NUTO REVELLI Benvenuto (Nuto) Revelli nasce a Cuneo il 21 luglio 1919. Nel 1939, diplomatosi geometra, accede all’Accademia militare di Modena. Nel luglio 1941, con i gradi di sottotenente, parte per il fronte russo dalla stazione di Collegno con la tradotta della 46°Compagnia del Battaglione Tirano,5° Reggimento Alpini della Divisione Tridentina. Dopo la tragica ritirata dal Don decide di lottare contro il fascismo e si unisce alle formazioni partigiane di “Giustizia e libertà” del cuneese. Con altri ufficiali fonda la “Compagnia Rivendicazione Caduti”, in memoria dei soldati morti in Russia. Nel febbraio del 1944 sale a Paraloup e si unisce alla banda “Italia libera”. Fronteggiati i rastrellamenti della primavera a capo della IV Banda, assume il comando delle Brigate Valle Vermenagna e Valle Stura “Carlo Rosselli” con cui, nell’agosto del 1944 riesce a bloccare i tedeschi che puntano al valico del Colle della Maddalena, agevolando così lo sbarco degli Alleati nel sud della Francia. Nei giorni della Liberazione, comanda la V Zona partigiana del Piemonte. Terminata la guerra, Nuto diventa commerciante di ferro, ma molto del proprio tempo libero lo dedica a ritrovare ex-alpini, ex-partigiani, contadini e a raccoglierne le testimonianze. Alla Resistenza dedicò gran parte della sua vasta attività letteraria. I libri scritti da Nuto Revelli, tutti editi da Einaudi sono: Mai tardi. Diario di un alpino in Russia (prima edizione Panfilo nel 1946 e poi Einaudi 1967), La guerra dei poveri (1962), La strada del Davai (1966), L’ultimo fronte. Lettere di soldati caduti o dispersi nella Seconda Guerra Mondiale(1971) a cui poi seguirono Il mondo dei vinti. Testimonianze di vita contadina (1977), L’anello forte. La donna: storie di vita contadina (1985), Il disperso di Marburg (1994), Il prete giusto (1998), Le due guerre (2003). Nuto continuò, fintanto che la malattia glielo permise, a parlare ai giovani nelle Scuole, di ogni ordine e grado, per portare la sua testimonianza, nel 1999, in occasione della Laurea Honoris Causa, che gli fu data dall’Università degli Studi di Torino, spiega agli studenti il senso del suo impegno rivolto alle giovani generazioni: “Volevo che i giovani sapessero, capissero, aprissero gli occhi. Guai se i giovani di oggi dovessero crescere nell’ignoranza, come eravamo cresciuti noi della “generazione del Littorio”. Oggi la libertà li aiuta, li protegge. La libertà è un bene immenso. Senza la libertà non si vive, si vegeta”. Nuto Revelli si è spento a Cuneo il 5 febbraio 2004. Nel 2006 gli eredi e gli amici hanno dato vita alla “Fondazione Nuto Revelli" onlus, che ha sede a Cuneo, nella casa dove Nuto viveva.