Tappe dell’età evolutiva
Prima infanzia
Età prescolare
Prima età scolare
1-3 anni
3-7 anni
7-10 anni
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LA PRIMA INFANZIA (1 – 3 anni)
fase dell’acquisizione delle prime forme polivalenti di movimento
Dopo il 1° anno con l’acquisizione:
– prensione
– stazione eretta
– spostarsi da solo
-mondo più grande
-problemi sempre nuovi
-contatti umani maggiori
Crescita del CONFRONTO con l’ambiente grazie al
movimento
nuove forme di movimento
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A 3 anni il bambino “è capace” di:
camminare,
salire, scendere
stare in equilibrio,
andare carponi,
rotolare,
fare capovolte,
spingere,
tirare,
arrampicarsi,
stare sospeso,
dondolarsi,
portare,
inizi di presa al volo,
varie forme di lancio
Ricca varietà e quantità di movimenti
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L’ETA’ PRESCOLARE (3 – 7 anni)
fase del perfezionamento di varie forme di movimento e
dell’acquisizione dei primi movimenti combinati
In questa fase i movimenti raggiungono
notevole perfezionamento
– qualitativo e quantitativo dei risultati
– possibilità di variazione dei movimenti
(in situazioni e compiti diversi)
– primi movimenti combinati (nei soggetti
esercitati si possono notare già a 7 anni
combinazioni motorie con esecuzioni
successive di 3/5 forme diverse di
movimenti)
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– Perfezionamento degli schemi motori di base
ed altri
– Sviluppo capacità motorie resta basso
Progressi nella forza e rapidità, nell’apprendimento
e controllo motorio
– Comportamento motorio:
Spiccatissimo bisogno di movimento tramite il gioco
Aspirazione al risultato e alla competizione
Ulteriore bisogno di imitazione
Minore cambiamento dell’attività ludica
Attività ludica di gruppo crescente pertanto da
favorire
Ricezione delle informazioni verbali elevata, ridotta
rielaborazione
– L’apprendimento motorio supera la
coordinazione grezza
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Per favorire lo sviluppo motorio da parte delle
istituzioni
– Attività motoria all’aperto oltre che in strutture coperte
– Mezzi: forme di movimento di base
Avere presente l’esigenza di movimento sfrenato, la voglia
di cambiare attività, la tendenza ad ottenere un
risultato e il bisogno di imitazione
Quindi attività adeguatamente intense, varie, difficoltà
crescenti e commisurate allo sviluppo; a 6-7 anni prime
esercitazioni competitive, favorire con termini la
comprensione del linguaggio, mezzi acustici per favorire il
ritmo
Correzioni limitate allo stretto necessario per poca capacità
di elaborare informazioni
Aspetto più importante: realizzare attività intensa e
multilaterale
Si può consigliare di iniziare ginnastica, nuoto, tuffi, sci ma
esclusivamente come formazione di base multilaterale,
vietata pratica unilaterale
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LA PRIMA ETA’ SCOLARE(7-10 anni)
fase dei rapidi progressi della capacità di
apprendimento motorio
In questo periodo rapporto tra bambini e ambiente cambia
molto
– Molto tempo allo studio
– diminuisce tempo per attività di gioco
Quindi importante attività motoria scolastica
ed extrascolastica
Caratteristiche dello sviluppo motorio infantile
– Notevole vivacità, trasformano in movimento quasi tutti gli
stimoli dell’ambiente
Poiché scarsamente formati i processi inibitori corticali che limitano
una risposta motoria immediata
Possono essere molto indisciplinati se l’intensità dell’attività
motoria è insufficiente
– Possibile sollecitazione al risultato e alla prestazione
Alcuni molto disponibili, altri scarsa aspirazione al risultato
– Attenzione e concentrazione labili
Entusiasmo e attenzione decrescono se l’attività è ripetitiva o
l’insegnamento è poco vario
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– L’insegnamento motorio scolastico
A 7 anni l’insegnante deve dimostrare e partecipare
Deve proporre compiti motori stimolanti e molto
variati per interesse e attenzione
(Hirtz) a 8-9 anni si possono insegnare elementi
tecnici di base di vari sport
Sono idonee ginnastica artistica e attività con ostacoli
per forza, destrezza e rapidità
Tecniche fondamentali dei giochi sportivi, nuoto, sci
– Sport extrascolastico
Iniziata e sviluppata la formazione di base nella
ginnastica artistica, nuoto, pattinaggio, tuffi, sci; a 910 anni iniziare formazione nell’atletica leggera e nel
calcio
Anche se scelto uno sport specifico, la formazione
sportiva deve essere ampia per uno sviluppo
multilaterale e quindi ottimale del bambino
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Il gioco, la partita, la gara
La competizione
È l’espressione più vera e sincera di
un bambino, è un momento di gioia
Ma può trasformarsi in un momento
drammatico dal quale fuggire!
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Spesso la causa è la mancanza di
esperienze motorie, il bambino che non ha
giocato manca delle abilità necessarie
Altre volte il bambino pur essendo in
possesso delle abilità necessarie rifiuta la
competizione, la causa può essere la
mancanza di esperienze sociali, non ha
avuto sufficienti momenti di confronto e
manca di esperienze di valutazione degli
altri e quindi di autovalutazione
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Rifiuto della competizione
Buona parte delle difficoltà relative al
confronto sono legate alla sensazione di
inadeguatezza e sfiducia nei propri mezzi.
Tali sensazioni si strutturano e si
sedimentano con il tempo sommando ed
accumulando sconfitte di vario genere
(arrivo ultimo, non riesco ad arrampicarmi
sul muretto, liscio la palla, mi deridono,
ecc …)
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Spesso il problema diventa
esclusivamente la presa in giro:
“è l’altro che è scorretto, ha riso di me, io
non ho colpa se davanti alla porta ho
mancato la palla ferma!”
Mentre il problema d’origine è
l’analfabetismo motorio
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Qui mi rivolgo a tutte le gentilissime maestre e in
particolar modo a quelle della scuola d’infanzia
Una volta assicurata l’incolumità dei bambini
Favoriamo occasioni di movimento
varia natura
di
Spontaneo - organizzato,
–
–
–
–
–
all’aperto – al chiuso,
con e senza attrezzi,
individuale – di gruppo,
creativo – ripetitivo,
fine – grezzo
Come?
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PRINCIPI OPERATIVI
Attività motoria per l’età
evolutiva
Polivalenza
Multilateralità
Carico Motorio
Prime Indicazioni
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Attività motoria per l’età evolutiva
E’ da pochi decenni che l’attività motoria nell’età compresa tra
l’infanzia e l’adolescenza sta ricevendo maggiore attenzione secondo
una visione più scientifica e pedagogica
Le nuove conoscenze avevano determinato due distinte scuole di
pensiero, riguardo la pratica motoria per il soggetto in età evolutiva,
che hanno dato luogo a due estremi:
1. Eccessiva tecnicizzazione precoce alla pratica sportiva
2. Iperprotettivismo del bambino senza alcuna garanzia di un certo sviluppo
motorio
Esponenti della 1° concezione erano prevalentemente gli operatori del mondo
sportivo
Con l’utilizzo di un’ attività sportivo agonistica
Esponenti della 2° concezione erano prevalentemente gli operatori del mondo
educativo
Con l’utilizzo di un’ attività psicomotoria
Questo conflitto si sta ora risolvendo
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Per un coerente approccio metodologicodidattico, le attività motorie, riguardanti
principalmente i soggetti della scuola
elementare, devono ispirarsi a due
principi fondamentali:
Polivalenza e Multilateralità
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polivalenza
– riguarda gli aspetti metodologici dell’insegnamento delle attività
motorie
– Si riferisce anche agli esiti della programmazione e cioè (valenza,
trasferibilità, fruibilità e validità) dello sviluppo delle capacità e delle
abilità, sia:
– molteplice e globale:
Nei confronti delle funzioni cognitive, emotive, sociali e organiche
– molteplice e specifico
nei confronti delle funzioni motorie
Pertanto occorrerà utilizzare metodologie diverse e non unilaterali affinché
le attività siano realmente polivalenti
Inoltre tali considerazioni ci portano a riconsiderare l’educazione motoria
oltre che del movimento anche attraverso il movimento (aspetti culturali,
interdisciplinari, polifunzionali)
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multilateralità
– Se il principio della polivalenza del carico motorio
è riferito ai metodi, quello della Multilateralità si
riferisce agli aspetti didattici dell’insegnamento
cioè ai contenuti, ai mezzi, all’organizzazione delle
attività motorie e agli esiti programmati in termini
di sviluppo di tutte e ciascuna capacità motoria e di
apprendimento del massimo numero possibile di
abilità motorie
Anche secondo il principio della multilateralità ci dovrà essere
fruibilità e trasferibilità degli esiti programmati delle attività
motorie e precisamente:
– Di tipo generale:
Nel senso dello sviluppo della più ampia base motoria possibile
– Di tipo mirato
Nel senso dell’apprendimento delle abilità motorie quanto più
riconducibili ad abilità polisportive e successivamente
monosportive
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carico motorio
– È il complesso delle attività motorie svolte in ambito scolastico ed
extrascolastico da soggetti in età evolutiva in situazioni sia casuali che
intenzionali
Restringendo il campo alle situazioni scolastiche ed extrascolastiche gestite
dall’adulto,
– Il carico motorio è la quantità e la qualità delle attività motorie
intenzionalmente programmate e realizzate
– Ora se vogliamo che il carico motorio sia significativo ai fini
dell’apprendimento di abilità e dello sviluppo di capacità, esso deve, per
durata, intensità, variabilità, qualità, quantità, intenzionalità di stimoli,
superare i livelli di sollecitazione motoria insiti nella normale motricità
quotidiana
– Ciò deve avvenire partendo da un Progetto educativo dal quale venga stilata
una programmazione didattica che contempli negli obiettivi generali da
conseguire lo sviluppo di:
Schemi posturali e motori di base – abilità motorie
Capacità senso-percettive
Capacità coordinative
Capacità condizionali
Coinvolgimento in termini motivazionali delle funzioni affettivoemotive, cognitive, sociali e organiche
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– Il carico motorio sarà attivato secondo:
GIOCHI
INDIVIDUALI
COLLETTIVI
DI GRUPPO
DI SQUADRA
SPORTIVI
CON ATTREZZI
SENZA ATTREZZI
DI REGOLE
TRADIZIONALI/POPOLARI
DI TERRITORIO
DI PUNTEGGIO
ESPRESSIVI
PERCORSI
SINGOLI/MULTIPLI
CON ATTREZZI
PARALLELI
SENZA ATTREZZI
DIFFERENZIATI
CON SCHEMI SEMPLICI
A STAFFETTA
CON SCHEMI COMPLESSI
A GARA(PENALITA’-TEMPO) SENZA RIPETIZIONE
INDIVIDUALI O A SQUADRA CON RIPETIZIONE
FISSI, VARIABILI
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CIRCUITI
SINGOLI
COME I PERCORSI
DIFFERENZIATI
A STAFFETTA
A GARA (PENALITA’-TEMPO)
INDIVIDUALI O A SQUADRA
SECONDO I FONDAMENTALI
IN
SITUAZIONI IDEALI
PROVE MULTIPLE SINGOLE DISCIPLINE IN SIT. NON USUALI
POLISPORTIVE
IN SIT. VARIATE
Durante l’esecuzione delle suddette attività, gli schemi motori, abilità e
capacità dovranno essere sollecitate, combinando e modificando
l’esecuzione dei movimenti in rapporto a variabili: spaziali, temporali,
quantitative, qualitative, ambientali
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indicazioni
Per una buona educazione al confronto
Sulla base dei principi della “polivalenza” e della
“multilateralità”
Tenendo presente il “giusto carico motorio” da
somministrare
Cercando di mantenere sempre vivo l’interesse e
elevata la motivazione
Alla luce delle capacità e abilità tipiche dell’età di
riferimento
Favoriamo le occasioni di movimento
Come?
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Far proporre, a turno, dai bambini
stessi le attività e giochi da praticare
Motivazione assicurata da parte dei
propositori del gioco
Educazione ad accettare le proposte
altrui
Presa di coscienza da parte
dell’insegnante del vissuto motorio
dei singoli bambini
Arricchimento e interscambio di
saperi tra bambini
Miglioramento delle abilità connesse
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Sulla base dell’obiettivo prefissato
individuare e spiegare
chiaramente ai bambini il
comportamento motorio da
realizzare, cioè cosa devono riuscire
a fare, quale è lo scopo!
L’obiettivo ben chiaro da raggiungere
favorisce l’impegno e l’interesse
Permette di acquisire più
rapidamente l’apprendimento
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variare le proposte didattiche e allo
stesso tempo permettere il giusto
quantitativo di ripetizioni per
produrre apprendimento
La varietà è sintomo di ricchezza di
contenuti, metodi, stimoli
La ripetizione è necessaria per
rendere stabile l’apprendimento
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TTD att mot evolutiva 1 - Università degli Studi di Ferrara