35mm x 24mm 35mm x 24mm MARTEDÌ 23 LUGLIO 2013 ANNO III N. 532 Centro Ottico Maffioletti: un secondo negozio per dare spazio all’innovazione È stato recentemente inaugurato il nuovo punto vendita di Sarnico, sul lago d'Iseo, gestito da uno staff giovane e preparato e nato per puntare a un target di 30–45enni esigente e attento al fashion Innovazione e tecnologia sono le due parole chiave che rappresentano al meglio il nuovo punto vendita di Centro Ottico Maffioletti, che si affianca così a quello storico di Bergamo, fondato 26 anni fa da Silvio e Sonia Maffioletti. «Il nuovo centro vuole infatti essere maggiormente innovativo, attento agli aspetti e alle soluzioni più all’avanguardia - spiega a b2eyes TODAY il titolare, Silvio Maffioletti (nella foto) –. È gestito da uno staff giovane, competente e aggiornato e impiega tutte le più moderne tecnologie: monitor, iPad, software per l’archiviazione digitale dei dati, totem espositivi. Il tutto pensato per coinvolgere a 360° gli utenti e far capire loro in maniera diretta ed emozionante l’esperienza che stanno vivendo». Con una superficie di 70mq suddivisa tra spazio commerciale e area professionale, il negozio è arredato nei toni del bianco, che evoca pulizia e essenzialità, e del legno, che dà una sensazione di calore. Ad accomunare gli spazi e creare un legame con il borgo storico, nel cuore di Sarnico, dove è collocato il centro ottico, è la pietra viva caratteristica del territorio locale. «Nel nuovo centro abbiamo deciso di venire incontro alle esigenze di un pubblico più giovane e attento all'essenza fashion dell'occhiale, quindi abbiamo dato spazio a linee nuove, più intriganti. Nel punto vendita di Bergamo, invece, continueremo a servire una clientela di tipo più tradizionale», afferma Maffioletti. Responsabile del negozio è Elena Cattaneo, laureata in ottica e optometria, affiancata da Valentina Cattaneo che si occupa della parte amministrativa e da Gabriele Esposito, che presto sosterrà l’esame per diventare ottico. Garuffo: il riconoscimento della professione passerà attraverso i laureati «Non posso non raccogliere la lettera di Gianni Rehak (vedi b2eyes TODAY del 6 giugno) e il suo messaggio di supporto. Non sono figlio d’arte, ma alla fine degli anni '80 ho conseguito l’attestato di qualificazione professionale di Optometrista presso la scuola dell’Acofis Milano. All’epoca, oltre che trasmettere passione per l’Optometria, un certo Giuseppe Ricco insegnava deontologia professionale e spesso lo sentivo affermare che l’Optometria aveva dignità per cercare la propria formazione all’interno di corsi universitari, come già avveniva in molte altre parti del mondo», scrive in una lettera al nostro quotidiano online il segretario dell’ALOeO «Fedele alla dottrina di associazioni per le quali sempre avrò un debito di riconoscenza, ho anche avuto modo di frequentare alcuni dei corsi menzionati da Rehak – prosegue la lettera di Bruno Garuffo - Successivamente, quando l’Università Bicocca ha dato inizio al primo corso di laurea in Ottica e Optometria, non ho potuto non iscrivermi, diversamente non sarei stato coerente con me stesso e con quanto fino ad allora era stato detto e fatto. Ormai attempato e con la responsabilità della mia attività, oltre che della mia famiglia, non è stato facile ottenere il mio personale successo conseguendo il titolo di laurea e oggi collaboro con l’Università per formare i futuri professionisti. Lo scorso 27 gennaio, con 80 laureati provenienti da tutte le università statali italiane nelle quali si è istituito un corso di laurea in Ottica e Optometria, abbiamo fondato l’Associazione dei Laureati, in acronimo ALOeO, il cui statuto prevede la tutela morale e legale verso i propri associati. Un mio amico e collega ha ironicamente commentato che “si sentiva proprio la necessità di una nuova associazione”: forse lui non sentiva questa necessità, ma io e tutti i laureati che hanno concorso alla nascita dell’associazione questa necessità l’avevamo forte nel cuore». «Rimango sorpreso quando, a volte, incontriamo indifferenza o diffidenza dal mondo dell’Ottica e dell’Optometria nei nostri confronti – sottolinea ancora nella missiva il segretario della neonata associazione - Noi laureati in Ottica e Optometria non siamo che il frutto del seme che persone illuminate come Gianni Rehak, assieme ai pionieri dell’Optometria italiana, hanno gettato tanti anni fa: non siamo nati per dividere, ma per continuare un cammino intrapreso da altri. Se lo stato Italiano concederà il riconoscimento che da troppi anni tutti aspettiamo, lo farà attraverso i laureati. Non è pensabile che chi non abbia alle spalle un percorso universitario possa ottenere alcun riconoscimento da parte del legislatore, non perché i laureati non lo vorranno, ma perché la legge non lo prevede: così non fosse, l’Optometria sarebbe una professione riconosciuta da almeno trent’anni. Coloro che hanno esercitato fino a oggi la professione, continueranno a farlo perché è un loro diritto riconosciuto dalla Costituzione che garantisce la possibilità di accedere all’equipollenza di funzioni, i loro figli però non potranno pensare di accedere alla professione attraverso percorsi diversi dalla formazione universitaria. Solo attraverso un percorso univoco e senza scorciatoie la professione potrà crescere anche in Italia». «Convinti che il titolo di laurea non sia un traguardo raggiunto, ma una linea di partenza, lavoreremo con forza e con entusiasmo per raggiungere un riconoscimento per tutta la professione, quella di ieri, ma soprattutto quella di domani», conclude nella lettera Garuffo. 202mm x 31mm 35mm x 24mm 35mm x 24mm MARTEDÌ 23 LUGLIO 2013 ANNO III N. 532 Marco Tovaglia TODAY Miopie elevate: lac ortocheratologiche e occhiali insieme? Un recente articolo di Ronald K. Watanabe su CL Spectrum descrive le potenzialità di un utilizzo congiunto dei due sistemi di compensazione Watanabe approfitta, per riagganciarsi all’argomento, di considerazioni che ha recentemente esternato riguardo il trattamento ortocheratologico di miopie elevate, oltre le 6.00 D. La ricerca in campo di corneal reshaping sta evolvendo nella direzione della possibilità di correggere miopie elevate, anche se ciò potrebbe generare aree di trattamento dalle dimensioni estremamente ridotte. Lo scetticismo di Watanabe verso quest’ulteriore passo nella ricerca di design ortocheratologici dalla spinta maggiore lo ha portato, appunto, a parlare di uno studio condotto dalla Hong Kong Polytechnic University, in cui i ricercatori hanno utilizzato lenti ortocheratologiche per compensare la miopia fino a -4.00 D, correggendo la restante parte della componente miopica con occhiali. Lo studio ha voluto verificare se una parziale correzione della miopia potesse essere, comunque, efficace nel controllo della progressione miopica al pari di una totale correzione con lenti overnight. Questa tecnica, per quanto ricerchi una funzionalità e sembri comunque logica nella riduzione dell’iperfocus periferico retinico, è stata molto apprezzata dai soggetti esaminati: ha consentito loro di esercitare attività casuali senza correzione e di indossare occhiali più belli a livello estetico, poiché caratterizzati da lenti più sottili e che offrono un campo visivo più ampio con minori aberrazioni periferiche. Ebbene, sembra si sia rivelato un metodo efficace nel controllo della progressione miopica tanto quanto la piena correzione con il metodo ortocheratologico. [email protected] GlassUp: gli occhiali made in Italy che fanno arrabbiare Google Una start up modenese lavora al progetto da circa due anni, cioè da prima che il colosso di Mountain View annunciasse al mondo la nascita dei suoi Glass. Ma ora rischia di dover perlomeno cambiare il nome del marchio a causa della sgradita omonimia «Ci lavoravamo da parecchio, mentre Google progettava i propri Glass in gran segreto, però in effetti abbiamo depositato il brevetto e il marchio l'ottobre scorso, qualche mese dopo di loro che l’hanno registrato in giugno - spiega a b2eyes TODAY Francesco Giartosio, amministratore delegato di GlassUp, la start up modenese creata ad hoc per sviluppare gli omonimi occhiali intelligenti di cui esiste già un prototipo (nella foto) – I due dispositivi per certi versi si somigliano molto, ma i nostri sono più semplici e funzionano sostanzialmente in ricezione». Il che vuol dire che non avranno la videocamera integrata, ma faranno da monitor per alcune funzioni base degli smartphone, come la lettura di sms, e-mail e notifiche dei social network. «Da qui però si apre un mondo di possibilità: un non udente potrà leggere le parole che non sente, si potranno veder comparire i sottotitoli al cinema o a teatro o le informazioni sulle opere d’arte nei musei e così via – prosegue Giartosio - Con il vantaggio di poter continuare a guardare di fronte a sé, perché mentre i Google Glass costringono a spostare lo sguardo di lato per poter visualizzare le informazioni, i GlassUp permettono la visione centrale». Diverso anche il design dei due prodotti: il dispositivo italiano, infatti, è meno avveniristico ma più somigliante a un normale paio di occhiali, permettendo così una gran varietà di forme. Si potrà integrare con le lenti da vista? «Stiamo lavorando in questo senso e abbiamo già individuato la soluzione che probabilmente adotteremo – afferma Giartosio - Il punto è che le lenti devono avere delle caratteristiche che permettano sia al sistema di funzionare sia di apportare la correzione necessaria per il difetto visivo». Quando i GlassUp saranno lanciati sul mercato non è ancora certo. Giartosio e i due soci, Gianluigi Tregnaghi e Andrea Tellatin, speravano di metterli in commercio entro il 2013, ma è più probabile che ciò avvenga a marzo 2014. Per la fine dell’anno di certo dovrebbe pronunciarsi l’ufficio nazionale brevetti cui Google si è rivolta. «Ci abbiamo riflettuto e non ci è parso sensato arrenderci senza nemmeno combattere, tanto più che la parola Glass significa genericamente occhiali, quindi non vedo perché dovrebbe poterla sfruttare una sola azienda – conclude l’ad di GlassUp – In questi mesi avremo la possibilità di presentare le nostre ragioni o di trovare un accordo». 38mm x 31mm Direttore responsabile: Angelo Magri Coordinamento redazionale: Nicoletta Tobia Redazione: Via Ripamonti 44 - 20141 Milano Tel. 02 36638601 Pubblicità: Luciano Cristiano Cel. 334 6970786 E-mail: [email protected] Supplemento al 23 luglio 2013 di b2eyes.com reg. presso Tribunale Milano, n. 292, 17-06-2009 38mm x 31mm