SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN
SERVIZIO CIVILE IN ITALIA
ENTE
1)
Ente proponente il progetto:
ASSOCIAZIONE COMUNITÀ PAPA GIOVANNI XXIII
2)
Codice di accreditamento:
3)
Albo e classe di iscrizione:
NZ00394
ALBO NAZIONALE
1
CARATTERISTICHE PROGETTO
4)
Titolo del progetto:
CENTRO DISABILI? ABILI AL LAVORO!
5)
Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3):
Settore: ASSISTENZA - Area: DISABILI - Cod. A06
6)
Descrizione dell’area di intervento e del contesto territoriale entro il quale si realizza il progetto con
riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili; identificazione dei
destinatari e dei beneficiari del progetto:
BREVE DESCRIZIONE DEL PROGETTO
Il progetto “CENTRO DISABILI? ABILI AL LAVORO!” si realizzerà nel comune di Ozzano
Emilia dove sono presenti due centri diurni dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII:
“Fiori nel deserto” e “Fiori nel deserto-secondo reparto”.
I Centri ospitano soggetti adulti, dopo il compimento del 18° anno di età, portatori di
handicap, non autosufficienti e/o autonomi, per minorazioni fisiche, psichiche o sensoriali, o
con manifestazioni di sindromi psichiatriche e/o comportamentali. I bisogni di relazione
empatica e socializzazione, la ricerca dell’autonomia, oltre all’abbattimento di pregiudizi e
stereotipi, sono le aspettative a cui il progetto intende rispondere, al fine di promuovere un
percorso verso l’integrazione solidale in contesti aperti, differenti rispetto agli abituali luoghi di
frequentazione in cui viene inserito di solito il disabile.
CONTESTO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO
Caratteristiche demografiche del territorio (Provincia di Bologna)
Numero Comuni
Popolazione residente totale
- Variazione 2012-2013
Popolazione residente straniera
- Variazione 2012-2013
Residenti nei territori delle sedi del progetto: Bologna
Dati al 31/12/2013
60
1.001.574
+1.1.%
113.511
+8%
384.202
Residenti nei territori delle sedi del progetto: Ozzano dell’Emilia
Tabella 1
comunali)
13.362
(Fonte: ISTAT, Provincia di Bologna e Anagrafi
L’aumento tendenziale della popolazione è in atto dalla metà degli anni Novanta ad oggi.
Tale aumento non è dovuto alla dinamica naturale della differenza tra nascite e decessi, che
continua ad essere negativa da alcuni decenni anche se nell’ultimo si intravede un timido
segnale di possibile inversione di tendenza; bensì per effetto dei flussi migratori che, negli
ultimi anni, sono rimasti costantemente positivi. Nel 2010 a fronte dei 34.177 emigrati dalla
provincia, 44.066 vi sono immigrati, di cui 10.464 provenienti dall’estero, il 57% dei quali è
donna. Il saldo complessivo di tali flussi è comunque in diminuzione già a partire dal 2009. Le
cittadinanze maggiormente rappresentate sono: Romania, con 17.720 persone, Marocco con
14.817 e Albania con 7.559.
Il territorio provinciale è di circa 3.700 kmq, con una densità abitativa di circa 270 abitanti al
kmq, con dei massimi nel comune capoluogo ed in quello di Casalecchio di Reno,
rispettivamente pari a 2.701 e 2.058 abitanti per chilometro quadrato, e dei minimi nei comuni
di Camugnano e Castel del Rio, 21 e 24 abitanti per kmq. Negli ultimi trent’anni, a fronte di un
ridimensionamento demografico registrato nel comune di Bologna, arrestatosi solo negli
ultimi tre anni, si è assistito ad un costante incremento nei restanti comuni della provincia. La
provincia di Bologna si estende per il 43% in pianura, il 36% in collina e il 21% in montagna.
Le strade provinciali sono 95, con un'estensione totale di 1.383 Km. I settori trainanti
dell'economia sono: l'agricoltura (ortaggi, cereali), l'allevamento (suini e bovini) e la piccola e
media industria nei settori alimentare, meccanico, della ceramica e dell'elettronica. Di rilievo
l'attività della Fiera di Bologna, sede di svariate manifestazioni internazionali e l'infrastruttura
dell'Interporto di Bologna per il carico e lo scarico delle merci provenienti in container dal
porto di Ravenna.
CONTESTO SETTORIALE
Soggetti con disabilità accertata nella provincia di Bologna
Bambini 3-5 anni certificati iscritti nelle scuole dell’infanzia a.s. 2012/13
- incidenza % sul totale degli iscritti nelle scuole dell’infanzia
Alunni 6-10 anni certificati iscritti nelle scuole primarie
a.s. 2012/13
- incidenza % sul totale degli iscritti nelle scuole primarie
Alunni 11-13 anni certificati iscritti nelle scuole secondarie 1° g. a.s.
2012/13
- incidenza % sul totale degli iscritti nelle scuole secondarie 1° g.
Alunni 14-18 anni certificati iscritti nelle scuole secondarie 2° g. a.s.
-2012/13
incidenza % sul totale degli iscritti nelle scuole secondarie 2° g
Allievi 14-18 anni certificati iscritti nella formazione professionale
a.s. 2012/13
- incidenza % sul totale degli iscritti nella formazione professionale
Disabili iscritti all'elenco per il collocamento mirato (L. 68/1999) anno 2012
- variazione 2008-2012
Invalidi (iscritti all'elenco ex L. 68/1999) disponibili al lavoro anno 2012
Classe di età 15-18
Classe di età 19-24
Classe di età 25-34
Classe di età 35-44
Classe di età >45
Tabella 2 (Fonte: AUSL Bologna, Provincia Bologna, 2013)
163
1,3 %
1.162
2,9
818
3,4
733
2,2
65
3,4
9.215
+32,9%
2.977
11
191
445
801
1529
Utenti dei servizi per la disabilità erogati nella provincia di Bologna
Utenti dei servizi sul territorio:
- assegno di cura
- assistenza domiciliare socio-assistenziale
- assistenza domiciliare riabilitativa-educativa
Utenti dei servizi in struttura:
- centri socio-occupazionali
- gruppi-appartamento
- centri socio-riabilitativi diurni
- centri socio-riabilitativi residenziali
Tabella 3
223
315
1.071
233
154
729
236
(Fonte: Provincia Bologna, Piani di Zona 2009-11)
Trend degli utenti dei servizi in struttura
Centri socio-occupazionali
2004-2009
+40 unità
- variazione percentuale
+21%
Gruppi-appartamento
2000-2009
+88 unità
- variazione percentuale
+133%
Centri socio-riabilitativi diurni
2000-2009
+242 unità
- variazione percentuale
+50%
Centri socio-riabilitativi residenziali
2000-2009
+145 unità
- variazione percentuale
+159%
Incidenza degli utenti in strutture residenziali sul totale utenti assistiti - anno
16,3%
2001
Incidenza
degli utenti in strutture residenziali sul totale utenti assistiti - anno
20,5%
Tabella 4
(Fonte: Provincia Bologna, Piani di Zona 2009-11)
2006
Disabilità fisica
Disabilità psichica
Disabilità sensoriale
Disabilità plurima
Altro
Tabella 5
6,0%
52,7%
1,4%
39,5%
0,4%
(Fonte: Provincia di Bologna)
Commento ai dati di contesto generale (tabelle 2-5)
 L'innalzamento dell'età media della popolazione con disabilità, accompagnato
dall'accrescimento delle possibilità terapeutiche e dei livelli di cura della persona, nonché
dall'ulteriore sviluppo della scolarizzazione e della cultura dell'integrazione delle persone
disabili, richiedono un costante incremento dei servizi e della programmazione di attività
da parte dei servizi socio-sanitari, e producono la progressiva saturazione dei tassi di
utilizzo delle risorse.
 In particolare sta via via aumentando il ricorso a strutture diurne o residenziali,
prevalentemente per l’invecchiamento sia della popolazione disabile sia dei nuclei familiari
di riferimento che non riescono più a garantire il necessario supporto di assistenza e di
cura.
 I rapidi fenomeni di trasformazione sociale colpiscono in modo particolare le reti parentali
di mutua assistenza, mettendone a rischio la tenuta. Le famiglie con persone disabili a
carico che hanno difficoltà di accesso ai servizi o che non trovino adeguate risorse al
proprio bisogno di inserire i familiari disabili in percorsi di inserimento sociale, rischiano di
vedere pregiudicata la possibilità di svolgere appieno la propria vita sociale fino a
sviluppare una vera e propria difficoltà di integrazione sociale.
Azione dell'Ente nel contesto
Nel contesto di territorio e di settore appena descritto, l'Associazione Comunità Papa
Giovanni XXIII è operante con le seguenti strutture:
A) strutture di accoglienza residenziali quali:
- case-famiglia
- case di pronta accoglienza per adulti e per minori
- case di preghiera e accoglienza
- case di fraternità e accoglienza
- famiglie aperte all'accoglienza
B) centri semiresidenziali socio-riabilitativi ed educativi quali:
- centri diurni socio-riabilitativi
- centri di lavoro.
Obiettivo generale di tutte le azioni è la realizzazione di un intervento integrato a più livelli
che parta dall’accoglienza delle persone disabili in situazione di bisogno per arrivare ad agire
sulla rimozione delle cause del disagio e della marginalità sociale, attraverso una
metodologia fondata sulla condivisione diretta e la nonviolenza. Ciò si traduce nell’offerta di
accoglienza di persone disabili (minori e non) in qualunque situazione di bisogno/disagio
(purché compatibili con le esigenze di una accoglienza responsabile) nelle diverse realtà
dell'Associazione, dove i suoi membri con una scelta stabile di vita offrono una disponibilità
24 ore su 24 ad essere le figure di riferimento dei disabili (genitoriali se minori) accolti senza
limiti di tempo. A partire da questa relazione stabile di accoglienza vengono
conseguentemente intraprese tutte le altre azioni necessarie di riabilitazione
accompagnamento e integrazione sociale (nonché educative se minori), e di
sensibilizzazione informazione e rimozione delle cause del disagio e della emarginazione,
finalizzate alla promozione di una cultura di solidarietà, pace e cooperazione nella società e
tra i popoli.
Costituiscono due delle principali tipologie di strutture sviluppate dall'Associazione:
1. La casa-famiglia
E’ una struttura preposta all'accoglienza di minori, anche con disabilità, e persone adulte
con gravi handicap e/o forme di disagio sociale diversificate. E’, per definizione, “una
convivenza continuativa e stabile di due adulti che si dedicano in maniera totale a
svolgere la funzione paterna e materna. Risiedono presso una struttura di civile abitazione
e accolgono soggetti diversi per età, genere e stato di disagio, privi di ambiente familiare
idoneo, allo scopo di garantire un contesto di vita caratterizzato da un clima di disponibilità
affettiva, con rapporti individualizzati, per assicurare sviluppo e maturazione, educazione,
mantenimento, assistenza, partecipazione alla vita sociale, ospitalità. Il tutto in una
organizzazione della vita quotidiana di tipo familiare. L’accoglienza di diverse tipologie di
soggetti è la caratteristica più originale, che rimanda al modello di famiglia allargata.” Gli
utenti vi possono dimorare anche per tutta la vita. Le persone accolte sono spesso prive di
una rete familiare in grado di garantire l’assistenza e il supporto necessari nella vita
quotidiana. Le strutture di casa-famiglia dell’Associazione rispondono alle richieste delle
persone accolte attraverso la predisposizione di percorsi individualizzati di educazione,
riabilitazione, avviamento lavorativo, accompagnamento e reinserimento sociale. La
presenza degli operatori garantisce alle persone inserite nella comunità un sostegno e un
supporto costante 24/24 ore. Gli operatori sono singoli o coppie di sposi che diventano
temporaneamente o definitivamente padre e madre, fratello e sorella delle persone
accolte garantendo una vera e propria “comunità di tipo familiare”, vivendo in pienezza il
concetto della famiglia e della sua eterogeneità interna.
2. I centri diurni socio-riabilitativi ed educativi
Sono gestiti da cooperative sociali promosse dall'Associazione, e si distinguono in due tipi
differenti: A e B. Le cooperative di tipo A sono ambiti di accoglienza di persone disabili
che svolgono attività riabilitative, educative, espressive, di ergoterapia e ricreative o
attività formative di avviamento al lavoro finalizzate all'inserimento sociale. Le cooperative
di tipo B sono ambiti di accoglienza di persone in situazione di disagio/esclusione sociale
che svolgono attività educative di avviamento al lavoro finalizzate al reinserimento sociale.
A tali fini le cooperative gestiscono i centri semiresidenziali, strutture che accolgono per
5/6 giorni settimanali, dalla mattina al tardo pomeriggio, i propri utenti realizzando percorsi
individualizzati con obiettivi e attività idonee e mirate. Il centro diurno socio-riabilitativo si
rivolge a persone con grave o medio-grave disabilità con percorsi che contemplano
laboratori ludici, manuali, espressivi e creativi, in base all’età e al rispettivo livello di
autonomia, abilità possedute e necessità di particolari cure e assistenza. Il centro di lavoro
si rivolge a persone con lieve disabilità con percorsi che contemplano oltre ai laboratori
semplici attività occupazionali proporzionate alle rispettive capacità e competenze; e a
persone in situazione di disagio o esclusione sociale con attività lavorative che prevedono
l'affidamento di specifici incarichi e mansioni nel campo della produzione artigianale
alimentare e altro, secondo una gradualità educativa che punta alla maturazione della
responsabilità personale e all’inserimento al mondo lavorativo esterno. Tutte le strutture
supportano ed aiutano le famiglie degli utenti attraverso consulenze e aiuti materiali.
Di seguito i dati più recenti relativi all’attività dell'Associazione:
Persone disabili accolte nelle strutture residenziali dell’Ente in Provincia di Bologna
Nome struttura
Sede
2010
2011
2014
Bologna
1
1
1
Casa-famiglia “S.Maria 2”
Ozzano dell'Emilia (BO)
3
3
5
Casa-famiglia “Madonna della Tenerezza”
Ozzano dell'Emilia (BO)
1
1
2
Casa-famiglia “Compagni di Sogni”
Monterenzio (BO)
8
5
2
Casa-famiglia “S. Clelia”
Monterenzio (BO)
2
2
3
Casa-famiglia Magli-Spadoni
Monterenzio (BO)
1
1
1
Nucleo familiare Pieri-Zoni
Bologna
1
1
1
Nucleo familiare Giardini-Righini
Bologna
3
1
1
Pianoro (BO)
2
2
1
Ozzano dell'Emilia (BO)
-
1
1
Monterenzio (BO)
-
3
3
Casa-famiglia “Gesù Bambino”
Nucleo familiare Sorrentino-Nascetti
Nucleo familiare Tonelli-Lukaj
Nucleo familiare Agnino
Casa di fraternità ed accoglienza
Casa d'accoglienza “Giovanni Battista”
Capanna di Betlemme
Bologna
1
1
1
Castel Maggiore (BO)
1
5
7
Argelato (BO)
1
5
4
25
32
33
TOTALE
Tabella 6
(Fonte: Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII)
Caratteristiche delle persone disabili accolte nelle strutture residenziali dell’Ente
Età
PERIODO
Tipologia della disabilità
TOTALE
Minori
Adulti
fisica
psichica
psico-fisica
2010
25
4
21
7
15
3
2011
32
6
26
8
19
5
2014
33
5
28
3
21
9
Tabella 7
(Fonte: Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII)
Persone disabili inserite nei centri diurni semiresidenziali dell’Ente in Provincia di Bologna
Nome struttura
Sede
2010
2011
2014
Centro “Fiori nel deserto”
Ozzano dell’Emilia
16
19
18
Centro “Fiori nel deserto” - 2° reparto
Ozzano dell'Emilia
9
13
14
25
32
32
TOTALE
Tabella 8
(Fonte: Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII)
Caratteristiche delle persone disabili inserite nei centri diurni semiresidenziali dell’Ente
Età
PERIODO
Tipologia della disabilità
TOTALE
Minori
Adulti
fisica
psichica
psico-fisica
2010
25
-
25
2
9
14
2011
32
2
30
2
13
17
2014
32
3
29
1
21
10
Tabella 9
(Fonte: Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII)
Commento ai dati sull'azione dell'Ente (tabelle 6-9)
 I dati degli ultimi anni mostrano una sostanziale stabilizzazione dell'attività di accoglienza
in casa-famiglia e di inserimento in centro diurno dell'Associazione, confermando
l'andamento degli anni precedenti.
Conclusione e sintesi dei bisogni generali
In conclusione i dati di contesto generale e le interviste agli operatori dell'Associazione
mostrano trend in crescita per tutti gli indicatori considerati. Nell'ultimo decennio è
costantemente aumentata la platea di persone disabili che beneficiano di servizi e interventi
dedicati, e su questo dato devono fissarsi due considerazioni: evidentemente vi sono state
fino a oggi persone con disabilità i cui bisogni non erano ancora stati soddisfatti; in secondo
luogo la natura permanente dei bisogni intercettati richiede la stabilità nel tempo degli
interventi messi in atto. Occorre pertanto mantenere inalterato il processo di costante
potenziamento, qualificazione e diversificazione dei servizi per persone disabili, a fronte dei
permanenti bisogni generali di:
- cura, riabilitazione formazione ed integrazione sociale delle persone con disabilità
- percorsi personalizzati corrispondenti ai bisogni specifici delle persone con disabilità
- soluzioni abitative per le persone con disabilità prive di autonomia domestica o risorse
parentali.
INDIVIDUAZIONE DEL BISOGNO SPECIFICO
Bisogno permanente e personalizzato di assistenza riabilitazione e integrazione delle
persone disabili inserite nei centri diurni semiresidenziali.
IDENTIFICAZIONE DEI DESTINATARI DEL PROGETTO
Il progetto è destinato a:
1. Le 18 persone con disabilità media o grave inserite nel Centro diurno semiresidenziale
socio-riabilitativo "Fiori nel deserto"
2. Le 14 persone con disabilità lieve inserite nel Centro semiresidenziale per l'inserimento
lavorativo "Fiori nel deserto - 2° reparto"
Nelle sedi di attuazione si realizza un programma socio-riabilitativo e di inserimento
lavorativo (2° reparto), che comprende attività di assistenza, formative, ricreative, ludiche,
espressive, ergoterapiche, lavorative, tese al pieno inserimento sociale delle persone nella
collettività. A tali attività si affiancano interventi specifici e mirati, che caratterizzano i singoli
percorsi personalizzati rispondenti ai bisogni di ciascuna persona. Essi si articolano in genere
con la seguente frequenza:
2 volte a settimana:
laboratori per lo sviluppo delle autonomie di base
2 volte a settimana:
attività ergoterapiche
2 volte a settimana:
attività di sviluppo delle competenze cognitive/espressive
2 volte a settimana:
relazionali
attività di sviluppo delle competenze comunicative e
Ai destinatari del progetto -grazie al contributo dei volontari- verrà offerta una gamma più
vasta e qualificata di tali interventi specifici e mirati, al fine di potenziare la personalizzazione
dei percorsi socio-riabilitativi e di inserimento lavorativo per la piena integrazione sociale ed il
rafforzamento della condizione di benessere psico-fisico dei destinatari.
INDIVIDUAZIONE E DESCRIZIONE DEI BENEFICIARI DEL PROGETTO
Il progetto intende raggiungere diverse tipologie di beneficiari:
1. famiglie d’origine delle persone disabili accolte, che beneficeranno di un sollievo per quanto
riguarda gli impegni di cura e riabilitazione dei congiunti disabili nonché di un recupero di più
serene relazioni affettive con i congiunti e di un miglioramento della propria vita e attività
sociali;
2. rete dei servizi sociali operanti nel territorio delle sedi di attuazione del presente
progetto, che si giovano di una rigenerazione delle risorse sociali del territorio, mediante
la qualificazione dell’azione riabilitativa delle strutture di accoglienza ivi inserite;
3. popolazione del contesto territoriale in cui si collocano le sedi di attuazione del
progetto, che beneficeranno dei momenti di presentazione rivolti all’esterno delle attività
svolte nelle strutture con le persone disabili nonché di momenti e scambi formali (feste,
incontri) o informali (attività svolte nel territorio), che favoriranno la conoscenza reciproca
e la sensibilizzazione sulle tematiche della disabilità e dell’integrazione sociale delle
persone svantaggiate.
DOMANDA DI SERVIZI ANALOGHI
Si prende di seguito in esame la domanda di servizi di accoglienza in struttura e di
inserimento in centri diurni socio-riabilitative ed educativi di soggetti disabili espressa dal
territorio della Provincia di Bologna. Non sono disponibili dati aggiornati rispetto a quelli già
forniti dai Piani di zona 2009-11.
Domanda di inserimento in struttura residenziale e diurne di disabili nella Provincia di Bologna
Tipologia struttura
N. posti
autorizzati
N. domande
inserimento
Tasso di
copertura
283
224
160
667
658
247
182
1.087
43,00%
90,69%
87,91%
61,36%
634
277
911
527
319
846
120,30%
86,83%
107,68%
1.578
1.933
81,63%
Strutture residenziali
Comunità di tipo familiare
Centri socio-riabilitativi
Gruppi Appartamenti
TOTALE
Strutture semi-residenziali
Centri socio-riabilitativi diurni
Centri socio-occupazionali diurni
TOTALE
TOTALE
 La domanda di inserimento satura le risorse disponibili, con le strutture a pieno regime
d’impiego e un tasso di copertura insufficiente soprattutto per le comunità di tipo familiare
(43,00%).
 La domanda di inserimento nelle strutture della Provincia di Bologna ha richiesto in un
triennio l’incremento di oltre il 50% dei posti disponibili nelle strutture residenziali
(+56,57%);
 Più moderato ma comunque significativo è stato l’incremento che la domanda ha
determinato per i posti disponibili nelle strutture semi-residenziali (+11,10%).
OFFERTA DI SERVIZI ANALOGHI
Il territorio della Provincia di Bologna, in relazione alla domanda di servizi di accoglienza in
struttura e di inserimento in centri diurni socio-riabilitative ed educativi di soggetti disabili,
offre le seguenti risorse per tipologia, numero di presidi e di posti autorizzati.
Strutture residenziali e diurne per l’accoglienza e l’inserimento di disabili nella Provincia di Bologna
Tipologia dell'offerta
Centri socio-riabilitativi residenziali
Gruppi appartamenti
Residenze protette
Centri socio-riabilitativi diurni
Centri socio-occupazionali
Case della carità
Case-famiglia
TOTALE PRESIDI
Variazione % nel periodo 2000-2009 (erano 87 presidi per 863
posti)
N.
N. posti
16
26
1
53
10
5
25
136
+ 56%
263
170
7
717
260
128
155
1700
+97%
INDICATORI UTILIZZATI PER MISURARE IL CONTESTO
-
Numero laboratori per lo sviluppo delle autonomie di base
Numero attività ergoterapiche
Numero attività di sviluppo delle competenze cognitive/espressive
Numero attività di sviluppo delle competenze comunicative e relazionali
FONTI UTILIZZATE
ISTAT: Censimento nazionale
Regione Emilia-Romagna: Servizio politiche familiari, infanzia e adolescenza
Provincia di Bologna: Settore Programmazione Controlli e Statistica
Comuni della provincia di Bologna: Uffici delle Anagrafi
Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII: Centro di documentazione
Fonti specifiche:
1. Piani di zona 2009/11 della Provincia di Bologna
consultabile nel sito dell’Ente: http://www.provincia.bologna.it/pianidizona/
2. A. Bianchi (a cura di), Rapporto sui servizi della provincia di Bologna per le persone con
disabilità – 2013 consultabile nel sito dell’Ente: http://www.provincia.bologna.it (area
tematica “Disabilità”)
3. Azienda USL di Bologna, Principali dati relativi ai Distretti dell'azienda USL di Bologna anno 2009, Bologna 2010
consultabile nel sito dell’Ente: http://www.ausl.bologna.it (area tematica “Come sta
Bologna”)
Siti specifici:
http://demo.istat.it/
http://www.emiliaromagnasociale.it/
http://www.provincia.bologna.it/DISABILI
7)
Obiettivi del progetto:
BISOGNO SPECIFICO
Bisogno permanente e personalizzato di assistenza, riabilitazione e integrazione delle
persone disabili inserite nei centri diurni semiresidenziali.
INDICATORI DI CONTESTO
- Numero laboratori per lo sviluppo delle autonomie di base
- Numero attività ergoterapiche
- Numero attività di sviluppo delle competenze cognitive/espressive
- Numero attività di sviluppo delle competenze comunicative e relazionali
OBIETTIVO SPECIFICO
Incrementare le attività personalizzate di assistenza, riabilitazione e formazione
delle persone disabili inserite nei centri diurni semiresidenziali per favorire la loro
integrazione.
INDICATORI
di risultato
risultati attesi
 Aumento dei laboratori per lo sviluppo
delle autonomie di base da 2 a 3 alla
settimana
 Aumento dei laboratori di attività
ergoterapica da 2 a 4 alla settimana
 Aumento dei moduli di sviluppo delle
competenze cognitive/espressive da 2 a
 Facilitazione della gestione dei compiti
di cura della persona e degli ambienti di
vita per 32 persone disabili
 Crescita delle autonomie di base
 Aumento
delle
competenze
cognitive/espressive
e
di
quelle
comunicative e relazionali
3 alla settimana
 Aumento dei moduli di sviluppo delle
competenze comunicative e relazionali
da 2 a 3 alla settimana
 Realizzazione di un incontro pubblico
sul tema della disabilità
 Riduzione dei fattori di stress e
rasserenamento ulteriore dell’equilibrio
emotivo
 Opinione
pubblica
sensibilizzata
sull’integrazione delle persone disabili
SITUAZIONE DI ARRIVO: Potenziata l’integrazione sociale e la condizione di
benessere psico-fisico delle persone disabili accolte nei
centri diurni semiresidenziali.
8)
Descrizione del progetto e tipologia dell’intervento che definisca in modo puntuale le attività previste
dal progetto con particolare riferimento a quelle dei volontari in servizio civile nazionale, nonché le
risorse umane dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo:
8.1 Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi
L’ideazione del progetto “CENTRO DISABILI? ABILI AL LAVORO!” si è articolata secondo
una serie di attività, che si sono svolte nel periodo temporale compreso tra APRILE e
GIUGNO 2014.
In particolare si sono svolte le seguenti attività:
 Incontri di coordinamento con gli operatori delle strutture dell’associazione comunità
papa Giovanni XXIII per identificare i bisogni specifici del territorio;
 Segnalazioni dei bisogni del territorio attraverso contatti con i Servizi Sociali, DSM,
Centri d’ascolto, parrocchie e associazioni locali;
 Verifica delle risorse materiali, strumentali e di personale dell’Associazione;
 Incontri con gli enti che si occupano di disabilità presenti sul territorio per la messa
in rete delle risorse;
 Definizione degli obiettivi, dei piani d’attuazione e delle attività;
 Scrittura dell’elaborato progettuale.
OBIETTIVO SPECIFICO
Incrementare le attività personalizzate di assistenza, riabilitazione e formazione delle
persone disabili inserite nei centri diurni semiresidenziali per favorire la loro integrazione.
MESI
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
AZIONI
AZIONE 0: VERIFICA DELLO STATO
DELL’ARTE DEGLI INTERVENTI
0.1. Analisi e valutazione degli interventi
effettuati in precedenza
AZIONE 1: PROGRAMMAZIONE DEGLI
INTERVENTI
1.1. Definizione e calendarizzazione delle
attività
1.2. Adeguamento di strutture, strumenti e
risorse
1.3. Aggiornamento professionale degli
operatori
AZIONE 2: IMPLEMENTAZIONE E
REALIZZAZIONE DELLE ATTIVITA’
2.1. Attività assistenziali e di sollievo alle
famiglie
2.2. Potenziamento delle attività educative
2.3. Potenziamento delle attività ludiche e
ricreative
2.4. Potenziamento delle attività motorie
AZIONE 3: PROMOZIONE E
SENSIBILIZZAZIONE DELLA
CITTADINANZA
3.1. Contatti con parrocchie e associazioni
3.2. Realizzazione di un incontro pubblico
sul tema della disabilità
3.3. Realizzazione di stand espositivi dei
manufatti
AZIONE 4: VALUTAZIONE
COMPLESSIVA DEI RISULTATI
4.1. Incontri di valutazione con le famiglie
4.2. Confronto tra operatori
4.3. Analisi dei risultati raggiunti
OBIETTIVO SPECIFICO
Incrementare le attività personalizzate di assistenza, riabilitazione e formazione delle
persone disabili inserite nei centri diurni semiresidenziali per favorire la loro integrazione.
AZIONE 0 (PREPARATORIA):
INTERVENTI
VERIFICA
DELLO
STATO
DELL’ARTE
DEGLI
0.1. Analisi e valutazione degli interventi effettuati in precedenza
AZIONE 1: PROGRAMMAZIONE DEGLI INTERVENTI
1.1. Definizione e calendarizzazione delle attività





1.2.






1.3.





Incontro con i Servizi sociali di riferimento
Esame del ventaglio di opzioni secondo attinenza ai piani formativi individuali
Definizione delle attività e del calendario
Adozione dei necessari protocolli
Istituzione di un Tavolo congiunto per il monitoraggio e la valutazione
Adeguamento di strutture, strumenti e risorse
Sopralluogo dei tecnici nelle strutture
Predisposizione e attuazione degli interventi di adeguamento logistico grazie
alla collaborazione di Tecnoanalisi SRL
Inventario della strumentazione esistente e individuazione di quella occorrente
Ricognizione dello stato economico e delle disponibilità dei partners
Costituzione dei fondi per le nuove voci di spesa
Avvio delle procedure di acquisto
Aggiornamento professionale degli operatori
Questionari/interviste agli operatori delle strutture per la raccolta dei bisogni
formativi
Analisi e definizione dei bisogni formativi attinenti agli obiettivi del progetto
Individuazione delle risorse tecniche umane ed economiche per effettuare
l'aggiornamento
Incontro con i formatori per programmare obiettivi calendario e metodologia
della formazione
Organizzazione e realizzazione di un ciclo di incontri formativi serali


Monitoraggio, valutazione e autovalutazione della formazione con gli operatori
Predisposizione di strumenti di tutoraggio e supervisione degli operatori postaggiornamento
AZIONE 2: IMPLEMENTAZIONE E REALIZZAZIONE DELLE ATTIVITA’
Saranno realizzate una serie di attività dove le persone disabili potranno sperimentare
nuove forme di autonomia. La valorizzazione della persona verte principalmente sulla
possibilità di accrescere nel soggetto la consapevolezza del proprio valore e delle proprie
risorse, attraverso relazioni stabili e significative, l’assegnazione di compiti e responsabilità,
la possibilità di sperimentarsi in situazioni e ambiti diversi, l’adozione di un ruolo
socialmente condiviso e riconosciuto. La metodologia educativa privilegia il coinvolgimento
e l’adesione della persona alle proposte, un fare insieme che promuove la costruzione di
un’identità positiva. Per valorizzare e potenziare al meglio le abilità di ognuno il centro offre
percorsi differenti in cui il soggetto si senta protagonista e responsabile.
2.1. Attività assistenziali e di sollievo alle famiglie
 Colloqui con le famiglie
 Supporto alle attività quotidiane per migliorare l’autonomia personale
 Cura alimentare
2.2. Potenziamento delle attività educative
 Utilizzo di computer attrezzati di programmi e ausili per handicap
 Realizzazione di un laboratorio teatrale
 Realizzazione di un corso di musicoterapia
 Realizzazione di un corso di pet-therapy
 Svolgimento di attività specifiche miranti alla stimolazione cognitiva
 Svolgimento di attività specifiche miranti la maturazione psicoaffettiva
 Sperimentazione di percorsi di sviluppo dell’autonomia
 Avvio di un nuovo laboratorio settimanale per lo sviluppo delle autonomie di
base
 Avvio di un nuovo laboratorio settimanale di attività ergoterapica
 Avvio di un nuovo modulo formativo settimanale di sviluppo competenze
cognitive/espressive
 Consulenza di una psicologica esterna: sostegno psicologico individuale e
aiuto con colloqui/contatti con i famigliari
2.3. Potenziamento delle attività ludiche e ricreative
 Attività di pittura attraverso l’utilizzo di diversi tipi di colori (tempere,
acquarelli, a cera, a matita, a dito) e l’utilizzo di tele e fogli particolari (carta
riciclata)
 Organizzazione di un laboratorio di manipolazione
 Organizzazione di laboratori di decoupage , patchwork, collage
 Organizzazione di un laboratori di arteterapia
 Organizzazione di soggiorni estivi
 Organizzazione di pranzi e cene aperti alla cittadinanza
 Attività di animazione da parte di gruppi parrocchiali
2.4. Potenziamento delle attività motorie
 Attività all’aperto
 Attività di pallacanestro
 Attività di acquaticità grazie alla collaborazione del Comune di Ozzano
Emilia
 Sedute terapeutico – riabilitative
 Attività di ginnastica riabilitativa condotta da fisioterapista
 Accompagnamento presso piscine e palestre
AZIONE 3: PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE DELLA CITTADINANZA
Saranno realizzati due incontri volti a favorire, promuovere e a dare risposte adeguate e
innovative all’integrazione dei disabili nel territorio. Sarà, inoltre, sensibilizzata la
cittadinanza per cercare di realizzare una presa di coscienza anche delle problematiche del
cosiddetto “do”.
3.1. Contatti con parrocchie e associazioni
 Incontri di equipe tra operatori dell’associazione e di altri organismi che
operano sul tema della disabilità
 Valutazione delle diverse richieste ricevute dalle famiglie
 Valutazione delle principali necessità
 Valutazione del grado sensibilizzazione territorio lombardo
 Definizione delle problematiche più urgenti
 Ricerca di spazi adeguati alla realizzazione degli interventi
3.2. Realizzazione di un incontro pubblico sul tema della disabilità
Definizione della data in cui realizzare i due incontri di sensibilizzazione
 Ricerca di relatori
 Definizione delle testimonianze da presentare all’incontro
 Coinvolgimento della cittadinanza
3.3. Realizzazione di stand espositivi dei manufatti
 Realizzazione di attività manuali individuali e/o in gruppo.
 Realizzazione di oggetti in ceramica e gesso
 Realizzazione di banchetti per la vendita degli oggetti
 Decorazione degli oggetti
 Esposizione dei manufatti presso le fiere locali
AZIONE 4: VALUTAZIONE COMPLESSIVA DEI RISULTATI
La fase di valutazione servirà a comprendere meglio i risultati raggiunti attraverso
l’implementazione delle diverse attività, e sarà utile per favorire il miglioramento degli
interventi successivi.
4.1. Incontri di valutazione con le famiglie che hanno fatto richiesta di sollievo
 Contatti con le famiglie
 Valutazione metodo più opportuno per testare la soddisfazione
 Organizzazione di un incontro di valutazione
 Raccolta di eventuali suggerimenti
 Raccolta di eventuali ulteriori richieste di sollievo
4.2. Confronto tra operatori
 Organizzazione di un incontro di verifica tra tutti gli operatori
 Colloqui con psicologi
 Valutazione delle esperienze positive
 Verifica di eventuali criticità
 Analisi di nuove progettualità
4.3. Analisi dei risultati raggiunti
 Verifica del grado di autonomia raggiunto dagli utenti
 Valutazione della solidità delle reti di solidarietà
 Stesura di un elaborato sull’attività svolta durante l’anno
 Diffusione dell’elaborato alle associazioni del territorio
8.2 Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, con la
specifica delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le predette attività
Il personale è in possesso di adeguata qualificazione ottenuta tramite laurea in Scienze
dell’Educazione, tramite corsi teorico – pratici, come previsto dalle direttive regionali della
formazione e dagli standard di legge o tramite corsi di formazione specifici per attività di
musicoterapia e danzaterapia.
Il Responsabile rappresenta il punto di riferimento per
tutto il personale del Centro, per la programmazione delle Attività educative annuali, per il
Progetto Educativo Individualizzato, per la verifica del Progetto, sia con il gruppo degli
educatori, sia con il servizio dell’AUSL. Il rapporto numerico operatore / utente rispetta la
normativa vigente. Ogni utente ha un educatore come punto di riferimento a sostegno delle
proprie autonomie personali, sociali e familiari, che si integra nel lavoro di equipe.
RUOLO
NUMERO
Educatori coordinatori
2
Educatori sociali
5
Operatori socio-sanitari (OSS)
2
Collaboratori educativi
2
Esperti e istruttori
5
Segretaria
1
NUMERO TOTALE PERSONALE COINVOLTO
17
Personale specifico per il raggiungimento degli obiettivi specifici
Q.TA RUOLO
Educatore
Coordinatore
1
Centro diurno
Fiori nel deserto
Educatori sociali
4
Centro diurno
Fiori nel deserto
Operatori
socio-sanitari
2
Centro diurno
Fiori nel deserto
PROFESSIONALITA’
Laurea
in
Scienze
dell’educazione
Coordinamento del Centro Responsabile della gestione
delle
attività
Attività
educative con gli utenti Promuove
la
cultura
dell’integrazione sul territorio
- Intrattiene le relazioni con i
Servizi Sociali invianti e con
le famiglie degli utenti
Laurea
in
Scienze
dell’educazione o Diploma di
Educatore professionale Attività educative con gli
utenti
Diploma di Operatore Sociosanitario - Attività educativeassistenziali con gli utenti
AZIONI/ATTIVITA’
AZIONE 0: VERIFICA DELLO STATO
DELL’ARTE DEGLI INTERVENTI
0.1.
AZIONE 1: PROGRAMMAZIONE DEGLI
INTERVENTI
1.1.
; 1.3.
AZIONE 3: PROMOZIONE E
SENSIBILIZZAZIONE DELLA CITTADINANZA
3.1.; 3.2.
AZIONE 4: VALUTAZIONE COMPLESSIVA DEI
RISULTATI
4.1. ; 4.3.
AZIONE 1: PROGRAMMAZIONE DEGLI
INTERVENTI
1.2. ; 1.3.
AZIONE 2: IMPLEMENTAZIONE E
REALIZZAZIONE DELLE ATTIVITA
2.2.
AZIONE 3: PROMOZIONE E
SENSIBILIZZAZIONE DELLA CITTADINANZA
3.3.
AZIONE 4: VALUTAZIONE COMPLESSIVA DEI
RISULTATI
4.2.
AZIONE 2: IMPLEMENTAZIONE E
REALIZZAZIONE DELLE ATTIVITA
2.1.
Collaboratore
educativo
1
Centro diurno
Fiori nel deserto
Esperto di Teatro
1
Centro diurno
Fiori nel deserto
Musicoterapeuta
1
Centro diurno
Fiori nel deserto
Esperto di
Arte-terapia
1
Centro diurno
Fiori nel deserto
Istruttore
di
basket
1
Centro diurno
Fiori nel deserto
Istruttore di nuoto
1
Centro diurno
Fiori nel deserto
Educatore
Coordinatore
1
Centro diurno
Fiori nel deserto
2° reparto
Figura di supporto - Collabora
nelle attività assistenziali e
educative con gli utenti
Esperienza in campo teatrale
- Conduzione del Laboratorio
teatrale
Diploma di musicoterapia Conduzione dell’attività di
Musicoterapia
Esperienza
nel
campo
dell’Arte-terapia - Conduzione
dell’attività di Arte-terapia
Esperienza in campo sportivo
- Conduzione dell’attività di
Basket
Esperienza in campo sportivo
- Conduzione dell’attività di
Acquaticità
Diploma di dirigente di
comunità - Coordinamento
del Centro - Responsabile
della gestione delle attività Attività educative con gli
utenti - Promuove la cultura
dell’integrazione sul territorio
- Intrattiene le relazioni con i
Servizi Sociali invianti e con
le famiglie degli utenti
AZIONE 2: IMPLEMENTAZIONE E
REALIZZAZIONE DELLE ATTIVITA
2.1.
AZIONE 2: IMPLEMENTAZIONE E
REALIZZAZIONE DELLE ATTIVITA
2.3.
AZIONE 2: IMPLEMENTAZIONE E
REALIZZAZIONE DELLE ATTIVITA
2.3.
AZIONE 2: IMPLEMENTAZIONE E
REALIZZAZIONE DELLE ATTIVITA
2.3.
AZIONE 2: IMPLEMENTAZIONE E
REALIZZAZIONE DELLE ATTIVITA
2.4.
AZIONE 2: IMPLEMENTAZIONE E
REALIZZAZIONE DELLE ATTIVITA
2.4.
AZIONE 0: VERIFICA DELLO STATO
DELL’ARTE DEGLI INTERVENTI
0.1.
AZIONE 1: PROGRAMMAZIONE DEGLI
INTERVENTI
1.1.
1.3.
AZIONE 3: PROMOZIONE E
SENSIBILIZZAZIONE DELLA CITTADINANZA
3.1.; 3.2.
AZIONE 4: VALUTAZIONE COMPLESSIVA DEI
RISULTATI
4.1. ; 4.3.
Segretaria
1
Centro diurno
Fiori nel deserto
2° reparto
Laurea in Lingue e letterature
straniere - Gestione della
segreteria
Educatore sociale
1
Centro diurno
Fiori nel deserto
2° reparto
Collaboratore
educativo
1
Centro diurno
Fiori nel deserto
2° reparto
Laurea
in
Scienze
dell’educazione
Attività
educative con gli utenti
Figura di supporto tecnico e
raccordo - Collabora nelle
attività educative con gli
utenti
AZIONE 1: PROGRAMMAZIONE DEGLI
INTERVENTI
1.2.
AZIONE 1: PROGRAMMAZIONE DEGLI
INTERVENTI
1.2. 1.3.
AZIONE 2: IMPLEMENTAZIONE E
REALIZZAZIONE DELLE ATTIVITA
2.2.; 2.3.; 2.4.
AZIONE 4: VALUTAZIONE COMPLESSIVA DEI
RISULTATI
4.2.
AZIONE 2: IMPLEMENTAZIONE E
REALIZZAZIONE DELLE ATTIVITA
2.2.;
AZIONE 3: PROMOZIONE E
SENSIBILIZZAZIONE DELLA CITTADINANZA
3.3.
8.3. RUOLO ED ATTIVITA' PREVISTE PER I VOLONTARI NELL'AMBITO DEL
PROGETTO
I volontari in servizio civile, supportati dall'OLP e dalle diverse figure professionali
impiegate, diverranno parte integrante dell'equipe degli operatori e contribuiranno alle varie
attività previste dal progetto. In via generale essi avranno un ruolo di figura educativa di
supporto, facilitatore della comunicazione e dei rapporti interpersonali, sostegno
all'esercizio delle autonomie personali delle persone inserite nei centri; parteciperanno
completamente alla vita della struttura propria sede di servizio, collaborando fattivamente
alle diverse attività che coinvolgono le persone disabili destinatarie del progetto, sia
all'interno sia all'esterno della struttura. In via specifica supporteranno le attività previste dal
progetto per quanto riguarda preparazione programmazione implementazione controllo e
ottimizzazione delle nuove attività socio-riabilitative e formative nelle modalità di seguito
descritte.
OBIETTIVO SPECIFICO
Incrementare le attività personalizzate di assistenza, riabilitazione e formazione delle
persone disabili inserite nei centri diurni semiresidenziali per favorire la loro integrazione.
SEDI PROGETTUALI: FIORI NEL DESERTO, FIORI NEL DESERTO 2° reparto
AZIONI-Attività
AZIONE 2: IMPLEMENTAZIONE E
REALIZZAZIONE
DELLE
ATTIVITA'
Attività del volontario
2.1. Attività assistenziali e di sollievo
alle famiglie
il volontario offrirà il proprio contributo alle attività
di accompagnamento dei disabili in strutture
sanitarie per accertamenti, analisi mediche e
visite specialistiche, accompagnerà gli operatori ai
colloqui con le famiglie, supporterà le attività
quotidiane atte a migliorare l'autonomia personale
dei disabili.
-il volontario parteciperà alle attività educative
potenziate, collaborando con gli operatori alla
realizzazione di un laboratorio teatrale per disabili,
di un corso di musicoterapia, di un percorso di
stimolazione psicoaffettiva, cognitiva e di sviluppo
dell'autonomia.
-il volontario parteciperà, offrendo il proprio aiuto,
al potenziamento delle attività ludiche e ricreative:
nello specifico, supporterà le attività di pittura, il
laboratorio di decoupage, patchwork, collage.
Parteciperà alle escursioni settimanali sul territorio
e all'organizzazione dei soggiorni estivi, degli
eventi conviviali aperti alla cittadinanza e delle
attività di animazione proposte dai gruppi
parrocchiali.
-il
volontario
aiuterà
l'organizzazione
e
l'implementazione della attività all'aperto, delle
sedute terapeutico-riabilitative. Il volontario
supporterà, assieme agli operatori, ogni attività di
accompagnamento dei disabili nei luoghi sede
delle attività specifiche.
2.2. Potenziamento delle attività
educative
2.3. Potenziamento delle attività
ludiche e ricreative
2.4. Potenziamento delle attività
motorie
AZIONE 3: PROMOZIONE E
SENSIBILIZZAZIONE
DELLA
CITTADINANZA
3.2. Realizzazione di un incontro
-il
volontario
collaborerà
all'organizzazione
pubblico sul tema della disabilità
3.3.Realizzazione di stand espositivi
dei manufatti
9)
logistica dell'incontro e potrà offrire diretta
testimonianza della propria esperienza
al
pubblico presente all'incontro
-il volontario supporterà l'organizzazione e la
concreta realizzazione degli stand espositivi,
offrendo aiuto alle attività di produzione creativa
dei
manufatti
stessi
e
presenziando
all'esposizione degli oggetti artistici presso le fiere
locali.
Numero dei volontari da impiegare nel progetto:
10) Numero posti con vitto e alloggio:
11) Numero posti senza vitto e alloggio:
12) Numero posti con solo vitto:
13) Numero ore di servizio settimanali dei volontari, ovvero monte ore annuo:
14) Giorni di servizio a settimana dei volontari (minimo 5, massimo 6) :
5
0
0
5
30
5
15) Eventuali particolari obblighi dei volontari durante il periodo di servizio:
I volontari durante lo svolgimento del servizio civile sono tenuti a:
1. rispettare le norme in materia di igiene, sicurezza e salute sui luoghi di lavoro
2. rispettare le regole delle strutture: orari, linguaggio e abitudini consolidate
3. mantenere la necessaria riservatezza per quanto attiene a dati, informazioni o
conoscenze acquisite durante lo svolgimento del servizio civile
4. essere disponibili a trasferimenti in Italia per incontri di formazione,
sensibilizzazione e promozione del servizio civile
5. flessibilità oraria dovuta alla particolarità delle persone destinatarie del servizio
6. partecipare ad eventi particolari previsti dal programma delle attività (uscite
domenicali, campi invernali ed estivi)
Saltuariamente potrà essere chiesto di svolgere il proprio servizio anche nel giorno festivo
di Domenica oppure il Sabato, fatto salvo il diritto a recuperare il giorno di riposo di cui non
si è usufruito.
Si ricorda, inoltre, che la formazione è obbligatoria e quindi, nelle giornate di formazione
non è possibile prendere giornate di permesso.
16) Sede/i di attuazione del progetto, Operatori Locali di Progetto e Responsabili Locali di Ente
Accreditato:
N
.
Sede di
attuazion
e del
progetto
Comu
Indirizzo
ne
Cod. N. vol.
ident. per
sede sede
Nominativi degli
Operatori Locali di
Progetto
Dat
Cogn
a di
ome e
C.F.
nas
nome
cita
Nominativi dei Responsabili
Locali di Ente Accreditato
Dat
Cogn
a di
ome e
nas
nome
cita
C.F.
1
2
3
17) Eventuali attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile nazionale:
L’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII da più di 30 anni investe le proprie risorse
nella promozione e gestione di progetti di servizio civile, prima come obiezione di coscienza
sostitutiva di servizio militare, poi come servizio civile nazionale, sia in Italia che all’estero.
Per questa ragione, credendo profondamente nello strumento del Servizio Civile e nei valori
che trasmette a livello sociale, riteniamo che la promozione e la sensibilizzazione non
debbano essere limitate al singolo progetto o strettamente all’arco temporale di emanazione
e scadenza del bando, ma siano permanenti e attraversino trasversalmente le altre attività
dell’Ente.
L’Associazione ha implementato da diversi anni un ufficio centrale finalizzato alla gestione
dei progetti di servizio civile, con una sede locale per le varie aree, italiane od estere, ove
opera.
Nel corso di tutto l’anno riceviamo richieste di partecipazione ai progetti da parte dei giovani
grazie anche all’attivazione di un numero verde, così come durante tutto l’anno portiamo
avanti azioni di sensibilizzazione, discussione, elaborazione riguardanti i vari aspetti del
SCN. Lo strumento privilegiato per le attività di promozione e sensibilizzazione dell’ente è la
partecipazione diretta dei volontari in servizio civile tramite la loro presenza e testimonianza
come strumento di apprendimento, scoperta in una prospettiva didattica attiva, operativa ed
immediata.
Totale ore espressamente dedicate alla promozione e sensibilizzazione del
Servizio Civile Nazionale
Totale ore espressamente dedicate alla promozione e sensibilizzazione del
progetto “CENTRO DISABILI? ABILI AL LAVORO!”
TOTALE ORE PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE A+C=
A = 15
C = 25
40
Alle suddette 40 ore bisogna aggiungere una serie di attività difficilmente misurabili e
quantificabili ma che ai fini della promozione e sensibilizzazione rivestono, secondo noi, un
elevato grado di rilevanza.
Di seguito si riporta in dettaglio l’elenco delle azioni/attività:
Programma di sensibilizzazione del Servizio Civile Nazionale
A
EVENTO – AZIONE – ATTIVITA’
Banchetto
in
occasione
della
“Tre
Giorni
Generale”
dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, che si svolge a
cadenza annuale a Rimini e a cui partecipano tutte le zone
periferiche a livello nazionale ed internazionale dell’Associazione. I
volontari in servizio civile di tutto il territorio si occupano della
gestione del banchetto.
Collaborazione fissa con il mensile “Sempre” attraverso la rubrica
“Frontiere di Pace”, redatta a cura del Servizio Obiezione di
Coscienza e Pace dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII
che presenta testimonianze (e illustra i relativi contesti e progetti
N. ORE
5
5
dove operano) di volontari in servizio civile sia in Italia che
all’estero.
Interventi in qualità di relatori o testimonianze di volontari ed ex
volontari in incontri pubblici e seminari, banchetti in numerose
manifestazioni nazionali, sportello informativo telefonico ecc.
TOTALE ORE QUANTIFICABILI
5
15
EVENTI – AZIONI – ATTIVITA’ NON QUANTIFICABILI
Attivazione di un numero verde per far fronte alle richieste telefoniche dei giovani
interessati: 800 913 596
Partecipazione come soci, ai percorsi di sensibilizzazione della Conferenza
B Nazionale Enti per il Servizio Civile e alla presentazione pubblica del rapporto
annuale degli enti membri.
Invio, tramite posta prioritaria, di materiale promozionale ad indirizzi privati
acquistati da aziende specializzate in riferimento al target dei giovani del territorio
EVENTI – AZIONI – ATTIVITA’- QUANTIFICABILI IN ORE
N. 2 incontri pubblici in collaborazione con i Comuni in cui operano 5
le sedi di attuazione del Progetto (ad esclusione del Capoluogo, per
cui vedi la voce successiva):
- Comune di Ozzano dell’Emilia
- Comune di Monterenzio
che illustrino e chiarifichino ai giovani interessati a presentare
domanda il percorso progettuale. Ci si avvarrà di testimonianze dei
giovani volontari che hanno svolto l’esperienza di SCN con l’Ente
nelle stesse sedi di attuazione dello stesso territorio in progetti degli
anni precedenti.
Attività di promozione, coordinata e congiunta, del Bando e del 10
Progetto, nel quadro del rapporto di partenariato regolato dal
Protocollo d'intesa stipulato tra l'Associazione e l'Ente partner
Coordinamento Provinciale Enti Servizio Civile di Bologna
(Co.Pr.E.S.C. Bologna):
 interventi presso le Facoltà dell’Università degli Studi di Bologna
di:
- Scienze della Formazione
- Lettere e Filosofia
- Scienze politiche
 interventi presso istituti scolastici superiori del territorio cittadino
e provinciale
 interventi in luoghi d’incontro e ritrovo dei giovani, (cinema,
C
teatri, locali, centri d’aggregazione, etc.)
 interventi nelle televisioni e radio locali, realizzazione di punti
informativi presso eventi fiere, feste, etc.
un servizio informativo all’interno di uno sportello aperto ai giovani
ubicato presso la sede del Co.Pr.E.S.C., che svolga specifiche
funzioni di orientamento alla scelta del progetto e che metta in
contatto i ragazzi interessati direttamente con i referenti degli enti
coinvolti dal bando
Incontri/testimonianze dei volontari in servizio presso l’Ente con i 10
gruppi giovanili delle Parrocchie nel territorio in cui operano le sedi
di attuazione del progetto:
- San Giovanni Battista di Mercatale (Ozzano dell’Emilia)
- Cristo Re (Monterenzio)
e con i gruppi giovanili delle seguenti altre Parrocchie:
- San Bartolomeo della Beverara (Bologna)
- Santa Caterina da Bologna (Bologna)
- Cuore Immacolato di Maria (Bologna)
- Madonna del Lavoro (Bologna
TOTALE ORE QUANTIFICABILI
25
EVENTI – AZIONI – ATTIVITA’ NON QUANTIFICABILI
Pubblicizzazione del progetto
Promozione su siti web:
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
www.apg23.org
www.odcpace.org
www.antennedipace.org
www.e-coop.it
www.ilgigante.it
www.comune.ozzano.bo.it
www.tecnoanalisi.it
Newsletters a:
8.
9.
10.
11.
Gruppi scout a livello nazionale
Informagiovani del territorio nazionale
Centri missionari diocesani d’Italia
Giovani tra i 18 e i 28 anni sul territorio provinciale
Promozione con inserti su riviste/quotidiani:
D
12. Mensile “Sempre”
Affissione e distribuzione di materiale promozionale presso:
- San Giovanni Battista di Mercatale (Ozzano dell’Emilia)
- Cristo Re (Monterenzio)
e con i gruppi giovanili delle seguenti altre Parrocchie:
- San Bartolomeo della Beverara (Bologna)
- Santa Caterina da Bologna (Bologna)
- Cuore Immacolato di Maria (Bologna)
- Madonna del Lavoro (Bologna)
Stampa e diffusione volantini (n° copie: 250) e manifesti (n° copie: 25 ) sul servizio
civile nazionale volontario e sul progetto specifico, che viene messo a disposizione
presso tutte le sedi periferiche dell’Ente, e diffuso attraverso gli enti che hanno
sottoscritto partnership inerenti la promozione del servizio civile dell’ente.
DURATA TOTALE DELLE ATTIVITA’ DI PROMOZIONE: A+C = 40
18) Criteri e modalità di selezione dei volontari:
Si rimanda al sistema di selezione accreditato presso Dipartimento della Gioventù e del
Servizio Civile Nazionale
19) Ricorso a sistemi di selezione verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione dell’Ente di
1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio):
si
ASSOCIAZIONE COMUNITA PAPA GIOVANNI XXIII
20) Piano di monitoraggio interno per la valutazione dell’andamento delle attività del progetto:
Si rimanda al sistema di monitoraggio accreditato presso Dipartimento della Gioventù e del
Servizio Civile Nazionale
21) Ricorso a sistemi di monitoraggio verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione dell’Ente
di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio):
SI
ASSOCIAZIONE COMUNITA PAPA GIOVANNI XXIII
22) Eventuali requisiti richiesti ai canditati per la partecipazione al progetto oltre quelli richiesti dalla legge
6 marzo 2001, n. 64:
NESSUNO
23)
Eventuali risorse finanziarie aggiuntive destinate in modo specifico alla realizzazione del progetto:
Il progetto prevede l’impiego di risorse finanziarie aggiuntive destinate in modo particolare
alle attività per il raggiungimento degli obiettivi specifici, alla promozione del progetto
qualora approvato, alla formazione specifica e alle risorse tecniche previste alla voce 25. Le
risorse sono state suddivise in generali e specifiche. Le prime sono riferite alle azioni di
promozione e l’organizzazione della formazione, in quanto vengono sostenute dalla Sede
Centrale di Gestione del SCN dell’ente. Le risorse specifiche riguardano spese aggiuntive
per il raggiungimento degli obiettivi specifici previsti a progetto.
RISORSE FINANZIARIE GENERALI
A. Formazione specifica
Sottovoci
Descrizione Spesa
Materiale
didattico
Organizzazione
logistica del
coordinatore
Tutor d’aula
Formatori
Durante il corso vengono somministrati materiali cartacei
didattici e vengono utilizzati materiali di cancelleria vari
La programmazione e la preparazione del percorso
formativo richiede il tempo di un coordinatore per
contatti telefonici con docenti e volontari, affitto e
predisposizione delle aule
Come previsto nei box della formazione specifica, l’ente
valorizza l’utilizzo di una figura all’interno dell’aula che
faciliti la partecipazione di tutti. Il 40% dei tutors coinvolti
richiedono compenso
Alcuni formatori effettuano la loro docenza in forma
gratuita altri richiedono un compenso. Numericamente il
50% dei formatori richiede il pagamento
Totale spesa A
B. Spese di promozione e pubblicizzazione del progetto
Sottovoci
Descrizione di spesa
Elaborazione grafica
materiale
promozionale
Stampa materiale
promozionale
Spese Numero
Verde
Partecipazione a
eventi
Ogni anno il materiale grafico viene rivisitato e
modificato, attualizzando i contenuti e la
presentazione
Il prodotto grafico viene stampato da una tipografia
in 600 copie di volantini, 160 copie di depliant e 200
copie di manifesti (come da box 17)
Il Numero Verde è attivo quotidianamente (in orario
di ufficio) per rispondere alle domande dei giovani
interessati (come da box 17)
L’ente partecipa come descritto nel box
“sensibilizzazione e promozione” a diversi eventi
con propri operatori su tutto il territorio italiano.
Risorse
finanziarie
50 Euro
150 Euro
200 Euro
800 Euro
1.200 Euro
Risorse
finanziarie
25 Euro
75 Euro
10 Euro
100 Euro
Rimborsa le spese di viaggio ai volontari coinvolti.
Totale spesa B
210 Euro
RISORSE FINANZIARIE SPECIFICHE
Il progetto prevede l’impiego di risorse finanziarie aggiuntive destinate ad alcune delle
attività del progetto elencate nel punto 8.1 e alle risorse tecniche previste alla voce 26.
Nell’elenco sottostante non saranno riportate tutte le azioni/attività, ma soltanto
quelle per cui è previsto lo stanziamento di risorse finanziarie aggiuntive.
OBIETTIVO SPECIFICO Incrementare le attività personalizzate di assistenza,
riabilitazione e formazione delle persone disabili inserite nei centri diurni semiresidenziali
per favorire la loro integrazione.
AZIONI-Attività
C. RISORSE FINANZIARIE AGGIUNTIVE
AZIONE 1:
PROGRAMMAZIONE
INTERVENTI
Adeguamento strutture strumenti e risorse:
1.2. Adeguamento di
strutture, strumenti e risorse
1.3.Aggiornamento
professionale degli operatori
- Ampliamento dei materiali per i nuovi
laboratori socio-riabilitativi e moduli formativi:
‘pani’ di argilla da 25 kg/cad., set di attrezzi per
il modellamento, set completo di colori a olio
tempera e acqua; perle pietre e monili per
decorazione, pinze pistola e colla a caldo,
pirografo;
confetti
e
materiale
per
confezionamento bomboniere; colle forbici
cutter nastri adesivi, carta cartone e cartoncini
di varia forma misura e colore. (1.500 euro x 2
sedi)
- Ripristino scorte materiale facile di consumo:
carta,
cartucce
inchiostro,
articoli
di
cancelleria, tempere e vernici. (300 euro x 2
sedi)
Aggiornamento
operatori:
AZIONE 2:
IMPLEMENTAZIONE E
REALIZZAZIONE DELLE
ATTIVITA'
professionale
4.400
EURO
degli
- Organizzazione e gestione ciclo di incontri:
logistica (200 euro), materiale di supporto
didattico (100 euro), docenze (5 incontri x 2
ore x 50 euro).
Quota carburante (200 euro per ognuna delle
2 sedi= 600 euro) per escursioni settimanali
sul territorio e attività di accompagnamento
2.1. Attività assistenziali e di
sollievo alle famiglie
- Contributo per acquisto beni alimentari per
disabili e materiale di facile consumo per
l'igiene (400 euro)
2.2. Potenziamento delle attività
educative
- Contributo compenso per esperto esterno:
(400 euro)
1.200
EURO
2.3 Potenziamento delle attività
ludiche e ricreative
2.4. potenziamento delle attività
motorie
AZIONE 3: PROMOZIONE E
SENSIBILIZZAZIONE
DELLA CITTADINANZA
700 EURO
- Quota carburante (100 euro)
-
costo
produzione/stampa
materiale
di
3.1. Contatti con parrocchie e
associazioni
presentazione/sensibilizzazione (100 euro)
3.2. Realizzazione di un incontro
pubblico sul tema della disabilità
- contributo costo logistica/catering per
incontro pubblico di sensibilizzazione (300
euro)
3.3. Realizzazione di stand
espositivi dei manufatti
- costi di allestimento stand espositivi presso
fiere locali (200 euro)
AZIONE 4: VALUTAZIONE
COMPLESSIVA DEI
RISULTATI
- Spese di documentazione delle attività svolte:
supporti video, foto e cartacei. (200 euro x 2
sedi= 400 euro)
4.1 Incontri di valutazione con le
famiglie che hanno fatto richiesta
di sollievo
- Spese di cancelleria per monitoraggio e
valutazione dei risultati: risme carta A4,
cartucce ink jet, lucidi, pennarelli. Carburante
per incontri di verifica esterna. (150 euro x 2
sedi= 300 euro)
4.2. Confronto tra operatori
4.3. Analisi dei risultati raggiunti
- Incontro di presentazione resoconto di
bilancio progetto a partners e reti di
collaborazione: logistica e catering (200 euro),
materiale illustrativo (100 euro).
TOTALE SPESA C
1.000
EURO
7.500
EURO
TOTALE RISORSE FINANZIARIE AGGIUNTIVE A + B + C= 8.910 EURO
24) Eventuali reti a sostegno del progetto (copromotori e/o partners):
ENTI PROFIT
 COOP ADRIATICA s.c.a r.l. (copromotore e partner)
Apporto alle attività previsto:
1) Contribuirà economicamente alla realizzazione delle attività di cui al punto 8.1,
mediante:
 donazione gratuita di eccedenze alimentari e beni invenduti per le attività di
assistenza
2) Promuoverà il Servizio civile e il progetto mediante:
 diffusione, durante il bando per la selezione dei volontari, di materiale
promozionale presso i punti vendita di COOP ADRIATICA di Bologna e
provincia
 diffusione di materiale promozionale mediante inserzione di banner nel
proprio sito internet aziendale
 Società di Ingegneria TECNOANALISI S.r.l. (copromotore e partner)
Apporto alle attività previsto:
1) Contribuirà economicamente alla realizzazione delle attività di cui al punto 8.1,
mediante:
 sconti sulla fornitura di presidi e dispositivi di sicurezza a norma di legge
 sconti sulle prestazioni di consulenza e sui servizi di assistenza per la
prevenzione incendi e rischi sul lavoro
2) Promuoverà il Servizio civile e il progetto mediante:
 inserzione, durante il bando per la selezione dei volontari, di banner
promozionali presso il proprio sito aziendale
ENTI NON PROFIT
 Comune di Ozzano dell’Emilia (copromotore e partner)
Apporto alle attività previsto:
1) Promuoverà il Servizio civile e il progetto mediante:
 pubblicizzazione gratuita del progetto mediante affissione pubblica di
manifesti promozionali
 pubblicizzazione gratuita del progetto sul sito del Comune, nel bollettino
comunale e in altri spazi informativi
 sensibilizzazione sul Servizio civile nazionale mediante diffusione di
materiale promozionale nei propri spazi e manifestazioni pubbliche
2) Contribuirà economicamente alla realizzazione delle attività rivolte alle persone
disabili nei Centri “Fiore nel deserto” e “Fiori nel deserto- 2°reparto” mediante:
 accesso gratuito alle strutture comunali per il tempo libero (piscina di
Ozzano, palestra di Mercatale e impianto sportivo della Noce);
 accesso gratuito o agevolato ad eventuali altre strutture o eventi di
animazione
25) Risorse tecniche e strumentali necessarie per l’attuazione del progetto:
OBIETTIVO SPECIFICO Incrementare le attività personalizzate di assistenza,
riabilitazione e formazione delle persone disabili inserite nei centri diurni semiresidenziali
per favorire la loro integrazione.
N. Risorse strumentali e tecniche
Strumenti da ufficio e materiale da
cancelleria (3 computer, 2 stampanti,
cartucce inchiostro, carta, 1 fotocopiatrice,
fax, telefono e ADSL, lavagna, articoli vari
di cancelleria)
AZIONI - Attività
Utilizzo in tutte le Azioni 1-2-3-4-5
n. 2 automezzi
Materiale per laboratori (‘pani’ di argilla da
25 kg, attrezzi per manipolare e modellare
la creta, set completo di colori a olio,
lampostil, tempere e colori ad acqua, perle,
pietre e monili per decorazion, pinze,
taglierini, pistola e colla a caldo, pirografo,
confetti tulle e nastri per confezione
bomboniere, colle forbici cutter nastri
adesivi, carta, cartone, cartoncini di varie
misure e colore)
nr. 2 televisori
n. 2 lettori dvd cd
n. 30 giochi di società e carte da gioco
n. 11 strumenti musicali
n. 45 software (educational games)
n. 2 computer attrezzati per portatori di
handicap
n. 4 tavoli da lavoro
Utilizzo nell':
AZIONE 2: IMPLEMENTAZIONE E
REALIZZAZIONE DELLE ATTIVITA'
2.2. Potenziamento delle attività educative
2.3 Potenziamento delle attività ludiche e ricreative
Utilizzo in:
Lavagna multimediale
AZIONE 2: IMPLEMENTAZIONE E
REALIZZAZIONE DELLE ATTIVITA'
2.2. Potenziamento delle attività educative
2.3 Potenziamento delle attività ludiche e ricreative
AZIONE 4: VALUTAZIONE COMPLESSIVA DEI
RISULTATI
4.2. Confronto tra operatori
4.3. Analisi dei risultati raggiunti
Utilizzo in:
AZIONE 2: IMPLEMENTAZIONE E
REALIZZAZIONE DELLE ATTIVITA'
2.1. Attività assistenziali e di sollievo alle famiglie
n. 1 automezzo a 9 posti attrezzato per il
trasporto disabili
2.4. potenziamento delle attività motorie
AZIONE 3: PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE
DELLA CITTADINANZA
3.3. Realizzazione di stand espositivi dei manufatti
n. 20 Indumenti e calzature
antinfortunistiche
n.q. Attrezzi e articoli di ferramenta
Strumenti e pannelli per esposizione
Utilizzo nell' AZIONE 2: IMPLEMENTAZIONE E
REALIZZAZIONE DELLE ATTIVITA'
2.2. Potenziamento delle attività educative
Utilizzo in:
AZIONE 3: PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE
DELLA CITTADINANZA
3.3. Realizzazione di stand espositivi dei manufatti
CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISIBILI
26) Eventuali crediti formativi riconosciuti:
NESSUNO
27) Eventuali tirocini riconosciuti :
NESSUNO
28) Competenze e professionalità acquisibili dai volontari durante l’espletamento del servizio, certificabili
e validi ai fini del curriculum vitae:
Il presente progetto rende possibile l'acquisizione delle seguenti competenze, riferibili e
contenute nel Repertorio delle Qualifiche previsto dal “Sistema Regionale di formalizzazione
e certificazione delle competenze”, ai sensi della Delibera della Giunta Regionale Emilia
Romagna del 19/04/2006 n.530. Le competenze indicate di seguito rappresentano due delle
quattro Unità di Competenza che compongono la qualifica relativa alla figura professionale
dell’Animatore Sociale, figura inscritta nel area professionale ”Erogazione servizi sociosanitari” prevista dal citato sistema.
UNITÀ DI
CAPACITÀ
COMPETENZA (ESSERE IN GRADO DI)
Stimolare capacità di
socializzazione ed
emancipazione per
ostacolare l'isolamento
socio-affettivo
CONOSCENZE
(CONOSCERE)

Caratteristiche evolutive e dinamiche di
cambiamento di individui e gruppi.

Strumenti e tecniche di analisi e
rilevazione dei bisogni: colloqui individuali
e di gruppo, interviste, questionari.

Tradurre bisogni, manifesti
e non, di singoli e gruppi, in 
azioni di scambio e
2. Animazione confronto reciproco

sociale
Individuare ed incoraggiare
occasioni di incontro ed

integrazione sociale
Riscontrare il livello di

partecipazione e
coinvolgimento dei fruitori

individuando ulteriori ambiti
di intervento
Interpretare dinamiche
comportamentali e criticità
latenti dell'utente con
approccio empatico e
maieutico
Il rapporto individuo-società: processi di
marginalizzazione e devianza.
Caratteristiche psicopedagogiche dei
diversi modelli familiari.
Strumenti e tecniche di analisi e verifica
degli interventi: test, schede di analisi,
report, ecc.
Metodologie della ricerca sociale: analisi
territoriale, analisi dei dati, la ricerca di
intervento, ecc.
Tecniche di comunicazione e relazione
con l'utente.
Principali riferimenti legislativi e normativi
in materia di servizi socio-sanitari ed
assistenziali.

Organizzazione dei servizi socioassistenziali e delle reti informali di cura.

Tecniche di animazione: teatrale,
espressiva, musicale, motoria, ludica.

Tipologie di laboratorio manuale: disegno,
pittura, lavori a maglia, cartapesta, creta,
ecc.
Trasmettere modelli

comportamentali positivi
per contrastare fenomeni di
devianza e disadattamento 
3. Animazione
Innescare processi di
educativa

conoscenza e di
consapevolezza del sé e di
riconoscimento dei propri
bisogni e motivazioni
Principali tecniche di analisi della
personalità e della relazione d'aiuto.
Principi comuni e aspetti applicativi della
legislazione vigente in materia di
sicurezza.
La sicurezza sul lavoro: regole e modalità
di comportamento (generali e specifiche).
Stimolare dinamiche di
crescita personale
attraverso riflessioni ed
elaborazione di
atteggiamenti e
comportamenti
L’acquisizione delle seguenti competenze verrà certificata e riconosciuta, su richiesta dell’
interessato, dall’ente OSFIN - F.P. OPERA SAN FILIPPO NERI - FORMAZIONE
PROFESSIONALE, ente accreditato dalla Regione Emilia Romagna (cod. organismo 742), ai
sensi della delibera della Giunta Regionale n. 177/2003 e integrata successivamente con le
delibere n. 266/2005 e 645/2011 tramite il rilascio di apposito “Certificato di competenze “
VEDI ALLEGATI
Formazione generale dei volontari
29) Sede di realizzazione:
La sede è scelta sulla base del posizionamento geografico delle sedi di attuazione dei
progetti e dalla disponibilità di fruizione della struttura stessa, essendo la formazione di tipo
residenziale.
Pertanto è previsto che i corsi di formazione generale siano tenuti nelle seguenti sedi:
a) Sede di Gestione del Servizio Civile, Via Dante Alighieri, snc – 61013 Mercatino
Conca (PU)
b) Colonia Stella Maris, Viale Regina Margherita 18 – 47900 – Rimini (RN)
c) Casa Parrocchiale – Scout, Via Colombara – 47854 – Monte Colombo (RN)
d) Hotel Royal Sands, V.le Carducci, 30, Cattolica
30) Modalità di attuazione:
La formazione generale è effettuata in proprio, con formatori dell’ente, in quanto
l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII è ente accreditato di prima classe nell’albo
nazionale.
31) Ricorso a sistemi di formazione verificati in sede di accreditamento ed eventuale indicazione dell’Ente
di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio:
SI
ASSOCIAZIONE COMUNITA PAPA GIOVANNI XXIII
32) Tecniche e metodologie di realizzazione previste:
La metodologia di realizzazione della formazione generale rispetta le indicazioni contenute
nel decreto N. 160/2013 del 19/07/2013 del Dipartimento della Gioventù e del Servizio
Civile Nazionale: “Linee guida per la formazione generale dei giovani in servizio civile
nazionale”.
La metodologia alterna lezioni frontali (almeno per il 40% del monte ore complessivo) a
dinamiche non formali (almeno per il 60% del monte ore complessivo) che
comprendono: training, teatro dell’oppresso (Tdo), simulazione, role-play, brainstorming,
lavori di gruppo, cineforum, confronti in plenaria, visite di realtà presenti sul territorio.
Lezioni frontali e dinamiche non formali si completano a vicenda, al fine di valorizzare
l’esperienza e l’opinione di ciascun volontario, in un rapporto educativo che tenda ad essere
più maieutico che trasmissivo.
La metodologia scelta, dunque, è attiva e partecipativa, in quanto si parte dalla
consapevolezza che su alcune tematiche trattate nella formazione generale- quali per
esempio il concetto di gruppo e la sue dinamiche, il significato di cittadinanza attiva, la
gestione dei conflitti- tutti possediamo delle pre-conoscenze, convincimenti e opinioni. E’
quindi importante che i momenti formativi offrano innanzitutto un clima favorevole al
confronto e allo scambio, al fine di permettere a ciascuno di esprimere il proprio punto di
vista e le proprie opinioni.
La formazione generale si effettua, ove possibile, in modo residenziale, cercando di unire
volontari di progetti diversi, favorendo la creazione un ambiente eterogeneo, che sia
pedagogicamente adeguato all’apprendimento e alla condivisione di contenuti utili a
comprendere, rielaborare e contestualizzare l’esperienza di Servizio Civile, e funzionale al
confronto e all'arricchimento reciproco.
La dimensione di gruppo sperimentata attraverso la residenzialità è essa stessa esperienza
formativa informale, che favorisce lo sviluppo di competenze sociali e trasversali quali il
rispetto dell’altro, la collaborazione, la gestione dei conflitti, la tutela del bene comune.
Qualora, per vari motivi, non si riesca a garantire la residenzialità, comunque la presenza
del tutor d’aula garantisce una qualificazione dei momenti informali, che comunque hanno
una valenza formativa, in particolare rispetto alle dinamiche di gruppo.
Il tutor d’aula ha gli specifici compiti di gestire il gruppo, facilitare le relazioni interpersonali,
valutare l’efficienza e l’efficacia dei moduli, gestire eventuali situazioni conflittuali all’interno
del gruppo.
Oltre al tutor sarà presente la figura del formatore, con il compito di progettare, coordinare,
supervisionare il percorso formativo.
33) Contenuti della formazione:
Il percorso formativo proposto si compone dei contenuti previsti dal decreto N. 160/2013 del
19/07/2013 del Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale: “Linee guida per
la formazione generale dei giovani in servizio civile nazionale” e quindi al sistema di
formazione accreditato da questo ente. Con il percorso formativo proposto l’ente vuole
permettere ai volontari di acquisire competenze utili allo svolgimento delle attività previste
dal progetto, ma soprattutto una maggiore consapevolezza del proprio ruolo di cittadini
attivi, attuatori del sacro dovere di difesa della patria sancito dall’art.52 della Costituzione
italiana, con mezzi ed attività non militari e nonviolenti. Durante il percorso formativo
verranno trattati il tema della Difesa della Patria, della cittadinanza attiva e della
nonviolenza, in quanto il servizio civile, oltre ad essere difesa della Patria con modalità
nonviolenta, è anche un percorso di formazione civica. Per questo ai volontari verranno
offerti gli strumenti per potenziare la consapevolezza del proprio ruolo all’interno della
società. Questi temi hanno particolare risalto nella formazione, in quanto presentati sia nei
primi mesi, sia tra 7° e 9° mese, proprio perché ai volontari sia chiara la cornice entro la
quale si colloca la loro esperienza.
La formazione risulta così utile a collocare l’esperienza dei volontari nei contesti, via via più
ampi, che li coinvolgono: il gruppo formativo, la sede di attuazione di progetto, l’ente ove si
presta servizio, la realtà locale, la società italiana, europea e mondiale.
Come previsto dal Sistema di formazione accreditato dall’ente, si prevede la realizzazione
di una giornata formativa all’avvio del servizio, seguita da un corso di formazione generale
tra i 3° e 4° mese di servizio, pari all’80% delle ore. Il restante 20% verrà erogato tra il 7° e il
9° mese di servizio .
1. “Valori e identità del servizio civile”
I moduli appartenenti a quest’area vengono realizzati all’inizio dell’esperienza di servizio
civile, in quanto approfondiscono gli aspetti valoriali su cui si basa il SCN. Forniscono quindi
fin da subito ai volontari una chiave di lettura con cui leggere la propria esperienza.
L’identità del gruppo in formazione e patto formativo
1.1




Conoscenza fra i volontari
Costruire un’identità di gruppo
Condivisione di motivazioni e aspettative
Contestualizzazione dell’esperienza di Servizio Civile
Il formatore lavorerà con i volontari alla definizione di un’identità di gruppo dei volontari,
che esprimeranno le proprie idee sul servizio civile, le proprie aspettative, le motivazioni
e gli obiettivi. Partendo dal concetto di patria, di difesa senza armi e di difesa nonviolenta,
il formatore cercherà di accompagnare i volontari nell’acquisizione della consapevolezza
che questo è il contesto che legittima lo Stato a sviluppare l’esperienza di Servizio Civile.
Dall’Obiezione di Coscienza al Servizio Civile Nazionale: evoluzione storica,
affinità e differenze tra le due realtà
1.2
La storia del servizio civile e la sua evoluzione:
o
La storia dell’Obiezione di Coscienza
o
Dalla legge 772/72 alla legge 230/98
o
I valori e le finalità della legge 64/2001
o
Obiezione di Coscienza e Servizio Civile Volontario: affinità e
differenze
 Gli attori del servizio civile: UNSC, Enti, Volontari
Il formatore metterà in evidenza il legame storico e culturale del servizio civile nazionale
con l’obiezione di coscienza, ripercorrendo la storia del fenomeno in Italia a partire dalla
legge n. 772/72, passando per la legge di riforma n. 230/98, fino ad arrivare alla sua
attuale configurazione così come delineata dal legislatore del 2001, ovvero di difesa civile
della Patria con mezzi ed attività non militari, dimensione che lo caratterizza e differenzia
da altre forme di intervento ed impegno sociale.
Il dovere di difesa della patria – difesa civile non armata e nonviolenta
-
1.3
-
La Costituzione italiana:
o
Art. 52 della costituzione
o
Sentenze nn. 164/85, 228/04, 229/04, 431/05
o
I diversi concetti di patria: patria nella società post-moderna;
Concetto di difesa della Patria:
o Excursus storico sul concetto di patria, fino ad approfondire l’idea di patria
nella società post-moderna;
o Significato attuale di difesa della patria a partire dalla Costituzione e dalla
Dichiarazione dei diritti umani
Excursus storico sulle esperienze di difesa nonviolenta e forme attuali di difesa
civile non armata e nonviolenta
Nuovo Modello di Difesa e possibile ruolo dei civili
Difesa civile non armata e nonviolenta e SCN
Si approfondirà il concetto di Patria e di difesa civile della Patria attraverso mezzi ed
attività alternativi a quelli militari a partire dai principi costituzionali della solidarietà (art. 2
Cost.), dell’uguaglianza sostanziale (art. 3 Cost.), del progresso materiale o spirituale
della società (art. 4 Cost.), della promozione dellos viluppo della cultura, della tutela del
paesaggio e del patrimonio storico ed artistico della nazione (art. 9 Cost.) e della pace tra
i popoli (art. 11 Cost.).
Si presenteranno inoltre le attuali forme di realizzazione della difesa alternativa sul piano
istituzionale, di movimento e della società civile. Si potranno approfondire le tematiche
relative alla “gestione e trasformazione nonviolenta dei conflitti”, alla prevenzione della
guerra e ai concetti di “peacekeeping” e “peacebuilding”.
Nell'affrontare i temi suddetti, l'utilizzo di una modalità frontale è finalizzato a trasmettere i
fondamenti dei temi in oggetto e sarà accompagnata da inserti multimediali quali video,
letture, canzoni. Alla modalità frontale sarà affiancata una metodologia euristica- tramite
brainstorming, lavori di gruppo, discussione in plenaria- in modo da approfondire le
conoscenze pregresse dei volontari rispetto a temi trattati, soprattutto i concetti di patria e
difesa che rischiano oggi di essere svuotati di significato e il cui campo semantico è
influenzato dai recenti mutamenti socio-culturali. Questa modalità permette di condividere
saperi, ma anche di decostruire stereotipi e pre-concetti, riattribuendo valore e significato
a questi temi alla luce dell’esperienza di servizio civile.
Questo modulo verrà ripreso nella formazione che si terrà tra i 7° e il 9° mese di servizio.
La normativa vigente e la carta di impegno etico
1.4


La carta di impegno etico
Le norme attuali
Il formatore illustrerà gli obiettivi e i valori dell’esperienza di servizio civile espressi nella
“Carta di impegno etico”. Verranno illustrate le norme legislative che regolano il
sistema del servizio civile, nonché quelle di applicazione riguardanti l’ordinamento e le
attività del servizio civile nazionale. In particolare si evidenzierà l’importanza della
sottoscrizione della Carta di Impegno Etico da parte del legale rappresentante
dell’Ente, che rappresenta l’impegno a rispettare i valori fondanti del scn.
2. “La cittadinanza attiva”.
L’esperienza di SCN è esperienza civica, finalizzata alla tutela del bene comune, alla
riscoperta della dimensione comunitaria, nonché delle responsabilità civiche di ciascuno.
Tali moduli saranno ripresi tra il 7° e 9° mese per essere riletti alla luce dei mesi di servizio
precedenti attraverso un approccio riflessivo.
La formazione civica



2.1
Dichiarazione Universale dei Diritti Umani
Carta costituzionale
Gli organi costituzionali italiani (funzione, ruolo, rapporti)
La formazione civica consiste nell’approfondimento della conoscenza della Dichiarazione
Universale dei Diritti Umani e della Carta costituzionale, che contengono i principi e le
norme che sono alla base della civile convivenza e quadro di riferimento per i volontari
quali cittadini attivi. Saranno analizzati funzione e ruolo degli organi costituzionali, in
particolare l’iter legislativo.
Questo modulo formativo aiuterà i volontari ad accrescere le competenze civiche e
sociali indispensabili per vivere come cittadini attivi, parte integrante di un corpo sociale e
istituzionale in continua crescita e trasformazione.
Le forme di cittadinanza

2.2



Concetto di cittadinanza attiva
o
condivisione di conoscenze ed esperienze;
o
Concetto di cittadinanza planetaria
Dinamiche internazionali legate alla globalizzazione e al sottosviluppo
Ruolo del volontario in servizio civile nella società
Il ruolo di ANTENNA: l’informazione critica e dal basso come forma di
cittadinanza attiva
Il formatore illustrerà ai volontari le forme di partecipazione, individuali e collettive, che
ogni cittadino può attuare in un’ottica di cittadinanza attiva.
Saranno proposte ai volontari esperienze pregresse di cittadinanza attiva e saranno
forniti gli strumenti utili alla loro stessa attivazione: uno di questi è l’uso dell’informazione
alternativa, dal basso, con cui potranno condividere la propria esperienza di servizi civile,
portando alla luce criticità del territorio di servizio e le possibili soluzioni. Si allargherà
inoltre la riflessione al più ampio concetto di cittadinanza planetaria, cercando di
sviluppare nei volontari un approccio “glocale” alle problematiche sociali: è necessario
agire a livello locale in modo adeguato per rispondere ai bisogni della comunità, ma con
uno sguardo che si allarga a livello mondiale, consapevoli della complessità che
caratterizza la società globalizzata.
Questo modulo verrà ripreso nella formazione che si terrà tra i 7° e il 9° mese di servizio.
La protezione civile
2.3



Difesa della patria e difesa dell’ambiente: la Protezione Civile
Concetto di rischio: P x V x E
Il metodo Augustus

Protezione civile e Servizio civile volontario: finalità comuni
Collegato al tema della difesa della Patria, in quanto risponde all’articolo 52 della
Costituzione (tutela dell'integrità della vita, dei beni, degli insediamenti e dell'ambiente dai
danni o pericoli legati a calamità naturali), il modulo sulla protezione civile partirà
dall’importanza della tutela e della valorizzazione dell’ambiente e del territorio,
considerati come il substrato necessario delle attività umane. Si mostrerà l’azione della
protezione civile attraverso la previsione e prevenzione dei rischi, l’intervento in
emergenza e la ricostruzione post emergenza. Si sottolineerà il rapporto tra prevenzione
e tutela, ambiente e legalità, ricostruzione e legalità. Infine, si illustreranno le norme di
comportamento da seguire nella gestione delle emergenze.
La rappresentanza dei volontari nel servizio civile

2.4

Elezioni per i rappresentanti regionali e nazionali dei volontari in servizio
civile
Consulta Nazionale per il Servizio civile
Ai volontari in servizio civile verrà presentata la possibilità di partecipare e di candidarsi
alle elezioni per i rappresentanti regionali e nazionali dei volontari in servizio civile come
una delle forme di partecipazione e cittadinanza attiva presentate nei moduli precedenti.
Verranno illustrati funzionamento ed importanza della rappresentanza dei volontari
attraverso l’intervento di ex volontari, rappresentanti in carica o di delegati regionali.
3 “Il giovane volontario nel sistema del servizio civile”
I seguenti moduli saranno affrontati nei primi mesi del servizio civile. Essi infatti presentano
i vari soggetti – enti, UNSC, OLP, RLEA - che compongono il sistema del servizio civile, le
relazioni stesse tra questi soggetti e la disciplina che regola queste relazioni. IL progetto
rappresenta uno “spazio” condiviso.
Presentazione dell’Ente



3.1
-
Approfondimenti rispetto alla storia, i valori, la mission dell’Ente;
Struttura organizzativa e gestionale dell’ente: zone e servizi;
L’intervento sociale dell’ente
o
Modus operandi
o
Ambiti e tipologie d’intervento
o
Beneficiari
o
Il progetto di servizio civile
I fondamenti: dalla condivisione diretta alla rimozione delle cause:
o
La differenza tra condividere e prestare un servizio
o
Il ruolo degli “ultimi“ nella costruzione di una società nuova
o
La società del gratuito
La presentazione dell’ente avviene attraverso la visita di una realtà di accoglienza
dell’associazione o attraverso la testimonianza di uno dei suoi rappresentanti. Un
membro dell’ente presenta l’associazione, soffermandosi sulla storia, sulla mission e i
valori, sulle modalità organizzative, affinché i volontari siano in grado di comprenderne le
modalità di intervento. Si cercheranno di toccare i diversi ambiti di intervento, con
particolare attenzione per quelli che coinvolgono i progetti in servizio civile.
Infine, si approfondiranno i fondamenti alla base dell’ attività dell’Associazione, ovvero la
condivisione diretta con gli “ultimi”- con chi è emarginato e versa in situazioni di grave
disagio- e la rimozione delle cause che generano l’ingiustizia e i conflitti sociali.
Il lavoro per progetti
3.2

Metodologia della progettazione:
o
dal rilevamento del bisogno e della domanda, alla
valutazione dei
-
risultati attesi;
o
Monitoraggio e valutazione di esito, efficacia ed efficienza del progetto;
Valutazione della formazione;
L’obiettivo del modulo è di rendere partecipi i volontari del processo di progettazione,
presentandone le varie fasi dall’ideazione, al rilevamento del bisogno presente nel
territorio, alla formulazione di obiettivi e attività che rispondano a tale bisogno. Si
presenterà quindi ai volontari il progetto di servizio civile nel quale sono inseriti
illustrandone la struttura generale con particolare attenzione agli obiettivi, sia generali
che specifici. I volontari in servizio civile sono parte integrante del progetto e il loro buon
coinvolgimento è un elemento essenziale per la buona riuscita dello stesso e per la loro
crescita personale.
Per la buona gestione del progetto è importante anche che i volontari conoscano le figure
professionali coinvolte e i loro ruoli affinchè si possano raggiungere gli obiettivi previsti.
Verranno introdotti i concetti di monitoraggio e valutazione e si presenteranno gli
strumenti del sistema di monitoraggio che l’ente utilizza per seguire l’andamento dei
progetti e per apportare eventuali migliorie in itinere.
Alla fine del corso formativo si effettua il monitoraggio della formazione attraverso i
moduli previsti dal Sistema di monitoraggio accreditato dall’Ente e una verifica più
approfondita in plenaria, al fine di fare emergere criticità e punti di forza, e dove se ne
verificasse la necessità apportare i cambiamenti necessari ad un maggiore efficacia della
proposta formativa.
L’organizzazione del servizio civile e delle sue figure
3.3
-
Il Sistema di servizio civile: UNSC, Enti di scn, Regioni e province autonome;
Figure che operano nel progetto: OLP, RLEA, altre figure professionali
coinvolte nei progetti;
Il modulo approfondisce “il sistema del servizio civile” in tutte le sue parti- gli enti di
SCN, l’UNSC, le Regioni e le Province autonome- e le relazioni tra le stesse: è
fondamentale infatti cogliere il contesto relazionale in cui si inserisce il servizio civile, che
coinvolge appunto soggetti diversi.
Il raggiungimento degli obiettivi del progetto inoltre è riconducibile anche alle figure che
operano al suo interno, pertanto la conoscenze di queste figure, del loro ruolo e della loro
interazione è fondamentale.
Disciplina dei rapporti tra enti e volontari del servizio civile nazionale
3.4


Ruolo del volontario
Diritti e doveri del volontario in servizio civile
In tale modulo verrà presentato e illustrato ai volontari il “Prontuario concernente la
disciplina dei rapporti tra enti e volontari del servizi civile nazionale” (DPCM 4 febbraio
2009 e successive modifiche) in tutti i suoi punti.
Nel corso del modulo il volontario acquisisce consapevolezza sulle proprie responsabilità,
in quanto la sua esperienza non è solo individuale, ma pubblica.
3.5 Comunicazione interpersonale e gestione dei conflitti





La comunicazione e i suoi elementi costitutivi (contesto, emittente,
messaggio, canale, destinatario)
Elementi di comunicazione nonviolenta
La comunicazione nel gruppo
Il conflitto come strumento di autoregolazione dei gruppi
Gestione nonviolenta dei conflitti
In questo modulo formativo verrà affrontata una parte teorica rispetto alla formazione del
processo di comunicazione e verranno quindi illustrati i concetti basilari (contesto,
emittente, messaggio, canale, destinatario) per permettere ai volontari di comprendere al
meglio l’argomento trattato. Poiché il servizio si svolge in un contesto di gruppo, in
cooperazione con operatori ed altri volontari, i volontari verranno guidati nella
comprensione dell’importanza della comunicazione all’interno di un gruppo e di come si
possa lavorare in gruppo comunicando in maniera positiva ed efficace ai fini degli
obiettivi preposti. Spesso, infatti, il gruppo può diventare il luogo in cui si verificano i
conflitti e le incomprensioni proprio per un difetto di comunicazione tra i membri. Il
formatore accompagnerà i volontari nella comprensione delle dinamiche legate
all’insorgere dei conflitti, dell’interazione con altri soggetti e della loro risoluzione in modo
costruttivo. Aiuterà a considerare il conflitto come opportunità e risorsa, come strumento
per l’apprendimento e l’autoregolazione dei gruppi.
34) Durata:
Moduli formativi
Quando
Ore
lezioni
frontali
40%
L’identità
del
gruppo
formazione e patto formativo
Presentazione dell’Ente
in
Ore dinamiche
Totale
non form.
ore
60%
All’avvio del servizio
0
4
4
All’avvio del servizio
2
0
2
2
0
2
1
2
3
2
5
7
Tra 3° e 4° mese
1
2
3
Tra 3° e 4°
2
0
2
La normativa vigente e la carta
di impegno etico
La formazione civica
Tra 3° e 4° mese
1
1
2
Tra 3° e 4° mese
2
1
3
Le forme di cittadinanza
Tra 3° e 4° mese
2
6
8
Disciplina dei rapporti tra enti e
All’avvio del servizio
volontari del servizio civile
nazionale (diritti e doveri)
Dall’Obiezione di Coscienza al
Servizio
Civile
Nazionale:
Tra 3° e 4° mese
evoluzione storica, affinità e
differenze tra le due realtà
Il dovere di difesa della patria –
Tra 3° e 4° mese
difesa civile non armata e
nonviolenta
Ripreso Tra 7° e 9°
Il lavoro per progetti
L’organizzazione del servizio
civile e le sue figure
Ripreso tra 7° e 9°
La protezione civile
La rappresentanza dei volontari
nel servizio civile
Comunicazione interpersonale e
gestione dei conflitti
Tra 3° e 4° mese
1
1
2
Tra 3° e 4° mese
2
0
2
Tra 3° e 4° mese
0
4
4
18
26
44
TOTALE ORE FORMAZIONE
GENERALE
Formazione specifica (relativa al singolo progetto) dei volontari
35) Sede di realizzazione:
La sede è scelta sulla base del posizionamento geografico delle sedi di attuazione dei
progetti e dalla disponibilità di fruizione della struttura stessa, essendo la formazione di tipo
residenziale.
Pertanto è previsto che i corsi di formazione specifica siano tenuti nelle seguenti sedi:
a) Sede di Gestione del Servizio Civile, Via Dante Alighieri, snc – 61013 Mercatino Conca
PU
b) Centro Fiori nel deserto, Via Idice 202 - 40064 Ozzano dell’Emilia (BO)
c) Casa accoglienza adulti S. Giovanni Battista, Via Sammarina 50 - 40013 Castel
Maggiore (BO)
d) Nucleo familiare Giardini-Righini, Via Pirandello 7 - 40127 Bologna (BO)
e) Casa-famiglia Marta, Via Longarola 2 loc. Padulle, 40010 Sala Bolognese (BO)
36) Modalità di attuazione:
In proprio presso l’ente, con formatori dell’ente
37) Nominativo/i e dati anagrafici del/i formatore/i:
NOME E COGNOME
LUOGO DI NASCITA
DATA DI
NASCITA
SOLDATI ROBERTO
RIMINI (RN)
MONTUSCHI ANDREA
CASALFIUMANESE
(BO)
29/05/1955
RAMBALDI DAVIDE
BOLOGNA (BO)
04/05/1959
RMBDVD59E04A944G
LUCAJ TRAJANA
ELBASAN (ALBANIA)
01/11/1983
LKJ TJN 83S41 Z100 W
ZUCCHERO ALBERTO
BOLOGNA
29/09/1964
ZCCLRT64P29A944R
LUCA PIERI
BOLOGNA (BO)
DANIELE ROMITI
PONTREMOLI (MS)
09-01-1975
RMTDNL75A09G870P
MILANI LAURA
THIENE (VI)
16/05/1982
MLNLRA82E56L157V
MONTANARI GIULIA
BOLOGNA
08/11/1984
MNTGLI84S48A944Z
TASSI LUISA
BOLOGNA
03/11/1953
TSSLSU53S43A944E
ANTONIO BEVILACQUA
ANDRIA (BA)
22/07/1975
BVLNTN75L22A285U
SIMONA PUNGINELLI
Codigoro(FE)
18/04/1968
PNGSMN68D58C814J
26/04/1948
07/04/1954
CODICE FISCALE
SLDRRT48D26H294P
MNTNDR55E29B892K
PRILCU54D07A944U
38) Competenze specifiche del/i formatore/i:
COGNOME E
NOME
MONTUSCHI
ANDREA
SOLDATI
ROBERTO
RAMBALDI
DAVIDE
LUCAJ
TRAJANA
LUCA PIERI
COMPETENZE SPECIFCIHE
Volontario internazionale nel programma di sviluppo del Ministero
Affari Esteri in Perù e responsabile dei programmi di sviluppo in
America Latina presso l'Ufficio Programmi del M.L.A.L. Movimento
Laici America Latina. Responsabile per 12 anni per le strutture
dell’ente della provincia di Ravenna. Da maggio 2014 responsabile
per l’associazione di tutte le strutture dell’ente nelle province di
Bologna, Ferrara e Modena.
Laureato in ingegneria elettronica, ha frequentato il corso per
Responsabile della Prevenzione e Protezione. Dal 2009 è il
Responsabile per la sicurezza per l’ente Comunità Papa Giovanni
XXIII, con il compito di organizzare la formazione dei dipendenti e
dei volontari, e sovrintendere all’organizzazione delle squadre di
primo soccorso e antincendio.
Educatore professionale dapprima nell’ambito della disabilità
mentale adulta, in seguito nelle tossicodipendenze, attualmente
responsabile degli interventi di prevenzione all’uso di sostanze per
il Sert dell’ USL di Bologna. Pedagogista, formatore, conduttore di
gruppi dal 1996. Da 4 anni circa collabora con l’Associazione Papa
Giovanni XXIII nelle formazioni dei caschi bianchi, in qualità di
esperto di relazione d’aiuto e di affettività.
Educatrice sociale, con laurea in Scienze della formazione.
Educatrice dal 2009 all’interno della Cooperativa Sociale “La
Fraternità”, in un centro socio riabilitativo. Ha frequentato diversi
corsi di approfondimento sui centri diurni e cooperative
Laureato in Scienze Politiche con indirizzo politico sociale,
collabora con l'Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII
MODULO SVOLTO
Modulo 1:
Presentazione delle
progettualità dell’ente
Modulo 2:
Formazione e
informazione sui
rischi connessi
all’impiego dei
volontari nei
progetti di servizio
civile
Modulo 3: La
relazione d’aiuto
Modulo 4: Il centro
diurno
Modulo 5:
Approfondimento delle
ZUCCHERO
ALBERTO
ANTONIO
BEVILACQUA
DANIELE
ROMITI
MILANI LAURA
MONTANARI
GIULIA
TASSI LUISA
SIMONA
PUNGINELLI
nell'ambito delle attività formative per i giovani in servizio civile
volontario affrontando le tematiche relative alla relazione d'aiuto, a
partire dall’esperienza personale, in quanto spastico dalla nascita.
Da 35 anni membro dell'Associazione italiana assistenza Spastici
(AIAS) Bologna ONLUS.
Laureato in Lettere classiche con diploma di specializzazione per
docenti di sostegno, docente. Esperto sulle tematiche del Servizio
civile nazionale e del volontariato. Esperienza di 5 anni come tutor
in progetti di Servizio civile, e di 2 anni come Responsabile locale
di ente accreditato.
Laureato in Servizio Sociale presso la Facoltà di Scienze Politiche
dell’Università di Bologna, è attualmente assistente sociale presso
il comune di Budrio (Settore Servizi alla Persona). Esperienze
come educatore in un Centro di Riabilitazione e come addetto
all’assistenza di base in un centro di accoglienza.
Laurea in Giurisprudenza, iscritto all’Albo degli Avvocati di Rimini,
esercizio della professione forense in studio privato
Laureata in Lettere antiche, laurenda in pedagogia. Esperienza
pluriennale nella formazione di volontari in servizio civile in qualità
di formatrice accreditata e nella progettazione e realizzazione di
percorsi educativi sulla “Gestione nonviolenta del conflitto” presso
le scuole medie ed elementari. Esperta di Teatro dell’oppresso.
Esperienza all’estero come volontaria in servizio civile(Brasile)
Laureata a marzo 2012 in “Progettazione e gestione dell’intervento
educativo nel disagio sociale e nei contesti multiculturali” presso la
Facoltà di Scienze della Formazione, Università degli studi di
Bologna, Da novembre 2013 affianca lo RLEA dei progetti di SCN
dell’ente “Comunità Papa Giovanni XXIII” per i seguenti progetti in
corso: “Antitratta: da vittime a cittadine”, “Lasciatemi sognare”,
“Casa famiglia: insieme nella vita, centro diurno: insieme nel
mondo.” Affianca in particolare nella formazione specifica e nelle
attività di tutoraggio. Esperienza nella progettazione, monitoraggio
e valutazione degli interventi educativi.
Diplomata con diploma universitario di Assistente sociale. Esperta
sulle tematiche della disabilità e della devianza giovanile. Da 21 anni
responsabile di casa-famiglia per minori e disabili, da 8 anni
responsabile di associazione socio-assistenziale onlus.
Presidente dell’ Associazione Territoriale per l’Integrazione “IL
VOLO” ONLUS;
Esperta di Comunicazione Aumentiva e Alternativa (C.A.A.) come
strumento riabilitativo ed educativo. Conduttrice di laboratori per la
realizzazione di ausili creativi per la comunicazione e libri
modificati
Esperta di Comunicazione Aumentativa attraverso gli In-Book.
tematiche educative
legate ai minori
Modulo 15: La
relazione d’aiuto
Modulo 6 e 13: Ruolo
del volontario in
servizio civile nel
progetto “Centro
disabili? Abili al
lavoro!”
Modulo 7: Contesto
territoriale di
riferimento e
descrizione dei servizi
del territorio che
intervengono
nell’ambito dei minori
Modulo 8 : La
normativa
Modulo 9: Il lavoro
d’equipe nel progetto:
“Centro disabili? Abili
al lavoro!”
Modulo 11: Strumenti
per la
programmazione e
gestione di attività di
sensibilizzazione
Modulo 10 e 16: Il
progetto “Centro
disabili? Abili al
lavoro!”
Modulo 12: La
relazione d’aiuto a
partire dalla
testimonianza di
esperti
Modulo 14:
Strumenti della
comunicazione
aumentativa ed
alternativa
39) Tecniche e metodologie di realizzazione previste:
La formazione specifica dei progetti presentati dall'Associazione Comunità Papa Giovanni
XXIII, prevede una serie di incontri periodici fra i volontari che prestano servizio sul
medesimo territorio, al fine di fornire ai volontari le competenze utili per concorrere alla
realizzazione degli obiettivi generali e specifici, attraverso le azioni previste dal progetto.
Come previsto dal sistema di formazione accreditato dall’ente, 52 ore di formazione
specifica saranno realizzate entro il 3° mese di servizio, le restanti 22 ore tra il 4° e il 9°
mese. E’ vero infatti che la formazione specifica fornisce gli strumenti e le competenze
necessarie per affrontare al meglio le attività e pertanto è importante che venga realizzata
all’inizio del servizio. Si ritiene, tuttavia, qualificante riprendere alcune tematiche già trattate
nei primi tre mesi di servizio anche successivamente, proprio perché l’esperienza di
servizio civile è un imparare facendo, e pertanto richiede una costante riflessione
sull’azione. Riflessione che dovrebbe essere garantita dall’OLP, in quanto “maestro”, ma
che è opportuno sia sviluppata in contesti formativi ad hoc, anche oltre il 3° mese, che
vanno ad integrare e rinforzare il bagaglio di competenze acquisito all’inizio. Questo
permetterebbe di approfondire alcune tematica alla luce dell’esperienza maturata dai
volontari, con una maggiore consapevolezza da parte di quest’ultimi.
La metodologia adottata è quella partecipativa in quanto favorisce il coinvolgimento diretto
dei volontari, rendendoli protagonisti e co- costruttori del percorso formativo: la formazione
infatti favorisce la condivisione all’interno del gruppo formativo di conoscenze pregresse,
esperienze e riflessioni personali nonché la decostruzione di stereotipi e pregiudizi, al fine di
sviluppare
nei
volontari
un
certo
approccio
critico.
Si tratta di una metodologia che alterna momenti di lezione frontale a dinamiche non
formali, quali:






Discussione in piccoli gruppi, guidata da un facilitatore;
Training nonviolenti, simulazioni, giochi di ruolo, attribuzione di responsabilità nel
processo formativo;
Dibattiti, brainstorming, lavoro di gruppo, elaborazione di report ed articoli;
Cineforum;
Teatro dell’oppresso (TDO);
Incontri con realtà formative outdoor, utilizzo di risorse formative ed occasioni
formative esterne agli enti ed offerte dal territorio;
Verifiche periodiche.
Infine la formazione specifica rappresenta per i volontari uno spazio privilegiato in cui
acquisire strumenti per rileggere, analizzare, rielaborare l’esperienza di servizio civile,
operando costantemente- con il supporto di formatori e degli OLP- un’ autoriflessione
costante sul proprio servizio.
40) Contenuti della formazione:
I contenuti della formazione specifica riguardano, l’apprendimento di nozioni e
competenze necessarie allo svolgimento del servizio nell’ambito specifico previsto
dal progetto, ovvero la disabilità.
Modulo 1: Presentazione delle progettualità dell’ente



presentazione delle realtà dell’ente presenti sul territorio, con
particolare attenzione alle strutture a progetto;
approfondimento dell’ambito di intervento e delle modalità di
intervento dell’ente sul territorio
visita ad alcune realtà dell’ente
Modulo 2: Formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego dei
volontari
nei
progetti
di
servizio
civile
-
Presentazione della legge quadro 81/08 relativa alla sicurezza sui luoghi di
lavoro;
informativa dei rischi connessi allo svolgimento alle attività pratiche in c ui
sono impegnati i volontari, e alle possibili interferenze con altre attività che
si svolgono in contemporanea nello stesso luogo;
-
Misure di prevenzione e di emergenza previste, in relazione alle attività del
volontario e alle possibili interferenze tra queste e le altre attività che si
svolgono in contemporanea.
Modulo 3: La relazione d’aiuto









Elementi generali ed introduttivi;
Il rapporto “aiutante-aiutato”;
Le principali fasi della relazione di aiuto;
La fiducia;
Le difese all’interno della relazione di aiuto;
Presa in carico della persona aiutata;
Comunicazione, ascolto ed empatia;
Le dinamiche emotivo-affettive nella relazione d’aiuto;
Gestione della rabbia e dell’aggressività;
Modulo 4: Il centro diurno
-
Storia delle case famiglia/centri diurni ecc. dell’ente;
 normativa e gestione della struttura;
 il contributo della casa famiglia/centro diurno..ecc. nell’ambito specifico
del progetto.
Modulo 5: Approfondimento sulla disabilità fisica e psichica








Disabilità fisica e/o Psichico
Il vissuto psicologico della persona con handicap
Le principali forme di handicap psichico
Aspetti generali dei disturbi mentali:
Le psicopatologie secondo il DSM IV (Manuale Diagnostico e
Statistico dei Disturbi Menali);
I sistemi diagnostici;
I metodi di accertamento: la valutazione psicodinamica, il colloquio
clinico, esami medici e psichiatrici, i test mentali;
Il Burn Out come rischio nelle relazioni educative
Modulo 6: Ruolo del volontario in servizio civile nel progetto “Centro disabili ?
Abili al lavoro!”




Il ruolo del volontario nel progetto;
La relazione con i destinatari del progetto;
L’inserimento del volontario nel lavoro d’equipe;
L’attività del volontario ricondotta agli obiettivi del progetto, con
attenzione sul COME si fanno le cose.
Modulo 7: Contesto territoriale di riferimento e descrizione dei servizi del
territorio che intervengono nell’ambito dei disabili


descrizione del contesto economico, sociale in cui si attua il
progetto e lettura dei bisogni del territorio;
conflittualità sociali presenti nel contesto territoriale;



strumenti per leggere il contesto territoriale di riferimento a partire
dalle attività realizzate dal progetto;
descrizione dei servizi o associazioni che intervengono nell’ambito
della disabilità con particolare attenzione ai bisogni specifici a cui
risponde il progetto;
il lavoro di rete con i servizi e altre associazioni che intervengono
nell’ambito della disabilità
Modulo 8: La normativa



Analisi della normativa del territorio sul tema dei disa bili
Analisi dei bisogni del territorio e delle risposte normative
Applicazione delle normative e criticità
Modulo 9: Il lavoro d’equipe nel progetto “Centro disabili? Abili al lavoro!”


Dinamiche del lavoro di gruppo
Strategie di comunicazione nel gruppo
Attuazione delle nozioni teoriche nel contesto del progetto “……..”
Modulo 10: Il progetto “Centro disabili? Abili al lavoro!”




Verifica, valutazione ed analisi di:
Obiettivi e attività del progetto;
Risposta del progetto alle necessità del territorio
Inserimento del volontario nel progetto
Necessità formativa del volontario
Modulo 11: Strumenti per la programmazione e gestione di attività di
sensibilizzazione:
-
Finalità e senso delle attività di sensibilizzazione del progetto “Centro
disabili? Abili al lavoro!”;
Strumenti operativi per progettare, programmare e realizzare le attività di
sensibilizzazione;
Momento laboratoriale in cui progettare un’attività di sensibilizzazione
(legata all’ambito del progetto)
Modulo 12: La relazione d’aiuto a partire dalla testimonianza di esperti



ripresa di alcuni concetti fondamentali della relazione d’aiuto
analisi delle particolari situazioni legate al progetto ““Centro
disabili? Abili al lavoro!””
racconto di esperienze concrete legate alla relazione con d isabili
Modulo 13: Ruolo del volontario in servizio civile nel progetto “Centro
disabili? Abili al lavoro!”




Il ruolo del volontario nel progetto e grado di inserimento
La relazione con i destinatari del progetto;
Il ruolo del volontario nel lavoro d’equipe;
L’attività di competenza del volontario ricondotta agli obiettivi del
progetto, con attenzione sul COME si fanno le cose.
Modulo 14: Modulo di approfondimento sugli strumenti della Comunicazione
alternativa/aumentativa (C.A.A.):



La Comunicazione Aumentativa Alternativa (C.A.A.): strumento riabilitativo ed
educativo
Utilizzo di strumenti di C.A.A. nei diversi contesti di vita
La Comunicazione Aumentativa e gli In-Book
Modulo 15: La relazione d’aiuto




L’attuazione pratica delle nozioni teoriche sull a relazione d’aiuto;
Analisi delle relazioni d’aiuto vissute dal volontario all’interno del
progetto “Centro disabili? Abili al lavoro!”
: riflessione e confronto su situazioni concrete;
Analisi del vissuto del volontario circa la relazione aiutante/aiutat o
attraverso la mediazione di OLP e operatori
Modulo 16: Il progetto “Centro disabili? Abili al lavoro!”



Competenze intermedie del volontario
Andamento del progetto
Grado di soddisfacimento delle necessità formative del volontario e
valutazione della formazione specifica
41) Durata:
Modulo formativo
Modulo 1: Presentazione delle progettualità dell’ente
Modulo 2: Formazione e informazione sui rischi
connessi all’impiego dei volontari nei progetti di
servizio civile
Modulo 3: La relazione d’aiuto
Modulo 4: Il centro diurno
Modulo 5:Approfondimento di aree specifiche a
seconda dell’ambito del progetto
Modulo 6: Ruolo del volontario in servizio civile nel
progetto “Centro disabili? Abili al lavoro!”
Modulo 7: Contesto territoriale di riferimento e
descrizione
dei
servizi
del
territorio
che
intervengono nell’ambito dei disabili
Modulo 8 : La normativa
Modulo 9: Il lavoro d’equipe nel progetto “Centro
disabili? Abili al lavoro!”
Modulo 10: Il progetto “Centro disabili? Abili al
lavoro!”
Modulo 11: Strumenti per la programmazione e
gestione di attività di sensibilizzazione
Quando
Primo mese
Durata
4h
Primo mese
8H
Primo mese
Secondo mese
8h
4h
Secondo mese
8h
Secondo mese
3h
Secondo mese
6h
Terzo mese
4h
Terzo mese
4h
Terzo mese
4h
Terzo mese
3h
Modulo 12: La relazione d’aiuto a partire dalla
testimonianza di esperti
Modulo 13: Ruolo del volontario in servizio civile nel
progetto “Centro disabili? Abili al lavoro!”
Modulo
14:
Strumenti
della
comunicazione
aumentativa ed alternativa
Modulo 15: La relazione d’aiuto
Modulo 16: Il progetto “Centro disabili? Abili al
lavoro!”
Quinto mese
4h
Sesto mese
3h
Settimo mese
3h
Ottavo mese
8h
Nono mese
4h
DURATA TOTALE FORMAZIONE: 74 ORE
Altri elementi della formazione
42) Modalità di monitoraggio del piano di formazione (generale e specifica) predisposto:
Si rimanda al sistema di monitoraggio verificato in sede di accreditamento
Data
29 LUGLIO 2014
Il Responsabile del Servizio civile nazionale dell’ente
NICOLA LAPENTA
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1 NZ00394 ALBO NAZIONALE - Associazione Comunità Papa