SINTESI L’UOMO NON PUO’ VIVERE SENZA AMORE 1. La vita come vocazione: L’uomo, immagine e somiglianza di Dio, è chiamato ad amare: egli si realizza pienamente solo nel rapporto con Colui che l’ha creato. La vocazione è il modo con cui l’uomo impara ad amare. San Tommaso: La vita dell’uomo consiste nell’affetto che maggiormente lo sostiene e nel quale trova la sua più grande soddisfazione. Vuol dire che l’amore è ciò che da significato alla vita della persona tanto che senza di esso egli non può amare neanche la sua stessa vita. Romano Guardini: Nell’esperienza di un grande amore tutto ciò che accade diventa avvenimento nel suo ambito: intende che il rapporto affettivo coinvolge tutta la persona e ciò che essa fa. Seneca: Se vuoi vivere per te stesso devi vivere per un altro. Questo vuol dire che è solo amando un altro che l’uomo si realizza pienamente. Shakespeare: Io sono tu: la vita dell’amato diventa tutt’uno con l’amante così che essi sono una cosa sola. San Paolo: Non sono più io che vivo ma sei Tu che vivi in me. Anche qui si intende che in un rapporto di amore vero si è una cosa sola. Gabriel Marcel: Amare significa dire “tu non morirai” l’amore vissuto è desiderio di eternità. L’uomo non è capace, però di amare totalmente perché come diceva Cristo amare è dare la vita per un altro, infatti nell’esperienza affettiva si tende a possedere l’altro e a pretendere da esso la soddisfazione totale del desiderio di felicità che ogni persona, in quanto fragile e limitata, non può dare; da qui la delusione e la rottura che tradiscono l’impeto originale che faceva amare l’altro senza tornaconto, gratuitamente per il semplice fatto che l’altro c’era, per la gioia di donare senza ricevere; così confondendo il raggio di sole con il sole, alla gratitudine si sostituisce il rancore per quel che l’altro non è come si pensava. La persona amata invece è il segno dell’amore infinito di Dioche solo può compiere il desiderio di totalità, di felicità e amore che cerchiamo, è lui che desideriamo in ogni rapporto affettivo. Per questo per amare occorre imparare da Cristo, dal rapporto con Lui diventiamo capaci di: Accogliere l’altro così com’è Perdonare Desiderare che si compia il suo destino di bene superando il proprio egoismo Rispettare la libertà della persona Valorizzare anche il più piccolo aspetto dell’altro Capacità di sacrificio fatto con letizia e amore La carità nella verità testimoniata da Cristo è la principale forza propulsiva per il vero sviluppo di ogni persona e dell’umanità intera AMORE E SESSUALITA’ La sessualità è parte integrante della persona (Gen 1), essa è il modo caratteristico di vivere la vita. La mascolinità e la femminilità nella diversità, completano il rapporto uomo donna, nel matrimonio padre e madre, proprio in questa diversità, educano i loro figli contribuendo così alla loro formazione. La sessualità in questo senso dev’essere vissuta da tutti pur nella diversità degli stati di vita: essa comporta il senso di paternità e maternità che anche la persona non sposata deve vivere nei confronti delle persone che Dio fa incontrare. La genialità è invece l’aspetto fisico e concreto della sessualità che i coniugi devono vivere nel matrimonio. Il rapporto sessuale ha sempre come fine il bene della persona che non deve mai essere oggetto solo di soddisfazione nè un mezzo ma sempre il fine. Il rapporto sessuale inoltre è aperto alla vita, ad imitazione di Dio gli sposi diventano creatori e il loro rapporto fecondo si concretizza uscendo da una dinamica egoistica. Proprio perché il rapporto con l’altro nell’amore è donazione di corpo e spirito, esso non può essere mercificato, quindi al di fuori del matrimonio che è scelta consapevole di amore vero, esso perde di significato e banalizza ciò che rende l’uomo veramente tale: il valore del corpo come tempio dello spirito. Il sacrificio del distacco nel tempo del fidanzamento aiuta la consapevolezza del valore dell’altro che Dio ha fatto incontrare, preparandolo ad una donazione matura e responsabile che porterà i suoi frutti. Il matrimonio sacramentale rappresenta in modo vivente e concreto il rapporto Dio-Chiesa: guardando marito e moglie che si amano in ogni circostanza della vita lieta o dolorosa, che si perdonano e accolgono ogni giorno come il primo giorno intensificando il loro amore rendendolo così “ fortezza inespugnabile”, che il tempo non affievolisce ma fortifica, si comprende meglio come l’amore di Dio per ognuno è così grande che vince la morte. L’altra via dell’amore è la verginità consacrata. I vergini sono coloro chiamati ad amare non in modo esclusivo una persona ma ad abbracciare come dono tutti coloro che Dio dona loro nell’ambito specifico della loro vocazione. La rinuncia all’aspetto fisico della sessualità e alla maternità/paternità non è per una mancanza ma per una sovrabbondanza di amore come per Cristo che ha amato in modo unico e totale quanti incontrava: Zaccheo, la samaritana, Matteo, Maddalena, gli apostoli…. La vocazione è il mistero dell’elezione divina che sceglie alcuni per essere segno di amore per tutti. ETICA PER LA VITA La persona ha un valore assoluto per questo non può essere usata, manipolata, sfruttata, uccisa; nessun motivo è valido per ledere la dignità della persona umana con l’aborto, l’eutanasia, la violenza. Compito della società è, invece, curare, sostenere e accompagnare l’uomo, anche il più indifeso come il feto, cercando soluzioni che possano migliorarne la vita e creare le condizioni per cui in ogni circostanza la vita sia accettata e amata. Compito di ogni uomo è costruire quella “civiltà della verità e dell’amore” ( Giovanni Paolo II) in cui ogni persona abbia il diritto alla vita e al rispetto di tutta la comunità. Riferimenti biblici: Gen 1, Gen 2, 1^ Gv, 2^ Cor, Gv 21 Riferimenti iconografici: M Chagall, Burneau Riferimenti cinematografici: Il viaggio della sposa, La tigre e la neve, I passi dell’amore Teatro: La bottega dell’orefice Magistero: Familiaris Consortio, Deus Caritas est, Dono e Mistero Testimoni: Gianna Beretta Molla, Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi, Coniugi Martin, , Chiara Corbella, Shinya Yamanaka, Madre teresa di Calcutta, Coniugi Gheddo,