Convegno Interregionale AVULSS
Lignano Sabbiadoro, 13 settembre 2003
Bioetica
Il volontario tra interrogativi urgenti e
risposte discordanti
Che cos’è la bioetica? Relazione introduttiva
Prof. Giovanni Del Missier
Bioetica = bio + hqo
Primo uso documentato del termine bioetica in pubblicazioni
da parte di Van Rensselaer Potter, oncologo della University
of Wisconsin:
VAN RENSSELAER POTTER, Bioethics. The Science of Survival, in
Perspectives in Biology and Medicine 14 (1970) 127-153;
_____ , Bioethics. Bridge to the Future, Englewood Cliffs (N.Y.) 1971.
1 luglio 1971: The Joseph and Rose Kennedy Intitute for the
study of Human Reproduction and Bioethics presso la
Georgetown University (Washington, D.C.)
1978: REICH W.T. (Edd.), Encyclopedia of Bioethics,
Schuster, New York 1978, 1st edition [in 4 volumi di 1800 pagine con
315 articoli di 280 autori (1995 revised edition in 5 volumi)].
La nascita della bioetica
Fattori genetici:
Ambivalenza del progresso biomedico
Violazione dei diritti umani
Crisi del mito della neutralità etica della scienza
Crisi ambientale
Ambivalenza
del progresso biomedico
1953 Scoperta della struttura a doppia elica del DNA: l’uomo
ha raggiunto così le radici della sua identità biologica.
1954 Esordio delle tecniche di rianimazione: il confine fra la
vita e la morte diventa in qualche modo più labile;
1955 Primo lavoro scientifico sui trapianti di rene: l’uomo può
rinnovare parti essenziali del suo stesso organismo;
1959 Primi tentativi riusciti e documentati di fecondazione
animale in vitro: l’uomo riesce a intervenire sui processi
generativi e a dominarli a volontà.
1960 Sperimentazione allargata della pillola anticoncezionale:
l’uomo può separare a suo piacimento l’esercizio della
sessualità dalla fecondità.
Violazione dei diritti umani
Crimini dei medici nazisti e Codice di Norimberga (1947) 
ALEXANDER SHANA, They Decide Who Lives, Who Dies, in Life 9
novembre 1962. A Seattle la scelta dei pazienti da sottoporre alla
dialisi cronica fu affidata ad un comitato ribattezzato The God
Committee.
BEECHER HENRY K., Ethical and Clinical Research, in The New
England Journal of Medicine 274 (1966) 1354-1360, articolo respinto
da JAMA, in cui presenta 22 esempi (anonimi) di studi non etici.
Willowbrook State Hospital (New York): dal 1965 al 1971 circa 700
bambini ritardati furono infettati dal virus dell’epatite.
Jewish Chronic Disease Hospital (New York): nel 1964 furono inoculate
cellule cancerose vive a 22 anziani.
Tuskegee Syphilis Study: dal 1932 al 1972, in una città dell’Alabama 399
contadini afroamericani affetti da sifilide non vennero curati né
informati della natura della loro malattia.
Crisi del mito
della neutralità etica della scienza
Acquisizioni durante gli anni ’60:
scienza e medicina di Stato in URSS con la genetica
falsa e ideologizzata di Lysenko;
uso terroristico della psichiatria;
coinvolgimento delle Università nordamericane in
studi destinati all’industria bellica.
Scuola critica di Francoforte, K. O. Apel e J.
Habermas: mostrano come la stessa ricerca
scientifica non possa fare a meno di alcune
precomprensioni ideologiche.
Crisi ambientale
Di fronte agli effetti nefasti dell’intervento umano sul pianeta, ormai
prossimo alla morte ecologica come un organismo invaso dal cancro, si impone una disciplina che
faccia da ponte tra fatti scientifici e
valori etici.
«Non bisogna lasciarsi affascinare dal mito del progresso,
come se la possibilità di realizzare una ricerca o di mettere
in opera una tecnica permettesse di qualificarle moralmente
buone. La bontà morale di ogni progresso si misura dal
bene autentico che procura all’uomo considerato secondo la
duplice dimensione corporale e spirituale». Giovanni Paolo II - 1994
Statuto epistemologico
della bioetica
«Condizione indispensabile dell’esistere di una
scienza è la specificità del suo statuto epistemico, che costituisce al tempo stesso il principio
di identità e quello di diversità della stessa
singola scienza».
PRIVITERA S., Epistemologia bioetica,
in LEONE S., PRIVITERA S., Dizionario di Bioetica, Acireale-Bologna 1994, 333.
Statuto epistemologico
della bioetica
a.
b.
c.
d.
Ambito di studio
La bioetica come sapere pratico
Destinatari e referenti della bioetica
Il metodo bioetico
a. Ambito di studio
Esistono due impostazioni fondamentali:
Interventi sulla vita umana
– intonazione più medica
– si parla anche di bioetica medica o etica biomedica
– A. HELLEGERS, fondatore del The Joseph
and Rose Kennedy Institute for the Study of
Human Reproduction and Bioethics (1971)
Interventi su tutto il fenomeno vita
– attenzione rivolta alle relazioni dei viventi fra
loro e con l’ambiente
– si parla anche di bioetica globale
– intenzione originaria di V.R. POTTER
a. Ambito di studio
Se si accetta quest’ultima prospettiva, il
campo di studio della bioetica si fa ampio
quanto il bioregno (in inglese Bio-Realm) e
permette di suddividere la disciplina in tre
ambiti:
– bioetica umana
– bioetica animale: che si occupa di specifici temi
animalistici (diritti degli animali, problemi etici
connessi con la sperimentazione biomedica e gli
interventi sul patrimonio genetico delle specie...)
– bioetica ambientale: che si interessa delle
questioni di valore connesse con l’impatto dell’uomo
sull’ambiente naturale (sviluppo sostenibile, ecologia
e giustizia, biodiversità …)
b. Bioetica: sapere pratico
«La bioetica è lo studio sistematico della
condotta umana nell'ambito delle scienze
della vita e della cura della salute, quando
tale condotta è esaminata alla luce dei valori
e dei principi morali».
REICH W. T., Encyclopedia of Bioethics, New York 1978, vol. 1, XIX.
«La bioetica è quella parte della filosofia
morale che considera la liceità, o meno,
degli interventi sulla vita dell’uomo e
particolarmente quelli connessi con la
pratica e lo sviluppo delle scienze mediche e
biologiche».
SGRECCIA E., Manuale di Bioetica, Vita e Pensiero, Milano 19993.
Definizione
La bioetica è etica applicata, deriva cioè dalla
applicazione di una data teoria etica, con i suoi
presupposti fondativi (livello metaetico) e con il suo
sistema normativo (teorico normativo), all’ambito
preciso di intervento umano, quello sulla vita e la
salute.
La bioetica consiste nell’applicazione di un insieme
di teorie generali, di principi e di regole di ordine
etico ai problemi che si presentano nella pratica
clinica, nella distribuzione delle risorse sanitarie e
nella ricerca biomedica.
Estendendo l’ambito della bioetica a tutto il
fenomeno vita, si potrebbe definire la bioetica come
“etica applicata al bio-regno”.
Etica pratica
«Il termine pratica si riferisce all’uso di una teoria
etica e di metodi di analisi etica per esaminare
problemi morali, prassi e politiche in diversi campi,
incluse le professioni e la politica pubblica».
CHILDRESS J., BEAUCHAMP T., Principles of Biomedical Ethics, New York 19944, 4.
Distinguiamo tre livelli di riflessione:

bioetica generale: questioni preliminari e
fondative di tipo metabioetico;


bioetica speciale: studia i singoli problemi;
bioetica clinica: casi particolari “al letto del
malato”.
c. Destinatari e referenti

Solo per gli “addetti ai lavori”?
«La bioetica è la disciplina incaricata di elaborare una
metodologia capace di assistere medici e uomini di scienza
nella scelta delle decisioni buone da un punto di vista
sociologico, psicologico e storico».
CALLAHAN D., Bioethics as a Discipline, in Hastings Center Studies, vol. 1, New York 1973, 66-73.

Oppure tutta l’umanità è interessata?
«L'oggetto della bioetica è l'insieme delle questioni etiche,
giuridiche, filosofiche e teologiche che si sono poste o che
dovrebbero essere poste nella società per effetto dello
sviluppo delle scienze biomediche».
Statuti del Centre des études bioéthiques dell'Università di Louvain-la-Neuve

Anche le generazioni future e le realtà
naturali, animate e inanimate?
d. Il metodo bioetico
Paradigma della complessità (dal latino
cum-plexus = intrecciato insieme): raccoglie
l’apporto di filosofi, biologi, medici, giuristi,
sociologi, genetisti, ecologi, zoologi, teologi,
psicologi…
La bioetica si offre come terreno di
confronto tra diversi saperi, disciplina di
frontiera con una marcata connotazione
multidisciplinare.
Disciplina architettonica capace di operare
una sintesi trans-disciplinare.
La bioetica
come “scienza ermeneutica”
ANTROPOLOGIA
DATI EMPIRICI
ETICA NORMATIVA
Momento ermeneutico 
ANTROPOLOGIA
EMPIRICA
Circolo ermeneutico
ANTROPOLOGIA
FILOSOFICA
TEORIA ETICA
DATI EMPIRICI
 Momento descrittivo
ETICA
NORMATIVA
 Momento prescrittivo
La bioetica
come “scienza ermeneutica”
ANTROPOLOGIA
DATI EMPIRICI
ETICA NORMATIVA
Quale uomo per la bioetica?
Le diverse proposte bioetiche si
differenziano a livello metabioetico, nel
sistema di valori e nelle antropologie
presupposte.
Il modello antropologico attuale

Si tratta di una mentalità diffusa, una attitudine antropologica caratterizzante l’ultimo
scorcio della tarda modernità, in cui stiamo
vivendo.

Mettiamo in evidenza alcuni aspetti:
 L’individualismo
 Il riduzionismo
 L’efficientismo
a. L’individualismo




Primato del soggetto che si concepisce come
completamente autonomo e autoreferenziale.
Enfasi estrema sulla libertà umana svincolata
cioè da ogni relazione significativa con l’altro,
senza responsabilità e senza riferimento a valori
trascendenti.
Etica senza verità: non riconosce i valori ma li
pone e sfocia in un relativismo etico insuperabile.
“Applicazione selvaggia” del principio di autonomia: il criterio ultimo di bene è l’autorealizzazione del singolo, in quanto soddisfacimento
dei desideri e dei bisogni.
«I sostenitori della legalizzazione [dell’eutanasia] hanno un
argomento principale. Lo chiamerò “argomento della
libertà”. Secondo questo argomento, ciascun paziente
morente dovrebbe esser libero di scegliere l’eutanasia, o
rifiutarla, come questione di libertà personale. Nessuno,
compreso il governo, ha il diritto di imporre ad una persona
la scelta da fare. Se un paziente morente vuole l’eutanasia,
è un affare privato; dopo tutto, la vita appartiene
all’individuo, e così l’individuo dovrebbe essere il solo a
decidere. Questo argomento è centrato sul principio che le
persone dovrebbero essere libere di vivere la propria vita
come meglio credono».
RACHELS J., Legalizzare l’eutanasia,
in FERRANTI G., MAFFETTONE S., Introduzione alla bioetica, Napoli 1992, 153.
b. Il riduzionismo




Mentalità secolarizzata e scientista: l’uomo viene
ridotto al suo momento biologico e anche la cultura si
risolve in natura.
Viene meno l’eccedenza ontologica dell’uomo rispetto alla sua dimensione animale, e scompare la
percezione della eccellenza assiologica della vita
umana.
In prospettiva bio-funzionalista si annulla l’Io
soggettivo quale nucleo ontologico radicale: lo
spirituale è riportato allo psichico, lo psichico al
neurologico, la persona si frammenta in una serie di
atti senza soggetto.
Copernico; Darwin e Freud: le tre grandi rivoluzioni
che hanno tanto ferito il narcisismo dell’umanità.
«L'uomo cominciò a porre un abisso fra creature
subumane e il proprio essere. Disconobbe ad esse
la ragione e si attribuì un'anima immortale,
appellandosi ad un'alta origine divina che gli
consentisse di spezzare i suoi legami col mondo
animale. Sappiamo che le ricerche di Charles
Darwin e dei suoi collaboratori e predecessori
hanno posto fine, poco più di mezzo secolo fa, a
questa presunzione dell'uomo. L'uomo nulla di più
è, e nulla di meno, dell'animale».
FREUD S., Una difficoltà della psicanalisi, in Opere, Torino 1976, vol. 8, 660.
c. L’efficientismo



Indiscusso primato dell'avere, del conquistare e
del dominare (valori economico-produttivi)
sull'essere, sul contemplare e sull'ammirare
(valori spirituali).
La modernità ha esaltato la scienza e la tecnica
come strumenti del progresso umano, quale
flusso
inarrestabile
e
sempre
positivo
(Illuminismo, Positivismo, Filosofie della prassi).
Dalla tecnocrazia al tecnopolio: la tecnica da
semplice strumento è diventata la struttura
portante della vita umana e giustificazione della
cultura. POSTMAN parla di «deificazione della
tecnologia».
«Le pretese sul diritto di sopravvivenza biologica
sono del tutto dipendenti dalla capacità che
l'individuo in questione ha di costruirsi, con l'aiuto di
altri, una vita umana. Ciò significa che in situazioni
nelle quali non esiste la possibilità di alcun
avvicinamento ad una vita davvero umana (a truly
human life), il diritto alla sussistenza biologica o
fisica perde la sua raison d'être e quindi quella
pietosa soppressione (termination) della vita in
senso biofisico è accettabile o forse anche
obbligatoria».
AIKEN H. D., Life and the right to life,
in HOLTON B. et al. eds., Ethical Issues in Human Genetics, New York 1973, 180.
Conseguenze
per la tutela delle “vite marginali”
«Not all humans are persons. Not all humans are
self-conscious, rational, and able to conceive of
the possibility of blaming and praising.
Fetuses, infants, the profoundly mentally retarded
and the hopelessly comatose provide examples
of human nonpersons.
Such entities are members of the human species.
They do not in and of themselves have standing
in the moral community.
They cannot blame or praise or be worthy of
blame or praise. They are not prime participants
in the moral endeavor. Only persons have that
status».
ENGELHARDT H. T., The Foundations of Bioethics,
Oxford University Press, New York - Oxford 1986, 104.
Sacralità della vita vs/ Qualità della vita

La vita umana ha
un valore intrinseco
che la rende
intangibile.


Il valore della vita
umana non dipende
dalla capacità
attuale del soggetto
di manifestare una
determinata facoltà.

Esistono vite che non
raggiungono standard di
prestazione adeguati e che
non sono perciò ritenute
meritevoli di tutela come le
vite di buona qualità.
In prospettiva utilitarista, il
valore della vita umana
viene ad essere calcolato
secondo il benessere fisico
(dal punto di vista
individuale) e secondo
l'efficienza e la capacità
produttiva (dal punto di
vista sociale).
«La vita fisica non esaurisce certamente in sé tutto il
valore della persona né rappresenta il bene supremo
dell'uomo che è chiamato all'eternità.
Tuttavia ne costituisce in un certo qual modo il valore
fondamentale, proprio perché sulla vita fisica si fondano
e si sviluppano tutti gli altri valori della persona.
L'inviolabilità del diritto alla vita dell'essere umano
innocente dal momento del concepimento alla morte è
un segno e un'esigenza dell'inviolabilità stessa della
PERSONA, alla quale il Creatore ha fatto il dono della
vita».
CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE, istruzione Donum Vitae, Introduzione, n. 4.
La proposta personalista
Una bioetica per la persona
e per tutte le persone…
La proposta personalista
«Col nome di personalismi, si sogliono indicare le
diverse filosofie che fanno della persona il
proprio centro e il fondamento dell’intera realtà».
BERTI E., Il concetto di persona nella storia del pensiero filosofico,
in AA.VV., Persona e personalismo, Noventa Padovana 1992, 59.
«Di fronte ad ogni riflessione razionale anche
laica, la persona umana si presenta come il punto
di riferimento, il fine e non il mezzo, la realtà
trascendente per l’economia, il diritto, e la storia
stessa... Dal momento del concepimento alla
morte, in ogni situazione di sofferenza o salute è
la persona umana il punto di riferimento e di
misura tra il lecito e il non lecito».
SGRECCIA E., Manuale di bioetica, vol. I,61.
La proposta personalista

Fa della persona il proprio centro.

Sottolinea la singolarità dello spirito umano: che è
autonomo, autoconsapevole e aperto ad autotrascendersi aprendosi verso l’alterità e l’ulteriorità.

Salvaguarda la verità integrale dell’uomo, sottolineandone la pluridimensionalità ontologica, la dignità
intangibile e l’apertura radicale a una rete di relazioni.

Nel campo della bioetica cattolica, il modello personalista rappresenta l'impostazione più seguita.

Principali declinazioni: ontologica (Centro di Bioetica
del Gemelli di Roma); relazionale (A. Autiero);
ermeneutica (K. Demmer).
La proposta personalista
«Il personalismo a cui ci riferiamo non va confuso
con l’individualismo soggettivista, in cui si sottolinea pressoché esclusivamente come costitutiva
della persona la capacità di autodecisione e di
scelta... La persona vale per quello che è e non
soltanto per le scelte che fa... In ogni scelta esiste
non soltanto l’esercizio di scelta, la facoltà di
scegliere, ma anche un contesto della scelta: un
fine, dei mezzi, dei valori».
SGRECCIA E., Manuale di Bioetica, vol. I, 61.

Le norme concrete dell’agire saranno allora il risultato
di un discernimento che permette all’agente morale di
attuare nella sua esistenza concreta i valori perenni che
definiscono la verità etica della persona.
Conclusioni
La sfida della complessità
e della frammentarietà
«La bioetica esprime perfettamente gli esiti estremi,
ambivalenti e contraddittori della modernità in questa sua
fase più tarda, che ha visto l’universo culturale occidentale
passare:
– dal trionfo del soggetto allo sbriciolamento dell’individuo;
– dalla tolleranza democratica, capace di dialogo
arricchente, all’estraneità morale;
– dal confronto appassionato al relativismo scettico;
– dalla esaltazione della ragione, fonte di unità, di sicurezza,
di certezza, all’indebolimento del pensiero sino alla sua
frammentazione in diverse razionalità parallele».
FAGGIONI M.P., Bioetica. Un’etica per il nostro tempo, in Vivens Homo 9 (1998) 37-60.
Alla bioetica è assegnato il compito immane e
affascinante di dare pienezza di senso alle
nostre conoscenze nel campo delle scienze
della vita e della salute e orientare l’espandersi
delle conoscenze tecniche e scientifiche verso
il bene autentico e integrale dell’uomo,
rispettando gli equilibri naturali del pianeta nel
contesto dei quali si dispiega la sua avventura.
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