IL NUOVO BILANCIO D’ESERCIZIO
D.LGS. 139/2015
Il rendiconto finanziario
Dott. Giulio Orazi
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Modena
25 novembre 2015
Modena, 25 novembre 2015
Commissione di Studio "Revisione e Bilancio"
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IL RENDICONTO FINANZIARIO
PRINCIPALI NOVITA’ NORMATIVE
Il D.Lgs. 139/2015, di attuazione della Direttiva
2013/34/UE, modifica la sezione IX del Codice
Civile riguardante la redazione del bilancio da
parte delle società di capitali, includendo tra gli
schemi obbligatori il Rendiconto Finanziario.
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IL RENDICONTO FINANZIARIO
Le novità normative riguardano infatti anche i
documenti che compongono il bilancio: con la
modifica dell’art. 2423, co. 1, C.C., e con il nuovo
art. 2425-ter, C.C., diventerà parte integrante del
Bilancio anche il Rendiconto Finanziario,
documento obbligatorio, ad eccezione delle
imprese che redigono il bilancio in forma
abbreviata e delle “micro-imprese”, dai bilanci
relativi agli esercizi aventi inizio dal 1° gennaio
2016.
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IL RENDICONTO FINANZIARIO
COSA E’ IL RENDICONTO FINANZIARIO
Le dinamiche finanziarie di un’azienda sono
costituite dal susseguirsi di deflussi ed afflussi,
intesi rispettivamente come impieghi finanziari e
fonti finanziarie, da e verso la società.
Un valido strumento di analisi delle dinamiche
finanziarie di un’azienda è rappresentato dal
Rendiconto Finanziario.
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IL RENDICONTO FINANZIARIO
La prospettiva finanziaria è rappresentata anche
negli altri documenti di bilancio, ed in particolare
nello Stato Patrimoniale, i cui contenuti stabiliti
dall’art. 2424, C.C. esprimono una situazione
statica dei mezzi dell’impresa ad una determinata
data.
Condizione statica
Fondo di valori
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IL RENDICONTO FINANZIARIO
La variazione, incrementativa o diminutiva, del
valore del fondo, prodotta tra due esercizi
consecutivi, è denominata flusso.
Flusso
Dinamicità dell’attività d’impresa
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IL RENDICONTO FINANZIARIO
Lo Stato Patrimoniale ed il Conto Economico
sono strettamente correlati tra loro, ed il valore
finale di ogni singola voce dell’attivo e del passivo
(fondo) è influenzata anche dalla gestione
reddituale (flusso).
La correlazione tra “fondi” e “flussi” si intensifica
attraverso la redazione e l’analisi del Rendiconto
Finanziario.
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IL RENDICONTO FINANZIARIO
Rendiconto Finanziario
è il prospetto che raggruppa i “flussi” di “fondi”, in
relazione alle informazioni che si intendono ottenere.
Questo prospetto si interpone tra lo Stato
Patrimoniale ed il Conto Economico, consentendo
l’osservazione delle variazioni intervenute tra i valori
di Stato Patrimoniale di due anni consecutivi, in
relazione anche all’analisi reddituale dell’impresa.
Le variazioni intervenute nei fondi, intese come
incrementi e decrementi di valori, sono denominate
“impieghi” e “fonti”.
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IL RENDICONTO FINANZIARIO
Impieghi
Fonti
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Rappresentano un assorbimento di risorse finanziarie
da parte della gestione aziendale, e sono costituiti da:
• aumenti di attività;
• riduzioni di passività;
• riduzioni di capitale netto.
Esprimono un afflusso di risorse finanziarie per
l’impresa, e sono rappresentate da:
• aumenti di passività;
• riduzioni di attività;
• apporti di capitale netto;
• gestione reddituale (utile d’esercizio + costi non
monetari – ricavi non monetari).
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IL RENDICONTO FINANZIARIO
Rendiconto Finanziario
•
si sostanzia nella comparazione degli Stati
Patrimoniali di due esercizi consecutivi, riclassificati
con il criterio finanziario, grazie al quale è possibile
rilevare le variazioni e le relative cause che hanno
modificato gli investimenti e i finanziamenti in un
determinato periodo, in relazione anche all’analisi
reddituale dell’impresa;
•
rappresenta in generale lo strumento più
appropriato ed attendibile per effettuare la
misurazione della liquidità;
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IL RENDICONTO FINANZIARIO
•
è il principale strumento di gestione dei
rapporti tra imprese e istituti di credito, soprattutto
in ottica di “Basilea 3”, ed anche ai fini del rating di
legalità;
•
è lo strumento più importante per valutare
nuove forme di finanziamento: ad esempio per le
PMI, quotazione al mercato AIM e Minibond;
•
è lo strumento più indicato per il controllo
finanziario della gestione aziendale;
•
è uno strumento idoneo per le valutazioni
d’azienda con il metodo finanziario.
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IL RENDICONTO FINANZIARIO
I principali benefici informativi del Rendiconto
Finanziario, individuati dal Principio Contabile
Nazionale OIC 10, par. 5, sono costituiti dalla capacità
di:
a) valutare le disponibilità liquide prodotte/assorbite
dalla gestione reddituale e le modalità di
impiego/copertura;
b) valutare la capacità della società o del gruppo di
affrontare gli impegni finanziari a breve termine;
c) valutare la capacità della società o del gruppo di
autofinanziarsi.
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IL RENDICONTO FINANZIARIO
Le finalità del Rendiconto Finanziario, desunte dal
Principio Contabile Internazionale IAS 7, possono
essere riassunte in:
•
controllo del flusso di cassa (cash flow)
generato e capacità di confronto dello stesso con il
reddito (profit) desumibile dal Conto Economico;
•
utilizzo del cash flow quale grandezza
maggiormente attendibile, perché non influenzata da
valutazioni soggettive;
•
informativa sulla liquidità della struttura
finanziaria dell’impresa, intesa come capacità di
liberare risorse liquide presenti;
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IL RENDICONTO FINANZIARIO
•
informativa sulla solvibilità dell’impresa, intesa
come capacità di liberare in futuro risorse finanziarie
necessarie ad onorare i debiti;
•
più agevole confronto tra i risultati prodotti da
imprese diverse;
•
mediante la formazione di serie storiche di
flussi, la possibilità di elaborare modelli per la stima
dei flussi e per la verifica delle stime effettuate in
passato.
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IL RENDICONTO FINANZIARIO
In via generale, il Rendiconto Finanziario agevola il
processo decisionale, poiché tratta della capacità
finanziaria dell’impresa con riferimento, ad esempio:
• alla copertura degli investimenti in essere;
• alla programmazione di nuovi investimenti;
• al pagamento dei dividendi;
• al rimborso dei finanziamenti;
• al pagamento degli interessi passivi;
• al pagamento delle imposte;
• ecc..
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IL RENDICONTO FINANZIARIO
Il bilancio d’esercizio rappresenta il principale documento
informativo con cui le imprese comunicano con i propri
stakeholders
(portatori
di
interessi),
sia
interni
(principalmente, soci e amministratori) che esterni (clienti,
fornitori, istituti di credito, ecc.).
RIFERIMENTO NORMATIVO ATTUALMENTE IN VIGORE:
art. 2423, co. 2, C.C.
Il bilancio deve essere redatto con chiarezza e deve
rappresentare in modo veritiero e corretto la
situazione patrimoniale e finanziaria della società e il
risultato economico dell’esercizio.
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IL RENDICONTO FINANZIARIO
L’attuale bilancio d’esercizio civilistico, non prevedendo
espressamente la redazione del Rendiconto Finanziario come
schema obbligatorio, presenta tuttavia taluni limiti:
1) tale bilancio non mette in luce le variazioni, e le relative cause,
di attività e passività avvenute nel corso dell’esercizio: nello
Stato Patrimoniale le informazioni sul patrimonio sono
riferite ad un preciso istante temporale;
2) il Conto Economico rileva il reddito, ma non il suo impatto
sulla situazione della liquidità dell’impresa: non è presente il
concetto di cash flow che consente di misurare la spendibilità
di quel reddito;
3) dallo Stato Patrimoniale e dal Conto Economico, il primo
riclassificato con il criterio finanziario e il secondo con quello
gestionale, si giunge allo stesso risultato che il Rendiconto
Finanziario consegue con un unico prospetto.
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IL RENDICONTO FINANZIARIO
A colmare questo vuoto normativo, è già intervenuto il Principio
Contabile Nazionale OIC 10, da applicarsi ai bilanci chiusi a partire
dal 31/12/2014, prevedendo un onere generale di redazione del
Rendiconto Finanziario, da presentarsi nella Nota Integrativa.
OIC:
Principio Contabile Nazionale OIC 10, appendice C, par. 1
.. Considerata la sua rilevanza informativa, l’OIC ha deciso di dedicare al rendiconto
finanziario un apposito principio contabile prevedendo una generale
raccomandazione di redigere il rendiconto finanziario per tutte le tipologie
societarie.
Il rendiconto finanziario fornisce, infatti, informazioni utili per valutare la situazione
finanziaria della società o del gruppo (compresa la liquidità e solvibilità) nell’esercizio
di riferimento e la sua evoluzione negli esercizi successivi…
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IL RENDICONTO FINANZIARIO
Negli anni passati e prima dell’avvento dell’OIC 10 ad agosto
2014, ad onor del vero, un richiamo (ora eliminato) al
Rendiconto Finanziario era inserito nell’OIC 12, il quale
prevedeva che “sebbene la mancata presentazione del
rendiconto finanziario non venga considerata, in via
generale, allo stato attuale, come violazione del principio
della rappresentazione veritiera e corretta del bilancio, tale
mancanza, tuttavia, in considerazione della rilevanza delle
informazioni di carattere finanziario fornite e della sua
diffusione sia su base nazionale che internazionale, si assume
limitata soltanto alle aziende amministrativamente meno
dotate, a causa delle minori dimensioni”.
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IL RENDICONTO FINANZIARIO
L’OIC ha pertanto elaborato un apposito principio contabile per la
redazione del Rendiconto Finanziario, l’OIC 10, le cui indicazioni,
rispetto al precedente OIC 12, prevedono:
• l’eliminazione della risorsa finanziaria del capitale circolante
netto per la redazione del rendiconto, in quanto considerata
obsoleta, poco utilizzata dalle imprese e non prevista dalla
prassi contabile internazionale. La risorsa finanziaria presa a
riferimento per la redazione del rendiconto è rappresentata
dalle disponibilità liquide;
• la riformulazione delle definizioni di gestione reddituale,
attività di investimento e attività di finanziamento;
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IL RENDICONTO FINANZIARIO
• l’inserimento di alcune indicazioni circa l’aggiunta, il
raggruppamento e la suddivisione dei flussi finanziari; è stato,
inoltre, inserito il generale divieto di compensazione tra flussi
finanziari;
• l’inserimento di alcune indicazioni in merito al rendiconto
finanziario consolidato;
• l’introduzione della distinzione tra flussi finanziari derivanti dal
capitale proprio o dal capitale di debito nella presentazione del
flusso dell’attività di finanziamento;
• la specifica che il flusso finanziario derivante dall’acquisizione
di una società controllata (nel bilancio consolidato) o di un
ramo di azienda (nel bilancio d’esercizio) è presentato
distintamente nell’attività di investimento, al netto delle
disponibilità liquide acquisite o dismesse come parte
dell’operazione;
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IL RENDICONTO FINANZIARIO
• la specifica, che i flussi finanziari connessi ai derivati di copertura
sono presentati nella stessa categoria dei flussi finanziari
dell’elemento coperto;
• l’eliminazione di alcune alternative contabili previste nel precedente
OIC 12 per motivi di comparabilità e semplificazione. Infatti, i
dividendi ricevuti e pagati sono presentati distintamente,
rispettivamente, nella gestione reddituale e nell’attività di
finanziamento, e le imposte sul reddito sono presentate
distintamente nella gestione reddituale;
inoltre, l’OIC 10 precisa che gli interessi pagati e incassati sono
presentati distintamente tra i flussi finanziari della gestione reddituale,
“salvo particolari casi in cui essi si riferiscono direttamente ad
investimenti (attività di investimento) o a finanziamenti (attività di
finanziamento)”.
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IL RENDICONTO FINANZIARIO
OIC 10 – Definizioni
Flussi finanziari
Disponibilità liquide
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Rappresentano gli aumenti o le diminuzioni delle
disponibilità liquide (flussi di cassa, o anche cash flow) in
un determinato esercizio.
Sono rappresentate dai depositi bancari e postali, dagli
assegni e da denaro e valori in cassa; comprendono
anche depositi bancari e postali, assegni, denaro e valori
in cassa espressi in valuta estera (cfr. OIC 14).
L’OIC 10 utilizza una definizione più restrittiva di liquidità,
rispetto a quella adottata in ambito internazionale dallo
IAS 7, che comprende anche attività finanziarie a breve
termine e ad alta liquidità che sono prontamente
convertibili in valori di cassa noti e che sono soggette ad
un irrilevante rischio di variazione del loro valore (in
genere, investimenti con scadenza fino a tre mesi).
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IL RENDICONTO FINANZIARIO
OIC 10 – Classificazione dei flussi finanziari
Gestione reddituale
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I flussi finanziari della gestione reddituale
comprendono in sostanza le variazioni derivanti
dalla
gestione
caratteristica/operativa
dell’impresa, ovvero da tutte le operazioni che
generano costi e ricavi attinenti alle fasi di:
• acquisizione dei fattori produttivi;
• produzione;
• amministrazione;
• distribuzione dei beni e fornitura di servizi.
Ne sono esempi, l’acquisto delle materie prime, i
costi di amministrazione, la corresponsione dei
canoni di leasing, il pagamento dei dipendenti,
l’incasso dalle vendite di prodotti, ecc..
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IL RENDICONTO FINANZIARIO
OIC 10 – Classificazione dei flussi finanziari
Attività di investimento
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I flussi finanziari dell’attività di investimento
sono costituiti dagli impieghi e dalle fonti
derivanti da investimenti e disinvestimenti di
attività, in particolare immobilizzazioni
immateriali, materiali, finanziarie ed attività
finanziarie
che
non
costituiscono
immobilizzazioni.
Si considerino, ad esempio, l’acquisto di un
nuovo impianto o la dismissione di un
macchinario.
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IL RENDICONTO FINANZIARIO
OIC 10 – Classificazione dei flussi finanziari
Attività di finanziamento
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I
flussi
finanziari
dell’attività
di
finanziamento comprendono le variazioni
che derivano dall’ottenimento o dalla
restituzione di disponibilità liquide sotto
forma di capitale proprio (ad esempio,
sottoscrizione di nuove azioni o quote,
ovvero rimborso per recesso di un socio) o
di capitale di terzi (ad esempio, erogazione
di un nuovo finanziamento, oppure
rimborso delle rate di un mutuo).
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IL RENDICONTO FINANZIARIO
OIC 10 - Flussi finanziari delle disponibilità liquide
Il rendiconto dei flussi di cassa evidenzia in che misura le
operazioni di gestione, svolte nell’ambito delle diverse aree
gestionali individuate, hanno prodotto o consumato
liquidità.
Gestione reddituale
+
Attività di investimento
+
Attività di finanziamento
=
CASH FLOW TOTALE
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IL RENDICONTO FINANZIARIO
OIC 10 - Flussi finanziari della gestione reddituale
I flussi di cassa prodotti dalla gestione reddituale possono
essere determinati secondo due metodologie:
1) metodo diretto: prevede l’analisi delle movimentazioni
delle voci di cassa/banca per ogni operazione. L’OIC 10,
al par. 29, “Il flusso finanziario derivante dalla gestione
reddituale può essere determinato anche con il metodo
diretto, presentando i flussi finanziari positivi e negativi
lordi derivanti dalle attività della gestione reddituale”;
2) metodo indiretto: considera che l’utile o la perdita
vengano rettificati degli importi delle operazioni che non
hanno dato origine a variazioni monetarie.
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IL RENDICONTO FINANZIARIO
Al fine di determinare i flussi finanziari della gestione
reddituale, mentre in ambito internazionale lo IAS 7 è volto a
prediligere l’utilizzo del metodo diretto, il Principio Contabile
Nazionale OIC 10 non indica preferenze.
Nella prassi operativa il metodo indiretto risulta quello più
utilizzato, poiché, non prevedendo l’analisi delle
movimentazioni di cassa per ciascuna operazione di gestione
nel periodo considerato, è meno oneroso.
La gestione reddituale è rappresentata nel Conto Economico
e, in termini finanziari, costituisce il centro dei flussi di cassa
dell’impresa, ed in particolare l’autofinanziamento.
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IL RENDICONTO FINANZIARIO
Attraverso il metodo indiretto, il flusso finanziario della
gestione reddituale è dato da:
Utile/perdita
+
Imposte
+/Interessi
+/Costi/ricavi non monetari
=
FLUSSO FINANZIARIO DELLA GESTIONE REDDITUALE
Tale risultato rappresenta, inoltre, l’autofinanziamento
potenziale, ovvero il flusso che genererebbe l’impresa dalla
gestione corrente se tutti i ricavi fossero stati riscossi e tutti i
costi fossero stati pagati durante l’anno.
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IL RENDICONTO FINANZIARIO
L’interpretazione dei flussi finanziari dell’impresa ha inizio
con l’analisi della composizione del cash flow totale.
Considerato che il cash flow totale è il risultato della somma
algebrica tra il cash flow della gestione reddituale ed il cash
flow della gestione extra-reddituale (attività di investimento e
di finanziamento), si possono avere quattro ipotesi:
C.F. REDDITUALE
C.F. EXTRA-REDDITUALE
C.F. TOTALE
1
C.F. reddituale +
C.F. extra-reddituale +
C.F. totale +
2
C.F. reddituale +
C.F. extra-reddituale -
C.F. totale +/-
3
C.F. reddituale -
C.F. extra-reddituale +
C.F. totale +/-
4
C.F. reddituale -
C.F. extra-reddituale -
C.F. totale -
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IL RENDICONTO FINANZIARIO
1) La prima ipotesi è indubbiamente la migliore perché è
caratterizzata da cash flow reddituale ed extra-reddituale
positivi. In tale circostanza il cash flow complessivamente
positivo si presenta più solido, se i flussi di cassa totali sono
composti in misura maggiore da cash flow della gestione
reddituale;
2) Nella seconda ipotesi, la gestione extra-reddituale, e sovente
in particolare quella finanziaria, assorbe parte delle risorse
prodotte dalla gestione operativa; si presenta una situazione
anomala, se l’erosione della gestione extra-reddituale è tale da
assorbire interamente i flussi della gestione reddituale, fino a
far registrare un cash flow totale negativo;
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IL RENDICONTO FINANZIARIO
3) La terza ipotesi esprime un’anomalia nella struttura finanziaria
dell’impresa, poiché il contributo positivo al cash flow totale,
non deriva dalla gestione reddituale, ma da quella extrareddituale. L’impresa potrebbe essere soggetta a un
disequilibrio finanziario, che nel lungo periodo potrebbe
portare a un vero e proprio deficit finanziario;
4) Nella quarta ipotesi, l’impresa è in una difficoltà finanziaria di
tipo patologico, e, spesso, gli interventi realizzati si rivelano
tardivi ed inefficaci.
Un ulteriore livello di indagine dei flussi finanziari è costituito
dall’analisi dell’incidenza, in termini percentuali, degli impieghi e
delle fonti di ciascuna area gestionale, sul totale degli impieghi e
delle fonti.
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IL RENDICONTO FINANZIARIO
Il Rendiconto Finanziario è pertanto uno strumento di
notevole efficacia informativa e rappresenta un valido
supporto per una gestione oculata anche dal punto di vista
finanziario.
La prima consapevolezza di tale conclusione deve essere
interna, da parte di coloro i quali sono coinvolti in prima
persona nell’organizzazione e nella gestione dell’impresa.
Infatti, l’efficacia informativa del rendiconto finanziario
prende avvio dalla volontà di indagine, ma ancor più, dalla
conoscenza delle potenzialità di un’analisi di carattere
finanziario, sia in ottica consuntivo-ricognitiva che
prospettico-strategica.
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IL RENDICONTO FINANZIARIO
Inoltre, a ciò si deve aggiungere l’importanza che assume il
Rendiconto Finanziario nella comunicazione verso l’esterno
e verso coloro i quali siano interessati, a vario titolo, a
comprendere le dinamiche finanziarie dell’impresa: si pensi,
ad esempio, agli investitori non istituzionali e agli istituti di
credito.
Il Rendiconto Finanziario, infine, riveste una notevole
rilevanza per coloro che svolgono l’attività di sindaci e
revisori all’interno dell’impresa: i giudizi di rischiosità, nonché
di solidità reddituale e finanziaria dell’impresa, trovano un
valido supporto nel prospetto del Rendiconto Finanziario.
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IL RENDICONTO FINANZIARIO
Queste riflessioni confermano l’importanza informativa
dell’analisi finanziaria nell’impresa, e la necessità e non
opportunità di utilizzare a tale fine il Rendiconto Finanziario,
documento tuttavia per il momento non obbligatorio.
Si consideri in ogni modo che, con i nuovi artt. 2423, co. 1, e 2425ter, C.C., diventerà parte integrante del Bilancio anche il
Rendiconto Finanziario, documento obbligatorio, ad eccezione
delle imprese che redigono il bilancio in forma abbreviata e delle
“micro-imprese”, dai bilanci relativi agli esercizi aventi inizio dal 1°
gennaio 2016. Allo scopo, tali disposizioni normative richiederanno
anche l’aggiornamento del principio contabile OIC 10, il quale, nella
versione attualmente in vigore, non prevede il Rendiconto
Finanziario quale schema di bilancio obbligatorio.
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IL RENDICONTO FINANZIARIO
Per completezza, nel seguito, sono riportati gli schemi di
riferimento per la redazione del Rendiconto Finanziario
previsti dall’OIC 10, in cui è previsto che il flusso della
gestione reddituale possa essere determinato secondo il
metodo indiretto ovvero con il metodo diretto.
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IL RENDICONTO FINANZIARIO
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IL RENDICONTO FINANZIARIO
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IL RENDICONTO FINANZIARIO
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IL RENDICONTO FINANZIARIO
Rag. Fabrizio Bertozzi
Dott. Giulio Orazi
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Il “NUOVO” BILANCIO
D’ESERCIZIO D.Lgs. n. 139/2015
Le nuove regole di redazione del
bilancio
Modena lì 25 novembre 2015
Dipartimento di Economia Marco Biagi – Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
Prof. Zavani Mauro
Dott. Paolo Caselli
Agenda
• Premessa
(Direttiva n. 2013/34/EU)
• Modifiche ai criteri di redazione e valutazione del
bilancio
(rilevazione in base alla sostanza dell’operazione o del contratto)
• Novità degli schemi di bilancio ordinario
(az. proprie, costi di sviluppo, partecipazioni, conti d’ordine, oneri e proventi
straordinari)
• Novità degli schemi di bilancio abbreviato
(esonero rendiconto finanziario, valutazione crediti e debiti, relazione sulla
gestione)
• Bilancio semplificato per le micro-imprese
Dipartimento di Economia Marco Biagi – Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
Premessa
In attuazione alla Direttiva n. 2013/34/EU per le società con esercizio sociale
coincidente con l’anno solare le nuove disposizioni entrano in vigore dal 1
gennaio 2016. Il quadro designato prevede 3 tipologie di bilancio calibrato in
base alle dimensioni:
Drivers
Ordinario
Abbreviato
Micro
totale attivo
> 4.400.000
non > 4.400.000
non > 175.000
totale ricavi netti
> 8.800.000
non > 8.800.000
non > 350.000
n. medio dipend.
> 50 unità
non > 50 unità
non > 5 unità
stato patrimoniale
SI
SI
SI
Conto economico
SI
SI
SI
nota integrativa
SI
SI
NO
rendiconto finanziario
SI
NO
NO
Relazione sulla gestione
SI
NO
NO
Dipartimento di Economia Marco Biagi – Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
Modifiche ai criteri di redazione del bilancio
la rilevazione contabile delle poste deve avvenire dando risalto ed
importanza alla sostanza delle operazioni e non alla forma
prevalenza della sostanza sulla forma
Il legislatore stabilisce che la rilevazione e la presentazione delle
voci è effettuata tenendo conto della sostanza dell’operazione
o del contratto art.2423-bis c.1-bis).
Dipartimento di Economia Marco Biagi – Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
Modifiche ai criteri di redazione del bilancio
L’art. 2423-bis, comma 1, Cod. Civ. attualmente prevede che la
valutazione delle poste debba essere fatta tenendo conto la “funzione
economica” dell’elemento attivo o passivo considerato.
In base a quanto previsto dal D.Lgs. 6/2003 tale funzione economica è
esplicitata dal “principio della prevalenza della sostanza sulla
forma”(IAS 17 Leasing).
L’OIC n. 1 si sofferma sul concetto di “funzionalità economica” quale
postulato della stessa rilevanza della prudenza e della continuità
economica (going concern) altresì richiamato dallo IAS 1 (Presentazione
del bilancio). [Fondazione nazionale dei Commercialisti, ottobre 2015]
Il D.lgs. 139/2015 elimina il riferimento alla funzione economica
stabilendo il principio della sostanza dell’operazione o del
contratto.
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Modifiche ai criteri di valutazione del bilancio
Modifiche ai criteri di valutazione delle seguenti poste di bilancio:
COSTO AMMORTIZZATO
«il costo ammortizzato di
un’attività/passività finanziaria è il valore a cui è stata misurata al
momento della rilevazione iniziale l’attività/passività al netto dei
rimborsi di capitale, aumentato/diminuito dell’ammortamento
complessivo utilizzando il criterio dell’interesse effettivo su
qualsiasi differenza tra il valore iniziale e quello a scadenza e
dedotta qualsiasi riduzione a seguito di una riduzione di valore o
di irrecuperabilità (IAS 39 par.9).
In formula:
• VALORE INIZIALE• RIMBORSI DI CAPITALE +/• AMM.TO COMPLESSIVO DELLA DIFFERENZA TRA VALORE
INIZIALE E A TERMINE• PERDITA DI VALORE
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Modifiche ai criteri di valutazione del bilancio (segue)
L’amortised cost è calcolato attraverso la determinazione del tasso effettivo
IRR (Internal Rate of Return), che sconta esattamente, all’origine, i futuri
flussi di cassa contrattuali del finanziamento al netto di tutti i costi di
transazione direttamente attribuibili.
L’obiettivo è giungere alla determinazione di un interesse che rappresenti il
rendimento economico effettivo dell’investimento.
Seguendo la ratio dello IAS 39, il costo ammortizzato non differisce dal costo
storico quando il valore di iscrizione iniziale e il valore di rimborso coincidono
e gli interessi sono costanti lungo tutto il periodo; in questo caso il tasso di
interesse incassato/pagato e quello nominale coincidono.
Quando invece, valore iniziale e valore di rimborso sono diversi e/o gli
interessi non sono costanti lungo tutto il periodo (2% primo anno, 3%
secondo anno, ecc.) l’interesse nominale e interesse effettivo divergono,
l’applicazione del costo ammortizzato porta a determinare un valore di
iscrizione in bilancio diverso da quello del costo storico (per i titoli) o del
valore nominale (per i crediti/debiti).
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Modifiche ai criteri di valutazione del bilancio (segue)
Le differenze di valutazione sono chiaramente evidenziabili nei finanziamenti.
L’OIC n. 19, par. 30 prevede che gli oneri accessori sostenuti per ottenere un
finanziamento (spese istruttoria, imposta sostitutiva sui finanziamenti, ecc.) sono
capitalizzati nella voce B.I. 7 (altre immobilizzazioni immateriali). Il debito
contabilizzato al valore nominale al lordo dei costi iniziali, che verranno
sottoposti ad ammortamento (OIC 24, par. 94).
Il D.lgs. 139/2015 applicando il criterio del costo ammortizzato prevede che il
valore iniziale del finanziamento sia rilevato al netto dei costi iniziali. La
valutazione successiva prevede che il Debito sia rettificato in aumento
dall’ammortamento della differenza iniziale (differenza tra interessi pagati al
nominale e quelli imputati a conto economico calcolati al tasso effettivo) e ridotto
delle quote di capitale rimborsate.
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Modifiche ai criteri di valutazione del bilancio (segue)
TITOLI: sono rilevati in bilancio con il criterio del «costo ammortizzato», se
applicabile.
CREDITI/DEBITI: i debiti devono essere rilevati in bilancio secondo il criterio del
costo ammortizzato, tenendo conto del fattore tempo, mentre per quanto riguarda
i crediti, al loro valore di presumibile realizzo.
Il nuovo criterio riguarda tutti i debiti finanziari, tipicamente gravati da costi
iniziali (ad es. spese di istruttoria) sui quali maturano interessi passivi.
La presenza di questi costi ed interessi fa si che il tasso effettivo sia maggiore
quello nominale. In generale, seguendo il nuovo criterio del costo
ammortizzato:
• il valore iniziale del debito è il valore nominale al netto dei costi iniziali;
• in ogni esercizio il debito va rideterminato per tenere conto della differenza
tra valore effettivo e nominale, che deve essere ripartito in ogni anno del
finanziamento. Il valore iscritto sarà pari al valore iniziale aumentato, anno
dopo anno, della differenza iniziale e ridotto dalle quote di capitale rimborsate.
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Modifiche ai criteri di valutazione del bilancio (segue)
VALUTAZIONE DEBITI AL «COSTO AMMORTIZZATO» (esempio)
Si consideri la società Alfa, con le seguenti ipotesi di lavoro:
- Finanziamento decennale € 1.000.000
Spese istruttoria € 10.000 (la presenza di tali costi determina un tasso di
interessi superiore al 4%)
- Interessi annuali 4%
- Flussi di cassa attesi € 40.000 (€1.000.000* 4%)
Il costo ammortizzato prevede che:
• il debito da iscrivere inizialmente in bilancio sia pari a 990.000€ (€
1.000.000-€ 10.000).
• successivamente si dovrà determinare il tasso d’interesse effettivo (IRR),
che rende uguale il valore dei futuri flussi di cassa attesi e il valore iscritto
in bilancio. Tale tasso, determinabile con fogli di calcolo, nella fattispecie è
pari a 4,122%.
• Al termine del primo anno si dovranno rilevare gli interessi passivi in C.E.
(4,122%* € 990.000) pari ad € 40.807. Gli interessi effettivamente pagati
però sono solo 40.000€ e la differenza, € 807 dovrà essere imputata a C.E.,
mentre il debito esposto in S.P. sarà pari € 990.807.
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Modifiche ai criteri di valutazione del bilancio (segue)
VALUTAZIONE DEBITI AL «COSTO AMMORTIZZATO» (esempio)
Il procedimento effettuato per la rilevazione degli interessi e il calcolo del debito
va ripetuto per ciascun anno fino alla scadenza. L’applicazione del costo
ammortizzato ha determinato l’eliminazione dagli schemi di bilancio della voce
aggi/disaggi di emissione, dal momento che il valore del debito presente in
S.P. tiene conto di questi ultimi.
Di seguito si evidenzia uno schema riassuntivo di un piano di finanziamento
decennale:
Fonte: Eutekne, 2015
.
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Modifiche ai criteri di valutazione del bilancio (segue)
Modifiche ai criteri di valutazione delle seguenti poste di bilancio:
COSTI IMPIANTO, AMPLIAMENTO E SVILUPPO: possono essere iscritti con il
consenso del collegio sindacale. I costi di impianto/ampliamento devono essere
ammortizzati in 5 anni, mentre i costi di sviluppo secondo la loro vita utile (se
non stimabile entro un periodo di 5 anni).
I costi di impianto e ampliamento (OIC 24) sono inerenti l'atto costitutivo, le
relative tasse, le eventuali consulenze dirette alla sua formulazione, l'ottenimento
delle licenze, permessi ed autorizzazioni richieste, costi di “start up” e di
ampliamento dell’attività.
I costi per la ricerca applicata e i costi di sviluppo (OIC 24), riferiti allo specifico
prodotto o processo chiaramente definito devono soddisfare le seguenti
condizioni:
- essere relativi ad un prodotto o processo chiaramente definito, nonché identificabili e
misurabili.
- essere riferiti ad un progetto realizzabile, cioè tecnicamente fattibile, per il quale la società
possieda o possa disporre delle necessarie risorse.
- essere recuperabili, cioè la società deve avere prospettive di reddito.
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Modifiche ai criteri di valutazione del bilancio (segue)
•
AVVIAMENTO: l’ammortamento va effettuato secondo la sua vita utile; se la
durata non può essere determinata, l’ammortamento si deve concludere in 10
anni. In nota deve essere data spiegazione sul processo di ammortamento.
N.B. gli eventuali piani di ammortamento in essere pre-2016 possono essere
mantenuti.
•
SPESE DI RICERCA (APPLICATA) E PUBBLICITA’: non potranno più
essere capitalizzate, ma dovranno essere considerate costi d’esercizio e gli
eventuali residui da ammortizzare dovranno essere girati a costo in
conto economico (permutazione da valore netto contabile a costo di
esercizio).
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Modifiche ai criteri di valutazione del bilancio (segue)
•
VALUTA: le attività e passività monetarie in valuta sono iscritte al cambio a
pronti alla data di chiusura dell’esercizio; gli utili/perdite su cambi devono
essere imputati al CE e l’eventuale utile netto va accantonato in un’apposita
riserva non distribuirle fino al realizzo.
•
DERIVATI: gli strumenti finanziari derivati, anche se incorporati in altri
strumenti finanziari, vanno iscritti al fair value. Le variazioni del fair value
sono imputate a C.E. oppure nell’apposita riserva di patrimonio netto, se il
derivato copre il rischio di variazioni dei flussi finanziari attesi di un altro
strumento.
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Problematiche da valutare
•
PRINCIPIO DEL COSTO AMMORTIZZATO
(?) devono essere rimodulati tutti i contratti di finanziamento a medio e lungo termine in
modo da esprimere nella valutazione dei Debiti il tasso di interesse effettivo?
•
PIANI DI AMMORTAMENTO IN ESSERE
(?) l’art. 12, comma 2, D.Lgs. 139/2015 consente di non applicare le nuove disposizioni alle
operazioni che non hanno ancora esaurito i loro effetti in bilancio (art. 2426, comma 1,
numeri 1) “titoli” 6) “avviamento” e 8) “crediti e debiti”. Rimodulando i debiti al criterio
del costo ammortizzato è necessario modificare il piano di ammortamento in termini di
interessi passivi a C.E.?
•
RENDICONTO FINANZIARIO E ANALISI DI BILANCIO
(?) che relazione si viene a creare tra il criterio del costo ammortizzato e la variazione delle
poste di bilancio (anno x/x-1) in termini di rendiconto finanziario e nell’analisi per margini
o per indici?
•
COSTI CAPITALIZZATI DA GIROCONTARE A CONTO ECONOMICO
(?) come imputare i costi precedentemente capitalizzati (spese di ricerca applicata e costi di
pubblicità)? in un unico esercizio?
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Novità degli schemi di bilanci
Le principali novità introdotte dal nuovo decreto riguardano:
 STATO PATRIMONIALE
-AZIONI PROPRIE vanno riportate a diretta riduzione del patrimonio netto
mediante l’iscrizione della riserva «Riserva negativa per azioni proprie in
portafoglio» (art. 2357-ter c. 3 c.c.).
- COSTI DI SVILUPPO la voce di stato patrimoniale che accoglieva i costi di
ricerca sviluppo e pubblicità è stata rinominata «costi di sviluppo»;
potranno essere capitalizzati i soli costi di sviluppo e, a certe condizioni quelli
di ricerca avanzata.
-PARTECIPAZIONI dovranno essere contabilizzate in apposite voci tra le
immobilizzazioni finanziarie al fine di evidenziare le partecipazioni/nei
confronti delle partecipate. Tali voci sono state inserite tra il circolante ma
anche nel conto economico.
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Novità degli schemi di bilancio (segue)
Le principali novità introdotte dal nuovo decreto riguardano:
 STATO PATRIMONIALE
-PATRIMONIO NETTO oltre alla riserva negativa per azioni proprie è stata
inserita una specifica riserva per operazioni di copertura dei flussi
finanziari attesi
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Novità degli schemi di bilancio (segue)
Le principali novità introdotte dal nuovo decreto riguardano:
 CONTO ECONOMICO
-PROVENTI E ONERI FINANZIARI
la voce della macroclasse C) proventi e oneri finanziari sono state integrate
con l’indicazione dei proventi/oneri derivanti da imprese sottoposte al
controllo delle controllanti.
-RETTIFICA ATTIVITA’ FINANZIARIE
La macroclasse D) rettifiche di valore di attività finanziarie è stata rinominata
in D) rettifiche di valore di attività e passività finanziarie. Sono state inserite
specifiche voci riservate alle rivalutazioni/svalutazioni degli strumenti
finanziari.
-PROVENTI ED ONERI STRAORDINARI
è stata eliminata la macroclasse E)proventi ed oneri straordinari. Tali
proventi/oneri andranno indicati nella nota integrativa quando il loro
ammontare è apprezzabile e in conto economico devono essere riclassificati
tra nell’ambito degli altri elementi di costo/ricavo con tutto ciò che ne deriva.
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Novità degli schemi di bilancio (segue)
Le principali novità introdotte dal nuovo decreto riguardano:
 NOTA INTEGRATIVA
-COSTI DI RICERCA E PUBBLICITA’
Non sono più compresi tra gli elementi da indicare.
-RATEI E RISCONTI
Resta fermo l’obbligo di indicare la presenza di ratei e risconti a prescindere dal
loro ammontare.
-COSTI/RICAVI
La ripartizione dei costi ricavi va indicata anche se non significativa.
-AMMINISTRATORI/SINDACI
Devono essere indicati i crediti e le anticipazioni concesse ad amministratori e
sindaci, con l’indicazione del tasso d’interesse, ammontare dei rimborsi effettuati,
cancellati oppure oggetto di rinuncia.
-OPZIONI
Oltre alle obbligazione occorre indicare i warrants ed opzioni.
-CONTI D’ORDINE
Scompaiono i conti d’ordine ma la relativa informativa, deve essere indicata in nota
integrativa.
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Novità degli schemi di bilancio (segue)
Rendiconto Finanziario
• Il nuovo articolo 2423 c.c. prevede che il bilancio d’esercizio sia
composto da stato patrimoniale, conto economico, nota integrativa e
rendiconto finanziario.
•
2425-ter c.c. detta invece la disciplina del rendiconto finanziario.
«Dal
rendiconto finanziario risultano, per l’esercizio a cui è riferito il bilancio e per quello precedente,
l’ammontare e la composizione delle disponibilità liquide, all’inizio e alla fine dell’esercizio, ed i
flussi finanziari dell’esercizio derivanti dall’attività operativa, da quella di investimento, da quella di
finanziamento, ivi comprese, con autonoma indicazione, le operazioni con i soci.»
• OIC10 detta le regole per quanto riguarda il contenuto e le modalità
di redazione del rendiconto finanziario.
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Novità degli schemi di bilancio (segue)
Rendiconto Finanziario
OIC10 L’OIC 10 propone due metodi per la redazione del documento:
- Metodo Diretto:
i flussi di entrata/uscita vengono direttamente correlati con gli incassi
dei crediti ed i pagamenti dei debiti originati dall’attività caratteristica.
- Metodo indiretto (consigliato):
i flussi vengono determinati partendo a partire dal risultato
di esercizio, a cui vengono apportate le modifiche.
Oggetto di analisi del principio, sono le disponibilità liquide.
«il rendiconto finanziario è un prospetto contabile che presenta le cause di variazione positive o negative,
delle disponibilità liquide .avvenute in determinato esercizio».
Le disponibilità liquide sono rappresentate dai depositi bancari/postali,
dagli assegni e dal denaro/valori in cassa eventualmente espressi in
valuta estera.
N.B. non sono inclusi gli scoperti di C/C ne titoli equivalenti alla cassa.
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Novità degli schemi di bilancio (segue)
Rendiconto Finanziario
Il rendiconto esamina le variazioni di liquidità intervenute nelle seguenti
aree:
•
Gestione
reddituale
•
Attività
•
Attività di finanziamento si tratta di attività di ottenimento e di restituzione delle
comprende le operazioni connesse all’acquisizione,
produzione e distribuzione di beni e servizi. Seguendo il metodo indiretto, si devono
apportare delle rettifiche per la corretta determinazione dei flussi; esempi di voci da
rettificare sono gli elementi di natura non monetaria come gli ammortamenti,
accantonamenti, svalutazioni oppure le variazioni di CCN, si pensi alle variazioni di
magazzino o le variazioni dei ratei e risconti.
di
investimento
si tratta delle operazioni di acquisto/vendita
dell’immobilizzazioni materiali, immateriali e finanziarie e delle attività finanziarie non
immobilizzate. Andranno indicati separatamente i flussi in uscita per l’acquisto delle
immobilizzazioni al netto del debito vs fornitori di imm.ni ed i flussi in entrata
mettendo in evidenza il prezzo di realizzo.
disponibilità liquide sotto forma di capitale di rischio o di debito; tipici esempi sono i
pagamenti dei dividendi o gli incassi derivanti dall’emissione di azioni.
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La sostanza dell’operazione:
finanziario (IAS 17)
il
leasing
Il leasing Finanziario è un contratto per mezzo del quale il locatore
trasferisce al locatario, in cambio di uno o più pagamenti, il diritto di
all’utilizzo di un bene per un periodo di tempo stabilito.
Il leasing finanziario trasferisce sostanzialmente tutti i rischi e i benefici
derivanti dalla proprietà del bene. Il diritto di proprietà può essere
trasferito o meno al termine del contratto.
N.B. Il leasing operativo è contabilizzato alla stregua di un contratto di
locazione, per cui vengono solo rilevati i canoni di locazione in conto economico.
PREVALENZA DELLA SOSTANZA SULLA FORMA
è contabilizzato in base alla sostanza del contratto piuttosto che alla forma dello
stesso. L’operazione è rilevata come l’acquisto di un bene, con contropartita il
debito verso il concedente. Il bene è soggetto ad ammortamento; nel conto
economico vengono iscritti gli oneri finanziari, rilevati per competenza.
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Novità degli schemi di bilancio (segue)
Leasing finanziario IAS 17
La classificazione di un leasing come finanziario o come operativo dipende
dalla sostanza dell’operazione, piuttosto che dalla forma del contratto.
Leasing finanziario o leasing operativo?
esempi di situazioni che potrebbero classificare un leasing come finanziario sono le
seguenti:
- il leasing trasferisce la proprietà del bene al locatario al termine del contratto di
leasing;
il locatario ha l’opzione di acquisto del bene a un prezzo che ci si attende sia
sufficientemente inferiore al fair value (valore equo) alla data alla quale si può
esercitare l’opzione cosi che, all’inizio del leasing, è ragionevolmente certo che
essa sarà esercitata;
- la durata del leasing copre la maggior parte della vita economica del bene, anche
se la proprietà non è trasferita;
- all’inizio del leasing il valore attuale dei pagamenti minimi dovuti per il leasing
equivale almeno al fair value (equo) del bene locato
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La sostanza
finanziario
dell’operazione:
il
leasing
Contabilizzazione del Leasing finanziario
•
Ricevimento del bene:
_________________________ 01/03/201x ______________________________
DARE
a
AVERE
Imm.ni
Debiti vs fornitori
___________________________________________________________________
•
Pagamento dei canoni periodici (riduzione progress. del debito):
_________________________31/03/201x________________________________
DARE
a
AVERE
Diversi
Banche
Debiti vs fornitori
Oneri finanziari
__________________________________________________________________
•
Ammortamento del bene:
_________________________ 31/12/201x _______________________________
DARE
a
AVERE
Amm.to immobilizzazioni
Fondo amm.to imm.ni
___________________________________________________________________
L’impatto a CE del canone di leasing (ITA) viene scomposto in ammortamento + oneri finanziari (IAS/IFRS).
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Novità degli schemi di bilancio abbreviato
Novità apportate agli schemi di bilancio:
STATO PATRIMONIALE
•
•
•
•
•
Sono riportate solo le voci contrassegnate con lettera maiuscola ed i numeri
romani
Nelle voci C.II dell’attivo e D del passivo sono indicati separatamente i crediti
e i debiti esigibili oltre ‘esercizio
Le voci A e D dell’attivo possono essere ricomprese nella voce C.II
La voce E del passivo può essere ricompresa nella voce D
È prevista la possibilità di iscrivere i titoli al costo di acquisto, i crediti al
valore presumibile di realizzo (deroga al criterio del costo ammortizzato)
N.B. per ciò che riguarda le immobilizzazioni, va evidenziato che non vi è più
l’obbligo di indicare ammortamenti e svalutazioni. Nella nota integrativa vanno
indicati solamente i movimenti intervenuti nell’anno.
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Novità degli schemi di bilancio abbreviato
Novità apportate agli schemi di bilancio:
CONTO ECONOMICO
Al conto economico «abbreviato» si apportano le modifiche del bilancio
ordinario:
•
•
•


Eliminazione dell’area straordinaria
Indicazione dei proventi/oneri derivanti da imprese sottoposte al controllo
Aggiunta di voci riservate alle rivalutazioni/svalutazioni degli strumenti
finanziari derivati
SEMPLIFICAZIONI
Esonero della redazione del Rendiconto finanziario
Esonero della relazione sulla gestione a condizione che nella Nota Integrativa
siano riportate le informazioni previste dall’art. 2428 nn. 3) e 4) c.c (azioni
proprie possedute, acquisiste alienate nell’anno).
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Bilancio semplificato per le micro-imprese
Il nuovo art. 2435-ter c.c. stabilisce che:
le micro-imprese possono redigere il bilancio in forma abbreviata. La
principali novità sono rappresentate da:
• possibilità di non redigere la nota integrativa a condizione che le
informazioni richieste dai commi 9) e 16) dell’art.2427 siano riportate in
calce nello Stato Patrimoniale.
• esonero dalla redazione del rendiconto finanziario.
• Esonero dalla redazione della relazione sulla gestione se in calce allo
stato patrimoniale sono riportate le informazioni richieste dai numeri 3) e
4) dell’art. 2428 c.c.
Lo stesso articolo prevede la non applicabilità del principio del «Fair Value»
per la valutazione degli strumenti finanziari derivati, anche se incorporati in
altri strumenti e la possibilità di derogare alla disposizione sul bilancio se
l’applicazione delle stesse risulta in contrasto con la rappresentazione
veritiera e corretta.
Dipartimento di Economia Marco Biagi – Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
Quesiti e chiarimenti
Facoltà di Economia Marco Biagi
Dipartimento di Economia
Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
Prof. Mauro Zavani – [email protected]
Dott. Caselli Paolo – [email protected]
Dipartimento di Economia Marco Biagi – Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
IL NUOVO BILANCIO D’ESERCIZIO
D.LGS. 139/2015
Indici di liquidità e flussi finanziari, analisi degli effetti della
novella nonché breve disamina sulle variazioni da apportare
in nota integrativa
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Modena
25 novembre 2015
Modena, 25 novembre 2015
Commissione di Studio "Revisione e Bilancio"
1
Indici di liquidità e flussi finanziari
1.
Analisi delle dinamiche finanziarie
Essa è strettamente collegata con l’analisi sulla solvibilità da parte dell’azienda, ovvero, la capacità
dell’impresa medesima a fare fronte agli impegni di breve periodo , attraverso l’utilizzo di capitale
circolante.
Si tratta quindi di valutare la relazione che intercorre tra le disponibilità monetarie e finanziarie su
cui l’impresa può fare affidamento e quelle richieste dallo svolgimento della gestione, a seconda
dell’area di intervento
Concetto di Equilibrio finanziario.
Modena, 25 novembre 2015
Commissione di Studio "Revisione e Bilancio"
2
Indici di liquidità e flussi finanziari
Indici e margini di liquidità:
Margine di tesoreria = Attività correnti –
Rimanenze – Passività correnti
Soluzione positiva quando > 0
Modena, 25 novembre 2015
Commissione di Studio "Revisione e Bilancio"
3
Indici di liquidità e flussi finanziari
L’indice di liquidità è il rapporto fra attività correnti al
netto delle rimanenze, e le passività correnti. Esso
evidenzia, quante volte le attività correnti liquidabili
sono superiori o inferiori alle corrispondenti passività
correnti.
Il rapporto è da considerarsi positivo se maggiore di uno,
mentre, se minore, significa che l’impresa non è in
grado di fare fronte agli impegni di breve periodo
Modena, 25 novembre 2015
Commissione di Studio "Revisione e Bilancio"
4
Indici di liquidità e flussi finanziari
Capitale circolante netto
Attività correnti – Passività correnti
Valori maggiori allo zero, indicano capacità di creare liquidità mentre valori inferiori
attestano una situazione di disequilibrio finanziario (
Ciclo finanziario
(flussi di cassa)
Ciclo commerciale (dilazione clienti ,fornitori + mag)
Interessante valutare il cd. Rischio di overtrading
Modena, 25 novembre 2015
Commissione di Studio "Revisione e Bilancio"
5
Solidità patrimoniale
La solidità patrimoniale esprime da un lato l’equilibrio della struttura finanziaria
dell’impresa in termini di scadenze degli impieghi e adeguatezza delle fonti di
finanziamento presenti, per farvi fronte. Dall’altra la composizione dei mezzi, la cui
fisiologia è la proporzione tra mezzi di terzi e mezzi propri.
Indicatori di composizione di impieghi e fonti
quanto patrimonio è destinato a attività durature
l’equilibrio fra
mezzi interni e esterni
e quanto è destinato alla gestione di breve termine
In questo ambito, al fine di una migliore valutazione nel sistema del rating bancario, è
opportuno definire la leva finanziaria, nonché il rapporto fra impieghi e fonti e le sue
stratificazioni (Posizione finanziaria netta)
Modena, 25 novembre 2015
Commissione di Studio "Revisione e Bilancio"
6
3.
L’importanza dell’EBITDA da un punto di vista reddituale e
finanziario
Può essere determinato , grazie a un’opera di riclassificazione del conto economico con il metodo del
“valore aggiunto”. Il Valore aggiunto esprime la capacità dell’azienda di “creare ricchezza” ed è pari alla
differenza fra i ricavi operativi e i costi sostenuti per l’acquisizione di risorse esterne.
si ottiene…
Dalla sommatoria algebrica fra valore produzione e i costi operativi
Costo del Lavoro
EBITDA
Grazie a questo margine, possiamo definire il capitale “consumato” dalla produzione , per la remunerazione
dell’area finanziaria e per il pagamento delle imposte.
E a livello finanziario?
Esprime una prima valutazione circa la capacità di autofinanziamento generato dalla gestione operativa
caratteristica.
Modena, 25 novembre 2015
Commissione di Studio "Revisione e Bilancio"
7
Breve enucleazione delle modifiche alla nota integrativa
Le principali modifiche e integrazioni apportate all’art. 2427 c.c., sono le seguenti:
n.3 - non è più richiesta la composizione della voce "costi di ricerca, di sviluppo e di pubblicità”, ma
solo dei “costi di sviluppo”, in quando non è più ammessa la capitalizzazione dei costi di ricerca e
pubblicità;
n.7 - la composizione delle voci "ratei e risconti attivi”, "ratei e risconti passivi” e "altri fondi” va
indicata indipendentemente dal loro ammontare, nonché la composizione dei ricavi delle
vendite e delle prestazioni per area geografica.;
n.13 – contestualmente alla eliminazione della sezione dei componenti straordinari nello schema di
Conto economico, è previsto l’obbligo di illustrare l’importo e la natura dei singoli elementi di
ricavo o di costo di entità o incidenza eccezionali, sul risultato dell’esercizio;
n.18 – si estende l’informativa da riportare in Nota integrativa in relazione agli strumenti finanziari
derivati, dei quali occorre illustrare i termini e le condizioni che possono influenzarne l’importo,
le scadenze, e la certezza dei flussi finanziari futuri;
n.22quater – si elimina dalla Relazione sulla gestione l’indicazione di fatti di rilievo avvenuti dopo la
chiusura dell’esercizio, da riportare obbligatoriamente nella Nota integrativa , con esplicitazione
del loro effetto patrimoniale, finanziario e economico;
n.22septies – entra nella nota integrativa la proposta di destinazione degli utili o di copertura delle
perdite, formulata dall’organo amministrativo.
Modena, 25 novembre 2015
Commissione di Studio "Revisione e Bilancio"
8
Il nuovo Bilancio d’esercizio alla luce del D.Lgs. 139/2015
Intervento su Indici di liquidità e flussi finanziari, analisi degli effetti della novella nonché breve disamina
sulle variazioni da apportare in nota integrativa.
A cura del Dott. Michele Rosati, componente Commissione di Studio “Revisione e Bilancio” presso l’ODCEC di Modena
1. Analisi delle dinamiche finanziarie
La tematica dell’analisi delle dinamiche finanziarie, definito come il saldo fra le entrate e le uscite della
gestione riferite a un certo arco temporale, è strettamente collegata con l’analisi sulla solvibilità da parte
dell’azienda, ovvero, la capacità dell’impresa medesima a fare fronte agli impegni di breve periodo1,
attraverso l’utilizzo di capitale circolante2. Si tratta quindi di valutare la relazione che intercorre tra le
disponibilità monetarie e finanziarie su cui l’impresa può fare affidamento e quelle richieste dallo
svolgimento della gestione, a seconda dell’area di intervento. Da, qui, ne discende la definizione di
equilibrio finanziario. Esso, quindi, attiene alla capacità dell’impresa di garantire, in ogni istante,
un’adeguata copertura dei fabbisogni finanziari che si manifestano ovvero l’esistenza di masse monetarie
per far fronte agli impegni assunti.
Onde poter valutare la situazione finanziaria dell’impresa, occorre fare riferimento a uno stato patrimoniale
riclassificato secondo il criterio di esigibilità3. Successivamente ciò che è da ricercare è la coerenza tra le
scadenze, ossia dove le attività a breve sono finanziate dalle relative passività a breve, mentre gli
investimenti a medio-lungo termine sono supportate da finanziamenti di parimenti scadenza.
Successivamente la dottrina economica-aziendalistica consolidata4, il percorso da seguirsi per approfondire
l’analisi della liquidità si estrinseca nella formulazione di margini di liquidità e loro indici nonché il capitale
circolante netto e i relativi indici di disponibilità.
Il margine di tesoreria rappresenta una grandezza finalizzata a evidenziare la capacità dell’azienda di far
fronte agli impegni di breve periodo con le risorse disponibili, senza compromettere la gestione aziendale.
Questo margine si lega al concetto di liquidabilità delle attività, in quanto, comprende anche, risorse non
monetarie. Esse perché diventino denaro contante, devono essere negoziabili. Questo particolare, è di
rilevanza nella analisi del margine. Infatti, dottrina, è solita distinguere fra liquidità immediate con quelle
differite5. Sono queste che, come detto, debbono essere attenzionate da parte di chi analizza i dati di
bilancio, valutando la capacità di dismissione e gli impatti, che tale evento, possa generare sullo
svolgimento del business aziendale.
La relazione è la seguente:
Margine di tesoreria = Attività correnti – Rimanenze – Passività correnti
1
Principalmente debiti di funzionamento e finanziamento;
quindi, disponibilità liquide, crediti e rimanenze;
3
cd. Finanziario. Ivi è utile rammentare l’importanza della correlazione fra impieghi e fonti, ovvero la posizione
finanziaria netta, che rappresenta la differenza fra attività e passività finanziarie. Essa può comprendere grandezze di
natura corrente o meno e le risultanze sono legate alla sommatoria, positiva o non, fra impieghi e fonti. Esso è
particolarmente utilizzato da finanziatori esterni, per comprendere la composizione delle font di finanziamento;
4
Fra tutti, Giunta F., Economia aziendale, Cedam, Padova, 2008 e Poddighe F. (a cura di), Analisi di bilancio per indici:
aspetti operativi, Cedam, Padova, 2004;
5
rimanenze, crediti, investimenti finanziari a breve;
2
1
Questa formulazione deve essere giudicato positivamente quando esso è maggiore di zero, quando cioè
esistono sufficienti disponibilità che possono essere utilizzate per soddisfare i debiti a breve scadenza,
senza intaccare il processo produttivo. Quando, invece, il risultato, è negativo, significa che in caso di
rimborso delle somme dovute ai fornitori e finanziatori, l’impresa non è in grado di assolvere il proprio
impegno. Tale margine, deve essere valutato considerando le caratteristiche del business. L’esame di
questa grandezza non può prescindere, quindi, dalla trasformazione in valore relativo, rappresentato
dall’indice di liquidità nonché dal confronto con realtà operative similari.
L’indice di liquidità è il rapporto fra attività correnti al netto delle rimanenze, e le passività correnti. Esso
evidenzia, quante volte le attività correnti liquidabili sono superiori o inferiori alle corrispondenti passività
correnti. Il rapporto è da considerarsi positivo se maggiore di uno, mentre, se minore, significa che
l’impresa non è in grado di fare fronte agli impegni di breve periodo.
Il capitale circolante netto è un margine che presenta caratteristiche similari a quello di tesoreria.
Anch’esso determina la solvibilità dell’impresa a fare fronte agli impegni aventi scadenza a breve con le
disponibilità correnti.
La formula è la seguente:
Capitale circolante netto = Attività correnti – Passività correnti
Valori maggiori allo zero, indicano capacità di creare liquidità mentre valori inferiori attestano una
situazione di disequilibrio finanziario6.
Anche per questa grandezza, risulta necessaria valutarla nelle peculiarità della attività economica svolta,
nonché rapportare le risultanze a quelle derivanti dall’indice di disponibilità, ovvero il rapporto fra attività e
passività correnti. Valori inferiori alla unità definiscono delle tensioni finanziarie.
Interessante segnalare un indicatore utile alla prevenzione del rischio di crisi di impresa. Esso è
configurabile nel confronto fra Capitale circolante netto e variazione di ricavi operativi. Da questo
approfondimento, si può evincere il c.d. “rischio di overtrading”, ovvero il rischio di una crescita troppo
rapida dei fabbisogni di fondi rispetto alle risorse interne esistenti, legato a valori troppo elevati delle
vendite rispetto al capitale finanziario.
Il capitale circolante netto rappresenta il riassunto degli impieghi di capitale e delle fonti di finanziamento,
a breve termine. Una attenta verifica della sua composizione rappresenta un passaggio fondamentale per
comprenderne la sua genesi. Ciò si traduce nell’indagare gli effetti delle principali decisioni attinenti la
sfera operativa e quella finanziaria. La prima riguarda il ciclo commerciale a breve, mentre la seconda
quello finanziario.
Il ciclo commerciale è attinente le dinamiche riguardanti l’incasso dei crediti, pagamento dei debiti e
rotazione delle rimanenze7. Tale ciclo può essere scomposto in tre componenti:
6
secondo Teodori C., L’analisi di bilancio, Giappichelli, 2008, p.154 <<Un capitale circolante negativo, assume una
valenza ben peggiore rispetto ad un margine di tesoreria negativo, per due ragioni. Prima di tutto, dimostra che
nemmeno attraverso la potenziale cessione delle rimanenze i creditori sociali possono essere soddisfatti nel breve
periodo. Inoltre, l’ipotesi di dismissione delle scorte può avere un impatto negativo sulla operatività aziendale e se
non fossero sufficienti, rilevare una problematica di rischio nell’investimento nel business.>>;
7
sono variabili strettamente correlate all’attività svolta dall’impresa e sono legati alla forza contrattuale e agli accordi
negoziali. Così in Di Lazzaro F., La performance del valore per l’analisi aziendale, Giappichelli, 2003, p. 81;
2



I giorni di dilazione media concessa ai clienti, definibile dal rapporto fra i ricavi e i crediti v/clienti,
diviso per 360. Esso rileva la durata media concessa alla clientela;
I giorni di dilazione media ottenuta dai fornitori, misurato dal rapporto fra costi di acquisto di
materie prime, servizi e i debiti v/fornitori, diviso per 360. In esso si delineano i giorni concessi dai
fornitori in termini di dilazione dei pagamenti;
La giacenza media delle rimanenze, formulato come rapporto fra la sommatoria algebrica
rimanenze iniziali di materie + acquisti di materie – rimanenze finali materie prime, e le rimanenze
di materie, diviso per 360. Segnala quanti giorni le merci permangono nel magazzino, prima di
essere utilizzate nel ciclo produttivo o di vendita.
Interessante, ai fini valutativi, è la considerazione congiunta delle componenti suindicate, onde
comprendere la durata del ciclo commerciale.
Schematicamente:
Giorni dilazione crediti v/clienti
+Giorni giacenza rimanenze
-Giorni dilazione fornitori
Durata del ciclo commerciale
Maggiore è la durata di tale ciclo, più elevata è la necessità di ricorrere all’indebitamento per fare fronte
alla mancanza temporanea di liquidità, quindi affrontando sì benefici, ma con costi in termini di
commissioni bancarie e oneri finanziari.
Come anzidetto, il capitale circolante netto comprende anche il ciclo finanziario. Esse possono essere
approfondite affrontando il tema dei flussi di cassa. Essi misurano la liquidità creata o assorbita dalla
gestione, attraverso la dinamica delle entrate e delle uscite, generate dalle attività aziendali.
Le novità introdotte con il decreto legislativo, cui stiamo effettuando trattazione, per le imprese che
adottano i principi contabili nazionali redigenti bilancio ordinario, saranno obbligati alla presentazione del
rendiconto finanziario. L’ambito di previsione delle grandezze finanziarie viene previsto, dal nostro
ordinamento contabile, all’OIC n.10, il quale, come già ampiamente e esaustivamente trattato nel
precedente modulo, prende come riferimento per la costruzione del rendiconto le disponibilità liquide. Tre
aree, riscontrabili dalle attività generatrici dei flussi, impattano sulla liquidità: la gestione reddituale, la
gestione degli investimenti e le attività di finanziamento. Tale documento, viene composto dai vari flussi di
cassa, che esprimono un valore dinamico che si origina dalla variazione delle masse monetarie nel corso dl
tempo, neutralizzando le componenti non monetari, nel caso di formazione del rendiconto con il metodo
diretto, o per incisione della liquidità sulle diverse aree8. Ne deriva, da questo assunto, l’importanza che il
legislatore, nel recepimento della direttiva europea per l’armonizzazione dei bilanci, concede alla veridicità
e maggiore trasparenza dei dati contabili, per i fruitori di tali documenti.
8
area operativa, investimento e del debito;
3
In questa sede, possiamo enunciare che per letteratura, il flusso di cassa9 è una grandezza neutra, in quanto
misura la liquidità creata o assorbita dalla gestione attraverso la dinamica delle entrate e delle uscite
generate dalle attività aziendali10. Attraverso la costruzione di variabili, quali l’autofinanziamento operativo
netto11, e in una visione più ampia al flusso di cassa operativo corrente12. Utile è la contrapposizione di
queste due entità, separatamente, con i ricavi, onde poter comprendere lo sfasamento fra costo e uscita da
un lato, e ricavi e entrate dall’altro quindi dei crediti sui ricavi e dei debiti sui costi. Di fondamentale
importanza, per poter leggere i valori della gestione operativa in chiave finanziaria.
2. Breve trattazione sulla analisi della solidità patrimoniale
La solidità patrimoniale esprime da un lato l’equilibrio della struttura finanziaria dell’impresa in termini di
scadenze degli impieghi e adeguatezza delle fonti di finanziamento presenti, per farvi fronte. Dall’altra la
composizione dei mezzi, la cui fisiologia è la proporzione tra mezzi di terzi e mezzi propri. Ne discende la
fondamentale analisi dell’equilibrio della struttura finanziaria dell’impresa, che a ben vedere si lega alle
scadenze degli impieghi e delle fonti di finanziamento cui, è opportuno coprire gli impieghi finanziari la cui
utilità si protrae a lungo termine con fonti di finanziamento durevolmente legate all’impresa, tra cui
principalmente, il patrimonio netto. L’equilibrio della struttura si lega indissolubilmente alla composizione
di impieghi e fonti nonché della loro correlazione oltre alle caratteristiche del settore in cui opera13 e alle
dimensioni.
Gli indici utili, allo studio di quanto detto in questo paragrafo, sono gli indicatori di composizione degli
impieghi e delle fonti. I primi esamina il peso percentuale delle attività (correnti e non) sulle attività nella
loro globalità. Ne risultano rapporti percentuali fra attività correnti e non correnti con il totale degli
impieghi , dando al valutatore la possibilità di avere contezza su quanto patrimonio è destinato a attività
durature e quanto è destinato alla gestione di breve termine. Per dottrina maggioritaria14, tali valori, in
termini assoluti, e presi a sé stante hanno uno scarso significato. È opportuno, quindi, elaborare ulteriori
indicatori che evidenzino il peso percentuale di singole grandezze come l’ammontare dei crediti
commerciali, disponibilità liquide rimanenze, intangibles o beni materiali.
La composizione delle fonti è finalizzata a approfondire l’ammontare del capitale proprio e di quello di terzi,
investigando sulla proporzione delle fonti, ovvero l’equilibrio fra mezzi interni e esterni. Fra questi, oltre al
rapporto percentuale fra passività correnti o meno con il totale delle fonti, troviamo l’indice di autonomia
finanziaria, caro agli intermediari finanziari in sede di lettura dei documenti aziendali, per richieste di
finanziamento, dato dal rapporto fra il patrimonio netto e il totale del passivo. A questi si possono
aggiungere, ulteriori coefficienti, quali il rapporto fra debiti finanziari o quelli commerciali con il totale delle
fonti, per comprenderne il peso, sempre in termini percentuali.
9
un indicatore che è determinato partendo dall’utile netto di esercizio ed aumentando quest’ ultimo degli acc.ti al
TFR, degli ammortamenti e viene ridotto di eventuali dividendi distribuiti. Maggiore è questo indicatore minore è
dipendenza finanziaria dell’impresa dai terzi. Variabile fondamentale, come parte integrativa della relazione sulla
gestione o di quella relativa alla, eventuale, revisione aziendale;
10
ciò perché le perfomance finanziarie, sono scevre da decisioni inerenti il trattamento contabile, misurando in modo
puntuale l’effettiva evoluzione delle dinamiche gestionali. Cfr. Russo P., Decisioni aziendali e valore dell’impresa, Egea,
2000, p. 191 e ss.;
11
che ha come base di partenza il MON, ovvero il risultato della gestione corrente al netto dei costi non monetari, con
aggiunta degli ammortamenti, somma algebrica fra proventi e oneri della gestione operativa e depurati dall’effetto
fiscale;
12
il quale tiene conto, anche, degli effetti di politiche commerciali e contabili;
13
tale analisi, ben differisce sulle risultanze fra, in ipotesi, una azienda manifatturiera e una di servizi;
14
Bandettini A., Il bilancio di esercizio, Cedam, 2004, p.324;
4
Ulteriori indicatori, fondamentali nella valutazione di un’impresa nel sistema del rating bancario è la leva
finanziaria, che rapporta i debiti con il patrimonio netto oltre all’incidenza dei debiti sul fatturato aziendale
oltre a indici legati al rapporto fra impieghi e fonti, per appurare l’effettiva esposizione debitoria di
un’azienda in un dato istante. Per effettuare correttamente la valutazione, bisogna partire dal concetto
temporale degli investimenti, segnatamente scindendo l’ambito corrente, di tipo caratteristico, con quello
di tipo strutturale operativo, ovvero l’acquisizione di beni strumentali15. Dall’altro lato, esaminando le fonti,
la distinzione non sarebbe legata al fattore tempo, bensì alla contrapposizione tra finanziamenti connessi
all’attività operativa, di tipo strutturale o corrente, e finanziamenti associati a quella non operativa.
Successivamente, però, nulla toglie che tali aggregati possano essere ulteriormente indagati in funzione
della scadenza. Tutto ciò, sarà utile, per ‘analista, per “stratificare” le voci finanziarie lungo l‘asse del
tempo, al fine di addivenire all’ottenimento della c.d. Posizione finanziaria netta complessiva, il cui
computo si giunge in via graduale mediante il confronto di grandezze omogenee. La stratificazione della
posizione finanziaria netta si può ricondurre a quella di breve periodo, cui troviamo quella di primo livello
(confronto attività liquide e passività finanziarie a breve) e quello di secondo livello (analisi tra attività
liquide e quelle liquidabili nel breve e passività finanziarie di breve durata); parallelamente per quella di
lungo periodo, troviamo quella di primo livello (rapporto fra attività liquidabili e tutte le passività
finanziarie) nonché quella complessiva (ottenuta dalla contrapposizione fra tutte le attività finanziarie e le
passività finanziarie). L’esposizione debitoria netta , viene appurata mediante la graduale contrapposizione
di categorie via via omogenee e reciprocamente funzionali16.
3. L’importanza dell’EBITDA da un punto di vista reddituale e finanziario
Per una corretta comprensione sulla rilevanza del Margine Operativo Lordo17, è indispensabile rammentare
che esso può essere letto, grazie a un’opera di riclassificazione del conto economico con il metodo del
“valore aggiunto”. Il Valore aggiunto esprime la capacità dell’azienda di “creare ricchezza” ed è pari alla
differenza fra i ricavi operativi e i costi sostenuti per l’acquisizione di risorse esterne. L’impresa, attraverso
un equilibrato ciclo produttivo dovrebbe remunerare i fattori produttivi e i diversi stakeholders:
•
Retribuire coloro che prestano lavoro;
•
Recuperare gli investimenti effettuati;
•
Remunerare eventuale capitali di terzi;
•
Far fronte a eventi straordinari;
•
Adempiere agli obblighi con l’amministrazione finanziaria;
•
Remunerare il capitale proprio attraverso la distribuzione di dividendi;
•
Garantire l’autofinanziamento.
15
tali aggregati, a loro volta, si affiancano a quello di tipo extra-operativo;
In particolare, la valutazione dell’indebitamento netto complessivo, coperto dalla dinamica della gestione operativa,
no può trascurare anche quelle voci con un realizzo temporalmente successivo all’esercizio. Del che per l’estinzione
delle passività finanziarie complessive dovranno partecipare, oltre ai cash flow operativi, anche i flussi monetari
ritraibili nel medesimo orizzonte temporale. Così in M.Fazzini, Analisi di bilancio, Ipsoa, 2011, cap.3;
17
noto anche come “EBITDA”;
16
5
Attraverso la sommatoria algebrica fra il valore della produzione realizzata con i costi inerenti la
produzione, si ottiene il valore aggiunto. Se a questo si sottrae il costo del lavoro, si ottiene il margine
disponibile per il reintegro del capitale “consumato” dalla produzione18, per la remunerazione dell’area
finanziaria e per il pagamento delle imposte. Quindi, è una prima misura di autofinanziamento dell’impresa,
attraverso la creazione di ricavi caratteristici e il sostenimento dei costi per l’’acquisizione dei fattori
produttivi e del fattore lavoro.
Il MOL è un aggregato estremamente significativo , anche da un punto di vista finanziario oltre che
reddituale. Esso, infatti, è un valore che nasce dalla contrapposizione di quei costi e ricavi operativi tipici
che hanno una derivazione di natura monetaria: esprime una prima valutazione circa la capacità di
autofinanziamento generato dalla gestione operativa caratteristica. Eccone la motivazione, dell’importanza
primaria che istituti di credito adottano a tale assunto, nel valutare l’impresa. Oltre a questo margine, gli
istituti bancari pongono l’accento sulla positività di indici economici come ROE, ROI, ROD e l’impatto degli
oneri finanziari sul MOL.
4. Le modifiche alla nota integrativa, alla luce della novella
Il D.Lgs. 139 del 18.08.2015, ha, tra le altre cose, modificato l’art. 2427 c.c. dedicato al contenuto della
Nota integrativa, in particolare con l’emanazione dell’articolo 6, comma nono.
Premessa fondamentale è che, in base alla nuova formulazione dell’art. 2427, co. 2, le informazioni in Nota
integrativa vanno riportate secondo l’ordine in cui le voci di stato patrimoniale e conto economico sono
riportate nei relativi schemi.
Le novità riguardano:
n.3 - non è più richiesta la composizione della voce "costi di ricerca, di sviluppo e di pubblicità”, ma solo dei
“costi di sviluppo”, in quando non è più ammessa la capitalizzazione dei costi di ricerca e pubblicità. Per
quanto riguarda le somme iscritte, precedentemente, nelle poste di capitalizzazione, non viene previsto
l’esaurimento dei loro effetti in bilancio secondo l’impostazione contabile originaria. Occorrerà procedere
alla loro completa eliminazione dall’attivo dello stato patrimoniale, dandone conto nella nota integrativa ;
n.7 - la composizione delle voci "ratei e risconti attivi”, "ratei e risconti passivi” e "altri fondi” va indicata
indipendentemente dal loro ammontare, nonché la composizione dei ricavi delle vendite e delle prestazioni
per area geografica. Sulla tematica dei ratei e risconti, rimane ferma la determinazione della loro scadenza,
ritenuta importante nella analisi di bilancio svolta dal merito creditizio, i quali operatori, suddividono fra la
formazione di investimenti a breve, se annuale, per contro, quelli pluriennali, fra le immobilizzazioni
immateriali19 ;
n.13 – contestualmente alla eliminazione della sezione dei componenti straordinari nello schema di Conto
economico, è previsto l’obbligo di illustrare l’importo e la natura dei singoli elementi di ricavo o di costo di
entità o incidenza eccezionali, sul risultato dell’esercizio. Questa area del documento, diventerà di
preminente importanza, per il lettore esterno al bilancio, per la comprensione dell’impatto della area non
caratteristica, legata a avvenimenti non ricorrenti, sul risultato economico conseguito;
18
19
cioè gli ammortamenti;
AA.VV., Novità della nota integrativa del bilancio in forma ordinaria, rivista “Il Fisco”, n.42/2015, p.4056;
6
n.16 – in relazione ai compensi ad amministratori e sindaci, sono previsti, seppur sintetizzati per categoria,
ulteriori obblighi informativi (emolumenti, anticipazioni, crediti, tassi di interesse, principali condizioni,
garanzie prestate, ecc.);
n.18 – si estende l’informativa da riportare in Nota integrativa in relazione agli strumenti finanziari derivati,
dei quali occorre illustrare i termini e le condizioni che possono influenzarne l’importo, le scadenze, e la
certezza dei flussi finanziari futuri. Sono da esplicitare le tecniche di valutazione adottate per la
determinazione del fair value, in assenza di evidenze di mercato;
n. 22bis - le operazioni realizzate con parti correlate non concluse a normali condizioni di mercato, (con
importo, natura del rapporto e ogni altra informazione necessaria per la comprensione del bilancio) vanno
indicate sempre. Nella precedente versione l’indicazione era richiesta solo se le operazione erano rilevanti.
Sono stati inoltre aggiunti 4 nuovi numeri al primo comma con l’obbligo di riportare le seguenti nuove
informazioni:
n.22quater – si elimina dalla Relazione sulla gestione l’indicazione di fatti di rilievo avvenuti dopo la
chiusura dell’esercizio, da riportare obbligatoriamente nella Nota integrativa20, con esplicitazione del loro
effetto patrimoniale, finanziario e economico;
n.22quinquies – occorre indicare il nome e la sede legale dell’impresa che redige il bilancio consolidato
dell’insieme più grande e dell’insieme più piccolo di imprese di cui l’azienda fa parte come controllata,
nonché il luogo in cui è disponibile la copia del bilancio consolidato;
n.22septies – entra nella nota integrativa la proposta di destinazione degli utili o di copertura delle perdite,
formulata dall’organo amministrativo.
4. Conclusioni
Il professionista, che, in questa sede, ha come punto focale il continuo miglioramento e aggiornamento
della informativa di bilancio e dei documenti allegati, sia come consulente che come componente di organo
di controllo, effettua una opera benefica per l’imprenditore, sia in vista di ricerca di fonti esterne di
sostentamento finanziario, sia per evitare tragiche e irreversibili conseguenze come l’insolvenza. Uno studio
attento delle sfaccettature e dell’evoluzione nella lettura dei dati, in modo prospettico, ponendo
l’attenzione ai dati finanziari ed economici piuttosto che a dati di bilancio statici, è il punto di partenza della
valutazione di un’azienda nella concezione della prevenzione e del consolidamento prospettico.
20
anche nella versione abbreviata prevista per le “piccole imprese”;
7
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