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L’opus incertum
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l’opus reticulatum
(opera incerta e reticolata)
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L’opus incertum: una definizione
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Possono essere definite come opera
incerta tutte le murature cementizie a
struttura tripartita, con paramenti in scapoli
sbozzati di forma irregolare, messi in
opera con giunti combacianti ma irregolari
e una faccia piana in facciavista.
A seconda delle epoche e del tupo di
struttura, può presentare finiture angolari
realizzate con altro tipo di paramenti.
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L’opus incertum
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Tivoli, santuario di Ercole Vincitore, II-I secolo a. C.
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L’opus reticulatum: una definizione
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Possono essere definite come opera reticolata
tutte le murature cementizie a struttura tripartita,
con paramenti in tessere prelavorate di forma
troncopiramidale, messe in opera con ordito
obliquo e con la base quadrangolare in
facciavista.
Per le sue stesse caratteristiche, l’opera
reticolata è abbinata ad altri tipi di paramento
che sono utilizzati per la finitura dei punti
angolari, degli archi e delle aperture in genere.
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L’opus reticulatum
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Ostia, Terme del Nuotatore, opera reticolata con
ammorsature in blocchetti rettangolari di tufo. Età flavia
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“Le opere murarie sono di due
tipi: opus reticulatum, che è
quello oggi comunemente
usato, ed opus incertum, in
uso nei tempi antichi. Il primo è
il più elegante, però ha il
difetto di fendersi facilmente,
perché ha letti e giunture in
ogni direzione; le pietre
dell’opus incertum, invece,
poggiano l’una sopra l’altra ad
embrice, formano muri non
altrettanto belli, ma più solidi
del reticulatum.”
(Trad. G. Florian, Pisa 1978)
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“Structurarum genera sunt
haec: reticulatum quo nunc
omnes utuntur, et antiquum
quod incertum dicitur. Ex his
venustius est reticulatum, sed
ad rimas faciendas ideo
paratum, quod in omnes partes
dissoluta habet cubilia et
coagmenta. Incerta vero
caementa alia super alia
sedentia inter seque inbricata
non speciosam sed firmiorem
quam reticulata praestant
structura”
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Le fonti: Vitruvio, II, 8, 1
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Aspetti terminologici
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L’opus reticulatum e l’opus incertum, insieme al
caementicium, sono le uniche tecniche di cui
conosciamo il nome antico e di cui non sussiste
alcun dubbio circa l’identificazione con i
manufatti.
Negli studi sulle tecniche edilizie, però, si usano
almeno altri due termini, cui si fanno
corrispondere caratteristiche e datazioni: ‘opus
quasi-reticulatum’ e ‘opus mixtum’.
Queste due categorie non hanno ragion
d’essere e creano soltanto confusione.
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Opus incertum
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Come lo stesso Vitruvio dice,
la vera differenza esiste
soltanto tra l’opus incertum e
l’opus reticulatum e consiste
nel taglio diverso degli scapoli
che compongono il paramento.
Mentre qualsiasi struttura in
incertum o reticulatum
potrebbe essere considerata
mista perché usa materiali di
qualità e lavorazione diversa
per la finitura dei punti
angolari, degli archi e delle
aperture in genere.
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Aspetti terminologici
Opus reticulatum
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Le tessere del reticolato
sono di forma troncopiramidale. Sono spesso
chiamate impropriamente
“cubilia” a causa di una
cattiva interpretazione del
passo di Vitruvio, dove si
descrive questa tecnica.
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Caratteristiche della posa in opera del
reticulatum
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Muratori che restaurano la cresta di un muro in reticolato, usando tessere
moderne di forma rettangolare parallelepipeda (da Giuliani 2006). L’opera
reticolata viene costruita disponendo le tessere le une sopra le altre a
incastro, per cui non è possibile formare un piano orizzontale, se non usando
tessere tagliate a metà.
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Caratteristiche della posa in opera del
reticulatum
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Il manto stradale in sanpietrini richiede pezzi simili a quelli usati per l’opera
reticolata: si tratta di conci troncopiramidali in selce. Al momento della posa in
opera i conci possono essere spaccati per riempire spazi di forma irregolare.
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Datazioni: puntelli cronologici
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- Porticus Aemilia, costruita dai censori del 193 a.
C., completata nel 174 a. C. [resti con arcate in
opus incertum vicino Piazza S. Maria Liberatrice,
Testaccio]
- Tempio della Magna Mater sul Palatino, votato
nel 204 a.C. e dedicato nel 191 a. C. (prima fase
in opus incertum in tufo di Grotta Oscura e 1°
ristrutturazione in opus reticulatum in tufo
dell’Aniene, dopo l’incendio del 111 a. C.
- Lacus Iuturnae, ricostruzione dopo il 117 a. C. in
opus reticulatum in tufo di Grotta Oscura
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Datazioni: puntelli cronologici
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- Horrea Galbana, databili alla fine del II secolo a.
C. [identificati con l’edificio situato a Piazza S.
Maria Liberatrice, Testaccio]
- Teatro di Pompeo, in opus reticulatum inizio
della costruzione nel 61 a. C., inaugurato nel 55
a. C.
- Horti Luculliani, databili dopo il 63 a. C. [l’edificio
è attestato, però, solo da resti di età giulioclaudia]
- Casa dei Grifi sul Palatino, 1° fase in opus
reticulatum, databile alla fine del II secolo a. C.
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Perché delle innovazioni
tecnologiche 01 (da Coarelli 1977)
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- Dopo la fine della seconda guerra punica (202 a.
C.) Roma si trova in difficoltà finanziarie
- La nuova tecnica costruttiva, con caementicium
e paramenti in incertum, è di veloce
realizzazione [e a basso costo, se confrontata
con le murature in blocchi]
- Il passaggio tra l’opus incertum e l’opus
reticulatum avvenne con tutta probabilità in età
graccana [dimostrabile per l’areale di Roma e
Lazio]
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Perché delle innovazioni
tecnologiche 02 (da Coarelli 1977)
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- Tra le cause che si possono rintracciare
leggendo le fonti (Vitruvio, Livio, Varrone e
Cicerone) c’è l’aumento demografico in Roma
che portò alla necessità di edificare edifici a più
piani
- La crescita della popolazione in Roma sembra
anche confermata dalla costruzione di due nuovi
acquedotti, l’aqua Marcia e Tepula tra il 144 e i
125 a.C.
- Nello stesso periodo, per far fronte alla richiesta
di materiale edilizio, vennero aperte le nuove
cave di tufo dell’Aniene e di lapis Gabinus
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Perché delle innovazioni
tecnologiche 03 (da Coarelli 1977)
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- Anche il passaggio tra l’incertum e il reticulatum
si dovrebbe spiegare con una intensa attività di
costruzione, forse legata più all’edilizia privata
che a quella pubblica
- Si trattò, comunque, di una sorta di processo di
‘industrializzazione’ delle tecniche costruttive
- Le nuove tecniche, più economiche e veloci,
prevedono l’impiego di una manodopera più
numerosa e meno esperta
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Perché delle innovazioni
tecnologiche 04 (da Coarelli 1977)
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- L’uso del reticolato può essere spiegato con la
necessità di impiegare componenti regolari e
standardizzati [le tessere], prodotti in cava e da
una manodopera diversa da quella impegnata
nella costruzione
- Nel cambio dei metodi di produzione si può
riconoscere una divisione del lavoro che è
collegata con l’aumento della disponibilità di
forza lavoro, con l’introduzione in Italia di un
considerevole numero di schiavi [conquista di
Corinto e di Cartagine nel 146 a. C.]
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L`opus incertum e l`opus reticulatum (opera incerta e reticolata)