Private label, non si ferma la crescita Pur contenuto (+0,4%) rispetto all'anno precedente il dato resta significativo perché conferma un trend che ha visto, dal 2006 a oggi, il settore acquisire il 3% della quota di mercato nazionale oggi attestato al 15,5%. Trainando anche tutto il comparto del "largo consumo confezionato" VITODECEGLIA Milano er le private label il 2010 si chiude in positiva controtendenza, rispetto alle vendite di prodotti a marca industriale. La loro è una crescita contenuta, di 0,4 punti rispetto all'anno precedente, ma significativa perché conferma un trend che ha visto, dal 2006 ad oggi, il settore della marca commerciale acquisire il 3 % della quota di mercato nazionale oggi attestata al 15,5%. Le private labels aumentano sia nelle vendite a valore (+6,5%) sia ad unità (+5,5%), a fronte di un calo registrato da quelle di prodotti a marca industriale (—0,5% a valore e — 0,3% in unità). Una crescita che di fatto traina l'intero comparto del Largo consumo confezionato (+0,5%avaloree+0,8%in unità),che comprende drogheria alimentare, bevande, freddo, fresco, cura degli animali, della casa e della persona. E'questoilprimo dato che emerge dal Rapporto 2011 sull'evoluzione delle private label, che sarà presentato mercoledì 19 gennaio in apertura dell'esposizione fieristica "Marca" di Bologna, realizzata con il patrocinio di Adm e delle principali Insegne presenti all'interno del settore distributivo italiano. Il rapporto, che si avvale del supporto informativo di Symphonylri, è curato da Adem Lab, spin off dell'Università di Parma, e fornisce un quadro completo del trend del prodotto a marchio aggiornato a settembre 2010. L'analisi conferma, come lo scorso anno, che «dal confronto tra il dato a valore e l'incremento delle vendite in termini di unità, emerge che le marche commerciali crescono non solo a volume, ma anche e maggiormente a valore, a segnalare che il fattore at- P trattivo non risulta essere unicamente la convenienza relativa evidenziata». ,.r< Secondo jSuido Cristini, coordinatore scientifl~ ~ co dell'OsservaUno sviluppo t o r i 0 | k c r e s d t a costante delle private ladeterminato M d e v e e s s e r e da prezzi, ^ mjsurata m promozioni arco temporale e spazi vendita p i ù l u n g o f <(Pri . madella crisi, iniziata nel 2007, i margini di incremento sono stati più consistenti. Negli ultimi tre anni, invece, lo sviluppo del settore è stato di mezzo punto, un punto al massimo. Ma è stato uno sviluppo costante determinato dalla variabile prezzi dei prodotti a marca commerciale, più bassa rispetto alla marca industriale, dalle pressioni promozionali e dall'aumento degli spazi vendita». Cristini anticipa che il trend continuerà anche nel 2011: «Difficilmente la crisi verrà assorbita entro questo anno. Inoltre, non prevedo novità epocaliperil settore, come liberalizzazioni del mercato o fusioni e accorpamenti di imprese, tali da cambiare gli esistenti equilibri». Secondo laricerca,si evince che interminiditipologiedimarcacommerciale, la maggiore penetrazione continua a detenerla la marca Insegna che pesa per 1*84% delle vendite nel Largo consumo confezionato (Lcc). Il rapporto sottolinea, però, che «il peso della marca Insegna e delle altre tipologie registra una lieve contrazione in termini relativi, mentre si assiste ad un aumento del peso delle marche Premium (dal 3,4% al 4,2% delle vendite a valore e dall' 1,9% al 2,6% in unità)». Crescita che Cristini spiega così: «Dipende dal numero di referenze in assortimento nella distribuzione italiana di questa tipologia di private label, cherisultapiù sostenuta in percentuale rispetto agli altri marchi (+19,4% rispetto al 2009). Questa proliferazione produce una varietà di prodotti che spingono il segmento Premium verso l'alto». Seguono le "referenze" della marca dijPrimo Prezzo (+9,2%) e dell'Insegna (+6,4%), anche se in quest'ultimo caso la crescitarisultameno forte di quellaevidenziatanel2009 (+1 ^ r i spetto al2Q08). Il Nord Ovest si conferma, intanto, l'area che genera più di 1 / 3 delle vendite totali della marca commerciale, mentre persiste una debolez- za nelle aree del Sud dove le vendite realizzate pesano per un 12,9% rispettoall8,5%relativoaltotalemercato. Si conferma anche nel 2010 la maggiore penetrazione della marca privata del Centro Italia che raggiunge il 17,2% (+1 puntorispettoal 2009), così come continua la forte penetrazione della marca commerciale anche nel Nord Est: la quota raggiunge il 17%, come nella zona del Centro Italia, (+1 punto rispetto al 2009). L'area in cui la penetrazione cresce a tassi inferiori a quelli della media del mercato è il Nord Ovest (dall4,8 al 15,5% nel 2010). Lo scorso anno è cresciuto anche il fatturato registrato dalla marca commerciale nelle due principali canalizzazioni di vendita (ipermercato e supermercato): la somma raggiunge quasi i 6,4 miliardi di euro, nel 2009 erano 5,5. In termini di trend, si nota un incremento della quota di mercato della marca commerciale lievemente maggiore nel canale super, dove arriva quasi al 16% del totale vendite dei prodotti Lcc. Il canale super registra inoltre il maggior aumento in trend delle vendite della marca commerciale, rispetto all'Iper, (+7,2% avalore) anche se tale crescitarisultapiù contenuta rispetto al 2009. Per inciso: il 30% del totale vendite a valore della marca commerciale si concentra nel reparto dell'alimentare confezionato (contro il 35,2% media del mercato). Si segnalano, Il Fresco traipnmipostiin el'Ortofrutta termini di vendisono I reparti te generate, i reparti del Fresco che riscuotono (22,3%, superio•"•Wor re al dato medio successo di mercato del 18,1%); dell'Ortofrutta, che sviluppal'll,5%dellevenditetotaliamarchio privato, più del doppio rispetto al dato medio di mercato totale Lcc (5,3%); della Cura casa (11% delle vendite totali a marchio privato, in linea con il dato medio di mercato Lcc (9,1%). Sisegnalaancheilreparto del Freddo che sviluppa l'8,4% delle vendite totali dei prodotti a marchio privato (vs il 5,4% totale mercato). Infine, si consideri l'indice dei prezzi in relazione ai dati medi di mercato. In particolare: le marche Premium e Bio si posizionano sopra il livello medio dei prezzi del mercato Lcc,rispettivamentedi 24 e 25 punti percentuali. Rispetto al 2009 si segnala un consistente au- mento nel posizionamento di prezzo della marcaBio. § RIPRODUZIONE RISERVATA IL PARERE "Finalmente ha trovato la sua strada anche in Italia" Milano distribuzione, Ance, Ancd). Fra le varie iniziative di Adm, lprodotto amarchio sta finalmente giocando un ruo- rientra anche l'organizzazione della Fiera del prodotto a lo strategico all'interno delle politiche commerciali e marchio. «La manifestazione è nata un po' in sordina — assortimentali delle catene distributive e quindi sta spiegaFregosi—masistasviluppandoconsuccesso.Daun cominciando ad avere una rilevanza notevole». Ne è con- paio di anni abbiamo dato il nostro contributo per organizzare, insieme a Bologna Fiere, l'evento. Noi pensiavinto Paolo Fregosi, membro del Comitato direttivo mo a convegni, forum, analisi per mettere a condi Adm, l'Associazione che riunisce il mondo delle "Un ruolo fronto l'intera filiera». imprese di distribuzione moderna. «Certo — amstrategico mette Fregosi — siamo ancora lontani dagli altri Un impegno, quello di Adm, che si è tradotto anPaesi europei: noi oggi abbiamo mediamente una importante che nella realizzazione di un master in Retail Manaincidenzadell4-15%sui fatturati. LaFrancia.ilpae- per le politiche gement, giunto quest'anno alle settima edizione e se più vicino all'Italia, è al 30%. Ciò nonostante, il commerciali rivolto ai neolaureati di tutte le facoltà. «E' a numedella Gdo" prodotto a marchio si sta sviluppando bene nel noro chiuso con selezione d'ingresso—sottolineaFrestro Paese». gosi—Il master rappresenta un percorso formativo Adm è stata costituita nel 2003, all'atto dell'unificazione di prestigio che negli anni si è arricchito grazie alla collabo fra Indicod ed Ecr Italia. Ai 750 associati di Adm fanno capo razione tra Adm e Università di Parma, storicamente speoltre 32.000 punti di vendita e un fatturato che sfiora i 170 cializzataneirarearetail.Iprimiseimesidelmaster(700ore, miliardi di euro. L'Associazione opera in primo luogo nei da ottobre a marzo) sono dedicati alla formazióne in aula rapporti di filieraconle industrie e in stretta collaborazione (frequenza obbligatoria). I successivi sei mesi sono svolti in con le organizzazioni di rappresentanza del settore (Feder- stage presso le più importanti insegne del panorama retail». I