CARTOLINE DALLE VACANZE Nella mia Mozzio con 5 vacche e 90 abitanti Io, novanta abitanti, cinque vacche e un numero imprecisato di fontane. Avrete capito che amo trascorrere le vacanze in posti silenziosi e appartati. Ecco perché da vent' anni me ne vengo qui a Mozzio, frazione di Crodo e provincia di Verbania. Un posto che fai fatica a trovare sulle carte. Qui la quotidianità segue criteri essenziali: la strada, il negozio di alimentari, la casa, l' acqua corrente. E poi montagna, verde, natura. Io prendo in affitto una casa a tre piani, una parte della quale ho trasformato in studio. Il computer, il telefono, la stampante: tutto qui sembra così irreale, assurdo. Guardi fuori dalla finestra e vedi un tempo immobile: case che sono qui da non so quanto, gli abbeveratoi ormai solo ornamentali, i sentieri che portano su, poco più in alto, dove finisce la strada e comincia l' asprezza di un paesaggio nonostante tutto ospitale. Qui ci sono due piccoli alberghi e uno di questi, per pura cortesia, ogni mattina mi fa arrivare i giornali. Leggo per ben due ore, quasi una volontà inattesa di riagganciarmi ad una realtà mediatica che sfugge. Poi faccio una breve passeggiata in paese e osservo: qui a Mozzio la gente se ne va, in vent' anni ho visto sparire la gelateria, la posteria (per i più giovani: un negozio di articoli vari, dagli alimentari ai tabacchi). I ragazzi sono pochi, hai la sensazione che sia la memoria a mandare avanti la gente. Ogni anno, venendo qui, faccio i conti con una strana sensazione di annullamento.È come se ti trovassi davanti la finitezza delle cose. A casa mi piace riposare e bandisco la sveglia. Seguo ritmi naturali, mi riscopro amante della lentezza. Leggo pochi libri, ascolto poca musica, mi concentro sul mio lavoro: qui è facile farlo. Il silenzio riempie le stanze e scioglie le idee. Mi aspetta un autunno impegnativo in televisione: oltre a «Melaverde», parteciperò ad una trasmissione su Sky dove si parlerà di cibo e piaceri. Saluti. (Testo raccolto da Roberta Scorranese) Raspelli Edoardo Pagina 8 (20 agosto 2006) - Corriere della Sera • CARTOLINE DALLE VACANZE DI EDOARDO RASPELLI Nella mia Mozzio, la Capalbio della gastronomia Le luci della sera riflesse nella fontana ottocentesca davanti alla mia casetta, la gente cordiale ma schiva, i sapori genuini della montagna. Queste scintille hanno acceso il mio amore per Mozzio di Crodo, nella Valle Antigorio, in provincia di Verbania. La «locomotiva» che mi ha portato qui è Giancarlo Milani, pensionato della Rai che, oltre alla sua grappa fatta in casa, mi ha fatto scoprire Mozzio. Dal 1987 le mie vacanze non sono più a Pieve Pelago, vicino Modena, dove da ragazzino giocavo a tennis nel campo accanto a quello di Adriano Panatta. Tempi di sane mangiate, che ora sono la mia professione. Ma dopo un anno di viaggi in cerca di buoni ristoranti qui mi disintossico. Vacanze ormai di lavoro più che di relax: quando mi sposto porto un ufficio intero nelle mie borse. Ma lavorare qui è un' altra cosa. Non sopporto il caldo, al mare vado solo d' inverno per mangiare pesce fresco. E poi la montagna porta i ricordi delle mie grandi camminate, delle raccolte di funghi. Cose che oggi fanno i miei figli. Simona è la sportiva, le piace tenersi in forma con lunghe passeggiate. Quelle di Matteo sono più turistiche e spesso finiscono con una pausa-lamponi. Oggi, entrambi ventenni, tra escursioni e letture non si annoiano in questo eremo che, finita l' estate, non conta cento residenti. Solo mia moglie Clara vorrebbe vedere gente e fare shopping. Mozzio negli anni si è spopolata. Prima c' erano bar, gelateria, alimentari. Oggi solo due alberghi-ristoranti e una galleria d' arte. Ma io qui cerco proprio la tranquillità. Le giornate sono comode, lo svago sono i caffè e gli aperitivi al Buongusto, di solito il Crodino che in quel di Crodo è di rigore, poi mi sposto all' Edelweiss di Viceno, unico albergo della zona dove arrivano tutti i giornali. E dove Angelo e Luisa Valazza hanno aperto il Sorriso, ristorante da tre stelle Michelin, dando alla zona la spinta per diventare la Capalbio della gastronomia. Insomma, questo è il posto peggiore per chi è a dieta, ricco di formaggi, insaccati e carni pregiate. Ma per fortuna anche di pomodori, patate rosse, insalate profumate di montagna. Resterò qui ancora per un po' , per poi tornare alla mia Bresso e agli amici della parrocchia della Misericordia. (testo raccolto da Teresa Potenza) Raspelli Edoardo Pagina 51 (18 agosto 2003) - Corriere della Sera