretario del circolo di Vicovaro che ha introdotto i lavori, e il presidente della X Comunità Montana, Luciano Romanzi. I temi toccati sono stati molti: dalla partecipazione democratica al lavoro, passando per l’ambiente e la cultura, senza dimenticare i trasporti e l’immigrazione, e numerose proposte concrete sono emerse al fine di trasformare positivamente il nostro territorio. SCUOLA: SUCCESSO PER LE INIZIATIVE DELLE SCUOLE ELEMENTARI POLITICA: È UNA DONNA IL NUOVO SEGRETARIO DELLA SEZIONE DEI D.S. DI VICOVARO Dopo nove anni di soddisfazioni e tanto lavoro il giovane segretario dei D.S. di Vicovaro Fiorenzo De Simone ha deciso di passare il testimone. Contrario alle cariche a vita e pressato da nuovi numerosi impegni (De Simone è stato eletto presidente dell’ANCI Giovani del Lazio), ha deciso di farsi da parte. La Conferenza d’organizzazione, svoltasi il 10 dicembre presso l’aula consiliare, ha dunque provveduto al rinnovamento degli organismi dirigenti: il Consiglio direttivo e la Commissione di Garanzia. In occasione delle festività natalizie, le insegnanti e i bambini delle diverse classi delle scuole elementari di Vicovaro, hanno preparato spettacolini teatrali e canti inerenti il tema della pace e della integrazione culturale. VENERDI 27 GENNAIO in occasione del "Giorno della memoria" l'Assessorato alla Cultura del Comune di Vicovaro, la Biblioteca di Vicovaro, in collaborazione con Marcello De Santis invitano tutti a "Letture per non dimenticare" Biblioteca Comunale "Marcantonio Sabellico", Via delle Scuole, 1 – Ore 17 26 Mandela AL NINO’S PUB È SEMPRE FESTA! di Roberto Bontempi Scopriamo i segreti del successo di uno dei locali più frequentati della zona Entrando la prima volta nel Nino’s pub di Mandela sembra subito di stare a casa: l’atmosfera “irish” è calda e accogliente, la luce soffusa al punto giusto e i rivestimenti in legno danno quel tocco di familiarità che colpisce. Artefice di questo gioiello è il buon Savino Marinaro, per tutti, da sempre, Nino, un 43enne pugliese trapiantato a Milano e trasferitosi, per amore, in questo paesino in provincia di Roma. Stanco della decennale vita da responsabile vigilantes, Nino ha deciso, nel novembre del 2000, di concretizzare la sua vecchia passione per i pub e la buona birra provando a rilanciare questo piccolo locale nel centro storico mandelese e mai scommessa fu più riuscita: da allora il Nino’s pub è diventato sempre più un punto di riferimento per tanti giovani del nostro territorio guadagnando un consenso tuttora crescente. Merito certamente della simpatia e della cortesia di questo gigante buono di un metro e novanta, ma anche della qualità del servizio offerto: tanti diversi tipi di birre, piadine, bruschette e altre sfiziosissime specialità della casa a prezzi competitivi, ma anche capacità di creare motivi di aggregazione. Nino ha saputo programmare degli appuntamenti fissi che, per molti ragazzi, sono diventati un appuntamento irrinunciabile. Mi riferisco in particolare al karaoke del venerdì, dove, con il locale pieno, si canta a squarciagola in allegria, e la musica dal vivo del sabato, quando gruppi rock, pop e blues, si esibiscono intrattenendo i presenti. Spesso e volentieri, il sabato, i concerti live si alternano con divertenti spettacoli di cabaret. Con l’arrivo della bella stagione, poi, questi appuntamenti, insieme con tavolini, clienti e birre, si trasferiscono nell’antistante Piazza di Porta, trasformando il Nino’s pub in un fresco locale all’aperto pieno di gente fino a notte fonda. Un’offerta così diversificata rappresenta un caso praticamente unico per le birrerie della media valle dell’Aniene, e questo risulta certamente un altro dei punti di forza del Nino’s pub. Il proprietario del Pub Nino’s Dietro un uomo realizzato, però, come dice il proverbio, c’è sempre una donna all’altezza e Nino non fa eccezione: sua moglie Tiziana, infatti, oltre a collaborare nella gestione del pub, è anch’essa un’imprenditrice di successo dal momento che porta avanti MADA, un negozio di abbigliamento uomo-donna che sorge a pochi metri dal locale verso il centro storico di Mandela. Dio li fa… La famiglia Marinaro, insomma, è la prova tangibile che, con i giusti investimenti, qualche idea e tanto impegno è possibile fare impresa con successo anche in un territorio, come il nostro, che passa sempre per essere depresso. Sambuci 27 Il fantasma di nebbia - una leggenda di Sambuci di Aurora Fratini Tutti i paesi, piccoli o grandi che siano, conservano leggende che si perdono nella notte dei tempi. Miti, credenze popolari, racconti fantastici che si favoleggiano ai bambini, perlopiù tramandati in forma orale, costituiscono un patrimonio prezioso per la costruzione della memoria storica, folkloristica e antropologica di una comunità che, sebbene ormai emancipata e modernizzata, conserva nei suoi contenuti più autentici quella capacità di novellare e fantasticare che solo la cultura arcaica di un tempo ha potuto produrre. Tra i tanti racconti che le nonne narravano ai loro nipotini davanti al focolare, nelle lunghe oscure e fredde sere d’inverno, ve ne sono alcune davvero molto belle, toccanti, misteriose. Si tratta di leggende che creavano quell’atmosfera di magia, di mistero, di meraviglia a cui oggi siamo disabituati. Ricordare quei momenti significa aprire una parentesi incantata in questo nostra contemporaneità prosaica e nevrotica che sembra non lasciare più spazio alla fantasia, e significa soprattutto abbandonarsi ancora una volta alla capacità di sapersi stupire. Ho chiesto ad una cara amica, Aurora Fratini originaria di Sambuci di raccontarmi qualche leggenda , di sua conoscenza , che in qualche modo può far tornare indietro nel tempo i lettori , anche nello spazio del breve racconto. Lascio ad Aurora narrare questa toccante leggenda. Tra le tante leggende di Sambuci che mia nonna mi raccontava, una di quelle che mi colpiva maggiormente, ogni volta arricchita di particolari, proprio perché non fissata in forma scritta, era quella di un fantasma che si aggirava nel castello e nel paese. E’ sicuramente una leggenda molto antica, ascrivibile all’età feudale per i motivi che propone, tipici di quell’epoca. Questa è la storia: Tanto, ma tanto tempo fa, il castello era abitato da una bellissima marchesa. Era di carnagione chiara, occhi splendenti e grazia raffinata, ma era molto infelice, perché, come si usava allora, il suo matrimonio era stato combinato dall’autorità paterna per interessi, e dunque non amava suo marito. Ciò nonostante ella era sempre garbata con il suo consorte, rispettosa e cortese e aveva man mano imparato a voler bene a quell’uomo, che dietro la sua apparenza burbera e silenziosa, nutriva per la donna una passione grande, la faceva vivere come una regina, tra gemme, ori e vestiti preziosi. Ma, possessivo e gelosissimo della sua bellezza, la teneva segregata nella più completa solitudine e molto raramente la fanciulla aveva l’occasione di vedere gente che non fosse la servitù, fedelissima al padrone. Un giorno venne assunto al castello un nuovo fattore, giovane e di bell’aspetto. La dama lo osservava dalla finestra della sua stanza, lo trovava leggiadro e gentile, forte e affascinante, e sospirava. Ma non appena il ragazzo alzava gli occhi verso di lei, ella si ritraeva immediatamente. Il fattore, che era anche un ottimo scudiero, sellava il suo cavallo quando la dama desiderava inoltrarsi nel bosco. Solo allora i loro occhi si incontravano, le loro mani si sfioravano, lui la seguiva con lo sguardo fin quando ella scompariva tra gli alberi, scambiava con lei sorrisi e talvolta racco- glieva per lei ciclamini, che in abbondanza crescevano nella villa. Era inevitabile che i due giovani si innamorassero, perché quei due cuori battevano lo stesso ritmo. Cominciarono ad incontrarsi più spesso, ma in segretezza e con molta cautela e accortezza, e a scambiare parole dolci come il miele. Un giorno il signore del castello dovette partire per una guerra. Raccomandò la moglie alla servitù e a lei impose un giuramento di fedeltà, come si usava allora e pure adesso si fa’. Un giorno d’inverno, mentre fuori era molto freddo e pioveva e la nebbia era così tanto fitta che nemmeno la falce poteva tagliarla, la dama fece entrare il fattore nel suo salone e gli offrì del vino caldo. La nebbia come un mantello gigantesco, intanto, avvolgeva il castello. Davanti al camino, nel tepore che si diffondeva e che man mano scaldava le anime, i due giovani misero gli occhi uno dentro l’altra, le loro labbra si accostarono e si scambiarono un tenero bacio. Volle la malasorte invidiosa che proprio in quel mezzo, tra la nebbia e il temporale, tuoni, fulmini e saette che Dio ne mandava, si presentasse all’improvviso il marchese che, sorpresi i due amanti in quel lieve scambio d’affetto, preso da grande ira cacciò il giovane, chiamò le guardie e lo fece imprigionare e chiuse la dama nell’alta torre. Dopo qualche giorno, il signore scese nelle segrete dove aveva chiuso lo scudiero e disse: <Solo il mio cuore sarà della mia donna>! e, preso un pugnale, barbaramente lo uccise, trasse dal suo petto il cuore ancora pulsante e pazzo di quella gelosia e quell’odio che solo l’amore umiliato può generare, corse sulla torre per mostrarlo quale orribile trofeo della sua follia alla donna. La dama, presa dall’orrore e dal dolore si volse alla finestra e si lasciò precipitare a valle. Ancora oggi ella vaga, nelle notti di nebbia, tra i saloni ormai vuoti del castello, lamentando la sua sventura e il suo infelice amore, lo chiama invano e non troverà pace finché non avrà restituito il cuore a quello spirito. È evidente che in questa leggenda le reminescenze e le contaminatio medievali sono molteplici, e trovano, proprio in quella straordinaria produzione letteraria, illustri predecessori, basti pensare al V canto dell’Inferno e alla novella IX della IV giornata del Decameron. Molto diffusi sono i motivi del cuore strappato, divorato o proposto come pietanza, il matrimonio forzato, la clausura, la prigionia. Sono temi che arrivano fino alla storia raccontata così come in molte altre, nelle quali vengono trasferiti ed adattati quei topoi colti, pervenuti presso la fantasia popolare chissà per quali strade. Fatto sta che ancor oggi, a Sambuci, si usa dire “Esso che cala ‘a pantasema dagl’arcu” (“Ecco che sta scendendo il fantasma dall’arco” della Villa), a significare che sta calando la nebbia. Memore di questa leggenda, quando nel 2001 è stato ufficialmente aperto al pubblico il Castello Theodoli, la compagnia teatrale dell’Associazione Culturale Terzo Millennio ha rappresentato una commedia da me scritta, che reca il titolo, appunto di ’A Pantasema ‘egliu Casteglio , grande rievocazione storico-leggendaria di Sambuci, dove compare un fantasma. 28 Tivoli Comune di Tivoli e Acea: insieme per un risparmio energetico di Valentina Torella In questi ultimi giorni l’assessorato all’ambiente del Comune di Tivoli, in collaborazione con Acea Reti e Servizi Energetici, ha promosso una campagna all’insegna del risparmio idrico ed energetico al fine di rendere più sensibili i cittadini verso le energie sostenibili e per contribuire in maniera concreta alla riduzione dei consumi. Pertanto verranno distribuite ad ogni singola famiglia del Comune di Tivoli 3 lampade altamente efficaci ed un kit per il risparmio idrico comprensivo di 4 aeratori. Così, insieme al notiziario periodico del Comune di Tivoli, ogni nucleo familiare riceverà: 3 buoni per il ritiro gratuito di lampade tubolari compatte ad alta efficienza di tipo domestico, che consentiranno di ottenere un notevole risparmio energetico rispetto a quelle a incandescenza, 1 buono per il ritiro gratuito di un kit per la riduzione del flusso idrico, composto da 1 erogatore a basso flusso da applicare alla doccia e da 3 rompigetto aerati da installare sui rubinetti di bagni e cucina, e infine 2 pieghevoli contenenti le istruzioni per l’uso e l’elenco dei vantaggi che da tutto ciò ne derivano. In tutto ad essere distribuite saranno 60mila lampade a risparmio energetico e 20mila kit per la riduzione del flusso idrico. E ha dichiarato l’assessore all’ambiente Giuseppe Di Tomassi: “si tratta delle più importanti azioni finalizzate al risparmio energetico nel nostro comune. Infatti se tutti i cittadini sostituiranno le vecchie lampade a incandescenza, a parità di luce, sarà come se a Tivoli si spegnessero contestualmente 48mila lampadine!”. Insomma, parlando in termini concreti, il risultato di tutto questo sarebbe un risparmio annuo di energie quantificabile in oltre 1160 tep/anno (tonnellate equivalenti di petrolio), con conseguente mancata emissione di CO2 nell’ambiente di quasi 3mila tonnellate annue. Il valore commerciale di questa iniziativa, soltanto per il materiale distribuito, è di 240mila euro finanziate da Acea Reti e Servizi Energetici S.p.A. Il valore di ciò che riceverà ogni famiglia sarà di 12 euro. La distribuzione del materiale avverrà fino al giorno 9 febbraio 2007. Un buon investimento per il rispetto dell’ambiente! Tivoli 29 Associazione “Il Simposio”: fotografare per passione di Veronica Moro L’arrivo del nuovo anno, si sa, porta sempre delle novità… Così con l’inizio del 2007 è nata e sta muovendo i primi passi, nel cuore di Tivoli, una nuova associazione culturale: “Il Simposio”. Scopo primario dell’associazione – costituita il 28 dicembre scorso – sarà quello di promuovere e diffondere la cultura della fotografia a 360 gradi per coinvolgere sia gli amatori che i curiosi. “Il Simposio” nasce dall’idea di Franco Di Clemente – storico fotografo professionista della zona di Guidonia e Tivoli – e di Maurizio Moro – un medico appassionato di fotografia fin dall’infanzia – che hanno coinvolto altri amici e amanti della fotografia in questa iniziativa. Infatti, tra i soci fondatori troviamo: Alfredo Arcangeletti, Francesco Pettenati, Roberto Giagnoli (Vice Segretario), Sandro Lucci, Guido Pizzirusso, Matteo Pizzirusso (Tesoriere), Marino Aristotile (Segretario), Pierpaolo Tonnini e Andrea Lacaita. Il Presidente, Maurizio Moro, ha chiarito alcuni punti, ha spiegato quali sono le finalità dell’associazione e per mezzo di quali attività intende raggiungerle. Innanzitutto, da dove nasce il nome dell’associazione? “Il Simposio”, di derivazione platonica, è un momento conviviale in cui ci si riunisce per scambiare – oltre al cibo – anche conoscenze e curiosità culturali. Nel caso della nostra associazione la cultura e la possibilità di scambiarsi conoscenze diventano “cibo per l’anima”. Dove ha sede l’associazione? La sede tecnica-amministrativa è in Via Maremmana Inferiore 90 a Villanova mentre quella socio-culturale presso il “Ristorante Vesta” in Piazza delle Mole 17, a Tivoli. Qual è lo scopo e quali sono le attività proposte da “Il Simposio”? “Il Simposio” prende spunto dall’arte fotografica e intende poi allargarsi ai vari aspetti dell’arte. In tal senso, ad esempio, ci sarà la possibilità di imparare a leggere nelle immagini artistiche e di metterle in relazione tra loro. Inoltre ci siamo posti lo scopo di divulgare la fotografia tra i giovani, attraverso mostre e stage fotografici a tema, di creare un dialogo tra l’immagine fotografica e quella delle altre arti. Chi può partecipare al vostro Simposio? La partecipazione è aperta a tutti i maggiorenni interessati ad apprendere o a scambiare opinioni sulla fotografia ma anche a chi proviene da altri ambiti artistici e vuole arricchire i nostri incontri, apportando altri punti di vista. Per iscriversi è necessario versare una quota annuale di 50 euro per sostenere le spese relative alle attività dell’associazione (regolarmente iscritta nel novero delle associazioni senza scopo di lucro). Per avere informazioni più dettagliate…? Ci si può rivolgere a Franco Di Clemente allo 0774/326270 oppure al 333/5295158 e a Maurizio Moro al seguente numero: 336/547408. Saremo disponibili per ogni chiarimento o proposta! Tradizioni popolari 31 Tradizioni popolari a Castel Madama - Proverbi selezione ed elaborazione del testo a cura di Gualtiero Todini Dalla tesi sulle “Tradizioni Popolari a Castel Madama, 1949” di Vittorio Todini Gli anziani. Erano un punto di riferimento importante per noi. In famiglia erano loro che decidevano le cose, il loro parere era fondamentale. E parlavano poco: solo le parole essenziali, se ‘na parola era pocu, doa eranu troppe. E noi giovani? Noi non avevamo voce in capitolo. Se ti intromettevi in un discorso di grandi, prima o poi, qualcuno ti zittiva: “tu parla cannu piscianu le caine”. Parlare poco, perché – lo ricordate? – chi pocu parla, minu pena pate e, soprattutto, perché si evita di dire cose ovvie, pure e semplici banalità, tipo “se la vecchia ‘n ze moréa, ancora campéa”. Voi, meno anziani, sbagliereste a credere che quella di un tempo era una comunità di vecchi assolutisti e conservatori. Il cambiamento era apprezzato, perché spezzava la routine, che vuol dire assuefazione, caduta di passione, di entusiasmo. Cambiare, però, a ragion veduta, perché se “ha da cambià Peppe co’ Peppe, me tengo Peppe meju”. Se si dà inizio ad una nuova impresa, se nuove persone sono chiamate a dirigere una società, un ente o la comunità, è il momento che un alone di speranza circonda la circostanza, si aspetta che le cose cambino in meglio, perché “scopa nova, scopa bbè”. Un vecchio proverbio recita: “l’abito non fa il monaco”, ma un altro dice: “lo stile fa l’uomo”. Siamo di fronte alla solita saggezza proverbiale (e perlopiù popolare), che afferma una verità... e il suo contrario. Insomma, la vita è così ricca e mutevole, che a seconda delle circostanze è vera una certa definizione, oppure una opposta. Parlando però del lupo, il lupo delle favole, sempre cattivo e imbroglione (sto pensando, per esempio, al lupo di “Cappucetto Rosso”), calza a pennello il proverbio “u jupu cambia lo pilu, ma ju vizziu mmai”. In ogni tempo e sotto ogni cielo, al livello di tutte le classi sociali, le spartizioni ereditarie hanno causato discussioni, liti, vere e proprie zuffe: queste ultime, però, quasi esclusivamente a livello popolare, perché i ricchi “hanno stile” e, prima o poi, affidano le soluzioni a fior di avvocati, che poi pretendono ricche parcelle. Io ho conosciuto qui a Castel Madama (ma certamente anche voi che leggete) spartizioni ereditarie, nelle quali il parente furbo faceva le parti a suo vantaggio; e gli altri o tacevano e ingoiavano per il quieto vivere o la cosa finiva al giudice di Tivoli. Qui il proverbio ammonisce lo spartitore, ma con poca fiducia e scarsa speranza per gli altri: “spartitore, sparti bbè; la minu parte a mme me vè”. L’uomo di casa deve essere una persona che ti ci puoi specchiare: onesto, di parola, gli puoi fare un prestito, ti puoi fidare. Non va all’osteria, al bar diciamo oggi, a tracannare bicchierini, quartucci di vino dicevamo ieri. L’uomo serio sa contenersi, è misurato; troppo serio, troppo misurato; con la moglie e con i figli non deve essere allegro, aperto, sorridente, non deve mostrare ‘na bbona cera. Mio padre Tito a casa con noi era così, mai una risata; invece mi hanno raccontato i suoi coetanei che, “alle cumbinelle era de compagnia”. Ma una sera mia madre lo sorprese in una cantina a bere e cantare: gli disse che a lei, la maestra Olga, questa abitudine non andava bene: mia madre, sebbene romana schietta, credeva fermamente nel proverbio castellano – un po’ esagerato, non vi pare? - “omminu de vinu, no’ vale ‘n quatrinu”. Scena prima. Lui cavalca un vecchio ronzino, antipatico e dispettoso, tanto che a un certo punto fa uno scarto e butta l’uomo in terra: l’uomo si rialza imperturbabile e dice ad alta voce per farsi sentire dalla bestia: tanto dovevo scendere! Scena seconda. La volpe sta ammirando con occhi avidi i bei grappoli d’oro che pendono dalla pergola; fa un salto per morderne uno, non ci arriva; ci riprova e non ci arrriva nemmeno ‘stavolta. Se ne va piuttosto adirata, ma non vuole lasciarlo vedere, allora eslama indifferente: non è ancora matura, non voglio mangiarla acerba. Proprio come la gatta, che “candu ‘n’ariva a j’untu, dice che sa de rancicu”. 32 Libri Prove tecniche di partecipazione di Enrico Cascini Lo scorso 10 dicembre il Circolo di Rifondazione Comunista di Castel Madama”, di cui faccio parte, in collaborazione con il pub “San Michele aveva un gallo” ha organizzato un incontro in compagnia di Nando Simeone, Vicepresidente del Consiglio Provinciale di Roma. Il motivo di questo appuntamento è stato fornito dalla presentazione del libro “La democrazia partecipativa” di Raul Pont (Edizioni Alegre). L’autore è stato negli anni passati sindaco di Porto Alegre, la cittadina brasiliana riconosciuta a livello mondiale come prima fondamentale esperienza di sperimentazione ed applicazione del cosiddetto bilancio partecipato, discusso e deciso dai cittadini stessi. Nando Simeone era presente in qualità di curatore dell’edizione italiana del libro ed ha caratterizzato il suo intervento, soffermandosi sulla necessità impellente di stimolare nelle comunità della nostra provincia la formazione di esperienze in materia di partecipazione da parte dei cittadini nelle scelte di carattere amministrativo a cui le giunte locali devono far fronte. Durante la serata si è ricordata la recente adesione della Provincia di Roma alla Rete del Nuovo Municipio, associazione di carattere nazionale che ha come obiettivo principale la “messa in rete”, facilitandone la diffusione, delle esperienze di sperimentazione del rapporto reciproco tra un ente locale e quanto presente sul proprio territorio. Raul Pont, rappresentante storico della sinistra brasiliana, è uno dei fondatori del Partito dei Lavoratori, il partito del rieletto presidente Lula. Sicuramente la sua militanza ha facilitato, nella stesura dell’opera, la caratteristica descrizione in forma diretta delle metodologie di costruzione della democrazia partecipativa, stimolando il lettore ad importanti riflessioni teoriche e politiche sulle pratiche stesse di partecipazione. Nella seconda parte del libro si passa dal Brasile e da altre esperienze sudamericane, quale quella venezuelana, all’Italia, ed è possibile analizzare quanto è accaduto ed accade in merito ad esperienze di costruzione di realtà legate al bilancio partecipato. Perché questo libro e per quale motivo l’esigenza di questo incontro? In seguito all’intervento di Simeone si è passati all’ambito locale, cercando di impostare il dibattito sulla linea guida che spinge, ad andare oltre la ricerca del consenso numerico, pressando gli amministratori affinché si giunga alla sperimentazione di un rapporto nuovo, diretto, di maggior coinvolgimento con quanto si muove nel nostro paese. Non bisogna caratterizzarsi come portatori unici di quest’idea ma è necessario confrontarsi con le forze esistenti quali le associazioni ed i comitati ma soprattutto e non per ultimi i singoli cittadini. La scommessa parte da lì, è solo con la partecipazione che può concretamente prendere piede questo principio di redistribuzione di un “pezzetto di quel potere decisionale” che è delegato agli eletti. Tutto ciò non in un’ottica di mancanza di fiducia, ma con la consapevolezza che la nostra terra e la sua vivibilità possono essere determinate anche dalle nostre decisioni. Nella lettura agevole delle pagine, come in una successione scadenzata, scorre ben evidenziata la narrazione dei passaggi affrontati per arrivare allo svolgimento di assemblee pubbliche in cui le decisioni intraprese non hanno avuto certamente carattere di stampo populistico ma sono state ottenute come le risultanti di discussioni , anche aspre e lunghe, su temi reali e di carattere quotidiano. Di fondamentale importanza è evidenziare l’incapacità effettiva di poter esportare un modello funzionante, quale quello testato a Porto Alegre, nel nostro municipio, in special modo dovuto al fatto che ogni comunità per quanto grande o limitata possiede degli aspetti oggettivamente propri e discriminanti rispetto ad altre, non permettendo appunto l’assunzione di “manuali d’uso universali”. Questa difficoltà evidenzia alternativamente un aspetto positivo, legato all’esigenza diretta di sviluppare attivamente, cercando in prima persona gli stimoli. Sarà fondamentale porsi come autodidatti nella creazione ed invenzione delle “regole” caratterizzanti le strade da percorrere affinché le scelte siano ponderate dal basso. Libri 33 “Gli eredi di Vespasiano, una realtà tra il sogno e la fantasia” recensione di Flavia De Bellis Gli eredi di Vespasiano è una favola moderna, un romanzo carico di tematiche e variegato in tutto il suo intreccio narrativo. Scritto nell’estate 2005 da Matteo Di Vincenzo, studente del liceo Classico Amedeo di Savoia, nato a Tivoli nel 1988. Il lavoro è stato pubblicato nel luglio 2006 dal Centro Programmazione Editoriale, importante casa editrice modenese. Scenario dell’intera narrazione è il delizioso Borgo del Forno, un immaginario paesello medioevale ipotetico, che rappresenta e compendia tutti gli aspetti e le caratteristiche del Cicolano, regione montuosa tra il Lazio e l’Abruzzo, all’estremo lembo orientale della provincia di Rieti. La passione per la storia del territorio e alcune problematiche antiche ed attuali hanno spinto l’Autore a comporre questo romanzo, che racchiude in sé messaggi volti a suscitare riflessioni su argomenti vari, in primis l’abbandono dei piccoli centri che muoiono. Protagonista del racconto è Vespasiano, non il grande imperatore della Roma Antica, bensì il Conte Ottorini D’Orlandi, novantenne avvocato e latinista, che abita con la sua devota assistente Alda e con il figlio di questa, Donato, nel palazzo cinquecentesco del fantastico, ma verosimile, paesino spopolato della Valle del Salto. Un infarto improvviso e un forte senso di solitudine inducono l’anziano gentiluomo a fare un bilancio della propria vita, considerando la labilità dell’esistenza umana, la perdita di parenti ed amici e la morte della sua terra natale, che vorrebbe, però, di nuovo piena di vita. La tranquillità di palazzo Ottorini viene inoltre insidiata da una serie di vicissitudini legate a due lontani parenti di Vespasiano, unici discendenti per via dinastica che, intenti a rivendicare la loro eredità e spinti dal vizio del gioco d’azzardo, arrivano a denunciare il nobile parente, che considerano incapace di intendere e volere. Tuttavia, la piena lucidità, la grande perizia e le giuste amicizie dell’anziano conte tentano di arginare, in un clima di serenità, il nuovo affronto e, nonostante la difficile situazione contingente, l’amore per il paese natale e l’affetto verso i suoi compaesani spingono il professore ad organizzare, in occasione del ferragosto del 2004, una grande festa a Borgo del Forno, che rivive gli antichi splendori di un tempo grazie alla partecipazione di chi, anni prima, fu costretto ad emigrare altrove. Il tutto è condito con la notizia di lasciti che il conte ha intenzione di effettuare a beneficio dei suoi concittadini, che alla fine saranno partecipi soprattutto di un’eredità «spirituale». Intorno all’intreccio, si articolano ampie digressioni, frutto di una saggezza popolare cicolana e di un’attenta documentazione storica: si va dalla ricetta delle «sagne» e della «pizza rentorta» alla descrizione del ballo della «pantasima», dal quadro storico di alcune località significative, come Fontefredda e Poggio Poponesco, alla ricostruzione agiografica della vita e dei miracoli di Santa Filippa Mareri, la Santa del Cicolano per eccellenza. Non mancano, inoltre, riferimenti a luoghi importanti della Valle del Salto, di cui talvolta si parla quasi con il linguaggio puntuale di una guida turistica. Oltre alla storia interna alla narrazione, dunque, l’Autore intende proporre anche una riflessione affinchè venga riscoperto un territorio pieno di risorse ma oggi quasi interamente ignorato, e sia sempre viva nella coscienza di ognuno la tristezza di un paese abbandonato, che muore. 34 Cultura UNA VISITA ALLA VILLA GARIBALDI di Carla Santolamazza Per gli appassionati di storia e tradizioni polari proponiamo un’interessante escursione a Riofreddo al Museo delle culture “Villa Garibaldi” e sosta nel ristorante locale per gustare le specialità della casa Il paese di Riofreddo sorge tra il Lazio e l’Abruzzo e per lungo tempo è stato considerato la frontiera tra lo Stato Pontificio e il Regno di Napoli. È attraversato da un antico tracciato della Via Valeria. Il nome, Rivus frigidus, è derivato da un gelido ruscello, il torrente Bagnatore, che lambisce il paese. Il nucleo primitivo si è formato intorno al castello, sorto probabilmente nell’XI o XII secolo, con l’apporto di gruppi di diversa provenienza, ciascuno dei quali in possesso di una propria pratica cultuale (come dimostrano le diverse devozioni ai santi Marco, Giorgio ed Elia). Oggi purtroppo del castello restano solo alcune parti in fase di ristrutturazione, ma originariamente era forse a forma quadrilatera con quattro torri cilindriche agli angoli (successivamente ridotte a due) e il maschio nella parte frontale. Fu proprio nella prima metà del XII secolo che presero possesso della rocca i colonnesi, e la trasformarono in castello. Un periodo di una certa importanza Riofreddo lo godette nel 1799 durante la prima Repubblica Romana, quando fu nominato capoluogo del 6° Cantone del Dipartimento del Tevere, che comprendeva i comuni di Vivaro, Vallinfreda, Arsoli, Roviano, Scarpa, Anticoli, Sambuci, Saracinesco, Civitella, Licenza, Roccagiovine e Percile. Il periodo di notorietà si rinnovò con la venuta a fine Ottocento di Ricciotti Arredi dello studio di Ricciotti Garibaldi Garibaldi, quarto e ultimo figlio di Giuseppe e Annita, che per il clima, “l’aria salubre e fresca” e l’acqua della fonte Limosa, scelse Riofreddo come meta di villeggiatura insieme alla moglie Costanza Hopcraft e ai numerosi figli. Ex ospedale della SS. Annunziata oggi sede dello ambulatorio e del Comune Per alcuni anni fu la loro dimora e costruì un secondo castello, oggi più propriamente chiamato Villa Garibaldi e sede del Museo delle culture. Nato a Montevideo nel 1847, fu un combattente valido, si distinse nelle battaglie di Monterotondo e di Mentana (1867), e nella guerra franco-prussiana,1870, a Digione conquistò una delle uniche due bandiere che i prussiani persero durante la guerra. Deputato del parlamento italiano alla Camera prese posto all’estrema sinistra. Si spense a Roma il 17 luglio 1924. La moglie, Harriet Constance Hopcraft (1853-1941) che apparteneva ad una famiglia benestante inglese, trasferisce a Riofreddo le idee ed il clima degli ambienti in cui era cresciuta durante la sua giovinezza, e che, alla fine dell’Ottocento e nei primi decenni del Novecento, rappresentano per questi territori una visione del mondo totalmente nuova, ancora estranea alle classi dirigenti italiane, assolutamente Cultura Arredi dello studio di Ricciotti Garibaldi carenti di spirito filantropico e di teorie sullo sviluppo autonomo delle popolazioni. Importante e fondamentale la sua opera di risanamento dell’ospedale della SS. Annunziata, la cui costruzione risale probabilmente al periodo medioevale, determinata dalla posizione geografica del paese, situato lungo la via Valeria e ultimo centro abitato dello Stato della Chiesa verso l’Abruzzo, che ha sempre favorito un copioso flusso di viaggiatori e commercianti. In memoria di Donna Costanza nel 1932 venne inaugurato il nuovo ospedale, fornito di tutte le necessarie infrastrutture, ma, distrutto dalle truppe tedesche durante la II guerra mondiale, è stato poi definitivamente soppresso. Attualmente l’edificio ospita l’ambulatorio medico e il Comune. Accanto è situato l’oratorio dell’Annunziata, una costruzione romanica dalla facciata con tetto a uno spiovente, campanile, portale archivoltato, monofore laterali, costruito dal ramo dei Colonna di Riofreddo. L’interno è costituito da un unico locale con volta a botte, ricoperto interamente da un ciclo di affreschi. Proprietà della curia di Tivoli fino al 1976, quando è stato ceduto al comune. Villa Garibaldi sede del Museo 35 Il Museo delle culture “Villa Garibaldi” è una delle realtà museali più interessanti della Valle dell’Aniene, centro di studi e documentazione della storia di questo territorio che testimonia la presenza e l’incontro di identità culturali diverse sin dai Uno scorcio di Riofreddo tempi antichi, terra di confine e crocevia di traffici. Territorio degli Equi, documentato dai ritrovamenti della necropoli arcaica di Casal Civitella e rappresentati nella sezione archeologica del museo che si articola in: Sezione Demoetnoantropologica: documenta le culture locali costituite da contadini, pastori, allevatori, carrettieri, trasportatori e artigiani del paese; Sezione Storica: dalla nascita del paese in epoca alto-medioevale (VIII sec. circa) alla fine dell’Ottocento, alcuni plastici documentano le vicende architettoniche degli edifici più significativi della storia della comunità; Sezione Archeologica: sulla presenza degli Equi (con preziosi reperti della Necropoli arcaica di Casal Civitella) e sulla romanizzazione del territorio; Sezione Relativa alla famiglia Garibaldi:espone oggetti e cimeli appartenuti a Ricciotti Garibaldi e ai suoi figli. Il Museo offre vari servizi anche per l’utenza scolastica: visite guidate, proiezioni di video, cd rom, guida breve. Il museo offre la possibilità di visita anche alle persone con handicap. Orario di apertura: Lunedì, mercoledì, sabato e domenica, dalle 10:30 alle 13:30 e dalle 15:30 alle 18:30. Per prenotarsi telefonare allo 0774-929186 durante l’apertura del Museo, altrimenti chiamare in Comune al numero 0774-929116, Fax 0774-929501. e.mail: [email protected]; sito internet: Villa Garibaldi www.mudecu.it 36 Sport A.S.D. Castel Madama - Promozione di Ivo Santolamazza Il 10 dicembre 2006 il Castel Madama incontra in casa Fiumicino e schiera Di Marco, Nonni, Duranti, Figlioli, Panzini, Marzano, Ippoliti (30’ st D’Aniello), Consorti, Salvati, Valentini, Alfani (20’ st Lucci). A disposizione dell’allenatore Ciocchetti ci sono Muzi, Conti, Saturni, Giuliani, Proietti. Fiumicino risponde con Calderari, Rambaldi, Riccio, Ferrari, Timido, Sinceri, Gavina, Maiolatesi, Marinucci (47’ st Pavani), Starace, Palombo e a disposizione dell’allenatore Piccioni ci sono Lampis, Alesi, Ponziani, Bodo, Barbato, Scarselletti. Arbitro: Loria. La gara termina con un giusto pareggio. Molte azioni ma nessuna a buon fine. I padroni di casa attaccano al 37’ con Salvati che impegna il portiere avversario con una rovesciata deviata in angolo. Allo scadere, diagonale di Starace e deviazione in angolo di Di Marco. Al 7’ st Figlioli (C) viene espulso per doppia ammonizione. La partita giunge al termine con altre belle azioni ma senza gol. Nella 12’ giornata di andata del campionato di promozione laziale, girone B, Casette e Castel Madama pareggiano 22. La partita si è giocata domenica 17/12/2006, alle ore 11,00 al campo Polivalente di Casette (RI). Arbitro: Morreale. Il Casette scende in campo con Sellaroli, Carconi (20’ st Mazzola), Gunnella, M. Pompili, Grillo, Carosi, Rosatelli, Di Casimiro, Graziani (20’ st Morbidelli), Guadagnoli (45’ pt Maceroni), Di Benedetto. A disposizione dell’allenatore R. Pompili: Giancarlo, Eleuteri, Miluzzi, Simeoni. Il Castel Madama schiera Di Marco, Nonni, Lucci, Duranti, Banzini, Marzano, D’Aniello, Consorti, Salvati, Conti, Valentini. A disposizione dell’allenatore Volpe: Muzi, Alfani, Proietti, Saturni, Cervelli, Piselli. Per il Castel Madama due gol nei primi 45’ di gioco ma il Casette reagisce e riesce a recupe- rare nella ripresa. Al 20’ arriva il gol del vantaggio per il Castel Madama con Duranti che realizza di testa deviando un calcio d’angolo. Al 35’ D’Aniello raddoppia. Nella ripresa il Casette prima accorcia le distanze al 1’ con Grillo e poi raggiunge il pareggio al 30’ con Di Casimiro. La 13’ giornata di andata del campionato di promozione laziale, girone B, si è giocata domenica 7/1/2007 alle ore 11,00 al campo A.Testa di Castel Madama. La squadra di casa incontra il Tor Sapienza pareggiando 0-0. Arbitro: Potenza. Nessuna azione rilevante. Al 35’ st viene espulso Alfani (C) per doppia ammonizione. CLASSIFICA - Girone B (aggiornata al 4/12/2006) Fiumicino Tor de Cenci Tor Lupara Pro Sabina Riano Monter. Scalo N.S. Maria Mole Roviano Pro Calcio Acilia Casette Fonte Nuova Pescatori Ostia Castel Madama Alessandrino Tor Sapienza Palocco 27 26 26 23 22 19 17 16 15 14 14 13 13 13 11 3 13 13 13 12 13 13 12 12 14 13 13 13 13 13 13 13 7 8 7 6 6 6 4 3 3 3 2 3 3 3 2 0 6 0 2 3 5 1 5 1 4 3 1 6 5 3 7 2 6 5 5 5 8 3 4 6 4 6 4 6 5 6 3 10 16 20 16 19 20 13 16 17 11 15 12 15 14 12 15 7 7 10 11 10 18 14 11 10 16 22 13 16 20 18 16 27 Domenico Maria Salviani: CAMPIONE ITALIANO Il 7 gennaio 2007 è stato un giorno importante per Domenico Salviani che si è aggiudicato il primo posto nel Campionato Italiano Ciclocross di Rovato. Il giovane sedicenne di Castel Madama si è classificato primo dopo una lunga ed estenuante gara in cui gli avversari gli sono stati fino alla fine col fiato sul collo. Domenico pratica il ciclismo da dieci anni ed è sempre seguito dai suoi genitori, ma questa volta non solo da loro. Infatti per il Campionato Italiano ha avuto una vera e propria tifoseria “castellana” al suo seguito; molti concittadini, organizzandosi con un pullman, lo hanno accompagnato fino a Lucca incitandolo e aspettandolo al traguardo. Ma Domenico è abituato alle vittorie, infatti, oltre a successi provinciali e regionali, già nel 2005 conquistò il primo posto nel campionato Italiano Ciclocross mentre lo scorso anno si classificò terzo. Ora il giovane campione si prepara subito per la prossima gara, quella di Vittorio Veneto. Sport 37 Intervista ai responsabili del Settore Giovanile Calcio di Ivo Santolamazza A Castel Madama non ci sono solo le prime squadre ma esiste anche il settore giovanile dell’A.S.D. Castel Madama composto da circa 130 bambini e ragazzi guidati da un gruppo di allenatori e dirigenti meritevoli. È per questo che abbiamo voluto dar voce al Responsabile Tecnico del settore giovanile (Sandro Meucci) e al Responsabile Organizzativo del settore giovanile (Luigi Santini). Da quanto tempo operate nell’A.S.D. Castel Madama? Meucci: Sono allenatore da più di venti anni, forse ho iniziato nel lontano 1988 da quando ho preso il tesserino di allenatore, ma già da qualche anno prima di quella data ero nel mondo dirigenziale del calcio e sono stato anche un ex giocatore. Santini: Sono arrivato in questa società nel giugno 2005 e mi occupo dell’organizzazione del settore giovanile ma arrivo da un’esperienza dirigenziale decennale svolta in altre società calcistiche. Per voi questa occupazione è un lavoro o una passione? Meucci: Sicuramente una passione, ma è anche duro lavoro e impegno; il piccolo rimborso spese dato agli allenatori non è uno stipendio; gli allenatori oltre a molte ore impegnate per gli allenamenti accompagnano anche i ragazzi nelle trasferte, quindi a volte diventa anche un impegno. Santini: Decisamente una passione, perché occupiamo molto del nostro tempo in questa attività e sicuramente non lo facciamo per soldi come molti potrebbero pensare, anche perché non ci troviamo in una grande società dove possiamo vivere con uno stipendio da allenatore o da dirigente. Quali squadre seguite? Meucci: Abbiamo molte squadre divise ovviamente per anno di nascita: Allievi (nati nel 1990-1991), Giovanissimi ‘92, Giovanissimi ’93, Esordienti ’94, Esordienti ’95-’96, Pulcini ’97, Pulcini ‘97-’98, Piccoli Amici ’99-2000. Personalmente alleno Pulcini ’97-98 ma mi occupo di tutte le squadre. Santini: Seguo tutte le squadre del settore giovanile elencate dal signor Meucci occupandomi dell’organizzazione e degli aspetti dirigenziali. Come procedono i campionati? Meucci: Molto bene, ogni squadra ha un suo campionato. Tranne i più piccolini nati nel ’99-2000, tutti gli altri ogni settimana giocano contro squadre avversarie anche partite fuori casa. Santini: Procedono bene, i bambini e i ragazzi giocano tutti indifferentemente anche perché per noi non conta vincere a tutti i costi. Per i più piccoli l’importante è il divertimento, infatti Pulcini ed Esordienti non hanno neanche un arbitro federale dato che il gioco inizia a farsi più competitivo con i Giovanissimi e gli Allievi. Questa società permette ai giovani di crescere professionalmente? Meucci: Certo, i ragazzi possono crescere perché in questa società ci sono preparatori qualificati e ogni ragazzo è seguito al meglio. Santini: Sicuramente hanno possibilità di crescere ma questo dipende anche dall’impegno di ciascun ragazzo. Dal prossimo anno saremo ancora più pronti e organizzati e speriamo in un futuro di poter fare una selezione dei ragazzi per creare squadre più competitive dagli Allievi ai Giovanissimi. Le strutture sportive e le attrezzature a disposizione sono idonee al vostro lavoro? Meucci: Non proprio, un solo campo sportivo non può soddisfare le esigenze di due prime squadre, di una juniores regionale, e di tutte le giovanili che da sole superano i 130 iscritti. Il problema nasce quando si giocano le partite che devono essere incastrate in mezzo alla settimana o ad orari insoliti dato che i campionati da giocare sono molti. Basterebbe un piccolo campo sportivo adiacente a quello attuale per sopperire a molti inconvenienti. Non mancano le attrezzature ma non sono proprio come vorremmo, perché per i nostri ragazzi vorremmo di più. Santini: Sono insufficienti spazi per l’allenamento ma anche spogliatoi, ne servirebbero, per il momento, almeno altri due per permettere ai ragazzi di cambiarsi e lavarsi sia dopo gli allenamenti che dopo le partite senza affollamenti o confusioni varie. Vorremmo garantire strutture migliori ma per ora con le sole forze della nostra società non possiamo permetterci di migliorare le condizioni attuali. Vorremmo un aiuto per migliorare la situazione e lo vorremmo soprattutto per i bambini e i ragazzi. Cosa direste ad un genitore che intende iscrivere il proprio figlio ad un corso di scuola calcio? Meucci: Stiamo cercando di fare un buon lavoro, bambini e ragazzi sono seguiti da tecnici specializzati; sono seguiti tutti dal momento che vengono accompagnati e consegnati a noi, fino al momento che vengono ripresi dai genitori. Cerchiamo di educarli allo sport e al rispetto delle regole e degli avversari. Santini: Per noi prima viene l’educazione poi viene il discorso tecnico. Abbiamo un custode che vigila ogni giorno sul campo sportivo e nei pressi di esso; la pulizia degli spogliatoi è garantita. Siamo contenti che i genitori si interessano e seguono le varie fasi di crescita dei ragazzi aiutandoci con critiche costruttive. 38 Teatro “Quelli che... continuano” di Mario Di Nardo Non è vero, ma ci credo!!!, quindici repliche da tutto esaurito Il sette gennaio si è conclusa la serie di repliche della compagnia teatrale “Quelli che ... continuano” con la commedia brillante di Peppino De Filippo “Non è vero, ma ci credo”. Il bilancio è a dir poco entusiasmante; 1.500 persone suddivise in quindici repliche, hanno potuto apprezzare il lavoro presentato dalla compagnia teatrale riempiendo di elogi e quindi, appagando tutti gli interpreti della commedia. Per noi della compagnia, fare teatro amatoriale, è sempre un privilegio e, soprattutto, una responsabilità sociale, comunitaria, culturale e sicuramente d’amicizia: uno spettacolo fatto bene quanta serenità trasmette a persone che magari sono sole, vecchie, povere, in crisi, o anche normali e ricche, o altro. Perciò, fare teatro è sempre qualcosa che supera noi stessi e ci rende, appunto, responsabili, tanto che, se non ci fosse, ci mancherebbe una componente che ormai fa parte del nostro modo di vivere. La commedia che abbiamo rappresentato, rimarrà sicuramente nei nostri pensieri per due fondamentali motivi: il primo è perché la prima commedia non musicale interpretata dalla compagnia; il secondo perché è la prima volta che la compagnia ha presentato un proprio lavoro all’interno di un teatro. È l’impegno, la costanza, il sacrificio, l’accettazione reciproca, che rappresentano la parte più cruda ma anche indispensabile di ogni allestimento. Se questo è vero, allora nessuna fatica, contrasto, egoismo o difetto può essere d’ostacolo alla gioia che deve firmare e sostenere il percorso di un gruppo come il nostro; gruppo considerato da più voci patrimonio dell’intera collettività Castellana. “Non è vero, ma ci credo” ormai è già il passato della Compagnia Teatrale, il futuro sarà la commedia musicale italiana più conosciuta e apprezzata in tutto il mondo “RUGANTINO”. Per noi Rugantino sarà una vera e propria sfida con noi stessi, come in tutte le commedie ci sono vari strati di interpretazione e quindi di difficoltà, mi sembra naturale, visto i trascorsi, che la compagnia tutta punta al grado più elevato di difficoltà e quindi sicuramente presenterà uno spettacolo indimenticabile. Rugantino sarà realizzato da circa 60 persone che si adopereranno davanti e dietro le scene, i brani musicali della commedia saranno interpretati dal vivo, il corpo di ballo sarà composto da circa 20 ballerini, le scene arredate saranno 12 ecc. ecc. È inutile negare che i numeri appena citati fanno paura, ma la voglia di fare bene è tantissima e siamo sicuri che tutto riuscirà come abbiamo preventivato. Quindi l’appuntamento è fissato per il 16 e 17 giugno al “Parco Oudenaard”.