La grande serra d’Europa
Candela, il modello Ciccolella da esportare
Foggia
Candela
Bari
Vittorio
Marzi
Giacomo
Scarascia Mugnozza
La grande serra d’Europa
Candela, il modello Ciccolella da esportare
prefazione di
Massimo Bartolelli
Mario Adda Editore
Ringraziamenti
dott. Leonardo Verdini
prof. Giuseppe Bozzo
dott. Felice de Sanctis
tecnici, ingegneri e agronomi
del Gruppo Ciccolella
nella preparazione del volume
ISBN 9788867171088
© Copyright 2014
Mario Adda Editore - via Tanzi, 59 - Bari
Tel. e Fax +39 080 5539502
Web: www.addaeditore.it
e-mail: [email protected]
Tutti i diritti riservati.
Impaginazione:
Sabina Coratelli
5
La pubblicazione di questo interessante volume sul complesso serricolo dell’azienda Ciccolella in agro di Candela è un prezioso contributo alla conoscenza
dell’evoluzione del settore della produzione floricola in Puglia, per merito di capaci operatori agricoli, affermatisi a livello internazionale.
Dalle timide iniziative degli anni Sessanta, il florovivaismo, favorito da continue innovazioni tecnologiche nei diversi settori produttivi, in particolar modo
nella coltivazione in serre climatizzate, ha conseguito lusinghieri risultati sul piano
commerciale a livello internazionale, pur operando in condizioni di mercato non
facili non solo per gli aspetti concorrenziali, ma anche per le insite caratteristiche
dei beni voluttuari, più soggetti a risentire delle situazioni di crisi economiche, che
in tempi recenti colpiscono anche i Paesi industrializzati.
La realizzazione del complesso serricolo di Candela, per l’ampia superficie coperta da serre, uno dei complessi più estesi a livello mondiale, è stato il grande
merito della famiglia Ciccolella, pioniera del settore, che ha visto nascere la floricoltura pugliese, contribuendo ad esaltarne le caratteristiche qualitative, indispensabili per l’affermazione sui mercati internazionali, attraverso un continuo aggiornamento delle agrotecniche, in stretta collaborazione con docenti della Facoltà di
Agraria dell’Università di Bari nella formazione dei propri tecnici laureati e nella
necessaria sperimentazione per la soluzioni dei quotidiani problemi tecnici della
produzione.
6
Il volume, illustrato da un’ampia documentazione fotografica, è la testimonianza di un decennio di forte impegno della Società Ciccolella, che con l’accordo
siglato con la Società Edison per l’approvvigionamento della fonte di calore per
il riscaldamento delle serre ha conseguito un notevole risparmio energetico. L’accordo, impostato sull’utilizzo di un sistema di cogenerazione può considerarsi una
novità assoluta nel settore floricolo. Il complesso serricolo di Candela può definirsi
un ottimo modello di agricoltura sostenibile, per tutte le innovazioni tecnologiche
adottate nel processo produttivo delle diverse specie. La stretta collaborazione con
docenti dell’Università di Bari e la presenza di personale tecnico altamente qualificato hanno permesso di conseguire risultati molto lusinghieri.
Nell’esprimere le più sentite congratulazione alla Società Ciccolella per l’opera
realizzata di alto prestigio internazionale, desidero rivolgere il vivo apprezzamento
ai docenti della nostra Università per la continua disponibilità ed operosità a favore
dello sviluppo del territorio.
Prof. Antonio Felice Uricchio
Magnifico Rettore Università ‘Aldo Moro’ di Bari
7
Sommario
Prefazione .........................................................................................................9
di Massimo Bartolelli
Premessa ......................................................................................................... 15
L’azienda del gruppo Ciccolella a Candela ....................................................... 27
Dotazione di impianti aziendali per la gestione dell’insediamento serricolo ...... 33
Tipologia delle strutture portanti e di copertura .............................................. 41
Dotazioni di impianti di climatizzazione delle serre e di gestione delle colture .... 45
Le colture floricole extrastagionali di fiori recisi e in vaso ................................ 71
Raccolta, selezione, confezionamento, commercializzazione
dei prodotti floricoli ...................................................................................... 133
8
Sostenibilità ambientale, ruolo del complesso serricolo nel territorio,
valutazione economica del progetto................................................................ 161
Considerazioni conclusive.............................................................................. 177
Risparmio energetico, innovazione vincente................................................... 181
9
Prefazione
Il Mezzogiorno, nonostante i lunghi sforzi
fatti in tanti anni (spesso da molti palesemente od occultamente ostacolati), è sempre restato
il territorio più svantaggiato – geopedologicamente e climaticamente – d’Italia, mentre dal
canto suo, economicamente e socialmente l’agricoltura non ha quasi mai abbandonato l’ultimo posto tra i settori di Paese. Dal che la conseguente conclusione che gli agricoltori meridionali sono i più sfortunati tra tutti i cittadini:
forse perché – argomentava un noto economista - in tempi biblici essi avevano commesso
molti peccati ed Iddio Onnipotente aveva deciso di punirli. Il motivo dell’attuale ulteriore
aggravamento della loro situazione non è invece
dovuto alla Divinità offesa (anche se il termine
che ora useremo può quasi richiamarla) e cioè
all’effetto “domino” che, innescato nella enormemente squilibrata economia statunitense, in
tempi brevissimi ha determinato nel mondo intero il più terribile crollo che si sia manifestato
nella storia umana, abbattendosi anche sulla già
debole struttura economico-sociale italiana ed
in particolare sulla sua Cenerentola, l’agricoltura meridionale.
È sembrato allora che ogni speranza si stesse perdendo e che ogni futuro positivo si stesse
precludendo per tanti giovani, nelle città come
nelle campagne, ampliando sempre più lo scoraggiamento e la sfiducia che come temibili virus avevano “infettato” tanti imprenditori, piegatisi sotto il peso delle difficoltà.
***
Questi pensieri non possono che stringere
il cuore ad ogni viandante che stia percorrendo
da una costa all’altra il Mezzogiorno, attraverso
10
le colline impervie ed i monti dell’Appennino,
tra paesetti ad essi abbarbicati, tra torrenti asciutti
ma capaci di arrecare improvvisi danni ed ove
le coltivazioni sono poche, povere rade e senza
alternative.
Eppure, a qualcuno dei viandanti può accadere che, superata una collina od un torrente di
una strada maltenuta, appaia d’improvviso un paesaggio del tutto diverso, è come se – per incantesimo – sia stato trasportato altrove, ad esempio
nel cuore della floricoltura olandese.
Davanti agli occhi si estende un grande complesso di serre modernissime che protegge una
colorata ed allegra moltitudine di fiori, ci sono
uomini e donne indaffarati, c’è vita, c’è lavoro.
Ma non è Olanda: un semplice cartello stradale
reca scritto: Candela (Foggia), km. 5.
Ma allora, nel profondo Sud non è morta la
speranza, c’è ancora un futuro, la crisi può essere
superata e le soluzioni possono essere analizzate,
ripetute, diffuse, e la fiducia può rinascere, visto
che ci sono persone capaci di realizzare tutto
questo. Ma come? Con chi? Con quali effetti?
In un certo senso si potrebbe quasi fare a
meno di conoscere il nome degli attuatori di
questa realtà produttiva così incoraggiante, se non
fosse perché è invece più necessario apprendere
bene cosa sono il coraggio, la fiducia, la strategia,
le tecnologie, l’organizzazione ed i rapporti con
le istituzioni, con il mercato, con il mondo del
lavoro, cioè gli elementi che hanno ispirato tali
pionieri. Occorre cercare di acquisire la “capacità imprenditoriale” e cioè - in breve sintesi – il
saper delimitare gli obiettivi e le problematiche,
acquisire dalle migliori fonti possibili le informazioni necessarie ad applicare tecnologie e fattori
produttivi, effettuare scelte razionali coerenti con
gli obiettivi ed i vincoli di vario genere, assumere
il rischio e le relative responsabilità.
Quando crebbe la citata crisi negli Stati Uniti, il Presidente Obama in un famoso discorso
alla nazione incoraggiò gli imprenditori ad avere
fiducia nonostante i problemi e le difficoltà: fiducia in sé stessi, nel Paese, nei supremi principi che
fanno forte un popolo.
Non è noto se i Ciccolella (questo è il cognome della coraggiosa Famiglia) ebbero modo
di ascoltare il Presidente Obama (o quello Italiano che fece la stessa esortazione, ma che fu deriso) ma, in ogni caso essi – evidentemente avendo
11
avuto dentro di sé i cromosomi della imprenditorialità e del lavoro consapevole – hanno deciso di
esplicitarli, realizzando una impresa degna di tal
nome e modello da adottare.
È del tutto evidente che questo “modello”
non può essere replicato sic et simpliciter e che
occorrono molte condizioni per farlo: quel che
può farsi – e qui è esplicitabile a pieno la funzione di Maestri dei Ciccolella – è studiare attentamente la strategia imprenditoriale da questi
messa a punto e sistematicamente applicata.
Il presente volume ha questo come obiettivo
principale: indicare le linee strategiche e dare gli
elementi conoscitivi di base sulle singole soluzioni adottate, al duplice scopo di essere da un lato
il racconto di una lodevolissima iniziativa di cui
il Mezzogiorno aveva bisogno e, dall’altro, quasi
il suggeritore delle soluzioni per i tanti problemi
da affrontare.
Alla base della strategia messa a punto ci sono
stati il non lasciare mai nulla al caso ed all’improvvisazione (come spesso accade nel Mezzogiorno) e l’acquisire conoscenze ed esperienze
anche attraverso qualificate collaborazioni scientifiche, industriali, commerciali, gestionali. Da qui
il continuo sodalizio con le Università (in particolare Bari), l’accordo operativo realizzato con la
più antica società europea nel settore dell’energia
(la Edison), la collaborazione prima e la acquisizione poi di operatori olandesi leader europei nel
trading di fiori e piante sia per la grande distribuzione organizzata che per il canale “cash and
carry”, mentre la gestione del complesso integrato venutosi a formare è affidata ad un gruppo
specularmente integrato e cioè ai Fratelli Ciccolella, (Vincenzo, Corrado, Francesco e Antonio)
ciascuno responsabile di uno specifico settore e
nel quale si esplicita l’esperienza iniziata nel primo nucleo aziendale nato a Molfetta e maturata
con società estere di successo.
Le scelte relative:
- al settore, il floricolo, con la possibilità di passare da certe piante (es. rose e anthurium) ad
altre a seconda dell’andamento dei mercati;
- alle strutture di protezione delle piante, con
serre in acciaio e coperture con doppio film
plastico in polietilene;
- agli impianti di climatizzazione e gestione
delle colture;
- al riscaldamento delle serre, con l’eccellente
12
soluzione di utilizzare l’acqua calda residua
della Centrale termoelettrica della Edison a
Candela e trasportata al complesso serricolo
con rete di distribuzione interrata a 3 metri;
- ai sistemi di coltivazione e di difesa;
- alla commercializzazione dei prodotti ed alla
rete di trasporti;
- alla formazione della manodopera locale
che viene professionalmente molto elevata
ed agli accordi atipici, molto opportuni ma
non sempre semplici con i sindacati;
sono tutti aspetti – ed altri ve ne sono – di notevole rilievo in una strategia efficiente. Ma di
questo si scrive ampiamente nelle successive pagine.
Cosa si può aggiungere, brevemente, a conclusione di questo invito alla lettura? Un cenno
ai benefici privati e pubblici che sono derivati.
Che l’iniziativa dei Ciccolella merita successo lo dimostra a pieno il fatto che l’estensione
delle serre da loro costruite in agro di Candela
ha quasi raggiunto i 90 ettari coperti; non male
come seguito per la prima piccola serra in agro
di Molfetta!
A fianco del beneficio – sudato e meritato –
che hanno tratto i Fratelli citati, va sottolineato
che, dal punto di vista della collettività i benefici
ricevuti sono di ben maggior momento. Senza
stabilire un ordine di importanza, si possono ricordare:
- l’incremento dell’occupazione – in termini non solo quantitativi ma anche qualitativi, con una forte partecipazione femminile
– espandentesi in un’ampia area intorno a
Candela ed interessante non solo gli addetti
all’agricoltura in senso stretto bensì anche
quelli dell’indotto. Basti solo pensare che si
è passati dalle 3.000 ore per 1.000 m2 in serra, cioè 30.000 ore/ha! moltiplicate per 100
ettari ed il risultato è eclatante;
- la utilizzazione dei reflui caldi della Centrale di Candela consente vantaggi plurimi, che vanno dalla minore immissione dei
CO2 e di calore nell’ambiente, alla intensificazione dei cicli produttivi (2 cicli l’anno
in più per le rose) alla riduzione delle patologie fungine e quindi all’uso di antiparassitari, ecc.;
- la possibilità di compiere o meno una serie
di operazioni colturali che sarebbero altri-
13
-
-
-
menti impossibili o molto costose;
l’aumento del valore di mercato dei terreni
in un’ampia area nelle vicinanze degli impianti;
l’incremento dei redditi degli addetti alle
varie parti di questo rilevante progetto, con
il conseguente aumento del gettito contributivo e fiscale, ed un globale vantaggio per
il pubblico e per il privato;
la maggiore elasticità nei rapporti sindacali,
che si rende necessaria data la diversità nella
tipologia e nei calendari di lavoro, e che determina migliori rapporti e minori eventuali
conflitti tra impresa e lavoro e cioè una più
diffusa pace sociale.
***
Ed ora basta con la prefazione, o, come direbbe il compositore Ruggero Leoncavallo
nell’opera “I Pagliacci” con il “Prologo”: «Il concetto vi dissi; ora ascoltate com’egli è svolto…».
Massimo Bartolelli
15
Premessa
Agli inizi degli anni Sessanta su iniziativa
di solerti agricoltori, che avevano conseguito
una notevole esperienza pratica nel settore della
floricoltura dei fiori recisi nelle aree di antica
tradizione della coltivazione di queste specie in
Toscana e Liguria, furono realizzate con discreto
successo le prime coltivazioni di garofano nel
nord-est della provincia di Bari. Fu una prima
premessa per il rilancio di un nuovo settore
produttivo, in alternativa alla tradizionale diffusa presenza della coltura dell’olivo e del mandorlo. Con il trascorrere degli anni, l’iniziativa
è andata sempre più concretizzandosi, come è
testimoniato dall’ampia diffusione di complessi
serricoli, tecnologicamente di avanguardia e da
un’ampia diversificazione delle specie coltivate.
Tra questi primi solerti agricoltori, Mariantonia e Paolo Ciccolella, con lungimiranza, tenacia ed impegno hanno creato un settore del fiore
reciso nell’agro di Molfetta, specializzandosi presto nella coltivazione della rosa, in considerazione
dell’universale riconoscimento della incontrastata bellezza di questo fiore nelle diverse tonalità di colore e, quindi, sulle buone prospettive di
mercato. A partire dal 1968, fu un crescente incremento della costruzione di serre, con un continuo aggiornamento nelle tecniche più avanzate
di coltivazione. Con la stessa attenzione a essere
pronti a variare l’offerta, nel 2000 fu introdotta la
coltivazione dell’anthurium, specie sempreverde
di origine tropicale da serra riscaldata, caratterizzata da una infiorescenza molto vistosa con grande spata in varie gradazioni di rosso, rosa, verde,
bianco, con spadice giallastro lungo una decina di
cm, fiore molto apprezzato per le decorazioni e
gli allestimenti floreali.
Le rose e gli anthurium sono stati i capisaldi della produzione dei fiori recisi della azienda
16
Ciccolella in continua espansione, avendo conseguito unanimi riconoscimenti sui mercati internazionali.
Il primo decennio del terzo millennio, sulla
base degli incoraggianti risultati conseguiti, vede
il consolidamento dell’azienda con una politica
di espansione a Candela in provincia di Foggia,
a Melfi in provincia di Potenza. Nel settembre
2009, fu firmato l’accordo tra il Ministero dello
Sviluppo Economico e la Società Agricola G.C.
Partecipazione a.r.l. del Gruppo Ciccolella, alla
presenza del Ministro Scajola, del Direttore
generale per l’incentivazione delle attività imprenditoriali Gianluca Esposito e dell’amministratore unico della Società Corrado Ciccolella.
Si dava inizio alla realizzazione del più grande
impianto d’Europa di coltivazioni floricole in
serra, con la contribuzione finanziaria del Ministero.
Nell’interessante rubrica del SOLE 24 Ore
“Campioni del mondo, storie di uomini, storie
di imprese” a cura di Mauro Castelli, così ha
inizio la presentazione dell’azienda, ora gestita
dai quattro fratelli, eredi dei pionieri Mariantonietta e Paolo Ciccolella.
«Quattro fratelli per quasi 300 milioni di rose e
14 di anthurium, un bel fiore rubato dalle foreste tropicali dell’America centro-meridionale, che reciso dura
sino a 40 giorni. Tutto questo entro il 2010, quando
le produzioni in divenire saranno entrate a regime.
Numero che fanno impallidire quelli dello scorso anno,
legati ad una raccolta indicativa sui 17 milioni di rose
prodotte in 80 diverse varietà e in circa 3 milioni di
anthurium allargati a 25 tipologie».
Un’altra importante e fondamentale tappa
nella rapida crescita dell’azienda si conferma nel
2004, in seguito all’accordo siglato con la Società EDISON S.p.A per l’approvvigionamento
della fonte di calore, necessario per il riscaldamento delle serre.
È noto, infatti, che uno dei costi più onerosi
per la climatizzazione delle serre è divenuta la
fonte dell’energia calorica, tanto che la ricerca
di energie alternative è divenuto un problema
di attualità, che richiede urgenti soluzioni, in
considerazione dei prevedibili continui aumenti
del costo del petrolio.
La Edison, fondata nel 1884, è la più antica
società europea, che opera nel settore dell’energia. Oggi, fa parte del gruppo EDF (Electricitè
17
Accordo Ciccolella-Ministero per la più grande serra d’Europa, La Gazzetta del Mezzogiorno, 25 settembre 2009
Alla pagina seguente:
struttura commerciale Ciccolella
ad Aalsmeer in Olanda
adiacente alla più grande asta
dei fiori del mondo
20
de France) ed è una azienda leader nei settori
dell’approvvigionamento, della produzione e della vendita di energia elettrica, gas e olio grezzo.
Nel settore dell’energia elettrica Edison possiede un parco produttivo altamente efficiente con
un mix produttivo diversificato, che comprende
impianti a ciclo combinato a gas (CCGT), idroelettrici, eolici, solari e a biomasse. Nel settore
idrocarburi, Edison si occupa di esplorazioni e
produzione di idrocarburi in Medio Oriente e
Africa ed è impegnata nella realizzazione di infrastrutture europee per l’import di gas.
L’accordo tra il gruppo Ciccolella ed Edison, stipulato il 9 settembre 2004 ha dato inizio
ai processi di cogenerazione, grazie ai quali si
conseguiranno un risparmio energetico e una
maggiore competitività della produzione serricola, per la riduzione dei costi gestionali, insieme ad una significativa favorevole azione a
difesa dell’ambiente.
L’accordo, infatti, prevede la fornitura di
energia termica dalla centrali termoelettriche di
Candela ai vicini grandi complessi di serre, realizzati dal gruppo Ciccolella, per utilizzare l’energia termica in eccesso prodotta dalle centrali
termoelettriche, per mantenere le condizioni
ottimali di riscaldamento delle serre. L’accordo
per l’utilizzo di un sistema di cogenerazione,
come è stato realizzato, può considerarsi una
novità assoluta nel settore floricolo; fino ad oggi
tali sistemi sono stati utilizzati prevalentemente
in ambito civile e industriale.
La cogenerazione consiste nella produzione
combinata di energia elettrica e calore e consente di ottenere da una singola unità produttiva
sia energia elettrica sia energia termica.
Con i sistemi cogenerativi si possono raggiungere rendimenti globali nell’utilizzo del
combustibile fino a circa l’80% più elevati di
qualsiasi altro tipo di impianto alimentato da fonte energetica convenzionale, dando luogo a una
sensibile riduzione dei consumi di combustibili fossili, a parità di energia fornita all’utente e,
quindi, a una riduzione dei costi di produzione.
Inoltre la cogenerazione permette di ridurre anche le emissioni di inquinanti nell’atmosfera, tra
cui i cosiddetti gas serra e, soprattutto, la CO2.
La tecnica cogenerativa è applicabile in svariati settori dall’industria, all’agricoltura, al residenziale, purché vi sia una richiesta contempo-
21
ranea di energia termica ed elettrica, come nel
caso delle colture orto-floro-vivaistiche in serra.
La disponibilità di energia termica a basso
costo da parte della Società Edison ha consentito di adottare una serie di tecniche di coltivazioni e di gestione dell’impianto serricolo a
basso impatto ambientale, illustrate nel corso del
volume, che possono essere così sintetizzate:
1) intensificazione ed anticipi dei cicli produttivi;
2) rigoroso controllo dei livelli in umidità relativa in serra;
3) regolazione uniforme della temperatura in
serra in relazione alle differenti esigenze della colture;
4) controllo della ventilazione e dei ricambi
d’aria attraverso l’impianto di apertura;
5) controllo delle malattie fungine;
6) solarizzazione;
7) riduzione dei sovraccarichi accidentali in
caso di nevicate;
8) modello produttivo “Green production”;
9) sostenibilità ambientale;
10) contributo allo sviluppo socio-economico
del territorio collinare di Candela.
Partendo da questo accordo di collaborazione con la Edison, insieme ai continui interventi
di innovazioni tecnologiche nelle filiere produttive introdotte dallo staff di valenti tecnici,
nel 2006 per il gruppo Ciccolella ha inizio il
processo di affermazione ed espansione a livello
internazionale, con l’acquisizione dell’olandese
Zurel Group B.V., tra i primi cinque operatori europei nel trading di fiori e piante. L’anno
successivo, il 2007, vede infine un altro fondamentale tassello; il Gruppo Ciccolella rileva il
Leliveld Group e la FPP, entrambi leader rispettivamente nelle forniture alla grande distribuzione organizzata e al canale “cash and carry”.
Sono state due scelte importanti e decisive,
che hanno sancito la nascita di uno dei primi
operatori floricoli integrati in Europa, capace di
gestire il controllo dell’intera filiera.
Con immensa soddisfazione i coniugi Mariantonia e Paolo Ciccolella, i solerti e lungimiranti protagonisti della nascita della floricoltura pugliese hanno affidato ai quattro figli
la progressiva ed affermata espansione a livello
internazionale del Gruppo Ciccolella, oggi guidato dai fratelli Vincenzo primogenito respon-
Alla pagina seguente:
il complesso serricolo del Gruppo Ciccolella a Candela
22
23
24
sabile delle relazioni istituzionali e delle nuove
iniziative, Corrado, Amministratore Delegato e
Presidente della Ciccolella S.p.A la società quotata al vertice del gruppo, Francesco laureato in
Sociologia con esperienze di livello nelle società danesi Lego e Bang § Olufsen, deputato
alle acquisizioni e agli aspetti manageriali, Antonio addetto alla produzione e alle vendite. Una
perfetta organizzazione di famiglia fortemente
impegnata nei diversi settori della produzione
floricola e vivaistica in continua evoluzione, per
essere pronti a soddisfare le mutevoli richieste di
un mercato, alquanto complesso e differenziato
nella domanda dei prodotti floreali.
Nell’allegato schema è riportato l’organigramma del gruppo serricolo Ciccolella, che
cura i vari settori della produzione, della commercializzazione e della gestione degli impianti.
Nel complesso, operano 2 esperti con funzione
dirigenziali, di cui uno agronomo, 2 responsabili
di settore, di cui uno agronomo e 12 impiegati, di
cui tre agronomi. Inoltre, l’azienda si avvale delle
prestazioni di lavoro di ben 169 operai agricoli
per la conduzione delle diverse colture in serra.
25
Organigramma aziendale
26
La centrale elettrica Edison a Candela
27
L’azienda del gruppo Ciccolella a Candela
L’azienda floricola si estende su una superficie di circa 250 ha nell’agro di Candela (474 m
s.l.m), paese agricolo della provincia di Foggia,
nella bassa collina interna, facente parte della Comunità Montana dei Monti Dauni Meridionali,
confinante con la regione Basilicata.
In base agli accordi di programma con la Società Edison, in una prima fase di attuazione degli
impianti serricoli, si è provveduto a realizzare una
superficie coperta di circa 67 ha, di cui circa 62
coltivabili. Attualmente, è in corso la seconda fase
di ulteriori impianti di copertura, ormai in fase di
ultimazione, su circa 32 ha, di cui 28 coltivabili,
per un complesso di serre di ben circa 100 ha.
Al primo semestre 2013, risultano ultimate
serre per 81,27 ha, di cui 76,34 coltivabili.
La superficie di circa 5 ha definita non coltivabile è destinata a zone di prima lavorazione dei
prodotti floricoli (avanserre), a centrali termiche
per riscaldamento in back-up delle serre stesse, a
locali uffici e alla viabilità interna.
1.1) Le caratteristiche pedoclimatiche del
territorio
Il comprensorio serricolo sorge sui pianori,
che bordano le pendici orientali di Serro Montecalvo (466 m. s.l.m.), degradanti dolcemente
verso oriente, raccordandosi con l’ampia vallata
del torrente Carapelle. Il territorio è tipicamente
collinare si estende nella parte più orientale dei
Monti Dauni a confine con la pianura della Capitanata.
La giacitura dei terreni del complesso serricolo, localizzato, tra la Masseria Pozzo Salito, Masseria Valle Comune, Masseria Fontana Rubino, è
in leggero declivio, un esteso pianoro con quote
altimetriche, che variano tra 270 e 240 m.s.l.m
con pendenze medie del 2-3%, nel complesso un
28
andamento collinare molto più attenuato rispetto
al territorio circostante. Tutta l’area è interessata dalla presenza di numerose linee di impluvio,
ricadenti all’interno del bacino idrografico del
Fosso Viticone; generalmente hanno un regime
effimero caratterizzato da lunghi periodi estivi di
asciutta alternati a periodi, in particolare nei mesi
invernali, in cui presentano modeste portate. Pertanto, le caratteristiche dimensionali di tali impluvi sono stati oggetto di un articolato studio idrologico ed idraulico, al fine della salvaguardia del
complesso serricolo da fenomeni di allagamento
a seguito di eventi meteorici di forte intensità.
Lo studio, redatto dal Prof. Ing. Piccinni ha
previsto una serie di interventi di sistemazione
idraulica approvati dall’Autorità di Bacino della
Regione Puglia.
Le notizie sulle caratteristiche geologiche del
territorio sono state ricavate dalla Carta Geologica d’Italia (Foglio164 Cerignola), da cui si evidenzia che i litotipi affioranti sono riconducibili
essenzialmente alle argille subappennine (PQ4)
e (QT3), del tipo argille marnose grigio-azzurrognole, che si ritrovano estesamente in affioramenti di forma irregolari in tutto il territorio,
dove non sono coperte dai depositi alluvionali.
Questi ultimi terrazzati e recenti costituiti da
coltri di depositi limo-argillosi e terre nere sono
generalmente di modesto spessore, ma variabile
da pochi metri a 6-7. In base a queste caratteristiche, la situazione idrogeologica è influenzata
dalla sovrapposizione di litotipi a differente permeabilità.
I terreni superficiali, costituiti dai depositi alluvionali limo-argillosi presentano una permeabilità medio-bassa, con una modesta circolazione
idrica sotterranea, interrotta in profondità dal basamento impermeabile delle argille subappennine, presente a una profondità di circa 10-15 m dal
piano di campagna. Si è venuta così a costituire
una debole falda alla profondità di 2-3 m, di limitato interesse idrologico.
Nel complesso, sotto l’aspetto agronomico,
sono terreni prevalentemente argillosi o argillosilimosi, di medio impasto e di buona fertilità chimica, da integrare con opportuni fertilizzanti, in
funzione delle colture praticate in pieno campo.
1.2) Il clima
È noto che il clima della provincia di Fog-
Liberamente tratto da Guide Geologiche Regionali n.9 “Puglia e Monte Vulture” prima parte BE-MA editrice – 1999
Stralcio della Carta Geologica d’Italia 1:100000 Foglio 174 “Ariano Irpino”; delimitata dal cerchio l’area Ciccolella
30
gia ha un carattere più continentale rispetto alle
zone della Puglia litoranea per la presenza del
promontorio del Gargano con un inverno più
freddo ed estate più calda, spesso con giornate
torride, per lo spirare del favonio, vento molto
caldo, persistente per alcuni giorni. La temperatura media del foggiano è sensibilmente variabile
in relazione all’altimetria e si caratterizza per le
forti escursioni diurne. Nel comprensorio delle
serre il periodo più freddo è nel trimestre dicembre-febbraio, spesso con venti di tramontana, con
temperature notturne frequentemente inferiori
allo 0 °C, per cui il salto termico, la differenza tra
la temperatura interna delle serre e quella esterna,
può raggiungere valori elevati, tanto da richiedere un periodo molto ampio di riscaldamento. Nel
periodo estivo, il trimestre più caldo è giugnoagosto, con temperatura massima intorno ai 35
°C, ma con punte che possono superare i 40 °C.
Ne consegue la necessità di provvedere nelle serre alla dotazione di impianti di raffreddamento.
Per quanto riguarda la piovosità, essa
oscilla tra i 450 e i 600 mm/anno, con variazioni estreme che possono oscillare tra minimi di 350 mm, in annate particolarmen-
te siccitose e 700 in annate molto piovose.
Dall’andamento della distribuzione mensile
della piovosità, si rileva che il periodo meno piovoso è il trimestre giugno-agosto, a cui seguono
l’autunno e parte dell’inverno abbastanza piovosi,
mentre da marzo a maggio la tendenza è a diminuire. In media, nell’autunno-inverno la piovosità
mensile si aggira intorno a 40-60 mm, in primavera intorno ai 30-40 mm, in estate intorno ai
15-25 mm. Dal diagramma imbrotermico della
zona, si deduce che il periodo siccitoso ha inizio in maggio e perdura fino a tutto settembre.
Nelle annate molto siccitose da marzo a ottobre.
La radiazione solare, come si evince dalla mappa
della radiazione solare globale dell’Italia, nell’area
di Candela è di circa 1400 kWh/m2/anno, dato
confermato dalle rilevazioni registrate dalla stazione meteo in uso presso l’azienda.
La conoscenza della situazione climatica, definita dalla elaborazione dei dati pluriannuali di
temperatura e di precipitazioni di stazioni meteorologiche presenti nel territorio della bassa collina interna è stata di fondamentale importanza
per la progettazione degli impianti gestionali del
grande complesso serricolo.
31
Diagramma imbrotermico ottenuto dai dati medi mensili di
temperatura e pioggia di un decennio
Diagramma imbrotermico ottenuto dai dati delle temperature
medie mensili massime e dalle precipitazioni mensili minime
verificatesi con una probabilità del 75%
33
Dotazione di impianti aziendali
per la gestione dell’impianto serricolo
La completa filiera produttiva del complesso serricolo ha richiesto la realizzazione di una
serie di opere nella fase di coltivazione e nella
fase successiva di post-raccolta per il confezionamento e la commercializzazione della produzione floricola.
I parametri bioclimatici interni alle serre
possono essere controllati, regolati e ottimizzati
attraverso molteplici tipologie di impianti che
consistono, essenzialmente, nei sistemi di riscaldamento, di raffrescamento, di illuminazione, di
controllo della CO2 e di distribuzione dei nutrienti.
Il grado di installazione impiantistica dipende dalle esigenze delle colture, dall’impegno
finanziario programmato, dal reddito conseguibile, dalla tipologia strutturale e del sistema
di rivestimento. Le specie macroterme, quali
le colture vivaistiche, le floricole pregiate e le
piante ornamentali, esigono una programmazione produttiva in serre dotate di sistemi impiantistici complessi per il controllo dei parametri ambientali interni.
Le esigenze energetiche maggiori degli impianti coincidono, nel periodo caldo, con i picchi diurni di radiazione solare incidente, mentre
nel periodo invernale l’assorbimento energetico
è massimo nel periodo notturno.
2.1) Vasche di raccolta delle acque piovane
Gli elevati emungimenti idrici per uso irriguo in serra provocano uno sfruttamento
eccessivo e a volte indiscriminato delle falde.
Di conseguenza si registrano sensibili abbassamenti del livello della superficie piezometrica
e un aumento della salinità degli acquiferi e del
34
suolo, con danni alle colture e alla produttività. È necessario, quindi, il ricorso a serbatoi di
stoccaggio delle acque piovane raccolte dai canali di gronda delle serre per soddisfare, anche
parzialmente, il fabbisogno idrico delle colture
protette.
L’azienda è dotata di n. 5 vasche di raccolta
delle acque di pioggia, che vengono utilizzate
per l’irrigazione delle colture floreali. Le vasche
sono state realizzate in terra con scarpa 3/2 di
forma e dimensione diverse, in funzione delle pendenze naturali del terreno, dove vengono convogliate e raccolte le acque battenti sulle
coperture delle serre. L’impermeabilizzazione
delle vasche è stata realizzata con teli in PVC,
ancorati al fondo e sul bordo lungo il perimetro;
per sicurezza le vasche sono fornite di recinzioni metalliche e di cancelli di apertura muniti di
serrature. La capacità totale d’invaso dei cinque
bacini è pari a 219.000 m3 e ciascuna vasca è
stata progettata con un franco di sicurezza non
inferiore ai 50 cm, calcolato in base agli eventi
piovosi eccezionali.
2.2) Pozzi
Malgrado l’adeguato dimensionamento delle vasche di raccolta delle acque piovane, effettuato sulla base della piovosità annua più probabile e tale da garantire il necessario fabbisogno
idrico delle colture floricole in atto, l’azienda
Ciccolella ha ritenuto opportuno di dotarsi di
cinque pozzi artesiani, al fine di sopperire alle
esigenze colturali, in caso di annate particolarmente siccitose. I cinque pozzi, dislocati a pochi km di distanza dal centro aziendale hanno
una discreta portata, stimata intorno ai 5 l/s per
ciascuno; purtroppo, l’acqua è caratterizzata da
una elevata salinità (conducibilità elettrica circa
1000 m.s/ cm), non idonea per le colture floreali, se non opportunamente miscelata con le
acque piovane o sottoposta a un trattamento in
impianti di osmosi. È noto, infatti, che l’effetto
negativo del sodio è in relazione al contenuto
di calcio e magnesio nell’acqua irrigua. L’indice S.A.R (Sodium Absorption Ratio), il più
utilizzato nella valutazione delle acque per uso
irriguo, varia tra 0 e 30, e per le acque irrigue
di buona qualità deve avere un valore <10. Il
controllo della qualità delle acque irrigue assu-
35
Vasche di raccolta delle acque piovane
36
me particolare importanza in serra, per evitare
fenomeni di salinizzazione dei terreni. Il monitoraggio dell’acqua dei cinque pozzi è sempre
una operazione preliminare al loro utilizzo.
2.3) Impianto per la fornitura di energia
elettrica
Nel progetto è prevista la fornitura di energia elettrica direttamente dalla vicina centrale
termoelettrica dell’Edison, da cui far dipartire due reti di alimentazione principali, confluenti in due cabine di smistamento, denominate “ovest” e “est” in base alla loro posizione
nell’ambito del complesso serricolo.
Come da progetto, da ciascuna cabina, con
una distribuzione radiale, si dipartono le linee di
media tensione per l’alimentazione delle singole cabine di trasformazione, previste in numero totale di 14, ognuna destinata alla fornitura
di energia elettrica per il funzionamento degli
impianti (ventilazione, fertirrigazione, raffrescamento, ombreggiamento, ecc.).
Il completamento del progetto dell’impianto elettrico, molto complesso per l’ampiezza e le
tipologie delle utenze servite, è attualmente in
fase di realizzazione.
2.4) Impianto per il trasferimento dell’energia termica fornita dalla Società Edison
A seguito degli accordi intrapresi tra la Società Edison ed il Gruppo Ciccolella SPA è stato realizzato il progetto riguardante la fornitura
di acqua calda per il riscaldamento delle serre,
sfruttando il calore latente di condensazione del
vapore allo scarico della turbina a vapore della
centrale a ciclo combinato.
Il progetto è un concreto esempio di sviluppo sostenibile di un ambiente ad attività
agricola intensiva, in attuazione degli obiettivi
delle politiche nazionali in materia di risparmio
energetico nella gestione di impianti serricoli e, allo stesso tempo, finalizzato allo sviluppo
socio-economico di un territorio suscettibile di
crescita.
Infatti, prima dell’entrata in servizio della
rete di cogenerazione, il calore residuo della centrale Edison, derivante dalla condensazione del vapore esausto, veniva smaltito dagli
37
Impianto di distribuzione dell’energia termica
38
Vista interna di una serra
39
Veduta interna di una serra di rose
40
aerocondensatori (Air Cooler Condenser). In
prossimità degli aerocondensatori, la Edison
ha installato due condensatori ad acqua (Water Cooler Condenser), in modo da condensare
il vapore esausto dalla turbina, cedendo calore
all’acqua (essendo la condensazione un processo esotermico che sviluppa 585 kcal/kg di acqua condensata). In questo modo, dalla centrale
termoelettrica Edison, sono disponibili circa
28.000 m3/h di acqua calda a 35 °C, che viene
pompata ad una pressione di circa 7 bar e attraverso la rete di teleriscaldamento, costituita
da tubazioni in vetroresina (PRFV) di dimen-
sioni variabili da 400 a 1500 mm, raggiunge gli
impianti di riscaldamento presenti all’interno
delle serre.
Tutta la rete di distribuzione, che si estende
per una lunghezza di circa 4 km, è stata interrata
ad una profondità di circa 3 m.
Dopo aver ceduto il calore alle serre, l’acqua
ritorna nella centrale Edison, chiudendo così il
circuito di distribuzione ad una temperatura di
circa 28 °C, ottenendo un ∆T, tra la mandata ed
il ritorno di 7 °C. In questa maniera, pertanto, le
serre svolgono il ruolo di scambiatore di calore,
assorbendo circa 225 MW di potenza termica.
41
Tipologia delle strutture portanti e di copertura
Il complesso serricolo di Candela, realizzato
dalla Ditta ArtigianFer, modello “Termolux”, è
costituito da moduli rettangolari di serre tunnel
con campate aventi luce di 9,60 m, passo colonne
5.0 m (2,50 sui lati). Si tratta serre tunnel aventi
strutture portanti in acciaio zincato costituite da
pilastri verticali ed archi con capriate rinforzate
con opportuni diagonali tra arco e tirante, a garanzia di una maggiore portanza della struttura nei
confronti delle azioni climatiche (neve e vento) e
di quelle generate dai carichi sospesi. I calcoli statici rispettano le normative UNI-EN 13031-1.
3.1) La struttura portante
La tipologia strutturale adottata soddisfa
i requisiti a cui le strutture portanti degli apprestamenti per colture protette devono rispondere: resistenza alle sollecitazioni genera-
te dai carichi; leggerezza e facilità di trasporto,
di montaggio e di smontaggio; forme idonee
per ottimizzare la captazione della radiazione
solare; flessibilità, componibilità, modularità e
prefabbricabilità degli elementi; dimensioni in
pianta e in altezza adeguate alle esigenze agronomiche e impiantistiche; sezioni resistenti degli elementi strutturali di ridotte dimensioni
per limitare l’ombreggiamento; buona durata,
riferita al periodo di vita di servizio della struttura, in un ambiente aggressivo quale l’atmosfera interna delle serre; bassi costi di investimento
e di manutenzione.
In virtù dell’elevata resistenza unitaria, delle
minime sezioni resistenti e della buona durata le
strutture in acciaio zincato risultano attualmente, per tutte le tipologie serricole, le più idonee
a soddisfare i requisiti elencati e sono le più diffuse in ambito nazionale ed europeo.
42
Tipologia delle strutture portanti e di copertura
43
Infatti, la struttura portante modulare è stata
realizzata in profilati e tubi di acciaio, zincati a
caldo per la protezione anticorrosiva, assemblati
in elementi pronti per il montaggio.
L’altezza in gronda varia da 3,0-5,0 m in
funzione della pendenza del terreno, ai fini del
normale deflusso delle acque di drenaggio della soluzione nutritiva e dell’inclinazione della
gronda per l’allontanamento delle acque meteoriche. Le porte di accesso con struttura di
acciaio zincato o di alluminio hanno una larghezza di 2,5 m e una altezza maggiore di 3,0
m. Le strutture sono inoltre dotate di aperture
di aerazione sul tetto incernierate sul colmo e
battente a mezza falda, con movimentazione
motorizzata automatica.
3.2) La copertura
Il materiale di copertura costituisce l’elemento costruttivo più importante negli apprestamenti per colture protette ai fini del raggiungimento degli obiettivi agronomici, nella
duplice funzione da esso svolta: meccanica, di
protezione delle colture dagli agenti atmosferici
avversi e fisica, per la trasmissione della radiazione solare incidente e la modifica dei parametri microclimatici interni per mezzo dell’effetto
serra.
I requisiti dei materiali di copertura sono:
elevata trasmittanza alla radiazione solare (da
300 a 3000 nm di lunghezza d’onda), costituita
da ultravioletto UVA e UVB (300-380 nm), visibile (380-760 nm) che comprende il PAR (radiazione fotosinteticamente attiva da 400-700
nm), IR corto e medio, 760-3000 nm; bassa trasmittanza alle radiazioni IR lunghe, oltre i 3000
nm di lunghezza d’onda; buone caratteristiche
meccaniche di resistenza alle sollecitazioni; leggerezza e facilità di montaggio; stabilità delle
caratteristiche meccaniche e radiometriche durante il periodo di vita utile previsto; grandi dimensioni e basso costo.
I materiali plastici, in particolare i laminati
flessibili, comunemente chiamati film, costituiscono la tipologia dei materiali di rivestimento
più diffusa sia nel bacino mediterraneo sia a livello mondiale.
Al fine di aumentare l’efficienza energetica, con risparmio del 25-30% rispetto agli ap-
44
prestamenti con film plastico singolo, si è fatto
ricorso a una tipologia di copertura costituita
da un doppio strato di film, con interposta intercapedine d’aria mantenuta in pressione da
ventilatori che insufflano l’aria interna nell’intercapedine.
Pertanto, la copertura del complesso serricolo Ciccolella è stata realizzata con doppio
film di polietilene (PE bd) additivato di 200
micron di spessore, mentre il rivestimento delle
pareti e delle testate laterali è in PVC ondulato
di spessore pari a 1,0 mm.
45
Dotazioni di impianti di climatizzazione e
di gestione delle colture
Il condizionamento climatico delle serre
richiede una notevole dotazione impiantistica, per ottimizzare il processo extrastagionale di produzione delle specie floricole per
rispondere alle varie esigenze della domanda
del mercato internazionale. Tra questi, il controllo della temperatura e dell’umidità relativa
dell’aria, della luminosità nelle diverse ore del
giorno, della concentrazione di CO2 nell’aria
sono fondamentali per le esigenze biologiche
delle piante. La crescente affermazione delle
colture “fuori suolo” ha richiesto la dotazione di particolari strutture, tecnologicamente
avanzate. Le colture fuori-suolo consentono
di ovviare ai problemi della stanchezza dei
terreni e di ridurre l’eccessivo impiego di
agrofarmaci e di fertilizzanti; è una tecnica
eco-compatibile, che permette di ottimizzare
le produzioni sia sotto l’aspetto produttivo sia
qualitativo.
Il complesso serricolo è dotato dei seguenti
impianti:
- riscaldamento a termosifone;
- raffrescamento a pannelli umidificatori;
- ventilazione mediante regolazione delle
aperture laterali e di colmo;
- ombreggiamento e controllo della luminosità e delle ore di luce;
- sistemi di coltivazione fuori suolo;
- irrigazione e fertirrigazione;
- recupero delle acque di drenaggio della soluzione nutritiva;
- difesa antiparassitaria con solforatori e destratificatori.
46
4.1) L’impianto di riscaldamento a termosifone
La rete principale di distribuzione del fluido
termovettore a bassa entalpia (acqua a 35 C°),
proveniente dalla centrale Edison, come precedentemente descritta, raggiunge le singole utenze fino ai cosiddetti “punti di consegna”, che
rappresentano vere e proprie centrali termiche,
con il compito di ripartire la portata del fluido
a gruppi di serre afferenti a ciascuna di esse. Il
ruolo di queste centrali termiche è di intervenire nei casi in cui, a causa di una programmata o
accidentata fermata della centrale termoelettrica dell’Edison e conseguente sospensione della
fornitura di calore, possano crearsi difficoltà per
il normale svolgimento dei cicli colturali delle
specie floricole in atto, tenendo ben presenti le
loro differenti esigenze termiche, non solo per
ottimizzare le rese in fiori recisi, ma anche per
rispettare la puntualità dei tempi nelle richieste
stagionali, per cui è necessario mantenere nelle serre un livello termico dell’aria non inferiore ai 20 °C. Pertanto, in ogni ettaro di serra, l’acqua calda scorre attraverso ben 200 km
di fasci di tubazioni in P.E. hd del diametro di
25 mm, cedendo calore all’interno delle serre.
Le suddette tubazioni sono distribuite longitudinalmente all’interno di ciascuna navata delle serre in maniera da garantire una uniformità
di distribuzione dell’energia termica, evitando
così la dannosa stratificazione delle temperature e garantendo l’equilibrato apporto calorico
alle colture. L’impiego di un numero elevato di
tubazioni di piccolo diametro (25 mm), rispetto all’utilizzo di un numero inferiore di tubi di
diametro maggiore, consente di avere una superficie di scambio termico più estesa e, pertanto, una migliore uniformità della temperatura
dell’aria.
La distribuzione delle tubazioni in serra prevede due differenti schemi, a seconda della coltivazione in atto: riscaldamento basale con tubazioni appoggiate sul terreno e lungo le pareti
delle strutture fuori suolo, unitamente al riscaldamento aereo con tubazioni disposte sia a 1,80
m di altezza sia a livello della linea di gronda; il
secondo schema prevede il solo riscaldamento
aereo con tubazioni disposte in verticale al disotto della linea di gronda (per piante in vaso).
Pertanto nella prima tipologia la trasmissione di
Impianto di riscaldamento
48
calore avviene mediante i meccanismi di scambio termico per conduzione con il substrato,
convezione con l’aria ed irraggiamento verso le
piante, nel secondo caso la trasmissione del calore avviene soprattutto per irraggiamento e, in
parte, attraverso la convezione.
Quindi le tubazioni sono disposte in maniera da distribuire uniformemente il calore sia sulla parte epigea della pianta sia su quella ipogea,
al fine di garantire un omogeneo accrescimento
delle piante.
Tale disposizione dell’impianto di riscaldamento ha effetti mitiganti ai fini della protezione delle coltivazioni da abbassamenti repentini
di temperatura dell’aria, in caso di danneggiamento del sistema di copertura delle serre per
effetto di violente raffiche di vento, fenomeno
che si può verificare nelle giornate particolarmente ventose.
4.2) Raffrescamento a pannelli umidificatori “Cooling System”
È noto che l’effetto serra è il risultato della
combinazione dei due meccanismi di trasmis-
sione del calore per irraggiamento e per convezione producendo un aumento della temperatura dell’aria interna alla serra grazie all’irraggiamento solare durante le ore diurne, a cui
fa riscontro, generalmente, una diminuzione
dell’umidità relativa.
L’effetto serra sarà tanto più elevato quanto
più il materiale di rivestimento è trasparente ai
raggi solari in ingresso e quanto più è opaco alla
radiazione infrarosso lunga in uscita.
Di qui, la necessità di intervenire nei mesi
estivi per ottenere un significativo raffrescamento all’interno delle serre, allorché non è sufficiente la ventilazione naturale, con le aperture
di colmo e laterali, o con l’ombreggiamento
per contenere i picchi di temperatura dell’aria.
Infatti, in virtù dell’effetto serra, nei periodi di
intensa radiazione solare la temperatura interna
assume valori molto elevati che possono risultare nocivi per i processi fisiologici delle colture.
Gli impianti installati per il controllo dei
valori massimi di temperatura dell’aria interna
sono l’ombreggiamento, la ventilazione e il raffrescamento per evaporazione d’acqua, quest’ultimo basato sul processo termodinamico adia-
49
Sistemi di riscaldamento in serra
50
batico e iso-entalpico di sottrazione all’aria, che
si raffredda, del calore latente di evaporazione
dell’acqua. Nella stagione estiva bisogna ricorrere al raffrescamento evaporativo poiché sia
l’ombreggiamento sia la ventilazione non sono
in grado di ridurre la temperatura interna a valori inferiori a quella esterna.
Sulla base delle collaudate esperienze a livello internazionale il “Cooling system” è considerato tra i più efficienti ed è stato utilizzato per il
complesso serricolo di Candela.
L’impianto è costituito da una serie di pannelli umidificatori dell’aria, montati con continuità lungo una testata delle serre e da una serie di ventilatori estrattori, posti lungo la testata
opposta.
I pannelli umidificatori sono imbibiti continuamente con acqua prelevata dalle vasche di
stocaggio che circola in tubazioni per mezzo di
pompe collocate in serbatoi ubicati nella parte
esterna delle serre, nei quali si recupera l’acqua
non evaporata e percolata dai pannelli. I ventilatori estrattori provocano una depressione interna con ingresso di aria umida e fresca, proveniente dai pannelli umidificati, favorendo l’ab-
bassamento della temperatura all’interno delle
serre in misura di 8-10 °C rispetto all’esterno.
In casi particolari di giornate con temperatura
dell’aria prossima ai 40 °C e umidità relativa del
20%, il cooling system ha permesso di conseguire in serra valori di temperatura di 27-28 °C
e di umidità relativa del 60%, ottimali per garantire produzioni di qualità dell’ Anthurium anche
per tutto il periodo estivo.
4.3) La ventilazione mediante regolazione delle aperture delle finestre laterali e
di colmo
La ventilazione naturale è la forma più semplice ed economica di aerazione di una serra:
essa avviene tramite le sportellature laterali e
di colmo per innesco dell’effetto camino prodotto dalle differenze di pressione determinate
dall’azione del vento e dalla variazione di temperatura tra aria interna e esterna, consentendo
di controllare oltre la temperatura anche la sua
umidità relativa e la concentrazione di CO2.
Per effettuare un corretto numero di ricambi
d’aria, al fine di garantire il mantenimento della
51
Il Cooling-system
Alla pagina seguente:
veduta interna di una serra di anthurium
56
temperatura, dell’umidità e della concentrazione ottimale della CO2 all’interno delle strutture
serricole nel corso dell’intero ciclo produttivo,
è necessaria la regolazione dell’apertura delle finestre di colmo. È noto che la concentrazione
di CO2 dell’aria in serra non dovrebbe scendere
al di sotto dei valori dell’aria esterna (390 ppm),
per non alterare il normale processo fotosintetico. Molte ricerche hanno confermato l’utilità
dell’arrichimento carbonico ai fini dell’aumento della produttività in serra, anche se i fattori
che influenzano il processo fotosintetico, oltre
al tenore di CO2, sono l’umidità relativa, la luminosità, la temperatura, l’apporto idrico e dei
nutrienti , il tipo di pianta e la sua fase fenologica, che interagiscono fra di loro. Il buon livello
di umidità relativa è favorevole all’apertura stomatica, necessaria per l’assorbimento della CO2,
ma una umidità eccessiva può essere causa di
diffusione di patologie diverse (muffe, batteri,
marciumi ecc.), mentre la scarsa ventilazione
può essere causa di condensa. Pertanto, si consigliano livelli di ventilazione minimi con 15-20
ricambi d’aria per ora, variabili anche in funzione del periodo stagionale.
Alla pagina precedente:
veduta interna di una serra di rose
L’apertura delle finestre del colmo è movimentata da motori elettrici di piccola potenza
(0,5 kW), che tramite un semplice sistema di
aste e cremagliere provvedono automaticamente all’apertura e chiusura. La regolazione
è determinata in maniera corretta da un’adeguata strumentazione di sensori, collegati ad
unità centrali su cui è installato un particolare software di gestione e controllo. L’impianto permette il monitoraggio continuo delle
condizioni climatiche sia all’interno delle serre
che all’esterno attraverso il controllo della velocità e direzione del vento oltre che dell’evento pioggia, regolando automaticamente il
livello di chiusura e di apertura degli sportelli,
in modo da mantenere costanti i valori ottimali di temperatura, umidità e ricambio d’aria,
stabiliti per le colture in atto.
Il controllo dell’umidità relativa in serra, attivato in particolare attraverso il sistema di ventilazione quando i valori superano l’80%, comporta un maggiore consumo energetico, stimato
intorno al 15%, che inciderebbe ulteriormente sui costi di produzione, in considerazione
dell’alto costo dell’energia termica.
57
In questi casi, disponendo di calore cogenerato dalla centrale, si mantiene una ridotta apertura delle finestrature delle serre, intervenendo
con il corretto apporto di calore, in modo di
conseguire valori di temperatura e di umidità
relativa compresi nei parametri ottimali per le
colture.
4.4) L’ombreggiamento e il controllo
della luminosità e delle ore di luce
L’ombreggiamento riveste un ruolo fondamentale specialmente per la coltivazione di
specie ombrofile e sciafile, che richiedono una
riduzione della luminosità interna fino al 75%
durante gli orari di massimo irraggiamento.
I sistemi ombreggianti possono essere fissi o
mobili, posti all’interno o all’esterno della serra. Gli impianti ombreggianti esterni, anche
con funzione antigrandine, sono preferibili a
quelli interni perché questi consentono l’ingresso della radiazione solare causando comunque un innalzamento di temperatura, tuttavia l’ombreggiamento interno è una buona
soluzione nelle zone con elevata ventosità e
provoca una minore usura del materiale ombreggiante.
In particolare, le serre coltivate ad Anthurium, specie tipicamente da ambiente ombroso
e caldo-umido, sono dotate di un impianto con
schermo ombreggiante interno, a maglia aperta con il 65% di ombreggiamento, sostenuto da
un sistema di fili in PVC disposti lungo la linea
di colmo delle serre. Tramite un meccanismo a
cremagliera lo schermo si apre e si chiude a fisarmonica, in maniera automatica, per regolare
la luminosità interna ottimale durante le ore di
sole, secondo i parametri relativi al fabbisogno
luminoso della coltivazione dell’Anthurium,
programmato mediante computer.
Nel periodo estivo, quando la intensità luminosa è più elevata si provvede pure ad imbiancare le coperture delle serre, con latte di calce, ad
integrazione dell’impianto di ombreggiamento.
Al contrario, le specie eliofile richiedono
condizioni di luminosità non inferiori a 30.000
lux, come le specie mediterranee; la luminosità
può influenzare l’induzione alla fioritura, come
nel caso della Sundaville, che per fiorire ha bisogno di una luminosità superiore a 25.000 lux.
58
59
Veduta interna di una serra
60
4.5) Le strutture fuori suolo e i substrati
utilizzati
La coltivazione fuori-suolo, affermatesi nella
serricoltura sia orticola sia floricola e per specie ornamentali, per una serie di vantaggi nel
controllo delle fitopatie degli apparati radicali e
nella gestione della fertirrigazione, è impostata
sull’impiego di substrati inerti di varia natura,
con caratteristiche fisico-meccaniche di adeguata porosità del mezzo per permettere lo sviluppo delle radici, e per favorire gli scambi gassosi e la circolazione della soluzione nutritiva. I
substrati più diffusi sono a base di perlite, fibre
di cocco secco, lana di roccia, argilla espansa,
pomice ed altre rocce vulcaniche, spesso in miscele. I substrati sono generalmente contenuti in
sacchetti di polietilene, forniti anche di accessori, canalette di sgrondo per il recupero delle
acque di drenaggio, e di sostegni.
In particolare, il complesso serricolo di Candela utilizza perlite, substrato di origine vulcanica sottoposto a trattamento termico fino a 800
°C per favorire il processo di espansione.
Le colture floricole sono allevate in canalette di polipropilene, opportunamente sagomate a
seconda della specie, di sezione triangolare per
l’Anthurium e rettangolare per la rosa. Le canalette sono sorrette da una struttura di sostegno
opportunamente sagomata, costituita da rete in
acciaio elettrosaldata di diametro di 8 mm, con
una opportuna lieve pendenza al fine di garantire il normale deflusso delle acque di drenaggio,
che confluiscono in vasche di raccolta per essere
riutilizzate negli interventi di fertirrigazione.
4.6) L’impianto di irrigazione e di fertirrigazione
L’impianto di irrigazione ha una duplice
funzione: soddisfare i fabbisogni idrici delle
colture in funzione dell’andamento evapotraspirativo e, allo stesso tempo, fornire alle piante
gli elementi nutritivi, in relazione al ritmo di
accrescimento, che in ambiente climaticamente
controllato è più regolare e precoce.
L’impianto di irrigazione è per infiltrazione localizzata in pressione, comunemente detta
“a goccia” mediante l’impiego di ali gocciolanti. Nel suo insieme comprende il gruppo di
pompaggio dell’acqua, il gruppo di filtraggio, il
61
collettore primario, la tubazione in polietilene,
i riduttori/regolatori di pressione, le testate, le
elettrovalvole, le ali gocciolanti autocompensanti, i gocciolatori autocompensanti, le valvole
quadrivie, gli spaghetti gocciolatori, le valvole, i
raccordi e gli accessori vari, l’impianto elettrico.
Le ali gocciolanti sono fornite di gocciolatori
di polietilene del diametro di 16-20 mm con
pressione nominale a 4 bar, posti ad intervalli
di 20 cm. La fuoruscita dell’acqua o della soluzione avviene direttamente dal gocciolatore o
da un’asta collegata ad esso mediante un microtubulo di materiale plastico. Internamente
all’erogatore è montato un labirinto molto fine
che riduce la pressione nel condotto; la portata
è di 1,5 l/h, con oscillazioni in funzione della
pressione all’interno dell’impianto.
L’impianto di irrigazione a goccia viene utilizzato per la periodica distribuzione dei fertilizzanti, somministrati alle colture attraverso un
sistema computerizzato di controllo, il quale in
base alla regolazione climatica delle serre crea
le condizioni ottimali per la programmazione
degli interventi di fertirrigazione.
La soluzione nutritiva circolante è prodotta
a monte mediante un sistema computerizzato
per il dosaggio e la miscelazione dei fertilizzanti.
Il sistema fuori suolo può essere sia aperto che
chiuso; in quello aperto la soluzione nutritiva
drenata non viene riutilizzata, in quello chiuso
la soluzione drenata viene corretta in base alla
EC e pH e rimessa in circolo. Si sconsiglia il sistema chiuso, quando si dispone di acqua irrigua
di scarsa qualità per una presenza di cloruro di
sodio elevata per le specie floreali, generalmente
meno resistenti alla salinità.
Nella seguente figura è schematizzato un tipico sistema a ciclo chiuso, che comprende:
Il fertirrigatore, che sulla base del controllo
in linea del pH e dell’EC, prepara la soluzione
nutritiva e la distribuisce alla coltura mediante
un timer stabilito a priori o sulla base di un regime irriguo definito o sulla stima dell’evapotraspirazione della coltura (usando un piranometro, come nella figura).
I contalitri, posti a valle (VD) o a monte
(VI) della coltura, per stimare dal rapporto dei
valori registrati la percentuale di drenaggio; un
altro contalitri rileva il consumo effettivo di acqua della coltura (VETE).
62
Un sistema di valvole per la miscelazione
(EV1), dell’acqua irrigua fresca e della soluzione di recupero, controllata dal fertirrigatore, per
l’attivazione dell’irrigazione (EV2), eventualmente per lo scarico del drenato raccolto, quando il valore di EC è troppo alto (EV3).
Le sonde di pH e EC nella vasca di recupero del drenato.
Il sistema può essere dotato di impianto di
disinfezione e vasca di stoccaggio dell’acqua
trattata.
La perfetta regolazione dell’apporto di nutrienti alle colture in un ambiente climatizzato
contribuisce alla realizzazione delle migliori condizioni di crescita. Infatti, il sistema sincronizzato
prevede automaticamente il riscaldamento o il
raffrescamento, l’apertura delle finestrature insie-
me alla fertirrigazione, al fine di assicurare i valori
igrometrici ottimali per le colture.
La soluzione nutritiva per le colture fuorisuolo contiene tutti i macroelementi (azoto,
fosforo, potassio, calcio, magnesio, zolfo) e microelementi (ferro, rame, manganese, zinco, molibdeno, boro). I valori ottimali di pH oscillano
tra 5,5 e 6,5, poiché in questo intervallo tutti i
nutrienti sono solubili ed è ottimale l’assorbimento da parte dell’apparato radicale. Insieme
alla composizione di nutrienti importante è la
concentrazione salina che viene espressa con la
conducibilità elettrica (EC).
Nel seguente prospetto sono riportati i fabbisogni standard di macro e microelementi per
le due colture praticate nel complesso di serre
di Candela.
63
Schematizzazione dell’impianto di fertirrigazione
64
Fabbisogno di elementi nutritivi per la rosa e l’anthurium.
Fabbisogno Anthurium
Macroel.
Ca
K
Mg
N-NO3
N-NH4
P-H2PO4
S-SO4
Microel.
Fe
Mn
B
Zn
Cu
Mo
mg/l
92,18
164,22
36,45
84,06
14,01
38,71
48,11
mg/l
1,95
0,44
0,32
0,26
0,05
0,07
mmol/l
2,3
4,2
1,5
6
1
1,25
1,5
µmol/L
35
8
30
4
0,75
0,75
La soluzione nutritiva è somministrata tramite l’impianto di fertirrigazione, per un numero di cicli variabile per le due specie, fino ad
un massimo di 15 per la rosa e di 8 per l’Anthurium, con intervalli regolati dall’insieme dei
Fabbisogno Rose
Macroel.
Ca
K
Mg
N-NO3
N-NH4
P-H2PO4
S-SO4
Microel.
Fe
Mn
B
Zn
Cu
Mo
mg/l
164,33
207,23
48,60
168,12
15,41
37,16
64,14
mg/l
2,23
0,55
0,35
0,26
0,07
0,07
mmol/l
4,1
5,3
2
12
1,1
1,2
2
µmol/L
40
10
32,38
4
1,18
0,73
fattori di crescita programmati, temperatura, luminosità, umidità ecc.
L’apporto della soluzione nutritiva, attraverso l’irrigazione a goccia, si effettua fino a
10-12 volte al giorno. La soluzione nutritiva è
65
preparata in un sofisticato sistema di vasche di
miscelazione, in modo da ottenere un corretto
rapporto tra macroelementi e microelementi.
I principali fertilizzanti utilizzati sono: nitrato di calcio, nitrato di ammonio, nitrato di
potassio, fosfato di potassio, solfato di potassio,
solfato di magnesio, solfato di zinco, solfato di
rame, molibdato di sodio, ferro chelato, borace.
4.7) Il recupero delle acque di drenaggio
Con il sistema a ciclo chiuso, si provvede al
recupero della soluzione drenata, dopo la correzione del pH e della concentrazione dei nutrienti. Il riutilizzo totale dell’acqua di drenaggio nel sistema chiuso è possibile solo quando
la concentrazione degli ioni nell’acqua di irrigazione è uguale o inferiore alla concentrazione
di assorbimento, derivante dal rapporto tra i nutrienti assorbiti e l’acqua assorbita dalla coltura.
In pratica, quando l’acqua irrigua non è del
tutto buona, la soluzione nutritiva è ricircolata
fino a quando la sua composizione e la EC rimangono nei limiti ottimali per la crescita della
specie in coltura fuori-suolo, dopo deve essere
sostituita del tutto o parzialmente (sistema semi-chiuso).
Pertanto, il controllo della soluzione nutritiva è una operazione costante; nella figura della
pagina seguente è riportata la rappresentazione
schematica delle differenti opzioni della soluzione ricircolante nel sistema fuori suolo a ciclo
chiuso, a EC costante, a EC variabile.
Nel primo caso, il reintegro della soluzione
nutritiva viene effettuata con apporto di acqua
e elementi fertilizzanti, in proporzioni tali da
mantenere costante la EC della soluzione ricircolante.
Nel secondo caso, il reintegro della soluzione nutritiva viene eseguito con l’apporto di
nuova soluzione “fresca” preparata nel fertirrigatore, mantenendo più o meno costante la
concentrazione dei nutrienti, ma con una “EC
crescente”, per la presenza di ioni non essenziali,
dovuta all’impiego di acque un po’ saline. Ovviamente non si deve superare la soglia massima
di tolleranza della coltura (ECmax).
In sintesi, i controlli necessari da effettuare
nella gestione di una coltura fuori-suolo riguardano la verifica dei volumi di soluzione nutri-
66
Rappresentazione schematica delle differenti opzioni per la reintegrazione della soluzione nutritiva nel sistema fuori-suolo
a ciclo chiuso; a sinistra EC costante, a destra EC variabile
67
tiva distribuita direttamente dagli erogatori e
di quella di drenaggio confluita nel deposito di
raccolta, sulla quale determinare il pH e la EC.
Per quanto riguarda i valori chimici, l’EC
del drenato non dovrebbe discostarsi di 0,5
punti da quelli stabiliti per la soluzione in entrata, mentre il pH dovrebbe rimanere nei valori ottimali, tra 5,0 e 7,0. L’aumento dell’alcalinità è dovuto sia alla presenza di carbonati nelle
acque irrigue, sia ad una maggiore velocità di
assorbimento degli anioni, in particolare dai nitrati, da parte degli apparati radicali. Particolare
attenzione è da porre nell’evitare un progressivo accumulo di salinità nel substrato e nella
soluzione circolante.
4.8) La difesa antiparassitaria solforatori
e destratificatori
I solforatori o sublimatori sono utilizzati per
il controllo dell’oidio o mal bianco della rosa
hanno una forma cilindrica tubolare, dove nella
parte superiore è inserita una piastra poggiante
su una resistenza elettrica. Sulla piastra si colloca
lo zolfo in scaglie, che dal momento in cui si
riscalda la resistenza per effetto del calore sublima con la formazione di anidride solforosa,
un ottimo inibitore della formazione dei conidi.
Un solforatore è sufficiente per 100 m2 di coltivazione di rose.
È stato realizzato un impianto di destratificazione dell’aria, per meglio uniformare le condizioni climatiche all’interno delle serre sia nei
riguardi della temperatura, sia per il controllo
del fenomeno della condensa senza alterare il
livello ottimale di umidità. Per ogni 400 m2 di
superficie di serra coperta sono stati installati
ventilatori, collegati alla struttura portante delle serre mediante catenelle zincate, in modo da
poter regolare la loro altezza dal terreno.
Nelle serre il rigoroso controllo dei parametri climatici, in particolare l’umidità relativa,
può ridurre gli attacchi di numerosi parassiti
fungini, di cui sono ben note in letteratura i fattori ambientali, che ne favoriscono lo sviluppo,
come è indicato dalla seguente tabella (da pubblicazione di Matta e Garibaldi), utilizzata dai
tecnici dell’azienda Ciccolella.
68
TEMPERATURE °C
OTTIMALI
LIMITANTI
min
max
PARASSITI
PARTE AEREA
bremia spp
alternaria
aschochita spp
botrytis
cladosporium
pseudomonas
oidio
ruggine
phytophtora
infestans
scleotinia
sclerotiorum
RADICI E
COLLETTO
rhizoctonia solani
pythium spp
phytophtora capsici
phytophtora
cryptogea
phialophora
cinerescens
fusarium
oxysporum
verticillium dahliae
pseudomonas
caryophylli
virosi
TMV
CMV
UMIDITà RELATIVA %
10-15
20-40
13-18
20
22
18-28
22-26
24
16-24
10
10
< 10
12
6
5
10
30
35
> 27
39
33
28
30
80-95
80-95
60-80
80-95
90 (4h)
90
U.R. bassa di notte ed alta di giorno
U.R. elevata e pellicola di acqua
U.R. elevata
15-25
-
-
80-95
> 20
12-20
28
20-25
10
4
35
30
elevata umidità nel substrato
elevata umidità nel substrato
elevata umidità nel substrato
elevata umidità nel substrato
15-23
10
30
indifferente
26-27
20
35
indifferente
20-40
25-30
< 20
> 30
-
indifferente
indifferente
26-28
25-30
-
-
indifferente
indifferente
69
In serra tra i più temuti parassiti fungini
trovano le loro ideali condizioni di sviluppo: la
cladosporiosi (Cladosporium spp.), le macchie
angolari (Pseudomonas spp.), peronospore (Peronospora spp. e pseudoperonospora spp.), alternariosi (Alternaria spp.), ruggini (Uromyces
spp.) ed anche la Botrytis ed anche molti altri
funghi che richiedono elevata umidità per la
germinazione delle spore e la sporulazione. Le
infezioni di Phoma spp. ad esempio sono favorite da temperature del substrato relativamente
basse (inferiori ai 15 °C).
Altro patogeno molto favorito da basse
temperature è certamente la peronospora, che
richiede 4-5 °C per la germinazione delle spore - in condizioni di umidità persistente sulle
foglie- e 10-15 °C per l’infezione, risulta pertanto particolarmente dannosa in serra fredda;
la difesa risulta difficoltosa in quanto in questo
periodo la ventilazione non è in grado di abbassare la UR ed il riscaldamento è antieconomico,
Nelle serre riscaldate i problemi risultano
sempre minori che nelle serre fredde: nelle serre di Candela la presenza del teleriscaldamento
limita anche la possibile diffusione delle spore,
poiché non si è soggetti a moti di turbolenza
dell’aria calda.
Di conseguenza, per mezzo del teleriscaldamento, che permette nelle serre di Candela
un continuo apporto di calore è stato possibile
un drastico impiego di agrofarmaci, perché si
è ridotta sensibilmente la presenza di parassiti
fungini, grazie alle tecniche di condizionamento delle serre.
4.9) Solarizzazione
Durante il periodo estivo si utilizza il trattamento termico per sanificare i terreni delle
serre prima del cambio di coltivazione. Pertanto
il substrato si sottopone ad un vero e proprio
trattamento termico che elimina la maggior
parte dei microorganismi esistenti nel suolo.
Nelle aziende tradizionali spesso si ricorre a
trattamenti chimici che in questo caso si possono ridurre.
Nelle serre sottoposte ad agricoltura intensiva la ripetuta coltivazione con la stessa specie
(monosuccessione) o con specie della stessa famiglia determina una proliferazione di agenti
70
patologici e, quindi, un peggioramento della
produzione. Il fenomeno è accentuato nelle
colture protette, in particolare con i patogeni
fungini, i nematodi e le infestanti responsabili
dei principali decrementi produttivi. Per contenere i danni provocati dai patogeni ipogei si
può intervenire oltre che con mezzi chimici,
anche con mezzi fisici, agronomici e biologici.
I mezzi fisici quali solarizzazione e vapore, sono tra quelli maggiormente rispettosi
dell’ambiente ed altamente sostenibili.
Con il teleriscaldamento nelle serre di Candela viene attuato il termo-condizionamento
degli ambienti di coltivazione in maniera del
tutto sostenibile e nell’ottica del massimo rispetto dell’ambiente.
La solarizzazione consiste nel sottoporre
il suolo opportunamente lavorato, bagnato e
pacciamato all’azione efficace della radiazione
solare per un cospicuo numero di giorni nella
stagione calda. L’innalzamento termico dovuto all’effetto serra è responsabile di una serie di
fenomeni positivi per le coltivazioni successive.
La solarizzazione è un’agrotecnica economica e
di facile esecuzione. La riuscita del trattamento
dipende soprattutto dalle temperature raggiunte
oltre che dall’attenta esecuzione di tutte le fasi
che lo compongono.
Il terreno deve essere bagnato abbondantemente per consentire la trasmissione del calore
dagli strati più superficiali a quelli più profondi e per stimolare le attività vitali di organi di
resistenza di funghi, parassiti animali e semi di
piante infestanti, rendendoli così più vulnerabili.
Per ottenere risultati apprezzabili la copertura
deve essere tenuta per almeno 35-40 giorni nella stagione di massima insolazione (fine giugno
- prima metà di agosto). È stato dimostrato che
la solarizzazione è efficace se la temperatura del
terreno supera per un periodo di tempo sufficientemente lungo il valore di 37-40 °C, generalmente riconosciuto come soglia termica minima per una significativa riduzione del carico
dei microrganismi dannosi.
Nelle serre di Candela la solarizzazione è
integrata dal teleriscaldamento, al fine di ridurre
il numero di giorni di inattività delle serre, indispensabile per la messa in atto dei programmi
produttivi.
71
Le colture floricole extrastagionali di fiori recisi e in vaso
L’organizzazione produttiva del complesso serricolo di Candela è stata impostata sulla prospettiva di realizzare un’ampia scelta di
specie floricole, in funzione delle mutevoli
esigenze del mercato. La tempestiva capacità
di attuare le scelte culturali in funzione della
domanda internazionale è resa possibile dalle
continue indagini di mercato e dalla perfetta
progettazione delle strutture adattabili alle differenti esigenze delle colture, realizzate in maniera programmata.
5.1) I calendari delle produzioni floricole
extrastagionali
È noto che il mercato floricolo è fortemente influenzato da particolari ricorrenze nel corso dell’anno, in occasione delle quali la domanda di prodotto è molto alto, per cui buono è
l’andamento delle quotazioni. Le ricorrenze più
interessanti sono:
- San Valentino 14 febbraio, festa degli innamorati;
- Festa della donna, 8 marzo;
- Festivitàpa squali;
- Festa della mamma, maggio;
- Ricorrenza dei defunti in novembre
- Festivitàna talizie.
Nel periodo vernino-primaverile fino all’inizio delle produzioni in serre fredde, le quotazioni di mercato si mantengono soddisfacenti,
in seguito si ha una flessione per tutto il periodo
estivo, tranne in occasione di onomastici di santi
più festeggiati.
La produzione floricola extrastagionale
comprende specie da fiore reciso, specie da fiore in vaso, specie ornamentali da appartamento,
piante grasse. Ovviamente, la programmazione
72
è impostata sulla conoscenza delle esigenze fisiologiche delle diverse specie. Le tropicali, per
esempio, necessitano di ambienti serricoli caldo-umidi più o meno costanti in tutto il periodo colturale e mal sopportano escursioni termiche elevate, causa contrazione della produzione.
Le mediterranee richiedono ambienti temperati intorno ai 18-25 °C, abbastanza resistenti a
basse temperature vicine allo 0 °C, ovviamente
necessarie di riscaldamento in serra per le produzioni extrastagionali. Le piante grasse e succulente, tipiche delle zone desertiche, tollerano
le forti escursioni termiche, ma richiedono il
riscaldamento in serra per ottimizzare i cicli di
crescita.
Rosa ed anthurium sono tra le principali
specie da fiore reciso praticate nelle serre a produzione continua o programmata; le specie da
fiore in vaso sono prodotte in primavera, con
circa un mese di anticipo dall’epoca normale in
campo; alcune come le stelle di Natale e i ciclamini sono programmate per il periodo autunno-vernino. Le piante verdi da appartamento
hanno un consumo costante durante tutto l’anno e hanno una produzione di tipo continuo.
5.2) Le colture del programma iniziale
nel complesso di serre di Candela
L’approfondita ricerca di mercato, prioritaria nella fase di progettazione di un complesso
serricolo di cosi ampie proporzioni, aveva evidenziato le buone prospettive per due specie da
fiore reciso, la rosa, già di antica tradizione per
la diffusa presenza nell’arte del giardinaggio e
l’anthurium, di recente introduzione, di origine
tropicale e, pertanto, necessariamente da ambiente protetto. Entrambe caratterizzate sia dalla
bellezza del fiore reciso, sia dal rilevante ruolo
nelle composizioni floreali.
Il costante aggiornamento sulla domanda
del mercato floricolo, spesso influenzato dalle
particolari situazioni economiche non solo dei
Paesi, che fanno parte della Comunità Europea,
ma anche a livello mondiale, e allo stesso tempo
mutabile per nuove esigenze del consumatore,
ha suggerito un maggiore ampliamento dell’offerta floricola, con la produzione di piante in
vaso, il cui consumo è in continuo aumento per
l’utilizzo in giardini pubblici e privati.
In particolare, a partire dal 2009 ha avuto
inizio una contrazione delle vendite dei prodot-
73
ti florovivaistici, soprattutto di fiori recisi, più
avvertita in Italia, a causa di un diffuso stato di
disagio economico, che è stato causa di riduzione di consumi anche dei prodotti alimentari. Secondo dati dell’ISMEA le vendite sulle
aste olandesi sono state in lieve crescita, ma con
prezzi bassi, che penalizzano il prodotto italiano
di migliore qualità per freschezza e resistenza.
Pertanto, a partire dal 2011, l’Azienda Ciccolella ha sensibilmente ridotto la produzione
di fiori recisi di rosa ed anthurium, sostituendola con la coltivazione di piante fiorite in vaso.
L’ampliamento del programma colturale ha
permesso una migliore utilizzazione degli impianti serricoli e una più efficiente organizzazione del settore commerciale.
5.2.1) La coltivazione della rosa
Nessun altro fiore, come la rosa, ha una storia cosi antica, che risale all’alba della civiltà e
ancora più lontana sfuma nelle mitiche leggende del mondo ellenico. Il fascino di questo fiore
nell’essere umano è universale. Alla ricerca della
perfezione del fiore, intenso e continuo è stato
il lavoro di miglioramento genetico, per ottenere varietà di particolare bellezza, i cui nomi
spesso sono legati al fascino di donne famose
dell’alta società. Dai semplici esemplari di cinque petali a quelli a fiori stradoppi con oltre
quaranta petali, come la leggendaria rosa di re
Mida con oltre sessanta, forma, aspetto, colore,
epoca di fioritura sono stati combinati da abili
ibridatori, per ottenere un inestimabile patrimonio varietale.
Il genere Rosa, facente parte della famiglia
delle Rosacee, comprende numerose specie, circa 150, ma vastissimo è il numero delle varietà stimato intorno a 1.500, ma di molte altre
non si hanno più tracce. I cataloghi dei vivaisti
le classificano prevalentemente in base al portamento, ovviamente per esigenze di mercato,
lillipuziane coprisuolo per bordure o in vaso,
arbustive da pieno campo in aiuole, ad alberetto
per viali fioriti, sarmentose o rampicanti (climbing) a sviluppo eretto con ramificazioni rigide
per pareti, rampicanti a sviluppo morbido adatte
a superfici curve. Nell’ambito di ciascun gruppo
il tipo di fioritura a fiore singolo o a panicolo,
rifiorente o non, forma colore e numero dei pe-
74
tali sono i caratteri varietali a piacimento degli
acquirenti.
Nel caso specifico del complesso serricolo
Ciccolella la coltivazione riguarda varietà a portamento cespuglioso, a fiore singolo da recidere,
che deve rispondere a rigorosi parametri qualitativi, di gradimento da parte del fruitore finale.
La scelta varietale è alla base dei programmi
colturali, impostati sulla necessità di una maggiore disponibilità di fiori recisi, in occasione
delle già citate ricorrenze festive, ma anche di
una continua regolare raccolta nel periodo autunno-primaverile, per rispondere alle esigenze
di un mercato internazionale differenziato. La
gamma dei colori dei petali è una esigenza del
mercato non disgiunta alla dimensione ottimale
e compattezza del bocciolo, alla lunghezza dello
stelo, alla resistenza dei petali alle ammaccature
durante la fase di confezionamento e trasporto, freschezza e durata del fiore reciso in vaso.
Insieme alla perfezione del fiore, il numero di
steli per m2x anno, la precocità di fioritura, la
resistenza alle malattie sono le caratteristiche
agronomiche indispensabili nella formazione
del reddito.
Nel corso di questi anni sono state coltivate una trentina di varietà, le cui caratteristiche
sono riportate nel testo. Ampia è stata la scelta dei colori, dal bianco puro, al giallo limone,
giallo crema, giallo ramato, arancione, albicocca,
rosa crema, rosa carico, rosa magenta, ciliegia,
salmone, rosso brillante, rosso screziato di giallo,
bianco screziato di rosso. In base al numero di
steli fioriti per pianta, la produzione oscilla da
un minimo di 150 ad un massimo di 350 rose/
m2x anno.
75
ALOHA
Fiore di taglia media di colore giallo con margini tendente al
rossastro
Altezza stelo: 60 cm circa
La produzione è di circa 200-300 steli a m² per anno
Durata in vaso 12 giorni circa
Eccellente capacità di resistere al trasporto
BALLERINA
Fiore di taglia media di colore rosa carico
Altezza stelo: 60 cm circa
La produzione è di circa 180-260 steli a m² per anno.
Durata in vaso 14 giorni circa.
Notevole numero di petali
Eccellente capacità di resistere al trasporto
BORDEAUX
Fiore di taglia grande di colore rosso bordeaux
Altezza stelo: 70 cm circa
La produzione è di circa 180-220 steli a m² per anno
Durata in vaso 15 giorni circa.
Lenta apertura
Eccellente capacità di resistere al trasporto
76
BUGATTI
Fiore di taglia grande di colore rosso magenta
Altezza stelo: 70 cm circa
La produzione è di circa 150-190 steli a m² per anno
Durata in vaso 14 giorni circa
Stabilità della colorazione
Buona capacità di resistere al trasporto
CHERRY LIPS
Fiore di taglia media bicolore crema/rosa
Altezza stelo: 50-60 cm circa
La produzione è di circa 200-300 steli al m² per anno
Durata in vaso 16 giorni circa
Eccellente capacità di resistere al trasporto
GOLDEN GATE
Fiore di taglia media di colore giallo intenso
Altezza stelo: 50 cm circa
La produzione è di circa 200-300 steli a m² per anno
Durata in vaso 16 giorni circa
Eccellente capacità di resistere al trasporto
Varietà molto produttiva con colore stabile
77
GRANDE AMORE
Fiore di taglia grande di colore rosso brillante
Altezza stelo: 70-90 cm circa
La produzione è di circa 140-180 steli a m² per anno
Durata in vaso 14 giorni circa
Buona capacità di resistere al trasporto
LA BELLE
Fiore di taglia media di colore rosa con bordi verdi
Altezza stelo: 60 cm circa
La produzione è di circa 160-230 steli a m² per anno
Durata in vaso 16 giorni circa
Buona capacità di resistere al trasporto
Fogliame eccellente perfetta per climi temperati
MERCI
Fiore di taglia piccola di colore rosso
Altezza stelo: 40-50 cm circa
La produzione è di circa 350-400 steli a m² per anno
Durata in vaso 16 giorni circa
Eccellente capacità di resistere al trasporto
78
RED GIANT
Fiore di taglia grande di colore rosso
Altezza stelo: 80 cm circa
La produzione è di circa 170-250 steli a m² per anno
Durata in vaso 16 giorni circa
Eccellente capacità di resistere al trasporto
Non mostra fenomeni di blackening o browning
RED RIBBON
Fiore di taglia grande di colore rosso brillante
Altezza stelo: 60 cm circa
La produzione è di circa 160-220 steli al m² per anno
Durata in vaso 14 giorni circa
Buona capacità di resistere al trasporto
REVUE
Fiore di taglia media bicolore bianco/rosa
Altezza stelo: 60 cm circa
La produzione è di circa 180-260 steli a m² per anno
Durata in vaso 14 giorni circa
Eccellente capacità di resistere al trasporto
79
TORERO
Fiore di taglia media di colore rosso
Altezza stelo: 40-70 cm circa
La produzione è di circa 220-260 steli a m² per anno.
Durata in vaso 12-14 giorni circa
KIWI
Fiore di taglia media di colore giallo con sfumature rosate
Altezza stelo: 40-70 cm circa
La produzione è di circa 180-240 steli a m² per anno
Durata in vaso 10-12 giorni circa
VENDELA
Fiore di taglia grande di colore bianco
Altezza stelo: 70-90 cm circa
La produzione è molto buona
Buona durata in vaso
80
JUPITER
Fiore di taglia media di colore giallo
Altezza stelo: 50-70cm circa
La produzione è molto buona
Buona durata in vaso
LEONESSA
Fiore di taglia grande di colore giallo
Altezza stelo: 70-100 cm circa
La produzione è di circa 180-200 steli a m² per anno
Durata in vaso 12-14 giorni circa
MARIE CLAIRE
Fiore di taglia media di colore arancio
Altezza stelo: 60-80 cm circa
La produzione è di circa 220-260 steli a m² per anno
Durata in vaso 10-12 giorni circa
81
MARIYO
Fiore di taglia media di colore arancio
Altezza stelo: 60-80 cm circa
La produzione è di circa 240-280 steli a m² per anno
Durata in vaso 10-12 giorni circa
MAROUSSIA
Fiore di taglia grande di colore bianco
Altezza stelo: 70-100 cm circa
La produzione è di circa 240-280 steli a m² per anno
Durata in vaso 12-14 giorni circa
ABRACADABRA
Fiore di taglia piccola di colore rosso/giallo screziato
Altezza stelo: 40 cm circa
La produzione è di circa 220-350 steli a m² per anno
Durata in vaso 16 giorni circa
Interessante screziatura
82
SUNBEAM
Fiore di taglia media di colore giallo ramato
Altezza stelo: 55 cm circa
La produzione è di circa 200-300 steli a m² per anno
Durata in vaso 14 giorni circa
Eccellente adattabilità al trasporto
CASSIS
Fiore di taglia media di colore ciliegia
Altezza stelo: 60 cm circa
La produzione è di circa 210-280 steli a m² per anno
Durata in vaso 14 giorni circa
Eccellente adattabilità al trasporto
CHERRY LADY
Fiore di taglia grande di colore rosa carico
Altezza stelo: 55 cm circa
La produzione è di circa 180-250 steli a m² per anno
Durata in vaso 11 giorni circa
Buona adattabilità al trasporto
83
CHIC
Fiore di taglia piccola di colore rosa magenta
Altezza stelo: 45 cm circa
La produzione è di circa 250-350 steli a m² per anno
Durata in vaso 16 giorni circa
Eccellente adattabilità al trasporto
Mutazione della Merci
CIRCUS
Fiore di taglia media di colore giallo intenso con sfumature
rosse al bordo del petalo
Altezza stelo: 60 cm circa
La produzione è di circa 210-230 steli a m² per anno
Durata in vaso 14 giorni circa
Eccellente adattabilità al trasporto
Interessante contrasto cromatico
ESCIMO
Fiore di taglia piccola di colore bianco
Altezza stelo: 50 cm circa
La produzione è di circa 210-350 steli a m² per anno
Durata in vaso 11 giorni circa
Eccellente adattabilità al trasporto
84
FIDIBUS
Fiore di taglia piccola di colore rosso con screziature gialle
Altezza stelo: 40 cm circa
La produzione è di circa 220-350 steli a m² per anno
Durata in vaso 16 giorni circa
Eccellente adattabilità al trasporto
FLASHBACK
Fiore di taglia grande bicolore rosa/crema
Altezza stelo: 65 cm circa
La produzione è di circa 170-240 steli a m² per anno
Durata in vaso 16 giorni circa
Buona adattabilità al trasporto
BONANZA
Fiore di taglia media color albicocca
Altezza stelo: 60 cm circa
La produzione è di circa 200-300 steli a m² per anno
Durata in vaso 18 giorni circa
Eccellente adattabilità al trasporto
85
FRISCO
Fiore di taglia media color giallo limone
Altezza stelo: 40 cm circa
La produzione è di circa 220-350 steli a m² per anno
Durata in vaso 16 giorni circa
Eccellente adattabilità al trasporto
HARLEQUIN
Fiore di taglia media color bianco screziato rosso
Altezza stelo: 70 cm circa
La produzione è di circa 160-200 steli a m² per anno
Durata in vaso 14 giorni circa
Eccellente adattabilità al trasporto
HOCUS POCUS
Fiore di taglia piccola color rosso screziato bianco
Altezza stelo: 40 cm circa
La produzione è di circa 220-350 steli a m² per anno
Durata in vaso 16 giorni circa
Eccellente adattabilità al trasporto
86
ICEBERG
Fiore di taglia grande color bianco
Altezza stelo: 70 cm circa
La produzione è di circa 180-240 steli a m² per anno
Durata in vaso 13 giorni circa
Buona adattabilità al trasporto
IMPALA
Fiore di taglia media color arancio
Altezza stelo: 60 cm circa
La produzione è di circa 180-240 steli a m² per anno
Durata in vaso 14 giorni circa
Buona adattabilità al trasporto
LADY KILLER
Fiore di taglia grande color rosso brillante
Altezza stelo: 65 cm circa
La produzione è di circa 150-190 steli a m² per anno
Durata in vaso 12 giorni circa
Buona adattabilità al trasporto
87
LOLLIPOP
Fiore di taglia grande color salmone
Altezza stelo: 60 cm circa
La produzione è di circa 180-250 steli a m² per anno
Durata in vaso 13 giorni circa
Buona adattabilità al trasporto
PITAHAYA
Fiore di taglia grande color rosa
Altezza stelo: 65 cm circa
La produzione è di circa 140-180 a m² per anno
Durata in vaso 16 giorni circa
Buona adattabilità al trasporto
PONDEROSA
Fiore di taglia media color crema
Altezza stelo: 60 cm circa
La produzione è di circa 200-300 steli a m² per anno
Durata in vaso 14 giorni circa
Eccellente adattabilità al trasporto
Spot della Sioux
88
SIOUX
Fiore di taglia grande color rosa salmone
Altezza stelo: 60 cm circa
La produzione è di circa 200-300 steli a m² per anno
Durata in vaso 18 giorni circa
Eccellente adattabilità al trasporto
VANILLA SKY
Fiore di taglia grande color crema
Altezza stelo: 70 cm circa
La produzione è di circa 190-260 steli a m² per anno
Durata in vaso 14 giorni circa
Buona adattabilità al trasporto
89
Il condizionamento climatico delle serre e
la programmazione degli interventi di potatura sono fondamentali nell’ottimizzare i periodi
della fioritura. Soprattutto nei mesi invernali carenti condizioni termiche e luminose possono
provocare l’aborto dei boccioli, i cosiddetti steli
ciechi con fiori malformati (bullhead).
La rosa è notoriamente adattabile a situazioni climatiche molte diverse, perché è abbastanza
resistente alle basse temperature invernali con
valori sensibilmente inferiori allo 0 °C in fase di
riposo e alle alte temperature estive fino a 4050 °C. la temperatura minima biologica a cui
si arresta la crescita è intorno a 8-10 °C quelle
ottimali intorno ai 15-16 °C la notte, 21-24 °C
il giorno.
Sulla base di queste esigenze, per ottenere in
serra una produzione continua, la temperatura
notturna è da mantenere nei valori non inferiori ai 14-16 °C, quella diurna intorno ai 21-24
°C. La rosa richiede, specialmente al momento
della ripresa vegetativa e durante le prime fasi
della crescita una elevata U.R. intorno al 8085%. Una fisiologica defogliazione basale della
pianta con caratteristiche allessature sui lembi
fogliari si manifesta in condizioni di bassa umidità relativa (<60%).
Il ritmo di produzione degli steli fiorali è
influenzato dall’intensità luminosa ed è crescente in primavera. La qualità dei fiori tende a
peggiorare nei mesi estivi a causa delle elevate
temperature, al di sopra dei 30 °C risulta inibita
la pigmentazione dei petali.
Per migliorare la qualità dei fiori durante i
mesi estivi si fa ricorso al “cooling system” e
all’ombreggiamento, per abbassare le temperature.
Per programmare le epoche di fioritura un
ruolo rilevante rivestono gli interventi di potatura, che vengono eseguiti in relazione al tipo
di coltivazione con raccolta continua o discontinua. Dopo l’impianto della coltura si provvede
alla cimatura dei primi germogli, per favorire
la formazione di steli fiorali robusti e commercialmente validi. L’altezza del taglio dello stelo è
regolato dalle caratteristiche varietali, la cui lunghezza oscilla più frequentemente tra 40-70 cm.
Per ottenere la fioritura in dicembre si devono prevedere 8 settimane di crescita a partire
dalla potatura; le stesse piante producono un al-
90
tro fiore in febbraio per S. Valentino. La produzione per Pasqua richiede mediamente 7 settimane, mentre per quella estiva sono sufficienti
5 settimane. Per programmare la produzione
primaverile-autunnale, la potatura va eseguita
dalla fine di dicembre a gennaio.
La potatura di ringiovanimento viene realizzata nei mesi estivi (giugno-settembre), in un
periodo di minore richiesta di fiori recisi. Le
operazioni di potatura richiedono particolare
attenzione e cura, per evitare la formazione di
steli deboli e l’aborto dei boccioli.
5.2.2) La coltivazione dell’Anthurium
L’Anthurium, genere della famiglia delle
Araceae originaria delle aree tropicali e sub-
tropicali dell’America centro-meridionale, di
recente introduzione, si è rapidamente affermato per la magnificenza del fogliame e la bellezza della tipica infiorescenza, costituita da una
spata (arum), che sottende lo spadice fiorale
a forma di cornetto (dal greco anthos= fiore,
oura= coda). Le specie del genere Anthurium
si distinguono in due gruppi in base al valore
ornamentale delle foglie o delle infiorescenze.
Al primo gruppo di particolare pregio è l’Anthurium crystallinum con grandi foglie cordate
vellutate, verde-scuro o verde rossastro, pianta
da appartamento; al secondo gruppo appartiene, l’Anthurium andreanum a foglie cordiformi di
colore verde brillante con il grande fiore reciso
spata ovale-arrotondata bollosa di colore rosso
scarlatto vivo di circa 10-15 cm di diametro,
91
portata da un lungo peduncolo; lo spadice è ricurvo lungo 8-12 cm di colore giallo alla base.
In commercio sono disponibili molte varietà
con colori diversi della spata.
L’Anthurium scherzerianum da fiore, ha un
portamento ridotto e compatto e si presta più
per vaso fiorito.
Nel corso di questi anni, per venire incontro
alle esigenze di mercato, nelle serre di Candela
sono state messe in coltura ben 25 varietà, caratterizzate dalle varie tonalità di colore della
spata, dal bianco, al bianco con bordino rosa, al
bianco con punta verde, al crema, al bianco crema e giallo, al rosa, all’arancione, al rosso intenso,
al rosso splendente, al marrone scuro, al verde
chiaro e intenso. Anche variazioni di colore dal
bianco, al giallo, al rosa, al verde caratterizzano
lo spadice. Le dimensioni della spata sono più
frequentemente intorno ai 13- 15 cm, con alcune eccezion la minore intorno a 7-9 cm (cv
Xavia), la maggiore 20-22 cm (Simba, Spice). La
produzione di fiori recisi è oscillata tra 60-90 /
m2xanno, con massimi fino a 120-140/m2xanno (Manaka. Feska); sembrerebbe che il numero
di fiori sia correlato al diametro della spata, le
varietà a spata più piccola sono state più produttive. Interessanti alcune differenze nella durata
del fiore reciso in vaso da una media di 30-40
giorni si giunge a massimi fino a 50 giorni (cv
Manaka, Feska).
Acropolis con spata di colore bianco e spadice bianco per la
lunghezza tranne che per l’apice giallo. Il calibro del fiore va
dai 13 ai 15 cm; si è stimata una produzione media annua per
m2 di 85 fiori.
92
Calisto con spata di coloro rosso matto, e spadice bianco con
punta verde. Il calibro del fiore va dai 15 ai 17 cm e la produzione media per m2 è di 85 fiori. La durata in vaso è di 29
giorni.
Calore è una varietà dal colore della spata rosso intenso con
spadice bianco e punta gialla. Il calibro del fiore va dai 14 ai 17
cm e produzione media di 85 fiori per m2 per anno. La durante in vaso è di circa 30 giorni.
Carnaval è di colore bianco con un bordino rosa intenso che
lo rende molto caratteristico; lo spadice di colore bianco diventa giallo arancio all’apice. La media di produzione è di 70
fiori per m2 per anno e la durata in vaso di 25 giorni.
93
Casino ha una spata di colore arancio intenso con spadice
bianco e alla punta giallo intenso. Il calibro del fiore varia dai
14 ai 16 cm, produzione media di 80 fiori all’anno per m2. La
durata in vaso è di 14 giorni.
Champagne spata di colore crema con spadice bianco a punta
giallo arancio ha un calibro di 13-15 cm e produzione media
di 70 fiori per m2 per anno. La durata in vaso è di 30 giorni.
Cheers ha la spata di colore rosa molto delicato con spadice
bianco a punta verde. Il calibro del fiore va dai 12 ai 14 cm.
La produzione media annua è piuttosto alta raggiungendo i
90 fiori a m2. Anche la durata in vaso è notevole, superando
abbondantemente i 30 giorni.
94
Choco ha una spata di colore marrone scuro e spadice bianco
con punta verde. Il calibro del fiore è mediamente di 16 cm e
la produzione media annua di 85 fiori a m2. La durata in vaso
supera i 30 giorni.
Feska di colore rosa e spadice bianco e verde in punta. Il calibro del fiore più piccolo da 11 a 13 cm, produce fino a 140
fiori per m2 per anno e ha una durata in vaso fino a 50 giorni.
Fantasia si contraddistingue per il colore crema della spata e
l’arancio scuro dello spadice. Il calibro del fiore è di 13-14 cm
e la durata in vaso di 26 giorni.
95
Fire è una delle varietà più richieste dal mercato, per il caratteristico rosso della spata e bianco giallo dello spadice. Il calibro
del fiore è di 13-15 cm con una produzione media annua di
75 fiori e una durata in vaso di almeno 23 giorni.
Manaka colore verde chiaro della spata e bianco verde dello
spadice presenta un calibro più piccolo fino a 12 cm con una
notevole produzione media annua per m2 fino a 120 fiori.
Si caratterizza anche per la notevole durata in vaso fino a 50
giorni.
Marysia ha una colorazione dello spadice molto caratteristica, tra il bianco crema e giallo con colorazione dello spadice
bianco e verde in punta. Il calibro del fiore è di 13-15 cm, con
una produzione media annua di 75 fiori per m2 ed una durata
in vaso fino a 41 giorni.
96
Midori: è tra le varietà a spata verde e spadice bianco e verde
molto intenso tra le più produttive, con calibro del fiore di 14
ai 16 cm arriva a produrre fino a 90 fiori a m2 per anno. La
durata in vaso è di quasi 30 giorni.
Moments: colore della spata bianca candida e spadice di colore
bianco con punta verde, calibro del fiore da 14 ai 16 cm arriva
a produrre fino a 90 fiori a m2 per anno. La durata in vaso è di
quasi 30 giorni.
Nunzia è uno degli ibridi più caratteristici per il colore della
spata rosa crema variegato di giallo ed il colore dello spadice
rosa, con punta giallo-verde. Il calibro del fiore è di 13-15 cm
con una produzione media annua di 75 fiori a m2 ed una durata in vaso di 23 giorni.
97
Pistache è una varietà con spata verde molto caratteristica grazie allo spadice rosa con punta verde intenso. Il calibro medio
del fiore è di circa 15 cm con produzione media annua per m2
alta fino ad 85 fiori per anno e durata in vaso non inferiore a
30 giorni.
Presence è tra le varietà a spata bianca candida e spadice bianco e verde in punta tra le più produttive arrivando a punte di
80 fiori per m2 per anno. La durata in vaso non è inferiore ai
35 giorni.
Rosa presenta spata rosa e spadice bianco con punta gialloverde. Il calibro è di 14-16 cm e produce fino a 60 fiori a m2
per anno. La durata in vaso è di 30 giorni.
98
Simba è molto caratteristica per la forma ed il colore della
spata bianco nella parte centrale e verde intenso nei lembi
periferici, con spadice rosa che vira all’arancio sulla punta. Il
calibro è maggiore fino a 20 cm e produzione media di 70
fiori per m2 per anno con una durata in vaso di 40 giorni.
Spice ha un caratteristico colore rosso intenso sulla spata e
spadice rosa e arancio-verde in punta. Raggiunge calibro di 22
cm e non supera una media di produzione di 55 fiori per m2
per anno. La durata in vaso è di 31 giorni.
Terrasol di colore marrone nella spata e bianco con verde
all’apice sullo spadice, ha un calibro dai 14 ai 17 cm con una
media annua di produzione per m2 che tocca punte di 85 fiori.
La durata in vaso è di 43 giorni.
99
Tropical è tra le varietà rosse più richieste per l’intensità della
colorazione sia della spata che dello spadice. Ha una buona
produttività fino a 90 fiori per m2 per anno e una durata in
vaso di circa 23 giorni.
Tropic night ha una spata marrone molto scuro e spadice
bianco che vira verde da circa metà della sua lunghezza. Il calibro è di 15-17 cm con una produttività alta fino a 95 fiori a
m2 per anno. La durata in vaso è di almeno 30 giorni.
Xavia è una varietà molto caratteristica per la forma della spata e la colorazione rosa intensa; lo spadice è rosa matto molto
intenso per l’intera lunghezza. Ha un calibro di 7-9 cm e produce fino a 95 fiori a m2 per anno.
Alla pagina seguente:
veduta interna di una serra di anthurium
102
Per la sua caratteristica di pianta di origine
tropicale, la coltura in serra richiede particolari
accorgimenti nel condizionamento climatico. I
limiti termici sono compresi tra un minimo di
15 °C ed un massimo di 30-35 °C, ovviamente
da regolare in funzione dell’umidità relativa, da
mantenere elevata intorno ai 70-80%. Temperatura molto alta e bassa umidità sono causa di
danni alle piante,
L’anthurium richiede un ambiente semiombreggiato, una luminosità eccessiva provoca lo
scolorimento dei fiori, specialmente delle varietà rosa, ma anche del fogliame, interferendo
con l’attività clorofilliana. L’intensità luminosa
consigliata è tra 18.000 e 25.000 lux. Per evitare
scottature e mantenere ottimale il livello di luminosità le serre di Candela sono dotate di teline di ombreggiamento, regolate da automatismi
impostati su il programma del sistema Priva, che
tiene conto dei parametri climatici più idonei per la coltivazione. La presenza di due reti
schermanti, una fornisce il 60% d’ombra e l’altra mobile il 40% permette di conseguire i migliori risultati. Quella mobile può essere chiusa
a mezzogiorno, nelle ore di forte insolazione.
Il materiale per l’impianto proviene da microtalee perfettamente uniforme e le piantine
vengono fornite in vaso.
La densità dell’impianto dipende dalle varietà, può oscillare tra 14 e 30 piante m2 e messe
a dimora a distanza di 10-20 cm sulla fila. Il sistema adottato per l’anthurium da fiore reciso è
in canaline a V. Considerando l’apparato radicale
epifita si predilige un substrato ben arieggiato,
inerte, come la perlite. Le piantine sono collocate ad una profondità di circa 15 cm, evitando
di piantare o troppo in superficie o troppo in
profondità, assicurando che l’apparato radicale
sia a contatto del substrato e l’apice vegetativo
in evidenza.
La coltura è dotata di impianto irriguo con
ali gocciolanti e sprinklers ogni 15 cm e di impianto di nebulizzazione.
L’acqua per l’irrigazione viene costantemente controllata, per mantenere i livelli di cloruro di sodio al di sotto di 3 mml/litro e bassi
di bicarbonati.
Gli interventi irrigui variano in funzione
dello stato vegetativo; di solito si calcola un fabbisogno tra 3-5 litri di acqua/m2 per giorno,
103
programmando cicli ad intervalli di 3-5 ore e
controllando il drenaggio per evitare un substrato eccessivamente bagnato.
Nel corso della coltivazione, come già precedentemente descritto il controllo e la distribuzione della soluzione fertilizzante richiedono
continua attenzione, per la verifica del pH e
della EC.
È necessario il taglio periodico di alcune foglie, al fine di mantenere le piante aperte e ben
arieggiate, per evitare la formazione di steli esili
e talvolta piegati e favorire steli fiorali di alta
qualità
La raccolta viene eseguita quando lo spadice
risulta essere per tre quarti maturo, ossia mutato nel colore. Durante la fase di maturazione
lo spadice tende a scolorire diventa appuntito,
mostrando alcuni fiori aperti: lo stelo deve presentarsi non più molle, ma duro e robusto.
La coltivazione dell’anthurium ha una durata media di 5-6 anni.
5.3) La riconversione colturale e la produzione di piante fiorite in vaso
Il continuo aggiornamento sulle vicende di
mercato del settore floricolo, non solo lasciava
intravedere una flessione della domanda, causata
da una generale stasi economica e conseguente
riduzione nel consumo di beni voluttuari, come
i fiori, ma allo stesso tempo mostrava una significativa preferenza dei consumatori verso l’acquisto di piante annuali o poliannuali fiorite in
vaso, che hanno un più ampio utilizzo sia per le
diverse ricorrenze religiose, famigliari e sociali,
sia per la decorazione di luoghi e giardini pubblici e privati. Insieme alle classiche ornamentali
si prestano anche come piante fiorite da interni,
ovviamente quelle specie adattabili a condizioni
ambientali limitanti, di luminosità, temperatura
e umidità.
Con la massima tempestività, pertanto, l’azienda di Candela ha iniziato la fase di riconversione colturale verso le colture da fiore in vaso, a
ciclo annuale e poliannuale e succulente.
Prevalentemente, questa tipologia ha un
mercato di inizio primavera fine febbraio-marzo, allorché hanno inizio i lavori di giardinaggio
104
all’aperto, ma la domanda per tutto l’anno tende
ad ampliarsi per la crescente utilizzazione negli
interni.
La riconversione dell’azienda Ciccolella è
un concreto esempio della cosiddetta “rivoluzione dei mercati e dei prodotti”, che sta ormai
interessando tutta l’area della produzione vegetale, con particolare incidenza nei settori della
floricoltura e vivaismo ornamentale, che molto
risentono dell’influenza delle mode e dei gusti.
L’azienda, pioniera e protagonista da sempre
nel ruolo di leader del settore, si muove continuamente alla ricerca di novità ed innovazioni,
testimoniando esigenze di aggiornamenti produttivi, indispensabili per rispondere all’interesse dei mercati verso nuovi prodotti.
In sintesi, gli obiettivi da perseguire possono
cosi sintetizzarsi:
- ottimizzare l’utilizzazione degli impianti
per consentire l’allargamento del periodo di
produzione;
- valorizzare la produzione, individuando i
calendari di commercializzazione più idonei, regolando l’epoca di fioritura;
- garantire la disponibilità di prodotti unifor-
mi quanti-qualitativamente e costanti nel
tempo.
Sulla base di queste considerazioni, nel periodo 2010-2013 è stata condotta una approfondita attività di ricerca su quali specie da inserire con probabilità di successo nel programma
di riconversione culturale. Il gruppo dei tecnici
di Candela molto si avvalso della collaborazione
con i ricercatori della facoltà di Agraria dell’Università di Bari e con esperti di fama internazionale, con la finalità di realizzare nell’azienda
un settore sperimentale. Le conseguenti deduzioni hanno suggerito di operare su 4 macrogruppi di specie:
- piante annuali fiorite in vaso;
- piante poliennali fiorite in vaso;
- piante ornamentali verdi;
- piantes ucculente.
L’approvvigionamento del materiale vegetale può essere realizzato nell’ambito aziendale o
provvedendo all’acquisto di piantine in “plug”
(piccolo cilindro compresso), piantate in vasi di
9-14 cm, riempiti con substrato organico, del
tipo torba bionda e torba bruna mista a perlite e
trasferite nelle serre di propagazione ben clima-
105
tizzate. Dopo circa 6 mesi possono essere vendute o ripiantate in vasi di diametro maggiore
17-21 cm, per continuare nell’accrescimento
fino al raggiungimento delle dimensioni ottimali per la commercializzazione.
Pertanto, l’organizzazione del complesso
serricolo è stato programmato:
1. Serre per la propagazione (nursery)
2. Serre di accrescimento
3. Serre per piante fiorite in vaso, pronte per
la vendita
4. Serre per piante ornamentali verdi per interni
5. Serre per piante succulenti.
Si utilizzano vasi di plastica a sezione rotonda leggeri, facilmente maneggevoli, riempiti con un substrato costituito da 80% di torba
bionda e 20% di perlite.
Nella coltivazione in vaso viene di norma
adottata la fertirrigazione; le manichette gocciolanti sono tubi in polietilene molto sottili
(6-8 mm) con gocciolatore a labirinto a flusso
turbolento che si sviluppa su tutta la sua lunghezza e dotato di fori d’uscita praticati con
tecnologia laser a distanza di 40 cm. Su ogni
gocciolatore è montato un manifold a diverse
uscite (1-4) per collegare dei microtubi in polietilene, in modo di irrigare anche 4 vasi vicini.
La pressione di esercizio è molto bassa pari a
0,7-1.0 Bar.
Attualmente sono coltivate su larga scala
due specie la Mandevilla sanderi e la Euphorbia pulcherrima. Diverse altre sono in fase di
espansione.
5.3.1) La coltivazione della Mandevilla
sanderi
Sulla base dei risultati della ricerca di mercato, particolare interesse ha suscitato la Mandevilla sanderi, che si va affermando per le sue
caratteristiche di vivace fioritura, in alternativa
al geranio in vaso.
Specie proveniente dall’America latina, nota
anche sotto il nome di “gelsomino del Brasile o
del Cile” per la fragranza dei suoi fiori appartiene alla famiglia delle Apocynaceae. Il genere Mandevilla prende il nome in onore di H.
J. Mandeville, già ministro di Gran Bretagna in
Argentina, che ebbe il merito di portare questa
Panoramica di una serra di Mandevilla
108
pianta in Europa, dove si era accertata la possibilità di vivere all’aperto.
Al genere Mandevilla appartengono numerose specie tutte con portamento cespuglioso o
lianoso, tipiche della flora spontanea tropicale. Le
più note sono la M.suavolens, a fiori bianchi profumati, la M. splendens, vincitrice del prestigioso
AGM (Award of Garden Merit) con fiori rosa e
con corolla imbutiforme gialla e fogliame verde intenso, la M. alice con abbondante fioritura
primaverile-estiva, la M. amena con ampi fiori
rosa ecc. In questi anni, notevole è stato il lavoro
degli ibridatori per l’ottenimento di cultivar diffuse tra i più grandi produttori di piante in vaso.
Sono da ricordare la serie “Parfait” siglata da
A.Winners, la serie “Sundaville” del giapponese
Santori, la serie “Perlavilla” della tedesca Neervenplant.
Le Mandeville sono piante arbustive rampicanti, rigogliose, con foglie opposte penninervie, fiori medio-grandi in racemi con calice 5-partito, corolla imbutiforme 5-lobata
di colore bianco, rosa rosso. Sono rifiorenti
per lungo periodo dall’inizio della primavera
all’autunno. Prediligono ambienti soleggiati e
non sopravvivono a temperature inferiori ad
1 °C:
Della serie “Sundaville” sono disponibili sul
mercato ibridi di particolare pregio, molte in
coltivazione nelle serre del complesso Ciccolella, di cui si riportano le caratteristiche dei fiori dai diversi colori dal bianco candido, al rosa,
al rosso dalle diverse tonalità scarlatto, porpora,
intenso,variegato di bianco. Le dimensioni dei
fiori variano da 5 a 12 cm, molto lungo il periodo di fioritura.
109
Panoramica di pot plants var. Sundaville in coltivazione
Panoramica di Mandevilla in coltivazione
Panoramica di Mandevilla in
coltivazione
114
Red
La ramificazione parte dalla base della pianta, è una rampicante e mostra eccellenti performance come pianta da giardino. Il
colore dei fiori è rosso scarlatto. La dimensione dei fiori va dai
5 agli 8 cm. Il portamento della pianta è eretto, dall’aspetto vigoroso e compatto, con ottima ramificazione; il ciclo colturale
è mediamente precoce e il periodo di coltivazione va dai 3 ai
12 mesi.
Dark red
Ha le stesse caratteristiche di crescita della Red ed il colore
dei fiori è rosso scuro, i fiori hanno dimensioni fino a 9 cm. È
mediamente precoce e il periodo di coltivazione va dai 3 ai 12
mesi.
115
Pink
Il colore dei fiori è rosa molto intenso e la dimensione dei fiori
va dai 5 agli 7 cm. Portamento eretto con ottima ramificazione.
È mediamente precoce e il periodo di coltivazione va dai 3 ai
12 mesi.
Cream pink
Mostra eccellenti performance come pianta da giardino. Il colore dei fiori è rosa chiaro, la dimensione dei fiori va dai 4 ai 7 cm.
L’habitus di crescita è eretto, dall’aspetto compatto e con ottima
ramificazione. Anche per questa varietà il periodo di crescita va
dai 3 ai 12 mesi.
116
White
È caratterizzata da spiccata robustezza e ottima ramificazione:
anch’essa tipicamente rampicante ha mostrato eccellenti performance come pianta da giardino. Il colore dei fiori è bianco candido con dimensione dai 5 agli 8 cm. Medio tardiva il periodo
di coltivazione va dai 4 ai 13 mesi.
Red star
La ramificazione parte dalla base della pianta, è una rampicante e mostra eccellenti performance come pianta da giardino. Il
colore dei fiori è rosso variegato con bianco, la dimensione dei
fiori va dai 6 agli 10 cm. L’habitus di crescita è eretto, dall’aspetto compatto e con ottima ramificazione. È medio tardiva con il
periodo di coltivazione dai 3 ai 12 mesi.
117
Purple
La ramificazione parte dalla base della pianta, è una rampicante e mostra eccellenti performance come pianta da giardino. Il
colore dei fiori è rosso porpora molto intenso, la dimensione
dei fiori va dai 6 agli 10 cm. Il portamento della pianta è eretto
dall’aspetto compatto e con ottima ramificazione. È medio tardiva e il periodo di coltivazione va dai 3 ai 12 mesi.
Crimson king
Questa varietà ha una crescita molto vigorosa. La dimensione
dei fiori va da 9 a 12 cm. Il periodo di fioritura è leggermente
più ritardato e la ramificazione è moderata.
118
Cosmos whyte
Varietà a crescita molto vigorosa. La dimensione dei fiori va da
9 a 12 cm. Il periodo di fioritura è leggermente più ritardato
rispetto al gruppo degli ibridi classici, la ramificazione è moderata.
Pretty red
Rispetto alle varietà precedentemente descritte questa si caratterizza per la ramificazione più alta, gli internodi più corti. La
vigoria della pianta è buona sia in fase di accrescimento che di
mantenimento. La dimensione dei fiori va dai 5 ai 9 cm ed il
periodo di coltivazione dai 3 ai 12 mesi. Il colore dei fiori è
rosso intenso.
119
Pretty rose
Questa varietà si caratterizza per i suoi elevati standards qualitativi nel portamento dei rami e nella conformazione dei fiori.
La dimensione dei fiori va dai 5 ai 10 cm e la colorazione è di
un rosa intenso.
Pretty white
Anche per questa varietà la ramificazione parte più alta, gli internodi sono più stretti, concorrendo a mantenere un portamento particolarmente elegante. Si caratterizza per i suoi elevati
standards. La dimensione dei fiori varia dai 5 ai 10 cm, la colorazione è di un bianco ghiaccio con parte centrale gialla.
120
In serra le temperature ideali sono intorno ai 15-18 °C, in inverno è necessario evitare
temperature inferiori ai 10 °C e stati eccessivi di
umidità del substrato.
Sono richiesti buoni valori di luminosità,
in particolar modo in inverno, mentre a partire
dalla primavera è opportuno l’ombreggiamento delle serre. Nel corso degli interventi irrigui,
evitare eccessi idrici, causa di marciumi radicali.
Generalmente, i periodi di coltivano oscillano tra 3 mesi per vasi da 9-12 cm di diametro
fino a 12 mesi per vasi più grandi fino a 30 cm.
Nello schema seguente sono indicati i periodi di crescita e di fioritura e degli interventi
culturali.
La fioritura si presenta ogni 3 paia di foglie
a partire dalla base oppure dal fiore precedente,
a seconda dello stadio di crescita e di età della
pianta. Tra le operazioni colturali in serra vi è la
rimozione del germoglio immediatamente sotto il bottone fiorale, per evitare l’aborto.
Il “pinching” consiste nella asportazione dei
germogli fiorali e dei cirri per favorire un migliore accestimento e la conseguente la proliferazione dei germogli laterali per una abbon-
dante fioritura. Si interviene anche con la somministrazione di brachizzanti per un più contenuto sviluppo della pianta, che viene sostenuta
da supporti costituiti da canne o gabbiette. Il
substrato ideale deve mantenere valori del pH
tra 4 e 5, tendenzialmente acido, ben arieggiato
e di buona ritenzione idrica.
5.3.2) La coltivazione della Euphorbia
pulcherrima
Tra le colture da vaso fiorito la poinsettia
(Euphorbia pulcherrima) comunemente chiamata
“Stella di Natale” è la caratteristica pianta legata
alla ricorrenza delle festività natalizie per tutto
il mese di dicembre, sia come classico addobbo
sia come scambio augurale.
Il genere Euphorbia comprende un vastissimo numero di specie, molto differenti fra di
loro, erbacee annuali o perenni, arbustive, succulenti. La poinsettia è una specie arbustiva, che
può raggiungere i 3 m. di altezza, ramificato,
con foglie lobate, intere, con una corona apicale di brattee lanceolate, vistose, molto decorative, che circondano le infiorescenze speciali
121
a coppa, dette “ciazi” verdastri, che contengono fiori nudi apetali. Da un intenso lavoro di
miglioramento sono state ottenute belle varietà
commerciali di colori diversi dal rosso intenso
al rosa, arancione e bianco. Si preferiscono le
varietà tetraploidi per la maggiore resistenza e
rigidità degli steli.
La poinsettia è pianta a giorno corto e si
adatta bene alla coltura programmata, per essere commercialmente pronta per novembredicembre.
L’induzione alla fioritura e l’intensa colorazione delle brattee richiedono una durata del
giorno non superiore a 10 ore con temperature
ottimali tra 18-20 °C.
Nelle serre la durata della coltivazione è di
7-8 settimane a partire da piante di 4-5 foglie.
Pertanto, la programmazione per ottenere la
fioritura per Natale ha inizio in settembre con
il controllo della luminosità e delle temperature,
per evitare inizio precoce o molto tardivo della
fioritura. Nel caso di condizioni avverse, si ricorre all’illuminazione artificiale con lampade
15-25W/m2 (50-100 lux) dal 15 settembre al
5 ottobre.
La coltivazione in serra ha inizio in agosto
con la messa a dimora in vaso di diametro 14 cm
delle talee, calcolando una densità di 7 vasi/m2,
dopo due settimane si esegue una sola cimatura,
per ottenere piante con 5-8 steli. Si interviene anche con trattamenti brachizzanti, quando
i germogli hanno una lunghezza di 3-4 cm, allo
stesso tempo per un migliore indurimento delle
piante e pigmentazione delle brattee è consigliabile un abbassamento delle temperature medie notturne intorno a 14-15 °C nelle ultime
tre settimane di coltura.
Il substrato, costituito da torba e perlite, deve
avere un pH tra 6-6,5 correggendo con carbonato di calcio. La poinsettia non tollera valori elevati di salinità ed eccessi di apporto di N,
mantenendo un rapporto nutrizionale 1-0,5-1.
I valori ottimali dell’umidità relativa si mantengono tra 60-70%, evitando una maggiore
umidità nella fase finale della coltura, causa di
imbrunimenti nella parte terminale degli steli
e comparse di essudati zuccherini sulle brattee
più piccole.
Panoramica di una serra di stelle di Natale
124
125
5.3.3) La coltivazione del Ficus benjamina
Al genere Ficus appartengono molte specie
ornamentali da appartamento per l’eleganza del
fogliame. Il F. beniamina, originario dell’India,
arborescente, a portamento più o meno pendulo con larga chioma e foglie piccole, ovali,
di colore verde intenso con apice acuminato è
coltivabile anche all’aperto nei climi più miti
dell’Italia meridionale.
Come pianta da appartamento, viene coltivato in serra con temperature ottimali tra 16-20
°C durante la notte e 24-26 °C durante il giorno, in ambiente molto luminoso con intensità
di luce tra 25.000 lux e 28.000 per ottenere un
rapido accrescimento.
Nei mesi primaverili-estivi da aprile a settembre è opportuno provvedere all’ombreggiamento. Per favorire uno crescita rigogliosa si
richiede una U.R. intorno al 70%, anche se il
ficus beniamina è tollerante ad ambienti meno
umidi. Si adottano vasi di 19-21 cm. di diametro, con un investimento di 6-7 piante/m2.
5.4.4) La coltivazione dell’Hibiscus rosasinensis
Specie da coltura in pieno campo e in vaso,
originaria della Cina e del Giappone, adatta a
clima invernale mite; non è resistente a temperature inferiori allo °C. Il genere comprende
numerose specie con accentuato polimorfismo,
con habitus erbaceo, arbustivo ed arboreo. L’H.
rosa-sinensis è specie arbustiva con foglie grandi
ovate, lucide ornamentali, fiori grandi e vistosi,
campanulati con cinque petali con al centro un
lungo stilo; si coltivano diverse varietà a fiori
semplici o doppi e corolle di colore dal rosso
intenso, al rosa, all’arancio, al bianco.
5.5.5) La coltivazione delle piante grasse
Con il termine di piante “grasse” o “succulente” si indicano numerose specie con habitus
xerofitico, che hanno la capacità di resistere a
lunghi periodi di siccità, per la presenza di tessuti normalmente carnosi riserve di acqua, con
epidermide spessa, foglie metamorfosate in spine o peli, in modo da ridurre la traspirazione,
per la maggior parte provenienti da ambienti
126
Hibiscus
127
Hibiscus
Hibiscus
130
caldo aridi, semidesertici dell’Africa e dell’America centro-meridionale.
Numerose sono le famiglie botaniche, a cui
appartengo molte piante grasse, tra le quali la
più nota è quella delle Cactacae, denominazione dell’antica Grecia per indicare piante spinose.
Presso il complesso di serre di Candela si
coltivano in vaso oltre 100 specie, principalmente cactacee, (Phyllocactus, Zygocactus,
Rhipsalis, Opunzia, Cereus, Mammillaria, Echinocactus), seguono Euphorbiaceae, (Euphorbia
spp.) Crassulaceae, (Kalanchoe, Sedum, Echeveria, Crassula), Liliaceae (Gasteria, Aloe).
Per le differenze esigenze fisiologiche, la
coltivazione in serra richiede differenti modalità di condizioni climatiche. Ovviamente, sono
specie ornamentali da appartamento, adattabili
a condizioni di limitata luminosità e di umidità
dell’aria e del substrato.
Per quanto riguarda la temperatura, le minime invernali oscillano tra 5 e 10 °C, quelle
del periodo di crescita primaverili, non inferiori
ai 20 °C durante il giorno, e ai 14 °C durante
la notte. Tutte prediligono condizioni di ridotta
umidità.
Per molte specie il condizionamento della luminosità è importante per l’induzione alla
fioritura.
Cactaceae del genere Mammillaria e Zygocactus richiedono giorno breve per la fioritura,
quest’ultimo può essere sottoposto a forzatura a
partire da settembre-ottobre riducendo ad 8-10
ore di luce giornaliera e portando la temperatura a 17-20°C.
Nei riguardi della quantità di luce, si distinguono tre macrogruppi:
• pieno sole, cactacee lanose a grosse spine,
succulente vellutate;
• mezza ombra, Phyllocallus, Euphorbiaceae,
Aloe;
• ombra, Haworthia spp, Zygocactus.
Nelle serre di Candela durante il periodo
estivo si procede ad un leggero ombreggiamento, anche per le specie eliofile, per evitare scottature.
La propagazione si pratica per seme o talea,
quest’ultima è preferita per una più rapida riproduzione e per moltiplicare cloni migliorati.
Le talee si ottengono da getti laterali, non
ancora in fase di fioritura. Nella cactacee dotate
131
Panoramica di Echinocactus grusonii in fase di accrescimento
132
di cladodi si scelgono talee con larga superficie
di taglio, per favorire un vigoroso apparato radicale.
Per la produzione di piante grasse in vaso si
adotta un substrato sabbioso, misto a limo e torba (50:40:10), provvedendo ad apporti di fertilizzanti fosforo-potassici, ma poveri in azoto.
Le irrigazioni, con acque prive di calcare, a
temperatura di 15-20 °C sono da effettuare con
volumi modesti ma frequenti nel corso del ciclo
colturale e sospensione quando le temperature
scendono al disotto di 12 °C, per evitare marciumi radicali.
133
Raccolta, selezione, confezionamento, commercializzazione dei
prodotti floricoli
L’ultima fase del processo produttivo si conclude con la commercializzazione, il momento
più importante, perché la qualità dei fiori recisi
e delle piante in vaso è una componente fondamentale nella definizioni delle quotazioni di
mercato, ovviamente spesso oscillanti in funzione del rapporto domanda/offerta. La qualità è
definita il grado di eccellenza o di superiorità di
un prodotto, un insieme di parametri di valutazione, freschezza, assenza di difetti e di patogeni,
dimensioni secondo gli standard di riferimento, colori, che dipendono non solo dai rigorosi
interventi tecnici nella fase di coltivazione, ma
anche della fase delicata di post-raccolta, nel saper mantenere a lungo ed elevati i parametri di
qualità nel confezionamento ed invio sui mercati di consumo.
Certamente, il momento della raccolta
già prevede una attenta selezione in serra del
prodotto floricolo, provvedendo allo scarto di
quello che non presenta i parametri qualitativi
richiesti dal mercato. Seguono le fasi della conservazione in ambiente controllato, del confezionamento e del trasporto ai mercati.
6.1) Raccolta e conservazione dei fiori
recisi
Definito il momento più opportuno per la
raccolta, dopo il taglio bisogna evitare che il fiore reciso possa perdere i suoi parametri di bellezza, specialmente la perdita di umidità. Una
necessaria precauzione è l’utilizzo di utensili e
di acqua preventivamente sterilizzati per evitare
contaminazioni batteriche.
Pertanto, appena raccolti, i fiori vanno trasferiti in ambiente a bassa temperatura e alta
umidità relativa. Le temperature di conserva-
134
Impianto di selezione automatica rose
135
Movimentazione interna rose
136
zione sono intorno allo 0 °C per molti fiori
recisi, per la rosa intorno a 2-4 °C, per fiori di
origine tropicali, come l’Anthurium, l’Heliconia, la Strelizia intorno a 7-13 °C per evitare
danni da freddo. L’abbassamento delle temperature è necessario per rallentare i processi
biologici, in particolar modo, la respirazione,
che è causa di rapida senescenza e perdita di
peso.
Modificando l’ambiente di conservazione
mediante l’aumento dell’anidride carbonica e/o
la riduzione dell’ossigeno (atmosfera controllata), è possibile ridurre il processo respiratorio.
Il controllo dell’umidità relativa nei locali
di conservazione, in attesa del confezionamento per l’invio ai mercati serve ad evitare perdite di acqua per traspirazione e fenomeni di
appassimento. L’elevato tasso di umidità può
favorire l’insorgenza di funghi patogeni, come
la Botrytis cinerea, a cui è suscettibile la rosa,
per cui possono essere necessari trattamenti con
prodotti antibotritici sui fiori recisi.
La riduzione del tasso di assorbimento
idrico può essere determinato dall’occlusione dei fasci vascolari degli steli. Il fenomeno,
che di solito interessa la parte basale degli steli
è dovuto a cicatrizzazione della superficie di
taglio, con formazione di callo, ma anche ad
altre cause, penetrazione di aria nei vasi conduttori, emissione di essudati dalla superficie
di taglio, accumulo di lignina, tannini, e gomme all’interno dei fasci vascolari, formazione
di colonie batteriche e prodotti del loro metabolismo.
Anche la qualità dell’acqua dei contenitori
dei fiori recisi può influenzare l’assorbimento.
La rimozione degli ioni dall’acqua di rubinetto
ha migliorato l’assorbimento idrico e ha ritardato l’appassimento dei fiori recisi di rosa.
Per il mantenimento in ottime condizioni
i fiori recisi sono disponibili una vasta gamma
di trattamenti di post-raccolta; prodotti che rallentano lo sviluppo di etilene (1-MCP,STS),
che favoriscono l’apertura del fiore stressato a
base di zuccheri (saccaridi e polisaccaridi), che
limitano l’occlusione vascolare a base di disinfettanti con cloro libero. Nello stoccaggio e
trasporto di rose a secco, ovvero senza acqua
sono disponibili i surfattanti, prodotti idratanti,
in questo caso con mantenimento del freddo e
137
di un adeguato trattamento di idratazione subito dopo il taglio.
Nelle allegate figure sono riportate le diverse fasi di raccolta e conservazione dei fiori recisi
di rosa e di anthurium nel complesso di serre
Ciccolella.
6.2) Requisiti di qualità
Per quanto concerne il sistema di classificazione qualitativa per i fiori recisi e per le piante
fiorite in vaso l’Azienda Ciccolella segue quello
universalmente riconosciuto a livello internazionale e diffuso da VBN, con specifiche ben
precise per tutte le specie soggette ad esportazione.
Le specifiche sono:
taglio, selezione, confezionamento, copertura, immagazzinamento e definizione delle condizioni di stoccaggio, trasporto.
Il controllo sul prodotto riguarda:
1) Fiore e spadice (difetti, malformazioni)
2) Qualità interna (shelf life, pre-treatment,
post-treatment)
3) Stelo (altezza, sottigliezza)
4) Foglia/spate (deformazione, danni)
5) Parassiti/danni
6) Confezionamento (numero di fiori, bar
code, etichettatura)
Generalmente la qualità del prodotto dipende da aspetti visibili (qualità esterna) aspetti non
visibili (qualità interna).
In base a queste valutazioni sono definite le
classi VBN: A1, A2, B1, discharge (scarto)
I difetti si distinguono in non visibile (A1),
molto leggero (A2), leggero (B1), evidente (B2).
Il sistema VBN prevede dei codici specifici
numerati per quanto riguarda la tipologia del
difetto:
Codice bocciolo-fiore (inizia con 1)
Deviant flower/inflorescence, damage flowers, blue flowers, flowers not in color, dropping
of flowers, discolored flower edge, thumbing,
browning, torn flowers, bursting, growing spots,
green edges, some small inflorescence, shrinking,
empty flowers, unripeness, irregular blossoming,
ripeness, discolored flowers, double heart.
Codice stelo (inizia con 4)
138
Deviant stems, damaged stem, double stem,
thin stem, cracks due to growing, stretching,
light stems.
Codice foglia (inizia con 5)
Damages leaves, leaf missing, leaf points, leaf
spotting, multicoloured leaves, yellow leaves,
residues on leaves, limp leaves, burnt leaves,
dirty leaves, scorched leaves due to light.
Codice parassiti (inizia con 6)
Botrytis, aphids, mildew, leaf miner, sooty
mould, rust spots, caterpillars, scale insect,
mould, red spide mite damage, thrips damage,
virus.
Codice packaging (inizia con 7)
Incorrect number per container, incorrect
bundling, incorrect packaging, products protrudes from barrow, support materials too high.
Codice selezione (inizia con 8)
Unequal in diameter, unequal in volume,
difference in length of bunch, not sorted, difference in length of branches, unequal, unequal
in ripeness.
139
Stadi di maturazione della akito
Stadio 1
Stadio 2
Stadio 3
Stadio 4
Stadio 5
Stadio 1
Stadio 2
Stadio 3
Stadio 4
Stadio 5
Stadio 1: sepali attaccati, mancanza di sboccio, bocciolo a punta
Stadio 2: sepali distaccati, presenza di sboccio
Stadio 3: sepali distaccati, sboccio visibile sul primo petalo aperto
Stadio 4: sepali distaccati, sboccio evidente sui petali esterni aperti
Stadio 5: sepali distaccati, sboccio maturo con tutti i petali aperti
* non tagliare mai le rose nello stadio 1
140
Esempi di danno da freddo su rose.
A2
B1
A1
A1
A2
A2
B2
141
Esempi di malformazione dei boccioli di rose.
A1
A1: non visibile
A2: molto leggero
B1: leggero
B2: evidente
B1
B2
142
Stadi di maturazione del simba
Stadio 1*
Stadio 2
Stadio 3
Stadio 4
Stadio 1: meno del 25% dello spadice è bianco
Stadio 2: 25% dello spadice è bianco
Stadio 3: 50% dello spadice è bianco
Stadio 4: 75% dello spadice è bianco
Stadio 5: più del 75% dello spadice è bianco
* non tagliare mai gli anthurium nello stadio di maturazione 1
Stadio 5
143
Esempi di danno da ragnetto su Anthurium.
A1
A2
B1
A2
B1
A1: non percettibile
A2: molto leggero
B1: leggero
Esempi di danno da freddo.
A2
A2: gonfiore da freddo
A2: imbrunimento molto leggero
B1: leggero danno da freddo
144
A1
B1
A1: 2-3 punti necrotici sullo spadice
B1: 2 macchie, una leggera e una marcata da freddo
Punti necrotici su spadice
A2
A2: 3 punti sullo spadice
B1: punto nero sullo spadice
B2: superiore a 6-7 punti sullo spadice
B1
B2
145
Esempi di deformazine della spata in Anthurium.
A1
A2
B1
B1
B1
B2
A1: non visibile
A2: molto leggero
B1: leggero
B2: evidente
B2
146
6.2.1) La commercializzazione dei fiori
recisi di rosa
La valutazione commerciale delle rose recise
è determinata su tre parametri:
• Dimensione del fiore (bocciolo), grande,
medio, piccolo;
• Lunghezza dello stelo, 30-100 cm;
• Livello di freschezza:
- extra fino a 24 ore;
- I categoria fra 24 e 72 ore;
- II categoria oltre 72 ore.
Nell’ambito di questi parametri fattori di
quotazioni possono essere la “varietà” e il colore.
L’introduzione di nuove varietà è sempre
stato una novità, che suggerisce nel tempo il
rinnovamento, tanto che ogni 2-3 anni è opportuno diversificare l’offerta. Il colore del fiore
è legato maggiormente a particolari ricorrenze. È noto il valore simbolico della rosa nel linguaggio dei fiori, per esempio il rosso intenso
con il significato di amore ardente.
Pertanto, le variazioni di prezzo fra le diverse
tipologie sono spesso molto elevate, fino a valori del 200-300% e le rose più grandi alimentano
il mercato delle ricorrenze, come il giorno di S.
Valentino.
Il mercato di riferimento è quello europeo, dominato dalle aste olandesi, dove la rosa
è sempre stato il principale fiore reciso venduto.
Normalmente, in un’asta di dimensione medio-grande, affluiscono settimanalmente 5-10
milioni di steli. Molto importante è il paese di
provenienza, per la freschezza l’Italia è in ottima
situazione, perché raggiunge le aste entro le 24
ore, rispetto alle 48 delle rose provenienti dal
Sud America e 72 ore dall’Africa.
Fino ad alcuni anni orsono, l’andamento dei
prezzi della rosa si è mantenuto abbastanza stabile, con le citate oscillazione sulla qualità del
fiore reciso e dell’ incidenza delle ricorrenze e
festività. Da una quotazione media intorno a
0,45 euro per stelo, si passa da un minimo di
0,20 ad un massimo di 0,80 per rose rosse con
stelo lungo 80 cm.
147
Interno di una serra di anthurium
148
6.2.2) La commercializzazione dei fiori
recisi di Anthurium
Come per la rosa, la selezione dell’anthurium avviene in tre fasi: selezione qualitativa, selezione per calibro, confezionamento. I requisiti
minimi di qualità sono:
• tuttelepartidelfioredevonoessereinteree
fresche;
• tutte le parti del fiore devono essere prive
di parassiti di origine animale o vegetale ed
esenti da danni da questi causati;
• tutte le parti del fiore devono essere prive
di residui di prodotti antiparassitari o altre
sosanze estranee che deturpano, l’aspetto del
prodotto;
• tuttelepartidelfioredevonoessereprivedi
ammaccature;
• tuttelepartidelfioredevonoessereprivedi
difetti di coltivazione, gli steli devono essere
sufficientemente rigidi e solidi per portare il
fiore;
• sulla base di queste norme, come previste
dai codici, la selezione degli anthurium è
definita in 5 categorie o classi: I, IA, II, III,
IV.
Categoria I
Il fiore deve corrispondere alla massima perfezione nella forma, nel colore, nella freschezza,
come da caratteristica varietale, assenza di fumaggine e residui parassiti.
Per la spata è tollerata la presenza di 1-2
macchioline puntiformi oppure di un graffio
corto (fino a 2-3 mm sui fiori piccoli, fino a
5 sui fiori grandi). Non sono ammessi tagli sui
bordi della spata. Sullo spadice è tollerata la presenza di macchie puntiformi.
Categoria IA
Sostanziamente ha le stesse caratteristiche
della I, con 1-2 macchioline sulla spata un po’
più evidenti. I fiori di colore scuro non vengono differenziati dalla I.
Categoria II
I fiori presentano leggeri difetti nella forma
tolleranza di 2 o più piccole macchie ben evidenti, piccoli tagli sul bordo, un piccolo graffio
o una perforazione di 1-2 mm sulla spata. Lo
spadice può essere deformato.
149
Categoria III
I fiori non rispettano i canoni descritti, pur
tuttavia si differenziano dallo scarto, perché ad
una analisi grossolana appaiono commerciabili.
Rientra nella categoria il fiore vecchio.
Categoria IV
Rientrano gli scarti, che per danni evidenti
non possono essere commerciati.
Per quanto riguarda il calibro viene misurato in base al diametro della spata misurato sotto
lo spadice (s.w.), con l’ausilio del dima. Questo
codice allo stesso tempo corrisponde al numero
di fiori all’interno della scatola di confezionamento standard. Sono state individuate tre tipologie di fiori in base al rapporto larghezza/
lunghezza (s.w./s.l):
• rapportos.w./s.l.<0,76;
• rapportos.w./s.l.>0,76<0,84;
• rapportos.w./s.l.>0,84.
6.2.3) La commercializzazione dei vasi di
piante fiorite
È stato definito un documento “Linee guida
Pot Plants Olanda Ciccolella Candela” con le
seguenti istruzioni per ottimizzare la resa quanti-qualitativa:
• sceltadelleareedicoltivazioneconuniformi caratteristiche del prodotto pronto per
essere commercializzato;
• selezionedeivasifioritisullabasediapertura dei fiori da 2 a 5 (check visivo);
• sanità della pianta con assenza di ingiallimenti, annerimenti, e presenza di residui
animali e fungini;
• assenzadipolvereecalcaresufoglieefiori;
• coloredelfogliamevivo;
• coloredelfioretipicodellavarietà;
Le piante devono avere un buon apparato
radicale in rapporto alla parte aerea e mostrare
segni di accrescimento.
Le piante devono essere vigorose e ben ancorate al substrato.
150
Stadi di fioritura per la commercializzazione
1
2
3
4
NO
NO
OK
OK
1
2
3
4
NO
NO
OK
OK
151
Fase di selezione di pot plants secondo gli elevati standards richiesti da Floraholland
152
6.3) Confezionamento
Sulla base delle acquisite conoscenze, nella prima fase le operaie iniziano le raccolte dei
fiori recisi con un taglio dello stelo a distanza
dalla base in relazione alla lunghezza richiesta
per il tipo di fiore. Successivamente, si provvede
ad una prima sommaria selezione per eliminare
gli scarti, inviando i fiori che hanno superato lo
standard qualitativo alla selezione per categoria.
I fiori vengono posti in contenitori riempiti
di acqua, in modo che possono continuare ad
assorbirne.
Viene anche applicata per spray una soluzione preservante al fine di prolungare la shelf-life.
I vasi vengono trasferiti su mezzo trasportatore
nelle “packing hall” con una temperatura di 1520 °C per completare la preparazione
Nella terza fase si provvede al confezionamento, operazione molto delicata per non sciupare i fiori.
Per l’anthurium la spata viene sistemata in
un sacchetto trasparente perforato e con lo stelo
il fiore viene bloccato con uno scotch. A ciascun
fiore viene applicato alla base dello stelo una
provetta contenente acqua e ipoclorito (concentrazione circa 50ppm). Vi sono tre misure
di provette da 5, 10, 20 ml in base alle misure
del fiore. Il confezionamento dell’anthurium si
completa in scatole con un numero variabile di
fiori da 10, 12, 16, 20, 25, 30, 35.
L’addetta al packaging annota sulla confezione di cartone tre codici di rintracciabilità, le
proprie iniziali, un codice numerico che indica
il numero dei fiori (corrisponde al calibro per
gli imballi standard) ed un codice interno, che
indica il giorno del taglio. Prima della consegna in magazzino l’addetta applica infine un’etichetta adesiva con codice a barra che identificherà inequivocabilmente le caratteristiche
della confezione.
Per quanto riguarda le piante fiorite in vaso,
48 ore dalla spedizione ha inizio il lavoro di selezione con il trasferimento dei vasi su bancali
per lo schiacciamento della torba e l’apposizione della gabbietta e dell’etichetta. Entro 8 ore
dalla partenza è opportuno intervenire con l’ultima irrigazione e un trattamento lucidante per
ottimizzare il colore e la lucentezza delle foglie.
Successivamente i vasi sono sistemati nei vassoi
in numero 5 per pianale. Ogni 5 pianali vengono avvolti in un film di plastica e sono pronti
per il trasferimento sui mercati.
153
Interno di una serra di anthurim e prima fase della raccolta
154
Reparto per il confezionamento
Confezionamento rose
156
Linea confezionamento bouquet
Interno serra anthurium Candela con sistema packaging
Confezionamento flow-pack
158
6.4) Spedizioni e mercato di collocamento
La globalizzazione dei mercati richiede, per
essere competitivi, un continuo e rigoroso miglioramento degli standard qualitativi, che vanno intesi, non solo come fondamentale caratteristica del prodotto, ma anche come offerta di
una serie di servizi aggiuntivi, atti a garantire le
esigenze dei diversi livelli della catena distributiva e del consumatore finale. Il gruppo Ciccolella, sulla base di una pluriannuale esperienza, ha
creato a Candela una efficiente organizzazione
commerciale, in continuo aggiornamento, che
le ha permesso di divenire in Europa uno dei
più importanti produttori di fiori recisi di rose
ed anthurium e, di recente, di piante fiorite e
ornamentali da appartamento in vaso. La complessità del mercato floricolo richiede una continua e rapida capacità di aggiornamento, per
essere pronti alle mutevoli richieste del mercato
internazionale.
Attualmente, le spedizioni vengono effettuate in Europa, principalmente sul mercato
olandese a mezzo della società Floraholland, secondo i canali clock e connect, e sul mercato tedesco. Presso il complesso serricolo di Candela,
il servizio commerciale provvede ad organizzare
la spedizione seguendo le direttive della Floraholland sui requisiti delle partite delle diverse
specie.
L’obiettivo è, quindi, il consolidamento delle posizioni raggiunte e l’ulteriore esplorazione di nuovi sbocchi di mercato per il settore
vivaistico ornamentale, per il quale ricerca ed
innovazione sono i presupposti dei programmi
del gruppo Ciccolella, finalizzati a conseguire
risultati sempre migliori per il complesso serricolo di Candela, divenuto in questi anni un
interessante modello di sviluppo sostenibile in
aree marginali.
159
Panoramica carrelli
Confezioni pronte per la spedizione sui mercati europei
161
Sostenibilità ambientale, ruolo del complesso serricolo nel
territorio, valutazione economica del progetto
Da diversi anni il modello di “Agricoltura
sostenibile” è divenuto una sentita esigenza per
limitare le conseguenze degli impatti negativi
dei fattori produttivi a causa di una eccessiva
azione di sfruttamento delle risorse naturali.
È indubbio il benemerito ruolo svolto
dalla ricerca agronomica nell’aumento delle
disponibilità alimentari, almeno nei Paesi industrializzati, pur tuttavia per l’immediato futuro la sostenibilità del sistema agricolo è una
impellente necessità. In un interessante, ma allarmante articolo “Risorse finite, da oggi la Terra
va in rosso” (L. Mercalli, La Stampa, 20 agosto
2013) viene posto alla pubblica attenzione che
in otto mesi dall’inizio dell’anno sono state
consumate le risorse naturali e si intaccano le
riserve. In realtà, circa l’80% della popolazione mondiale vive in Paesi che sono “debitori
ecologici”, cioè usano più risorse ambientali
di quello che producono. I 7,1 miliardi di esseri umani stanno consumando più di quanto
il pianeta possa fornire e immettono rifiuti, inquinanti e gas ad effetto serra in quantità tale
da attivare trasformazioni irreversibili alla scala
dei millenni.
Di qui, “la capacità di mantenere costante nel
tempo l’equilibrio ambientale, sì da soddisfare le esigenze delle generazioni future non meno di quella
attuale di essere approvvigionate di alimenti adeguati,
sani e salubri e di vivere in un ambiente non degradato; si tratta quindi di sostenibilità economica e
sociale non meno che ecologica. I modi di produrre dovranno essere impostati all’insegna della sostenibilità,
per confutare l’accusa che viene fatta all’agricoltura
di inquinare e degradare l’ambiente” (F. Bonciarelli,
1997).
L’attuale scenario internazionale, caratterizzato dall’evoluzione economica e tecnologica
162
di grandi Paesi emergenti, soprattutto asiatici,
insieme all’incremento dei consumi mondiali, sta portando a una spinta nella diffusione ed
innovazione della serricoltura, settore produttivo che, senza dubbio, occuperà spazi crescenti nell’attività agricola. Infatti le coltivazioni
in ambiente protetto costituiscono una delle
espressioni più avanzate della moderna agricoltura in virtù dell’elevato controllo dei parametri
microclimatici e della concentrazione e ottimizzazione dei sistemi tecnologici e bio-agronomici all’interno della serra, dove la produttività
può raggiungere livelli fino a 20 volte superiori
rispetto a quelli in pieno campo, ottenendo al
contempo incrementi della qualità del prodotto
e delle condizioni lavorative degli operatori.
Il processo di innovazione tecnologica e
produttiva che interessa il settore agro-alimentare ha riguardato, negli ultimi anni, anche il
comparto serricolo dettato dall’esigenza dei
serricoltori italiani di produzioni che siano
competitive da un punto di vista economico e
qualitativo dei prodotti, in un contesto di sostenibilità dell’attività serricola e di tutela del
consumatore.
La crescente sensibilità della pubblica opinione nei confronti delle problematiche ambientali e la preoccupazione di salvaguardare
l’ecosistema interessano anche il settore serricolo poiché, pur occupando una porzione limitata di territorio rurale, si riscontra un elevato
grado di input e di output dei flussi di materia
ed energia.
Nonostante il considerevole sviluppo serricolo raggiunto in Italia e, anche a causa dell’ingresso nel mercato di nuovi Paesi produttori,
le aziende e gli operatori del settore serricolo
nazionale e, in particolare, pugliese stanno affrontando una serie di difficoltà, le cui criticità
riguardano, essenzialmente, gli aspetti energetico, ambientale e commerciale, con grave pregiudizio per la competitività del nostro sistema
florovivaistico.
Peraltro conciliare l’innovazione tecnologica con l’obiettivo di incrementare la sostenibilità ambientale e il contenimento del
fabbisogno energetico delle serre, comporta
un aumento dei costi di investimento per l’imprenditore agricolo in una prospettiva di breve periodo, mentre è ipotizzabile un notevole
163
beneficio economico, ambientale e sociale, a
medio e a lungo termine, da parte di tutta la
comunità. A tale riguardo appare indispensabile promuovere un’azione di sostegno tecnico
ed economico presso i serricoltori, finalizzata
alla diffusione delle tecnologie, dei materiali e
degli impianti che consentano di coniugare la
tutela dell’ambiente e la competitività del settore serricolo.
7.1) Considerazioni finali sul risparmio
energetico
All’inizio del terzo millennio, nell’ambito
dei programmi di ricerca sull’agricoltura sostenibile, un primo interessante studio sulle coltivazioni floricole a basso impatto ambientale è
stato realizzato in Puglia nel Comune di Terlizzi,
tipica area a floricoltura intensiva, con risultati
promettenti sul risparmio energetico (G. Scarascia Mugnozza 2007). Il progetto “Ecoflower”
finanziato con il programma europeo “LifeAmbiente” è stato una significativa testimonianza di prevedere il risparmio energetico anche in
un settore voluttuario, come il floricolo, tecno-
logicamente avanzato, ma di rilevante dispendio
energetico nelle serre climatizzate. Il progetto
aveva lo scopo di definire le linee guida per
l’elaborazione della Dichiarazione ambientale
di prodotto (Dap) e per la definizione sia dei
criteri ambientali sia del marchio locale dei fiori recisi e delle piante ornamentali, secondo le
direttive della politica ambientale finalizzate al
miglioramento delle prestazioni ambientali di
prodotto, lungo tutto il ciclo di vita nell’ambito
dell’approccio Ipp (Politiche integrali di prodotto).
In un contesto più ampio, gli obiettivi principali della strategia europea per la crescita
verso il 2020, volto all’innovazione industriale
dell’Europa e allo sviluppo del suo ruolo guida
in campo tecnologico, oltre a ridurre le emissioni di inquinanti e aumentare la sicurezza del
nostro approvvigionamento energetico, sono
stati stabiliti dalla Direttiva Europea del 2009
sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti
rinnovabili.
La Direttiva ha fissato obiettivi di politica energetica nazionale obbligatori nel campo
delle energie rinnovabili, nell’ottica di con-
164
seguire entro il 2020 l’obiettivo di una quota
di energia da fonti rinnovabili pari, rispettivamente, al 20% del consumo finale di energia e
al 10% dell’energia consumata nel settore dei
trasporti, oltre alla produzione delle immissioni di CO2 e all’incremento dell’efficienza
energetica.
Grazie all’attuazione della Direttiva Europea, affiancata dalle politiche nazionali appositamente delineate per le energie rinnovabili,
la maggior parte dei Paesi membri dell’Unione
ha registrato una notevole crescita delle energie
rinnovabili nel corso negli ultimi anni.
Per quello che concerne l’Italia, lo sviluppo
delle rinnovabili è una delle priorità della politica energetica nazionale, al fianco della promozione del tema dell’efficienza energetica.
L’Italia, che nel medio-lungo periodo aspira
a modificare il suo mix energetico, ha i seguenti obiettivi: sicurezza dell’approvvigionamento,
riduzione del costo dell’energia, promozione
della tecnologia e innovazione, protezione ambientale e sviluppo sostenibile.
La direttiva Europea del 2009 stabilisce che
entro il traguardo temporale del 2020, il 17%
del consumo energetico finale dell’Italia debba
essere coperto dalle energie rinnovabili. Ciò significherebbe che nel 2020 il consumo finale di
rinnovabili dovrebbe ammontare a 22,63 Mtoe.
Nel 2012 (dati Terna) le fonti rinnovabili hanno
contribuito con il 15.1% ai consumi di energia
elettrica nazionale (a fronte di un obiettivo al
2020 del 26 per cento), in crescita del 9% sul
2011.
In ossequio alle direttive comunitarie, un
concreto esempio di agricoltura a basso impatto ambientale è stato l’attuale gestione del
complesso di serre di Candela, dove per il
riscaldamento delle serre è stato utilizzato il
calore della vicina centrale Edison. Una delle prioritarie finalità previste dal citato accordo tra Ministero dello Sviluppo Economico
e il Gruppo Ciccolella prevedeva che la realizzazione del progetto delle serre riscaldate
con l’energia termica della centrale elettrica
di Candela avrebbe consentito di ridurre gli
sprechi energetici della centrale ed allo stesso
tempo il risparmio dell’elevato costo del riscaldamento delle serre con l’impiego dei tradizionali combustibili. Inoltre, la coltivazione
165
fuori suolo su canalette e substrato di perlite
evitava l’apporto di fertilizzanti e agrofarmaci
nel terreno.
I risultati finora conseguiti sono stati molto incoraggianti, per diversi motivi; principalmente il notevole risparmio energetico per
il riscaldamento delle serre, che ha favorito
la loro ubicazione nella bassa collina foggiana, tipicamente cerealicola, con conseguente
aumento del valore di mercato dei terreni e
sensibile aumento di impiego di manodopera agricola, circa 110-130 unità lavorative per
anno, un valido contributo al problema occupazionale delle aree interne marginali. È stato
possibile ampliare le scelte colturali, anche verso quelle specie più esigenti nei fabbisogni di
calore, per anticipare la produzione, per cui è
aumentata una offerta differenziata di prodotti
floreali nel corso dell’anno. Per esempio, nel
caso della rosa, sono stati sono stati ottenuti 2
cicli in più all’anno, con maggiore disponibilità
di fiori recisi, quando le condizioni di mercato
sono più favorevoli; pertanto, sono stati ottenuti 7 cicli/anno, con un impatto di circa il
40% sui ricavi.
Inoltre, è stata possibile una più facile riconversione colturale in base al mutare della domanda. L’azienda, infatti, con la massima tempestività ha provveduto a limitare drasticamente la
produzione di fiori recisi di rose ed anthurium,
alle prime difficoltà di collocamento sui mercati
e ad orientarsi in breve tempo verso i vasi fioriti
e le piante da appartamento.
La disponibilità di energia termica ha permesso una migliore organizzazione della climatizzazione, attraverso un maggior numero di
ricambi d’aria nel controllo dell’umidità relativa e della ottimale ventilazione per limitare le
infezioni fungine, nella uniforme distribuzione
del calore attraverso una rete di circa 200 km
di tubazioni in PE del diametro di 25 mm per
ciascun ettaro di serra. Durante il periodo estivo,
il calore è stato utilizzato per il trattamento di
solarizzazione, utili per il controllo di parassiti
del terreno. Nell’ambito territoriale si è evitato
l’immissione nell’atmosfera di elevate quantità
di CO2, come nel caso di impiego di carburanti
tradizionali.
L’esperienza finora acquisita permette di affermare che il complesso serricolo di Candela,
Alla pagina seguente:
panoramica di una serra di rose
168
può considerarsi un modello di agricoltura sostenibile, principalmente per l’utilizzo del calore
proveniente dalle acque di raffreddamento della
centrale Edison, modello di utilizzo da realizzare anche presso altre centrali termiche.
7.2) Il contributo sociale del progetto sugli aspetti occupazionali e sulle attività
collegate con il territorio.
L’agro di Candela, piccolo centro montano
agricolo della provincia di Foggia, come tutta
l’area collinare interna risente fortemente di un
preoccupante spopolamento. Secondo le recenti statistiche, la popolazione attuale è di circa
2.700 abitanti, mostrando una continua flessione da circa 7.500 dell’immediato dopoguerra ad
oggi. Inoltre, una elevata percentuale di persone
circa il 15-20% ha una età superiore ai 65 anni,
ed appena circa il 15% è costituita da ragazzi. È
evidente una forte tendenza all’esodo dei giovani nel recente passato, un poco attenuata a partire dall’inizio del terzo millennio. La prevalente attività agricola, caratterizzata da una spinta
monocoltura cerealicola completamente mec-
canizzata, non lascia prospettive occupazionali,
se non si realizzano concrete alternative nella
diversificazione produttiva.
Rilevanti sono i rapporti di collaborazione
scientifica con le istituzioni di ricerca, per aver
concretizzato in questi anni programmi sperimentali collegiali impostati sulle innovazioni
tecnologiche in ambiente climatizzato.
La presenza di un polo florovivaistico di tale
entità nel territorio di Candela ha avuto un
buon risvolto sull’impiego di manodopera agricola locale, proveniente da un bacino di utenza
di numerosi Comuni del subappennino dauno,
Candela, Ascoli Satriano, Deliceto, Castelluccio,
Bovino, Accadia, S. Agata di Puglia, Monteleone,
Anzano, Troia, come anche della Bassa Daunia,
Ortanova, Carapelle, Ordona.
La presenza del complesso serricolo ha favorito l’incremento dei valori dei terreni della zona, le cui quotazioni sono paragonabili a
quelle dei suoli industriali, come anche di attività commerciali e di servizio, connesse con il
settore floricolo.
169
7.2.1) La realizzazione del giardino delle
rose nel parco di Villa Larocca dell’Università di Bari
Nello spirito della fattiva collaborazione con
le istituzioni scientifiche operanti nel territorio pugliese è stato firmato nel febbraio 2008
con l’Università di Bari un protocollo d’intesa, per realizzare nel parco di Villa Larocca, sede
dell’Accademia Pugliese delle Scienze e della
Sezione Sud-Est dell’Accademia dei Georgofili
una collezione di varietà di rose, con l’auspicio
di costituire nella città di Bari un museo vivente
della rosa e relativa raccolta di documentazione
bibliografica.
Molte città nel mondo ospitano roseti,
dove sono raccolte migliaia di varietà ottenute nel tempo dagli ibridatori, sedi di mostre e
di concorsi per la promozione della più bella rosa dell’anno, come nella consuetudine di
villa Reale a Monza. Nessun altro fiore, come
la rosa, ha una storia così antica, che risale ai
primordi della civiltà e sfuma nelle mitiche
leggende del mondo ellenico. La rosa ha un
suo fascino particolare, che la distingue dagli
altri fiori. È il simbolo della bellezza, ma anche
della fugacità della vita. Nello stesso giorno in
cui fiorisce, mostrando la sua splendida bellezza, sfiorisce e languisce. “Nascendo senescit”,
idea inesorabile del fluire del tempo “espace
d’un matin”. Nel suo lungo percorso storico,
è il fiore universalmente preferito, che fa comprendere l’impegno umano nel migliorane la
bellezza.
L’idea di realizzare nel campo delle Facoltà scientifiche dell’Università di Bari, dove si
estende il parco di villa Larocca fu lanciata, in
occasione di una visita al complesso serricolo
di Candela da parte della prestigiosa Accademia dei Georgofili, con l’auspicio di inserire
la città di Bari in un circuito di sedi proposte
a manifestazioni e mostre nel settore floricolo,
che in Puglia ha conseguito una crescente affermazione per merito di capaci imprenditori.
L’idea fu prontamente recepita dal Magnifico
Rettore Prof. Corrado Petrocelli e dal Presidente Vincenzo Ciccolella, con la definizione
di un protocollo d’intesa per la realizzazione
di una collezione di rose a Villa Larocca, affidando la gestione e la cura alle due Accademie.
170
Nel corso di questi anni, la collezione è stata
arricchita da una generosa donazione della Signora Maria Dessì, imprenditrice della Società
AMC, socia sostenitrice dell’Accademia Pugliese delle Scienze.
Attualmente, la collezione è costituita da
circa 350 varietà di rose dalle molteplici caratteristiche del fiore, per grandezza, numero e colore dei petali, dal bianco puro, al giallo, al rosa, al
rosso intenso, all’azzurro, e del portamento della
pianta a cespuglio, rampicante, strisciante, rifiorenti a fiori singoli o a mazzi per fiori recisi o
per la formazione di siepi e aiuole. Molte sono
profumate con diverse fragranze.
Il giardino delle rose è aperto al pubblico e
nel periodo di maggiore fioritura in maggiogiugno si organizzano visite guidate, seminari,
giornate di studio sulle tematiche del miglioramento della qualità della vita nei centri urbani,
con la finalità di essere uno strumento propulsore per stimolare l’educazione e la cultura per
la presenza di spazi verdi nelle città e l’amore
per l’arte del giardinaggio.
7.2.2) Attività sper imentale
Nel corso degli anni si sta intensificando
l’attività sperimentale, necessaria per la messa a
punto di itinerari tecnici a basso impatto ambientale, per una serie di specie, che appaiono
promettenti per il collocamento sui mercati internazionali. Per queste fondamentali esigenze, i
tecnici dell’azienda operano in stretta collaborazione con ricercatori ed esperti del settore, in
particolare dell’Università di Bari. È stato creato,
pertanto, un settore per la ricerca, riguardante le
piante fiorite in vaso e le piante grasse, alle quali
nel 2013 sono state aggiunte specie arboree da
frutto.
Le tematiche di ricerca riguardano un’ampia
valutazione del patrimonio varietale, in continuo aggiornamento, e la messa a punto di agrotecniche miranti a definire i calendari di produzione più favorevoli per la commercializzazione.
In particolare, per ogni specie sono valutati i
parametri termici ottimali di crescita durante il
periodo diurno e notturno e i fabbisogni irrigui, tenendo presente la necessità del risparmio
idrico, in un ambiente dove l’acqua è un fattore
limitante. Interessanti risultati sono stati ottenuti
171
172
Il giardino delle rose a Villa Larocca dell’Università di Bari
175
su alcune specie del genere Echeveria, succulente originarie del Messico, esigenti di luminosità,
sensibili alle basse temperature e suscettibili ai
marciumi da eccessi idrici, per le quali il tempo
di coltivazione si è dimezzato rispetto alla durata di dodici mesi in normali condizioni di serra.
Alle specie fruttifere sono stati destinati 17
ettari, mettendo a confronto portainnesti e varietà, controllo delle malattie senza impiego di
agrofarmaci mediante regolazione del teleriscaldamento e oculata gestione dei ricambi d’aria, con la finalità di ottenere almeno un mese
di anticipo della maturazione dei frutti rispetto
all’epoca normale in pieno campo.
7.3) La valutazione economica
La complessità del settore floricolo, fortemente influenzato sia da mutate esigenze dei
consumatori e, in particolare, dal perdurare di
uno stato di crisi economica, non permette una
facile valutazione economica del complesso
serricolo realizzato a Candela, nato da un progetto di collaborazione con la centrale elettrica
della Società Edison per l’approvvigionamento
della fonte di calore, fornita gratuitamente, per
il riscaldamento delle serre. È noto che i beni
voluttuari sono i primi a risentire la riduzione
della domanda dal mercato, per cui da alcuni
anni la flessione almeno per i fiori recisi è stata costante, tanto da richiedere la riconversione
verso la produzione di piante fiorite in vaso, il
cui impiego è molto vario nell’arredo casalingo,
urbano e nella progettazione degli spazi verdi
dei giardini.
Pur tuttavia, il risparmio energetico nel riscaldamento del complesso serricolo è stato il
principale aspetto positivo di questo decennio, perché ha permesso di mantenere i costi
di produzione, notoriamente elevati per il riscaldamento delle serre, attuale fattore di sentita preoccupazione dei numerosi produttori
di altre zone, che fanno ricorso alle fonti tradizionali di energia. A questo proposito, secondo dati dell’ISMEA (Il florovivaismo in Italia nel
2010) l’aumento del prezzo dei combustibili, il
venire meno dell’esenzione delle accise per le
coltivazioni florovivaistiche, la massiccia presenza di prodotto importato sul mercato europeo
e il basso livello della domanda interna, hanno
176
indotto numerose aziende italiane ad abbandonare parzialmente o totalmente la coltura o ad
affittare i terreni.
In questa difficile situazione di crisi generale,
acuitasi nell’ultimo triennio, auspicabile di breve durata per i primi sintomi di ripresa, si può
affermare che il progetto serricolo di Candela
ha conseguito risultati positivi. Sono evidenti gli aspetti già illustrati della ricaduta socioeconomico sul territorio e come modello di
sostenibilità ambientale per un visibile miglioramento del tenore di vita dei residenti nel Comune di Candela e di quelli limitrofi, favorito
sia dal maggior livello occupazionale di manodopera agricola in azienda, sia dall’incremento
delle attività indotte. La gestione del complesso
serricolo può definirsi un interessante modello
di sostenibilità ambientale, come previsto dalla
politica dell’Unione Europea nella definizione
delle linee guida per la dichiarazione ambientale
di prodotto (DAP).
Nel complesso, in un decennio di attività
produttiva, la valutazione economica può considerarsi soddisfacente, tenendo presente i buoni
risultati della commercializzazione dei fiori recisi
di rosa e anthurium fino al 2010, purtroppo a cui
è seguito l’ ultimo triennio negativo per la sensibile riduzione delle quotazioni di mercato. La
tempestiva e rapida riconversione culturale verso
le piante fiorite in vaso ha mitigato l’incipiente
stato di crisi ed ha favorito la rapida ripresa delle
attività, evitando la negativa ripercussione sullo
stato occupazionale. Certamente, le continue innovazioni tecnologiche contribuiscono a ridurre
i costi di produzione, per essere più competitivi
su un mercato globale sempre più agguerrito. Il
gruppo serricolo, al massimo livello qualitativo
della sua produzione floricola per la sua posizione e l’efficiente organizzazione dei trasporti
sui principali mercati europei assicura la massima
freschezza del prodotto, una prerogativa fondamentale di valutazione commerciale.
177
Considerazioni conclusive
La realizzazione del grande complesso serricolo di Candela, progettato dal gruppo florovivaistico Ciccolella, per l’utilizzo dell’energia
termica derivante dalla vicina centrale elettrica
Edison, è prossimo a compiere nel 2014 il primo
decennio di intensa attività. Il progetto, definito
di rilevante importanza per il settore floricolo, è
stato un primo esempio di sviluppo sostenibile
delle coltivazioni in serra per l’impostazione tecnologica innovativa nel risparmio energetico, che
ha permesso di operare con validi risultati tecnici
ambientali e sociali in un ambiente ad agricoltura marginale, creando nella zona un indotto
di particolare rilevanza per le numerose attività
connesse alla produzione florovivaistica da parte di imprese di piccole dimensioni e aumento
dell’occupazione della manodopera agricola.
L’analisi economica del decennio è stata
caratterizzata da un primo periodo molto po-
sitivo per la crescente domanda di fiori recisi
con quotazioni soddisfacenti, a cui sono seguiti
momenti di difficoltà, in parte dovuto a cambiamenti nella domanda di prodotti floreali,
notoriamente tipici e frequenti nel settore per
mutate esigenze dei consumatori, in parte per
una riduzione dei consumi voluttuari, a causa
di una persistente crisi economica non solo italiana, ma anche nell’ambito europeo. Crisi che
perdura per una carenza di adeguati interventi
di politica economica, evidenziati da tutti i settori industriali, preoccupati della mancanza di
capacità competitiva sui mercati internazionali. Le stesse preoccupazioni si riscontrano nelle
quotazioni dei prodotti floricoli per l’importazione da Paesi in via di sviluppo dove il costo
del lavoro è ancora basso.
L’azienda Ciccolella, che in base alle indagini di mercato inizialmente aveva impostato il
178
programma produttivo sui fiori recisi in particolare rose ed anthurium, ha tempestivamente
provveduto a partire dal 2011 alla riconversione
colturale, orientando gli attuali indirizzi produttivi verso piante fiorite in vaso, piante verdi
ornamentali da appartamento, piante grasse. La
tempestiva riconversione è stata possibile in virtù della idonea e flessibile impostazione tecnica
del complesso serricolo.
La riconversione ha consentito per il momento un buon responso economico e il mantenimento dello stato occupazionale, ovviamente con l’auspicio della ripresa di tutto il settore
floricolo, legato al rilancio di tutta l’economia
italiana, purtroppo ancora in uno stato di crisi
con lievi segnali di miglioramento.
Le misure progettuali, gestionali e operative poste in essere dall’azienda corrispondono
pienamente ai criteri guida alla base della sostenibilità delle produzioni serricole. Infatti esse
hanno trovato applicazione nel complesso serricolo di Candela e consistono in:
- impianti di riscaldamento basati su fonti energetiche non convenzionali, quale il
sistema a cogenerazione da reflui termici
-
-
-
-
della centrale elettrica, in considerazione
delle esigenze termiche a basso contenuto
entalpico, per la riduzione delle emissioni
dei cosiddetti gas serra e, in particolare, della
CO2, e per l’incremento dei cicli produttivi
di specie floricole macroterme;
sistemi di copertura in film plastico a doppio
strato con intercapedine d’aria che, insieme
agli schermi termici interni, consente elevati
risparmi energetici in virtù della riduzione
delle dispersioni di calore per conduzione,
convezione e irraggiamento;
sistemi di ventilazione naturale, con adeguate aperture e finestrature di parete e di
colmo, per il controllo della temperatura,
dell’umidità relativa e della concentrazione
di CO2 dell’aria interna, allo scopo di incrementare sia l’efficienza fotosintetica sia
la qualità delle produzioni e di ridurre gli
agenti patogeni e i gradienti termici;
sistemi di raffrescamento evaporativo e
schermi ombreggianti per il controllo delle
temperature massime diurne dell’aria nella
stagione estiva;
tecniche di coltivazione senza suolo, con
179
-
-
-
riutilizzo della soluzione nutritiva drenata,
per ovviare al fenomeno della stanchezza
del terreno, dovuto all’intensivo sfruttamento monocolturale in apprestamento protetto,
e per ridurre sensibilmente i consumi idrici,
di fertilizzanti e di fitofarmaci ed il loro rilascio nell’ambiente;
realizzazione di serbatoi di stoccaggio delle
acque piovane raccolte nei canali di gronda delle serre per soddisfare, anche parzialmente, il fabbisogno idrico delle colture
protette e ridurre gli emungimenti dalle
falde;
solarizzazione durante la stagione estiva per
la sterilizzazione parziale del terreno, nel
caso di coltivazioni praticate al suolo, e utilizzo di film di pacciamatura nelle serre con
colture senza suolo, per il controllo dei patogeni terricoli e delle infestanti;
diffusione delle tecniche di riciclaggio dei
materiali e dei centri per la raccolta, selezione, stoccaggio e riciclo delle plastiche postconsumo, soprattutto dei film di copertura
e pacciamatura, per il loro riutilizzo come
materia prima secondaria;
-
applicazione dell’agricoltura di precisione
mediante i computer climatici per il controllo e la regolazione del microclima interno e gli impianti automatizzati di distribuzione dei fitofarmaci;
- ambiente di lavoro salubre e controllato per
ottimizzare le condizioni di lavoro e tutelare
la salute degli operatori.
In questa cornice si inserisce la “Green vision” dell’azienda, tesa a minimizzare i consumi
e le emissioni, nell’ottica della “zero emission”,
che tiene conto, in un corretto approccio integrato, anche degli aspetti legati alla logistica
del prodotto florovivaistico in una prospettiva
di sistemi di trasporto alternativi sia a quello su
gomma sia al trasporto aereo attualmente utilizzato per i fiori recisi prodotti in altri continenti
e importati in Europa. Passando infatti al sistema
su rotaia o via nave si possono abbattere non
solo i costi ma, soprattutto, il carico ambientale per unità di prodotto trasportato, nell’ottica di un processo produttivo a basso impatto
ambientale che permette sensibili riduzioni sia
dei consumi di risorse sia delle immissioni di
contaminanti nell’ambiente.
180
Tali soluzioni innovative di tipo bio-agronomico e tecnologico, sulle quali si incardina la certificazione ambientale, hanno come
supporto analitico il metodo della LCA-Life
Cycle Assessment, valutazione del ciclo di
vita, quale strumento di analisi, valutazione e
verifica dell’ecosostenibilità dell’intero processo.
Sotto l’aspetto della sostenibilità ambientale,
il progetto per l’utilizzo di un sistema di cogenerazione in collaborazione con la Società Edison, ha conseguito risultati molto incoraggianti.
Il notevole risparmio nell’impiego di combustibili fossili ha permesso di realizzare un’ampia
scelta di colture su uno dei più grandi complessi
serricoli, esistenti in Europa.
Nel corso del decennio, il complesso serricolo di Candela è divenuto un modello di riferimento per studiosi e operatori del settore,
partecipi al processo di rinnovamento tecnologico che caratterizzerà il futuro dell’agricoltura
mondiale, impegnata all’aumento delle disponibilità alimentari, secondo criteri di sostenibilità
ambientale.
181
Risparmio energetico, innovazione vincente
La realizzazione del complesso serricolo in
agro di Candela, con criteri progettuali fortemente innovativi, impostati sul rigoroso risparmio energetico ha richiesto una fase di preparazione di particolare complessità, per conseguire una gestione a basso impatto ambientale.
Ne parliamo con Corrado Ciccolella, amministratore delegato della Ciccolella Spa.
Il risparmio energetico è l’elemento fortemente innovativo che caratterizza il Gruppo?
«È nota da tempo la necessità della valutazione dell’impatto ambientale, un’approfondita
analisi tecnica-economica indispensabile per
definire effetti negativi o positivi, che un progetto produttivo deve avere sul territorio in termini qualitativi e quantitativi, sia relativamente
al dispendio di risorse, sia alla emissione di sostanze inquinanti, nonché nel contesto socioeconomico, in particolare nel favorire una mag-
giore capacità occupazionale in aree svantaggiate, come nelle colline interne della Daunia».
Quali risorse avete utilizzato per il vostro progetto?
«Per la complessità del problema la Ciccolella si è avvalsa della fattiva collaborazione di
tecnici laureati specializzati nel settore floricolo
in ambiente climatizzato, in corsi di livello universitario».
Che ruolo ha avuto l’Università di Bari?
«Sin dall’inizio nel 2004, molto intensa è
stata la collaborazione con le istituzioni scientifiche, in particolare con la Facoltà di Agraria di Bari, sia nella gestione degli impianti, sia
nella messa a punto degli itinerari tecnici nella coltivazione di diverse specie floricole, con
ampia disponibilità alle richieste di attività sperimentali. L’azienda, inoltre, nello spirito della
piena collaborazione, ha organizzato visite di
182
studio, incontri con operatori del settore, permanenza in azienda per stage formativi, anche
con protocolli d’intesa con scuole e università.
L’esperienza di oltre un ventennio di attività
può considerarsi un esempio di concreta collaborazione tra azienda privata e ricerca scientifica pubblica, che ha favorito il riconoscimento a livello europeo del complesso serricolo di
Candela».
In occasione della pubblicazione di questo
volume, il gruppo Ciccolella ha voluto esprimere la più sentita gratitudine ai propri tecnici e personale amministrativo e a tutti coloro
che hanno intensamente collaborato in que-
sti anni alle attività aziendali, per risolvere le
quotidiane difficoltà. «Un particolare ringraziamento – conclude Corrado Ciccolella – va
rivolto all’Università di Bari e ai Proff.Vittorio
Marzi, Massimo Bartolelli e Giacomo Scarascia
Mugnozza, che hanno promosso la stesura di
questa opera, che vuol essere la testimonianza
di una interessante realtà produttiva nel settore
floricolo, un ulteriore potenziamento di una
iniziativa, timidamente iniziata negli anni Sessanta in Puglia, ma con crescenti affermazioni
nel tempo, che hanno permesso di inserire la
nostra regione nel contesto nazionale e internazionale».
Scarica

La grande serra d`Europa Candela, il modello