Campagna di Informazione sul Processo di Bologna
Seminario
Università e apprendimento permanente:
dimensione sociale, politiche, strumenti e metodologie
L’offerta formativa in un’ottica lifelong
Andrea Stella
Università degli Studi di Padova
Consiglio Universitario Nazionale
Università degli studi di Padova - Palazzo del Bo
26 aprile 2010
Gli strumenti normativi
Legge 19 novembre 1990, n. 341
Art. 6. - Formazione finalizzata e servizi didattici integrativi
2. Le università possono attivare, nei limiti delle risorse
finanziarie disponibili nel proprio bilancio e con esclusione di
qualsiasi onere aggiuntivo a carico del bilancio dello Stato:
a)corsi di preparazione agli esami di Stato per l'abilitazione
all'esercizio delle professioni ed ai concorsi pubblici
b)corsi di educazione ed attività culturali e formative
esterne, ivi compresi quelli per l'aggiornamento culturale degli
adulti, nonché, quelli per la formazione permanente,
ricorrente e per i lavoratori
3. Le università rilasciano attestati sulle attività dei corsi
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previsti dal presente articolo
Gli strumenti normativi
Legge 15 maggio 1997, n. 127
Art. 17, comma 95
L'ordinamento degli studi dei corsi di diploma universitario,
di laurea e di specializzazione ......... è disciplinato dagli
atenei .... in conformità a criteri generali definiti, nel rispetto
della normativa comunitaria vigente in materia, sentiti il
Consiglio universitario nazionale e le Commissioni
parlamentari competenti, con uno o più decreti del Ministro
dell'università e della ricerca scientifica .............
È l’inizio dell’autonomia didattica degli Atenei
3
Gli strumenti normativi
Legge 14 gennaio 1999, n. 4
Art. 1, comma 15
Apporta modifiche importanti alla legge 15 maggio 1997, n. 127,
e demanda a decreti successivi la possibilità di stabilire:
“............ nuove tipologie di titoli rilasciati dalle università, in
aggiunta o in sostituzione a quelli determinati dall'articolo 1 della
legge 19 novembre 1990, n. 341, in corrispondenza di attività
didattiche di base, specialistiche, di perfezionamento scientifico,
di alta formazione permanente e ricorrente”
Si pongono le premesse per introdurre nuovi titoli tra gli
ordinamenti didattici, tra i quali i master universitari
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Gli strumenti normativi
DM 3 novembre 1999 n. 509
Art. 3, comma 8
......... in attuazione dell’articolo 1, comma 15, della legge 14
gennaio 1999, n. 4, le università possono attivare,
disciplinandoli nei regolamenti didattici di ateneo, corsi di
perfezionamento scientifico e di alta formazione
permanente e ricorrente, successivi al conseguimento della
laurea o della laurea magistrale, alla conclusione dei quali sono
rilasciati i master universitari di primo e di secondo livello
Art. 7, comma 4
Per conseguire il master universitario lo studente deve aver
acquisito almeno sessanta crediti oltre a quelli acquisiti per
conseguire la laurea o la laurea magistrale
Nulla cambia con il DM 22 ottobre 2004 n. 270
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Apprendimento permanente
come fattore di competitività
La necessità di sviluppare la formazione lungo l’intero arco
della vita nasce dalla considerazione che in una società
fondata sulla conoscenza la competitività di un paese è
legata anche alle sue capacità di:
 intercettare le esigenze di apprendimento della
popolazione adulta
 proporre percorsi formativi di aggiornamento, resi
indispensabili sia dalla continua innovazione delle
tecnologie sia dal contesto di confronto e competizione
su scala locale, europea e globale
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Apprendimento permanente come
fattore culturale sociale e economico
L’apprendimento permanente costituisce una scelta dettata
da esigenze di carattere non solo culturale e sociale, ma
anche economico
Infatti la competitività e il confronto e con i paesi emergenti
più dinamici possono essere garantiti solo dal continuo
aggiornamento delle conoscenze, anche della popolazione
adulta già impegnata in attività lavorative
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Apprendimento permanente come
fattore di crescita individuale
L’apprendimento permanente rappresenta un’esigenza
sempre più avvertita come fattore di crescita personale
È pertanto ragionevole attendersi che il sistema possa
crescere anche come conseguenza dell’investimento
che le singole persone decideranno di destinare alla
propria formazione nell’arco della vita
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Stato della formazione permanente in
Italia e le azioni dei Governi
Secondo le indicazioni del Programma Lifelong Learning
dell’Unione Europea i Governi dovrebbero sostenere con
provvedimenti normativi e politiche incentivanti le azioni
delle Università che sviluppino strategie di adeguamento dei
percorsi formativi, rendendoli più capaci di rispondere alla
domanda di apprendimento permanente proveniente dal
mercato del lavoro
Con tali premesse sarebbe logico attendersi che il sistema di
apprendimento permanente potesse contare su risorse
crescenti
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Stato della formazione permanente in
Italia e le azioni dei Governi
Nell’ambito dell’apprendimento permanente l’Italia si trova:
 distante dal conseguire gli obiettivi stabiliti nella
strategia di Lisbona
 in ritardo rispetto a quasi tutti gli altri paesi europei
I Governi italiani che si sono succeduti negli ultimi anni hanno
pressoché ignorato le indicazioni dell’Unione Europea
sull’apprendimento permanente ed hanno ampiamente
disatteso gli impegni sottoscritti
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Iniziative governativa
sull’apprendimento permanente
Un tentativo di definire una strategia sull’apprendimento
permanente è stato presentato dal MIUR nel 2007
L’Università per l’apprendimento permanente
Linee di Indirizzo
Napoli, 17 marzo 2007
Da essa non sono peraltro scaturiti fatti concreti né, tanto
meno, sono stati individuati canali di finanziamento ad hoc
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Nuove timide indicazioni
sull’apprendimento permanente
Linee Guida del Governo per l’Università - 6 novembre 2008
Il diritto allo studio
B5
Favorire lo sviluppo della formazione continua lungo
l’arco della vita, funzione indispensabile in un’economia
avanzata e in rapida trasformazione
Anche tale indicazione è sinora rimasta sinora lettera morta
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Le azioni necessarie
da parte del governo
Per un effettivo decollo di un sistema nazionale di
apprendimento permanente sono necessari:
 una linea politica d’indirizzo
 un quadro normativo più definito
 un piano di azione adeguatamente incentivato
 una chiara definizione degli strumenti attuativi
Si tratta di un’impresa complessa e impegnativa che:
 non può essere affrontata solo attraverso l’impegno
delle Università
 richiedere anche il coinvolgimento di altri portatori di
interessi e soggetti istituzionali
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Le azioni necessarie
e il ruolo dell’Università
Malgrado tutto l’apprendimento permanente è destinato a
crescere rapidamente come nuovo compito istituzionale
dell’Università, in affiancamento alle sua missione
tradizionale e consolidata
La chiave fondamentale per un vero decollo della formazione
permanente a livello superiore rimane in ogni caso nelle mani
delle Università, che sono a loro volta chiamate a una
graduale accettazione e legittimazione di questo nuovo
compito
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Relazione tra corsi di studi tradizionali
e apprendimento permanente
In una società in rapida evoluzione, come è quella in cui
viviamo, ai tradizionali e consolidati corsi di laurea e di
laurea magistrale offerti dagli Atenei si attribuisce sempre
più il compito di fornire solide conoscenze di base, metodi
cognitivi e strumenti di apprendimento che:
 consentano al laureato, anche negli anni successivi,
l’aggiornamento delle conoscenze e delle competenze
 evitino il rischio di una loro rapida obsolescenza
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Caratteristiche dei corsi per
l’apprendimento permanente
L’apprendimento permanente può svolgere un duplice compito:
1. In continuità con i corsi di laurea o laurea magistrale
• fornire
specifiche
competenze
professionali,
essenziali per un rapido ed efficace inserimento nel
mondo del lavoro, che i corsi tradizionali non sono in
grado di offrire
• è fondamentale che alla progettazione dei corsi e alle
attività didattiche e di tirocinio contribuiscano i portatori
di interesse del mondo del lavoro, dell’economia, delle
professioni e della pubblica amministrazione
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Caratteristiche dei corsi per
l’apprendimento permanente
2. In momenti successivi, durante la vita lavorativa
• rispondere a esigenze di aggiornamento delle
competenze poste dalla continua evoluzione della società e
del mondo del lavoro
• la tendenza alla crescita della domanda di questo tipo di
formazione è la dimostrazione dell’attenzione e delle attese
in essa riposte
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Il ruolo dell’università
Le Università devono mostrarsi capaci di:
 comprendere e intercettare le nuove esigenze di
formazione permanente
 dare loro una risposta positiva, inserendosi in misura
via via crescente nello sviluppo della formazione lungo
l’arco della vita
 ricercare il partenariato con altre istituzioni e con il
mondo delle imprese e del lavoro
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L’assicurazione di qualità dei corsi di
laurea e di laurea magistrale
I corsi di laurea e di laurea magistrale rispondono ad una
normativa molto articolata e puntuale e sono soggetti a
controlli e verifiche ex-ante, che mirano a garantire:
 la rispondenza al percorso formativo previsto
 la disponibilità di adeguate risorse di docenza
qualificata che assicuri la qualità della formazione
impartita
 la verifica che l’apprendimento atteso sia stato
effettivamente conseguito dallo studente
Da tale “certificazione di qualità” garantita con procedura
ex-ante ai corsi di laurea e laurea magistrale deriva il
riconoscimento del “valore legale dei titoli di studio”
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L’assicurazione della qualità dei corsi
dell’apprendimento permanente
Lo stesso modello di valutazione ex ante si rivela invece del tutto
inidoneo a garantire la qualità dell’offerta formativa di corsi poco
regolamentati, come sono quelli finalizzati all’apprendimento
permanente e istituiti dagli Atenei con larghi margini di autonomia
Per questa tipologia di offerta formativa esiste perciò il rischio di:
 minore accuratezza e rigorosità nella progettazione dei
percorsi
 maggiore indeterminatezza degli obiettivi formativi
 minore attenzione agli aspetti organizzativi
 maggiore autoreferenzialità
 minore trasparenza per i portatori di interesse
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La garanzia della
qualità dell’offerta formativa
È necessario che siano le Università stesse a rendersi garanti
della qualità e della trasparenza dell’offerta formativa:
 progettando i corsi in maniera rigorosa
 definendo con chiarezza i programmi dei corsi ed
indicando la relativa docenza qualificata
 rendendo chiari obiettivi formativi e sbocchi occupazionali
 fornendo informazioni complete e trasparenti che
consentano allo studente scelte motivate e consapevoli
 offrendo garanzia di affidabilità e assicurando la puntuale
rispondenza tra proposta e realtà formativa
I regolamenti di Ateneo giocano, a tal fine, un ruolo
fondamentale
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Il problema della
trasparenza e della visibilità
Il problema della trasparenza è stata posta anche da parte del
CUN con mozione 13 dicembre 2007 relativa alle banche dati dei
dottorati di ricerca e dei master universitari
Ancora più preoccupante è la mancanza di monitoraggio della offerta di
master di primo e di secondo livello da parte delle università pubbliche e
delle università private
La mancanza di qualsiasi forma di documentazione ufficiale dei master
proposti dal sistema universitario nazionale è di particolare rilevanza perché la
stessa dizione è utilizzata da un gran numero di soggetti privati
interessati alla promozione di corsi di formazione post laurea
Appare evidente la necessità di operare nel promuovere una anagrafe dei
corsi di master di primo e di secondo livello offerto dalla università italiana
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per tutelare i potenziali fruitori
Lettera del Ministro
del 15 settembre 2009
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La progettazione dell’offerta formativa
In linea con gli indirizzi generali dell’Unione Europea è
necessario seguire la modalità consolidata negli altri paesi:
 descrivendo i corsi offerti in termini di risultati di
apprendimento attesi
 certificando le competenze acquisite, verificate attraverso
gli esami
 rilasciando, al termine del corso, il supplemento al diploma
 individuando gli sbocchi occupazionali/professionali
Si tratta dunque di usare nel migliore dei modi l’autonomia per
coniugare flessibilità organizzativa e rigorosità, a garanzia
della qualità del processo formativo
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L’uso dei descrittori di Dublino per
l’apprendimento permanente
Per i tre cicli principali della formazione superiore
(1-Bachelor, 2-Master, 3-Doctorate) i descrittori di Dublino
definiscono gli obiettivi formativi in termini di risultati di
apprendimento attesi in maniera chiara e riconoscibile
 knowledge and understanding
 applying knowledge and understanding
 making judgements
 communication
 learning skills
Per i corsi finalizzati all’apprendimento permanente i descrittori
vanno di volta in volta declinati coerentemente con le
conoscenze richieste in ingresso e con i risultati di
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apprendimento attesi in uscita.
Elementi qualificanti di un corso di
formazione permanente
I corsi finalizzati all’apprendimento devono rispondere a
requisiti di flessibilità trasparenza, qualità dell’offerta
formativa a garanzia dello studente; per essi è necessario in
sede di progettazione stabilire aspetti fondamentali, tra i quali:
 flessibilità dei requisiti di accesso
 riconoscimento di competenze pregresse
 chiarezza nei dei programmi d’insegnamento e d’esame
 certificazione delle competenze, garantendo che esse
siano effettivamente verificate con esami
 riconoscibilità dei Crediti Formativi Universitari conseguiti
 rilascio del supplemento al diploma
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Studenti lavoratori e
studenti “part time”
Per i corsi che si rivolgono a soggetti già impegnati in attività
lavorative è necessario intervenire già in sede di
progettazione su vari aspetti che facilitino una efficace
partecipazione, quali:
 chiarezza sull’impegno dello studente e certezze sui tempi
 collocazione temporale dei corsi (inizio-fine)
 collocazione temporale dei tirocini
 collocazione delle lezioni nella settimana
 articolazione su più anni (solo per i Master)
 ricorso a modalità di didattica a distanza (e-learning) con
uso di tecnologie ICT
 accessibilità a corsi singoli e loro e riconoscibilità
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Conclusioni
Nel quadro di risorse decrescenti che gli attuali orientamenti
di finanza pubblica sembrano purtroppo voler destinare alla
formazione superiore appare necessario che diversi attori
istituzionali, economici e sociali siano disposti ad intensificare
la loro propensione a collaborare
Per passare dallo stadio attuale a una vera e propria azione
di sistema, occorre coordinare tra loro diversi livelli di
iniziativa e di investimento, con un impegno congiunto con gli
altri attori e portatori di interesse
Le iniziative vanno progettate e coordinate insieme ad
altre Università e realtà regionali, in un quadro capace di dare
vita ad un sistema efficace per l’apprendimento permanente a
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livello superiore
Grazie per l’attenzione
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Andrea Stella