ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE
“G. MAMELI”
Via Aspromonte– Amantea (CS)
tel.e fax segr. 0982/41259
Dirigente Scolastico Prof.ssa Caterina Policicchio
Approfondimento disciplinare svolto dalla classe 1^ C
durante la pausa didattica (18 febbraio - 2 marzo 2013)
Anno Scolastico 2012/2013
Omero fu un poeta greco la cui figura è avvolta nella leggenda. Probabilmente visse
nel IX-VIII secolo a.C. Forse nacque a Smirne anche se altre cinque città si
contendono l'onore della sua nascita: Chio ,Colofone, Atene,Rodi e Argo. La
tradizione lo rappresenta come un cantore epico cieco; è considerato l'autore
dell'Iliade, poema epico in 24 rapsodie,cioè canti e 15693 esametri. In esso si
racconta la guerra di Troia intrapresa dagli Achei per vendicare l'offesa arrecata da
Paride, figlio di Priamo, re dei Troiani, a Menelao, fratello di Agamennone re di
Sparta. L’azione si svolge nel decimo anno dell'assedio. L'altro grande poema di cui
Omero è considerato autore è l'Odissea, anch'esso composto di 24 canti e 12007 versi.
E’ il racconto del ritorno di Odisseo,dopo la conquista di Troia da parte dei Greci,
alla sua piccola isola Itaca. Vi si celebra il superamento di tutte le insidie di un
viaggio favoloso attraverso l'intelligenza che trionfa là dove la forza non potrebbe
fare nulla, come di fronte al canto ipnotico delle sirene. La lingua di questi poemi è
molto sacrificata,caratterizzata dalla presenza di elementi del dialetto eolico,dalla
prevalenza di quello ionico e dalla ricorrenza di forme e interi versi già pronti,veri e
propri "Fossili linguistici",che producono una specie di incantamento della memoria.
Forse per questo motivo i poemi di Omero sono arrivati fino a noi.
Per tutta l’antichità Omero – come poeta di Iliade e Odissea – costituì il “testo base
“ della scuola e dell’educazione. Esso fu però ignoto al Medioevo occidentale e
venne riscoperto, con altri classici greci, dall’Umanesimo (prima edizione a
stampa:Firenze 1488).Osteggiato per i suoi presunti caratteri ingenui e primitivistici
dall’erudizione rinascimentale e sei-settecentesca, Egli dovette attendere il
Romanticismo per una nuova e definitiva riscoperta che lo canonizzò come il primo
autore della letteratura occidentale.
Il Ciclo (detto omerico, ma più precisamente “troiano” per distinguerlo da cicli
afferenti ad altre tradizioni mitiche, per esempio quelle relative a Tebe ) comprendeva
i seguenti poemi: i Cypria, l'Etiopide, la Piccola Iliade, l'Iliou persis (La caduta di
Ilio), i Nostoi (I ritorni) e la Telegonia. Alcuni studiosi includono nel Ciclo anche i
due poemi di Omero, ma più frequentemente questo nome è impiegato per definire i
poemi non-omerici e distinguerli da quelli. I Canti ciprii narravano gli antefatti
dell’Iliade: dalla decisione di Zeus di risolvere la “crisi demografica “ con una guerra
internazionale, sino alla partenza degli eroi achei comandati da Agamennone e al
primo periodo della guerra di Troia. L’Etiopide narrava il sèguito dell’Iliade,
dall’arrivo delle Amazzoni in aiuto di Priamo, sino all’uccisione del re degli Etiopi
Mèmnone da parte di Achille e alla morte di quest’ultimo per mano di Paride. La
Piccola Iliade narrava l’ultima parte della guerra di Troia, sino all’inganno del cavallo
ideato da Odisseo: ma il contenuto del poema resta dubbio e discusso. La Distruzione
di Ilio raccontava la fine della guerra e l’incendio di Troia: forse era parte della
Piccola Iliade. I cosiddetti Nòstoi (<<Ritorni >> : un poema o una serie di poemetti ),
sono dedicati al viaggio che ricondusse gli eroi achei da Troia alle rispettive patrie.
La Telegonia illustrava le vicende di Odisseo dopo quelle vissute nell’Odissea, sino
alla sua morte per mano di Telègono, figlio avuto da Circe.
E’ il più antico poema dell’Occidente; vi si narrano le vicende degli ultimi
cinquantuno giorni della decennale guerra di Troia.
“Iliade” deriva proprio da Īlĭŏn, l'altro nome dell'antica cittadina dell'Ellesponto.
Opera ciclopica e complessa, è un caposaldo della letteratura greca e occidentale.
(Proemio dell’Iliade in lingua originale)
"Cantami, o Diva del Pelide Achille/ l'ira funesta che infiniti addusse/ lutti agli Achei,
molte anzitempo all'Orco/ generose travolse alme d'eroi, e di cani e d'augelli orrido
pasto/ lor salme abbandonò ( cosí di Giove/ l'alto consiglio s'adempia), da quando/
primamente disgiunse aspra contesa/ il re de' Prodi Atride e il divo Achille" »
(Proemio dell'Iliade nella traduzione di Vincenzo Monti)
Troia sorgeva all’imbocco dello stretto dei Dardanelli (l'Ellesponto), sul lato turco,e
sembra che all'epoca dei fatti (circa il 1200 a.C.)avesse una considerevole importanza
strategica. Data la sua posizione poteva controllare ogni traffico diretto verso il Mar
Nero e la Colchide (la regione a nord-est del grande bacino). Si dice che fosse un
grande emporio per l'oro e per l'argento e che vi arrivasse la giada dalla Cina. Per
questo motivo gli Achei desideravano impossessarsene e la attaccarono, cingendola
d’assedio.
Alla meta del XIII secolo a.C., periodo in cui si data con una certa approssimazione
l'assedio di Ilo, l'arte della guerra stava muovendo i primi passi. Gli eserciti non
possedevano tattiche codificate, nè macchine d'assedio, non avevano ancora assunto
il classico schieramento con un centro e due ali, e i carri dei re e dei guerrieri più
illustri non erano usati coerentemente come massa di manovra o di sfondamento,
combattendo confusi con le fanterie. La condotta di guerra, appare quindi nell'Iliade
molto più primitiva del livello allora raggiunto da Ittiti e Assiri, dove i carri da guerra
erano impegnati in massa come forza d'urto e di manovra, mentre le fanterie erano
ben organizzate in divisioni.
Inoltre ci troviamo allo scadere dell'età del bronzo, e il ferro è ancora poco conosciuto
o comunque scarsamente usato, poichè di costo eccezionale vista la sua rarità. Le
armi descritte da Omero sono, escluse le rarissime volte che lascia spazio ad ipotesi
(le armi divine), tutte di bronzo e quindi pesanti, poco pratiche e per nulla
maneggevoli.
Un particolare abbastanza interessante da notare nel poema è l'assenza della
cavalleria. Il cavallo, introdotto prima in medio oriente e in seguito in occidente e in
Egitto, era usato soltanto come mezzo di locomozione del carro da guerra, in
grecohàrma. Il carro di tipo miceneo, piuttosto fragile, si componeva di tre parti: un
piccolo pianale di legno, un parapetto di graticcio o di cuoio, due ruote leggere a
quattro raggi in legno di olmo con il cerchio di bronzo ed un timone che collegava il
veicolo al giogo dei cavalli. L'equipaggio del carro era costituito dal guerriero
trasportato, hippòdamos, e dall'auriga-scudiero,harmelàtes. Quest'ultimo teneva le
redini e dirigeva il veicolo, mentre l'altro poteva combattere anche a bordo
maneggiando la lancia, anche se spesso scendeva dal carro per misurarsi con
avversari degni del suo valore in duelli (spesso tra aristocratici) che potevano
decidere l'intera battaglia. L'uso del carro come abbiamo detto era del tutto
individuale e lasciato all'iniziativa del nobile che lo montava, senza alcuna
coordinazione con la fanteria o gli altri carri.
L'unica differenza che Omero rileva tra gli schieramenti di Achei e Troiani, consiste
nel fatto che i primi avanzavano in fitte schiere (la cosiddetta "falange"), mentre i
secondi in massa, ma disordinati e confusi. Non sappiamo però se questa notizia sia
dovuta ad una sorta di "nazionalismo" dell'autore, teso a dimostrare la superiore
disciplina dei Micenei rispetto a quella degli Asiatici, o se realmente rispondesse a
verità.
Certo è che nei secoli a cui è riferita l'Iliade erano già presenti le prime milizie
oplitiche1 nelle città della Grecia. Queste si ordinavano in battaglia per ranghi serrati,
anche se meno densi che nella successiva falange, e muovevano silenziosamente, per
la necessità di sentire gli ordini di manovra degli ufficiali e per tenere il passo. Poche
notizie storiche invece affiorano sui Mirmidoni il leggendario corpo scelto acheo,
comandato personalmente dal valoroso Achille.
Teti, una bellissima ninfa dei mari, sposò un mortale, Peleo.Gli dei allora
festeggiarono sull’Olimpo queste nozze. Zeus volle al matrimonio ogni divinità.
Eccetto però una: Eris, la dea della discordia. Indignata ed offesa, la dea volle
vendicarsi: presentatasi alle nozze, lanciò sul tavolo, davanti a Zeus, un pomo d’oro.
Su questo c’era incisa una frase: “Alla più bella”. A questo punto Zeus non poteva
sottrarsi. Doveva consegnare quel pomo alla più bella fra le dee. Si fecero avanti,
chiedendo tale riconoscimento, tre dee: Era, Atena e Afrodite. Zeus, per liberarsi
dall’onere di dover scegliere, lasciò questo onore ad un mortale. Affacciatosi dai cieli,
vide un giovane pastore intento a sorvegliare il suo gregge. Costui era il giovane
Paride. A lui gli dei lasciarono la difficile scelta. Paride era principe di Troia, ma fu
allontanato da piccolo perché sua madre Ecuba, dopo il parto, sognò che dal suo
ventre si sprigionava una fiaccola che dava fuoco alla città. Il piccolo fu così
abbandonato sui monti. Qui lo trovò un pastore che l’allevò. Divenuto adulto e
bellissimo, Paride partecipò alle gare di Troia, dove venne riconosciuto dalla sorella
Cassandra e dal padre Priamo. Gli fu così ridato il suo posto come principe di Troia.
Ora toccava proprio al giovane Paride dover scegliere a quale dea spettasse il pomo
d’oro.
Ermes, il messaggero degli dei condusse il pomo e le dee al giovane per decidere.
Ogni dea promise doni a Paride pur di essere scelta. Atena gli promise la sapienza
capace di modificare eventi e leggi naturali; Era gli promise ricchezza, potenza e
gloria; Afrodite infine gli promise l’amore della donna più bella del mondo. Il
giovane Paride senza indugio scelse Afrodite e ad ella concesse il pomo d’oro. Le
altre due dee, Era ed Atena, giurarono tremenda vendetta contro il giovane.
Paride così, con i favori di Afrodite, partì per Sparta, dove viveva Elena, la più bella
donna del mondo. Ella era moglie di Menelao, appunto re di Sparta, e fratello del
potente Agamennone, re di Micene. Paride ed Elena si innamorarono e fuggirono per
Troia. Solo Ettore, fratello di Paride e guerriero più forte di tutti i Troiani, capì la
sciagura che avrebbe colpito il suo popolo.
Infatti Menelao chiese aiuto ad Agamennone e con loro i più grandi guerrieri greci
(conosciuti anche con il nome di Achei) parteciparono alla guerra contro Troia.
Un nefasto giorno per Troia, il re Priamo, appena sveglio, dal suo palazzo vide un
terribile spettacolo: le navi achee che si accingevano a giungere presso la città. La
guerra era iniziata e si sarebbe conclusa dieci anni dopo, quando il mitico Cavallo di
Legno, ideato dal genio di Ulisse, avrebbe con l’inganno portato gli achei dentro la
città, dandole fuoco e distruggendola per sempre.
Bartolomeo di Giovanni
Le nozze di Teti e Peleo
Parigi, Museo del Louvre
I PRINCIPALI EROI GRECI
I principali eroi greci presenti nell' Iliade sono :
Achille = In greco Achilleus,in latino Ăchillēs. Soprannominato piè veloce o piè
rapido,è un eroe della mitologia greca ,eroe leggendario della guerra di troia e
protagonista dell’ Iliade. Patronimico Pelide ,il più forte e valoroso guerriero acheo .
Da bambino venne immerso tranne il tallone nel fiume dell' immortalità e proprio
cosi venne ucciso colpendolo sul tallone.
Achille
Achille e Priamo
Agamennone = (in greco 'Ἀγαμέμνων', "molto determinato") fu una delle figure più
importanti della mitologia greca. Figlio del re Atreo di Micene e della regina Erope,
era il fratello di Menelao e cugino di Egisto patronimico Atride. Egli è il comandante
dell' esercito acheo .
Agamennone
Diomede = (in greco antico Διομήδης, Diomēdēs) è un personaggio della mitologia
greca. Figlio di Tideo e di Deipile, fu uno dei principali eroi achei della guerra degli
Epigoni e della Guerra di Troia. Oltre all'importanza come guerriero, Diomede
assume un ruolo rilevante come diffusore della civiltà, specie nell'Adriatico
patronimico Tidide :Eroe greco,principe di etoli
Elena = è una figura della mitologia greca assunta, nell'immaginario europeo, a icona
dell'eterno femminino. Proprio questa sua caratteristica archetipica fa sì che,
nell'immensa letteratura nata attorno alla sua figura, Elena non venga mai considerata
responsabile dei danni e lutti provocati dalle contese nate per appropriarsi della sua
bellezza.
Sua madre Leda era sposata con Tindaro. Un giorno Leda venne rapita
da Zeus camuffato da cigno. Da una contemporanea unione con Zeus e col marito
nacquero Polluce ed Elena, figli di Zeus, Castore ,Clitennestra e Filonoe, figli di
Tindaro. Il mito narra anche che fosse figlia d'Oceano o di Afrodite. La versione più
suggestiva della sua nascita però racconta che essa fosse venuta al mondo dall'unione
tra la dea Nemesi e Zeus, il quale la inseguì per quasi tutto il globo per ottenerla,
sotto forma di vari tipi di animali. Sotto l’ incantesimo di Afrodite viene sedotta da
Paride, abbandona il marito e parte per Troia.
Rapimento di Elena G. Hamilton, olio su tela, 1784
Menelao = (greco: Μενέλαος, Menélaos; latino: Menelaus) è un personaggio della
mitologia greca, figlio di Atreo e di Erope e fratello minore di Agamennone. È il re
di Sparta e marito di Elena, che Paride portò a Troia, causando la spedizione greca
contro la città.Uomo di grande bellezza, fu uno dei più importanti eroi greci
della Guerra di Troia, distinguendosi in numerose azioni valorose, che lo resero
celeberrimo e temuto dai nemici. La figura di Menelao si sviluppa principalmente
nell'Iliade di Omero, ma il suo personaggio è conosciuto anche in numerosi testi
secondari, soprattutto nelle tragedie .Patronimico Atride, re di Sparta .
Menelao
Patroclo= (greco: Πάτροκλος / Pátroklos o Πατροκλῆς / Patroklễ,letteralmente « la
gloria (κλέϝος) del padre (πατήρ) »; latino: Patroclus o Patrocles) è una figura
della mitologia greca, tra le più importanti nella guerra di Troia. Figlio di Menezio e
di Stenele, era l'amato cugino o comunque parente di Achille, oltre che, in varie
versioni del mito, l'amante di quest'ultimo.
Indossò le armi del cugino quando questi, offeso da Agamennone, re di Micene,
rifiutò di continuare a combattere contro i Troiani: presentatosi in battaglia in vece
sua, Patroclo provocò scompiglio nelle file nemiche, che respinse vittoriosamente, ma
venne indebolito dagli dei, ferito da Euforbo ed infine ucciso da Ettore. Il desiderio di
vendicare il cugino indusse Achille a riprendere la guerra e ad uccidere lo stesso
Ettore in duello.
Patroclo è una delle personalità di maggior spicco dell'Iliade di Omero. Personaggio
di grande bontà e dolcezza, costituisce una novità in un mondo di eroi che non
conoscono altre virtù oltre alla forza. Discepolo, amico di Achille ed eroe greco viene
ucciso da Ettore .
Patroclo
Ulisse = (dal latino Ulyssēs) o Odìsseo (pronunciato /odi'ssεo/ o alla latina
/o'disseo/; dal greco Ὀδυσσεύς, /o'dissèvs/ latinizzato in /odysseus/ ma anche alla
base del più comune 'Ulisse') è un personaggio della mitologia greca . Originario
di Itaca, è uno degli eroi achei descritti e narrati da Omero nell'Iliade e nell'Odissea,
celeberrima opera letteraria, quest'ultima, che dal suo protagonista prende il nome .
Re di Itaca,ideatore dell’ inganno col quale i Greci distrussero Troia.
I principali eroi troiani
I principali eroi troiani sono:
Ettore = (greco: Ἕκτωρ; latino: Hector) è un eroe della mitologia greca, figlio
primogenito di Priamo, re di Troia, e di Ecuba. Era sposo di Andromaca e padre
di Astianatte. Nell'Iliade Ettore è l'antagonista del poema di Omero. Ettore, per non
lasciare che i nemici prendano il sopravvento, li affronta per salvare la sua gente e la
sua patria. Sa essere in battaglia un guerriero terribile e valoroso, ma lo si vede anche
indietreggiare. Durante la lotta contro il prode Achille prendere coraggio e affronta il
suo grande nemico in un duello leale.
Partecipò alla guerra di Troia e fu il più importante difensore della città prima di
essere ucciso in combattimento da Achille, rabbioso con lui per l'uccisione
di Patroclo. Le sue vicende sono narrate principalmente nell'Iliade di Omero, di cui è
uno dei personaggi principali.
La fama dell'eroe omerico rimase viva anche in epoca post-classica, e
nel Medioevo egli fu ritenuto esemplare per la sua piena adesione agli ideali
cavallereschi: venne infatti inserito tra i nove prodi. Patronimico Priamide . Capo
assoluto dell’ esercito troiano , viene ucciso da Achille .
Achille ed Ettore
Paride = (greco: Πάρις; latino: Paris; detto anche Alessandro o Paride Alessandro)
è una figura della mitologia greca, figlio secondogenito di Priamo, re di Troia, e
di Ecuba.
Principe troiano, esposto ancora neonato sul monte Ida a causa delle profezie .
Provocatore della guerra di Troia e uccisore di Achille.
Il giudizio di Paride
Priamo =Nella mitologia greca Priamo (greco: Πρίαμος; latino: Priamus), figlio più
giovane di Laomedonte, è il re di Troia durante la celebre e terribile guerra, e muore
la notte della caduta della città.
Nella cosiddetta Prima guerra di Troia, espugnata la città da Eracle e ucciso
Laomedonte, il giovane Priamo fu salvato dall'intercessione di sua sorella Esione al
momento della divisione del bottino. Da allora venne chiamato Priamo, vale a dire, il
riscattato (dal verbo greco Πρίαμαι), mentre fino allora il suo nome era Podarce (il
più veloce).
Andromaca = (greco: Ανδρομάχη; letteralmente: "che combatte come un uomo") è
un personaggio della mitologia greca, figlia di Ezìone, re di Tebe Ipoplacia (Cilicia).
I miti e la tradizione hanno delineato un ritratto sconsolato, rammaricato ed
eternamente perseguitato di Andromaca, una figura toccante per essere destinata a
perdere tutti i suoi cari . Patronimico Eezionide, moglie di Ettore.
Ettore ed Andromaca
Enea = Enea (greco: Αἰνείας; latino: Aenēās, -ae) è una figura della mitologia greca e
romana, figlio del mortale Anchise (cugino del re di Troia Priamo), e di
Afrodite/Venere, dea della bellezza. Principe dei Dardan, partecipò alla guerra di
Troia dalla parte di Priamo e dei Troiani, durante la quale si distinse molto presto
in battaglia. Guerriero valorosissimo, assume tuttavia un ruolo secondario all'interno
dell'Iliade di Omero.
Enea è il protagonista assoluto dell'Eneide di Virgilio: le vicende successive alla sua
fuga da Troia, caratterizzate da lunghe peregrinazioni e da numerose perdite, favorite
dall'ira di Giunone, si concluderanno con il suo approdo nel Lazio e col suo
matrimonio con la principessa Lavinia, figlia del re locale Latino.
La figura di Enea, prototipo dell'uomo obbediente agli dèi e umile di fronte alla loro
volontà, è stata ripresa da numerosi autori antichi, posteriori a Virgilio e a Omero,
come Quinto Smirneo nei Posthomerica. È un eroe destinato dal Fato alla fondazione
di Roma. Valoroso eroe troiano .
Divinità a favore dei Troiani:
ERIS
E’ la dea della discordia. E’ strettamente legata ad Ares, cui
spesso si accompagna, e secondo alcuni faceva la guardia al
palazzo del dio della guerra. L’episodio più significativo cui
la dea è legata è quella della mela d’oro, gettata per
vendicarsi per non essere stata invitata al banchetto di Peleo
e Teti.
AFRODITE
E’la dea dell’amore e della bellezza. Secondo Omero era la
figlia di Zeus e della ninfa Dione , mentre secondo Esiodo
era nata in primavera dalla spuma del mare.
APOLLO
E’il dio di tutte le arti, della medicina e della musica.
Secondo la profezia il suo segno era il Sole.
ARES
E’il dio della guerra. Ares è il figlio di Zeus ed Era. Viene
spesso identificato tra i dodici Olimpi come il Dio della
guerra.
DIONE
E’una delle dee della prima generazione divina. Durante i
combattimenti nella guerra di Troia, Afrodite intervenne per
salvare suo figlio Enea, che ferito rischiava di essere ucciso
dalla mischia.
LATONA
Nacque dai Titani Febe e Ceo; possedeva poteri del
progresso tecnologico e vegliava sulla tecnologia e sui
fabbri.
ARTEMIDE
E’la dea della caccia. E’figlia di Zeus e Leto e sorella
gemella di Apollo. Fu una tra le più venerate divinità
dell’Olimpo.
SCAMANDRO
Il suo nome deriva dal fiume “Scamandro”situato presso la
città di Troia e menzionato nei poemi omerici.
Divinità a favore degli Achei:
ATENA
Figlia di Zeus e della sua prima moglie Metide. E’ la dea della
sapienza,della saggezza e della tessitura.
POSEIDONE E’il dio del mare e dei terremoti. Figlio di Crono e fratello di Zeus.E’
uno dei dodici Olimpi.
ERA
E’ una delle divinità più importanti,padrona del matrimonio e del
parto. Figlia di Crono e Rea, sorella e moglie di Zeus.
EFESTO
E’ il dio del fuoco, della tecnologia, dell’ingegneria, della scultura e
della metallurgica. Omero racconta nell’Iliade di come Efesto fosse
brutto e di cattivo carattere, ma con grande forza nei muscoli.
ERMES
Figlio di Zeus e della Pelaide Maia, è uno dei dodici Olimpi.
Nell’Olimpo svolge anche la funzione di messaggero.
TETI
Era la più bella delle Nereidi,le ninfe dei mari figlie di Nereo e
Doride, discendenti di Oceano.
Alfano Manuel
Besaldo Giulia
Bilotta Maria Vittoria
Briglio Federica
Brusco Flora
Brusco Stefano
Favorito Antonio
Feroleto Sefora
Gentile Martina
Mannarino Felicia
Mannarino Gaia
Osso Arianna
Palermo Sabrina
Pinnicchia Teresa Eliana
Risuglia Marco
Sacco Adamo
Scarpino Maria Luisa
Schiavone Lorenzo
Tempo Anna
Tucci Pierpaolo
Valerio Cristian
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