Guida alle Tecniche Colturali Semplificate www.kuhn.com KUHN al s Tecniche Coltur 2 SOMMARIO Il contesto agricolo europeo e le evoluzioni previste. 6-8 Analisi del costo di produzione con l’esempio del frumento francese. 9-11 Interessi organizzativi ed economici. 12-13 Effetti della non-aratura sullo sviluppo delle piante. 14-15 Interessi agronomici. 16-17 Interessi ambientali. 18 Fattori di successo. 19-21 I concetti Kuhn per le attrezzature passive. 22-25 Gestione dell’intercoltura: consigli per la scelta delle attrezzature. 26-27 Scelta delle macchine per la preparazione del terreno. 28-30 Successo della semina. 31-32 Macchine per la semina semplificata e diretta. 33-36 Altre attrezzature (azionate ecc.) utilizzabili per la non-aratura. 37-38 l servizio delle urali Semplificate L’evoluzione del contesto economico e regolamentare delle attività agricole obbliga i coltivatori a ripensare ai loro metodi di produzione con le TCS. L’ottimizzazione di queste tecniche consente di adattarsi alle nuove esigenze: • diminuendo diverse voci del costo di produzione (meccanizzazione e manodopera), • riconsiderando la logica agronomica degli interventi colturali (posizionamento in superficie dei residui di raccolto, sviluppo della fauna ausiliaria...), • armonizzandosi con l’ambiente (diminuzione dell’erosione, delle perdite di elementi nutritivi...). N el mondo, le superfici in non-aratura si sono moltiplicate per 4 in 10 anni. In Francia, tali superfici sono stimate nel 25% del totale. La diversità degli itinerari considerabili (dalla semina diretta su residui colturali alla semina su estirpazione profonda, oppure la polivalenza su aratura) implica la concezione di attrezzature polivalenti che consentono di adattare il lavoro alle esigenze agronomiche delle colture. Il gruppo Kuhn con questa guida si propone di offrire riferimenti ai coltivatori, al fine di consigliarli nella scelta dei loro itinerari colturali e delle macchine più adatte. Vogliamo anche sottolineare che il passaggio alle tecniche senza aratura presuppone la revisione dell’insieme delle operazioni colturali: gestione dei materiali organici, concimazione, programmi fito-sanitari ecc. Questo approccio richiede una visione globale del sistema, al fine di ottimizzare le probabilità di successo. 3 Le tecniche colt u viste da due “Sopprimere l’aratura, semplificare la lavorazione del terreno, sono argomenti ovviamente ben noti all’Istituto del Vegetale di Arvalis”. Jérôme LABREUCHE Animatore del Polo agro-equipaggiamenti - Arvalis (Francia) E’ 4 dal 1970 che abbiamo avviato delle prove, in alcune regioni scelte per via dei loro diversi ambienti pedo-climatici, per misurare a medio e lungo termine le conseguenze di queste pratiche. Queste sono state dapprima testate sulle rotazioni mais/frumento, in analogia con quanto era largamente diffuso a quell’epoca (con una SD 300). Gli anni 90 e la PAC hanno favorito lo sviluppo delle tecniche senza aratura, specialmente sulle colture autunnali. I nostri lavori erano fortemente orientati verso la gestione delle paglie a quell’epoca. Quindi le pratiche sono state estese ad altre specie, come a Boigneville dove da una decina d’anni proviamo (’91), con vari livelli di semplificazione senza aratura, una rotazione con barbabietole, frumento, piselli ed orzo primaverile. Allo stesso modo sono stati presi in considerazione per le prove, in questi ultimi anni, i residui colturali. Tutti questi lavori servono per valutare le differenti tecniche di impianto sotto il profilo della loro fattibilità e delle loro conseguenze sull’economia dell’azienda, la qualità delle produzioni e la protezione dell’ambiente. I risultati di queste prove sono citati spesso nelle varie riviste d’agricoltura, e naturalmente in “Perspectives Agricoles”, supportando così le numerose giornate di comunicazione svolte presso gli agricoltori o i loro organismi associativi. E’ difficile sintetizzare in poche parole questi decenni di prove. Nell’insieme e in breve si può affermare che: • le tecniche di semina senza aratura, nella maggior parte delle situazioni, consentono di ottenere sostanzialmente gli stessi livelli di rendimento, in particolare con colture come il frumento, la colza ecc.; • esse sono realizzabili praticamente su tutti i tipi di terreno. Ma è anche vero che sono quelli argilloso-calcarei, con la rotazione semplice di colza, frumento, orzo ecc. che spesso vi è associata, a porre i minori problemi. All’opposto, i terreni limacciosi nelle regioni a più elevata pluviometria, per quanto siano poco associati a colture a raccolto tardivo quali la barbabietola, il mais ecc., possono richiedere maggiori precauzioni (pneumatici adatti, decompattamenti puntuali all’occorrenza, ecc.); • I problemi di parassiti, spesso evocati come un freno per la non-aratura, non si verificano necessariamente. Le tecniche senza aratura amplificano alcune problematiche prima di compiere il passo verso queste tecniche di semina senza aratura, è importante valutare con cura l’adattabilità del macchinario a disposizione o, all’opposto, riflettere bene sulla scelta dei futuri utensili, in particolare sulla complementarietà tra quelli che si scelgono per la preparazione (spesso degli estirpatori) e quelli necessari per la semina. Conviene anche prevedere, negli ambienti “rischiosi”, degli eventuali interventi puntuali di accompagnamento (utensili per ristrutturare più o meno profondamente). E’ talvolta richiesta una modifica dell’itinerario colturale (falsa semina, varietà più o meno sensibili alle fusariosi ecc.) sulle rotazioni molto brevi o a rischio. Piuttosto che voler confrontare aratura e non-aratura, si dovrebbe cercare di determinare il tipo di itinerario e di nonaratura più adatti, con o senza decompattamento, il numero di estirpazioni, il tipo di seminatrice, la rotazione ecc. Dietro queste scelte si celano risposte legate al rischio della zona, alla rotazione (struttura dei terreni, parassiti, crescita delle colture ecc.) nonché agli obiettivi del coltivatore (tempi di lavoro, qualità, ambiente, livello di assicurazione dell’itinerario...). All’inizio, questi punti possono sembrare tecnicamente ed economicamente costrittivi. Eppure è certo che tra le migliaia di coltivatori che hanno ormai abbandonato l’aratura, pochissimi sarebbero oggi disposti a tornare alle tecniche tradizionali, tenuto conto dei vantaggi raggiunti. Questi ultimi possono assumere differenti livelli d’importanza secondo la coltivazione e le sue restrizioni. Alcuni sono difficilmente quantificabili economicamente, ma tra quelli assicurati in permanenza si possono citare: • I vantaggi agronomici, che come punto forte hanno la concentrazione di materia organica in superficie con tutte le sue conseguenze, più spesso positive (leggero aumento dello stock di materia organica a medio termine, dell’attività biologica ecc.). A ciò si aggiungono numerose evoluzioni fisiche del terreno come la riduzione della macroporosità ed una ristrutturazione favorevole al miglioramento della portanza delle macchine. • I vantaggi ambientali. La non-aratura, regolando i flussi idrici, contribuisce a migliorare la qualità dell’acqua, il limite d’erosione, il trasporto dei pesticidi ecc. • L’aspetto organizzativo e di comfort di lavoro per il coltivatore. Il fatto di non dover arare facilita in genere l’organizzazione dei lavori di preparazione alla semina e soprattutto permette di smussare le punte d’impegno. • L’interesse economico direttamente quantificabile. La non-aratura si accompagna quasi sempre alla riduzione dei tempi di trazione e di manodopera. Inoltre, il numero di utensili ben scelti e polivalenti può essere ridotto, con tutti gli effetti diretti che ciò comporta sulla riduzione degli oneri di meccanizzazione. t urali semplificate ue specialisti “Ritorno ad un’agronomia operativa” Frédéric THOMAS Redattore-capo TCS C on i prezzi dei cereali che prendono il volo così come i costi di produzione legati alla rarefazione generalizzata delle risorse quali l’energia e le sostanze fertilizzanti, dell’acciaio come dell’acqua, l’agricoltura sta cambiando ed è in fase di ritorno ad un’attività altamente strategica. Oggi è chiaro che si dovrà continuare a produrre, ma anche a produrre di più con molto meno e soprattutto nel più grande rispetto dell’ambiente. Questa rivoluzione, da alcuni qualificata come “doppiamente verde”, è un orientamento già adottato da numerosi agricoltori che praticano la semplificazione della lavorazione del suolo. L’obiettivo di questo approccio è innanzitutto quello di ridurre i costi di produzione facendo leva principalmente sugli oneri di meccanizzazione e di manodopera. Tuttavia, la riuscita e la conservazione – o miglioramento – dei risultati tecnici non è possibile se non riportando il suolo e l’agronomia al centro dell’attenzione. Le TCS partecipano alla riorganizzazione del suolo conservando i residui di raccolta in superficie e limitando l’impatto meccanico sull’insieme dell’attività biologica; la qualità e l’organizzazione del profilo colturale devono perciò precedere, in qualche misura, il livello di minimizzazione. Dunque, semplificazione della lavorazione del terreno non significa soppressione ma ragionamento, ed in funzione del tipo di suolo, di clima e di rotazione, può essere giudizioso intervenire in profondità al fine di garantire una buona circolazione dell’acqua, dell’aria ma anche un buon radicamento. Nemmeno gli interventi di superficie sono da escludere, poiché possono aiutare a gestire i residui, a controllare le false semine e a disturbare certi parassiti come le lumache e i topi. Però anch’essi devono essere mirati e di qualità. In risposta alle limitazioni regolamentari, ma anche per interesse agronomico, i manti vegetali completano l’approccio. Colture vere e proprie, essi consentono di riciclare l’azoto così come molti altri elementi minerali, di mantenere e sviluppare una strutturazione efficiente, di apportare nutrienti variati ed abbondanti all’attività biologica, di gestire una parte dell’infestazione durante il periodo di intercoltura e di favorire lo stabilirsi di una bio-diversità funzionale. La ricerca dei veri rendimenti agronomici mediante i manti porta ad elaborare miscele efficienti che, oltre ad assicurare la semplificazione della lavorazione del suolo, si concretizzano in economie sostanziali in termini di concimazione. Infine, il mancato rivoltamento e di conseguenza il non interramento e diluizione dello stock di semente, implicano la riconsiderazione dei concatenamenti colturali, adattandoli alla semplificazione del lavoro così da limitare i rischi di infestazione ma anche di malattie e di parassiti. La misura anticipatrice costituita da una modifica della rotazione, dal punto di vista degli effetti economici a breve termine e delle condizioni pedoclimatiche, non è così facile da mettere in opera, benché essa possa essere estremamente efficace per ridurre la dipendenza dai prodotti fitosanitari. Di conseguenza, questo approccio combina ed apporta numerosi benefici. La limitazione della battitura e dell’erosione del suolo, così come lo sviluppo di una sostenuta attività biologica, consentono di conservare e restaurare il potenziale produttivo del suolo, partecipando anche alla riconquista della qualità dell’acqua. D’altra parte, il mantenimento di una copertura alla superficie del suolo rafforza la bio-diversità e la fauna selvaggia. Infine, l’utilizzazione più efficace delle risorse non rinnovabili come l’energia, i fertilizzanti, oltre a costituire un elemento economico rilevante, limita attivamente il contributo dell’agricoltura al riscaldamento climatico, azione che va associata al sequestro di una parte del carbonio con la crescita del tasso di materia organica del suolo. La semina diretta, l’ultima tappa, può offrire ancora più risparmi ed amplificare i benefici agro-ambientali. Tuttavia questo approccio, per dare soddisfazione, deve assolutamente essere condotto su terreni riorganizzati con una buona fertilità biologica e poggiare su rotazioni equilibrate comprendenti manti efficienti e variati. Infine, l’approccio sistematico indotto da questo orientamento impegna progressivamente gli operatori sulla via dell’agricoltura di conservazione, un’agricoltura creativa che, ricercando continuamente una maggiore efficacia, vuole accompagnare ed utilizzare al massimo l’energia del vivente. Un’agricoltura nella quale l’esperienza, la conoscenza dell’agronomia, delle piante e del funzionamento degli agro-ecosistemi consentiranno di continuare a produrre più economicamente preservando le risorse e l’ambiente. 5 Un contesto ag r in evolu Il prodotto lordo delle grandi coltivazioni dipende principalmente dall’evoluzione dei prezzi di mercato e delle compensazioni. La riforma della PAC del 2005 riduce moderatamente l’ammontare delle compensazioni e definisce nuovi metodi di calcolo ed attribuzione. L’agricoltore dovrà soddisfare nuove esigenze per beneficiare degli aiuti alle colture e degli aiuti specifici allo sviluppo rurale. “GLI AIUTI ALLE AZIENDE AGRICOLE FRANCESI ED IL LORO METODO D’ATTRIBUZIONE”“ G 6 li aiuti allocati agli agricoltori sono fondamentali, poiché rappresentano il 69% dell’Eccedente lordo di coltivazione (ELC) nelle grandi coltivazioni ed il 53% nella policoltura-allevamento. La sopravvivenza dell’agricoltura francese richiede il mantenimento di questi aiuti ad un livello soddisfacente, per preservare il reddito degli agricoltori. e legumi, patate da consumo e foresta) e richiede il rispetto dei principi di condizionalità. • Aiuto accoppiato al 25% per le COP (cereali, oleaginose, proteaginose): questo aiuto è in funzione della rotazione dell’annata. EVOLUZIONE DELLE ORGANIZZAZIONI COMUNI DI MERCATO PER LE GRANDI COLTURE La concessione dell’integralità del pagamento dei due tipi di aiuti diretti è subordinato al rispetto delle regole di condizionalità (19 atti regolamentari, BCAA - Buone condizioni agricole e ambientali, mantenimento dei prati permanenti) in connessione con l’ambiente, la salute pubblica, la salute dei vegetali, la salute ed il benessere degli animali: In caso di mancato rispetto di queste regole, una parte o la totalità degli aiuti diretti può essere ritirata all’agricoltore. Il prezzo d’intervento per i cereali è mantenuto a 101,31 €/t e le maggiorazioni mensili sono ridotte del 50%. Gli aiuti specifici alla produzione di grano duro sono soppressi nelle zone non tradizionali, diminuiti in quelle tradizionali, ed è istituito un premio qualità di 40 €/ha. L’aiuto specifico alle proteaginose è fissato a 55,57 €/ha, quello alle colture energetiche a 45 €/ha. SEPARAZIONE PARZIALE DEGLI AIUTI Dal 2006, l’agricoltore gode di due tipi d’aiuti: • Aiuto separato (75%): questo aiuto è fondato sui diritti a pagamento unico (DPU). E’ stabilito a partire dal riferimento storico degli anni 2000-2002 (aiuti diretti percepiti in media nel periodo 20002002). L’attivazione dei DPU può avvenire soltanto sulle superfici ammissibili (terreni arabili e prati permanenti eccetto le colture permanenti, frutti RISPETTO DELLE REGOLE DI CONDIZIONALITA’ MODULAZIONE OBBLIGATORIA DEI PAGAMENTI UNICI: DIMINUZIONI INEVITABILI La modulazione è applicata ad un tasso del 5% nel 2007 al di là di una franchigia di 5.000 €di aiuti diretti. Un agricoltore che percepiva 40.000 € di aiuti diretti nel 2004 non ne percepirà più di 38.250 nel 2007, considerando i soli effetti della modulazione. Il denaro raccolto sarà ripartito tra lo Stato membro e l’Europa, e servirà a finanziare gli sforzi per l’agricoltura in termini di sviluppo rurale. g ricolo europeo luzione RAFFORZAMENTO DELLO SVILUPPO RURALE: PUNTA DI LANCIA DELLA RECENTE RIFORMA I crediti attribuiti allo sviluppo rurale sono aumentati, ed il loro campo d’applicazione si è ampliato. Oggi si distinguono gli aiuti in favore di un miglioramento della qualità dei prodotti (3.000 Euro/ azienda/anno per 5 anni), del rispetto delle norme (ambiente, salute) (10.000 Euro/azienda/anno per 5 anni), del ricorso ai servizi di consulenza agricola, del rispetto del benessere animale (500 Euro/unità di bestiame/anno per 5 anni) dall’aumento degli aiuti all’investimento per i giovani agricoltori. GRAFICO 1 MECCANISMO DI INDIRIZZAMENTO DEGLI AIUTI ALLE AZIENDE AGRICOLE FRANCESI Riserva nazionale Europa 7 3% Montante di riferimento + aiuti collegati Aiuti specifici Fonte: Istituto del Vegetale – Arvalis, 2003. 10% Aiuti alla qualità 60% Pagamenti unici + aiuti specifici Agricoltore dello Stato membro Ammende e prelevamenti in caso di trasferimento dei diritti Fondi per lo sviluppo rurale (Europa) Modulazione Fondi per lo sviluppo rurale (Stato membro) 20% 80% 40% Un contesto agricolo europeo in evoluzione “QUALE AVVENIRE PER LA PRODUZIONE CEREALICOLA FRANCESE?” sulla produzione francese di cereali, che fatica a rimanere competitiva. Il costo di produzione del frumento ucraino è in media del 20% inferiore che in Francia, e si spiega con i costi di fattori produttivi e manodopera molto bassi. Occorre dunque individuare i mezzi che consentano di diminuire il costo di produzione del frumento in Europa Occidentale, per mantenerne la competitività. Tuttavia, le piccole variazioni della produzione in termini di qualità e quantità in Francia costituiscono un vantaggio rispetto ai principali concorrenti. LA MINACCIA DELLA CONCORRENZA ESTERA C ome si vede sul Grafico 2, il costo di produzione completo del frumento varia da uno a due secondo il paese. La posizione del frumento francese mostra l’estrema fragilità della sua competitività sul mercato mondiale. D’altra parte, lo sviluppo dell’agricoltura, in particolare nei paesi dell’Est, inizia a pesare GRAFICO 2 Dettaglio del costo di produzione completo del frumento nei 5 principali esportatori mondiali (2000) 160 140 140 140 140 140 120 120 120 120 120 100 100 27 40 6 20 0 14 28 80 60 23 40 28 20 11 12 10 10 0 80 60 40 13 20 29 0 80 42 10 10 20 29 20 0 17 40 Oneri fondiari Altri oneri strutturali Oneri di meccanizzazione Oneri proporzionali 120 100 100 28 60 140 28 80 49 80 60 12 60 40 20 0 26 108 40 30 20 USA 60 38 100 FRANCIA 80 39 CANADA 100 36 160 0 Charges de main d’oeuvre Costo globale stimato 1€ = 1,09 US$ / 1,09 peso / 1,64 CA$ / 1,53 AU$ / Costo di produzione in €/t I tassi di cambio influiscono fortemente sul posizionamento reciproco dei paesi in termini di costo di produzione. Tuttavia, vi sono dei paesi naturalmente bassi (Argentina, Australia e Ucraina) e paesi strutturalmente alti (Francia, USA e Canada). TABELLA 1: LE POSSIBILI VIE DI MIGLIORAMENTO I produttori francesi possono certamente ridurre il costo di produzione del loro frumento rivolgendo i loro sforzi sul costo dei fattori produttivi (cosa già intrapresa dalla maggioranza dei coltivatori francesi) e sulla combinazione meccanizzazione-manodopera che rimane una potente leva che consente di aumentare il margine di progresso. Classificazione qualitativa dei 5 paesi per fattore produttivo, per i cereali vernenghi, dal pi˘ vantaggioso al pi˘ oneroso. € €€ €€€ €€€€ Fattori USA Argentina/Australia/Canada Macchine Australia Canada/USA Manodopera Argentina Australia/Canada FRANCIA/USA Servizi esterni Canada Australia/Argentina USA Terra FRANCIA Argentina FRANCIA FRANCIA Canada/Australia Argentina USA Fonte: Istituto del Vegetale - Arvalis, 2002 Fonte: Istituto del Vegetale – Arvalis 160 UCRAINA 160 AUSTRALIA 160 ARGENTINA 8 160 Analisi del costo di produzione del frumento Tenendo conto di un contesto economico incerto e della globalizzazione dei mercati, gli agricoltori francesi cercano ancor più che in passato di padroneggiare i loro costi di produzione, per rimanere competitivi. “ COMPOSIZIONE DEL COSTO DI PRODUZIONE ” FIGURA 1 28% PRODOTTO LORDO ONERI PROPORZIONALI 11% CANONE D’AFFITTO 15% ONERI DI STRUTTURA 72% 46% DETTAGLIO PER VOCI D’ONERE DEL COSTO DI PRODUZIONE DEL FRUMENTO IN FRANCIA COSTI GENERALI MECCANIZZAZIONE MANODOPERA REDDITO AGRICOLO EFFETTIVO Fonte: Istituto del Vegetale - Arvalis, CNCER-UNIGRAINS, 2002 ONERI PROPORZIONALI (SEMENTI, PRODOTTI FITOSANITARI, CONCIMI) ONERI DI STRUTTURA: UNA POTENTE LEVA PER DIMINUIRE IL COSTO DI PRODUZIONE La condotta colturale incide sul costo dei fattori produttivi per quintale. Un itinerario fitosanitario “ragionato” (regolazione molto precisa dei fattori in funzione dell’osservazione diretta sul campo) consente un’economia dell’ordine del 30% rispetto ad un itinerario “assicurato” (condotta della coltura definita in precedenza). Tuttavia, le riduzioni devono essere ponderate per evitare di ritrovarsi nella situazione opposta, quale un aumento del costo dei fattori per quintale conseguente ad un eccessivo calo di rendimento. La meccanizzazione e la manodopera rappresentano il 65% degli oneri di struttura, ovvero il 46% del costo di produzione. E’ importante combinare queste due voci, poiché esse riflettono l’organizzazione del lavoro. Un ridotto livello di manodopera è generalmente compensato da un parco macchine più adeguato, e reciprocamente. L’aggiustamento di queste voci contribuirà a rendere il frumento dell’Europa occidentale più competitivo, nella misura in cui ciò non inciderà sul rendimento delle colture. 9 Analisi del costo di produzione del frumento “RIDURRE GLI ONERI DI MECCANIZZAZIONE E MANODOPERA” Il capitale investito per ettaro ed i tempi di lavoro sono due componenti fondamentali per diminuire gli oneri di meccanizzazione e manodopera. RIDURRE IL CAPITALE INVESTITO PER ETTARO RIDURRE IL CONSUMO DI CARBURANTE Attualmente il consumo di carburante rappresenta un importante onere della meccanizzazione, con il prezzo del gasolio che rischia di aumentare ancora. Per questo il consumo di carburante pesa sempre più negli oneri aziendali. Si possono valutare due soluzioni: • Diminuire l’investimento in macchine: a questo livello si deve prendere in considerazione il concetto di rischio. Infatti, più è elevato l’investimento in macchine, più alto deve essere il ritorno dello stesso, e alto è anche il rischio di non ottenere tale ritorno. • Ripartire gli investimenti su una superficie più ampia: l’aumento della superficie lavorata migliora la ripartizione degli oneri di meccanizzazione e manodopera. RIDURRE I TEMPI DI LAVORO > alla potenza di trazione, > ai tempi di trazione. La messa in opera delle Tecniche colturali Semplificate (TCS) comporta una diminuzione: • dell’intensità di lavorazione del terreno, • della profondità d’intervento, • del numero di passaggi. La potenza ed i tempi di trazione necessari vengono così limitati. La quantità di gasolio utilizzata è ridotta in modo significativo passando alle TCS, come attesta la tabella seguente. TABELLA 2 : ITINERARIO ARATURA ITINERARIO LAVORAZIONE SUPERFICIALE ITINERARIO SEMINA Tempo di lavoro (h/ha)* 2,1 1,1 0,4 Potenza di trazione (ch/ha) 2,3 1,4 1,2 Consumo di carburante (l/ha)* 32 15 9 15,64 7,33 4,40 TECNICA Costo gasolio H.T. (€/ha)* (Base: 0,489€ l de fioul **) - 53% Fonte: Arvalis 2006 10 Gli oneri di manodopera gravano pesantemente sul costo di produzione (20%). Oggi il coltivatore ha interesse a lavorare il massimo di superficie con il minimo di manodopera. Ciò presuppone un investimento ragionato in macchine produttive, soddisfacendo questo obiettivo con il miglioramento del rapporto SAU4/UTH5. Il consumo di carburante, che costituisce un interessante indicatore di efficienza, è direttamente legato: - 40% - 72% 4 Superficie Agricola Utilizzabile 5 Unità di Lavoro Umano * Per lavorazione del terreno e semina ** Fonte per il prezzo di carburante: http://www.industrie.gouv.fr/energie/petrole/se_resul_fr.php “GESTIONE DELL’INTERCOLTURA. PREPARAZIONE DEL TERRENO E SEMINA” MECCANIZZAZIONE-MANODOPERA FIGURA 2 19% TRASPORTO-IRRIGAZIONE 14% IRRORAZIONE-CONCIMAZIONE DETTAGLIO DELLA VOCE MECCANIZZAZIONEMANODOPERA NEL COSTO DI PRODUZIONE DEL FRUMENTO IN FRANCIA. 22% RACCOLTA 45% PREPARAZIONE TERRENO SEMINA LAVORAZIONE DEL TERRENO: QUASI IL 45% DELLA VOCE MECCANIZZAZIONE-MANODOPERA! La lavorazione del terreno rappresenta approssimativamente il 45% della voce meccanizzazione-manodopera, con una notevole variabilità in funzione dei sistemi di produzione. Effettivamente, le coltivazioni orientate ai prodotti per l’industria (barbabietola da zucchero, patate ecc.) e l’allevamento hanno una voce meccanizzazione-manodopera nettamente più importante rispetto al cerealicolo. Rivedere la strategia adottata su questo punto può dunque generare notevoli benefici in termini di riduzione del costo di produzione. VOCI NELLE QUALI SONO VALUTABILI DELLE DIMINUZIONI L’ELIMINAZIONE DELL’ARATURA E’ ADEGUATA ALLE NUOVE ESIGENZE? Gli itinerari senza aratura, riducendo in certe situazioni l’investimento in macchine, offrendo importanti portate di lavoro (aumento della superficie lavorata) e comportando minori esigenze di manodopera, consentono di ridurre la voce meccanizzazione-manodopera. Quando sono agronomicamente possibili, essi rientrano perfettamente nella logica economica (ridurre il costo di produzione) e regolamentare attuale (condizioni per l’ottenimento degli aiuti e sviluppo rurale). 11 Interessi or g ed econ La semplificazione della lavorazione del terreno è una leva per ridurre i tempi di trazione per ettaro e migliorare il risultato economico delle colture, qualora permetta di diminuire il capitale investito e la manodopera per ettaro. “PRESTAZIONI ORGANIZZATIVE” RISPARMIO DI TEMPO Le tecniche senza aratura generano risparmi di tempo che variano in funzione del grado di semplificazione e degli utensili impiegati. Così la riduzione dei tempi di trazione totali, che non può superare il 15-20% con gli utensili tradizionali, può raggiungere il 40% con degli utensili specifici. In quest’ultima situazione, i tempi di trazione connessi alla lavorazio- TABELLA 3: 12 ITINERARIO CON ARATURA 1 aratura 5 corpi / 6km/h / 0,9ha/h ne del terreno (estirpazione, preparazione, semina) passano in media da 2,6 h/ha col sistema dell’aratura a 1,3 h/ha con lavorazione superficiale, e a 0,5 h/ha con semina diretta. Questi risparmi di tempo si osservano principalmente in occasione delle punte di lavoro, il che ne accentua l’interesse. Al fine di illustrare questi risparmi, abbiamo stimato i tempi di lavoro per un’azienda di 200 ha, su terreno argillo-calcareo, con coltura cerealicola (rotazione colza-frumento-orzo). Confronto dei tempi di lavoro in funzione degli itinerari di lavorazione del suolo praticati. TEMPO /ha ITINERARIO CON LAVORAZ SUPERFICIALE TEMPO /ha 0,35 2 estirpazioni (utensile a denti) 4m / 10km/h / 2,8ha/h 0,7 1 semina (rotativo/seminatrice) 4m / 5km/h / 1,4ha/h 0,7 1 semina (seminatrice specifica) 3m / 12km/h / 2,5ha/h 0,4 Tempi di lavoro sul campo 1,1 Tempi di lavoro con gli spostamenti TEMPO /ha 1 seminatrice specifica 3m / 12km/h / 2,5ha/h 0,4 Tempi di lavoro sul campo 0,4 1,1 1 estirpazione (utensile a denti) 4m / 10km/h / 2,8ha/h Tempi di lavoro sul campo SEMINA DIRETTA 2,15 2,6 Tempi di lavoro con gli spostamenti 1,3 - 50% Tempi di lavoro con gli spostamenti 0,5 - 62% - 80% MIGLIORE VALORIZZAZIONE DELLE APERTURE CLIMATICHE Quando le condizioni climatiche lasciano poco tempo per seminare, è necessario intervenire rapidamente per lavorare nelle condizioni più adatte e seminare tutte le varietà alla data giusta (una data di semina superata di 15 giorni mediamente penalizza il rendimento in frumento di 5 q/ha). Con la non-aratura, si riducono leggermente queste aperture climatiche, intervenendo un po’ più tardi sul campo, ma le portate di lavoro quotidiane compensano abbondantemente questo ritardo. In questo caso, la semplificazione permette una migliore valorizzazione dei giorni disponibili. Rimane comunque necessario intervenire presto ed al momento giusto. SEMPLIFICAZIONE DELL’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO • Dedicare più tempo ad un’altra attività (gestione, colture speciali, allevamento...) Il tempo che si libera con le tecniche senza aratura può essere valorizzato con altre attività. Supponendo che il coltivatore gestisca 120 ha di grande coltura, egli realizza 850 ore di trazione all’anno (7 h/ha con il sistema convenzionale). Aggiungendovi la diminuzione del tempo di trazione consentita dalla semplificazione della lavorazione del terreno (2 ore tra un itinerario senza aratura ed uno con aratura), il risparmio di tempo prevedibile è di 240 ore. • Alleviare i sistemi sovraccaricati Nel caso di divisione della società o di ingrandimento dell’attività, alcune aziende si trovano esposte a problemi di manodopera. In queste situazioni la semplificazione della lavorazione del terreno, richiedendo meno manodopera, consente di ottimizzare l’organizzazione del lavoro. r ganizzativi onomici “EFFICIENZA ECONOMICA: RAGIONARE SUI TEMPI LUNGHI” BENEFICI INNEGABILI AUMENTO DEI BENEFICI CONDIVIDENDO MACCHINE E MANODOPERA • Il consumo di carburante come indicatore chiave La diminuzione del tempo di trazione per ettaro si accompagna ad una riduzione del consumo di carburante. Il coltivatore può osservare questo beneficio fin dal primo anno di semplificazione e costituisce un indicatore chiave dell’efficienza dei nuovi itinerari adottati. Il consumo di carburante è stimato in 100 L/ ha col sistema convenzionale, in 75 L/ha con la semina semplificata (diminuzione corrispondente alla cessazione dell’aratura) ed in 65 L/ha con la semina diretta, ovvero una diminuzione del 35% tra i due estremi. Ciò sottintende inoltre un’usura minore del trattore, cioè una diminuzione del suo ritmo di sostituzione. Tuttavia, i risparmi previsti in termini di consumo di carburante dipendono dal tipo di terreno, poiché i benefici su terreno argilloso sono maggiori che su terreno limaccioso. • Osservazione dei benefici a lungo termine Passare da un’attrezzatura per aratura già ammortata ad una nuova per la non-aratura rischia di aumentare gli oneri di meccanizzazione a breve termine. Ma è osservando tali oneri nell’arco di più anni che si può apprezzare le economie realizzate, pur mantenendo un livello di produzione paragonabile. Queste economie sono principalmente legate ad una diminuzione dei costi di manutenzione e riparazione, e ad un aumento del valore di rivendita delle nuove macchine, essendo queste voci comprese nel calcolo del costo di utilizzazione delle macchine stesse. L’aumento della superficie lavorata consente di diluire i fattori di produzione. L’accrescimento delle dimensioni dell’unità di produzione (superficie sulla quale funziona un parco macchine ed una squadra di personale) può avvenire acquistando delle macchine in co-proprietà, con l’utilizzazione comune di macchine mediante un circuito di scambio, un centro di noleggio o cooperativo, un’impresa di lavorazione, oppure con la messa in comune delle rotazioni. I risparmi prevedibili sono una diminuzione degli oneri di meccanizzazionemanodopera dell’ordine del 40-45%, il che rappresenta il 20% del costo di produzione. La semplificazione della lavorazione del terreno associata a questo aumento delle dimensioni dell’unità di produzione contribuisce per il 19% a questa diminuzione degli oneri di meccanizzazione-manodopera, cioè il 10% del costo di produzione. Il restante 24% corrisponde alla diminuzione consentita dalla condivisione di macchine e addetti sull’insieme delle operazioni diverse da quelle di lavorazione del terreno. Al di fuori di questo aspetto, l’associazione è un mezzo per accedere a mezzi più efficienti. 13 Questi benefici variano con il grado di semplificazione, e richiedono l’adattamento degli itinerari ai tipi di terreno ed ai sistemi di coltura. E’ fondamentale ragionare sugli itinerari da un punto di vista agronomico per coglierne i risparmi economici. FIGURA 3 POSSIBILITÀ DI COMPRESSIONE DELLA VOCE MECCANIZZAZIONE-MANODOPERA. MECCANIZZAZIONE MANODOPERA 57% 24% INCOMPRIMIBILE DIMINUZIONE IMPOSSIBILE RESTO MECCANIZZAZIONE 19% LAVORAZIONE DEL TERRENO DIMINUZIONE PREVISTA Effetti della non-arat delle p L’impatto delle tecniche senza aratura sullo sviluppo delle piante varia secondo gli itinerari adottati (dalla semina su terreno lavorato in profondità alla semina diretta in manto vegetale). L’ambiente di sviluppo della pianta varia perciò in funzione del grado di semplificazione. “GERMINAZIONE E CRESCITA” Il successo del popolamento iniziale di un campo condiziona fortemente il rendimento, in particolare per le colture prive di proprietà di ramificazione e taglio (mais, barbabietola) e per quelle a ciclo d’accrescimento breve (colture primaverili). UMIDITÀ PER LA CRESCITA 14 L’assorbimento d’acqua da parte del seme dipende dall’umidità presente attorno ad esso, ed avviene per contatto intimo con la terra fine del letto di semina. Con la lavorazione superficiale, la formazione di un pacciame di superficie mantiene l’umidità nel terreno (minore evaporazione), l’assenza d’aratura limita la formazione di zolle (specialmente su terreno argilloso) e la continuità dell’assetto strutturale favorisce la risalita dell’acqua per capillarità. Queste condizioni sono favorevoli alla germinazione, particolarmente per le semine realizzate in condizioni asciutte (ad esempio, semina di colza). AERAZIONE PER LA RESPIRAZIONE DELLA PIANTINA Alla germinazione ed allo sviluppo delle piantine sono necessari degli scambi respiratori. La formazione di una crosta di compattamento in terreni limacciosi e la presenza di zolle in quelli argillosi possono limitare questi scambi. Con la non-aratura, la presenza di materiale organico in superficie limita il fenomeno di incrostazione e l’assenza di lavorazione profonda diminuisce il rischio di formazione di zolle. Anche gli ostacoli meccanici allo sviluppo del coleottile vengono così limitati. TEMPERATURA L’inizio della germinazione richiede un certo livello di temperatura in relazione con la porosità e l’umidità del suolo. Un terreno poroso ed asciutto si riscalda più rapidamente di un terreno compatto ed umido. Con la non-aratura, la presenza di un pacciame di superficie rallenta il riscaldamento del terreno, in particolare senza lavorazione preventiva del suolo, il che spiega i ritardi di accrescimento frequentemente osservati in primavera. Questo riscaldamento più lento può limitare la mineralizzazione e dunque la disponibilità di elementi nutritivi per le piantine. Se il terreno è ben fornito all’inizio, non è necessario modificarne la fertilizzazione. Infatti, la maggiore inerzia termica e la non-aratura consentono di compensare questi ritardi quando ci si addentra in stagione. FIGURA 4 : Letto di semina ideale. Temperatura Scambi respiratori Materiale organico Letto di semina Umettatura Base del terreno compattata che consente la risalita dell’acqua per capillarità at ura sullo sviluppo piante “CRESCITA E SVILUPPO” Quando le riserve del seme sono esaurite, le radici sono le sole ad assorbire gli elementi nutritivi del terreno. La crescita delle piante è correlata alla disponibilità di elementi nutritivi, di acqua ed ossigeno del terreno, nonché all’ampiezza dello sviluppo radicale. Lo sviluppo della parte aerea apporta l’autonomia alla pianta grazie alla fotosintesi. SVILUPPO RADICALE La crescita del sistema radicale dipende dal grado di fermezza e dai cambiamenti di struttura del terreno, che frappongono una resistenza meccanica al passaggio delle radici. La porosità osservata con la non-aratura e l’omogeneità del profilo strutturale favoriscono un buon sfruttamento del terreno da parte delle radici. In assenza di lavorazione profonda, la porosità tende a diminuire e ad organizzarsi diversamente. Essa è più continua e si presenta sotto forma di fessure e gallerie. L’organizzazione così formata è più efficiente di un sistema convenzionale. ALIMENTAZIONE La riserva di elementi nutritivi del terreno dipende dal tasso di materiale organico, dagli ammendamenti realizzati e dalla capacità del suolo di immagazzinare tali elementi (capacità di scambio cationico). La cessazione dell’aratura si accompagna ad un aumento progressivo del tasso di materiale organico sull’insieme della struttura del terreno, il che aumenta la sua capacità di immagazzinare elementi nutritivi. Però, queste modificazioni non sono fondamentali ed hanno poca incidenza sullo sviluppo delle piante. Solo il posizionamento dell’apparato radicale, sotto il materiale organico, può facilitare la captazione degli elementi nutritivi provenienti dalla mineralizzazione. STATO SANITARIO La presenza in superficie di residui delle colture precedenti può costituire un focolaio ospitante gli inoculi di funghi e parassiti nocivi alla coltura in corso. Tuttavia un’opportuna rotazione, una scelta ragionata della varietà, una buona gestione dei residui di raccolta ed un’appropriata lotta fitosanitaria diminuiscono i rischi di sviluppo di malattie e parassiti. 15 FIGURA 5 : Processo di nutrizione delle piante Umificazione Mineralizzazione primaria Humus Mineralizzazione secondaria Fissazione sul complesso argillo-umico Attacco della roccia madre da parte delle radici Ioni K+ passano nella soluzione del suolo (equilibrio) Messa a riserva sul complesso argillo-umico Ioni Ca2+ si fissano sul complesso per compensare il deposito di K+ Lavaggio Inter agrono La cessazione dell’aratura genera una modificazione della ripartizione di materiale organico nel profilo del terreno. Pertanto, il funzionamento del terreno e, di conseguenza, i dati agronomici, risulteranno modificati. “ATTIVITÀ BIOLOGICA DEI TERRENI” L’ATTIVITÀ DEI LOMBRICHI PUÒ ESSERE MOLTIPLICATA PER DUE La semplificazione della lavorazione del terreno è accompagnata da una modificazione dell’attività biologica nel suolo. Essa si manifesta con una minore attività degli agenti mineralizzanti, a vantaggio degli umificatori che influiscono sulla struttura del terreno stesso. L’evoluzione della popolazione passando dal rovesciamento della terra alla non-aratura è la perfetta illustrazione di questo fenomeno. Il suo aumento, così come la stabilizzazione delle gallerie che si formano, si devono al minor sommovimento del terreno. 16 FIGURA 6: ARATURA PERMEABILITÀ > 1 - 20 mm/h Attività dei lombrichi e suoi effetti in funzione dell’itinerario di lavorazione del terreno SEMINA SEMPLIFICATA PERMEABILITÀ > 50 - 80 mm/h SEMINA DIRETTA PERMEABILITÀ > 80 - 100 mm/h Fonte: Bourguignon, 2000 AUMENTO DELLA MICRO-FAUNA DI SUPERFICIE La maggior parte dei microorganismi sono aerobici (hanno bisogno d’ossigeno) e sapro- fiti (si nutrono di materia organica morta). La presenza di materiale organico in superficie favorisce il loro sviluppo. Con la lavorazione superficiale, si stima che la massa di micro-fauna è circa due volte più grande nei primi centimetri del terreno rispetto agli strati più profondi. eressi nomici “PROPRIETÀ FISICHE DEL TERRENO” MIGLIORAMENTO DELLA STABILITÀ STRUTTURALE DI SUPERFICIE MIGLIORAMENTO DELLA STRUTTURA DEL TERRENO Con le TCS, la formazione di un mulch di superficie protegge il terreno dall’erosione eolica e dal compattamento. Questa proprietà è particolarmente apprezzata sui terreni limacciosi, dove si osservano frequentemente dei problemi di germinazione dovuti alla formazione di una crosta compatta. La permeabilità di un suolo compattato da forti piogge può ridursi a 1 mm/h. Il pacciame consente anche di mantenere una certa umidità nel terreno per via di una diminuzione dell’evaporazione. Dopo un anno di non-aratura, la porosità totale della zona precedentemente lavorata diminuisce. Essa finisce per raggiungere in capo a 2-5 anni un livello d’equilibrio che dipende dalla “tessitura” del suolo, dal clima, dal tasso di materiale organico (elemento strutturante del terreno), dell’attività biologica (in particolare dei lombrichi) e di una eventuale lavorazione. Si ottiene così una struttura continua, costituita da gallerie e fessure molto funzionali. “FERTILITÀ DEI TERRENI” SVILUPPO RADICALE ALIMENTAZIONE La nuova dinamica evolutiva della materia organica e l’assenza di rotture nel profilo strutturale aumentano l’attività delle radici. Queste tenderanno a svilupparsi più in profondità ed a colonizzare un maggior volume di terreno. La migliore esplorazione del terreno migliora la captazione di elementi nutritivi e la valorizzazione delle riserve d’acqua. Con la non-aratura, il tasso di materiale organico nello strato superficiale è maggiore di quello di un sistema tradizionale. Nella prova di Arvalis a Boigneville, dopo 30 anni di non-aratura si è osservato un aumento del 33% rispetto al tenore iniziale di materiale organico nello strato (0-5 cm) con lavorazione superficiale, e dell’85% con semina diretta. Non di meno, sull’insieme del profilo, questo aumento è meno importante e sottolinea la nuova dinamica di posizionamento del materiale organico. FIGURA 7: 17 Benefici agronomici generati dalle tecniche senza aratura. PROPRIETÀ FISICHE PROPRIETÀ CHIMICHE Mantenimento dell’umidità sotto il pacciame Mineralizzazione lenta Preservazione della micro-fauna Diminuzione del compattamento Fessurazione sotto l’effetto del clima ATTIVITÀ BIOLOGICA Intercettazione da parte delle radici Miglioramento della porosità dovuto all’attività dei lombrichi Interessi ambientali La semplificazione della lavorazione del terreno limita i fenomeni di ruscellamento che stanno all’origine dell’erosione, del trasporto dei residui di prodotti fitosanitari nell’acqua e, in parte, delle inondazioni. La diminuzione delle emissioni di CO2 osservata negli itinerari senza aratura contribuisce anche alla riduzione dell’effetto serra. 18 “DIMINUIRE L’IMPATTO DELLE FORTI PRECIPITAZIONI” “RIDUZIONE DELL’EFFETTO SERRA” La presenza di un pacciame vegetale vivente o morto protegge il terreno dalle forti piogge, limitando i fenomeni di compattamento e ruscellamento. La semplificazione della lavorazione del terreno consente di diminuire l’erosione che può far perdere fino a 17 t di terra per ettaro all’anno (ovvero 1,5 cm di spessore in 10 anni). Si considera che una copertura del 30% del terreno con residui assicura la protezione contro l’erosione e tutti i fenomeni che si verificano durante tutta la stagione. L’humus consente l’immagazzinamento di elevate quantità di carbonio. La diminuzione della lavorazione del terreno contribuisce a questo fenomeno, riducendo la mineralizzazione e favorendo l’umificazione. Unito ad una riduzione del consumo di carburante, ciò riduce le quantità di CO2 immesse nell’atmosfera. FIGURA 8: ARATURA Interessi ambientali delle tecniche senza aratura. TCS Figure 8 : Intérêts environnementaux des techniques sans labour. Erosione e ruscellamento della materia attiva Assenza di erosione e di ruscellamento della materia attiva Emissione di CO2 Esistenza di picchi di mineralizzazione Minore emissione di CO2 Mineralizzazione regolare Fattori di successo La maggior parte delle aziende agricole possono adottare gli itinerari senza aratura, ma con gradi diversi di semplificazione dipendenti dall’ambiente pedo-climatico e dal loro sistema di coltura. Esistono perciò diverse chiavi d’ingresso che consentono al coltivatore di valutare i punti a cui prestare attenzione affinché la soppressione dell’aratura avvenga nelle migliori condizioni e mantenendo lo stesso livello di rendimento. “CONTESTO PEDO-CLIMATICO” PRESERVARE LA STRUTTURA DEL TERRENO I raccolti tardivi come il mais o la barbabietola presentano un forte rischio di degrado del terreno quando le condizioni di portanza sono limitate. Tale degrado penalizzerebbe il risultati delle TCS. In questo caso, l’itinerario tecnico dovrà prevedere una lavorazione profonda nelle condizioni adatte, per assicurare il corretto sviluppo della pianta (suolo decompattato) e la qualità del suo impianto (suolo livellato). Ciò si osserva soprattutto in caso di impianto di colture autunnali, per le quali il terreno non ha subito le condizioni climatiche invernali “ristrutturanti”. Per i terreni limacciosi, sensibili alla compattazione, il passaggio alla non-aratura richiede di lavorare in condizioni ben asciutte, di utilizzare pneumatici appropriati e di ricorrere all’impiego di un decompattatore qualora la struttura sia degradata, soprattutto per l’impianto di colture sensibili alla compattazione superficiale come la colza, il mais e la barbabietola. FARE ATTENZIONE AI TERRENI CON BASSE PERCENTUALI D’ARGILLA La percentuale d’argilla condiziona le facoltà di ristrutturazione del terreno, sotto l’effetto del clima (alternanza umidità-asciugatura, gelo-disgelo). Un terreno si ristrutturerà tanto più facilmente quanto più è provvisto d’argilla, salvo i terreni gessosi che si destrutturano raramente. La qualità dell’argilla ha influenza anche sull’attività strutturale: quella tipo montmorillonite (silicata) è meglio della caolinite. Al contrario, più è elevata la percentuale d’argilla, più sarà difficile elaborare un letto di semina di qualità. In condizioni asciutte, questi terreni divengono difficili e costosi da lavorare, mentre in condizioni umide divengono collosi rendendo delicata la semina. Nei suoli argillosi l’accumulo di humus in superficie favorisce la creazione di terra fine. FARE ATTENZIONE ALL’IDROMORFISMO I terreni idromorfi si intasano facilmente d’acqua in inverno, nuocendo alle piante coltivate. La diminuzione della porosità nello strato lavorato in passato tende ad amplificare il fenomeno, poiché la semplificazione della lavorazione del terreno è tanto più difficile quanto più esso è idromorfo. L’aumento dell’attività dei lombrichi, associata al drenaggio, può limitare questi problemi facilitando l’infiltrazione dell’acqua. INTERVENIRE MECCANICAMENTE IN CASO DI COMPATTAMENTO Quando il terreno presenta zone compattate (verificare con una zappa), è necessario un intervento meccanico per ristabilirne la porosità. Questa tappa è fondamentale, poiché il successo della non-aratura è fortemente correlata alla qualità della struttura del terreno. 19 Fattori di successo “SISTEMI DI COLTURA” ESIGENZE DIVERSE SECONDO LE PIANTE Le colture invernali, con il loro lungo ciclo di sviluppo, riescono a compensare un numero insufficiente di piedi al mq per tallitura (cereali) o per ramificazione (colza). Certe colture primaverili come il mais, la barbabietola ecc. non hanno questa capacità di recupero. Inoltre, richiedono un ottimo impianto per non penalizzare il rendimento. GESTIONE DELLA POPOLAZIONE DI AVVENTIZIE 20 Le rotazioni praticate in un’azienda influiscono sullo sviluppo più o meno importante delle erbacce. La cessazione dell’aratura è accompagnata da un riposizionamento della semente in superficie e favorisce lo sviluppo di talune specie, la cui germinazione è facilitata dalle nuove condizioni (bromo ecc.). Nelle rotazioni brevi (unicamente a base di colture autunnali), sono sempre favorite le stesse specie. L’introduzione di colture primaverili nella rotazione rompe il loro ciclo di sviluppo, il che facilita il loro controllo e consente di profittare meglio della selettività degli erbicidi. Padroneggiare il diserbamento chimico e realizzare delle false semine nell’intercoltura lunga (il più presto possibile dopo il raccolto per beneficiare dell’umidità residua del terreno) sono leve potenti per gestire la popolazione delle avventizie. In ogni caso, occorre essere particolarmente attenti alla pulizia del campo, specialmente nei primi anni di non-aratura. GESTIONE DEI RESIDUI DI RACCOLTA I residui di raccolta costituiscono un ambiente di vita favorevole allo sviluppo di parassiti e malattie. Peraltro, possono costituire un ostacolo all’elaborazione di un letto di semina di qualità. • Asportazione delle paglie Quando i residui di raccolta (in particolare dei cereali) vengono asportati dal campo, lo sviluppo di parassiti (lumache) è penalizzato (assenza di un ambiente favorevole) ed il posizionamento dei semi non sarà ostacolato da eccessive quantità di paglia. • Restituzione delle paglie Se le paglie vengono restituite (fino a 10 t/ha nei terreni molto produttivi) è necessario favorire il loro degrado al fine di limitare la loro quantità in occasione della semina. In questo senso occorre ripartire trasversalmente ed in modo omogeneo i residui di raccolta (mietitrebbia con sparpagliatore), tritarli finemente per distruggere i parassiti (sul mais) e realizzare un incorporazione minima di questi residui nel terreno, per limitare lo sviluppo di malattie fungine. Con la semina diretta, si può prevedere di mietere alto al fine di avere pochi residui al suolo che rischiano di nuocere all’impianto. E’ importante anche rincalcare la linea di semina per favorire il contatto tra seme e terra. Per la colza, si deve tuttavia fare attenzione ai problemi di allungamento del coleottile, sovente dovuti allo spessore del mulch. • Spargimento di effluenti Gli spargimenti di letame o liquami di stalla possono compattare il terreno se vengono realizzati in condizioni umide. Il letame con troppa paglia può anche nuocere all’elaborazione di un letto di semina di qualità. Lo spargimento di letame evoluto o composto, e la sua incorporazione in superficie, possono dunque essere consigliati con la non-aratura. • Presenza di specie intermedie o subdole La distruzione delle specie intermedie o subdole può essere effettuata mediante diserbamento chimico (glifosato), meccanico (triturazione) o con la combinazione dei due metodi. La scelta della strategia di distruzione dipende principalmente dalla specificità del manto impiantato. Può essere consigliata una ripresa di superficie per favorire il riscaldamento del terreno e facilitare l’avvio delle colture. questa tappa può essere eliminata se il coltivatore ha la possibilità di impiantare con successo la sua coltura con la semina diretta (è necessario disporre di una seminatrice adatta). “NORME PER LA QUALITÀ DEI PRODOTTI” Il mantenimento in superficie dei residui di raccolta può costituire un ambiente favorevole allo sviluppo di alcune malattie (fusariosi) che possono influire sulla qualità del prodotto finale (presenza di micotossine). Si deve quindi prestare un’attenzione adeguata al programma fungicida, alla resistenza delle varietà piantate e alla rotazione delle colture al fine di minimizzare i rischi di contaminazione della coltura presente. “SINTESI” TABELLA 4: Stima delle possibilità di semplificazione della lavorazione del terreno in funzione del tipo di terreno e delle produzioni realizzate. TIPI DI COLTURA CEREALI, COLZA, PROTEAGINOSE, GIRASOLE, SOIA MAIS IN GRANI MAIS PER INSILAGGIO BARBABIETOLA ERBA PER INSILAGGIO PATATE Rischio di compattamento Basso Medio Elevato Velocità di asciugatura Buona Media Possibile Possibile Rischio Limacciosi-argillosi Possibile Possibile Rischio Limacciosi Possibile Argillosi Argillo-limacciosi Argillo-calcarei Gesso Buona Media Rischio Buona Media Rischio Sconsigliato Sconsigliato Fonte: Istituto del Vegetale – Avalis Nelle situazioni a rischio o sconsigliate, è necessario prendere tutte le precauzioni per evitare il degrado della struttura del terreno: • raccogliere in condizioni buone (anticipare la data per quanto possibile) • utilizzare pneumatici adatti se la struttura del suolo non è soddisfacente, • decompattare quando è necessario. 21 LA GAMMA DI COLTIVATORI E DI SEMINATRICI PER TCS A ciascuna esigenza il concetto adatto CONCETTO 1 CONCETTO 2 CONCETTO 3 CONCETTO 4 Semina su terreno lavorato in profondità Semina su terreno lavorato superficialmente Semina diretta su stoppie Semina diretta su manto vegetale GESTIONE DELL’INTERCOLTURA Preparazione del terreno CULTIMER MIXTER DISCOVER OPTIMER SEMINA FASTLINER / SPEEDLINER SDE / SDM MEGANT SD PLANTER MAXIMA 22 SDM Definizione dei concetti La specificità dei terreni e dei sistemi di coltura condizionano l’adozione di itinerari culturali appropriati. Vi proponiamo 4 concetti d’impianto delle colture con le macchine adatte. Toccherà quindi a voi scegliere tra questi 4 concetti quello più corrispondente ai vostri obiettivi di produzione e alle condizioni della vostra coltura (tipo di terreno, clima, regolamenti ecc.). “CONCETTO 1: SEMINA SU TERRENO LAVORATO IN PROFONDITÀ” Il 1° concetto KUHN conviene agli agricoltori con terreni a bassa capacità di ristrutturazione e/o idromorfi. Lavorare il terreno in profondità consente di prevenire la compattazione e di evitare la creazione di condizioni asfissianti in caso di forti precipitazioni. E’ da prevedere l’utilizzazione di un decompattatore in condizioni asciutte, ma ciò non deve in alcun caso essere sistematico. Effettivamente, certi terreni limacciosi si ricompattano più facilmente quando sono stati lavorati, il che nuoce all’infiltrazione dell’acqua in condizioni umide. “CONCETTO 2: SEMINA SU TERRENO LAVORATO SUPERFICIALMENTE” La lavorazione superficiale del terreno qui risponde più ad obiettivi di gestione dei residui di raccolta, delle popolazioni di avventizie e di parassiti piuttosto che a bisogni di ristrutturazione del suolo. Una riduzione estrema delle dimensioni dei residui di raccolta (qualità della frantumazione alla mietitura), una ripartizione omogenea dei residui stessi in superficie ed una buona incorporazione nei primi centimetri contribuiscono a farli evolvere rapidamente, in modo che non costituiscano più un ostacolo alla semina. Questa lavorazione minima del terreno consente anche di distruggere l’ambiente favorevole ai parassiti (in particolare le lumache) e di gestire le popolazioni di avventizie con due false semine successive. “CONCETTO 3: SEMINA DIRETTA SU STOPPIE” La semina diretta consiste nel non lavorare il terreno nell’intercoltura, e nell’intervenire soltanto sulla linea di semina in occasione dell’impianto della coltura. Questo concetto è molto adatto alle rotazioni che generano intercolture brevi limitando i benefici della lavorazione del terreno in tale periodo (semina di colza, semina di frumento dietro mais o dopo girasole). All’impianto della coltura è però fondamentale avere una buona struttura ed uno strato di superficie favorevole, per non penalizzare lo sviluppo delle piante. “CONCETTO 4: SEMINA DIRETTA SU MANTO VEGETALE” In Francia, la semina diretta su manto vegetale è emersa con lo sviluppo delle colture intermedie con “trappola per nitrati” e grazie a certi agricoltori sensibili al mantenimento della fertilità dei loro terreni. Dopo il raccolto si pianta un manto vegetale che beneficia dell’umidità residua del suolo. Ciò limita l’erosione, la perdita di elementi nutritivi in profondità, protegge OBIETTIVO Il gruppo KUHN propone una gamma di macchine polivalenti che ben si adattano a questi concetti e corrispondono alle diverse esigenze della vostra azienda. la struttura del terreno e consente di gestire le popolazioni d’avventizie mediante concorrenza. La semina della coltura viene in seguito realizzata direttamente nel manto, dopo una distruzione chimica (glifosato) e/o meccanica (triturazione...). 23 Costo dei diversi conc e e manodope Le cifre delle tabelle rappresentano il costo st sono forniti a puro titolo indicativo al fine di “CONCETTO 1” Coltivatore a denti (12 cm) Glifosato (1,5 l/ha) Seminatrice passiva portata Seminatrice passiva trainata SEMINA CON SEMINATRICE PORTATA Coltivazione da 100 ha 200 ha 400 ha 600 ha 3 m / 18€/ha 4 m / 19€/ha 5 m / 16€/ha 6 m / 14€/ha 3 m / 33€/ha 3 m / 22€/ha 4 m / 21€/ha 4 m / 18€/ha Totale 63€/ha 52€/ha 48€/ha 44€/ha *Costo 2a estirpazione 16€/ha 14€/ha 13€/ha 14€/ha Utensile a denti Glifosato Seminatrice portata 1,5 l/ha / 11,5€/ha SEMINA CON SEMINATRICE TRAINATA 24 Coltivazione da Utensile a denti 100 ha 200 ha 400 ha 600 ha 3 m / 18€/ha 4 m / 19€/ha 5 m / 16€/ha 6 m / 14€/ha Glifosato Seminatrice trainata Totale 1,5 l/ha / 11,5€/ha 3 m / 60€/ha 3 m / 38€/ha 4 m / 29€/ha 6 m / 26€/ha 90€/ha 68€/ha 57€/ha 52€/ha “CONCETTO 2” Coltivatore superficiale (4 cm) Glifosato (1,5 l/ha) Seminatrice passiva portata Seminatrice passiva trainata SEMINA CON SEMINATRICE PORTATA Coltivazione da Coltivatore superficiale 100 ha 200 ha 400 ha 600 ha 3 m / 21€/ha 3 m / 15€/ha 4 m / 14€/ha 6 m / 13€/ha Glifosato Seminatrice portata Totale a *Costo 2 estirpazione 1,5 l/ha / 11,5€/ha 3 m / 33€/ha 3 m / 22€/ha 4 m / 21€/ha 4 m / 18€/ha 66€/ha 49€/ha 45€/ha 42€/ha 15€/ha 13€/ha 12€/ha 13€/ha SEMINA CON SEMINATRICE TRAINATA Coltivazione da Coltivatore superficiale 100 ha 200 ha 400 ha 600 ha 3 m / 21€/ha 3 m / 15€/ha 4 m / 14€/ha 6 m / 13€/ha 3 m / 60€/ha 3 m / 38€/ha 4 m / 29€/ha 6 m / 26€/ha 93€/ha 64€/ha 54€/ha 50€/ha Glifosato Seminatrice trainata Totale *facoltativa 1,5 l/ha / 11,5€/ha c etti trazione compresa pera esclusa to stimato degli oneri medi d’utilizzazione e ne di confrontare tra loro le diverse soluzioni. “CONCETTO 3” Glifosato (1,5 l/ha) Semina diretta SEMINA CON SEMINATRICE DIRETTA Coltivazione da 100 ha 200 ha 3 m / 44€/ha 3 m / 23€/ha 4 m / 26€/ha 6 m / 22€/ha 55€/ha 34€/ha 37€/ha 34€/ha Glifosato Semina diretta 400 ha 600 ha 1,5 l/ha / 11,5€/ha Totale “CONCETTO 4” Semina diretta (semina del manto) 25 Glifosato (2 l/ha) Semina diretta (semina della coltura) SEMINA CON SEMINATRICE DIRETTA Coltivazione da Semina diretta 100 ha 200 ha 400 ha 600 ha 3 m / 44€/ha 3 m / 23€/ha 4 m / 26€/ha 6 m / 22€/ha 11€/ha 11€/ha 11€/ha 9€/ha **SD 2° passaggio Costo semente 15€/ha (manto) Glifosato Totale 1,5 l/ha / 11,5€/ha 81€/ha 61€/ha 63€/ha **Trattore e manutenzione SD “INFORMAZIONI COMPLEMENTARI” L’INSIEME DEI COSTI D’UTILIZZAZIONE CALCOLATI QUI SOPRA TIENE CONTO DI: • ammortamento delle macchine (10 anni), • interessi finanziari (5%), • costi di rimessaggio, • riparazioni, • trazione (ammortamento in 8 anni, interesse finanziario 5%, rimessaggio, assicurazione, carburante, lubrificanti, riparazioni, usura pneumatici ecc.). 58€/ha Gestione dell’interc o la scelta deg La lavorazione del terreno nell’intercoltura consente di gestire la popolazione delle avventizie, di far evolvere il materiale organico, di padroneggiare i parassiti e di preparare il terreno per la semina. Oggi, anche se gli obiettivi agronomici non sono cambiati, le nuove restrizioni regolamentari ed economiche spingono i coltivatori a ripensare questa fase (ad esempio piantando un manto vegetale in intercoltura). “CON L’IMPIANTO DI UN MANTO VEGETALE” 26 LE IMPLICAZIONI ITINERARIO PRATICATO Le restrizioni regolamentari obbligano molti coltivatori a piantare dei manti vegetali in intercoltura (CTE, direttiva nitrati ecc.). Pure i benefici realizzati dai manti vegetali incitano sempre più agricoltori ad integrarli nelle loro rotazioni. In effetti, essi influiscono sulla struttura dei terreni (mediante lo sviluppo dei sistemi radicali), sul dinamismo degli elementi nutritivi e sulla gestione della popolazione di avventizie. Negli itinerari che includono l’impianto di un manto vegetale all’intercoltura, è necessario intervenire presto dopo il raccolto per beneficiare dell’umidità residua del terreno. La distruzione del manto si effettua in seguito, chimicamente o meccanicamente, prima che la coltura vada in semenza (evitare la diffusione di semi nei campi). L’impianto della coltura (frumento, orzo...) può quindi essere effettuata con semina diretta o con una leggera lavorazione del terreno per favorirne il riscaldamento e la mineralizzazione del manto (restituzione di elementi nutritivi). QUALE MANTO IMPIANTARE? SCELTA DEL MANTO IN FUNZIONE DELLA COLTURA SEGUENTE C O LT URA MAN TO Senape Ravanello Colza PE? PE? PE? ? A Frumento in rotaz Frumento su frumento Cereali Segale Avena P P ? P P P (ricrescita) Lenticchie Leguminose (trifoglio, veccia) Orzo primaverile Mais Piselli, favette, soia P Colza (nella rotazione) D D S Girasole S Barbabietola N- N- N+ S S,D S,D S,D ? Patate Piselli da conserva, fagioli P Effetto positivo Nessun effetto Manto con certe caratteristiche Manto sconsigliato ? Nessun riferimento P : rischio legato a parassitismo D : rischio di diserbamento mal gestito S : rischio di sclerotinia A : effetto depressivo possibile N- : effetto anti-nematodi della barbabietola (N+: favorisce i nematodi) PE : riduzione del mal del piede, annerimento dietro senape osservato in prova (nessuna diminuzione in una seconda prova) c oltura: consigli per egli utensili “SENZA IMPIANTO DI MANTO VEGETALE” GESTIONE DELLE AVVENTIZIE • Soglie d’intervento chimico • Lotta chimica Le soglie d’intervento definite da Arvalis, prima e dopo la semina di cereali per paglia, sono le seguenti: L’emergere delle TCS è in parte legato alla diminuzione di prezzo di taluni erbicidi. Tuttavia, il pacciame di superficie e l’aumento dell’attività biologica con le tecniche di non-aratura diminuiscono l’efficacia degli erbicidi radicali.. Queste considerazioni tendono dunque a far privilegiare l’utilizzazione di prodotti fogliari. La rimanenza di materie attive fissata sui residui di raccolta o sul terreno può a sua volta porre dei problemi (2.4D, clopiralide, sulfoniluree ecc.). Per limitare questo problema, la scelta dei prodotti, la dose applicata ed il momento dell’intervento devono essere accuratamente valutati. • Lotta meccanica Le giovani avventizie annuali, in occasione dell’estirpazione, vengono distrutte con una falsa semina superficiale con rincalco (loglio, bromo...). E’ preferibile intervenire rapidamente dopo il raccolto, per beneficiare dell’umidità residua del terreno e massimizzare le possibilità di ricrescita delle avventizie. Al contrario, la distruzione delle perenni passa per una lavorazione profonda, per riportare le piante in superficie e favorirne l’eliminazione per essiccazione (in condizioni asciutte). Sia nell’una che nell’altra situazione, dei passaggi ripetuti diminuiscono lo stock di semi del terreno. E’ importante, nelle TCS, avere rotazioni adatte che evitino lo sviluppo di una flora avventizia specifica (alternanza coltura autunnale e primaverile) e consentano di intervenire chimicamente nel campo (alternanza cereali-dicotiledoni). GESTIONE DELLA POPOLAZIONE DI LUMACHE • I diversi tipi di lumaca Le lumache sono gasteropodi che si sviluppano nelle zone umide, ricche di nutrimento e che possono dare loro riparo. Si distinguono lumache grigie, le più frequenti e che vivono in superficie, e lumache nere, le più difficili da distruggere e che si spostano nel terreno. La loro attività è essenzialmente notturna. Condizioni climatiche quali il gelo e la siccità le rendono inattive. • da 1 a 20 lumache al mq: attendere i primi guasti alla coltura per trattare; • più di 20 lumache al mq: se sono lumache grigie, trattare in periodo d’attività sia 15 giorni prima della semina, sia alla semina, cioè tra questa e la crescita; se sono lumache nere, incorporare l’anti-lumache nella linea di semina. Non dimenticare che l’applicazione dell’anti-lumache in superficie rimane il mezzo di lotta basilare; • oltre 50 lumache al mq: a complemento del trattamento alla semina, è consigliato un trattamento 15 giorni prima della semina se le lumache sono attive. In caso di infestazione importante prima della semina, si consiglia di associare una distruzione meccanica mediante estirpazione superficiale • Le leve agronomiche La lavorazione del terreno distrugge i rifugi delle lumache (creando terra fine), impedisce i loro spostamenti e le espone (individuo + covata) a forti temperature e basse igrometrie. E’ perciò consigliato, in intercoltura, sminuzzare i residui di coltura, estirpare precocemente, distruggere chimicamente le ricrescite, impiantare manti vegetali poco appetibili e ripetere i passaggi degli utensili. Alla semina è altresì consigliato di ottenere un letto di semina ben preparato e ben richiuso, di disporre i semi ad una profondità molto regolare (evitare i semi in superficie), aumentare la densità di semina se i rischi sono elevati e di rullare dopo la semina per eliminare il suolo gonfio. 27 Gestione dell’interc o utensili p “OPTIMER” • Preserva la fauna del terreno non modificando il suo ambiente di vita (lavorazione superficiale). APPORTI AGRONOMICI • Riduce le perdite d’acqua per evaporazione (meno volume di terreno lavorato). • Diserbo meccanico • Lavora e rincalca superficialmente il terreno per favorire la realizzazione di una falsa semina ed una miglior gestione delle avventizie. • Limita lo sviluppo di lumache mediante un elevato sminuzzamento e rincalco del suolo. • Possibilità di semina su residui vegetali. • Accelera la decomposizione delle paglie mediante una buona mescolatura superficiale con la terra. CARATTERISTICHE GENERALI OPTIMER Optimer 301 (portato) Optimer 401 (portato) 3 4 Larghezza (m) 28 Profondità (cm) Optimer 4002 (trainato) Optimer 5002 (trainato) Optimer 6002 (trainato) 4 5 6 3-8 Velocità di lavoro (km/h) 7 - 15 Rendimento orario (ha) 2,5 - 3 3,1 - 4 3,1 - 4 4,1 - 5 5-6 Potenziale giornaliero* (ha) 25 - 30 31 - 40 31 - 40 41 - 50 50 - 60 *giornata = 10 ore “DISCOVER” APPORTO AGRONOMICO • Distruzione dei detriti vegetali (ritaglio, triturazione). • Facoltà di lavorare su grandi quantità di residui. • Ottime capacità di livellamento del terreno. • Il rullo di rincalco favorisce l’evoluzione dei residui di raccolta (buon contatto terra/paglie), la germinazione delle avventizie (contatto terra/semi d’avventizie), il mantenimento dell’umidità nel terreno ed impedisce la formazione di affossamenti. • I dischi lisci e in rilievo regolabili in apertura consentono di adattare il lavoro ai diversi tipi di residui e di terreni. • Possibilità di equipaggiare il Discover con una seminatrice a spaglio per piantare manti vegetali contemporaneamente all’estirpazione. Utilizzazione per estirpazione superficiale con rullo. CARATTERISTICHE GENERALI DISCOVER Larghezza (m) XS XM XL 2,95 - 3,85 3,40 - 5,65 5,65 - 7,00 Profondità (cm) 5 - 12 Velocità di lavoro (km/h) 5 - 10 Rendimento orario (ha) 1,9 - 2,5 2,4 - 3 3-4 Potenzial giornaliero* (ha) 19 - 25 24 - 30 30 - 40 *giornata = 10 ore c oltura: scelta degli i passivi “MIXTER / CULTIMER” APPORTI AGRONOMICI • Distrugge le piante a rizoma (gramigna, cardo). • Ristruttura gli strati superficiali. • Facilita il livellamento del terreno. MIXTER Larghezza (m) • Il rullo di rincalco favorisce l’evoluzione dei residui di raccolta (buon contatto terra/paglie), la germinazione delle avventizie (contatto terra/ semi d’avventizie), il mantenimento dell’umidità nel terreno ed impedisce la formazione di affossamenti (dopo lavorazione profonda). Mixter 100 Cultimer 100 Cultimer 1000 3-6 3-5 6,5 - 8 Profondità (cm) 6 - 15 6 - 30 6 - 30 Velocità di lavoro (km/h) 5 - 10 7 - 12 7 - 12 Rendimento orario (ha) 2,1 - 5 2,5 - 6 5-9 Potenzial giornaliero* (ha) 21 - 60 25 - 60 50 - 100 *giornata = 10 ore 29 “CULTISOIL” Prima di passare agli itinerari semplificati, è necessario osservare in profondità la struttura del proprio terreno, per rilevare eventuali zone compattate o la presenza di croste da aratura. Se la struttura è degradata, sarà necessario utilizzare un decompattattore per poter iniziare su buone basi. L’uso occasionale del CultiSoil in condizioni asciutte può essere necessario anche per ristrutturare certi terreni dopo raccolte effettuate in cattive condizioni. Anche i terreni che hanno naturale tendenza ad ammassarsi, come i limi e le sabbie, possono richiedere l’uso di un decompattatore. APPORTI AGRONOMICI Da utilizzare in condizioni asciutte, da solo o in combinazione con HR o EL. • Fessurazione e frammentazione della zona compattata (il terreno si solleva e subisce l’effetto “onda”). • Non distrugge la capillarità verticale del terreno, né la micro-fauna di superficie. • Non sconvolge i differenti strati del terreno e lo lascia in piano. • Buona altezza dal suolo per evacuare i detriti vegetali. • Lascia i detriti vegetali in superficie. CARATTERISTICHE GENERALI CULTISOIL Larghezza (m) Profondità (cm) Velocità di lavoro (km/h) DC 301 DC 401 3 4 10 - 35 4-7 Gestione dell’intercoltura: scelta degli utensili passivi “COSTO D’UTILIZZAZIONE DEGLI UTENSILI PER ESTIRPAZIONE” (OBIETTIVO: 20€/HA) BASI CONSIDERATE PER IL CALCOLO DEL COSTO D’UTILIZZAZIONE • TRAZIONE Numero ore/anno Durata ammortamento Costi finanziari Trattore > 140 CV 400 h 8 ans 5,5% Trattore < 140 CV 600 h 8 ans 5,5% • UTENSILI PER ESTIRPAZIONE • ammortamento macchina (10 anni), • interesse finanziario (5,5%), • costi di rimessaggio, • costi di manutenzione e riparazione (0,8 /ha per utensili a dischi e 3 /ha per utensili a denti). UTENSILI A DENTI 55 30 Costo o t d’utilizzazione u z a i (€/ha) € h ) 3m 3 4m 4 6m 6 50 45 40 35 30 25 20 15 10 50 100 150 200 250 300 350 400 450 500 550 600 650 SUPERFICIE (HA) UTENSILI A DISCHI 90 Costo o t d’utilizzazione u i z a i n (€/ha) € h ) 3m 3 4m 4 6m 6 80 70 60 50 40 30 20 10 0 100 150 200 250 300 350 400 450 500 550 600 650 SUPERFICIE (HA) Successo della semina La struttura del terreno e la ripartizione dei residui di raccolta influenzano la qualità del letto di semina. Da subito dopo la raccolta, si devono realizzare tutte le condizioni per preservare o migliorare la struttura del terreno e favorire la corretta evoluzione dei residui di raccolta. 31 “CONSIGLI PRATICI” Negli itinerari convenzionali di lavorazione del terreno, l’aratura consente di recuperare gli incidenti strutturali e di seppellire i residui di raccolta in modo che non costituiscano un ostacolo al posizionamento dei semi. Con la non-aratura, le opportunità di recupero sono minori ed obbligano i coltivatori ad integrare questi due componenti per avere successo nell’impianto delle loro colture. STRUTTURA FAVOREVOLE DEL TERRENO La struttura del terreno alla semina deve essere favorevole ad una corretta germinazione dei semi e ad un buon sviluppo del sistema radicale. Su terreno limaccioso, se il letto di semina è troppo sminuzzato, vi è il rischio di compattamento che può penalizzare la crescita. Al contrario, il letto di semina non deve essere composto da grosse zolle che costituiscono un ostacolo fisico allo sviluppo del coleottile. Nei terreni gonfi, la circolazione dell’acqua può essere interrotta e la germinazione alterata, in particolare quando la semina è seguita da condizioni asciutte. RIPARTIZIONE DEI RESIDUI DI RACCOLTA Il buon posizionamento dei semi è tanto più difficile quanto più elevata è la quantità di residui. Nella semina diretta, l’obiettivo è ottenere una buona ripartizione delle paglie. Nella semina su terreno lavorato superficialmente, è preferibile triturare finemente, ripartire bene su tutta la superficie del terreno ed incorporare i residui nei primi 5 cm di terra, per favorire la loro evoluzione. In questa situazione è necessario lavorare al più presto dopo la mietitura, per facilitare la decomposizione delle paglie. Se il loro volume è troppo elevato può essere conveniente diluire le paglie in un maggior volume di terra. Sem i sempli f “UTILIZZAZIONE DELLA SEMINATRICE ADATTA” N Nella semina su terreno precedentemente lavorato, o “semina semplificata”, la volumizzazione della terra deve essere effettuata su tutta la superficie del suolo per eliminare le avventizie che si sono sviluppate e favorire il livellamento del terreno. Il rincalco del suolo prima del passaggio degli elementi di semina è indispensabile, allo scopo di evitare le conseguenze di un terreno gonfiato. ella semina diretta, la seminatrice lavora soltanto la linea di semina. L’apertura del solco con volumizzazione della terra è opportuna per ottenere la struttura ideale in prossimità del seme, per favorire il riscaldamento del terreno ed accentuare la mineralizzazione sulla linea di semina. Il sistema di controllo dell’elemento di semina deve, a sua volta, porre il seme alla profondità desiderata. E’ quindi consigliato rincalcare moderatamente la linea di semina per facilitare il contatto terra-seme, la risalita dell’acqua per capillarità e la fornitura di ossigeno. Esistono due categorie di seminatrici: • utensili specializzati con una grande polivalenza • utensili convenzionali con attrezzatura adatta alle TCS. “FASTLINER SERIE 100” PORTATA 32 (SEMINA SU TERRENO PRECEDENTEMENTE LAVORATO) APPORTI AGRONOMICI DISCHI DI SEMINA: LAME LIVELLATRICI O DENTI VIBRANTI (POSSIBILITÀ DI COMBINAZIONE): • ottimo controllo della profondità di semina grazie alla ruota d’appiombo ed al sistema montato su parallelogramma per seguire i dislivelli, • la ruota di rincalco preme il terreno attorno al seme (per avere un buon contatto), • buona altezza per passare dentro quantità elevate di residui. • livellamento del terreno su aratura o su estirpazione, • favoriscono la formazione di terra fine per un letto di semina di qualità. RULLO DI RINCALCO: ERPICE COPRISEME: • comprime il terreno per evitare la semina su suolo gonfio, • consente di uniformare il terreno per un buon posizionamento dei semi. • ricopre i semi e protegge il terreno dal compattamento distribuendo zolle e detriti in superficie, • nessun rischio d’intasamento grazie alla regolazione dell’angolo d’incidenza e della pressione. CARATTERISTICHE TECNICHE FASTLINER Larghezza (m) Fastliner 300 3 Capacità tramoggia (l) 4 1000 Autonomia (ha) 6,5 Velocità di lavoro (km/h) Rendimento orario (ha) Fastliner 400 7 - 15 2,5 - 3 3,1 - 4 Potenza trattore consigliata (CV) 120 150 Potenziale giornaliero* (ha) 25 - 30 31 - 40 *giornata = 10 ore m ina i ficata “SPEEDLINER SERIE 1000” TRAINATA (SEMINA SEMPLIFICATA CON LAVORAZIONE DEL SUOLO ALLA SEMINA) APPORTI AGRONOMICI DISCHI SEMINATORI SU PARALLELOGRAMMA (PRESSIONE DA 20 A 70 KG): DOPPIA FILA DI DISCHI INCLINATI (LAVORAZIONE DI TUTTA LA SUPERFICIE DEL SUOLO): • Buona padronanza della profondità di semina grazie alla ruota di rincalco e al sistema montato su parallelogramma, • Buon contatto terra-seme assicurato dalla ruotina di rincalco. • livellamento del terreno su aratura o su estirpazione, • creazione di terra fine per un buon contatto con il seme, • degrado dei residui di raccolta e distruzione delle avventizie, • distruzione dell’ambiente favorevole ai parassiti. ERPICE COPRISEME: • Ricopre i semi e protegge il terreno dalla battitura ripartendo le zolle e i residui in superficie. RULLO DI RINCALCO CHE SEGUE I DISLIVELLI DEL TERRENO: • evita la semina su un terreno “soffiato”, • permette di uniformare il terreno per un buon posizionamento dei semi. 33 CARATTERISTICHE GENERALI SPEEDLINER Speedliner EC 3000 Speedliner 3000 Speedliner 4000 Speedliner 6000 3 3 4 6 2500 2000 2000 (2700*) 2700 (3400*) 15 13 13 17 Larghezza (m) Capacità tramoggia (l) Autonomia (ha) Velocità di lavoro (km/h) 7 - 15 Rendimento orario (ha) 2,5 - 3 2,5 - 3 3,1 - 4 5-6 Potenziale giornaliero** (ha) 25 - 30 25 - 30 31 - 40 50 - 60 *opzionale **giornata = 10 ore “SEMINATRICE A DENTI MEGANT” APPORTI AGRONOMICI LAMA FRONTALE CROSSBOARD PER LIVELLARE DENTI DI SEMINA: • Per evitare il rischio di inceppamento in presenza di detriti vegetali, i denti sono disposti su 4 ranghi. RUOTE PORTANTI PER IL CONTROLLO DELLA PROFONDITA’ DI SEMINA: • le 4 ruote largamente dimensionate assicurano una buona portanza. Esse determinano la profondità di semina con lo spostamento di uno spinotto nel settore a posizioni multiple. ERPICE COPRISEME: • La prima fila (lame semi-rigide) riforma il solco dell’ultima fila di denti seminatori, • La seconda fila (denti morbidi) finisce il letto di semina e ricopre i semi. CARATTERISTICHE GENERALI MEGANT Larghezza di lavoro (m) Megant 400 Megant 400 Megant 400 Megant 400 Megant 400 Megant 400 4,00 4,50 4,80 5,00 5,60 6,00 Capacità della tramoggia (I) 1800 Regolazione della profondità di semina Con 4 ruote dimensioni 26/12 x 12, salvo 4 e 4,50m dotate di ruote esterne 23/10,5 x 12 Lama Crossboard Come accessorio SEMINA DIRETTA “ SD ET F 6000 SD ” (SEMINA DIRETTA) APPORTI AGRONOMICI (SISTEMA TRIPLO DISCO) • struttura favorevole in prossimità del seme, • riscaldamento e mineralizzazione accentuati sulla linea di semina, DISCHI D’APERTURA: > disco goffrato diametro 430 mm (larghezza di lavoro 8 mm) da preferire sui terreni sassosi, molto duri, con residui e vegetali, nonché per la semina su manto vegetale, > disco ondulato diametro 460 mm (larghezza di lavoro 20mm), per una preparazione fine del letto di semina; • adattamento della profondità di lavoro in funzione del tipo di terreno. DISCHI DI SEMINA: PRESSIONE DA 70 A 80 KG • ottimo controllo della profondità di semina grazie alla ruota d’appiombo ed al sistema montato su parallelogramma per seguire i dislivelli, • la ruota di rincalco comprime il terreno attorno al seme (per ottenere un buon contatto), • buona altezza libera per passare in quantità elevate di residui. CARATTERISTICHE GENERALI SD 34 SD LINER SD 3000 P 3 3 Larghezza (m) Capacità tramoggia (l) 2500 Autonomia (ha) 15 Velocità di lavoro (km/h) SD 4000 SD 4500 4 4,5 F 6000 SD 6 2000 3200 13 17 7 - 15 Rendimento orario (ha) 2,5 - 3 2,5 - 3 3,1 - 4 3,4 - 4,5 5-6 Potenziale Giornaliero* (ha) 25 - 30 25 - 30 31 - 40 34 - 45 50 - 60 *giornata = 10 ore “ SDM ET SDE ” (SEMINA DIRETTA) APPORTI AGRONOMICI • semina su residui di coltura: eiezione dei detriti vegetali fuori dalla linea di semina, DISCHI E COLTRO D’APERTURA: > Essi facilitano la penetrazione dell’elemento di semina. Il suolo non viene lavorato per evitare la crescita delle avventizie. DISCHI DI SEMINA: • deposizione del seme e profondità omogenea e a velocità di lavoro elevata grazie alla ruota di regolazione posta sull’elemento di semina e al montaggio su parallelogramma. doppio disco concentrico ed obliquo • semina su manti vegetali presenti ed ottima penetrazione, CONCIMAZIONE AL MOMENTO DELLA SEMINA: incorporazione mediante coltro o doppi dischi sfalsati. CARATTERISTICHE GENERALI Caratteristiche tecniche SDM SDM multipla SDM multipla versione seminatrice in linea versione seminatrice in linea SDE 2,62/3,12/3,87 De 2,21 - 5,40 De 2,21 - 5,40 De 2,89 m 21/25/31 13/17/19/23/27 6/7/8/9/11 17/19 12,5 17 34 15 Capacità tramoggia (L) De 860 - 1060 De 860 - 1320 De 1720 - 2640 790 Concimazione (L) De 1100 -1400 De 1100 - 1680 De 1960 - 3000 1000 Larghezza (m) Numero di elementi di semina Distanza tra le file (cm) minimo “COSTO D’UTILIZZAZIONE DELLE SEMINATRICI SPECIALIZZATE” (OBIETTIVO: 35€/HA) BASI CONSIDERATE PER IL CALCOLO DEL COSTO D’UTILIZZAZIONE • TRAZIONE Numero ore/anno Durata ammortamento Costi finanziari Trattore > 140 CV 400 h 8 anni 5,5% Trattore < 140 CV 600 h 8 anni 5,5% • UTENSILI PER SEMINA • ammortamento macchina (10 anni), • interesse finanziario (5,5%), • costi di rimessaggio, • costi di manutenzione e riparazione (2.30€/ha per SD e 3€/ha per Fastliner), SEMINATRICI PER SEMINA SEMPLIFICATA 140 T 6m P 3m P 4m 130 3 110 1 100 110 1 90 80 70 50 40 35 90 70 60 0 T 4m 130 3 120 20 T 3m Costo d’utilizzazione (€/ha) 50 5 30 30 10 10 50 100 200 150 250 300 350 400 450 500 550 600 650 SUPERFICIE (HA) T = TRAINATA P = PORTATA SEMINATRICI PER SEMINA DIRETTA 140 Costo o to d d’utilizzazione u utilizzazione z a i ((€/ha) € h ) 4,5m 110 1 90 80 90 70 60 70 50 0 40 6m 130 3 110 1 100 0 4m 130 3 120 20 3m 50 5 30 30 10 10 50 100 150 200 250 300 350 400 450 500 550 600 650 SUPERFICIE (HA) Semina Diretta “SEMINATRICE MONOGERME: MAXIMA” MAIS / GIRASOLE / BARBABIETOLA • mantenimento del manto vegetale nell’interlinea per limitare l’evaporazione e l’erosione del terreno APPORTI AGRONOMICI • pulitura localizzata della linea di semina per un buon contatto del seme con il terreno ed un miglior riscaldamento che favorisce la crescita dei semi, • chiusura efficace del solco, • seminatrice pesante che assicura un interramento “all’americana” per una profondità di semina regolare anche in condizioni di preparazione semplificata. • ritaglio localizzato dei residui sulla linea di semina per garantire una profondità di semina regolare ed un miglior contatto del seme col terreno, CARATTERISTICHE GENERALI MAXIMA Tipo Telescopica Monobarra Larghezza di lavoro (m) 2,5-3,0-3,45 Semplice Doppio 4,40 4,40 Ripiegabile 6,00 4,40-6,00-9,00 Numero di elementi 36 2 - 12 6-7-8 Peso medio dell’elemento 8 - 12 Da 120 a oltre 150 kg Numero di ruote Numero di scatole velocità 2-4 o 6 2 4 1o2 1 2 Capacità tramoggia (L) 52 Distanza minima tra file 40 - 70 cm secondo le versioni Attacco Semiautomatico di serie Automatico opzionale Tracciatori Concimazione Idraulici s.e. d.e. 2 tramogge da 190 L Tramoggia frontale TF 702 o 2 tramogge da 280 L o 1 tramoggia da 1350 L Microgranulatori Insetticida / anti-lumache: 3/6/9 uscite, 60-100 L Diserbante 3/6/9 uscite, 110-180 L ATTREZZATURA PER TCS: 1 Caccia-detriti a stella 2 Disco di pre-taglio 3 Dischi di chiusura del solco 3 2 1 “ALTRE SOLUZIONI: UTENSILI AZIONATI COMBINATI NELLE TCS” Queste soluzioni costituiscono una via polivalente, interessante per le aziende agricole: • che stanno evolvendo verso le TCS in modo progressivo, limitando l’investimento in macchine specializzate, • con situazioni (di coltura e terreno) che richiedono il mantenimento puntuale dell’aratura. CON FRESE ROTATIVE La fresa rotativa in versione Cultillier può lavorare direttamente dietro il raccolto, dopo estirpazione o decompattazione; può essere combinata ad una seminatrice e/o a d un decompattatore. APPORTI AGRONOMICI: • Ottimo mescolamento ed incorporazione dei detriti vegetali. • Buon livellamento. • Sminuzzamento e rincalco della terra per un corretto sviluppo delle piante. • Facilita la semina dietro prato. CON ERPICI ROTATIVI L’erpice rotativo munito di lame Optimix dal profilo aggressivo è adatto alle TCS, per preparare il letto di semina dopo estirpazione o decompattazione. Inoltre, esso può essere combinato con una seminatrice COMBILINER e/o un decompattatore. APPORTI AGRONOMICI: • Buon mescolamento ed incorporazione superficiali dei detriti vegetali, • Ottimo livellamento, • Sminuzzamento e rincalco della terra per un corretto sviluppo delle piante. 37 Gli indispensabili per la Gestione dei residui TRITURATRICE • Favorisce il degrado dei residui di raccolta e la loro ripartizione omogenea quando le quantità sono elevate, • Evita la trasmissione di malattie insediate sui residui della coltura precedente e distrugge i parassiti (bruchi e sesamie) per effetto della triturazione e dell’esposizione delle larve al freddo invernale, • Favorisce il bloccaggio dei residui d’azoto minerale del terreno mediante riorganizzazione con il carbonio delle paglie. Trituratrici 38 Larghezza (m) RM 320 RM 400 NK 3201 3,20 4,00 3,20 Altezza di lavoro (mm) 300 - 135 RM 610 4,80 6,10 300 - 135 Velocità di lavoro (km/h) Rendimento orario (ha) RM 480 5-8 2,0 2,6 2 3,2 4 Bibliografia & Ringraziamenti SI RINGRAZIANO: JÉRÔME LABREUCHE, JEAN-YVES LONGCHAMPS, (ARVALIS) e FRÉDÉRIC THOMAS (redattore capo della rivista TCS) che hanno contribuito alla realizzazione di questa Guida. ARVALIS INSTITUT DU VEGETAL, 2001. Travail du sol et semis : choisir ses outils. Perspectives Agricoles, n°269. 48 pagg. ARVALIS INSTITUT DU VEGETAL, 2002. Journées constructeurs : recueil des communications ARVALIS INSTITUT DU VEGETAL, 2006. Techniques sans labour. Une opportunité pour baisser les coûts de traction. Perspectives Agricoles, n°325. pag. 24-30 INRA & ARVALIS INSTITUT DU VEGETAL, 2001. Du labour au semis direct : enjeux agronomiques. 22 pagg. LEMAITRE G., LEVEAU V., 2002. Le blé français et ses concurrents. Perspectives agricoles, n°278. pag. 6-13 DESOUBRY P., 1999. Comment diminuer le coût d’intrant par quintal de blé? Perspectives agricoles, n°248. pag. 11-13 BARATTE E., 2003. Dans la course à la taille critique. Réussir céréales grandes cultures, n°161. pag. 42-44 ARVALIS INSTITUT DU VEGETAL, AGPM, CETIOM, ITB, ITPT, UNIP, 2002. Les Interculturales. 163 pagg. THOMAS F., WALTER C., 2003. La matière organique du sol. TCS, n°23. pag. 12-13 APAD., 2000. Agriculture durable et conservation des sols : enjeux et perspectives en Europe. 23 pagg. 39 Concetti 1 2 3 4 Semina i su terreno lavorato in profondità Semina i su terreno lavorato superficialmente S i Semina diretta Semina i di diretta su manto vegetale Utensili Passivi OPTIMER ................................................................................................................................................ .. DISCOVER ............................................................................................................................................. ... .. MIXTER ................................................................................................................................................... ... .. CULTIMER ............................................................................................................................................... ... .. CULTISOIL (DC) ...................................................................................................................................... ... Utensili Azionati ERPICE ROTATIVO OPTIMIX .................................................................................................................. ... .. CULTI-ROTOR/TILLER .............................................................................................................................. ... .. Semina FASTLINER 100 ...................................................................................................................................... ... .. SPEEDLINER 1000 .................................................................................................................................. ... .. ... MEGANT ............................................................................................................................................... ... . SD/F 6000 SD ......................................................................................................................................... .. ... ... SDM/SDE ............................................................................................................................................... .. ... ... MAXIMA ................................................................................................................................................ ... .. ... F - 44142 Chateaubriant Cedex KUHN Tél.: +33 (0)2 40 55 77 00 - Fax : +33 (0)2 40 55 77 10 - www.kuhnsa.com - E-mail : [email protected] Société Anonyme au capital de 4 800 000 EUR - N° Siret : 34063615800016 - R.C. Nantes Per il rispetto dell’ambiente, questo documento viene stampato su carta senza cloro / Stampato in Francia - 950032 FR - 09/09 - 2009 PREPARAZIONE DEL TERRENO