Material handling
Rioganizzare
il magazzino per un
picking più produttivo
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GIUGNO 2012
In Astelav l’aumento significativo delle
referenze gestite e dei relativi flussi ha
richiesto una riorganizzazione e classificazione
dei codici a magazzino per aumentare la
produttività di picking, senza però alcun
intervento sulla struttura fisica dello stabile.
Alessandro Ceriani
Politecnico di Milano
Andrea Bacchetti
Università di Brescia e CSMT - Centro processi gestionali
Ernesto e Riccardo Bertolino
Astelav
R
ipensare globalmente
il proprio magazzino
in ottica di riduzione
degli sprechi
e massimizzazione della
produttività, anche alla luce
di un previsto aumento del
numero dei codici da gestire e
del relativo flusso di prodotti.
Questa l’esigenza di base
manifestata da Astelav, PMI
torinese attiva da quasi mezzo
secolo nella distribuzione
di parti di ricambio per
elettrodomestici in più di 50
Paesi a livello mondiale.
Il magazzino di Astelav si
estende su una superficie
di circa 4.200 m2 coperti,
suddivisi tra area di entrata
merce, area di stoccaggio, aree
di imballo e confezionamento,
area di spedizione.
La merce in entrata viene
controllata e poi inviata
nell’area di stoccaggio. In
funzione della tipologia di
articoli ricevuti, del loro volume
(ingombro) e del numero di
pezzi ricevuti, la merce può
essere stoccata tramite carrello
frontale su scaffalature porta
pallet, oppure manualmente
su scaffalature a pianetti per
scatole, oppure su scaffali
ad hoc per la minuteria. Di
fatto tale distinzione genera 3
differenti famiglie logistiche:
pallet, scatole e minuteria, ad
ognuna delle quali è assegnata
un’area logistica ben definita.
In termini di codici,
quasi la metà dei 12.000
complessivamente movimentati
appartiene alla minuteria,
seguita dalle scatole e dai pallet,
mentre quasi il 50% delle righe
d’ordine complessive sono
generate dalla categoria scatole.
La sola parte di stoccaggio a
pallet sfrutta per intero i 5 m di
altezza dello stabile, mentre la
parte restante - la più rilevante
in termini dimensionali - è
infrastruttura fisica, processi,
metodi gestionali e supporti
informativi, il duplice obiettivo
perseguito è stato infatti quello
di massimizzare la capacità
ricettiva (in virtù del previsto
aumento della gamma di codici
da gestire) e di aumentare le
prestazioni (produttività in
primis) di picking.
Tutto questo senza
compromettere il livello di
servizio fornito al cliente,
inteso in termini di flessibilità
e soprattutto tempestività
nell’evadere le richieste. Ad
oggi, un ordine ricevuto entro le
ore 15.00 deve essere processato
e affidato al corriere incaricato
della consegna entro le 17.00
del giorno stesso. È evidente
quindi che non è sufficiente
che la logistica interna sia di
per sé efficiente; deve anche
porsi al servizio dei reali
fattori critici di successo di
questo tipo business che sono
appunto il procurement e
l’efficacia distributiva, con
particolare attenzione al
contenimento delle tempistiche
di allestimento degli ordini.
Il riassetto, infine, si deve
Il progetto
sposare con l’esigenza aziendale
Partendo da tale contesto e in
di mantenere invariata la
virtù dell’esigenza manifestata, struttura edilizia attuale del
il progetto di miglioramento
magazzino, di mantenere
si è focalizzato sulla
il sistema informativo
riorganizzazione delle fasi di
attualmente a supporto (con
stoccaggio e di picking, laddove l’opportunità di introdurre
cioè è lecito pensare si annidino eventuali personalizzazioni
i principali sprechi e dove
legate al ridisegno proposto)
quindi sia possibile perseguire
e di non automatizzare
un consistente miglioramento
eccessivamente le attività di
della produttività globale.
stoccaggio e picking al fine di
Analizzando (e agendo su)
non perdere l’elevato livello
di flessibilità che l’attuale
assetto organizzativo concede
e che il mercato richiede
come prerogativa di base.
Nell’ottica del perseguimento
degli obiettivi prefissati alla
luce dei vincoli descritti,
sono stati valutati in primis
il ricorso a un magazzino
verticale e l’istallazione di un
mezzanino (in particolare)
per le famiglie scatole e
minuteria. Il magazzino
verticale risulterebbe di per
se un’ottima soluzione per
aumentare lo spazio disponibile
grazie allo sviluppo in altezza
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Figura 1 - Layout e flusso di merci all’interno del magazzino.
dello spazio di stoccaggio (ad
oggi di fatto inutilizzato, a
meno della zona pallet); meno
conveniente risulterebbe
però dal punto di vista della
produttività, che sarebbe
inferiore rispetto a quella di
un picker tradizionale. Per
quanto riguarda il mezzanino,
occorre segnalare che, oltre
a una buona utilizzazione
dello spazio, permetterebbe
di mantenere elevata la
produttività di picking anche
alle quote più elevate della
scaffalatura. Nel caso specifico
di Astelav, però, la struttura
sarebbe contraddistinta da una
superficie limitata (per vincoli
di spazio occupabile), il che
accentuerebbe i disagi legati
al dover portare ogni volta al
livello sopraelevato la merce che
necessita di essere stoccata e di
portare al contrario a livello del
terreno la merce che deve essere
imballata per la spedizione.
Tali svantaggi, sommati agli
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utilizzata solo fino a poco più
di 2 m di altezza. Ciò accade
in virtù appunto del vincolo
di stoccaggio manuale delle
categorie scatole e minuteria.
In fase di allestimento
dell’ordine vengono creati
dei batch in funzione delle
righe da prelevare in ogni
specifica area logistica. Ogni
operatore si occupa quindi
del prelievo simultaneo di
parti di più ordini all’interno
dell’area logistica a lui
assegnata. Ne consegue che
il picker è sempre obbligato
ad effettuare il giro completo
dell’area di competenza con
percorrenze di tipo return, con
annesso non sfruttamento del
posizionamento dei prodotti
ad elevata movimentazione
nelle vicinanze della zona
di spedizione. Il profilo della
curva ABC per le tre famiglie
non risulta particolarmente
pronunciato (in ogni famiglia,
mediamente, il 30% delle
referenze genera circa il 70%
delle righe d’ordine) e ad oggi
non è certamente sfruttato a
dovere in termini di allocazione
mirata delle diverse ubicazioni.
Inoltre la suddivisione delle
operations antecedente
l’intervento di riorganizzazione,
in cui ad ogni picker è
associata una e una sola area di
riferimento, crea problematiche
in fase di consolidamento degli
ordini dato che più della metà
degli ordini prevedono prelievi
che coinvolgono due o più aree.
Figura 2 a - Layout area di stoccaggio PRIMA dell’intervento.
b
c
Fig 2b e 2c - Layout area di stoccaggio DOPO l’intervento.
Material handling
Figura 3 - Distribuzione
delle righe d’ordine nelle
diverse aree a valle
dell’intervento.
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GIUGNO 2012
Figura 4 - Mezzi di
supporto nell’esecuzione
del picking.
investimenti necessari e
confrontati con l’aumento di
produttività generato, rendono
entrambe le opzioni del tutto
non convenienti. L’elevato
numero di referenze a stock
(circa 12.000) potrebbe spingere
a muoversi verso sistemi di
automazione del magazzino.
La limitata area dedicata
allo stoccaggio, circa 1.400
m2, fa però si che il picking
manuale - operatore verso
materiali - risulti comunque
la soluzione da prediligere,
anche e soprattutto in virtù
della produttività di picking
che così si ottiene. Inoltre il
picking manuale consente di
contenere il numero di picker,
difficilmente riducibile tramite
il ricorso all’automazione, e
allo stesso tempo di mantenere
quella flessibilità che da
sempre rappresenta un punto
di forza imprescindibile
dell’azienda.
A fronte delle esigenze
aziendali di cui sopra, risulta
quindi necessario operare un
intervento di razionalizzazione
ed efficientamento del
magazzino, percorrendo
altre strade. In particolare,
le scaffalature e i livelli
delle scaffalature medesime
vengono suddivisi in zone
logiche in funzione della
loro lontananza dalla zona di
confezionamento e della loro
altezza da terra. Le ubicazioni
di maggior pregio sono quindi
quelle più vicine alla zona di
consolidamento e al contempo
facilmente raggiungibili da
un operatore senza l’ausilio di
veicoli, massimizzando così
le prestazioni di picking. In
questo modo è possibile allocare
le porzioni di scaffalature
più pregiate agli articoli con
il maggior numero di righe
movimentate nell’arco del mese.
Trattasi cioè di un’analisi ABC
in cui il dimensionamento
delle classi non viene però
effettuato in modo canonico;
ogni classe avrà cioè un numero
di referenze tali da eguagliare
la numerosità delle ubicazioni
di egual pregio presenti
all’interno del magazzino.
Ubicazioni che, per ogni classe,
contemplano un numero ben
definito di vani per ognuna
delle tre famiglie logistiche. Così
facendo, l’area nella quale sono
stoccati i prodotti con più alta
movimentazione (classe A) si
trova nelle immediate vicinanze
della zona imballaggio e
confezionamento, si sviluppa
fino ai 2 m di altezza (in modo
tale da aumentare al massimo la
produttività dei picker) e include
referenze a pallet, a scatole e
minuteria. In particolare, nella
parte dedicata allo stoccaggio
della minuteria, contraddistinta
da vani di dimensioni
particolarmente limitate, le
ubicazioni sono distribuite a
partire da un’altezza di 35 cm
fino a un’altezza di 180 cm in
modo da rendere le operazioni
di prelievo il più ergonomiche
possibile. In questo modo il
picking può essere effettuato
da un operatore a terra, il quale
colloca i prodotti prelevati su
di un carrello i cui spazi sono
suddivisi in funzione degli
ordini da evadere. Inoltre grazie
alla presenza di un corridoio
trasversale al termine della
zona A è possibile definire
un percorso di picking di
tipo traversale a senso unico,
che riduce notevolmente le
percorrenze ed evita che gli
operatori addetti al prelievo
si intralcino. Così facendo è
possibile preservare i corridoi
di dimensioni limitate già
esistenti, massimizzando
l’utilizzo degli spazi, a fronte di
una produttività stimata di circa
100 righe/ora. La prosecuzione
dei corridoi allocati ai prodotti
A, è destinata allo stoccaggio dei
prodotti di tipo B. Questa zona
risulta più lontana dal reparto
imballaggio e confezionamento
ma, per mantenere una buona
performance di picking, lo
spazio occupato è fino a 280 cm
(tranne che per la minuteria che
arriva fino a 180 cm). In questo
modo le operazioni di prelievo
possono essere svolte tramite
carrello commissionatore con
bassa elevazione per uomo a
bordo, con una produttività
stimata di circa 70 righe/ora.
Sommando la zona A con la
B risulta occupato l’intero
spazio in pianta del magazzino,
seguendo il principio secondo
il quale il prelievo a livelli
bassi della scaffalatura e su
aree non eccessivamente
estese apporta miglioramenti
dal punto di vista della
produttività. A maggior ragione
se si considera che, a valle
della riorganizzazione degli
spazi, quasi il 76% delle righe
d’ordine viene evaso prelevando
nell’area più vicina alle zone di
imballaggio e confezionamento,
mentre il 23% nelle zona
cosiddetta B. Questo significa
che solo l’1% delle righe deve
essere evaso prelevando ai
livelli alti della scaffalatura,
dalle zone C e D, che si trovano
rispettivamente sopra le zone B
e e A. In questo caso il prelievo
avviene tramite carrello
commissionatore e i batch sono
confinati a finestre temporali
marginali rispetto al normale
orario lavorativo (ad esempio
inizio e fine giornata), in modo
da non intralciare le operazioni
di prelievo (ben più frequenti)
nelle aree sottostanti.
I principali benefici
In sintesi, tramite questo
intervento il magazzino non
risulta più organizzato per
aree merceologiche (minuteria,
scatole, pallet), bensì per classi
di movimentazione, la cui
definizione prescinde dalla
famiglia logistica (minuteria,
scatole e pallet). In questo
modo le referenze a più alta
movimentazione si trovano
in posizioni privilegiate,
contribuendo quindi ad
aumentare le produttività di
picking, la cui stima globale
a valle dell’intervento è di 93
righe/ora a fronte di meno delle
80 righe/ora antecedenti il
ridisegno del magazzino. Inoltre
grazie alla nuova organizzazione
delle aree di prelievo viene di
molto limitato il problema del
consolidamento poiché sono
diminuite le aree di provenienza
dei prodotti e la quasi totalità
dei prelievi proviene dalla
zone A e B. È importante porre
l’accento sul fatto che il sistema
risulterà tanto più efficiente
quanto più la disposizione
delle referenze sarà fedele alla
classificazione ABC proposta;
per questo motivo viene
pianificato l’aggiornamento
della classificazione (almeno)
una volta l’anno. Inoltre è
sensato sottolineare il fatto che
Figura 5 - Riempimento
del magazzino a valle
dell’intervento.
l’intervento proposto comporterà
investimenti minimi (di fatto il
solo carrello commissionatore),
a differenza per esempio delle
soluzioni con magazzino
verticale e/o mezzanino che
sono state valutate (e scartate) in
fase di progettazione.
Altro elemento che avvalora
il ridisegno attuato è che al
già citato miglioramento delle
performance degli operatori
(produttività) si accompagna
anche un miglioramento nello
LE IDEE DEI NOSTRI
sfruttamento degli spazi, grazie
(anche) al ricorso a differenti
mezzi di supporto all’attività
di picking nelle diverse aree
(carrello commissionatore e
commissionatore con bassa
elevazione). Infatti, l’analisi
della saturazione del magazzino
col nuovo assetto e stante le
condizioni attuali (in termini
di numero referenze e livello di
stock) denota una saturazione
del 69% - considerando
l’occupazione frontale delle
diverse ubicazioni - che scende
al 55% con riferimento al solo
numero di ubicazioni.
È cioè evidente che il magazzino
così ridisegnato permetterà
all’azienda di aumentare in
modo significativo le referenze
gestite e i relativi flussi,
senza dover necessariamente
intervenire sulla struttura fisica
dello stabile, in piena coerenza
con le esigenze espresse nella
fase iniziale del lavoro. K
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