Infanzie e genitorialità rom: uno sguardo antropologico Alice Sophie Sarcinelli Institut de Recherche Interdisciplinaire sur les Enjeux Sociaux/Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales Solo che poi vedi, ti ritrovi sempre zingara. Te l’ho detto prima. Come mai? Questa radice, non so guarda (ride), questa radice viene fatta così. Io non so da dove, chi, ha mandato gli zingari. Da che generazione, da che albero sono usciti. Io questo mi domando, ma mai non ho capito. Si, perché non ha spiegazione. (ottobre 2009, Claudia, 54 anni) Chi sono i Rom ?!? Chi sono i rom? Chi sono gli zingari? Gli Zingari o Rom = termini generali che indicano l’insieme delle popolazioni rom, sinti, gitane e i numerosi altri sottogruppi Un «Mondo di mondi» (Piasere, 1999), una «galassia di minoranze» (Vitale e Dell’agnese, 2011) In Italia: -> Italiani: Rom abruzzesi, Sinti Piemontesi e lombardi in Italia dal 1500, -> Migranti: Rom slavi e rumeni, emigrati nell’ultimo secolo) L’Italia oggi Uno dei Paesi europei con la minor % di Rom (0 ,10- 0,15%, circa 130000-150000 persone) 50% ha la cittadinanza italiana e l’80% è sedentario 45% di loro hanno meno di 16 anni e 70% a meno di 30 anni La loro speranza di vita é minore di quella dei paesi in via di sviluppo e un tasso di mortalità infantile senza uguali in Europa L’Italia : il Paese dei Campi Movimento non rom per il diritto alla sosta dei nomadi 1973 : Circolare ministeriale, campi di accoglienza 11 Regioni legiferano sul diritto al nomadismo Le aree attrezzate divennero dei campi permanenti I campi oggi: a) campi abusivi più o meno tollerati b) camps autogestiti , ma creati in collaborazione con le autorità locali c) campi gestiti dalle autorità in collaborazione con Ong o cooperative sociali d) aree di stazionamento di famiglie che praticano una vita seminomade Emergenza Nomadi 1998: inizio espulsioni di Rom migranti 2006: primi episodi di violenza a Opera 2007: l’omicidio Reggiani fa esplodere il razzismo antizigano 2008: il governo Berlusconi dichiara l’emergenza « nomadi » e nomina una serie di commissari straordinari in alcune città. Censimento etnico, impronte digitali, rischio di impronte anche per i bambini fermato grazie alla reazione di ONG e grandi istituzioni nazionali ed internazionali La «buona» educazione Visione dei gagjé • I genitori Rom sono incapaci di crescere i figli Vissuto dei genitori Rom • Paura che gli vengano tolti i figli • I genitori Rom non si occupano dei loro figli • Lasciare che i figli imparino per imitazione, anche sbagliando! • Rieducare i bambini per riportarli sulla “buona strada” • Trasmettere i propri valori e la propria cultura • La lunga infanzia • L’infanzia dura poco I Rom come popolo-bambino Costruzione nel tempo della nozione di “cultura educativa rom” come categoria univoca e monolitica e negativa, - tendenza a qualificare come culturali dei fenomeni che sono politici e sociali. Infatti gli stili educativi delle minoranze zigane sono variegati e dipendono da condizioni storiche e sociali più che da una cultura La non-infanzia dei bambini rom • I bambini rom sono poco inclini alla scolarizzazione, rubano, mendicano, lavorano, si sposano e diventano adulti molto giovani • I bambini rom sono dunque lontani dall’immaginario ideale dell’infanzia che è domestico, resta studente e dipendente dalla famiglia a lungo e non è considerato maturo per avere figli, lavorare, sposarsi • I genitori e la famiglia rom sono individuati come i responsabili dell’ “infanzia mancata” ai loro figli La costruzione dei genitori rom • I genitori e la famiglia rom sono individuati come i responsabili dell’ “infanzia mancata” ai loro figli • Nel corso dei secoli, a seconda delle ideologie in voga vi sono differenti maniere di costruire il legame tra la devianza e la devianza del genitore zigano e la depravazione dei loro figli Le politiche di rieducazione • Nel XVII ̊ secolo nascono le azioni rieducative : - Spagna : separazione dei bambini dalle famiglie per rieducarli - Maria Teresa d’Austria : politiche di assimilazione (abbandono nomadismo, vestiti, lingua) - Giuseppe II : bambini tolti alle famiglie, per opere di rieducazione, scolarizzazione ed evangelizzazione L’infanzia rom alla nascita dell’Italia • 21 dicembre 1873 « Divieto di utilizzo di minori nelle professioni ambulanti » • Dalla fine del XIX secolo, dispositivi per la scolarizzazione degli « orfani morali » tra cui sono inclusi i « ritardati scolari » di cui fanno parte i girovaghi Le persecuzioni razziali La nascita di politiche di integrazione dell’infanzia “nomade” • Nel Dopoguerra in Italia nascono le prime mobilitazioni in favore dei Rom : e.g. Opera Nomadi • Due modi opposti di pensare i Rom : - Il paradigma della “deculturazione” - Il paradigma dell’ “acculturazione negativa” Le classi speciali • 1965-1982 : all’epoca delle classi speciali per portatori di handicap, nascono le “classi speciali” per bambini “zingari” o “nomadi” nate su iniziativa di Opera Nomadi e in Convenzioni con la stessa • Dal 1973 gli insegnanti dovevano avere un diploma di scuola ortofrenica o di fisiopatologia dello sviluppo psichico del bambino La “pedagogia zingara” • La pedagogia alla base delle scuole speciali era stata ideata da Mirella Karpati, una delle fondatrici di Opera Nomadi, del Centro di Ricerche Zingare e della Rivista Lacio Drom e di Renza Sasso, insegnante e coordinatrice dele classi Lacio Drom sulla base di Ricerche pedagogiche, psicologiche e psichiatriche per valutare e misurare i limiti cognitivi e i disturbi psicologici dei bambini “zingari” Dalla psicologia…all’assimilazione…all’integrazione… alla cultura • Passaggio progressivo da politiche assimilazioniste degli anni ‘70 a politiche integrazioniste degli anni ’80 • Dagli anni ’90 : educazione interculturale -A livello europeo si parla dei Rom come di una minoranza etnica -In Italia gli alunni rom vengono assimilati ai “neo-arrivati” e vengono affidati alle facilitatrici Le politiche per i Rom a Milano • • • • 1960 : scolarizzazione nei campi 1970 : classi speciali 1976 : classi ordinarie (iniziative isolate) 1990 : azioni nei campi a carattere sperimentale • 2000 : presa in carico dell’ «alunno rom» • 2006 : «guerra» alla dispersione scolastica Il bambino rom (Opera Nomadi, Milano, 1990) Istitutionnalizazione della presa in carico dell’“alunno rom” - Mediazione scolastica - Tavola interinstituzionale (statistiche) - Rete Roms e Sintis : A. Guida trilingue per le famiglie B. Vademecum per insegnanti: « modalità di apprendimento dei bambini rom », « difficoltà oggettive », « bisogni speciali », « strategie che facilitano », « strumenti compensativi » e « strategie dispensative » La presa in carico specializzata (ISMU, Milano, 2010) Caratteristiche Tratti correlati Buone pratiche Alterità Diversa concezione dello Formazione per insegnanti, spazio, del tempo, della pedagogia interculturale, comunicazione, del genre e visite ai campi dell’età Devianza Poca motivazione a scuola, intollerenza alle regole, all’ordine, aggressività, etc. Tollerare la devianza, ma incoraggiare atteggiamenti educativi, valorizzare le « virtù della strada », educare al rispetto, scolarizzazione fin dalla materna Carenze cognitive Mancanza d’attenzione, di concentrazione, disturbi dell’apprendimento Metodi adatti, assistenza educativa Carenze affettive Degrado umano Assistenza educativa Carenze materiali Degrado materiale Servizi gratuiti La lotta contro i mulini a vento • Il procedimento in caso di evasione non viene seguito • Sentimento di impotenza e mancanza di efficacia • Inutile segnalare: non c’è seguito e la famiglia non cambierà pe via della loro cultura Questo atteggiamento a priori non fa che avverare queste « profezie » La guerra all’evasione 2006 Comune vuole proteggere i diritti dei bambini attraverso una politica securitaria Non si lavora sulle problematiche rilevate nel sistema di lotta all’evasione MA Si crea un sistema di coercizione attraverso il regolamento dei campi Frequenza come condizione per rimanere al campo Dei risultati poco soddisfacenti 2008 Tasso di evasione scolastica: 21/128 bambini in evasione totale (15,4 %) ; Tasso di frequenza: 58,19%/giorni (primaria) 49,58%/giorni (secondaria) 3% dei bambini rom hanno 80% di frequenza 2011/12 Tasso di evasione totale : Diminuito da 15,4% a 5,9 % Tasso di frequenza : Diminuito da 58,19% a 57,13% (primaria) Diminuiti da 49,58% a 40,04% Tasso di frequenza dell’80% rimane lo stesso E tutti gli altri bambini rom? Nei campi non autorizzati I bambini scolarizzati sono una risorsa! Progetto nazionale di inclusione dei bambini RCS (2013/14) Intervento integrato (Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali/Istituto degli Innocenti) » A scuola - intervento sul gruppo classe (laboratori) - formazione operatori della scuola - sostegno individuale » Presso i campi nomadi - presenza di figure educative - mediazione territoriale Il nostro intervento Obbiettivi del percorso formativo • Creare un gruppo di lavoro • Rendere conto della complessità della “questione rom” (da un punto di vista storico, sociale, economico e politico) • Fornire informazioni legate alla storia recente dei due campi interessanti dal progetto (e.g. effetti dell’emergenza nomadi a Milano) • Intervenire sulla scuola come “dispositivo pedagogico” • Sperimentare metodologie didattiche differenti da quelle in uso Analisi del progetto Elementi discontinuità con interventi passati • L’alunno rom non è percepito come elemento portatore in quanto tale di problematicità • Ad essere messa in discussione è la scuola e non i suoi beneficiari in quanto portatori di diversità • Intento di coordinare l’intervento a scuola e al campo • La formazione solitamente in carico a practitioner o attivisti è stata affidata a due ricercatrici Analisi del progetto Elementi di continuità con il passato (1) • Interventi massicci e realizzati in periodi brevi senza prospettiva sul lungo periodo (un solo quadrimestre effettivo) • Investimenti di ingenti risorse per un numero estremamente ristretto di destinatari (tot. 11 bambini/e RSC di cui 6 frequentanti e solo 4 classi coinvolte) • Mancanza di connessione con gli interventi svolti nel passato a scuola/ campo Analisi del progetto Elementi di continuità con il passato (2) • Mancata problematizzazione del lavoro sociale svolto nei campi • Intervento destinato ai soli abitanti dei campi nomadi già destinatari di innumerevoli interventi sociali • Gestione del progetto in capo agli stessi enti (e spesso con gli stessi operatori) che in passato hanno coordinato interventi nei campi mancanza di credibilità Analisi del progetto Elementi di criticità • La sperimentazione non permette di produrre protocolli da mettere a sistema (questione delle risorse) • Difficoltà organizzative per gli insegnanti oberati da attività extra curriculari • Contraddizione tra la discontinuità evidenziata nel lavoro a scuola e la continuità dell’intervento sociale nel campo: Messa in discussione del dispositivo scolastico ma NON del dispositivo campo nomadi Conclusioni Analisi critica Obiettivo del progetto era coordinare gli interventi tra scuola e campo nomadi ma la nostra expertise è stata limitata al mondo scolastico, ciò denota: - La mancata messa in discussione dell’intervento sociale nei campi (formazione è stata pensata solo in ambito scolastico) • E le famiglie rom ? • E i genitori ? • E i bambini ? Come vivono tutto questo ? Le tattiche quotidiane dei genitori • Invisibilità: « passare per » [Goffmann, 1975] non-Rom • Conformazione alle norme della « buona genitorialità » • Iper-conformità -> fallimentare se non si conoscono le norme • Respingere le stigma: a) Promozione di sé a discalpito dell’altérità interna b) Accusare la società maggioritaria c) Ammettere una certa devianza [Coutant, 2001] d) Rafforzare le frontiere identitarie Essere Rom a) b) c) d) Appartenenza etnica (Rom vs. gadjo) Identità di genere (Rom vs. Romni) Status matrimoniale (coniugato vs. celibe) Classe di età (Rom vs. chavo, il bambino). Identità rom = 4 caratteristiche organizzate in binomi opposti -> 8 tipi di categorie possibili Tabella delle categorie identitarie Diventare Rom o Romni - > Ogni individuo ha un genere e un’appartenenza etnica fin dall’infanzia -> Per essere Rom o Romni, il bambino deve diventare un adulto, un membro del proprio gruppo e un individuo dotato di un’identità di genere « compiuta » -> Ogni bambino appartiene alla classe di età dei bambini e, a seconda del genere, acquisisce progressivamente un posto nel gruppo delle donne o degli uomini Infanzia Rom Bambini Bambine Attività, età, genere Gioco = Rom giovani, celibi, maschi e femmine Lavoro : solo maschi o solo femmine, ma di età diverse Status « Inconciliabili » ? • All’età dello sviluppo: nuove esigenze, soprattutto per le ragazze -> rischio di « sporcarsi » moralmente • Essere « adolescenti » • Essere allievi Una nuova età della vita • Le donne della generazione precedente non sono più modelli di riferimento • Trasformazione delle aspettative e aumento della dissonanza generazionale • Ridefinizione dei confini dell’infanzia rom e delle norme di genere In bilico tra due mondi Discriminazioni da parte della scuola Resistenza dei genitori Difficoltà economiche Ruolo delle bambine e ragazze a casa La voce delle ragazze… La scuola come un peso... …..la scuola come la libertà Pantaloni e trucchi Lavori di casa e compiti di scuola Desiderare la scuola, giocare a scuola, pianificare la scuola ….e sogni ad occhi aperti “Ecco cosa siamo : niente. Non siamo niente. Né ragione né torto, né niente non abbiamo. Capisci? Solo scriminati!” (ottobre 2009, Claudia, 54 anni) [email protected] Grazie!