Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, NO/TORINO n. 9/2013 - Costo copia € 1,00 ottobre copertina_Layout 21/10/13 10:12 Pagina 1 LA RIVISTA DELLE IMPRESE EUROGROUP 9 OTTOBRE 2013 MA LA RECESSIONE È DAVVERO FINITA? 8 OTTENERE FONDI PUBBLICI CON DOLO: L’ATTIVITÀ DI CONTRASTO DELLA GDF 10 IL FUTURO DELLE IMPRESE? MERCATI ESTERI E INNOVAZIONE 14 LA RIVOLUZIONE POST INDUSTRIALE ottobre 2013 STAMPA_Layout 1 21/10/13 09:46 Pagina 2 EDITORIALE LA RIVISTA DELLE IMPRESE EUROGROUP OTTOBRE 2013 Registrazione presso il Tribunale di Torino n. 4939 del 26/07/1996 Iscrizione nel Registro degli Operatori di Comunicazione n. 21158 del 27/05/2011 SOMMARIO 8 3 4 14 8 EDITORIALE Tempo di scelte coraggiose Seguiteci anche su Facebook/eureka.eurogroup SCENARI Direttore responsabile Alessandra Romano Gli ingredienti per una nuova rivoluzione post industriale Caporedattore Dario Pagano La sfida per la competitività Hanno collaborato Fabrizio Cividini, Fabio Furnari, Riccardo Galimberti, Manuela Marino, Francesco Migliore e Alessandra Prette ECONOMIA Progetto grafico Agostini, Torino Recessione finita? APPROFONDIMENTI 10 Quando la richiesta di finanziamento è una truffa EVENTI 12 18 Il credito, carburante indispensabile per far ripartire le Pmi L’INTERVISTA 14 Il futuro delle imprese? Mercati esteri e innovazione INIZIATIVE 16 L’intraprendenza è donna? AZIENDA 22 18 In “Eureka!Storie” ogni storia ha un significato NETWORK PASS 20 21 L’innovazione in rete targata Eurocons Uno strumento di nuova generazione ENERGIA 22 Editore Sindacato Provinciale Artigiani C.A.S.A. Via Santa Teresa, 19 - 10121 Torino Direzione e redazione Via Perugia, 56 - 10152 Torino tel. 011 24191 - fax 011 238.283 [email protected] www.eurogroup.it www.eurofidi.biz/eureka/ www.eurocons.biz/eureka/ EUROPA 7 Proprietà Eurocons, Società Consortile per la Consulenza Aziendale s.c. a r.l. Via Perugia, 56 - 10152 Torino Fotovoltaico per valorizzare le imprese e migliorare l’ambiente Impaginazione Gianluca Negro Stampa Tipografia Alzani, Pinerolo (Torino) Tiratura 22.300 copie Questo numero di Eureka! è stato chiuso in redazione il 14 ottobre 2013 In copertina Elaborazione grafica Leandro Agostini TEMPO DI SCELTE CORAGGIOSE È davvero giunto il tempo di scelte coraggiose. Per tutti: imprese, istituti di credito, mondo della politica e cittadini. Uno dei rari argomenti su cui c’è unanimità di opinioni è che non sia più rinviabile il momento per dare concretezza alle promesse di riforme che il Sistema Italia chiede da troppo tempo. In gioco c’è il rilancio dell’economia che non può prescindere da un sostegno reale alle imprese italiane, alle prese con una pressione fiscale che ha pochi uguali nei Paesi sviluppati, con la difficoltà di accesso al credito e con un cronico ritardo dei pagamenti da parte della pubblica amministrazione. Cinque anni fa, a metà settembre, falliva la Lehman Brothers, la banca d’affari statunitense sprofondata sotto il peso di un debito di circa 613 miliardi di dollari. È stato il più grande crac della storia, capace di surclassare perfino quello di WorldCom, il gruppo telefonico finito in amministrazione controllata nel 2002. Lo ricordiamo perché, allora, sembrò che fosse il culmine della crisi finanziaria iniziata con la vicenda dei mutui subprime. Invece, non era che l’inizio di una lunga recessione che, nel nostro Paese e in tanti altri, non ha paragoni nella storia recente. Se la crisi che ha preso avvio nel 2008 sia stata peggio di quella del 1929 è materia su cui si confronteranno domani gli storici e gli economisti. Quello che oggi è fondamentale ribadire è che non c’è spazio se non per azioni concrete, soprattutto se davvero la ripresa è dietro l’angolo (ne parliamo alle pagine 8-9). Gli imprenditori sanno che non occorre inventare niente di speciale né di straordinario: un primo risultato, per esempio, potrebbe essere ottenuto con la riduzione della pressione fiscale e del costo del lavoro. Un aumento di competitività è quanto di più hanno bisogno le Pmi italiane: Adriana Mauro, dirigente del Dipartimento per l’Impresa e l’Internazionalizzazione del Ministero dello Sviluppo Economico, ci ricorda (pagine 14-15) quanto il loro futuro dipenda da investimenti nell’innovazione e dall’entrare nei mercati esteri. L’intraprendenza dell’imprenditoria italiana è riconosciuta a livello internazionale (con “Eureka!Storie” di cui parliamo alle pagine 18-19 cerchiamo proprio di raccontare i casi più significativi fra le nostre aziende), ma occorrono strumenti adeguati per rimettere in moto la produzione con la qualità e l’eccellenza che contraddistinguono il nostro Paese: rivedere i parametri richiesti alle aziende per accedere al Fondo Centrale di Garanzia e impegnare i fondi europei per sostenere concretamente le imprese, anche attraverso l’attività dei confidi, sarebbero scelte coraggiose in questa direzione. @NobiliMassimo Massimo Nobili FINANZA AGEVOLATA 2 | OTTOBRE 2013 23 24 25 Lombardia: “Credito Adesso” evolve Iniziative delle Camere di Commercio Tutte le novità dalle regioni 26 La nostra presenza in Italia OTTOBRE 2013 | 3 ottobre 2013 STAMPA_Layout 1 21/10/13 09:46 Pagina 4 © Fiat - Archivio fotografico © Fiat - Archivio fotografico SCENARI GLI INGREDIENTI PER UNA NUOVA RIVOLUZIONE POST INDUSTRIALE Progresso tecnologico e globalizzazione stanno riducendo sempre più gli occupati del settore manifatturiero sia in Europa sia negli Stati Uniti. A differenza della maggior parte degli altri Paesi occidentali, tuttavia, gli Stati Uniti negli ultimi cinquant’anni si sono reinventati, passando da un’economia fondata sulla produzione di beni materiali a un’altra basata su innovazione e conoscenza n Enrico Moretti L’autore di questo articolo è docente di Economia alla University of California di Berkeley. Nel suo ultimo libro, “La nuova geografia del lavoro” (Mondadori, 2013), racconta come negli Stati Uniti l'economia postindustriale, fondata sul sapere e sull'innovazione, stia profondamente modificando il mercato del lavoro e, soprattutto, i luoghi dove i beni o i servizi sono prodotti. Questa tendenza sta creando vaste disparità geografiche in termini di istruzione scolastica, aspettativa di vita e stabilità familiare. È un processo destinato a diffondersi nei prossimi decenni anche in Europa e in Italia 4 | OTTOBRE 2013 L’America e l’Europa stanno entrando in una fase di irreversibile declino? La risposta, almeno per l’America, è ottimistica. Per l’Europa, un po’ meno. Nel XX secolo, la ricchezza di un Paese era in gran parte determinata dalla forza del suo settore manifatturiero. Oggi questo sta cambiando. In tutti i Paesi occidentali, l’occupazione nell’industria manifatturiera sta calando ormai da trent’anni e questo trend accomuna un po’ tutte le società avanzate, dagli Stati Uniti al Giappone, dalla Gran Bretagna all’Italia e persino la Germania. Oggi l’impiego nell’industria rappresenta più l’eccezione che la regola: in America, meno di un lavoratore su dieci lavora in fabbrica. È molto più probabile che un americano lavori in un ristorante che in una fabbrica. Dal 1985, negli Stati Uniti, l’industria manifatturiera ha perso in media 372 mila posti di lavoro all’anno. UN FENOMENO A LUNGO TERMINE Questo declino non è solo l’effetto di fenomeni a breve termine, come le recessioni: l’industria perde posti di lavoro anche durante le fasi di espansione. Le ragioni risiedono in due forze economiche profonde: progresso tecnologico e globalizzazione. Grazie agli investimenti in sofisticati macchinari di nuova concezione, le fabbriche occidentali sono molto più efficienti che in passato e per produrre la stessa quantità di beni impiegano sempre meno manodopera. Oggi, in media, l’operaio americano fabbrica ogni anno beni per 180 mila dollari, oltre il triplo che nel 1978. Per l’economia in generale l’accresciuta produttività è un’ottima cosa, ma per le tute blu le conseguenze sono negative. Pensiamo, per esempio, alla General Motors: negli anni Cinquanta, gli anni d’oro di Detroit, ogni operaio dell’azienda produceva una media di sette auto all’anno mentre oggi ne costruisce 29. Il calcolo dei posti di lavoro persi è molto semplice: per fabbricare ogni auto, oggi la General Motors impiega un numero di operai quattro volte inferiore a quello del 1950. Gli operai dell’industria producono più che in passato e, di conseguenza, guadagnano stipendi più alti, ma sono numericamente ridotti. La seconda forza che sta decimando l’occupazione manifatturiera dei paesi occidentali è la globalizzazione. Le produzioni più tradizionali sono state le prime a essere delocalizzate. L’industria tessile è l’esempio più ovvio. Provate a guardare dove sono fabbricati gli abiti che indossate. Se si tratta di capi venduti da una ditta occidentale, probabilmente sono stati prodotti da qualche terzista ubicato in Paesi come il Vietnam o il Bangladesh. I brand americani ed europei godono di ottima salute, ma solo una manciata di posti di lavoro – nel design, nel marketing e nella distribuzione – sono rimasti negli Stati Uniti e in Europa. Altre parti della manifattura tradizionale hanno esattamente le stesse dinamiche. Persino la produzione di componenti elettroniche, computer e semiconduttori non è immune da questi trend. Oggi, in Ame- rica, lavorano nelle fabbriche di computer meno addetti che nel 1975, quando il personal computer non era ancora stato introdotto. La ragione è che ormai fabbricare computer non è più particolarmente innovativo. L’hardware è diventata un’industria matura, quasi quanto il tessile. L’assemblaggio e la fabbricazione di molti componenti è stata trasferita in Cina o Taiwan. Il primo lotto di duecento computer Apple I fu assemblato nel 1976 da Steve Jobs e Steve Wozniak nel leggendario garage di Los Altos, nel cuore di Silicon Valley. Negli anni Ottanta la Apple fabbricava la maggior parte dei suoi Mac in uno stabilimento situato poco lontano, a Fremont. Nel 1992 l’impianto fu chiuso e la produzione spostata, prima in aree più economiche della California orientale e del Colorado, poi in Irlanda e a Singapore. Oggi è a Shenzhen (si veda il box nella pagina successiva, NdR). È lo schema seguito da tutte le altre imprese americane. Tutti conosciamo Apple, Ibm, Dell, Sony, Hp e Toshiba. Quasi nessuno ha mai sentito parlare di Quanta, Compal, Inventec, Wistron, Asustek. Eppure il 90% dei computer portatili e dei notebook venduti con quei marchi famosi è in realtà fabbricato negli impianti di una di queste cinque aziende, a Shenzhen. LA FORZA DEL CAPITALE UMANO Anche se tutte le società occidentali sono accomunate dalla contrazione strutturale del settore manifatturiero, non tutte hanno saputo OTTOBRE 2013 | 5 ottobre 2013 STAMPA_Layout 1 21/10/13 09:46 Pagina 6 EUROPA SCENARI I luoghi dell’economia globale © European Union Shenzhen, in Cina, è il luogo dove vengono assemblati l’iPhone e l’iPad, esempi iconici della globalizzazione. La Apple è nota per dedicare grande attenzione e risorse alla progettazione e al design. Nel caso dell’iPhone e dell’iPad, la Apple ha dedicato la stessa attenzione alla progettazione e all’ottimizzazione della catena di produzione globale. Capire come e dove si svolge la produzione di celebri smartphone e tablet è importante per capire come la nuova economia globale stia ridisegnando la localizzazione dei posti di lavoro e quali siano le sfide del futuro per i lavoratori dei Paesi occidentali. L’iPhone e iPad sono stati concepiti e progettati dagli ingegneri della Apple a Cupertino, in California. Questa è l’unica fase del processo di produzione realizzata negli Stati Uniti. Vi rientrano il design del prodotto, lo sviluppo di software e hardware, la gestione commerciale, il marketing e altre funzioni ad alto valore aggiunto. In questo stadio i costi del lavoro non rappresentano il fattore principale. Gli elementi chiave sono piuttosto la creatività e l’inventiva degli ingeneri e dei designer. I componenti elettronici dell’iPhone – sofisticati, ma non innovativi quanto il design – sono fabbricati in gran parte a Singapore e Taiwan. L’ultima fase della produzione è quella a più elevata intensità di manodopera, con gli operai che assemblano a mano le centinaia di componenti che costituiscono il telefono e lo predispongono per la distribuzione. Questo stadio, in cui il fattore essenziale è il costo del lavoro, si svolge nella periferia di Shenzhen. Lo stabilimento è uno dei più grandi al mondo e le sue dimensioni sono già in sé qualcosa di straordinario: con 400 mila dipendenti, supermercati, dormitori, campi da pallavolo e persino sale cinematografiche, più che una fabbrica sembra una città. Se comprate un iPhone online, vi viene spedito direttamente da Shenzhen. Quando raggiunge il consumatore americano il prodotto finale è stato toccato da un solo lavoratore americano: l’addetto alle consegne dell’Ups. LA SFIDA PER LA COMPETITIVITÀ Per la Commissione, gli Stati membri hanno fatto progressi riuscendo a migliorare il contesto imprenditoriale, le esportazioni e la sostenibilità. Ma i problemi continuano ancora reagire in maniera soddisfacente a questo declino. In questo quadro, l’economia americana è posizionata molto meglio di tanti altri Paesi occidentali. A differenza della maggior parte dei Paesi Europei, e dell’Italia in particolare, negli ultimi cinquant’anni, gli Stati Uniti si sono reinventati, passando da un’economia fondata sulla produzione di beni materiali a un’economia basata su innovazione e conoscenza. L’occupazione nel settore dell’innovazione è cresciuta a ritmi travolgenti. L’ingrediente chiave di questo settore è il capitale umano e, dunque, istruzione, creatività e inventiva. Il fattore produttivo essenziale, insomma, è rappresentato dalle persone: sono loro a sfornare nuove idee. Le due forze che hanno decimato le industrie manifatturiere tradizionali – la globalizzazione e il progresso tecnologico – stanno ora determinando l’espansione dei posti di lavoro nel campo dell’innovazione. La globalizzazione e il progresso tecnologico hanno trasformato molti beni materiali in prodotti a buon mercato, ma hanno anche innalzato il ritorno economico del capitale umano e dell’innovazione. Per la prima volta nella storia, il fattore economico più prezioso non è il capitale fisico, o qualche materia prima, ma la creatività. Non sorprende perciò che la parte più importante di valore aggiunto dei nuovi prodotti sia appannaggio degli innovatori. L’iPhone consta di 634 componenti. Anche se vi lavorano in centinaia di migliaia, il valore aggiunto generato a Shenzhen è molto basso, perché l’assemblaggio potrebbe essere effettuato in qualsiasi parte del mondo. La maggior parte del valore aggiunto dell’iPhone viene dall’originalità dell’idea, dalla formidabile progettazione ingegneristica e dall’elegante design. Quindi non deve stupire che, pur non producendo nes- 6 | OTTOBRE 2013 suna parte materiale del telefono, la Apple guadagni 321 dollari per ogni iPhone venduto, il 65% del totale, ben più che qualsiasi fornitore di componenti coinvolto nella fabbricazione fisica dell’apparecchio. Una parte di questa somma finisce nelle tasche degli azionisti della società, ma un’altra va ai dipendenti di Cupertino. E l’alta redditività incentiva l’azienda a proseguire sulla via dell’innovazione e a reclutare nuovo personale. Studi economici recenti mostrano che più un’impresa è innovativa, più alti sono i salari offerti ai dipendenti. Il settore dell’innovazione comprende l’advanced manufacturing, o industria avanzata (come quella che progetta gli iPhone o gli iPad), software e servizi Internet, le biotecnologia, l’hi-tech del settore medico, la robotica, la scienza dei nuovi materiali e le nanotecnologie. L’ambito dell’innovazione non è circoscritto all’alta tecnologia, ma vi rientra qualsiasi occupazione capace di creare nuove idee e nuovi prodotti. Ci sono innovatori nel settore dell’intrattenimento, in quello dell’ambiente e persino nella finanza e nel marketing. L’elemento che li accomuna è la capacità di creare prodotti nuovi che non possono essere facilmente replicati. Tendiamo a concepire l’innovazione in termini di beni materiali, ma può anche trattarsi di servizi, per esempio di nuovi modi per raggiungere i consumatori o per impiegare il nostro tempo libero. Nei prossimi decenni la competizione globale sarà incentrata sulla capacità di attrarre capitale umano e imprese innovative. Il numero e la forza degli hub dell’innovazione di un Paese ne decreteranno la fortuna o il declino. I luoghi in cui si fabbricano fisicamente le cose seguiteranno a perdere importanza, mentre le città popolate da lavoratori interconnessi e creativi diventeranno le nuove fabbriche del futuro. n Dario Pagano Vi sono tendenze preoccupanti in due aree fondamentali per qualsiasi economia: produttività e occupazione. La produttività dell’Unione sta nuovamente peggiorando rispetto a quella degli Stati Uniti, mentre la disoccupazione continua a interessare quotidianamente l’11% della forza lavoro europea. L’industria è stata colpita in modo particolarmente duro, con la perdita di oltre 3,8 milioni di posti di lavoro dal 2008. Mentre la performance industriale si è stabilizzata. In questo contesto, la competitività è la parola chiave per il rilancio dell’economia. L’Europa affronta questo tema da Bruxelles, sede in cui Antonio Tajani (nella foto in alto), vice presidente della Commissione europea e responsabile per l’industria e l’imprenditoria, ha presentato lo scorso 25 settembre i rapporti annuali sulla competitività. Dalle relazioni emerge come gli stati membri dell’Unione abbiano fatto alcuni progressi sul fronte della competitività industriale, riuscendo a migliorare il contesto imprenditoriale, le esportazioni e la sostenibilità. Molti problemi, tuttavia, persistono. Per cominciare, la convergenza tra i Paesi più competitivi a livello industriale e quelli con competitività moderata è a un punto morto. Il costo dell’energia è in aumento in quasi tutti gli Stati membri e ciò contribuisce alla deindustrializzazione dell’Europa. E poi c’è l’annosa questione della difficoltà di accesso ai finanziamenti che, quando si ottengono, sono utilizzati troppo spesso per tenere in vita imprese “decotte” più che per investire in innovazione e ricerca. Affinché l’industria europea rifiorisca, è necessario migliorare sensibilmente la performance dell’amministrazione pubblica e stabilire un collegamento più stretto tra scuole e imprese. Sono inoltre necessari ulteriori sforzi per aumentare l’innovazione vicina al mercato. Nell’ambito della strategia Europa 2020, la Commissione ha proposto in passato iniziative in diversi settori finalizzate a creare crescita e occupazione. Tajani ha sottolineato e sollecitato la necessità per l’Europa di disporre di una base industriale forte per raggiungere questi obiettivi. L’industria manifatturiera ha ricadute importanti sul resto dell’economia e, in particolare, sulla produttività complessiva. Più genericamente l’industria è fonte dell’80% dell’innovazione dal settore privato, dà origine a tre quarti delle esportazioni e ha un ruolo essenziale nella creazione di posti di lavoro. «Siamo ancora lontani dall’obiettivo del 20% nel 2020, proposto dalla Commissione nel 2012 – ha dichiarato Tajani –. La Commissione ha adottato diverse iniziative per risolvere problemi quali i prezzi elevati dell’energia, le difficoltà di accesso al credito, il calo degli investimenti, la scarsità di competenze e la burocrazia e quest’autunno presenteremo un’iniziativa industriale per proseguire in questa strada e aumentare gli interventi». OTTOBRE 2013 | 7 ottobre 2013 STAMPA_Layout 1 21/10/13 09:46 Pagina 8 ECONOMIA RECESSIONE FINITA? Per Confindustria la ripresa è dietro l’angolo. Più pessimista è il Fondo Monetario Internazionale, mentre ancora scettiche sono le associazioni dei consumatori. Su tutto pesa l’incertezza politica n Alessandra Romano 8 | OTTOBRE 2013 Gli ottimisti vedono la luce in fondo al tunnel. I pessimisti invece preferiscono la prudenza, dopo essere stati ingannati già alcuni anni fa quando un modesto rimbalzo dei principali indici economici venne scambiato per l’inizio della ripresa. Un abbaglio che viene citato più volte da coloro che oggi si ritengono scettici di fronte alla previsione di fine della crisi. A inizio 2013 in molti, a partire dal presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi, si erano spinti a prevedere che la ripresa in Italia avrebbe fatto registrare i suoi effetti solo nell’ultima parte dell’anno e oggi arrivano le prime conferme: «Per i restanti mesi del 2013 e il prossimo anno – ha sottolineato la Bce nel bollettino di settembre – ci si attende, in linea con lo scenario di base, un lento recupero del prodotto, soprattutto sulla scorta di un progressivo miglioramento della domanda interna sostenuta dell’orientamento accomodante della politica monetaria». Il Pil, come annunciato dal presidente della Bce, dovrebbe registrare un calo dello 0,4% nel 2013 e una crescita dell’1% nel 2014. A guidare la pattuglia degli ottimisti c’è Confindustria: la recessione è finita, ha fatto sapere il centro studi di viale dell’Astronomia. Anche se qualcuno ha storto il naso, nel report vengono migliorate le stime del Pil indicando per il 2013 una contrazione dell’1,6% (contro il precedente -1,9%) e per il 2014 una crescita dello 0,7% (dal +0,5% di giugno). E soprattutto si colloca in questo terzo trimestre l’interruzione della caduta del Pil (con una variazione nulla, dal precedente -0,1%) e il ritorno a variazioni positive nel quarto (+0,3%). Un’interruzione che chiude così otto trimestri negativi di fila. Una ripresa che anche nell’Unione Europea è considerata vicina, come afferma il presidente della commissione José Manuel Barroso, mentre la leader della Cgil Susanna Camusso sostiene che «bisogna smetterla di spargere ottimismo». Se osservatori diversi concordano che la caduta del Pil subirà una frenata e poi tornerà a crescere, tutti, ma proprio tutti, evidenziano che ora il vero problema è l’occupazione. In tre anni sono scesi di un milione i giovani con un posto di lavoro. La crisi colpisce soprattutto gli under 35. L’Istat ha evidenziato che nel secondo trimestre di quest’anno nella fascia di età tra i 25 e i 34 anni solo 6 persone su 10 avevano un posto di lavoro. E se per i maschi del nord la situazione è ancora accettabile con l’81,4% al lavoro (dall’86,6% del secondo trimestre 2010) al sud si vive un vero e proprio dramma con appena il 51% degli uomini che lavora e solo il 33,3% delle donne. I giovani si vedono la strada sbarrata da coloro che non possono andare in pensione e sono penalizzati dalla crisi economica. Sempre più aziende, anche tra quelle che chiudono i bilancio con un segno positivo, ritardano le assunzioni in attesa di capire che cosa succederà sui mercati. E anche l’ottimismo di Confindustria di fronte a questi dati viene meno, il problema occupazione è considerato prioritario e si precisa soprattutto che la ripresa sarà lenta. Per questo il presidente Giorgio Squinzi chiede «un segnale immediato» per intercettarla e invita a «non accontentarci di una crescita da prefisso telefonico». In sostanza, «servono almeno 4-5 miliardi subito» da destinare a un taglio “drastico” del cuneo fiscale sul lavoro, da programmare nella legge di stabilità. A gelare i facili ottimismi ci ha pensato poi il Fondo Monetario Internazionale che prevede l’Italia in recessione fino al 2014. Pesa l’incertezza, lo stesso balletto su Imu, Iva e Tares non contribuisce a far chiarezza. Anche i consumatori sono preoccupati: due associazioni come Federconsumatori e Adusbef non condividono «affatto l’ottimismo di Confindustria» e sono scettici sul «punto di svolta» al quale, secondo l’organizzazione degli industriali, sarebbe giunta l’economia italiana. «La recessione – attaccano i consumatori – purtroppo non è ancora terminata, lo dimostrano le stime al ribasso sul Pil diffuse dall’Istat, nonché la lunga lista di indicatori negativi che caratterizzano l’andamento economico del nostro Paese, dalla contrazione dei consumi (-59 miliardi di euro nel biennio 2012/2013) all’aumento della disoccupazione. Una situazione allarmante, ulteriormente aggravata dall’instabilità politica e dal clima di incertezza in cui vivono le famiglie». Sulla ripresa economica – proseguono i consumatori – pesano come un macigno il nodo dell’Iva e la grave crisi occupazionale. L’incremento dell’imposta sul valore aggiunto, come denunciano da tempo, avrà conseguenze devastanti per l’economia e per le famiglie, che dovranno far fronte a un aggravio di 207 euro annui. La caduta dei consumi, dovuta alla diminuzione del reddito per una parte delle famiglie, è stata rilevante negli ultimi anni: -4,3% nel 2012, -2,8% quest’anno e lievemente negativa nei prossimi dodici mesi. Eppure basterebbe poco per far ripartire l’economia. In Italia, negli ultimi quattro anni i depositi bancari sono in costante aumento. La gente preferisce non spendere, domina l’incertezza del futuro. Nello stesso tempo noi dobbiamo fare i conti con il debito pubblico: solo quest’anno se ne vanno 83 miliardi di euro per pagare gli interessi. Risorse sottratte allo sviluppo e all’economia. Le previsioni non sono ottimistiche. La Spagna ha superato nuovamente l’Italia sul mercato obbligazionario e questa volta c’è il rischio che il sorpasso diventi definitivo: dopo più di un anno (precisamente da marzo 2012), infatti, i rendimenti del decennale spagnolo sono scesi al di sotto di quelli italiani, rispettivamente al 4,49 per cento e 4,51 per cento. E anche in questo caso pesa l’incertezza politica. La Spagna, nel corso della crisi economica, è riuscita a mettere in pratica diverse riforme che hanno consolidato la situazione e creato le basi per una crescita economica, tanto che quest’anno il costo medio del suo debito è calato al 2,61 per cento (il terzo più basso dal 1999, e il migliore da quando la crisi dell’eurodebito è esplosa - ossia dal maggio 2010), mentre quello dell’Italia è salito al 3,31, in aumento dal 3,11 del 2012, secondo UniCredit. L’Italia resta quindi sorvegliata speciale? Il premier Letta all’ultimo G8 ha detto di no. Il commissario europeo agli Affari economici e monetari Olli Rehn ha invece evidenziato che l’Italia ha fatto progressi, ma non è certo l’ora di rilassarsi. Anzi, in un contesto in cui l’eurozona nel suo complesso si avvia a uscire da questa lunghissima crisi, il Belpaese rischia di restare al palo se non avrà stabilità politica e non porterà avanti le urgentissime riforme strutturali. Qualcuno però avverte: su questa strada rischiamo di restare impiccati al vincolo del tre per cento che è la soglia di sforamento tra il debito e il Pil. All’Europa viene lanciato un appello: la ripresa va favorita, altrimenti i Paesi più in difficoltà rischiano di restare indietro. E l’Italia è proprio tra questi. OTTOBRE 2013 | 9 ottobre 2013 STAMPA_Layout 1 21/10/13 09:46 Pagina 10 APPROFONDIMENTI Nell'attività di contrasto alle frodi nell'ottenimento di finanziamenti pubblici, nazionali o comunitari, solo nei primi sette mesi dell’anno la Guardia di Finanza ha eseguito 12.500 interventi, che hanno portato alla denuncia all'autorità giudiziaria per truffe e indebite percezioni di risorse pubbliche di 8.000 persone, 51 delle quali sono state arrestate QUANDO LA RICHIESTA DI FINANZIAMENTO È UNA TRUFFA Il fenomeno delle frodi nell’ottenimento di fondi pubblici, nazionali o comunitari, da parte delle imprese è in costante crescita. È un’attività, oltre che criminosa, anche fortemente distorsiva della concorrenza. La Guardia di Finanza svolge, in questo ambito, una forte azione di contrasto n Dario Pagano 10 | OTTOBRE 2013 Tutelare le imprese sane e la libera concorrenza. Sono questi i principali obiettivi della Guardia di Finanza nell’attività di contrasto alle frodi nell’ottenimento di finanziamenti pubblici, nazionali o comunitari. A fronte della notevole entità di somme messe a disposizione da Unione Europea, Stato e Regioni in favore delle imprese, il fenomeno di chi si appropria di denaro pubblico in maniera indebita è assai rilevante. Solo nei primi sette mesi di quest’anno, le Fiamme Gialle hanno eseguito 12.500 interventi, che hanno portato alla denuncia all’autorità giudiziaria per truffe e indebite percezioni di risorse pubbliche di 8.000 persone, 51 delle quali sono state arrestate. Inoltre, 3.351 persone sono state deferite alla Corte dei Conti in relazione a episodi di sperpero o cattiva gestione di denaro pubblico. «Nel complesso, i contributi, finanziamenti e aiuti pubblici risultati indebitamente richiesti o percepiti ammontano a circa un miliardo di euro, di cui la metà effettivamente concessa – illustra il colonnello Giovanni Avitabile del III Reparto, Ufficio Tutela Uscite e Mercati della Guardia di Finanza –. A questa cifra, si aggiungono ulteriori 1,5 miliardi di euro riferibili alle segnalazioni di danno erariale inoltrate alla magistratura contabile. Infine, oltre 200 milioni di euro sono stati sequestrati ai responsabili delle frodi a danno dei bilanci nazionale e comunitario». Il fenomeno delle frodi nella percezione dei finanziamenti pubblici mantiene dunque caratteri di indubbia attualità e rilevanza e, rispetto all’anno scorso, appare anche in significativa crescita (+10 per cento). «In questo momento non facile, bisogna garantire ai cittadini che le risorse pubbliche siano effettivamente destinate per sostenere e far crescere l’economia del Paese e non permettere che parti più o meno significative di esse possano finire nelle mani sbagliate – spiega ancora il colonnello Avitabile –. Per questo motivo, l’impegno della Guardia di Finanza nella prevenzione e repressione di tali illeciti è stato ulteriormente intensificato». I CASI PIÙ ECLATANTI Molte le operazioni significative condotte dalla Guardia di Finanza, che non hanno risparmiato né alcuna area geografica né alcun settore d’attività. Le casistiche di frodi più ricorrenti riguardano progetti finanziati dallo Stato o dall’Unione Europea non realizzati o portati avanti solo in parte, ma anche truffe ai danni dell’Inps e del Sistema Sanitario Nazionale, in relazione a erogazioni percepite in assenza dei prescritti requisiti. Alcuni casi spiegano più di ogni altra cosa il fenomeno. Nel settore dei finanziamenti con fondi a carico dell’Unione Europea, il Nucleo di polizia tributaria di Como, controllando la destinazione di un finanziamento comunitario per l’organizzazione di una kermesse musicale, ha scoperto la certificazione e rendicontazione di spese inesistenti per 384 mila euro. Al termine dell’attività investigativa, cinque persone sono state segnalate all’autorità giudiziaria per truffa aggravata. Relativamente alle frodi al bilancio nazionale e locale, particolare è il caso portato alla luce dalla Compagnia di Merano che, verificando l’impiego di fondi erogati dalla Provincia per la costruzione di una malga per l’alloggiamento di animali d’alpeggio, ha scoperto che, in realtà, il denaro – oltre 110 mila euro – era stato utilizzato per la realizzazione di un’abitazione, tra l’altro con un aumento consistente della cubatura. Il proprietario è stato denunciato, oltre che per il reato di abuso edilizio, anche per malversazione ai danni dello Stato e segnalato alla Corte dei Conti per i profili connessi al danno erariale. Per le truffe all’Inps, invece, con il piano d’interventi “Fauno” del Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie sono stati individuati in tutta Italia 5.600 “falsi braccianti agricoli” che, inquadrati in imprese “fantasma” o attive su terreni dichiaratamente utilizzati in base a falsi contratti d’affitto, hanno lucrato indennità di disoccupazione, per malattia o maternità per circa 20 milioni di euro. «Per quanto riguarda la diffusione territoriale, possiamo affermare che le frodi interessano l’intero Paese – evidenzia il colonnello Giovanni Avitabile –. Esiste una preponderanza dell’area meridionale in virtù del fatto che, almeno per molta parte delle contribuzioni di ori- gine comunitaria, vi è un vincolo di destinazione per le quattro regioni rientranti nei Programmi Operativi Nazionali finanziati con i fondi strutturali, ossia la Campania, la Puglia, la Calabria e la Sicilia». Per non incappare incautamente nei rigori della legge, le imprese oneste devono comunque stare sempre attente a quanto dichiarano nelle domande per contributi pubblici. «Occorre una seria presa di responsabilità da parte delle aziende e la massima attenzione a quanto si afferma – sottolineano dalla Guardia di Finanza –. Soprattutto quando si attestano i requisiti di idoneità per ottenere un finanziamento. Un’autocertificazione falsa è un comportamento “strumentale” per una truffa ai danni dello Stato». LA STRATEGIA OPERATIVA La strategia operativa della Guardia di Finanza è articolata su diversi piani d’intervento, che spaziano dalle campagne di controllo sulla distribuzione delle svariate tipologie di sovvenzioni e contributi destinati alle fasce più deboli della collettività (prestazioni sociali agevolate, ticket sanitari, benefici previdenziali ed assistenziali), alle vere e proprie indagini contro le truffe più sofisticate e insidiose ai danni dei bilanci dello Stato e dell’Unione Europea. «Possiamo contare su un’ampia gamma di poteri che ci permettono di intervenire, in maniera trasversale, sull’intero spettro degli illeciti economico-finanziari – spiega il tenente colonnello Francesco Mazzotta, capo della Sezione Frodi Comunitarie dell’Ufficio Tutela Uscite e Mercati –. Basti citare, a questo proposito, un recente provvedimento normativo che ha stabilito la possibilità per i nostri Reparti Speciali di utilizzare anche i poteri previsti dalla disciplina antiriciclaggio per i controlli sulle risorse erogate dal Ministero dello Sviluppo Economico in favore del sostegno all’economia. Per quanto riguarda le contribuzioni di origine comunitaria, la Commissione, nella Relazione Annuale 2012 sulla tutela degli interessi finanziari dell’Unione, ha riconosciuto l’efficienza dei sistemi di controlli nazionali in cui è inserita con un ruolo preminente la Guardia di Finanza. Quale unica best practice a livello europeo, è stata segnalata l’operazione Magna Grecia condotta dal Corpo in collaborazione con l’Olaf, l’Ufficio Europeo per la lotta antifrode, che ha consentito di accertare truffe nell’erogazione di contributi per circa 10 milioni di euro». Che cosa deve fare chi ritiene che un’impresa abbia compiuto un’irregolarità nella presentazione di una domanda di contributo? «È ovviamente importante che chi ha sentore che sia stato compiuto un reato o un illecito ce lo segnali con tempestività – conclude il tenente colonnello Mazzotta –. Ma, a volte, anche solo esporre un dubbio su una pratica può essere per noi fondamentale per avviare delle indagini». OTTOBRE 2013 | 11 ottobre 2013 STAMPA_Layout 1 21/10/13 09:46 Pagina 12 EVENTI Sistema dei Confidi in chiaroscuro Il 4 ottobre è stato presentato a Milano al convegno “Confidi, quale futuro?” la ricerca “Il sistema dei Confidi in Italia: efficienza, sostenibilità e intervento pubblico” realizzato da Gruppo Impresa in collaborazione con Fondazione Rosselli, UniCredit, Planum e Università degli Studi di Torino. Dalla ricerca, coordinata dal professor Marco Nicolai, direttore scientifico dell’Istituto per la finanza innovativa pubblica di Fondazione Rosselli, emerge il quadro di un sistema dei confidi che riesce a reggere, anche se con una certa difficoltà. Lo studio è stato condotto analizzando l’universo dei confidi sulla base delle risultanze contabili di oltre 350 strutture di garanzia (300 non vigilati e 54 vigilati), del monitoraggio del quadro normativo e degli atti amministrativi dei governi regionali, oltre che delle informazioni tratte dalla banca dati UniCredit. Nello specifico si tratta di 354 confidi di primo grado che hanno rilasciato nel 2011 garanzie per 21 miliardi di euro a beneficio di 1,28 milioni di imprese associate. Dei primi dieci top player, ai quali fa capo circa il 50% delle garanzie, sono state fornite le anticipazioni dei bilanci relativi all’esercizio 2012. Tra questi Eurofidi, che si colloca al primo posto per valore delle garanzie concesse. «I Confidi hanno saputo svolgere un ruolo importante per un corretto e trasparente dialogo tra la banca e le imprese, contribuendo ad apportare un valore aggiunto in termini di informazioni qualitative che non sempre è ricavabile dai dati di bilancio delle imprese» ha affermato Gabriele Piccini, country chairman per l’Italia di UniCredit. Lo studio mostra anche le difficoltà del sistema: per la prima volta è in calo lo stock di garanzie e risultano in perdita sia i “confidi 106” sia “quelli 107” (ossia le strutture iscritte agli articoli 106 o 107 del Testo Unico Bancario). E, nonostante i confidi continuino a servire un importante numero di imprese la finanza pubblica regionale ha ridotto il proprio impegno. «In un contesto caratterizzato da una forte tensione economica e finanziaria, i Confidi confermano un ruolo chiave a sostegno del tessuto economico – ha invece affermato l’assessore alle Attività produttive, Ricerca e Innovazione della Regione Lombardia Mario Melazzini, intervenendo al convegno –. Ecco perché Regione Lombardia lavora affinché diventino sempre più strumenti efficaci e facilitanti l’accesso al credito da parte delle imprese lombarde, investendo sul rilancio e sulla razionalizzazione del sistema delle garanzie, per creare un effetto moltiplicatore, con ricadute dirette sulle Pmi che operano sul nostro territorio». Sul tema dei fondi pubblici si è espresso anche Andrea Giotti, direttore generale di Eurofidi: «Occorre una grossa autocritica al mondo dei Confidi che non è riuscito a usare tutti i soldi messi a disposizione dell’operatore pubblico». Per Giotti, la crisi è anche l’occasione per l mondo delle strutture di garanzia di dimostrare filiere efficienti e vantaggi per le imprese. Una situazione quindi in chiaroscuro: «Il razionamento del credito e il deficit strutturale del sistema della garanzia sono problemi più evidenti negli operatori di dimensione maggiore – ha commentato Marco Nicolai –. È fondamentale una misura forte per affrontare il credit crunch, come una dotazione di almeno cinque miliardi del Fondo centrale di garanzia, che alimenterebbe 100 miliardi di finanziamenti». IL CREDITO, CARBURANTE INDISPENSABILE PER FAR RIPARTIRE LE PMI I relatori del convegno “Quale futuro per le imprese?”: da sinistra, Maurizio Casasco, presidente Confapi; Massimo Nobili, presidente Eurocons ed Eurofidi; il giornalista economico Fabio Tamburini che ha moderato l'incontro; Luciano Serra, presidente Euroenergy; Adriana Mauro del Ministero dello Sviluppo Economico; Giorgio Gobbi della Segreteria Tecnica per l'Eurosistema e la stabilità finanziaria della Banca d'Italia Eurocons, Eurofidi e Euroenergy hanno presentato a Roma il loro quarto “Rendiconto Sociale”. L’incontro ha rappresentato l’occasione per un più ampio dibattito sull’attuale situazione economica del Paese e sulle previsioni di uscita dalla crisi Con “EUREKA! INFO” potete trovare ulteriori informazioni sull’evento. 12 | OTTOBRE 2013 L’Italia non può permettersi che si blocchi il motore della sua economia, rappresentato da quelle piccole-medie imprese che da sempre la trainano e ne costituiscono, in tanti casi, l’eccellenza. Se la “benzina”, ossia il credito alle imprese, finisce o se non viene più erogata nella misura necessaria, a maggior ragione in uno scenario economico-finanziario serio come l’attuale, quali prospettive ci possono essere per le Pmi? Seppur non vi siano ricette garantite per dare risposta a questa domanda o per far ripartire la nostra economia, il convegno “Quale futuro per le imprese?” organizzato a Roma dalle società del marchio Eurogroup ha offerto l’occasione per affrontare il tema con il contributo di esponenti del sistema bancario, delle istituzioni e delle associazioni di categoria. L’evento, moderato dal giornalista economico Fabio Tamburini, ha fornito inoltre l’opportunità per presentare il quarto Rendiconto Sociale di Eurocons, Eurofidi ed Euroenergy dopo l’incontro di Torino del luglio scorso. Il tema del futuro che si prospetta per le nostre imprese è stato affrontato con approcci e proposte diverse. Innanzitutto, la profonda crisi di sistema che sta vivendo l’economia italiana necessita di una maggiore chiarezza sulle sue reali prospettive. «Ci sono troppi condizionamenti esterni e ciò crea confusione nel Paese, dove invece c’è un gran bisogno di stabilità e di verità – ha sostenuto Maurizio Casasco, presidente di Confapi, la Confederazione della piccola e media industria privata –. Si possono fare delle scelte, ma occorre competenza e coraggio». Un grande problema per le imprese, è noto, è rappresentato dall’accesso al credito: «Il rapporto con le banche è difficile e i Confidi, tra cui Eurofidi, hanno svolto un’opera anche in un’ottica sociale». Il presidente Confapi ha quindi ribadito la necessità per lo Stato di far fronte ai suoi obblighi nei pagamenti alle aziende fornitrici: «È inaccettabile che le imprese falliscano per credito». Se il credito è la benzina del sistema economico, per le imprese il problema al suo accesso è serio: «Alcune, tuttavia, non chiedono credito perché non hanno progetti di innovazione» ha osservato Giorgio A margine del convegno di Roma, il presidente di Eurofidi e di Eurocons Massimo Nobili ha rilasciato alcune dichiarazioni ai giornalisti sull’avvio del piano di riassetto societario del gruppo con la nascita di una Eurogroup holding. Su questo tema vi proponiamo quanto riportato dall’agenzia stampa Il Sole 24 Ore Radiocor. Gobbi della Segreteria Tecnica per l’Eurosistema e la stabilità finanziaria della Banca d’Italia. Tra le soluzioni per uscire da questa situazione, secondo Gobbi, una di breve periodo è rappresentata dalla garanzia, strumento funzionale e veloce da applicare. «Non possiamo più permetterci un motore che consuma molto e produce poco – ha spiegato riferendosi alle condizioni del mercato nel futuro, speriamo imminente, all’indomani dell’uscita dalla crisi –. Imprese troppo indebitate al primo shock esterno non ripagano le banche e mettono in crisi tutto il sistema». Per Adriana Mauro del Ministero dello Sviluppo Economico (nelle pagine seguenti una sua intervista in cui approfondisce questi temi, NdR), è fondamentale mettere le aziende in grado di affrontare le sfide dell’internazionalizzazione: «Il sistema dei Confidi è strategico a supporto delle Pmi ed è necessaria una sinergia più forte tra questo e le banche». Da dieci anni, il Fondo Centrale di Garanzia è uno «strumento utile e flessibile per sostenere le imprese nell’accesso al credito, in grado di supportarle nell’affrontare diverse esigenze». Roma, 17 set - Aumento di capitale in vista per Eurofidi, il maggiore consorzio fidi italiano, che riorganizza il gruppo con la nascita della holding Eurogroup. Ad annunciare la riorganizzazione e la prossima ricapitalizzazione è il presidente Massimo Nobili. Con la creazione della holding Eurogroup si modificherà la compagine societaria del consorzio. Eurogroup, spiega Nobili, “sostituirà in parte il socio pubblico di Eurofidi, la Regione Piemonte (attraverso Finpiemonte Partecipazioni), che scenderà dall’attuale 17% a circa il 10-12 per cento del capitale e sarà socia di controllo in Eurocons e in Euroenergy”, le altre due società del gruppo, una nella consulenza e l’altra nelle energie rinnovabili. Il progetto sarà sottoposto alle assemblee degli azionisti delle società nelle prossime settimane. Nell’azionariato di Eurofidi ci sono anche undici banche con una partecipazione complessiva del 27 per cento. Intesa Sanpaolo e UniCredit hanno le quote maggiori. Le quasi 50mila imprese socie hanno il 54% del capitale e un ulteriore 2% le Camere di Commercio e le associazioni di categoria. L’aumento (di capitale, Ndr) di Eurofidi, da realizzare entro il 2014 con una prima tranche da 25 milioni, si rende necessario per far fronte al forte aumento delle sofferenze, spiega Nobili, conseguenza della pesante recessione in atto che sta facendo aumentare le escussioni delle garanzie date da Eurofidi. Nel primo semestre di quest’anno la società registra tuttavia un recupero dell’operatività con un aumento di oltre il 18% delle garanzie concesse, pari a oltre 735 milioni sugli 1,22 miliardi di nuovi fidi erogati dagli istituti di credito. L’anno scorso le garanzie erogate da Eurofidi erano state pari a 1,4 miliardi. Nel 2012 a fronte dell’aumento del rischio sono più che raddoppiati gli accantonamenti al fondo rischi: da 35,7 milioni a 87,6 milioni. Ne ha risentito il conto economico che ha chiuso con una perdita di 17 milioni. Eurofidi per mitigare il rischio ha riassicurato presso il Fondo Centrale di Garanzia il 76,8% delle sue garanzie. “Puntiamo a irrobustirci per proseguire il nostro lavoro a fianco delle Pmi – commenta Nobili – dopo l’aumento contiamo di riportare l’indice di solvibilità sopra il 10% dall’attuale 8,3 per cento”. OTTOBRE 2013 | 13 ottobre 2013 STAMPA_Layout 1 21/10/13 09:46 Pagina 14 L’INTERVISTA IL FUTURO DELLE IMPRESE? MERCATI ESTERI E INNOVAZIONE Adriana Mauro illustra i possibili prossimi scenari per i Confidi, per il Fondo Centrale di Garanzia e per il sistema delle Pmi italiane n Daniela Binello Adriana Mauro è dirigente del Dipartimento per l’Impresa e l’Internazionalizzazione del Ministero dello Sviluppo Economico 14 | OTTOBRE 2013 È di queste settimane la notizia di una riorganizzazione del Ministero dello Sviluppo Economico (Mise). Il Ministero è già stato oggetto di profonde trasformazioni nel corso degli ultimi Governi. Questa volta, però, il riassetto, fortemente voluto dal ministro Flavio Zanonato, consiste in una vera e propria ristrutturazione interna, con accorpamenti di ex dipartimenti e altre strutture sotto l’egida di un Segretariato Generale. Nel recente convegno “Quale futuro per le imprese”, organizzato da Eurocons, Eurofidi ed Euroenergy lo scorso settembre a Roma (di cui parliamo nelle pagine precedenti, NdR), Adriana Mauro del Mise (dirigente del Dipartimento per l’Impresa e l’Internazionalizzazione) ci ha illustrato i punti chiave sul futuro, ormai vicino, che coinvolge l’importante mondo dei Confidi nel sistema del credito alle imprese. Dottoressa Mauro, che cosa prevede per il futuro dei Confidi? «I Confidi sono oggi sempre più strategici per supportare le imprese nell’accesso ai finanziamenti bancari. Il loro rafforzamento patrimoniale, avvenuto anche attraverso norme già adottate negli anni passati, ha consentito l’acquisizione a patrimonio dei contributi pubblici assegnati ai Confidi a vario titolo. Questo “irrobustimento” è stato pensato per fare in modo che possano svolgere con maggiore efficacia il loro compito, che rappresenta un servizio di grande sostegno per le imprese». Parlando di Confidi è d’obbligo portare il discorso anche sul Fondo Centrale di Garanzia per le Pmi. Prevedete una ulteriore ottimizzazione di questo indispensabile strumento? «Il Fondo centrale di Garanzia per le piccole e medie imprese esiste da più di dieci anni e tutti hanno riconosciuto che si è trattato di uno strumento importantissimo per sostenere l’accesso al credito delle imprese. In questi anni di crisi, il Fondo è stato anche continuamente riadeguato finanziariamente, affinché potesse fare fronte alle esigenze del momento. Oggi come oggi, il Fondo è perciò uno strumento estremamente flessibile, che consente di sostenere una gamma sempre più ampia di richieste, grazie a procedure non troppo rigide. Lo definirei, quindi, uno strumento multiforme e indispensabile, parola che anche lei ha utilizzato nella sua domanda. Nella Legge di Stabilità è preannunciato un ulteriore potenziamento delle risorse del Fondo, ma è anche importante osservare che ultimamente il Governo ha approvato una norma per la ridefinizione dei parametri di valutazione della solidità delle imprese. Badando sempre alla solidità economica delle aziende, i parametri diventeranno un po’ più semplici». Da questo punto di vista, anche per le strutture di garanzia si apre un orizzonte “semplificato”? «Quello che penso che migliorerà ancora è il rapporto fra Confidi e sistema bancario. Proprio verificando l’operatività del Fondo Centrale di Garanzia per le Pmi è emersa l’esigenza, direi anzi il bisogno, di migliorare la sinergia tra le due realtà. I Confidi devono quindi continuare a lavorare in questa direzione, utilizzando il Fondo al massimo, ma devono attivarsi ancora di più come tramite fra l’impresa e la banca. È un rapporto che funziona già bene, ma può essere ancora perfezionato. L’effetto di questo miglioramento sinergico si ribalterà anche sulle imprese, che saranno messe in grado di presentarsi agli istituti di credito con le informazioni giuste. Anche l’impresa deve essere “educata” in questo senso, in modo da consentire alle banche di svolgere le necessarie valutazioni. Fermo restando che le banche non possono sprecare denaro pubblico, perché è dei risparmiatori, con una maggiore “educazione” alla trasparenza la concessione del credito alle imprese attiverà un circuito di semplificazione procedurale sicuramente migliore». Soprattutto per le start-up è però spesso più difficile accedere al credito. Lo sviluppo di queste imprese, magari più giovani, potrà trovare maggiori risorse? «È vero che il credito viene concesso in base a delle condizioni prestabilite, diciamo su criteri matematici. Ed è anche vero, d’altra parte, che queste disposizioni sono imposte alle banche dagli organismi internazionali. In questo contesto, però, è anche vero che le imprese devono e possono fare un salto di qualità, decidendo d’investire con coraggio nei mercati esteri e nell’innovazione. È importante, allora, che i criteri di valutazione per la concessione del credito tengano conto anche dei progetti dell’impresa, fatta magari da giovani e anche se di piccole dimensioni strutturali. Sempre più spesso una start-up ha un progetto d’impresa costruito attorno alle sfide dello sviluppo e della crescita, che oggi significano soprattutto internazionalizzazione e innovazione. La progettualità è molto importante per le prospettive di successo dell’impresa e quindi, nell’ambito dei criteri di valutazione per la concessione del credito, i progetti sono destinati a incontrare una migliore accoglienza». Il futuro delle imprese è quindi tracciato su internazionalizzazione e innovazione? «Senza dubbio, ma occorre fare una riflessione anche sull’aspetto dimensionale delle aziende. Direi che quest’ultimo punto cammina di pari passo con il miglioramento del contesto in cui operano le imprese. Un contesto fatto di maggiore concorrenza in un mercato aperto, nel quale l’impresa sia messa in grado di operare con minori oneri amministrativi e aiutata da una maggiore semplificazione. Tutto questo si rende necessario per agganciare la ripresa e ridurre il gap di competitività che ha caratterizzato negli ultimi decenni la vita economica del nostro Paese. E questo è anche lo schema in cui si sono mossi gli ultimi Governi. Il motore, quindi, è già stato avviato, e l’elemento tematico trasversale di questo motore è la benzina, cioè il credito, che è l’assist strategico per lo sviluppo e la competitività delle imprese». Con il raggruppamento delle risorse pubbliche il credito sarà maggiormente disponibile? «Sul capitolo dell’internazionalizzazione, ad esempio, sono già stati riorganizzati in un unico fondo tutti gli incentivi a disposizione del Mise. Al momento le risorse “raggranellate” sono intorno ai 650 milioni di euro, ma diventeranno sicuramente anche di più. Tenendo conto che la crescita sostenibile ha tre linee principali d’intervento, che sono internazionalizzazione, innovazione e rilancio delle produzioni nelle aree di crisi, l’orientamento degli incentivi verso un unico fondo produrrà certamente risultati più efficaci. Vi sono poi agevolazioni fiscali e semplificazioni normative per l’avvio delle start-up, nonché un fondo per la valorizzazione dei brevetti utilizzabile già da qualche anno. Questo fondo opera sia per l’acquisizione di capitali di rischio per le imprese che hanno la capacità di valorizzare i brevetti e sia per aiutarle finanziariamente sul capitale di debito. Altri grandi progetti a sostegno dell’innovazione partiranno fra non molto, con un fondo del ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, in collaborazione con il Mise. Infine, sottolineo un altro aspetto importantissimo, e cioè quello del credito d’imposta per le assunzioni di personale altamente qualificato. Il credito d’imposta interviene per il 35 per cento sui costi aziendali ed è una misura strutturale, che si aggira intorno a 50 milioni ogni anno. Ritengo che sia un aspetto di primo piano, perché investire sul capitale umano significa costruire un futuro per i giovani, per le nostre imprese e per il nostro Paese». OTTOBRE 2013 | 15 ottobre 2013 STAMPA_Layout 1 21/10/13 09:46 Pagina 16 © Sabrina Gazzola © Sabrina Gazzola INIZIATIVE L’INTRAPRENDENZA È DONNA? L’arte di re-inventarsi è stato il tema portante della Quinta edizione del Salone nazionale dedicato all’imprenditoria femminile, che si è svolto a inizio ottobre a Torino n , Valentina Borla Re-inventarsi per non arrendersi, per inseguire una vocazione, per cercare sempre nuove frontiere o per scelta di vita e per riprendersi il futuro. Questa capacità è un’arte congeniale all’universo femminile. E proprio le donne sono state le protagoniste assolute del Salone nazionale dell’imprenditoria femminile e giovanile, che si è tenuto a Torino a inizio ottobre, quest’anno dedicato a “L’Arte di re-inventarsi – come rompere gli schemi e riprendersi il futuro”. Nella crisi economica e finanziaria che ormai da anni sta interessando l’economia nazionale e globale, la scelta imprenditoriale può essere uno sbocco di lavoro e di realizzazione personale per affermarsi e per contrastare le difficoltà che questa fase comporta. Il confronto aperto, ma soprattutto la presentazione di nuove opportunità, di esempi positivi di “chi ce l’ha fatta” hanno offerto ai giovani e non, a chi ha perso il lavoro o vuole entrare nel mercato del lavoro nuovi spunti, testimonianze e prospettive per guidare una scelta così importante e non sempre facile per il proprio futuro. Probabilmente è stato proprio questo, unitamente agli autorevoli relatori, il segreto del successo del Salone Nazionale dell’Imprenditoria femminile e giovanile. Un esito positivo avvalorato non solo da numeri, ma da una partecipazione viva e interattiva da parte del pubblico durante i numerosi workshop e dibattiti legati dal fil rouge del tema “lavoro”. Il Salone, nato a Torino nel 2004 con l’obiettivo di contribuire a valorizzare le due componenti più penalizzate del capitale umano del nostro Paese, le donne e i giovani, ha via via affrontato una vasta 16 | OTTOBRE 2013 gamma di tematiche con un approccio pragmatico e concreto, creando uno spazio di incontro e confronto sui temi dell’imprenditorialità femminile e giovanile, in un’ottica di recupero di ricchezza nazionale e di miglioramento della qualità della vita. Questa quinta edizione ha ospitato workshop e tavole rotonde, accogliendo il pubblico e gli imprenditori presso i locali della Camera di Commercio di Torino, tradizionale luogo di riferimento del mondo imprenditoriale. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha voluto destinare, anche in questa edizione, una medaglia presidenziale come suo premio di rappresentanza. La due giorni di incontri e dibattiti è stata preceduta dall’apertura dei lavori, con un atélier creativo in cui è stato protagonista lo strumento espressivo del collage, come metafora artistica dell’atteggiamento imprenditoriale del reinventarsi grazie alla rottura di schemi pregressi e alla creazione di nuove connessioni. Gli incontri su “L’arte di re-inventarsi” sono stati introdotti dai saluti delle istituzioni. Non è un caso, ma piuttosto un auspicio per i vertici di istituzioni e le aziende del Paese, che vi sia un’elevata rappresentanza di genere femminile ai vertici degli enti governativi locali. È una donna, per la prima volta, il neo prefetto di Torino: Paola Basilone. Così come sono donne l’assessore regionale piemontese al Lavoro e Formazione professionale Claudia Porchietto e il vice sindaco di Torino con deleghe al welfare Elide Tisi. Più rari, ma di peso, sono gli esempi a livello nazionale: ricordiamo, tra le altre, la presidente della Camera, Laura Boldrini; l’ex presidente di Confindustria Emma Marcegaglia; la neo presidente della Fondazione Mps Antonella Mansi. «Occorre creare le condizioni affinché le donne e i giovani possano dimostrare al meglio il loro impegno attraverso gli strumenti della conciliazione – ha motivato Elide Tisi –. Nonostante la crisi, la tenuta imprenditoriale d’impresa è soprattutto in rosa. Solo valorizzando e sostenendo queste possibilità, gli entusiasmi presenti in donne e giovani, possiamo porre le basi per costruire l’Italia del futuro». Ha affermato Claudia Porchietto: «Le donne hanno saputo costruire all’interno dell’impresa, una gestione simile a quella familiare: più umana ma competitiva». Ha quindi aggiunto l’assessore a proposito del tessuto imprenditoriale locale: «È fondamentale che l’attenzione delle istituzioni alle diversità dei territori sia continua, nonostante le difficoltà. Spero di vedervi imprenditrici grandi, capaci e toste». Al Salone ha partecipato anche la Camera di Commercio di Torino con un progetto innovativo e originale realizzato tramite il suo comitato per la promozione dell’imprenditoria femminile. “Camminando sul filo” è un’iniziativa nata per affrontare il tema della conciliazione tra il lavoro e la famiglia, attraverso un mix di testimonianze, teatro, inchieste giornalistiche e informazione. Lo spettacolo, ideato e messo in scena da Laura Curino, ha chiuso questa quinta edizione del Salone nazionale dell’imprenditoria femminile e giovanile. IL PASSAGGIO GENERAZIONALE NELLE IMPRESE La prima giornata del Salone si è chiusa con un tavolo di lavoro organizzato in collaborazione con Eurogroup e i giovani imprenditori di Confindustria Piemonte dal titolo “Garantire un futuro alle imprese. Passaggio generazionale, trasferimento a terzi, fusioni”. L’espressione “passaggio generazionale d’impresa” indica tutte quelle attività capaci di assicurare una successione nell’esercizio, diretto o indiretto, di un’impresa. In questo contesto, focus del dibattito sono stati i tanti aspetti legati ai passaggi generazionali, dai trasferimenti a terzi alle fusioni all’interno delle imprese. Al tavolo di lavoro, sono intervenuti (nella foto in alto, da sinistra) Susanna Barreca, responsabile del servizio trasferimento d’impresa extrafamiglia della Regione Piemonte; Massimo Nobili, presidente di Eurofidi e di Eurocons; Claudia Porchietto, assessore al Lavoro e alla Formazione professionale della Regione Piemonte; Manuela Marino dell’Area Consulenza Direzionale e Strategica di Eurocons; la giornalista de Il Sole 24 Ore Filomena Greco che ha moderato il dibattito; Tessa Zaramella, referente progetto Reti 2020 Provincia di Torino; Marco Gay, presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria Piemonte. La narrazione di due particolari case history ha completato il dibattito: quella di Cesare Verona, presidente e amministratore delegato di Aurora e quella di Stefano Papini, presidente della Compagnia della birra. Per le aziende, e in particolare per quelle piccole e medie, affrontare con competenza e con gli strumenti efficaci il passaggio generazionale può essere decisivo per assicurarsi o mantenere un vantaggio competitivo sul mercato. Sul tema Eurocons offre una consulenza specifica, che si pone l’obiettivo di supportare l’azienda nel garantire la continuità aziendale. Il servizio offerto porta a soddisfare, a seguito di un piano di continuità con la “famiglia imprenditoriale”, una serie di esigenze come l’ottimizzazione del patrimonio relativa alla gestione, trasmissione e allocazione della ricchezza. Ai consulenti Eurocons spesso è chiesto di aiutare l’azienda nell’organizzazione della famiglia imprenditoriale con la definizione di ruoli, responsabilità e di un sistema di controllo. Questo comporta ridefinire l’organigramma aziendale, stabilire i processi chiave tra la famiglia o la proprietà e il management, stabilire i compiti per i familiari azionisti, consiglieri di amministrazione e i familiari manager, definire i poteri decisionali di ciascuno e il processo per le decisioni strategiche. Per assicurarsi un ricambio generazionale di successo, la famiglia imprenditoriale deve dotarsi di regole chiare che le permetta di strutturare il passaggio di timone da una generazione all’altra, facendo leva sulla sua cultura e tradizione, e offrendo ai giovani familiari l’accesso alla formazione necessaria per prepararli al loro futuro coinvolgimento in azienda. Non dimentichiamo che continuità aziendale può voler dire anche valutare la possibilità di allargare a terzi la compagine societaria, al fine di attrarre capitali di rischio per perseguire progetti strategici di sviluppo. In questo ambito, Eurocons si presta alla analisi del progetto strategico e di business aziendale e alla ricerca e contatto con i potenziali investitori esterni. Allo stesso tempo l’apertura a forme di aggregazione aziendali con società che possano apportare know-how, strategie, metodi di lavoro, portafogli clienti potrebbe costituire una strategia di successo per acquisire quella competitività utile ad affrontare politiche strategiche difficilmente affrontabili da soli. Anche in questo caso, Eurocons si pone a fianco dell’azienda per seguirla in tutto il processo di analisi e valutazione della migliore strategia di aggregazione nonché di ricerca di potenziali partner. OTTOBRE 2013 | 17 ottobre 2013 STAMPA_Layout 1 21/10/13 09:46 Pagina 18 AZIENDA IN “EUREKA!STORIE” OGNI STORIA HA UN SIGNIFICATO La passione e l’orgoglio imprenditoriale raccontati attraverso storie di “normale successo”, vissute sul campo e riprese dal vivo da una troupe cinematografica. Ciascun video si propone di rispecchiare le qualità dell’azienda intervistata e dei consulenti che la affiancano nelle decisioni economico-finanziarie n Alessandra Romano GLI EUREKA!STORIE DEDICATI ALLE NOSTRE IMPRESE POSSONO ESSERE VISTI SU: www.eurocons.biz/eureka-storie/ www.eurofidi.biz/eureka-storie/ www.euroenergy.it/comunicazione/pubblicazioni/eureka-storie/ 18 | OTTOBRE 2013 Come raccontare le nostre aziende con il cuore e non solo con le parole? Semplice, facendolo fare direttamente a loro. Andando a trovare gli imprenditori proprio in azienda, scoprendo tra uffici e capannoni industriali l’emozione, la fatica e l’impegno del lavoro quotidiano. Ogni azienda ha una storia e ogni storia ha un significato, un messaggio da dare e un finale da scoprire. Ecco allora che, dall’esperienza dell’“Eureka!” che leggete ogni mese è nata la linea video “Eureka!Storie”: la passione e l’orgoglio imprenditoriale raccontati attraverso storie di “normale successo”, vissute sul campo e riprese dal vivo da una troupe cinematografica. “Eureka!” rappresenta già di per sé la storia delle imprese degli ultimi vent’anni: esiste dal 1994, con la nascita di Eurocons, come strumento di servizio e di dialogo con le imprese clienti e socie. All’inizio si chiamava “Eureka! L’idea dalla notizia” ed era un foglio di informazione inviato alle imprese sotto forma di lettera Postel. Alcuni nostri soci e lettori “storici” se lo ricordano? In termini di tecnologie e di cicli economici, da allora sembrano davvero trascorse intere ere geologiche. A partire dal 1994 abbiamo così creato un fil rouge che ci ha legati alle imprese socie in tutti questi anni, lavorando sempre non solo per garantire la qualità e la professionalità delle informazioni, ma anche e soprattutto per rendere il più possibile piacevole la lettura dei contenuti. Siamo convinti che sia dovere della redazione stare al passo con i tempi e dare alle nostre imprese un prodotto all’altezza delle loro attese. Tradizione e innovazione convivono tuttavia in “Eureka!”, in quanto la nostra rivista continua a essere un prodotto stampato e distribuito via posta. Crediamo infatti che la fisicità della carta e la cadenza mensile siano elementi determinanti per mantenere un legame stabile con i nostri lettori. ANDARE OLTRE. DESCRIVERE LE QUALITÀ DELLE PMI Ora, con la stessa convinzione, abbiamo creato “Eureka!Storie”, confidando che sia considerato un prodotto utile, non autoreferenziale, che serva per rappresentare in primo luogo la solidità delle imprese intervistate e, se possibile, la nostra funzione a sostegno del sistema imprenditoriale italiano. “Eureka!Storie” vuole essere la concreta testimonianza che nel panorama imprenditoriale italiano ci sono esempi e testimonianze di imprese e imprenditori “veri” che investono, che rischiano, che innovano. Vogliamo dare ottimismo e forza a tutti coloro che quotidianamente credono nel valore e nell’importanza di quello che fanno. Insomma, questo nuovo prodotto vuole essere uno strumento, realizzato con serietà, professionalità e competenza, che rispecchia le qualità dell’azienda intervistata e dei consulenti che la affiancano nelle decisioni economico-finanziarie. Ogni “Eureka!Storie” è una monografia: l’argomento scelto viene affrontato con un linguaggio di natura documentaristica che garantisce chiarezza delle informazioni e piacevolezza della fruizione. Le aziende che abbiamo incontrato con la macchina da presa danno voce ad un mondo imprenditoriale vivace e con grande voglia di fare. Un mondo che ha scoperto il mondo. E non è solo un gioco di parole, ma in questo momento è la posizione delle imprese che riescono a emergere e a tenere il passo del mercato. Purtroppo l’Italia è diven- tata ormai un Paese troppo piccolo per garantire un futuro alle nostre imprese e solo quelle che sanno aprirsi ai mercati esteri, innovare e sviluppare nuovi prodotti e nuovi servizi di taglio internazionale, possono superare i momenti difficili. Per la sua struttura flessibile, “Eureka!Storie” potrà diventare in futuro un prodotto audiovisivo interattivo, che permetterà un’integrazione sempre maggiore tra rivista e materiale audiovisivo: accedere quindi ai video sfogliando la versione tradizionale della rivista con il QR Code o, al contrario, richiamare articoli di “Eureka!” durante la visione di una puntata delle video interviste. Tutto questo nella consapevolezza che il panorama della comunicazione, negli ultimi anni, è cambiato radicalmente e velocemente: i canali d’accesso alle informazioni sono aumentati con l’introduzione di smartphone e tablet, e questo ha dato la possibilità di moltiplicare le ore di consumo e ricerca delle informazioni stesse. L’idea di “Eureka!Storie” è quindi di inserirsi in questo flusso di informazioni diventando creatore di contenuti, ma differenziandosi per i soggetti trattati, il linguaggio e la facilità di accesso. E non ci fermeremo di sicuro qui! Presto vogliamo andare ad approfondire e a intervistare i distretti produttivi italiani, importante tessuto che in questi anni ha fatto da rete di riferimento nei momenti difficili e ha consentito di valorizzare le produzioni e le eccellenze del Made in Italy nonostante le difficoltà strutturali e contingenti. OTTOBRE 2013 | 19 ottobre 2013 STAMPA_Layout 1 21/10/13 09:46 Pagina 20 NETWORK PASS NETWORK PASS L’INNOVAZIONE IN RETE TARGATA EUROCONS UNO STRUMENTO DI NUOVA GENERAZIONE All’edizione 2013 dello Smau di Milano sarà presente anche un nostro stand. Un’occasione per presentare il nuovo sito Network Pass che, in pochi mesi, ha permesso a molte aziende di creare nuove partnership e di far conoscere più efficacemente i loro prodotti e servizi Pellegrini Card, nata nel 1985, rappresenta sicuramente la realtà italiana più innovativa nel mercato buoni pasto. Network Pass, con gli strumenti che mette a disposizione, è una opportunità aggiuntiva per creare una comunicazione personalizzata indirizzata ai potenziali clienti GIOVEDÌ 24 OTTOBRE ALLE ORE 11.00 presso l’Arena Marketing Digitale di Smau, Eurocons interverrà in un workshop in cui Salvatore Palange, responsabile Marketing della società, illustrerà i vantaggi per le Pmi nell’entrare a fare parte di un business network. SMAU MILANO, 23- 25 OTTOBRE, Fieramilanocity dalle 9.30 alle 18. EUROCONS CON NETWORK PASS: PADIGLIONE 1 - STAND E45. Per richiedere il biglietto gratuito per Smau e partecipare al workshop del 24 ottobre nell’Arena Marketing Digitale, scrivere all’indirizzo di posta elettronica: [email protected] 20 | OTTOBRE 2013 Il 23 ottobre a Milano prenderà il via la cinquantesima edizione dello Smau, il salone dedicato ad esplorare le ultime frontiere dell’innovazione e delle tecnologie digitali per il business. Nell’edizione 2013, l’evento di Fieramilanocity ospiterà una nuova area dedicata all’innovazione in Italia. Come fiore all’occhiello di questo principio in tema di servizi alle imprese, Eurocons sarà presente con uno stand (padiglione 1 - E45, presso l’area marketing digitale ed e-commerce) per presentare il nuovo sito che ha già connesso oltre 50 mila aziende. Lo Smau è la vetrina ideale per promuovere il NetworkPass. Questo portale, unico e innovativo, permette alle aziende di creare nuove partnership, mette in contatto le persone, favorisce l’avvio di nuove relazioni professionali e aiuta a fare conoscere i prodotti delle piccole e medie imprese, creando relazioni professionali. Con Network Pass l’imprenditore può comunicare in modo mirato verso target profilati e, grazie al suggeritore automatico LINK+, ha la possibilità di estrarre in automatico le aziende di proprio interesse. Dopo aver impostato i criteri di ricerca, si aggiungono così altre imprese e l’azienda può creare il proprio network. Il portale NetworkPass offre dunque alle Pmi nuove opportunità di business e occasioni per trovare potenziali clienti e fornitori. In questa edizione di Smau, tecnologia e innovazione rappresentano un binomio che si concretizzerà in due aree ben distinte: da un lato si potrà visitare lo spazio dedicato alle tecnologie digitali per le imprese con il proprio calendario di eventi, premi e workshop a cura delle più prestigiose scuole di formazione manageriale italiane e società di consulenza. Dall’altro, un’area che ospiterà oltre 200 tra centri di ricerca, laboratori, incubatori, acceleratori di innovazione e startup, provenienti da tutto il territorio nazionale. «Il nostro modo di relazionarci e di lavorare sta cambiando – ha affermato Pierantonio Macola, amministratore delegato Smau –. È in corso una vera e propria rivoluzione guidata da nuove tecnologie che si stanno facendo strada modificando le nostre abitudini: dall’uso di dispositivi mobili per la gestione delle relazioni private e dell’attività aziendale ai social network come strumento di comunicazione per le imprese, dalle tecnologie in grado di accorciare le distanze creando ambienti di lavoro virtuali efficienti e capaci di migliorare la produttività in azienda e i servizi ai cittadini, ai nuovi strumenti a supporto dell’innovazione di prodotto e di processo». «Per un servizio come il nostro, Network Pass è una vetrina ideale per sviluppare il business utilizzando uno strumento di nuova generazione che offre l’opportunità di creare una comunicazione mirata ai potenziali clienti». Così Cristiano Sormani della Pellegrini Card, la divisione dedicata ai buoni pasto della società Pellegrini, motiva la scelta di adesione a Network Pass, il nuovo portale della famiglia Eurogroup. Il servizio buoni pasto Pellegrini Card è il più avanzato sicuro e ricco di opportunità, grazie a un raffinato sistema di stampa e di produzione, che consente di personalizzare i buoni pasto come desidera il cliente, trasformando un semplice prodotto per la pausa pranzo, in uno strumento di comunicazione e motivazione aziendale. «Passione e innovazione sono, da sempre, i valori delle persone che lavorano in Pellegrini e riteniamo che Network Pass possa essere uno strumento adeguato al nostro modo di lavorare – aggiunge ancora Cristiano Sormani –. Nell’ultimo triennio, Pellegrini Card ha investito ampiamente nell’innovazione e l’adesione a Network Pass va in questa direzione». Se, infatti, la soddisfazione dell’utilizzatore finale, ossia il dipendente dell’azienda cliente, è l’obiettivo su cui si concentra tutto il lavoro e l’impegno della Pellegrini Card, Network Pass rappresenta uno strumento efficace, mirato e di nuova generazione per farsi conoscere dalle aziende. «Queste sono scelte fortemente volute per offrire ai nostri clienti-imprese e ai loro dipendenti il servizio buoni pasto più avanzato, sicuro e ricco di opportunità e vantaggi» conclude Cristiano Sormani. OTTOBRE 2013 | 21 ottobre 2013 STAMPA_Layout 1 21/10/13 09:46 Pagina 22 FINANZA AGEVOLATA © ICP Digitalvision ENERGIA FOTOVOLTAICO PER VALORIZZARE LE IMPRESE E MIGLIORARE L’AMBIENTE LOMBARDIA: “CREDITO ADESSO” EVOLVE Euroenergy ha ultimato la realizzazione di tre impianti su tetto che hanno permesso la riqualificazione di altrettante strutture industriali piemontesi. Le tre aziende sono situate a Oglianico (To), Niella Tanaro (Cn) e Novara La misura, sostenuta da Regione, Finlombarda e banche convenzionate, si propone di finanziare il fabbisogno di capitale circolante delle imprese. Da alcune settimane sono state introdotte alcune modifiche che entreranno in vigore a breve n Riqualificare fa bene all’economia e all’ambiente. Ne sono un tangibile esempio i tre impianti fotovoltaici su tetto realizzati da Euroenergy a Oglianico (To), Niella Tanaro (Cn) e Novara che hanno valorizzato altrettante strutture industriali. Per i territori interessati si tratta di un progetto di alto profilo. Oltre a rappresentare una significativa potenza installata con circa 650 kWp in totale, l’insieme dei tre impianti produce infatti energia pari a 647.964 KWh, consentendo così una minore emissione di anidride carbonica (CO2) pari a 386.184 chilogrammi. Dati significativi per l’ambiente ma non solo. Questo progetto consente di valorizzare una porzione del tessuto industriale piemontese sia in un’ottica di efficienza energetica, attraverso il rifacimento delle coperture delle stesse, sia dal punto di vista sociale, contribuendo a riqualificare le produzioni industriali interessate, grazie alla collaborazione con un partner di prestigio in tale ambito quale Ream SGR. Gli impianti realizzati da Euroenergy sono infatti stati ceduti, attraverso la controllata Energy Green 1, alla Ream SGR che li ha acquistati attraverso il Fondo “Social & Human Purpose – Comparto A”. Il ruolo di Euroenergy non si esaurisce con la realizzazione degli impianti. Il progetto e l’impegno proseguono attraverso la controllata Energy Green 1 che ne seguirà la gestione e la manutenzione, nonché i rapporti con il Gestore Servizi Energetici (Gse). «La realizzazione di questi impianti è per noi motivo di grande soddisfazione – commenta Carlo Spagliardi, amministratore delegato di Euroenergy – per la rilevanza in termini di produzione energetica e di potenza installata sul territorio piemontese, ma non solo. Questo progetto, grazie alla partnership con REAM SGR riveste una significativa valenza sociale, oltreché produttiva, in un’ottica di sostegno al rilancio della produzione sul territorio piemontese, attraverso l’innovazione rappresentata da una migliore efficienza energetica. La gestione da parte di Energy Green 1, inoltre, è un’ulteriore garanzia per il nostro partner e per le strutture industriali coinvolte». 22 | OTTOBRE 2013 Ornella Mecucci Il 20 settembre sono state approvate dalla Giunta regionale della Lombardia le modifiche ai criteri attuativi di “Credito Adesso”, l’iniziativa che intende sostenere le micro, piccole e medie imprese finanziando il fabbisogno di capitale circolante mediante l’erogazione di finanziamenti chirografari (ovvero crediti che non necessitano di garanzie). Le novità introdotte rispondono alle esigenze pervenute dal mondo produttivo e riguardano l’ampliamento del target dei beneficiari, l’aumento dell’efficacia della misura e la semplificazione delle procedure di accesso. Le risorse finanziarie iniziali ammontavano a 500 milioni di euro di cui 200 a carico di Finlombarda e 300 a carico delle banche convenzionate. Della dotazione originaria, ad oggi sono ancora disponibili risorse per 270 milioni di euro. In dettaglio, le principali novità introdotte dal provvedimento della Giunta riguardano: • l’ampliamento del target dei beneficiari al settore turismo, alle lavanderie industriali, alle agenzie di viaggio e ai tour operator, alle attività di servizi per edifici e paesaggio; • l’incremento della percentuale di finanziamento dal 50 al 60% dell’importo; • la possibilità per l’impresa di richiedere più finanziamenti fino al limite massimo previsto, anche in sovrapposizione; • l’innalzamento del finanziamento massimo per le medie imprese da 500 mila a 750 mila euro; • l’abbassamento della soglia minima di accesso per le micro e piccole imprese da 100 mila a 30 mila euro di ordini/contratti di fornitura; • la diminuzione dell’onerosità del finanziamento attraverso l’aumento del contributo in conto interessi dall’1 al 1,25%; • la semplificazione delle procedure di accesso per le richieste di finanziamento fino a 45 mila euro; • l’innalzamento del contributo al 3% (alla stregua delle imprese mantovane colpite dal sisma del maggio 2012) per: a) le imprese della provincia di Sondrio e di alcuni comuni di quella di Lecco interessate dalla chiusura della Strada Statale 36 (riserva di 5 milioni di euro); b) le imprese con sede operativa nei comuni della provincia di Milano colpiti il 29 luglio scorso da una tromba d’aria (riserva di 4 milioni di euro). Per la piena operatività dei nuovi criteri, occorre attendere la pubblicazione dell’Avviso integrativo di parziale modifica, prevista entro la fine dell’anno. OTTOBRE 2013 | 23 ottobre 2013 STAMPA_Layout 1 21/10/13 09:46 Pagina 24 FINANZA AGEVOLATA INIZIATIVE DELLE CAMERE DI COMMERCIO SAVONA Bando per la partecipazione fiere MILANO Sviluppo di nuove imprese Nell’ambito delle iniziative promozionali volte a favorire lo sviluppo del sistema economico locale, la Camera di Commercio di Savona intende sostenere e incentivare la partecipazione delle Pmi a fiere in Italia e all’estero attraverso l’erogazione di contributi. È ammessa la partecipazione a manifestazioni fieristiche attuate tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2013. Il bando prevede un contributo a fondo perduto del 50% delle spese ammissibili per la prima partecipazione alla fiera (40% per le partecipazioni successive) con un massimale di 2.500 euro per ogni evento fieristico. Le domande di contributo possono essere presentate fino al 28 febbraio del prossimo anno. La Camera di Commercio di Milano ha pubblicato un nuovo bando per la concessione di contributi finalizzati a sostenere le imprese di recente costituzione nel loro percorso di sviluppo di prodotti e/o servizi innovativi. Beneficiarie sono le micro, piccole e medie imprese di tutti i settori costituite sotto forma di società di capitali e iscritte al registro imprese da meno di 48 mesi, con sede legale e/o operativa nella provincia di Milano. Le spese ammissibili riguardano i settori della promozione, dell’innovazione, dell’assunzione di capitale umano e degli investimenti produttivi. Le start up innovative possono beneficiare anche di contributi per le spese di avvio (costituzione e business plan), campionatura e produzione. L’agevolazione consiste in un contributo a fondo perduto del 50% delle spese ammesse, con un massimale di 20 mila euro per impresa. Le domande possono essere inviate dal 22 ottobre fino al 20 dicembre, salvo esaurimento anticipato dei fondi. BRESCIA Contributi per l’accesso al credito settori industria, artigianato, commercio turismo e servizi A novembre apriranno i bandi camerali finalizzati a sostenere l’accesso al credito delle Pmi per l’annualità 2013. L’agevolazione consiste in un contributo a fondo perduto a fronte di finanziamenti bancari erogati dal primo luglio 2012 e garantiti dai Confidi (tra cui Eurofidi). La misura per il settore industriale interessa solo i finanziamenti rivolti all’acquisto di beni strumentali (programmi d’investimento), i bandi dei settori artigianato e commercio-turismo-servizi agevolano anche i finanziamenti per liquidità. Il contributo concesso varia dal 4 al 6% dell’importo del finanziamento a seconda del bando e della finalità, a condizione che gli investimenti siano già realizzati e le rate del finanziamento rimborsate (quota capitale + interessi) in misura almeno pari al contributo spettante. Le domande verranno esaminate in base all’ordine cronologico di presentazione. CREMONA Abbattimento del costo delle commissioni di garanzia È operativo fino a fine anno il bando camerale per le Pmi cremonesi finalizzato all’abbattimento del costo delle commissioni dovute sulle garanzie rilasciate dai Confidi. Le domande devono fare riferimento ad operazioni di garanzia deliberate dai Confidi convenzionati (fra cui Eurofidi) a partire dal primo gennaio 2013. Il contributo è concesso in percentuale variabile fra il 50 e il 70% del costo della commissione di garanzia in funzione della linea di credito, con un massimale di 10 mila euro per impresa. CHIETI Abbattimento interessi su prestiti garantiti Le Pmi operanti in tutti i settori, con sede in provincia di Chieti, che abbiano contratto finanziamenti bancari garantiti da Eurofidi e finalizzati a specifici programmi di investimento aziendali possono ottenere, fino al 31 dicembre, un contributo in conto interessi, erogato fino alla concorrenza massima del 3% e comunque in misura non superiore al tasso corrisposto alla banca, per un importo non superiore a 3.000 euro. 24 | OTTOBRE 2013 MODENA Sostegno del credito alle Pmi La misura prevede contributi a favore delle operazioni di finanziamento bancario o leasing effettuate tramite organismi di garanzia fidi, tra i quali Eurofidi, relative alla copertura di spese effettuate o da effettuare riguardanti la realizzazione di programmi di investimento, di sviluppo e miglioramento aziendale, sviluppo imprenditoriale, internazionalizzazione, avvio di nuove imprese, patrimonializzazione ed esigenze di liquidità. Le Pmi modenesi operanti nei settori industria, artigianato e commercio possono usufruire di un contributo in conto interessi, in misura pari all’1,5%, su finanziamenti/leasing per investimento e/o liquidità, nella misura massima di 15 mila euro per il settore industria e di 6.000 euro per i settori del commercio e dell’artigianato. VERONA Bando occupazione Fino al 31 dicembre è possibile presentare domanda a valere sul bando promosso dalla Camera di Commercio di Verona finalizzato a incentivare le assunzioni e per la stabilizzazione di personale giovanile o femminile. Il bando riconosce un contributo di 4.000 euro per le assunzioni a tempo indeterminato e di 2.000 per quelle a tempo determinato (è prevista una maggiorazione di 1.000 euro per le assunzioni femminili). Le assunzioni devono essere fatte dopo la presentazione della domanda ed entro il 31 gennaio 2014. ANCONA Contributi per la certificazione Le imprese iscritte nel registro della Camera di Commercio di Ancona e operanti in tutti i settori, nonché le loro cooperative e consorzi, possono sempre beneficiare di contributi a fondo perduto pari al 50% delle spese sostenute, fino ad un massimo di 10 mila euro in caso di progetti di certificazione integrati, per agevolare le spese effettivamente sostenute e documentate per l’ottenimento di un sistema di gestione ambientale (ISO 14001, EMAS), di responsabilità sociale (SA 8000) e/o della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro (OHSAS 18001). Lo strumento opera a sportello durante tutto l’arco dell’anno. TUTTE LE NOVITÀ DALLE REGIONI INTERO TERRITORIO NAZIONALE LOMBARDIA Fondo per la Crescita Sostenibile Sostegno ai processi di brevettazione È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto che stabilisce i tratti salienti del primo intervento agevolativo a valere sulle risorse del Fondo per la Crescita Sostenibile. Il bando, che può contare su risorse già disponibili per 300 milioni di euro, è indirizzato a sostenere l’innovazione diffusa, incentivando attraverso lo strumento del finanziamento agevolato i progetti di Ricerca e Sviluppo promossi dalle imprese (singole o in aggregazione) a valere sui settori tecnologici individuati nel Programma Comunitario Horizon 2020. I progetti agevolabili, avviati dopo la presentazione della domanda, devono avere una durata tra 18 e 36 mesi e un importo compreso tra 800 mila e tre milioni di euro. L’agevolazione consiste in un finanziamento agevolato, per un importo pari a una percentuale che varia dal 50 al 70% delle spese ammissibili, di durata fino a otto anni (oltre un possibile preammortamento di tre anni), a un tasso pari al 20% del tasso di riferimento comunitario in vigore alla data di concessione (comunque non inferiore allo 0,8% annuo). Il termine iniziale e le modalità per la presentazione delle domande, nonché le condizioni, i punteggi e le soglie di accesso, saranno definiti con successivi provvedimenti. Aperto dal 1° ottobre, il bando nato dall’Accordo di programma fra Regione Lombardia e sistema camerale intende finanziare, tramite l’utilizzo di voucher, l’acquisto di servizi di assistenza, consulenza e ricerca e favorire l’introduzione di figure professionali qualificate, oltre a sostenere, con un contributo, i processi volti all’ottenimento del brevetto/modello europeo, europeo unitario e/o brevetti/modelli internazionali. Possono presentare domanda le micro, piccole e medie impresa con sede in Lombardia. In particolare, la misura E – Brevetti, concede un contributo a fondo perduto pari al 50% delle spese per costi diretti di deposito, consulenze inerenti la procedura della domanda di brevetto/modello, traduzioni e spese generali, con un massimale di 6.000 euro per una domanda di brevetto e di 12 mila per due o più domande di brevetto (elevabile al 60% con massimali rispettivamente di 7.200 euro e di 14.400 per le new-co). I brevetti devono avere ricadute in uno o più dei seguenti ambiti tecnologici: chimica verde, agrifood, tecnologie per gli ambienti di vita, scienze della vita, tecnologie per le Smart Communities, mezzi e sistemi per la mobilità di superficie terrestre e marina, aerospazio, energia, fabbrica intelligente, imprese creative PIEMONTE Contratto di insediamento per investimenti di entità contenuta È sempre attiva la misura finalizzata a favorire l’attrazione e lo sviluppo in Piemonte di attività e investimenti di piccole dimensioni provenienti da altre regioni italiane o dall’estero per migliorare la competitività e la diversificazione del tessuto imprenditoriale e produttivo locale e creare nuova occupazione diretta e indiretta. L’agevolazione si rivolge a piccole, medie e grandi imprese costituite sotto forma di società di capitale o di persone, italiane (non piemontesi) o estere, che non siano già presenti in Piemonte al momento di presentazione della domanda. La misura prevede il riconoscimento di un contributo a fondo perduto di 60 mila, 120 mila e 180 mila euro al raggiungimento dei requisiti minimi fissati nel bando e costituiti da ammontare dell’investimento e occupazione generata. LIGURIA Prestiti partecipativi Sono ancora disponibili fondi per la concessione di finanziamenti agevolati alle Pmi che intendono realizzare programmi di investimento innovativi, eseguendo in parte un aumento di capitale sociale (Por Fesr 2007-13 – Misura 1.2.4). Sono ammissibili alle agevolazioni programmi di investimento innovativi volti all’ampliamento dell’attività produttiva, allo sviluppo di nuove attività, all’introduzione di innovazioni dal punto di vista tecnologico, produttivo, commerciale, organizzativo e gestionale. Il prestito partecipativo, in forma di co-finanziamento fondi tra banca e Regione, potrà essere concesso fino al 100% dell’importo dell’investimento ammesso ad agevolazione ed è volto, in parte, ad anticipare le risorse di un futuro aumento di capitale sociale, da effettuarsi con la sottoscrizione ed il versamento da parte dei soci attuali o futuri. L’aumento di capitale sociale dovrà essere almeno in misura pari al 40% del prestito partecipativo concesso all’impresa. EMILIA-ROMAGNA Fondo Green Economy Le Pmi industriali, artigiane e dei servizi alla persona con localizzazione produttiva in EmiliaRomagna, possono agevolare la realizzazione di programmi di investimento, da sostenersi entro 18 mesi dalla data di concessione del finanziamento, destinati all’efficientamento energetico, alla produzione di energia da fonti rinnovabili e alla realizzazione di impianti tecnologici che consentano la riduzione dei consumi energetici da fonti tradizionali (Por Fesr 2007-2013). La Regione concede un finanziamento a tasso agevolato con provvista mista, derivante per il 40% dalle risorse pubbliche allo 0,5% e per il restante 60% da risorse messe a disposizione degli istituti di credito convenzionati a un tasso pari all’Euribor 6 mesi + spread massimo del 4,75%. Il tasso complessivo dell’operazione è oggi pari al 3,25%. Le richieste di contributo sono presentabili fino al 29 novembre prossimo, salvo esaurimento anticipato delle risorse disponibili. VENETO TOSCANA Sostegno all’occupazione Le imprese operanti sul territorio regionale possono agevolare, fino al prossimo 31 dicembre, gli interventi volti al sostegno dell’occupazione, realizzati mediante l’assunzione e la stabilizzazione dei lavoratori, laddove non previste da specifici obblighi di legge, mediante l’ottenimento di contributi a fondo perduto di importo variabile in base alla tipologia di contratto attivato, e comunque per un massimo di 8.000 euro a contratto (Por Fesr 2007-2013). Gli interventi occupazionali oggetto degli incentivi devono essere stati realizzati a partire dal 1° gennaio di quest’anno. Bando per l’Internazionalizzazione delle Pmi È ormai prossimo alla riattivazione il bando finalizzato al sostegno delle Pmi operanti nei settori manifatturiero, dei trasporti e dei servizi, che effettuino investimenti relativi a programmi di penetrazione commerciale rivolti verso paesi esteri e volti a una presenza stabile dell’impresa, tramite la concessione di contributi a fondo perduto fino al 50% delle spese ammesse. Nella fattispecie sarà possibile agevolare la partecipazione dell’impresa a fiere e saloni, la creazione di uffici o sale espositive, la realizzazione di nuovi centri di assistenza tecnica post-vendita e di nuove strutture logistiche di transito e di distribuzione internazionale di prodotti, la realizzazione di azioni promozionali e l’acquisizione di attività di consulenza nonché gestione e coordinamento del progetto. LAZIO Fondo Green Economy Le Pmi possono agevolare la realizzazione di interventi per il risparmio energetico, l’installazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili e di impianti di cogenerazione ad alto rendimento (Por Fesr 2007-2013). La misura prevede l’erogazione di finanziamenti a tasso agevolato, che possono coprire fino al 100% delle spese ammissibili, composti da una quota a tasso 0% pari al 75% del finanziamento ed una quota bancaria, pari al restante 25% del finanziamento, a tasso convenzionato (fisso o variabile) ottenuto applicando al parametro Irs (in caso di tasso fisso) oppure Euribor (in caso di tasso variabile) uno spread massimo modulato in funzione del merito di credito e del rating del beneficiario. Le domande di agevolazione sono presentabili fino al 30 giugno del prossimo anno, salvo esaurimento anticipato dei fondi disponibili. Patrimonializzazione delle Pmi È prossima alla riattivazione la misura per le Pmi industriali, artigianali, commerciali e di servizi, costituite in forma di società di capitali - o che si trasformino in società di capitali in occasione di questo intervento - finalizzata a incentivare gli interventi di rafforzamento della struttura patrimoniale dell’impresa attraverso un aumento del capitale sociale mediante conferimento in denaro (Por Fesr 2007-2013). A tal fine sarà concesso un finanziamento a tasso agevolato della durata di cinque anni, con un preammortamento massimo di 12 mesi. UMBRIA Misura Anticrisi Qualificazione e ampliamento della ricettività turistica È operativa fino al 31 dicembre la misura “Anticrisi” per operazioni di supporto finanziario agevolato destinate a fornire nuova liquidità alle Pmi venete. L’agevolazione consiste in un finanziamento agevolato di importo compreso fra 25 mila e 500 mila euro, con una quota regionale pari al 50% a tasso 0, per far fronte di anticipazioni di ordini e/o contratti di fornitura di beni e/o servizi, crediti commerciali insoluti, crediti scaduti verso la pubblica amministrazione, rimborsi di finanziamenti a medio lungo termine attivati per investimenti aziendali. I titolari o gestori di Pmi turistiche possono beneficiare di un contributo in conto interessi su mutui, al massimo pari al 70% della spesa ritenuta ammissibile, erogati da istituti bancari convenzionati, per il finanziamento di programmi di realizzazione, miglioramento, ampliamento ed ammodernamento di aziende ricettive alberghiere ed all’aria aperta (legge regionale 18/06). È possibile presentare domanda di contributo lungo tutto l’arco dell’anno. OTTOBRE 2013 | 25 ottobre 2013 STAMPA_Layout 1 21/10/13 09:46 Pagina 26 [ LA NOSTRA PRESENZA IN ITALIA SEDE CENTRALE Via Perugia, 56 - 10152 Torino Tel. 011 24191 - Fax 011 238283 [email protected] - www.eurogroup.it ABRUZZO LOMBARDIA PIEMONTE TOSCANA PESCARA BERGAMO ALESSANDRIA Viale Vittoria Colonna, 97 65127 Pescara t. 085 6922802 - f. 085 4531279 [email protected] Via Fiume Po, 947 24040 Stezzano (BG) t. 035 205041 - f. 035 4540740 [email protected] Via Cardinal Massaia, 2/A 15121 Alessandria t. 0131 443474 - f. 0131 232616 [email protected] AREZZO IN PARTNERSHIP CON API AREZZO BRESCIA - MANTOVA ASTI Via Orzinuovi, 20 - 25125 Brescia t. 030 347500 - f. 030 3531862 [email protected] Corso Don Minzoni, 72 - 14100 Asti t. 0141 210783 - f. 0141 353839 [email protected] BRIANZA BIELLA Via Volta, 94 - 20832 Desio (MB) t. 0362 308810 - f. 0362 630186 [email protected] Via Maestri del Commercio, 4/D 13900 Biella t. 015 8497633 - f. 015 406209 [email protected] CAMPANIA NAPOLI: PRODOTTI OFFERTI DA EUROFIDI TRAMITE CAPITALESVILUPPO MEDIATORE CREDITIZIO (CONVENZIONATO CON EUROFIDI) Viale Gramsci, 17B 80122 Napoli t. 081 19546891 - f. 081 0112573 [email protected] EMILIA-ROMAGNA GALLARATE Piazza Francesco Buffoni, 5 21013 Gallarate (VA) t. 0331 790621 - f. 0331 793484 [email protected] BOLOGNA BORGOMANERO Viale Kennedy, 87 - 28021 Borgomanero (NO) t. 0322 834255 - f. 0322 835411 [email protected] Via Piero Gobetti, 52 40129 Bologna t. 051 371993 - f. 051 352894 [email protected] MILANO NORD FORLÌ MILANO SUD Via Costanzo II, 11 - 47122 Forlì t. 0543 774841 - f. 0543 795449 [email protected] Viale Milanofiori, Strada Uno Palazzo F1 - 20090 Assago (MI) t. 02 57501399 - f. 02 8240153 [email protected] CUNEO FRIULI VENEZIA GIULIA PAVIA RIVOLI UDINE: EUROFIDI TRAMITE EUROVENETO AGENTE ED EUROCONS TRAMITE EUROVENETO CONSULENZA Viale Brambilla, 60 - 27100 Pavia t. 0382 383911 - f. 0382 528469 [email protected] Corso Susa, 299 - 10098 Rivoli (TO) t. 011 9550490 - f. 011 9550254 [email protected] Via Antonio Bardelli, 4 - 33035 Torreano di Martignacco (UD) t. 0432 544603 - f. 045 4720169 [email protected] LAZIO ROMA Viale del Poggio Fiorito, 27 00144 Roma t. 06 54210990 - f. 06 5918996 [email protected] LIGURIA GENOVA Via Stephenson, 94 - 20157 Milano t. 02 332778811 - f. 02 39002997 [email protected] CHIVASSO Via E. Gallo, 27 - 10034 Chivasso (TO) t. 011 9195674 - f. 011 9195567 [email protected] Corso Nizza, 5 - 12100 Cuneo t. 0171 694646 - f. 0171 696402 [email protected] Via Calamandrei, 183 52100 Arezzo t. 0575 250806 - f. 0575 250798 [email protected] FIRENZE Via Volturno, 10/12 - 50019 località Osmannoro - Sesto Fiorentino (FI) t. 055 3454067 - f. 055 3454068 [email protected] PISA Via Sterpulino, 1/G, località Ospedaletto - 56121 Pisa t. 050 977501 - f. 050 984048 [email protected] UMBRIA PERUGIA Via Pievaiola, 207/B-2-Bis (Centro Polifunzionale “Il Perugino”) 06132 Località San Sisto - Perugia t. 075 4655970 - f. 075 4655990 [email protected] VENETO PADOVA: EUROFIDI TRAMITE EUROVENETO AGENTE ED EUROCONS TRAMITE EUROVENETO CONSULENZA Via San Marco, 11 35129 Padova t. 049 0965169 - f. 049 0965172 [email protected] TORINO MARCHE ANCONA Via I Maggio, 150 - 60131 Ancona t. 071 2868147 - f. 071 2916929 [email protected] PESARO Largo Ascoli Piceno, 23 - 61122 Pesaro t. 0721 405640 - f. 0721 401196 [email protected] Via Perugia, 62 - 10152 Torino t. 011 2405550 - f. 011 856674 [email protected] TORINO MIRAFIORI Corso Unione Sovietica, 612/15B 10135 Torino t. 011 3402911 - f. 011 3471120 [email protected] TREVISO: EUROFIDI TRAMITE EUROVENETO AGENTE ED EUROCONS TRAMITE EUROVENETO CONSULENZA Piazza delle Istituzioni, 23 edificio G 31100 Treviso t. 0422 1562028 - f. 0422 1572580 [email protected] VERONA: EUROFIDI TRAMITE EUROVENETO AGENTE ED EUROCONS TRAMITE EUROVENETO CONSULENZA Via Enrico Fermi, 11/A 37136 Verona t. 045 4720170 - f. 045 4720169 [email protected] Via Bombrini, 16 - 16149 Genova t. 010 6435308 - f. 010 6435252 [email protected] SAVONA Via Fiume, 2/A - 17100 Savona t. 019 8338215 - f. 019 850645 [email protected] Siamo operativi anche in: Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia. LOMBARDIA Il lago di Como, o Lario come più correttamente andrebbe indicato, con i suoi 145 chilometri quadrati è il terzo lago italiano per superficie © HappyAlex - Fotolia.com e con i suoi 170 chilometri di coste il primo per sviluppo perimetrale. Nella foto di queste pagine, la Villa Monastero a Varenna (Lc), borgo pittoresco ricco di monumenti artistici, che rappresenta uno degli esempi più interessanti di residenze in stile eclettico. OTTOBRE 2013