PER SAPERNE DI PIÙ @ www.suva.ch www.ssic-ti.ch/ www.dnb.com IL CAFFÈ 23 settembre 2012 C1ECONOMIA 13 Ti-Press Gli incidenti Ed è ricominciata la “mattanza” sui luoghi di lavoro Infortuni professionali per 1500 milioni l’anno, costi sociali enormi che si preferisce non vedere I costi degli infortuni in Svizzera (2011) GIORGIO CARRION Somiglia ad un bollettino di guerra. Ben 2103 infortuni sul lavoro l’anno scorso in Ticino soltanto nel settore delle costruzioni. Gravi i costi umani, pesanti quelli economici. In Svizzera gli incidenti professionali costano 1500 milioni di franchi all’anno, di cui ben 469 nella sola edilizia. E la sequenza degli infortuni sul lavoro nel cantone in queste tre prime settimane di settembre è impressionante. L’INCIDENTE A LODANO Un elicottero di Heli Tv e quello della Rega a Lodano dopo l’incidente di martedì scorso gli infortuni che avvengono annualmente in Svizzera 20% Il 20% per cento di questi avvengono nel settore della costruzione 1’500mio i costi (Chf.) degli infortuni professionali in Svizzera 2.103 Ti-Press “Bisogna diffondere una cultura della sicurezza tra tutte le componenti del settore costruzioni” gli infortuni registrati in Ticino, nel 2011, nel settore principale della costruzione 420 Chf le spese medie per ogni infortunio. Fonte: Upi infortunio si aggirano attorno ai 420 franchi, ma nelle costruzioni raggiungono in media i 1’700 franchi. “Le cadute dai ponteggi comportano ferite gravi e conseguenze fisiche pesanti. Basti sapere che a livello nazionale i costi diretti ammontano a circa 80 milioni di franchi”, precisa il vicedirettore della Ssic citando dati Suva. Una caduta da un ponteggio può arrivare a costare 12mila franchi fra cure mediche, assenze dal lavoro e altre spese.La quan- tutte le componenti del settore edile. Anche perché, oltre ai danni fisici ed umani, il costo sociale ed economico degli infortuni è semplicemente gigantesco”, afferma Nicola Bagnovini, vice direttore della Società degli impresari costruttori, Ssic. Gli infortuni professionali in Svizzera comportano di soli costi diretti un miliardo e mezzo di franchi, di cui 460 milioni, circa il 30%, nel settore della costruzione. Le spese medie per ogni L’intervista L’emergenza incidenti nell’analisi di Locatelli, responsabile sindacale edili dell’Organizzazione cristiano sociale “Sono i frontalieri le prime vittime” Ti-Press Qualche giorno fa a Lodano, in Valle Maggia, è morto il pilota di un elicottero precipitando con il velivolo. Trasportava del materiale edile. Una serie nera cominciata il 1° del mese: un frontaliere di 44 anni è travolto da una benna in un cantiere di Novazzano. Lotta tra la vita e la morte. Il 6 a Genestrerio un operaio comasco di 32 anni, mentre lavorava con una smerigliatrice, si è tagliato al braccio sinistro. Dopo quattro giorni, il 10, ad Ascona un operaio edile 47enne della provincia del Verbano Cusio Ossola ha perso l’equilibrio ed è caduto da un’altezza di circa tre metri, battendo la testa. Ferite gravi, ma per fortuna non mortali. Il 12 ancora a Novazzano un 38enne della provincia di Trento stava scaricando della palette in legno che si sono rovesciate travolgendolo: frattura del femore sinistro. Lo stillicidio continua. Inesorabile. “L’unica soluzione che intravedo per rimediare a questa situazione è quella di diffondere una cultura della sicurezza in 260.000 tificazione esatta del valore reale degli infortuni è, tuttavia, impossibile. Alcune inchieste mostrano come un serio incidente sul lavoro comporta, oltre ad un’assenza da 13 a 17 giorni, anche un forte impatto psicologico sui compagni : “Si è notato che la produttività diminuisce nei giorni successivi ad un grave incidente, senza contare i problemi organizzativi che ne derivano, il fermo cantiere, e molto altro…”. Il bollettino di guerra nel 2011 registra in Svizzera più di 30mila infortuni nel settore principale della costruzione, di cui oltre 2000 in Ticino. Il totale degli incidenti su scala nazionale è di 260mila di cui circa 50mila nella cosiddetta ‘edilizia allargata’, falegnami, carpentieri, fabbri e altri artigiani “Il costo umano è incommensurabile – nota Bagnovini – ma anche quello aziendale e sociale va denunciato e reso pubblico. La mancanza di sicurezza produce gravi danni a tutti gli attori dell’economia”. [email protected] IL SINDACALISTA Paolo Locatelli, responsabile sindacale edili di Ocst “Siamo preoccupati per questi incidenti. E’ ripreso uno stillicidio inquietante e negli ultimi due anni siamo usciti dalla media statistica della ‘normalità”. Paolo Locatelli, responsabile sindacale edili di Ocst, la parola normalità la pronunci sottovoce: “Ogni vita umana è un valore -dice- e non c’è normalità nella sofferenza”. Il sindacato cosa fa? Per la sicurezza sul lavoro, settembre è stato un mese terribile… “La frequenza degli infortuni sta aumentando. A fine degli anni ’90 tutti i protagonisti dell’economia si diedero uno scossone: nacque una nuova sensibilità verso la sicu- rezza sul lavoro. Da fanalino di coda, il Ticino risalì nella classifica federale degli incidenti riportandosi nella media. Ora siamo tornati nell’emergenza”. Per quale ragioni c’è questa impennata di incidenti? “I ritmi di produzione in una fase di crisi sono aumentati. La crisi in taluni settori morde e si cerca di rispettare i tempi stabiliti dagli appalti. C’è poi la stanchezza di una produttività spinta in certi casi all’eccesso…”. A giudicare dalle cronache, la maggioranza dei feriti sembrano essere dei frontalieri. Come lo spiega? “Con la stanchezza. Non mi sorprende que- sto fenomeno. Ciascun frontaliere ogni giorno deve sobbarcarsi due o più ore di viaggio, spesso guidando la propria auto. Al venerdì notiamo situazioni di stress che possono diventare fonte di pericolo e mancanza di autocontrollo. Dico di più: i dati dei frontalieri feriti potrebbero essere per difetto. Non sappiamo quanti incidenti accadono fuori dai confini svizzeri per frontalieri che lavorano, però, per ditte svizzere”. I controlli sono sufficienti? “La Suva è molto presente sui cantieri, più del passato. Ma i controlli possono non bastare quando ci si mette la fretta, lo stress, l’ansia di concludere un appalto”.