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Anno 4 - Numero 1 - Gennaio 2007
Domenico Maria Salviani
Periodico dell’Associazione Culturale Albatros
Amministrazione
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Allo “Stallone” parcheggio con shopping
di Carla Santolamazza
Si torna a parlare del parcheggio allo Stallone: nella presentazione del progetto
in un’assemblea pubblica, nel ritiro di un punto all’o.d.g. in Consiglio Comunale,
in questo articolo con la descrizione dell’intervento e con un’intervista
al Sindaco Giuseppe Salinetti e al Capogruppo di maggioranza Enrico Grazia
Nel Consiglio Comunale del 22 dicembre 2006 è
stato ritirato per motivi tecnici un punto all’ordine
del giorno relativo al Parcheggio dello Stallone.
Cerchiamo di capire come sarà modificata l’area
situata alle spalle della scuola elementare e destinata un tempo ad accogliere un parco pubblico. Lo
facciamo attraverso la descrizione del progetto
preliminare di intervento da realizzarsi con la procedura del project financing, proposto dalla Ditta
Mario Cipriani e redatto dal Geometra Pierluigi
Capobianchi e dall’Architetto Giacomo Franchi.
L’area suddetta è indicata nell’attuale Piano Regolatore con destinazione a servizi, stando a quanto
viene descritto nello studio di fattibilità. Il P.R.G.
ha validità decennale per i vincoli di destinazione
pubblica, ed è stato approvato nel 1975. Inoltre il
tipo di servizi previsti dal P.R.G. è diverso da quello che viene proposto, sicuramente per la parte
commerciale-direzionale: quindi occorrerà una
procedura di variante.
Brevemente ripercorriamo le principali tappe della
realizzazione di questo parcheggio. Nel gennaio
2000 l’Amministrazione di centro-sinistra, con
Scardala Alfredo Sindaco, adotta il Piano Urbano
Parcheggi e individua tra gli altri siti lo Stallone.
Pianta coperture: in nero gli edifici commerciali-direzionali
Dopo l’invio del Piano alla Regione, incarica a
luglio l’Arch. Franchi per la redazione del progetto preliminare. A dicembre dello stesso anno il sindaco Scardala si dimette e tutto si interrompe. Il
Piano dei parcheggi, che non era stato approvato,
verrà ripreso sempre da Scardala, stavolta con il
centro-destra. Nel marzo del 2002 la nuova maggioranza di centro-destra, sempre Sindaco Scardala, approva il “Programma Triennale delle opere
pubbliche 2002 2004” dove è prevista la realizzazione del parcheggio con le regole del project
financing. Nel dicembre del 2002 la Cogema
costruzioni s.r.l. presenta il progetto del parcheggio. Nel novembre del 2003 il Comune avvia la
procedura di esproprio che scatena la reazione di
forze politiche di opposizione e cittadini che si
costituiscono in un comitato di lotta contrario alla
realizzazione del progetto e contestano la formula
del project financing. L’Amministrazione di centro-destra prende tempo e cambia in parte il progetto, nonché l’impresa proponente. Arriviamo ad
oggi con il progetto, redatto dal Geometra Capobianchi e l’Arch. Franchi, che prevede, sempre
con le regole del project financing, la realizzazione di 46 box auto, 80 parcheggi scoperti e due edifici, di 520 mq su due piani, a destinazione commerciale-direzionale, collegati tra loro da spazi
pedonali coperti e scoperti. Nel progetto è prevista
inoltre la sistemazione a verde delle aree circostanti. Il parcheggio si sviluppa su due livelli carrabili a gradoni sfalsati e collega fra loro due strade oggi a fondo cieco, Vicolo degli Olmi e la
strada del Campetto che si immette su Via della
Libertà. Da Vicolo degli Olmi, a senso unico, si
entra al parcheggio sul livello 1, dove sono disposti a monte una parte dei box auto completamente
interrati, intervallati dai locali commerciali e dalla
zona pedonale, dalla parte opposta della pista carrabile, a valle, i parcheggi scoperti. Dal livello 1 si
scende al livello 0, che presenta una struttura analoga a quella descritta senza i locali commerciali, e
si prosegue verso l’uscita sempre a senso unico,
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Amministrazione
Selloni del livello 1 e 0: box ed edificio commerciale-direzionale
dalla strada del Campetto, su Via della Libertà,
questo tratto sarà adeguato per consentire il passaggio delle macchine Per la viabilità pedonale,
che comunque in alcune parti coesiste con il carrabile, sono previste scalinate di accesso per arrivare nelle zone pedonali e negli spazi verdi attrezzati programmati dall’intervento. A monte il
collegamento diretto con le zone del centro storico sarà in corrispondenza di Vicolo S. Sebastiano,
Vicolo Giustini, Vicolo del Borgo e Discesa
Empolitana, mentre a valle si scenderà su Via
della Libertà attraverso la scalinata di Vicolo S.
Sebastiano, che sarà ristrutturata per permettere
anche l’accesso ai vari livelli del parcheggio, e
direttamente nell’area della scuola elementare,
dove sono previsti il mantenimento e l’incremen-
to dell’attuale area di pertinenza, che sarà riqualificata, e la realizzazione di un nuovo ingresso
direttamente dal parcheggio. Sono state indagini
geologiche, idrologiche, idrauliche e sismiche ad
accertare l’idoneità dell’area all’intervento, ma
saranno effettuate ulteriori indagini geologiche
per garantire la sicurezza complessiva dell’intervento ed ottenere i nulla osta regionali relativi al
vincolo idrogeologico e alla legge n. 64/74.
E i costi? Esaminiamo le cifre. Il costo di investimento totale dell’opera, a carico del privato, stimato nel Piano Economico e Finanziario allegato
al progetto, è di 2.678.400,00 euro tra costi di progettazione, amministrativi e di costruzione. Compreso anche quello relativo agli indennizzi per gli
espropri dell’area, 7.000 mq circa, e di alcuni fab-
“La Piazza”
Periodico dell’Associazione Culturale Albatros
Vicolo Giustini, n. 10
00024 Castel Madama (Roma) - tel. 0774/449849
Anno 4, n. 1 - Gennaio 2007
Registrazione del Tribunale di Tivoli n. 4/2004 del 14/04/04
Direttore Responsabile: Rino Sciarretta
Capo Redazione: Carla Santolamazza
Redazione: Alessandra De Santis, Fausta Faccenna,
Federico Chicca, Ivano Chicca, Ivano Moreschini,
Ramona Pompili, Paolo Muzi,
Roberto Bontempi, Salvatore De Angelis
Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero
Veronica Moro, Valentina Torella, Gualtiero Todini,
Flavia De Bellis, Ivo Santolamazza, Aurora Fratini,
Enrico Cascini, Mario Di Nardo
Per la pubblicità rivolgersi al 3490063355
Grafica ed impaginazione: Salvatore De Angelis
Stampa: Quaresima, via Empolitana km 3,400 - Castel Madama
Chiuso in redazione il 19/01/2007 - Tiratura 1.500 copie
SitoWeb: www.lapiazzacastelmadama.com
E-mail: [email protected]
LA REDAZIONE SI RIUNISCE TUTTI I LUNEDÌ
DALLE ORE 18 ALLE 20
SOMMARIO
• Allo “Stallone” parcheggio con shopping pag.
3
• Intervista al sindaco Giuseppe Salinetti
»
6
• Intervista al Capogruppo Enrico Grazia
»
7
• Intervento del direttivo della Margherita
»
9
• Olio DOP terre tiburtine
»
10
• A tutto ... corto
»
13
• Notizie in breve
»
14
• IX Comunità Montana
»
16
• In ... Forma
»
19
• Vicovaro
»
23
• Mandela
»
26
• Sambuci
»
27
• Tivoli
»
28
• Tradizioni popolari
»
31
• Libri
»
32
• Una visita alla Villa Garibaldi
»
34
• Sport
»
36
• “Quelli che ... continuano”
»
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Il giornale viene diffuso anche nei paesi di Vicovaro, Mandela, Sambuci, Tivoli
Amministrazione
bricati rurali fatiscenti di piccole dimensioni,
come prevede la bozza di convenzione tra il
comune e la ditta Cipriani.
Il privato recupera gli investimenti attuati con i
ricavi non tariffari, costituiti dalla vendita dei box
Non tariffari
Vendita box
Vendita locali
commerciali
Tariffari
Gestione
parcheggio
per 3 anni
46 unità
80
media
posti auto
5
e degli immobili a destinazione commerciale, e
con quelli tariffari, rappresentati dagli introiti
derivanti dalla gestione del parcheggio.
Le ipotesi di ricavo, stimate nel piano economico
e finanziario, si leggono nella tabella seguente:
27 mq ad unità
1.500 euro a mq
1.863.000 euro totali
520 mq totali
1.900 euro a mq
988.000 euro totali
0,80 euro
tariffa
oraria
12 ore
giornaliere
320 giorni
l’anno
245.760 euro totali
Il progetto sarà finanziato prevalentemente con capitale apportato dai soci e con un finanziamento bancario, come da tabella:
Capitale soci
Capitale proprio
Mutuo bancario ipotecario
2.027.388,00 euro
110.377,00 euro
540.635,00 euro
75% circa
04% circa
21% circa
Il tasso di interesse del mutuo è del 5,64%.
La discussione è ancora aperta nelle sedi politiche e tra la gente, diverse sono le domande e i dubbi: gli
ingressi al parcheggio, il commerciale, la variante al Prg. Su tutto una domanda: questo progetto sarà la
soluzione per i posti macchina dei cittadini del Centro Storico?
Viste prospettiche
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Amministrazione
Intervista al Sindaco Giuseppe Salinetti
Ci può illustrare il progetto di realizzazione del
Parcheggio Stallone?
Innanzitutto vorrei dire che fare i parcheggi per ridare vivibilità al centro del paese assediato dalle auto è
il primo punto del programma elettorale dell’Unione
di centrosinistra su cui la Giunta si è impegnata. Per
questo, da giugno abbiamo chiesto alla Commissione tecnica di valutazione di completare l’esame dei
tre progetti del parcheggio Stallone presentati da
altrettante imprese private tra il 2003 e il 2004. Il 27
novembre la Commissione ci ha consegnato la relazione finale, nella quale afferma che il progetto della
società Cipriani è completo nella documentazione e
rispondente al pubblico interesse.
Tale progetto preliminare prevede la realizzazione di
80 parcheggi di superficie, 46 box interrati, due
palazzine di due piani (in tutto 4 locali per un totale
di 520 mq) da adibire a negozi o a uffici, un’area giochi, una nuova entrata pedonale alla scuola elementare. Al parcheggio si accede con le auto da vicolo
degli Olmi e si esce dalla strada che costeggia la
scuola elementare verso via della Libertà; inoltre vi
sono accessi pedonali dai vicoli San Sebastiano,
Giustini, Borgo e Discesa Empolitana.
L’attuale amministrazione comunale ha ritenuto tale
progetto una buona base di partenza e lo ha sottoposto alla discussione della commissione consiliare,
dei proprietari delle terre interessate all’esproprio e
di tutta la cittadinanza nell’assemblea del 15 dicembre. Da questi incontri sono emersi giudizi sostanzialmente favorevoli sull’opera e alcuni suggerimenti per migliorarla.
Nella scorsa consiliatura, con l’Amministrazione
Scardala di centro destra, ci fu una mobilitazione
dell’allora centro sinistra contro la proposta di un
parcheggio in quella zona. Cosa è cambiato da
allora?
La protesta non era contro un parcheggio allo Stallone, ma contro il parcheggio che era stato proposto
dalla società Cogema e fatto proprio dalla precedente amministrazione comunale, che nel novembre
2003 aveva avviato le procedure d’esproprio senza
presentare l’opera a nessuno.
Quel parcheggio prevedeva la costruzione di 129
box e 94 parcheggi all’aperto, gestiti a pagamento
per 30 anni, con l’assurdo divieto di parcheggio per
un raggio di 500 metri attorno allo Stallone.
Per realizzare un numero così alto di box veniva
costruito un tunnel a due piani fuori terra, alto 8
metri e lungo 120, chiuso in un lato, con entrata e
uscita da una torre larga 20 metri e alta dieci. Queste
imponenti strutture di cemento occupavano tutta l’a-
rea fino ad arrivare addosso alle case e alla scuola.
Contro tale parcheggio ci fu una protesta generalizzata perché esso recava più danni che benefici.
Il progetto di parcheggio della società Cipriani
(descritto sopra) è profondamente diverso da quello
del 2003: prevede 83 box in meno, mantiene una
fascia verde verso la scuola e gli edifici circostanti,
ha un minore impatto su tutta l’area. Nelle intenzioni dell’attuale amministrazione comunale esso sarà il
primo parcheggio a ridosso del centro storico, al
quale ne seguiranno altri.
Il project financing con il quale si dovrebbe realizzare l’opera offre tutte le garanzie di corretta
realizzazione?
La finanza di progetto è una modalità di realizzazione di un’opera pubblica attraverso risorse di privati, i quali costruiscono l’opera e ne diventano
gestori per un certo periodo di anni, passati i quali
il Comune ne torna in possesso. Il costo di edificazione del parcheggio dello Stallone si aggira intorno ai 2 milioni e 700 mila euro: la ditta che vincerà
la gara d’appalto (non è detto che sia l’impresa proponente, cioè Cipriani) dovrà realizzare l’opera a
sue spese, spese che potrà recuperare con un margine di guadagno attraverso la vendita in diritto di
superficie dei 46 box e dei 4 locali commerciali o a
servizi e gestendo il parcheggio per tre anni. I prezzi dei box e dei locali sono stati già fissati nel Piano
finanziario dell’opera, e giudicati congrui dalla
Commissione tecnica di valutazione e resteranno
bloccati.
La ditta che vincerà la gara ha un certo rischio: dovrà
sicuramente costruire l’opera ma non sa in partenza se
venderà tutti i locali e quindi se rientrerà nelle spese e
realizzerà un profitto. Questo margine di rischio
potrebbe dissuadere le imprese a partecipare alla gara,
in tal caso l’opera non verrebbe realizzata. Certo se il
comune avesse i soldi potrebbe realizzare il parcheggio a proprie spese, ma purtroppo così non è.
L’opera prevede anche la realizzazione di locali
commerciali/direzionali. Cosa si intende per direzionali? E non c’è il rischio che il parcheggio sia
utilizzato soprattutto dagli utenti di questi locali?
I quattro locali possono essere destinati sia a negozi
che a uffici pubblici e privati. I parcheggi di pertinenza a queste eventuali attività e gli accessi carrabili al parcheggio sono stati i problemi su cui si è
discusso di più nelle riunioni pubbliche svolte a
dicembre. Il confronto con i cittadini e l’approfondimento successivo con l’Ufficio tecnico comunale ha
permesso di individuare alcune ipotesi di soluzione.
Amministrazione
Riguardo ai parcheggi per gli eventuali locali commerciali e a servizi, la soluzione potrebbe essere
quella di realizzare parcheggi sotterranei ricavandoli sotto ai due edifici, senza togliere nulla agli 80
posti auto all’aperto. Invece rispetto agli accessi si
sta verificando la possibilità di realizzare la strada di
PRG che collega vicolo degli Olmi con via Discesa
Empolitana all’altezza del cimitero e di allargare la
strada a fianco della scuola elementare verso il campetto per renderla a doppio senso di marcia. In questo modo si avrebbero due entrate e due uscite al
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parcheggio, il traffico verrebbe distribuito su più
aree e non graverebbe soltanto su alcune vie.
Vorrei concludere dicendo che il confronto in corso
sul parcheggio potrebbe sembrare negativo perché
crea ritardi, dà la sensazione che ci sia più “confusione” e meno capacità di decisione. In realtà esso
allungherà i tempi, ma la partecipazione dei cittadini alle scelte sta permettendo di migliorare il progetto iniziale. Il tempo che si perde ora si recupererà
dopo avendo un maggior consenso e un progetto più
rispondente ai bisogni sociali.
Intervista al Capogruppo di maggioranza Enrico Grazia
Il motivo del rinvio è stato solo tecnico o ci sono
delle difficoltà politiche ?
Il “Proget Financing”, procedura con cui si sta portando avanti il progetto, già per sé abbastanza complessa, contiene al suo interno una ulteriore procedura
di esproprio dei terreni su cui verrà realizzata l’opera.
L’esproprio prevede tra l’altro che tutti gli interessati
siano avvisati con modalità e tempi fissati per legge, il
punto è stato rinviato perchè una parte dei proprietari
delle aree riguardanti il progetto non erano stati avvertiti e questo avrebbe invalidato l’intero iter procedurale.
Se ci sono, a cosa sono legate tali difficoltà ?
L’assemblea dei proprietari ha messo in evidenza una
serie di perplessità, che si erano già manifestate nella
coalizione di maggioranza, legate essenzialmente alla
natura mista dell’opera: parcheggi a raso, box, strutture commerciali. Per i parcheggi a raso tutti hanno
convenuto sulla “pubblica utilità”, mentre per i box e
le strutture commerciali, necessari a finanziare il progetto e che saranno venduti a privati, ci sono state
obiezioni sull’equità dell’indennizzo da parte dei proprietari. Alcuni consiglieri di maggioranza hanno inoltre proposto di inserire ulteriori parcheggi a raso a
servizio del commerciale e di modificare la viabilità di
accesso al parcheggio.
Il sindaco e la giunta (il progetto coinvolge diversi
assessorati) hanno recepito tutte le richieste, attivando
le necessarie trattative con la ditta proponente ed i proprietari per arrivare ad una soluzione condivisa.
Nel caso specifico, anche alla luce della rapidità con
cui sono state accolte le proposte di soluzione, parlerei
forse di intempestività e non di “Difficoltà Politica”.
Il parcheggio che si dovrebbe fare è una delle opere
forse più visibili che può realizzare questa Amministrazione. Non le sembra che se ne sia discusso troppo poco nel paese ?
Non sottovaluto l’importanza del “Progetto Stallone”,
ma ritengo che da solo non possa risolvere il problema
dei parcheggi e del traffico di Castel Madama, è necessario realizzare opere ad esso complementari, in tal
senso l’Assessore ai Lavori Pubblici Aldo Testi sta
lavorando alacremente, e penso che a breve produrrà
risultati interessanti.
Fatta questa doverosa premessa, per rispondere alla
domanda voglio rammentare che il progetto di cui stiamo parlando, nato con la prima giunta Scardala, è alla
sua quarta stesura e le modifiche di cui abbiamo ragionato ne produrranno una quinta, su questo tema si
sono costituiti movimenti e comitati, no, in tutta onestà
penso che al contrario se ne sia parlato troppo e fatto
troppo poco, il problema semmai è che alle discussioni
e ai dibattiti deve seguire la valutazione e la scelta di
chi amministra, ma scegliere, per definizione, significa
scontentare alcuni per accontentarne altri, e allora per
non scegliere si riapre il dibattito. Questa volta si è
presa un’altra strada.
Al di là di questo episodio, come giudica in generale
l’azione condotta finora dalla nuova Amministrazione ?
Domanda simpatica anche se un po’ maliziosa, che
deve pensare il capogruppo della maggioranza della
sua giunta?.
Al di là delle battute penso che fin qui di azione ce ne
sia stata poca, almeno di quella visibile alla maggioranza dei cittadini. Questo non significa che non vi sia
stato impegno, si è lavorato molto per riordinare la
situazione ed adeguare gli uffici comunali, fare fronte
alle scadenze per progetti e richieste di finanziamento
per servizi sociali, lavori pubblici, cultura e sport,
gestire le emergenze urbanistiche generate dalla
disinvoltura della vecchia amministrazione ed infine
per predisporre quegli incarichi che in tempi ragionevoli ci doteranno di strumenti urbanistici adeguati. Mi
sembra non sia poco per il tempo impegnato. Da un
punto di vista più generale ritengo che in futuro debbano essere migliorati i flussi informativi ed organizzativi tra gli organi politici, associativi ed istituzionali, ma anche questo fa parte dell’ordine del giorno
della maggioranza.
Politica
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PARTITO DEMOCRATICO
Intervento del direttivo D.L. Margherita di Castel Madama
Il dibattito sul partito democratico ha avuto una
accelerazione a seguito dei risultati ottenuti dalla
lista dell’Ulivo che ha fatto registrare un notevole
aumento dei consensi in Italia ed anche nella
nostra cittadina. Si può partire da questa considerazione per argomentare che il bipolarismo ormai
si è fatto strada fra i cittadini ed è quindi una esigenza vera quella di offrire agli elettori del centro
sinistra un punto di riferimento forte. Lo sforzo
riteniamo sia quello di costruire un nuovo soggetto politico in cui far convivere le grandi culture
riformiste cattoliche e liberaldemocratiche italiane. Sarebbe dannoso arroccarsi su posizioni tendenti ad affermare la supremazia della propria
identità poiché in ballo c’è la governabilità del
paese e l’esigenza di rispettare la volontà palesemente espressa dai cittadini. Fra l’altro non si
parte da zero; basti pensare ai gruppi unici
dell’Ulivo della Camera e del Senato e a tutte
quelle esperienze maturate in questi ultimi anni
che hanno consentito una conoscenza più approfondita fra chi ha accantonato i vecchi ideali,
accettando i valori e gli ideali della socialdemocarazia, e chi ha preso atto del superamento dell’unità politica dei cattolici nel nostro paese.
Rimangono in piedi questioni spinose quale ad
esempio la collocazione del nuovo soggetto poli-
Si avvisa la cittadinanza che, stante
il momentaneo trasferimento della
Caserma dei Carabinieri, è stato messo
a disposizione dell'Arma dal Comune un
presidio aperto al pubblico in Via Cavour,
presso il Comando dei Vigili Urbani
tico nell’ambito europeo. Siamo convinti che il
successo del Partito Democratico passi nella sua
capacità di essere nuovo ed in discontinuità con il
passato; per questo motivo riteniamo che una adesione al PSE possa restringere la potenzialità del
Partito Democratico poiché potrebbe frenare l’ingresso dell’area più avanzata del mondo cattolico.
In ogni caso il problema della collocazione europea non deve costituire un alibi per bloccare il
progetto del partito unico che non dovrà essere la
sommatoria di due sigle ma l’approdo per tutti
coloro che credono nell’affermazione di una grande forza riformista. Per le ragioni suesposte proponiamo di organizzare un incontro fra DS e
Margherita di Castel Madama, con la partecipazione anche di dirigenti nazionali, affinché si
avvii un dibattito da estendere ai cittadini della
nostra comunità per la costituzione del Partito
Democratico castellano.
Il 15 gennaio 2007
si sono tenuti i funerali di
Maria Assuntina Langiano,
già Segretario Comunale di Castel Madama.
Una lunga malattia l’ha strappata
troppo giovane alla famiglia ed al lavoro.
La redazione de “La Piazza”
ed il direttivo dei Democratici di Sinistra
la ricordano con commosso cordoglio
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Agricoltura
OLIO DOP TERRE TIBURTINE
di Ramona Pompili
Roberto Maria Bernoni, medico tiburtino, con alcuni amici, ugualmente appassionati nel 2004 ha costituito l’Azienda agricola Colle Morgante s.n.c. con sede in
San Gregorio da Sassola, per la produzione di olio extravergine d’oliva. L’azienda
gestisce circa 20 ettari di oliveti fra Tivoli e San Gregorio che per decenni erano
stati abbandonati, possiede un piccolo frantoio per la trasformazione ed un impianto di imbottigliamento. Pur se giovane l’Azienda ha avuto diversi riconoscimenti
all’impegno, all’amore e alla professionalità dei suoi soci. Infatti nel 2006 il loro
extravergine, Villa di Cassio, ha ricevuto il diploma di distinzione, nella categoria
fruttato medio, sia al Concorso nazionale Oriolo d’oro di Gradara sia in quello del
Lazio promosso dalla Unioncamere. Inoltre i loro monovarietali Itrana e Rosciola
sono stati premiati alla Rassegna degli oli monovarietali di Macerata. Il dott. Bernoni insieme ai suoi soci ha conseguito la qualifica di Assaggiatore di oli presso la
Camera di commercio di Roma
Cosa cambierà nella produzione dell’olio con
l’avvento della Dop?
Molte cose dovranno cambiare nella prassi e nella
cultura dei produttori oleari della zona. Il prodotto di qualità non si improvvisa e purtroppo, anche
se da noi l’olio si fa da millenni, si guarda più alla
quantità che alla qualità, più al guadagno che alla
tracciabilità del prodotto. Per fare degli esempi: la
raccolta quasi mai viene effettuata all’invaiatura
precoce o media, ma spesso si aspetta la piena
maturazione delle olive, cosa che garantisce una
maggiore produzione a scapito della qualità.
Ancora ci sono produttori che aspettano giorni
prima di portare le olive al frantoio, dando così
loro tempo per fermentare o sviluppare muffe,
situazioni queste che donano al prodotto dei difetti incancellabili.
Ma, allora, non sappiamo fare l’olio?
Non voglio dire questo, ma purtroppo oggi quello
che andava bene fino a venti anni fa perché al massimo raggiungeva il mercato di Roma, oggi, ripeto, si deve confrontare con i prodotti di tutto il
mondo e, visto che il nostro olio ha un maggior
costo di produzione (per tanti svariati motivi), si
può imporre sui concorrenti solo se possiamo
offrire una qualità superiore. Quindi necessita
attuare tutti i metodi sia di coltivazione degli olivi,
sia di frangitura, che di conservazione dell’olio,
affinché il nostro prodotto abbia caratteristiche
eccellenti. La Dop può servire a ciò quando partirà, se partirà.
Come! … cosa intendi dire “ se partirà” ?
Queste mie ultime parole sono volute, infatti mi
risulta che il fascicolo riguardante il Disciplinare
sia ancora fermo al Ministero delle politiche agricole che si rifiuta di presentare un disciplinare che
sarebbe senz’altro bocciato dagli organi Europei.
Perché? Quali sono i punti critici del disciplinare?
Perché il disciplinare, che è stato compilato anche
dai rappresentanti di categoria, prevede troppo utilizzo delle cultivar, leccino e frantoio, a scapito
delle svariate cultivar autoctone che donerebbero
una tipicità unica all’olio tiburtino. Ma questo
fatto nasce perché i grandi produttori negli ultimi
due decenni hanno realizzato ettari ed ettari di
nuovi impianti utilizzando quelle due cultivar, fra
l’altro non della zona, perché facilmente reperibili
sul mercato, di costo basso, di grande produzione,
di resa consistente e quindi economicamente convenienti, ma esse danno un olio uguale a quello
della Toscana, dell’Umbria e di tante altre zone.
Allora il marchio europeo quale tipicità dovrebbe
proteggere?
Il ministero vorrebbe attuare un’operazione che
già è stata svolta in altre Dop: fermare la partenza
in tempi rapidi, concedere un lasso di anni in cui
rinnestare una percentuale, da definire, di piante
con le varietà tipiche. Ma anche questa ipotesi
viene ostacolata dai grandi produttori che vedrebbero per alcuni anni un calo di produzione e quin-
Agricoltura
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Grazie per questa notizia, ma ora torniamo
all’argomento iniziale. Voi oltre a coltivare e produrre olio avete anche un frantoio aziendale,
quando ci sarà la Dop anche i frantoiani dovranno cambiare alcune cose?
di perdita di quote di mercato. Al momento, da
quanto io so, non si intravedono vie di uscita.
Certo se passasse il disciplinare presentato, quanti
come noi, che si ostinano a tenere in produzione i
secolari se non millenari oliveti, non rientrerebbero nella Dop.
Sicuramente, i frantoi dovranno essere più puliti, i
macchinari dovranno essere lavati con maggior frequenza affinché non si sviluppino muffe sulle inevitabili tracce di pasta e non si ossidino (inrancidimento) quelle di olio che rimangono su di essi. Si
dovrà ridimensionare drasticamente l’uso dell’acqua tiepida o calda durante la fase di estrazione, si
dovrà pretendere che le olive portate non solo siano
pulite da rami, ma anche che esse siano colte da
pochi giorni, conservate in modo adeguato e che
siano esenti da marciumi e muffe. Come vedi
anche i frantoi dovranno seguire una politica diversa, perché il massimo risultato si può ottenere solo
con una stretta collaborazione fra il coltivatoreproduttore e il frantoiano. Il discorso sarebbe molto
vasto ma penso che l’essenziale lo abbia detto.
STA ARRIVANDO IL MARCHIO D.O.P. TERRE TIBURTINE PER L’OLIO
di Ivano Moreschini
L’ufficio stampa del Comune di Castel Madama ci invia sempre degli aggiornamenti, ed è un servizio senz’altro
utile. Chiaramente non tutti rientrano poi nella pubblicazione del giornale. Stavolta però una segnalazione ci è sembrata davvero interessante e da approfondire: si tratta dello stato del riconoscimento del marchio Denominazione
di Origine Protetta (D.O.P.) per l’olio d’oliva delle nostre zone. Il nome proposto per l’olio è “Terre Tiburtine”.
La proposta è stata avanzata con un decreto del Ministero delle politiche Agricole e Forestali, pubblicato nella
Gazzetta Ufficiale n. 178 del 2 agosto 2005, ed ora è in attesa di riconoscimento ufficiale da parte dell’Unione
Europea.
La zona di produzione delle olive che possono aspirare a produrre olio Dop “Terre Tiburtine”, comprende i
comuni di Casape, Castel Madama, Castel S. Pietro (in parte), Ciciliano, Cineto Romano, Licenza, Mandela,
Pisoniano, Poli, Roccagiovine, la località S. Vittorino del Comune di Roma, S. Gregorio da Sassola, S. Polo dei
Cavalieri (parte), Sambuci, Tivoli e Vicovaro. Il territorio individuato per la dop in questi comuni è complessivamente esteso per 16.500 ettari, dei quali 3.500 sono destinati alla coltivazione dell’olivo.
Il decreto del Ministero prevede un disciplinare di produzione, che deve essere rispettato dagli operatori che vogliano fregiarsi del marchio “Terre Tiburtine”. Il disciplinare prevede che per ottenere l’olio si deve ottenere per almeno il 10% dalle varietà tipicamente locali, che sono la Montonese, la Brocanica, la Rosciola, la Rotonda di Tivoli,
che possono essere usate insieme o anche singolarmente. Per un massimo del 90% devono invece essere presenti,
anch’esse mescolate o da sole, le varietà di: Carboncella, Frantoio, Leccino, Pendolino, Itrana e Olivastro.
L’olio che se ne ottiene è un extra vergine di colore giallo oro, con sfumature verdi, con le seguenti caratteristiche: odore fruttato, che si accompagna ad un sapore fruttato, con un pizzico di piccante e di amarognolo. L’olio
deve avere un’acidità inferiore o uguale allo 0,6 %.
Con l’ottimismo tipico degli uffici stampa, la notizia pervenuta afferma che la certificazione di qualità, cioè la
conseguenza operativa del riconoscimento della D.O.P. da parte dell’Unione Europea, potrebbe essere utilizzata già dalla prossima annata. Non sappiamo se sarà così. In ogni caso, informare sull’argomento è importante,
perché quando la Dop arriverà, ci saranno una serie di cose da fare per gli operatori prima di ottenere il marchio
sul proprio prodotto. E siccome oramai la strada che permette ai prodotti agricoli di sopravvivere è quella della
qualità, vista la spietata concorrenza sui prodotti generici da parte dei paesi emergenti, come la Cina, sarà senz’altro un bene per tutto il territorio se questa opportunità verrà sfruttata.
Società
13
A TUTTO ... CORTO
di Alessandra De Santis
Una rassegna di cinque cortometraggi e un incontro con gli operatori cinematografici
Il 21 dicembre alle ore 17 nello splendido
scenario del Castello Orsini l’associazione
culturale Albatros, con il patrocinio del
Comune di Castel Madama ha dato avvio alla
edizione “zero” di questa rassegna di cortometraggi che vuole tornare a riproporre
prodotti di questa piccola ma grande arte,
annualmente.
Si è iniziato con la proiezione dei cinque
cortometraggi in programma: “Che Gioia”
di A. Marino, “No Smoking Company” di
E. Tagliavini, “Zinanà” di P. Mezzapesa,
“Refugium Peccatorum” di S. Alleva, “Più
corto di così si muore” di L. Molteni. Tutti i
corti si sono dimostrati gradevoli e divertenti, ma sicuramente quelli che hanno accattivato le simpatie del pubblico sono stati: “No
Smoking Company” e “Refugium Peccatorum”. Il primo perché costruito intorno ad
una storia convincente con tanto di colpo di
scena finale interpretata da un grande
attore come Enzo de Caro. Il secondo corto,
girato a Castel Madama nella Chiesa di San
Michele, presenta anch’esso una trama
avvincente e ben costruita ed un finale a …
sorpresa.
Finita la proiezione si è passati al dibattito
erano presenti Rino Sciaretta, Dario
Formisano e Roberto Gambacorta rispettivamente i produttori di “Refugium Peccatorum”, “No Smoking Company” e “Zinanà”.
Il pubblico ha chiesto quali fossero le similitudini tra il corto ed il suo fratello maggiore, il film. La risposta piuttosto all’unisono di tutti e tre i produttori è stata che
La Redazione de “La Piazza”
porge le più sentite condoglianze
al direttore Rino Sciarretta
e alla sua famiglia,
per la dolorosa perdita
del caro padre Bernardino
sono praticamente identici: stesse tecniche,
stesse professionalità, stessi strumenti, l’unica differenza è il tempo: un corto dura
all’incirca 15 minuti, un film un’ora e
mezza. Quindi molto meno costoso, ma in
realtà il più delle volte vengono girati a
costo zero, confidando nella simpatia di tecnici ed attori che mettono per due o tre
giorni a disposizione del giovane regista le
proprie competenze e professionalità. A
questo proposito i produttori hanno lamentato la mancanza di un mercato del corto e
la distribuzione in appositi spazi: televisione
di stato, cinema. Questo mancata distribuzione non permette lo sviluppo di questa arte che si deve purtroppo “arrangiare”.
Al termine del dibattito sono intervenuti,
porgendo i complimenti per i cortometraggi
proiettati e salutando gli intervenuti il
Sindaco Giuseppe Salinetti e l’Assessore alla
Cultura Armando Pistoia e il presidente dell’associazione Albatros, Luigi Grelli. Per chiudere in armonia la serata la Birreria “San
Michele aveva un Gallo” ha offerto un
piacevole aperitivo a tutti gli ospiti e per
chiudere la serata vi è stato un bel brindisi
di buon anno e buona prossima … edizione.
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NOTIZIE BREVI
A seguito della lettera inviata al presente giornale dalla Signora Mara Amabili, sento di dover chiarire alcune questioni.
Voglio iniziare sottolineando l’attacco che la Signora perpetra nei miei confronti dichiarando che l’attuale amministrazione
(e quindi io come assessore alle politiche sociali) sta facendo discriminazione nei confronti del figlio Andrea. Capisco che
una madre sofferente, angustiata dalle difficoltà che si presentano possa a volte alzare il tono, ma io la voglio invitare ad
un più pacato e moderato parlare, perché la discriminazione di cui la signora parla è sua invenzione.
Ancora voglio evidenziare un’altra frase in cui la Signora Amabili asserisce che la passata amministrazione con qualche
forzatura le era venuta incontro: il problema è proprio questo. A me le forzature non piacciono, un amministratore è
chiamato ad applicare la norma, a cercare il miglioramento, laddove è possibile, della norma stessa e fare il duro lavoro
per migliorare i problemi sociali che questo paese purtroppo ha in abbondanza.
Inoltre la Signora fa riferimento ad una guerra tra poveri, ma lei è la prima a farlo mettendo in causa un altro caso completamente diverso da quello del figlio regolato da altre normative.
Per quanto riguarda il diritto all’istruzione e il rispetto della Costituzione questi sono i primi compiti che come uomini dell’amministrazione siamo chiamati a compiere.
Entrando nel merito della questione le “spiego bene la situazione” l’assistenza di cui lei lamenta l’erogazione è denominata Assistenza Educativa Culturale (AEC) e questo servizio fa riferimento al Protocollo d’Intesa tra Ministero della Pubblica
Istruzione ed Enti Locali del 2000. Nello specifico tale servizio deve essere erogato dall’Ente Provincia (pertanto sarebbe
stato compito del Dirigente Scolastico richiederne l’attivazione).
Inoltre la lettera della Signora Amabili sollecita una riflessione sulle linee di intervento intraprese in questi anni nel campo
delle politiche sociali in questo paese. Necessita una progettualità diversa che esca fuori dal meccanismo bisogno-assistenzialismo, poiché questo tipo di progettualità perpetrata per anni ha impedito di rispondere in termini diversi non
permettendo lo sviluppo di un sistema di rete dei servizi su base territoriale.
Scuola, Centro Diurno, Formazione, Lavoro. Questo schema può andare oltre l’immediata necessità rispondendo a
bisogni a lungo termine: quelli di oggi e di domani, travalicando così la dimensione individuale e familiare del problema per
inserirla in una ottica sociale e generazionale.
Necessitano anche nuove politiche di bilancio, dove si mettano al centro i bisogni reali delle persone: l’assistenza domiciliare per persone anziane, l’assistenza specialistica per persone diversamente abili, l’integrazione sociale, una politica per
la casa, l’assistenza per i minori a rischio. Tutto questo non deve rappresentare un problema di bilancio, ma deve essere
inteso come strumento di misurazione per la qualità della vita. È necessario invertire la rotta.
L’Assessore alle politiche sociali Vincenzo Ascani
Il circolo del cinema
LO STATO DELLE COSE
Piazza Europa Unita, 1 - Mandela (Roma)
[email protected]
PROGRAMMAZIONE DI FEBBRAIO
02 - THE NEW WORLD
di Terrence Malick con Colin Farrell
e Q’Orianka Kilcher
09 - ELEPHANT
di Gus Van Sant con Alex Frost
e Eric Deulen
16 - UNITED 93
di Paul Greengrass con Christian Clemenson
e Trish Gates
23 - VOLVER
di Pedro Almodovar con Penelope Cruz
e Carmen Maura
CASTEL MADAMA: NUMERI UTILI
Comune: 0774-45001
Pro-Loco: 0774-449500
Carabinieri: 0774-447002
Vigili Urbani: 0774-447305
Ospedale Tivoli: 0774-335086
Farmacia: 0774-447001
Vigili del Fuoco: 115
Servizio Guardia Medica: 118
Croce Rossa Italiana: 0774-531934 / 531938
Protezione Civile: 0774-4500243
Biblioteca Comunale: 0774-4500209
U.S.L. RM/G - Tivoli - Prenotazioni 800986868
Per pagamento Ticket
CCP N. 52577616 – Azienda U.S.L. ROMA G
sulla causale mettere C.F. ASL 04733471009
Notizie Brevi
Mostra dei presepi al Castello Orsini organizzata dalla Pro-Loco
presepi fatti dai bambini
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Alcuni dei bambini premiati (tutti ex-equo)
Il primo presepe classificato
categoria adulti vinto da Angelo Ronci
di Tivoli
Corsa della Befana
Il presepe di San Lorenzo, ideato da Carlo Marazza
e realizzato da: Carlo Marazza, Angelo Moreschini
Il presepe vivente realizzato dal Rione Castelluccio
Luciano Chicca, Roberto Millozzi, Piera Iannuccelli, Aldo
Santolamazza, Paolo Garofolo, Luigi Piselli, Antonio Gnocchi
Presepe
della Chiesa
di S. Michele
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Comunità Montana
IX COMUNITÀ MONTANA
a cura di Fausta Faccenna
ORA È TEMPO DI BANDA LARGA
A breve anche nei nostri Comuni sarà possibile l’utilizzo della banda larga
La nostra Comunità
Montana è consapevole che l’innovazione
digitale costituisce un
importante fattore di
sviluppo, in particolare per le comunità
per le quali la crescita delle tecnologie
dell’informazione e
della comunicazione
può agire come volano strategico di sviluppo
economico e sociale.
Proprio per le potenzialità insite nelle nuove
tecnologie, la Comunità Montana intende
perseguire la diffusione della banda larga nei
Comuni del proprio terrritorio come obiettivo strategico per il superamento delle condizioni di “digital divide”, attraverso la realizzazione di una infrastruttura a banda larga
mediante tecnologia WiFi, finalizzata alla
interconnessione delle strutture pubbliche,
oltre che alla connettività rapida e facilitata
per le Aziende e per i cittadini.
La realizzazione del progetto è stata aggiudicata con Delibera della Giunta Comunitaria
n. 139 del 19-12-2006 all’Associazione Temporanea di Impresa costituita da ALPITEL di
Roma e dalla Wi Fi di Milano che dovranno
curare la fornitura e la posa in opera delle
infrastrutture e la fornitura dei servizi
necessari alla realizzazione di un sistema di
interconnessione wireless.
I primi Comuni che fruiranno dei servizi
saranno quelli dell’area prenestina e cioè:
Capranica Prenestina, Rocca di Cave, Castel
San Pietro Romano, Pisoniano, Poli, Casape e
San Gregorio da Sassola.
Con Delibera di Giunta Comunitaria n. 2 del
4 gennaio 2007 sono state avviate le procedure per la realizzazione del servizio anche
ai Comuni di Ciciliano, Castel Madama,
Nerola, Montorio Romano, Monteflavio, Marcellina, San Polo dei Cavalieri e Sant’Angelo
Romano ricadenti nell’area della Sabina
Romana.
Questo servizio, che concorrerà a migliorare
la vita di tutti i cittadini, ha il pregio di venire incontro ai più giovani abitanti del nostro
territorio che hanno fame di informazione e
che sono protagonisti di una vera e propria
rivoluzione culturale e che nell’epoca dell’informazione globale sono gli anonimi protagonisti del mondo che cambia.
Non è un caso, infatti, che il Time celebra
come uomo dell’anno il popolo di Internet
che sta trasformando la natura dell’informazione, riconoscendo che i cittadini del web
interattivo sono i creatori e i consumatori di
contenuti forniti dagli utenti che stanno
modificando l’arte, la politica e l’economia,
realizzando una forma di democrazia digitale.
Comunità Montana
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IPOTESI DI NODO DI SCAMBIO GOMMA-GOMMA
AL CASELLO A24 DI CASTEL MADAMA
La IX Comunità Montana, in collaborazione
con i Comuni di Castel Madama, Ciciliano,
Pisoniano, San Vito Romano, Gerano, Cerreto, Sambuci, Poli, Casape e San Gregorio da
Sassola, con l’obiettivo di ridurre i tempi di
percorrenza tra il proprio territorio e il
Comune di Roma, sta verificando, in accordo
con il COTRAL, la fattibilità per la costituzione di un nodo di scambio gomma–gomma
da realizzarsi presso il casello autostradale
di Castel Madama.
In tale nodo si potrà:
— parcheggiare la propria auto privata;
— arrivare tramite trasporto pubblico dai
propri comuni di residenza;
— partire e arrivare con mezzi COTRAL
verso nodi di scambio con il traffico
urbano di Roma.
Per verificare la fattibilità di tale iniziativa
si sta svolgendo in questi giorni una indagine
conoscitiva per la raccolta di dati statistici
significativi riguardanti il luogo di residenza
e di lavoro dei viaggiatori, i percorsi giornalieri effettuati, il tipo e il numero di mezzi di
trasporto utilizzati, i costi medi sostenuti
mensilmente.
Il questionario, distribuito tramite le Amministrazioni Comunali coinvolte, prevede
anche la raccolta di suggerimenti utili —
località alternative o aggiuntive per la realizzazione di nodi di scambio, utilizzo di
mezzi alternativi al trasporto su gomma,
ecc. — per tentare di risolvere l’annoso problema del pendolarismo che costringe i residenti dei nostri Comuni ad un impegno disumano in termini di tempo e di costi.
Una volta raccolti i questionari ed elaborati i dati, tenendo in massimo conto i suggerimenti dei lavoratori pendolari, sarà
aperto, in tempi rapidi, un tavolo di confronto con la Regione Lazio, la Provincia
di Roma ed il COTRAL nel quale saranno
richiesti interventi incisivi per ridurre il
grave disagio che comporta oggi raggiungere il posto di lavoro nell’area metropolitana di Roma.
IX COMUNITÀ MONTANA
Sede: Via Acquaregna n. 90 - Tivoli
tel. 0774-314712-3 - fax 0774-330915
www.comunitamontanativoli.org
Scuola
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Scuola
Scuola
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Scuola
Vicovaro
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Intervista a MARINO ZORZI
di Roberto Bontempi
“L’accoglienza calorosa del vostro paese mi ha commosso”
Fiore all’occhiello della Settima Edizione del
Premio Arte “Marcantonio Sabellico” è stata
probabilmente la conferenza sul Sabellico che il
dott. Marino Zorzi, direttore dal 1989 della
Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia, ha
tenuto presso l’aula consiliare.
Invitato dal Sindaco Thomas e dall’infaticabile
assessore alla cultura Virginio Coccia, la vera
anima della riscoperta del Sabellico e della
rinascita del Premio Arte, il dottor Zorzi, grande
erudito e grande galantuomo, è stato così gentile
da concederci una breve intervista che pubblichiamo integralmente.
Dottor Zorzi ci dice la prima cosa bella che le
viene in mente pensando al suo lavoro così prestigioso ed invece una nota negativa di un simile incarico?
La cosa più bella è la possibilità di accedere facilmente ai manoscritti ed ai libri antichi: la delizia
ed il vantaggio impagabile di poter avere a che
fare in qualsiasi momento con questi splendidi
documenti. I lati negativi invece riguardano l’amministrazione, la parte più burocratica che risulta
spesso pesante: un funzionario pubblico, che
deve spendere e amministrare, non ha tempo per
dedicarsi agli studi, che diventano un fatto personale. Io, invece, resto convinto che un minimo di
prestigio culturale giovi anche nel resto della propria attività.
In un piccolo paese è molto difficile avvicinare
le persone alla cultura che rischia di rimanere
un fatto elitario: lei ha qualche consiglio da
dare per avvicinare la gente ad una valorizzazione della cultura locale?
Quello che state facendo voi mi sembra la strada migliore. Che sia un’Amministrazione, un
Assessore alla cultura e non un privato cittadino
ad impegnarsi per far conoscere e scoprire una
figura del passato mi sembra la cosa più efficace:
cosa si può fare meglio di questo? Bisogna cercare di svegliare l’orgoglio e l’appartenenza ad
una comunità e voi lo state facendo in modo
egregio.
Il dott.
Marino Zorzi,
direttore
dal 1989
della Biblioteca
Nazionale
Marciana
di Venezia
Vicovaro ha una piccola biblioteca comunale:
nonostante la differenza rispetto alla sua realtà
ha un consiglio da dare ai futuri responsabili
della Biblioteca per una sua gestione efficace?
Più che dare un consiglio dirò quello che penso in
merito alla mia professione. Tutti oggi sono molto
“tecnologici” ma in fondo quello di cui si ha bisogno è che di conoscere le fonti della cultura, i libri.
Consiglierei a chiunque di essere padrone delle
tecnologie, ma mi sembra fondamentale capire
che esse sono lo strumento e quello che conta davvero è la sostanza. Anche se lei è capace di interrogare i vari data base, quello che conta è la personalità di chi li elabora e li interpreta: è sempre
l’uomo, nel caso specifico il bibliotecario, che
promuove la cultura vera, che consiglia la
“sostanza”. Vorrei che non sparisse la figura del
bibliotecario colto, altrimenti la professione
rischierebbe di ridursi un po’ a quella di un burocrate. Sarebbe un peccato: Sabellico era un personaggio estremamente colto…
Cosa si porterà a Venezia di questa giornata a
Vicovaro? Cosa le è piaciuto di più?
Sono quasi commosso per il calore, la simpatia e
la gentilezza delle persone che mi hanno accolto.
Mi ha molto colpito l’entusiasmo per questa iniziativa del Premio Arte. Poi la bellezza del luogo:
il colpo d’occhio di quella Piazza San Pietro, vale
il viaggio e il Tempietto, che ho avuto modo di
visitare, è davvero un gioiello.
(Vicovaro, 18 novembre 2006)
24
Vicovaro
DICEMBRE IN … BREVE
di Roberto Bontempi
Quante iniziative culturali, sociali e di solidarietà!
Davvero tantissime sono state le iniziative culturali,
sociali e di solidarietà, la quasi totalità delle quali
organizzate o patrocinate in vario modo dall’Assessorato alla Cultura del Comune in collaborazione
con le varie associazioni presenti nel territorio, che
hanno tenuto occupati i vicovaresi nel mese di
Dicembre e nei primi giorni di Gennaio.
Il Centro Sociale Pidocchietto e l’Associazione Culturale Giovanile “Occhio!” hanno proposto, presso
la sede del Pidocchietto (piano seminterrato della
Scuola Media), il loro consueto appuntamento settimanale con Cinejamo au Cineforum, concentrandosi in particolare sulla produzione di Quentin
Tarantino.
Ricchissimo il fine settimana dell’Immacolata con
solidarietà protagonista in Piazza grazie alla Croce
Rossa e al Gruppo Giovani della Parrocchia. I
Volontari del Soccorso di Vicovaro, in collaborazione con l’Atletica Vicovaro, hanno preparato l’iniziativa “Chi dona un giocattolo dona un…sorriso”,
attuando una proficua raccolta di giochi da destinare
ai bambini meno fortunati ed allestendo delle gare
sportive che nemmeno una pioggia fastidiosa è
riuscita a disturbare. I giovani della Parrocchia
hanno invece venduto, con successo, le stelle di
Natale, raccogliendo fondi per l’AIL, Associazione
Italiana contro le leucemie. La Croce Rossa, insieme
alla FVRS di Vicovaro, ha poi proseguito con la
solidarietà anche il giorno di Natale.
Un importante appuntamento, il 9, è stato certamente l’inaugurazione dell’Università delle Tre Età.
Nella ex chiesa di Santa Maria, alla presenza di
Costantino Centroni, presidente dell’Associazione
promotrice, del Sindaco Thomas, dell’Assessore
Coccia e dei vari docenti dei corsi attivati, è stato
presentato il Primo Anno Accademico. I corsi di
Latino, Storia dell’Arte, Cultura della salute, Italiano per stranieri e Lingue inglese e francese, partiti in
questi giorni, sono aperti a tutti. Per iscriversi all’UniTRe, infatti, non è richiesto alcun titolo di studio e
non ci sono esami. Meritevole di citazione è anche il
progetto “La memoria degli anziani per il futuro
dei giovani”. Iniziato con il suggestivo spettacolo
teatrale “Il cappello di paglia” messo in scena nella
ex chiesa di Santa Maria dalla Compagnia Arte e
Cultura Abusiva di Mandela l’8 dicembre, è poi proseguito con tre incontri presso il Centro Anziani di
Vicovaro. Un primo meeting con Coccia, i membri
del Centro e i ragazzi del Laboratorio della Biblioteca, ha posto le basi per un interessante progetto di
creazione di un volume che raccolga i racconti, le
esperienze e le testimonianze degli anziani intervistati dai ragazzi. C’è stata poi una proiezione delle
vecchie foto dell’Archivio Tancredi (più di 600 scatti degli anni ’40 e ’50) e, per finire, un pomeriggio
dedicato alla poesia dialettale con Alessandra Zibellini interprete di alcune poesie dei maggiori poeti
vicovaresi viventi e scomparsi.
In questo mese c’è stato spazio anche per la danza.
Sabato 16 dicembre, l’associazione “Mary Rose” di
Vicovaro, infatti, ha allestito un delizioso e seguitissimo spettacolo di danza moderna e hip-hop
sempre nella ex chiesa di Santa Maria, con vari
ragazzi, giovani e giovanissimi, che si sono esibiti
con successo.
Altro appuntamento interessantissimo è stata la
Tavola Rotonda sull’Integrazione Culturale e la
tutela dei Diritti Umani che si è tenuta ancora nella
ex chiesa di Santa Maria domenica 17 dicembre. Si
è chiusa a Vicovaro la settimana per i diritti umani in
Italia promossa dalla Provincia di Roma e che ha
visto coinvolti, nei giorni precedenti, i comuni di
Roma, Castel Madama, Valmontone, Pomezia,
Ladispoli e Colonna. Ci sono stati gli interventi dell’Assessore Coccia, del dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo di Vicovaro Giacoma Massimei, di Lucio Barbetta, responsabile del Progetto
Comuni per la Pace della Provincia di Roma, Diego
Castellani, Responsabile dell’Ufficio per la Pace di
Vicovaro e del sindaco Thomas. I bambini dell’ICS
hanno realizzato dei cartelloni, delle poesie e dei
temi tutti sull’integrazione culturale, problema (e
ricchezza) che essi vivono quotidianamente sulla
loro pelle. L’incontro si è chiuso con l’esibizione del
gruppo folkloristico peruviano “Inti-raymi”,
(“Festa del Sole” nella antica lingua degli indios)
che, indossando i tipici costumi peruviani, ha dato
vita ad uno spettacolo fatto di danze e coinvolgenti
ritmi latino-americani.
La musica non poteva certo mancare in questo inizio
d’inverno. Prima, il giorno di Natale, il Complesso
Bandistico “Gioacchino Rossini” di Vicovaro ha
dato gli auguri a tutti girando per le strade del paese,
poi, il giorno successivo, si è tenuto l’ormai classico
appuntamento con il Concerto di Natale della
Corale di Santa Caecilia. Diretta con la consueta
passione da Roberto Proietti, accompagnata alla
tastiera da Pierluigi D’Amato e potendo contare
sulla maestria del soprano solista Carla Ferrari, la
Corale di Vicovaro ha dato vita ad un ennesima
Vicovaro
dimostrazione di bravura ed ha chiuso nel migliore
dei modi, con delle interessanti e coraggiose variazioni sul repertorio ormai consolidato, le cerimonie
per il ventennale della propria fondazione.
Anche quest’anno, per il giorno dell’Epifania, l’Atletica Vicovaro ha organizzato Rincorrere la Befana, una marcia di solidarietà in Piazza San Pietro
durante la quale i bambini presenti hanno ricevuto
caramelle e dolci nientemeno che dalla Befana in
persona...
A chiudere le vacanze natalizie sono stati due spettacoli teatrali realizzati dai bambini delle parrocchie
di Vicovaro e San Cosimato. I bambini del catechismo di San Cosimato, coordinati dalle loro catechiste, hanno messo in scena il celeberrimo “Aggiungi
un posto a tavola”, mentre il Gruppo giovani della
parrocchia di Vicovaro ha aiutato i bambini dell’Oratorio ad allestire “Un simpatico presepio” che ha
chiuso questa lunga serie di appuntamenti.
Anche quest’anno, come quello passato, l’Assessorato alla Cultura ha voluto sostenere Telethon e il
Sostegno a distanza, per cui praticamente in tutte le
iniziative elencate, è stato possibile, per i cittadini
intervenuti, devolvere dei soldi in beneficenza attraverso la presenza di appositi punti raccolta.
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Il Consiglio direttivo, riunito per il successivo giovedì 14 dicembre, ha eletto la signora Luigina Bianchini nuovo segretario della sezione vicovarese dei
Democratici di Sinistra. La signora Bianchini è la
prima donna vicovarese a rivestire una carica così
prestigiosa ed importante. De Simone è comunque
rimasto nel Direttivo.
POLITICA: LE PROPOSTE DI RIFONDAZIONE
PER LO SVILUPPO DELLA VALLE DELL’ANIENE
Il 16 dicembre, presso l’aula consiliare del Comune
di Vicovaro, i gruppi consiliari PRC della Provincia
di Roma, della X Comunità Montana dell’Aniene e
la Federazione PRC di Tivoli, hanno organizzato un
incontro-dibattito dal titolo “Proposte programmatiche per il governo e lo sviluppo del territorio della X
Comunità Montana dell’Aniene”.
All’appuntamento sono intervenuti i segretari dei
Circoli di Rifondazione di molti paesi della Valle
dell’Aniene, tra i quali Luigi Rinaldi, segretario del
circolo di Vicovaro che ha introdotto i lavori, e il
presidente della X Comunità Montana, Luciano
Romanzi.
I temi toccati sono stati molti: dalla partecipazione
democratica al lavoro, passando per l’ambiente e
la cultura, senza dimenticare i trasporti e l’immigrazione, e numerose proposte concrete sono
emerse al fine di trasformare positivamente il
nostro territorio.
SCUOLA: SUCCESSO PER LE INIZIATIVE
DELLE SCUOLE ELEMENTARI
POLITICA: È UNA DONNA IL NUOVO SEGRETARIO
DELLA SEZIONE DEI D.S. DI VICOVARO
Dopo nove anni di soddisfazioni e tanto lavoro il
giovane segretario dei D.S. di Vicovaro Fiorenzo De
Simone ha deciso di passare il testimone. Contrario
alle cariche a vita e pressato da nuovi numerosi
impegni (De Simone è stato eletto presidente dell’ANCI Giovani del Lazio), ha deciso di farsi da
parte. La Conferenza d’organizzazione, svoltasi il
10 dicembre presso l’aula consiliare, ha dunque
provveduto al rinnovamento degli organismi dirigenti: il Consiglio direttivo e la Commissione di
Garanzia.
In occasione delle festività natalizie, le insegnanti e
i bambini delle diverse classi delle scuole elementari di Vicovaro, hanno preparato spettacolini teatrali e
canti inerenti il tema della pace e della integrazione
culturale.
VENERDI 27 GENNAIO
in occasione del "Giorno della memoria"
l'Assessorato alla Cultura del Comune
di Vicovaro, la Biblioteca di Vicovaro,
in collaborazione con Marcello De Santis
invitano tutti a "Letture per non dimenticare"
Biblioteca Comunale "Marcantonio Sabellico",
Via delle Scuole, 1 – Ore 17
26
Mandela
AL NINO’S PUB
È SEMPRE FESTA!
di Roberto Bontempi
Scopriamo i segreti del successo di uno dei locali
più frequentati della zona
Entrando la prima volta nel Nino’s pub di Mandela sembra subito di stare a casa: l’atmosfera
“irish” è calda e accogliente, la luce soffusa al
punto giusto e i rivestimenti in legno danno quel
tocco di familiarità che colpisce.
Artefice di questo gioiello è il buon Savino Marinaro, per tutti, da sempre, Nino, un 43enne pugliese trapiantato a Milano e trasferitosi, per amore, in
questo paesino in provincia di Roma. Stanco della
decennale vita da responsabile vigilantes, Nino ha
deciso, nel novembre del 2000, di concretizzare la
sua vecchia passione per i pub e la buona birra
provando a rilanciare questo piccolo locale nel
centro storico mandelese e mai scommessa fu più
riuscita: da allora il Nino’s pub è diventato sempre
più un punto di riferimento per tanti giovani del
nostro territorio guadagnando un consenso tuttora
crescente.
Merito certamente della simpatia e della cortesia di
questo gigante buono di un metro e novanta, ma
anche della qualità del servizio offerto: tanti diversi tipi di birre, piadine, bruschette e altre sfiziosissime specialità della casa a prezzi competitivi, ma
anche capacità di creare motivi di aggregazione.
Nino ha saputo programmare degli appuntamenti
fissi che, per molti ragazzi, sono diventati un
appuntamento irrinunciabile. Mi riferisco in particolare al karaoke del venerdì, dove, con il locale
pieno, si canta a squarciagola in allegria, e la musica dal vivo del sabato, quando gruppi rock, pop e
blues, si esibiscono intrattenendo i presenti. Spesso e volentieri, il sabato, i concerti live si alternano
con divertenti spettacoli di cabaret.
Con l’arrivo della bella stagione, poi, questi
appuntamenti, insieme con tavolini, clienti e birre,
si trasferiscono nell’antistante Piazza di Porta, trasformando il Nino’s pub in un fresco locale all’aperto pieno di gente fino a notte fonda.
Un’offerta così diversificata rappresenta un caso
praticamente unico per le birrerie della media
valle dell’Aniene, e questo risulta certamente un
altro dei punti di forza del Nino’s pub.
Il proprietario del Pub Nino’s
Dietro un uomo realizzato, però, come dice il proverbio, c’è sempre una donna all’altezza e Nino
non fa eccezione: sua moglie Tiziana, infatti, oltre
a collaborare nella gestione del pub, è anch’essa
un’imprenditrice di successo dal momento che
porta avanti MADA, un negozio di abbigliamento
uomo-donna che sorge a pochi metri dal locale
verso il centro storico di Mandela. Dio li fa…
La famiglia Marinaro, insomma, è la prova tangibile che, con i giusti investimenti, qualche idea e
tanto impegno è possibile fare impresa con successo anche in un territorio, come il nostro, che
passa sempre per essere depresso.
Sambuci
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Il fantasma di nebbia - una leggenda di Sambuci
di Aurora Fratini
Tutti i paesi, piccoli o grandi che siano, conservano leggende che si perdono nella notte dei tempi.
Miti, credenze popolari, racconti fantastici che si favoleggiano ai bambini, perlopiù tramandati in forma orale, costituiscono un patrimonio prezioso per la costruzione della
memoria storica, folkloristica e antropologica di una comunità che, sebbene ormai emancipata e modernizzata, conserva nei suoi contenuti più autentici quella capacità di novellare e fantasticare che solo la cultura arcaica di un tempo ha
potuto produrre.
Tra i tanti racconti che le nonne narravano ai loro nipotini
davanti al focolare, nelle lunghe oscure e fredde sere d’inverno, ve ne sono alcune davvero molto belle, toccanti,
misteriose. Si tratta di leggende che creavano quell’atmosfera di magia, di mistero, di meraviglia a cui oggi siamo disabituati.
Ricordare quei momenti significa aprire una parentesi incantata in questo nostra contemporaneità prosaica e nevrotica
che sembra non lasciare più spazio alla fantasia, e significa
soprattutto abbandonarsi ancora una volta alla capacità di
sapersi stupire. Ho chiesto ad una cara amica, Aurora Fratini originaria di Sambuci di raccontarmi qualche leggenda , di
sua conoscenza , che in qualche modo può far tornare indietro nel tempo i lettori , anche nello spazio del breve racconto. Lascio ad Aurora narrare questa toccante leggenda.
Tra le tante leggende di Sambuci che mia nonna mi raccontava, una di quelle che mi colpiva maggiormente, ogni volta
arricchita di particolari, proprio perché non fissata in forma
scritta, era quella di un fantasma che si aggirava nel castello e nel paese. E’ sicuramente una leggenda molto antica,
ascrivibile all’età feudale per i motivi che propone, tipici di
quell’epoca.
Questa è la storia:
Tanto, ma tanto tempo fa, il castello era abitato da una bellissima marchesa. Era di carnagione chiara, occhi splendenti e grazia raffinata, ma era molto infelice, perché, come si
usava allora, il suo matrimonio era stato combinato dall’autorità paterna per interessi, e dunque non amava suo marito.
Ciò nonostante ella era sempre garbata con il suo consorte,
rispettosa e cortese e aveva man mano imparato a voler
bene a quell’uomo, che dietro la sua apparenza burbera e
silenziosa, nutriva per la donna una passione grande, la
faceva vivere come una regina, tra gemme, ori e vestiti preziosi. Ma, possessivo e gelosissimo della sua bellezza, la
teneva segregata nella più completa solitudine e molto raramente la fanciulla aveva l’occasione di vedere gente che non
fosse la servitù, fedelissima al padrone.
Un giorno venne assunto al castello un nuovo fattore, giovane e di bell’aspetto. La dama lo osservava dalla finestra della
sua stanza, lo trovava leggiadro e gentile, forte e affascinante, e sospirava. Ma non appena il ragazzo alzava gli occhi
verso di lei, ella si ritraeva immediatamente.
Il fattore, che era anche un ottimo scudiero, sellava il suo
cavallo quando la dama desiderava inoltrarsi nel bosco.
Solo allora i loro occhi si incontravano, le loro mani si sfioravano, lui la seguiva con lo sguardo fin quando ella scompariva tra gli alberi, scambiava con lei sorrisi e talvolta racco-
glieva per lei ciclamini, che in abbondanza crescevano nella
villa.
Era inevitabile che i due giovani si innamorassero, perché
quei due cuori battevano lo stesso ritmo. Cominciarono ad
incontrarsi più spesso, ma in segretezza e con molta cautela e accortezza, e a scambiare parole dolci come il miele. Un
giorno il signore del castello dovette partire per una guerra.
Raccomandò la moglie alla servitù e a lei impose un giuramento di fedeltà, come si usava allora e pure adesso si fa’.
Un giorno d’inverno, mentre fuori era molto freddo e pioveva
e la nebbia era così tanto fitta che nemmeno la falce poteva
tagliarla, la dama fece entrare il fattore nel suo salone e gli
offrì del vino caldo. La nebbia come un mantello gigantesco,
intanto, avvolgeva il castello. Davanti al camino, nel tepore
che si diffondeva e che man mano scaldava le anime, i due
giovani misero gli occhi uno dentro l’altra, le loro labbra si
accostarono e si scambiarono un tenero bacio. Volle la
malasorte invidiosa che proprio in quel mezzo, tra la nebbia
e il temporale, tuoni, fulmini e saette che Dio ne mandava, si
presentasse all’improvviso il marchese che, sorpresi i due
amanti in quel lieve scambio d’affetto, preso da grande ira
cacciò il giovane, chiamò le guardie e lo fece imprigionare e
chiuse la dama nell’alta torre.
Dopo qualche giorno, il signore scese nelle segrete dove
aveva chiuso lo scudiero e disse: <Solo il mio cuore sarà
della mia donna>! e, preso un pugnale, barbaramente lo
uccise, trasse dal suo petto il cuore ancora pulsante e pazzo
di quella gelosia e quell’odio che solo l’amore umiliato può
generare, corse sulla torre per mostrarlo quale orribile trofeo
della sua follia alla donna. La dama, presa dall’orrore e dal
dolore si volse alla finestra e si lasciò precipitare a valle.
Ancora oggi ella vaga, nelle notti di nebbia, tra i saloni ormai
vuoti del castello, lamentando la sua sventura e il suo infelice amore, lo chiama invano e non troverà pace finché non
avrà restituito il cuore a quello spirito.
È evidente che in questa leggenda le reminescenze e le contaminatio medievali sono molteplici, e trovano, proprio in
quella straordinaria produzione letteraria, illustri predecessori, basti pensare al V canto dell’Inferno e alla novella IX
della IV giornata del Decameron. Molto diffusi sono i motivi
del cuore strappato, divorato o proposto come pietanza, il
matrimonio forzato, la clausura, la prigionia. Sono temi che
arrivano fino alla storia raccontata così come in molte altre,
nelle quali vengono trasferiti ed adattati quei topoi colti, pervenuti presso la fantasia popolare chissà per quali strade.
Fatto sta che ancor oggi, a Sambuci, si usa dire “Esso che
cala ‘a pantasema dagl’arcu” (“Ecco che sta scendendo il
fantasma dall’arco” della Villa), a significare che sta calando
la nebbia.
Memore di questa leggenda, quando nel 2001 è stato ufficialmente aperto al pubblico il Castello Theodoli, la compagnia teatrale dell’Associazione Culturale Terzo Millennio
ha rappresentato una commedia da me scritta, che reca il
titolo, appunto di ’A Pantasema ‘egliu Casteglio , grande
rievocazione storico-leggendaria di Sambuci, dove compare
un fantasma.
28
Tivoli
Comune di Tivoli e Acea:
insieme per un risparmio energetico
di Valentina Torella
In questi ultimi giorni l’assessorato all’ambiente del Comune di Tivoli, in collaborazione con
Acea Reti e Servizi Energetici, ha promosso
una campagna all’insegna del risparmio idrico
ed energetico al fine di rendere più sensibili i
cittadini verso le energie sostenibili e per contribuire in maniera concreta alla riduzione dei
consumi. Pertanto verranno distribuite ad ogni
singola famiglia del Comune di Tivoli 3 lampade altamente efficaci ed un kit per il risparmio
idrico comprensivo di 4 aeratori.
Così, insieme al notiziario periodico del
Comune di Tivoli, ogni nucleo familiare riceverà: 3 buoni per il ritiro gratuito di lampade
tubolari compatte ad alta efficienza di tipo
domestico, che consentiranno di ottenere un
notevole risparmio energetico rispetto a quelle
a incandescenza, 1 buono per il ritiro gratuito
di un kit per la riduzione del flusso idrico,
composto da 1 erogatore a basso flusso da
applicare alla doccia e da 3 rompigetto aerati
da installare sui rubinetti di bagni e cucina, e
infine 2 pieghevoli contenenti le istruzioni per
l’uso e l’elenco dei vantaggi che da tutto ciò
ne derivano. In tutto ad essere distribuite
saranno 60mila lampade a risparmio energetico e 20mila kit per la riduzione del flusso idrico. E ha dichiarato l’assessore all’ambiente
Giuseppe Di Tomassi: “si tratta delle più
importanti azioni finalizzate al risparmio energetico nel nostro comune. Infatti se tutti i cittadini sostituiranno le vecchie lampade a incandescenza, a parità di luce, sarà come se a
Tivoli si spegnessero contestualmente 48mila
lampadine!”.
Insomma, parlando in termini concreti, il
risultato di tutto questo sarebbe un risparmio
annuo di energie quantificabile in oltre 1160
tep/anno (tonnellate equivalenti di petrolio),
con conseguente mancata emissione di
CO2 nell’ambiente di quasi 3mila tonnellate
annue. Il valore commerciale di questa iniziativa, soltanto per il materiale distribuito, è
di 240mila euro finanziate da Acea Reti e
Servizi Energetici S.p.A. Il valore di ciò che
riceverà ogni famiglia sarà di 12 euro. La
distribuzione del materiale avverrà fino al
giorno 9 febbraio 2007.
Un buon investimento per il rispetto dell’ambiente!
Tivoli
29
Associazione “Il Simposio”:
fotografare per passione
di Veronica Moro
L’arrivo del nuovo
anno, si sa, porta sempre delle novità…
Così con l’inizio del
2007 è nata e sta muovendo i primi passi,
nel cuore di Tivoli,
una nuova associazione culturale: “Il Simposio”.
Scopo primario dell’associazione – costituita il 28 dicembre
scorso – sarà quello di
promuovere e diffondere la cultura della
fotografia a 360 gradi
per coinvolgere sia gli
amatori che i curiosi.
“Il Simposio” nasce
dall’idea di Franco Di Clemente – storico fotografo professionista della zona di Guidonia e Tivoli –
e di Maurizio Moro – un medico appassionato
di fotografia fin dall’infanzia – che hanno coinvolto altri amici e amanti della fotografia in questa
iniziativa.
Infatti, tra i soci fondatori troviamo: Alfredo
Arcangeletti, Francesco Pettenati, Roberto Giagnoli (Vice Segretario), Sandro Lucci, Guido Pizzirusso, Matteo Pizzirusso (Tesoriere), Marino
Aristotile (Segretario), Pierpaolo Tonnini e Andrea
Lacaita.
Il Presidente, Maurizio Moro, ha chiarito alcuni
punti, ha spiegato quali sono le finalità dell’associazione e per mezzo di quali attività intende
raggiungerle.
Innanzitutto, da dove nasce il nome dell’associazione?
“Il Simposio”, di derivazione platonica, è un
momento conviviale in cui ci si riunisce per scambiare – oltre al cibo – anche conoscenze e curiosità culturali.
Nel caso della nostra associazione la cultura e la
possibilità di scambiarsi conoscenze diventano
“cibo per l’anima”.
Dove ha sede l’associazione?
La sede tecnica-amministrativa è in Via
Maremmana Inferiore
90 a Villanova mentre
quella socio-culturale
presso il “Ristorante
Vesta” in Piazza delle
Mole 17, a Tivoli.
Qual è lo scopo e
quali sono le attività
proposte da “Il Simposio”?
“Il Simposio” prende
spunto dall’arte fotografica e intende
poi allargarsi ai vari
aspetti dell’arte. In tal senso, ad esempio, ci sarà la
possibilità di imparare a leggere nelle immagini
artistiche e di metterle in relazione tra loro.
Inoltre ci siamo posti lo scopo di divulgare la fotografia tra i giovani, attraverso mostre e stage fotografici a tema, di creare un dialogo tra l’immagine
fotografica e quella delle altre arti.
Chi può partecipare al vostro Simposio?
La partecipazione è aperta a tutti i maggiorenni
interessati ad apprendere o a scambiare opinioni
sulla fotografia ma anche a chi proviene da altri
ambiti artistici e vuole arricchire i nostri incontri,
apportando altri punti di vista.
Per iscriversi è necessario versare una quota
annuale di 50 euro per sostenere le spese relative
alle attività dell’associazione (regolarmente
iscritta nel novero delle associazioni senza scopo
di lucro).
Per avere informazioni più dettagliate…?
Ci si può rivolgere a Franco Di Clemente allo
0774/326270 oppure al 333/5295158 e a Maurizio
Moro al seguente numero: 336/547408.
Saremo disponibili per ogni chiarimento o proposta!
Tradizioni popolari
31
Tradizioni popolari a Castel Madama - Proverbi
selezione ed elaborazione del testo a cura di Gualtiero Todini
Dalla tesi sulle “Tradizioni Popolari a Castel Madama, 1949” di Vittorio Todini
Gli anziani. Erano un punto di riferimento importante per
noi. In famiglia erano loro che decidevano le cose, il loro
parere era fondamentale. E parlavano poco: solo le parole essenziali, se ‘na parola era pocu, doa eranu troppe. E
noi giovani? Noi non avevamo voce in capitolo. Se ti intromettevi in un discorso di
grandi, prima o poi, qualcuno ti zittiva: “tu parla
cannu piscianu le caine”.
Parlare poco, perché – lo
ricordate? – chi pocu
parla, minu pena pate e,
soprattutto, perché si
evita di dire cose ovvie,
pure e semplici banalità, tipo “se la vecchia ‘n ze moréa,
ancora campéa”.
Voi, meno anziani, sbagliereste a credere che quella di un
tempo era una comunità di vecchi assolutisti e conservatori. Il cambiamento era apprezzato, perché spezzava la
routine, che vuol dire assuefazione, caduta di passione,
di entusiasmo. Cambiare, però, a ragion veduta, perché
se “ha da cambià Peppe co’ Peppe, me tengo Peppe
meju”. Se si dà inizio ad una nuova impresa, se nuove
persone sono chiamate a dirigere una società, un ente o
la comunità, è il momento che un alone di speranza circonda la circostanza, si aspetta che le cose cambino in
meglio, perché “scopa nova, scopa bbè”.
Un vecchio proverbio recita: “l’abito non fa il monaco”, ma
un altro dice: “lo stile fa l’uomo”. Siamo di fronte alla solita saggezza proverbiale (e perlopiù popolare), che afferma una verità... e il suo contrario. Insomma, la vita è così
ricca e mutevole, che a seconda delle circostanze è vera
una certa definizione, oppure una opposta. Parlando però
del lupo, il lupo delle favole, sempre cattivo e imbroglione
(sto pensando, per esempio, al lupo di “Cappucetto
Rosso”), calza a pennello il proverbio “u jupu cambia lo
pilu, ma ju vizziu mmai”.
In ogni tempo e sotto ogni cielo, al livello di tutte le classi
sociali, le spartizioni ereditarie hanno causato discussioni, liti, vere e proprie zuffe: queste ultime, però, quasi
esclusivamente a livello popolare, perché i ricchi “hanno
stile” e, prima o poi, affidano le soluzioni a fior di avvocati, che poi pretendono ricche parcelle. Io ho conosciuto
qui a Castel Madama (ma certamente anche voi che leggete) spartizioni ereditarie, nelle quali il parente furbo
faceva le parti a suo vantaggio; e gli altri o tacevano e
ingoiavano per il quieto vivere o la cosa finiva al giudice
di Tivoli. Qui il proverbio ammonisce lo spartitore, ma con
poca fiducia e scarsa speranza per gli altri: “spartitore,
sparti bbè; la minu parte a mme me vè”.
L’uomo di casa deve essere una persona che ti ci puoi
specchiare: onesto, di parola, gli puoi fare un prestito, ti
puoi fidare. Non va all’osteria, al bar diciamo oggi, a tracannare bicchierini, quartucci di vino dicevamo ieri.
L’uomo serio sa contenersi, è misurato; troppo serio, troppo misurato; con la moglie e con i figli non deve essere
allegro, aperto, sorridente, non deve mostrare ‘na bbona
cera. Mio padre Tito a casa con noi era così, mai una risata; invece mi hanno
raccontato i suoi
coetanei che, “alle
cumbinelle era de
compagnia”. Ma una
sera mia madre lo
sorprese in una cantina a bere e cantare:
gli disse che a lei, la
maestra Olga, questa
abitudine non andava
bene: mia madre, sebbene romana schietta, credeva fermamente nel proverbio
castellano – un po’
esagerato, non vi
pare? - “omminu de vinu, no’ vale ‘n quatrinu”.
Scena prima. Lui cavalca un vecchio ronzino, antipatico e
dispettoso, tanto che a un certo punto fa uno scarto e
butta l’uomo in terra: l’uomo si rialza imperturbabile e dice
ad alta voce per farsi sentire dalla bestia: tanto dovevo
scendere! Scena seconda. La volpe sta ammirando con
occhi avidi i bei grappoli d’oro che pendono dalla pergola; fa un salto per morderne uno, non ci arriva; ci riprova e
non ci arrriva nemmeno ‘stavolta. Se ne
va piuttosto adirata, ma non vuole
lasciarlo vedere, allora eslama indifferente: non è ancora matura, non voglio
mangiarla acerba. Proprio come la
gatta, che “candu ‘n’ariva a j’untu,
dice che sa de rancicu”.
32
Libri
Prove tecniche di partecipazione
di Enrico Cascini
Lo scorso 10 dicembre il Circolo di
Rifondazione Comunista di Castel
Madama”, di cui faccio parte, in collaborazione con il pub “San Michele aveva un gallo” ha organizzato
un incontro in compagnia di Nando
Simeone, Vicepresidente del Consiglio Provinciale di Roma.
Il motivo di questo appuntamento è
stato fornito dalla presentazione
del libro “La democrazia partecipativa” di Raul Pont (Edizioni Alegre).
L’autore è stato negli anni passati
sindaco di Porto Alegre, la cittadina
brasiliana riconosciuta a livello
mondiale come prima fondamentale esperienza di sperimentazione
ed applicazione del cosiddetto
bilancio partecipato, discusso e
deciso dai cittadini stessi. Nando
Simeone era presente in qualità di
curatore dell’edizione italiana del libro ed ha caratterizzato il suo intervento, soffermandosi sulla necessità
impellente di stimolare nelle comunità della nostra provincia la formazione di esperienze in materia di partecipazione da parte dei cittadini nelle scelte di carattere
amministrativo a cui le giunte locali devono far fronte.
Durante la serata si è ricordata la recente adesione
della Provincia di Roma alla Rete del Nuovo Municipio,
associazione di carattere nazionale che ha come obiettivo principale la “messa in rete”, facilitandone la diffusione, delle esperienze di sperimentazione del rapporto
reciproco tra un ente locale e quanto presente sul proprio territorio.
Raul Pont, rappresentante storico della sinistra brasiliana, è uno dei fondatori del Partito dei Lavoratori, il partito del rieletto presidente Lula. Sicuramente la sua militanza ha facilitato, nella stesura dell’opera, la
caratteristica descrizione in forma diretta delle metodologie di costruzione della democrazia partecipativa, stimolando il lettore ad importanti riflessioni teoriche e
politiche sulle pratiche stesse di partecipazione.
Nella seconda parte del libro si passa dal Brasile e da
altre esperienze sudamericane, quale quella venezuelana, all’Italia, ed è possibile analizzare quanto è accaduto ed accade in merito ad esperienze di costruzione
di realtà legate al bilancio partecipato.
Perché questo libro e per quale motivo l’esigenza di
questo incontro?
In seguito all’intervento di Simeone si è passati all’ambito locale,
cercando di impostare il dibattito
sulla linea guida che spinge, ad
andare oltre la ricerca del consenso numerico, pressando gli amministratori affinché si giunga alla
sperimentazione di un rapporto
nuovo, diretto, di maggior coinvolgimento con quanto si muove nel
nostro paese.
Non bisogna caratterizzarsi come
portatori unici di quest’idea ma è
necessario confrontarsi con le
forze esistenti quali le associazioni
ed i comitati ma soprattutto e non
per ultimi i singoli cittadini. La
scommessa parte da lì, è solo con
la partecipazione che può concretamente prendere piede questo
principio di redistribuzione di un
“pezzetto di quel potere decisionale” che è delegato
agli eletti. Tutto ciò non in un’ottica di mancanza di fiducia, ma con la consapevolezza che la nostra terra e la
sua vivibilità possono essere determinate anche dalle
nostre decisioni.
Nella lettura agevole delle pagine, come in una successione scadenzata, scorre ben evidenziata la narrazione
dei passaggi affrontati per arrivare allo svolgimento di
assemblee pubbliche in cui le decisioni intraprese non
hanno avuto certamente carattere di stampo populistico ma sono state ottenute come le risultanti di discussioni , anche aspre e lunghe, su temi reali e di carattere quotidiano.
Di fondamentale importanza è evidenziare l’incapacità
effettiva di poter esportare un modello funzionante,
quale quello testato a Porto Alegre, nel nostro municipio, in special modo dovuto al fatto che ogni comunità
per quanto grande o limitata possiede degli aspetti
oggettivamente propri e discriminanti rispetto ad altre,
non permettendo appunto l’assunzione di “manuali
d’uso universali”.
Questa difficoltà evidenzia alternativamente un aspetto positivo, legato all’esigenza diretta di sviluppare
attivamente, cercando in prima persona gli stimoli.
Sarà fondamentale porsi come autodidatti nella creazione ed invenzione delle “regole” caratterizzanti le
strade da percorrere affinché le scelte siano ponderate dal basso.
Libri
33
“Gli eredi di Vespasiano,
una realtà tra il sogno e la fantasia”
recensione di Flavia De Bellis
Gli eredi di Vespasiano è una favola moderna, un
romanzo carico di tematiche e variegato in tutto il suo
intreccio narrativo. Scritto nell’estate 2005 da Matteo Di
Vincenzo, studente del liceo Classico Amedeo di
Savoia, nato a Tivoli nel 1988. Il lavoro è stato pubblicato nel luglio 2006 dal Centro Programmazione Editoriale, importante casa editrice modenese.
Scenario dell’intera narrazione è il delizioso Borgo del
Forno, un immaginario paesello medioevale ipotetico,
che rappresenta e compendia tutti gli aspetti e le caratteristiche del Cicolano, regione montuosa tra il Lazio e
l’Abruzzo, all’estremo lembo orientale della provincia
di Rieti.
La passione per la storia del territorio e alcune problematiche antiche ed attuali hanno spinto l’Autore a comporre questo romanzo, che racchiude in sé messaggi
volti a suscitare riflessioni su argomenti vari, in primis
l’abbandono dei piccoli centri che muoiono.
Protagonista del racconto è Vespasiano, non il grande
imperatore della Roma Antica, bensì il Conte Ottorini
D’Orlandi, novantenne avvocato e latinista, che abita
con la sua devota assistente Alda e con il figlio di questa, Donato, nel palazzo cinquecentesco del fantastico,
ma verosimile, paesino spopolato della Valle del Salto.
Un infarto improvviso e un forte senso di solitudine
inducono l’anziano gentiluomo a fare un bilancio della
propria vita, considerando la labilità dell’esistenza
umana, la perdita di parenti ed amici e la morte della
sua terra natale, che vorrebbe, però, di nuovo piena di
vita. La tranquillità di palazzo Ottorini viene inoltre insidiata da una serie di vicissitudini legate a due lontani
parenti di Vespasiano, unici discendenti per via dinastica che, intenti a rivendicare la loro eredità e spinti dal
vizio del gioco d’azzardo, arrivano a denunciare il nobile parente, che considerano incapace di intendere e
volere. Tuttavia, la piena lucidità, la grande perizia e le
giuste amicizie dell’anziano conte tentano di arginare,
in un clima di serenità, il nuovo affronto e, nonostante la
difficile situazione contingente, l’amore per il paese
natale e l’affetto verso i suoi compaesani spingono il
professore ad organizzare, in occasione del ferragosto
del 2004, una grande festa a Borgo del Forno, che rivive gli antichi splendori di un tempo grazie alla partecipazione di chi, anni prima, fu costretto ad emigrare
altrove. Il tutto è condito con la notizia di lasciti che il
conte ha intenzione di effettuare a beneficio dei suoi
concittadini, che alla fine saranno partecipi soprattutto
di un’eredità «spirituale».
Intorno all’intreccio, si articolano ampie digressioni,
frutto di una saggezza popolare cicolana e di un’attenta
documentazione storica: si va dalla ricetta delle
«sagne» e della «pizza rentorta» alla descrizione del
ballo della «pantasima», dal quadro storico di alcune
località significative, come Fontefredda e Poggio Poponesco, alla ricostruzione agiografica della vita e dei
miracoli di Santa Filippa Mareri, la Santa del Cicolano
per eccellenza. Non mancano, inoltre, riferimenti a luoghi importanti della Valle del Salto, di cui talvolta si parla
quasi con il linguaggio puntuale di una guida turistica.
Oltre alla storia interna alla narrazione, dunque, l’Autore intende proporre anche una riflessione affinchè
venga riscoperto un territorio pieno di risorse ma oggi
quasi interamente ignorato, e sia sempre viva nella
coscienza di ognuno la tristezza di un paese abbandonato, che muore.
34
Cultura
UNA VISITA ALLA VILLA GARIBALDI
di Carla Santolamazza
Per gli appassionati di storia e tradizioni polari proponiamo un’interessante escursione
a Riofreddo al Museo delle culture “Villa Garibaldi” e sosta nel ristorante locale
per gustare le specialità della casa
Il paese di Riofreddo sorge tra il Lazio e l’Abruzzo e per lungo tempo è stato considerato la frontiera tra lo Stato Pontificio e il Regno di Napoli. È
attraversato da un antico tracciato della Via Valeria. Il nome, Rivus frigidus, è derivato da un gelido ruscello, il torrente Bagnatore, che lambisce il
paese. Il nucleo primitivo si è formato intorno al
castello, sorto probabilmente nell’XI o XII secolo,
con l’apporto di gruppi di diversa provenienza,
ciascuno dei quali in possesso di una propria
pratica cultuale (come dimostrano le diverse
devozioni ai santi Marco, Giorgio ed Elia).
Oggi purtroppo del castello restano solo alcune
parti in fase di ristrutturazione, ma originariamente era forse a forma quadrilatera con quattro
torri cilindriche agli angoli (successivamente
ridotte a due) e il maschio nella parte frontale. Fu
proprio nella prima metà del XII secolo che presero possesso della rocca i colonnesi, e la trasformarono in castello.
Un periodo di una certa importanza Riofreddo lo
godette nel 1799 durante la prima Repubblica
Romana, quando fu nominato capoluogo del 6°
Cantone del Dipartimento del Tevere, che comprendeva i comuni di Vivaro, Vallinfreda, Arsoli,
Roviano, Scarpa, Anticoli, Sambuci, Saracinesco, Civitella, Licenza, Roccagiovine e Percile.
Il periodo di notorietà si rinnovò con la venuta a
fine Ottocento
di Ricciotti
Arredi dello studio di Ricciotti Garibaldi
Garibaldi,
quarto e ultimo
figlio di
Giuseppe e
Annita, che per
il clima, “l’aria
salubre e
fresca” e
l’acqua della
fonte Limosa,
scelse
Riofreddo come
meta di
villeggiatura
insieme alla
moglie Costanza
Hopcraft e ai
numerosi figli.
Ex
ospedale
della
SS.
Annunziata
oggi sede
dello
ambulatorio
e del
Comune
Per alcuni anni fu la loro dimora e costruì un
secondo castello, oggi più propriamente chiamato Villa Garibaldi e sede del Museo delle culture.
Nato a Montevideo nel 1847, fu un combattente
valido, si distinse nelle battaglie di Monterotondo
e di Mentana (1867), e nella guerra franco-prussiana,1870, a Digione conquistò una delle uniche due bandiere che i prussiani persero durante
la guerra. Deputato del parlamento italiano alla
Camera prese posto all’estrema sinistra.
Si spense a Roma il 17 luglio 1924. La moglie,
Harriet Constance Hopcraft (1853-1941) che
apparteneva ad una famiglia benestante inglese,
trasferisce a Riofreddo le idee ed il clima degli
ambienti in cui
era cresciuta
durante la sua
giovinezza, e
che, alla fine
dell’Ottocento
e nei primi
decenni del
Novecento,
rappresentano
per questi
territori una
visione del
mondo
totalmente
nuova, ancora
estranea alle
classi dirigenti
italiane,
assolutamente
Cultura
Arredi dello studio di Ricciotti Garibaldi
carenti di spirito filantropico e di teorie sullo
sviluppo autonomo delle popolazioni. Importante e fondamentale la sua opera di risanamento
dell’ospedale della SS. Annunziata, la cui costruzione risale probabilmente al periodo medioevale, determinata dalla posizione geografica del
paese, situato lungo la via Valeria e ultimo centro
abitato dello Stato della Chiesa verso l’Abruzzo,
che ha sempre favorito un copioso flusso di viaggiatori e commercianti. In memoria di Donna
Costanza nel 1932 venne inaugurato il nuovo
ospedale, fornito di tutte le necessarie infrastrutture, ma, distrutto dalle truppe tedesche durante
la II guerra mondiale, è stato poi definitivamente
soppresso.
Attualmente l’edificio ospita l’ambulatorio medico e il Comune. Accanto è situato l’oratorio dell’Annunziata, una costruzione romanica dalla
facciata con tetto a uno spiovente, campanile,
portale archivoltato, monofore laterali, costruito
dal ramo dei Colonna di Riofreddo. L’interno è
costituito da un unico locale con volta a botte,
ricoperto interamente da un ciclo di affreschi.
Proprietà della curia di Tivoli fino al 1976, quando è stato ceduto al comune.
Villa Garibaldi sede del Museo
35
Il Museo
delle culture
“Villa Garibaldi”
è una delle realtà
museali più
interessanti della
Valle dell’Aniene,
centro di studi e
documentazione
della storia di
questo territorio
che testimonia
la presenza e
l’incontro di
identità culturali
diverse sin dai
Uno scorcio di Riofreddo
tempi antichi,
terra di confine e crocevia di traffici. Territorio
degli Equi, documentato dai ritrovamenti della
necropoli arcaica di Casal Civitella e rappresentati nella sezione archeologica del museo che si
articola in:
Sezione Demoetnoantropologica: documenta
le culture locali costituite da contadini, pastori, allevatori, carrettieri, trasportatori e artigiani del paese;
Sezione Storica: dalla nascita del paese in
epoca alto-medioevale (VIII sec. circa) alla
fine dell’Ottocento, alcuni plastici documentano le vicende architettoniche degli edifici
più significativi della storia della comunità;
Sezione Archeologica: sulla presenza degli
Equi (con preziosi reperti della Necropoli
arcaica di Casal Civitella) e sulla romanizzazione del territorio;
Sezione Relativa alla famiglia Garibaldi:espone oggetti e cimeli appartenuti a Ricciotti
Garibaldi e ai suoi figli.
Il Museo offre vari servizi anche per l’utenza scolastica: visite guidate, proiezioni di video, cd
rom, guida breve. Il museo offre la possibilità di
visita anche alle persone con handicap.
Orario di apertura:
Lunedì, mercoledì, sabato e domenica,
dalle 10:30 alle 13:30
e dalle 15:30 alle 18:30.
Per prenotarsi telefonare
allo 0774-929186
durante l’apertura
del Museo, altrimenti
chiamare in Comune
al numero
0774-929116,
Fax 0774-929501.
e.mail:
[email protected];
sito internet:
Villa Garibaldi
www.mudecu.it
36
Sport
A.S.D. Castel Madama - Promozione
di Ivo Santolamazza
Il 10 dicembre 2006 il Castel Madama incontra in casa Fiumicino e schiera Di Marco, Nonni, Duranti, Figlioli, Panzini,
Marzano, Ippoliti (30’ st D’Aniello), Consorti, Salvati, Valentini, Alfani (20’ st Lucci). A disposizione dell’allenatore Ciocchetti ci sono Muzi, Conti, Saturni, Giuliani, Proietti. Fiumicino risponde con Calderari, Rambaldi, Riccio, Ferrari, Timido,
Sinceri, Gavina, Maiolatesi, Marinucci (47’ st Pavani), Starace, Palombo e a disposizione dell’allenatore Piccioni ci sono
Lampis, Alesi, Ponziani, Bodo, Barbato, Scarselletti. Arbitro:
Loria. La gara termina con un giusto pareggio. Molte azioni
ma nessuna a buon fine. I padroni di casa attaccano al 37’
con Salvati che impegna il portiere avversario con una rovesciata deviata in angolo. Allo scadere, diagonale di Starace e
deviazione in angolo di Di Marco. Al 7’ st Figlioli (C) viene
espulso per doppia ammonizione. La partita giunge al termine con altre belle azioni ma senza gol.
Nella 12’ giornata di andata del campionato di promozione
laziale, girone B, Casette e Castel Madama pareggiano 22. La partita si è giocata domenica 17/12/2006, alle ore
11,00 al campo Polivalente di Casette (RI). Arbitro: Morreale. Il Casette scende in campo con Sellaroli, Carconi (20’ st
Mazzola), Gunnella, M. Pompili, Grillo, Carosi, Rosatelli, Di
Casimiro, Graziani (20’ st Morbidelli), Guadagnoli (45’ pt
Maceroni), Di Benedetto. A disposizione dell’allenatore R.
Pompili: Giancarlo, Eleuteri, Miluzzi, Simeoni. Il Castel
Madama schiera Di Marco, Nonni, Lucci, Duranti, Banzini,
Marzano, D’Aniello, Consorti, Salvati, Conti, Valentini. A
disposizione dell’allenatore Volpe: Muzi, Alfani, Proietti,
Saturni, Cervelli, Piselli. Per il Castel Madama due gol nei
primi 45’ di gioco ma il Casette reagisce e riesce a recupe-
rare nella ripresa. Al 20’ arriva il gol del vantaggio per il
Castel Madama con Duranti che realizza di testa deviando
un calcio d’angolo. Al 35’ D’Aniello raddoppia. Nella ripresa il Casette prima accorcia le distanze al 1’ con Grillo e
poi raggiunge il pareggio al 30’ con Di Casimiro.
La 13’ giornata di andata del campionato di promozione
laziale, girone B, si è giocata domenica 7/1/2007 alle ore
11,00 al campo A.Testa di Castel Madama. La squadra di
casa incontra il Tor Sapienza pareggiando 0-0. Arbitro:
Potenza. Nessuna azione rilevante. Al 35’ st viene espulso Alfani (C) per doppia ammonizione.
CLASSIFICA - Girone B
(aggiornata al 4/12/2006)
Fiumicino
Tor de Cenci
Tor Lupara
Pro Sabina
Riano
Monter. Scalo
N.S. Maria Mole
Roviano
Pro Calcio Acilia
Casette
Fonte Nuova
Pescatori Ostia
Castel Madama
Alessandrino
Tor Sapienza
Palocco
27
26
26
23
22
19
17
16
15
14
14
13
13
13
11
3
13
13
13
12
13
13
12
12
14
13
13
13
13
13
13
13
7
8
7
6
6
6
4
3
3
3
2
3
3
3
2
0
6 0
2 3
5 1
5 1
4 3
1 6
5 3
7 2
6 5
5 5
8 3
4 6
4 6
4 6
5 6
3 10
16
20
16
19
20
13
16
17
11
15
12
15
14
12
15
7
7
10
11
10
18
14
11
10
16
22
13
16
20
18
16
27
Domenico Maria Salviani:
CAMPIONE ITALIANO
Il 7 gennaio 2007 è stato un giorno importante per
Domenico Salviani che si è aggiudicato il primo posto
nel Campionato Italiano Ciclocross di Rovato. Il giovane sedicenne di Castel Madama si è classificato
primo dopo una lunga ed estenuante gara in cui gli
avversari gli sono stati fino alla fine col fiato sul collo.
Domenico pratica il ciclismo da dieci anni ed è sempre
seguito dai suoi genitori, ma questa volta non solo da
loro. Infatti per il Campionato Italiano ha avuto una
vera e propria tifoseria “castellana” al suo seguito;
molti concittadini, organizzandosi con un pullman, lo
hanno accompagnato fino a Lucca incitandolo e aspettandolo al traguardo. Ma Domenico è abituato alle vittorie, infatti, oltre a successi provinciali e regionali, già
nel 2005 conquistò il primo posto nel campionato Italiano Ciclocross mentre lo scorso anno si classificò
terzo. Ora il giovane campione si prepara subito per la
prossima gara, quella di Vittorio Veneto.
Sport
37
Intervista ai responsabili del Settore Giovanile Calcio
di Ivo Santolamazza
A Castel Madama non ci sono solo le prime squadre ma esiste
anche il settore giovanile dell’A.S.D. Castel Madama composto
da circa 130 bambini e ragazzi guidati da un gruppo di allenatori e dirigenti meritevoli. È per questo che abbiamo voluto dar
voce al Responsabile Tecnico del settore giovanile (Sandro
Meucci) e al Responsabile Organizzativo del settore giovanile
(Luigi Santini).
Da quanto tempo operate nell’A.S.D. Castel Madama?
Meucci: Sono allenatore da più di venti anni, forse ho iniziato nel
lontano 1988 da quando ho preso il tesserino di allenatore, ma
già da qualche anno prima di quella data ero nel mondo dirigenziale del calcio e sono stato anche un ex giocatore.
Santini: Sono arrivato in questa società nel giugno 2005 e mi
occupo dell’organizzazione del settore giovanile ma arrivo da
un’esperienza dirigenziale decennale svolta in altre società
calcistiche.
Per voi questa occupazione è un lavoro o una passione?
Meucci: Sicuramente una passione, ma è anche duro lavoro e
impegno; il piccolo rimborso spese dato agli allenatori non è uno
stipendio; gli allenatori oltre a molte ore impegnate per gli allenamenti accompagnano anche i ragazzi nelle trasferte, quindi a
volte diventa anche un impegno.
Santini: Decisamente una passione, perché occupiamo molto
del nostro tempo in questa attività e sicuramente non lo facciamo per soldi come molti potrebbero pensare, anche perché non
ci troviamo in una grande società dove possiamo vivere con uno
stipendio da allenatore o da dirigente.
Quali squadre seguite?
Meucci: Abbiamo molte squadre divise ovviamente per anno di
nascita: Allievi (nati nel 1990-1991), Giovanissimi ‘92, Giovanissimi ’93, Esordienti ’94, Esordienti ’95-’96, Pulcini ’97, Pulcini
‘97-’98, Piccoli Amici ’99-2000. Personalmente alleno Pulcini
’97-98 ma mi occupo di tutte le squadre.
Santini: Seguo tutte le squadre del settore giovanile elencate
dal signor Meucci occupandomi dell’organizzazione e degli
aspetti dirigenziali.
Come procedono i campionati?
Meucci: Molto bene, ogni squadra ha un suo campionato. Tranne i più piccolini nati nel ’99-2000, tutti gli altri ogni settimana
giocano contro squadre avversarie anche partite fuori casa.
Santini: Procedono bene, i bambini e i ragazzi giocano tutti indifferentemente anche perché per noi non conta vincere a tutti i
costi. Per i più piccoli l’importante è il divertimento, infatti Pulcini
ed Esordienti non hanno neanche un arbitro federale dato che il
gioco inizia a farsi più competitivo con i Giovanissimi e gli Allievi.
Questa società permette ai giovani di crescere professionalmente?
Meucci: Certo, i ragazzi possono crescere perché in questa
società ci sono preparatori qualificati e ogni ragazzo è seguito al
meglio.
Santini: Sicuramente hanno possibilità di crescere ma questo
dipende anche dall’impegno di ciascun ragazzo. Dal prossimo
anno saremo ancora più pronti e organizzati e speriamo in un
futuro di poter fare una selezione dei ragazzi per creare squadre
più competitive dagli Allievi ai Giovanissimi.
Le strutture sportive e le attrezzature a disposizione sono
idonee al vostro lavoro?
Meucci: Non proprio, un solo campo sportivo non può soddisfare le esigenze di due prime squadre, di una juniores regionale,
e di tutte le giovanili che da sole superano i 130 iscritti. Il problema nasce quando si giocano le partite che devono essere
incastrate in mezzo alla settimana o ad orari insoliti dato che i
campionati da giocare sono molti. Basterebbe un piccolo campo
sportivo adiacente a quello attuale per sopperire a molti inconvenienti. Non mancano le attrezzature ma non sono proprio
come vorremmo, perché per i nostri ragazzi vorremmo di più.
Santini: Sono insufficienti spazi per l’allenamento ma anche
spogliatoi, ne servirebbero, per il momento, almeno altri due per
permettere ai ragazzi di cambiarsi e lavarsi sia dopo gli allenamenti che dopo le partite senza affollamenti o confusioni varie.
Vorremmo garantire strutture migliori ma per ora con le sole
forze della nostra società non possiamo permetterci di migliorare le condizioni attuali. Vorremmo un aiuto per migliorare la
situazione e lo vorremmo soprattutto per i bambini e i ragazzi.
Cosa direste ad un genitore che intende iscrivere il proprio
figlio ad un corso di scuola calcio?
Meucci: Stiamo cercando di fare un buon lavoro, bambini e
ragazzi sono seguiti da tecnici specializzati; sono seguiti tutti dal
momento che vengono accompagnati e consegnati a noi, fino al
momento che vengono ripresi dai genitori. Cerchiamo di educarli allo sport e al rispetto delle regole e degli avversari.
Santini: Per noi prima viene l’educazione poi viene il discorso
tecnico. Abbiamo un custode che vigila ogni giorno sul campo
sportivo e nei pressi di esso; la pulizia degli spogliatoi è garantita. Siamo contenti che i genitori si interessano e seguono le varie
fasi di crescita dei ragazzi aiutandoci con critiche costruttive.
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Teatro
“Quelli che... continuano”
di Mario Di Nardo
Non è vero, ma ci credo!!!, quindici repliche da tutto esaurito
Il sette gennaio si è conclusa la serie di repliche
della compagnia teatrale “Quelli che ... continuano” con la commedia brillante di Peppino
De Filippo “Non è vero, ma ci credo”. Il bilancio
è a dir poco entusiasmante; 1.500 persone suddivise in quindici repliche, hanno potuto
apprezzare il lavoro presentato dalla compagnia
teatrale riempiendo di elogi e quindi, appagando tutti gli interpreti della commedia.
Per noi della compagnia, fare teatro amatoriale,
è sempre un privilegio e, soprattutto, una
responsabilità sociale, comunitaria, culturale e
sicuramente d’amicizia: uno spettacolo fatto
bene quanta serenità trasmette a persone che
magari sono sole, vecchie, povere, in crisi, o
anche normali e ricche, o altro. Perciò, fare teatro è sempre qualcosa che supera noi stessi e ci
rende, appunto, responsabili, tanto che, se non
ci fosse, ci mancherebbe una componente che
ormai fa parte del nostro modo di vivere.
La commedia che abbiamo rappresentato,
rimarrà sicuramente nei nostri pensieri per due
fondamentali motivi: il primo è perché la prima
commedia non musicale interpretata dalla compagnia; il secondo perché è la prima volta che la
compagnia ha presentato un proprio lavoro
all’interno di un teatro. È l’impegno, la costanza,
il sacrificio, l’accettazione reciproca, che rappresentano la parte più cruda ma anche indispensabile di ogni allestimento. Se questo è
vero, allora nessuna fatica, contrasto, egoismo o
difetto può essere d’ostacolo alla gioia che deve
firmare e sostenere il percorso di un gruppo
come il nostro; gruppo considerato da più voci
patrimonio dell’intera collettività Castellana.
“Non è vero, ma ci credo” ormai è già il passato
della Compagnia Teatrale, il futuro sarà la commedia musicale italiana più conosciuta e
apprezzata in tutto il mondo “RUGANTINO”.
Per noi Rugantino sarà una vera e propria sfida
con noi stessi, come in tutte le commedie ci
sono vari strati di interpretazione e quindi di difficoltà, mi sembra naturale, visto i trascorsi, che
la compagnia tutta punta al grado più elevato di
difficoltà e quindi sicuramente presenterà uno
spettacolo indimenticabile.
Rugantino sarà realizzato da circa 60 persone
che si adopereranno davanti e dietro le scene, i
brani musicali della commedia saranno interpretati dal vivo, il corpo di ballo sarà composto da
circa 20 ballerini, le scene arredate saranno 12
ecc. ecc. È inutile negare che i numeri appena
citati fanno paura, ma la voglia di fare bene è
tantissima e siamo sicuri che tutto riuscirà come
abbiamo preventivato.
Quindi l’appuntamento è fissato per il 16 e 17
giugno al “Parco Oudenaard”.
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Gennaio - La Piazza