ALLEGATO 15 N OTA T ECNICA E M ETODOLOGICA EVOLUZIONE STUDIO DI SETTORE TM46U NOTA TECNICA E METODOLOGICA CRITERI PER L’EVOLUZIONE DELLO STUDIO DI SETTORE L’evoluzione dello Studio di Settore ha il fine di cogliere i cambiamenti strutturali, le modifiche dei modelli organizzativi, le variazioni di mercato all’interno del settore economico. Di seguito vengono esposti i criteri seguiti per l’evoluzione dello studio di settore SM46U. Oggetto dello studio sono le attività economiche rispondenti ai codici ATECOFIN 2004: 51.47.4 – Commercio all’ingrosso di articoli per fotografia, cinematografia, ottica e strumenti scientifici. La finalità perseguita è di determinare un “ricavo potenziale” tenendo conto non solo di variabili contabili, ma anche di variabili strutturali in grado di determinare il risultato di un’impresa. • A tale scopo, nell’ambito dello studio, vanno individuate le relazioni tra le variabili contabili e le variabili strutturali, per analizzare i possibili processi produttivi e i diversi modelli organizzativi impiegati nell’espletamento dell’attività. L’evoluzione dello studio di settore è stata condotta analizzando i modelli per la comunicazione dei dati rilevanti ai fini dell’applicazione degli Studi di Settore per il periodo d’imposta 2004. I contribuenti interessati sono risultati pari a 680. Sui modelli sono state condotte analisi statistiche per rilevare la completezza, la correttezza e la coerenza delle informazioni in essi contenute. Tali analisi hanno comportato, ai fini della definizione dello studio, lo scarto di 71 posizioni. I principali motivi di scarto sono stati: • • • • • • • • • ricavi dichiarati maggiori di 5.164.569 euro; quadro D (elementi specifici dell’attività) non compilato; quadro F (elementi contabili) non compilato; presenza di attività secondarie con un’incidenza sui ricavi complessivi superiore al 20%; errata compilazione delle percentuali relative alla tipologia di vendita (quadro D); errata compilazione delle percentuali relative ai prodotti commercializzati; errata compilazione delle percentuali relative alla tipologia della clientela (quadro D); errata compilazione delle percentuali relative alla modalità di acquisto (quadro D); incongruenze fra i dati strutturali e i dati contabili. A seguito degli scarti effettuati, il numero dei modelli oggetto delle successive analisi è stato pari a 609. IDENTIFICAZIONE DEI GRUPPI OMOGENEI Per segmentare le imprese oggetto dell’analisi in gruppi omogenei sulla base degli aspetti strutturali, si è ritenuta appropriata una strategia di analisi che combina due tecniche statistiche: 2 • • una tecnica basata su un approccio di tipo multivariato, che si è configurata come un’analisi fattoriale del tipo Analyse des données e nella fattispecie come un’Analisi in Componenti Principali 1; un procedimento di Cluster Analysis 2. L’utilizzo combinato delle due tecniche è preferibile rispetto a un’applicazione diretta delle tecniche di clustering. In effetti, tanto maggiore è il numero di variabili su cui effettuare il procedimento di classificazione, tanto più complessa e meno precisa risulta l’operazione di clustering. Per limitare l’impatto di tale problematica, la classificazione dei contribuenti è stata effettuata a partire dai risultati dell’analisi fattoriale, basandosi quindi su un numero ridotto di variabili (i fattori) che consentono, comunque, di mantenere il massimo delle informazioni originarie. In un procedimento di clustering di tipo multidimensionale, quale quello adottato, l’omogeneità dei gruppi deve essere interpretata, non tanto in rapporto alle caratteristiche delle singole variabili, quanto in funzione delle principali interrelazioni esistenti tra le variabili esaminate che contraddistinguono il gruppo stesso e che concorrono a definirne il profilo. Le variabili prese in esame nell’Analisi in Componenti Principali sono quelle presenti in tutti i quadri ad eccezione delle variabili del quadro degli elementi contabili. Tale scelta nasce dall’esigenza di caratterizzare le imprese in base ai possibili modelli organizzativi, ai diversi prodotti merceologici venduti e servizi prestati, etc.; tale caratterizzazione è possibile solo utilizzando le informazioni relative alle strutture operative, al mercato di riferimento e a tutti quegli elementi specifici che caratterizzano le diverse realtà economiche e produttive di una impresa. I fattori risultanti dall’Analisi in Componenti Principali vengono analizzati in termini di significatività sia economica sia statistica, al fine di individuare quelli che colgono i diversi aspetti strutturali delle attività oggetto dello studio. La Cluster Analysis ha consentito di identificare sette gruppi omogenei di imprese. DESCRIZIONE DEI GRUPPI OMOGENEI L’analisi svolta per il settore in esame ha evidenziato, una specializzazione delle attività sia per tipologia di prodotto venduto che per modalità organizzativa. I fattori che caratterizzano principalmente le realtà oggetto di analisi sono: • • • • tipologia di prodotto venduto; tipologia di clientela; dimensione della struttura; tipologia di vendita. La tipologia di prodotto venduto ha reso possibile distinguere quelle realtà il cui assortimento è costituito prevalentemente da articoli per fotografia e cinematografia (cluster 3), da quelle la cui offerta è rappresentata in larga parte da occhiali (cluster 5) piuttosto che da lenti per occhiali (cluster 6). 1 L’Analisi in Componenti Principali è una tecnica statistica che permette di ridurre il numero delle variabili originarie di una matrice di dati quantitativi in un numero inferiore di nuove variabili dette componenti principali tra loro ortogonali (indipendenti, incorrelate) che spieghino il massimo possibile della varianza totale delle variabili originarie, per rendere minima la perdita di informazione; le componenti principali (fattori) sono ottenute come combinazione lineare delle variabili originarie. 2 La Cluster Analysis è una tecnica statistica che, in base ai fattori dell’analisi in componenti principali, permette di identificare gruppi omogenei di imprese (cluster); in tal modo le imprese che appartengono allo stesso gruppo omogeneo presentano caratteristiche strutturali simili. 3 La tipologia di clientela ha concesso di evidenziare quelle aziende che si rivolgono prevalentemente ad Enti pubblici e privati (cluster 2). Il fattore dimensionale ha consentito di identificare il cluster delle imprese con una struttura organizzativa più articolata (cluster 7). La tipologia di vendita ha permesso di contraddistinguere quelle realtà che vendono perlopiù al banco (cluster 4) da quelle che vendono sul territorio (sia tramite venditori e/o agenti che tramite telefono, fax, on line) (cluster 1). Nelle successive descrizioni dei cluster emersi dall’analisi, salvo segnalazione contraria, l’indicazione di valori numerici riguarda valori medi. CLUSTER 1 – GROSSISTI CHE VENDONO PREVALENTEMENTE SUL TERRITORIO (SIA TRAMITE VENDITORI E/O AGENTI CHE TRAMITE TELEFONO, FAX, ON LINE, ECC.) NUMEROSITÀ: 184 Questo cluster comprende le imprese che presentano in prevalenza la vendita sul territorio sia tramite telefono, fax, on line, ecc. (nel 57% dei casi il 74% dei ricavi) che tramite venditori e/o agenti (nel 60% dei casi l’84%). Coerentemente con la tipologia di vendita adottata tra gli addetti all’attività di vendita si riscontra la presenza di 2 agenti (nel 27% dei casi) e di 1 venditore diretto (nel 14%). Gli spazi fisici destinati all’esercizio dell'attività sono piuttosto limitati e così articolati: locali destinati a deposito/magazzino (31 mq) e locali destinati ad uffici (30). La forma giuridica più diffusa è quella societaria (nel 71% dei casi) e il personale impiegato è pari a 2 addetti, di cui 1 o 2 dipendenti nel 46% dei casi. Gli approvvigionamenti vengono effettuati principalmente presso imprese produttrici in Italia per prodotti standard (26% degli acquisti), imprese produttrici in Italia per prodotti personalizzati (nel 21% dei casi il 60% degli acquisti), imprese industriali e/o commerciali all’estero (nel 39% dei casi il 53%) e importatori/ concessionari di marche estere (nel 36% dei casi il 63%). La tipologia di clientela è piuttosto diversificata infatti è rappresentata da dettaglianti (71% dei ricavi nel 49% dei casi), da altri grossisti (47% dei ricavi nel 34%) e da professionisti (52% dei ricavi nel 33%); su un’area di mercato che si estende fino a livello nazionale. La dotazione strumentale è alquanto esigua infatti si rileva nel 48% dei casi la presenza di 3 computer collegati in rete. CLUSTER 2 – GROSSISTI CHE SI RIVOLGONO PRINCIPALMENTE AD ENTI PUBBLICI E PRIVATI NUMEROSITÀ: 78 Le imprese commerciali appartenenti a questo modello si caratterizzano per la tipologia di clientela rappresentata in larga parte da Enti pubblici e privati (82% dei ricavi). La modalità di vendita più utilizzata è sul territorio ed è effettuata nel 64% dei casi tramite venditori e/o agenti (87% dei ricavi) e nel 38% dei casi tramite telefono, fax, on line, ecc. (69%). L’area di mercato è prevalentemente nazionale. La struttura organizzativa privilegia i locali destinati a deposito/magazzino (42 mq) e ad uffici (62). Le imprese del cluster sono in prevalenza società (nel 90% dei casi) e si avvalgono dell’ausilio di 3 addetti, di cui 1 o 2 dipendenti. Gli acquisti avvengono soprattutto presso importatori/ concessionari di marche estere (29% degli acquisti), imprese industriali e/o commerciali all’estero (nel 49% dei casi il 64% degli acquisti) e imprese produttrici in Italia per prodotti standard (nel 46% dei casi il 45%). La dotazione strumentale è piuttosto esigua infatti è costituita da 2 PC collegati in rete. 4 CLUSTER 3 – GROSSISTI CON ASSORTIMENTO COMPOSTO PREVALENTEMENTE DA ARTICOLI FOTOGRAFICI E CINEMATOGRAFICI NUMEROSITÀ: 73 Questo cluster è caratterizzato dalla presenza di imprese che ottengono la maggior parte dei ricavi dalla vendita di materiale fotografico di consumo e videocassette (58% dei ricavi), macchine fotografiche e accessori (32%). Gli spazi destinati all’esercizio dell'attività sono di dimensioni contenute e così articolati: locali destinati a deposito/magazzino (58 mq), ad uffici (12), alla vendita e l’esposizione della merce (47 mq nel 33% dei casi) e alla vendita al dettaglio (38 mq nel 16%). Il cluster è formato da aziende che sono per il 44% ditte individuali e per la restante parte società. Il personale addetto all’attività dell’impresa è pari a 2 addetti, di cui 1 o 2 dipendenti nel 41% dei casi. A questo gruppo appartengono imprese che presentano prevalentemente la vendita sul territorio tramite venditori e/o agenti (nel 56% dei casi l’81% dei ricavi) e tramite telefono, fax, on line, ecc. (nel 47% dei casi il 70%); inoltre si rileva la presenza della vendita al banco (nel 29% dei casi il 38%) e al dettaglio (nel 25% dei casi il 36%). Gli acquisti vengono effettuati presso altri grossisti (35% degli acquisti), importatori/ concessionari di marche estere (nel 45% dei casi il 57% degli acquisti), imprese produttrici in Italia per prodotti standard (nel 41% dei casi il 40%) e imprese industriali e/o commerciali all’estero (nel 30% dei casi il 49%). La clientela è costituita perlopiù da commercianti al dettaglio (59% dei ricavi), all’ingrosso (nel 48% dei casi il 26% dei ricavi), professionisti e associazioni tra professionisti (nel 37% dei casi il 42%) e privati (nel 26% dei casi il 24%); su un’area di mercato che si estende fino al livello nazionale. CLUSTER 4 – GROSSISTI TRADIZIONALI CON VENDITA AL BANCO NUMEROSITÀ: 53 Le imprese appartenenti a questo modello si caratterizzano per la modalità di vendita, infatti si tratta prevalentemente di grossisti tradizionali con vendita al banco (75% dei ricavi); inoltre nel 17% dei casi è presente la vendita al dettaglio (25% dei ricavi). Coerentemente con la modalità di vendita la struttura organizzativa presenta locali destinati alla vendita e all’esposizione della merce (77 mq), a deposito/magazzino (41) e ad ufficio (16); inoltre nel 17% dei casi sono presenti 56 mq di locali destinati alla vendita al dettaglio. Le imprese del cluster sono in prevalenza società (74% dei soggetti) e si avvalgono dell’ausilio di 2 addetti, di cui 1 dipendente. Gli acquisti sono ripartiti tra grossisti (36% degli acquisti), imprese produttrici in Italia per prodotti standard (34%) e importatori/ concessionari di marche estere (nel 36% dei casi il 58% degli acquisti). La tipologia di clientela è rappresentata in larga parte da commercianti al dettaglio (53% dei ricavi) e all’ingrosso (nel 34% dei casi il 42% dei ricavi), da privati (nel 26% dei casi il 39%) e da professionisti e associazioni tra professionisti (nel 25% dei casi il 35%); su un’area di mercato che si estende dal livello locale al regionale. CLUSTER 5 – GROSSISTI CON ASSORTIMENTO COMPOSTO PREVALENTEMENTE DA OCCHIALI NUMEROSITÀ: 124 Le imprese commerciali appartenenti a questo modello si caratterizzano per la tipologia di offerta costituita prevalentemente da montature per occhiali (51% dei ricavi), occhiali da sole (30%) e premontati (nel 40% dei casi il 28% dei ricavi); inoltre si rileva la presenza di accessori (nel 32% dei casi il 9%) e lenti per occhiali (nel 18% dei casi l’11%). La struttura organizzativa privilegia i locali destinati a deposito/magazzino (34 mq) e ad uffici (25). Le imprese del cluster sono in gran parte società (67% dei soggetti) e si avvalgono dell’ausilio di 1 o 2 addetti, di cui 1 dipendente nel 41% dei casi. 5 A questo gruppo appartengono sia realtà che ricorrono prevalentemente alla vendita sul territorio tramite venditori e/o agenti (nel 67% dei casi il 92% dei ricavi), che imprese che vendono in larga parte tramite telefono, fax, on line, ecc. (nel 40% dei casi il 75% dei ricavi). Gli acquisti sono ripartiti tra grossisti (30% dei casi il 68% degli acquisti), imprese produttrici in Italia per prodotti standard (48% dei casi il 68%) e imprese industriali e/o commerciali all’Estero (nel 34% dei casi il 66%). La tipologia di clientela è rappresentata principalmente da dettaglianti (70% dei ricavi) e altri grossisti (58% dei ricavi nel 46% dei casi); su un’area di mercato che si estende fino al livello nazionale. CLUSTER 6 – GROSSISTI SPECIALIZZATI NELLA VENDITA DI LENTI PER OCCHIALI NUMEROSITÀ: 44 Si tratta di esercizi commerciali il cui assortimento merceologico è costituito in larga parte da lenti per occhiali (86% dei ricavi) e marginalmente da lenti a contatto (nel 34% dei casi il 10% dei ricavi) e accessori per occhiali (nel 27% dei casi il 7%). Le superfici dedicate all’esercizio dell’attività sono pari a: 51 mq di locali destinati a deposito/magazzino, 24 mq di uffici e 43 mq per la vendita e l’esposizione della merce (nel 32% dei casi). Il modello è formato da società nel 77% dei casi e da ditte individuali per la restante parte, che impiegano in media 2 o 3 addetti, di cui 1 o 2 dipendenti. A questo gruppo appartengono sia realtà che ricorrono prevalentemente alla vendita sul territorio tramite telefono, fax, on line, ecc. (nell’80% dei casi il 90% dei ricavi), che imprese che vendono in larga parte tramite venditori e/o agenti (nel 23% dei casi il 70% dei ricavi). Gli approvvigionamenti sono effettuati perlopiù presso imprese produttrici in Italia per prodotti standard (62% degli acquisti) e altri grossisti (nel 39% dei casi il 56% degli acquisti). Il mercato di riferimento è rappresentato principalmente da dettaglianti (84% dei ricavi) e da altri grossisti (43% dei ricavi nel 23% dei casi); su un’area di mercato che va dal livello locale al regionale. CLUSTER 7 – GROSSISTI DI PIÙ GRANDI DIMENSIONI NUMEROSITÀ: 53 Questo cluster si contraddistingue per la grande dimensione della struttura. Le aziende appartenenti a questo gruppo sono nella quasi totalità dei casi società (98% dei soggetti). Le superfici destinate allo svolgimento dell'attività sono maggiori rispetto agli altri cluster e si articolano in locali destinati a deposito/magazzino (268 mq), ad uffici (151) ed alla vendita ed esposizione della merce (nel 43% dei casi 114 mq). Anche in termini di personale i valori sono al di sopra della media, infatti la struttura è composta da 7 o 8 addetti, di cui 5 o 6 dipendenti. La maggiore dimensione dell’attività è dimostrata anche dalla consistente presenza di spese di pubblicità (circa 28.110 euro). La modalità di vendita prevalente è rappresentata dalla vendita sul territorio (68% dei ricavi) effettuata tramite agenti, rappresentanti o altri intermediari (in media 2 o 3); inoltre il 48% dei ricavi deriva dalla vendita tramite telefono, fax, on line, ecc. (nel 47% dei casi). La clientela di riferimento è rappresentata in larga parte da commercianti al dettaglio (45% dei ricavi) e all’ingrosso (24%), professionisti e associazioni tra professionisti (nel 38% dei casi il 30% dei ricavi) ed Enti pubblici e privati (nel 32% dei casi il 23%); su un’area di mercato prevalentemente nazionale, che nel 34% dei casi si estende oltre i confini della U.E.. Gli approvvigionamenti vengono effettuati presso imprese industriali e/o commerciali all’Estero (38% degli acquisti), imprese produttrici in Italia per prodotti standard (24%) e altri grossisti (nel 45% dei casi 23% degli acquisti). 6 La dotazione strumentale è rappresentata da 5 PC collegati in rete, inoltre il 43% delle imprese presenta la gestione informatizzata del magazzino. DEFINIZIONE DELLA FUNZIONE DI RICAVO Una volta suddivise le imprese in gruppi omogenei è necessario determinare, per ciascun gruppo omogeneo, la funzione matematica che meglio si adatta all’andamento dei ricavi delle imprese appartenenti al gruppo in esame. Per determinare tale funzione si è ricorso alla Regressione Multipla3. La stima della “funzione di ricavo” è stata effettuata individuando la relazione tra il ricavo (variabile dipendente) e alcuni dati contabili e strutturali delle imprese (variabili indipendenti). E’ opportuno rilevare che prima di definire il modello di regressione si è proceduto ad effettuare un’analisi sui dati delle imprese per verificare le condizioni di “normalità economica” nell’esercizio dell’attività e per scartare le imprese anomale; ciò si è reso necessario al fine di evitare possibili distorsioni nella determinazione della “funzione di ricavo”. In particolare sono state escluse le imprese che presentano: • • costo del venduto4 dichiarato negativo; costi e spese dichiarati nel quadro F del modello superiori ai ricavi dichiarati. Successivamente sono stati utilizzati degli indicatori economico-contabili specifici delle attività in esame: • • margine operativo lordo sulle vendite = (ricavi – costo del venduto – spese per acquisti di servizi – costo per la produzione di servizi – spese per lavoro dipendente e per altre prestazioni diverse da lavoro dipendente afferenti l’attività dell’impresa – altri costi per servizi) * 100 / ricavi; valore aggiunto per addetto = (ricavi – costo del venduto – spese per acquisti di servizi – costo per la produzione di servizi – altri costi per servizi) / (numero addetti5 *1000); 3 La Regressione Multipla è una tecnica statistica che permette di interpolare i dati con un modello statistico-matematico che descrive l’andamento della variabile dipendente in funzione di una serie di variabili indipendenti relativamente alla loro significatività statistica. 4 Costo del venduto = Esistenze iniziali + acquisti di merci e materie prime – rimanenze finali 5 Le frequenze relative ai dipendenti sono state normalizzate all’anno in base alle giornate retribuite. Le frequenze relative ai non dipendenti, ad eccezione dei Collaboratori coordinati e continuativi che prestano attività prevalentemente nell’impresa e degli Amministratori non soci, sono state normalizzate all’anno in base alla percentuale di lavoro prestato Numero addetti = 1 + numero dipendenti a tempo pieno + numero dipendenti a tempo parziale, assunti con contratto di (ditte individuali) lavoro intermittente, di lavoro ripartito + numero apprendisti + numero assunti con contratto di formazione e lavoro, di inserimento, a termine, lavoranti a domicilio; personale con contratto di fornitura di lavoro temporaneo o di somministrazione del lavoro + numero collaboratori coordinati e continuativi che prestano attività prevalentemente nell’impresa + numero collaboratori dell’impresa familiare e coniuge dell’azienda coniugale + numero familiari diversi che prestano attività nell’impresa + numero associati in partecipazione che apportano lavoro prevalentemente nell’impresa + numero associati in partecipazione diversi numero addetti = (società) Numero dipendenti a tempo pieno + numero dipendenti a tempo parziale, assunti con contratto di lavoro intermittente, di lavoro ripartito + numero apprendisti + numero assunti con contratto di formazione e lavoro, di inserimento, a termine, lavoranti a domicilio; personale con contratto di fornitura di lavoro temporaneo o di somministrazione del lavoro + numero collaboratori coordinati e continuativi che prestano attività prevalentemente nell’impresa + numero familiari diversi che prestano attività nell’impresa + numero associati in partecipazione che apportano lavoro prevalentemente nell’impresa + numero associati in partecipazione diversi + numero soci con occupazione prevalente nell’impresa + numero soci diversi + numero amministratori non soci 7 • rotazione del magazzino = costo del venduto / giacenza media6. Per ogni gruppo omogeneo, distintamente per forma giuridica e sulla base della presenza / assenza di personale dipendente, è stata calcolata la distribuzione ventilica di ciascuno degli indicatori precedentemente definiti e poi sono state selezionate le imprese che presentavano valori degli indicatori contemporaneamente all’interno di un determinato intervallo, per costituire il campione di riferimento. Per il margine operativo lordo sulle vendite sono stati scelti i seguenti intervalli: • • • dal 3° ventile, per il cluster 1; dal 4° ventile, per i cluster 2, 3, 4, 5 e 6; dal 5° ventile, per il cluster 7. Per il valore aggiunto per addetto sono stati scelti i seguenti intervalli: • • • • dal 1° ventile, per il cluster 4; dal 2° ventile, per i cluster 2, 3, 6 e 7; dal 4° ventile, per il cluster 5; dal 5° ventile, per il cluster 1. Per la rotazione del magazzino sono stati scelti i seguenti intervalli: dal 1° ventile, per i cluster 2, 4 e 6; • dal 2° ventile, per i cluster 1, 3 e 7; • dal 3° ventile, per il cluster 5. Così definito il campione di imprese di riferimento, si è proceduto alla definizione della “funzione di ricavo” per ciascun gruppo omogeneo. • Per la determinazione della “funzione di ricavo” sono state utilizzate sia variabili contabili (quadro F del modello) sia variabili strutturali. La scelta delle variabili significative è stata effettuata con il metodo stepwise. Una volta selezionate le variabili, la determinazione della “funzione di ricavo” si è ottenuta applicando il metodo dei minimi quadrati generalizzati, che consente di controllare l’eventuale presenza di variabilità legata a fattori dimensionali (eteroschedasticità). Affinché il modello di regressione non risentisse degli effetti derivanti da soggetti anomali (outliers), sono stati esclusi tutti coloro che presentavano un valore dei residui (R di Student) al di fuori dell’intervallo compreso tra i valori -2,5 e +2,5. Nell’allegato 15.A vengono riportate le variabili ed i rispettivi coefficienti della “funzione di ricavo”. APPLICAZIONE DEGLI STUDI DI SETTORE ALL’UNIVERSO DEI CONTRIBUENTI Per la determinazione del ricavo della singola impresa sono previste due fasi: • • l’Analisi Discriminante7; la stima del ricavo di riferimento. Nell’allegato 15.B vengono riportate le variabili strutturali risultate significative nell’Analisi Discriminante. Non si è proceduto nel modo standard di operare dell’Analisi Discriminante in cui si attribuisce univocamente un contribuente al gruppo di massima probabilità; infatti, a parte il caso in cui la 6 Giacenza media = (Esistenze iniziali + rimanenze finali)/ 2. L’Analisi Discriminante è una tecnica che consente di associare ogni impresa ad uno dei gruppi omogenei individuati per la sua attività, attraverso la definizione di una probabilità di appartenenza a ciascuno dei gruppi stessi. 7 8 distribuzione di probabilità si concentri totalmente su di un unico gruppo omogeneo, sono considerate sempre le probabilità di appartenenza a ciascuno dei gruppi omogenei. Per ogni impresa viene determinato il ricavo di riferimento puntuale ed il relativo intervallo di confidenza. Tale ricavo è dato dalla media dei ricavi di riferimento di ogni gruppo omogeneo, calcolati come somma dei prodotti fra i coefficienti del gruppo stesso e le variabili dell’impresa, ponderata con le relative probabilità di appartenenza. Anche l’intervallo di confidenza è ottenuto come media degli intervalli di confidenza, al livello del 99,99%, per ogni gruppo omogeneo ponderata con le relative probabilità di appartenenza. 9 ALLEGATO 15.A COEFFICIENTI DELLE FUNZIONI DI RICAVO TM46U VARIABILI CLUSTER 1 CLUSTER 2 CLUSTER 3 CLUSTER 4 Costo del Venduto 1,0272 1,0940 Valore dei beni strumentali al netto del valore dei beni a nolo 0,2185 0,2577 - - Costo per la produzione di servizi 1,1063 1,0895 1,5357 1,4663 Spese per acquisti di servizi Spese per lavoro dipendente e per altre prestazioni diverse da lavoro dipendente afferenti l'attività dell'impresa 1,2794 1,0895 1,5357 1,4663 1,5187 1,1056 0,7746 1,4663 Altri costi per servizi 1,0609 0,7697 1,2166 1,4663 Costo del venduto - quota fino a 255.000 euro 0,1821 - - - Costo del venduto - quota fino a 565.000 euro - 0,0894 - - 1,0637 1,1996 - Le variabili contabili vanno espresse in euro. 10 COEFFICIENTI DELLE FUNZIONI DI RICAVO VARIABILI Costo del Venduto TM46U CLUSTER 5 CLUSTER 6 CLUSTER 7 1,2542 1,1986 1,0914 - - 0,3292 Costo per la produzione di servizi 1,2439 1,1092 1,3787 Spese per acquisti di servizi Spese per lavoro dipendente e per altre prestazioni diverse da lavoro dipendente afferenti l'attività dell'impresa 1,2439 1,1092 1,3787 1,2439 1,1092 1,0589 Altri costi per servizi 1,2439 1,1092 0,7355 Costo del venduto - quota fino a 255.000 euro - - - Costo del venduto - quota fino a 565.000 euro - - - Valore dei beni strumentali al netto del valore dei beni a nolo - Le variabili contabili vanno espresse in euro. 11 ALLEGATO 15.B VARIABILI DELL’ANALISI DISCRIMINANTE QUADRO A: • Numero giornate retribuite per i dipendenti a tempo pieno • Numero giornate retribuite per i dipendenti a tempo parziale, assunti con contratto di lavoro intermittente, di lavoro ripartito • Numero giornate retribuite per gli apprendisti • Numero giornate retribuite per gli assunti con contratto di formazione e lavoro, di inserimento, a termine, lavoranti a domicilio; personale con contratto di fornitura di lavoro temporaneo o di somministrazione di lavoro • Numero di collaboratori coordinati e continuativi che prestano attività prevalentemente nell’impresa • Percentuale di lavoro prestato dai collaboratori dell’impresa familiare e coniuge dell’azienda coniugale • Percentuale di lavoro prestato dai familiari diversi da quelli di cui al rigo precedente che prestano attività nell’impresa • Percentuale di lavoro prestato dagli associati in partecipazione che apportano lavoro prevalentemente nell’impresa • Percentuale di lavoro prestato dagli associati in partecipazione diversi da quelli di cui al rigo precedente • Percentuale di lavoro prestato dai soci con occupazione prevalente nell’impresa • Percentuale di lavoro prestato dai soci diversi da quelli di cui al rigo precedente • Numero di amministratori non soci QUADRO B: • Unità locali destinate all’attività di vendita: Locali per la vendita e per l’esposizione della merce – Mq • Unità locali destinate all’attività di vendita: Locali destinati a deposito / magazzino – Mq • Unità locali destinate all’attività di vendita: Locali destinati ad uffici – Mq QUADRO D: • Tipologia di vendita: Ingrosso con vendita al banco – % • Prodotti commercializzati: Montature per occhiali – % Prodotti commercializzati: Occhiali premontati – % • Prodotti commercializzati: Occhiali da sole – % • • Prodotti commercializzati: Lenti per occhiali – % • Prodotti commercializzati: Macchine fotografiche e accessori – % • Prodotti commercializzati: Materiale fotografico di consumo e videocassette – % • Tipologia della clientela: Enti pubblici ed enti privati – % 12