La Patologia Erniaria Che cos’è l’ernia Struttura Organizzativa di Chirurgia Generale Responsabile: Dr. Gabriele Vestrini • Prof. Paolo Cicchi • Dr. Antonio Occhioni Per ernia si intende la fuoriuscita di un viscere, di parte di esso o del suo involucro dalla cavità che normalmente lo contiene. Complessivamente le ernie costituiscono la patologia chirurgica più frequente essa infatti interessa il 5-6% della popolazione. L’unico trattamento radicale per l’ernia è rappresentato dall’intervento chirurgico. stesso modo, l’aumento della pressione all’interno della cavità addominale ed una diminuzione di resistenza della parete, sono alla base della formazione di un’ernia nell’essere umano. Esistono diversi tipi di ernie, a seconda della sede anatomica e del meccanismo con cui si realizza la fuoriuscita del contenuto addominale:ernie inguinali, ernie crurali, ernie epigastriche, ernie ombelicali, ernie rare. L’ernia è costituita dalla fuoriuscita di un viscere o di parte di esso dalla cavità che normalmente lo contiene. • Dr. Marco Marranci • Dr. Martino Poggiali . Dr. Leonardo Corcos . Dr. Elio Napoleone Ferlaino Telefoni: Call Center 055 5038500 Chirurgia Generale L’ernia si manifesta solitamente con la comparsa di una tumefazione o “gonfiore” in genere più significativo stando in piedi, eseguendo sforzi, o colpi di tosse, mentre tende a ridursi con la posizione supina. Il meccanismo con cui un’ernia si forma può essere assimilato a una camera d’aria gonfiata troppo: là dove la parete della camera d’aria è più debole, si realizza uno sfiancamento. Allo L’ernia inguinale costituisce il tipo più frequente di ernia 055 4296312 L’ernia inguinale L’ernia inguinale costituisce il tipo più frequente di ernia (circa il 75% di tutti i tipi di ernia). Le ernie inguinali si manifestano come una tumefazione nella regione inguinale che può avere dimensioni minori o maggiori fino a raggiungere lo scroto. Le ernie inguinali possono presentarsi a tutte le età ed in entrambi i sessi (sebbene siano decisamente più M72-148 Rev.1 frequenti nei maschi). Quando si presentano nel bambino, si tratta di forme congenite dovute alla persistenza del naturale condotto attraverso il quale il testicolo discende dalla cavità addominale allo scroto. Nell’adulto le ernie sono in genere da mettere in relazione a condizioni che aumentano la pressione esercitata dal contenuto addominale sulla parete: sono pertanto chiamate in causa condizioni quali l’obesità, l’abituale sollevamento di pesi per lavoro o per sport, la gravidanza, la tosse, la stipsi ostinata che richiede intensi e prolungati ponzamenti. In alcuni e rari casi il meccanismo principale è quello di un’abnorme debolezza della parete addominale, come si realizza in acune malattie del tessuto connettivo. Pag 1 di 4 Pagina 2 La Patologia Erniaria Le altre ernie In un numero minore di casi, i meccanismi che abbiamo descritto per l’ernia inguinale, possono dereminare la formazione di ernie anche in altre zone della parete addominale. Alcune delle localizzazioni meno frequenti di ernia addominale: ernie della linea alba, ernie ombelicali, ernie postincisionali Ernia Crurale: in questo caso la tumefazione si manifesta sempre in regione inguinale ma il percorso attraverso il quale l’ernia si fa strada è diverso. Questo tipo di erna è più frequente nel sesso femminile e rappresenta il 15% di tutte le ernie. Ernia ombelicale: il punto in Non esistono trattamenti medici o farmacologici trattamento risolutivo è rappresentato Ernia epigastrica: in questo tipo di ernia, detta anche ernia della linea alba, la zona di minore resistenza della parete è localizzata sulla linea mediana dell’addome tra l’ombelico e lo sterno. L’ernia si presenta come una tumefazione che diventa più evidente contraendo i muscoli dell’addome ad esempio al momento di alzarsi da letto. Anche questi tipo di ernia e frequentemente associato all’obesità. Complessivamente, le ernie ombelicali e quelle epigastriche costituiscono l’8% di tutte le ernie. Ancora meno frequenti sono le ernie che si fanno spazio tra i muscoli che costituiscono la zona lateale della parete addominale (ernia di Spigelio, ernia di otturatoria, ernia lombare) Un tipo particolare di ernia: l’ernia incisionale o laparocele Talvolta, proprio in corrispondenza della cicatrice di un intervento chirurgico (eseguito magari anche molti anni prima), può apparire un “gonfiore”. per l’ernia: l’unico cui l’ernia si fa strada è proprio in corrispondenza della cicatrice ombelicale: di conseguenza l’ombelico appare estroflesso. Questo tipo di ernia è frequentemente associato all’obesità. Si tratta di un’ernia incisionale o laparocele. Il meccanismo con il quale si formano questi tipi di ernie dipende dal fatto che, il punto della parete addominale interessato dall’incisione chirurgica, pur ormai cicatrizzato, risulta comunque meno resistente della parete “vergine”. Fattori come quelli descritti di aumento della pressione addominale, obesità ecc, risultano in queste condizioni sufficienti per determinare uno “sgranamento” della cicatrice attraverso la quale si fa progressivamente strada l’ernia. ridotto l’incidenza di questa patologia. Le incisioni laparoscpoche, infatti, misurando al più un centimetro, si prestano raramente a costituire un punto di debolezza della parete addominale tale da consentire ad un ernia di farsi strada. Il grande sviluppo della chirurgia mininvasiva laparoscopica, che non richiede la realizzazione di grandi ferite chirurgiche, ha grandemente dalla chirurgia. Sintomi, evoluzione e complicanze della patologia erniaria Le ernie postincisionali si realizzano in corrispondenza delle pregresse cicatrici chirurgiche M72-148 Rev.1 Solitamente l’ernia dà segno di se come una tumefazione che si manifesta in maniera più evidente durante la stazione eretta o eseguendo manovre che aumentano la pressione addominale (tosse, ponza mento). Raramente l’ernia provoca una sintomatologia dolorosa. Quando dà segno di sé, la sintomatologia è caratterizzata da una sensazione di fastidio o bruciore nella regione interessata. Un altro sintomo piutto- sto frequente è quello della percezione della “fuoriuscita” di contenuto addominale. Questo è particolarmente frequente in quelle ernie che scompaiono stando distesi e che si manifestano stando in posizione eretta. Una volta formatasi l’ernia può andare incontro a tre destini: mantenere invariata la propria dimensione, aumentare progressivamente di dimensione, andare incontro a complicazioni. Le complicazioni dell’ernia si verificano quando il contenuto che è fuoriuscito non riesce più a riprendere la sua collocazione in addome. In questi casi il paziente lamenta un forte dolore nella regione dell’ernia, la tumefazione diventa dura e non è più riducibile in addome. In questo caso è necessario eseguire un intervento chirurgico in urgenza. L’ernia non guarisce mai Pag 2 di 4 Pagina 3 L’intervento chirurgico Il concetto alla base della riparazione dell’ernia è quello di restituire solidità alla parete addominale proprio nel punto in cui l’ernia si è fatta strada. Mentre fino a poche decine di anni fa questo era possibile soltanto riavvicinando tra loro aree solide della parete (eseguendo cioè una sorta di “rammendo”), attualmente, la tecnologia ha reso disponibili reti di materiale sintetico che possono essere applicate sulla regione indebolita (una sorta di “toppa”). Questi materiali offrono ga- ranzie sia in termini di solidità che in termini di tollerabilità. Infatti, da quando tali protesi sono disponibili, la degenza postoperatoria si è drammaticamente ridotta ed il tasso di recidive erniarie si è quasi annullato. Inoltre, l’assoluta inerzia biologica delle protesi ha reso praticamente nulle le reazioni da corpo estraneo. L’intervento di riparazione di ernia inguinale può essere eseguito in anestesia locale o al più in anestesia spinale in un regime di degenza breve che in rari casi supera le 24 ore. La ripresa del movimento è immediata ed il paziente è invitato a camminare fin da poche ore dopo l’intervento. Il dolore postoperatorio è contenuto e viene solitamente ben controllato con comuni analgesici. La ripresa dell’attività lavorativa è possibile già dopo 7-10 giorni e la ripresa dell’attività sportiva dopo 2-3 settimane. Nell’immagine superiore: alcuni esempi di materiali protesici per la riparazione dell’ernia. Sotto: posizionamento della protesi. Le nuove tecnologie: la laparoscopia La chirurgia laparoscopica è una metodica chirurgica che prevede l’utilizzo di una piccola telecamera e di strumenti appositi per permettere di eseguire un intervento chirurgico senza bisogno del consueto taglio, ma attraverso 3-4 incisioni inferiori al centimetro. Il vantaggio di tale metodica risiede nel minore dolore postoperatorio, nella più veloce ripresa della normale attività e nel migliore risultato este- tico. I principali svantaggi sono costituiti dalla necessità di un’anestesia generale, dal maggiore costo e dalla maggiore durata delle procedure. può essere efficacemente realizzato in laparoscopia. In particolare si prestano ad essere corretti con tecnica mininvasiva i laparoceli. Per la prima volta tale metodica è stata applicata nel 1987 per il trattamento della calcolosi della colecisti. Da allora sono stati eseguiti in laparoscopia molti altri tipi di interventi. Per quanto riguarda invece le ernie inguinali, a parte casi selezionati, non esiste un reale vantaggio ad eseguire una plastica laparoscopica. L’uso dei materiali protesici ha ridotto i tempi di degenza e le recidive Anche il trattamento delle ernie della parete addominale Cosa fare prima dell’intervento Una volta stabilito con il chirurgo che l’ernia deve essere operata, il paziente deve attenersi ad alcuni semplici principi: a) Il giorno precedente l’intervento eseguire una tricotomia (ovvero la rimozione dei peli) utilizzando una crema depilatoria nella zona compresa tra sotto l’ombelico e la radice della coscia. b) Digiuno dalla mezzanotte M72-148 Rev.1 del giorno precedente l’intervento. c) Portare la documentazione sanitaria relativa alla patologia erniara e alle eventuali patologie importanti coesistenti d) Portare una lista con la precisa terapia domiciliare che il si assume abitualmente e) Segnalare eventuali allergie o intolleranze a farmaci f) Nel caso si assuma una terapia antiaggregante (aspirinetta, ascriptin…) o anticoagulante (coumadin, warfarin) e non si sia fatto presente al medico al momento della prima visita o della visita anestesiologica, contattare il chirurgo. Tali terapie dovranno essere infatti momentaneamente sospese e sostituite con farmaci (eparina) per ridurre il rischio di complicanze emorragiche. Il riquadro rappresenta l’area che deve essere sottoposta a tricotomia Pag 3 di 4 Inserire lo slogan qui. La Casa di Cura Ulivella e Glicini sorge in un grande parco di piante secolari nella zona ospedaliera di Careggi. Il complesso è composto da 2 edifici e da un’ampia zona verde con un parcheggio per 120 posti auto. L’attività svolta nel Reparto di Chirurgia comprende interventi di chirurgia generale addominale, laparoscopica, colon proctologia, patologia erniaria, patologia venosa degli arti inferiori, patologia della tiroide, patologie linfatiche. Casa di Cura Ulivella e Glicini Via del Pergolino 4-6 Firenze La struttura di Villa Ulivella, il Reparto di Chirurgia, le camere di degenza. Cosa fare dopo l’intervento Una volta dimesso, è possibile che sia presente dolore nella regione inguinale. Solitamente l’assunzione di comuni analgesici (meglio se assunti a stomaco pieno) è sufficiente per controllare il dolore. È normale avvertire il dolore durante i cambi di posizione. Solitamente tale sintomatologia tende a regredire nel giro di 2 settimane. • Capogiri Qualora i sintomi ed i segni appena descritti assumano grande rilevanza (febbre molto elevata, dolore insopposrabile, importante sanguinamento), il paziente dovrà avvertire prontamente i chirurghi. Raramente possono essere presenti dopo l’intervento nella regione inguinale bruciori, piccole fitte o riduzione della sensibilità cutanea: questi fenomeni si attenueranno nel giro di poche settimane. Una modesta attività fisica (camminare normalmente) attenua o fa scomparire il dolore. Non esistono particolari restrizioni dietetiche da seguire dopo l’intervento, si consiglia tuttavia di bere almeno 2 litri di acqua al giorno nelle prima 48 ore postoperatorie per facilitare la funzione intestinale. Alcune volte nel postoperatorio possono verificarsi alcune situazioni che non dovranno in alcun modo allarmare il paziente: • dolore nella regione inguinale Una corretta informazione al momento della dimissione consente al paziente di affrontare serenamente la convalescenza. co • Ecchimosi (colorazione bluastra della cute) nella regione inguinale, scrotale e della coscia • Gonfiore della regione operata (in genere regredisce in 5-7 giorni) • Febbre (fino a 38°C senza brivido): è una normale reazione allo stress chirurgi- M72-148 Rev.1 • Gocce di sangue dalla medicazione Pag 4 di 4