Gli strumenti per la valutazione della scuola dell’infanzia Fossano, 2009 Gli strumenti per la scuola dell’infanzia La ECERS-SOVASI • Harms T., Clifford R. M., Early Childhood Environment Rating Scale (ECERS), New York and London, Teachers College, Columbia University, 1980. • Harms T., Clifford R. M., Scala per l’osservazione e la valutazione della scuola dell’infanzia (SOVASI), adattamento italiano di Ferrari M. e Gariboldi A., Bergamo, Junior, 1994. la ECERS-SOVASI • Nella versione italiana: scala ordinale per valutare la qualità del contesto educativo per la fascia 3-6 la ECERS-SOVASI • I valutatori possono essere interni o esterni Il dibattito internazionale dal 1980 al 1990: la ECERS-SOVASI Aree di interesse della SOVASI • • • • • • • 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. Cure di routine Arredi e materiali a disposizione dei bambini Esperienze cognitive e linguistiche Attività motorie fini e globali Attività creative Sviluppo sociale Bisogni degli adulti Il dibattito internazionale dal 1980 al 1990: la ECERS-SOVASI Cure di routine • • • • • Item 1. Benvenuto e commiato Item 2. Pasti e merende Item 3. Riposino Item 4. Cambi Item 5. Pulizia personale Il dibattito internazionale dal 1980 al 1990: la ECERS-SOVASI Arredi e materiali a disposizione dei bambini • • • • • Item 6. Arredi per le cure di routine Item 7. Arredi per le attività di apprendimento Item 8. Relax e ambiente confortevole Item 9. Disposizione della sezione Item 10. Materiale messo in mostra per i bambini Il dibattito internazionale dal 1980 al 1990: la ECERS-SOVASI Esperienze cognitive e linguistiche • • • • Item 11. Competenza linguistica passiva Item 12. Competenza linguistica attiva Item 13. Concettualizzazione e ragionamento Item 14. Linguaggio spontaneo Il dibattito internazionale dal 1980 al 1990: la ECERS-SOVASI Attività motorie fini e globali • Item 15. Motricità fine • Item 16. Supervisione degli adulti delle attività di motriciità fine • Item 17. Spazio per attività di motricità globale • Item 18. Attrezzature per le attività di motricità globale • Item 19. Tempo programmato per le attività di motricità globale • Item 20. Supervisione degli adulti delle attività di motricità globale Il dibattito internazionale dal 1980 al 1990: la ECERS-SOVASI Attività creative ed espressive • • • • • • • Item 21. Attività artistiche Item 22. Musica e danza Item 23. Costruzioni Item 24. Sabbia e acqua Item 25. Gioco simbolico Item 26. Organizzazione della giornata Item 27. Supervisione delle attività creative ed espressive da parte degli adulti Il dibattito internazionale dal 1980 al 1990: la ECERS-SOVASI Sviluppo sociale • • • • • • Item 28. Spazio per poter stare soli Item 29. Gioco libero Item 30. Raggruppamenti Item 31. Consapevolezza delle specificità Item 32. Clima sociale Item 33. Iniziative per bambini con particolari problemi o handicap Il dibattito internazionale dal 1980 al 1990: la ECERS-SOVASI Bisogni degli adulti • • • • Item 34. Area degli adulti Item 35. Opportunità di crescita professionale Item 36. Zona riservata agli incontri con gli adulti Item 37. Iniziative per i genitori la ECERS-SOVASI A ciascun item viene assegnato un punteggio da 1 a 7 sulla base della descrizione offerta relativa ai punteggi dispari: 1 = inadeguato 3 = minimo 5 = buono 7 = eccellente SOVASI: ITEM 9 DISPOSIZIONE DELLA SEZIONE PUNTEGGIO 1 = I NADEG UATO. Non vi sono centri di in teresse definiti. La sezione mal disposta (ad es. le moda lit di passaggio tra unΥarea e lΥalt ra disturbano sovente le attivit ). I mate ria li che servono allo stesso scopo non vengono riposti ins ieme. PUNTEGGIO 2 PUNTEGGIO 3 = M INIMO. Sono defini ti 2 o 3 centri di interesse ma sono maldis posti nella sezione ad es. attivi tcalme confi nano con attivit rumorose, lΥacqua non disponibile se necessaria). EΥdif fic ile sorvegliare questi centri o i materiali sono disorgani zzati. PUNTEGGIO 4 PUNTEGGIO 5 = B UONO. Vi sono 3 o pi centri di interesse ben defi niti e ben disposti (ad es. acqua a disposizio ne, scaff ali adatti). Le aree tranq uil le sono ben sepa rate da quelle rumorose. Vi sono aree di gi oco in ciascu na sezio ne (ad es. tappeti, tavoli lo ntani dal passaggio). EΥfaci le sorvegliare a vis ta i diversi centri di inte resse. PUNTEGGIO 6 PUNTEGGIO 7 = ECCELLENTE. T utto ci che compreso al punto 5. Inolt re vi sono centri di interesse c he forniscono lΥoccasione per molte esperie nze di apprend imento. Il materiale promuove lΥautonomia dei bambini (ad es. vi sono scaffali con etic hette de tutto aperti, spazi per far asciug are lavori a rtist ici). Vi altro materiale organizzato e disponib ile per modi fica re i centri di inte resse. Note di ch iarimento: Il modello di qualità della ECERS-SOVASI sotteso alla progressione dei livelli: • La scuola inadeguata è un contesto totalmente privo di fisionomia educativa: non ci sono arredi e materiali adatti per svolgere le attività e per accudire i bambini nelle routine, non si presta attenzione alle condizioni igieniche, c'è scarsa sorveglianza e l'ambito relazionale (tra bambini, tra insegnante e bambini, tra insegnanti e genitori) è del tutto trascurato o negativo. • I requisiti minimi di qualità vengono attribuiti qualora si svolgano attività educative ma in maniera occasionale o infrequente utilizzando comunque spazi e materiali in quantità sufficiente sotto la sorveglianza dell'adulto. La scuola sufficiente è dunque quella che svolge essenzialmente una funzione custodialistica nei confronti dei bambini. Il modello di qualità della ECERS-SOVASI sotteso alla progressione dei livelli: • Il giudizio "buono" si assegna qualora l'attività sia frequente, lo spazio ben organizzato, il materiale numeroso e vario e il personale interagisca in modo continuativo e stimolante con i bambini. La scuola "buona" è dunque quella che è impegnata a svolgere una funzione educativa. • Il giudizio di eccellenza si assegna qualora spazi, materiali, attività siano proposti sulla base di un progetto educativo che curi tutti gli aspetti cognitivi e sociali dell'ambito specifico considerato. L'intenzionalità del progetto e la cura nel modulare le offerte formative in relazione al progressivo sviluppo del bambino contraddistiguono la scuola eccellente. La valutazione tramite la SOVASI consente di: - confrontare il piano di lavoro progettato con le effettive realizzazioni messe in atto; - cogliere punti di forza e di debolezza dell'organizzazione dell'ambiente educativo; - avviare un percorso di riprogettazione per innovare o migliorare l'attività educativa nella sezione; - avviare un processo di riflessione sulla qualità educativa con l'intento di rendere il più possibile espliciti i criteri sulla cui base le insegnanti orientano e attuano il processo educativo. l’AVSI A. Bondioli con E. Becchi, M. Ferrari, A. Gariboldi, D. Savio, AVSI, Autovalutazione della Scuola dell’Infanzia, nuova edizione Azzano S. Paolo (BG), Junior, 2007 l’AVSI Insieme di 4 scale ordinali che consentono agli insegnanti di valutare il contesto della scuola dell’infanzia in cui operano. l’AVSI • I valutatori sono interni (insegnanti per autovalutazione) • solo per la scala 1 è possibile affiancare un valutatore esterno l’AVSI AVSI: le 4 scale L’esperienza educativa Le attività professionali Gli adulti e i loro rapporti Le garanzie l’AVSI L’esperienza educativa • A1. Le esperienze relazionali e sociali (item 1-7) • A2. Le attività educative (item 8-31) • A3. Le routine (item 32-35) • A4. Spazi (item 36-38) • A5. Tempi (item 39-40) l’AVSI Le attività professionali • B1. Promuovere l’esperienza educativa (item 1-6) • B2. Socializzare l’esperienza educativa (item 7-10) l’AVSI Gli adulti e i loro rapporti • C1. L’organizzazione del lavoro (item 1-7) • C2. Rapporti in rete (item 8-14) l’AVSI Le garanzie • • • • D1. Testi programmatici (item 1-3) D2. Il personale (item 4-7) D3. La struttura (item 8-12) D4. I servizi all’utenza (item 13-17) L’assegnazione dei punteggi A ciascun item viene assegnato un punteggio da 1 a 9 sulla base della descrizione offerta relativa ai punteggi dispari: 1 = insufficiente 3 = minimo 5 = discreto 7 = buono 9 = eccellente Un esempio di item dell’AVSI Area C1. Item1. L’organizzazione del lavoro Premessa Il personale della scuola forma una comunità pur riconoscendo le specifiche mansioni, funzioni e competenze di ogni singola persona. Tale collettività ha anche dei compiti e delle responsabilità globali che dipendono dal fatto che, in tempi e con modi diversi, essa ha compiti comuni e tende ad assumere uno stile omogeneo. Un esempio di item dell’AVSI Area C1. Item1. L’organizzazione del lavoro 1. (insufficiente) • Tra le varie persone che lavorano nella scola i rapporti non vanno oltre le buone maniere. Ci può essere affiatamento tra le varie persone che lavorano nella scuola. Gentilezza e affabilità. Tuttavia ciascuno fa il proprio lavoro rispettando quello degli altri senza esso. • Un esempio di item dell’AVSI Area C1. Item1. L’organizzazione del lavoro 3. (minimo) • Si definiscono i compiti di ognuno e ognuno è a conoscenza dei propri obblighi e di quelli degli altri. Non si richiedono in modo esplicito delle forme di collaborazione e le si lascia all’iniziativa dei singoli. • Un esempio di item dell’AVSI Area C1. Item1. L’organizzazione del lavoro 5. (discreto) • Si mette a punto insieme quanto va fatto complessivamente nell’esperienza educativa e gestionale della scuola. Questo avviene in vista di un lavoro efficiente e di non disturbo reciproco. Non si definisce un programma di collaborazione tra le diverse figure che lavorano nella scuola. • • Un esempio di item dell’AVSI Area C1. Item1. L’organizzazione del lavoro 7. (buono) • Tutti gli operatori discutono insieme per definire quanto ognuno deve fare al fine di realizzare il piano dell’offerta formativa. Anche le specifiche modalità di collaborazione tra i vari membri del personale vengono concordate. • Un esempio di item dell’AVSI Area C1. Item1. L’organizzazione del lavoro 9. (eccellente) • Si verifica insieme, sistematicamente e periodicamente, se l’organizzazione definita in conseguenza del Piano dell’offerta formativa funziona, se non ci sono involontarie prevaricazioni e omissioni che la possano compromettere. Alla luce di tali verifiche si modificano contenuti e modalità del lavoro dei singoli e soprattutto delle loro collaborazioni. • Il processo valutativo mediante l’AVSI • rilevazione non impressionistica degli aspetti di qualità della propria scuola attraverso la griglia di lettura offerta dallo strumento da parte di ciascun operatore scolastico coinvolto; • confronto tra la scuola “reale” (la propria scuola) e la scuola “ideale” (il modello di “buona” scuola dell’AVSI); • discussione del modello e dei criteri di qualità proposti dallo strumento; • esplicitazione delle idee che informano il lavoro degli insegnanti mediante il confronto con i parametri di qualità proposti dallo strumento e le valutazioni espresse da ogni singolo valutatore; • ridefinizione consensuale e negoziata degli aspetti della qualità da privilegiare nel lavoro educativo e individuazione dei percorsi per realizzarli. l’ACEI-ASEI Darder P., Mestres J. (1994), Autovalutazione dei servizi educativi per l’infanzia, traduzione e adattamento italiano di M.P. Gusmini, Milano, FrancoAngeli, 2000 l’ACEI-ASEI E’ uno strumento di autovalutazione per gli insegnanti della scuola dell’infanzia e riguarda la “qualità percepita”. l’ACEI-ASEI 2 Aree di interesse 1. Il progetto educativo 2. Organizzazione e gestione l’ACEI-ASEI Il progetto educativo • • • • • • • • • • • • Item 1. I valori Item 2. Il progetto educativo Item 3. La definizione degli obiettivi Item 4. Gli aspetti educativi Item 5. L’orientamento metodologico Item 6. La gestione pedagogica delle routine Item 7. Lo sviluppo dei bambini e la sua valutazione Item 8. Il ruolo dell’educatore Item 9. Lavorare in èquipe Item 10. Il rapporto con le famiglie Item 11. Il rapporto con la società Item 12. Valutazione del progetto l’ACEI-ASEI Organizzazione e gestione • • • • • • • • • • • Item 13. Lo spazio educativo Item 14. L’organizzazione del tempo Item 15. I materiali didattici Item 16. La modalità di formazione dei gruppi Item 17. La formazione degli educatori Item 18. La gestione Item 19. Il coordinamento Item 20. Il servizio: controllarlo e regolarlo Item 21. Il processo decisionale Item 22. L’èquipe: comunicazione e informazione Item 23. Rapporti personali e ambiente di lavoro L’attribuzione dei punteggi ASEI A ciascun item viene assegnato un punteggio da 1 a 5 sulla base della descrizione offerta relativa a 5 diverse situazioni corrispondenti alle prime cinque lettere dell’alfabeto: A=1 B=2 C=3 D=4 E=5 ASEI: un esempio di item Item 3. La definizione degli obiettivi Gli obiettivi devono essere definiti e precisati, anche per iscritto, adeguati al servizio e all’ambiente in cui esso si inserisce, devono avere connessione con gli “Orientamenti” e, infine devono essere condivisi e messi in pratica dagli educatori. E’ importante considerare se gli obiettivi sono stati definiti e possiedono tali caratteristiche • • Livello A: Non vi sono obiettivi comuni esplicitati. Ciascun educatore imposta il proprio lavoro in vista degli obiettivi che ha scelto individualmente. Per questo si osservano differenze marcate nell’azione dei diversi educatori Livello B: Solo alcuni educatori hanno definito obiettivi comuni che rendono coerente il lavoro con i bambini. La permanenza di divergenze tra gli educatori determina una situazione di generale squilibrio ASEI: un esempio di item • Livello C: Questo servizio educativo si caratterizza per avere obiettivi definiti e accettati dalla maggior parte degli educatori; tuttavia si tratta di finalità teoriche che hanno scarsa incidenza sulla pratica e che non tengono in sufficiente considerazione la realtà concreta del servizio. • Livello D: Gli obiettivi sono stati formulati e definiti dagli educatori, che agiscono in coerenza con le scelte compiute. Inoltre è previsto che periodicamente si accerti il raggiungimento degli obiettivi stabiliti. • Livello E: Gli obiettivi formulati sono intesi in modo flessibile. Vengono ri-definiti e rsi più adatti al contesto attraverso il controllo del loro raggiungimento da parte dei bambini. Il servizio è attento ai contributi teorici e pratici che possono essere apportati in quest’ambito (es. Letture, scambi con altri servizi). I livelli in ASEI LIVELLI IN ASEI • Livello A: situazione in cui qualsiasi azione è lasciata all’arbitrio del singolo educatore, in cui manca totalmente un intento progettuale comune • Livello B: situazione fortemente deficitaria sul piano dell’azione collegiale e condivisa. Ciò che differenzia B da A è la presenza di piccoli gruppi che si caratterizzano per il tentativo di mettere in atto strategie comuni; tuttavia tale approccio non incide al punto da caratterizzare lo stile dell’intero servizio • Livello C: situazione di collegialità formalizzata in incontri e riunioni. Si tratta di una condivisione di principio che tuttavia non trova continuità e sistematicità nella prassi. La maggior positività di C rispetto a B dipende dalla condivisione degli intenti, dei metodi, ecc., all’interno del gruppo di lavoro. L’aspetto carente è la mancanza di una pianificazione-organizzazione adeguata delle azioni, carenza che impedisce l’attuazione puntuale e efficace degli intenti. I livelli in ASEI LIVELLI IN ASEI • Livello D: situazione in cui condivisione, collegialità, realizzazione nella prassi degli intenti caratterizzano il modo di lavorare del servizio • Livello E: situazione in cui le componenti del livello D raggiungono la massima espressione: vi è piena consapevolezza sulla necessità di una riflessione e azione congiunta, la pianificazione e l’organizzazione garantiscono funzioalità, l’attuazione degli intenti non solo si realizza ma è sistematicamente sottoposta a controllo e revisione. Il dato qualificante d questo livello è inoltre la capacità di ri-progettazione della scuola a partire dall’analisi e dalla discussione dei risultati raggiunti. Il processo valutativo con ASEI • • • • • Vengono coinvolti tutti gli insegnanti di una scuola Lettura dello strumento Valutazione “criteriale” dello strumento Valutazione individuale item per item Raccolta e analisi dei dati (punteggi singoli, medie e deviazioni standard) • Discussione dei dati e loro interpretazione • Individuazione punti di forza, di debolezza e di criticità • Definizione di azioni migliorative Il DAVOPSI Bondioli (2008), Dispositivo di Analisi e Valutazione dell’Organizzazione Pedagogia della scuola dell’infanzia, in A. Bondioli e G. Nigito (a cura di), Tempi, spazi, raggruppamenti, Azzano S. Paolo (BG), Edizioni Junior Il DAVOPSI E’ uno strumento di riflessione e autovalutazione di alcuni aspetti dell’organizzazione pedagogica della scuola dell’infanzia: spazi, tempi, raggruppamenti. E’ costituita da 4 scale ordinali. Il DAVOPSI Le aree di interesse del DAVOPSI sono quattro, e concernono l’organizzazione pedagogica de: • A. IL TEMPO • B. LO SPAZIO: B.1. SPAZIO INTERNO, B2 SPAZIO ESTERNO • C. I RAGGRPPAMENTI Gli item. Ciascuna area di interesse si articola in una serie di item o voci. Sono gli elementi da tenere presente quando si organizza l’ambiente educativo e si riflette su di esso. Il DAVOPSI SCALA A. L’ORGANIZZAZIONE PEDAGOGICA DEL TEMPO (item 112) • • • • • • • • • • • • Item 1. L’organizzazione del tempo a scuola. Progettazione Item 2. La giornata educativa. Ritmo Item 3. La giornata educativa. Articolazione delle situazioni di esperinza e di attività Item 4. La giornata educativa. Continuità dell’esperienza Item 5. La gestione delle transizioni Item 6. La personalizzazione del tempo collettivo Item 7. Il tempo condiviso: l’uso sociale del tempo Item 8. Il tempo e le figure di riferimento Item 9. Il tempo e il ruolo dell’adulto Item 10. Il tempo e lo sviluppo dell’autonomia Item 11. Il tempo e la costruzione dell’identità Item 12. Il tempo e la competenza simbolica Il DAVOPSI • • • • • • • • • • • • • • SOTTOSCALA B1. L’ORGANIZZAZIONE PEDAGOGICA DELLO SPAZIO INTERNO (item 1-14) Item 1. Progettazione Item 2. Articolazione e destinazione d’uso Item 3. Attenzione agli adulti Item 4. Articolazione interna degli spazi extra-sezione Item 5. Fruibilità Item 6. La personalizzazione degli spazi. Item 7. La valenza sociale dello spazio Item 8. Lo spazio e le figure di riferimento. Item 9. Il ruolo dell’adulto Item 10. Lo spazio e lo sviluppo dell’autonomia Item 11. Lo spazio e la corporeità Item 12. Lo spazio e la competenza simbolica Item 13. Lo spazio e l’agentività infantile Item 14. La qualità estetica dello spazio interno Il DAVOPSI • • • • • • • • • • • • • • SOTTOSCALA B1. L’ORGANIZZAZIONE PEDAGOGICA DELLO SPAZIO INTERNO (item 1-14) Item 1. Progettazione Item 2. Articolazione e destinazione d’uso Item 3. Attenzione agli adulti Item 4. Articolazione interna degli spazi extra-sezione Item 5. Fruibilità Item 6. La personalizzazione degli spazi. Item 7. La valenza sociale dello spazio Item 8. Lo spazio e le figure di riferimento. Item 9. Il ruolo dell’adulto Item 10. Lo spazio e lo sviluppo dell’autonomia Item 11. Lo spazio e la corporeità Item 12. Lo spazio e la competenza simbolica Item 13. Lo spazio e l’agentività infantile Item 14. La qualità estetica dello spazio interno Il DAVOPSI • • • • • • • • • • • • SOTTOSCALA B2. L’ORGANIZZAZIONE PEDAGOGICA DELLO SPAZIO ESTERNO (item 1-12) Item 1. Progettazione Item 2. Sicurezza Item 3. Piante e fiori Item 4. Articolazione Item 5. Fruibilità Item 6. Personalizzazione dello spazio esterno Item 7. Valenza sociale dello spazio esterno Item 8. Spazio esterno. Il ruolo dell’adulto Item 9. Lo spazio esterno e la corporeità Item 10. Lo spazio esterno e la competenza simbolica Item 11. Lo spazio esterno e l’agentività infantile Item 12. La qualità naturalistica dello spazio esterno Il DAVOPSI SCALA C. RAGGRUPPAMENTI (item 1-9) • • • • • • • • • Item 1. Progettazione Item 2. Dimensione Item 3. Stabilità Item 4. Varietà Item 5. L’appartenenza a un gruppo e il suo significato Item 6. I raggruppamenti e le regole Item 7. Figure di riferimento Item 8. Ruolo dell’adulto Item 9. I gruppi e lo sviluppo dell’autonomia B2. L’ORGANIZZAZIONE PEDAGOGICA DELLO SPAZIO ESTERNO Item 2. Sicurezza La possibilit à di usufruire dello spazio esterno dipende dalle garanzie di protez ione e sicurezza che esso pu ò offrire: recinzio ne, assenza di oggetti o materi ali pericolosi, buone condizioni igieniche, pavi mentazione adeguata, ecc. Di alcune di queste garanzie non è responsabile direttamente l ’equipe educativa; tuttavia la salvaguardia dell ’incolumit à dei bambini dipende anche dal modo con cui gli insegnanti promuovono l’auton omia e il senso di responsabilit à dei bambini. E’ opport uno che le strategie per avviare i bambini all’autonomia nell’uso dello spazio esterno siano disc usse collegialmente tenendo conto dell’esigenza di coniugare le g aranzie di sicurezza con i bisogni infantili di movimento e di esplorazione. Situazione A Lo spazio esterno non è sicuro (manca ad esempio la re cinzione) e pertanto pericoloso. Situazione B Lo spazio esterno è abbastanza sicuro ma non sufficientemente da garantire una totale non pericolosit à (ad es. ai bambini non son o state spiegate le regole di comportame nto da adottare (es. non salire sugli alberi; non olt repassare la canc ellata, ecc.). Situazione C Lo spazio esterno è sicuro e i bambini conoscono e comprendono le regole di comportamento da adottare (es. non salire sugli alberi; non oltrepassare la cancellata, ecc.). Spunti di riflessione Item 2. Sicu rezza. Questo item valuta due div ersi aspetti della sicurezza dello spazio esterno: da un lato la oggettiva non pericolosità dell’uso di tale sp azio (e, comunque, la consapevo lezza di ciò che rende pericoloso uno spazio esterno e le iniziative prese per rend erlo più sicuro); dall ’altro le norme di utilizzo dello spazio est erno da parte dei bambini che riducono il rischio di incidenti. La p resent azione di tali norme ai bambini in una forma e secondo modalit à comprensibili (le norme devono essere poche e semplici; vanno non solo esplicitate ma anche “spiegat e” nelle loro motivazioni), il ruolo dell’adulto nel farle rispe ttare (sorveglia nza, spiegazioni, ecc .) ha a che fare anche lo sviluppo sociale infantile. Pertanto esse costituiscono non solo una gara nzia di un “buon uso” dello spazio esterno ma anche un dispositivo di socializzazione. Sarebbe opportuno che, oltre a valutare l’item, le edu catrici dichi arassero quali sono queste norme, come le hanno proposte ai bambini, come le fanno rispettare. (Lettura consigliata : S. Isa acs, Lo sviluppo intellettuale dei bambini, (cap. II, in particolare il para grafo “Limiti e condizioni negative della libera attività”, pp. 31-43) B2. L’ORGANIZZAZIONE PEDAGOGICA DELLO SPAZIO ESTERNO Item 2. Sicurezza La possibilit à di usufruire dello spazio esterno dipende dalle garanzie di protez ione e sicurezza che esso pu ò offrire: recinzio ne, assenza di oggetti o materi ali pericolosi, buone condizioni igieniche, pavi mentazione adeguata, ecc. Di alcune di queste garanzie non è responsabile direttamente l ’equipe educativa; tuttavia la salvaguardia dell ’incolumit à dei bambini dipende anche dal modo con cui gli insegnanti promuovono l’auton omia e il senso di responsabilit à dei bambini. E’ opport uno che le strategie per avviare i bambini all’autonomia nell’uso dello spazio esterno siano disc usse collegialmente tenendo conto dell’esigenza di coniugare le g aranzie di sicurezza con i bisogni infantili di movimento e di esplorazione. Situazione A Lo spazio esterno non è sicuro (manca ad esempio la re cinzione) e pertanto pericoloso. Situazione B Lo spazio esterno è abbastanza sicuro ma non sufficientemente da garantire una totale non pericolosit à (ad es. ai bambini non son o state spiegate le regole di comportame nto da adottare (es. non salire sugli alberi; non olt repassare la canc ellata, ecc.). Situazione C Lo spazio esterno è sicuro e i bambini conoscono e comprendono le regole di comportamento da adottare (es. non salire sugli alberi; non oltrepassare la cancellata, ecc.).