Un percorso che potenzia il binomio scuola – territorio Il Comune di Trento sostiene il progetto “A suon di parole” dal 2012, unitamente a IPRASE e al Dipartimento di Scienze Giuridiche della Facoltà di Giurisprudenza, nella convinzione che fare Politiche giovanili oggi significhi favorire la cittadinanza attiva dei giovani, ossia la loro crescita identitaria, culturale e sociale, la loro capacità di pensiero critico e di impegno per la collettività attraverso progetti esperienziali che li vedano protagonisti e che facciano sbocciare le loro potenzialità. “A suon di parole” mette in campo, anzi in aula, tutto ciò, con un'eccezione: l'edizione 2013/14, per la prima volta, ha portato i giovani protagonisti del torneo ad esprimersi in un contesto del tutto extrascolastico. Quattro tra i migliori oratori hanno contribuito a dare forma e contenuto ad una serata pubblica dedicata alla cittadinanza europea. Il successo di questa sperimentazione conferma la bontà del progetto ed evidenzia l'importanza di “portare fuori” le migliori esperienze scolastiche, lavorando insieme per potenziare il binomio scuola-territorio. Grazie quindi ai giovani partecipanti per il loro entusiasmo e la loro voglia di mettersi in gioco, per l'impegno e la serietà nel partecipare, per il lavoro di squadra, per la lezione di civiltà che sanno dare a tutti noi. Grazie alle scuole, che attraverso il progetto “A suon di parole” investono nell'innovare modelli consolidati della formazione e sanno dare risposte educative a desideri e bisogni dei giovani e della società in cui viviamo. Andrea Robol Assessore alla Cultura, Turismo e Giovani 1 “A suon di parole”: valutazione e considerazioni sul successo dell’esperienza Il torneo di dibattito “A suon di parole” viene realizzato in Trentino dal 2010 e, dopo un primo anno di sperimentazione promosso da IPRASE1 assieme alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Trento, ha raccolto l’interesse di altri partner e, in particolare, dell’Assessorato alla Cultura e alle politiche giovanili del Comune di Trento2. Le tre istituzioni promuovono attualmente il torneo che ha avuto un successo esponenziale, passando dalle 8 classi e dai due Licei della fase sperimentale al coinvolgimento, nell’attuale anno scolastico, di 33 classi del terzo e del quarto anno e di sette scuole secondarie superiori. Per la prima volta, inoltre, le scuole partecipanti non sono solo liceali e questo fatto ha arricchito ulteriormente l’esperienza, aprendola a stili comunicativi diversificati. Nel complesso sono stati coinvolti 620 studenti e più di un centinaio di docenti e esperti che hanno svolto il ruolo di tutores degli alunni, giudici e formatori. Sono inoltre state disputate 41 gare e discussi 37 argomenti. Il successo è testimoniato anche dal fatto che gare simili a “A suon di parole” si sono affermate come una buona pratica nelle scuole della Provincia: l’esperienza del dibattito si è diffusa nel biennio delle superiori e ci sono state altre istituzioni che hanno promosso gare argomentative simili. Nel torneo i protagonisti principali sono gli studenti che, una volta raccolte le informazioni sulle tematiche in discussione, devono sapere dimostrare nell’atto del dibattito e, in particolare nella contro argomentazione, ciò che sono “in grado di fare” con ciò che sanno3 nello specifico contesto della gara, mettendo in campo le proprie competenze4. Gli studenti si trovano, inoltre, ad affrontare tematiche di carattere sociale e civico che difficilmente possono essere trattate in ambito strettamente possono essere trattate in ambito strettamente disciplinare e che risultano tuttavia attuali e significative. Le risposte al questionario somministrato agli studenti a fini di monitoraggio nel maggio/giugno del 20135 confermano quelle date negli anni passati e dimostrano l’atteggiamento positivo con cui gli alunni vivono la gara che si rivela un vero e proprio percorso di formazione. Le risposte al questionario somministrato agli studenti a fini di monitoraggio nel maggio/giugno del 20136 confermano quelle date negli anni passati e dimostrano l’atteggiamento positivo con cui gli alunni vivono la gara che si rivela un vero e proprio percorso di formazione. 1 Sito di riferimento: http://www.iprase.tn.it/ricerca/a-suon-di-parole/. Il progetto ha anche il patrocinio della SFI del Trentino-Alto Adige e del Comune di Rovereto. 3 Per Wiggings una valutazione autentica, non consiste solo nel verificare ciò che uno studente sa, ma ciò che “sa fare con ciò che sa”: G. Wiggins, Assessing student performance: Exploring the purpose and limits of testing, San Francisco, CA, Jossey-Bass, 1993. 4 Il costrutto di competenza, che è al centro dei Piani di Studio del Trentino. è complesso e non si intende qui proporne una discussione. Si può però richiamare la definizione contenuta nella Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 2006 per cui le competenze “indicano la comprovata capacità di usare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale /o personale; le competenze sono descritte in termine di responsabilità e autonomia.” 5 I questionari vengono somministrati tutti gli anni agli alunni delle classi che hanno superato le fasi interne di istituto. Nel 2013 i rispondenti sono stati 196, corrispondenti all’80% degli studenti a cui è stato consegnato il questionario. 6 I questionari vengono somministrati tutti gli anni agli alunni delle classi che hanno superato le fasi interne di istituto. Nel 2013 i rispondenti sono stati 196, corrispondenti all’80% degli studenti a cui è stato consegnato il questionario. 2 2 Tab 1. – L’esperienza si è rivelata… …divertente …difficile …piacevole …utile per imparare cose nuove …utile per conoscere persone nuove …interessante …arricchente …coinvolgente Moltissimo 9,7 9,2 14,3 38,8 3,1 30,1 28,6 29,6 Molto 67,3 69,9 65,2 51 27,6 60,2 60,7 53,6 Poco 19,9 18,9 17,9 8,7 39,8 9,2 7,7 12,2 Per niente 3,1 2 2,6 1,5 29,5 0,5 3 4,6 Tot 100 (193) 100 (196) 100 (196) 100 (196) 100 (196) 100 (196) 100 (196) 100 (196) Come già negli anni passati si può notare che gli studenti danno un giudizio largamente positivo della loro partecipazione. Si possono peraltro rilevare nelle riposte due aspetti: 1. Nell’opinione degli intervistati la gara non è stata molto utile a conoscere persone nuove: ciò significa che ogni classe, come può essere peraltro naturale, ha lavorato al proprio interno e che il contatto con la classe “avversaria” non ha portato ad allargare le conoscenze e le relazioni tra i diversi Istituti di appartenenza. 2. Gli studenti, pur definendo divertente, gratificante, interessante, arricchente ecc. il torneo lo hanno anche definito abbastanza o molto “difficile”. Che la partecipazione alla gara sia stato un impegno consistente lo mostra anche la tab. 2 in cui si illustra la risposta degli studenti alla domanda: “Ti sei impegnato durante il torneo? Ritieni di aver partecipato attivamente a questa esperienza?” Tab. 2 – Impegno e partecipazione al torneo % Molto 35,4 Abbastanza 51,3 Poco 10,3 Per niente 3,1 Totale 100 N= 195 Gli studenti hanno dunque partecipato intensamente al torneo dedicandovi una parte anche consistente della propria attività. Tuttavia danno ugualmente un giudizio molto positivo dell’esperienza. È comunque da tenere presente che l’inserimento della partecipazione al dibattito nella progettazione didattica annuale ha implicato un certo impegno da parte di docenti e studenti7. I vari aspetti critici che emergono dal monitoraggio e dal dialogo costante con i docenti e gli studenti che partecipano alle gare sono ben presenti al gruppo di coordinamento del progetto che cercano di migliorare ogni edizione del torneo.8 7 L’inserimento del dibattito sulla base di argomentazioni all’interno della pratica didattica è uno degli elementi innovativi del torneo trentino, così come è anche richiesto dai Piani di Studio Provinciali, in coerenza con le indicazioni europee. 8 Il gruppo di coordinamento è formato nel 2014 da Chiara Tamanini e Silvana Gordani per IPRASE, Paolo Sommaggio, Alvise Schiavon e Serena Tomasi per la Facoltà di Giurisprudenza, Rosanna Wegher e Federica Graffer per il Comune di Trento, Michele Dossi e Laura Simeon, docenti rispettivamente del Liceo “L. da Vinci” e del Liceo “G. Galilei”, Silvana Castelli per la sezione SFI Alto Adige. Il dialogo con i referenti delle scuole è costante e si cerca di dare risposta ai problemi che emergono o a registrare per una successiva riflessione suggerimenti e elementi di criticità. 3 Le seguenti tabelle illustrano l’opinione degli studenti sugli aspetti che sono stati valorizzati dal torneo. Tab. 3 – Utilità del torneo Coinvolgimento studenti poco partecipi Far emergere talenti/capacità Favorire collaborazione tra compagni Molto 6,7 19,1 39,7 Abbastanza 45,9 60,3 47,4 Poco 35,6 16 10,8 Per niente 11,9 4,6 2,1 Tot 100 (195) 100 (195) 100 (195) Tab. 4 - L’esperienza è servite per imparare a …(%) … ragionare in modo argomentato Molto 29,2 Abbastanza 57,4 Poco 11,3 Per niente 2,1 Tot 100 (195) …presentare le mie opinioni attraverso un ragionamento …imparare a parlare in pubblico 29,2 31,3 55,9 32,3 12,3 25,6 2,6 10,8 100 (195) 100 (195) Il primo dato che emerge è che la partecipazione alle gare ha permesso l’attivazione e il potenziamento di abilità e competenze di carattere cognitivo (ragionare in modo argomentato), espressivo (parlare in pubblico, esprimere opinioni in modo argomentato) e sociale (favorire la collaborazione tra compagni di classe, evidenziare capacità normalmente “nascoste” e, seppur in percentuale inferiore, coinvolgere alunni normalmente poco partecipi). Per quanto riguarda gli argomenti dei dibattiti: gli studenti li trovano abbastanza o molto interessanti nel 73% dei casi e risultano inoltre “istruttivi” per l’83% dei rispondenti anche se “difficili” (85%). Rispetto alla tipologia di argomenti i ragazzi preferiscono nell’80% dei casi temi che non abbiano stretta attinenza con le materie scolastiche. L’80% degli alunni ritiene inoltre interessante il torneo in quanto ha permesso di lavorare in modo nuovo rispetto alla “solita scuola”. Una domanda finale del questionario richiede di esprimere una valutazione complessiva dell’esperienza “A suon di parole”. La tabella seguente illustra l’opinione degli studenti: Tab. 5 - Valutazione dell’esperienza “A suon di parole”(%) Eccellente 18,9 Molto buona 75 Abbastanza negativa 5,6 Del tutto negativa 0, 5 Tot 100 N=196 La tabella si commenta da sé e conferma la valenza positiva del progetto “A suon di parole”. Tra i molti aspetti educativi del torneo si sceglie qui di fare riferimento a sei concetti chiave che sono emersi dalle risposte ai questionari di cui si è appena parlato9, dalle dichiarazioni anche scritte degli studenti e degli insegnanti e dall’esperienza dei giudici delle gare. Confronto civico. Il dibattito permette agli studenti di confrontarsi su tematiche di carattere civico e sociale in modo pacato e rispettoso del punto di vista degli altri. In questo modo si evidenzia che esiste un modo di presentare le proprie opinioni diverso da quello a cui ci hanno abituato molti mezzi 9 Il questionario è costituito anche da domande aperte che sono molto utili per comprendere meglio il punto di vista dei ragazzi. 4 di comunicazione di massa (basti pensare al talk show televisivi) o alcune degenerazioni del confronto democratico. Analizzare temi complessi. Per sua natura la discussione su argomenti che prevedono posizioni opposte permette di mettere in luce come i problemi che caratterizzano nostra realtà globalizzata e carente di teorie che la sappiano adeguatamente interpretare, siano complesse e multiformi. Una scelta ben precisa del progetto “A suon di parole” è quella di proporre agli studenti tematiche attuali e controverse, per lo più non trattate nei curricoli disciplinari, ma ben presenti nel contesto sociale ed esperienziale di ogni cittadino. Attivare competenze. Durante le gare gli studenti devono dimostrare in pubblico la propria capacità di esposizione orale, di argomentare su temi complessi, di analizzare le posizioni degli altri al fine di confutarle. Devono individuare il momento più adatto per esporre le proprie posizioni e il modo migliore per farlo e devono inoltre reagire a situazioni impreviste. Il contesto del dibattito permette dunque agli studenti di “agire” le proprie competenze. Orientamento. Nella squadra e nel momento del dibattito gli studenti mettono in gioco le proprie attitudini e caratteristiche individuali, testando sé stessi, sbagliando, correggendosi o programmando di correggersi, mettendo così in moto un percorso di orientamento personale autentico. A questo proposito si può citare la testimonianza di una studentessa di Liceo che scrive: “Un progetto come ‘A suon di parole’ può essere davvero molto utile per chi vuole mettersi alla prova in qualcosa di nuovo, ma anche per vivere una nuova esperienza che, chissà, potrebbe rivelarsi una vocazione per una futura professione, e consente di farsi sentire in una veste nuova e a volte del tutto inaspettata anche a chi magari, in mezzo al coro, non ha una voce forte”. Lavoro di squadra. Non c’è solo una crescita personale durante il torneo, ma anche l’acquisizione che per vincere una controversia bisogna collaborare, lasciando da parte personalismi e superando le inevitabili delusioni. Scrive in una e-mail collettiva una classe: “….Il nostro è stato un percorso in continua crescita. Se infatti ci siamo presentati al primo incontro come singoli, impacciati, timidi, insicuri, la finale ci ha visti disinvolti, sicuri, buoni “attori” e soprattutto uniti come una vera squadra. Ci siamo resi conto che per vincere è necessaria la cooperazione. Abbiamo ritrovato un po’ di quell’unità di classe che ci mancava. Anche quando abbiamo perso, la classe ha saputo trovare il lato positivo accogliendo le critiche in maniera matura e consapevole, dimostrando, nella seconda semifinale, di aver appreso i consigli ricevuti e di averli messi in pratica al meglio”. Imparare un metodo. È forse l’aspetto principale del dibattere ed è quello che in fondo comprende tutti gli altri. Infatti nella controversia i giovani imparano ad esporre in modo controllato e logico le proprie posizioni, ad aprirsi alle ragioni degli altri, a sintetizzare concetti, ad utilizzare un lessico preciso e adatto al contesto. Imparano soprattutto, parafrasando I. Kant, a pensare con la propria testa e che, secondo il noto aforisma di M. de Montaigne, “è meglio una testa ben fatta che una testa ben piena”. La formula trentina del torneo ha suscitato interesse anche a livello nazionale: su richiesta è stata fatta la formazione per un torneo organizzato dall’associazione INTERVITA10 che, in occasione di EXPO 2015, vuole coinvolgere scuole di tutta Italia in una competizione argomentativa sui temi di EXPO Milano “Nutrire il pianeta. Energia per la vita”; una rete di scuole lombarde che partecipano al progetto We Debate11, ha cercato la partnership di “a suon di parole” per uno scambio di buone pratiche e INDIRE ha dedicato l’area “Innovazione e ricerca: iniziative per la scuola” della propria homepage all’esperienza trentina12. Anche in seguito a questi successi, per il prossimo anno si sta pensando di progettare, accanto al “normale” torneo che festeggerà il primo lustro di attività, la partecipazione ad un torneo nazionale e l’apertura ad una prospettiva internazionale che prevede, tra l’altro, l’organizzazione di una sperimentazione di torneo in lingua straniera. Chiara Tamanini Responsabile IPRASE del progetto “A suon di parole” 10 http://intervita.it/IT/comeinterveniamo/l'educazione_per_la_cittadinanza_mondiale/exponi_le_tue_idee.aspx http://www.wedebate.org/ 12 http://www.indire.it/ 11 5 “A suon di parole”. Il gioco del contraddittorio Edizione 2014 L’edizione 2014 del progetto “A suon di parole”, pur tenendo ben fermo il contesto ludico, cerca di sviluppare in modo semplice ma preciso quella che abbiamo chiamato una “cultura del contraddittorio”. La magica sinergia tra soggetti istituzionali (l’Università, IPRASE ed il Comune di Trento) nelle persone dei loro rappresentanti all’interno del Gruppo di Coordinamento, pur nella atmosfera ludica, ha contribuito in modo determinante alla riuscita del Torneo di quest’anno. Possiamo dire che il Progetto “A suon di parole” costituisce il luogo dove è all’opera la sperimentazione scientifica: si tratta infatti di un vero e proprio laboratorio in stretto collegamento con le ricerche giuridiche più avanzate (sia consentito il rimando a: P. Sommaggio, Contraddittorio Giudizio Mediazione. La danza del demone mediano, Franco Angeli, Milano 2012). Il modello educativo che stiamo consolidando sperimentalmente, nel corso delle diverse edizioni, si sta rivelando anche un ottimo strumento per la formazione di persone capaci di confrontarsi e, perciò, di convivere nel rispetto delle regole. Siamo infatti sempre più convinti che proprio il contesto agonistico promuova, oltre che l’interesse dei ragazzi, una profonda educazione all’ascolto e al confronto. La dialettica del contraddittorio, anche se vissuta per gioco, favorisce quell’apertura mentale necessaria ad evitare ogni pretesa dogmatica e consolida l’esercizio della tolleranza e della democrazia. Questi temi sono di importanza primaria non solo nel campo dell’etica e della cittadinanza attiva, ma costituiscono il fulcro della giuridicità e del diritto. Dopo una prima fase formativa, il nostro Torneo è entrato nel vivo: nelle partite gli studenti hanno cercato di affinare non solo i contenuti dei temi dibattuti, ma soprattutto le loro competenze argomentative e dialettiche. I temi da dibattere sono stati individuati in collaborazione con gli insegnanti, IPRASE, il Comune di Trento e la Facoltà di Giurisprudenza, a partire da una serie di proposte sulla legalità e sulla cittadinanza attiva e democratica. La squadra protagonista, che sostiene una tesi, affronta la squadra antagonista, che sostiene la tesi opposta. La gara, della durata complessiva di due ore circa, si articola in due tempi: il primo dedicato alla argomentazione della propria tesi da parte di ciascuna squadra, ovvero a costruire ragionamenti “in positivo”. Il secondo tempo è dedicato alla contro-argomentazione degli argomenti avversari. Ecco dunque che la prima fase impone ai ragazzi non solo di genericamente costruire tre interventi (di 3 minuti ciascuno) con i quali esporre le principali ragioni a sostegno della propria tesi magari affastellando dati recuperati dalle fonti più disparate - ma richiede lo sforzo di rendere il proprio dire poco attaccabile imponendo, nello stesso tempo, l’ascolto verso i ragionamenti avversari poiché su di essi si svolgerà la seconda parte della gara, ovvero la fase contro-argomentativa, in cui ciascuna squadra ha a disposizione tre interventi (di 3 minuti ciascuno) con i quali contestare le ragioni addotte dagli avversari. E’ questo il punto di originalità difficilmente reperibile in altre esperienze di dibattito: l’abitudine all’ascolto, certo ad un ascolto che mira al superamento, e perciò un ascolto particolarmente approfondito. Le due squadre sono infine valutate da una giuria in base ad una serie di parametri contenuti in apposite griglie di valutazione, che analizzano tanto la forma quanto il contenuto dei singoli interventi. Il prototipo sviluppato prevede che sia l’esito dell’incontro a decretare quali argomenti (nel contenuto e nella forma) abbiamo prevalso. E’ sempre stato un punto cruciale del Torneo ricordare che non si tratta di due squadre che parlano ad una giuria, ma di uno scontro che viene valutato. In altre parole, la valutazione della giuria si basa sul contraddittorio ovvero sulla capacità di giocare questo gioco. Perché questa importanza al gioco del contraddittorio? Crediamo che questo punto vada spiegato. Siamo infatti convinti che abituare al confronto attraverso una formula ludico-agonistica promuova, nei ragazzi, la voglia e la capacità di confrontare i propri ragionamenti in maniera autonoma e sorvegliata sviluppando così, oltre allo stare insieme, diverse abilità tra cui quella di costruire ragioni in grado di sostenere tesi differenti e, nel contempo, di riuscire a sviluppare una capacità critica che purtroppo non appare così sviluppata nelle giovani generazioni. 6 L’intento che ci ha animato, comunque, non è stato quello di prescrivere formule o ricette per “ragionare meglio”, o per argomentare in termini più efficaci, ma di creare un “campo di gioco” in cui i ragazzi potessero sentirsi liberi di confrontarsi. Il gioco, la libertà ed il confronto hanno consentito ai ragazzi di scoprire da soli le migliori strategie per rendere più ordinato e compiuto il loro percorso razionale come singoli e come squadra. In questo modo gli studenti si avvicinano in maniera amichevole al mondo delle regole (logiche, etiche e giuridiche) e al loro valore sperimentando, attraverso una sorta di simulazione processuale, il valore dello stare insieme. Contraddittorio e processo sono infatti intimamente legati, (almeno) da quando la riforma costituzionale dell’art. 111 ha introdotto il contraddittorio (ovvero il confronto diretto tra le parti nel processo) e lo ha posto come uno dei principi cardine dell’intero ordinamento giuridico. Per questo il nostro progetto cerca di sperimentare le buone ragioni del contraddittorio inteso come un confronto socratico. In questa direzione abbiamo considerato, nel corso degli scontri, come il contraddittorio sia garantito dal principio di non contraddizione che consente di scovare ed eliminare la contraddizione nei discorsi di ciascuna squadra e consente di elaborare una relazione tendenzialmente armonica tra la propria esperienza ed i propri principi razionali: una sorta di esercizio socratico che si rivela necessario per smascherare la verità a se stessi ed agli altri. Ecco che la struttura oppositiva del contraddittorio consente di incrociare le due ‘istanze socratiche’ che provengono dalle due squadre ed ottenere, così, effetti aletici molto profondi. L’opposizione, che rappresenta l’intima struttura del contraddittorio, genera, infatti, una relazione che consente il dispiegarsi di ciò che supera le pretese particolari delle parti in gara ed è comune ad ambedue sfuggendo, nel confronto, al loro pieno controllo. Questo perché pensare per opposizioni genera un’esperienza particolare: la tensione agonistica si trasforma in un ‘luogo’ dove emergono non solo i reciproci limiti ma, contemporaneamente, dove si scopre la necessità e la importanza del proprio avversario. Questo risultato, inoltre, si presenta come controllabile razionalmente poiché il collegamento tra il vissuto e l’argomentato (il bios ed il logos) di ciascuna parte può essere sottoposto alla prova di tenuta logica. La presenza attiva del bios, ovvero del vissuto della parte (o del testimone), è, crediamo, la denuncia del limite di tutti gli approcci che tendono a ridurre il problema della verità, nella esperienza giuridica, ad un oggetto o ad una procedura. In altre parole, crediamo siano destinati al fallimento tutte le formule o i metodi che pretendono di garantire automatismi indipendenti dalla responsabilità di chi ha un ruolo attivo in essi. Il procedimento maieutico che si manifesta nel contraddittorio è infatti indisgiungibile dalla vita e dalla responsabilità che implica. Le considerazioni svolte, come un segnavia e non come un punto di arrivo, mostrano che sempre il contraddittorio chiama in campo la responsabilità (il “rendere conto di sé”) di fronte a se stessi e di fronte agli altri. Questo spiega l’umana portata anche deontologica della questione. La direzione dispiegata della fondazione logico-teoretica del contraddittorio si compie dunque nel rinvio ad una dimensione che la trascende e che si presenta con forti caratteri etici. La relazione tra logos e bios mostra, infatti, che gli aspetti logici rimandano ad un contesto etico poiché nessuna teoria del contraddittorio, crediamo, può evitare di farsi carico di questa dimensione che si misura costantemente con il mostrare a se stessi e agli altri ciò che si è. E questa dimensione etica appare fondamentale anche per la convivenza civile, posto che la convivenza civile si costruisce nel momento in cui le differenze non si negano ma si confrontano, ovvero si misurano in un luogo (il contraddittorio) deputato al confronto dei discorsi e dei ragionamenti che le sottendono. Questa è una forma di cittadinanza attiva autentica poiché non si limita a prescrivere comportamenti dall’esterno ma invita alla discussione critica, primo fondamento di adesione ad ogni progetto di convivenza civile che possiamo chiamare polis. Paolo Sommaggio Docente di Filosofia del Diritto Facoltà di Giurisprudenza – Università di Trento 7 I “neofiti” del progetto Il progetto “A suon di parole. Il gioco del contraddittorio” diventa grande. Arrivato ormai alla sua quarta edizione, da un lato si è consolidato come appuntamento fisso per quelle scuole che partecipano al torneo fin dal suo esordio, dall’altro ha attirato l’attenzione di nuovi istituti, desiderosi di mettersi in gioco in un progetto che ha dimostrato serietà e portato un alto grado di soddisfazione per studenti e insegnanti. Neofiti dell’edizione di quest’anno sono il Liceo Artistico “F. Depero” di Rovereto e l’Istituto Tecnico Economico “A. Tambosi - Battisti” di Trento. Le loro classi, nonostante gli iniziali (e comprensibili) timori di studenti e insegnanti, hanno contribuito ad arricchire la discussione in forza di un motivato desiderio di imparare le tecniche argomentative, di cimentarsi seriamente in questa esperienza ed essere competitivi, anche nel confronto con i veterani team scolastici. Il Liceo Artistico “Depero” si è modestamente approcciato al torneo, richiedendo inizialmente il supporto formativo e la guida tecnica del Gruppo di Coordinamento, anche per la formazione delle commissioni di valutazione delle prove eliminatorie interne. Nei mesi di preparazione, i giovani studenti si sono addestrati alla pratica argomentativa su temi di interesse giovanile, acquisendo sempre maggiore consapevolezza critica delle propria competenze ed abilità. Il loro linguaggio, sia per propensione naturale sia per il percorso di studi intrapreso, si è distinto per creatività e per una spontanea tendenza all’uso di immagini. Essi hanno saputo riconoscere il punto di forza della loro educazione artistica e hanno così tradotto la loro icastica comunicazione in un efficace strumento retorico. Così facendo, la classe 4B si è guadagnata le semifinali. L’Istituto “Tambosi - Battisti” si è preparato autonomamente alla sfida tra le scuole: il corpo docente, dopo l’incontro formativo di novembre tra i Coordinatori del progetto e i referenti di tutte le scuole partecipanti al torneo, ha saputo con perizia ed entusiasmo guidare gli studenti in questo percorso educativo, comunicando loro il giusto spirito di rispettosa competitività, stimolandoli e fornendole necessarie competenze. Nella disputa valida per i quarti di finale del torneo, la classe 4 RA è stata soccombente nel confronto con la classe 4 A del già “collaudato” Liceo “da Vinci”. Ma la gara è stata equilibrata e combattiva: una studentessa dell’ITE “Tambosi – Battisti” si è conquistata l’ambito titolo di miglior oratrice della fase argomentativa. Il suo (e loro) merito è stato riconosciuto nella capacità di analisi del tema e di razionalizzazione degli argomenti, prestando però il fianco nella fase contro argomentativa. Proprio l’attivazione negli studenti della capacità di smontare le argomentazioni avversarie, cuore del concetto di contraddittorio che caratterizza il torneo “A suon di parole”, rappresenta sicuramente la direzione verso cui concentrare in futuro gli obiettivi formativi del progetto. È bene però segnalare che i referenti di questi “nuovi” Istituti hanno espresso un giudizio concordemente positivo sulla scelta di partecipazione al torneo: un segno immediato ed evidente di cambiamento è stato da loro riscontrato nelle interrogazioni in classe. Gli studenti che si sono allenati alla discussione argomentativa hanno acquisito una più spiccata capacità critica per la domanda e maggiore sicurezza dialettica, tanto da risultare, agli occhi degli stessi docenti, fiduciosamente, “irriconoscibili”. Per noi questa irriconoscibilità è solo la scoperta che in ogni giovane studente può esserci un eccellente oratore, in grado di ragionare con serietà e creatività. Serena Tomasi e Alvise Schiavon Facoltà di Giurisprudenza – Università di Trento 8 Una scuola a suon di parole? 14 classi, 17 scontri e altrettante tematiche da inventarsi, un numero imprecisato di insegnanti coinvolti, pomeriggi da organizzare, aule da prenotare, giudici da individuare e formare, conflitti di interesse da risolvere, date degli scontri da incastrare fra gli innumerevoli consigli, progetti, riunioni, corsi, viaggi di istruzione e amenità formative di vario genere. Tutto questo in un paio di mesi, a cavallo fra il primo e il secondo quadrimestre, quando qualcuno si affretta a fare le ultime verifiche e qualcun altro si porta avanti con le prime. No, non è un girone infernale, un sadico contrappasso per quella “privilegiata” categoria di fannulloni che lavorerebbe solo diciotto misere ore la settimana! È il “Maffei “A suon di parole”, edizione 2013-2014, un’esperienza a dir poco complicata, talvolta ardua nei suoi aspetti più strettamente organizzativi, ma sicuramente entusiasmante e, vien da dire, unica. Ma partiamo da loro, dai protagonisti assoluti: i ragazzi. No, non è retorica, non questa volta. Fin dalla formazione rivolta alle classi e agli insegnanti che, non avendo partecipato lo scorso anno, conoscevano a suon di parole solo per sentito dire, si è percepito subito che l’edizione di quest’anno sarebbe stata particolarmente vivace e combattuta. A occuparsi di introdurre e spiegare il progetto son stati le ragazze e i ragazzi della V B scientifico, vincitori dell’edizione 2012-2013. In un paio d’ore, con il supporto di alcune slide e qualche spezzone tratto dalle riprese della finale dell’anno scorso, hanno saputo illustrare procedure, regole e fasi dell’attività, senza sottrarsi dal condividere con i compagni le emozioni, le difficoltà e quegli stessi trucchi che, nella loro prospettiva, hanno permesso loro di diventare campioni provinciali. Sono stati bravi e accattivanti al punto che non c’è stato bisogno di aggiungere nulla ai loro interventi, se non un applauso convinto, e si è subito creato un clima di allegra competizione, culminato con l’estrazione dei gruppi del girone eliminatorio. A questo punto alle classi non restava che “suonarsele” a suon di parole. Era dicembre e si sarebbe partiti alla fine di gennaio con i primi scontri, consapevoli che per riuscire entro aprile a finire la fase interna sarebbe stato essenziale disputare almeno due partite la settimana. Il resto è una storia che è diventata ben presto parte integrante dell’attività scolastica, una routine quasi quotidiana, fatta di attese per l’estrazione dei temi (rigorosamente di fronte a testimoni, rigorosamente sette giorni prima…), ricerca spasmodica dei giudici, prenotazione e predisposizione delle aule, preparazione e svolgimento dei dibattiti. Torniamo però al torneo giocato! Appena conosciuto il tema, a volte addirittura senza coinvolgere i tutor, le classi si davano appuntamento il pomeriggio a scuola, per ricercare, discutere, informarsi e studiare le migliori strategie di battaglia. E naturalmente per scrivere e provare i discorsi, e per tentare di prevedere gli argomenti degli avversari, a dimostrazione di quanto, se la motivazione è forte, gli studenti riescano, anche senza altro tornaconto che non sia il puro e semplice piacere del gioco, a tirar fuori un’imprevedibile capacità di organizzarsi autonomamente e di cooperare. Hai visto che faccia hanno fatto i prof. quando i giudici hanno letto il risultato? Peggio che se avessero perso loro. Sì, perché il momento decisivo, il dibattito, è sempre accompagnato da un’attesa e una tensione che contagiano tutti. Si son visti insegnanti sgattaiolare via, con una scusa qualsiasi, per riprendere fiato; altri invece, dopo aver assistito nervosi allo scontro, non riuscire a trattenere l'emozione per un verdetto favorevole o sfavorevole. E cosa dire dei giudici? Solo chi ha ricoperto questo ruolo sa quanto sia faticoso mantenere alta la concentrazione nel corso del dibattito, come sia tutt’altro che semplice valutare i singoli interventi e, soprattutto, come sia triste decidere la sconfitta, per una manciata di punti, di una squadra rispetto ad un’altra. Un ruolo rispettato, il loro, più che temuto, e a sua volta oggetto di studio e discussione da parte dei ragazzi: perché se al prof. tale non piace proprio che si legga, di quell’altra invece dicono sia attentissima al lessico; occhio, perché quello insegna filosofia: ci vogliono un paio di citazioni efficaci! E se non hanno saputo sempre essere campioni di imparzialità, visti la difficoltà e il peso emotivo di un compito che ha scoraggiato più di un collega, l’occasione che hanno vissuto gli insegnanti che si sono trovati in giuria con colleghi di discipline e classi diverse è parsa ai più molto interessante, quando non addirittura rassicurante circa il fatto di confrontarsi e di scoprire che, in fondo, siamo più bravi, uniformi ed equilibrati nella valutazione di quanto spesso non crediamo noi stessi. Insomma un crescendo di emozioni che dai primi scontri in gennaio si è protratto fino ad aprile, con una scuola invasa di pomeriggio da un viavai di studenti, tutor e giudici, animate discussioni sui 9 corridoi e in sala insegnanti circa la maggiore o minore difficoltà o il maggiore o minore interesse di alcuni temi rispetto ad altri, l'opportunità o meno di lasciar usare tablet e aggeggi informatici nella preparazione delle contro argomentazioni, la necessità di spostare questo o quell’incontro per una o per l’altra causa. E non sono mancati i momenti di tensione e le incomprensioni, fra gli adulti, s’intende, perché i ragazzi spesso sanno essere più seri, relativisti e comprensivi di noi, e perché d’altra parte gli adulti faticano talvolta a essere ragionevoli quando giocano, ma soprattutto quando dal gioco si escludono in nome delle cose “serie”. Non sono mancate pertanto voci di dissenso, anche forti, rispetto all’impegno richiesto alle classi dal progetto, spesso in nome del solito moloch, il programma sempre e comunque incombente, o della necessità di fare verifiche regolari. Si è trattato comunque, tutto sommato, di una minoranza. La maggioranza dei colleghi, anche quelli che non hanno partecipato direttamente al progetto, ha manifestato per motivi diversi un grande interesse. Sono piaciuti l’entusiasmo e l’autonomia dei ragazzi nel ricercare, approfondire e discutere temi complessi, ha stupito la capacità di “A suon di parole” di valorizzare intelligentemente gli interessi e le competenze personali e sociali dei ragazzi. Ma soprattutto questa esperienza ha permesso ai colleghi più attenti di scoprire e valorizzare ragazze e ragazzi che nella normale attività didattica rimangono disparte: hai visto quello? In classe non si sente mai e non so neanche che voce abbia… e qui pare Cicerone! Ne vale la pena! Cristian Mosca Referente di “A suon di parole” Liceo “A. Maffei” – Riva del Garda 10 “A suon di parole”: un bilancio sulla base dei giudizi degli studenti* Le riflessioni che gli studenti della classe 3I del Liceo “Galilei” avevano espresso al termine della loro partecipazione al torneo, nell’a. sc. 2011/12, ben si prestano per tracciare un breve bilancio dei quattro anni di vita di “A Suon di Parole”, confortate anche dalle risposte ai questionari somministrati ai docenti e alle classi al termine di ogni edizione. “È stato dalla terza sfida che ho capito quanto queste gare di dibattito fossero un’occasione, un allenamento per il futuro, in vista degli esami di stato ma non solo, e non una perdita di tempo come avevo pensato all’inizio”. Grazie anche allo spirito agonistico che si viene a creare, il torneo appassiona gli studenti - pur magari non tutti da subito - e li porta a sentirsi protagonisti di un cammino al termine del quale comprendono di sapere e saper fare di più. “Con la ‘scusa’ di questi dibattiti abbiamo preso in mano i giornali e analizzato un po’ di attualità, cosa che molti di noi giovani purtroppo non fanno”. “A suon di parole mi ha portato a sviluppare il mio spirito critico e oggettivo. È un’ esperienza che consiglierei a tutti in quanto ti offre delle opportunità che normalmente non si presentano durante il percorso scolastico ma che immagino saranno molto utili un giorno, in un futuro che tanto lontano non è”. “Ci siamo fatti un’idea molto chiara dei vari argomenti su cui abbiamo gareggiato, riflettendovi da molti punti di vista. Sostenere una tesi non condivisa comporta sforzi maggiori, ma dopo esserci documentati approfonditamente molti di noi, me compreso, sono arrivati a cambiare persino il proprio pensiero al riguardo”. ”Mi sono appassionato molto e ho trovato divertente sia la preparazione in classe che il dibattito di per sé. Ho imparato a cercare informazioni riguardo un argomento specifico, a formulare un discorso di argomentazione e di contro-argomentazione che fosse chiaro, con vocaboli ricercati e tecnici, e che toccasse tutti i punti decisi con ordine e un corretto ragionamento”. “Alla fine del torneo ho notato che gli attori hanno tutti migliorato la loro capacità di parlare in pubblico e i confutatori hanno perfezionato la dote dell’improvvisazione, dovendo esprimere ogni volta dei discorsi costruiti in tempi limitatissimi”. La fase contro-argomentativa è particolarmente apprezzata dagli studenti perché in essa mettono del tutto allo scoperto il loro grado di autonomia e di capacità critiche e, anche, scoprono i propri limiti. È in quel momento dialettico che comprendono appieno che la vince chi sa portare ragioni. “Al dibattito la mia parte preferita è sempre stata la contro-argomentazione e, anche se ero sempre agitato al massimo, mi è sempre piaciuto sia quando ho parlato io che quando parlavano gli altri”. “Più che l’argomentazione mi è servita la confutazione. Lì c’eravamo solo noi: nessun adulto, nessun prof, solo i compagni. Ritengo che sia servita di più perché bisogna imparare ad essere autonomi e a risolvere le questioni in modo diretto, senza mediatori”. “Nella contro-argomentazione abbiamo dovuto giocare tutte le nostre carte”. “La sconfitta è servita a mettere in risalto le nostre lacune e i nostri punti deboli nell’arte della retorica”. Alcuni studenti muovono critiche agli argomenti oggetto delle gare. “Qualche dibattito non è stato troppo stimolante in quanto le due tesi non erano del tutto opposte ed era quindi molto semplice cadere in errori, soprattutto quando la mia personale opinione era contraria a ciò che dovevo sostenere”. ”Io penso che un dibattito vero, con botta e risposta, non possa cimentarsi su argomenti ampi, ma con tesi ristrette e opposte l’una all’altra”. “Personalmente avrei preferito affrontare altri argomenti più vicini a noi giovani”. “Gli argomenti davano certamente la possibilità di giocare sull’abilità retorica ma di certo non erano così coinvolgenti. Io avrei inserito anche qualche argomento più concreto, per dare la possibilità agli studenti di immedesimarsi di più nell’argomento stesso”. La scelta dei temi da affrontare rappresenta un grosso impegno, perché le questioni da dibattere devono essere scelte nell’ambito del possibile, cioè tali che per esse non c’è una risposta assoluta ma argomenti sostenibili sia pro che contro. Può non esser facile per i ragazzi sostenere in maniera convincente una tesi, resistendo agli attacchi delle confutazioni, sapendo che la propria posizione non è infallibile e che il suo contro ha motivi altrettanto forti e validi. “A Suon di parole”, inoltre, si propone un’azione di educazione alla cittadinanza che sviluppi competenze sociali e civiche; è perciò necessario che i ragazzi siano chiamati anche ad affrontare tematiche complesse e impegnative che li riguardano come cittadini della comunità globale e che talora non sentono così vicine. 11 Le valutazioni degli studenti sono corali nel sottolineare quanto il torneo contribuisca a creare e rafforzare lo spirito di gruppo, portando a essere disponibili e capaci di lavorare insieme e produrre elaborazioni collettive, con la consapevolezza che non è sempre facile ma che la squadra risulta vincente solo grazie all’apporto di tutti. “Quando all’inizio pensavo a questi dibattiti ero convinto che solo tre o quattro della nostra classe avrebbero parlato e che sarebbe stato un macello; invece quasi tutti si sono buttati. All’inizio ci si sente poco sicuri e si spera di non sbagliare, ma andando avanti si è sempre più determinati”. “Abbiamo anche imparato a fare squadra collaborando insieme e aiutandoci a vicenda e siamo riusciti a cooperare molto bene tra di noi pur avendo in alcuni casi idee e opinioni divergenti”. “Dal punto di vista della classe poche volte ci ho visti così affiatati come nei fatidici 30 minuti tra una fase e l’altra della gara. Ci è stata inoltre concessa la possibilità di confrontarci tra di noi, di accomunare, gestire e trasformare le nostre idee personali per arrivare ad una conclusione condivisa”. ”Per affrontare le gare abbiamo dovuto, se così si può dire, schierarci: tutti avevano qualcosa da fare, nessuno escluso. Ci sono stati momenti un po’ critici: eravamo indecisi, a volte non eravamo molto attivi e, cosa peggiore, arrivavamo ogni tanto a scontrarci anche tra di noi per difendere le nostre idee, cosa negativissima. Se però siamo arrivati fino alla semifinale significa che i momenti bui sono stati pochi: il gioco non può funzionare se gli alleati non collaborano e questa esperienza è servita a rendere la classe più unita”. Il numero crescente di adesioni che il torneo “A suon di parole” ha via via raccolto testimonia che le scuole trentine ne riconoscono il valore formativo per gli studenti e il ruolo di promotore dell’utilizzo del dibattito come pratica didattica vincente, che può essere attivata anche nel normale lavoro scolastico. Laura Simeon Liceo “G. Galilei” - Trento *Questo testo è una sintesi dell’articolo pubblicato in: http://www.indire.it/content/index.php?action=read&id=1839 http://www.iprase.tn.it/ricerca/a-suon-di-parole/. 12 I fondamenti organizzativi, didattici e valutativi del torneo* Sintetizzo in tre passaggi, ciò che sto più imparando, come insegnante, dall’esperienza di “A suon di parole”, e che dunque porto con me come bagaglio professionale di buone pratiche esportabili nel mio far scuola in generale. 1. “A suon di parole” è particolarmente vicino alla sensibilità dei giovani di oggi. È abbastanza impressionante sperimentare che la valutazione dell’efficacia pubblica di un discorso argomentativo non ha migliori giudici dei ragazzi e delle ragazze di oggi. Non che loro sappiano realizzare spontaneamente una buona argomentazione o contro argomentazione: su questo è sempre necessario un lungo esercizio, sono utilissimi i consigli, gli esempi, le simulazioni. La fatica di ragionare con rigore e di parlare in pubblico rimane mediamente consistente. Il punto è che quando i ragazzi sono messi a fare la parte dei giudici, sono chiamati cioè a valutare la prestazione dei loro compagni, sono straordinariamente acuti, precisi, efficaci nei giudizi e nei consigli, raramente sbagliano, raramente c’è da aggiungere qualcosa a quanto da loro rilevato. In questo, non c’è dubbio, sono buoni figli della società della comunicazione, e portano con sé un’innata sensibilità rispetto all’efficacia di una performance comunicativa. Tenerne conto in modo sistematico può consentire alla scuola di valorizzare una specifica competenza di cui i ragazzi di oggi sono assai ricchi. 2. “A suon di parole” non lascia fuori nessuno. Un’attività di gara in cui sono coinvolte direttamente 6 persone per squadra (3 argomentatori e 3 controargomentatori) non sembrerebbe la più favorevole ad un coinvolgimento generale di classi di 20-25 studenti. Invece non è così, se solo vi è un po’ di attenzione a dotarsi di un modello organizzativo partecipato. Nelle attività di preparazione in classe sono necessari altri 3 parlatori che simulino gli argomentatori avversari (e siamo a 9) e, se c’è un po’ di tempo, è bene simulare anche i 3 contro argomentatori avversari (e siamo a 12). Ogni argomentatore della classe, che ha l’onere maggiore nella preparazione dell’argomento, ha diritto ad avere almeno un assistente fidato che lo aiuti nella ricerca (e siamo a 15). Ognuno dei tre contro argomentatori della classe ha bisogno di almeno un collaboratore stabile che lo aiuti nella delicatissima fase di ascolto-annotazione del discorso del rispettivo avversario per poterlo ben confutare (e siamo a 18). Per ogni simulazione di gara c’è bisogno di una giuria di almeno 5-6 giudici che valuti e consigli i diversi parlatori (e siamo a 24). Poi ci si adatta: qualcuno copre due ruoli, qualcun altro si aggiunge di qua e si sfila di là, qualcuno cerca di sfilarsi del tutto, si sa: comunque, nella sostanza, tutti sono coinvolti. Come dovrebbe essere sempre a scuola. 3. Con “A suon di parole” non mancano mai le sorprese. La ragazza che si è messa a piangere la prima volta che doveva parlare; che la seconda gara non l’ha voluta fare perché «non ce la farò mai», e che alla fine – dopo 3-4 gare – ha guadagnato tanta sicurezza da essere giudicata la migliore parlatrice del torneo; il ragazzo schivo e incerto che sa recitare a memoria senza darlo a vedere, con spontaneità sorprendente, con freddezza assoluta, lucidità esemplare e senza la minima sbavatura, l’argomentazione che si è preparato con un metodo tutto suo; la ragazza che in ogni verbale del consiglio di classe è sistematicamente «timida e introversa» e che in gara tira fuori una grinta da far paura; il ragazzo che se tiene in mano un foglio con gli appunti va in tilt e che riesce a gestire magistralmente i suoi tre minuti di contro argomentazione solo se non ha nulla di scritto davanti a sé; e poi tutti quelli che ci provano solo per provare, ma poi crescono lavorando, provando, sbagliando e riprovando, e di cui ti arrivano i genitori commossi a dire che «nessuno l’avrebbe mai detto...». Tante belle sorprese, insomma, come dovrebbe essere la scuola. Michele Dossi Liceo “L. da Vinci” - Trento *Questo testo è una sintesi dell’articolo pubblicato in: http://www.indire.it/content/index.php?action=read&id=1839 http://www.iprase.tn.it/ricerca/a-suon-di-parole/. 13 “A suon di parole”: dal gioco del contraddittorio a percorso formativo e didattico* “Bisogna chiamare le cose con il loro vero nome.” Con questa citazione tratta dal film Into the wild si è dato l'avvio, per quest'anno scolastico, al corso di filosofia delle classi quarte del liceo artistico “Depero” di Rovereto: l'obiettivo proposto e condiviso è stato quello di imparare ad esprimere in modo corretto il proprio pensiero, scaturito dal confronto con quello di altri, per evidenziare come la chiarezza della parola presuppone necessariamente la chiarezza del concetto che intende comunicare. Tale obiettivo, si è già avuto modo di mettere in luce più volte con gli studenti, non potrà mai essere pienamente raggiunto per l'essenziale infinita tensione che caratterizza l'atteggiamento filosofico sia dal punto di contenutistico, con la scoperta e la formulazione di nuove riflessioni, sia da quello formale poiché “al meglio non c'è mai fine”. A partire da questo filo conduttore, la proposta di aderire al progetto “A suon di parole” non poteva essere più calzante poiché ripropone l'esigenza di chiarezza e incisività verbale in un'ottica di confronto di argomenti. Come nei riguardi di qualsiasi novità, la scelta di partecipare non è stata immediata poiché si è scontrata con i timori sia degli insegnanti che degli studenti. Essere in fase di trasformazione da istituto d'arte a liceo artistico comporta per la nostra scuola sovrapposizioni di esigenze e aspettative sui programmi e sulle abilità da sviluppare che non sempre possono godere della linearità che una tradizione di contenuti e forme, come quella di altri licei, può concedere. Nei programmi di un istituto d'arte si concede necessariamente maggior spazio e tempo a materie di tipo tecnico-pratico al fine di formare artisti-artigiani altamente qualificati nei diversi settori (design, grafica, multimedia, arti figurative); per realizzare la trasformazione in liceo artistico, l'attenzione si sposta su una formazione più articolata e teorica al fine di fornire strumenti critici (sia di contenuto che di modalità) per affrontare qualsiasi ambito di futuro approfondimento. In tal senso la proposta di cimentarsi con la strategia della controversia argomentativa ha trovato terreno fertile perché si è rivelata e si sta rivelando come un verso strumento per mantenere al centro l'operatività e l'autonomia degli studenti: il docente funge da “maestro socratico” nello stimolare il confronto fra idee e punti di vista che provengono però dall'esperienza e dalla capacità di riflessione e di rielaborazione dei discenti. Viene dunque valorizzato lo spirito di intraprendenza, di creatività (in senso ampio) e di ricerca che caratterizza in genere la maggior parte degli studenti che scelgono un indirizzo artistico, desiderosi di esprimere personalità e idee forti e originali. La sfida del concorso “A suon di parole” è stata perciò raccolta, in primis dagli studenti desiderosi di confrontarsi sia fra loro che con eventuali “colleghi” di altre scuole, nonostante non sia mancata la paura di non essere all'altezza. La specificità di un liceo artistico sta proprio nel valorizzare le potenzialità di un'espressione visiva di idee e concetti e pertanto la proposta di misurarsi con la pura forma verbale è stata ulteriormente colta in tutto il suo valore di novità. La modalità argomentativa con l'utilizzo di strategie retoriche era già stata affrontata nell'anno scolastico precedente grazie all'incontro con la corrente dei Sofisti e gli studenti avevano sperimentato la difficoltà, in tre minuti, di sostenere una tesi e l'esatto opposto. Per allenarsi in vista della fase interna all’istituto del torneo, quest'anno ogni studente è stato invitato a preparare tre minuti di monologo su un tema a scelta libera e tale libertà ha avuto un effetto estremamente positivo poiché ha fatto prendere coscienza a ciascuno di quanto sia importante sapere cosa si vuole comunicare: troppo spesso infatti, e tale riflessione è scaturita da questa esperienza di classe, si “parla” (nel senso più ampio possibile ovvero si condividono contenuti in modo mediato o immediato attraverso soprattutto i social network) senza avere un'idea precisa del perché e del cosa si voglia dire, per il puro gusto di essere visibili e presenti in un'arena virtuale di esperienze. L'essere obbligati a scegliere di cosa parlare, a prepararsi e a farlo di fronte a un pubblico reale, conosciuto, più o meno stimato, ha costretto i ragazzi a interrogarsi su ciò che desideravano condividere e sulle modalità, poi esplicitamente passibili di critica, attraverso cui farlo. Tale esercizio ha avuto due ricadute molto positive: la prima è stata un'aumentata autostima generale circa le proprie possibilità espressive verbali poiché quasi tutti, dopo un inizio imbarazzato e imbarazzante, hanno saputo gestire i minuti a loro affidati; la seconda si è rivelata più su un piano relazionale poiché il mettersi in gioco e l'essere disponibili alla critica e all'autocritica ha migliorato il clima di classe favorendo uno scambio profondo e sincero sui diversi atteggiamenti e vissuti che venivano messi in luce e che esplicitavano parti importanti dei vari caratteri degli studenti. 14 Assegnati poi i temi delle sfide interne, si è passati ad approfondire anche l'aspetto contenutistico sottolineando la peculiarità della fase contro-argomentativa come risposta puntuale a ciò che gli avversari affermano e non aggiunta di nuovi temi. La ricerca di elementi per sostenere la propria tesi è stata per tutte le classi molto stimolante, ma ha anche chiaramente messo in luce le diversità fra i tre indirizzi che caratterizzano il nostro liceo: grafica, multimedia e design. Sia quando la tesi era esplicitamente collegata all'ambito artistico (“L'arte contemporanea è/non è arte” - “L'e-book è/non è una risorsa”) sia quando essa invece considerava elementi più generali (“L'adozione deve essere/non deve essere possibile solo per le coppie eterosessuali”), ogni classe ha messo in luce argomenti e modalità di espressione di essi molto attinenti al proprio indirizzo e ciò è stato fonte di estrema soddisfazione soprattutto per gli insegnanti di progettazione e di materie pratiche che hanno potuto toccare con mano la capacità degli studenti di applicare e realizzare le tecniche acquisite durante le lezioni. In questo senso, la modalità didattica dell'argomentazione favorisce l'interdisciplinarità che è una caratteristica essenziale sia del neonato liceo artistico che in realtà della proposta pedagogica della nuova visione di scuola. Studenti e insegnanti vengono infatti stimolati a ricercare nel proprio bagaglio culturale elementi che possano essere compresi dall'interlocutore, ma che riescano anche a stupire e a spiazzare per la novità del punto di vista in modo da rendere più difficoltosa, proprio perché portata su un terreno molto specifico, la formulazione di contro-argomentazioni. La controparte viene dunque stimolata a rispondere utilizzando incisivamente contenuti già in loro possesso e approfondendo le tematiche nuove per verificarne l'attinenza e sottolinearne eventuali debolezze. I pomeriggi delle sfide interne sono stati appassionati, ma al contempo allegri e rispettosi. La presenza di un giudice esterno, come garanzia di equità e di rispetto degli standard del progetto, ha fatto assaporare agli studenti il brivido del giudizio il più imparziale possibile e il dialogo che è seguito ad ogni incontro ha permesso a ciascuno, sia come classe che come individuo, di focalizzare i propri punti di forza e di debolezza. Tale clima di stima reciproca ed entusiasmo ha caratterizzato anche la fase preparatoria all'incontro con una classe di un'altra scuola e non solo all'interno della classe vincitrice, ma anche fra le altre quarte che avevano partecipato – e perso - sia come studenti che come insegnanti. Molto bello è stato il gioco di squadra fra alcuni docenti di varie materie e di diverse classi che, sentendo parlare del tema della sfida sui corridoi, in sala insegnanti o dai ragazzi stessi, si sono dati molto da fare per trovare e condividere materiale: in questo senso il progetto ha favorito il sentimento di appartenenza ad una realtà scolastica molto complessa, perché in fieri, come quella del liceo artistico. Ed eccoci al termine (o quasi...) di questa edizione del progetto cercando di tracciare delle linee di giudizio su di esso nel suo complesso, ben consapevoli della provvisorietà di esse. Certamente questa nuova (benché così antica) strategia didattica è risultata vincente soprattutto durante le ore di insegnamento della filosofia poiché è stata utilizzata in modo esplicito. L'attenzione alla chiarezza della formulazione delle proprie tesi e l'ascolto critico di quelle degli altri stanno però diventando, gradualmente ma in modo diffuso, un atteggiamento condiviso dagli studenti che hanno partecipato al progetto nei confronti non solo di altre discipline scolastiche, ma anche di esperienze esterne alla scuola stessa: programmi televisivi, discorsi di personaggi più o meno noti, presentazioni di mostre, progetti, concorsi vengono ora vagliati in modo più attento e consapevole dalle orecchie e dalle menti di studenti a cui è stata messa in luce la ricchezza della parola. Vengono in questo modo sviluppate le competenze sociali, civiche e logico-argomentative, lo spirito di iniziativa e di intraprendenza che sono i pilastri su cui è stato costruito questo progetto. Altro punto di forza del concorso, e della conseguente metodologia didattica che dovrebbe entrare a far parte della quotidianità d'aula, è la possibilità di approfondire in modo critico tematiche di attualità, dibattendole “in diretta” mentre i fatti accadono e vagliando così la correttezza e la chiarezza delle informazioni che i diversi mezzi di comunicazione mettono in campo. Si crea o si sviluppa così la capacità critica degli studenti al fine di guidarli su una strada di partecipazione responsabile alla vita politica, nazionale e internazionale, che passa certamente attraverso la comprensione e l'utilizzo di un linguaggio corretto e di una forma consona al luogo e all'argomento di cui si tratta. Certo non mancano alcuni punti di debolezza come la necessità di un tempo lungo per “l'allenamento” di tutti gli studenti al discorso in pubblico e la preparazione delle argomentazioni, tempo che purtroppo scarseggia sempre. La soluzione a questo problema potrebbe essere quella di inserire in più discipline la strategia 15 del dibattito argomentativo in modo da poter proporre tematiche, almeno per la fase d’aula o di istituto, attinenti ai programmi svolti in classe nelle materie coinvolte. D'altro canto gli studenti, nei questionari compilati al termine dell'esperienza, hanno sempre sottolineato che uno degli elementi più entusiasmanti della partecipazione a questo progetto è proprio la possibilità di confrontarsi su argomenti di attualità trasversali, e non quindi esclusivamente collegati ad una disciplina scolastica, ma che richiedono competenze e conoscenze non strettamente scolastiche. Il risultato che si ottiene stimolando il contraddittorio ben argomentato in molteplici momenti del percorso scolastico è quello di riuscire a trasmettere in modo più incisivo un metodo di ricerca e di capacità critica che valga in ogni ambito dell'esistenza, più che un insieme di contenuti che rischiano di essere esclusivamente memorizzati e non interiorizzati. Nuovamente è esplicito il riferimento alla metodologia socratica della maieutica ovvero dell'accompagnare lo studente nel concepire, far crescere e dare alla luce idee e ragionamenti propri, salvandolo così dal rischio del plagio e della passività. Il risultato più significativo è stato infatti la crescente disponibilità degli studenti, anche di quelli che all'inizio avevano apertamente dichiarato che non avrebbero mai parlato davanti a un pubblico, a diventare oratori per le sfide successive: tale atteggiamento ha messo in luce come i ragazzi abbiano colto il vero senso del progetto che non vuole essere soltanto una torneo, ma un percorso all'interno del quale camminare, sia come attori che come spettatori, potenziando la proprie abilità di riflessione, ricerca, produzione e di ascolto non per raggiungere uno standard uguale per tutti, ma per migliorare se stessi. Claudia Cristoforetti Liceo Artistico “F. Depero” - Rovereto *Questo testo è stato pubblicato anche in: http://www.indire.it/content/index.php?action=read&id=1839 http://www.iprase.tn.it/ricerca/a-suon-di-parole/. 16 Le gare e i temi del torneo di dibattito argomentativo “A suon di parole” Gare eliminatorie tra le classi dei vari istituti Liceo Scientifico “G. Galilei” – Trento 11 febbraio 2014 Classe III A ORD vs Classe III B ORD Argomento del dibattito: La moda è espressione della propria personalità / La moda non è espressione della propria personalità Vince la Classe III A ORD 18 febbraio 2014 Classe III A ORD vs Classe III C ORD Argomento del dibattito: Il genitore deve stabilire un orario di rientro serale per il figlio minorenne / Il genitore non deve stabilire un orario di rientro serale per il figlio minorenne Vince la Classe III C ORD Liceo Scientifico “L. da Vinci” – Trento 3 dicembre 2013 Classe IV B vs Classe IV I Argomento del dibattito: È bene che la settimana scolastica sia dal lunedì al sabato / È bene che la settimana scolastica sia dal lunedì al venerdì Vince la classe IV I 12 dicembre 2013 Classe IV A vs Classe IV D Argomento del dibattito: I graffiti sono vera arte / I graffiti non sono vera arte Vince la classe IV A Finale di istituto 7 febbraio 2014 Classe IV A vs Classe IV I Argomento del dibattito: Trento, prima città italiana 2013 per qualità della vita: giudizio condivisibile / giudizio non condivisibile Vince la classe IV A 17 Liceo Linguistico “S. Scholl” – Trento 24 febbraio 2014 Classe IV LB vs Classe IV LC Argomento del dibattito: È giusto che le pubbliche amministrazioni consentano la diffusione del gioco d’azzardo / Non è giusto che le pubbliche amministrazioni consentano la diffusione del gioco d’azzardo Vince la classe IV LB Istituto Tecnico Economico “A. Tambosi - L. Battisti” – Trento 3 febbraio 2014 Classe III RA vs Classe III RB Argomento del dibattito: La valutazione scolastica va effettuata solo dagli insegnanti / La valutazione scolastica non va effettuata solo dagli insegnanti, anche gli studenti devono poter valutare i docenti Vince la classe III RB Classe III TC vs Classe IV RA Argomento del dibattito: Le regole sono un limite / Le regole sono un’opportunità Vince la classe IV RA Liceo “A. Rosmini” – Rovereto 14 febbraio 2014 Classe III B Linguistico vs Classe I B Classico Argomento del dibattito: Non è giusto / È giusto che la ricerca scientifica utilizzi cavie animali Vince la classe III B Linguistico Liceo artistico “F. Depero” – Rovereto 5 febbraio 2014 Classe IV A Grafica vs Classe IV B Grafica Argomento del dibattito: L’adozione solo a coppie eterosessuali / a tutti Vince la classe IV B Grafica 12 febbraio 2014 Classe IV C Multimedia vs Classe IV D Design Argomento del dibattito: e-book: impoverimento / risorsa Vince la classe IV D Design 18 Liceo “A. Maffei” – Riva del Garda 30 gennaio 2014 Classe III A SA vs Classe IV A SU Argomento del dibattito: I titoli di studio devono mantenere / non devono mantenere il loro valore legale Vince la classe III SA Classe III B SC vs Classe II A CL Argomento del dibattito: È opportuno che lo Stato garantisca / non garantisca a tutti i cittadini un reddito di cittadinanza Vince la classe II A CL 31 gennaio 2014 Classe III B SU vs Classe IV A SC Argomento del dibattito: I modelli sono / non sono necessari per crescere Vince la classe IV A SC 4 febbraio 2014 Classe III A SU vs Classe IV A SA Argomento del dibattito: È giusto / non è giusto concedere amnistie per far fronte al sovraffollamento carcerario Vince la classe IV A SA Classe IV B SU vs Classe III B SA Argomento del dibattito: La cittadinanza va concessa / non va concessa in base allo jus soli Vince la classe IV B SU 5 febbraio 2014 Classe III A SC vs Classe III B SC Argomento del dibattito: A caval donato non si guarda / si guarda in bocca Vince la classe III A SC 11 febbraio 2014 Classe III B SA vs Classe IV A LIN Argomento del dibattito: Le intercettazioni telefoniche sono / non sono ammissibili in uno Stato liberale Vince la classe IV A LIN Classe IV A SC vs Classe IV B SC Argomento del dibattito: La bellezza è un carattere fondamentale / non è un carattere fondamentale dell’arte Vince la classe IV B SC 19 19 febbraio 2014 Classe IV A LIN vs Classe IV B SU Argomento del dibattito: L'immunità parlamentare è accettabile / è inaccettabile in una democrazia Vince la classe IV A LIN Classe IV A SU vs Classe III A SA Argomento del dibattito: La sperimentazione sugli animali è necessaria / non è necessaria Vince la classe III A SA 20 febbraio 2014 Classe III A LIN vs Classe III A SU Argomento del dibattito: Il finanziamento pubblico ai partiti va abolito / non va abolito Vince la classe III A LIN 26 febbraio 2014 Classe IV B SC vs Classe III B SU Argomento del dibattito: La felicità personale ha a che fare / non ha a che fare con le condizioni politiche Vince la classe IV B SC Classe II A CL vs Classe III A SC Argomento del dibattito: Lo Stato dovrebbe / non dovrebbe dissuadere dal gioco d'azzardo Vince la classe II A CL 27 febbraio 2014 Classe IV A SA vs Classe III A LIN Argomento del dibattito: L'autonomia trentina è ancora / non è più giustificata Vince la classe IV A SA 20 GARE PER LE FINALI D’ISTITUTO Liceo Scientifico “L. da Vinci” – Trento 7 febbraio 2014 Classe IV A vs Classe IV I Argomento del dibattito: Trento, prima città italiana 2013 per qualità della vita: giudizio condivisibile / giudizio non condivisibile Vince la classe IV A Istituto Tecnico Economico “A. Tambosi - L. Battisti” – Trento 7 febbraio 2014 Classe III RB vs Classe III RA Argomento del dibattito: È legittimo ed auspicabile che si diffonda la pratica delle adozioni anche per le coppie omosessuali / l’adozione deve avvenire all’interno di coppie regolari ed eterosessuali Vince la classe IV RA Liceo artistico “F. Depero” – Rovereto 19 febbraio 2014 Classe IV B Grafica vs Classe IV D Design Argomento del dibattito: L’arte contemporanea è / L’arte contemporanea non è arte Vince la classe IV B Grafica Liceo “A. Maffei” – Riva del Garda 19 marzo 2014 Classe IVA SA vs Classe IIIA SA Argomento del dibattito: È giusto / non è giusto imporre alle famiglie la vaccinazione obbligatoria dei figli Vince la classe IVA SA 3 aprile 2014 Classe IVA LIN vs Classe IVA SA Argomento del dibattito: Le quote rosa sono / non sono necessarie Vince la classe IVA SA 21 11 aprile 2014 Classe IIA CL vs Classe IVB SC Argomento del dibattito: è giusto / non è giusto concedere alle coppie di fatto il diritto all'adozione Vince la classe IIA CL Classe IIIA SA vs Classe IVA LIN Argomento del dibattito: Il voto elettronico è uno strumento che favorisce / non favorisce il funzionamento di una democrazia Non disputata QUARTI DI FINALE TRENTO Argomento del dibattito: Le elezioni europee del 2014 cambieranno / non cambieranno la partecipazione effettiva dei cittadini alla vita dell’U.E. Istituto Tecnico Economico “A. Tambosi - L. Battisti” 26 marzo 2014 Classe IV RA - Istituto Tecnico Economico “A. Tambosi - L. Battisti” vs Classe IV A - Liceo Scientifico “L. da Vinci” Vince la classe IV A - Liceo Scientifico “L. da Vinci” Liceo Linguistico “S. Scholl” 27 marzo 2014 Classe IV LB - Liceo Linguistico “S. Scholl” vs Classe III C SA - Liceo Scientifico “G. Galilei” Vince la classe III C SA - Liceo Scientifico “G. Galilei” 22 ROVERETO Argomento del dibattito: Riservare quote di genere favorisce / non favorisce le pari opportunità Liceo Artistico “F. Depero” 15 aprile 2014 Classe IV B Grafica - Liceo Artistico “F. Depero” vs Classe III B Linguistico - Liceo “A. Rosmini” Vince la classe IV B Grafica, Liceo Artistico “F. Depero” RIVA DEL GARDA Argomento del dibattito: L'età della classe politica dirigente incide / non incide sulla rinnovabilità del sistema politico Liceo “A. Maffei” – Riva del Garda 29 aprile 2014 Classe II A CL vs Classe IV A SA Vince la classe II A CL SEMIFINALI Argomento del dibattito: Le nuove tecnologie favoriscono / non favoriscono la qualità dell'informazione TRENTO Liceo Scientifico “L. da Vinci” 14 maggio 2014 Classe IV A - Liceo Scientifico “L. da Vinci” vs Classe III C SA - Liceo Scientifico “G. Galilei” Vince la classe IV A – Liceo Scientifico “L. da Vinci” 23 ROVERETO Liceo “A. Rosmini” 14 maggio 2014 Classe IV B Grafica - Liceo Artistico “F. Depero”, Rovereto vs Classe II A Classico – Liceo “A. Maffei”, Riva del Garda Vince la classe II A Classico “L. Maffei” GARA FINALE DEL TORNEO TRENTO Università di Trento Facoltà di Giurisprudenza 4 giugno 2014 Classe IV A Scientifico “L. da Vinci” - Trento vs Classe II A Classico – Liceo “A. Maffei” - Riva del Garda Argomento del dibattito: Per i cittadini europei le diversità culturali rappresentano una risorsa / rappresentano una criticità. 24 Gli studenti e gli insegnanti che hanno partecipato al torneo “A suon di parole” dell’anno scolastico 2013/ 2014 Liceo Scientifico “G. Galilei” – Trento CLASSE III A Ord Docente: Laura Bonvicini CLASSE III B Ord Docenti: Isabella Lopreiato Francesca Paternolli CLASSE III C Ord Docenti: Cristina Braga Felice Valentinotti Studenti Studenti Studenti 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. Avi Diego Bertoldi Roberto Bertotti Alessio Biasioni Francesco Breigheche Mariam Damaggio Nicole Fronza Massimiliano Gaggia Jacopo Ghobert Giacomo Giacomoni Ruggero Giovannini Patrick Gorgazzini Alda Huber Stefano Meneghini Valentina Parisi Federico Pedrotti Francesco Piccoli Elisabetta Rangoni Federico Rossetti Gaia Sala Massimiliano Bertoldi Simone Betalli Vittorio Bonvicini Giorgio Cioffi Simone Collini Elettra Ferrari Jacub Gardenghi Chiara Gardenghi Sara Massenzana Cecilia Mori Alessia Nardelli Sathya Ochner Francesco Odasso Margherita Paoli Alessandro Passarella Cecilia Pergola Daniel Russo Giovanni Volpato Nicola Zancanella Daniele Zenatti Andrea D’Acunto Edoardo 25 Bailoni Nico Baldo Michele Brezzi Nicola Casagranda Andrea Dalla Maria Elena D’Amato Giacomo Delama Giulio Fox Andrea Frate Agustina Ghezzer Luigi Helaoui Hazem Maffei Massimiliano Marinelli Alessia Pedrini Giulia Pedrotti Alessandro Reinhard Erik Rensi Samuele Roner Ingrid Severin Eduard Liceo Scientifico “L. da Vinci” – Trento CLASSE IV A Docente: Michele Dossi CLASSE IV B Docenti: Francesco Bailo, Stefano Brusciati CLASSE IV D Docenti: Giovanni Daldoss, Angela Pettinella Studenti Studenti Studenti 1. Betti Lorenzo 2. Bosetti Mattia 3. Bottura Francesca 4. Caushi Ana 5. Cavazzani Gabriele Luigi 6. De Giovanelli Emiliano 7. Demozzi Stefano 8. Facchini Yarin 9. Ghezzi Selene 10. Grosselli Valentina 11. Hueller Andrea 12. Martinelli Luca 13. Mazzalai Francesca 14. Montibeller Selly 15. Ndimurwanko Noa 16. Paissan Martin 17. Paris Chiara 18. Pedrotti Daniele 19. Scotton Chiara 20. Simula Emiliano 21. Strada Anna 22. Tonelli Riccardo 23. Trentini Francesca 1. Ahmad Sameer 2. Bosco Anna 3. Brugnara Nicolò 4. Condini Serena 5. Dal Trozzo Caterina 6. Dalmaso Cristiano 7. Della Vecchia Mattia 8. Girardi Angela 9. Maffei Andrea 10. Magnago Nicole 11. Moser Alessia 12. Nardon Andrea 13. Pasolli Anna 14. Pavesi Michele 15. Santolini Virginia 16. Santoni Andrea 17. Sboner Nicola 18. Sebastiani Angela 19. Zajac Carlo 1. Andreatti Veronica 2. Beatrici Elisa 3. Beatrici Luana 4. Bleggi Alessandro 5. Bragagna Sofia 6. Codarin Lorenzo 7. Cozzini Silvia 8. Del Prete Marco 9. Galvagni Cristina 10. Imoscopi Gianluca 11. Leonardi Stefano 12. Menestrina Michele 13. Monti Deisi Elettra 14. Nascimbeni Ludovica 15. Orsini Luca 16. Popoli Matteo 17. Sartori Annalisa 18. Schmidt Francesca 19. Segata Matthias 20. Veronese Joshua CLASSE IV I Docente: Angela Pettinella Studenti 1. Antelmi Laura 2. Baldessari Anna 3. Boschetti Marco 4. Calzá Arianna 5. Castaldi Federica 6. Clementi Beatrice 7. D’Acconti Alessandro 8. Dalrí Federico 9. D’Andrea Marta 10. Fontana Alice Martina 11. Frisanco Elisa 12. Giacomozzi Mattia 13. Nardin Elisabetta 14. Orsingher Giulio 15. Pisetta Stefano 16. Rodriguez Penaranda Natali 17. Rossi Paolo Cesar 18. Trotter Eleonora 26 Liceo Linguistico “S. Scholl” – Trento CLASSE IV LB Docenti: Martina Dallabetta, Angela Postiglione CLASSE IV LC Docenti: Angela Postiglione, Andrea Santini Studenti Studenti 1. Balestri Daniela 2. Bonetti Daniela 3. Bratakos Napoleon 4. Carbonari Laura 5. Comai Davide 6. Degasperi Giorgia 7. Foresti Alessia 8. Gilli Alessandra 9. Gretter Magda 10. Merler Riccardo 11. Monardo Anna 12. Moser Chiara 13. Moser Giorgia 14. Pellegrini Sabina 15. Roncador Breyner Steward 16. Rossi Elisa 17. Tabarelli de Fatis Chiara 18. Tenaglia Costanza 19. Zanotti Tatiana 20. Zenobio Miriam 1. Ballardini Alessandra 2. Bortolameotti Nicola 3. Brida Paolo 4. Caforio Giorgia 5. Demattè Angela 6. Eccel Emily 7. Faes Giacomo 8. Fedrizzi Laura 9. Ghezzi Anna 10. Hoxha Nevila 11. Ianieri Eleonora 12. Iberhasaj Alda 13. Moser Michele 14. Oieni Giulia 15. Palmieri Elena 16. Parenti Giulia 17. Portolan Carlo 18. Toller Barbara 19. Vicenzi Camilla 27 Istituto Tecnico Economico “A. Tambosi - L. Battisti” – Trento CLASSE III RA Docente: Stefano Leitempergher CLASSE III RB Docente: Giovanna Nicolini CLASSE IV RA Docente: Stefano Leitempergher Studenti Studenti Studenti 1. Bampi Michele 2. Beber Elisa 3. Bertuzzi Marco 4. Booveanu Diana Maria 5. Cattono Davide 6. Chistè Eleonora 7. Deflorian Lara 8. Dellagiacoma Damiano 9. Delogu Stefania 10. Franzoi Daniele 11. Galler Elena 12. Gilli Matteo 13. Martinelli Aurora 14. Paonessa Ilenia 15. Pidghirnii Vlada 16. Rampanelli Mattia 17. Tarantini Andrea 18. Tomasi Lorenzo 19. Vitelli Mattia 1. Bazzanella Francesca 2. Bolognani Matteo 3. Carpentari Gianluca 4. Conte Federico 5. Fiutem Lorenzo 6. Gardumi Chiara 7. Lavore Giorgia 8. Mena Tutillo Kevin Alexis 9. Miori Alberto 10. Mirizzi Angelica 11. Moser Mattia 12. Moser Nicola 13. Paolazzi Milena 14. Pittaro Sara 15. Ricio Ciro 16. Sigismondi Simone 17. Tamanini Nicholas 18. Toller Veronica 1. Bobja Tea 2. Bortoli Laura 3. Chistè Michela 4. Coser Elisa 5. Dorigatti Valentina 6. Filippi Nicolò 7. Giovanella Silvia 8. Hasani Adelina 9. Lovece Rosy 10. Marchesini Sofia 11. Martinetti Martina 12. Massignan Marco 13. Mercati Torella Giulia 14. Modoran Bianca Petruta 15. Nicastro Angela 16. Ress Sara 17. Zanettini Alessandro 18. Zeni Isabella CLASSE III TC Docente: Sofia Maiolini Studenti 1. Bertholom Nicola 2. Bovolon Anna 3. Caldonazzi Stefano 4. Facchini Giulia 5. Gijevska Meri 6. Lanotte Giuseppe 7. Martinelli Viviana 8. Miorandi Nicola 9. Muraca Federica 10. Nardin Aurora 11. Olivo Uguna 12. Pellegrini Marianna 13. Torres Quintero Edgar 14. Valentini Monica 28 Liceo “A. Rosmini” – Rovereto CLASSE III B Linguisitico Docente: Lucia Debiasi, CLASSE I B Classico Docente: Raffaella Caldonazzi Studenti Studenti 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 1. Amadori Silvia 2. Bona Benedetta 3. Brun Daisy 4. Cainelli Andrea 5. Di Fazio Francesca 6. Foradori Benedetta 7. Frisinghelli Filippo 8. Marasca Lorenzo 9. Martini Lisa 10. Molinari Elena 11. Moscatelli Elia 12. Perea Eleonora 13. Raoss Stefania 14. Rizzi Davide 15. Santuari Bartolomeo 16. Sartori Aurora 17. Spagnolli Aurora 18. Tezzele Aurora 19. Tomasi Arianna 20. Torelli Leonardo 21. Virone Elena Amistadi Erica Andreolli Giada Bisoffi Andrea Bottesi Marta Calabri Emily Cestarollo Carolina Ciaghi Giulia D’Amato Giuseppe Francesco 9. Demozzi Martina 10. Francesconi Beatrice 11. Hallidri Erzana 12. Martinelli Jessica 13. Pancot Denise 14. Prandi Alice 15. Ulivieri Layla 16. Viesi Caterina 17. Zambelli Rachele 18. Zenatti Giorgia 29 Liceo artistico “F. Depero” – Rovereto CLASSE IV A Grafica Docente: Claudia Cristoforetti CLASSE IV B Grafica Docenti: Claudia Cristoforetti, Mariapia Mazzurana CLASSE IV C Multimedia Docente: Claudia Cristoforetti Studenti Studenti Studenti 1. Andreolli Maddalena 2. Caldara Nicole 3. Chiampan Ariela 4. Fermo Elisabetta 5. Fontana Sabrina 6. Fontanari Erica 7. Granata Massimiliano 8. Grimaz Luca 9. Menegatti Elisa 10. Menegatti Mattia 11. Parolari Francesco 12. Pontalti, Sabrina 13. Veronesi Vittorio 14. Zendri Anna 1. Baltieri Federico 2. Bassetti Giulia 3. Bazzano Asia 4. Beghini Alessandra 5. Bontempo Davide 6. Da Prà Lorenza 7. Fagone Elisabetta 8. Franzetti Alessandro 9. Giavara Laura 10. Giovanninetti Genny 11. Lorenzini Margherita 12. Mariotti Sara 13. Rossi Isabel 14. Simoni Monica 15. Zendri Noemi 1. Amistadi Nadin 2. Dalrì Elisabetta 3. Fia Valentina 4. Mall Daniel 5. Oberti Maddalena 6. Ottaviani Mattia 7. Penasa Laura 8. Rosa Carolina 9. Scudiero Lorenzo 10. Simoncelli Giulia 11. Valle Arianna CLASSE IV D Design Docenti: Claudia Cristoforetti, Luca Valduga Studenti 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. Ferro Filippo, Ianeselli Nicole Maule Giorgia Neculai Adina Oliosi Sebastiano Pincelli Simone Prati Alice Soini Maddalena 30 Liceo “A. Maffei” – Riva del Garda CLASSE II A Classico Docente: Tiziano Dongilli CLASSE III A Linguistico Docenti: Laura Benzi, Marina Bonometti, Maria Pia Calza, Lina Lo Gullo CLASSE IV A Linguistico Docenti: Maura Maino, Marina Bonometti, Maria Pia Calza, Lina Lo Gullo Studenti Studenti Studenti 1. Agnolin Silvia 2. Balliu Klesi 3. Bombardelli Laura 4. Crosina Damiano 5. Cuccaro Elisa 6. De Gaetano Alessandro 7. Ducati Viola 8. Giordani Ylenia 9. Lutteri Francesca 10. Maino Carola 11. Mazzola Ilaria 12. Morbin Elisabetta 13. Musetti Elena Francesca 14. Nardelli Ilaria 15. Remia Carolina 16. Rigotti Sofia 17. Tarolli Fabiola 18. Veronesi Luca 19. Zampiccoli Leopoldo 20. Zanada Anna Sofia 1. Appoloni Sonia 2. Avancini Martina 3. Barbiero Elena 4. Berlanda Marta 5. Bommartini Eva 6. Boninsegna Anna 7. Bortolotti Chiara 8. Fonti Romina 9. Gozza Perugini Alice 10. Lohoff Leonardo 11. Malfer Claudia Maria 12. Merli Serena 13. Pellegrini Roberta 14. Proch Matilde 15. Ranieri Vincent Salvador 16. Santoni Virginia 17. Segalla Agnese 18. Segalla Barbara 19. Tappainer Noemi 20. Tavernini Sabrina 21. Tonelli Marianna 22. Trentini Ludovica 1. Argenziano Elisa 2. Benini Malvina 3. Boschetti Martina 4. Demozzi Tommaso 5. Formaggioni Lisa 6. Furletti Cinzia 7. Giordanella Alice 8. Luehwink Amalia 9. Magri Marica 10. Malandrino Francesca 11. Marinaro Massimiliano 12. Matteotti Valeria 13. Miori Maddalena 14. Nolli Elisa 15. Pizzini Damiano 16. Reigl Veronica 17. Rodella Daniela 18. Sartori Emma 19. Vanni Elena 20. Vernesoni Anna 31 CLASSE III A Scienze CLASSE IV A Scienze applicate applicate Docente: Danilo Dusatti Docenti: Tatiana Arrigoni, Anna Maria Bisi CLASSE III B Scienze applicate Docenti: Tatiana Arrigoni, Marco Cassisa, Stefania Rossi Studenti Studenti Studenti 1. Benini Nadia 2. Bombardelli Edoardo 3. Bombardelli Elia 4. Bombardelli Giada 5. Boninsegna Sara 6. Bonisolli Lorenzo 7. Corraini Daniele 8. Corraini Zucchelli Ketty 9. Cozzaglio Andrea 10. De Masi Laura 11. Formaggioni Alessandro 12. Frizzi Gregorio Linus 13. Gagliardi Nicola 14. Koenig Alessandro 15. Marchettini Beatrice 16. Marchi Federico 17. Menotti Amedeo 18. Miori Deborah 19. Nicolodi Emanuele 20. Peroni Giacomo 21. Ricozzi Marvin James Paul 22. Sinanaj Arjon 23. Zanoni Matteo 1. Armani Valerio 2. Awurumibe Chinwendu Catherine Nkechika 3. Boninsegna Giulio 4. Calandra Matteo 5. Curti Isabella; 6. Donati Santiago 7. Frioli Mattia 8. Graniero Luigi 9. Marucci Giovanni 10. Oradini Jan 11. Pederzolli Alex 12. Soave Michele 13. Spagnolli Federico 14. Valenti Alessio 15. Vincenzi Stefano 16. Vinci Dimitri 1. Albertani Matteo 2. Bettoglia Alessandro 3. Bombarda Chiara 4. Calzá Sean 5. Carretta Lorenzo 6. Casolla Alan 7. Fabbri Edoardo 8. Facci Michele 9. Fambri Davide 10. Fontana Valentina 11. Guella Francesca 12. Longo Leonardo 13. Maffei Massimo 14. Masia Adriano 15. Mezzanotte Valeria 16. Pernici Alessandro 17. Pop Bogdan Sebastian 18. Portugheis Aaron 19. Prandi Riccardo 20. Quagliata Michael 21. Rosa Beatrice 22. Santoni Lorenzo 23. Zanoni Filippo 32 CLASSE III A Scientifico Docenti: Anna Maria Bisi, Marco Cassisa CLASSE IV A Scientifico Docente: Danilo Dusatti CLASSE III B Scientifico Docenti: Paola Andreoli, Maria Chiara Betta Studenti Studenti Studenti 1. Andreoli Elisa 2. Andreotti Simone 3. Bassetti Elisa 4. Benaglio Serena 5. Bernardi Francesco 6. Bonizzato Giacomo 7. Bresciani Sara 8. Bronzini Riccardo 9. Caresani Alessandra 10. Casella Eleonora 11. Castellani Desiré 12. Colta Andrea Roxana 13. Cozzaglio Marta 14. Demurtas Simone 15. Di Blas Costanza 16. Frizzi Giorgia 17. Leoni Chiara 18. Lo Presti Irene 19. Martintoni Davide 20. Matteotti Federico 21. Meloni Ylenia 22. Pedergnana Nicole Ines 23. Rigatti Andrea 24. Seneci Sveva 25. Tonelli Linda 26. Zucchelli Alberto 27. Zunic Matea 1. Alvarez Manuel Ricardo 2. Andreasi Giacomo 3. Bassetti Mattia 4. Bertamini Francesco 5. Casari Elisa 6. Chemolli Filippo 7. Chesani Pamela 8. Chiaratti Francesca 9. Colo Alex 10. Crosina Francesco 11. Ferrari Nicholas 12. Galli Rocco 13. Leonardi Martina 14. Lo Presti Riccardo 15. Mazzola Giulia 16. Pedrazzoli Robin Julian 17. Pellegrini Lorenza 18. Piva Elena 19. Sommadossi Livia 20. Tosi Alessandro 21. Tosi Luca 22. Trentini Guglielmo 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 33 Benini Nicola Colombo Juan Di Gregorio Giuseppe Farina Antonia Favaro Eleonora Gilli Andrea Hitthaler Elena Intennimeo Timothy Edward 9. Kociasi Isla 10. Lotti Alessandro 11. Mattuzzi Luca 12. Miorelli Eleonora 13. Miori Giorgia 14. Morandi Cristina 15. Notararigo Vanessa 16. Pellegrini Riccardo 17. Pifferi Anna 18. Planchestainer Gianmarco 19. Polli Jessica 20. Spatarelu Mihai Sebastian 21. Viscardi Stefania 22. Zamboni 23. Zanetti Martina 24. Zanin Stefano 25. Zucchelli Chiara CLASSE IV B Scientifico Docente: Maria Chiara Betta CLASSE III A Scienze umane Docente: Maura Maino CLASSE IV A Scienze umane Docente: Maura Maino Studenti Studenti Studenti 1. Agarri Panigutti Dominique 2. Battistoni Francesco 3. Benamati Sofia 4. Bertamini Stefano 5. Bresciani Matteo 6. Cappello Nicola 7. Chincarini Angelica 8. Duchi Mattia 9. Gatti Vittorio 10. Ghion Davide 11. Maino Rachele 12. Peretti Nicola 13. Prati Paride 14. Rosa' Tommaso 15. Tobaldi Nicolo' 16. Toblini Edoardo 17. Toccoli Marco 18. Tonelli Martina 19. Torboli Federico 20. Vincenzi Riccardo 1. 2. 3. 4. 5. 1. Angelini Alessia 2. Bertamini Elisa 3. Calliari Fabiana 4. Castorina Giulia 5. Dassatti Elisa 6. Gobbi Claudia 7. Leder Anna 8. Mazzoldi Anna 9. Mazzoldi Giada 10. Miorelli Althea 11. Monticelli Marianna 12. Mora Lara 13. Musitelli Roberta 14. Pauletti Carlo Federico 15. Risatti Micaela CLASSE III B Scienze umane Docenti: Tatiana Arrigoni, Laura Benzi, Lina Lo Gullo CLASSE IV B Scienze umane Docente: Cristian Mosca Studenti Studenti 1. 2. 3. 4. 5. 1. Azzoni Matteo 2. Bagozzi Martina 3. Cellana Chiara 4. Cojocaru Ionela Rafaela 5. Filippi Annalaura 6. Machado Martina Lara 7. Marino Francesca 8. Pisoni Federica 9. Pozzani Camilla 10. Sartorelli Paola 11. Sartori Annamaria 12. Sodano Elisa 13. Tavernini Carlotta 14. Tavernini Michela 15. Tonelli Carolina 16. Venturini Matilde 17. Zanoni Leonardo Berteotti Maria Boninsegna Vanessa Chiarenza Rossella Denti Elisa Di Croce Mueller Chiara Sophie 6. Giacon Paola 7. Jacobitti Federico 8. Lever Monica 9. Moro Rachele 10. Pellegrinetti Giorgia 11. Pesole Alessia 12. Pola Stefania 13. Prandi Selene 14. Tagliaferri Chiara 15. Zambotti Arianna 16. Zandonati Corinna 17. Zocchi Valentina 18. Zontini Desiree Berteotti Maria Boninsegna Vanessa Chiarenza Rossella Denti Elisa Di Croce Mueller Chiara Sophie 6. Giacon Paola 7. Jacobitti Federico 8. Lever Monica 9. Moro Rachele 10. Pellegrinetti Giorgia 11. Pesole Alessia 12. Pola Stefania 13. Prandi Selene 14. Tagliaferri Chiara 15. Zambotti Arianna 16. Zandonati Corinna 17. Zocchi Valentina 18. Zontini Desiree Silvana Giordani IPRASE 34