SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA ENTE 1) Ente proponente il progetto: ASSOCIAZIONE COMUNITÀ PAPA GIOVANNI XXIII 2) Codice di accreditamento: 3) Albo e classe di iscrizione: NZ00394 ALBO NAZIONALE 1 CARATTERISTICHE PROGETTO 4) Titolo del progetto: CENTRO DISABILI? ABILI AL LAVORO! 5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3): Settore: ASSISTENZA - Area: DISABILI - Cod. A06 6) Descrizione dell’area di intervento e del contesto territoriale entro il quale si realizza il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili; identificazione dei destinatari e dei beneficiari del progetto: BREVE DESCRIZIONE DEL PROGETTO Il progetto “CENTRO DISABILI? ABILI AL LAVORO!” si realizzerà nel comune di Ozzano Emilia dove sono presenti due centri diurni dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII: “Fiori nel deserto” e “Fiori nel deserto-secondo reparto”. I Centri ospitano soggetti adulti, dopo il compimento del 18° anno di età, portatori di handicap, non autosufficienti e/o autonomi, per minorazioni fisiche, psichiche o sensoriali, o con manifestazioni di sindromi psichiatriche e/o comportamentali. I bisogni di relazione empatica e socializzazione, la ricerca dell’autonomia, oltre all’abbattimento di pregiudizi e stereotipi, sono le aspettative a cui il progetto intende rispondere, al fine di promuovere un percorso verso l’integrazione solidale in contesti aperti, differenti rispetto agli abituali luoghi di frequentazione in cui viene inserito di solito il disabile. CONTESTO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO Caratteristiche demografiche del territorio (Provincia di Bologna) Numero Comuni Popolazione residente totale - Variazione 2012-2013 Popolazione residente straniera - Variazione 2012-2013 Residenti nei territori delle sedi del progetto: Bologna Dati al 31/12/2013 60 1.001.574 +1.1.% 113.511 +8% 384.202 Residenti nei territori delle sedi del progetto: Ozzano dell’Emilia Tabella 1 comunali) 13.362 (Fonte: ISTAT, Provincia di Bologna e Anagrafi L’aumento tendenziale della popolazione è in atto dalla metà degli anni Novanta ad oggi. Tale aumento non è dovuto alla dinamica naturale della differenza tra nascite e decessi, che continua ad essere negativa da alcuni decenni anche se nell’ultimo si intravede un timido segnale di possibile inversione di tendenza; bensì per effetto dei flussi migratori che, negli ultimi anni, sono rimasti costantemente positivi. Nel 2010 a fronte dei 34.177 emigrati dalla provincia, 44.066 vi sono immigrati, di cui 10.464 provenienti dall’estero, il 57% dei quali è donna. Il saldo complessivo di tali flussi è comunque in diminuzione già a partire dal 2009. Le cittadinanze maggiormente rappresentate sono: Romania, con 17.720 persone, Marocco con 14.817 e Albania con 7.559. Il territorio provinciale è di circa 3.700 kmq, con una densità abitativa di circa 270 abitanti al kmq, con dei massimi nel comune capoluogo ed in quello di Casalecchio di Reno, rispettivamente pari a 2.701 e 2.058 abitanti per chilometro quadrato, e dei minimi nei comuni di Camugnano e Castel del Rio, 21 e 24 abitanti per kmq. Negli ultimi trent’anni, a fronte di un ridimensionamento demografico registrato nel comune di Bologna, arrestatosi solo negli ultimi tre anni, si è assistito ad un costante incremento nei restanti comuni della provincia. La provincia di Bologna si estende per il 43% in pianura, il 36% in collina e il 21% in montagna. Le strade provinciali sono 95, con un'estensione totale di 1.383 Km. I settori trainanti dell'economia sono: l'agricoltura (ortaggi, cereali), l'allevamento (suini e bovini) e la piccola e media industria nei settori alimentare, meccanico, della ceramica e dell'elettronica. Di rilievo l'attività della Fiera di Bologna, sede di svariate manifestazioni internazionali e l'infrastruttura dell'Interporto di Bologna per il carico e lo scarico delle merci provenienti in container dal porto di Ravenna. CONTESTO SETTORIALE Soggetti con disabilità accertata nella provincia di Bologna Bambini 3-5 anni certificati iscritti nelle scuole dell’infanzia a.s. 2012/13 - incidenza % sul totale degli iscritti nelle scuole dell’infanzia Alunni 6-10 anni certificati iscritti nelle scuole primarie a.s. 2012/13 - incidenza % sul totale degli iscritti nelle scuole primarie Alunni 11-13 anni certificati iscritti nelle scuole secondarie 1° g. a.s. 2012/13 - incidenza % sul totale degli iscritti nelle scuole secondarie 1° g. Alunni 14-18 anni certificati iscritti nelle scuole secondarie 2° g. a.s. -2012/13 incidenza % sul totale degli iscritti nelle scuole secondarie 2° g Allievi 14-18 anni certificati iscritti nella formazione professionale a.s. 2012/13 - incidenza % sul totale degli iscritti nella formazione professionale Disabili iscritti all'elenco per il collocamento mirato (L. 68/1999) anno 2012 - variazione 2008-2012 Invalidi (iscritti all'elenco ex L. 68/1999) disponibili al lavoro anno 2012 Classe di età 15-18 Classe di età 19-24 Classe di età 25-34 Classe di età 35-44 Classe di età >45 Tabella 2 (Fonte: AUSL Bologna, Provincia Bologna, 2013) 163 1,3 % 1.162 2,9 818 3,4 733 2,2 65 3,4 9.215 +32,9% 2.977 11 191 445 801 1529 Utenti dei servizi per la disabilità erogati nella provincia di Bologna Utenti dei servizi sul territorio: - assegno di cura - assistenza domiciliare socio-assistenziale - assistenza domiciliare riabilitativa-educativa Utenti dei servizi in struttura: - centri socio-occupazionali - gruppi-appartamento - centri socio-riabilitativi diurni - centri socio-riabilitativi residenziali Tabella 3 223 315 1.071 233 154 729 236 (Fonte: Provincia Bologna, Piani di Zona 2009-11) Trend degli utenti dei servizi in struttura Centri socio-occupazionali 2004-2009 +40 unità - variazione percentuale +21% Gruppi-appartamento 2000-2009 +88 unità - variazione percentuale +133% Centri socio-riabilitativi diurni 2000-2009 +242 unità - variazione percentuale +50% Centri socio-riabilitativi residenziali 2000-2009 +145 unità - variazione percentuale +159% Incidenza degli utenti in strutture residenziali sul totale utenti assistiti - anno 16,3% 2001 Incidenza degli utenti in strutture residenziali sul totale utenti assistiti - anno 20,5% Tabella 4 (Fonte: Provincia Bologna, Piani di Zona 2009-11) 2006 Disabilità fisica Disabilità psichica Disabilità sensoriale Disabilità plurima Altro Tabella 5 6,0% 52,7% 1,4% 39,5% 0,4% (Fonte: Provincia di Bologna) Commento ai dati di contesto generale (tabelle 2-5) L'innalzamento dell'età media della popolazione con disabilità, accompagnato dall'accrescimento delle possibilità terapeutiche e dei livelli di cura della persona, nonché dall'ulteriore sviluppo della scolarizzazione e della cultura dell'integrazione delle persone disabili, richiedono un costante incremento dei servizi e della programmazione di attività da parte dei servizi socio-sanitari, e producono la progressiva saturazione dei tassi di utilizzo delle risorse. In particolare sta via via aumentando il ricorso a strutture diurne o residenziali, prevalentemente per l’invecchiamento sia della popolazione disabile sia dei nuclei familiari di riferimento che non riescono più a garantire il necessario supporto di assistenza e di cura. I rapidi fenomeni di trasformazione sociale colpiscono in modo particolare le reti parentali di mutua assistenza, mettendone a rischio la tenuta. Le famiglie con persone disabili a carico che hanno difficoltà di accesso ai servizi o che non trovino adeguate risorse al proprio bisogno di inserire i familiari disabili in percorsi di inserimento sociale, rischiano di vedere pregiudicata la possibilità di svolgere appieno la propria vita sociale fino a sviluppare una vera e propria difficoltà di integrazione sociale. Azione dell'Ente nel contesto Nel contesto di territorio e di settore appena descritto, l'Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII è operante con le seguenti strutture: A) strutture di accoglienza residenziali quali: - case-famiglia - case di pronta accoglienza per adulti e per minori - case di preghiera e accoglienza - case di fraternità e accoglienza - famiglie aperte all'accoglienza B) centri semiresidenziali socio-riabilitativi ed educativi quali: - centri diurni socio-riabilitativi - centri di lavoro. Obiettivo generale di tutte le azioni è la realizzazione di un intervento integrato a più livelli che parta dall’accoglienza delle persone disabili in situazione di bisogno per arrivare ad agire sulla rimozione delle cause del disagio e della marginalità sociale, attraverso una metodologia fondata sulla condivisione diretta e la nonviolenza. Ciò si traduce nell’offerta di accoglienza di persone disabili (minori e non) in qualunque situazione di bisogno/disagio (purché compatibili con le esigenze di una accoglienza responsabile) nelle diverse realtà dell'Associazione, dove i suoi membri con una scelta stabile di vita offrono una disponibilità 24 ore su 24 ad essere le figure di riferimento dei disabili (genitoriali se minori) accolti senza limiti di tempo. A partire da questa relazione stabile di accoglienza vengono conseguentemente intraprese tutte le altre azioni necessarie di riabilitazione accompagnamento e integrazione sociale (nonché educative se minori), e di sensibilizzazione informazione e rimozione delle cause del disagio e della emarginazione, finalizzate alla promozione di una cultura di solidarietà, pace e cooperazione nella società e tra i popoli. Costituiscono due delle principali tipologie di strutture sviluppate dall'Associazione: 1. La casa-famiglia E’ una struttura preposta all'accoglienza di minori, anche con disabilità, e persone adulte con gravi handicap e/o forme di disagio sociale diversificate. E’, per definizione, “una convivenza continuativa e stabile di due adulti che si dedicano in maniera totale a svolgere la funzione paterna e materna. Risiedono presso una struttura di civile abitazione e accolgono soggetti diversi per età, genere e stato di disagio, privi di ambiente familiare idoneo, allo scopo di garantire un contesto di vita caratterizzato da un clima di disponibilità affettiva, con rapporti individualizzati, per assicurare sviluppo e maturazione, educazione, mantenimento, assistenza, partecipazione alla vita sociale, ospitalità. Il tutto in una organizzazione della vita quotidiana di tipo familiare. L’accoglienza di diverse tipologie di soggetti è la caratteristica più originale, che rimanda al modello di famiglia allargata.” Gli utenti vi possono dimorare anche per tutta la vita. Le persone accolte sono spesso prive di una rete familiare in grado di garantire l’assistenza e il supporto necessari nella vita quotidiana. Le strutture di casa-famiglia dell’Associazione rispondono alle richieste delle persone accolte attraverso la predisposizione di percorsi individualizzati di educazione, riabilitazione, avviamento lavorativo, accompagnamento e reinserimento sociale. La presenza degli operatori garantisce alle persone inserite nella comunità un sostegno e un supporto costante 24/24 ore. Gli operatori sono singoli o coppie di sposi che diventano temporaneamente o definitivamente padre e madre, fratello e sorella delle persone accolte garantendo una vera e propria “comunità di tipo familiare”, vivendo in pienezza il concetto della famiglia e della sua eterogeneità interna. 2. I centri diurni socio-riabilitativi ed educativi Sono gestiti da cooperative sociali promosse dall'Associazione, e si distinguono in due tipi differenti: A e B. Le cooperative di tipo A sono ambiti di accoglienza di persone disabili che svolgono attività riabilitative, educative, espressive, di ergoterapia e ricreative o attività formative di avviamento al lavoro finalizzate all'inserimento sociale. Le cooperative di tipo B sono ambiti di accoglienza di persone in situazione di disagio/esclusione sociale che svolgono attività educative di avviamento al lavoro finalizzate al reinserimento sociale. A tali fini le cooperative gestiscono i centri semiresidenziali, strutture che accolgono per 5/6 giorni settimanali, dalla mattina al tardo pomeriggio, i propri utenti realizzando percorsi individualizzati con obiettivi e attività idonee e mirate. Il centro diurno socio-riabilitativo si rivolge a persone con grave o medio-grave disabilità con percorsi che contemplano laboratori ludici, manuali, espressivi e creativi, in base all’età e al rispettivo livello di autonomia, abilità possedute e necessità di particolari cure e assistenza. Il centro di lavoro si rivolge a persone con lieve disabilità con percorsi che contemplano oltre ai laboratori semplici attività occupazionali proporzionate alle rispettive capacità e competenze; e a persone in situazione di disagio o esclusione sociale con attività lavorative che prevedono l'affidamento di specifici incarichi e mansioni nel campo della produzione artigianale alimentare e altro, secondo una gradualità educativa che punta alla maturazione della responsabilità personale e all’inserimento al mondo lavorativo esterno. Tutte le strutture supportano ed aiutano le famiglie degli utenti attraverso consulenze e aiuti materiali. Di seguito i dati più recenti relativi all’attività dell'Associazione: Persone disabili accolte nelle strutture residenziali dell’Ente in Provincia di Bologna Nome struttura Sede 2010 2011 2014 Bologna 1 1 1 Casa-famiglia “S.Maria 2” Ozzano dell'Emilia (BO) 3 3 5 Casa-famiglia “Madonna della Tenerezza” Ozzano dell'Emilia (BO) 1 1 2 Casa-famiglia “Compagni di Sogni” Monterenzio (BO) 8 5 2 Casa-famiglia “S. Clelia” Monterenzio (BO) 2 2 3 Casa-famiglia Magli-Spadoni Monterenzio (BO) 1 1 1 Nucleo familiare Pieri-Zoni Bologna 1 1 1 Nucleo familiare Giardini-Righini Bologna 3 1 1 Pianoro (BO) 2 2 1 Ozzano dell'Emilia (BO) - 1 1 Monterenzio (BO) - 3 3 Casa-famiglia “Gesù Bambino” Nucleo familiare Sorrentino-Nascetti Nucleo familiare Tonelli-Lukaj Nucleo familiare Agnino Casa di fraternità ed accoglienza Casa d'accoglienza “Giovanni Battista” Capanna di Betlemme Bologna 1 1 1 Castel Maggiore (BO) 1 5 7 Argelato (BO) 1 5 4 25 32 33 TOTALE Tabella 6 (Fonte: Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII) Caratteristiche delle persone disabili accolte nelle strutture residenziali dell’Ente Età PERIODO Tipologia della disabilità TOTALE Minori Adulti fisica psichica psico-fisica 2010 25 4 21 7 15 3 2011 32 6 26 8 19 5 2014 33 5 28 3 21 9 Tabella 7 (Fonte: Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII) Persone disabili inserite nei centri diurni semiresidenziali dell’Ente in Provincia di Bologna Nome struttura Sede 2010 2011 2014 Centro “Fiori nel deserto” Ozzano dell’Emilia 16 19 18 Centro “Fiori nel deserto” - 2° reparto Ozzano dell'Emilia 9 13 14 25 32 32 TOTALE Tabella 8 (Fonte: Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII) Caratteristiche delle persone disabili inserite nei centri diurni semiresidenziali dell’Ente Età PERIODO Tipologia della disabilità TOTALE Minori Adulti fisica psichica psico-fisica 2010 25 - 25 2 9 14 2011 32 2 30 2 13 17 2014 32 3 29 1 21 10 Tabella 9 (Fonte: Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII) Commento ai dati sull'azione dell'Ente (tabelle 6-9) I dati degli ultimi anni mostrano una sostanziale stabilizzazione dell'attività di accoglienza in casa-famiglia e di inserimento in centro diurno dell'Associazione, confermando l'andamento degli anni precedenti. Conclusione e sintesi dei bisogni generali In conclusione i dati di contesto generale e le interviste agli operatori dell'Associazione mostrano trend in crescita per tutti gli indicatori considerati. Nell'ultimo decennio è costantemente aumentata la platea di persone disabili che beneficiano di servizi e interventi dedicati, e su questo dato devono fissarsi due considerazioni: evidentemente vi sono state fino a oggi persone con disabilità i cui bisogni non erano ancora stati soddisfatti; in secondo luogo la natura permanente dei bisogni intercettati richiede la stabilità nel tempo degli interventi messi in atto. Occorre pertanto mantenere inalterato il processo di costante potenziamento, qualificazione e diversificazione dei servizi per persone disabili, a fronte dei permanenti bisogni generali di: - cura, riabilitazione formazione ed integrazione sociale delle persone con disabilità - percorsi personalizzati corrispondenti ai bisogni specifici delle persone con disabilità - soluzioni abitative per le persone con disabilità prive di autonomia domestica o risorse parentali. INDIVIDUAZIONE DEL BISOGNO SPECIFICO Bisogno permanente e personalizzato di assistenza riabilitazione e integrazione delle persone disabili inserite nei centri diurni semiresidenziali. IDENTIFICAZIONE DEI DESTINATARI DEL PROGETTO Il progetto è destinato a: 1. Le 18 persone con disabilità media o grave inserite nel Centro diurno semiresidenziale socio-riabilitativo "Fiori nel deserto" 2. Le 14 persone con disabilità lieve inserite nel Centro semiresidenziale per l'inserimento lavorativo "Fiori nel deserto - 2° reparto" Nelle sedi di attuazione si realizza un programma socio-riabilitativo e di inserimento lavorativo (2° reparto), che comprende attività di assistenza, formative, ricreative, ludiche, espressive, ergoterapiche, lavorative, tese al pieno inserimento sociale delle persone nella collettività. A tali attività si affiancano interventi specifici e mirati, che caratterizzano i singoli percorsi personalizzati rispondenti ai bisogni di ciascuna persona. Essi si articolano in genere con la seguente frequenza: 2 volte a settimana: laboratori per lo sviluppo delle autonomie di base 2 volte a settimana: attività ergoterapiche 2 volte a settimana: attività di sviluppo delle competenze cognitive/espressive 2 volte a settimana: relazionali attività di sviluppo delle competenze comunicative e Ai destinatari del progetto -grazie al contributo dei volontari- verrà offerta una gamma più vasta e qualificata di tali interventi specifici e mirati, al fine di potenziare la personalizzazione dei percorsi socio-riabilitativi e di inserimento lavorativo per la piena integrazione sociale ed il rafforzamento della condizione di benessere psico-fisico dei destinatari. INDIVIDUAZIONE E DESCRIZIONE DEI BENEFICIARI DEL PROGETTO Il progetto intende raggiungere diverse tipologie di beneficiari: 1. famiglie d’origine delle persone disabili accolte, che beneficeranno di un sollievo per quanto riguarda gli impegni di cura e riabilitazione dei congiunti disabili nonché di un recupero di più serene relazioni affettive con i congiunti e di un miglioramento della propria vita e attività sociali; 2. rete dei servizi sociali operanti nel territorio delle sedi di attuazione del presente progetto, che si giovano di una rigenerazione delle risorse sociali del territorio, mediante la qualificazione dell’azione riabilitativa delle strutture di accoglienza ivi inserite; 3. popolazione del contesto territoriale in cui si collocano le sedi di attuazione del progetto, che beneficeranno dei momenti di presentazione rivolti all’esterno delle attività svolte nelle strutture con le persone disabili nonché di momenti e scambi formali (feste, incontri) o informali (attività svolte nel territorio), che favoriranno la conoscenza reciproca e la sensibilizzazione sulle tematiche della disabilità e dell’integrazione sociale delle persone svantaggiate. DOMANDA DI SERVIZI ANALOGHI Si prende di seguito in esame la domanda di servizi di accoglienza in struttura e di inserimento in centri diurni socio-riabilitative ed educativi di soggetti disabili espressa dal territorio della Provincia di Bologna. Non sono disponibili dati aggiornati rispetto a quelli già forniti dai Piani di zona 2009-11. Domanda di inserimento in struttura residenziale e diurne di disabili nella Provincia di Bologna Tipologia struttura N. posti autorizzati N. domande inserimento Tasso di copertura 283 224 160 667 658 247 182 1.087 43,00% 90,69% 87,91% 61,36% 634 277 911 527 319 846 120,30% 86,83% 107,68% 1.578 1.933 81,63% Strutture residenziali Comunità di tipo familiare Centri socio-riabilitativi Gruppi Appartamenti TOTALE Strutture semi-residenziali Centri socio-riabilitativi diurni Centri socio-occupazionali diurni TOTALE TOTALE La domanda di inserimento satura le risorse disponibili, con le strutture a pieno regime d’impiego e un tasso di copertura insufficiente soprattutto per le comunità di tipo familiare (43,00%). La domanda di inserimento nelle strutture della Provincia di Bologna ha richiesto in un triennio l’incremento di oltre il 50% dei posti disponibili nelle strutture residenziali (+56,57%); Più moderato ma comunque significativo è stato l’incremento che la domanda ha determinato per i posti disponibili nelle strutture semi-residenziali (+11,10%). OFFERTA DI SERVIZI ANALOGHI Il territorio della Provincia di Bologna, in relazione alla domanda di servizi di accoglienza in struttura e di inserimento in centri diurni socio-riabilitative ed educativi di soggetti disabili, offre le seguenti risorse per tipologia, numero di presidi e di posti autorizzati. Strutture residenziali e diurne per l’accoglienza e l’inserimento di disabili nella Provincia di Bologna Tipologia dell'offerta Centri socio-riabilitativi residenziali Gruppi appartamenti Residenze protette Centri socio-riabilitativi diurni Centri socio-occupazionali Case della carità Case-famiglia TOTALE PRESIDI Variazione % nel periodo 2000-2009 (erano 87 presidi per 863 posti) N. N. posti 16 26 1 53 10 5 25 136 + 56% 263 170 7 717 260 128 155 1700 +97% INDICATORI UTILIZZATI PER MISURARE IL CONTESTO - Numero laboratori per lo sviluppo delle autonomie di base Numero attività ergoterapiche Numero attività di sviluppo delle competenze cognitive/espressive Numero attività di sviluppo delle competenze comunicative e relazionali FONTI UTILIZZATE ISTAT: Censimento nazionale Regione Emilia-Romagna: Servizio politiche familiari, infanzia e adolescenza Provincia di Bologna: Settore Programmazione Controlli e Statistica Comuni della provincia di Bologna: Uffici delle Anagrafi Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII: Centro di documentazione Fonti specifiche: 1. Piani di zona 2009/11 della Provincia di Bologna consultabile nel sito dell’Ente: http://www.provincia.bologna.it/pianidizona/ 2. A. Bianchi (a cura di), Rapporto sui servizi della provincia di Bologna per le persone con disabilità – 2013 consultabile nel sito dell’Ente: http://www.provincia.bologna.it (area tematica “Disabilità”) 3. Azienda USL di Bologna, Principali dati relativi ai Distretti dell'azienda USL di Bologna anno 2009, Bologna 2010 consultabile nel sito dell’Ente: http://www.ausl.bologna.it (area tematica “Come sta Bologna”) Siti specifici: http://demo.istat.it/ http://www.emiliaromagnasociale.it/ http://www.provincia.bologna.it/DISABILI 7) Obiettivi del progetto: BISOGNO SPECIFICO Bisogno permanente e personalizzato di assistenza, riabilitazione e integrazione delle persone disabili inserite nei centri diurni semiresidenziali. INDICATORI DI CONTESTO - Numero laboratori per lo sviluppo delle autonomie di base - Numero attività ergoterapiche - Numero attività di sviluppo delle competenze cognitive/espressive - Numero attività di sviluppo delle competenze comunicative e relazionali OBIETTIVO SPECIFICO Incrementare le attività personalizzate di assistenza, riabilitazione e formazione delle persone disabili inserite nei centri diurni semiresidenziali per favorire la loro integrazione. INDICATORI di risultato risultati attesi Aumento dei laboratori per lo sviluppo delle autonomie di base da 2 a 3 alla settimana Aumento dei laboratori di attività ergoterapica da 2 a 4 alla settimana Aumento dei moduli di sviluppo delle competenze cognitive/espressive da 2 a Facilitazione della gestione dei compiti di cura della persona e degli ambienti di vita per 32 persone disabili Crescita delle autonomie di base Aumento delle competenze cognitive/espressive e di quelle comunicative e relazionali 3 alla settimana Aumento dei moduli di sviluppo delle competenze comunicative e relazionali da 2 a 3 alla settimana Realizzazione di un incontro pubblico sul tema della disabilità Riduzione dei fattori di stress e rasserenamento ulteriore dell’equilibrio emotivo Opinione pubblica sensibilizzata sull’integrazione delle persone disabili SITUAZIONE DI ARRIVO: Potenziata l’integrazione sociale e la condizione di benessere psico-fisico delle persone disabili accolte nei centri diurni semiresidenziali. 8) Descrizione del progetto e tipologia dell’intervento che definisca in modo puntuale le attività previste dal progetto con particolare riferimento a quelle dei volontari in servizio civile nazionale, nonché le risorse umane dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo: 8.1 Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi L’ideazione del progetto “CENTRO DISABILI? ABILI AL LAVORO!” si è articolata secondo una serie di attività, che si sono svolte nel periodo temporale compreso tra APRILE e GIUGNO 2014. In particolare si sono svolte le seguenti attività: Incontri di coordinamento con gli operatori delle strutture dell’associazione comunità papa Giovanni XXIII per identificare i bisogni specifici del territorio; Segnalazioni dei bisogni del territorio attraverso contatti con i Servizi Sociali, DSM, Centri d’ascolto, parrocchie e associazioni locali; Verifica delle risorse materiali, strumentali e di personale dell’Associazione; Incontri con gli enti che si occupano di disabilità presenti sul territorio per la messa in rete delle risorse; Definizione degli obiettivi, dei piani d’attuazione e delle attività; Scrittura dell’elaborato progettuale. OBIETTIVO SPECIFICO Incrementare le attività personalizzate di assistenza, riabilitazione e formazione delle persone disabili inserite nei centri diurni semiresidenziali per favorire la loro integrazione. MESI 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 AZIONI AZIONE 0: VERIFICA DELLO STATO DELL’ARTE DEGLI INTERVENTI 0.1. Analisi e valutazione degli interventi effettuati in precedenza AZIONE 1: PROGRAMMAZIONE DEGLI INTERVENTI 1.1. Definizione e calendarizzazione delle attività 1.2. Adeguamento di strutture, strumenti e risorse 1.3. Aggiornamento professionale degli operatori AZIONE 2: IMPLEMENTAZIONE E REALIZZAZIONE DELLE ATTIVITA’ 2.1. Attività assistenziali e di sollievo alle famiglie 2.2. Potenziamento delle attività educative 2.3. Potenziamento delle attività ludiche e ricreative 2.4. Potenziamento delle attività motorie AZIONE 3: PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE DELLA CITTADINANZA 3.1. Contatti con parrocchie e associazioni 3.2. Realizzazione di un incontro pubblico sul tema della disabilità 3.3. Realizzazione di stand espositivi dei manufatti AZIONE 4: VALUTAZIONE COMPLESSIVA DEI RISULTATI 4.1. Incontri di valutazione con le famiglie 4.2. Confronto tra operatori 4.3. Analisi dei risultati raggiunti OBIETTIVO SPECIFICO Incrementare le attività personalizzate di assistenza, riabilitazione e formazione delle persone disabili inserite nei centri diurni semiresidenziali per favorire la loro integrazione. AZIONE 0 (PREPARATORIA): INTERVENTI VERIFICA DELLO STATO DELL’ARTE DEGLI 0.1. Analisi e valutazione degli interventi effettuati in precedenza AZIONE 1: PROGRAMMAZIONE DEGLI INTERVENTI 1.1. Definizione e calendarizzazione delle attività 1.2. 1.3. Incontro con i Servizi sociali di riferimento Esame del ventaglio di opzioni secondo attinenza ai piani formativi individuali Definizione delle attività e del calendario Adozione dei necessari protocolli Istituzione di un Tavolo congiunto per il monitoraggio e la valutazione Adeguamento di strutture, strumenti e risorse Sopralluogo dei tecnici nelle strutture Predisposizione e attuazione degli interventi di adeguamento logistico grazie alla collaborazione di Tecnoanalisi SRL Inventario della strumentazione esistente e individuazione di quella occorrente Ricognizione dello stato economico e delle disponibilità dei partners Costituzione dei fondi per le nuove voci di spesa Avvio delle procedure di acquisto Aggiornamento professionale degli operatori Questionari/interviste agli operatori delle strutture per la raccolta dei bisogni formativi Analisi e definizione dei bisogni formativi attinenti agli obiettivi del progetto Individuazione delle risorse tecniche umane ed economiche per effettuare l'aggiornamento Incontro con i formatori per programmare obiettivi calendario e metodologia della formazione Organizzazione e realizzazione di un ciclo di incontri formativi serali Monitoraggio, valutazione e autovalutazione della formazione con gli operatori Predisposizione di strumenti di tutoraggio e supervisione degli operatori postaggiornamento AZIONE 2: IMPLEMENTAZIONE E REALIZZAZIONE DELLE ATTIVITA’ Saranno realizzate una serie di attività dove le persone disabili potranno sperimentare nuove forme di autonomia. La valorizzazione della persona verte principalmente sulla possibilità di accrescere nel soggetto la consapevolezza del proprio valore e delle proprie risorse, attraverso relazioni stabili e significative, l’assegnazione di compiti e responsabilità, la possibilità di sperimentarsi in situazioni e ambiti diversi, l’adozione di un ruolo socialmente condiviso e riconosciuto. La metodologia educativa privilegia il coinvolgimento e l’adesione della persona alle proposte, un fare insieme che promuove la costruzione di un’identità positiva. Per valorizzare e potenziare al meglio le abilità di ognuno il centro offre percorsi differenti in cui il soggetto si senta protagonista e responsabile. 2.1. Attività assistenziali e di sollievo alle famiglie Colloqui con le famiglie Supporto alle attività quotidiane per migliorare l’autonomia personale Cura alimentare 2.2. Potenziamento delle attività educative Utilizzo di computer attrezzati di programmi e ausili per handicap Realizzazione di un laboratorio teatrale Realizzazione di un corso di musicoterapia Realizzazione di un corso di pet-therapy Svolgimento di attività specifiche miranti alla stimolazione cognitiva Svolgimento di attività specifiche miranti la maturazione psicoaffettiva Sperimentazione di percorsi di sviluppo dell’autonomia Avvio di un nuovo laboratorio settimanale per lo sviluppo delle autonomie di base Avvio di un nuovo laboratorio settimanale di attività ergoterapica Avvio di un nuovo modulo formativo settimanale di sviluppo competenze cognitive/espressive Consulenza di una psicologica esterna: sostegno psicologico individuale e aiuto con colloqui/contatti con i famigliari 2.3. Potenziamento delle attività ludiche e ricreative Attività di pittura attraverso l’utilizzo di diversi tipi di colori (tempere, acquarelli, a cera, a matita, a dito) e l’utilizzo di tele e fogli particolari (carta riciclata) Organizzazione di un laboratorio di manipolazione Organizzazione di laboratori di decoupage , patchwork, collage Organizzazione di un laboratori di arteterapia Organizzazione di soggiorni estivi Organizzazione di pranzi e cene aperti alla cittadinanza Attività di animazione da parte di gruppi parrocchiali 2.4. Potenziamento delle attività motorie Attività all’aperto Attività di pallacanestro Attività di acquaticità grazie alla collaborazione del Comune di Ozzano Emilia Sedute terapeutico – riabilitative Attività di ginnastica riabilitativa condotta da fisioterapista Accompagnamento presso piscine e palestre AZIONE 3: PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE DELLA CITTADINANZA Saranno realizzati due incontri volti a favorire, promuovere e a dare risposte adeguate e innovative all’integrazione dei disabili nel territorio. Sarà, inoltre, sensibilizzata la cittadinanza per cercare di realizzare una presa di coscienza anche delle problematiche del cosiddetto “do”. 3.1. Contatti con parrocchie e associazioni Incontri di equipe tra operatori dell’associazione e di altri organismi che operano sul tema della disabilità Valutazione delle diverse richieste ricevute dalle famiglie Valutazione delle principali necessità Valutazione del grado sensibilizzazione territorio lombardo Definizione delle problematiche più urgenti Ricerca di spazi adeguati alla realizzazione degli interventi 3.2. Realizzazione di un incontro pubblico sul tema della disabilità Definizione della data in cui realizzare i due incontri di sensibilizzazione Ricerca di relatori Definizione delle testimonianze da presentare all’incontro Coinvolgimento della cittadinanza 3.3. Realizzazione di stand espositivi dei manufatti Realizzazione di attività manuali individuali e/o in gruppo. Realizzazione di oggetti in ceramica e gesso Realizzazione di banchetti per la vendita degli oggetti Decorazione degli oggetti Esposizione dei manufatti presso le fiere locali AZIONE 4: VALUTAZIONE COMPLESSIVA DEI RISULTATI La fase di valutazione servirà a comprendere meglio i risultati raggiunti attraverso l’implementazione delle diverse attività, e sarà utile per favorire il miglioramento degli interventi successivi. 4.1. Incontri di valutazione con le famiglie che hanno fatto richiesta di sollievo Contatti con le famiglie Valutazione metodo più opportuno per testare la soddisfazione Organizzazione di un incontro di valutazione Raccolta di eventuali suggerimenti Raccolta di eventuali ulteriori richieste di sollievo 4.2. Confronto tra operatori Organizzazione di un incontro di verifica tra tutti gli operatori Colloqui con psicologi Valutazione delle esperienze positive Verifica di eventuali criticità Analisi di nuove progettualità 4.3. Analisi dei risultati raggiunti Verifica del grado di autonomia raggiunto dagli utenti Valutazione della solidità delle reti di solidarietà Stesura di un elaborato sull’attività svolta durante l’anno Diffusione dell’elaborato alle associazioni del territorio 8.2 Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, con la specifica delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le predette attività Il personale è in possesso di adeguata qualificazione ottenuta tramite laurea in Scienze dell’Educazione, tramite corsi teorico – pratici, come previsto dalle direttive regionali della formazione e dagli standard di legge o tramite corsi di formazione specifici per attività di musicoterapia e danzaterapia. Il Responsabile rappresenta il punto di riferimento per tutto il personale del Centro, per la programmazione delle Attività educative annuali, per il Progetto Educativo Individualizzato, per la verifica del Progetto, sia con il gruppo degli educatori, sia con il servizio dell’AUSL. Il rapporto numerico operatore / utente rispetta la normativa vigente. Ogni utente ha un educatore come punto di riferimento a sostegno delle proprie autonomie personali, sociali e familiari, che si integra nel lavoro di equipe. RUOLO NUMERO Educatori coordinatori 2 Educatori sociali 5 Operatori socio-sanitari (OSS) 2 Collaboratori educativi 2 Esperti e istruttori 5 Segretaria 1 NUMERO TOTALE PERSONALE COINVOLTO 17 Personale specifico per il raggiungimento degli obiettivi specifici Q.TA RUOLO Educatore Coordinatore 1 Centro diurno Fiori nel deserto Educatori sociali 4 Centro diurno Fiori nel deserto Operatori socio-sanitari 2 Centro diurno Fiori nel deserto PROFESSIONALITA’ Laurea in Scienze dell’educazione Coordinamento del Centro Responsabile della gestione delle attività Attività educative con gli utenti Promuove la cultura dell’integrazione sul territorio - Intrattiene le relazioni con i Servizi Sociali invianti e con le famiglie degli utenti Laurea in Scienze dell’educazione o Diploma di Educatore professionale Attività educative con gli utenti Diploma di Operatore Sociosanitario - Attività educativeassistenziali con gli utenti AZIONI/ATTIVITA’ AZIONE 0: VERIFICA DELLO STATO DELL’ARTE DEGLI INTERVENTI 0.1. AZIONE 1: PROGRAMMAZIONE DEGLI INTERVENTI 1.1. ; 1.3. AZIONE 3: PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE DELLA CITTADINANZA 3.1.; 3.2. AZIONE 4: VALUTAZIONE COMPLESSIVA DEI RISULTATI 4.1. ; 4.3. AZIONE 1: PROGRAMMAZIONE DEGLI INTERVENTI 1.2. ; 1.3. AZIONE 2: IMPLEMENTAZIONE E REALIZZAZIONE DELLE ATTIVITA 2.2. AZIONE 3: PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE DELLA CITTADINANZA 3.3. AZIONE 4: VALUTAZIONE COMPLESSIVA DEI RISULTATI 4.2. AZIONE 2: IMPLEMENTAZIONE E REALIZZAZIONE DELLE ATTIVITA 2.1. Collaboratore educativo 1 Centro diurno Fiori nel deserto Esperto di Teatro 1 Centro diurno Fiori nel deserto Musicoterapeuta 1 Centro diurno Fiori nel deserto Esperto di Arte-terapia 1 Centro diurno Fiori nel deserto Istruttore di basket 1 Centro diurno Fiori nel deserto Istruttore di nuoto 1 Centro diurno Fiori nel deserto Educatore Coordinatore 1 Centro diurno Fiori nel deserto 2° reparto Figura di supporto - Collabora nelle attività assistenziali e educative con gli utenti Esperienza in campo teatrale - Conduzione del Laboratorio teatrale Diploma di musicoterapia Conduzione dell’attività di Musicoterapia Esperienza nel campo dell’Arte-terapia - Conduzione dell’attività di Arte-terapia Esperienza in campo sportivo - Conduzione dell’attività di Basket Esperienza in campo sportivo - Conduzione dell’attività di Acquaticità Diploma di dirigente di comunità - Coordinamento del Centro - Responsabile della gestione delle attività Attività educative con gli utenti - Promuove la cultura dell’integrazione sul territorio - Intrattiene le relazioni con i Servizi Sociali invianti e con le famiglie degli utenti AZIONE 2: IMPLEMENTAZIONE E REALIZZAZIONE DELLE ATTIVITA 2.1. AZIONE 2: IMPLEMENTAZIONE E REALIZZAZIONE DELLE ATTIVITA 2.3. AZIONE 2: IMPLEMENTAZIONE E REALIZZAZIONE DELLE ATTIVITA 2.3. AZIONE 2: IMPLEMENTAZIONE E REALIZZAZIONE DELLE ATTIVITA 2.3. AZIONE 2: IMPLEMENTAZIONE E REALIZZAZIONE DELLE ATTIVITA 2.4. AZIONE 2: IMPLEMENTAZIONE E REALIZZAZIONE DELLE ATTIVITA 2.4. AZIONE 0: VERIFICA DELLO STATO DELL’ARTE DEGLI INTERVENTI 0.1. AZIONE 1: PROGRAMMAZIONE DEGLI INTERVENTI 1.1. 1.3. AZIONE 3: PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE DELLA CITTADINANZA 3.1.; 3.2. AZIONE 4: VALUTAZIONE COMPLESSIVA DEI RISULTATI 4.1. ; 4.3. Segretaria 1 Centro diurno Fiori nel deserto 2° reparto Laurea in Lingue e letterature straniere - Gestione della segreteria Educatore sociale 1 Centro diurno Fiori nel deserto 2° reparto Collaboratore educativo 1 Centro diurno Fiori nel deserto 2° reparto Laurea in Scienze dell’educazione Attività educative con gli utenti Figura di supporto tecnico e raccordo - Collabora nelle attività educative con gli utenti AZIONE 1: PROGRAMMAZIONE DEGLI INTERVENTI 1.2. AZIONE 1: PROGRAMMAZIONE DEGLI INTERVENTI 1.2. 1.3. AZIONE 2: IMPLEMENTAZIONE E REALIZZAZIONE DELLE ATTIVITA 2.2.; 2.3.; 2.4. AZIONE 4: VALUTAZIONE COMPLESSIVA DEI RISULTATI 4.2. AZIONE 2: IMPLEMENTAZIONE E REALIZZAZIONE DELLE ATTIVITA 2.2.; AZIONE 3: PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE DELLA CITTADINANZA 3.3. 8.3. RUOLO ED ATTIVITA' PREVISTE PER I VOLONTARI NELL'AMBITO DEL PROGETTO I volontari in servizio civile, supportati dall'OLP e dalle diverse figure professionali impiegate, diverranno parte integrante dell'equipe degli operatori e contribuiranno alle varie attività previste dal progetto. In via generale essi avranno un ruolo di figura educativa di supporto, facilitatore della comunicazione e dei rapporti interpersonali, sostegno all'esercizio delle autonomie personali delle persone inserite nei centri; parteciperanno completamente alla vita della struttura propria sede di servizio, collaborando fattivamente alle diverse attività che coinvolgono le persone disabili destinatarie del progetto, sia all'interno sia all'esterno della struttura. In via specifica supporteranno le attività previste dal progetto per quanto riguarda preparazione programmazione implementazione controllo e ottimizzazione delle nuove attività socio-riabilitative e formative nelle modalità di seguito descritte. OBIETTIVO SPECIFICO Incrementare le attività personalizzate di assistenza, riabilitazione e formazione delle persone disabili inserite nei centri diurni semiresidenziali per favorire la loro integrazione. SEDI PROGETTUALI: FIORI NEL DESERTO, FIORI NEL DESERTO 2° reparto AZIONI-Attività AZIONE 2: IMPLEMENTAZIONE E REALIZZAZIONE DELLE ATTIVITA' Attività del volontario 2.1. Attività assistenziali e di sollievo alle famiglie il volontario offrirà il proprio contributo alle attività di accompagnamento dei disabili in strutture sanitarie per accertamenti, analisi mediche e visite specialistiche, accompagnerà gli operatori ai colloqui con le famiglie, supporterà le attività quotidiane atte a migliorare l'autonomia personale dei disabili. -il volontario parteciperà alle attività educative potenziate, collaborando con gli operatori alla realizzazione di un laboratorio teatrale per disabili, di un corso di musicoterapia, di un percorso di stimolazione psicoaffettiva, cognitiva e di sviluppo dell'autonomia. -il volontario parteciperà, offrendo il proprio aiuto, al potenziamento delle attività ludiche e ricreative: nello specifico, supporterà le attività di pittura, il laboratorio di decoupage, patchwork, collage. Parteciperà alle escursioni settimanali sul territorio e all'organizzazione dei soggiorni estivi, degli eventi conviviali aperti alla cittadinanza e delle attività di animazione proposte dai gruppi parrocchiali. -il volontario aiuterà l'organizzazione e l'implementazione della attività all'aperto, delle sedute terapeutico-riabilitative. Il volontario supporterà, assieme agli operatori, ogni attività di accompagnamento dei disabili nei luoghi sede delle attività specifiche. 2.2. Potenziamento delle attività educative 2.3. Potenziamento delle attività ludiche e ricreative 2.4. Potenziamento delle attività motorie AZIONE 3: PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE DELLA CITTADINANZA 3.2. Realizzazione di un incontro -il volontario collaborerà all'organizzazione pubblico sul tema della disabilità 3.3.Realizzazione di stand espositivi dei manufatti 9) logistica dell'incontro e potrà offrire diretta testimonianza della propria esperienza al pubblico presente all'incontro -il volontario supporterà l'organizzazione e la concreta realizzazione degli stand espositivi, offrendo aiuto alle attività di produzione creativa dei manufatti stessi e presenziando all'esposizione degli oggetti artistici presso le fiere locali. Numero dei volontari da impiegare nel progetto: 10) Numero posti con vitto e alloggio: 11) Numero posti senza vitto e alloggio: 12) Numero posti con solo vitto: 13) Numero ore di servizio settimanali dei volontari, ovvero monte ore annuo: 14) Giorni di servizio a settimana dei volontari (minimo 5, massimo 6) : 5 0 0 5 30 5 15) Eventuali particolari obblighi dei volontari durante il periodo di servizio: I volontari durante lo svolgimento del servizio civile sono tenuti a: 1. rispettare le norme in materia di igiene, sicurezza e salute sui luoghi di lavoro 2. rispettare le regole delle strutture: orari, linguaggio e abitudini consolidate 3. mantenere la necessaria riservatezza per quanto attiene a dati, informazioni o conoscenze acquisite durante lo svolgimento del servizio civile 4. essere disponibili a trasferimenti in Italia per incontri di formazione, sensibilizzazione e promozione del servizio civile 5. flessibilità oraria dovuta alla particolarità delle persone destinatarie del servizio 6. partecipare ad eventi particolari previsti dal programma delle attività (uscite domenicali, campi invernali ed estivi) Saltuariamente potrà essere chiesto di svolgere il proprio servizio anche nel giorno festivo di Domenica oppure il Sabato, fatto salvo il diritto a recuperare il giorno di riposo di cui non si è usufruito. Si ricorda, inoltre, che la formazione è obbligatoria e quindi, nelle giornate di formazione non è possibile prendere giornate di permesso. 16) Sede/i di attuazione del progetto, Operatori Locali di Progetto e Responsabili Locali di Ente Accreditato: N . Sede di attuazion e del progetto Comu Indirizzo ne Cod. N. vol. ident. per sede sede Nominativi degli Operatori Locali di Progetto Dat Cogn a di ome e C.F. nas nome cita Nominativi dei Responsabili Locali di Ente Accreditato Dat Cogn a di ome e nas nome cita C.F. 1 2 3 17) Eventuali attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile nazionale: L’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII da più di 30 anni investe le proprie risorse nella promozione e gestione di progetti di servizio civile, prima come obiezione di coscienza sostitutiva di servizio militare, poi come servizio civile nazionale, sia in Italia che all’estero. Per questa ragione, credendo profondamente nello strumento del Servizio Civile e nei valori che trasmette a livello sociale, riteniamo che la promozione e la sensibilizzazione non debbano essere limitate al singolo progetto o strettamente all’arco temporale di emanazione e scadenza del bando, ma siano permanenti e attraversino trasversalmente le altre attività dell’Ente. L’Associazione ha implementato da diversi anni un ufficio centrale finalizzato alla gestione dei progetti di servizio civile, con una sede locale per le varie aree, italiane od estere, ove opera. Nel corso di tutto l’anno riceviamo richieste di partecipazione ai progetti da parte dei giovani grazie anche all’attivazione di un numero verde, così come durante tutto l’anno portiamo avanti azioni di sensibilizzazione, discussione, elaborazione riguardanti i vari aspetti del SCN. Lo strumento privilegiato per le attività di promozione e sensibilizzazione dell’ente è la partecipazione diretta dei volontari in servizio civile tramite la loro presenza e testimonianza come strumento di apprendimento, scoperta in una prospettiva didattica attiva, operativa ed immediata. Totale ore espressamente dedicate alla promozione e sensibilizzazione del Servizio Civile Nazionale Totale ore espressamente dedicate alla promozione e sensibilizzazione del progetto “CENTRO DISABILI? ABILI AL LAVORO!” TOTALE ORE PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE A+C= A = 15 C = 25 40 Alle suddette 40 ore bisogna aggiungere una serie di attività difficilmente misurabili e quantificabili ma che ai fini della promozione e sensibilizzazione rivestono, secondo noi, un elevato grado di rilevanza. Di seguito si riporta in dettaglio l’elenco delle azioni/attività: Programma di sensibilizzazione del Servizio Civile Nazionale A EVENTO – AZIONE – ATTIVITA’ Banchetto in occasione della “Tre Giorni Generale” dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, che si svolge a cadenza annuale a Rimini e a cui partecipano tutte le zone periferiche a livello nazionale ed internazionale dell’Associazione. I volontari in servizio civile di tutto il territorio si occupano della gestione del banchetto. Collaborazione fissa con il mensile “Sempre” attraverso la rubrica “Frontiere di Pace”, redatta a cura del Servizio Obiezione di Coscienza e Pace dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII che presenta testimonianze (e illustra i relativi contesti e progetti N. ORE 5 5 dove operano) di volontari in servizio civile sia in Italia che all’estero. Interventi in qualità di relatori o testimonianze di volontari ed ex volontari in incontri pubblici e seminari, banchetti in numerose manifestazioni nazionali, sportello informativo telefonico ecc. TOTALE ORE QUANTIFICABILI 5 15 EVENTI – AZIONI – ATTIVITA’ NON QUANTIFICABILI Attivazione di un numero verde per far fronte alle richieste telefoniche dei giovani interessati: 800 913 596 Partecipazione come soci, ai percorsi di sensibilizzazione della Conferenza B Nazionale Enti per il Servizio Civile e alla presentazione pubblica del rapporto annuale degli enti membri. Invio, tramite posta prioritaria, di materiale promozionale ad indirizzi privati acquistati da aziende specializzate in riferimento al target dei giovani del territorio EVENTI – AZIONI – ATTIVITA’- QUANTIFICABILI IN ORE N. 2 incontri pubblici in collaborazione con i Comuni in cui operano 5 le sedi di attuazione del Progetto (ad esclusione del Capoluogo, per cui vedi la voce successiva): - Comune di Ozzano dell’Emilia - Comune di Monterenzio che illustrino e chiarifichino ai giovani interessati a presentare domanda il percorso progettuale. Ci si avvarrà di testimonianze dei giovani volontari che hanno svolto l’esperienza di SCN con l’Ente nelle stesse sedi di attuazione dello stesso territorio in progetti degli anni precedenti. Attività di promozione, coordinata e congiunta, del Bando e del 10 Progetto, nel quadro del rapporto di partenariato regolato dal Protocollo d'intesa stipulato tra l'Associazione e l'Ente partner Coordinamento Provinciale Enti Servizio Civile di Bologna (Co.Pr.E.S.C. Bologna): interventi presso le Facoltà dell’Università degli Studi di Bologna di: - Scienze della Formazione - Lettere e Filosofia - Scienze politiche interventi presso istituti scolastici superiori del territorio cittadino e provinciale interventi in luoghi d’incontro e ritrovo dei giovani, (cinema, C teatri, locali, centri d’aggregazione, etc.) interventi nelle televisioni e radio locali, realizzazione di punti informativi presso eventi fiere, feste, etc. un servizio informativo all’interno di uno sportello aperto ai giovani ubicato presso la sede del Co.Pr.E.S.C., che svolga specifiche funzioni di orientamento alla scelta del progetto e che metta in contatto i ragazzi interessati direttamente con i referenti degli enti coinvolti dal bando Incontri/testimonianze dei volontari in servizio presso l’Ente con i 10 gruppi giovanili delle Parrocchie nel territorio in cui operano le sedi di attuazione del progetto: - San Giovanni Battista di Mercatale (Ozzano dell’Emilia) - Cristo Re (Monterenzio) e con i gruppi giovanili delle seguenti altre Parrocchie: - San Bartolomeo della Beverara (Bologna) - Santa Caterina da Bologna (Bologna) - Cuore Immacolato di Maria (Bologna) - Madonna del Lavoro (Bologna TOTALE ORE QUANTIFICABILI 25 EVENTI – AZIONI – ATTIVITA’ NON QUANTIFICABILI Pubblicizzazione del progetto Promozione su siti web: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. www.apg23.org www.odcpace.org www.antennedipace.org www.e-coop.it www.ilgigante.it www.comune.ozzano.bo.it www.tecnoanalisi.it Newsletters a: 8. 9. 10. 11. Gruppi scout a livello nazionale Informagiovani del territorio nazionale Centri missionari diocesani d’Italia Giovani tra i 18 e i 28 anni sul territorio provinciale Promozione con inserti su riviste/quotidiani: D 12. Mensile “Sempre” Affissione e distribuzione di materiale promozionale presso: - San Giovanni Battista di Mercatale (Ozzano dell’Emilia) - Cristo Re (Monterenzio) e con i gruppi giovanili delle seguenti altre Parrocchie: - San Bartolomeo della Beverara (Bologna) - Santa Caterina da Bologna (Bologna) - Cuore Immacolato di Maria (Bologna) - Madonna del Lavoro (Bologna) Stampa e diffusione volantini (n° copie: 250) e manifesti (n° copie: 25 ) sul servizio civile nazionale volontario e sul progetto specifico, che viene messo a disposizione presso tutte le sedi periferiche dell’Ente, e diffuso attraverso gli enti che hanno sottoscritto partnership inerenti la promozione del servizio civile dell’ente. DURATA TOTALE DELLE ATTIVITA’ DI PROMOZIONE: A+C = 40 18) Criteri e modalità di selezione dei volontari: Si rimanda al sistema di selezione accreditato presso Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale 19) Ricorso a sistemi di selezione verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio): si ASSOCIAZIONE COMUNITA PAPA GIOVANNI XXIII 20) Piano di monitoraggio interno per la valutazione dell’andamento delle attività del progetto: Si rimanda al sistema di monitoraggio accreditato presso Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale 21) Ricorso a sistemi di monitoraggio verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio): SI ASSOCIAZIONE COMUNITA PAPA GIOVANNI XXIII 22) Eventuali requisiti richiesti ai canditati per la partecipazione al progetto oltre quelli richiesti dalla legge 6 marzo 2001, n. 64: NESSUNO 23) Eventuali risorse finanziarie aggiuntive destinate in modo specifico alla realizzazione del progetto: Il progetto prevede l’impiego di risorse finanziarie aggiuntive destinate in modo particolare alle attività per il raggiungimento degli obiettivi specifici, alla promozione del progetto qualora approvato, alla formazione specifica e alle risorse tecniche previste alla voce 25. Le risorse sono state suddivise in generali e specifiche. Le prime sono riferite alle azioni di promozione e l’organizzazione della formazione, in quanto vengono sostenute dalla Sede Centrale di Gestione del SCN dell’ente. Le risorse specifiche riguardano spese aggiuntive per il raggiungimento degli obiettivi specifici previsti a progetto. RISORSE FINANZIARIE GENERALI A. Formazione specifica Sottovoci Descrizione Spesa Materiale didattico Organizzazione logistica del coordinatore Tutor d’aula Formatori Durante il corso vengono somministrati materiali cartacei didattici e vengono utilizzati materiali di cancelleria vari La programmazione e la preparazione del percorso formativo richiede il tempo di un coordinatore per contatti telefonici con docenti e volontari, affitto e predisposizione delle aule Come previsto nei box della formazione specifica, l’ente valorizza l’utilizzo di una figura all’interno dell’aula che faciliti la partecipazione di tutti. Il 40% dei tutors coinvolti richiedono compenso Alcuni formatori effettuano la loro docenza in forma gratuita altri richiedono un compenso. Numericamente il 50% dei formatori richiede il pagamento Totale spesa A B. Spese di promozione e pubblicizzazione del progetto Sottovoci Descrizione di spesa Elaborazione grafica materiale promozionale Stampa materiale promozionale Spese Numero Verde Partecipazione a eventi Ogni anno il materiale grafico viene rivisitato e modificato, attualizzando i contenuti e la presentazione Il prodotto grafico viene stampato da una tipografia in 600 copie di volantini, 160 copie di depliant e 200 copie di manifesti (come da box 17) Il Numero Verde è attivo quotidianamente (in orario di ufficio) per rispondere alle domande dei giovani interessati (come da box 17) L’ente partecipa come descritto nel box “sensibilizzazione e promozione” a diversi eventi con propri operatori su tutto il territorio italiano. Risorse finanziarie 50 Euro 150 Euro 200 Euro 800 Euro 1.200 Euro Risorse finanziarie 25 Euro 75 Euro 10 Euro 100 Euro Rimborsa le spese di viaggio ai volontari coinvolti. Totale spesa B 210 Euro RISORSE FINANZIARIE SPECIFICHE Il progetto prevede l’impiego di risorse finanziarie aggiuntive destinate ad alcune delle attività del progetto elencate nel punto 8.1 e alle risorse tecniche previste alla voce 26. Nell’elenco sottostante non saranno riportate tutte le azioni/attività, ma soltanto quelle per cui è previsto lo stanziamento di risorse finanziarie aggiuntive. OBIETTIVO SPECIFICO Incrementare le attività personalizzate di assistenza, riabilitazione e formazione delle persone disabili inserite nei centri diurni semiresidenziali per favorire la loro integrazione. AZIONI-Attività C. RISORSE FINANZIARIE AGGIUNTIVE AZIONE 1: PROGRAMMAZIONE INTERVENTI Adeguamento strutture strumenti e risorse: 1.2. Adeguamento di strutture, strumenti e risorse 1.3.Aggiornamento professionale degli operatori - Ampliamento dei materiali per i nuovi laboratori socio-riabilitativi e moduli formativi: ‘pani’ di argilla da 25 kg/cad., set di attrezzi per il modellamento, set completo di colori a olio tempera e acqua; perle pietre e monili per decorazione, pinze pistola e colla a caldo, pirografo; confetti e materiale per confezionamento bomboniere; colle forbici cutter nastri adesivi, carta cartone e cartoncini di varia forma misura e colore. (1.500 euro x 2 sedi) - Ripristino scorte materiale facile di consumo: carta, cartucce inchiostro, articoli di cancelleria, tempere e vernici. (300 euro x 2 sedi) Aggiornamento operatori: AZIONE 2: IMPLEMENTAZIONE E REALIZZAZIONE DELLE ATTIVITA' professionale 4.400 EURO degli - Organizzazione e gestione ciclo di incontri: logistica (200 euro), materiale di supporto didattico (100 euro), docenze (5 incontri x 2 ore x 50 euro). Quota carburante (200 euro per ognuna delle 2 sedi= 600 euro) per escursioni settimanali sul territorio e attività di accompagnamento 2.1. Attività assistenziali e di sollievo alle famiglie - Contributo per acquisto beni alimentari per disabili e materiale di facile consumo per l'igiene (400 euro) 2.2. Potenziamento delle attività educative - Contributo compenso per esperto esterno: (400 euro) 1.200 EURO 2.3 Potenziamento delle attività ludiche e ricreative 2.4. potenziamento delle attività motorie AZIONE 3: PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE DELLA CITTADINANZA 700 EURO - Quota carburante (100 euro) - costo produzione/stampa materiale di 3.1. Contatti con parrocchie e associazioni presentazione/sensibilizzazione (100 euro) 3.2. Realizzazione di un incontro pubblico sul tema della disabilità - contributo costo logistica/catering per incontro pubblico di sensibilizzazione (300 euro) 3.3. Realizzazione di stand espositivi dei manufatti - costi di allestimento stand espositivi presso fiere locali (200 euro) AZIONE 4: VALUTAZIONE COMPLESSIVA DEI RISULTATI - Spese di documentazione delle attività svolte: supporti video, foto e cartacei. (200 euro x 2 sedi= 400 euro) 4.1 Incontri di valutazione con le famiglie che hanno fatto richiesta di sollievo - Spese di cancelleria per monitoraggio e valutazione dei risultati: risme carta A4, cartucce ink jet, lucidi, pennarelli. Carburante per incontri di verifica esterna. (150 euro x 2 sedi= 300 euro) 4.2. Confronto tra operatori 4.3. Analisi dei risultati raggiunti - Incontro di presentazione resoconto di bilancio progetto a partners e reti di collaborazione: logistica e catering (200 euro), materiale illustrativo (100 euro). TOTALE SPESA C 1.000 EURO 7.500 EURO TOTALE RISORSE FINANZIARIE AGGIUNTIVE A + B + C= 8.910 EURO 24) Eventuali reti a sostegno del progetto (copromotori e/o partners): ENTI PROFIT COOP ADRIATICA s.c.a r.l. (copromotore e partner) Apporto alle attività previsto: 1) Contribuirà economicamente alla realizzazione delle attività di cui al punto 8.1, mediante: donazione gratuita di eccedenze alimentari e beni invenduti per le attività di assistenza 2) Promuoverà il Servizio civile e il progetto mediante: diffusione, durante il bando per la selezione dei volontari, di materiale promozionale presso i punti vendita di COOP ADRIATICA di Bologna e provincia diffusione di materiale promozionale mediante inserzione di banner nel proprio sito internet aziendale Società di Ingegneria TECNOANALISI S.r.l. (copromotore e partner) Apporto alle attività previsto: 1) Contribuirà economicamente alla realizzazione delle attività di cui al punto 8.1, mediante: sconti sulla fornitura di presidi e dispositivi di sicurezza a norma di legge sconti sulle prestazioni di consulenza e sui servizi di assistenza per la prevenzione incendi e rischi sul lavoro 2) Promuoverà il Servizio civile e il progetto mediante: inserzione, durante il bando per la selezione dei volontari, di banner promozionali presso il proprio sito aziendale ENTI NON PROFIT Comune di Ozzano dell’Emilia (copromotore e partner) Apporto alle attività previsto: 1) Promuoverà il Servizio civile e il progetto mediante: pubblicizzazione gratuita del progetto mediante affissione pubblica di manifesti promozionali pubblicizzazione gratuita del progetto sul sito del Comune, nel bollettino comunale e in altri spazi informativi sensibilizzazione sul Servizio civile nazionale mediante diffusione di materiale promozionale nei propri spazi e manifestazioni pubbliche 2) Contribuirà economicamente alla realizzazione delle attività rivolte alle persone disabili nei Centri “Fiore nel deserto” e “Fiori nel deserto- 2°reparto” mediante: accesso gratuito alle strutture comunali per il tempo libero (piscina di Ozzano, palestra di Mercatale e impianto sportivo della Noce); accesso gratuito o agevolato ad eventuali altre strutture o eventi di animazione 25) Risorse tecniche e strumentali necessarie per l’attuazione del progetto: OBIETTIVO SPECIFICO Incrementare le attività personalizzate di assistenza, riabilitazione e formazione delle persone disabili inserite nei centri diurni semiresidenziali per favorire la loro integrazione. N. Risorse strumentali e tecniche Strumenti da ufficio e materiale da cancelleria (3 computer, 2 stampanti, cartucce inchiostro, carta, 1 fotocopiatrice, fax, telefono e ADSL, lavagna, articoli vari di cancelleria) AZIONI - Attività Utilizzo in tutte le Azioni 1-2-3-4-5 n. 2 automezzi Materiale per laboratori (‘pani’ di argilla da 25 kg, attrezzi per manipolare e modellare la creta, set completo di colori a olio, lampostil, tempere e colori ad acqua, perle, pietre e monili per decorazion, pinze, taglierini, pistola e colla a caldo, pirografo, confetti tulle e nastri per confezione bomboniere, colle forbici cutter nastri adesivi, carta, cartone, cartoncini di varie misure e colore) nr. 2 televisori n. 2 lettori dvd cd n. 30 giochi di società e carte da gioco n. 11 strumenti musicali n. 45 software (educational games) n. 2 computer attrezzati per portatori di handicap n. 4 tavoli da lavoro Utilizzo nell': AZIONE 2: IMPLEMENTAZIONE E REALIZZAZIONE DELLE ATTIVITA' 2.2. Potenziamento delle attività educative 2.3 Potenziamento delle attività ludiche e ricreative Utilizzo in: Lavagna multimediale AZIONE 2: IMPLEMENTAZIONE E REALIZZAZIONE DELLE ATTIVITA' 2.2. Potenziamento delle attività educative 2.3 Potenziamento delle attività ludiche e ricreative AZIONE 4: VALUTAZIONE COMPLESSIVA DEI RISULTATI 4.2. Confronto tra operatori 4.3. Analisi dei risultati raggiunti Utilizzo in: AZIONE 2: IMPLEMENTAZIONE E REALIZZAZIONE DELLE ATTIVITA' 2.1. Attività assistenziali e di sollievo alle famiglie n. 1 automezzo a 9 posti attrezzato per il trasporto disabili 2.4. potenziamento delle attività motorie AZIONE 3: PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE DELLA CITTADINANZA 3.3. Realizzazione di stand espositivi dei manufatti n. 20 Indumenti e calzature antinfortunistiche n.q. Attrezzi e articoli di ferramenta Strumenti e pannelli per esposizione Utilizzo nell' AZIONE 2: IMPLEMENTAZIONE E REALIZZAZIONE DELLE ATTIVITA' 2.2. Potenziamento delle attività educative Utilizzo in: AZIONE 3: PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE DELLA CITTADINANZA 3.3. Realizzazione di stand espositivi dei manufatti CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISIBILI 26) Eventuali crediti formativi riconosciuti: NESSUNO 27) Eventuali tirocini riconosciuti : NESSUNO 28) Competenze e professionalità acquisibili dai volontari durante l’espletamento del servizio, certificabili e validi ai fini del curriculum vitae: Il presente progetto rende possibile l'acquisizione delle seguenti competenze, riferibili e contenute nel Repertorio delle Qualifiche previsto dal “Sistema Regionale di formalizzazione e certificazione delle competenze”, ai sensi della Delibera della Giunta Regionale Emilia Romagna del 19/04/2006 n.530. Le competenze indicate di seguito rappresentano due delle quattro Unità di Competenza che compongono la qualifica relativa alla figura professionale dell’Animatore Sociale, figura inscritta nel area professionale ”Erogazione servizi sociosanitari” prevista dal citato sistema. UNITÀ DI CAPACITÀ COMPETENZA (ESSERE IN GRADO DI) Stimolare capacità di socializzazione ed emancipazione per ostacolare l'isolamento socio-affettivo CONOSCENZE (CONOSCERE) Caratteristiche evolutive e dinamiche di cambiamento di individui e gruppi. Strumenti e tecniche di analisi e rilevazione dei bisogni: colloqui individuali e di gruppo, interviste, questionari. Tradurre bisogni, manifesti e non, di singoli e gruppi, in azioni di scambio e 2. Animazione confronto reciproco sociale Individuare ed incoraggiare occasioni di incontro ed integrazione sociale Riscontrare il livello di partecipazione e coinvolgimento dei fruitori individuando ulteriori ambiti di intervento Interpretare dinamiche comportamentali e criticità latenti dell'utente con approccio empatico e maieutico Il rapporto individuo-società: processi di marginalizzazione e devianza. Caratteristiche psicopedagogiche dei diversi modelli familiari. Strumenti e tecniche di analisi e verifica degli interventi: test, schede di analisi, report, ecc. Metodologie della ricerca sociale: analisi territoriale, analisi dei dati, la ricerca di intervento, ecc. Tecniche di comunicazione e relazione con l'utente. Principali riferimenti legislativi e normativi in materia di servizi socio-sanitari ed assistenziali. Organizzazione dei servizi socioassistenziali e delle reti informali di cura. Tecniche di animazione: teatrale, espressiva, musicale, motoria, ludica. Tipologie di laboratorio manuale: disegno, pittura, lavori a maglia, cartapesta, creta, ecc. Trasmettere modelli comportamentali positivi per contrastare fenomeni di devianza e disadattamento 3. Animazione Innescare processi di educativa conoscenza e di consapevolezza del sé e di riconoscimento dei propri bisogni e motivazioni Principali tecniche di analisi della personalità e della relazione d'aiuto. Principi comuni e aspetti applicativi della legislazione vigente in materia di sicurezza. La sicurezza sul lavoro: regole e modalità di comportamento (generali e specifiche). Stimolare dinamiche di crescita personale attraverso riflessioni ed elaborazione di atteggiamenti e comportamenti L’acquisizione delle seguenti competenze verrà certificata e riconosciuta, su richiesta dell’ interessato, dall’ente OSFIN - F.P. OPERA SAN FILIPPO NERI - FORMAZIONE PROFESSIONALE, ente accreditato dalla Regione Emilia Romagna (cod. organismo 742), ai sensi della delibera della Giunta Regionale n. 177/2003 e integrata successivamente con le delibere n. 266/2005 e 645/2011 tramite il rilascio di apposito “Certificato di competenze “ VEDI ALLEGATI Formazione generale dei volontari 29) Sede di realizzazione: La sede è scelta sulla base del posizionamento geografico delle sedi di attuazione dei progetti e dalla disponibilità di fruizione della struttura stessa, essendo la formazione di tipo residenziale. Pertanto è previsto che i corsi di formazione generale siano tenuti nelle seguenti sedi: a) Sede di Gestione del Servizio Civile, Via Dante Alighieri, snc – 61013 Mercatino Conca (PU) b) Colonia Stella Maris, Viale Regina Margherita 18 – 47900 – Rimini (RN) c) Casa Parrocchiale – Scout, Via Colombara – 47854 – Monte Colombo (RN) d) Hotel Royal Sands, V.le Carducci, 30, Cattolica 30) Modalità di attuazione: La formazione generale è effettuata in proprio, con formatori dell’ente, in quanto l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII è ente accreditato di prima classe nell’albo nazionale. 31) Ricorso a sistemi di formazione verificati in sede di accreditamento ed eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio: SI ASSOCIAZIONE COMUNITA PAPA GIOVANNI XXIII 32) Tecniche e metodologie di realizzazione previste: La metodologia di realizzazione della formazione generale rispetta le indicazioni contenute nel decreto N. 160/2013 del 19/07/2013 del Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale: “Linee guida per la formazione generale dei giovani in servizio civile nazionale”. La metodologia alterna lezioni frontali (almeno per il 40% del monte ore complessivo) a dinamiche non formali (almeno per il 60% del monte ore complessivo) che comprendono: training, teatro dell’oppresso (Tdo), simulazione, role-play, brainstorming, lavori di gruppo, cineforum, confronti in plenaria, visite di realtà presenti sul territorio. Lezioni frontali e dinamiche non formali si completano a vicenda, al fine di valorizzare l’esperienza e l’opinione di ciascun volontario, in un rapporto educativo che tenda ad essere più maieutico che trasmissivo. La metodologia scelta, dunque, è attiva e partecipativa, in quanto si parte dalla consapevolezza che su alcune tematiche trattate nella formazione generale- quali per esempio il concetto di gruppo e la sue dinamiche, il significato di cittadinanza attiva, la gestione dei conflitti- tutti possediamo delle pre-conoscenze, convincimenti e opinioni. E’ quindi importante che i momenti formativi offrano innanzitutto un clima favorevole al confronto e allo scambio, al fine di permettere a ciascuno di esprimere il proprio punto di vista e le proprie opinioni. La formazione generale si effettua, ove possibile, in modo residenziale, cercando di unire volontari di progetti diversi, favorendo la creazione un ambiente eterogeneo, che sia pedagogicamente adeguato all’apprendimento e alla condivisione di contenuti utili a comprendere, rielaborare e contestualizzare l’esperienza di Servizio Civile, e funzionale al confronto e all'arricchimento reciproco. La dimensione di gruppo sperimentata attraverso la residenzialità è essa stessa esperienza formativa informale, che favorisce lo sviluppo di competenze sociali e trasversali quali il rispetto dell’altro, la collaborazione, la gestione dei conflitti, la tutela del bene comune. Qualora, per vari motivi, non si riesca a garantire la residenzialità, comunque la presenza del tutor d’aula garantisce una qualificazione dei momenti informali, che comunque hanno una valenza formativa, in particolare rispetto alle dinamiche di gruppo. Il tutor d’aula ha gli specifici compiti di gestire il gruppo, facilitare le relazioni interpersonali, valutare l’efficienza e l’efficacia dei moduli, gestire eventuali situazioni conflittuali all’interno del gruppo. Oltre al tutor sarà presente la figura del formatore, con il compito di progettare, coordinare, supervisionare il percorso formativo. 33) Contenuti della formazione: Il percorso formativo proposto si compone dei contenuti previsti dal decreto N. 160/2013 del 19/07/2013 del Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale: “Linee guida per la formazione generale dei giovani in servizio civile nazionale” e quindi al sistema di formazione accreditato da questo ente. Con il percorso formativo proposto l’ente vuole permettere ai volontari di acquisire competenze utili allo svolgimento delle attività previste dal progetto, ma soprattutto una maggiore consapevolezza del proprio ruolo di cittadini attivi, attuatori del sacro dovere di difesa della patria sancito dall’art.52 della Costituzione italiana, con mezzi ed attività non militari e nonviolenti. Durante il percorso formativo verranno trattati il tema della Difesa della Patria, della cittadinanza attiva e della nonviolenza, in quanto il servizio civile, oltre ad essere difesa della Patria con modalità nonviolenta, è anche un percorso di formazione civica. Per questo ai volontari verranno offerti gli strumenti per potenziare la consapevolezza del proprio ruolo all’interno della società. Questi temi hanno particolare risalto nella formazione, in quanto presentati sia nei primi mesi, sia tra 7° e 9° mese, proprio perché ai volontari sia chiara la cornice entro la quale si colloca la loro esperienza. La formazione risulta così utile a collocare l’esperienza dei volontari nei contesti, via via più ampi, che li coinvolgono: il gruppo formativo, la sede di attuazione di progetto, l’ente ove si presta servizio, la realtà locale, la società italiana, europea e mondiale. Come previsto dal Sistema di formazione accreditato dall’ente, si prevede la realizzazione di una giornata formativa all’avvio del servizio, seguita da un corso di formazione generale tra i 3° e 4° mese di servizio, pari all’80% delle ore. Il restante 20% verrà erogato tra il 7° e il 9° mese di servizio . 1. “Valori e identità del servizio civile” I moduli appartenenti a quest’area vengono realizzati all’inizio dell’esperienza di servizio civile, in quanto approfondiscono gli aspetti valoriali su cui si basa il SCN. Forniscono quindi fin da subito ai volontari una chiave di lettura con cui leggere la propria esperienza. L’identità del gruppo in formazione e patto formativo 1.1 Conoscenza fra i volontari Costruire un’identità di gruppo Condivisione di motivazioni e aspettative Contestualizzazione dell’esperienza di Servizio Civile Il formatore lavorerà con i volontari alla definizione di un’identità di gruppo dei volontari, che esprimeranno le proprie idee sul servizio civile, le proprie aspettative, le motivazioni e gli obiettivi. Partendo dal concetto di patria, di difesa senza armi e di difesa nonviolenta, il formatore cercherà di accompagnare i volontari nell’acquisizione della consapevolezza che questo è il contesto che legittima lo Stato a sviluppare l’esperienza di Servizio Civile. Dall’Obiezione di Coscienza al Servizio Civile Nazionale: evoluzione storica, affinità e differenze tra le due realtà 1.2 La storia del servizio civile e la sua evoluzione: o La storia dell’Obiezione di Coscienza o Dalla legge 772/72 alla legge 230/98 o I valori e le finalità della legge 64/2001 o Obiezione di Coscienza e Servizio Civile Volontario: affinità e differenze Gli attori del servizio civile: UNSC, Enti, Volontari Il formatore metterà in evidenza il legame storico e culturale del servizio civile nazionale con l’obiezione di coscienza, ripercorrendo la storia del fenomeno in Italia a partire dalla legge n. 772/72, passando per la legge di riforma n. 230/98, fino ad arrivare alla sua attuale configurazione così come delineata dal legislatore del 2001, ovvero di difesa civile della Patria con mezzi ed attività non militari, dimensione che lo caratterizza e differenzia da altre forme di intervento ed impegno sociale. Il dovere di difesa della patria – difesa civile non armata e nonviolenta - 1.3 - La Costituzione italiana: o Art. 52 della costituzione o Sentenze nn. 164/85, 228/04, 229/04, 431/05 o I diversi concetti di patria: patria nella società post-moderna; Concetto di difesa della Patria: o Excursus storico sul concetto di patria, fino ad approfondire l’idea di patria nella società post-moderna; o Significato attuale di difesa della patria a partire dalla Costituzione e dalla Dichiarazione dei diritti umani Excursus storico sulle esperienze di difesa nonviolenta e forme attuali di difesa civile non armata e nonviolenta Nuovo Modello di Difesa e possibile ruolo dei civili Difesa civile non armata e nonviolenta e SCN Si approfondirà il concetto di Patria e di difesa civile della Patria attraverso mezzi ed attività alternativi a quelli militari a partire dai principi costituzionali della solidarietà (art. 2 Cost.), dell’uguaglianza sostanziale (art. 3 Cost.), del progresso materiale o spirituale della società (art. 4 Cost.), della promozione dellos viluppo della cultura, della tutela del paesaggio e del patrimonio storico ed artistico della nazione (art. 9 Cost.) e della pace tra i popoli (art. 11 Cost.). Si presenteranno inoltre le attuali forme di realizzazione della difesa alternativa sul piano istituzionale, di movimento e della società civile. Si potranno approfondire le tematiche relative alla “gestione e trasformazione nonviolenta dei conflitti”, alla prevenzione della guerra e ai concetti di “peacekeeping” e “peacebuilding”. Nell'affrontare i temi suddetti, l'utilizzo di una modalità frontale è finalizzato a trasmettere i fondamenti dei temi in oggetto e sarà accompagnata da inserti multimediali quali video, letture, canzoni. Alla modalità frontale sarà affiancata una metodologia euristica- tramite brainstorming, lavori di gruppo, discussione in plenaria- in modo da approfondire le conoscenze pregresse dei volontari rispetto a temi trattati, soprattutto i concetti di patria e difesa che rischiano oggi di essere svuotati di significato e il cui campo semantico è influenzato dai recenti mutamenti socio-culturali. Questa modalità permette di condividere saperi, ma anche di decostruire stereotipi e pre-concetti, riattribuendo valore e significato a questi temi alla luce dell’esperienza di servizio civile. Questo modulo verrà ripreso nella formazione che si terrà tra i 7° e il 9° mese di servizio. La normativa vigente e la carta di impegno etico 1.4 La carta di impegno etico Le norme attuali Il formatore illustrerà gli obiettivi e i valori dell’esperienza di servizio civile espressi nella “Carta di impegno etico”. Verranno illustrate le norme legislative che regolano il sistema del servizio civile, nonché quelle di applicazione riguardanti l’ordinamento e le attività del servizio civile nazionale. In particolare si evidenzierà l’importanza della sottoscrizione della Carta di Impegno Etico da parte del legale rappresentante dell’Ente, che rappresenta l’impegno a rispettare i valori fondanti del scn. 2. “La cittadinanza attiva”. L’esperienza di SCN è esperienza civica, finalizzata alla tutela del bene comune, alla riscoperta della dimensione comunitaria, nonché delle responsabilità civiche di ciascuno. Tali moduli saranno ripresi tra il 7° e 9° mese per essere riletti alla luce dei mesi di servizio precedenti attraverso un approccio riflessivo. La formazione civica 2.1 Dichiarazione Universale dei Diritti Umani Carta costituzionale Gli organi costituzionali italiani (funzione, ruolo, rapporti) La formazione civica consiste nell’approfondimento della conoscenza della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e della Carta costituzionale, che contengono i principi e le norme che sono alla base della civile convivenza e quadro di riferimento per i volontari quali cittadini attivi. Saranno analizzati funzione e ruolo degli organi costituzionali, in particolare l’iter legislativo. Questo modulo formativo aiuterà i volontari ad accrescere le competenze civiche e sociali indispensabili per vivere come cittadini attivi, parte integrante di un corpo sociale e istituzionale in continua crescita e trasformazione. Le forme di cittadinanza 2.2 Concetto di cittadinanza attiva o condivisione di conoscenze ed esperienze; o Concetto di cittadinanza planetaria Dinamiche internazionali legate alla globalizzazione e al sottosviluppo Ruolo del volontario in servizio civile nella società Il ruolo di ANTENNA: l’informazione critica e dal basso come forma di cittadinanza attiva Il formatore illustrerà ai volontari le forme di partecipazione, individuali e collettive, che ogni cittadino può attuare in un’ottica di cittadinanza attiva. Saranno proposte ai volontari esperienze pregresse di cittadinanza attiva e saranno forniti gli strumenti utili alla loro stessa attivazione: uno di questi è l’uso dell’informazione alternativa, dal basso, con cui potranno condividere la propria esperienza di servizi civile, portando alla luce criticità del territorio di servizio e le possibili soluzioni. Si allargherà inoltre la riflessione al più ampio concetto di cittadinanza planetaria, cercando di sviluppare nei volontari un approccio “glocale” alle problematiche sociali: è necessario agire a livello locale in modo adeguato per rispondere ai bisogni della comunità, ma con uno sguardo che si allarga a livello mondiale, consapevoli della complessità che caratterizza la società globalizzata. Questo modulo verrà ripreso nella formazione che si terrà tra i 7° e il 9° mese di servizio. La protezione civile 2.3 Difesa della patria e difesa dell’ambiente: la Protezione Civile Concetto di rischio: P x V x E Il metodo Augustus Protezione civile e Servizio civile volontario: finalità comuni Collegato al tema della difesa della Patria, in quanto risponde all’articolo 52 della Costituzione (tutela dell'integrità della vita, dei beni, degli insediamenti e dell'ambiente dai danni o pericoli legati a calamità naturali), il modulo sulla protezione civile partirà dall’importanza della tutela e della valorizzazione dell’ambiente e del territorio, considerati come il substrato necessario delle attività umane. Si mostrerà l’azione della protezione civile attraverso la previsione e prevenzione dei rischi, l’intervento in emergenza e la ricostruzione post emergenza. Si sottolineerà il rapporto tra prevenzione e tutela, ambiente e legalità, ricostruzione e legalità. Infine, si illustreranno le norme di comportamento da seguire nella gestione delle emergenze. La rappresentanza dei volontari nel servizio civile 2.4 Elezioni per i rappresentanti regionali e nazionali dei volontari in servizio civile Consulta Nazionale per il Servizio civile Ai volontari in servizio civile verrà presentata la possibilità di partecipare e di candidarsi alle elezioni per i rappresentanti regionali e nazionali dei volontari in servizio civile come una delle forme di partecipazione e cittadinanza attiva presentate nei moduli precedenti. Verranno illustrati funzionamento ed importanza della rappresentanza dei volontari attraverso l’intervento di ex volontari, rappresentanti in carica o di delegati regionali. 3 “Il giovane volontario nel sistema del servizio civile” I seguenti moduli saranno affrontati nei primi mesi del servizio civile. Essi infatti presentano i vari soggetti – enti, UNSC, OLP, RLEA - che compongono il sistema del servizio civile, le relazioni stesse tra questi soggetti e la disciplina che regola queste relazioni. IL progetto rappresenta uno “spazio” condiviso. Presentazione dell’Ente 3.1 - Approfondimenti rispetto alla storia, i valori, la mission dell’Ente; Struttura organizzativa e gestionale dell’ente: zone e servizi; L’intervento sociale dell’ente o Modus operandi o Ambiti e tipologie d’intervento o Beneficiari o Il progetto di servizio civile I fondamenti: dalla condivisione diretta alla rimozione delle cause: o La differenza tra condividere e prestare un servizio o Il ruolo degli “ultimi“ nella costruzione di una società nuova o La società del gratuito La presentazione dell’ente avviene attraverso la visita di una realtà di accoglienza dell’associazione o attraverso la testimonianza di uno dei suoi rappresentanti. Un membro dell’ente presenta l’associazione, soffermandosi sulla storia, sulla mission e i valori, sulle modalità organizzative, affinché i volontari siano in grado di comprenderne le modalità di intervento. Si cercheranno di toccare i diversi ambiti di intervento, con particolare attenzione per quelli che coinvolgono i progetti in servizio civile. Infine, si approfondiranno i fondamenti alla base dell’ attività dell’Associazione, ovvero la condivisione diretta con gli “ultimi”- con chi è emarginato e versa in situazioni di grave disagio- e la rimozione delle cause che generano l’ingiustizia e i conflitti sociali. Il lavoro per progetti 3.2 Metodologia della progettazione: o dal rilevamento del bisogno e della domanda, alla valutazione dei - risultati attesi; o Monitoraggio e valutazione di esito, efficacia ed efficienza del progetto; Valutazione della formazione; L’obiettivo del modulo è di rendere partecipi i volontari del processo di progettazione, presentandone le varie fasi dall’ideazione, al rilevamento del bisogno presente nel territorio, alla formulazione di obiettivi e attività che rispondano a tale bisogno. Si presenterà quindi ai volontari il progetto di servizio civile nel quale sono inseriti illustrandone la struttura generale con particolare attenzione agli obiettivi, sia generali che specifici. I volontari in servizio civile sono parte integrante del progetto e il loro buon coinvolgimento è un elemento essenziale per la buona riuscita dello stesso e per la loro crescita personale. Per la buona gestione del progetto è importante anche che i volontari conoscano le figure professionali coinvolte e i loro ruoli affinchè si possano raggiungere gli obiettivi previsti. Verranno introdotti i concetti di monitoraggio e valutazione e si presenteranno gli strumenti del sistema di monitoraggio che l’ente utilizza per seguire l’andamento dei progetti e per apportare eventuali migliorie in itinere. Alla fine del corso formativo si effettua il monitoraggio della formazione attraverso i moduli previsti dal Sistema di monitoraggio accreditato dall’Ente e una verifica più approfondita in plenaria, al fine di fare emergere criticità e punti di forza, e dove se ne verificasse la necessità apportare i cambiamenti necessari ad un maggiore efficacia della proposta formativa. L’organizzazione del servizio civile e delle sue figure 3.3 - Il Sistema di servizio civile: UNSC, Enti di scn, Regioni e province autonome; Figure che operano nel progetto: OLP, RLEA, altre figure professionali coinvolte nei progetti; Il modulo approfondisce “il sistema del servizio civile” in tutte le sue parti- gli enti di SCN, l’UNSC, le Regioni e le Province autonome- e le relazioni tra le stesse: è fondamentale infatti cogliere il contesto relazionale in cui si inserisce il servizio civile, che coinvolge appunto soggetti diversi. Il raggiungimento degli obiettivi del progetto inoltre è riconducibile anche alle figure che operano al suo interno, pertanto la conoscenze di queste figure, del loro ruolo e della loro interazione è fondamentale. Disciplina dei rapporti tra enti e volontari del servizio civile nazionale 3.4 Ruolo del volontario Diritti e doveri del volontario in servizio civile In tale modulo verrà presentato e illustrato ai volontari il “Prontuario concernente la disciplina dei rapporti tra enti e volontari del servizi civile nazionale” (DPCM 4 febbraio 2009 e successive modifiche) in tutti i suoi punti. Nel corso del modulo il volontario acquisisce consapevolezza sulle proprie responsabilità, in quanto la sua esperienza non è solo individuale, ma pubblica. 3.5 Comunicazione interpersonale e gestione dei conflitti La comunicazione e i suoi elementi costitutivi (contesto, emittente, messaggio, canale, destinatario) Elementi di comunicazione nonviolenta La comunicazione nel gruppo Il conflitto come strumento di autoregolazione dei gruppi Gestione nonviolenta dei conflitti In questo modulo formativo verrà affrontata una parte teorica rispetto alla formazione del processo di comunicazione e verranno quindi illustrati i concetti basilari (contesto, emittente, messaggio, canale, destinatario) per permettere ai volontari di comprendere al meglio l’argomento trattato. Poiché il servizio si svolge in un contesto di gruppo, in cooperazione con operatori ed altri volontari, i volontari verranno guidati nella comprensione dell’importanza della comunicazione all’interno di un gruppo e di come si possa lavorare in gruppo comunicando in maniera positiva ed efficace ai fini degli obiettivi preposti. Spesso, infatti, il gruppo può diventare il luogo in cui si verificano i conflitti e le incomprensioni proprio per un difetto di comunicazione tra i membri. Il formatore accompagnerà i volontari nella comprensione delle dinamiche legate all’insorgere dei conflitti, dell’interazione con altri soggetti e della loro risoluzione in modo costruttivo. Aiuterà a considerare il conflitto come opportunità e risorsa, come strumento per l’apprendimento e l’autoregolazione dei gruppi. 34) Durata: Moduli formativi Quando Ore lezioni frontali 40% L’identità del gruppo formazione e patto formativo Presentazione dell’Ente in Ore dinamiche Totale non form. ore 60% All’avvio del servizio 0 4 4 All’avvio del servizio 2 0 2 2 0 2 1 2 3 2 5 7 Tra 3° e 4° mese 1 2 3 Tra 3° e 4° 2 0 2 La normativa vigente e la carta di impegno etico La formazione civica Tra 3° e 4° mese 1 1 2 Tra 3° e 4° mese 2 1 3 Le forme di cittadinanza Tra 3° e 4° mese 2 6 8 Disciplina dei rapporti tra enti e All’avvio del servizio volontari del servizio civile nazionale (diritti e doveri) Dall’Obiezione di Coscienza al Servizio Civile Nazionale: Tra 3° e 4° mese evoluzione storica, affinità e differenze tra le due realtà Il dovere di difesa della patria – Tra 3° e 4° mese difesa civile non armata e nonviolenta Ripreso Tra 7° e 9° Il lavoro per progetti L’organizzazione del servizio civile e le sue figure Ripreso tra 7° e 9° La protezione civile La rappresentanza dei volontari nel servizio civile Comunicazione interpersonale e gestione dei conflitti Tra 3° e 4° mese 1 1 2 Tra 3° e 4° mese 2 0 2 Tra 3° e 4° mese 0 4 4 18 26 44 TOTALE ORE FORMAZIONE GENERALE Formazione specifica (relativa al singolo progetto) dei volontari 35) Sede di realizzazione: La sede è scelta sulla base del posizionamento geografico delle sedi di attuazione dei progetti e dalla disponibilità di fruizione della struttura stessa, essendo la formazione di tipo residenziale. Pertanto è previsto che i corsi di formazione specifica siano tenuti nelle seguenti sedi: a) Sede di Gestione del Servizio Civile, Via Dante Alighieri, snc – 61013 Mercatino Conca PU b) Centro Fiori nel deserto, Via Idice 202 - 40064 Ozzano dell’Emilia (BO) c) Casa accoglienza adulti S. Giovanni Battista, Via Sammarina 50 - 40013 Castel Maggiore (BO) d) Nucleo familiare Giardini-Righini, Via Pirandello 7 - 40127 Bologna (BO) e) Casa-famiglia Marta, Via Longarola 2 loc. Padulle, 40010 Sala Bolognese (BO) 36) Modalità di attuazione: In proprio presso l’ente, con formatori dell’ente 37) Nominativo/i e dati anagrafici del/i formatore/i: NOME E COGNOME LUOGO DI NASCITA DATA DI NASCITA SOLDATI ROBERTO RIMINI (RN) MONTUSCHI ANDREA CASALFIUMANESE (BO) 29/05/1955 RAMBALDI DAVIDE BOLOGNA (BO) 04/05/1959 RMBDVD59E04A944G LUCAJ TRAJANA ELBASAN (ALBANIA) 01/11/1983 LKJ TJN 83S41 Z100 W ZUCCHERO ALBERTO BOLOGNA 29/09/1964 ZCCLRT64P29A944R LUCA PIERI BOLOGNA (BO) DANIELE ROMITI PONTREMOLI (MS) 09-01-1975 RMTDNL75A09G870P MILANI LAURA THIENE (VI) 16/05/1982 MLNLRA82E56L157V MONTANARI GIULIA BOLOGNA 08/11/1984 MNTGLI84S48A944Z TASSI LUISA BOLOGNA 03/11/1953 TSSLSU53S43A944E ANTONIO BEVILACQUA ANDRIA (BA) 22/07/1975 BVLNTN75L22A285U SIMONA PUNGINELLI Codigoro(FE) 18/04/1968 PNGSMN68D58C814J 26/04/1948 07/04/1954 CODICE FISCALE SLDRRT48D26H294P MNTNDR55E29B892K PRILCU54D07A944U 38) Competenze specifiche del/i formatore/i: COGNOME E NOME MONTUSCHI ANDREA SOLDATI ROBERTO RAMBALDI DAVIDE LUCAJ TRAJANA LUCA PIERI COMPETENZE SPECIFCIHE Volontario internazionale nel programma di sviluppo del Ministero Affari Esteri in Perù e responsabile dei programmi di sviluppo in America Latina presso l'Ufficio Programmi del M.L.A.L. Movimento Laici America Latina. Responsabile per 12 anni per le strutture dell’ente della provincia di Ravenna. Da maggio 2014 responsabile per l’associazione di tutte le strutture dell’ente nelle province di Bologna, Ferrara e Modena. Laureato in ingegneria elettronica, ha frequentato il corso per Responsabile della Prevenzione e Protezione. Dal 2009 è il Responsabile per la sicurezza per l’ente Comunità Papa Giovanni XXIII, con il compito di organizzare la formazione dei dipendenti e dei volontari, e sovrintendere all’organizzazione delle squadre di primo soccorso e antincendio. Educatore professionale dapprima nell’ambito della disabilità mentale adulta, in seguito nelle tossicodipendenze, attualmente responsabile degli interventi di prevenzione all’uso di sostanze per il Sert dell’ USL di Bologna. Pedagogista, formatore, conduttore di gruppi dal 1996. Da 4 anni circa collabora con l’Associazione Papa Giovanni XXIII nelle formazioni dei caschi bianchi, in qualità di esperto di relazione d’aiuto e di affettività. Educatrice sociale, con laurea in Scienze della formazione. Educatrice dal 2009 all’interno della Cooperativa Sociale “La Fraternità”, in un centro socio riabilitativo. Ha frequentato diversi corsi di approfondimento sui centri diurni e cooperative Laureato in Scienze Politiche con indirizzo politico sociale, collabora con l'Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII MODULO SVOLTO Modulo 1: Presentazione delle progettualità dell’ente Modulo 2: Formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego dei volontari nei progetti di servizio civile Modulo 3: La relazione d’aiuto Modulo 4: Il centro diurno Modulo 5: Approfondimento delle ZUCCHERO ALBERTO ANTONIO BEVILACQUA DANIELE ROMITI MILANI LAURA MONTANARI GIULIA TASSI LUISA SIMONA PUNGINELLI nell'ambito delle attività formative per i giovani in servizio civile volontario affrontando le tematiche relative alla relazione d'aiuto, a partire dall’esperienza personale, in quanto spastico dalla nascita. Da 35 anni membro dell'Associazione italiana assistenza Spastici (AIAS) Bologna ONLUS. Laureato in Lettere classiche con diploma di specializzazione per docenti di sostegno, docente. Esperto sulle tematiche del Servizio civile nazionale e del volontariato. Esperienza di 5 anni come tutor in progetti di Servizio civile, e di 2 anni come Responsabile locale di ente accreditato. Laureato in Servizio Sociale presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna, è attualmente assistente sociale presso il comune di Budrio (Settore Servizi alla Persona). Esperienze come educatore in un Centro di Riabilitazione e come addetto all’assistenza di base in un centro di accoglienza. Laurea in Giurisprudenza, iscritto all’Albo degli Avvocati di Rimini, esercizio della professione forense in studio privato Laureata in Lettere antiche, laurenda in pedagogia. Esperienza pluriennale nella formazione di volontari in servizio civile in qualità di formatrice accreditata e nella progettazione e realizzazione di percorsi educativi sulla “Gestione nonviolenta del conflitto” presso le scuole medie ed elementari. Esperta di Teatro dell’oppresso. Esperienza all’estero come volontaria in servizio civile(Brasile) Laureata a marzo 2012 in “Progettazione e gestione dell’intervento educativo nel disagio sociale e nei contesti multiculturali” presso la Facoltà di Scienze della Formazione, Università degli studi di Bologna, Da novembre 2013 affianca lo RLEA dei progetti di SCN dell’ente “Comunità Papa Giovanni XXIII” per i seguenti progetti in corso: “Antitratta: da vittime a cittadine”, “Lasciatemi sognare”, “Casa famiglia: insieme nella vita, centro diurno: insieme nel mondo.” Affianca in particolare nella formazione specifica e nelle attività di tutoraggio. Esperienza nella progettazione, monitoraggio e valutazione degli interventi educativi. Diplomata con diploma universitario di Assistente sociale. Esperta sulle tematiche della disabilità e della devianza giovanile. Da 21 anni responsabile di casa-famiglia per minori e disabili, da 8 anni responsabile di associazione socio-assistenziale onlus. Presidente dell’ Associazione Territoriale per l’Integrazione “IL VOLO” ONLUS; Esperta di Comunicazione Aumentiva e Alternativa (C.A.A.) come strumento riabilitativo ed educativo. Conduttrice di laboratori per la realizzazione di ausili creativi per la comunicazione e libri modificati Esperta di Comunicazione Aumentativa attraverso gli In-Book. tematiche educative legate ai minori Modulo 15: La relazione d’aiuto Modulo 6 e 13: Ruolo del volontario in servizio civile nel progetto “Centro disabili? Abili al lavoro!” Modulo 7: Contesto territoriale di riferimento e descrizione dei servizi del territorio che intervengono nell’ambito dei minori Modulo 8 : La normativa Modulo 9: Il lavoro d’equipe nel progetto: “Centro disabili? Abili al lavoro!” Modulo 11: Strumenti per la programmazione e gestione di attività di sensibilizzazione Modulo 10 e 16: Il progetto “Centro disabili? Abili al lavoro!” Modulo 12: La relazione d’aiuto a partire dalla testimonianza di esperti Modulo 14: Strumenti della comunicazione aumentativa ed alternativa 39) Tecniche e metodologie di realizzazione previste: La formazione specifica dei progetti presentati dall'Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, prevede una serie di incontri periodici fra i volontari che prestano servizio sul medesimo territorio, al fine di fornire ai volontari le competenze utili per concorrere alla realizzazione degli obiettivi generali e specifici, attraverso le azioni previste dal progetto. Come previsto dal sistema di formazione accreditato dall’ente, 52 ore di formazione specifica saranno realizzate entro il 3° mese di servizio, le restanti 22 ore tra il 4° e il 9° mese. E’ vero infatti che la formazione specifica fornisce gli strumenti e le competenze necessarie per affrontare al meglio le attività e pertanto è importante che venga realizzata all’inizio del servizio. Si ritiene, tuttavia, qualificante riprendere alcune tematiche già trattate nei primi tre mesi di servizio anche successivamente, proprio perché l’esperienza di servizio civile è un imparare facendo, e pertanto richiede una costante riflessione sull’azione. Riflessione che dovrebbe essere garantita dall’OLP, in quanto “maestro”, ma che è opportuno sia sviluppata in contesti formativi ad hoc, anche oltre il 3° mese, che vanno ad integrare e rinforzare il bagaglio di competenze acquisito all’inizio. Questo permetterebbe di approfondire alcune tematica alla luce dell’esperienza maturata dai volontari, con una maggiore consapevolezza da parte di quest’ultimi. La metodologia adottata è quella partecipativa in quanto favorisce il coinvolgimento diretto dei volontari, rendendoli protagonisti e co- costruttori del percorso formativo: la formazione infatti favorisce la condivisione all’interno del gruppo formativo di conoscenze pregresse, esperienze e riflessioni personali nonché la decostruzione di stereotipi e pregiudizi, al fine di sviluppare nei volontari un certo approccio critico. Si tratta di una metodologia che alterna momenti di lezione frontale a dinamiche non formali, quali: Discussione in piccoli gruppi, guidata da un facilitatore; Training nonviolenti, simulazioni, giochi di ruolo, attribuzione di responsabilità nel processo formativo; Dibattiti, brainstorming, lavoro di gruppo, elaborazione di report ed articoli; Cineforum; Teatro dell’oppresso (TDO); Incontri con realtà formative outdoor, utilizzo di risorse formative ed occasioni formative esterne agli enti ed offerte dal territorio; Verifiche periodiche. Infine la formazione specifica rappresenta per i volontari uno spazio privilegiato in cui acquisire strumenti per rileggere, analizzare, rielaborare l’esperienza di servizio civile, operando costantemente- con il supporto di formatori e degli OLP- un’ autoriflessione costante sul proprio servizio. 40) Contenuti della formazione: I contenuti della formazione specifica riguardano, l’apprendimento di nozioni e competenze necessarie allo svolgimento del servizio nell’ambito specifico previsto dal progetto, ovvero la disabilità. Modulo 1: Presentazione delle progettualità dell’ente presentazione delle realtà dell’ente presenti sul territorio, con particolare attenzione alle strutture a progetto; approfondimento dell’ambito di intervento e delle modalità di intervento dell’ente sul territorio visita ad alcune realtà dell’ente Modulo 2: Formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego dei volontari nei progetti di servizio civile - Presentazione della legge quadro 81/08 relativa alla sicurezza sui luoghi di lavoro; informativa dei rischi connessi allo svolgimento alle attività pratiche in c ui sono impegnati i volontari, e alle possibili interferenze con altre attività che si svolgono in contemporanea nello stesso luogo; - Misure di prevenzione e di emergenza previste, in relazione alle attività del volontario e alle possibili interferenze tra queste e le altre attività che si svolgono in contemporanea. Modulo 3: La relazione d’aiuto Elementi generali ed introduttivi; Il rapporto “aiutante-aiutato”; Le principali fasi della relazione di aiuto; La fiducia; Le difese all’interno della relazione di aiuto; Presa in carico della persona aiutata; Comunicazione, ascolto ed empatia; Le dinamiche emotivo-affettive nella relazione d’aiuto; Gestione della rabbia e dell’aggressività; Modulo 4: Il centro diurno - Storia delle case famiglia/centri diurni ecc. dell’ente; normativa e gestione della struttura; il contributo della casa famiglia/centro diurno..ecc. nell’ambito specifico del progetto. Modulo 5: Approfondimento sulla disabilità fisica e psichica Disabilità fisica e/o Psichico Il vissuto psicologico della persona con handicap Le principali forme di handicap psichico Aspetti generali dei disturbi mentali: Le psicopatologie secondo il DSM IV (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Menali); I sistemi diagnostici; I metodi di accertamento: la valutazione psicodinamica, il colloquio clinico, esami medici e psichiatrici, i test mentali; Il Burn Out come rischio nelle relazioni educative Modulo 6: Ruolo del volontario in servizio civile nel progetto “Centro disabili ? Abili al lavoro!” Il ruolo del volontario nel progetto; La relazione con i destinatari del progetto; L’inserimento del volontario nel lavoro d’equipe; L’attività del volontario ricondotta agli obiettivi del progetto, con attenzione sul COME si fanno le cose. Modulo 7: Contesto territoriale di riferimento e descrizione dei servizi del territorio che intervengono nell’ambito dei disabili descrizione del contesto economico, sociale in cui si attua il progetto e lettura dei bisogni del territorio; conflittualità sociali presenti nel contesto territoriale; strumenti per leggere il contesto territoriale di riferimento a partire dalle attività realizzate dal progetto; descrizione dei servizi o associazioni che intervengono nell’ambito della disabilità con particolare attenzione ai bisogni specifici a cui risponde il progetto; il lavoro di rete con i servizi e altre associazioni che intervengono nell’ambito della disabilità Modulo 8: La normativa Analisi della normativa del territorio sul tema dei disa bili Analisi dei bisogni del territorio e delle risposte normative Applicazione delle normative e criticità Modulo 9: Il lavoro d’equipe nel progetto “Centro disabili? Abili al lavoro!” Dinamiche del lavoro di gruppo Strategie di comunicazione nel gruppo Attuazione delle nozioni teoriche nel contesto del progetto “……..” Modulo 10: Il progetto “Centro disabili? Abili al lavoro!” Verifica, valutazione ed analisi di: Obiettivi e attività del progetto; Risposta del progetto alle necessità del territorio Inserimento del volontario nel progetto Necessità formativa del volontario Modulo 11: Strumenti per la programmazione e gestione di attività di sensibilizzazione: - Finalità e senso delle attività di sensibilizzazione del progetto “Centro disabili? Abili al lavoro!”; Strumenti operativi per progettare, programmare e realizzare le attività di sensibilizzazione; Momento laboratoriale in cui progettare un’attività di sensibilizzazione (legata all’ambito del progetto) Modulo 12: La relazione d’aiuto a partire dalla testimonianza di esperti ripresa di alcuni concetti fondamentali della relazione d’aiuto analisi delle particolari situazioni legate al progetto ““Centro disabili? Abili al lavoro!”” racconto di esperienze concrete legate alla relazione con d isabili Modulo 13: Ruolo del volontario in servizio civile nel progetto “Centro disabili? Abili al lavoro!” Il ruolo del volontario nel progetto e grado di inserimento La relazione con i destinatari del progetto; Il ruolo del volontario nel lavoro d’equipe; L’attività di competenza del volontario ricondotta agli obiettivi del progetto, con attenzione sul COME si fanno le cose. Modulo 14: Modulo di approfondimento sugli strumenti della Comunicazione alternativa/aumentativa (C.A.A.): La Comunicazione Aumentativa Alternativa (C.A.A.): strumento riabilitativo ed educativo Utilizzo di strumenti di C.A.A. nei diversi contesti di vita La Comunicazione Aumentativa e gli In-Book Modulo 15: La relazione d’aiuto L’attuazione pratica delle nozioni teoriche sull a relazione d’aiuto; Analisi delle relazioni d’aiuto vissute dal volontario all’interno del progetto “Centro disabili? Abili al lavoro!” : riflessione e confronto su situazioni concrete; Analisi del vissuto del volontario circa la relazione aiutante/aiutat o attraverso la mediazione di OLP e operatori Modulo 16: Il progetto “Centro disabili? Abili al lavoro!” Competenze intermedie del volontario Andamento del progetto Grado di soddisfacimento delle necessità formative del volontario e valutazione della formazione specifica 41) Durata: Modulo formativo Modulo 1: Presentazione delle progettualità dell’ente Modulo 2: Formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego dei volontari nei progetti di servizio civile Modulo 3: La relazione d’aiuto Modulo 4: Il centro diurno Modulo 5:Approfondimento di aree specifiche a seconda dell’ambito del progetto Modulo 6: Ruolo del volontario in servizio civile nel progetto “Centro disabili? Abili al lavoro!” Modulo 7: Contesto territoriale di riferimento e descrizione dei servizi del territorio che intervengono nell’ambito dei disabili Modulo 8 : La normativa Modulo 9: Il lavoro d’equipe nel progetto “Centro disabili? Abili al lavoro!” Modulo 10: Il progetto “Centro disabili? Abili al lavoro!” Modulo 11: Strumenti per la programmazione e gestione di attività di sensibilizzazione Quando Primo mese Durata 4h Primo mese 8H Primo mese Secondo mese 8h 4h Secondo mese 8h Secondo mese 3h Secondo mese 6h Terzo mese 4h Terzo mese 4h Terzo mese 4h Terzo mese 3h Modulo 12: La relazione d’aiuto a partire dalla testimonianza di esperti Modulo 13: Ruolo del volontario in servizio civile nel progetto “Centro disabili? Abili al lavoro!” Modulo 14: Strumenti della comunicazione aumentativa ed alternativa Modulo 15: La relazione d’aiuto Modulo 16: Il progetto “Centro disabili? Abili al lavoro!” Quinto mese 4h Sesto mese 3h Settimo mese 3h Ottavo mese 8h Nono mese 4h DURATA TOTALE FORMAZIONE: 74 ORE Altri elementi della formazione 42) Modalità di monitoraggio del piano di formazione (generale e specifica) predisposto: Si rimanda al sistema di monitoraggio verificato in sede di accreditamento Data 29 LUGLIO 2014 Il Responsabile del Servizio civile nazionale dell’ente NICOLA LAPENTA