IL NUOVO BILANCIO D’ESERCIZIO D.LGS. 139/2015 Il rendiconto finanziario Dott. Giulio Orazi Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Modena 25 novembre 2015 Modena, 25 novembre 2015 Commissione di Studio "Revisione e Bilancio" 1 IL RENDICONTO FINANZIARIO PRINCIPALI NOVITA’ NORMATIVE Il D.Lgs. 139/2015, di attuazione della Direttiva 2013/34/UE, modifica la sezione IX del Codice Civile riguardante la redazione del bilancio da parte delle società di capitali, includendo tra gli schemi obbligatori il Rendiconto Finanziario. Modena, 25 novembre 2015 Commissione di Studio "Revisione e Bilancio" 2 IL RENDICONTO FINANZIARIO Le novità normative riguardano infatti anche i documenti che compongono il bilancio: con la modifica dell’art. 2423, co. 1, C.C., e con il nuovo art. 2425-ter, C.C., diventerà parte integrante del Bilancio anche il Rendiconto Finanziario, documento obbligatorio, ad eccezione delle imprese che redigono il bilancio in forma abbreviata e delle “micro-imprese”, dai bilanci relativi agli esercizi aventi inizio dal 1° gennaio 2016. Modena, 25 novembre 2015 Commissione di Studio "Revisione e Bilancio" 3 IL RENDICONTO FINANZIARIO COSA E’ IL RENDICONTO FINANZIARIO Le dinamiche finanziarie di un’azienda sono costituite dal susseguirsi di deflussi ed afflussi, intesi rispettivamente come impieghi finanziari e fonti finanziarie, da e verso la società. Un valido strumento di analisi delle dinamiche finanziarie di un’azienda è rappresentato dal Rendiconto Finanziario. Modena, 25 novembre 2015 Commissione di Studio "Revisione e Bilancio" 4 IL RENDICONTO FINANZIARIO La prospettiva finanziaria è rappresentata anche negli altri documenti di bilancio, ed in particolare nello Stato Patrimoniale, i cui contenuti stabiliti dall’art. 2424, C.C. esprimono una situazione statica dei mezzi dell’impresa ad una determinata data. Condizione statica Fondo di valori Modena, 25 novembre 2015 Commissione di Studio "Revisione e Bilancio" 5 IL RENDICONTO FINANZIARIO La variazione, incrementativa o diminutiva, del valore del fondo, prodotta tra due esercizi consecutivi, è denominata flusso. Flusso Dinamicità dell’attività d’impresa Modena, 25 novembre 2015 Commissione di Studio "Revisione e Bilancio" 6 IL RENDICONTO FINANZIARIO Lo Stato Patrimoniale ed il Conto Economico sono strettamente correlati tra loro, ed il valore finale di ogni singola voce dell’attivo e del passivo (fondo) è influenzata anche dalla gestione reddituale (flusso). La correlazione tra “fondi” e “flussi” si intensifica attraverso la redazione e l’analisi del Rendiconto Finanziario. Modena, 25 novembre 2015 Commissione di Studio "Revisione e Bilancio" 7 IL RENDICONTO FINANZIARIO Rendiconto Finanziario è il prospetto che raggruppa i “flussi” di “fondi”, in relazione alle informazioni che si intendono ottenere. Questo prospetto si interpone tra lo Stato Patrimoniale ed il Conto Economico, consentendo l’osservazione delle variazioni intervenute tra i valori di Stato Patrimoniale di due anni consecutivi, in relazione anche all’analisi reddituale dell’impresa. Le variazioni intervenute nei fondi, intese come incrementi e decrementi di valori, sono denominate “impieghi” e “fonti”. Modena, 25 novembre 2015 Commissione di Studio "Revisione e Bilancio" 8 IL RENDICONTO FINANZIARIO Impieghi Fonti Modena, 25 novembre 2015 Rappresentano un assorbimento di risorse finanziarie da parte della gestione aziendale, e sono costituiti da: • aumenti di attività; • riduzioni di passività; • riduzioni di capitale netto. Esprimono un afflusso di risorse finanziarie per l’impresa, e sono rappresentate da: • aumenti di passività; • riduzioni di attività; • apporti di capitale netto; • gestione reddituale (utile d’esercizio + costi non monetari – ricavi non monetari). Commissione di Studio "Revisione e Bilancio" 9 IL RENDICONTO FINANZIARIO Rendiconto Finanziario • si sostanzia nella comparazione degli Stati Patrimoniali di due esercizi consecutivi, riclassificati con il criterio finanziario, grazie al quale è possibile rilevare le variazioni e le relative cause che hanno modificato gli investimenti e i finanziamenti in un determinato periodo, in relazione anche all’analisi reddituale dell’impresa; • rappresenta in generale lo strumento più appropriato ed attendibile per effettuare la misurazione della liquidità; Modena, 25 novembre 2015 Commissione di Studio "Revisione e Bilancio" 10 IL RENDICONTO FINANZIARIO • è il principale strumento di gestione dei rapporti tra imprese e istituti di credito, soprattutto in ottica di “Basilea 3”, ed anche ai fini del rating di legalità; • è lo strumento più importante per valutare nuove forme di finanziamento: ad esempio per le PMI, quotazione al mercato AIM e Minibond; • è lo strumento più indicato per il controllo finanziario della gestione aziendale; • è uno strumento idoneo per le valutazioni d’azienda con il metodo finanziario. Modena, 25 novembre 2015 Commissione di Studio "Revisione e Bilancio" 11 IL RENDICONTO FINANZIARIO I principali benefici informativi del Rendiconto Finanziario, individuati dal Principio Contabile Nazionale OIC 10, par. 5, sono costituiti dalla capacità di: a) valutare le disponibilità liquide prodotte/assorbite dalla gestione reddituale e le modalità di impiego/copertura; b) valutare la capacità della società o del gruppo di affrontare gli impegni finanziari a breve termine; c) valutare la capacità della società o del gruppo di autofinanziarsi. Modena, 25 novembre 2015 Commissione di Studio "Revisione e Bilancio" 12 IL RENDICONTO FINANZIARIO Le finalità del Rendiconto Finanziario, desunte dal Principio Contabile Internazionale IAS 7, possono essere riassunte in: • controllo del flusso di cassa (cash flow) generato e capacità di confronto dello stesso con il reddito (profit) desumibile dal Conto Economico; • utilizzo del cash flow quale grandezza maggiormente attendibile, perché non influenzata da valutazioni soggettive; • informativa sulla liquidità della struttura finanziaria dell’impresa, intesa come capacità di liberare risorse liquide presenti; Modena, 25 novembre 2015 Commissione di Studio "Revisione e Bilancio" 13 IL RENDICONTO FINANZIARIO • informativa sulla solvibilità dell’impresa, intesa come capacità di liberare in futuro risorse finanziarie necessarie ad onorare i debiti; • più agevole confronto tra i risultati prodotti da imprese diverse; • mediante la formazione di serie storiche di flussi, la possibilità di elaborare modelli per la stima dei flussi e per la verifica delle stime effettuate in passato. Modena, 25 novembre 2015 Commissione di Studio "Revisione e Bilancio" 14 IL RENDICONTO FINANZIARIO In via generale, il Rendiconto Finanziario agevola il processo decisionale, poiché tratta della capacità finanziaria dell’impresa con riferimento, ad esempio: • alla copertura degli investimenti in essere; • alla programmazione di nuovi investimenti; • al pagamento dei dividendi; • al rimborso dei finanziamenti; • al pagamento degli interessi passivi; • al pagamento delle imposte; • ecc.. Modena, 25 novembre 2015 Commissione di Studio "Revisione e Bilancio" 15 IL RENDICONTO FINANZIARIO Il bilancio d’esercizio rappresenta il principale documento informativo con cui le imprese comunicano con i propri stakeholders (portatori di interessi), sia interni (principalmente, soci e amministratori) che esterni (clienti, fornitori, istituti di credito, ecc.). RIFERIMENTO NORMATIVO ATTUALMENTE IN VIGORE: art. 2423, co. 2, C.C. Il bilancio deve essere redatto con chiarezza e deve rappresentare in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria della società e il risultato economico dell’esercizio. Modena, 25 novembre 2015 Commissione di Studio "Revisione e Bilancio" 16 IL RENDICONTO FINANZIARIO L’attuale bilancio d’esercizio civilistico, non prevedendo espressamente la redazione del Rendiconto Finanziario come schema obbligatorio, presenta tuttavia taluni limiti: 1) tale bilancio non mette in luce le variazioni, e le relative cause, di attività e passività avvenute nel corso dell’esercizio: nello Stato Patrimoniale le informazioni sul patrimonio sono riferite ad un preciso istante temporale; 2) il Conto Economico rileva il reddito, ma non il suo impatto sulla situazione della liquidità dell’impresa: non è presente il concetto di cash flow che consente di misurare la spendibilità di quel reddito; 3) dallo Stato Patrimoniale e dal Conto Economico, il primo riclassificato con il criterio finanziario e il secondo con quello gestionale, si giunge allo stesso risultato che il Rendiconto Finanziario consegue con un unico prospetto. Modena, 25 novembre 2015 Commissione di Studio "Revisione e Bilancio" 17 IL RENDICONTO FINANZIARIO A colmare questo vuoto normativo, è già intervenuto il Principio Contabile Nazionale OIC 10, da applicarsi ai bilanci chiusi a partire dal 31/12/2014, prevedendo un onere generale di redazione del Rendiconto Finanziario, da presentarsi nella Nota Integrativa. OIC: Principio Contabile Nazionale OIC 10, appendice C, par. 1 .. Considerata la sua rilevanza informativa, l’OIC ha deciso di dedicare al rendiconto finanziario un apposito principio contabile prevedendo una generale raccomandazione di redigere il rendiconto finanziario per tutte le tipologie societarie. Il rendiconto finanziario fornisce, infatti, informazioni utili per valutare la situazione finanziaria della società o del gruppo (compresa la liquidità e solvibilità) nell’esercizio di riferimento e la sua evoluzione negli esercizi successivi… Modena, 25 novembre 2015 Commissione di Studio "Revisione e Bilancio" 18 IL RENDICONTO FINANZIARIO Negli anni passati e prima dell’avvento dell’OIC 10 ad agosto 2014, ad onor del vero, un richiamo (ora eliminato) al Rendiconto Finanziario era inserito nell’OIC 12, il quale prevedeva che “sebbene la mancata presentazione del rendiconto finanziario non venga considerata, in via generale, allo stato attuale, come violazione del principio della rappresentazione veritiera e corretta del bilancio, tale mancanza, tuttavia, in considerazione della rilevanza delle informazioni di carattere finanziario fornite e della sua diffusione sia su base nazionale che internazionale, si assume limitata soltanto alle aziende amministrativamente meno dotate, a causa delle minori dimensioni”. Modena, 25 novembre 2015 Commissione di Studio "Revisione e Bilancio" 19 IL RENDICONTO FINANZIARIO L’OIC ha pertanto elaborato un apposito principio contabile per la redazione del Rendiconto Finanziario, l’OIC 10, le cui indicazioni, rispetto al precedente OIC 12, prevedono: • l’eliminazione della risorsa finanziaria del capitale circolante netto per la redazione del rendiconto, in quanto considerata obsoleta, poco utilizzata dalle imprese e non prevista dalla prassi contabile internazionale. La risorsa finanziaria presa a riferimento per la redazione del rendiconto è rappresentata dalle disponibilità liquide; • la riformulazione delle definizioni di gestione reddituale, attività di investimento e attività di finanziamento; Modena, 25 novembre 2015 Commissione di Studio "Revisione e Bilancio" 20 IL RENDICONTO FINANZIARIO • l’inserimento di alcune indicazioni circa l’aggiunta, il raggruppamento e la suddivisione dei flussi finanziari; è stato, inoltre, inserito il generale divieto di compensazione tra flussi finanziari; • l’inserimento di alcune indicazioni in merito al rendiconto finanziario consolidato; • l’introduzione della distinzione tra flussi finanziari derivanti dal capitale proprio o dal capitale di debito nella presentazione del flusso dell’attività di finanziamento; • la specifica che il flusso finanziario derivante dall’acquisizione di una società controllata (nel bilancio consolidato) o di un ramo di azienda (nel bilancio d’esercizio) è presentato distintamente nell’attività di investimento, al netto delle disponibilità liquide acquisite o dismesse come parte dell’operazione; Modena, 25 novembre 2015 Commissione di Studio "Revisione e Bilancio" 21 IL RENDICONTO FINANZIARIO • la specifica, che i flussi finanziari connessi ai derivati di copertura sono presentati nella stessa categoria dei flussi finanziari dell’elemento coperto; • l’eliminazione di alcune alternative contabili previste nel precedente OIC 12 per motivi di comparabilità e semplificazione. Infatti, i dividendi ricevuti e pagati sono presentati distintamente, rispettivamente, nella gestione reddituale e nell’attività di finanziamento, e le imposte sul reddito sono presentate distintamente nella gestione reddituale; inoltre, l’OIC 10 precisa che gli interessi pagati e incassati sono presentati distintamente tra i flussi finanziari della gestione reddituale, “salvo particolari casi in cui essi si riferiscono direttamente ad investimenti (attività di investimento) o a finanziamenti (attività di finanziamento)”. Modena, 25 novembre 2015 Commissione di Studio "Revisione e Bilancio" 22 IL RENDICONTO FINANZIARIO OIC 10 – Definizioni Flussi finanziari Disponibilità liquide Modena, 25 novembre 2015 Rappresentano gli aumenti o le diminuzioni delle disponibilità liquide (flussi di cassa, o anche cash flow) in un determinato esercizio. Sono rappresentate dai depositi bancari e postali, dagli assegni e da denaro e valori in cassa; comprendono anche depositi bancari e postali, assegni, denaro e valori in cassa espressi in valuta estera (cfr. OIC 14). L’OIC 10 utilizza una definizione più restrittiva di liquidità, rispetto a quella adottata in ambito internazionale dallo IAS 7, che comprende anche attività finanziarie a breve termine e ad alta liquidità che sono prontamente convertibili in valori di cassa noti e che sono soggette ad un irrilevante rischio di variazione del loro valore (in genere, investimenti con scadenza fino a tre mesi). Commissione di Studio "Revisione e Bilancio" 23 IL RENDICONTO FINANZIARIO OIC 10 – Classificazione dei flussi finanziari Gestione reddituale Modena, 25 novembre 2015 I flussi finanziari della gestione reddituale comprendono in sostanza le variazioni derivanti dalla gestione caratteristica/operativa dell’impresa, ovvero da tutte le operazioni che generano costi e ricavi attinenti alle fasi di: • acquisizione dei fattori produttivi; • produzione; • amministrazione; • distribuzione dei beni e fornitura di servizi. Ne sono esempi, l’acquisto delle materie prime, i costi di amministrazione, la corresponsione dei canoni di leasing, il pagamento dei dipendenti, l’incasso dalle vendite di prodotti, ecc.. Commissione di Studio "Revisione e Bilancio" 24 IL RENDICONTO FINANZIARIO OIC 10 – Classificazione dei flussi finanziari Attività di investimento Modena, 25 novembre 2015 I flussi finanziari dell’attività di investimento sono costituiti dagli impieghi e dalle fonti derivanti da investimenti e disinvestimenti di attività, in particolare immobilizzazioni immateriali, materiali, finanziarie ed attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni. Si considerino, ad esempio, l’acquisto di un nuovo impianto o la dismissione di un macchinario. Commissione di Studio "Revisione e Bilancio" 25 IL RENDICONTO FINANZIARIO OIC 10 – Classificazione dei flussi finanziari Attività di finanziamento Modena, 25 novembre 2015 I flussi finanziari dell’attività di finanziamento comprendono le variazioni che derivano dall’ottenimento o dalla restituzione di disponibilità liquide sotto forma di capitale proprio (ad esempio, sottoscrizione di nuove azioni o quote, ovvero rimborso per recesso di un socio) o di capitale di terzi (ad esempio, erogazione di un nuovo finanziamento, oppure rimborso delle rate di un mutuo). Commissione di Studio "Revisione e Bilancio" 26 IL RENDICONTO FINANZIARIO OIC 10 - Flussi finanziari delle disponibilità liquide Il rendiconto dei flussi di cassa evidenzia in che misura le operazioni di gestione, svolte nell’ambito delle diverse aree gestionali individuate, hanno prodotto o consumato liquidità. Gestione reddituale + Attività di investimento + Attività di finanziamento = CASH FLOW TOTALE Modena, 25 novembre 2015 Commissione di Studio "Revisione e Bilancio" 27 IL RENDICONTO FINANZIARIO OIC 10 - Flussi finanziari della gestione reddituale I flussi di cassa prodotti dalla gestione reddituale possono essere determinati secondo due metodologie: 1) metodo diretto: prevede l’analisi delle movimentazioni delle voci di cassa/banca per ogni operazione. L’OIC 10, al par. 29, “Il flusso finanziario derivante dalla gestione reddituale può essere determinato anche con il metodo diretto, presentando i flussi finanziari positivi e negativi lordi derivanti dalle attività della gestione reddituale”; 2) metodo indiretto: considera che l’utile o la perdita vengano rettificati degli importi delle operazioni che non hanno dato origine a variazioni monetarie. Modena, 25 novembre 2015 Commissione di Studio "Revisione e Bilancio" 28 IL RENDICONTO FINANZIARIO Al fine di determinare i flussi finanziari della gestione reddituale, mentre in ambito internazionale lo IAS 7 è volto a prediligere l’utilizzo del metodo diretto, il Principio Contabile Nazionale OIC 10 non indica preferenze. Nella prassi operativa il metodo indiretto risulta quello più utilizzato, poiché, non prevedendo l’analisi delle movimentazioni di cassa per ciascuna operazione di gestione nel periodo considerato, è meno oneroso. La gestione reddituale è rappresentata nel Conto Economico e, in termini finanziari, costituisce il centro dei flussi di cassa dell’impresa, ed in particolare l’autofinanziamento. Modena, 25 novembre 2015 Commissione di Studio "Revisione e Bilancio" 29 IL RENDICONTO FINANZIARIO Attraverso il metodo indiretto, il flusso finanziario della gestione reddituale è dato da: Utile/perdita + Imposte +/Interessi +/Costi/ricavi non monetari = FLUSSO FINANZIARIO DELLA GESTIONE REDDITUALE Tale risultato rappresenta, inoltre, l’autofinanziamento potenziale, ovvero il flusso che genererebbe l’impresa dalla gestione corrente se tutti i ricavi fossero stati riscossi e tutti i costi fossero stati pagati durante l’anno. Modena, 25 novembre 2015 Commissione di Studio "Revisione e Bilancio" 30 IL RENDICONTO FINANZIARIO L’interpretazione dei flussi finanziari dell’impresa ha inizio con l’analisi della composizione del cash flow totale. Considerato che il cash flow totale è il risultato della somma algebrica tra il cash flow della gestione reddituale ed il cash flow della gestione extra-reddituale (attività di investimento e di finanziamento), si possono avere quattro ipotesi: C.F. REDDITUALE C.F. EXTRA-REDDITUALE C.F. TOTALE 1 C.F. reddituale + C.F. extra-reddituale + C.F. totale + 2 C.F. reddituale + C.F. extra-reddituale - C.F. totale +/- 3 C.F. reddituale - C.F. extra-reddituale + C.F. totale +/- 4 C.F. reddituale - C.F. extra-reddituale - C.F. totale - Modena, 25 novembre 2015 Commissione di Studio "Revisione e Bilancio" 31 IL RENDICONTO FINANZIARIO 1) La prima ipotesi è indubbiamente la migliore perché è caratterizzata da cash flow reddituale ed extra-reddituale positivi. In tale circostanza il cash flow complessivamente positivo si presenta più solido, se i flussi di cassa totali sono composti in misura maggiore da cash flow della gestione reddituale; 2) Nella seconda ipotesi, la gestione extra-reddituale, e sovente in particolare quella finanziaria, assorbe parte delle risorse prodotte dalla gestione operativa; si presenta una situazione anomala, se l’erosione della gestione extra-reddituale è tale da assorbire interamente i flussi della gestione reddituale, fino a far registrare un cash flow totale negativo; Modena, 25 novembre 2015 Commissione di Studio "Revisione e Bilancio" 32 IL RENDICONTO FINANZIARIO 3) La terza ipotesi esprime un’anomalia nella struttura finanziaria dell’impresa, poiché il contributo positivo al cash flow totale, non deriva dalla gestione reddituale, ma da quella extrareddituale. L’impresa potrebbe essere soggetta a un disequilibrio finanziario, che nel lungo periodo potrebbe portare a un vero e proprio deficit finanziario; 4) Nella quarta ipotesi, l’impresa è in una difficoltà finanziaria di tipo patologico, e, spesso, gli interventi realizzati si rivelano tardivi ed inefficaci. Un ulteriore livello di indagine dei flussi finanziari è costituito dall’analisi dell’incidenza, in termini percentuali, degli impieghi e delle fonti di ciascuna area gestionale, sul totale degli impieghi e delle fonti. Modena, 25 novembre 2015 Commissione di Studio "Revisione e Bilancio" 33 IL RENDICONTO FINANZIARIO Il Rendiconto Finanziario è pertanto uno strumento di notevole efficacia informativa e rappresenta un valido supporto per una gestione oculata anche dal punto di vista finanziario. La prima consapevolezza di tale conclusione deve essere interna, da parte di coloro i quali sono coinvolti in prima persona nell’organizzazione e nella gestione dell’impresa. Infatti, l’efficacia informativa del rendiconto finanziario prende avvio dalla volontà di indagine, ma ancor più, dalla conoscenza delle potenzialità di un’analisi di carattere finanziario, sia in ottica consuntivo-ricognitiva che prospettico-strategica. Modena, 25 novembre 2015 Commissione di Studio "Revisione e Bilancio" 34 IL RENDICONTO FINANZIARIO Inoltre, a ciò si deve aggiungere l’importanza che assume il Rendiconto Finanziario nella comunicazione verso l’esterno e verso coloro i quali siano interessati, a vario titolo, a comprendere le dinamiche finanziarie dell’impresa: si pensi, ad esempio, agli investitori non istituzionali e agli istituti di credito. Il Rendiconto Finanziario, infine, riveste una notevole rilevanza per coloro che svolgono l’attività di sindaci e revisori all’interno dell’impresa: i giudizi di rischiosità, nonché di solidità reddituale e finanziaria dell’impresa, trovano un valido supporto nel prospetto del Rendiconto Finanziario. Modena, 25 novembre 2015 Commissione di Studio "Revisione e Bilancio" 35 IL RENDICONTO FINANZIARIO Queste riflessioni confermano l’importanza informativa dell’analisi finanziaria nell’impresa, e la necessità e non opportunità di utilizzare a tale fine il Rendiconto Finanziario, documento tuttavia per il momento non obbligatorio. Si consideri in ogni modo che, con i nuovi artt. 2423, co. 1, e 2425ter, C.C., diventerà parte integrante del Bilancio anche il Rendiconto Finanziario, documento obbligatorio, ad eccezione delle imprese che redigono il bilancio in forma abbreviata e delle “micro-imprese”, dai bilanci relativi agli esercizi aventi inizio dal 1° gennaio 2016. Allo scopo, tali disposizioni normative richiederanno anche l’aggiornamento del principio contabile OIC 10, il quale, nella versione attualmente in vigore, non prevede il Rendiconto Finanziario quale schema di bilancio obbligatorio. Modena, 25 novembre 2015 Commissione di Studio "Revisione e Bilancio" 36 IL RENDICONTO FINANZIARIO Per completezza, nel seguito, sono riportati gli schemi di riferimento per la redazione del Rendiconto Finanziario previsti dall’OIC 10, in cui è previsto che il flusso della gestione reddituale possa essere determinato secondo il metodo indiretto ovvero con il metodo diretto. Modena, 25 novembre 2015 Commissione di Studio "Revisione e Bilancio" 37 IL RENDICONTO FINANZIARIO Modena, 25 novembre 2015 Commissione di Studio "Revisione e Bilancio" 38 IL RENDICONTO FINANZIARIO Modena, 25 novembre 2015 Commissione di Studio "Revisione e Bilancio" 39 IL RENDICONTO FINANZIARIO Modena, 25 novembre 2015 Commissione di Studio "Revisione e Bilancio" 40 IL RENDICONTO FINANZIARIO Rag. Fabrizio Bertozzi Dott. Giulio Orazi Modena, 25 novembre 2015 Commissione di Studio "Revisione e Bilancio" 41 Il “NUOVO” BILANCIO D’ESERCIZIO D.Lgs. n. 139/2015 Le nuove regole di redazione del bilancio Modena lì 25 novembre 2015 Dipartimento di Economia Marco Biagi – Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia Prof. Zavani Mauro Dott. Paolo Caselli Agenda • Premessa (Direttiva n. 2013/34/EU) • Modifiche ai criteri di redazione e valutazione del bilancio (rilevazione in base alla sostanza dell’operazione o del contratto) • Novità degli schemi di bilancio ordinario (az. proprie, costi di sviluppo, partecipazioni, conti d’ordine, oneri e proventi straordinari) • Novità degli schemi di bilancio abbreviato (esonero rendiconto finanziario, valutazione crediti e debiti, relazione sulla gestione) • Bilancio semplificato per le micro-imprese Dipartimento di Economia Marco Biagi – Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia Premessa In attuazione alla Direttiva n. 2013/34/EU per le società con esercizio sociale coincidente con l’anno solare le nuove disposizioni entrano in vigore dal 1 gennaio 2016. Il quadro designato prevede 3 tipologie di bilancio calibrato in base alle dimensioni: Drivers Ordinario Abbreviato Micro totale attivo > 4.400.000 non > 4.400.000 non > 175.000 totale ricavi netti > 8.800.000 non > 8.800.000 non > 350.000 n. medio dipend. > 50 unità non > 50 unità non > 5 unità stato patrimoniale SI SI SI Conto economico SI SI SI nota integrativa SI SI NO rendiconto finanziario SI NO NO Relazione sulla gestione SI NO NO Dipartimento di Economia Marco Biagi – Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia Modifiche ai criteri di redazione del bilancio la rilevazione contabile delle poste deve avvenire dando risalto ed importanza alla sostanza delle operazioni e non alla forma prevalenza della sostanza sulla forma Il legislatore stabilisce che la rilevazione e la presentazione delle voci è effettuata tenendo conto della sostanza dell’operazione o del contratto art.2423-bis c.1-bis). Dipartimento di Economia Marco Biagi – Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia Modifiche ai criteri di redazione del bilancio L’art. 2423-bis, comma 1, Cod. Civ. attualmente prevede che la valutazione delle poste debba essere fatta tenendo conto la “funzione economica” dell’elemento attivo o passivo considerato. In base a quanto previsto dal D.Lgs. 6/2003 tale funzione economica è esplicitata dal “principio della prevalenza della sostanza sulla forma”(IAS 17 Leasing). L’OIC n. 1 si sofferma sul concetto di “funzionalità economica” quale postulato della stessa rilevanza della prudenza e della continuità economica (going concern) altresì richiamato dallo IAS 1 (Presentazione del bilancio). [Fondazione nazionale dei Commercialisti, ottobre 2015] Il D.lgs. 139/2015 elimina il riferimento alla funzione economica stabilendo il principio della sostanza dell’operazione o del contratto. Dipartimento di Economia Marco Biagi – Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia Modifiche ai criteri di valutazione del bilancio Modifiche ai criteri di valutazione delle seguenti poste di bilancio: COSTO AMMORTIZZATO «il costo ammortizzato di un’attività/passività finanziaria è il valore a cui è stata misurata al momento della rilevazione iniziale l’attività/passività al netto dei rimborsi di capitale, aumentato/diminuito dell’ammortamento complessivo utilizzando il criterio dell’interesse effettivo su qualsiasi differenza tra il valore iniziale e quello a scadenza e dedotta qualsiasi riduzione a seguito di una riduzione di valore o di irrecuperabilità (IAS 39 par.9). In formula: • VALORE INIZIALE• RIMBORSI DI CAPITALE +/• AMM.TO COMPLESSIVO DELLA DIFFERENZA TRA VALORE INIZIALE E A TERMINE• PERDITA DI VALORE Dipartimento di Economia Marco Biagi – Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia Modifiche ai criteri di valutazione del bilancio (segue) L’amortised cost è calcolato attraverso la determinazione del tasso effettivo IRR (Internal Rate of Return), che sconta esattamente, all’origine, i futuri flussi di cassa contrattuali del finanziamento al netto di tutti i costi di transazione direttamente attribuibili. L’obiettivo è giungere alla determinazione di un interesse che rappresenti il rendimento economico effettivo dell’investimento. Seguendo la ratio dello IAS 39, il costo ammortizzato non differisce dal costo storico quando il valore di iscrizione iniziale e il valore di rimborso coincidono e gli interessi sono costanti lungo tutto il periodo; in questo caso il tasso di interesse incassato/pagato e quello nominale coincidono. Quando invece, valore iniziale e valore di rimborso sono diversi e/o gli interessi non sono costanti lungo tutto il periodo (2% primo anno, 3% secondo anno, ecc.) l’interesse nominale e interesse effettivo divergono, l’applicazione del costo ammortizzato porta a determinare un valore di iscrizione in bilancio diverso da quello del costo storico (per i titoli) o del valore nominale (per i crediti/debiti). Dipartimento di Economia Marco Biagi – Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia Modifiche ai criteri di valutazione del bilancio (segue) Le differenze di valutazione sono chiaramente evidenziabili nei finanziamenti. L’OIC n. 19, par. 30 prevede che gli oneri accessori sostenuti per ottenere un finanziamento (spese istruttoria, imposta sostitutiva sui finanziamenti, ecc.) sono capitalizzati nella voce B.I. 7 (altre immobilizzazioni immateriali). Il debito contabilizzato al valore nominale al lordo dei costi iniziali, che verranno sottoposti ad ammortamento (OIC 24, par. 94). Il D.lgs. 139/2015 applicando il criterio del costo ammortizzato prevede che il valore iniziale del finanziamento sia rilevato al netto dei costi iniziali. La valutazione successiva prevede che il Debito sia rettificato in aumento dall’ammortamento della differenza iniziale (differenza tra interessi pagati al nominale e quelli imputati a conto economico calcolati al tasso effettivo) e ridotto delle quote di capitale rimborsate. Dipartimento di Economia Marco Biagi – Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia Modifiche ai criteri di valutazione del bilancio (segue) TITOLI: sono rilevati in bilancio con il criterio del «costo ammortizzato», se applicabile. CREDITI/DEBITI: i debiti devono essere rilevati in bilancio secondo il criterio del costo ammortizzato, tenendo conto del fattore tempo, mentre per quanto riguarda i crediti, al loro valore di presumibile realizzo. Il nuovo criterio riguarda tutti i debiti finanziari, tipicamente gravati da costi iniziali (ad es. spese di istruttoria) sui quali maturano interessi passivi. La presenza di questi costi ed interessi fa si che il tasso effettivo sia maggiore quello nominale. In generale, seguendo il nuovo criterio del costo ammortizzato: • il valore iniziale del debito è il valore nominale al netto dei costi iniziali; • in ogni esercizio il debito va rideterminato per tenere conto della differenza tra valore effettivo e nominale, che deve essere ripartito in ogni anno del finanziamento. Il valore iscritto sarà pari al valore iniziale aumentato, anno dopo anno, della differenza iniziale e ridotto dalle quote di capitale rimborsate. Dipartimento di Economia Marco Biagi – Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia Modifiche ai criteri di valutazione del bilancio (segue) VALUTAZIONE DEBITI AL «COSTO AMMORTIZZATO» (esempio) Si consideri la società Alfa, con le seguenti ipotesi di lavoro: - Finanziamento decennale € 1.000.000 Spese istruttoria € 10.000 (la presenza di tali costi determina un tasso di interessi superiore al 4%) - Interessi annuali 4% - Flussi di cassa attesi € 40.000 (€1.000.000* 4%) Il costo ammortizzato prevede che: • il debito da iscrivere inizialmente in bilancio sia pari a 990.000€ (€ 1.000.000-€ 10.000). • successivamente si dovrà determinare il tasso d’interesse effettivo (IRR), che rende uguale il valore dei futuri flussi di cassa attesi e il valore iscritto in bilancio. Tale tasso, determinabile con fogli di calcolo, nella fattispecie è pari a 4,122%. • Al termine del primo anno si dovranno rilevare gli interessi passivi in C.E. (4,122%* € 990.000) pari ad € 40.807. Gli interessi effettivamente pagati però sono solo 40.000€ e la differenza, € 807 dovrà essere imputata a C.E., mentre il debito esposto in S.P. sarà pari € 990.807. Dipartimento di Economia Marco Biagi – Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia Modifiche ai criteri di valutazione del bilancio (segue) VALUTAZIONE DEBITI AL «COSTO AMMORTIZZATO» (esempio) Il procedimento effettuato per la rilevazione degli interessi e il calcolo del debito va ripetuto per ciascun anno fino alla scadenza. L’applicazione del costo ammortizzato ha determinato l’eliminazione dagli schemi di bilancio della voce aggi/disaggi di emissione, dal momento che il valore del debito presente in S.P. tiene conto di questi ultimi. Di seguito si evidenzia uno schema riassuntivo di un piano di finanziamento decennale: Fonte: Eutekne, 2015 . Dipartimento di Economia Marco Biagi – Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia Modifiche ai criteri di valutazione del bilancio (segue) Modifiche ai criteri di valutazione delle seguenti poste di bilancio: COSTI IMPIANTO, AMPLIAMENTO E SVILUPPO: possono essere iscritti con il consenso del collegio sindacale. I costi di impianto/ampliamento devono essere ammortizzati in 5 anni, mentre i costi di sviluppo secondo la loro vita utile (se non stimabile entro un periodo di 5 anni). I costi di impianto e ampliamento (OIC 24) sono inerenti l'atto costitutivo, le relative tasse, le eventuali consulenze dirette alla sua formulazione, l'ottenimento delle licenze, permessi ed autorizzazioni richieste, costi di “start up” e di ampliamento dell’attività. I costi per la ricerca applicata e i costi di sviluppo (OIC 24), riferiti allo specifico prodotto o processo chiaramente definito devono soddisfare le seguenti condizioni: - essere relativi ad un prodotto o processo chiaramente definito, nonché identificabili e misurabili. - essere riferiti ad un progetto realizzabile, cioè tecnicamente fattibile, per il quale la società possieda o possa disporre delle necessarie risorse. - essere recuperabili, cioè la società deve avere prospettive di reddito. Dipartimento di Economia Marco Biagi – Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia Modifiche ai criteri di valutazione del bilancio (segue) • AVVIAMENTO: l’ammortamento va effettuato secondo la sua vita utile; se la durata non può essere determinata, l’ammortamento si deve concludere in 10 anni. In nota deve essere data spiegazione sul processo di ammortamento. N.B. gli eventuali piani di ammortamento in essere pre-2016 possono essere mantenuti. • SPESE DI RICERCA (APPLICATA) E PUBBLICITA’: non potranno più essere capitalizzate, ma dovranno essere considerate costi d’esercizio e gli eventuali residui da ammortizzare dovranno essere girati a costo in conto economico (permutazione da valore netto contabile a costo di esercizio). Dipartimento di Economia Marco Biagi – Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia Modifiche ai criteri di valutazione del bilancio (segue) • VALUTA: le attività e passività monetarie in valuta sono iscritte al cambio a pronti alla data di chiusura dell’esercizio; gli utili/perdite su cambi devono essere imputati al CE e l’eventuale utile netto va accantonato in un’apposita riserva non distribuirle fino al realizzo. • DERIVATI: gli strumenti finanziari derivati, anche se incorporati in altri strumenti finanziari, vanno iscritti al fair value. Le variazioni del fair value sono imputate a C.E. oppure nell’apposita riserva di patrimonio netto, se il derivato copre il rischio di variazioni dei flussi finanziari attesi di un altro strumento. Dipartimento di Economia Marco Biagi – Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia Problematiche da valutare • PRINCIPIO DEL COSTO AMMORTIZZATO (?) devono essere rimodulati tutti i contratti di finanziamento a medio e lungo termine in modo da esprimere nella valutazione dei Debiti il tasso di interesse effettivo? • PIANI DI AMMORTAMENTO IN ESSERE (?) l’art. 12, comma 2, D.Lgs. 139/2015 consente di non applicare le nuove disposizioni alle operazioni che non hanno ancora esaurito i loro effetti in bilancio (art. 2426, comma 1, numeri 1) “titoli” 6) “avviamento” e 8) “crediti e debiti”. Rimodulando i debiti al criterio del costo ammortizzato è necessario modificare il piano di ammortamento in termini di interessi passivi a C.E.? • RENDICONTO FINANZIARIO E ANALISI DI BILANCIO (?) che relazione si viene a creare tra il criterio del costo ammortizzato e la variazione delle poste di bilancio (anno x/x-1) in termini di rendiconto finanziario e nell’analisi per margini o per indici? • COSTI CAPITALIZZATI DA GIROCONTARE A CONTO ECONOMICO (?) come imputare i costi precedentemente capitalizzati (spese di ricerca applicata e costi di pubblicità)? in un unico esercizio? Dipartimento di Economia Marco Biagi – Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia Novità degli schemi di bilanci Le principali novità introdotte dal nuovo decreto riguardano: STATO PATRIMONIALE -AZIONI PROPRIE vanno riportate a diretta riduzione del patrimonio netto mediante l’iscrizione della riserva «Riserva negativa per azioni proprie in portafoglio» (art. 2357-ter c. 3 c.c.). - COSTI DI SVILUPPO la voce di stato patrimoniale che accoglieva i costi di ricerca sviluppo e pubblicità è stata rinominata «costi di sviluppo»; potranno essere capitalizzati i soli costi di sviluppo e, a certe condizioni quelli di ricerca avanzata. -PARTECIPAZIONI dovranno essere contabilizzate in apposite voci tra le immobilizzazioni finanziarie al fine di evidenziare le partecipazioni/nei confronti delle partecipate. Tali voci sono state inserite tra il circolante ma anche nel conto economico. Dipartimento di Economia Marco Biagi – Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia Novità degli schemi di bilancio (segue) Le principali novità introdotte dal nuovo decreto riguardano: STATO PATRIMONIALE -PATRIMONIO NETTO oltre alla riserva negativa per azioni proprie è stata inserita una specifica riserva per operazioni di copertura dei flussi finanziari attesi Dipartimento di Economia Marco Biagi – Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia Novità degli schemi di bilancio (segue) Le principali novità introdotte dal nuovo decreto riguardano: CONTO ECONOMICO -PROVENTI E ONERI FINANZIARI la voce della macroclasse C) proventi e oneri finanziari sono state integrate con l’indicazione dei proventi/oneri derivanti da imprese sottoposte al controllo delle controllanti. -RETTIFICA ATTIVITA’ FINANZIARIE La macroclasse D) rettifiche di valore di attività finanziarie è stata rinominata in D) rettifiche di valore di attività e passività finanziarie. Sono state inserite specifiche voci riservate alle rivalutazioni/svalutazioni degli strumenti finanziari. -PROVENTI ED ONERI STRAORDINARI è stata eliminata la macroclasse E)proventi ed oneri straordinari. Tali proventi/oneri andranno indicati nella nota integrativa quando il loro ammontare è apprezzabile e in conto economico devono essere riclassificati tra nell’ambito degli altri elementi di costo/ricavo con tutto ciò che ne deriva. Dipartimento di Economia Marco Biagi – Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia Novità degli schemi di bilancio (segue) Le principali novità introdotte dal nuovo decreto riguardano: NOTA INTEGRATIVA -COSTI DI RICERCA E PUBBLICITA’ Non sono più compresi tra gli elementi da indicare. -RATEI E RISCONTI Resta fermo l’obbligo di indicare la presenza di ratei e risconti a prescindere dal loro ammontare. -COSTI/RICAVI La ripartizione dei costi ricavi va indicata anche se non significativa. -AMMINISTRATORI/SINDACI Devono essere indicati i crediti e le anticipazioni concesse ad amministratori e sindaci, con l’indicazione del tasso d’interesse, ammontare dei rimborsi effettuati, cancellati oppure oggetto di rinuncia. -OPZIONI Oltre alle obbligazione occorre indicare i warrants ed opzioni. -CONTI D’ORDINE Scompaiono i conti d’ordine ma la relativa informativa, deve essere indicata in nota integrativa. Dipartimento di Economia Marco Biagi – Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia Novità degli schemi di bilancio (segue) Rendiconto Finanziario • Il nuovo articolo 2423 c.c. prevede che il bilancio d’esercizio sia composto da stato patrimoniale, conto economico, nota integrativa e rendiconto finanziario. • 2425-ter c.c. detta invece la disciplina del rendiconto finanziario. «Dal rendiconto finanziario risultano, per l’esercizio a cui è riferito il bilancio e per quello precedente, l’ammontare e la composizione delle disponibilità liquide, all’inizio e alla fine dell’esercizio, ed i flussi finanziari dell’esercizio derivanti dall’attività operativa, da quella di investimento, da quella di finanziamento, ivi comprese, con autonoma indicazione, le operazioni con i soci.» • OIC10 detta le regole per quanto riguarda il contenuto e le modalità di redazione del rendiconto finanziario. Dipartimento di Economia Marco Biagi – Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia Novità degli schemi di bilancio (segue) Rendiconto Finanziario OIC10 L’OIC 10 propone due metodi per la redazione del documento: - Metodo Diretto: i flussi di entrata/uscita vengono direttamente correlati con gli incassi dei crediti ed i pagamenti dei debiti originati dall’attività caratteristica. - Metodo indiretto (consigliato): i flussi vengono determinati partendo a partire dal risultato di esercizio, a cui vengono apportate le modifiche. Oggetto di analisi del principio, sono le disponibilità liquide. «il rendiconto finanziario è un prospetto contabile che presenta le cause di variazione positive o negative, delle disponibilità liquide .avvenute in determinato esercizio». Le disponibilità liquide sono rappresentate dai depositi bancari/postali, dagli assegni e dal denaro/valori in cassa eventualmente espressi in valuta estera. N.B. non sono inclusi gli scoperti di C/C ne titoli equivalenti alla cassa. Dipartimento di Economia Marco Biagi – Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia Novità degli schemi di bilancio (segue) Rendiconto Finanziario Il rendiconto esamina le variazioni di liquidità intervenute nelle seguenti aree: • Gestione reddituale • Attività • Attività di finanziamento si tratta di attività di ottenimento e di restituzione delle comprende le operazioni connesse all’acquisizione, produzione e distribuzione di beni e servizi. Seguendo il metodo indiretto, si devono apportare delle rettifiche per la corretta determinazione dei flussi; esempi di voci da rettificare sono gli elementi di natura non monetaria come gli ammortamenti, accantonamenti, svalutazioni oppure le variazioni di CCN, si pensi alle variazioni di magazzino o le variazioni dei ratei e risconti. di investimento si tratta delle operazioni di acquisto/vendita dell’immobilizzazioni materiali, immateriali e finanziarie e delle attività finanziarie non immobilizzate. Andranno indicati separatamente i flussi in uscita per l’acquisto delle immobilizzazioni al netto del debito vs fornitori di imm.ni ed i flussi in entrata mettendo in evidenza il prezzo di realizzo. disponibilità liquide sotto forma di capitale di rischio o di debito; tipici esempi sono i pagamenti dei dividendi o gli incassi derivanti dall’emissione di azioni. Dipartimento di Economia Marco Biagi – Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia La sostanza dell’operazione: finanziario (IAS 17) il leasing Il leasing Finanziario è un contratto per mezzo del quale il locatore trasferisce al locatario, in cambio di uno o più pagamenti, il diritto di all’utilizzo di un bene per un periodo di tempo stabilito. Il leasing finanziario trasferisce sostanzialmente tutti i rischi e i benefici derivanti dalla proprietà del bene. Il diritto di proprietà può essere trasferito o meno al termine del contratto. N.B. Il leasing operativo è contabilizzato alla stregua di un contratto di locazione, per cui vengono solo rilevati i canoni di locazione in conto economico. PREVALENZA DELLA SOSTANZA SULLA FORMA è contabilizzato in base alla sostanza del contratto piuttosto che alla forma dello stesso. L’operazione è rilevata come l’acquisto di un bene, con contropartita il debito verso il concedente. Il bene è soggetto ad ammortamento; nel conto economico vengono iscritti gli oneri finanziari, rilevati per competenza. Dipartimento di Economia Marco Biagi – Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia Novità degli schemi di bilancio (segue) Leasing finanziario IAS 17 La classificazione di un leasing come finanziario o come operativo dipende dalla sostanza dell’operazione, piuttosto che dalla forma del contratto. Leasing finanziario o leasing operativo? esempi di situazioni che potrebbero classificare un leasing come finanziario sono le seguenti: - il leasing trasferisce la proprietà del bene al locatario al termine del contratto di leasing; il locatario ha l’opzione di acquisto del bene a un prezzo che ci si attende sia sufficientemente inferiore al fair value (valore equo) alla data alla quale si può esercitare l’opzione cosi che, all’inizio del leasing, è ragionevolmente certo che essa sarà esercitata; - la durata del leasing copre la maggior parte della vita economica del bene, anche se la proprietà non è trasferita; - all’inizio del leasing il valore attuale dei pagamenti minimi dovuti per il leasing equivale almeno al fair value (equo) del bene locato Dipartimento di Economia Marco Biagi – Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia La sostanza finanziario dell’operazione: il leasing Contabilizzazione del Leasing finanziario • Ricevimento del bene: _________________________ 01/03/201x ______________________________ DARE a AVERE Imm.ni Debiti vs fornitori ___________________________________________________________________ • Pagamento dei canoni periodici (riduzione progress. del debito): _________________________31/03/201x________________________________ DARE a AVERE Diversi Banche Debiti vs fornitori Oneri finanziari __________________________________________________________________ • Ammortamento del bene: _________________________ 31/12/201x _______________________________ DARE a AVERE Amm.to immobilizzazioni Fondo amm.to imm.ni ___________________________________________________________________ L’impatto a CE del canone di leasing (ITA) viene scomposto in ammortamento + oneri finanziari (IAS/IFRS). Dipartimento di Economia Marco Biagi – Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia Novità degli schemi di bilancio abbreviato Novità apportate agli schemi di bilancio: STATO PATRIMONIALE • • • • • Sono riportate solo le voci contrassegnate con lettera maiuscola ed i numeri romani Nelle voci C.II dell’attivo e D del passivo sono indicati separatamente i crediti e i debiti esigibili oltre ‘esercizio Le voci A e D dell’attivo possono essere ricomprese nella voce C.II La voce E del passivo può essere ricompresa nella voce D È prevista la possibilità di iscrivere i titoli al costo di acquisto, i crediti al valore presumibile di realizzo (deroga al criterio del costo ammortizzato) N.B. per ciò che riguarda le immobilizzazioni, va evidenziato che non vi è più l’obbligo di indicare ammortamenti e svalutazioni. Nella nota integrativa vanno indicati solamente i movimenti intervenuti nell’anno. Dipartimento di Economia Marco Biagi – Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia Novità degli schemi di bilancio abbreviato Novità apportate agli schemi di bilancio: CONTO ECONOMICO Al conto economico «abbreviato» si apportano le modifiche del bilancio ordinario: • • • Eliminazione dell’area straordinaria Indicazione dei proventi/oneri derivanti da imprese sottoposte al controllo Aggiunta di voci riservate alle rivalutazioni/svalutazioni degli strumenti finanziari derivati SEMPLIFICAZIONI Esonero della redazione del Rendiconto finanziario Esonero della relazione sulla gestione a condizione che nella Nota Integrativa siano riportate le informazioni previste dall’art. 2428 nn. 3) e 4) c.c (azioni proprie possedute, acquisiste alienate nell’anno). Dipartimento di Economia Marco Biagi – Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia Bilancio semplificato per le micro-imprese Il nuovo art. 2435-ter c.c. stabilisce che: le micro-imprese possono redigere il bilancio in forma abbreviata. La principali novità sono rappresentate da: • possibilità di non redigere la nota integrativa a condizione che le informazioni richieste dai commi 9) e 16) dell’art.2427 siano riportate in calce nello Stato Patrimoniale. • esonero dalla redazione del rendiconto finanziario. • Esonero dalla redazione della relazione sulla gestione se in calce allo stato patrimoniale sono riportate le informazioni richieste dai numeri 3) e 4) dell’art. 2428 c.c. Lo stesso articolo prevede la non applicabilità del principio del «Fair Value» per la valutazione degli strumenti finanziari derivati, anche se incorporati in altri strumenti e la possibilità di derogare alla disposizione sul bilancio se l’applicazione delle stesse risulta in contrasto con la rappresentazione veritiera e corretta. Dipartimento di Economia Marco Biagi – Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia Quesiti e chiarimenti Facoltà di Economia Marco Biagi Dipartimento di Economia Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia Prof. Mauro Zavani – [email protected] Dott. Caselli Paolo – [email protected] Dipartimento di Economia Marco Biagi – Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia IL NUOVO BILANCIO D’ESERCIZIO D.LGS. 139/2015 Indici di liquidità e flussi finanziari, analisi degli effetti della novella nonché breve disamina sulle variazioni da apportare in nota integrativa Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Modena 25 novembre 2015 Modena, 25 novembre 2015 Commissione di Studio "Revisione e Bilancio" 1 Indici di liquidità e flussi finanziari 1. Analisi delle dinamiche finanziarie Essa è strettamente collegata con l’analisi sulla solvibilità da parte dell’azienda, ovvero, la capacità dell’impresa medesima a fare fronte agli impegni di breve periodo , attraverso l’utilizzo di capitale circolante. Si tratta quindi di valutare la relazione che intercorre tra le disponibilità monetarie e finanziarie su cui l’impresa può fare affidamento e quelle richieste dallo svolgimento della gestione, a seconda dell’area di intervento Concetto di Equilibrio finanziario. Modena, 25 novembre 2015 Commissione di Studio "Revisione e Bilancio" 2 Indici di liquidità e flussi finanziari Indici e margini di liquidità: Margine di tesoreria = Attività correnti – Rimanenze – Passività correnti Soluzione positiva quando > 0 Modena, 25 novembre 2015 Commissione di Studio "Revisione e Bilancio" 3 Indici di liquidità e flussi finanziari L’indice di liquidità è il rapporto fra attività correnti al netto delle rimanenze, e le passività correnti. Esso evidenzia, quante volte le attività correnti liquidabili sono superiori o inferiori alle corrispondenti passività correnti. Il rapporto è da considerarsi positivo se maggiore di uno, mentre, se minore, significa che l’impresa non è in grado di fare fronte agli impegni di breve periodo Modena, 25 novembre 2015 Commissione di Studio "Revisione e Bilancio" 4 Indici di liquidità e flussi finanziari Capitale circolante netto Attività correnti – Passività correnti Valori maggiori allo zero, indicano capacità di creare liquidità mentre valori inferiori attestano una situazione di disequilibrio finanziario ( Ciclo finanziario (flussi di cassa) Ciclo commerciale (dilazione clienti ,fornitori + mag) Interessante valutare il cd. Rischio di overtrading Modena, 25 novembre 2015 Commissione di Studio "Revisione e Bilancio" 5 Solidità patrimoniale La solidità patrimoniale esprime da un lato l’equilibrio della struttura finanziaria dell’impresa in termini di scadenze degli impieghi e adeguatezza delle fonti di finanziamento presenti, per farvi fronte. Dall’altra la composizione dei mezzi, la cui fisiologia è la proporzione tra mezzi di terzi e mezzi propri. Indicatori di composizione di impieghi e fonti quanto patrimonio è destinato a attività durature l’equilibrio fra mezzi interni e esterni e quanto è destinato alla gestione di breve termine In questo ambito, al fine di una migliore valutazione nel sistema del rating bancario, è opportuno definire la leva finanziaria, nonché il rapporto fra impieghi e fonti e le sue stratificazioni (Posizione finanziaria netta) Modena, 25 novembre 2015 Commissione di Studio "Revisione e Bilancio" 6 3. L’importanza dell’EBITDA da un punto di vista reddituale e finanziario Può essere determinato , grazie a un’opera di riclassificazione del conto economico con il metodo del “valore aggiunto”. Il Valore aggiunto esprime la capacità dell’azienda di “creare ricchezza” ed è pari alla differenza fra i ricavi operativi e i costi sostenuti per l’acquisizione di risorse esterne. si ottiene… Dalla sommatoria algebrica fra valore produzione e i costi operativi Costo del Lavoro EBITDA Grazie a questo margine, possiamo definire il capitale “consumato” dalla produzione , per la remunerazione dell’area finanziaria e per il pagamento delle imposte. E a livello finanziario? Esprime una prima valutazione circa la capacità di autofinanziamento generato dalla gestione operativa caratteristica. Modena, 25 novembre 2015 Commissione di Studio "Revisione e Bilancio" 7 Breve enucleazione delle modifiche alla nota integrativa Le principali modifiche e integrazioni apportate all’art. 2427 c.c., sono le seguenti: n.3 - non è più richiesta la composizione della voce "costi di ricerca, di sviluppo e di pubblicità”, ma solo dei “costi di sviluppo”, in quando non è più ammessa la capitalizzazione dei costi di ricerca e pubblicità; n.7 - la composizione delle voci "ratei e risconti attivi”, "ratei e risconti passivi” e "altri fondi” va indicata indipendentemente dal loro ammontare, nonché la composizione dei ricavi delle vendite e delle prestazioni per area geografica.; n.13 – contestualmente alla eliminazione della sezione dei componenti straordinari nello schema di Conto economico, è previsto l’obbligo di illustrare l’importo e la natura dei singoli elementi di ricavo o di costo di entità o incidenza eccezionali, sul risultato dell’esercizio; n.18 – si estende l’informativa da riportare in Nota integrativa in relazione agli strumenti finanziari derivati, dei quali occorre illustrare i termini e le condizioni che possono influenzarne l’importo, le scadenze, e la certezza dei flussi finanziari futuri; n.22quater – si elimina dalla Relazione sulla gestione l’indicazione di fatti di rilievo avvenuti dopo la chiusura dell’esercizio, da riportare obbligatoriamente nella Nota integrativa , con esplicitazione del loro effetto patrimoniale, finanziario e economico; n.22septies – entra nella nota integrativa la proposta di destinazione degli utili o di copertura delle perdite, formulata dall’organo amministrativo. Modena, 25 novembre 2015 Commissione di Studio "Revisione e Bilancio" 8 Il nuovo Bilancio d’esercizio alla luce del D.Lgs. 139/2015 Intervento su Indici di liquidità e flussi finanziari, analisi degli effetti della novella nonché breve disamina sulle variazioni da apportare in nota integrativa. A cura del Dott. Michele Rosati, componente Commissione di Studio “Revisione e Bilancio” presso l’ODCEC di Modena 1. Analisi delle dinamiche finanziarie La tematica dell’analisi delle dinamiche finanziarie, definito come il saldo fra le entrate e le uscite della gestione riferite a un certo arco temporale, è strettamente collegata con l’analisi sulla solvibilità da parte dell’azienda, ovvero, la capacità dell’impresa medesima a fare fronte agli impegni di breve periodo1, attraverso l’utilizzo di capitale circolante2. Si tratta quindi di valutare la relazione che intercorre tra le disponibilità monetarie e finanziarie su cui l’impresa può fare affidamento e quelle richieste dallo svolgimento della gestione, a seconda dell’area di intervento. Da, qui, ne discende la definizione di equilibrio finanziario. Esso, quindi, attiene alla capacità dell’impresa di garantire, in ogni istante, un’adeguata copertura dei fabbisogni finanziari che si manifestano ovvero l’esistenza di masse monetarie per far fronte agli impegni assunti. Onde poter valutare la situazione finanziaria dell’impresa, occorre fare riferimento a uno stato patrimoniale riclassificato secondo il criterio di esigibilità3. Successivamente ciò che è da ricercare è la coerenza tra le scadenze, ossia dove le attività a breve sono finanziate dalle relative passività a breve, mentre gli investimenti a medio-lungo termine sono supportate da finanziamenti di parimenti scadenza. Successivamente la dottrina economica-aziendalistica consolidata4, il percorso da seguirsi per approfondire l’analisi della liquidità si estrinseca nella formulazione di margini di liquidità e loro indici nonché il capitale circolante netto e i relativi indici di disponibilità. Il margine di tesoreria rappresenta una grandezza finalizzata a evidenziare la capacità dell’azienda di far fronte agli impegni di breve periodo con le risorse disponibili, senza compromettere la gestione aziendale. Questo margine si lega al concetto di liquidabilità delle attività, in quanto, comprende anche, risorse non monetarie. Esse perché diventino denaro contante, devono essere negoziabili. Questo particolare, è di rilevanza nella analisi del margine. Infatti, dottrina, è solita distinguere fra liquidità immediate con quelle differite5. Sono queste che, come detto, debbono essere attenzionate da parte di chi analizza i dati di bilancio, valutando la capacità di dismissione e gli impatti, che tale evento, possa generare sullo svolgimento del business aziendale. La relazione è la seguente: Margine di tesoreria = Attività correnti – Rimanenze – Passività correnti 1 Principalmente debiti di funzionamento e finanziamento; quindi, disponibilità liquide, crediti e rimanenze; 3 cd. Finanziario. Ivi è utile rammentare l’importanza della correlazione fra impieghi e fonti, ovvero la posizione finanziaria netta, che rappresenta la differenza fra attività e passività finanziarie. Essa può comprendere grandezze di natura corrente o meno e le risultanze sono legate alla sommatoria, positiva o non, fra impieghi e fonti. Esso è particolarmente utilizzato da finanziatori esterni, per comprendere la composizione delle font di finanziamento; 4 Fra tutti, Giunta F., Economia aziendale, Cedam, Padova, 2008 e Poddighe F. (a cura di), Analisi di bilancio per indici: aspetti operativi, Cedam, Padova, 2004; 5 rimanenze, crediti, investimenti finanziari a breve; 2 1 Questa formulazione deve essere giudicato positivamente quando esso è maggiore di zero, quando cioè esistono sufficienti disponibilità che possono essere utilizzate per soddisfare i debiti a breve scadenza, senza intaccare il processo produttivo. Quando, invece, il risultato, è negativo, significa che in caso di rimborso delle somme dovute ai fornitori e finanziatori, l’impresa non è in grado di assolvere il proprio impegno. Tale margine, deve essere valutato considerando le caratteristiche del business. L’esame di questa grandezza non può prescindere, quindi, dalla trasformazione in valore relativo, rappresentato dall’indice di liquidità nonché dal confronto con realtà operative similari. L’indice di liquidità è il rapporto fra attività correnti al netto delle rimanenze, e le passività correnti. Esso evidenzia, quante volte le attività correnti liquidabili sono superiori o inferiori alle corrispondenti passività correnti. Il rapporto è da considerarsi positivo se maggiore di uno, mentre, se minore, significa che l’impresa non è in grado di fare fronte agli impegni di breve periodo. Il capitale circolante netto è un margine che presenta caratteristiche similari a quello di tesoreria. Anch’esso determina la solvibilità dell’impresa a fare fronte agli impegni aventi scadenza a breve con le disponibilità correnti. La formula è la seguente: Capitale circolante netto = Attività correnti – Passività correnti Valori maggiori allo zero, indicano capacità di creare liquidità mentre valori inferiori attestano una situazione di disequilibrio finanziario6. Anche per questa grandezza, risulta necessaria valutarla nelle peculiarità della attività economica svolta, nonché rapportare le risultanze a quelle derivanti dall’indice di disponibilità, ovvero il rapporto fra attività e passività correnti. Valori inferiori alla unità definiscono delle tensioni finanziarie. Interessante segnalare un indicatore utile alla prevenzione del rischio di crisi di impresa. Esso è configurabile nel confronto fra Capitale circolante netto e variazione di ricavi operativi. Da questo approfondimento, si può evincere il c.d. “rischio di overtrading”, ovvero il rischio di una crescita troppo rapida dei fabbisogni di fondi rispetto alle risorse interne esistenti, legato a valori troppo elevati delle vendite rispetto al capitale finanziario. Il capitale circolante netto rappresenta il riassunto degli impieghi di capitale e delle fonti di finanziamento, a breve termine. Una attenta verifica della sua composizione rappresenta un passaggio fondamentale per comprenderne la sua genesi. Ciò si traduce nell’indagare gli effetti delle principali decisioni attinenti la sfera operativa e quella finanziaria. La prima riguarda il ciclo commerciale a breve, mentre la seconda quello finanziario. Il ciclo commerciale è attinente le dinamiche riguardanti l’incasso dei crediti, pagamento dei debiti e rotazione delle rimanenze7. Tale ciclo può essere scomposto in tre componenti: 6 secondo Teodori C., L’analisi di bilancio, Giappichelli, 2008, p.154 <<Un capitale circolante negativo, assume una valenza ben peggiore rispetto ad un margine di tesoreria negativo, per due ragioni. Prima di tutto, dimostra che nemmeno attraverso la potenziale cessione delle rimanenze i creditori sociali possono essere soddisfatti nel breve periodo. Inoltre, l’ipotesi di dismissione delle scorte può avere un impatto negativo sulla operatività aziendale e se non fossero sufficienti, rilevare una problematica di rischio nell’investimento nel business.>>; 7 sono variabili strettamente correlate all’attività svolta dall’impresa e sono legati alla forza contrattuale e agli accordi negoziali. Così in Di Lazzaro F., La performance del valore per l’analisi aziendale, Giappichelli, 2003, p. 81; 2 I giorni di dilazione media concessa ai clienti, definibile dal rapporto fra i ricavi e i crediti v/clienti, diviso per 360. Esso rileva la durata media concessa alla clientela; I giorni di dilazione media ottenuta dai fornitori, misurato dal rapporto fra costi di acquisto di materie prime, servizi e i debiti v/fornitori, diviso per 360. In esso si delineano i giorni concessi dai fornitori in termini di dilazione dei pagamenti; La giacenza media delle rimanenze, formulato come rapporto fra la sommatoria algebrica rimanenze iniziali di materie + acquisti di materie – rimanenze finali materie prime, e le rimanenze di materie, diviso per 360. Segnala quanti giorni le merci permangono nel magazzino, prima di essere utilizzate nel ciclo produttivo o di vendita. Interessante, ai fini valutativi, è la considerazione congiunta delle componenti suindicate, onde comprendere la durata del ciclo commerciale. Schematicamente: Giorni dilazione crediti v/clienti +Giorni giacenza rimanenze -Giorni dilazione fornitori Durata del ciclo commerciale Maggiore è la durata di tale ciclo, più elevata è la necessità di ricorrere all’indebitamento per fare fronte alla mancanza temporanea di liquidità, quindi affrontando sì benefici, ma con costi in termini di commissioni bancarie e oneri finanziari. Come anzidetto, il capitale circolante netto comprende anche il ciclo finanziario. Esse possono essere approfondite affrontando il tema dei flussi di cassa. Essi misurano la liquidità creata o assorbita dalla gestione, attraverso la dinamica delle entrate e delle uscite, generate dalle attività aziendali. Le novità introdotte con il decreto legislativo, cui stiamo effettuando trattazione, per le imprese che adottano i principi contabili nazionali redigenti bilancio ordinario, saranno obbligati alla presentazione del rendiconto finanziario. L’ambito di previsione delle grandezze finanziarie viene previsto, dal nostro ordinamento contabile, all’OIC n.10, il quale, come già ampiamente e esaustivamente trattato nel precedente modulo, prende come riferimento per la costruzione del rendiconto le disponibilità liquide. Tre aree, riscontrabili dalle attività generatrici dei flussi, impattano sulla liquidità: la gestione reddituale, la gestione degli investimenti e le attività di finanziamento. Tale documento, viene composto dai vari flussi di cassa, che esprimono un valore dinamico che si origina dalla variazione delle masse monetarie nel corso dl tempo, neutralizzando le componenti non monetari, nel caso di formazione del rendiconto con il metodo diretto, o per incisione della liquidità sulle diverse aree8. Ne deriva, da questo assunto, l’importanza che il legislatore, nel recepimento della direttiva europea per l’armonizzazione dei bilanci, concede alla veridicità e maggiore trasparenza dei dati contabili, per i fruitori di tali documenti. 8 area operativa, investimento e del debito; 3 In questa sede, possiamo enunciare che per letteratura, il flusso di cassa9 è una grandezza neutra, in quanto misura la liquidità creata o assorbita dalla gestione attraverso la dinamica delle entrate e delle uscite generate dalle attività aziendali10. Attraverso la costruzione di variabili, quali l’autofinanziamento operativo netto11, e in una visione più ampia al flusso di cassa operativo corrente12. Utile è la contrapposizione di queste due entità, separatamente, con i ricavi, onde poter comprendere lo sfasamento fra costo e uscita da un lato, e ricavi e entrate dall’altro quindi dei crediti sui ricavi e dei debiti sui costi. Di fondamentale importanza, per poter leggere i valori della gestione operativa in chiave finanziaria. 2. Breve trattazione sulla analisi della solidità patrimoniale La solidità patrimoniale esprime da un lato l’equilibrio della struttura finanziaria dell’impresa in termini di scadenze degli impieghi e adeguatezza delle fonti di finanziamento presenti, per farvi fronte. Dall’altra la composizione dei mezzi, la cui fisiologia è la proporzione tra mezzi di terzi e mezzi propri. Ne discende la fondamentale analisi dell’equilibrio della struttura finanziaria dell’impresa, che a ben vedere si lega alle scadenze degli impieghi e delle fonti di finanziamento cui, è opportuno coprire gli impieghi finanziari la cui utilità si protrae a lungo termine con fonti di finanziamento durevolmente legate all’impresa, tra cui principalmente, il patrimonio netto. L’equilibrio della struttura si lega indissolubilmente alla composizione di impieghi e fonti nonché della loro correlazione oltre alle caratteristiche del settore in cui opera13 e alle dimensioni. Gli indici utili, allo studio di quanto detto in questo paragrafo, sono gli indicatori di composizione degli impieghi e delle fonti. I primi esamina il peso percentuale delle attività (correnti e non) sulle attività nella loro globalità. Ne risultano rapporti percentuali fra attività correnti e non correnti con il totale degli impieghi , dando al valutatore la possibilità di avere contezza su quanto patrimonio è destinato a attività durature e quanto è destinato alla gestione di breve termine. Per dottrina maggioritaria14, tali valori, in termini assoluti, e presi a sé stante hanno uno scarso significato. È opportuno, quindi, elaborare ulteriori indicatori che evidenzino il peso percentuale di singole grandezze come l’ammontare dei crediti commerciali, disponibilità liquide rimanenze, intangibles o beni materiali. La composizione delle fonti è finalizzata a approfondire l’ammontare del capitale proprio e di quello di terzi, investigando sulla proporzione delle fonti, ovvero l’equilibrio fra mezzi interni e esterni. Fra questi, oltre al rapporto percentuale fra passività correnti o meno con il totale delle fonti, troviamo l’indice di autonomia finanziaria, caro agli intermediari finanziari in sede di lettura dei documenti aziendali, per richieste di finanziamento, dato dal rapporto fra il patrimonio netto e il totale del passivo. A questi si possono aggiungere, ulteriori coefficienti, quali il rapporto fra debiti finanziari o quelli commerciali con il totale delle fonti, per comprenderne il peso, sempre in termini percentuali. 9 un indicatore che è determinato partendo dall’utile netto di esercizio ed aumentando quest’ ultimo degli acc.ti al TFR, degli ammortamenti e viene ridotto di eventuali dividendi distribuiti. Maggiore è questo indicatore minore è dipendenza finanziaria dell’impresa dai terzi. Variabile fondamentale, come parte integrativa della relazione sulla gestione o di quella relativa alla, eventuale, revisione aziendale; 10 ciò perché le perfomance finanziarie, sono scevre da decisioni inerenti il trattamento contabile, misurando in modo puntuale l’effettiva evoluzione delle dinamiche gestionali. Cfr. Russo P., Decisioni aziendali e valore dell’impresa, Egea, 2000, p. 191 e ss.; 11 che ha come base di partenza il MON, ovvero il risultato della gestione corrente al netto dei costi non monetari, con aggiunta degli ammortamenti, somma algebrica fra proventi e oneri della gestione operativa e depurati dall’effetto fiscale; 12 il quale tiene conto, anche, degli effetti di politiche commerciali e contabili; 13 tale analisi, ben differisce sulle risultanze fra, in ipotesi, una azienda manifatturiera e una di servizi; 14 Bandettini A., Il bilancio di esercizio, Cedam, 2004, p.324; 4 Ulteriori indicatori, fondamentali nella valutazione di un’impresa nel sistema del rating bancario è la leva finanziaria, che rapporta i debiti con il patrimonio netto oltre all’incidenza dei debiti sul fatturato aziendale oltre a indici legati al rapporto fra impieghi e fonti, per appurare l’effettiva esposizione debitoria di un’azienda in un dato istante. Per effettuare correttamente la valutazione, bisogna partire dal concetto temporale degli investimenti, segnatamente scindendo l’ambito corrente, di tipo caratteristico, con quello di tipo strutturale operativo, ovvero l’acquisizione di beni strumentali15. Dall’altro lato, esaminando le fonti, la distinzione non sarebbe legata al fattore tempo, bensì alla contrapposizione tra finanziamenti connessi all’attività operativa, di tipo strutturale o corrente, e finanziamenti associati a quella non operativa. Successivamente, però, nulla toglie che tali aggregati possano essere ulteriormente indagati in funzione della scadenza. Tutto ciò, sarà utile, per ‘analista, per “stratificare” le voci finanziarie lungo l‘asse del tempo, al fine di addivenire all’ottenimento della c.d. Posizione finanziaria netta complessiva, il cui computo si giunge in via graduale mediante il confronto di grandezze omogenee. La stratificazione della posizione finanziaria netta si può ricondurre a quella di breve periodo, cui troviamo quella di primo livello (confronto attività liquide e passività finanziarie a breve) e quello di secondo livello (analisi tra attività liquide e quelle liquidabili nel breve e passività finanziarie di breve durata); parallelamente per quella di lungo periodo, troviamo quella di primo livello (rapporto fra attività liquidabili e tutte le passività finanziarie) nonché quella complessiva (ottenuta dalla contrapposizione fra tutte le attività finanziarie e le passività finanziarie). L’esposizione debitoria netta , viene appurata mediante la graduale contrapposizione di categorie via via omogenee e reciprocamente funzionali16. 3. L’importanza dell’EBITDA da un punto di vista reddituale e finanziario Per una corretta comprensione sulla rilevanza del Margine Operativo Lordo17, è indispensabile rammentare che esso può essere letto, grazie a un’opera di riclassificazione del conto economico con il metodo del “valore aggiunto”. Il Valore aggiunto esprime la capacità dell’azienda di “creare ricchezza” ed è pari alla differenza fra i ricavi operativi e i costi sostenuti per l’acquisizione di risorse esterne. L’impresa, attraverso un equilibrato ciclo produttivo dovrebbe remunerare i fattori produttivi e i diversi stakeholders: • Retribuire coloro che prestano lavoro; • Recuperare gli investimenti effettuati; • Remunerare eventuale capitali di terzi; • Far fronte a eventi straordinari; • Adempiere agli obblighi con l’amministrazione finanziaria; • Remunerare il capitale proprio attraverso la distribuzione di dividendi; • Garantire l’autofinanziamento. 15 tali aggregati, a loro volta, si affiancano a quello di tipo extra-operativo; In particolare, la valutazione dell’indebitamento netto complessivo, coperto dalla dinamica della gestione operativa, no può trascurare anche quelle voci con un realizzo temporalmente successivo all’esercizio. Del che per l’estinzione delle passività finanziarie complessive dovranno partecipare, oltre ai cash flow operativi, anche i flussi monetari ritraibili nel medesimo orizzonte temporale. Così in M.Fazzini, Analisi di bilancio, Ipsoa, 2011, cap.3; 17 noto anche come “EBITDA”; 16 5 Attraverso la sommatoria algebrica fra il valore della produzione realizzata con i costi inerenti la produzione, si ottiene il valore aggiunto. Se a questo si sottrae il costo del lavoro, si ottiene il margine disponibile per il reintegro del capitale “consumato” dalla produzione18, per la remunerazione dell’area finanziaria e per il pagamento delle imposte. Quindi, è una prima misura di autofinanziamento dell’impresa, attraverso la creazione di ricavi caratteristici e il sostenimento dei costi per l’’acquisizione dei fattori produttivi e del fattore lavoro. Il MOL è un aggregato estremamente significativo , anche da un punto di vista finanziario oltre che reddituale. Esso, infatti, è un valore che nasce dalla contrapposizione di quei costi e ricavi operativi tipici che hanno una derivazione di natura monetaria: esprime una prima valutazione circa la capacità di autofinanziamento generato dalla gestione operativa caratteristica. Eccone la motivazione, dell’importanza primaria che istituti di credito adottano a tale assunto, nel valutare l’impresa. Oltre a questo margine, gli istituti bancari pongono l’accento sulla positività di indici economici come ROE, ROI, ROD e l’impatto degli oneri finanziari sul MOL. 4. Le modifiche alla nota integrativa, alla luce della novella Il D.Lgs. 139 del 18.08.2015, ha, tra le altre cose, modificato l’art. 2427 c.c. dedicato al contenuto della Nota integrativa, in particolare con l’emanazione dell’articolo 6, comma nono. Premessa fondamentale è che, in base alla nuova formulazione dell’art. 2427, co. 2, le informazioni in Nota integrativa vanno riportate secondo l’ordine in cui le voci di stato patrimoniale e conto economico sono riportate nei relativi schemi. Le novità riguardano: n.3 - non è più richiesta la composizione della voce "costi di ricerca, di sviluppo e di pubblicità”, ma solo dei “costi di sviluppo”, in quando non è più ammessa la capitalizzazione dei costi di ricerca e pubblicità. Per quanto riguarda le somme iscritte, precedentemente, nelle poste di capitalizzazione, non viene previsto l’esaurimento dei loro effetti in bilancio secondo l’impostazione contabile originaria. Occorrerà procedere alla loro completa eliminazione dall’attivo dello stato patrimoniale, dandone conto nella nota integrativa ; n.7 - la composizione delle voci "ratei e risconti attivi”, "ratei e risconti passivi” e "altri fondi” va indicata indipendentemente dal loro ammontare, nonché la composizione dei ricavi delle vendite e delle prestazioni per area geografica. Sulla tematica dei ratei e risconti, rimane ferma la determinazione della loro scadenza, ritenuta importante nella analisi di bilancio svolta dal merito creditizio, i quali operatori, suddividono fra la formazione di investimenti a breve, se annuale, per contro, quelli pluriennali, fra le immobilizzazioni immateriali19 ; n.13 – contestualmente alla eliminazione della sezione dei componenti straordinari nello schema di Conto economico, è previsto l’obbligo di illustrare l’importo e la natura dei singoli elementi di ricavo o di costo di entità o incidenza eccezionali, sul risultato dell’esercizio. Questa area del documento, diventerà di preminente importanza, per il lettore esterno al bilancio, per la comprensione dell’impatto della area non caratteristica, legata a avvenimenti non ricorrenti, sul risultato economico conseguito; 18 19 cioè gli ammortamenti; AA.VV., Novità della nota integrativa del bilancio in forma ordinaria, rivista “Il Fisco”, n.42/2015, p.4056; 6 n.16 – in relazione ai compensi ad amministratori e sindaci, sono previsti, seppur sintetizzati per categoria, ulteriori obblighi informativi (emolumenti, anticipazioni, crediti, tassi di interesse, principali condizioni, garanzie prestate, ecc.); n.18 – si estende l’informativa da riportare in Nota integrativa in relazione agli strumenti finanziari derivati, dei quali occorre illustrare i termini e le condizioni che possono influenzarne l’importo, le scadenze, e la certezza dei flussi finanziari futuri. Sono da esplicitare le tecniche di valutazione adottate per la determinazione del fair value, in assenza di evidenze di mercato; n. 22bis - le operazioni realizzate con parti correlate non concluse a normali condizioni di mercato, (con importo, natura del rapporto e ogni altra informazione necessaria per la comprensione del bilancio) vanno indicate sempre. Nella precedente versione l’indicazione era richiesta solo se le operazione erano rilevanti. Sono stati inoltre aggiunti 4 nuovi numeri al primo comma con l’obbligo di riportare le seguenti nuove informazioni: n.22quater – si elimina dalla Relazione sulla gestione l’indicazione di fatti di rilievo avvenuti dopo la chiusura dell’esercizio, da riportare obbligatoriamente nella Nota integrativa20, con esplicitazione del loro effetto patrimoniale, finanziario e economico; n.22quinquies – occorre indicare il nome e la sede legale dell’impresa che redige il bilancio consolidato dell’insieme più grande e dell’insieme più piccolo di imprese di cui l’azienda fa parte come controllata, nonché il luogo in cui è disponibile la copia del bilancio consolidato; n.22septies – entra nella nota integrativa la proposta di destinazione degli utili o di copertura delle perdite, formulata dall’organo amministrativo. 4. Conclusioni Il professionista, che, in questa sede, ha come punto focale il continuo miglioramento e aggiornamento della informativa di bilancio e dei documenti allegati, sia come consulente che come componente di organo di controllo, effettua una opera benefica per l’imprenditore, sia in vista di ricerca di fonti esterne di sostentamento finanziario, sia per evitare tragiche e irreversibili conseguenze come l’insolvenza. Uno studio attento delle sfaccettature e dell’evoluzione nella lettura dei dati, in modo prospettico, ponendo l’attenzione ai dati finanziari ed economici piuttosto che a dati di bilancio statici, è il punto di partenza della valutazione di un’azienda nella concezione della prevenzione e del consolidamento prospettico. 20 anche nella versione abbreviata prevista per le “piccole imprese”; 7