lo strillone manciano.qxp 21 04 2007 11:13 Pagina 1 Primavera 2007 Anno 8 Numero 19 “Tariffa pagata” Accordo Quadro n. Aut. DCO/DM/SP/0091/2004 valida dal 1 marzo 2004 di Manciano Trimestrale del Comune di Manciano - Direttore Responsabile Vittorio Piccini - Grafica e impaginazione Maurizio Cont - Stampa Tipolito ATLA di Pitigliano Spedizione in abb. post. - art. 2 comma 20/c - L. 662/96 Filiale di Grosseto - Reg. Trib. di Grosseto N. 8/1999 R.S. del 14/12/99 - Stampato su carta riciclata INTEGRAZIONE S O C I A L E In questi giorni si è svolto un nuovo incontro, nella sala riunioni del Presidio Ospedaliero di Orbetello, tra rappresentanti della Asl e amministratori locali per focalizzare l’attenzione sulle difficoltà che persone sofferenti di varie forme di disagio incontrano nel tentativo di inserirsi o rimanere nel mondo del lavoro. L’occasione è stata favorita dalla presentazione ai Comuni e a altre amministrazioni pubbliche, del Progetto “Dalla Riabilitazione al Lavoro”. Il progetto è promosso dalla Asl 9 - Distretto “Colline dell’Albegna”, finanziato dalla Regione Toscana e, a livello locale, da Caritas Diocesana, Società Pesca Lagunare Orbetello, Credito Cooperativo di Saturnia. Ha aderito al progetto anche la Coop “Uscita di Sicurezza”, attiva in varie strutture sanitarie, e numerose altre associazioni, enti e privati. All’incontro erano presenti vari amministratori comunali, i rappresentanti dei servizi sanitari interessati (Servizio Sociale, Salute Mentale, Servizio Tossicodipendenze, Medicina del Lavoro) e i vertici del Distretto. La Dott.ssa Paola Bonini, Direttore del Distretto, ha sottolineato l’impor- da avviarsi nel più breve tempo possibile dall’insorgere del problema (per evitare la cronicizzazione), si configura come un percorso guidato da operatori specificatamente formati che accompagna la persona da una situazione di malattia e di carenza in vari ambiti della vita verso una sempre migliore espressione personale nel proprio ambiente familiare, sociale e lavorativo. Metodi uguali per tutti? La varietà delle condizioni per cui si richiede un intervento sanitario rende necessario fornire risposte diversificate e adattate alla varietà dei bisogni, che vengono espresse in progetti di percorsi graduali e altamente personalizzati, che di solito si svolgono all’inizio in gruppo, all’interno di strutture “protette”, come il Centro Diurno, per poi orientarsi verso situazioni di sempre maggiore autonomia e integrazione sociale in ambiente “normale”, dal luogo di lavoro al campo di calcio. Quali vantaggi da un approccio di questo tipo? I vantaggi di un approccio di questo tipo sono schiaccianti, non solo nel migliorare “clinicamente” la malattia (minore ricorso a ricoveri e farmaci, per esempio), ma più in generale nel cambiare la qualità della vita della persona e dei suoi familiari, che percepiscono l’aiuto ricevuto anche sul piano umano, oltre che tecnico. In prospettiva ci si attendono miglioramenti anche nel livello di salute mentale della società, in termini per esempio di diminuzione del pregiudizio, di ma dell’interazione e della sinergia tra servizi che spesso si occupano di problemi simili, ma in modo indipendente. Il gruppo di lavoro vorrebbe poi rafforzare la collaborazione e ampliarsi con il sempre maggiore coinvolgimento di enti, istituzioni, associazioni di volontariato e privati, arrivando a costituire una rete di riferimento stabile nel tempo, capace di promuovere in modo anche spontaneo interventi mirati all’integrazione sociale. In quest’ottica l’impegno a fornire impulso all’associazione di utenti e familiari, a partire da quelle presenti: l’Associazione OASI (utenti, familiari e operatori, attiva a Orbetello) e l’Associazione ELIANTO (per la tutela dei diritti dei disabili, attiva sulla zona collinare). Nel frattempo gli operatori dei servizi sanitari hanno rafforzato il loro intervento di mediazione tra la persona e il mondo del lavoro sia attraverso lo strumento degli “inserimenti socio-terapeutici”, sia cercando nuove forme di graduale inserimento nel mondo del lavoro, preoccupandosi di reperire le opportunità sensibilizzando soggetti pubblici e privati, troppo spesso immotivatamente timorosi e poco informati sui vantaggi legislativi concessi. In questo campo si inserisce anche un recente incontro con i Centri Provinciali per l’Impiego. Questi sforzi hanno portato, addirittura in anticipo sui tempi previsti, alla costituzione di una Cooperativa Sociale che, a termini di legge e di statuto interno, è precisamente finaliz- VANESSA BEECROFT 2005 (vb55.25 performance) PARIDE PASCUCCI (gli apostoli) VANESSA BEECROFT 2005 (vb55 performance) tanza di questo progetto in termini di miglioramento della salute pubblica intesa nel senso più generale possibile e ha invocato la massima collaborazione di tutti gli organismi coinvolti. Gli operatori dei servizi sanitari hanno illustrato lo svolgimento del progetto e i primi risultati, parziali ma molto incoraggianti. Perchè un progetto specifico sull’inserimento a lavoro di persone svantaggiate? Il progetto “Dalla Riabilitazione al Lavoro” è promosso dal Servizio di Salute Mentale, che da molto tempo conosce la difficoltà del reinserimento sociale delle persone che soffrono di disturbi psichici. Ma le particolari caratteristiche del progetto hanno rapidamente coinvolto anche altri servizi socio-sanitari che si occupano di persone svantaggiate. La cura dei disturbi mentali direttamente sul territorio (dopo la legge 180) richiede una continua evoluzione di metodi e strategie in costante confronto con il contesto delle persone che hanno bisogno di cure, con le loro famiglie, con le comunità in generale. Quali sono i metodi e le strategie? L’evidenza è che gli interventi di tipo strettamente sanitario, come il ricovero in ospedale e il largo utilizzo di farmaci non sono assolutamente sufficienti, mentre sono necessarie adeguate strutture e progetti riabilitativi personalizzati per aiutare la persona a reinserirsi nel proprio ambiente e riappropriarsi della propria vita. La riabilitazione psicosociale, maggiore integrazione dei soggetti svantaggiati e dei loro familiari. Di qui il possibile miglioramento dei servizi sanitari stessi, in termini di maggiore accessibilità e di migliore efficacia e efficienza negli interventi. Il tutto con attenzione anche ai costi: gli interventi di questo tipo hanno costi contenuti, raggiungono un gran numero di persone, ottengono risultati non solo sui costi diretti sanitari ma hanno anche una ricaduta sui costi indiretti, stimolano risorse naturali del tessuto sociale a costo zero. Come si inserisce l’attività lavorativa in questo percorso? L’attività lavorativa sostiene e sviluppa l’autostima e il senso di ruolo sociale, permette di acquisire nuove conoscenze e competenze, rappresenta uno spazio di interazione umana, stimola lo sviluppo delle risorse della persona e del contesto in cui è inserita, riveste quindi un’importanza notevole per tutti e specialmente per il reinserimento delle persone che soffrono di un disturbo psichico, soprattutto per giovani che rischiano di non arrivare mai ad affacciarsi a questa realtà. Nella presentazione del progetto è stato illustrato come si sia partiti dal confronto tra le situazioni di disagio e le specificità sanitarie, sociali, demografiche e economiche del territorio per pianificare un intervento a largo raggio, tenendo conto anche delle esperienze simili sviluppate in altre realtà e adattandole a quelle di questa zona. Dapprima si è costituito un gruppo di lavoro interdisciplinare della Asl, anche questa una novità, che affronta il proble- zata all’inserimento a lavoro di persone svantaggiate. La Coop, denominata “ARANCIA BLU”, lavora in stretto contatto con i servizi della Asl e assicura la competenza necessaria nel delicato passaggio da situazioni di disagio a un progressivo reinserimento. Nello stesso tempo “ARANCIA BLU” si pone come una realtà imprenditoriale con precisi obbiettivi di risultato, andando ad arricchire il tessuto economico e del mercato del lavoro. Attualmente la Coop è attiva soprattutto nella zona collinare con lavori di pulizia e manutenzione, ma conta di espandersi sia sul territorio che negli ambiti di intervento. Queste prospettive hanno vivamente interessato gli amministratori comunali presenti, che si sono dichiarati favorevoli a progetti di sviluppo nel campo della disabilità e disposti a collaborare a questo in particolare. Di concerto con il Direttore di Distretto hanno sottolineato la necessità di dare continuità a questa iniziativa in fase di programmazione al tavolo della Conferenza dei Sindaci. Particolarmente apprezzata la prospettiva di superamento di precedenti esperienze, che pur preparando il terreno, hanno dimostrato di non riuscire a determinare un vero e proprio “cambio di mentalità” nelle amministrazioni e nella società in generale. La scommessa consiste nel restituire un ruolo sociale autentico al disabile, facendo emergere “abilità” che lo possano trasformare da spettatore solamente passivo della vita della comunità a partecipante attivo, anche del ciclo produttivo. PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE E SOLIDALE Dottor FILIPPO BROGI Dipartimento salute mentale adulti del distretto - Colline dell’Albegna della USL 9 1 lo strillone manciano.qxp 21 04 2007 11:13 Pagina 2 IN RESTAURO I DIPINTI DI ALDI E P A S C U C C I Andrea Granchi Dopo una serie di incontri e sopralluoghi, nella primavera del 2006, su incarico dell’Assessore alla Cultura e Vicesindaco del Comune di Manciano prof. Daniele Pratesi, si è dato avvio ad una prima seria ricognizione sullo stato delle numerose e pregevoli opere pittoriche di Pietro Aldi e Paride Pascucci che costituiscono il cospicuo patrimonio della “Pinacoteca Aldi-Pascucci”. E’ una sorta di preziosa esclusiva di Manciano, interamente dedicata ai due maestri “storici” per eccellenza, qui nati, e per i quali il paese ha sempre espresso grande affetto e venerazione, custodendone, proprio nella Casa comunale, molti disegni, studi preparatori e alcuni tra i più noti capolavori. Qui si trovano appunto tele molto conosciute come “Il giuramento di Ghino di Tacco” superba opera giovanile dell’Aldi o il grande dipinto “Baldoria o festa in famiglia” del Pascucci, entrambi conservati nella Sala Consiliare. Non secondario, come già detto il ricco repertorio di bozzetti e dipinti, in attesa di essere adeguatamente riordinati nei locali recentemente restaurati. Molti di questi quadri tuttavia, stante le vicissitudini da esse subite nel corso del tempo, non si trovavano in buone condizioni. Il progetto del Comune di avviarne un’approfondita revisione dello stato di conservazione in funzione del futuro riordino ed esposizione è particolarmente felice, nel momento in cui, fra l’altro, una precedente lodevole iniziativa dedicata a Pietro Aldi ed avviata negli anni ’90 dalla Banca di Credito Cooperativo con la costituzione e l’apertura di una “Collezione Pietro Aldi di Saturnia” non ha avuto l’esito sperato e le tele di proprietà dell’Istituto, a suo tempo restaurate, ed ordinate nella sede appositamente predisposta e decorata, con l’appoggio e la diretta collaborazione della Soprintendenza di Siena, sono di nuovo state separate e ridistribuite nelle varie filiali. L’iniziativa della BCC di dar lustro alla propria raccolta, con una vera e propria piccola ma accurata “galleria”, era stata salutata dall’Associazione Interbancaria Italiana molto favorevolmente sì da inserirla nel novero delle migliori collezioni avviate dalle Banche italiane in quegli anni1 Il programma dell’Amministrazione Comunale di valorizzare la propria collezione e quindi anche di dare risalto all’immagine, nella sua articolazione e complessità, delle due figure di artisti, va quindi a colmare una lacuna in un contesto che aveva già iniziato ad aggravarsi dopo la parziale dispersione ereditaria dell’opera di Pietro LE IMMAGINI DI QUESTO NUMERO PARIDE PASCUCCI MANCIANO 1866-1954 LIBERATE PASCUCCI A cura di Maurizio Cont R. No, non frequentava la gente D. Lui, insomma, non partecipava alla vita del popolo. Ne subiva soltanto certe Impressioni… E’ vero che non partecipava? R. E’ vero, Per esempio, quando passava la processione, si metteva agli sbocchi delle vie e fissava con piccoli schizzi le immagini che lo colpivano di più. D. A proposito, era religioso? R. No, non lo era. Lui non andava mai in chiesa. Non ce l’ho mai visto. D. Secondo me, è vero quello che avete detto prima: il Pascucci non era religioso. Lui dipingeva soggetti di carattere religioso perché facevano parte delle tradizioni popolari, del folklore del paese; soggetti che esercitavano su di lui un grande fascino. R. Sì, sì. Alfio Cavoli, Paride Pascucci testimonianze per una biografia dell’artista maremmano. Intervista con Concetta Garbati. Ed. Giardini Ogni senso è un apparecchio di interpretazione di cose sconosciute. Guardare una cosa senza vederla è vedere senza percepire. I sensi funzionano, ma non la messa a fuoco profonda. Paul Valéry, Quaderni Le immagini di questo numero riproducono alcuni dipinti di Paride Pascucci, accostati a opere di artisti contemporanei da tutto il mondo. Il risultato sorprenderà: il pennello del pittore parla ancora. Eppur si muove, è vivo, dialoga con le rappresentazioni del presente. Tra i suoi quadri sopravvivono anche elementi per altre significazioni. Le figure impres- PASCUCCI SARA ROSSI 2002 Aldi avvenuta dopo la metà degli anni ’80, che ha avuto conseguenze gravi anche dal punto di vista conservativo. A questo proposito si rimanda a quanto espresso da chi scrive nel bel volume curato da C. Gnoni Mavarelli2 ed edito dalla stessa Banca, con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, in occasione dell’apertura della “Collezione Aldi di Saturnia”, volume peraltro pregevolissimo ed ancora inspiegabilmente in attesa di adeguata presentazione pubblica. Ma tornando al progetto mancianese, è significativo sottolineare come esso goda degli auspici anche della Soprintendenza di Siena e Grosseto che ha seguito con attenzione e interesse le fasi di manutenzione effettuate rigorosamente in loco – senza quindi spostare le tele dal loro luogo originario – su un primo gruppo di una quindicina di opere pittoriche tutte ricoverate in uno dei locali della Pinacoteca, utilizzati per motivi di sicurezza, come laboratorio temporaneo. L’intervento ha permesso in questa prima fase, attraverso una serie di operazioni mirate, effettuate in due tornate successive, di bloccare il progressivo degrado dei dipinti – accumulo di polveri, materiali organici, aggressione di insetti silofagi, perdite di colore, indebolimento di supporti, degrado della tela, cornici inadeguate, uso improprio e pericoloso di chiodature, imbratti pittorici dovuti a manomissioni del passato - e, grazie anche ad una sistematica documentazione fotografica, di testimoniarne quindi in modo chiaro e ordinato lo stato precedente e finito, per poi restituirle al pieno godimento della cittadinanza e dei sempre più numerosi visitatori. Ora occorrerà proseguire e sviluppare questa iniziativa avviando anche lavori di vero e proprio restauro necessari per alcune delle opere che versano in più gravi condizioni di conservazione: è il caso di alcuni dipinti importanti di Paride Pascucci tra cui spicca il grande “Figura di donna in nero – Concetta”, che appare gravemente offuscato da sostanze inadeguatamente utilizzate sul colore e massicciamente aggredito dai tarli che ne hanno ridotto in polvere pressoché tutti i bordi. Ma anche altri dipinti dei due insigni maestri avrebbero bisogno di interventi urgenti a far sì che le generazioni future possano ancora godere di questo straordinario patrimonio che fa della “Pinacoteca Aldi-Pascucci” non solo un cardine essenziale del sistema museale di questo territorio, ma un’autentica risorsa per una Toscana sempre più proiettata nell’Europa. se dai suoi gesti si prestano a confronti ulteriori, attingono ancora a un universo di senso dentro cui si rinnovano. L’accostamento tra il mondo di Pascucci e il resto del mondo mostra che infiniti e nuovi sguardi possono ancora far sprigionare un’energia dalle sue opere. Ma è un’energia tenuta in ostaggio. Da coloro che vogliono disporre della sua verità, umana e artistica, distorcendola per infilarla dentro al cliché del genus loci. La storia dell’arte è disseminata di queste “appropriazioni indebite”. Da parte di in-competenze (localiste, autoreferenziali) che abusano del messaggio di un artista per marcarne l’appartenenza a una cerchia e per imprigionarlo in un monopolio di senso. Così Pascucci - immolato sull’altare della stra-maremma, celebrato a messa, abbandonato negli scantinati e nei caveau, relegato domani nei padiglioni isolati di un museo disertato - parlerà da solo o non parlerà più. Liberate Pascucci. 1 Amici dei Musei d’Italia – Collezionismo d’arte di Banche e Fondazioni Bancarie – . Editrice Polistampa, Firenze, Aprile 2001, pagg. 396-399 2 Pietro Aldi. La collezione della Banca di Credito Cooperativo di Saturnia, Morgana Edizioni, Firenze, 1999 “GLI APOSTOLI”: RITORNATA A MANCIANO LA GRANDE OPERA DI PASCUCCI Angelo Biondi Dalla Settimana Santa dello scorso anno si può ammirare a Manciano, presso la chiesa parrocchiale di S. Leonardo, una delle opere più significative del noto pittore Paride Pascucci: “Gli Apostoli”, quel grande quadro che ritrae la lavanda dei piedi del Giovedì Santo nella stessa chiesa di S. Leonardo ai primi del Novecento. Il ritorno a Manciano dell’opera pascucciana è stato senz’altro un notevole evento culturale, che ha caratterizzato localmente l’anno 2006 e che ancora non è da considerarsi concluso. Come è stato possibile portare a Manciano, dopo quasi un secolo, il quadro de “Gli 2 Apostoli”, che Pascucci presentò all’Esposizione di Belle Arti di Roma nel 1909 e che fu allora acquistato dalla Galleria di Arte Moderna? Ce lo dice don Lido Lodolini, parroco di Manciano, che ne è stato l’artefice principale. L’idea gli fu suggerita dal mancianese Adriano Rossi, ora abitante a Roma, un cultore del Pascucci, che poi lo ha aiutato nella realizzazione pratica dell’iniziativa. L’opera del Pascucci si trovava ormai confinata nei depositi della Galleria d’Arte Moderna da circa quaranta anni, ma fu ripulita e restaurata una decina d’anni fa. In proposito si dice che il pittore Romano Ballerini si trovò per caso con altri nei corridoi della Galleria quando vide passare degli inservienti che portavano un grande quadro rovesciato; immediatamente Romano esclamò: “Quello è un Pascucci”; andò subito a vedere ed era proprio il quadro de “Gli Apostoli” in fase di restauro. Un notevole appoggio a don Lido è stato fornito dal prof. Luigi Vagaggini, pitiglianese alla Segreteria del Ministero dell’Ambiente, il quale, anche con l’aiuto della dott.ssa Patrizia Giorgetti, ha tenuto i contatti con la Segreteria dell’on. Rocco Buttiglione, allora Ministro dei Beni e delle Attività Culturali, attraverso cui è stato possibile inoltrare una seria richiesta alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea per ottenere il quadro del Pascucci. Localmente l’iniziativa è stata appoggiata dall’Amministrazione del Comune di Manciano, a cominciare dal Sindaco Rossano Galli e dall’Assessore alla Cultura Daniele Pratesi. Inoltre consiglio ed aiuto sono stati forniti a don Lido da Lilio Niccolai, che insieme ad Alfio Cavoli si è spesso occupato della vita e delle opere di Paride Pascucci. Nel dicembre 2005 è cominciato il contatto diretto tra la Parrocchia di Manciano con la Galleria d’Arte Moderna di Roma e la Soprintendente dott.ssa Maria Vittoria Marini Clarelli per verificare la possibilità di mandare in porto l’iniziativa, di non facile soluzione per vari ostacoli che si presentavano. Prima di tutto era necessario convincere i funzionari della serietà della richiesta e bisognava poi fornire tutte le garanzie riguardo alla conservazione e alla sicurezza PASCUCCI HILLA LULU LIN 1999 dell’opera nel luogo dove avrebbe trovato collocazione. Più volte i funzionari della Galleria sono venuti a Manciano per le necessarie verifiche delle modalità e del luogo per ospitare l’opera nella chiesa parrocchiale, dove è stato posto un apposito sistema di allarme, senza contare l’onerosa assicurazione stipulata sia per il trasporto da Roma a Manciano (e viceversa) che per la conservazione in loco. Finalmente, espletate le numerose pratiche burocratiche e fornite le opportune garanzie, è stato emesso il provvedimento di concessione temporanea dell’opera del Pascucci alla Parrocchia di S. Leonardo per il breve periodo della Settimana Santa (10-16 aprile 2006) fino alla Pentecoste (4 giugno 2006). Per fortuna è intervenuta poi un’ulteriore proroga fino a novembre 2006. Il grande quadro di Paride Pascucci è arrivato a Manciano il 12 aprile ed è stato subito esposto su una parete laterale della chiesa. Così il giorno dopo 13 aprile, essendo Giovedì Santo, la lavanda dei piedi – secondo una felice espressione di don Lido – è stata fatta in chiesa sotto il quadro dai “nipoti” mancianesi sotto lo sguardo insieme severo e amorevole dei loro “nonni”. Nel contempo è stato pubblicato un opuscolo, in bella veste tipografica dal titolo “Gli Apostoli” con articoli del sottoscritto, di Alfio Cavoli e di Lilio Niccolai (che l’ha curato) dopo una prefazione di don Lido Lodolini. In questo periodo la notevole opera di Paride Pascucci esposta nella parrocchiale è stata visitata da migliaia di persone (solo nel registro posto vicino al quadro risultano oltre duemila visitatori, la maggior parte dei quali ha rilasciato espressioni ammirate di plauso e di compiacimento). Inoltre don Lido ha preso contatti con la Banca di Credito Cooperativo di Saturnia perché anche il “Venerdì Santo”, altra opera di notevole rilievo di Paride Pascucci di proprietà della Banca, fosse trasferito anche temporaneamente nella chiesa di Manciano, per poter formare una formidabile triade pascucciana di soggetto religioso con “Gli Apostoli” e il “S. Leonardo”, che campeggia sull’altar maggiore. Si rendono necessari i permessi della competente Soprintendenza ai Beni Artistici di Siena per poter arrivare a di Mancian lo strillone manciano.qxp 999 di Manciano 21 04 2007 11:13 Pagina 3 conclusione ed urge nel contempo un’altra proroga dalla Galleria d’Arte Moderna di Roma per il quadro de “Gli Apostoli”. Ma la nuova iniziativa, che dovrebbe essere affiancata ad un Convegno di studi su Paride Pascucci, se realizzata, costituirebbe certo un forte richiamo culturale e turistico. Ci auguriamo perciò che la proposta possa arrivare in porto nel migliore dei modi e possa preludere ad ulteriori azioni, tali da divenire significativi riferimenti culturali e da valorizzare ancor più quel pittore dal carattere così schivo che fu Paride Pascucci. “GLI APOSTOLI” DEL P A S C U C C I A M A N C I A N O : UN’OCCASIONE STRAORDINARIA Andrea Granchi* Il progetto della rinnovata Pinacoteca Aldi Pascucci potrebbe avvalersi anche della fortunata circostanza, peraltro in queste pagine giustamente ricordata, della presenza di una delle opere fondamentali nel percorso “sacro” di Paride Pascucci, quel lavoro di grande respiro che è “Gli Apostoli” in cui, con i severi colori e il segno pittorico dall’impasto caratteristico di quella sua prima centrale maturità, il maestro mancianese descrive vividamente la rituale lavanda dei piedi che si effettuava proprio nella chiesa del suo paese e che è richiamata puntualmente nel bell’articolo di Angelo Biondi. La presenza straordinaria di questo dipinto potrebbe essere anche la chiave per il possibile e auspicabile spostamento dell’altro capolavoro “La veglia del Venerdì Santo”, attualmente ben collocata nella sede locale del PASCUCCI Credito Cooperativo ma la cui dislocazione, pur nella migliore parete possibile e in condizioni di assoluta “sicurezza”, non valorizza pienamente le potenzialità dell’opera, anch’essa di grandi dimensioni, e che necessiterebbe di uno spazio di visione certamente più ampio quale potrebbe essere quello offerto eventualmente da una cappella, dalla navata di una chiesa o comunque da una sala adeguatamente dimensionata. Verrebbe quasi da sospettare, data la ragguardevole misura con andamento orizzontale delle due tele, ed in particolar modo di quella con “Gli Apostoli”, che il Pascucci le abbia pensate davvero per la cattedrale di Manciano, a far da corollario all’opera più giovanile con “L’apparizione della Madonna a S. Leonardo” oggi giustamente collocata sull’altare maggiore. Non ci sono prove certe di questo, si tratta solo di una suggestione, ma una cosa sarebbe sicura: il costituirsi di una “trilogia sacra” che avrebbe pochi raffronti in Italia. Un’aggiunta di assoluto rilievo, si potrebbe ben dire, al già ricco patrimonio territoriale. Noi abbiamo avuto il privilegio, con la direzione della Soprintendenza di Siena, di poter osservare a lungo e in modo ravvicinato, avendo a suo tempo compiuto su di esse operazioni di manutenzione e restauro, due di queste tre opere. Abbiamo quindi una precisa percezione della natura assolutamente singolare e del particolare vitalismo della materia pittorica del Pascucci ed è impossibile non considerare come soprattutto tra “La veglia” e “Gli Apostoli” vi siano delle affinità non solo nella dimensione, ma anche nelle modalità tecnico esecutive e nei sentimenti espressi, entrambe una solenne testimonianza della schietta, profonda devozione della sua gente che egli, proprio in queste due opere, ha voluto documentare per le future generazioni. Basterà soffermarsi ad osservare con attenzione la sequenza di stupefacenti ritratti che fanno da corona alle dodici figure vestite di bianco anch’esse UN SOGNO REALIZZATO D. Lido Lodolini Parroco di Manciano caratterizzate da volti studiati nelle loro singolarità e varietà, certamente con appunti o studi fatti dal vero. Ognuno di essi ha certamente un nome e un cognome ed è colto in un attimo di dinamica partecipazione alla scena: i più giovani che fanno rispettosa ala alle due estremità del dipinto, gli altri concittadini che paiono quasi muoversi, tanto è vibrante il gesto pittorico di Pascucci, a guadagnare un posto nello scenario ormai affollato. E’ un grande, toccante ritratto del popolo di Manciano descritto, senza mai rinunciare alla qualità della pittura, in modo vivido e pieno di carattere, e Paride non abbandonerà mai, è stato più volte ricordato, quei valori severi, duri, talvolta tragici che caratterizzano lo spirito e l’umanità delle sue genti. Vi è sempre in Pascucci una suprema idea dell’insieme e mai una mera somma di dettagli. Anche se egli non rinuncia all’identità dei suoi concittadini di allora: come ad esempio nel ritratto del Montechiari una delle figure identificate con certezza, o nel bimbo chierichetto in piedi in secondo piano cui delinea con crudezza i piedi scalzi, o nella stessa sequenza dei piedi ruvidi e già deformati dagli scarponi chiodati dei contadini Apostoli. Come anche nel tenero particolare del volto sorridente e sereno del bambino in primissimo piano che suona con gioia, un’occasione per lui straordinaria, il “raganone”, o “rogolone” come veniva chiamato a Manciano e a Saturnia, il tradizionale strumento a mano, di solito costruito artigianalmente dai “babbi” e utilizzato una volta all’anno nella Settimana Santa insieme alla “raganella”, per richiamare i fedeli alle funzioni religiose. Sarebbe quindi oltremodo opportuno che, al più presto, le autorità mancianesi trovassero un contatto con la MARCO TISI 2002 LAMPI DI LUCE Stella Morucci L’Amministrazione Comunale ha mantenuto la promessa: Manciano avrà ancora il suo Nuovo Cinema Moderno che per la stagione 2007 presenterà, oltre a proiezioni cinematografiche di livello, un cartellone di rappresentazioni teatrali e musicali. Ma per quanto i nostri amministratori riusciranno a R. MAPPLETHORPE Soprintendenza di Siena che può essere un partner affidabile e decisivo sia per lo spostamento che per la riunione delle opere in questione. E posso dire che la dott.ssa Narcisa Fargnoli funzionaria che ha competenza sulle opere mobili del territorio mancianese, ha già più volte manifestato allo scrivente interesse per un progetto organico che valorizzi in loco le figure di Aldi e Pascucci, un unicum irripetibile nel territorio. Non resta quindi, da parte delle autorità locali, che avviare quel rapporto diretto più volte auspicato. Mi associo quindi a tutti coloro che ritengono determinante fare il possibile perché l’opera “Gli Apostoli”, possa rimanere il più a lungo possibile a Manciano e magari riunirsi nella stessa chiesa che è stata lo scenario per la costruzione di questo altissimo episodio pittorico, con l’altra legata al “Venerdì Santo”, di cui fra l’altro la collezione del Comune conserva un pregevole bozzetto preparatorio recentemente revisionato, a far sì che la riordinata “Pinacoteca Aldi Pascucci”, la possibile “trilogia sacra” in cattedrale e magari anche la “Collezione Aldi” di Saturnia, se la si vorrà nuovamente ricostituire, ritornino a rappresentare le “stanze” di un grande museo del territorio unico in Italia, (da restituire al godimento della propria gente e all’Europa). * Titolare della Cattedra di Pittura all’Accademia di Belle Arti di Firenze è Ordinario della “Classe di Pittura” dell’Accademia delle Arti del Disegno fondata da Cosimo de’ Medici nel ‘500, quella stessa che per due volte attribuì a Paride Pascucci il premio Spranger. Ha ideato e curato per il Comune di Firenze tre edizioni della rassegna internazionale del “Cinema d’Artista” di cui una al Centro Pompidou di Parigi. Direttore tecnico dello “Studio” di restauro di tradizione familiare (il padre noto operatore del Laboratorio Restauri della Soprintendenza fiorentina ebbe l’incarico di intervenire sul Crocifisso di Cimabue) è autore di varie pubblicazioni e cataloghi. Appassionato cultore del nostro territorio ha redatto la guida “Le colline del Fiora” in edizione tipografica e cinematografica (con M. Becattini) ed ha elaborato per conto della BCC di Saturnia il progetto della “Collezione Aldi” con la direzione della Soprintendenza di Siena 3 Il sogno di vedere esposto nella Chiesa Parrocchiale di San Leonardo il quadro del Pascucci “Gli Apostoli” è diventato, lo scorso anno, realtà. Dopo 97 anni la magnifica tela è tornata nella Chiesa dove era stata realizzata. Alcuni di noi vi possono scorgere i volti dei loro bisnonni, tutti possiamo ammirare tanti fratelli nella fede durante la suggestiva rievocazione del gesto di Gesù, che nell’ultima cena, come ci racconta l’evangelista Giovanni “…si alzò da tavola e depose le vesti, e, preso un asciugatoio se lo cinse attorno alla vita. Poi versò l’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugatoio di cui si era cinto” Gv 13, 4-5. Anche oggi il Giovedì Santo ripetiamo questo atto grande di umiltà e di amore del Signore. Agli inizi del terzo millennio abbiamo bisogno di confrontarci e di meditare su questo esempio del Signore Gesù per trovare la strada giusta del dialogo e della solidarietà tra i popoli, nel rispetto delle diversità culturali e di religione. Speriamo di poter ammirare a lungo nella nostra Chiesa questo magnifico dipinto del nostro illustre artista mancianese Paride Pascucci. PASCUCCI L. BIRNBAUM gestire un servizio il cui bilancio è da anni costantemente negativo? Per quanto, al fine di mantenere efficiente un punto di riferimento culturale, un centro di aggregazione sociale ed infine un mezzo di distinzione per il paese, il denaro che potrebbe essere investito in attività materiali più produttive sarà impegnato per riempire la cassa costantemente vuota di un botteghino a cui rari spettatori si avvicinano? La memoria storica del nostro intenso rapporto con il cinema Morini, quel Nuovo Cinema Paradiso nostrano, è ancora viva ed è pervenuta alle giovani generazioni con un bagaglio di sapidi aneddoti, ma, da molto tempo, quel legame è reciso. Non è facile spiegare tanta indifferenza nei confronti del nostro cinema. Non credo sia solo e semplicemente la diffusione del digitale che ha rivoluzionato produzione e distribuzione dei films, o soltanto la tentacolare presenza del mezzo televisivo o il costo del biglietto, granello di sabbia nella giostra di un consumismo sfrenato ad aver allontanato spettatori di ogni età da un luogo confortevole, elegante e sapientemente gestito, ma ciò che è grave è l’assenza costante dei giovani. Parafrasando un’affermazione di Federico Fellini, sostengo che la letteratura, il cinema, il teatro siano la possibilità di entrare in un mondo che assomiglia alla vita stessa senza essere la vita, che sembra un sogno, ma non è un sogno perché al tempo stesso parla di cose concrete e più vicine alla vita: i grandi amori, le grandi avventure, le grandi emozioni. Mentre sul grande schermo seguivo il capolavoro di Benigni “La vita è bella” e la delicatezza del narratore leniva in me l’angoscia del narrato, mi sentivo unita in un legame corale con gli altri spettatori che avvertivano in quella sala cinematografica l’incantesimo e la sacralità di quel momento: quiete e angoscia, realtà e fantasia, speranza e disperazione che assumevano un’evidenza straordinaria sullo sfondo di uno schermo quando la penombra avvolgeva i nostri corpi e dilatava pensieri ed emozioni. Cosa manca dunque ai giovani attesi spettatori del nostro cinema per fruire di quel mondo dai colori tenui, di quegli improvvisi lampi di luce in atmosfere allusive e sfuggenti nell’affascinante mondo di incontri lo strillone manciano.qxp 21 04 2007 11:13 Pagina 4 intensi e costruttivi? Io credo che ad essi non sia stato consentito, per un’educazione sbagliata da parte delle famiglie e della scuola, di usare il mezzo televisivo con consapevolezza e distacco. Infatti il dilagare di una TV deficiente è divenuta una palude infida da cui non si possono tirar fuori coloro che non hanno i mezzi per scegliere, per valutare. Il buon gusto si educa certamente in famiglia sin dalla più tenera età, ma nella scuola, dove chi è preposto all’insegnamento deve poter disporre dei mezzi idonei per compiere il suo mandato, non può mancare un esercizio costante di mediazione fra i richiami prepotenti che tendono scientemente a far divenire i giovani fruitori succubi di mode e un’opera decisa perché i ragazzi divengano agenti della loro crescita. Non basta una grande capacità di affabulazione per far vibrare le più alte voci della prosa e della poesia al fine di educare al gusto estetico, è necessario adoperare anche quel linguaggio persuasivo e potente che proviene da un palcoscenico e da uno schermo. Quest’ultimo così persuasivo e potente (eppur disconosciuto dalla scuola se non in obsolete cineteche) da aver cambiato le nostre vite e i nostri desideri. Il messaggio del cinema ha infatti inventato il divismo trasformando le persone comuni in divi cioè dèi, esseri unici, ognuno espressione di inimitabile bellezza che emanano erotismo mistero seduzione sogno. Il cinema come arte dunque, ma anche cinema come insostituibile sussidio alla conoscenza di una realtà sociale e storica come quella attuale in continuo evolversi, in inarrestabile fermento. Quella realtà a cui la scuola deve aprirsi per permeare l’aria che i ragazzi respirano e assolvere il suo compito di scuola del presente per il futuro. Al festival di Venezia (settembre 2006) sono stati presentati due films “La stella che non c’è” e “Nuovo mondo”, a quest’ultimo è stato attribuito il premio speciale “Opera prima”. Essi, al di là degli eccellenti mezzi scenici di cui si avvale la narrazione, dimostrano essere ambedue validi mezzi didattici. Il primo sulla conoscenza della Cina, non solo come colosso industriale che si è affacciato prepotente al nostro orizzonte, ma come terra di uomini e di sentimenti (come tutte le terre); il secondo sulla emigrazione verso l’America di una famiglia 1 9 9 8 - 2 0 0 6 DALL’AGGREGAZIONE DELLE SCUOLE SUPERIORI DI MANCIANO ALLO “ZUCCARELLI” DI PITIGLIANO Angelo Biondi Il prof. Angelo Biondi, per lunghi anni Dirigente Scolastico dell’Istituto “Zuccarelli” di Pitigliano, comprendente le sezioni associate del Liceo Scientifico e dell’ITIS di Manciano, dal 1 settembre del 2006 è andato in pensione, cogliendoci un po’ di sorpresa. A lui abbiamo chiesto di tracciare un quadro delle Scuole Superiori mancianesi negli anni della sua Presidenza, che ha visto la riorganizzazione scolastica e il passaggio delle due Sezioni mancianesi, prima dipendenti da Scuole diverse, all’Istituto Statale d’Istruzione Superiore (ISIS) “Francesco Zuccarelli”, sotto un’unica Presidenza, compreso l’ITCG di Pitigliano. Nel 1998 con la riforma che modificò profondamente l’assetto della Scuola Superiore, riordinandola su base territoriale, l’Istituto Commerciale e per Geometri “Zuccarelli” di Pitigliano lasciò la sua consistente sezione staccata del Commerciale di Albinia per aggregare le due più piccole sezioni del Liceo Scientifico e dell’ITIS per Chimici di Manciano, prendendo un nome dalla sigla impossibile: ISICSMT “Francesco Zuccarelli” (meglio perciò usare la più sbrigativa sigla generale ISIS). Ricordo ancora le assemblee e le vivaci discussioni intorno alla nuova organizzazione scolastica, dalle quali emergevano in loco due distinte posizioni: mentre l’ITIS era ben lieto di aggregarsi allo “Zuccarelli” nella speranza di scongiurare la sua chiusura, auspicata proprio dall’ITIS di Grosseto da cui allora dipendeva, notevoli erano i dubbi e le perplessità del Liceo Scientifico, perché non era facile passare dal Liceo Classico di Orbetello della PASCUCCI JOSEPH BEUYS proveniente dal più arcaico entroterra della Sicilia agli inizi del ‘900 dunque quanto mai efficace per farci capire che ogni migrazione ieri e oggi è sinonimo di sofferenza. Rare sono le voci narranti nella letteratura e nella storia atte a penetrare, come quelle immagini e quei dialoghi, il nostro animo e liberarlo dalla significazione di “diverso” che si dà ad un altro uomo. Credo infatti che le espressioni di razzismo dilagante negli stadi e sui muri delle città, di cui finalmente si sta prendendo coscienza, siano originate dalla ignoranza di chi non ha recepito culturalmente le immani tragedie della storia e di quelle espressioni molti giovani, sia che disegnino una svastica sia che si avvolgano il volto con un kefia, si fanno scudo per nascondere la loro ignoranza, per poter avere quella visibilità culturale che nessuno li ha aiutati a raggiungere. Cinema e teatro non come artefatti della vita, ma vita stessa che pulsa da un telo bianco o sulle tavole di un palcoscenico, mezzi per approfondire notizie, ma soprattutto per affinare la nostra percezione, la nostra memoria, l’immaginazione e l’emozione. Infatti là dove l’immaginario diviene simbolo e metafora non mettono le loro radici la noia e l’afasia sentimentale che sono le peggiori artefici di quei comportamenti giovanili che ci sconcertano, talvolta ci sconvolgono, ma che io valuto essere frutto di sofferenza e solitudine. stessa area umanistica alla coesistenza con un Istituto di area tecnica, ma anche perché, sotto sotto, non era vista di buon occhio una aggregazione a Pitigliano (per di più con un Preside ritenuto “pitiglianese”). Il sottoscritto, che non mancò di chiarire che le sezioni mancianesi sarebbero state trattate alla pari, si sforzò subito di creare condizioni valide di coesistenza tra i vari indirizzi del nuovo Istituto, pur nella necessaria impostazione di un conduzione unitaria; nel contempo ereditò una situazione molto difficile per la sede del Liceo Scientifico, mentre quella dell’ITIS era passabile, benché bisognosa di aggiornamento soprattutto nelle attrezzature. I locali del Liceo Scientifico erano posti nell’ala bassa della Scuola Media, su via dell’Imposto (ora Largo D’Antona); soffrivano di umidità (le aule erano sotto un terrapieno), erano privi di alcuni essenziali requisiti per essere in linea con le norme di sicurezza e soprattutto si allagavano periodicamente, quando le piogge si facevano più insistenti. Dotare il Liceo Scientifico di Manciano di una sede idonea fu il primo significativo banco di prova della collaborazione tra la Presidenza della Scuola e gli Enti Locali: Comune e Amministrazione Provinciale. Dopo aver rintuzzato con decisione il tentativo di qualche funzionario della Provincia di risolvere il problema con alcuni adeguamenti, che sarebbero stati un inutile palliativo, insieme all’Amministrazione Comunale identificammo nel fatiscente edificio delle ex Scuole Elementari di piazza Garibaldi (già sede USL) la soluzione, che aveva bisogno di essere ben supportata perché i tempi fossero brevi. I problemi più gravi si presentarono, al solito, sotto il profilo finanziario: la Provincia poteva mettere a disposizione le somme per l’adeguamento della vecchia sede, ma insufficienti per la nuova, il Comune aveva uno stanziamento soprattutto per il tetto. Mettendoci insieme riuscimmo in un’impresa apparentemente semplice, in realtà piuttosto difficile per gli ostacoli burocratici sempre in agguato: creare le opportune sinergie, utilizzando fondi di amministrazioni diverse per lo stesso fine, facendo combaciare progetti diversi in relazione alle esigenze presentate dalla scuola, escogitando idonee soluzioni. In questo caso fu notevole la collaborazione di Comune e Provincia tra loro e con la Scuola e si arrivò così all’inaugurazione della nuova sede agli inizi dell’anno scolastico MO PRIGGIO e corr c MA o de gran zio; o fitti e, pa om o s u ’ p l e c l p E’ A ovunqu tati tro ri, inve oc an ri pi Di medi rtutto. e b l i. ro; pe ti a mol o i ram n’è dap zzi l’alt da n re en ezza i, ce disp pret si sp ome no o non lo non l cielo c el un da che ramosc to giù a t nu Bas he un o ve g c c i n a t bas sere l’u Lessin s RO di e AVO L N BUO 4 2002-2003, ottenendo tra l’altro un duplice obiettivo: una sede finalmente idonea per il Liceo Scientifico e il recupero di un edificio storico di una certa dignità architettonica, avviato al degrado. La Scuola otteneva anche un altro risultato; la vicinanza delle due sezioni dell’ITIS e del Liceo Scientifico consentiva nell’immediato l’uso della palestra comunale senza perdite di tempo nei trasferimenti, in prospettiva la possibilità di un uso integrato dei laboratori. Si deve ricordare che anche la palestra è stata poi oggetto di un intervento dell’Ente Locale per recuperare i requisiti fondamentali di agibilità. Nel frattempo si operava a tappe uno svecchiamento graduale delle dotazioni dell’ITIS, a cominciare dal Laboratorio di Informatica, mentre la Presidenza coglieva al volo la possibilità di farsi assegnare dal Ministero un posto di Ufficio Tecnico per la piccola sezione dell’ITIS, che poi si è rivelato utile per tutta la Scuola. Il Laboratorio di Chimica, basilare nella formazione degli alunni di tale indirizzo, è stato migliorato un po’ alla volta nelle dotazioni, compreso l’oneroso acquisto di armadi blindati, dotati di dispositivi di sicurezza per lo stoccaggio di reagenti e materiali chimici; in quest’ultimo periodo lo stesso Laboratorio e l’edificio dell’ITIS sono oggetto di intervento da parte della Provincia per l’adeguamento alle norme antincendio. Sotto il profilo didattico molteplici sono state le iniziative che hanno trovato regolare collocazione nel POF anno per anno e che sarebbe qui troppo lungo elencare. Vanno però ricordate alcune attività per il loro particolare rilievo: il Corso per l’educazione all’autoimprenditorialità, su cui il sottoscritto ha insistito molto, mancando nella zona qualunque iniziativa che fornisse ai nostri giovani cognizioni e pratiche per il possibile esercizio futuro di attività imprenditoriali; questo Corso ha investito le classi quarte e quinte di tutta la Scuola sia a Pitigliano che a Manciano, differenziandosi opportunamente a seconda dei diversi indirizzi (Commerciale, Geometri, Chimici, Liceo Scientifico). Importante è stata anche l’iniziativa del Corso di Inglese in Gran Bretagna, iniziato dalla prof.ssa Querci e continuato con impegno dalla prof.ssa Liuzzi (e dalle prof.sse Giannelli e Giocasta a Pitigliano). Il Corso, effettuato per vari anni ai primi di settembre, ha aiutato molti ragazzi a rafforzare la loro conoscenza dell’inglese, oggi così indispensabile. Non sono mancati, nei limiti del possibile, corsi di approfondimento della ABSALON PASCUCCI lingua italiana per alunni stranieri iscritti alla Scuola, una necessità sempre più impellente, considerando l’aumento evidente di studenti stranieri nella nostra Scuola negli ultimi due-tre anni (da paesi di lingua spagnola, rumeni, marocchini); in proposito va tenuta in considerazione l’adesione all’iniziativa “Scrittori di pace”, curata soprattutto dalla prof.ssa Modesti. Negli ultimi due anni si è realizzata una specifica progettazione per un alunno disabile (o diversamente abile, come ora si usa dire) iscritto all’ITIS, con un “Progetto Diogene”, evolutosi poi in un “Progetto Ambrosia”, che può diventare un buon modello per l’attività del sostegno non solo per altri casi nella nostra Scuola, ma anche per altre Scuole della Provincia. Infatti il Progetto Diogene prevedeva un particolare percorso per l’alunno disabile, che coinvolgeva anche il Centro Impiego di Manciano e operava una stretta collaborazione con la Scuola Media di provenienza per il miglior inserimento possibile all’ITIS (di particolare aiuto è stato il prof. Lenzo, valido docente di sostegno dell’alunno nella Scuola dell’obbligo). L’esperienza si è evoluta quest’anno nel “Progetto Ambrosia”, che prevede una collaborazione con l’Istituto Professionale Alberghiero di Grosseto atta ad avviare una qualificazione dell’alunno disabile, che lo possa portare anche a sbocchi futuri di lavoro. Progetti simili sono ancora pochi a livello nazionale e il nostro è il primo del genere in Provincia di Grosseto. Riguardo ad attività dirette verso l’esterno si deve senz’altro ricordare l’IFTS per formare “tecnici del termalismo”, realizzato dal 2001 al 2003 in collaborazione con l’Associazione Industriali, le Università di Pisa e di Siena, le Terme di Saturnia, la Provincia di Grosseto e vari altri Enti ed Associazioni. L’IFTS, realizzato presso l’ITIS, utilizzandone aule, laboratori e strutture, ha avuto un buon riscontro e i corsisti che si sono seriamente impegnati hanno poi trovato uno sbocco di lavoro. Nelle sezioni associate di Manciano dell’ISIS “Zuccarelli” si è riscontrata una discreta collaborazione con la maggior parte degli insegnanti e del personale ATA e si deve sottolineare il valido e costante aiuto e cooperazione forniti dai Collaboratori del Dirigente Scolastico: il prof. Enzo Sbrolli prima e poi la prof.ssa Diana Giacobini per il Liceo Scientifico, il prof. Lodovico Musiari per l’ITIS, a cui si deve di Mancian lo strillone manciano.qxp di Manciano 21 04 2007 11:13 Pagina 5 aggiungere la grande disponibilità dell’assistente Fiamma Detti e dell’ITP Claudio Paganucci, responsabile dell’Ufficio Tecnico. Il lavoro svolto in questi anni ha ottenuto un buon riscontro con il consolidamento e la crescita delle sezioni di Manciano; l’ITIS, ereditato a rischio di chiusura e con una classe in meno, ha recuperato nel tempo le sue cinque classi e vive in tranquillità con tutte le condizioni per mantenerle; il Liceo Scientifico non solo ha recuperato una classe che un anno non si era formata, ma negli ultimi tre anni ha registrato un consistente incremento, tanto che quest’anno si sono formate per la prima volta due classi prime, portando il numero degli alunni iscritti al picco di 115, ben oltre la fatidica soglia di 100, mai superata prima. Si pone già il problema di trovare altri spazi per il Liceo Scientifico, che comincia a diventare insufficiente, essendo stato necessario già quest’anno razionalizzare al massimo quelli esistenti, con qualche sacrificio. Su queste basi auguro al mio successore nella Presidenza dell’ISIS “Zuccarelli”: prof. Enzo Sbrolli, che ben conosce la nostra Scuola, di poter proseguire nell’ambito dei buoni risultati finora raggiunti. UN’INIZIATIVA DI INTEGRAZIONE S O C I A L E La riabilitazione psicosociale rappresenta un percorso che accompagna la persona da una situazione di malattia e di carenza in vari ambiti della vita verso il maggior grado possibile di espressione individuale, offrendo al soggetto la possibilità di confrontarsi gradualmente con le proprie necessità e con le richieste dell’ambiente. Nell’ambito di questo panorama il Gruppo Sportivo “Lo Scandilo”, sorto nel marzo del 2001, si dimostra un valido strumento per il raggiungimento dei fini riabilitativi dei quali si occupa l’Unità Funzionale di Salute Mentale Adulti del Distretto Zona 2 di Orbetello. I risultati che il Gruppo Sportivo persegue consistono nel: - consolidamento delle capacità relazionali tramite l’attività ABSALON PASCUCCI GIANNI ROCCA 2000 sportiva di gruppo, che presuppone la condivisione delle difficoltà, recuperando schemi di comportamento adeguati, nonché la fiducia in se stessi e nei propri mezzi. - sperimentazione di rapporti spontanei e nuovi in una situazione parzialmente protetta. - ampliamento della rete sociale attraverso la sensibilizzazione e la collaborazione dei vari Enti presenti nel territorio locale. In linea con gli obiettivi in questione il 9 gennaio scorso è stato disputato a Capalbio, sul campo sportivo “Silvio Tronchetti Provera” di Borgo Carige, il quadrangolare di calcetto che ha visto come protagonisti l’Associazione Sportiva “Lo Scandilo”, la NIV (Nazionale Italiana Velisti), il CRO (Circolo Ricreativo Ospedaliero) di Orbetello e la Seleçao Sacerdoti Italia. La manifestazione, chiamata “Sportivamente in Maremma” dagli organizzatori del Distretto “Colline dell’Albegna”, è stata caratterizzata da un’ottica solidale assolutamente innovativa in relazione all’integrazione sociale di persone con problemi di salute mentale. Il primo posto è stato conquistato dallo Scandilo ai rigori 6 a 5 sulla Nazionale Velisti, alla quale è stato assegnato il secondo premio. La terza posizione è andata alla Nazionale Sacerdoti e il quarto premio è stato ritirato dal Circolo Ricreativo Ospedaliero di Orbetello. Tutti i Comuni del Distretto “Colline dell’Albegna” hanno dato il patrocinio per la realizzazione di questa manifestazione e il Comune di Capalbio e di Monte Argentario hanno anche offerto un contributo per l’organizzazione. Diversi enti privati si sono uniti per offrire un contribuito materiale finalizzato alla realizzazione di questo momento di solidarietà. Il quadrangolare di calcetto ha visto la partecipazione delle seguenti personalità: Assessore al Sociale di Orbetello Erasmo Scotto, Assessore allo Sport di Orbetello Pietro Carotti, Direttore del Distretto D.ssa Paola Bonini, Dott.ssa Renza Capaccioli e Piergiorgio Pierfederici, Assessore Sanità DIFFERENZIARE, U N I N U T I L E E S E R C I Z I O ? del Comune di Monte Argentario Dott. Giuseppe Di Santi, Presidente Lega Calcio UISP Dott. Luzzetti, Sindaco di Capalbio Lucia Biagi, ViceSindaco di Capalbio Luigi Bellumori, Nadia Burlandi e Sergio Innocenti del Comune di Capalbio, Comincio Migliorino e Andrea Giani del C.R.O., Dott. Enrico Agosti del Centro Diurno dell’ASL ROMA/E, Dott. Filippo Brogi del Distretto “Colline dell’Albegna”, Dott. Rodolfo Amati come tecnico impianto audio e Luca Terrosi della Cooperativa “Uscita di Sicurezza”. Al termine della partita si è svolta la premiazione presso la sala polifunzionale dell’Impianto Sportivo e alle h. 18 un dibattito coordinato dal ViceSindaco di Capalbio con il saluto iniziale del Sindaco. Sono intervenuti il Dott. Filippo Brogi, medico psichiatra del Distretto Zona 2, che ha illustrato l’esperienza del calcio come terapia riabilitativa attuata in Maremma, il Dott. Enrico Agosti, psicologo della ASL E di Roma, che ha parlato della terapia con la barca a vela realizzata presso il Centro Diurno di Via Montesanto, 71 grazie anche alla stretta collaborazione con la NIV. Infine c’è stata la testimonianza di Giovanni Costanzo, una persona che ha raccontato i grandi benefici ottenuti con l’esperienza del calcetto. Questa manifestazione ha dimostrato che grazie alla collaborazione di vari soggetti ed Enti della rete sociale, che si attivano e si mettono in relazione, è possibile concretizzare un’opera di integrazione sociale, sensibilizzazione ed informazione, stimolando la nascita di nuovi progetti da condividere e realizzare, nonché la riconquista di una dimensione sociale da parte dei singoli, che hanno la possibilità di rivalutare la propria esistenza integrandosi sempre più con l’ambiente e il contesto di appartenenza. PASCUCCI S. RICKETT JOSEPH BEUYS RIFIUTI URBANI E … A L T R I RACCOLTA DIFFERENZIATA Gileo Galli Sono argomenti che scottano. Smaltimento e distruzione dei rifiuti. Grandi problemi degli esperti, degli scienziati, ma soprattutto dei pubblici amministratori, i quali spesso si trovano in serie difficoltà. Come è noto, nessuno vorrebbe discariche nelle vicinanze della propria città, né inceneritori o cogeneratori , di cui oggi tanto si parla. Di questi ultimi c’è chi dice che sono indispensabili, che arrecano meno danno possibile all’ambiente, vi sono invece comitati di protesta che asseriscono il contrario. Indovinala grillo! Ognuno sente giusta la propria verità, spesso senza volerla confrontare con quella di altri. Dicono gli studiosi in materia che sarebbe bene produrre il meno possibile rifiuti di qualsiasi genere e questa indubbiamente è la migliore ricetta. Ed un altro rimedio esiste per rendere più snello ed anche meno costoso il problema, tramite la raccolta differenziata e quindi il riciclo di materiale recuperato. Da una recente trasmissione televisiva di Corrado Augias risulta che detta raccolta viene effettuata nel Nord Italia al 35%, al Centro il 18%, al Sud l’8%. Da questi dati si evidenzia quanto sia poco sentita una cosa tanto pubblicizzata e raccomandata, per quanto utile. Eppure non è un lavoro difficile e nemmeno sacrificato, mettere negli appositi cassonetti adibiti a materiale diverso, basta un po’ di buona volontà! C’è invece gente che getta tutto nei contenitori dei rifiuti non riciclabili. Alcuni dicendo che sono stati rimossi i cassonetti e rimangono troppo distanti, e non considerano che tali rimozioni sono a volte di natura tecnica per facilitare la raccolta o perché l’Ente pubblico deve stare in regola con il C.d.S.. Ci sono automobilisti che transitando sulle strade extraurbane lasciano immondizia sulle banchine. E pensare che a causa della mancata volontà o per la negligenza, oltre al degrado dell’ambiente corre un costo maggiore a carico di tutta la collettività. A ragione c’è da domandarsi quale cultura civile si sta vivendo! 5 A parte la impossibile dislocazione, che più infelice non si può, di alcuni cassonetti che sono di serio intralcio al traffico e che, se non svuotati quotidianamente, diventano un “suggestivo immondezzaio”, alcuni cittadini di Saturnia si chiedono e ci chiedono se è vero che il loro impegno di differenziare la raccolta dei rifiuti, diventi un’ozioso ed inutile esercizio. Avanzano cioè il dubbio che tutto, vetro, carta, plastica ed organici, finisca in un unico grande calderone, insieme ai rifiuti indifferenziati, con buona pace del loro senso civico, e in barba agli inviti che ormai provengono da tutto il mondo. Noi crediamo che si tratti di cattivi pensieri di soliti malpensanti verso le pubbliche amministrazioni. Ma se i malinformati avessero ragione? Sarebbe davvero uno scherzo di cattivo gusto. Sarà meglio chiedere conferme a chi ne sa più di noi: l’assessore all’Ambiente e il COSECA. UN CONTRIBUTO DI C I V I L T À Marcello Santarelli, Governatore della Confraternita di Misericordia La Confraternita di Misericordia di Manciano, è un’associazione storica di volontariato sorta nel 1591. Per iniziativa principale del sig. Benedetto Meloni, il 3 maggio 1890, si ha la trasformazione della secolare “Compagnia del SS. Sacramento” in “Compagnia del SS. Sacramento e Misericordia” con il fine di assistere gli ammalati e trasportarli agli ospedali, e per dare decorosa sepoltura ai defunti. Questa iniziativa nacque dall’esempio delle Confraternite delle Misericordie, che, soprattutto in Toscana, avevano da secoli una notevole diffusione. Iniziò la sua attività con una barella a spalla e dal 1890 al 1899 riuscì a compiere 443 servizi. Nel 1901 si provvide a sostituire la barella con un carro-lettiga trainato da cavalli in grado di compiere viaggi anche di 70 km. Nel 1921 per volere del Magistrato e con il PASCUCCI ADRIAN PACI contributo della popolazione venne acquistata la prima autolettiga che rendeva i servizi più comodi, ma soprattutto più veloci. Nel 1929 inizia la costruzione del palazzo come sede propria dell’Associazione. Nel 1974 il corpo sociale dell’Associazione approva il nuovo statuto e varia il nome da “Compagnia del SS. Sacramento e Misericordia” a “Fraternita di Misericordia di Manciano”. Nel 1979 con l’avvento della riforma sanitaria l’Associazione dovette far fronte a sempre maggiori richieste di intervento acquistando nuovi e più moderni mezzi di soccorso. Nel 1982 istituisce il servizio di distribuzione delle casse funebri ai soli soci, e quindi non per fini di lucro, ma con ulteriore contributo agli interventi di carattere sociale. La chiusura dell’Ospedale Aldi Mai e l’istituzione del 118 obbligarono la Fraternita in un gravoso impegno dimostrando capacità di intervento e attenzione ai problemi sociali. Furono organizzati corsi di pronto soccorso per i cinquanta volontari e acquistati nuovi mezzi per le emergenze. Attualmente la Misericordia di Manciano garantisce il servizio di 118 per il Comune di Manciano, e la postazione di 118 presso l’Ospedale di Pitigliano per i Comuni di Sorano e Pitigliano. Il nostro parco macchine è costituito da 7 ambulanze, 6 autovetture e 2 autofunebri. Effettuiamo trasporti sanitari, sociali e funebri su tutto il territorio nazionale. Un’ambulanza con nostri volontari è sempre presente alle partite di calcio delle squadre di Manciano, Montemerano e Marsiliana. Siamo presenti durante le corse ciclistiche e le varie manifestazioni organizzate dalle diverse Pro Loco e dalle sezioni AVIS di Manciano e Sorano. Spesso vengono organizzati corsi di aggiornamento di primo e secondo livello, tenuti generalmente dai medici del 118 della postazione di Manciano. L’Associazione è finanziata dal contributo di circa 3.500 soci, dai viaggi sanitari che effettuiamo per conto della ASL e di privati cittadini. Un notevole sostegno economico ci viene dato dalla Banca di Credito Cooperativo di Saturnia, dal Comune di Manciano, dalle Terme di Saturnia, dal Caseificio Sociale di Manciano, dalla pro loco dei Poderi, dall’ARCI di Manciano e da tanti soci che ci lasciano una piccola offerta, segno del loro attaccamento all’Associazione. Abbiamo personale volontario che si cura degli ammalati e degli anziani, personale addetto alla cernita del vestiario ed altri che operano per attività caritative. Siamo un’Associazione di ispirazione cristiana, che opera per il bene degli altri. Il nostro personale e i nostri mezzi sono lo strillone manciano.qxp 21 04 2007 11:13 Pagina 6 a disposizione per gravi calamità naturali come terremoti e alluvioni. Svolgiamo una gran mole di lavoro sul territorio, nell’anno 2006 abbiamo effettuato qualcosa come 4.556 interventi. Per il terzo anno consecutivo gestiamo un progetto di Servizio Civile per “Assistenza domiciliare leggera” alla popolazione. Durante le ore diurne il personale è in grado di rispondere a varie esigenze della popolazione di Manciano come: spesa assistita, servizio pronto farmaco, disbrigo pratiche burocratiche, sostegno psicologico, ecc… Durante il 2005 sono stati effettuati 2.350 interventi. Siamo lontani dai grandi ospedali con una popolazione in prevalenza in età avanzata o anziana. Per dare un’assistenza adeguata ci servono mezzi efficienti e tanti volontari. Per questo, invito tutti, senza distinzione di sesso o età, ma soprattutto i giovani, che sono il nostro futuro, ad avvicinarsi alla Misericordia per dare il loro contributo di volontariato. Sarete bene accolti, imparerete cosa significa fare del bene agli altri, a persone che stanno male e spesso non sanno a chi rivolgersi, ma che vi ripagheranno con un grazie o con un semplice sorriso. Si informa che dal 2 ottobre 2006 è attivo presso la Fraternita di Misericordia di Manciano un servizio civile di assistenza “domiciliare leggera” alla popolazione. In particolare, nelle ore diurne, il personale messo a disposizione dall’Associazione sarà in grado di rispondere a varie esigenze della popolazione di Manciano, come ad esempio: accompagnamento e trasporto sociale; spesa assistita; supporto alle attività domiciliari alla persona; disbrigo di pratiche burocratiche; sostegno psicologico Per usufruire di tale servizio sarà sufficiente telefonare presso la sede della Fraternita ai seguenti numeri telefonici: 0564 620123 / 629751 4 0 O P E R E D I GIULIANO CIOLFI ESPOSTE NEL PALAZZO COMUNALE Il Comune di Manciano ha voluto celebrare l’opera e la memoria dello scultore mancianese Giuliano Ciolfi con una esposizione, all’interno del Palazzo Comunale, di circa 40 opere, fra sculture e bassorilievi, tra le quali alcune statue in marmo di ispirazione religiosa – Profeta Elia, Giosuè a Gerico – e mitologica – Nausicaa, Helena, Eolo. Giuliano Ciolfi, scomparso il 29 maggio dello scorso anno, era, infatti, nato a Manciano nel 1931 e si era trasferito giovane a Torino, dove ha lavorato come insegnante, trovando il tempo per dedicarsi, da autodidatta, alla sua vera grande passione, la scultura. Ha iniziato con il legno per passare negli anni successivi all’uso di materiali più nobili, soprattutto il marmo, fino alla scoperta di pietre particolari, come l’arenaria con la quale ha realizzato la splendida scultura informale Primus Homo, esposta a Manciano di fronte all’ingresso delle scuole elementari. “Giuliano Ciolfi – come scrive la professoressa Sandra Lucarelli – ha sempre avuto un rapporto di assimilazione con la materia scolpita, per lui il marmo o la pietra è stata l’espressione della sua stessa vita, una costante del proprio essere. La polivalenza delle tematiche scandisce un ritmo sui passi della classicità, figure che rappresentano un messaggio nel tempo che si dipana come il gomitolo della storia … Tutto ha un magnetismo calamitante attorno al suo Autore, i personaggi non se ne discostano mai, lo rappresentano e lo interpretano in ogni momento. E’ una pirandelliana reversibilità in cui Autore e personaggio non possono fare a meno l’uno dell’altro. La forma è finalmente liberata e rappresenta l’equivalente dell’anima”. Scultore “di salda e inattesa omogeneità”, come è stato definito, capace di produrre immagini semplici dotate di “un alto grado di comunicabilità”, Ciolfi aveva scelto di trascorrere gli ultimi anni di vita a Manciano, cui era rimasto lontano per oltre cinquant’anni, pur rimanendo sempre profondamente legato al ricordo della sua infanzia, della gente, del paesaggio, dell’ambiente e della cultura. Ricordi che, come lui stesso diceva, gli apparivano come sogni, i sogni che infine ha trasposto nelle sue opere. “Abbiamo voluto dedicare questo omaggio a Ciolfi – spiega l’assessore alla Cultura, Daniele Pratesi – per celebrare la memoria di uno degli artisti più illustri espressi dalla nostra comunità, benché vissuto per la maggior parte della propria vita fuori Toscana. Il nostro impegno è quello della memoria, ma anche della valorizzazione dell’opera di Ciolfi, sia nel suo comune di origine che fuori. In questo modo abbiamo anche dato una risposta alla volontà della famiglia, che ha più volte espresso il desiderio di poter lasciare le opere di Ciolfi a Manciano, che poi è il luogo fisico e spirituale dal quale l’artista ha tratto gran parte della sua ispirazione”. IL COMUNE DEDICA UNA STRADA A MARCO PANTANI Si è tenuta sabato 17 febbraio, a Poggio Murella, la cerimonia con la quale il Comune ha intitolato una strada a Marco Pantani, “per i suoi meriti sportivi e per la sua vicenda umana, senza elevare giudizi, ma semplicemente celebrandolo per le emozioni che ci ha dato” come ha sottolineato il sindaco, Rossano Galli. Il Pirata, infatti, era di casa a Manciano. Molti lo ricordano a caccia con gli amici, in bici con Massimiliano Lelli, allegro nei momenti migliori della sua vita, taciturno quando le cose hanno cominciato a girare male. Qui, nella piccola frazione di Poggio Murella, Marco Pantani era soprattutto l’amico che veniva in vacanza protetto dall’affetto e dalla discrezione della gente. La sua tragica scomparsa, il 14 febbraio del 2004, ha lasciato un vuoto che si sente ancora tra la gente. E infatti c’era tutto il paese a celebrare questo momento “di grande emozione e, finalmente, poca retorica – ha commentato il padre, Paolo Fernando Pantani -. Ho vissuto tante iniziative di commemorazione da quando Marco ci ha lasciato, ma mai come qui ho sentito l’affetto della gente”. C’erano anche tanti amici del mondo della bici, insieme ad amministratori e giornalisti. La strada Pantani, manco a dirlo, è in salita e passa vicino alla casa nella quale il pirata trascor- nuova esperienza “con la volontà di dare un contributo costruttivo di idee e iniziative affinché le pari opportunità in senso lato siano davvero per tutti. Intendendo con questa formula lo sforzo congiunto di istituzioni, cittadini, organi preposti, ad affermare il diritto alle categorie più deboli, quindi non solo le donne, ma anche le classi sociali più disagiate, gli immigrati, i più giovani, i disabili, gli anziani, ad avere le stesse opportunità di accesso ad ogni manifestazione della vita sociale”. A Mara Redi gli auguri di buon lavoro dalla redazione de “Lo Strillone” FIORA E ELSA IN VIGORE IL DIVIETO D I P E S C A A.P.S. Manciano 2000 L’A.P.S. Manciano 2000, società di pesca sportiva, rende noto, a tutti i pescatori, l’attuazione di due progetti per la salvaguardia dell’ittiofauna e del mantenimento dell’ambiente in due corsi d’acqua della zona. Da una collaborazione dei pescatori locali con l’Ente Provinciale (Sig.ra Ilaria Caponi) ed il Comune di Manciano (Sig. Roberto Bulgarini), è nata appunto l’idea della reintroduzione delle specie acquatiche autoctone, con l’immissione di avannotti e la regolamentazione specifica delle suddette zone. Le zone interessate riguardano due tratti, rispettivamente del fiume Fiora e del torrente Elsa. Nel Fiora sono stati immessi in quantità sostanziosa esemplari di Barbo Canino, specie autoctona ed in via di estinzione, nel tratto che va da “Fosso bianco” fino al “Ponte di ferro” in località Scarcera. Nel torrente Elsa, invece, acqua classificata di categoria A, ovvero a salmonoidi, si è provveduto ad immettere avannotti e piccoli esemplari di trota Fario nel tratto che va dal ponte sulla strada provinciale 67 Campigliola, alla diga del “Vecchio mulino Vignali”. Nei suddetti tratti, ovviamente, per un periodo di due anni, è vietata la pesca, e sono state apposte le tabelle, fornite dall’Ente Provinciale, che ne segnalano lo stato e delimitano i confini. M A R E M M A CONVIVENZA DI PIÙ MODI DI GODERSI LA VITA Andrea Arrighi LETIZIA CARIELLO 2003 PASCUCCI reva le vacanze. Una salita, spiega il padre, che a Marco piacque fin da subito, tanto che decise di provarla in bici e la faceva ogni vota che veniva qui. A segnalarla una targa in marmo, su un palo al quale è appoggiata una bicicletta in ferro battuto, lasciata come se Pantani avesse appena finito la “scalata” della salita. E anche questo “monumento” ha una storia tutta sua: la bici è stata realizzata dalle Officine Ragnini di Pitigliano, disegnata da Federico Ragnini, grande appassionato di ciclismo, come il padre e il fratello, grande ammiratore di Pantani. All’organizzazione della manifestazione hanno collaborato, con l’Amministrazione Comunale, la locale Pro Loco e la Soc. Filarmonica “P. Mascagni”. U N A N U O V A PRESIDENTE PER LA COMMISSIONE PARI OPPORTUNITÀ La Commissione Comunale per le Pari opportunità di Manciano ha una nuova presidente. Si tratta di Mara Redi, che subentra a Serena Bergamaschi, recentemente nominata assessore al Commercio e al Turismo dal sindaco Rossano Galli. Resta invariata la composizione della Commissione, che prevede 14 commissarie tra cui, di diritto, le consigliere comunali. Alla vicepresidenza è confermata Seila Bandiera. Mara Redi, mancianese, imprenditrice agricola, gestisce un agriturismo. Da tempo impegnata in politica affronta questa 6 Sono ormai tre anni che faccio il pendolare tra Milano e quella che per me è un’altra grande “metropoli” formata da Grosseto, Orbetello, Manciano, Saturnia, Capalbio, gli altri paesi limitrofi fino ad arrivare nel viterbese. Ora ho deciso, anche grazie alla nascita di un figlio, di far si che la mia base sia soprattutto la Maremma. E’ qui che mi sembra di aver trovato la convivenza di modi differenti di … godersi la vita. Se può essere molto limitante pensare di vivere in un solo piccolo paese come Manciano è invece molto stimolante credere di vivere in un grande luogo dove ogni giorno, a seconda del tempo libero a disposizione, si può scegliere di star bene, godersi la vita o anche di lavorare. Recentemente ho iniziato a esercitare la mia professione sia a Grosseto che a Manciano, ma ho anche passato giornate a scrivere vicino alla spiaggia della Feniglia o sul Monte Argentario. Forse è grazie a queste possibilità che mi è venuto in mente che la Maremma stessa, almeno per come la vivo io e le persone che più frequento, mi è apparsa come una “convivenza pacifica del buon vivere”, simile ad un luogo dove più culture possono dialogare tra loro nel rispetto delle reciproche differenze. Anche le “antipatie” avvertibili tra gli abitanti dei vari paesi mi sembra siano espresse in un modo amichevolmente violento: è come una conflittualità fatta di simpatia, una sorta di competizione goliardica analoga a quella tra pisani e livornesi descritta dagli esilaranti titoloni del “Vernacoliere”. Credo che sia quindi un insieme di possibilità a rendere così piacevole questo luogo o insieme di luoghi: se una persona abita a Manciano o a Pitigliano, ma anche a Poggio Murella, può decidere di passare i giorni festivi, ma anche il dopo-lavoro, o la serata, a seconda della stagione, a farsi un bagno nelle calde acque di Saturnia, sulle spiagge dell’Osa, al lago di Bolsena, o sulla montagna, raggiungendo in breve tempo l’Amiata. Anche il cibo riesce ad essere abbondante ed economico, quasi dovunque, ed i ristoranti da segnalare sarebbero diversi. Le occasioni culturali non di Mancian lo strillone manciano.qxp di Manciano 21 04 2007 11:13 Pagina 7 mancano: a parte i tanti paesini maremmani e della Tuscia ricchi di storia e di centri storici incantevoli, trovo spesso dibattiti, iniziative, feste e festival teatrali che non mi lasciano tempo per rimpiangere le grandi città in cui ho vissuto, Milano ed anche New York. E se a volte l’atmosfera della metropoli mi manca, arrivo a comprendere, in questa “metropoli maremmana” perfino Roma vista come capolinea di una ipotetica rete di luoghi collegati tra loro. Una sera siamo andati addirittura al cinema nella capitale; non è così comodo, ma si può fare. A QUANDO LE QUOTE AZZURRE? Licia Bianchini Lucchini Il 4 novembre dello scorso anno sono stata invitata ad un incontro di donne. A parte i primi sguardi curiosi ed io, come sempre in queste occasioni, dubbiosa di poter trasmettere le emozioni del mio cuore. Dunque si inizia con la esposizione di analisi e cronache delle conquiste delle Donne. Si sono alternate sul palco quattro Donne intelligenti e persuasive nonché la Presidente della Commissione per le Pari Opportunità, e recentemente promossa all’importante incarico di assessore al Commercio e al Turismo, signora Serena Bergamaschi. Conosco da tempo questa piccola Donna volitiva che è assurta a traguardi preziosi nonostante l’impegno diuturno di lavoro e della famiglia. Le Donne non dovrebbero mai arrendersi e, ammirata da tanto coraggio, auguro a Serena i migliori anni avvenire. Dunque “Le Donne” protagoniste nei secoli di dedizione, coraggio e altruismo. Anch’io, a soli 16 anni provai questo, scegliendo di donare impegno e amore nella collaborazione con i due Tenenti che, interrompendo i miei sogni di fanciulla, mi presero per mano, facendomi toccare i toni più alti dell’amore patrio. Alle Donne di oggi, dal piccolo esempio della mia esperienza, vorrei dire di non sentirsi sole; loro hanno creato da sempre la vita e per sempre porteranno in grembo il futuro. Troppe poche tra noi, sono chiamate “Le quote rosa”. Cercate di superare quelle maschili che, non ho capito perché, siedono sempre sugli scranni più alti. Sono stata e con orgoglio mi vanto d’essere stata una “partigiana combattente”. Se, poi, il combattimento si veste di rosa, è più dolce e il sogno rimane per tutta la vita. Donna Donna come grembo del mondo come sorriso del sole come lucente stella. Donna come pace misericordiosa tra gli smarriti, conforto madre nell’indifferenza. Donna come amore come sofferta maternità. Donna amata, disprezzata, dolcezza di donna carezze di donna nata da un progetto Divino luce del mondo. WWW.LASPIADELLAMAREMMA.COM Spett.le Redazione de “Lo Strillone”, un po’ per gioco un po’ per curiosità ho messo online un forum di discussione, gratuito e senza scopo di lucro, dedicato al paese di Manciano (www.laspiadellamaremma.com): mi piacerebbe, attraverso il vostro spazio, poter dare un po’ di visibilità a questo mio piccolo progetto e perché no “reclutare” moderatori e utenti attivi. Grazie per l’attenzione, Paolo Bergamaschi LO SCOGLIO DI MACCHIATONDA Antonio Masotti SENTIRTI PIÙ DONNA Sante Garosi Ti dipingerò con la fantasia donna, ma sei bambina. Piangi per un bacio sulle labbra, quando c’è chi soffre una vita per la sua libertà. Apri le braccia, accogli l’amore senza paura. Difendi il tuo pudore, ma lasciati accarezzare dalla fantasia. Abbandonati al piacere di sentirti più donna. PASCUCCI PIA STADTBÄUMER TRAMONTO A MANCIANO Sante Garosi Quando il tramonto illumina il mio paese, come d’incanto, baciate dal sole s’accendono mille fiammelle che rivolte verso l’Argentario dominano quel colle a me tanto caro. All’imbrunire l’aria calda dei tetti evapora... col mio dolore. Poi a tarda ora tutto tace. 7 Nel frugare tra vecchi documenti mi è capitato di vedere una “cartografia” del 1815, relativa allo stato delle Province e dei Comuni del Granducato di Toscana, dopo la Restaurazione dell’Impero napoleonico. Ho notato che in quel periodo, il territorio di Manciano si estendeva sino al mare, e comprendeva proprio quel tratto di spiaggia che adesso è compreso nel Comune di Capalbio. Quindi, Manciano è stato un comune rivierasco. Premesso questo, e considerato che nel tratto di mare fra Giannutri e la spiaggia di Capalbio c’è un isolotto chiamato “Formica di Burano”, la domanda che mi assilla da qualche tempo è questa: a chi appartiene quell’isolotto (i capalbiesi lo chiamano familiarmente “lo Scoglio”), adesso che Capalbio non è sotto Manciano (e neanche più frazione d’Orbetello) ed è Comune per conto proprio dal 1960? Capalbio pare che non ne sappia nulla. Orbetello dice che non ha competenze territoriali su isole di alcun genere. A Monte Argentario sembra che appartengano soltanto le isole sottocosta. Ho provato e riprovato a telefonare al Comune di Isola del Giglio, ma pare che non abbiano ancora appreso l’arte di rispondere al telefono – almeno entro due minuti. Mi sono interessato presso la Capitaneria di Porto e presso la Marina Militare: qualcuno mi ha risposto che quell’isola non ha un’appartenenza specifica, che potrebbe appartenere al demanio marittimo e che “scogli affioranti non edificabili non sono trasmessi in gestione ad Enti territoriali locali”. Con maggior certezza, ho saputo che si tratta di “uno Scoglio che siede sopra un banco a fior d’acqua situato circa due miglia discosto dal tombolo che chiude il Lago di Burano e dal fortino di Macchiatonda, che gli resta di fronte. E’ l’isolotto più meridionale dell’Arcipelago toscano spettante al Granducato. La sua posizione geografica sta nel grado 28° 59’ longitudine e 49° 23’ latitudine”. Poi sono venuto a sapere che ha una superficie di circa 7.200 metri quadrati; il suo fondale è subito profondo verso l’Argentario, mentre è molto più piano e uniforme verso Civitavecchia. Quindi, una persona bene informata – e anche di una certa elevatura culturale – mi ha riferito che negli anni 1938-39-40-41, questo scoglio fungeva da bersaglio alle esercitazioni di bombardamento della Aeronautica militare, che usava finte bombe di cemento, della lunghezza di circa 35 centimetri: alcuni pescatori sub confermano l’esistenza di tali ordigni, ancora presenti sul fondale. Per ora non so altro, ma se qualcuno sapesse informarmi di più e meglio, ciò servirebbe a farmi svanire un bel punto interrogativo dalla testa e – perché no? – qualche ente territoriale locale potrebbe scoprire di “possedere” un isolotto che a nessuno serve. Capalbio, Orbetello o Manciano? Chi? LI E G I NS ION O C TAG one etta-so p s o l S Stril ell iale: es ciò d I a o D dell form ssenz vo di te tima ruolo e o decisimportanico, l u a t t i r n ques gioca u plemena la più ost-isto llo in n i p e m opriol segretoolo il co ddiritturmondo le è qu tto. La r p ’ E che i on s ma a un le, qua del rica è nata n n i , o l o o i t o t t c enta ostra Infat rimina uella quale zioè divviene m tattica. cripto-carma è qna della un’accevita che razione ntista e ncipale ll’inseg me oggito nella con ope -oscura o, la pri otere”, atà, assu l segre nessa iti neo viviam ere è p oderni anza de nte congli amb cui se “sap lta la m import ettame n tutti so. fra i è svo oria: l’ a è str dersi i o mafio e s deris orane diffon odell ne ntemp si e il à del m I co impor ociet NIGMiola E l’ ella s a D Pern d o Mari lo strillone manciano.qxp 21 04 2007 11:13 Pagina 8 GORELLO MON AMOUR ECCO ALCUNE CONSIDERAZIONI DELL’INCHIESTA ARRIVATE ALLA REDAZIONE DELLO STRILLONE (N.B.: DALLA FRAZIONE DI SATURNIA NON È PERVENUTA NESSUNA NOTAZIONE SU UN PROBLEMA CHE RIGUARDA DIRETTAMENTE IL SUO TERRITORIO) Cari amici de “LO STRILLONE” concordo pienamente con Voi sulla considerazione del Gorello come “luogo speciale di primordiale e irripetibile bellezza” e come “biglietto da visita per eccellenza del Comune di Manciano”. Certo è anche vero che col passare degli anni aumenta il degrado e questo comporta un tanto necessario quanto immediato intervento. Ovviamente non è facile trovare la giusta soluzione ad un problema così delicato, ma si può comunque provare a buttare giù qualche idea rischiando anche di dire qualche sfondone, ma in fondo...è per una buona causa! D’altronde, la perdita del Gorello comporterebbe uno sgravio economico, storico e culturale incalcolabile. La mia idea è questa: è possibile, secondo Voi, vista l’irripetibilità della sua “essenza”, riuscire a renderlo un bene archeologico? O meglio, è possibile fare in modo che sia considerato un bene dello Stato a tutti gli effetti e quindi godere anche della tutela (economica e non solo...) del Ministero dei Beni Culturali? ...In fondo il Gorello è un bene culturale! Se lo Stato Italiano lo considerasse un Bene di tutti e incentivasse i vari interventi necessari per la sua conservazione futura, se lo trasformasse insomma in una sorta di “museo”, il Gorello sarebbe salvo e protetto per sempre, godrebbe di vari “diritti” ed in più accrescerebbe il turismo mancianese. Magari, chissà, un giorno qualche noto regista chiederà di utilizzare questa nostra ricchezza come sfondo per qualche film..... Forse questa è un’ambizione un po’ grossa, ma...mai dire mai! RingraziandoVi per la Vostra sempre puntuale e gentile spedizione de “LO STRILLONE” alla mia attuale residenza fuori Comune, e girandovi i complimenti da parte di tutti i colleghi di lavoro che incuriositi dalla simpatica copertina si soffermano a leggere qualche articolo dimostrando vivo apprezzamento e compiacimenti vari, Vi mando i miei più cari saluti. Enrico Fontecchi La cosa importante da prendere in considerazione è secondo me anche la qualità dell’acqua che non è più quella, dovuto dalla nuova fonte trovata dalle terme. Infatti è da tenere presente i vari casi di problemi cutanei, avvenuti da quando l’acqua è stata mischiata con la nuova. L’altro problema è la pulizia. Soprattutto vi prego di far tornare il mio amato Gorello o “le cascate del mulino” come prima che le “mani dell’uomo” lo violentassero, come è successo, distruggento la sua naturale bellezza e perfezione. Laura Casciani Noi non abbiamo proposte precise per il mantenimento del Gorello, ma vi invitiamo a ricordare che esso non deve essere considerato solo un “biglietto da visita”, ma che deve rimanere accessibile soprattutto a chi a Manciano vive tutto l’anno. Riteniamo che sia più rispettoso considerarlo un luogo di incontro libero (nei limiti del possibile) com’è stato finora, piuttosto che trasformarlo in una “cascata di guadagni”. Un gruppo di giovani mancianesi Non avendo letto gli articoli citati, è da confermare il degrado del Gorello. Si può creare una piccola Gardaland. Un’aiuto per disabili che non possono accedere alle pozze della Stellata se non aiutati dagli assistenti. Recintare il percorso dalle Terme al vecchio molino, si vedono cose indescrivibili, e sfruttare infine il vapore per una grande serra per i fiori. Adriano Rossi Una proposta del Trust Interterritoriale PALLA AVVELENATA PAESAGGIO-MONDO-CULTURA Tra conservazione ed espansione Un’idea per spro-gettare PRE(SENZA)VISIONI VENTI: deboli da nord-est MARI: agitati TEMPERATURE: stazionarie ACQUE: tiepide GUSTO: assente MATERIA GRIGIA: in forte ribasso OBIETTIVO: scaricare ONESTA’ INTELLETTUALE: non pervenuta UNA MODESTA PROPOSTA SEGUITA DA UNA POST-PROPOSTA Questa proposta, che ben volentieri divulghiamo, e formuliamo in chiave sintetico-schematica, per i lettori dello Strillone, fa parte di un’idea, di un frammento di progetto più ampio, che sosteniamo già da diversi anni. PREMESSA a) Le Cascate del Gorello, sono state, sono e probabilmente lo saranno anche in futuro il simbolo del Comune di Manciano, un punto di riferimento, d’identificazione e di immaginazione collettiva, inderogabile. b) Negli ultimi anni esse hanno subito un continuo e progressivo aumento di frequentazione da parte delle più svariate categorie di turisti e di frequentatori casuali e abituali, con conseguenze, per le cascate e per l’area adiacente, di innumerevoli disagi, (affollamento eccessivo e pericoloso per il sito, situazione igienico-ambientale in continuo deterioramento) ferendo così, non solo l’immagine-simbolo del posto ma anche la natura ad esso collegata. La causa di ciò è in gran parte iscrivibile all’assoluta mancanza di un minimo di regolamentazione e sensibilizzazione da trasmettere ai frequentatori lasciati (lascivi) liberi di agire indisturbati, in un’area di così fragile bellezza. c) La balneazione nelle acque termali di Saturnia è un diritto di uso pubblico maturatosi per possesso da tempo immemorabile da parte della collettività. d) Osservando e meditando sulle parole d’ordine sancite dal congresso mondiale del turismo che sono: cultura e educazione come investimento e obbiettivo comune da raggiungere entro il 2020 rivolto a tutti gli operatori e interessati al settore, penso che sia giunto anche per questo territorio il momento di prendere una posizione chiara e netta per poter so-reggere, computare e competere con le sfide che il futuro, sempre più in-certo, ci riserva. PROPOSTA 1) Acquisizione da parte del Comune di Manciano del controllo dell’area in questione con eventuale e auspicabile consorzio di gestione che lavori parallelamente con l’amministrazione. Questo per responsabilizzare, valorizzare, creare vere opportunità culturali ed economiche, atte al raggiungimento di uno sviluppo locale (lo zolfo della terra) che nasce e cresce, una volta per tutte, da una fonte diretta e sincera che parte dal territorio per arrivare al territorio che gli appartiene di diritto. Un’occasione da non perdere visti i continui tagli economici a enti locali e simili che ormai sono consolidati: qualunque sia la sfumatura-sfinimento della politica, i Comuni devono “fare cassa”, devono investire per poter garantire continuità e servizi alla comunità. Si potrebbe pensare ad un Partner Stabile e Sensibile che contribuisca alla messa in opera del progetto, per esempio ad un istituto bancario o ad una fondazione che graviti possibilmente sul territorio. La Provincia, con il suo entusiasmo, e la Regione con ragione, dovrebbero garantire e sostenere questa operazione di tutela, cura e riqualificazione dell’area interessata. Un’ occasione dove far incontrare creatività e nuove politiche di investimento verso un auspicabile innovazione territoriale per un autentico sviluppo sostenibile. 2) Sistemazione dell’area naturale tramite un concorso di idee con interventi minimi ma mirati in armonia con il contesto circostante. Senza nulla togliere alla magia e alla naturalezza del luogo. 3) Adeguamento igenico-sanitario in relazione alla frequentazione umana. 4) Frequentazione adeguata e rispettosa del luogo, e perciò limitata nei termini stabiliti da tecnici del settore e da leggi vigenti, ma continuativa nell’arco del giorno e della notte. 5) Opportunità di prenotazione per dare possibilità a tutti i frequentatori di accedere in un ambiente adeguatamente preservato e curato. Questo permetterà, inoltre, una continuità di flusso turistico evitando superflui ingorghi e superaffollamenti transitori. 6) Accesso a pagamento, equo e solidale, in cambio di servizi, di spazi vivibili-visibili, di sicurezza ed igiene. Piccola segnaletica di rispetto e educazione ambientale. 7) Affiancare allo splendore del luogo una programmazione culturale di eventi di alto profilo estetico e etico, con cadenza regolare (tre o quattro all’anno) per stimolare, creare tensione e un’ aspettativa continua per una fluida, interessata ed adeguata fruizione. 8) Info point con parcheggio situato ad una ragionevole distanza dal sito. Raggiungimento tramite percorso ciclabile e pedonabile protetto e sicuro ed esteticamente congruo (evitando orrende staccionate, e non solo, in falso stile country-alpestre-coloniale) 9) Tutto ciò con la consapevolezza che, il Comune non sono “Loro” ma siamo “Noi”, di realizzare un progetto che ha tutte le caratteristiche di essere ben finanziato dalla Comunità Europea molto sensibile alle azioni innovative e conservative territoriali. Collaborando attivamente, ove possibile, con associazioni o persone di collaudata esperienza ambientale come Greenpace Legambiente, Italia Nostra…Gli ideatori del Parco dell’Uccellina, Vincenzo Savelli del Parco di Pietra... Non verso un territorio mummificato... Ma verso una nuova ed inedita gestione della sensibilità, della cura, e protezione responsabile di un’ intera area e un’ intera comunità come inizio di una autentica educazione permanente e costante (continuativa!) delle risorse, culturali ed economiche, distribuite equamente tra tutti gli indigeni. Potrebbe essere, un’ipotesi, un’opportunità di armonizzazione tra amministrazione pubblica e imprenditoria privata, lontana da ogni tentazione di inquinamento tossico da peste politica, per un futuro ricco di argute sfide e fluttuanti nuove occasioni di gioia, per tutti. POST-PROPOSTA La natura ama nascondersi Eraclito Se la proposta sopra citata dovesse, caso strano, essere presa in considerazione ma non attuabile per ragioni criptoburocratiche si potrebbe promuovere un referendum. Nel frattempo si attuerà un piano di conservazione forzata, che consiste nell’estrarre l’intera area delle cascate e ricavarne un enorme cubo che verrà trasferito per essere ibernato in un luogo segreto della Groenlandia in attesa di tempi migliori. Nel frattempo l’enorme buco potrebbe essere liberamente utilizzato come diciannovesimo buco per il campo sorto di fronte, sulle nuove e ridenti colline, di nuovo vestite. Coloro che vogliono intervenire su questo giornale, possono farlo facendo pervenire un proprio scritto, firmato in originale, all’ufficio Cultura del Comune di Manciano, entro il giorno 30 Maggio p.v. Considerato lo spazio a disposizione, si raccomanda di inviare testi brevi. Per eventuali comunicazioni: Tel. 0564 625342 - Fax 0564 620496 - E-mail: [email protected] 8